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Fonte: http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it Inglese: la LIM uno strumento utile per … by Redazione Bricks · 12 novembre 2011 di Federico Militante IIS “Paolo Frisi”, Milano [email protected] Ho letto con interesse e apprezzato molto, e in alcuni casi commentato, i vari contributi offerti dai colleghi che, nel primo numero della rivista Bricks di Giugno, hanno proposto le loro esperienze sia come docenti che come formatori. In quel numero però non vi sono contributi circa le LIM come risorse applicate all’apprendimento dell’inglese. Mi è venuto spontaneo pensare di proporre la mia esperienza e le mie riflessioni, maturate negli ultimi anni di insegnamento in questo ambito e ancor più sviluppate nel corso “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’insegnamento ed apprendimento delle lingue straniere”, che mi è stato affidato come formatore presso l’IIS “Paolo Frisi” di Milano. È questa la scuola in cui insegno disponendo di tale strumento e, più in generale, di “neo-aule web 2.0”, fornite di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il web e lo studente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, YouTube, Facebook, ecc.) e tra quest’ultimo e gli strumenti messi loro a disposizione (LIM, netbook, sympodium, iPad, ecc.). Però, ancor prima di vedere quali opportunità può dare la LIM in ambienti di questo tipo, voglio accennare ad una questione di fondo: le finalità dell’insegnamento dell’inglese. È un plurale spesso lasciato lì, sommariamente. A volte, infatti, se ne sottintende una – la finalità culturale, in particolare quella strumentale di lingua “veicolare” – dandola, e giustamente, per “ovvia”. Insomma: una realtà assodata e per sé più che sufficiente per legittimare la sua presenza nei curricoli. Questo atteggiamento però ha un limite: lascia latente, un po’ (troppo) indeterminata – quindi non assunta come finalità consapevole e da raggiungere, con livelli congrui ai diversi ordinamenti curricolari – l’altra finalità: quella che corrisponde alla valenza/pregnanza formativa che questa lingua porta con sé. Una finalità non trascurabile. In generale la finalità culturale e quella formativa innervano l’apprendimento di molte lingue straniere. E non solo per l’inglese esse proiettano lo studente verso modalità comunicative “strutturalmente” diverse dalla propria. Lo aiutano ad andare oltre le strutture della nostra lingua, a infrangere stereotipi culturali e a promuovere una mentalità senza preconcetti e, in qualche modo, ad essere più disponibile e creativo. L’articolo si riferisce all’inglese ma, in linea di principio, potrebbero nascere in parallelo altri articoli per altre lingue oggetto di apprendimento nelle nostre scuole. Certo è incontestabile la funzionalità veicolare, a livello planetario, della lingua inglese. Per portare avanti contatti o comunicare oltre le barriere nazionali, per interagire con interlocutori diversi, all’interno di gruppi plurilingue e in occasioni diverse, è necessario padroneggiare un “mezzo” che venga compreso dalla maggior parte delle varie persone. Al momento l’inglese, a partire da una http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/2011/11/12/inglese-la-lim-uno-strumento-utile-per/

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Inglese: la LIM uno strumento utile per …by Redazione Bricks · 12 novembre 2011

di Federico MilitanteIIS “Paolo Frisi”, Milano

[email protected]

Ho letto con interesse e apprezzato molto, e in alcuni casi commentato, i vari contributi offerti daicolleghi che, nel primo numero della rivista Bricks di Giugno, hanno proposto le loro esperienze siacome docenti che come formatori. In quel numero però non vi sono contributi circa le LIM comerisorse applicate all’apprendimento dell’inglese. Mi è venuto spontaneo pensare di proporre la miaesperienza e le mie riflessioni, maturate negli ultimi anni di insegnamento in questo ambito e ancorpiù sviluppate nel corso “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’insegnamentoed apprendimento delle lingue straniere”, che mi è stato affidato come formatore presso l’IIS“Paolo Frisi” di Milano. È questa la scuola in cui insegno disponendo di tale strumento e, più ingenerale, di “neo-aule web 2.0”, fornite di tutte quelle applicazioni online che permettono unospiccato livello di interazione tra il web e lo studente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia,YouTube, Facebook, ecc.) e tra quest’ultimo e gli strumenti messi loro a disposizione (LIM,netbook, sympodium, iPad, ecc.).

Però, ancor prima di vedere quali opportunità può dare la LIM in ambienti di questo tipo, voglioaccennare ad una questione di fondo: le finalità dell’insegnamento dell’inglese. È un pluralespesso lasciato lì, sommariamente. A volte, infatti, se ne sottintende una – la finalità culturale, inparticolare quella strumentale di lingua “veicolare” – dandola, e giustamente, per “ovvia”.Insomma: una realtà assodata e per sé più che sufficiente per legittimare la sua presenza neicurricoli. Questo atteggiamento però ha un limite: lascia latente, un po’ (troppo) indeterminata –quindi non assunta come finalità consapevole e da raggiungere, con livelli congrui ai diversiordinamenti curricolari – l’altra finalità: quella che corrisponde alla valenza/pregnanza formativache questa lingua porta con sé. Una finalità non trascurabile.In generale la finalità culturale e quella formativa innervano l’apprendimento di molte linguestraniere. E non solo per l’inglese esse proiettano lo studente verso modalità comunicative“strutturalmente” diverse dalla propria. Lo aiutano ad andare oltre le strutture della nostra lingua, ainfrangere stereotipi culturali e a promuovere una mentalità senza preconcetti e, in qualche modo,ad essere più disponibile e creativo. L’articolo si riferisce all’inglese ma, in linea di principio,potrebbero nascere in parallelo altri articoli per altre lingue oggetto di apprendimento nelle nostrescuole.

Certo è incontestabile la funzionalità veicolare, a livello planetario, della lingua inglese. Per portareavanti contatti o comunicare oltre le barriere nazionali, per interagire con interlocutori diversi,all’interno di gruppi plurilingue e in occasioni diverse, è necessario padroneggiare un “mezzo” chevenga compreso dalla maggior parte delle varie persone. Al momento l’inglese, a partire da una

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tradizione che si era già consolidata da anni nel mondo occidentale, si è trasferito e riaffermatoanche nella globalizzazione che, comportando un’intensificazione dei contatti bilaterali fra singoliPaesi e culture diverse, non poteva non avere una “lingua di mezzo”.

Nelle nostre scuole comunque non è facile garantire l’acquisizione di un kit di strumenti utili chemettano in grado lo studente-medio di capire e farsi capire, nell’oralità soprattutto, in una o piùlingue straniere. Il che, appunto, comporta ascoltare (ricevere), pensare ed esprimere in quellelingue. Rispetto a questo compito, arduo, un uso qualificato delle nuove tecnologie, e della LIM inparticolare, può costituire un potenziatore – e non da poco – di strategie didattiche già note.

Ho impostato il corso di formazione poi svolto all’IIS “Paolo Frisi” in modo da facilitare un “effettodi migrazione”: la necessità di cimentarsi con uno strumento tecnologico per molti poco familiarepuò infatti sospingere docenti di inglese – una lingua che già appartiene loro – a trasferire approccididattici noti e che perciò danno una sicurezza – nel nuovo ambiente tecnologico e a immaginarneri-modulazioni inedite, capaci di enucleare piste intriganti. Ciò li stimola, li fa sentire “creativi”. Eritorna così un clima favorevole.Attorno alla LIM – proposta su questo piano d’azione e spiegata in quell’inglese (ovvero più ingenerale in quella lingua straniera) che i corsisti conoscono – il partecipante già all’interno delcorso vive e percepisce uno spazio didattico stimolante ed efficace, una dilatazione notevole efruttuosa di varie forme di classroom discussion. Altrettanto per il docente/corsista diventa tangibileche egli può “re-inventare” strategie e approcci didattici noti e magari inventarne altri.Si innesca un circolo virtuoso e insorge la “voglia di fare”.

In questo scenario, questo mio contributo si articola in due parti. La prima riguarda alcune attività estrategie utili a potenziare e/o consolidare le skills linguistiche, le tecniche di note-taking, ilbrainstorming e il public speaking. La seconda, invece, considera altri tipi di attività e/o strategie, ineffetti non meno efficaci, che attraverso la propria sensibilità ogni docente può adattare alleconcrete situazioni classe che si presentano nel quotidiano-scuola. Per tutte queste modalità la lorovalorizzazione in classe con la LIM innesca dinamiche vivaci e positive che tralascio di descriverein quanto facilmente intuibili. Nelle conclusioni accenno ad alcune generalizzazioni ed ipotesid’azione, anche ad altre lingue.La narrazione – nella prima parte espressa in prima persona e riferita, come ho fatto nel corso, almio agire in classe – si presenta come una sequenza di micro-racconti didattici in cui spesso uso il“presente storico”. Nel corso ho visto che questi “racconti spiccioli”, diretti, favoriscono un effettodi immersione immediata nelle situazioni-classe e facilitano il sorgere del dialogo, dellapartecipazione con i colleghi. È, quello del confronto, uno spazio importante che qui mi auguropossa aprirsi tramite i commenti. La narrazione si diversifica nella seconda parte come detto al suoinizio. Nell’insieme mi sono proposto di condurre l’esposizione in modo che, mutatis mutandis,insegnanti di altre lingue possono facilmente intuire, almeno sul piano metodologico, letrasposizioni del caso.

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1ª parte – Un percorso incruento: dalla tigre sulla LIM ad un salto nellinguaggio

La Lavagna Interattiva Multimediale è una risorsa formidabile in mano ad un insegnante pronto adare all’azione didattica una prospettiva cooperativa: è molto versatile usando certi suoi strumenti eproponendosi di … enhance the group discussion. Ecco alcuni casi.

Utilizzare un’immagine come stimolo per la discussione

La funzione rub out, una delle tante funzioni che ogni LIM offre, potrebbe essere utilizzata persvelare parole/immagini nascoste. Posso mettere uno strato di colore su una parola o suun’immagine per nasconderla. E successivamente utilizzare la gomma per svelarne il contenuto, unpo’ per volta. Riporto un esempio di rub out “poggiato” su una poesia di William Blake, The Tyger.Il testo della poesia viene scritto in classe sulla LIM, o copiato da Internet, sia in inglese che initaliano, coprendo quest’ultimo con un colore. Chiedo agli studenti di provare a tradurre il testoinglese. Svelo la traduzione, creando un effetto suspence, con l’ausilio della gomma. L’esercizio ditraduzione può essere svolto contemporaneamente con tutta la classe (ogni singolo alunno puòricorrere all’ausilio di dizionari on line e provare a ipotizzare diverse traduzioni) o in pairs ,attraverso la strategia educativa del peer tutoring. E successivamente li invito a presentarla aicompagni attraverso la dramatization.La drammatizzazione è un’opportunità didattica importante per il raggiungimento di obiettivididattici ed educativi. Essa permette di:

• develop skill in thinking analytically, in acting decisively and responsibly; • increase and sustain the ability to concentrate and follow directions; • strengthen self-concept by cooperative interaction with others; • learn to make commitments and fulfill them; • earn to deal effectively with interracial, intercultural, and multi-ethnic situations; • increase motivation to learn; • develop individual and group creativity.

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Altri escamotage intriganti per stimolare la discussione, per introdurre un argomento nuovo, peraiutare gli studenti a formulare idee e migliorare lo speaking sono lo spotlight e lo screen shade.Questi due strumenti sono un po’ “biricchini”: destano l’interesse degli studenti e attivanoinferential and informative process. Infatti sono tool utili per svelare immagini, parole, quotation:ogni singolo dettaglio può essere svelato agli studenti. Li uso per chiedere loro – non in italiano (!)– di descrivere ciò che vedono o di fare supposizioni su ciò che l’immagine potrebbe nascondere.Nell’esempio seguente, con lo strumento cattura, sono riportate sul workspace varie immaginirelative all’argomento che avrei trattato. Il focus all’inizio è l’immagine chiave che aprirà ladiscussione. Successivamente sposto il riflettore sulle diverse immagini presenti sul workspace.

Nel caso reale ho presentato la prima immagine, relativa al Ministro del Turismo, e posto agli studenti alcune domande per stimolare la discussione: “Who knows this woman?”, “What does she do?”, “Where does she work?”, “What are her aims?”.

Spesso gli studenti non conoscono il personaggio, la quotation, la keyword, che fungono da hookper introdurre l’argomento, quindi conviene che l’insegnante provveda ad inserire sul foglio dilavoro più immagini, cominciando la presentazione dell’argomento con una abbastanza difficile daindovinare, altrimenti non verrebbe stimolata la discussione. Infatti, se l’immagine è tropporiconoscibile ed auto-esplicativa, gli studenti non si lasciano coinvolgere e viene meno la intelligentguessing.La visione della seconda immagine, l’itinerario di viaggio, è invece un’occasione per portare glistudenti a rispondere a domande come: “What does this picture represent?”, “What’s that?”,“What are we going to talk about?”.

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Una possibile alternativa al “riflettore” – quella specie di faro teatrale che, illuminato, isola unparticolare – può essere lo screen shade, anch’esso utile a creare suspense prima di introdurre unargomento nuovo. Questo strumento reveals information slowly.

Attività come quelle suggerite favoriscono l’interazione, invitano gli studenti a formulare eriformulare domande, attivano processi sia inferenziali sia informativi, incoraggiano ipotesi ecostruzione di frasi.

Utilizzare suggerimenti scritti

La funzione “multiutente”, presente nel workspace di tutte le LIM, consente a due o più persone diinteragire sulla lavagna. Ad esempio, una LIM Interwrite consente di suddividere fino a nove partiil foglio di lavoro, dando la possibilità a nove studenti di interagire su di esso. Ecco un esempio dianteprima di pagina “multiutente” in cui la LIM è stata suddivisa in due parti. Per migliorare lospeaking e le grammar rules, riporto sulla lavagna piccole schede di suggerimento relative ad undeterminato argomento (es. Bookshop).

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L’attività può essere svolta secondo modalità diverse:

• a coppie sulla lavagna, ma preferisco ricorrere a questa attività durante le verifiche; • con tutta la classe in simultanea, ma solo se nella classe è facile creare un clima

“democratico”; • a coppie dalla propria postazione e, successivamente, con un’attività di role-play, emulando

il dialogo di fronte alla classe.

In una situazione recente ho usato quest’ultima modalità. Precisate in classe le consegne – lostudente A formula le domande e lo studente B estrapola le risposte dal testo – ogni studente haabbozzato la propria parte di dialogo seguendo la propria flash card di riferimento. Ho quindisomministrato alla classe, ovvero alle coppie, diverse situation cards e consigliato agli allievi diutilizzare dizionari on line per cercare parole sconosciute e di servirsi di siti web comewww.howjsay.com per ascoltare la pronuncia corretta dei vocaboli.

Le coppie di studenti sono formate in modo che le competenze siano il più possibile equamentedistribuite e gli allievi stessi scelgono da soli chi deve essere l’interviewer e chi l’interviewee.Ognuna ha lavorato sulle proprie flash cards aiutandosi con le possibilità offerte dalla rete e quindi,dopo una fase preparatoria all’interazione, si è giunti alla simulazione del role-play di fronte allaclasse.Durante la presentazione dei vari dialoghi/interviste, gli studenti si occupano di correggereeventuali errori commessi dai “pari” – siano essi errori nella costruzione delle frasi e/o nellapronuncia – e offrono soluzioni diverse sia per le domande che per le risposte. L’emulazione tracoppie e il rivestire un ruolo di “correttori” apre la classe; dinamicità e vivacità sono assicurate:casomai bisogna frenarli.

Warm-up

Prima di entrare nel vivo di questa attività didattica è necessario che l’insegnante “smuoval’energia” del gruppo-classe. Il warm-up permette all’insegnante, con frasi di riscaldamento, diintrodurre l’azione didattica che intende sviluppare con gli studenti. Ad esempio, per attirare

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l’attenzione degli studenti, prima di introdurre The tyger di Blake, preferisco mettere al centro delworkspace della LIM un’immagine che crea stupore, inquietudine, paura: l’immagine di una tigre.

Rivolgo allora agli studenti domande semplici: “What feelings does this animal suggest?”, “Wheredoes it live?”, “What’s it like?”. E scrivo le loro risposte sulla LIM. Gli studenti mostrano subito unlessico povero e la difficoltà a riferire in lingua sostantivi come: diffidenza, coraggio, inquietudine,ecc. Chiedo allora di utilizzare un dizionario on line per reperire il maggior numero di sensazionicollegate all’animale.

Dopo aver cercato in Internet un numero congruo di parole, gli studenti vengono invitati a scriveresulla lavagna il sostantivo che, secondo loro, più contraddistingue l’animale.

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Provo quindi a domandare agli studenti dove vivono le tigri. All’unanimità la risposta è: “inAfrica”. Senza stigmatizzare l’errore, chiedo loro di fare una ricerca su Internet e di confermare ointegrare la loro risposta in lingua: una discovery learning, apprendimento per scoperta. Per moltistudenti scoprire che la tigre vive nelle foreste tropicali e non nelle savane è stata una veraserendipity. In ogni modo “La serendipicità implica il fare la scoperta di qualcosa senza averlacercata”.Nella situazione reale, per consolidare le conoscenze apprese, ho somministrato agli studenti unbreve testo, prodotto con la LIM, e chiesto loro di sottolineare gli habitat naturali delle tigri.

Anche per rispondere all’ultima domanda della fase di riscaldamento: “Com’è la tigre?”, glistudenti si sono serviti del dizionario on line.

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L’attività di warm-up è un icebreaker perché permette di:create a positive group atmosphere;

• help people to relax; • break down social barriers; • energize & motivate; • help people to think; • help people to get to know one another.

Dal punto di vista linguistico, attraverso l’attività proposta, gli studenti hanno potenziato e/oconsolidato il lessico, arricchito il loro vocabolario e le loro conoscenze. Creata un’atmosfera digruppo e “riscaldate le menti” è stato possibile entrare nel vivo della “lezione” (chiamiamola così!).

Per introdurre la vita di William Blake strutturo un percorso sul workspace della LIM. La LIMpermette di catturare delle immagini, sistemarle sul foglio di lavoro e creare collegamenti.Posiziono l’immagine dell’autore al centro del foglio di lavoro, preparo dei collegamenti a fasi dellasua vita e alla poesia The tyger. Per i collegamenti legati alla sua formazione uso pagine diwikipedia o di altri siti, esclusivamente in lingua inglese. Invece, per il collegamento alla poesia, il

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sito www.repeatafterus.com è una libreria on line ricca di poesie, che permette all’internauta anchedi ascoltarle.

Invito quindi alcuni studenti ad andare alla LIM per sottolineare, una volta aperta la pagina distudio, i concetti più importanti, estrapolare le idee chiave e dare una rappresentazione grafica allapronuncia delle parole (es. drawing/droing/). In classe ogni insegnante può decidere se focalizzarel’attenzione sulla lettura “globale” e quindi affidarsi allo skimming or speed reading o alloscanning, una lettura analitica. Di solito preferisco cominciare l’attività partendo da una letturaglobale. Quest’ultima, più superficiale e meno noiosa, crea però le basi per quell’articolataimpalcatura delle competenze linguistiche che devono essere poi via via acquisite dallo studente.

L’azione didattica diventa un vero e proprio workshop: un luogo di costruzione di conoscenze ecompetenze linguistiche. Dalla propria postazione gli allievi possono prendere appunti utilizzandoun editor di testo, reperire anch’essi immagini dalla rete e costruire una “lezione” con colori e fontdiversi. Solo se c’è interazione costruttiva e rielaborazione si crea apprendimento.Individuate le informazioni più importanti relative alla vita ed alla poetica di Blake, propongo aglistudenti l’ascolto della poesia The tyger. C’è ascolto solo se lo studente è in grado di decodificare ilmessaggio e per decodificarlo è necessario che l’insegnante estrapoli i concetti difficili, li scriva alla

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lavagna e li traduca. Le strategie di ascolto, come tutti i docenti di lingue sanno, sono tre: pre-listening, while listening e post-listening. Nella concreta situazione del livello-classe, lo scopo erache i ragazzi si lasciassero incuriosire dall’argomento e, quasi “catturati dalla tigre”, focalizzasserol’attenzione sul ritmo incalzante dell’animale, sulla sua potenza e magnificenza.

Ascoltata la poesia, clicco su un altro link, in questo caso a Youtube, che mi permette di far ascoltareagli studenti di nuovo la poesia, di far vedere loro l’immagine della tigre in movimento e di farascoltare loro i suoni legati alla foresta e ai versi dell’animale. La LIM fa la differenza perchépermette di rendere la lezione multimediale, utilizzando testi, suoni e immagini e catturando thelistener’s attention.

Sempre in coppia, e ognuno dalla propria postazione, agli allievi può essere chiesto di ri-tradurre iltesto. L’attività di scanning, lettura e comprensione intensiva, permetterà di comprendere ilsignificato della poesia, darà modo di confrontarsi sulle possibili interpretazioni e porterà aipotizzare ciò che il poeta ha tentato di comunicare. In questa fase mi propongo di limitarmi asvolgere il ruolo di supervisore, cerco di veicolare consigli e suggerimenti. Comprendere una poesianon è sufficiente per analizzarla, quindi è necessario che l’insegnante chieda agli studenti di trovareallitterazioni, metafore, anafore e allusioni presenti nel testo. La richiesta di individuare figure

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retoriche è proficua solo se l’argomento è già familiare agli studenti, altrimenti non siverificherebbe l’inferential and informative process. Il processo di ricostruzione delle conoscenzeapprese e la capacità di inferenza trovano terreno fertile solo se si è precedentemente “dissodato” ilterreno su cui poggia l’argomento.

Accenno ora ad un’attività in cui ho valorizzato la LIM per far partecipare anche alcuni studentidiversamente abili che ho in varie classi. Per coinvolgerli chiedo loro di osservare le immagini

catturate dalla rete, di iniziare a definire ogni immagine con una parola (es. hell, tiger, sea, lamb,ecc.) e di associare, con un’attività di matching, le immagini con lo stesso significato.

Quest’esercizio permette loro di comprendere i concetti più importanti presenti nella poesia, diimparare parole nuove, di lavorare sullo stesso argomento, di non sentirsi “fuori” dal gruppo-classe.

Qualsiasi attività svolta dagli studenti va comunque “relazionata/restituita” alla classe: la fase diintergruppo è molto importante perché permette di confrontarsi e di fare riflessioni condivise.

Prima di concludere l’argomento proposto passo alla fase della verifica. Nelle attività didattiche diinglese svolte con la LIM è bene che l’insegnante si riservi un punteggio, relativo ad indicatori –

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come partecipazione, cooperazione, riflessione critica, autocontrollo, autonomia, atteggiamentooperativo e propositivo, ecc. – da attribuire al risultato ottenuto dallo svolgimento della verifica.Probabilmente in altre materie vi sono indicatori corrispondenti. Ecco la verifica realizzata con laLIM:

Per alunni DVA e DSA, è possibile somministrare una prova strutturata in modo diverso, volta adaccertare i nuclei delle stesse conoscenze e competenze degli allievi normodotati. L’attività presentenel foglio di lavoro seguente, denominata TO SUM UP, è un classico esercizio di buildingsentences, che lo studente svolge con un’attività di drag and drop. Per lo svolgimento dello stesso,l’allievo con disturbi specifici d’apprendimento può ricorrere a vari strumenti compensativi(dizionari on line, cartacei, ecc.).

Brainstorming

Il brainstorming è un’attività di elicitazione delle conoscenze pregresse. Può essere utilizzato perintrodurre un argomento nuovo o per fare il punto della situazione su un argomento già visto. LaLIM si presta benissimo per questo tipo di strategia didattica.Se, per esempio, intendo fare il punto della situazione su un testo letto – nell’esempio i noti

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attentatati dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle – posso chiedere ad alcuni studenti di riportareoralmente le parole che ricordano del brano letto e intanto invito, a turno, altri studenti a fissare glielementi emersi sulla lavagna così da focalizzare l’attenzione anche sulla scrittura degli stessi. Inseguito la classe viene coinvolta a selezionare i concetti chiave, ad individuare loro “diramazioni”, araggrupparli per aree tematiche. Questa attività favorisce l’arricchimento lessicale, una riflessioneortografica delle parole e la creazione di frasi semplici che nascono spontaneamente dalleconcatenazioni connesse alle diramazioni emerse. In seconda battuta, gli allievi, dalla loropostazione, possono utilizzare Internet (www.wordreference.com) per tradurre parole o verbi chenon ricordano.

Dopo aver riportato sul workspace le voci che riguardano il topic oggetto di riflessione e/odiscussione, posso chiedere agli studenti di disegnare una tabella e classificare le parole finoraemerse.

How to brainstorm or cluster ideas? Tre sono le tipologie di brainstorming utili in didattica chepossono essere realizzate, e con un valore aggiunto non indifferente, con la LIM.

1. Cluster diagram: utile per prewriting activities. È intelligente chiedere agli studenti i topic sui

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quali intendono scrivere e far votare loro quello su cui scrivere. È importante che gli allieviscelgano un argomento su cui lavorare, ma per evitare che scelgano argomenti troppo difficili otroppo lontani dal programma di studio, è bene che l’insegnante dia loro una rosa limitata diargomenti. Dopo aver scritto il topic nel centre bubble, si chiede loro di suggerire tre o quattro ideead esso correlate e successivamente sviluppare quelle idee.

Di questo tipo, ecco un esempio esplicativo:

2. A B C brainstorm: con questo tipo di brainstorming, agli studenti viene chiesto di trovare ilmaggior numero possibile di parole collegate al topic di discussione e, successivamente, conun’attività di brainwriting, di passare da una scrap or bits knowledge a organized knowledge.

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3. Sensory details chart: sono grafici utili per le descrizioni.Il grafico qui riportato prende in considerazione how the five senses enhance the writing. Glistudenti, sempre con l’ausilio di dizionari on line, vengono invitati a suggerire parole da inserirenella tabella o formulare delle piccole frasi.

Conviene invitare gli studenti diversamente abili e gli allievi di prima alfabetizzazione a svolgerel’esercizio al contrario. Si possono dar loro delle frasi e, con l’ausilio del traduttore on line, chiederedi inserire le expressions nella giusta riga.

2ª parte – Altre strategie didattiche che favoriscono la classroom discussion

Nella prima parte ho riproposto alcune strategie che permettono alla LIM di essere una risorsaessenziale per facilitare l’apprendimento degli studenti, offrendo loro, in qualche modo, lapossibilità di “vivere la lingua”. Altre, non meno efficaci sono descritte di seguito. In questa parte,l’esposizione è sempre proposta riferendosi a situazioni didattiche concrete, che ho gestito comedocente e che nel corso, presentate ai colleghi, hanno stimolato l’interesse e trovato condivisioni.Ho preferito però presentarle in modo un po’ più impersonale, generalizzandole, senza la pretesa difarne dei modelli: sono piuttosto degli “applet” riadattabili a molteplici situazioni didattiche.

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Il Problem solving

La strategia didattica del problem solving pone gli allievi di fronte a problemi da risolvere. Per larisoluzione di un problema è necessario che gli studenti analizzino, affrontino e risolvano lesituazioni problematiche. La finalità di questa metodologia è quella di migliorare le loro strategieoperative per raggiungere una data performance, spesso una competenza definita e desiderata, apartire da una condizione data.La parola “viaggio”, in lingua inglese, ha molteplici traduzioni. Prima di cominciare a parlaredell’argomento “Grand Tour”, si chiede agli studenti di cercare in rete le varie traduzioni dellaparola viaggio e di riportare semplici frasi esplicative in lingua. Navigare, cercare, scoprire,riflettere sono operazioni che stimolano la riflessione e innescano una sana competizionenell’esecuzione della consegna.Qualsiasi attività linguistica proposta agli studenti, sia che essa venga svolta a coppie osingolarmente, necessita di un momento preliminare di riflessione, di intergruppo. Il fatto di dovermostrare ai pari l’attività svolta e quindi venire considerati dal gruppo – un’azione che comunque inun certo qual modo comporta una “valutazione” e sperabilmente un “apprezzamento” – offreopportunità di autorealizzazione, crescita personale, autoaffermazione, ma soprattutto dà luogo aquello che gli inglesi definiscono learning by thinking. L’ansia da prestazione – a volte il timore diessere derisi, criticati e sottovalutati – porta gli studenti a lavorare in modo più attento, concentratoe scrupoloso.

Sorting

La LIM permette di strutturare attività didattiche che sollecitano operazioni mentali come laclassificazione e la categorizzazione. Nell’esempio, l’insegnante posiziona su una pagina di lavoroimmagini relative a vecchi e nuovi oggetti (es. indumenti/accessori) presenti nelle case degli inglesie chiede alla classe quali sono gli oggetti presenti nelle case di una volta e quali si trovano nellecase di oggi. Nello schermo possono essere inserite clip art, fotografie digitali, immagini catturateda Internet, immagini scannerizzate da riviste. Gli studenti sono invitati ad andare di fronte allaclasse per trascinare e lasciare l’oggetto nel box appropriato “old objects” o “new objects”. Mentre

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essi spostano gli oggetti, potrebbe essere chiesto loro di dire o di chiedere qualcosa a propositodell’oggetto scelto: “My father used …” o “That looked very old – What was it used for?”.

Esempio di sorting activity svolto in una classe prima, indirizzo alberghiero:

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Text-disclosure activities

La LIM permette di strutturare delle attività di rivelazione testo attraverso la funzione “livello”. Lagestione dei livelli creati all’interno di una singola pagina permette di poter scrivere più pagine inuna sola e scegliere quali mettere in sovrapposizione.

Il caso-tipo riportato nei due seguenti workspace mostra emoticons, riproduzioni stilizzate diprincipali espressioni facciali umane che si manifestano in presenza di un’emozione (es. sorriso,broncio, ghigno). In fondo alla pagina a sinistra del primo workspace sono presenti due livelli; seclicchiamo sul primo livello appaiono solo le “faccine” (si veda primo workspace), mentre seclicchiamo anche sul secondo livello appaiono le faccine più gli aggettivi che le identificano (siveda secondo workspace). La stessa attività può essere strutturata anche con un esercizio dicompletamento. Attività del tipo di quelle proposte servono a stimolare l’intelligent guessing efavoriscono la discussione di gruppo.

I workspace:

II workspace:

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III workspace (fill in the blanks):

IV workspace:

Supponiamo invece che l’insegnante voglia introdurre gli aggettivi o arricchire il bagaglio lessicaledegli studenti senza utilizzare la funzione “livelli”. Potrebbe catturare delle emoticons dalla rete,

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copiarle sul foglio di lavoro e sollecitare la fantasia degli studenti, portandoli ad ipotizzare aggettivipertinenti alle varie emoticons proposte.

L’insegnante di sostegno, nel caso voglia impostare attività per allievi con special needs, potrebbedistinguere due tipi di lavoro.

A. Per quanto riguarda gli allievi con obiettivi minimi l’insegnante:

• potrebbe invitare gli studenti alla lavagna e chiedere loro di scegliere una faccina e di

definirla con un aggettivo (es. = happy); • potrebbe chiedere agli studenti di identificare, a coppie, lo stato emozionale delle faccine

utilizzando dizionari on line; • potrebbe chiedere agli studenti di scegliere almeno dieci faccine che più li rappresentino e

formulare semplici frasi con un tempo verbale indicato dall’insegnante (es. I am happy whenI … /I was happy when …).

B. Per quanto riguarda gli allievi con difficoltà maggiori, potrebbe chiedere loro di disegnare con lostrumento compasso le emoticons, colorarle e denominarle.

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Sempre con la funzione livello è possibile strutturare altri esercizi di svelamento. È possibileproporre agli studenti dei testi (es. lettere, cartoline, ecc.) con degli spazi vuoti e chiedere loro diprovare ad individuare le parti mancanti (preposizioni, verbi, ecc).

La funzione “svelamento” la si può richiamare con la funzione rub out. Si può cancellare con lagomma un testo e chiedere agli studenti (a coppie, a gruppi o singolarmente) di provare aricomporlo.

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Asking the right questions

Nel lavorare in classe ad un certo punto mi sono chiesto: What is a good question? e soprattutto:“Com’è possibile utilizzare la LIM per porre alla classe domande intelligenti e nello stesso tempoaccessibili per il suo livello?” Le classi, infatti, rinunciano a giocare i giochi non sostenibili, fuoridalla loro portata. Domande efficaci sono indirizzate non a reperire ciò che lo studente ha appreso,ma il processo che lo ha portato a interiorizzare un concetto, un’esperienza, ecc. Le domande nondevono inibire gli studenti ma encourage them to think creatively.All’insegnante conviene accompagnarli, con domande adeguate, a fare una riflessione sultesto/argomento/immagine e non a focalizzare l’attenzione solo sul risultato. Esempio di domande-tipo potrebbero essere le seguenti:

• What can you say about this … ? • Why do you say that? • How do you know that it is a … ? • Speaking about poetry … Where can you see rhymes? • What clues are helping you to identify … ?

Non è sufficiente però porre domande “accorte” per ottenere risposte “intelligenti”: è necessarioanche individuare argomenti che attirino l’attenzione dello studente.Durante un’attività di brainstorming, realizzata con la LIM, alla domanda: “di cosa potrebbeavvalersi l’insegnante per porre domande meritevoli di attenzione?” gli studenti, in inglese,utilizzando tutti gli ausili messi a disposizione dal web, hanno fornito risposte diversificate. Dalladiscussione è emerso che per accattivare the student’s attention gli insegnanti potrebbero:

• using an anecdote; • using interesting topics; • using catching images; • presenting surprising statistics; • starting with a quotation;

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• ask a provocative question.

Come conseguenza di quanto emerso ho ipotizzato alcuni percorsi didattici da realizzare con laLIM. Successivamente li ho sviluppati in classe e poi li ho mostrati ai partecipanti del corso di cuisono stato formatore. Nel caso l’insegnante voglia discutere con la classe di un argomento di forteattualità – es. What people do for fashion – potrebbe stimolare la riflessione partendo daun’immagine.In concreto ho strutturato un’attività da realizzare con la LIM proprio partendo dall’immagine diuna cantante irlandese, Sinnead O’Connor, molto conosciuta tra gli studenti non solo per la suavoce, ma soprattutto per il suo look trasgressivo e camaleontico. Ho mostrato agli studenti la fotodella cantante che ha tagliato i capelli a zero ed ho focalizzato l’attenzione su una sua dichiarazione:“Chiedo di essere ammirata non per il mio look, ma per la mia voce”. L’affermazione della cantanteporterebbe fin da subito gli studenti a riflettere su quanto ascoltato.La LIM permette di fare collegamenti audio. Infatti nella barra degli strumenti è presente un’icona(una cuffia) che indica la possibilità di fare il collegamento. Fare un collegamento audio non èdifficile, è necessario però cliccare sulla sezione dove voler fare il collegamento ed aspettare che siapra un’icona (una catenella), cliccarla ed inserire il collegamento. Per poter fare il collegamento èindispensabile avere il file audio in formato Mp3, altrimenti il software LIM non permette dicaricarlo. Un file Mp3 si può reperire in rete (ci sono dei siti per es.www.agendaweb.org/listening/podcast-mp3), si può creare con un microfono o con l’ausilio diVoki. Quest’ultimo consente di creare file audio e scaricarli con real player. Voki permette di darvoce all’immagine che rappresenta la cantante e di conseguenza far ascoltare la dichiarazione dellaO’Connor. Voki inoltre consente di creare degli avatar, di personalizzarli, di dar loro una vocemaschile o femminile e di scegliere perfino il loro accento (es. American English, British English,ecc.). Voki motiva gli studenti a partecipare, migliora la comprensione dei messaggi, supportal’allievo nell’apprendimento della pronuncia corretta ed introduce in classe una tecnologia inusuale,intrigante.

Successivamente, con un’attività di warm-up, si possono porre agli studenti delle domande diproblem solving:

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• In that photo even with a shaved head, she is still beautiful but for many people a girl with ashaved is not. What is your opinion and why?

• Most people believe that if a girl has shaved her head, it must mean she is homosexual. Would this also be your opinion and why?

• In many societies, it is common that girls have long hair and boys have short. Why do you think that this is common?

• Why in so many countries a girl with a shaved head is strange and if a boy has long hair he’ll have trouble finding a job.

La LIM genera inclusione perché favorisce la discussione di temi legati ad usi e costumi diversidalla nostra cultura. L’insegnante è facilitato nel coinvolgere gli studenti stranieri con frasi come:

• In ancient Egypt people had to shave their heads because of lice. • Buddhist nuns have to shave their heads and some African women have very short hair.

Una seconda attività può consistere nel mostrare agli studenti immagini legate ai diversi tipi ditatuaggio ed inserire una frase che li porterebbe a riflettere: “In the west it is very common for

young people to have piercings and it is part of their fashion. Why?”.

Questa attività di brainwriting, apparentemente semplice per noi insegnanti, risulta particolarmentedifficile per gli studenti. La difficoltà può essere aggirata, parzialmente, chiedendo agli studenti diricorrere a dizionari o a traduttori on line che, pur non essendo in grado di tradurre una frase nellamaniera corretta, fungono da rinforzo positivo.

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A questo punto all’insegnante, sempre per incentivare prime forme di scrittura creativa esuccessivamente la discussione di gruppo, conviene porre domande (situations) alle qualirispondere. Gli studenti, lavorando in gruppo su una domanda fornita dall’insegnante, cercanorisposte pertinenti. Gli esempi riportati sul workspace che segue sono esplicativi:es. Group one: cosa accadrebbe se tu tornassi a casa con un piercing? Come reagirebbero i tuoigenitori?Gli allievi, a gruppi, potrebbero svolgere l’esercizio con la strategia del cooperative learning. Illavoro di gruppo favorisce la negoziazione di idee, la scrittura collaborativa e il gioco di ruolo. Dalpunto di vista grammaticale lo svolgimento dell’esercizio proposto permette all’insegnante direcollecting previous grammar rules, es. “if clauses”.

Altro esercizio utile, e ben affrontabile con la LIM, è quello, del Tv Survey.Immagini relativi a programmi televisivi (es. Zelig, partite di calcio, ecc.) fanno da gancio a cuiancorare – … Ausubel insegna – l’attività di comprensione e stimolano il pensiero creativo.

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Sharing knowledge and expertise

Utilizzando la LIM, gli alunni non solo sviluppano competenze cognitive, metacognitive, affettive,socio-relazionali, comunicative ed informatiche, ma le reificano e condividono attraverso lastrategia del cooperative learning. Il software della LIM può essere scaricato su ogni pc/postazionedell’allievo in modo da essere utilizzato dagli allievi stessi, sui loro monitor, anche a casa. In unaclasse prima ho chiesto agli alunni di lavorare in pairs, utilizzare il software LIM, il dizionario online per cercare nuove parole ed elaborare una concept map che mostrasse le relazioni tra concetti.Partendo da un topic chiave, ad esempio “clothing”, ho chiesto loro di cercare tanti lemmi relativiall’abbigliamento. In questa attività ho spiegato agli studenti che, utilizzando lo strumento catturaparziale, presente nella barra degli strumenti della LIM, è possibile reperire immagini sul web. Leimmagini catturate vengono riportate sul workspace e successivamente collocate in base ai diversiaccessori che compongono l’abbigliamento.Le coppie sono state formate secondo la strategia didattica del peer tutoring, bilanciando lecompetenze e le conoscenze degli studenti.

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Quello più intuitivo e con più dimestichezza con il computer è stato affiancato da uno menoesperto. Per comodità ho chiamato “technician”, lo studente utilizzatore dei sistemi informatici equindi depositario di un “sapere pratico”, e “researcher” quello che ha avuto il compito di cercareparole nuove e di veicolarle attraverso l’attività di spelling.Il lavoro mostrato di seguito è il risultato dell’attività svolta:

L’attività ha permesso:

• interaction, che ha sviluppato la collaborazione e stimolato gli studenti a fare confronti conla loro vita ed esperienza e ad apprezzare i valori culturali e sociali di altre comunità;

• tentative approaches, approcciarsi alla risoluzione di un problema attraverso i tentativi portalo studente a “costruire”, “organizzare” i dati dell’informazione;

• conversation, lo scambio di idee permette di non pensare in autonomia; • discovery learning, l’apprendimento deve realizzarsi sulla base della scoperta, lo studente

deve sorprendersi in modo che si motivi a ri-cercare ancora per ri-esplorare, ri-scoprire, ri-sorprendersi, ri-motivarsi;

• improve writing and speaking skills;

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• problem solving, non c’è ricerca in assenza di un problema; • increase, strenghten and enhance vocabulary.

L’aspetto ludico dell’attività ha favorito l’aspetto socializzante e cooperativo tra gli studenti.

Attività di modelling, demonstration e annotating

Dalla descrizione delle precedenti opzioni didattiche si comprende che le LIM permettono di crearedegli oggetti, di modificarli (modelling) e di spostarli (drag & drop activity). Lo studente puòutilizzare quest’ultima opzione per trascinare il lemma corretto e lasciarlo sotto l’immagineappropriata.

L’attività proposta potrebbe essere utilizzata per stimolare la scrittura collaborativa. L’insegnanteassume il ruolo di scriptwriter e spinge gli studenti a creare brevi conversazioni utilizzando ilvocabolario on line e cercare to expand sentences:Insegnante: “What’s the rush in picture one or Why is she running?”.Studente: “She’s in a rush to get to her wedding or She’s rushing to get to her weeding”.Vediamo un altro esempio di drag&drop activity: se l’insegnante decidesse di insegnare aglistudenti come pronunciare la lettera “c” in inglese, potrebbe scrivere sulla lavagna una quantità diparole che iniziano con la lettera “c” e disegnare un quadrato e un cerchio. L’insegnante potrebbespiegare loro che nel quadrato vanno inserite la parole con il suono di una “c” hard e nel cerchio leparole con una “c” soft. E’ preferibile chiedere agli allievi di ipotizzare una regola che li aiuti adecidere come potrebbe essere pronunciata la “c”. L’esercizio risulta proficuo se gli studentiriescono ad inferire, osservando le parole, che la “c” è soft quando precede le vocali “e” o “i”.

L’esercizio proposto qui di seguito mostra un’altra attività, semplice, realizzata con la funzionedrag&drop. Per verificare che gli studenti abbiano appreso l’argomento legato al Grand Tour,inserisco parole sparse all’esterno del centre bubble e invito, a turno, gli studenti alla lavagna pertrascinare nel cerchio le parole chiave che avrebbero potuto formare una frase di senso logico.

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La LIM permette di interagire con il testo e molteplici sono le azioni che si possono svolgere su diesso: è possibile evidenziare, sottolineare, chiosare (annotating), ecc. Le mappe spontanee econcettuali per il docente sono uno strumento principe, consentono di strutturare vari tipi di attivitàe di “dimostrazioni” (demonstrating). Quest’ultime, ai fine dell’apprendimento, servono per moltiscopi: far emergere le conoscenze di partenza e rassicurare gli studenti mostrando loro che la classenon è mai del tutto “nuda”, di programmare strutture di contenuti da affrontare, di individuarepercorsi disciplinari coerenti, negoziati e condivisi.

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Le attività possono essere progettate ad hoc dall’insegnante, catturate da Internet o reperite dalla“Galleria”, che appunto costituisce una specie di libreria ricca di immagini e InterWrite Sims(simulazioni Flash interattive). La galleria è suddivisa in Categorie e svariate sono le attivitàpresenti: dagli esercizi di abbinamento di un’immagine a un lemma (matching), al commento diun’immagine, ecc.

Nel caso l’insegnante voglia presentare agli studenti un lessico legato al mobilio, un’immagine èsubito catturabile da Internet e, tramite quest’ultima, si possono introdurre gli oggetti presenti inuna stanza. L’esempio riportato è un dipinto di Vincent Van Gogh. Esso mostra la camera da lettodel pittore e si presta molto bene ad introdurre parole come table, window, pictures, ecc.

La LIM permette di lavorare sulle immagini, di copiarle, ritagliarle, allargarle e ridurle (si veda diseguito il dipinto di Paul Gauguin).

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Conclusione

Più che conclusioni – le cose da dire per chiudere – queste vorrei che fossero delle estrapolazioni,delle aperture. Il multilinguismo costituisce sempre un enorme vantaggio per gli individui, per lamobilità degli studenti, per sfruttare opportunità di lavoro in paesi diversi, per lo sviluppo delleimprese e la competitività. Sotto questo profilo, ad esempio, l’inglese è lingua è essenziale, e cometale riconosciuta, per contribuire a porsi nella prospettiva politica prioritaria assunta per valorizzarel’educazione dall’Unione Europea: la strategia di Lisbona volta ad aumentare la crescita el’occupazione.

Nello stesso tempo, però, una volta “entrati” in una qualunque lingua straniera non si diventa “solo”capaci di veicolare informazioni. Tale competenza linguistica, una volta acquisita, in realtà permetteall’uomo di “decentrarsi”. Sono queste due competenze che, come accennato nelle premesse,corrispondono a due finalità diverse e complementari di ogni lingua straniera. Dal punto di vistaconcettuale, la prima, quella strumentale, è la condizione necessaria “per stare meglio nel mondo”;la seconda, a volte sottaciuta, è invece quella sufficiente. In particolare per l’inglese essa alza nonpoco l’orizzonte di senso del suo apprendimento. Infatti contribuisce ad un’apertura, anche mentale,

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ad un altro modo di pensare. L’inglese è una lingua che porta a “vedere” il mondo sotto un punto divista diverso. Invita e aiuta a considerarlo, e ad esprimerlo, in un altro modo. Sì, perché c’è unareciprocità tra lingua e pensiero. E ciò vale per ogni altra lingua. Le strutture della comunicazione siarricchiscono. La padronanza di una lingua di fatto induce a pensare “come si pensa in quellalingua”. La forma mentis – le formae mentis, per dirla con Gardner – ne vengono influenzate, siarricchiscono. Il linguaggio descrittivo, prescrittivo e predittivo dell’inglese, il suo discorrere, èun’altra cosa. L’alterità linguistica apre ad una “alterità mentale”. E ciò costituisce la pregnanza(profondamente) formativa dell’inglese. È questo un tratto sottile – nello stesso tempo vero edincisivo – che si traduce in atteggiamenti e in comportamenti concreti.In questa prospettiva, francamente quasi un po’ con mia sorpresa perché non pensavo accedesse cosìpresto, ho constatato un indotto inedito dell’uso dello strumento LIM in una classe in cui l’hovalorizzata in modo piuttosto sistematico: verso la fine dell’anno scolastico ho notato unospostamento dell’interesse con cui gli studenti hanno seguito il percorso didattico. Quel certo usodella LIM ha favorito molto il loro voler “sapere” l’inglese. Ed inoltre, ecco il punto: si sono aperti,allargati verso le dimensioni cui sto ora accennando. Non tutti, magari, ma qualcosa di “diverso dalsolito” (che accadeva alla fine degli anni precedenti, quando non usavo la LIM) stava succedendo.Penso che noi tutti, insegnanti di lingua straniera, vorremmo “vedere” questi esiti. Che fare??Ritrovarci in una convention? Almeno in rete potremmo aprire una discussione capace di allargare inostri orizzonti professionali: la LIM diventerebbe un’occasione per guardare anche oltre. Mi hacolpito molto nel Corriere della Sera del 6 Novembre l’articolo “Non solo Inglese. Perché è unaffare difendere l’italiano”. L’ho letto d’un fiato! È stato uno specchio. In qualche modo mi ha fatto“tornare a casa”. E sono uscito ancor più convinto del senso che ho inteso dare a questo contributo.E il Corriere, ultimamente, aveva già sottolineato, commentato che molti autori africani stannoelaborando i loro romanzi in italiano: che bello! Anche la nostra cara lingua è utile per gli altri, perle loro alterità.

È il momento di chiudere. E sento il dovere di ringraziare tutti coloro che hanno variamentecontribuito alla realizzazione di questo lavoro.Gli studenti dell’IIS “Paolo Frisi” di Milano che hanno condiviso con me un percorso didattico cheli ha visti coinvolti nel ruolo di “attori centrali” in un film sulla costruzione di alcune loroconoscenze e competenze e nel quale si sono lasciati guidare dal docente/tutor e regista. Ancora unavolta, hanno manifestato che ritengono fondamentale “essere considerati” nelle potenzialità. E nongiudicati come imbranati che “non verranno mai fuori”. Da parte mia con questi usi della LIM c’èstata anche un’ulteriore constatazione: l’importanza di avere riscontri tangibili – mediante ilsuccesso scolastico dei propri studenti – della nostra azione educativa.I docenti che hanno partecipato al Corso di formazione “Tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione nell’insegnamento ed apprendimento delle lingue straniere”, tenuto presso l’IIS “P.Frisi”, con la qualità delle loro vivaci discussioni mi hanno “elettrizzato”: portato ad intravvederealtre congetture e punti di vista indispensabili per valutare, riflettere ed arricchire le strategiemetodologiche da adottare nell’azione didattica con la LIM.Il Dirigente Scolastico dell’Istituto, prof. Luca Azzollini, peraltro anche Direttore del corso di

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formazione, una figura convinta che le TIC possano essere valorizzate in classe dai docenti non solonella dimensione culturale delle discipline ma anche in quella della formazione trasversale delsoggetto, si è mosso nella linea di dotare l’Istituto di mezzi tecnologici notevoli e in parallelo haattivato percorsi di formazione di docenti. È questa l’occasione per esprimergli la mia gratitudineper avermi accordato la Sua fiducia nell’assegnarmi il delicato compito di gestire un corsoinizialmente concepito come azione interna di formazione LIM per i colleghi, ma – e con un’abilemossa – in seguito aperto al territorio lombardo dall’Ispettrice Gisella Langè, Dirigente Tecnicodell’USR Lombardia, che lo ha segnalato sul sito dell’USR come meritevole di attenzione.L’ispettore Augusto Tarantini, già Responsabile dell’Area “ICT nelle scuole” dell’USR Lombardia,a valle degli esiti del corso di formazione sulle LIM, mi ha coinvolto nei workshop attivatidall’ITTS “A. Gentileschi” di Milano, capofila di una rete di scuole Lombarde che attuano ilProgetto nazionale Cl@sse 2.0. E mi ha stimolato – ed in itinere incoraggiato – ad elaborare ilpresente contributo perché altri docenti di lingua inglese possano disporre di un’altra occasione perconsiderare ragioni ed azioni di un procedere didattico che assegna centralità non tanto alle risorseLIM ma ad loro uso come mezzi per finalità culturali e formative con gli studenti. E, utilizzandostrumenti e linguaggi vicini al loro mondo, intanto li avvia ad aprirsi anche “all’alterità mentale”.

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