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Ambiente inquinato e salute umana: un binomio la cui rela- zione è da decenni oggetto di in- dagine ed approfondimenti da parte della comunità scientifica. Ciò che resta ancora tutt’oggi da chiarire è, infatti, la correla- zione tra i diversi fattori coin- volti (tipo di inquinanti, stile di vita e contesto sociale) e l’insor- genza delle diverse patologie, per lo più oncologiche. In Cam- pania la situazione ambientale è a dir poco preoccupante: il ter- ritorio dei novanta comuni in- clusi nell’area tra Napoli e Ca- serta, definito Terra dei fuochi, ad esempio, è stato per oltre trent’ anni oggetto di sversa- menti illegali ed interramenti di rifiuti solidi urbani, rifiuti peri- colosi, scarti di lavorazioni indu- striali prodotti sia da industrie localizzate al centro-nord sia da attività lavorative locali «in nero», cui si è aggiunta un’atti- vità frequente di incendi dolosi con drammatiche ripercussioni sul livello di inquinamento at- mosferico che ha portato gli abi- tanti a chiedere a gran voce delle risposte relative alla sa- lute. Le informazioni di tipo scientifico o riguardanti fatti scientifici giungono purtroppo in modo frammentario, in ge- nere dalle fonti più disparate e prive di uno schema interpreta- tivo; di fronte ai brandelli di co- noscenze (talvolta mancanti di senso e di significato) le persone ricostruiscono una rappresenta- zione del mondo utilizzando i brandelli a ‘disposizione’... M Martelli pag.4 BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE L’abusivismo edilizio in Italia Liguori a pag.3 Buonfanti a pag.5 Yoshio Taniguchi: le architetture del silenzio Palumbo a pag.12 A Napoli il primo Book&Bed Inquinamento e salute: un software per stabilirne il legame Bellezza, paradigma della sostenibilità La bellezza, coinvolge molte sfuma- ture della nostra vita, offrendoci un’ampia gamma di colori per tratteg- giare la nostra vita. Abitualmente noi godiamo della bellezza non ne par- liamo, poiché abbandonarsi ad essa vorrebbe dire, in un certo senso, esporsi affettivamente… e potrebbe essere pericoloso. Faccio mia una storia africana su que- sto aspetto emotivo della bellezza... “Si racconta di una famiglia normale... Il rapporto tra la fame del mondo e il clima I cambiamenti climatici figurano tra le principali cause della fame nel mondo. Questo quanto emerge dal nuovo rap- porto The state of food security and nu- trition in the world 2018, presentato a Roma l’11 settembre scorso. Lo studio, realizzato da Fao, Unicef e l’agenzia Onu Ifad, denuncia un pro- gressivo aumento del fenomeno, che in- teressa attualmente 821 milioni di persone... Fanelli a pag.10 Economia dei rifiuti, decimo Forum a Ischia Il decimo Forum internazionale sull’econo- mia dei rifiuti, organizzato da PolieCo a Ischia il 21 e il 22 settembre, è stato l’occa- sione per riflettere su quanto sta acca- dendo in Campania lungo la filiera del riciclo della plastica. Intervenuto alla con- ferenza stampa di presentazione del Forum, il 18 settembre alla Stazione zoo- logica Anton Dohrn, il commissario Arpac Stefano Sorvino ha ricordato le varie crisi fronteggiate questa estate sul fronte degli incendi degli impianti di gestione dei ri- fiuti. «Veniamo da un’estate pesante», ha detto Sorvino. «L’anno scorso abbiamo sof- ferto per gli incendi sul Vesuvio, que- st’anno è stata la volta degli incendi agli impianti che trattano rifiuti». Mosca a pag.6 PRIMO PIANO ARPAC In un mondo sempre più tec- nologico, un mondo collegato alla rete, un mondo tutto di- gitale è ancora possibile os- servare il fascino di un libro cartaceo, sfogliare le pagine di carta stampata... TURISMO & CO In Italia il cemento abusivo è ancora un problema vivo, esteso, radicato. La legalità, il paesaggio, la sicurezza degli edifici sono sempre più schiacciati dal fenomeno. Fondi per i parchi e le aree marine Ogni anno l'Italia destina ai suoi 23 parchi nazionali 81 milioni di euro: 1 euro e 35 centesimi ad abitante, l'equi- valente di un cappuccino. È il risultato del rapporto "Check-up dei parchi Na- zionali e delle Aree Marine Protette" del WWF Italia effettuato sulla base dei dati di tutti i 23 Parchi Nazionali at- tualmente operativi e 26 aree marine protette sulle 29 istituite. Una somma irrisoria considerando quali problemi devono affrontare... Esposito a pag.13 Tafuro a pag.19

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Ambiente inquinato e saluteumana: un binomio la cui rela-zione è da decenni oggetto di in-dagine ed approfondimenti daparte della comunità scientifica.Ciò che resta ancora tutt’oggi dachiarire è, infatti, la correla-zione tra i diversi fattori coin-volti (tipo di inquinanti, stile divita e contesto sociale) e l’insor-genza delle diverse patologie,per lo più oncologiche. In Cam-pania la situazione ambientaleè a dir poco preoccupante: il ter-ritorio dei novanta comuni in-

clusi nell’area tra Napoli e Ca-serta, definito Terra dei fuochi,ad esempio, è stato per oltretrent’ anni oggetto di sversa-menti illegali ed interramenti dirifiuti solidi urbani, rifiuti peri-colosi, scarti di lavorazioni indu-striali prodotti sia da industrielocalizzate al centro-nord sia daattività lavorative locali «innero», cui si è aggiunta un’atti-vità frequente di incendi dolosicon drammatiche ripercussionisul livello di inquinamento at-mosferico che ha portato gli abi-

tanti a chiedere a gran vocedelle risposte relative alla sa-lute. Le informazioni di tiposcientifico o riguardanti fattiscientifici giungono purtroppoin modo frammentario, in ge-nere dalle fonti più disparate eprive di uno schema interpreta-tivo; di fronte ai brandelli di co-noscenze (talvolta mancanti disenso e di significato) le personericostruiscono una rappresenta-zione del mondo utilizzando ibrandelli a ‘disposizione’...

MMartelli pag.4

BIO-ARCHITETTURAAMBIENTE & SALUTE

L’abusivismo edilizioin Italia

Liguori a pag.3

Buonfanti a pag.5

Yoshio Taniguchi: le architetture del silenzio

Palumbo a pag.12

A Napoli il primoBook&Bed

Inquinamento e salute: un software per stabilirne il legame

Bellezza, paradigmadella sostenibilità

La bellezza, coinvolge molte sfuma-ture della nostra vita, offrendociun’ampia gamma di colori per tratteg-giare la nostra vita. Abitualmente noigodiamo della bellezza non ne par-liamo, poiché abbandonarsi ad essavorrebbe dire, in un certo senso,esporsi affettivamente… e potrebbeessere pericoloso.Faccio mia una storia africana su que-sto aspetto emotivo della bellezza... “Siracconta di una famiglia normale...

Il rapporto tra la famedel mondo e il clima

I cambiamenti climatici figurano tra leprincipali cause della fame nel mondo.Questo quanto emerge dal nuovo rap-porto The state of food security and nu-trition in the world 2018, presentato aRoma l’11 settembre scorso. Lo studio, realizzato da Fao, Unicef el’agenzia Onu Ifad, denuncia un pro-gressivo aumento del fenomeno, che in-teressa attualmente 821 milioni dipersone...

Fanelli a pag.10

Economia dei rifiuti, decimo Forum a IschiaIl decimo Forum internazionale sull’econo-mia dei rifiuti, organizzato da PolieCo aIschia il 21 e il 22 settembre, è stato l’occa-sione per riflettere su quanto sta acca-dendo in Campania lungo la filiera delriciclo della plastica. Intervenuto alla con-ferenza stampa di presentazione delForum, il 18 settembre alla Stazione zoo-logica Anton Dohrn, il commissario Arpac

Stefano Sorvino ha ricordato le varie crisifronteggiate questa estate sul fronte degliincendi degli impianti di gestione dei ri-fiuti. «Veniamo da un’estate pesante», hadetto Sorvino. «L’anno scorso abbiamo sof-ferto per gli incendi sul Vesuvio, que-st’anno è stata la volta degli incendi agliimpianti che trattano rifiuti».

Mosca a pag.6

PRIMO PIANO ARPAC

In un mondo sempre più tec-nologico, un mondo collegatoalla rete, un mondo tutto di-gitale è ancora possibile os-servare il fascino di un librocartaceo, sfogliare le paginedi carta stampata...

TURISMO & CO

In Italia il cemento abusivoè ancora un problema vivo,esteso, radicato. La legalità,il paesaggio, la sicurezzadegli edifici sono sempre piùschiacciati dal fenomeno. Fondi per i parchi

e le aree marine

Ogni anno l'Italia destina ai suoi 23parchi nazionali 81 milioni di euro: 1euro e 35 centesimi ad abitante, l'equi-valente di un cappuccino. È il risultatodel rapporto "Check-up dei parchi Na-zionali e delle Aree Marine Protette" delWWF Italia effettuato sulla base deidati di tutti i 23 Parchi Nazionali at-tualmente operativi e 26 aree marineprotette sulle 29 istituite. Una sommairrisoria considerando quali problemidevono affrontare...

Esposito a pag.13 Tafuro a pag.19

A Napoli si è parlato di dragaggio nei porti, nuove tecnologie e nuove procedure

Il 26 settembre scorso nellaSala Polo dello Shipping diNapoli si è tenuta un’impor-tante tavola rotonda.Visti i recenti mutamenti le-gislativi che stanno ridandol’avvio a molti progetti in am-bito portuale in tutto il nostroPaese, il mondo accademico,professionisti e tecnici, opera-tori e istituzioni, si sono ritro-vati per un confronto suinuovi mutamenti legislativi esulle nuove tecnologie svilup-pate per il dragaggio dei no-stri porti.L’incontro è stato organizzato

dal CONISMA (ConsorzioNazionale Interuniversitarioper le Scienze del Mare edall’ATENA(Associazione Ita-liana di Tecnica Navale)nell’ambito della ShippingWeek 2018.L’obiettivo del seminario èstato quello di fornire un qua-dro chiaro e dettagliato sumolti aspetti del dragaggioportuale, tenendo conto deiprogressi più recenti del set-tore e anche con riferimentoad esperienze concrete svilup-pate sul campo. Importanti contributi di ca-

rattere scientifico e tecnicosono stati forniti dal Diparti-mento di Ingegneria Civiledell’Università di Salerno, dalPropeller Club, dall’Associa-zione Ingegneri Napoli e daRemTech Coast.Hanno aperto i lavori: MarioCalabrese (Comune di Napolie Università Federico II), Al-berto Moroso (PresidenteAtena) e Annibale Cutrona(Direttore CoNISMa).Vista l’importanza dell’argo-mento il Seminario in que-stione è stato accreditatopresso il Consiglio Nazionale

degli Ingegneri per il ricono-scimento di crediti formativiprofessionali.Si sono succeduti i seguentiinterventi: Esperienze e pro-cedure autorizzative, France-sco Messineo (ASP TirrenoCentrale); Antonella Ausili(ISPRA); Stefano Corsini(ASP Tirreno Settentrionale),Vincenzo Saggiomo (StazioneZoologica Antonio Dohrn);Stefano Sorvino (Commissa-rio straordinario ARPA Cam-pania) e Andrea Zamariolo(Coast – RemTech Expo /ATENA). Sono state presentate inoltrele relazioni del prof. EugenioPugliese Carratelli (Univer-sità di Salerno/CONISMA),

del prof. Fabio Dentale (Uni-versità di Salerno/CONISMA),Elena Valentino (ASPTC) cheha illustrato il dragaggio delPorto di Salerno; Carlo Boeri:che ha illustrato i casi studio alivello europeo e l’esperienzadi Jan de Nul; Gianni Dep-peru (DECOMAR) sull’’Eco-dragaggio per il rinnovo delmodello di sviluppo portuale;Vincenzo Belgiorno (Univer-sità di Salerno), Monitoraggiosulle operazioni di movimenta-zione sedimenti; Ernesto Fa-sano (Università FedericoII/ATENA) le nuove Tecnologiedelle draghe e Guido Benassai(Università Parthenope) i dra-gaggi nei porti turistici: tecni-che e normative.

Tina Pollice

La decima edizione dell' Eu-ropean Week for Waste Re-duction, in Italia meglioconosciuta come SERR, Setti-mana Europea per la Ridu-zione dei Rifiuti, si svolgeràdal 17 al 25 novembre 2018 eavrà come focus tematico laprevenzione e la gestione deirifiuti pericolosi.Secondo idati della EEA, Agenzia Eu-ropea dell’Ambiente, ciascuncittadino europeo genera 200kg di rifiuti pericolosi al-l’anno: parliamo di 100 mi-lioni di tonnellate, e, unquinto di questi sono prodottiin casa. Nata all’interno delProgramma LIFE+ dellaCommissione Europea, laSERR si pone l’obiettivo pri-

mario di sensibilizzare quantipiù attori possibili sulle stra-tegie e sulle politichedi pre-venzione dei rifiuti delineatedall’Unione Europea che gliStati membri sono chiamatiad attuare. Il Comitato pro-motore nazionale della SERRin Italia è composto da CNI

Unesco, Ministero dell’Am-biente e della Tutela del Ter-ritorio e del Mare, Utilitalia,Anci, Città Metropolitana diTorino, Città Metropolitanadi Roma Capitale, Legam-biente e AICA, la Regione Si-cilia con E.R.I.C.A. Soc. Coop.ed Eco dalle Città in qualità

di partner tecnici. Anche peril 2018 l’obiettivo sarà coin-volgere il più possibile pubbli-che amministrazioni,associazioni e organizzazionino profit, il mondo dellascuola e quello delle impresee singoli cittadini. La SERRchiama tutti a proporreazioni volte a prevenire, ri-durre o riciclare corretta-mente i rifiuti. Quest’anno laSERR è arrivata al decimoanno, dieci anni di azioni perprevenire i rifiuti che hannocoinvolto tutta l’Europa in unprogetto straordinario di par-tecipazione. L’Italia si è sem-pre distinta, il numero diazioni dal basso dei suoi Pro-ject Developer è stato quasisempre il più alto, a dimo-strazione della grande atten-

zione al tema e della grandevolontà di contribuire allasalvaguardia del pianeta.Anche quest’anno tutti pos-sono partecipare, in forma as-sociata o singola, per portareun messaggio concreto a chici circonda sperando che dalbasso arrivi a chi definisce leregole. Il decennale sarà una festaoltre che un momento di lan-cio e riflessione per il futurodel progetto. Ulteriori detta-gli sulle precedenti edizionidella Settimana Europea perla Riduzione dei Rifiuti sonodisponibili sul sito internetufficiale italianowww.meno-rifiuti.org . Gli hashtag dellacampagna sono i seguenti#EWWR18 #SERR18 e #Ti-meToDetox.

La Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti

Comitato Scientifico

Fabio Dentale (UNISA), Antonio Scamardella (UNIPARTHENOPE)Eugenio Pugliese Carratelli (CONISMA)

Alberto Moroso (ATENA)Giovanni Besio (UNIGE) Ernesto Fasano (UNINA)

Marco Starita (Associazione Ingegneri@Napoli)Andrea Zamariolo (RemTech Coast Expo/ATENA)

Tavola rotonda

Fabiana Liguori

In Italia il cemento abusivo èancora un problema vivo,esteso, radicato. La legalità, ilpaesaggio, la sicurezza degliedifici sono sempre più schiac-ciati dal fenomeno.Legambiente ha sottoposto aicomuni italiani un questiona-rio richiedendo alcune infor-mazioni relative all’attività dicontrasto all’abusivismo edili-zio sul proprio territorio a par-tire dal 2004, anno successivoall’ultimo condono edilizio:numero di ordinanze di demo-lizione emesse, numero di or-dinanze eseguite e numero diimmobili regolarmente tra-scritti al patrimonio immobi-liare comunale. Hanno fornito una risposta1.804 comuni, il 22,6% dei co-muni italiani. I comuni chenon hanno dato riscontri sonostati 84, soltanto l’1% del to-tale. La regione che ha rispo-sto di più è il Veneto, con il32,9% dei comuni (un comunesu 3), seguita con percentualimolto vicine dall’Umbria,dalla Valle d’Aosta, dall’Emi-lia Romagna e dalla Liguria.Fanalino di coda è la Calabria(con il 7,1%).Le mancate demolizioni, in se-guito a ordinanze, consentonoagli edifici abusivi di soprav-vivere alla legge, e spesso allesentenze, per decenni.Dal 2004 nel nostro paese ri-sulta essere stato abbattutosolo il 19,6% degli immobilicolpiti da ordinanza. Oltrel’80% manca all’appello. Se ci limitiamo a valutare ilrapporto tra ordini di demoli-zione e abbattimenti, la per-formance migliore è del FriuliVenezia Giulia, con il 65.1%,peggiore è della Campania,con il 3% di esecuzioni.Se si considera il numero as-soluto di ordinanze in ogni re-gione in relazione al datonazionale, allora la prospet-tiva cambia: il Friuli VeneziaGiulia ha un tasso di demoli-zioni alto a fronte di un nu-mero basso di ordinanze(l’1,1% a livello nazionale),mentre la Campania detieneil record di ordinanze, oltre il23% del totale nazionale. Ri-sultano buoni i risultati dellaLombardia, che con il 6,9%delle ordinanze nazionali neha eseguite il 37,3%, del Ve-neto (9,5% delle nazionali dicui eseguite il 31,5%) e della

Toscana (7,1% di cui eseguiteil 24,8%).Se guardiamo alle regioni sto-ricamente più esposte al feno-meno dell’abusivismo, laSicilia ha il 9,3% del totale na-zionale delle ordinanzeemesse (eseguite il 16,4%), laPuglia ha abbattuto il 16,3%degli immobili colpiti da ordi-nanza (il 3,2% del dato nazio-nale) e la Calabria, sul 3,9%delle ordinanze nazionali hasolo il 6% delle esecuzioni.In Italia, la porzione di terri-torio costiero è senz’altro lapiù martoriata dal cementoabusivo. Tra tutti i comunicon “vista mare” solo il 20,3%ha risposto al questionario. Leregioni che spiccano per chia-rezza sono l’Emilia Romagna(con il 64,3% dei comuni lito-ranei), il Veneto (con il 45,5%)

e la Sardegna (con il 38%,mentre solo il 7,5% dei comunicostieri della Puglia ha datouna risposta.Se nei Comuni dell’entroterrala media delle ordinanze didemolizione è di 23,3 a co-mune, andando verso il mare,il dato si moltiplica, arrivandoa 247,5. La Campania, guidala classifica delle Regioni, pernumero di ordinanze emesse,sia nei comuni costieri che neicomuni dell’entroterra.Ma perché in questo ambito lagiustizia stenta ad affer-marsi? I motivi sono molte-plici, possono variare aseconda delle aree geografi-che, ma sono sostanzialmentericonducibili al fatto che ab-battere una casa è tutt’oggipoliticamente e socialmenteimpopolare. E la bruttezza del

Belpaese non ha limiti: se-condo la legge se il proprieta-rio di un immobile abusivonon rispetta l’ingiunzione allademolizione entro 90 giorni, lostesso viene automaticamenteacquisito al patrimonio immo-biliare pubblico. E che “l’accer-tamento dell’inottemperanzaalla ingiunzione a demolire,previa notifica all’interessato,costituisce titolo per l’immis-sione nel possesso e per latrascrizione nei registri im-mobiliari, che deve essereeseguita gratuitamente”.Il Comune ne diviene a tuttigli effetti proprietario e puòdemolire, in danno dell’exproprietario (anticipando lespese che poi dovrà farsi ri-sarcire), o destinare l’immo-bile acquisito a usi dicomprovata pubblica utilità.Il dato sconcertante è chesolo il 3,2% degli abusi nondemoliti risulta oggetto di ac-quisizione al patrimonio co-munale. Troppo spesso siconsente a ex proprietari e fa-miglie di continuare a goderegratuitamente del bene puravendone persa la proprietà.C’è un’Italia abusiva, dunque,che resiste alle ruspe, fian-cheggiata, purtroppo, da unaquasi totale inerzia da partedelle Amministrazioni comu-nali e da una politica che mil-lanta ipotesi di condono, cheassicura di “risolvere il pro-blema” ma che ancora oggi

chiede voti in cambio di pro-messe che non potrà mante-nere.Oggi, grazie all’impegno e al-l’occhio vigile di alcune asso-ciazioni, Istituzioni e deimedia si assiste senz’altro aun calo di nuove costruzionisenza autorizzazioni. Il pae-saggio resiste. Ma quello chepiù pesa e tiene “prigioniero”il territorio è il vecchio abusi-vismo che vive e regna ancorain tutta la Penisola seppur al-cune aree siano state liberatedai “mostri” del passato.Secondo Legambiente (ma deltutto condivisibile) è necessa-rio cambiare il meccanismo sucui si basano le demolizioni eattribuire ai prefetti le opera-zioni di intervento, ferme re-stando tutte le competenze deicomuni in tema di controllourbanistico del territorio e direpressione dei reati, com-prese le ordinanze di demoli-zione.La potestà sanzionatoria,ossia l’abbattimento, devequindi fare capo a un soggettostatale che non sia condizio-nato da un mandato eletto-rale. Questo è il puntofondamentale su cui impo-stare una riforma legislativache, con poche modifiche alDPR 380/2001, sciolga i nodiche per decenni hanno impe-dito che si desse seguito alleordinanze di abbattimentodegli abusi.

L’abusivismo edilizio in Italia:i numeri delle mancate demolizioni

Giulia Martelli

Ambiente inquinato e saluteumana: un binomio la cui rela-zione è da decenni oggetto di in-dagine ed approfondimenti daparte della comunità scientifica.Ciò che resta ancora tutt’oggi dachiarire è, infatti, la correla-zione tra i diversi fattori coin-volti (tipo di inquinanti, stile divita e contesto sociale) e l’insor-genza delle diverse patologie,per lo più oncologiche. In Cam-pania la situazione ambientaleè a dir poco preoccupante: il ter-ritorio dei novanta comuni in-clusi nell’area tra Napoli eCaserta, definito Terra dei fuo-chi, ad esempio, è stato per oltretrent’ anni oggetto di sversa-menti illegali ed interramenti dirifiuti solidi urbani, rifiuti peri-colosi, scarti di lavorazioni indu-striali prodotti sia da industrielocalizzate al centro-nord sia daattività lavorative locali «innero», cui si è aggiunta un’atti-vità frequente di incendi dolosicon drammatiche ripercussionisul livello di inquinamento at-mosferico che ha portato gli abi-tanti a chiedere a gran vocedelle risposte relative alla sa-lute. Le informazioni di tiposcientifico o riguardanti fattiscientifici giungono purtroppoin modo frammentario, in ge-nere dalle fonti più disparate eprive di uno schema interpreta-tivo; di fronte ai brandelli di co-noscenze (talvolta mancanti disenso e di significato) le personericostruiscono una rappresenta-zione del mondo utilizzando ibrandelli a ‘disposizione’, unifi-candoli attraverso legamispesso arbitrari e irrazionali e

riempiendo i vuoti con ciò che siha già. È sulla base di questaesigenza di chiarezza e della ne-cessità di utilizzare in modo in-tegrato le fonti informativeistituzionali su salute e am-biente che, il Dipartimento diSanità pubblica della Scuola diMedicina e chirurgia dell’Uni-versità degli studi di Napoli Fe-derico II in collaborazione con ildipartimento di chimica e biolo-gia “A. Zambelli” dell’Universitàdi Salerno, si sta adoperandograzie al progetto Co.Sa (Corre-lazione Salute Ambiente) perdar vita ad un software datawarehouse in grado di analiz-zare contemporaneamente unaimportante mole di dati eteroge-nei tra loro. Ad illustrarci obiet-tivi, ostacoli e potenzialità diquesto progetto (approvato e fi-nanziato lo scorso 28 maggio)la professoressa Maria Triassi,direttrice del Dipartimento Fe-dericiano e coordinatrice scien-tifica della ricerca, reduce dalsuccesso dell’edizione 2018dell’Atelier della Salute dove hadiretto il workshop su “Terra deiFuochi: inquinamento ambien-tale, sicurezza degli alimenti,salute dell’uomo”. “Per quantoriguarda le difficoltà – ha affer-mato la docente – la correla-zione tra qualità dell’ambiente esalute umana presenta vari li-velli di criticità tra cui uno ditipo biologico-funzionale e l’altrodi tipo tecnico-processistico. Dalpunto di vista biologico gli esseriviventi sono caratterizzati dauna notevole complessità checonsente ad essi di reagire aicambiamenti e, nei limiti delpossibile, di contrastare gli ef-fetti di forti eventi stressanti,

rappresentati in questo caso daifenomeni di inquinamento (manon solo). Proprio per questo ècomplicato mettere in relazioneun parametro ambientale fisico-chimico e/o biologico con l’insor-gere di una o più patologia, o conl’alterazione di un processo mo-lecolare e/o biochimico che a suavolta può facilitare l’insorgere didisturbi più o meno gravi. Esi-stono, ad esempio, numerosistudi indipendenti che hannopermesso di classificare alcunesostanze come cancerogenementre altre come potenzial-mente cancerogene. Tuttavia,non sempre la sola presenza/as-senza può essere esaustiva perdefinire un sito inquinato o ad-dirittura per definire con asso-luta certezza che tale condizionepossa essere rischiosa per la sa-lute umana. Sebbene una dellepriorità di noi cittadini sia la no-stra salute – ha continuato lastudiosa – la maggior parte deinostri corregionali (ma non solo)

è poco attenta alla prevenzione,allo stile di vita sano a tavola enon solo, e ad evitare cattiveabitudini di cui esistono proveschiaccianti di relazione causa-effetto, come ad esempio ilfumo-cancro. Tuttavia, non sievidenzia il tasso di fumatori trai più giovani e non, sebbene sap-piamo con certezza che il fumoprovoca il cancro e numerosealtre patologie cardio-respirato-rie. Ciò per dire che oggigiornouno studio sulla relazione dicausa-effetto tra ambiente e sa-lute non può prescindere daun’integrazione dei dati am-bientali con quelli sociali, econo-mici, sulle abitudini quotidianee così via. Come si intuisce le va-riabili in gioco sono tantissime,pertanto quante più se ne inte-grano maggiore solidità ha lostudio”. Per questo motivo ilprogetto Co.Sa prevede unastretta collaborazione con dueaziende specializzate nel settoreinformatico (Gesan e Linear) ca-paci di supportare la gestionedei cosiddetti Big Data, ovverouna enorme quantità di dati dautilizzare per definire una situa-zione e/o dare suggerimenti perapportare correttivi. E qui veniamo alla difficoltà tec-nico-processistica di valutare lacorrelazione tra salute e am-biente. “Sebbene l’informatizza-zione della maggior parte deisettori pubblici proceda a passospedito in tutto il paese e non dimeno in regione Campania - haproseguito la prof.-, è altret-tanto vero che ad oggi non esi-stono degli standard e/o deidata warehouse in cui sia possi-bile raccogliere dati eterogenei

di diversa provenienza. Peresempio, solo se parliamo dicartella clinica elettronica, esi-stono numerose società che for-niscono software diversi aimedici di base, con strutturedati differenti che non possonoessere integrate tra loro a menodi un lavoro immane e poco red-ditizio. La situazione è ancorapiù difficile in campo ambien-tale, dove, malgrado le metodi-che e le procedure di analisisiano ben definite e standardiz-zate, non si può dire lo stessoper l’archiviazione e la condivi-sione dei risultati ottenuti. At-traverso la creazione, invece, diun software costruito ad hocsarà possibile gestire in ma-niera più flessibile ed effi-ciente un flusso di daticomplesso proveniente da piùfonti contemporaneamente. Questo sarà sviluppato in am-biente R in quanto sistemaopen source integrabile nellapiattaforma di Business intel-ligence mentre l’industrializ-zazione e il miglioramentoinformatico permetterannouna rapida ed intuitiva visua-lizzazione grafica su mappadei dati analizzati, oltre che dicondurre analisi statistiche dicorrelazione salute-ambienteutili nello sviluppo di modelliprevisionali di early warning”.Lo scopo del progetto Co.Sa. èinfatti quello di georeferenziarei dati ottenuti creando deglistrati informativi (layer) dallacui analisi geo-statistica è pos-sibile ottenere nuove informa-zioni per la salvaguardiadell’ambiente e della saluteumana.

Inquinamento e salute: un software per stabilirne il legame

Al via il progetto Co.Sa coordinato da Maria Triassi direttrice del Dipartimento di Sanità pubblica

La prof.ssa Maria Triassi, coordinatrice scientifica di Co.Sa ed il suo team

Il progetto Co.Sa prevede la creazione di un data warehouse capace di raccogliere dati di diversa natura

Ilaria Buonfanti

Un borgo alimentato solo aenergie rinnovabili nel cuore diLondra. Questo il destino chepotrebbe realizzarsi per laCity, la porzione più anticadella capitale inglese, nonchéstorico distretto finanziario. Aimpegnarsi su ciò è l’organo digoverno del celebre “MiglioQuadrato”, ossia la Corpora-zione della Città di Londra,che ha recentemente presen-tato il proprio piano di ecolo-gizzazione urbana. A partireda ottobre 2018 inizieranno iprimi investimenti dedicatialla realizzazione di infrastrut-ture sul fronte delle energierinnovabili: questo signifi-cherà installare pannelli solaridomestici negli edifici dellaCorporazione che oggi possiedealloggi sociali in sei distrettilondinesi 10 scuole, tre mercatie 44.500 chilometri quadrati dispazio verde. Contemporanea-mente investirà in parchi eolicie fotovoltaici e acquisterà ener-gia pulita sul mercato elet-trico.Spiega Catherine McGuin-ness, presidente del comitatoper le politiche e le risorse

della City of London: “L’ap-provvigionamento di energiarinnovabile al 100% ci renderàpiù puliti e più ecologici, ridu-cendo la dipendenza dalla retee gestendo alcuni dei nostriedifici con l’elettricità a zeroemissioni di carbonio”. “Stiamofacendo attenzione all’impattoambientale del nostro lavoro,continua McGuinness, e spe-

riamo di poter essere un faroper altre organizzazioni che in-tendano seguire l’esempio. Ge-nerando la nostra elettricità einvestendo nelle energie rinno-vabili, stiamo facendo la no-stra parte per aiutare araggiungere gli obiettivi ener-getici internazionali e nazio-nali”.In questo modo la Corpora-

zione darà una mano al pianodel sindaco Sadiq Khan, deter-minato a rendere Londra unacittà a zero emissioni entro il2050. La strategia cittadinaprevede di aumentare la capa-cità solare della capitale di ben20 volte, raggiungendo 1 GWdi potenza fotovoltaica instal-lata entro il 2030, per poi pun-tare ai 2 GW entro il 2050.

L’iniziativa fa parte di un piùampio programma Energy forLondoners, che investirà 34milioni di sterline (circa 39 mi-lioni di euro) per realizzarecase e luoghi di lavoro semprepiù ecologici e più efficienti dalpunto di vista energetico. Ilsindaco ha anche promesso dipromuovere e rinvigorire glispazi verdi, con la piantuma-zione di oltre 110.000 alberi.Londra si conferma quindi ca-pitale di colore verde e fungeda esempio per tutte le altrecittà. E’ proprio a Londra in-fatti che è stata installata laprima strada con asfalto ecolo-gico che utilizza la plastica ri-ciclata e sempre nella capitaleinglese è nata la prima stradache si alimenta con i passi deipedoni. I taxi sono sempre neri mamolto meno inquinanti perchéin circolazione c’è una nuovagenerazione di taxi con motorielettrici. I cittadini possonocontribuire a produrre energiaanche semplicemente andandoin palestra perché a Londra ènata anche la prima palestradove si produce corrente elet-trica “sfruttando” le fatichedegli iscritti.

Un borgo ecosostenibile nel cuore di Londra

In un mondo sempre più tec-nologico, un mondo collegatoalla rete, un mondo tutto digi-tale è ancora possibile osser-vare il fascino di un librocartaceo, sfogliare le pagine dicarta stampata, sentirne ilprofumo, immaginare il suoprecedente proprietario e la-sciarsi cullare dai suoi rac-conti. Gli e-book sarannoanche pratici, soprattutto du-rante viaggi e spostamentima la magia del libro cartaceoresta ineguagliabile. E tra isogni dei grandi lettori c’èquello di addormentarsi,beati, in mezzo a montagne dilibri. In Giappone hanno giàprovveduto ad accontentare ibibliofili: infatti esisteBook&Bed, un ostello-biblio-teca dotato di cuccette inse-rite direttamente negliscaffali della libreria, così chei clienti possano leggere fino atarda notte i volumi disponi-bili. E in Italia? Ora c’è il

Mooks Palace, a Napoli. Alterzo piano della libreriaMondadori del Vomero, traVia Luca Giordano e PiazzaVanvitelli, l’iniziativa giappo-nese sta per diventare realtà,e ci si potrà addormentare nelprofumo della carta stam-pata. Mooks è un nuovo con-cept di libreria multimediale,nasce come un progetto inno-vativo che trasforma la libre-ria in un contenitore ricco edaffascinante in cui spaziaredal libro (72.000 titoli) allatecnologia. L’hotel-libreria sisviluppa su due livelli, con-tiene volumi sui più disparatiargomenti (poesia, arte, ro-manzi, saggi e classici) e sipropone come centro cultu-rale e di aggregazione, grazieanche agli spazi comuni e al-l’organizzazione di diversieventi, dalle presentazioni dilibri alla critica letteraria.La libreria è stata inaugurataa marzo scorso ma per il B&B

sarà necessario attendere iltermine di una serie di inter-venti di recupero degli spaziche avranno un appeal sofisti-cato rispetto al rigore dellaproposta nipponica. Lo store risponde a un biso-gno diffuso, alla necessità diinvestire sulla “domanda”.“Siamo parte di un quartiereaffamato di cultura, abbiamo

dato ascolto, voce e realtà aun’esigenza che ben si coniu-gava con il nostro progetto. Eallora questa apertura vuoleessere la tappa importante diun percorso aziendale in dive-nire” spiegano i responsabiliAlfredo Cozzolino e FrancescoWurzburger. “Ma rappresentaprima di tutto, ieri come oggi,la manifestazione concreta di

una scelta, quella di voler es-sere per questa città un centrodi aggregazione culturale, unafucina di idee, una libreria diprossimità, una libreria di ca-talogo e di proposta. Siamo“artigiani del libro”, e ognispazio che occupa dentro efuori lo store, è frutto di unoscambio vivo e incessante coni lettori”. I.B.

Previsti nuovi investimenti nell’eolico e nei pannelli solari domestici già da questo mese

Addormentarsi in libreria: a Napoli il primo Book&Bed

«Gli obiettivi del monitorag-gio svolto da Legambiente conl'iniziativa Goletta Verde nonsono gli stessi di quelli che sipone il controllo sulla qualitàdelle acque di balneazionesvolto da Arpac ai sensi deldecreto legislativo 116/08». Loricorda il commissario straor-dinario dell'Agenzia ambien-tale, Stefano Sorvino, inseguito a una interrogazionealla Commissione europeapresentata dall'eurodeputatoPiernicola Pedicini e ripor-tata da diversi articoli distampa. In sintesi, l'interrogazione sichiede perché i risultati otte-nuti da Legambiente, sullaqualità delle acque costierecampane, divergono da quellielaborati dall'Agenzia.«È un confronto improprio»,chiarisce Sorvino. «Significaconfrontare due cose che nonsono sovrapponibili. Analiz-zando l'attività svolta da Go-letta Verde appare evidentecome, legittimamente, Le-gambiente abbia voluto met-tere in risalto lo stato didegrado di diversi tratti co-stieri interessati da foci difiumi, canali o aree con si-stemi di depurazione insuffi-cienti o mal funzionanti.Questi tratti – sottolinea ilcommissario Arpac – per illoro livello di inquinamentonon sono stati inclusi dallaRegione Campania tra leacque adibite alla balnea-

zione e, pertanto, nella mag-gior parte dei casi non sonomonitorate nei controlli istitu-zionali svolti da Arpac».Infatti, su un totale di trentapunti controllati dall'associa-zione, circa il 70 percento, ri-sultati "inquinati" o "forte-mente inquinati", si riferi-scono ad acque già interdettealla balneazione.Del resto i risultati di Legam-biente ottenuti dalla campa-gna sullo stato di salute delmare italiano derivano da unridotto numero di prelievi. InCampania l'associazione neeffettua trenta, contro un to-tale di oltre 2600 condotti daArpac su 330 acque di balnea-zione nel corso di una campa-gna di monitoraggio. GolettaVerde fornisce un giudizio diqualità delle acque, basato suuna valutazione di Legam-biente che ha finalità diverserispetto alla classificazionedelle acque previsto dalla nor-

mativa, basata su un calcolostatistico dei dati ottenuti du-rante gli ultimi quattro annidi monitoraggio. Tutti i datiprodotti dall'Agenzia sonopubblicati in tempo reale sulsito arpacampania.it.«Beninteso», osserva Sorvino,«porre l'attenzione su tali pro-blematiche è certamente utileper promuovere iniziative dirisanamento e recupero diaree attualmente non utiliz-zabili per l'uso balneare che,in ogni caso, potrebbero avereun notevole interesse ambien-tale e turistico. Goletta Verde– conclude il commissarioArpac – è un'iniziativa meri-tevole ma deve essere corret-tamente interpretata. Non sipuò creare un senso di sfidu-cia nelle istituzioni che ope-rano nel pieno rispetto dellanormativa vigente e della tu-tela della salute pubblica».

(comunicato Arpac diffuso lo scorso 17 settembre)

Improprio il confrontoArpac – Goletta Verde

Luigi Mosca

Il decimo Forum internazionale sull’economiadei rifiuti, organizzato da PolieCo a Ischia il21 e il 22 settembre, è stato l’occasione per ri-flettere su quanto sta accadendo in Campanialungo la filiera del riciclo della plastica. Inter-venuto alla conferenza stampa di presenta-zione del Forum, il 18 settembre alla Stazionezoologica Anton Dohrn, il commissario ArpacStefano Sorvino ha ricordato le varie crisi fron-teggiate questa estate sul fronte degli incendidegli impianti di gestione dei rifiuti. «Veniamo da un’estate pesante», ha detto Sor-vino. «L’anno scorso abbiamo sofferto per gliincendi sul Vesu-vio, quest’anno èstata la voltadegli incendi agliimpianti che trat-tano rifiuti». Ilc o m m i s s a r i oArpac ha elen-cato i casi che sisono susseguiti apartire da giu-gno: tra questi,Battipaglia, SanVitaliano, Caivano, Casalduni. «Arpac», ha ag-giunto Sorvino, «si è subito attivata per svol-gere un monitoraggio sull’inquinamento, efornire supporto alle indagini dell’Autoritàgiudiziaria. Il tutto grazie anche alla nostrarete di centraline presenti sul territorio».Il commissario Arpac ha ricordato che «l’anda-mento del ciclo dei rifiuti sconta difficoltà im-piantistiche, oltre ai ritardi nella differenziatache però non riguardano tutta la Campania.Anzi, ci sono aree, soprattutto nella parte in-terna della regione, che fanno registrarebuone percentuali di separazione degli scarti». Dal canto suo, la direttrice di PolieCo, ClaudiaSalvestrini, si è detta «rammaricata perchéauspicavamo per quest’anno una diminuzionedelle discariche e invece abbiamo avuto intutto il Paese circa trecento roghi a impiantiche gestiscono rifiuti in due anni». Tra glialtri, sono intervenuti alla conferenza stampaSilvestro Greco, direttore della sede di Romadella Stazione zoologica Anton Dohrn, AngeloCecinato, direttore facente funzioni dell’Isti-tuto sull’inquinamento atmosferico del Consi-glio nazionale delle ricerche di Monterotondo,Vincenzo Tosti, coordinatore della Rete di cit-tadinanza e comunità e il presidente di Po-lieCo Enrico Bobbio.

Economia dei rifiuti, decimo Forum a Ischia

ACQUE DI BALNEAZIONE

L’intervento del commissarioArpac: «Estate

difficile sul frontedegli incendi agli impianti»

Anna Gaudioso

Recentemente l'Unione europea haapprovato il settimo Programma diazione ambientale, che contiene iprincipali obiettivi della politica am-bientale dell'Europa fino al 2020 conuno sguardo lungimirante ai pro-blemi più importanti fino al 2050. IlProgramma evidenzia che per rag-giungere uno stato di benessere co-mune è necessario salvaguardare lerisorse naturali. Il VII PAA è legatoad altri punti strategici europei comela strategia Europa 2020 e la strate-gia Ue 2020 sulla biodiversità. Dobbiamo riconoscere che dalle ul-time valutazioni fatte in campo euro-peo è emerso che la velocità con cuiutilizziamo le risorse non è sosteni-bile. Anzi, se volessimo usare un ter-mine giusto, bisognerebbe dire che sitratta di un “uso insostenibile”. Per-ché consumiamo più risorse naturalidi quelle che il pianeta riesce a pro-durre ed emettiamo inquinanti a li-velli molto superiori a quellisostenibili per poter sperare di avereuna buona qualità degli ecosistemi.Le nostre attività rappresentano in-somma una minaccia per la nostra

salute, per la salute del nostro pia-neta e per la sua capacità di soste-nerci. Dunque a oggi la situazione èpreoccupante e solo attraverso unapianificazione a lungo termine,un'azione coerente, mirata e comples-siva è possibile affrontare questesfide per ognuno di noi europei e non.Come ovviare ai nostri consumi nonsostenibili? Magari attraverso cam-pagne di sensibilizzazione, che pos-sono a volte sembrare scontate einutili, invece sono utili a scuoterel’opinione pubblica, e leggi mirate chetengano conto dell'impatto ambien-tale delle nostre scelte.Il VII PAA lancia sfide da affrontareper il nostro obiettivo a lungo terminee cioè come «vivere bene entro i limitidel nostro pianeta». Il che significa, intermini economici, vivere bene, averelavori dignitosi con redditi sufficienti,ma anche avere accesso ai servizi e aiprodotti. In termini fisici, una vitasana, lontana da stress o rumore, eavere accesso ad aria e acqua pulite.Ma per vivere bene dobbiamo faredelle scelte, che fondamentalmentedeterminano quello che produciamo equello che consumiamo.Sono già presenti molte norme Ue chemirano al raggiungimento degliobiettivi prioritari contenuti nel VIIPAA, anche con somme a disposizioneper il periodo 2014/2020, tra cui le di-rettive habitat e uccelli, la direttivaquadro sulla strategia per l’ambientemarino, le direttive sulla qualitàdell’aria e altre misure volte ad af-frontare il cambiamento climatico, lesostanze chimiche, la gestione dei ri-fiuti. Ma il ruolo fondamentale dasvolgere spetta agli stati membri peril miglioramento e l’attuazione diqueste misure. Obiettivi che devonoessere tradotti in iniziative e progetticoncreti a livello locale, nazionale edeuropeo. È chiaro che il VII PAA nonsi limita alla definizione di ambiente

riferendosi solo alle foreste vergini,ma,tende lo sguardo nel cuore dellenostre città, dove vive l'80% dei citta-dini europei. Una visione che mirachiaramente alle qualità degli ecosi-stemi (urbani). È questa una visioneambiziosa del VII PAA dell'Unione

europea, che punta il suo sguardo e ilsuo impegno verso il 2050, nella spe-ranza di realizzare non solo un am-biente più sano, ma anche unaripresa delle nostre economie, unavita ambientale e sociale decisamentemigliore per tutti.

Nel Programma approvato in sede comunitaria, si punta sulla sensibilizzazione dei cittadini

Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 30 settembre 2018 - Anno XIV, N.18Edizione chiusa dalla redazione il 28 settembre 2018

DIRETTORE EDITORIALELuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. De Capua, G. DeCrescenzo, A. Esposito, R. Fanelli, R. Funaro,B. Giordano, A. Palumbo, A. Paparo, T. Pol-lice, A. StabileSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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L’aumento di CO2 minacciala nostra sicurezza alimentare

Bruno Giordano

L’aumento delle emissioni di CO2 pro-dotte dall’uomo sta rendendo le col-ture di base, quali riso e grano, menonutrienti, tanto da minacciare la no-stra stessa sicurezza alimentare.Senza zinco, ferro e proteine l'alimen-tazione diventa carente provocandovarie patologie in centinaia di milionidi persone, e, peggiorando la salute dimiliardi di individui nel mondo chegià soffrono di queste carenze, soprat-tutto nelle zone più povere , con au-menti dei casi di anemia e altremalattie. A lanciare l’allarme, sulle

pagine della rivista Nature ClimateChange, sono stati Matthew Smith eSamuel Myers, scienziati che operano,rispettivamente, al Department ofEnvironmental Health della HarvardChan School of Public Health di Bo-ston e allo Harvard University Centerfor the Environment di Cambridge.Stando alle loro previsioni, l’aumentodi concentrazione di CO2 in atmosferafarà sì che, entro il 2050, 175 milionidi persone in più rispetto a oggi soffri-ranno di carenza di zinco, e 122 mi-lioni di carenza di proteine. Tutto percolpa delle elevate concentrazioni dianidride carbonica che, senza inter-venti adeguati di contenimento, ametà secolo dovrebbero raggiungereconcentrazioni di 550 ppm (parti permilione) impedendo ad alcuni raccoltidi maturare la presenza di sostanzenutritive e impoverendo la dietaumana a livello globale. Attualmente,si stima che più di due miliardi di per-sone hanno già carenza di uno o piùnutrienti che di solito provengonodalle piante: il 63% delle proteine pro-viene da fonti vegetali, come l'81% delferro e il 68% di zinco. La conclusioneè che se non ci impegniamo a ridurredrasticamente le emissioni di CO2, dacome riscaldiamo le nostre case, a ciòche mangiamo, da come ci spostiamoa quello che acquistiamo, nei prossimi30-80 anni le concentrazioni di gasserra nell'atmosfera supereranno

quota 550 ppm rispetto agli attuali400 ppm circa. Questo aumento, di-cono i ricercatori, ridurrà fra il 3 e il17% il contenuto di ferro, proteine ezinco di molte colture di base. Si stimache entro il 2050 l’1,9% in più dellapopolazione mondiale, rispetto a oggi,corrispondente a circa 175 milioni dipersone, soffrirà di carenza di zinco.L’1,3% in più di carenza di proteine.E circa un miliardo e mezzo di bam-bini sotto i 5 anni e donne in età da al-

lattamento vivranno in regioni, chegià oggi identifichiamo ad alto rischioper carenza di ferro, ove si registreràun calo del 4% nell’apporto di ferrodagli alimenti e, un aumento del 20%della prevalenza delle anemie. Piovesul bagnato: le regioni in cui l’effettosi farà sentire più forte, semprestando agli autori del lavoro, sarannoquelle la cui popolazione già soffre dimalnutrizione, tra cui Africa, Sudestasiatico e India.

Sono state rintracciate prove di unprecedente riscaldamento globale av-venuto 56 milioni di anni fa che scon-volse la Terra con un aumento delletemperature da 5 a 8 gradi e con ter-ribili inondazioni. La ricerca, coordinata dal gruppo del-l'Università di Ginevra guidato daSébastien Castelltort e condotta incollaborazione con le università diLosanna, Utrecht, Western Washin-gton e Austin, può aiutare nella com-prensione dell’attuale riscaldamentoglobale del pianeta ed è stata pubbli-cata sulla rivista Scientific Reports.Le tracce di quel periodo drammaticosono state trovate nei sedimenti nelversante spagnolo dei Pirenei che 56milioni di anni fa si stavano for-mando, e indicano che la tempera-tura si era impennata in un temporelativamente breve dal punto divista geologico compreso tra 10.000 e

20.000 anni in seguito, forse, adun'intensa attività vulcanica. L'im-patto è stato enorme, con paesaggi inprecedenza ricchi di vegetazione tra-sformati in regioni aride, mentre lepalme cominciavano a crescere nellelatitudini polari e la temperatura su-perficiale dei mari raggiungeva 36gradi. Per il Prof. Castelltort "lo stu-dio di questo evento deve servire dalezione, perché i rischi associati alcambiamento climatico potrebberoessere superiori a quelli che pos-siamo immaginare” dal momento cheallo stato attuale, oggi, dobbiamoconsiderare non solo le attività vul-caniche in piena ripresa nel mondoma, associare ad esse anche l’attivitàantropica dell’uomo. "Abbiamo studiato a fondo come unecosistema risponde a un segnaleesterno, rappresentato in questo casodal riscaldamento globale". B.G.

Trovate tracce di un riscaldamento globale risalente a cinquantasei milioni di anni fa

Fabiana Clemente

Il ph – acronimo di potentia hi-drogeni - del nostro organismoè relativo all’unità di misuracon la quale si stabilisce se unliquido organico – quali sangueo urina - è acido o basico. Nellafattispecie, la misurazioneviene effettuata in base ad unascala che va da 0 a 14, in cui 7stabilisce un valore acido, unopiù alto è relativo ad un valorealcalino o pari a un valore neu-tro. Quando si registra una si-tuazione di acidità significa chevi è un’alta presenza di ioni

idrogeni all’interno dell’orga-nismo. Una condizione che alungo andare, può causare unadegenerazione cellulare e por-tare alla comparsa di diversidisturbi più o meno gravi. L’ac-cumulo di acido all’interno delnostro corpo può avere origineda cause diverse. In primis,una cattiva alimentazione ca-ratterizzata principalmente sucibi industriali, prodotti raffi-nati a discapito di alimenti fre-schi e genuini. Altro imputatiprincipali sono l’utilizzo di far-maci, fumo e consumo ecces-sivo di alcolici, stress, vita

sedentaria e altro. Molti di noi,quindi, sono a rischio acidosi,ecco allora che può tornareutile seguire, almeno per unperiodo, una dieta alcalina.Oltre a bandire tali abitudinimalsane, è fondamentale se-guire una dieta alcalina permantenendo il ph del sanguecorretto e naturale. Una giusta alimentazione ilconsumo di un’acqua alcalina oionizzata con lo scopo di elimi-nare le tossine dal nostro orga-nismo e rigenerare il nostrocorpo. Ma vediamo quali sonogli alimenti da prediligere. Im-pariamo a distinguere i pro-dotti acidificanti e quali invecegli alcalinizzanti. La determi-nazione dell’acidità o della ba-sicità di un alimento vienecalcolata attraverso l’analisidelle ceneri residue rimastedopo la sua digestione - costi-tuite da minerali acidi o da mi-nerali basici - e in base a ciò sidetermina l’azione di quel de-terminato cibo all’interno del-l’organismo. La dieta alcalinizzante si basasoprattutto sull’utilizzo di ver-dura e frutta, alcuni cereali elegumi, noci e semi oleosi, ger-mogli, acidi grassi essenzialicome quelli che si trovano nel-

l’olio di lino e nell’olio d’oliva.L’uva è considerato l’alimentopiù alcalinizzante. Protagoni-sta indiscusso nelle diete detox,ha infatti il merito di depurarel’organismo in pochi giorni – inseguito ad un suo esclusivoconsumo. Altri alimenti chesposano la causa sono barba-bietole, rape, carote, ravanelli,cavoli, cavolfiori, broccoli, spi-naci, bietole, aglio, limoni, ce-trioli, sedano, mele, carote,fichi secchi, germogli di fagioli,lattuga, avocado e funghi. Trai condimenti dal potere alcali-nizzante ci sono zenzero, pepe-

roncino, curry, salvia, rosma-rino, semi di cumino e semi difinocchio. Gli unici cereali alca-linizzanti annoveriamo invecela quinoa, il miglio e l'ama-ranto. Di fondamentale aiuto èconoscere anche i cibi da evi-tare o comunque limitarne ilconsumo. Lievito e zucchero,cibi raffinati e trattati. Stranoma vero, i cereali sono quasitutti acidificanti. Anche alcunilegumi risultano acidificantitra questi i ceci, i fagioli bian-chi e le lenticchie. Ancora, lacarne, il merluzzo, il salmone,le uova, il latte e il formaggio.

ALCALINIZZARE L’ORGANISMOCON UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

Dopamina: neurotrasmettitore del piacere

La dopamina è uno dei neuro-trasmettitori più famosi delnostro sistema nervoso. Notocome il neurotrasmettitoredel piacere. La sua funzioneprincipale è quella di attivarei circuiti di ricompensa delcervello, ma ne compie anchealtre meno note. La DA agisce sia attivandosia inibendo l’attività cere-brale in base all’area nellaquale viene secreta. Prima di tutto, dobbiamo sa-pere che i neurotrasmettitorisono delle biomolecole secretenelle sinapsi dei neuroni conlo scopo di trasmettere o alte-rare la trasmissione dell’in-formazione. Nel caso delladopamina, i neuroni dopami-nergici hanno il compito di se-cernere e produrre questoneurotrasmettitore. Arteficedi importanti funzioni nei di-versi comportamenti emotivi.

Una di queste funzioni è lagestione del sistema di ricom-pensa del cervello. Quando intraprendiamoazioni vantaggiose viene se-creta la dopamina. Si producein questo modo una sensa-zione soggettiva di piacereche ci porta a ripetere talicomportamenti. Comporta-menti che comprendono sia

quelli biologicamente pro-grammati - come il fatto dinutrirci o dissetarci fino - siaquelli non appresi come quelliappartenenti alla sfera so-ciali. Questo neurotrasmetti-tore, però, interviene anchenella regolazione di altre im-portantissime funzioni del-l'organismo, a livello delsistema nervoso centrale e pe-

riferico. È responsabile delcontrollo dei muscoli, maanche della motivazione per-sonale, del sonno, dell’umore,della memoria e dell’appren-dimento. Un deficit di dopa-mina provoca un importanteappiattimento cognitivo. L’in-dividuo non reagisce più aglistimoli esterni e sembra noninteressarsi a niente. La de-pressione è una diretta conse-guenza a tale deficit. Altrapatologia conseguente a unacarenza di DA è il disturbo delmovimento tipico del Parkin-son, caratterizzato da rigi-dezza, tremori o lentezza deimovimenti. Per contro, una iperattivitàdella dopamina provoca di-sturbi ipercinetici, come lacorea – caratterizzata da mo-vimenti involontari e improv-visi. Inoltre, si comporta comeun ormone impedendo il rila-

scio di prolattina da partedelle cellule lattotrope del-l’ipofisi. Infine, a livello del-l’apparato gastrointestinale, èresponsabile della sensazionedi nausea e vomito. Anche inquesto caso, l’alimentazionepuò aiutarci per assicurare alnostro organismo un’ade-guata stimolazione della do-pamina. Conoscere, dunque, epuntare su alimenti indispen-sabili. Prodotti lattiero-ca-seari, come latte, formaggio eyogurt. Carni non lavorate,come carne di manzo, di polloe di tacchino. Pesce ricco diomega 3, come salmone esgombro. Uova, frutta e ver-dura, in particolare banane,frutta secca, come mandorle enoci. Dulcis in fundo, il ciocco-lato fondente. Evitare alcol,caffeina e zucchero raffinato.Limitare, infine, carboidratiamidacei. F.C.

È responsabile del controllo dei muscoli, ma anche della motivazione personale, dell’umore e della memoria

Rosa Funaro

L’Italia è il paese dalle millecontraddizioni dove, nono-stante ogni giorno si combattacon cumuli di spazzatura perle strade, difficoltà nei centri diraccolta, mancanza di perso-nale e risorse per lo stoccaggio,smistamento e riciclo, vanta dialcuni buoni primati anche nelsettore rifiuti. Uno fra tanti ri-guarda la raccolta differen-ziata: l’Italia è prima inEuropa per quantità prodottedi alluminio riciclato. La rac-colta differenziata del mate-riale, infatti, cresce concostanza tanto che nell’ultimoanno sono stati recuperati ben7 imballaggi su 10. Si tratta dilattine per bevande, scatolettee vaschette per il cibo, anchequello per animali, bombolettespray, il foglio sottile, tubetti,

tappi e chiusure varie. Tuttiimballaggi e contenitori ricicla-bili all’infinito e al 100%. Per celebrare questo risultato,ma anche soprattutto per con-solidarlo e migliorare ancor dipiù, sono stati istituiti gli “Alu-

days, giornate dedicate allaraccolta differenziata dell’allu-minio” che dal 26 settembre al20 novembre, toccheranno cin-que capoluoghi di Provinciadel Sud Italia, selezionati gra-zie alla volontà della pubblica

amministrazione di renderequeste città modello di sosteni-bilità ambientale.L’iniziativa voluta ed organiz-zata dal Consorzio Cial coin-volgerà i cittadini di Cosenza,Salerno, Lecce, Sassari e Ca-gliari in una serie di appunta-menti ed attività online o nellerispettive piazze del centro.Sul sito www.nonsololattine.itsarà possibile partecipare a unconcorso web e vincere una“Ricicletta city bike” ottenutadal riciclo di 800 lattine per be-vande in alluminio.Come? Rispondendo ad unpaio di domande sulla raccoltadifferenziata oppure risol-vendo alcuni giochi sul riciclodell’alluminio. In ogni città sa-ranno messe in palio 20 Rici-clette. Il Tour Aludays, invece,stazionerà nel cuore di ognicittà per 5 giorni: gli inviati del

Cial passeggeranno su dueruote nelle strade per incon-trare i cittadini e fornire loroinformazioni sulla raccolta dif-ferenziata dell’alluminio nelleloro città; nei week-end, in-vece, nelle piazze e nelle vieprincipali sarà allestito unostand del Cial dove, attraversoalcuni giochi e momenti di ag-gregazione, i visitatori po-tranno mettere alla prova leloro abilità di “buoni ricicloni”e vincere, giocando, dei gadgetrealizzati proprio in alluminioriciclato. Questo il calendariodell’iniziativa: 26-30 settembreCosenza, via Tagliamento(area pedonale); 3-7 ottobreSalerno, Lungomare Trieste(altezza Bar Nettuno); 10-14ottobre Lecce, piazza Italia; 17-21 ottobre Sassari, piazzad’Italia; 24-28 ottobre Cagliari,piazza Garibaldi.

Rosemary Fanelli

I cambiamenti climatici figu-rano tra le principali causedella fame nel mondo. Questoquanto emerge dal nuovo rap-porto The state of food securityand nutrition in the world2018, presentato a Roma l’11settembre scorso. Lo studio, realizzato da Fao,Unicef e l’agenzia Onu Ifad,denuncia un progressivo au-mento del fenomeno, che inte-ressa attualmente 821 milionidi persone, quasi una su nove.Secondo l’Onu, a partire dal2015 “sono stati compiti pro-gressi limitati nell’affrontarele molteplici forme di malnu-trizione, che vanno dai ritardidella crescita dei bambini al-l’obesità degli adulti, met-tendo a rischio la salute dicentinaia di milioni di per-sone”. Dai dati analizzati sievince infatti una inversionedi rotta allarmante, con un ri-torno ai livelli del 2010. Tra ipaesi maggiormente colpitidalle problematiche alimen-tari, l’Asia e l’Africa, dove re-stano elevati il deperimentoinfantile e la presenza di ane-mia tra le donne in età produt-tiva, con una prevalenza quasitre volte superiore a quella del

Nord America. Accanto alleguerre, il rapporto ha rilevatocome la variabilità del clima,che influenza l’andamentodelle piogge e le stagioni agri-cole, sia una delle principalicause dell’ aumento dellafame, accanto ai conflitti edalle crisi economiche. Il surri-scaldamento del globo ha di-fatti causato fenomeni estremied anomalie, quali tempera-ture di gran lunga superiorialla media, lunghe siccità, ini-zio tardivo o precoce delle sta-gioni piovose, concentrazionedelle precipitazioni in brevis-simi periodi. Molti gli inconvenienti perl’agricoltura e gli allevamentidi bestiame. Nel cornod’Africa, dove la siccità ha ina-sprito la crisi nutrizionale, icambiamenti climatici hannomesso in ginocchio l’intera re-gione, riducendo alla fame12,8 milioni di persone. In So-maliland l'80 % del bestiame èmorto a causa della siccità,mentre in Kenia donne e bam-bine sono costrette a percor-rere fino al 70% in più delladistanza abituale per cercarel’acqua, camminando in alcunicasi per più di 9 km da sole,correndo il rischio di esserestuprate o rapite. Il clima sta

mettendo a repentaglio la col-tivazioni di importanti colturecome grano, riso e mais anchenelle regioni tropicali e si pre-vede che la situazione peggio-rerà con l’ ulteriore aumentodelle temperature. A causadella carenza di risorse idri-che, i bambini bevono acquasalmastra e muoiono, oltre cheper la malnutrizione, per ladissenteria, per la mancanzadi vaccini e per infezioni batte-riche altrove facilmente cura-bili. Il rapporto 2018 spiegache, per far fronte ai futuri

cambiamenti climatici, si do-vranno rafforzare la capacitàadattativa dei sistemi alimen-tari e la “resilienza climatica”,cioè l’attitudine a ridurre edassorbire i danni. Se il pro-blema non sarà arginato, po-trebbe verificarsi un massicciospostamento di persone, i c.d.migranti climatici, costretti alasciare le loro terre a causa didesertificazioni, inondazioni efenomeni climatici estremi. Ilreport chiede pertanto ai go-verni l’attuazione e l’aumentodegli interventi volti a garan-

tire, oltre alla rottura del ciclointergenerazionale della mal-nutrizione, un cambiamentosostenibile verso un’agricol-tura e sistemi alimentari sen-sibili alla nutrizione, chepossano fornire cibo sicuro e dialta qualità per tutti. Con l’au-spicio di sensibilizzare le co-scienze a promuovere sforzicomuni per una inversione alcambiamento climatico, at-traverso politiche che ne pro-muovano l’adattamento, lamitigazione e la riduzione delrischio di catastrofi.

I cambiamenti climatici figurano tra le principali cause della malnutrizione

Il rapporto tra la fame del mondo e il clima

Aludays, le giornate dedicate alla raccolta di alluminio

Anna Paparo

Si prospettano tempi nuovi edavvero felici per chi viaggiain treno. Connubio fondamentale è lacomodità dei passeggeri e ilrispetto dell’ambiente. A dareil via a questa vera e propriarivoluzione è la Germania,che ha visto sfrecciare suisuoi binari il primo treno almondo alimentato a celle acombustibili a idrogeno. “Co-radia iLint”, questo è il nomedi battesimo del mezzo di tra-sporto che rivoluzionerà ilmodo di viaggiare del popolotedesco. Prodotto da Alstom,è completamente privo diemissioni, riesce a raggiun-gere i centoquaranta chilo-metri orari e da poco èentrato in servizio ufficial-mente sui binari della BassaSassonia, facendo il suo in-gresso trionfale nella stazionedi Bremervörde, atteso danumerosi ospiti e rappresen-tanti della stampa prove-nienti dalla Germania e datutto il mondo. Per conto diLNVG, l’impresa ferroviariaLandesnahverkehrsgesel-lschaft Niedersachsen, i treniCoradia iLint entreranno in

funzione sui quasi cento chilo-metri della linea che collegaCuxhaven, Bremerhaven,Bremervörde e Buxtehude,sostituendo la già esistenteflotta diesel di EVB. Ma lacosa che lascia senza parole èche con un unico “riforni-mento” i convogli potrannoviaggiare tutto il giorno senzaproblemi di mancanza di car-burante, grazie ad un'autono-

mia di ben 1.000 chilometri.Inoltre, dal 2021, Alstom for-nirà tutte le ferrovie locali dialtri quattordici esemplariche collegheranno vari partidel Paese. Per il presidentedel gruppo Alstom, uno deipiù grandi produttori ferro-viari a livello europeo, il Dot-tor Henri Poupart-Lafarge, sitratta di una vera e propriarivoluzione per la società in

generale e per il futuro dellamobilità nazionale, ma anchemondiale. Quindi, il domaniper chi viaggia su rotaie sitingerà di verde con questainnovazione, frutto di un la-voro di squadra franco-tede-sco e un felice e produttivoesempio di collaborazionetransnazionale, come ha te-nuto a sottolineare Poupart-Lafarge. Alstom ha dato la

paternità al primo esemplaredi treno al mondo che sia ingrado di viaggiare grazie al-l’alimentazione data da cellea combustione a idrogeno.Nello specifico, Coradia iLint,costruito dall’azienda tedescaa Salzgitter, in Germania, èequipaggiato con celle a com-bustibile che convertonol'idrogeno e l'ossigeno in elet-tricità, eliminando così leemissioni inquinanti legatealla propulsione. I passeggeridella rete Elba-Weser del-l'EVB sono stati, quindi, iprimi al mondo a viaggiaresu questi treni silenziosi e azero emissioni. Inoltre, questenuove macchine saranno ali-mentate presso una stazionedi rifornimento di idrogenomobile. L'idrogeno in formagassosa sarà pompato neitreni da un container in ac-ciaio alto più di dodici metri,in prossimità dei binari allastazione di Bremervörde. In-somma, per i pendolari tede-schi basta problemi: è giuntal’ora di respirare aria pulitae, soprattutto, di poter viag-giare tranquillamente, dovela tratta non sarà più unostress per loro e per l’am-biente circostante.

In Germania parte il treno a idrogeno

Il combustibile sarà ricavato dai gas di scarico delle acciaierie

La famigerata Virgin Atlanticvolerà ad ottobre sulle alidella sostenibilità, facendo unnuovo passo in avanti versoun trasporto aereo a impattozero sull’ambiente. La compa-gnia aerea americana ha, in-fatti, annunciato che il meseprossimo opererà il primo volocommerciale alimentato dabiocarburanti. Il combustibilesostenibile, ricavato dai gas discarico delle acciaierie, faràdecollare un Boeing 747 nellarotta che collega Orlando inFlorida e la città di Londra.Richard Branson, proprietariodella compagnia aerea, neigiorni scorsi ha evidenziato inun esaustivo post che l’idea diquesto volo un po' speciale èfrutto del lavoro di partner-ship con la società LanzaTech,famosa azienda biotech sta-tunitense.

Le due aziende collaborano,infatti, da anni ormai conl’obiettivo di innovare nel ri-spetto dell’ambiente: in parti-colare dall’anno 2011 hannolavorato fianco a fianco sul

processo tecnologico necessa-rio a raccogliere i gas di sca-rico industriali delle acciaieriee a trasformarli in etanolo,evitando che finiscano in at-mosfera.

In pratica, è stato sviluppatoun processo di fermentazioneche consente la produzione dietanolo, partendo dall’ani-dride carbonica e dall’ idro-geno contenuti in sottoprodottigassosi dell’industria dell’ac-ciaio, generalmente destinatiall’incenerimento. L’etanolo, così ottenuto, potràessere, poi, utilizzato per pro-durre materie prime per l’in-dustria delle materie plasti-che, come l’etilene, oppure perla sintesi di carburanti proprioquella che serve alla compa-gnia aerea. Poi, nel 2016 erastata annunciata la produ-zione dei primi cinque milalitri di biocarburante, in gradodi ridurre fino al settanta percento le emissioni di anidridecarbonica rispetto ai carbu-ranti tradizionali. Una vera epropria rivoluzione ecososte-

nibile spicca il volo. «Il poten-ziale futuro di questa tecnolo-gia è enorme», ha scritto ilpresidente Branson. «LanzaTech stima che il suoprocedimento potrebbe essereadattato al ben sessantacin-que per cento delle acciaieriedi tutto il mondo, per pro-durre circa un quinto di tuttoil carburante utilizzato ognianno nell'aviazione, a unprezzo commercialmente pra-ticabile». Manca davvero pocoal decollo: ottobre è ormai alleporte. Il volo sostenibile dellaVirgin Atlantic aprirà, così, larotta aerea sostenibile pertutte le compagnie del mondo,alle quali non resta che pren-dere esempio e seguirne le scienel cielo per un domani a im-patto zero diminuendo leemissioni della tanto odiata etemuta CO2. A.P.

Il rispetto dell’ambiente viaggia a centocinquanta chilometri all’ora

La Virgin Atlantic volerà sulle ali della sostenibilità

Antonio Palumbo

Sostenitore di un minimali-smo sofisticato, capace di inte-grarsi alla perfezione con glielementi naturali (special-mente con l’acqua) - grazieall’uso di linee semplici, checreano effetti illusori, ad unastraordinaria capacità di otti-mizzare lo spazio e la luce e aun raffinato e delicato sensodella bellezza - l’architettonipponico Yoshio Taniguchi,oltre a numerosi e prestigiosiriconoscimenti in tutto ilmondo (come il Piranesi Prixde Rome, vinto nel 2016), si èaggiudicato nel 1997 il con-corso per l’ampliamento diuno dei più importanti spaziespositivi del mondo, il Mu-seum of Modern Art di NewYork (MoMA).Le opere di Taniguchi sonostate definite da un altrogrande maestro giapponese,Fumihiko Maki, «architetturedotate di silenzio e pienezza»,per la loro particolare capa-cità di conferire ai luoghi incui si inseriscono un compostosenso di maestosità e quiete.Così avviene, ad esempio, peril Museo Municipale d’Arte diToyota, aperto nel novembre1995 con lo scopo di divenireuno spazio artistico onnicom-prensivo, che espone opered’arte nazionali e internazio-nali, moderne e contempora-nee. Il museo è situato su unacollina sovrastante il centrodi Toyota, la quale costituiscel’antico sito del “Castello diShichishu” del clan di Ko-romo (antenata dell’attualecittà di Toyota); la torre del

castello, ricostruita secondolo stile di quei tempi, si ergevicino all’ingresso del nuovospazio espositivo. Il lato occi-dentale del recinto musealeoffre una visuale storica, conla torre e una stanza per lacerimonia del tè visibile al-l’interno del giardino giappo-nese. La terrazza sul latoorientale, a strapiombo, si af-faccia invece sulla “cittàdell’automobile”. Sfruttandole caratteristiche del castello,

che riunisce la storia anticadella città e la sua culturamoderna, gli edifici delMuseo Municipale d’Artesono disposti in direzionenord-sud, come fossero ilpunto di collegamento tra ilpassato e il futuro. Il museo,tra le opere più importanti diTaniguchi, presenta un mo-tivo di base minimalista,fatto di linee orizzontali everticali e di rettangoli. Gliinterni della struttura dannol’impressione di un’enormescatola suddivisa in ambientipiccoli e grandi: passeggiandopiacevolmente tra le undicisale espositive i visitatoripossono godersi le varie colle-zioni di opere d’arte.Il museoospita anche diverse facility,tra cui: una sala conferenze,dove si tengono seminari econcerti; una biblioteca; unristorante, dove mangiarecon una bellissima vista dallaterrazza; un negozio chevende libri d’arte e altri arti-coli. L’area esterna com-prende un grande stagnoartificiale ed un giardino: laloro fusione ha generatountranquillo ambiente di acquae verde che rappresenta unospazio ideale per la vita al-

l’aria apertadei cittadini diToyota. Con la medesima filo-sofia, “minimalista” e “silen-ziosa”, Taniguchi ha operatonel nuovo intervento per ilMoMA, dove l’architetto nip-ponico ha optato per una so-stanziale“essenzialità” deinuovi spazi espositivi, inquantoconvinto che la frui-zione degli stessi non dovessesovrapporsi all’esposizionedelle opere, poiché «Senzaopere d’artel’architettura del

museo dovrebbe apparire in-completa. Se risultasse com-pleta, si tratterebbe di unmuseo molto scadente»: pro-prio questa enunciazione diprincipio ha consentito al suoprogetto di imporsi rispettoalle mirabolanti soluzioniproposte da architetti ben piùnoti, quali Frank O. Gehry,Bernard Tschumi, Domini-que Perrault, Toyo Ito, RemKoolhaas, Jacques Herzog ePierre de Meuron.

Yoshio Taniguchi: le architetture del silenzioConferiscono ai luoghi in cui si inseriscono un composto senso di maestosità e quiete

Fondi per i parchi nazionalie le aree marine protette

Alessia Esposito

Ogni anno l'Italia destina ai suoi 23parchi nazionali 81 milioni di euro: 1euro e 35 centesimi ad abitante, l'equi-valente di un cappuccino. È il risultatodel rapporto "Check-up dei parchi Na-zionali e delle Aree Marine Protette"del WWF Italia effettuato sulla basedei dati di tutti i 23 Parchi Nazionaliattualmente operativi e 26 aree ma-rine protette sulle 29 istituite.Una somma irrisoria considerandoquali problemi devono affrontare:strumenti di gestione, carenza di per-sonale qualificato e di risorse disponi-bili per progetti di conservazione.Per quanto riguarda le risorse umane,dallo studio risulta che l’83% di questearee non dispongono di geologi e vete-rinari, nel 20% mancano di naturali-sti. Più di metà dei parchi nazionali(15 su 23), inoltre, non hanno nem-meno un presidente o direttore.E per quanto riguarda la gestione solonel 30% dei casi è stato approvato invia definitiva un Piano, mentre inmeno del 10% dei casi è presente unRegolamento. Le spese per le attivitàdi monitoraggio e per i progetti di con-servazione risultano entrambe infe-riori al 10% del budget per la quasitotalità dei Parchi, mentre in noveparchi sono addirittura inferiori al 5%.Le aree marine protette, invece, co-

prono solo 700 km di costa, ovvero lo0,8% del totale e ricevono fondi ap-pena per 7 milioni di euro all'anno. Ha affermato la presidente del WWFItalia, Donatella Bianchi: “Quello deiparchi nazionali e delle aree marineprotette è un sistema che fino ad oggiha consentito di proteggere una partefondamentale del nostro capitale na-turale ma che ad oggi non riesce a de-collare. È necessario lavorare peraffermare una regia generale in gradodi coordinare e organizzare al meglioquesto sistema che protegge porzioniessenziali del nostro capitale natu-rale" “Le aree marine protette, poi,non possono continuare ad essere la'serie B' delle aree protette: devono di-ventare dei parchi marini a tutti gli ef-fetti con pari dignità e considerazionerispetto a quelli terrestri. A questoscopo chiediamo che già dalla pros-sima finanziaria si avvii una speri-mentazione su un vero e proprio parcomarino”, conclude Donatella Bianchi. Dal WWF si chiede alla politica unarevisione della legge sulle aree pro-tette (la 394 del '91) per ottimizzare iprocessi e migliorare la governance,oltre che un aumento di 40 milioni deifondi, la nomina di manager compe-tenti e non politicizzati per gli enti el'istituzione dei parchi nazionali "so-spesi" (Stelvio, Delta del Po, Gennar-gentu, Matese, Portofino).

Di solito assenti dalle discus-sioni in campo di benessereanimale, i pesci sono tornatialla ribalta nell’opinione pub-blica. Da un sondaggio con-dotto da ComRes perCiwf(Compassion in WorldFarming) e Eurogroup forAnimals in Italia e altri ottoPaesi, risulta che l’attenzionedegli italiani è ora rivoltaanche ai nostri amici delmare. Oltre a quelli del BelPaese, sono stati intervistaticampioni di popolazione inGran Bretagna, Germania,Francia, Spagna, Polonia,Svezia, Olanda e RepubblicaCeca per un totale di 9047adulti, di cui 1016 in Italia. Secondo i risultati molti sa-rebbero disposti a pagare dipiù per la certificazione di me-

todi di pesca sostenibili. Il72% degli italiani, infatti, ri-tiene che anche i pesci avver-tano la paura e il 61% anchele sensazioni positive. Quali le cose ritenute più im-portanti per rendere il metododi pesca condiviso? Secondo il98% dei nostri connazionali èessenziale o importante che ipesci siano allevati in acque

pulite e non inquinate (98%) eche siano sani (97%). Per il96% è necessario che vivanoin un ambiente adeguato pernuotare e esprimere i lorocomportamenti naturali, chesoffrano il minor dolore possi-bile (93%), che siano abbattuticon un metodo veloce e indo-lore (92%) e infine, che rie-scano a godere della loro vita

(72%). È il 62% degli italianiche ritiene necessario che infuturo l’etichetta sul benes-sere dei pesci sia integrata inun sistema nazionale messo anorma e standardizzato, men-tre il 37% desidererebbe sin-gole etichette a testimoniare ilbenessere animale. A tuttoquesto gli italiani farebberofronte con la propria tasca:l’86% si dichiara infatti dispo-sto a pagare in media il 28%in più per pesci allevati conmetodi eticamente sostenibili.Come riporta ANSA, ad ogginon ci sono norme riguardantii metodi di abbattimento deipesci. La morte più diffusa èdunque quella per soffoca-mento. Inoltre i pesci possonofacilmente essere uccisi per larepentina variazione di pres-

sione quando vengono estrattidall’acqua con le reti o ancheschiacciati per il peso del pe-scato. Tra gli altri metodi ilcongelamento o lo sventra-mento. Poco diffusi i metodi che pre-vedono uno stordimento primadell’abbattimento. CommentaAnnamaria Pisapia, direttricedi Ciwf Italia Onlus: “Questosondaggio conferma che lasensibilità sul benessere ani-male è sempre più diffusa inItalia e riguarda ormai anchei pesci, la cui senzienza è sem-pre più nella sensibilità co-mune. Ci auguriamo che larichiesta dei cittadini perun’etichettatura trasparentevenga tenuta in considera-zione dal nostro Governo e daiMinisteri competenti". A.E.

Secondo il WWF in Italia mancano gli adeguati stanziamenti per tutelare le bellezze del territorio

Pesca sostenibile: italiani disposti a pagare di piùUn sondaggio mostra che si tiene sempre più in considerazione la sofferenza degli abitanti dei mari

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvi-cino, discendente diretto del poetaGuido Cavalcanti tra i fondatori delDolce Stil Novo e reso immortaledall’amicizia con Dante Alighieri,nacque ad Afragola il 2 settembre1787 e morì a Napoli, il 5 marzo 1859.Ippolito nasce da Guido Cavalcanti(quarto duca di Buonvicino, Governa-tore prima di Tropea, e poi Governa-tore di Napoli nel 1785) e dalla suaseconda moglie, Anna Capparelli. La famiglia Cavalcanti che più voltegovernò Firenze, nel 1311 lasciò laToscana per motivi politici(poiché eradi parte Guelfa e fu costretta a la-sciare il territorio di origine) per tra-sferirsi nel Regno di Napoli, dove nel1331 Giovanna I d’Angiò, nominò vi-ceré uno dei Cavalcanti. Già baroni di Buonvicino, nel 1720 ri-cevettero il titolo di duchi da incardi-narsi sullo stesso feudo, nella

rigogliosa e ricca Calabria Citra. Nel 1810 giovanissimo sposò AngelaComo dei duchi di Casalnuovo e ba-roni di Santo Stefano. Con il cognatoGiuseppe Como, barone di Santo Ste-fano, Ippolito, fece parte degli eletti diNapoli e collaborava al governo dellacittà, iscritto al Seggio storico di Ca-puana. Nominato consulente culina-rio di Casa Reale Borbone delle DueSicilie, pubblicò nel 1837 un trattatosulla "Cucina Teorico-Pratica" scrittometà in Italiano e metà in Napole-tano. A lui dobbiamo alcune ricettestoriche e che hanno fatto la fortunadell’arte culinaria Napoletana: comela ricetta del Ragù e del Sartù di riso. Questo è senza dubbio il suo capola-voro letterario, pubblicato per laprima volta a Napoli nel 1837 allaquale aggiunse, nella seconda edi-zione del 1839, l'appendice “Cusinacasarinola co la lengua napoletana”,presentando numerose ricette del-l'epoca.

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Il Signor Duca di Buonvicino, Ippolito CavalcantiL’autore del “Trattato Cucina teorico-pratica”

Alcune delle specialità da lui sapientemente descritte nella sua opera:

• parmigiana di melanzane;• panzerotto o pizza fritta;• vermicelli con le vongole;

• vermicelli con il pomodoro;• baccalà fritto;• pasta e fagioli;• pasta e piselli;

• minestra maritata;• pasta cacio e ova.

ALCUNE RICETTE

VERMICELLI ALLE VONGOLEQuesta è una preparazioni del duca di Buonvicino , estratta dal suo: “Trattato di cucina teorico pratica”.

IngredientiVongole – vermicelli – prezzemolo – olio d’oliva – sale - pepe

Preparazione Lavare sotto acqua corrente delle vongole e passarle in un tegame con un pò di olio per farle aprire. Togliere i molluschi dalle valve e recuperare il fondo di cottura (filtrato). In una padella capiente scaldare dell’olio, unirvi il liquido delle vongole, sale e pepe. Aggiungervi dei vermicelli, precedentemente cotti al dente, i molluschi, del prezzemolo tritato, e saltare per alcuni minuti. Servire i vermicelli alle vongole caldissimi.

VERMICELLI CON IL POMODORO “Piglia rotoli 4 (700 gr ca.) de pommodoro, li tagli in croce, li levi la semenza e quella acquiccia, li fai bollire, e quando si sono squagliati li passi al setaccio, e quel sugo lo fai restringere sopra al fuoco, mettendociun terzo di sugna, ossia strutto di maiale. Quando quella salsa si è stretta giusta bollirai 2 rotoli (350 gr ca.) di vermicelli verdi verdi (cotti al dente) e scolati bene, li metterai in quellasalsa, col sale e il pepe, tenendoli al calore del fuoco, così s’asciuttano unpoco. Ogni tanto gli darai rivoltata, e quando son ben conditi li servirai”.

GALLINACCIODal Trattato di cucina teorico pratica, di Ippolito Cavalcanti, dal Pranzo de ‘ll unnece de Novembre. Piglia ‘no bello galiinaccio, acciso, spennato, sbentrato, e lavato, lo nguosce, lo sudugne de nzogna, e l’accounce dinto a na tiella, a dojemaneche, co’ sale e pepe, e lo faje cocere a lo furno, junno junno, comm a no passetiello; lo miette dinto a lo vacile, e lo sierve.

Ippolito Cavalcanti con il suo “Trat-tato di cucina teorico pratica” rappre-senta una personalità di spicco dellacultura napoletana, grazie soprat-tutto ad una interessantissima ana-lisi della cucina napoletanadell’Ottocento con un’intuizione ge-niale, quella di suddividere il ma-nuale in due parti, compiendo unitinerario attraverso i diversi ceti so-ciali, fatto assai inusuale al tempo.Colpisce innanzitutto lo stile semplicee immediato, con note argute e inte-ressanti osservazioni. La prima sezione venne redatta inlingua italiana, per nobili e ricchi bor-ghesi, la seconda fu scritta in dialettonapoletano, per il popolo e la borghe-sia che usava il dialetto quale lin-guaggio quotidiano. Oltre alle varie ricette, aggiunse indialetto napoletano anche dei piattiper le ricorrenze importanti del-l’anno: Natale, Capodanno, Pasqua enon solo. Si tratta inoltre di un manuale siateorico che pratico, concepito in ori-gine come una successione di centomenù suddivisi per carne, pesce, uovae cucina. Notevoli poi sono state le modificheeditoriali apportate nelle diverse ri-stampe che furono pubblicate du-rante i venticinque anni di ricerca. Ilgran merito di Cavalcanti sta nelfatto che suo trattato è diventato nel-l'arco degli anni un vero e proprio fe-nomeno di costume, il testo basilaredella Cucina partenopea.Il trattato ed il compendio in linguaNapolitana rivestono una notevole

importanza anche dal punto di vistastorico, poiché in essi vengono de-scritte alcune delle ricette più diffusenella moderna cucina italiana.

Vi si trova, ad esempio, la prima de-scrizione di una pasta (vermicelli)condita con il pomodoro. Molte altre sono le ricette presenti in

queste opere, ed in alcune di essesono chiaramente riconoscibili i trattidi quella che è la moderna cucina na-poletana.

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Antonio Stabile

Tra i monumenti più impor-tanti della città di Aversaspicca l’Arco dell’Annunziata(Porta Napoli) con il suo com-plesso circostante, porta d’in-gresso e di passaggio per icittadini ed i numerosi turistiprovenienti ad Aversa. Ladata della realizzazione delcomplesso risulta tutt’oggi in-certa contrariamente alla SS.Annunziata datata 1320.Nel 1423 la Regina GiovannaII donò i beni di proprietà del-l’ospedale S. Eligio alla CasaSanta sita nel complesso, condiritto di patronato regio. L’Esistenza dell’istituto è do-cumentata da una serie diGovernatori, eletti fin dal1410 il cui compito era di am-ministrare la Real CasaSanta, di nutrire gli orfani,curare gli infermi ed educarele giovani al maritaggio. L’in-gresso principale è decoratoda un arco risalente al 1518,probabilmente commissio-nato dalla famiglia Mormile(iscrizione posta sulla trabea-zione). L’arco è delimitato da due le-sene binate che poggiano subasamenti di piperno, ad in-corniciare due bassorilieviraffiguranti a destra la Re-surrezione e sulla sinistra laCreazione del Mondo.

La struttura dell’arco inmarmo, è arricchita da rilieviraffiguranti personaggi conscene allegoriche di incertainterpretazione, riconducibilial fondatore della contea diAversa, Rainulfo Drengot. Lelesioni visibili sulle lastremarmoree sono invece ricon-ducibili al campanile posto la-teralmente edificato nel 1477e crollato nel 1667. Nel 1712sotto la direzione di GiuseppeLocchese si iniziò la costru-zione dell’attuale campanile,a pianta quadrata, con mas-siccio basamento in pipernobugnato e due ordini supe-riori con lesene doriche e io-niche. Nel 1776 GiacomoGentile completò la strutturacon la costruzione dell’arco el’orologio, diventato oggi sim-bolo d’identificazione dellacittà di Aversa e nota comePorta Napoli. Oltrepassato ilcinquecentesco arco marmo-reo sulla destra dell’andronesi può osservare lo scalone delXVII secolo che reca ai pianisuperiori del vecchio ospe-dale. Varcato l’atrio, si giungead un primo cortile, alla cuisinistra si presenta una dop-pia rampa di scale ornata dabassorilievi in marmo delXVI-XVII secolo, culminantecon un balcone semi-ellittico,dal quale si accedeva all’an-tica Cancelleria.

Sul lato destro si apre l’in-gresso del chiostro ottocente-sco su cui si affaccia la saladelle colonne. In fondo al cor-tile vi è la chiesa della SS. An-nunziata preceduta da unpronao costituito da quattrocolonne di marmo cipollino co-rinzio provenienti dalla di-strutta Atella, che facevano

già parte del Sedile di S.Luigi. Le colonne sorreggonoarchi a tutto sesto formanticampate coperte con volte acrociera decorate con puttini emotivi floreali realizzati instucco da Pietro Scarola anno1698. La chiesa fu erettapriva delle cappelle lateralitra il XIV e il XV secolo, sottola direzione di Frà GiuseppeNuvolo, che iniziò la costru-zione della Sacrestia e dellagrande volta a botte che sosti-tuì l’originaria soffittatura inlegno. La cupola attuale risaleagli inizi del XVIII secolo e diforma ridotta in quanto laprecedente crollò nel 1823.L’interno è a croce latina, adunica ampia navata, di classi-che forme e sui pilastri vi sonodue acquasantiere in marmipolicromi di Gaetano Sacco(1710). Tra le cappelle si da-tano tavole del XVII-XVIII se-

colo come la Madonna delleGrazie e S. Giovanni Evange-lista, entrambe di AngelilloArcuccio. Tra la navata ed iltransetto sono posti due gran-diosi organi in legno dorato,mentre sulla parete del tran-setto a destra è collocata LaDeposizione di Cristo, tavoladi Marco Pino da Siena del1571. Sulla sinistra si trovanol’Adorazione dei Pastori diFrancesco Solimena del 1688e la Strage degli Innocenti,tela di Giuseppe Simonelli delXVIII secolo. Al di sopra dell’altare mag-giore si può infine ammirarela tavola dell’Annunciazioneattribuita a Ferrante Ma-glione del XV secolo. Attual-mente il complesso con iltrasferimento dell’ospedaleospita la Facoltà di Ingegne-ria della Seconda Universitàdi Napoli (SUN).

Il Complesso della Real Casa Santa della Santissima Annunziata di Aversa

Cristina Abbrunzo

Negli ultimi anni le realtà cheoperano nel settore della cosid-detta Agricoltura Sociale sonoaumentate a un ritmo davveroimportante. Un fenomeno ormaiconsolidato, che si lega ad altriindicatori molto significativi:penso all’aumento dell’occupa-zione giovanile nel settore agri-colo; alla crescita di iscrizioninelle facoltà agrarie; alla nuovaattenzione ai temi della nutri-zione, della qualità e sostenibi-lità di quello che consumiamo.In tempi di crisi, la terra – unpezzo così importante nella sto-ria e nell’identità del nostroPaese - ha ricominciato a pro-durre valori economici e sociali.E su questi valori bisogna scom-mettere. Questa sorta di “ritorno allaterra” deve rappresentare pernoi un campo di sfida che ri-guarda la tutela dei nostri terri-tori e dei nostri sistemi urbani ela stessa qualità della nostra so-cietà. Il mondo agricolo - in unaquesta nuova ottica di svilupposostenibile delle aree rurali –scopre nuovi orizzonti proprioattraverso la sempre piu’ diffusanascita di realtà di AgricolturaSociale. Ma cerchiamo di capiremeglio cosa si intende per agri-coltura sociale:“Con l'espressione AgricolturaSociale ci riferiamo a quell'in-sieme di attività che impieganole risorse dell’agricoltura e dellazootecnica, la presenza di piccoligruppi, famigliari e non, che

operano nelle aziende agricole,per promuovere azioni terapeu-tiche, di riabilitazione, di inclu-sione sociale e lavorativa, diricreazione e di servizi utili perla vita quotidiana e di educa-zione” (Di Iacovo, 2009).L’Agricoltura Sociale com-prende dunque tutte quelle pra-tiche svolte su un territorio daaziende agricole, cooperative so-ciali e altre organizzazioni delTerzo Settore che uniscono l’uti-lizzo delle risorse agricole e ilprocesso produttivo multifun-zionale a basso impatto ambien-tale, prioritariamente conmetodo biologico, con le attivitàsociali, finalizzate a generarebenefici inclusivi, a favorire per-corsi terapeutici, riabilitativi edi cura, a sostenere l’inseri-mento sociale e lavorativo dellefasce di popolazione svantag-giate e/o a rischio di marginaliz-zazione, nonché a favorire lacoesione sociale. Anchel’Unione Europea, tra gli obiet-tivi principali della strategiaEuropa 2020, tra le sue prioritàdi sviluppo, indica l’inclusionesociale come uno degli scopi fon-damentali da perseguire in cia-scuno Stato membro. In questocontesto, l’Agricoltura Socialepuò rappresentare uno stru-mento importante per favorirela lotta alla marginalizzazionedelle fasce più deboli della popo-lazione. L’attività agricola, ovvero laterra, si sposa particolarmentebene con l’assistenza sociale e,nell’ottica di un moderno ap-

proccio multifunzionale, leaziende agricole possono contri-buire in modo determinante adare delle risposte concrete e in-novative a tante persone in si-tuazioni disagiate, traendoneanche un beneficio economico. Tante dunque le iniziative e iprogetti di agricoltura socialeche nell’ultimo decennio dila-gano nel nostro Paese e tuttedegne di lode, ma una in parti-colare a mio avviso merita at-tenzione ed è di grandeattualità. Ve la voglio raccon-tare partendo da un assunto. La storia ci ha insegnato che ilcibo buono può essere un vettoreanche di cultura e integrazione.Può paradossalmente un ortag-gio farti sentire a casa? La rispo-

sta di questo bellissimo progettoè … proviamoci!Si chiama Semìno ed è un pro-getto di agricoltura sociale natoe sviluppatosi a Bologna da unarete che parte dall’incubatore diidee Kilowatt, passa per la coo-perativa Pictor e per l'e-com-merce di Local to You e arrivafine al Rescue Hub della Facoltàdi Agraria dell'Università di Bo-logna. Un progetto dal valoreculturale (perché racconta leabitudini alimentari degli altriPaesi), sociale (perché dà lavoroai migranti) e salutare (perchégli ortaggi coltivati sono ricchi diproprietà benefiche). L’ideanasce nel 2016 dall’incontro trala brigata della cucina del Bi-strot Vetro e l’orto di comunitàdelle Serre dei Giardini Mar-gherita, spazio rigenerato e ge-stito da Kilowatt, che si occupadi ricerca e sviluppo delle specieda coltivare e della formazioneall’avvio di nuove imprese. Ungiorno, Farouk, aiuto cuoco ori-ginario del Bangladesh, chiededi poter provare a coltivare degliortaggi caratteristici della suaterra di origine, difficilmente re-peribili in Italia, di cui conservai semi. Dalla sua richiesta, eccol’intuizione di avviare un vero eproprio progetto di impresa perla coltivazione di alcune specieprovenienti dalle diete dei mi-granti con la prospettiva dicreare lavoro e contribuire allosviluppo di una comunità inclu-siva e aperta. Semìno nasce dunque da una

rete di soggetti che costituisconouna mini filiera dedicata a 4prodotti ortofrutticoli. Impren-ditori sociali, ricercatori, un pro-duttore biologico, undistributore e un ristoratore chestanno portando sul mercatoprodotti agricoli provenienti daculture culinarie lontane macoltivati in Emilia Romagna.Nello specifico sono state sele-zionate specie presenti nellediete dei migranti e difficil-mente reperibili in Italia, sitratta di spezie e ortaggi genuinicon elevate proprietà nutrizio-nali: Gombo, Curcuma, Daikone Fagioli all’occhio. Prodotti re-silienti e altrimenti difficili dareperire per i migranti, portatisul mercato promuovendo lacultura dell’integrazione attra-verso il cibo e generando un cir-cuito lavorativo virtuosoorientato alla creazione di op-portunità per le persone prove-nienti da un percorso dimigrazione e oggi residenti inItalia. Un'iniezione di multicul-turalismo alimentare, che altempo stesso racconta la storiadi quelle persone e riduce l'in-quinamento dovuto all'importa-zione. Un progetto che stariscontrando un grande inte-resse e successo tanto da vincerela scorsa edizione del BandoUniCredit Carta E e aggiudi-carsi il contributo a fondo per-duto del valore di 42.500 euroche si pensa di investire per por-tare Semìno anche in altri terri-tori del nostro Paese!

Semìno: un nuovo progetto di agricoltura sociale e multiculturale

Coltivare solidarietà e futuro

Felicia De Capua

Il Consiglio di Stato inter-viene di recente con una sen-tenza che chiarisce i connotatidell’obbligo di ragionevole du-rata del procedimento ammi-nistrativo e le conseguenzedella violazione dei termini fi-nali (Cons. Stato, sez. VI, 26luglio 2018, n. 4577). I giudicidi Palazzo Spada osservanoche, in termini generali, allaviolazione del termine finaledi un procedimento ammini-strativo non consegue l’illegit-timità dell’atto tardivo, salvoche il termine sia qualificatoperentorio dalla legge. L’art.2-bis della L. 241/1990 non in-clude, tra le conseguenze delritardo, profili afferenti la le-gittimità dell’atto tardiva-mente adottato, anche secorrela l’inosservanza del ter-mine finale a conseguenze sulpiano della responsabilità del-l’Amministrazione. Il ritardo,osserva il Collegio, non èquindi un vizio in sé dell’attoma è un presupposto che può

determinare, in concorso conaltre condizioni, una possibileforma di responsabilità risar-citoria dell’Amministrazione.Per di più resta ferma la pos-sibilità per gli interessati dichiedere la condanna del-l’Amministrazione a provve-dere ai sensi dell’art 117 c.p.a.

La sentenza in commentochiarisce che la perentorietàdei termini procedimentalipuò aversi, quale eccezionealla regola della loro naturameramente ordinatoria o ac-celeratoria, soltanto laddovela stessa perentorietà siaespressamente prevista dalle

norme che disciplinano inmodo specifico i procedi-menti, che possono anchesanzionare espressamentecon la decadenza il mancatorispetto dei termini stabiliti.Il Consiglio di Stato con lamedesima sentenza ha ap-profondito anche l’ipotesi spe-

cifica del ritardo come viziodell’atto, in caso di pregiudi-zio per la difesa delle impresesanzionate. In tal senso è ri-chiamata la giurisprudenzaeuropea, in particolare dellaCorte di giustizia (sentenza21 settembre 2006, in C-105/04, punto 42), secondo laquale nei procedimenti rela-tivi al regolamento n. 1 del2003 (concernente l’applica-zione delle regole della con-correnza) deve ritenersi che ilsuperamento del termine diconclusione del procedimentopossa costituire un motivo diannullamento delle decisioniche constatino la commis-sione di infrazioni, qualora ri-sulti provato che la violazionedel principio del termine ra-gionevole ha pregiudicato idiritti della difesa delle im-prese interessate. Al di fuoridi tale specifica ipotesi, con-clude il Collegio, il mancatorispetto dell’obbligo di deci-dere entro un termine ragio-nevole non incide sullavalidità dell’atto.

RIFIUTI Ai fini della configurabilitàdel reato di realizzazione ogestione di discarica non au-torizzata, è necessario l'accu-mulo di rifiuti, per effetto diuna condotta ripetuta, in unadeterminata area, trasfor-mata di fatto in deposito o ri-cettacolo con tendenzialecarattere di definitività, inconsiderazione delle quantitàconsiderevoli degli stessi edello spazio occupato (Cass.,Sez. III, n. 18399 del16/03/2017; Sez. III, n.47501/2013). Sicché risultadel tutto irrilevante, ai finidella configurabilità del reatodi discarica abusiva, la circo-stanza che manchino attivitàdi trasformazione, recupero oriciclo, perché tale attivitàsono proprie di discariche cor-rettamente autorizzate, manon costituiscono elementi in-dispensabili per ritenere l'esi-stenza di una discaricaabusiva, ben potendo l'autore

del reato - come succede nellamaggioranza dei casi - limi-tarsi a realizzare l'accumulodei rifiuti. Inoltre, è inin-fluente che il reato è statocontestato e accertato comecommesso dall'imputato nellasua qualità di legale rappre-sentante della società pro-prietaria del terreno enell'esclusivo interesse diquest'ultima, in quanto, neconsegue che la società è il be-neficiario effettivo dell'atti-vità delittuosa, non potendosiperciò equiparare la sua posi-zione a quella di un terzoestraneo. Corte di CassazionePenale, Sezione III Sentenzan.39027 del 28/08/2018.

RIFIUTILa confisca del mezzo di tra-sporto utilizzato per la consu-mazione del reato di cuiall'art. 256, è obbligatoria, aisensi dell'art. 259, comma 2,d.lgs. n. 152 del 2006, anchese il mezzo è di proprietà del

terzo estraneo (individuabilein colui che non ha parteci-pato alla commissione dell'il-lecito ovvero ai profitti che nesono derivati) che non provi lasua buona fede, ovvero chel'uso illecito della "res" gli eraignoto e non collegabile ad unsuo comportamento negli-gente (Sez. 3, n. 12473 del02/12/2015, Liguori; Sez. 3, n.18515 del 16/01/2015, Rug-geri; Sez. 3, n. 46012 del04/11/2008, Castellano; Sez.

3, n. 26529 del 20/05/2008,Torre; Sez. 3, n. 33281 del24/06/2004, Datola). Corte diCassazione Penale, Sez. III,Sentenza n.38851 del23/08/2018.

ACQUAI rilievi sollevati dal ricor-rente avverso tale afferma-zione sono, peraltro,manifestamente infondati, inquanto le acque meteoricheda dilavamento sono costi-

tuite dalle sole acque piovaneche, cadendo al suolo, non su-biscono contaminazioni consostanze o materiali inqui-nanti, e non anche quelle con-taminate, come nella specie,da sostanze o materiali inqui-nanti (cioè dai rifiuti perico-losi presenti nell'area nelladisponibilità della C.T., ca-ratterizzata dall'inadegua-tezza dell'impianto dismaltimento delle acque me-teoriche), che non consentonodi qualificare i reflui comeacque di dilavamento o diprima pioggia, trattandosi in-vece di reflui industriali (talidovendo considerarsi le acquemeteoriche a seguito dellacontaminazione con i rifiutipericolosi stoccati nel depo-sito della C.T. S.r.l.), di cui èstato realizzato uno scariconel suolo e nel sottosuolo inmancanza di autorizzazione.Cassazione Penale Sez. III,Sentenza n. 28725 del 21-06-2018. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il ritardo nella conclusione del procedimentoIl Consiglio di Stato ribadisce che l’atto tardivo non deve essere considerato illegittimo

Pubblica Amministrazione

Andrea Tafuro

La bellezza, coinvolge moltesfumature della nostra vita, of-frendoci un’ampia gamma dicolori per tratteggiare la nostravita. Abitualmente noi godiamodella bellezza non ne parliamo,poiché abbandonarsi ad essavorrebbe dire, in un certo senso,esporsi affettivamente… e po-trebbe essere pericoloso.Faccio mia una storia africanasu questo aspetto emotivo dellabellezza: “Si racconta di una fa-miglia normale, mamma, papà,figli. Normale, se non per ilfatto che i suoi componentierano di cera. Di giorno vive-vano in una capanna senza fi-nestre per evitare che il sole licolpisse. Di notte lavoravano, sidavano da fare, ma non pote-vano inoltrarsi molto fuoridalla capanna, perché il buio,nella foresta, era pieno di insi-die. Ad ogni modo, si acconten-tavano e i bambini erano buonie non si lamentavano. Oltre-tutto avevano il vantaggio dinon provare dolore: erano dicera e, anche se un ago li trafig-geva, non sentivano nulla. Ungiorno però uno dei bambini,Ngwabi, fu preso da un deside-rio fortissimo di uscire dalla ca-panna. Voleva vedere ilmondo, l’alba, gli alberi, ilsole, i fiori… i fratelli e i geni-tori insistevano per trattenerlo,gli dicevano che era impossi-bile, che si doveva accontentare.Ma Ngwabi aprì la porta e uscìsenza voltarsi. La bellezza diquello che c’era fuori lo travolse,gli diede una gioia immensa.Pensò di aver preso la decisionegiusta, anche se sentiva chestava cominciando a sciogliersi.

Gioiva e intanto si scioglieva,fino a quando rimase solo unmucchietto di cera. Di notte i ge-nitori e i fratelli uscirono percercarlo. Lo trovarono. Con lacera che era rimasta modella-rono un bellissimo uccello, glifecero le ali con le foglie dipalma e lo lasciarono in cimaad una montagna. All’alba lacera si animò e Ngwabi spiccòil volo”. I filosofi del mondoclassico, forse per cercare di fre-nare l’inevitabile coinvolgi-mento dell’uomo nel mondosconosciuto dell’affettività,hanno cercato di misurare e or-dinare la forza del bello, ricono-scendo sempre la relazione trabellezza e divino, fino a fare delbello la via maestra per avvici-narsi a Dio. Infatti, come rac-conta il mito: “Zeus, dopo averfatto imprigionare il padre Kro-nos, stabilisce le sue leggi,norme che sono incardinatesulla nozione di “misura” e lui

stesso, insieme al figlio Apollone garantisce l’osservanza. Que-ste leggi sono espressamentescritte sulle mura esterne deltempio di Delfi: “Il più giusto èil più bello”; “osserva il limite”;“odia l’eccesso”; “nessuna cosafuori misura”. Accade talvolta,però, che Zeus e suo figlioApollo permettano il ritorno diDioniso, espressione del caos edel disordine”. Insomma, qui èPlatone a scrivere, la bellezzafa paura, perché può inquinarela verità e per questo bisognaascriverla come parte a-razio-nale dell’anima. Il mio cristia-nesimo, farà suo il concetto dell’ingannevolezza delle cose sen-sibili, perché sono solo un ri-flesso della vera bellezza che èquella di Dio, ma possono es-sere, anche, un mezzo di ritornoverso il Padre, come ci ricordaSant’Agostino, nelle Confes-sioni: “Tardi ti amai, bellezzacosì antica e così nuova, tardi ti

amai. Sì, perché tu eri dentro dime e io fuori. Lì ti cercavo. De-forme, mi gettavo sulle belleforme delle tue creature. Eri conme, e non ero con te. Mi tene-vano lontano da te le tue crea-ture, inesistenti se nonesistessero in te. Mi chiamasti,e il tuo grido sfondò la mia sor-dità; balenasti, e il tuo splen-dore dissipò la mia cecità;diffondesti la tua fragranza, erespirai e anelo verso di te, gu-stai e ho fame e sete; mi toccasti,e arsi di desiderio della tuapace”. La bellezza dunque puòportarci a Dio, ma può essereingannevole se ci lasciamo trat-tenere e intrappolare da essa.Per Agostino è la filosofia, la co-noscenza, che ci permette di ri-conoscere la vera bellezza. Ciòvuol dire che la bellezza dellecose sensibili ci fa intuire chedobbiamo cercare altrove qual-cosa di ancora più bello. PerAgostino questo altrove è den-tro l’uomo, è l’interiorità dovetroviamo le tracce di una bel-lezza più sublime. La bellezza ela definizione di ciò che è bello,certamente è influenzata dal-l’occhio di chi guarda, dal livelloculturale e sociale di apparte-nenza o da un legame affettivo,tuttavia studi riportano l’esi-stenza di elementi in grado dispiegare l’universalità dellabellezza di certi ambienti oopere d’arte. Alla fine deglianni ’80 un modello psicologicoelaborato da due ricercatori dipsicologia ambientale: FaithKaplan e Ronald Kaplan, de-scrive quattro caratteristiche ingrado di incrementare l’attrat-tiva di un paesaggio: Coe-renza, cioè il grado con cui variaspetti dell’ambiente sono con-cordi, cioè in sintonia, tra loro,

tipo il colore bianco dei trulli inPuglia. Leggibilità, ovvero lafacilità con cui un paesaggiopuò essere categorizzato, comeuna costruzione di uno stile bendefinito. omplessità, cioè il nu-mero e la variabilità degli ele-menti che compongono unascena, ad esempio non sono at-traenti le periferie delle città. Mistero. Qui gli autori si rife-riscono alla quantità di infor-mazioni nascoste che unospazio può contenere. Il celaregli spazi con l’uso di siepi omuri produce una risposta psi-cologica di volontà di esplora-zione che manca invece nel casodi larghe visuali in cui tutto èsotto gli occhi. Insomma, la bel-lezza è in grado di influenzareil nostro benessere fisico e psi-chico quotidiano, perché generain noi emozioni positive ed ècosì che una giornata di lavoropassata nelle stanze, estetica-mente sgradevoli di Arpac, puòessere stressante. Roger Ulrich,in una ricerca condotta in unospedale, ha dimostrato che co-loro la cui finestra dava sulparco avevano un periodo diconvalescenza inferiore rispettoai degenti con finestra che davasu un muro di mattoni, ripor-tando un maggior numero di la-mentele e stati d’ansia edepressione. Concludendo, pos-siamo affermare che la bellezzaambientale non è solo un acces-sorio, ma un presupposto im-prescindibile per gestirepositivamente la quotidianità.Essa genera benessere, emo-zioni e secondo alcuni studianche sulla qualità delle rela-zioni, ma nonostante ciò vienesacrificata sull’altare dell’ eco-nomia, della politica e dell’egoi-smo personale.

BELLEZZA, PARADIGMA DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALETardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai... tu eri dentro di me.

Fino al 30 settembre 2018“International World Beer Festival”

In Piazza Dante, NapoliDegustazione di oltre 200 tipologie di birre artigianali e

stand con ottime pietanze della tradizione culinaria partenopea

Il 29 settembre 2018 “Quando la Resistenza è donna: Maddalena Cerasuolo”

A NapoliVisita guidata con l’Associazione culturale “Locus Iste” nei luoghi delle

Quattro Giornate di Napoli per omaggiare Maddalena Cerasuolo, ladonna simbolo di quelle gloriose e terribili giornate settembrine lungo

il quartiere Materdei, che fece da sfondo alla sanguinosa resistenza partigiana volta a liberare la città dall’occupazione nazifascista.

Dal 28 al 30 settembre 2018“Asprinum Festival”

A Cesa (CE)Convegni, work shop, visite guidate, mostre, laboratori didattici, stands

gastronomici, teatro e tanto altro per valorizzare il territorio e il patrimonio nonchè tutelare le Alberate Aversane, le Viti Maritate

al Pioppo e la produzione del Vino Asprinio

Dal 28 al 30 settembre 2018La “Festa de Vino” A Montemarano (AV)

Nel centro storico si celebrerà il vino, prodotto di eccellenza locale, attraverso convegni, degustazioni, gastronomia e musica.

Le associazioni "Le Cantine di Montemarano" e "Pro Montemarano", in-sieme alle altre realtà del luogo, ospiteranno alcune firme autorevoli del

giornalismo di settore, riferimenti istituzionali, imprenditori, tecnicidando il via a un sano e proficuo confronto sulle potenzialità del VinoAglianico e del Taurasi e sulle opportunità derivanti per lo sviluppo

del turismo “esperienziale”.

Dal 28 al 30 settembre 2018Il “Tour del Mulino”Rotonda Diaz, Napoli

Utilizzare la tecnologia per imparare a leggere correttamente le etichettepresenti sulle confezioni, conoscere l’origine e gli usi più comuni degli in-gredienti, scoprire alcuni piccoli segreti per rispettare l’ambiente e per-sino “entrare virtualmente” in uno stabilimento per vedere, passo dopopasso, come nasce un prodotto alimentare. Queste, alcune delle tante

attività gratuite offerte dal Tour del Mulino, un progetto di educazionealimentare che tocca diverse città italiane.

Il 29 settembre 2018"84 giorni – Le Ombre di Caravaggio",

Palazzo Ricca, Napoli Spettacolo itinerante con l’Associazione NarteA che ricostruisce

le vicende misteriose legate alla realizzazione dei quattro quadri dipintida Michelangelo Merisi, a Napoli, in soli ottantaquattro giorni. Nel capo-luogo partenopeo il pittore dissoluto e chiacchierato per le sue ambiguefrequentazioni - amante di donne e di uomini, spavaldo nel guardare infaccia la vita come la morte - incontra un uomo senza scrupoli, il mer-

cante Radolovich. Questi tenta di rubare l'anima a Caravaggio, imponen-dogli la commissione di un quadro dal soggetto “mediocre” e a cui

l’artista si opporrà in tutta la sua grandezza.

Dal 5 al 7 e dal 12 al 14 ottobre 2018La “Sagra della Castagna”

A Calvanico (SA)Due week end nella Valle dell'Irno per celebrare il gusto dei sapori

autentici e genuini, il fascino della montagna, i colori dei castagneti e i profumi dell'autunno. Una festa che diventa veicolo di promozione delleeccellenze del territorio tra turismo rurale, enogastronomia, trekking,

sport, esibizioni e show cooking, laboratori didattici, focus tematici e mu-sica etnofolk.

a cura di Fabiana Liguori

Il 6 ottobre 2018“Balconica, il Festival”

A Futani (SA)Nel Parco Nazionale del Cilento, un appuntamento che porta la musica,la cultura e il teatro sui balconi delle case del borgo. Scrittori, artisti, at-

tori e musicisti, provenienti da tutta Italia sono pronti a esibirsi nellaparticolarissima location offerta dagli abitanti di Futani.

Il 6 ottobre 2018“ELABORA, una biblioteca nel cuore dei Quartieri Spagnoli”

Fondazione Foqus, NapoliInaugurazione di un nuovo spazio dedicato all’approfondimento culturale.La biblioteca, realizzata dall’associazione culturale “HERMES - Turismo

e Beni Culturali” per i giovani del quartiere, sarà aperta a tutti coloroche vorranno studiare o approfondire la storia di Napoli, attraverso la

consultazione di documenti, foto e volumi legati a tematiche archeologi-che, storico artistiche, architettoniche, etnoantropologiche e letterarie.

Il 6 e 7 ottobre 2018La “Sagra del Maiale”

a Mugnano del Cardinale (AV)La manifestazione, organizzata dal Comitato “Festa Maria Santissima

delle Grazie”, è un consolidato festival dei saperi e dei sapori dove i visitatori potranno partecipare ad un autentico itinerario

gastronomico dedicato al maiale e caratterizzato da antiche e sapienti ricette preparate con passione e dedizione e con ingredienti

del patrimonio locale.

Il 6 e 7 e il 13 e 14 ottobre 2018“Cioccolateano 2018”

A Teano (CE)Il centro storico diverrà un unico affollato “teatro vivo” con stand gastronomici, chocolate show, degustazioni e laboratori artistici,

alcuni riservati anche ai più piccoli.

Il 7 ottobre 2018“La Certosa e il Museo di San Martino, visita guidata”

A NapoliL'Associazione Tournarrà, in occasione dell'ingresso gratuito previsto

per la prima domenica del mese, organizza una visita guidata nello sto-rico e suggestivo sito adagiato sulla collina del Vomero.

Dal 12 al 14 ottobre 2018La “Sagra della Castagna e della Nocciola Avellana”

Ad Avella (AV)Protagoniste dell'evento saranno le succulenti pietanze a base di prodottitipici locali, quali nocciole, noci, castagne, porcini, cinghiale, cotechini lo-

cali, salsicce, broccoli, caldarroste, il tutto accompagnato da Aglianico Irpino e birra artigianale. Ci sarà, inoltre, la possibilità di acquistare

prodotti tipici locali: formaggi, salumi, noci e tutto ciò che la bassa Irpinia produce, oltre ad altri prodotti di vario genere esposti

dagli artigiani del luogo.

Il 13 ottobre 2018La “Sagra della Castagna”Contrada Russi, Arpaise (BN)

Degustazione di castagne, carne, vino e prodotti tipici a base di castagne.Per l'occasione sarà allestita anche una mostra fotografica, degli standespositivi di artigianato e un palco per l’esibizione del gruppo di musica

popolare "I Tammore".