ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso...

58
Sul valore d’uso sociale dei beni ambientali PAGINA 6 La basilica di S. Giovanni Maggiore in Napoli PAGINA 3 Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB (NA) ISSN 2038-4742

Transcript of ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso...

Page 1: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Sul valore d’uso sociale dei beni ambientali

PAGINA 6

La basilicadi S. GiovanniMaggiore in Napoli

PAGINA 3

Un ingegnere napoletanochiamato alla guidadel più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana

PAGINA 47

numero 2marzo-aprile 2012

PO

ST

E ITA

LIA

NE

S.P

.A. -

SP

ED

. IN

AB

B. P

OS

T. -

D.L

. 353/2

003 (

CO

NV

. IN

L. 27.0

2.2

004, N

. 46)

AR

T. 1, C

OM

MA

1, D

CB

(N

A)

ISSN 2038-4742

Page 2: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

SOMMARIO

marzo-aprile2012

IngegneriNapoli

marzo-aprile 2012Bimestrale di informazione a cura del Consiglio dell’Ordine

EditoreOrdine degli Ingegneri della Provincia di Napoli

Direttore editoriale: Luigi Vinci

Direttore responsabile: Armando Albi-Marini

Redattori capo: Edoardo Benassai,Pietro Ernesto De Felice, Mario Pasquino

Direzione, redazione e amministrazione80134 Napoli, Via del Chiostro, 9

Tel. 081 5525604 – Fax 081 5522126www.ordineingegnerinapoli.it

[email protected]/c postale n. 25296807

Comitato di redazione: Luigi Vinci, Paola Marone,Nicola Monda, Eduardo Pace, Marco Senese,

Annibale de Cesbron de la Grennelais, Giovanni Esposito,Paola Astuto, Francesco Paolo Capone, Fabio De Felice,

Renato Iovino, Andrea Lizza, Giovanni Manco,Salvatore Vecchione, Eduardo Sgro’

Coordinamento di redazione: Claudio Croce

Progetto grafico e impaginazione:doppiavoce

Stampa: Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli s.p.a.Via Cisterna dell’Olio, 6/B – 80134 Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 2166 del 18/7/1970Spediz. in a.p. 45% – art. 2 comma 20/b – I. 662/96 Fil. di Napoli

ISSN 2038-4742

I contenuti possono essere modificati per esigenze di spazio conil massimo rispetto del pensiero dell’autore. Le riproduzioni

di articoli e immagini sono consentite citandone la fonte.L’editore resta a disposizione di ogni eventuale avente diritto

per le competenze su testi e immagini.

Associato U.S.P.I.Unione Stampa Periodica Italiana

Tiratura: 13.000 copieFinito di stampare nel mese di maggio 2012

Riqualificazione e valorizzazione

La Basilica di S. Giovanni Maggiore in NapoliGli ingegneri napoletani le donano una nuova vita

pag. 3

Nuove tecnologie

La diffusione della culturapag. 5

Sostenibilità ambientale

Sul valore d’uso sociale dei beni ambientalipag. 6

Relazioni internazionali

Ingegneri Meccanici Europei:accordo tra SUPMECA di Parigi

e la Federico II di Napolipag. 10

Prevenzione incendi

Corso base di specializzazionein prevenzione incendi

finalizzato all’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell’Interno, di cui all’art. 4 del D.M. 5 agosto 2011

pag. 13

In copertina: la Reale tenuta di Carditello.

Page 3: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Recensioni

Impianti energetici, idrosanitarie soluzioni per la sicurezzapag. 25

L’Italia che franapag. 26

Fotovoltaico/condomini

Gli impianti fotovoltaici tra tutela territoriale e sviluppo sostenibilepag. 27

Il fotovoltaico nel condominio:aspetti normativi e legalipag. 32

Territorio

Piano di rigenerazione urbana dell’area compresatra il fiume Volturno ed il canale dei Regi LagniUna possibile strategia di connessione ed integrazione territoriale sostenibilepag. 42

Istituzionale

Un ingegnere napoletano chiamato alla guida delpiù prestigioso ente pubblico di ricerca italianapag. 47

Storia

L’industria meccanica napoletana: la Magaldi Industrie s.r.l.pag. 48

Tecnologia

Un progetto di ponte di Archimede in un lago cineseNota di commentopag. 51

Normativa

Presentazione delle istruzioni CNR per la progettazione,l’esecuzione ed il controllo delle strutture di alluminiopag. 53

Page 4: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

3

LA BASILICA DI S. GIOVANNI MAGGIORE

IN NAPOLIGli ingegneri napoletani

le donano una nuova vita

“Agli Ingegnerinapoletani spetterà il

compito di essere custodi,registi, promotori e

coordinatori dellabasilica

Nel dicembre 2010 l’Ordine degli In-gegneri della Provincia di Napoli inuno all’Associazione Ingegneri diNapoli ed alla Fondazione degli In-gegneri di Napoli ha risposto con en-tusiasmo all’appello del CardinaleMons. Crescenzio Sepe, Arcivescovodi Napoli, che ha indetto il Giubileoper la Città di Napoli per “riaprire leporte alla speranza”.L’adesione si è concretizzata nell’or-ganizzazione del “Giubileo degli In-gegneri” e nella manifestazione di in-teresse a ricevere in uso alcune Chie-se del territorio che sono chiuse edinutilizzate da molti anni e rese di-sponibili da S.E. per restituire alla Cit-tà un patrimonio di inestimabile va-lore e, nel contempo, stimolare l’of-ferta di servizi e di cultura per lo svi-luppo sociale.Durante il “Giubileo dell’Ingegnere”,tenutosi lo scorso 9 dicembre pressola Facoltà di Ingegneria, l’Ordine de-gli Ingegneri ha il progetto di riquali-ficazione e di valorizzazione dellaChiesa dei SS. Cosma e Damiano edal Largo Banchi Nuovi in Napolicon l’intento di intrecciare la riquali-ficazione del territorio con la promo-zione culturale e turistica della zonadei Banchi Nuovi con un progetto dicrescita realizzato anche attraversoinnovative infrastrutture tecnologiche.Il 14 dicembre 2011, l’Arcivescovodi Napoli ha consegnato le chiavidelle prime Chiese, tra cui la Basilicadi S. Giovanni Maggiore agli Inge-gneri napoletani, attraverso l’Ordine,l’Associazione e la Fondazione.

Presso la sede dell’Ordine degli In-gegneri, si è immediatamente inse-diata un task force multidisciplinareper sviluppare le migliori proposteprogettuali per un utilizzo consape-vole della Chiesa e delle sue enormipotenzialità.Il Presidente, ing. Luigi Vinci, con ilConsiglio dell’Ordine e la dirigenzadell’Associazione Ingegneri e dellaFondazione ha aperto un tavolo di la-voro permanente a cui si siedono an-che tutte le istituzioni civili e religio-se: Curia, Comune di Napoli, So-printendenza BAPSAE, ecc.Già da subito il 23 gennaio 2012 siè svolta la cerimonia di apertura stra-ordinaria della Basilica di San Gio-vanni Maggiore, tornata all’anticosplendore dopo un lungo intervento direstauro a cura della Soprintendenza,con il “Recital per la memoria” inter-pretato da Moni Ovadia, ed orga-nizzato in sinergia con il Comune diNapoli, assessorato alla Cultura.Il 16 aprile 2012, S. E. Mons. Cre-scenzio Sepe officerà la Messa di ria-pertura della Chiesa al culto.La basilica diventerà un centro pul-sante del Centro Storico di Napoli, incui si completeranno iniziative e pro-poste sociali con quelle religiose.Agli Ingegneri napoletani spetterà ilcompito di esserne custodi, registi,promotori e coordinatori.Il programma di rifunzionalizzazionedella Chiesa è lungo ed articolato mapuò essere così schematizzato:– apertura al culto mediante cele-

brazione di Messa festiva, favo-

Luigi Vinci

numero 2marzo-aprile 2012

Page 5: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

4Ingegneri

Napoli

rendo l’approfondimento spiritua-le e religioso mediante riunioni edialoghi in collaborazione con laDiocesi;

– celebrazione della Messa degli In-gegneri e dei Professionisti;

– formazione etica e professionale,rivolta prevalentemente ai giovanidel territorio;

– supporto all’inserimento nel mon-do del lavoro attraverso iniziativedi stage, apprendistato, visite pro-fessionali, ecc.;

– promozione di studi e ricerche perlo sviluppo socio-economico delterritorio;

– realizzazione di un Museo dell’In-gegneria;

– organizzazione di visite guidate,mostre, convegni, seminari, con-certi che non interferiscano con lasacralità del tempio;

– apertura di uno “Sportello tecnico”che funga da Centro Ascolto inmateria tecnica per il territorio cir-costante;

– collaborazione con la Curia perun servizio sociale di consulenzetecniche, svolte dai propri asso-ciati a titolo gratuito, per far fron-te a problematiche emergenziali inpresenza di disagio sociale;

– disponibilità all’organizzazione dieventi congiuntamente alle Istitu-zioni ed alle Associazioni.

Noi ingegneri abbiamo interpretatoil “non chiudere la porta alla speran-za” come l’occasione per restituire di-gnità di vita dedicandoci, in partico-lare, ad una parte della città che viveall’interno dei percorsi di riqualifica-zione e di valorizzazione anche turi-stica senza, però, esserne mai sfio-rata: recuperare spazi fisici degra-dati per donare loro nuova vita, e va-lorizzare quelli già immediatamenteutilizzabili, ricreano fiducia nella po-polazione attraverso il suo coinvolgi-mento e delineano le migliori condi-zioni per un futuro di crescita anche,ma non solo, per i giovani.

Page 6: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

5

LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA

“L’uso del digitale edin particolare della bandalarga risolve egregiamente

la diffusione dellaconoscenza a costi molto

contenuti

È ben vero che il fondamento dellaglobalità della cultura si trova nellapartecipazione qualificata. Quest’ul-tima costituisce il mezzo più idoneoper determinare la base di discussio-ne sui giudizi che ciascuno è in gra-do di esprimere.Per conseguire l’obiettivo della par-tecipazione occorre adoperarsi peruna divulgazione del sapere che,incrementando la sensibilità versoil bene culturale, determina quel-l’arricchimento umanistico, scienti-fico e/o artistico necessario allosviluppo.La reazione emotiva all’atto dell’ap-prendimento culturale costituisce labase per la formazione di quella sen-sibilità che serve alla divulgazionedel sapere e determina il successo omeno del prodotto o dell’innovazio-ne tecnologica.Con questa premessa l’attività deglistudiosi confinata in luoghi geografi-camente dispersi deve essere perquanto possibile posta a servizio del-la comunità per ottenere una parteci-pazione culturale qualificata.L’uso del digitale ed in particolaredella banda larga risolve egregia-mente la diffusione della conoscenzaa costi molto contenuti. Pertanto, occorre considerare taleuso un bene pubblico. Così come l’acqua! L’accesso pubblico e gratuito ad in-ternet a banda larga e senza fili peri Centri di Ricerca rappresenta unodei modi migliori per incentivare l’at-tività scientifica e per capovolgere la

scala delle priorità nei finanziamentidel Governo.Mettere a disposizione, di tutti quelliche della Ricerca ne fanno uno degliscopi di vita, un mezzo di diffusioned’immensa capacità può contribuirenotevolmente ad evitare l’emargina-zione intellettuale da cui spesso sonocaratterizzati i nostri Atenei.Per ottenere la globalizzazione di cuisopra occorre far riferimento ad un si-stema di vita articolato per temi.Tali temi sono tutti collegati dall’ideadi uno “stile di vita digitale” che con-siste in: 1) una vita sociale accre-sciuta; 2) una produzione urbanaverde; 3) reti intelligenti per energiada fonti rinnovabili; 4) sanità ubi-qua; 5) esperienza culturale arric-chita; 6) sicurezza della vita quoti-diana; 7) mobilità individuale non in-quinante; 8) programmi di appren-dimento per tutta la durata della vi-ta; 9) autonomia della vita quotidia-na per gli anziani.Temi che evocano soluzioni informa-tiche e piattaforme di servizi ricchedi opportunità per piccole e grandiaziende con ricadute occupazionaliper i giovani.

Edoardo Benassai

numero 2marzo-aprile 2012

Page 7: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

“La sostenibilitàglobale è il raggiungimentodel benessere duraturoeconomico, sociale edambientale per tutti glielementi della società

6Ingegneri

Napoli

SUL VALORE D’USO SOCIALE DEI BENI AMBIENTALI

Paola MorgeseIngegnere e project managerCommissione Ambientedell’Ordine degli Ingegneri di Napoli

Il valore d’uso sociale dei beni am-bientali coinvolge contemporanea-mente tutti e tre gli aspetti della so-stenibilità: economico (valore), so-ciale (uso sociale) ed ambientale (be-ni ambientali).Per eseguire un’analisi economica diun investimento bisogna stimarne ilvalore economico e ciò vale ancheper gli investimenti in campo am-bientale. L’analisi economica è riferi-ta alla collettività, da qui il suo lega-me con gli aspetti sociali, e si distin-gue dall’analisi finanziaria, che ri-guarda invece il solo operatore pri-vato che la intraprende. Il valore d’uso sociale (o valore eco-nomico) di un bene ambientale è ri-ferito all’apprezzamento che ne ha lasocietà in funzione della sua utilità edella sua fruibilità collettiva. La stimadel valore d’uso sociale coinvolge an-che dei fattori non facilmente quanti-ficabili in termini di efficienza econo-mica, che non possono essere defini-ti in termini di redditività, non sonoesprimibili direttamente in moneta e,come tali, ricadono nel gruppo deicosiddetti “intangibles”.

Prima di procedere nella trattazionesono d’obbligo alcuni brevi e nonesaustivi richiami di microeconomia.Il bene economico è un prodotto o unservizio, che abbia caratteristiche diutilità, fruibilità e limitata disponibili-tà. Può essere durevole o non dure-vole, presente o futuro.Il valore di scambio o di mercato è ilpiù probabile valore, espresso in mo-

neta, di un bene economico scam-biato in un mercato ed è un dato sto-rico legato al particolare mercato. Ilvalore di costo è la somma dei valo-ri di mercato di tutti i fattori produtti-vi occorrenti per la produzione delbene. La produzione è la trasforma-zione di beni naturali o materiali inbeni economici di maggiore utilità. Ilvalore complementare è il valore dicosto più il deprezzamento. Il valoredi trasformazione è il valore di mer-cato dopo la trasformazione meno ilcosto delle opere necessarie alla tra-sformazione. Il valore di surrogazio-ne è il valore di mercato di un altrobene economico con la stessa utilità.Per tutti i dettagli sulle succitate defi-nizioni e sulla metodologia estimati-va si rimanda alla bibliografia ripor-tata a fine testo.

Il valore dei beni ambientali nasce al-lorquando i beni naturali come l’ac-qua, l’aria, il suolo, il territorio e l’am-biente stesso in senso generale si tra-sformano in beni economici. Non so-no più risorse illimitate e la loro di-sponibilità diviene limitata per quali-tà o per quantità.Dall’economia aperta del cow-boy sipassa all’economia chiusa dell’astro-nave terra.

Nei tempi andati, in condizioni di de-terioramento dell’ambiente naturale odel tessuto sociale, c’era sempre lapossibilità di conquistare nuovi spazipiù vivibili sul pianeta. Adesso sul no-stro pianeta non ci sono più nuovi ter-

Page 8: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

ritori da scoprire e da occupare ofrontiere da superare. La terra non èpiù una distesa sconfinata, ma unasfera finita. Anche l’economia deveoggi guardare al pianeta non più co-me ad un sistema aperto, ma comead un sistema chiuso, in cui tutto av-viene al suo interno; gli input (adesempio l’energia e le materie prime)provengono dal suo interno ed anchegli output (ad esempio i rifiuti e le so-stanze inquinanti) vi restano dentro.Meccanismi produttivi consumistici,che creano rifiuti ingestibili e che so-no basati su obsolescenza pianifica-ta, bisogni fatui ed infondati, prodot-ti di scarsa qualità e pubblicità in-gannevole, non possono garantire ilfuturo, la sopravvivenza e la conser-vazione della specie umana. Un’eco-nomia sostenibile non dovrebbe as-secondare unicamente le urgenze delmercato, ma dovrebbe consideraresempre le necessità delle generazio-ni future e garantire il passaggio dauna visione antropocentrica ad unavisione biocentrica. È del 1987 la de-finizione di sviluppo sostenibile, ri-portata nel cosiddetto Brundtland Re-port della World Commission for En-vironment and Development: “Devel-opment that meets the needs of thepresent without compromising theability of future generations to meettheir own needs”.

L’energia pulita, rinnovabile, costitui-sce oggi la nuova frontiera della cre-scita economica globale.Anche il prodotto interno lordo PIL,misura del successo economico di unpaese, in una economia moderna do-vrebbe essere suddiviso in due ali-quote, quella derivante dalle energiee dalle risorse rinnovabili e quella do-vuta invece alle energie ed alle risor-se non rinnovabili.L’innovazione in campo ambientalesi proietta verso la ricerca di proces-si produttivi e di tecnologie ad alta ef-ficienza energetica, che riducano leesternalità negative associate allaproduzione di rifiuti ed all’inquina-mento. I cicli produttivi chiusi, neiquali il fine vita di un vecchio pro-

dotto coincide con l’inizio vita delnuovo prodotto, e non più quelli li-neari dovrebbero diventare semprepiù la norma e non un esempio ecce-zionale. Dal punto di vista economi-co sarebbe necessaria una rivaluta-zione dei guadagni provenienti dal-la produzione di beni durevoli, spo-stando l’attenzione dai proventi del-le sole vendite dei beni di consumoai guadagni correlati invece con iservizi di esercizio e di manutenzio-ne dei prodotti stessi. La sostenibilitàglobale è divenuta inoltre requisitoessenziale per il finanziamento dimolti progetti in campo ambientale(vedasi ad esempio gli Equator Prin-ciples).

Alla luce di quanto fin qui esposto,seguono delle considerazioni su al-cune possibili metodologie estimativedel valore d’uso sociale dei beni am-bientali.

Il valore di scambio o di mercato(Vm) di un bene è il più probabile va-lore, espresso in moneta, che un sin-golo operatore sarebbe disposto apagare in un determinato mercatoper quel bene. Il valore d’uso sociale(Vus) ne differisce in quanto non ri-guarda un singolo operatore, mal’apprezzamento dell’intera collettivi-tà (valore economico) per quello stes-so bene. Questa differenza (positivao negativa) costituisce il plusvaloresociale del bene (ΔV = Vus – Vm).

Nel campo degli “intangibles” sonoda considerarsi i benefici diretti allacollettività indotti dai beni ambienta-li e non esprimibili in termini di effi-cienza economica. Tra questi posso-no considerarsi i benefici all’immagi-ne del luogo, allo sviluppo civile eculturale, alla creazione ed alla con-divisione della conoscenza, alla tra-smissione della memoria storica allegenerazioni future, alla salute, intesacome stato di benessere fisico, psi-chico e sociale, come da definizionedell’Organizzazione Mondiale dellaSanità. Gli alberi secolari, ad esem-pio, costituiscono una memoria stori-

numero 2marzo-aprile 2012 7sostenibilità ambientale

Page 9: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

8Ingegneri

Napoli

ca da tramandare ai posteri. Nelchiostro dell’Ospedale degli Incura-bili, a Napoli, c’è un esemplare dicanforo dell’età stimata di circa 500anni, silenzioso testimone degli av-venimenti storici della città. In questocaso il valore d’uso sociale potrebbeessere determinato con la cosiddettadisponibilità a pagare o “willingnessto pay”, intervistando un campioneselezionato e significativo di possibi-li fruitori del bene ambientale. I risul-tati di un tale sondaggio sarebberocomunque suscettibili di valutazionisoggettive.

Una possibile valutazione del plusva-lore sociale V del bene ambientalepotrebbe derivare dall’attualizzazio-ne della spesa annua S, attualizzataal tasso r del rendimento sociale, perla sua conservazione, manutenzione,vigilanza, tutela e promozione.

ΔV = S / r ;Vus = Vm + S / r .

In questo calcolo il tasso di rendi-mento di un investimento pubblico esociale (tasso del costo di opportuni-tà sociale) risulterà necessariamenteinferiore al tasso finanziario di rendi-mento dell’investimento privato.

Altra metodologia estimativa è quelladel prezzo ombra, Po, o prezzo diconto, o “shadow price”. Il prezzoombra è il prezzo che riflette il valo-re sociale di un bene o di un serviziodel quale non esiste mercato. Può essere calcolato con una delle se-guenti modalità:– applicando i prezzi effettivi verifi-

catisi in altri mercati per usufruiredei medesimi beni e servizi;

– calcolando gli effetti esterni con ri-ferimento ai prezzi di mercato;

– stimando il prezzo ombra con unadecisione politica, in coerenza conl’obiettivo definito.

Nel primo caso, non sempre i beniambientali italiani sono paragonabi-li a quelli di altri paesi; si pensi adesempio ai parchi archeologici e na-

turali sommersi di Baia e della Gaio-la, alle cavità di Napoli sotterraneaoppure al Cimitero delle Fontanelle.

Nel secondo caso, effetti esterni, so-lo gli incrementi dei redditi turistici so-no facilmente valutabili.Una stima del plusvalore sociale deibeni ambientali, in termini di effi-cienza economica, si potrebbe otte-nere attualizzando ad un congruosaggio di redditività sociale l’incre-mento netto al reddito, nazionale olocale, derivante dall’aliquota delflusso turistico complessivo annuo daessi indotto. Sono oramai molto dif-fusi il turismo ambientale e quelloconnesso ai luoghi naturali d’am-bientazione cinematografica.Difficile è invece la stima dell’incre-mento di benessere sociale raggiuntocon la fruizione del bene naturale. Una valutazione dell’incremento delgrado di istruzione perseguito po-trebbe tenere in conto il valore deicorsi erogati sui beni ambientali e neibeni ambientali stessi, i libri, le pub-blicazioni ed i documentari, i semi-nari ed i convegni, gli spettacoli tea-trali ed i concerti organizzati nei bo-schi, sulle dune costiere o nelle cavi-tà sotterranee.Molti sono i corsi e le attività cultura-li ad esempio su temi quali speleolo-gia, arrampicata, trekking, alpini-smo, subacquea, botanica, evoluzio-ne della specie, biologia, geologia,biodiversità, astronomia, fotografia esimili. Potrebbero inoltre valutarsi e portarsiin conto i danni ambientali evitati, equindi i costi risparmiati, con la sal-vaguardia e la protezione del patri-monio ambientale, ad esempio i dan-ni economici ad un tratto di costa nonpiù balneabile per inquinamento dascarico di acque reflue non depurate.

Nel terzo caso, decisione politica, ilvalore d’uso sociale deriverebbe di-rettamente dall’importanza che la col-lettività, attraverso la classe politicache democraticamente la rappresen-ta, attribuisce al patrimonio dei beniambientali. Se, ad esempio, tra gli

Page 10: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

obiettivi politici vi è il miglioramentodella qualità della vita, allora la frui-zione e la tutela dei beni ambientalisaranno un mezzo idoneo per perse-guirlo ed il bene ambientale avrà perla società un valore d’uso o econo-mico maggiore del suo valore discambio o di mercato.

Il valore d’uso sociale dei beni am-bientali è strettamente correlato allasostenibilità globale, così come defi-nita dal 2009 nel business plan del-la PMI® Project Management GlobalSustainability Community of Practice:“La sostenibilità globale è il raggiun-gimento del benessere duraturo eco-nomico, sociale ed ambientale pertutti gli elementi della società”.

Bibliografia

Kenneth E. Boulding, The economics of thecoming spaceship earth, 1966.

Michael Braungart, William McDonough, Cra-dle to cradle: remaking the way we makethings, North Point Press, 2002.

Clemente Esposito, Il Cimitero delle Fontanelle,Napoli, 2007.

Graziano Ferrari, Raffaella Lamagna, Grottecostiere flegree, 2008.

Carlo Forte, Valore di scambio e valore d’usosociale dei beni culturali immobiliari, Na-poli, 1977.

IFC (International Finance Corporation) – Equa-tor Principles – Standard 2006.

LIPU, Gli alberi secolari in Campania, testimo-ni viventi della storia, www.lipu.it, www.al-berisecolari.org, 2009.

Guglielmo Melisurgo, Napoli sotterranea,1997.

Joseph Nyangon, Rebalancing the economicsof greening, Blog su http://sustainabili-ty.vc.pmi.org/, 2011.

Marcello Orefice, Estimo, UTET, 1984.

numero 2marzo-aprile 2012 9sostenibilità ambientale

Page 11: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

“È con le piccole,operose, quotidiane azioniche richiedono unimpegno positivo, oltre checapacità, serietà ededizione al lavoro che siproduce il miglioramentovero e profondo

”10

IngegneriNapoli

INGEGNERI MECCANICIEUROPEI: ACCORDO TRASUPMECA DI PARIGI E LAFEDERICO II DI NAPOLI

Francesco Caputo

Non scrivo questa nota per vanità oper adulazione, anche se, a prima vi-sta, potrebbe anche apparire così.Ma è solo perché voglio raccontareai colleghi Ingegneri una bella storia,un evento che, nel suo piccolo, ap-pare edificante e foriero di speranza.Mi pare opportuno parlarne perchési tratta di un risultato voluto con im-pegno istituzionale, ottenuto con lastessa pazienza e con la stessa faticache si compie quando si costruisce unmuro a regola d’arte, mettendo pie-tra su pietra. Purtroppo siamo ormaiavvezzi a sentir dire delle nostre isti-tuzioni tutto il male possibile. Rac-contiamo, allora, anche qualcosa dipositivo, che pur vi è, anche se nonfa notizia raccontare che nelle strut-ture pubbliche vi sono persone chetutti i giorni, silenziosamente, com-piono il loro dovere. In fondo di cosepositive, di questi tempi, pare che cene sia proprio bisogno. Per questa ul-tima considerazione, però, non vor-rei neanche essere ritenuto un filan-tropo. Ma veniamo ai fatti.Qualche settimana fa ho sentito squil-lare il mio cellulare. Mi chiamava ilmio giovane amico e collega AntonioLanzotti, professore ordinario del set-tore scientifico disciplinare di Disegnoe Metodi dell’Ingegneria Industrialenella Facoltà d’Ingegneria Federicia-na che, detto in breve, è il mio suc-cessore accademico. Voleva comuni-carmi che finalmente, dopo inenarra-bili peripezie burocratiche, l’accordocon il SUPMECA di Parigi era giuntoalla fine e che sarebbe stato firmato

martedì 12 gennaio dal Rettore dellanostra Università e dal Direttore Ge-nerale del SUPMECA. Si tratta di unprogetto di collaborazione interna-zionale tra il SUPMECA di Parigi ed ilcorso di laurea in Ingegneria Mecca-nica per la Progettazione e la Produ-zione della Federico II che divieneoperante dopo alcuni anni grazie altenace ed incessante impegno profu-so da un altro giovane collega, Sta-nislao Patalano. Ero ancora in servi-zio quando apparve opportuno ope-rare in tutti i modi possibili per stabi-lire relazioni internazionali stabili,corrette ed innanzi tutto reciproca-mente vantaggiose. Era ormai del tut-to evidente che anche nella ricerca enell’alta formazione bisognava con-tribuire alla costruzione della nostranuova Europa. Fu allora che cominciòa farsi strada l’idea di una coopera-zione con i colleghi francesi. In fondosi trattava di un ritorno alle origini: laFacoltà d’Ingegneria di Napoli, cheda poco ha compiuto il duecentesimoanno di vita, fu istituita da Gioacchi-no Murat nel 1811, con la stessa im-postazione dell’École Polytechniquedi Parigi fondata da Gaspard Mongequalche anno prima.Con voce che appena lasciava tra-pelare un certo compiacimento (oc-corre tener presente che Antonio Lan-zotti è di schietta stirpe sannita, e co-me tale privilegia sempre e solo l’es-senziale) aggiungeva anche che lamia presenza alla cerimonia della fir-ma sarebbe stata gradita da tuttiquelli che vi avrebbero preso parte.

Page 12: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

11numero 2

marzo-aprile 2012

Debbo confessare che la telefonatami riempì di gioia e di orgoglio. Do-potutto anche gli ingegneri hanno uncuore! L’invito proveniva da amici dilunga data, non solo da colleghi ap-prezzati e stimati. Dal Direttore Ge-nerale del SUPMECA, Alain Rivièreche è un ricercatore di fama interna-zionale, oltre che un uomo ospitale egeneroso, dal direttore del Diparti-mento di Ingegneria Meccanica edEnergetica Michele Russo, dal Presi-dente del Corso di Laurea in Inge-gneria Meccanica Adolfo Senatore,dal Presidente del Polo delle scienzee Tecnologie Massimo d’Apuzzo, dalPreside della Facoltà Piero Salatino,dal Pro-Rettore Gaetano Manfredi eperfino dal Rettore Massimo Marrelli.Ero stato invitato alla cerimonia dellafirma insieme a tutti coloro che ave-vano ideato e formalizzato l’accor-do. Di proposito ho indicato i nomi,perché mi pare che vada affermatauna chiara e pur semplice verità. Chele Istituzioni sono fatte da persone efunzionano solo a condizione che lepersone sappiano farle funzionare elo vogliano. E per farle funzionare bi-sogna guardare avanti ed avere lamente sgombra da pensieri ed impe-dimenti di altro genere, per non par-lare di interessi contrastanti. L’accor-do è importante perché è stato pen-sato per valorizzare in Europa i no-stri giovani che sono la principale,vera e preziosa risorsa che abbiamo.Per chiarire meglio in cosa consistel’accordo di cui stiamo parlando ba-sterà leggere il comunicato apparsosul sito della Federico II il giorno 20gennaio 2012:

Il Rettore dell’Università Federico IIMassimo Marrelli e il Direttore Gene-rale dell’Institut Supérieur de Mécani-que de Paris - Supméca Alain Rivierehanno sottoscritto un accordo di coo-perazione per l’attivazione di un per-corso formativo finalizzato al rilasciodi un doppio titolo di Laurea Magi-strale, in particolare la Laurea Magi-strale in Ingegneria Meccanica per laProgettazione e la Produzione e il Di-plôme d’Ingénieur Supméca.

L’accordo si inserisce in un più ampiocontesto di attività di cooperazioneinternazionale nei campi dell'inse-gnamento, della ricerca scientifica edella formazione attivo dal 2007 trale due Istituzioni, e consentirà agli stu-denti della Federico II e di Supméca,già in possesso rispettivamente dellaLaurea di primo livello in IngegneriaMeccanica e della “License” france-se, di conseguire il titolo italiano equello francese al termine di un pe-riodo di tre anni (al posto dei con-sueti due anni previsti in ciascuna Isti-tuzione nazionale) e dopo aver di-scusso la tesi finale sia in Italia, sia inFrancia.Inizialmente è prevista la partecipa-zione al programma di cinque stu-denti di Federico II e cinque studentidi Supméca, che accederanno al per-corso di formazione dopo una sele-zione. Gli studenti frequenteranno i corsiprevisti dalle due Istituzioni per un an-no e mezzo a Napoli e per un annoe mezzo a Parigi sostenendo le atti-vità curriculari obbligatorie previstesia dalla Laurea Magistrale in Inge-gneria Meccanica per la Progetta-zione e la Produzione, sia quelle pre-viste dai percorsi “Simulation en Con-ception Mécanique“ e “Simulation etProcédés de Fabrication”, pressoSupméca. Per tutti gli studenti è previsto un lun-go periodo di stage presso un’azien-da italiana o francese che si concre-tizzerà poi nel lavoro di tesi finale,con l’obiettivo di preparare al meglioi futuri ingegneri europei, formati at-traverso un percorso sinergico e pro-iettati verso le aziende non solo ita-liane e francesi, ma di tutta Europa.La preparazione di questo percorsoè stato un attento lavoro durato qua-si due anni e la cui conclusione si de-ve alla determinazione che il Consi-glio di Corso di Laurea in IngegneriaMeccanica ha sempre avuto ed al la-voro costante sia di alcuni docentiche del personale degli appositi uffi-ci del rettorato. Tutto nell’ottica di ren-dere disponibile questa opportunitàsin dal prossimo settembre. Ovvia-

relazioni internazionali

Page 13: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

12Ingegneri

Napoli

mente ora comincia un nuovo lavoroche è quello di far si che tutto proce-da come previsto e che anche l’ac-coglienza degli allievi francesi sia lamigliore possibile.Si tratta del primo accordo di titolobinazionale della Facoltà di Inge-gneria e coinvolge il Corso di Laureain Ingegneria Meccanica, presiedutodal professor Adolfo Senatore, che èl’unico corso di Ingegneria d’Italiadotato di certificazione di qualità ri-lasciata dalla Crui.

Al di là dello stile necessariamente es-senziale del comunicato, questo ac-cordo significa che da quest’annocinque nostri studenti bravi, motivati,disposti a superare le difficoltà dellalingua, potranno andare a completa-re i loro studi a Parigi e cinque stu-denti francesi del SUPMECA verran-no a Napoli per fare altrettanto. Manon è tutto qui. Queste due prime pat-tuglie di giovani studenti d’Ingegne-ria costituiranno l’occasione di stabi-lire collaborazioni scientifiche, e poi-ché essi saranno anche impegnati inattività di tirocinio, anche contatti conindustrie dei due paesi e del restod’Europa. Gli scambi favoriranno al-tre opportunità, ad esempio la colla-borazione nel partecipare a progettidi ricerca europei in modo sempreparitetico ed incrociato. Questi gio-vani, che si chiamino Luigi o Louis,Françoise o Francesca, Vincenzo oVincent, saranno sicuramente all’al-tezza della situazione e onorerannol’ulteriore impegno da affrontare, do-po quello già dimostrato nelle loroFacoltà di provenienza sino al mo-mento del bando di gara a cui pren-deranno parte. Se il progetto di col-laborazione avrà successo, e certa-mente lo avrà, il numero dei giovaniche saranno coinvolti potrà, adegua-tamente e con prudenza, crescere ne-gli anni e rappresentare un significa-tivo contributo alla costruzione dellanazione Europea, o meglio ancora,di quella che sarà la loro nazione Eu-

ropea. Ed in questo consiste la buonanovella. Che si potrà fare qualcosadi più per i nostri giovani che hannotutte le capacità di eccellere attraver-so lo studio e che solo vorrebberocompetere lealmente, ad armi pari,con quelli, ben più fortunati, che vi-vono in condizioni di normalità, sen-za dover sempre dar conto della loroprovenienza e, il più delle volte, pa-gandone anche dazio. Si potrebbeobiettare che già molti giovani meri-dionali di talento studiano all’esterocon ottimi risultati. Ma ciò accadeper loro decisione individuale, al difuori dalle istituzioni e del sistema uni-versitario di casa loro, ed il più dellevolte solo se hanno le risorse econo-miche per farlo. I cinque studenti d’in-gegneria meccanica della Federico IIche andranno a completare i loro stu-di a Parigi avranno la possibilità dipartecipare al programma di scam-bio solo se saranno meritevoli e desi-derosi di farlo, indipendentementedalle loro possibilità economiche. Icinque studenti francesi che verrannoa Napoli saranno accolti come ospi-ti graditi e desiderati. Troveranno unaFacoltà capace di non deludere le lo-ro aspettative ed una città che nellarealtà di ogni giorno, complessiva-mente, è molto migliore di quanto, or-mai con stucchevole abitudine, non sidica in giro. Questo accordo, insom-ma è una cosa buona. E secondo melo è perché, in realtà, si tratta di unaazione di dimensioni ridotte, non diuna di quelle mirabolanti invenzioniche cambiano (o, in verità dovrebbe-ro cambiare) improvvisamente il mon-do. È con le piccole, operose, quoti-diane azioni che richiedono un im-pegno positivo, oltre che capacità,serietà e dedizione al lavoro che siproduce il miglioramento vero e pro-fondo. Ho voluto perciò raccontare diquesto evento perché esso costituisceun esempio di come tutte le cose an-drebbero sempre fatte, mettendo tan-ti mattoncini, uno sull’altro, senzasmettere mai, senza mai desistere.

Page 14: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

13

CORSO BASE DISPECIALIZZAZIONE IN

PREVENZIONE INCENDIfinalizzato all’iscrizione dei professionisti

negli elenchi del Ministero dell’Interno, di cui all’art. 4 del D.M. 5 agosto 2011

PROGRAMMA DEL CORSO

PremessaIl quadro normativo relativo al settoredella prevenzione incendi, basatostoricamente su un approccio pretta-mente prescrittivo, si è arricchito nelcorso degli ultimi anni di strumentinormativi fondati sulla valutazionedel rischio di incendio e sull’approc-cio prestazionale. Con questi stru-menti, la progettazione antincendiosi è diversificata determinando unamaggiore libertà da parte del pro-gettista nell’individuazione delle so-luzioni più idonee a contemperare lafunzionalità ed economicità delleopere con gli obiettivi della sicurez-za antincendio sanciti dalle leggi disettore.Per molte delle attività soggette aicontrolli di prevenzione incendi sonostate emanate specifiche regole tec-niche che hanno una impostazionedeterministica e quindi il professioni-sta può, adottandole puntualmente,avere la certezza che l’opera rispon-da appieno ai criteri generali di pre-venzione incendi. Se da un lato le re-gole tecniche conferiscono certezzaa chi le applica, di contro limitano laindividuazione di soluzioni innovati-ve sotto il profilo architettonico, di-stributivo e costruttivo. Per ovviare aquesta limitazione le disposizioni chedisciplinano l’apparato procedimen-tale hanno previsto l’istituto della de-roga, mediante il quale, attraversol’individuazione di misure equivalen-ti, possono essere adottate soluzioni

che garantiscano lo stesso livello disicurezza antincendio stabilito dallaregola tecnica.Per la ricerca delle misure più idoneea compensare il rischio di incendio,sia nel caso necessiti avvalersi delprocedimento di deroga, perché im-possibilitati ad applicare la regolatecnica di settore, ovvero nel caso incui non sia stata emanata una speci-fica regola tecnica per l’attività che siintende realizzare, ci si può avvaleredel processo di tipo qualitativo deli-neato dall’allegato I, lett. A del D.M.4 maggio 1998, oppure dell’ap-proccio prestazionale disciplinato dalD.M. 9 maggio 2007. In particolaredetto approccio, noto soprattutto co-me “Fire Safety Engineering”, basatosul risultato atteso in termini di requi-siti antincendio richiesti ai prodotti ealle opere, permette d’individuare lesoluzioni tecniche ottimali dal puntodi vista della sicurezza antincendio,sia sotto il profilo della qualità chedei costi. Le previsioni dell’articolo 2del D.M. 9 maggio 2007, di appli-cazione dell’approccio ingegneristi-co ad insediamenti di tipo complessoo tecnologia avanzata, ad edifici diparticolare rilevanza architettonicae/o costruttiva non deve essere intesain senso limitativo, ma vuole indiriz-zare l’uso dello strumento prestazio-nale, sicuramente più sofisticato e raf-finato e conseguentemente più com-plesso e costoso di quello sancito dalcitato D.M. 4 maggio 1998, per laprogettazione di attività dove può es-sere maggiormente valorizzato.

numero 2marzo-aprile 2012

Page 15: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

14Ingegneri

Napoli

La rivisitazione del programma delcorso di formazione di base di pre-venzione incendi per l’iscrizione deiprofessionisti negli elenchi del Mini-stero dell’Interno, è basato oltre chesulle predette considerazione, sul-l’esperienza maturata dall’Ammini-strazione nell’effettuazione dei corsidi formazione, in attuazione delD.M. 25 marzo 1985, e sulla consa-pevolezza del mutato ambito in cui sitrovano oggi ad operare i professio-nisti, impegnati non più in una sem-plice dichiarazione di rispetto delle“misure più urgenti ed essenziali” fi-nalizzate ad acquisire il nulla ostaprovvisorio di prevenzione incendi,bensì nella predisposizione di una“asseverazione” omnicomprensiva edelle relative certificazioni che per-mettono l’esercizio immediato del-l’attività ai fini antincendioSulla scorta di tali premesse, il corsosi pone l’obiettivo di fornire ai pro-fessionisti le principali indicazionimetodologiche per definire, fin dallafase ideativa, i requisiti di sicurezzaantincendio integrati con gli altri re-quisiti di progetto. E, in questa ottica,si è scelto di dare al corso un taglioche prediliga anche l’aspetto pratico,tale da fornire gli strumenti per l’ap-proccio più idoneo alle reali necessi-tà che emergono nella progettazioneantincendio.

INQUADRAMENTO DIDATTICO

Il corso si articola in dodici moduliformativi non modificabili di cui unodedicato ad una vista presso una at-tività soggetta ai controlli di preven-zione incendi. In relazione alla com-plessità degli argomenti trattati è sta-to previsto, per alcuni moduli, un testdi verifica di apprendimento, a ca-rattere didattico e non valutativo, lacui modalità di espletamento verràstabilita dal docente in raccordo conla direzione del corso. Inoltre al ter-mine dei moduli 9, 10 e 11 i discen-ti dovranno confrontarsi con la pre-disposizione di un progetto di pre-venzione incendi sotto la guida del

docente. Complessivamente il per-corso formativo è di 120 ore.Affinché i corso consenta di acquisirei necessari elementi conoscitivi fina-lizzati alla attività professionale nelsettore della prevenzione incendi conparticolare riguardo alla attività cer-tificativa, e possa instaurarsi un effi-cace comunicazione fra docente e di-scenti, i partecipanti non dovrannosuperare le 40 unità. La frequenzadelle lezioni ha carattere obbligato-rio e non saranno pertanto ammessia sostenere l’esame finale i discentiche abbiano maturato assenze supe-riori al 10% delle ore complessive didurata del corso stesso; ai fini delraggiungimento del monte ore mini-mo per l’ammissione all’esame fina-le, l’ente organizzatore del corso po-trà prevedere, prima dell’esame, mo-duli didattici integrativi per i discentiaventi necessità.La gran parte del corso è destinataall’acquisizione dei criteri progettua-li di più frequente impiego che con-notano la sicurezza antincendio del-le attività soggette ai procedimenti diprevenzione incendi. Tale obiettivoviene raggiunto con lo svolgimentodei moduli 6 e 7 nei quali i progetti-sti, oltre ad approfondire la cono-scenza delle regole tecniche, si con-frontano, mediante esercitazioni pra-tiche, con l’adeguamento degli edifi-ci ai requisiti richiesti dalle specificheregole tecniche. I dodici moduli che compongono ilcorso trattano i seguenti argomenti:1. Obiettivi, direttive, legislazione e

regole tecniche di prevenzioneincendi

2. Fisica e chimica dell’incendio3. Tecnologia dei materiali e delle

strutture di protezione passiva4. Tecnologia dei sistemi e degli im-

pianti di protezione attiva5. Procedure di prevenzione incendi

e sicurezza equivalente6. Approccio ingegneristico e siste-

ma di gestione della sicurezza7. Sicurezza antincendio nei luoghi

di lavoro8. Attività a rischio di incidente rile-

vante

Page 16: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

9. Attività di tipo civile10. Attività di tipo industriale11. Progettazione in mancanza di re-

gole tecniche12. Visita presso una attività soggetta

CONTENUTI MINIMI DEL CORSO

Per ciascun modulo viene indicato ilnumero minimo delle lezioni in cui lostesso si articola con gli argomenti dasviluppare per ciascuna di queste.

Modulo 1 - Obiettivi, direttive,legislazione e regole tecniche diprevenzione incendi Il primo modulo è suddiviso in tre le-zioni: una di carattere introduttivo fi-nalizzata a fornire un preliminarequadro di insieme degli obiettivi edei criteri generali di sicurezza an-tincendio, nonché evidenziare i ca-pisaldi della progettazione antin-cendio; una che illustra le direttivecomunitarie che hanno diretta rica-duta sulla prevenzione incendi eduna di inquadramento generale sul-le leggi e i regolamenti che discipli-nano la sicurezza antincendio ivicompreso il ruolo dei professionistiantincendio.

Lezioni:1.1 Obiettivi e fondamenti di preven-zione incendi e competenze delCNVVF. In questo ambito vengonoanalizzati gli obiettivi della preven-zione incendi, introdotti i criteri ge-nerali per la valutazione del rischiodi incendio e per la individuazionedelle misure preventive e protettive edi esercizio necessarie per mitigare ilrischio. Inoltre viene illustrata l’orga-nizzazione del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco in merito alle com-petenze nel settore della prevenzioneincendi.1.2 Direttive comunitarie con ricadutasulla prevenzione incendi. La lezionetratta del requisito della sicurezza incaso di incendio per i prodotti da co-struzione, introdotto dalla Direttiva89/106/CEE e dal relativo docu-mento interpretativo e ripreso dal Re-

golamento (UE) n. 305/2011 delParlamento Europeo. 1.3 Legislazione sulla sicurezza antin-cendi. Nella lezione si sviluppa unsintetico quadro dei principali prov-vedimenti legislativi e regolamentariche disciplinano la materia, accen-nando anche al processo evolutivoche ha interessato il settore dal 1941ad oggi. Vengono inoltre evidenziati,in relazione agli obiettivi di sicurez-za stabiliti dalle leggi di riferimento,le modalità di applicazione delle mi-sure preventive e protettive finalizza-te a compensare il rischio di incendioper il settore della prevenzione in-cendi e della sicurezza nei luoghi dilavoro. Viene infine analizzato il ruo-lo, le competenze e le connesse re-sponsabilità dei professionisti che sioccupano di progettazione, realiz-zazione e certificazione nel settoredella prevenzione incendi.

Modulo 2 - Fisica e chimicadell’incendio Il secondo modulo è articolato in trelezioni: nella prima sono trattati iprincipi della combustione e vengo-no descritte le caratteristiche delle so-stanze pericolose in relazione allefonti di innesco; nella seconda si af-fronta l’argomento della estinzione edelle sostanze estinguenti; nella terzalezione vengono descritte le modalitàper ridurre la probabilità di accadi-mento dell’incendio attraverso le mi-sure di prevenzione. Completa il mo-dulo un test di verifica dell’apprendi-mento Lezioni:2.1 Generalità sulla combustione e so-stanze pericolose. Vengono analizza-ti puntualmente tutti parametri gli ele-menti coinvolti nell’innesco e nellapropagazione dell’incendio (combu-stione, prodotti e reagenti, reazionedi combustione, fonti di innesco eenergia di attivazione, campo di in-fiammabilità, temperatura di infiam-mabilità, temperatura di accensione,temperatura di combustione, prodot-ti della combustione, curva tempo-temperatura, sostanze pericolosecombustibili ed infiammabili (caratte-

numero 2marzo-aprile 2012 15prevenzione incendi

Page 17: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

16Ingegneri

Napoli

ristiche e classificazione), esplosionidi miscele infiammabili di gas, vapo-ri e polveri).2.2 Sostanze estinguenti. Partendodalla classificazione dei fuochi ven-gono descritti i meccanismi che in-fluenzano l’estinzione dell’incendio eillustrate le peculiarità delle sostanzeestinguenti (acqua, acqua fraziona-ta/nebulizzata, schiume, polveri, gasinerti) effettuando le necessarie com-parazioni fra le varie sostanze estin-guenti; completano l’argomento al-cuni cenni sui nuovi prodotti e sulleprocedure per la loro omologazioneo approvazione ai fini antincendio.2.3 Misure di prevenzione degli in-cendi. Viene introdotto il concetto dirischio di incendio ed evidenziati icriteri generali di compensazione delrischio attraverso le misure di pre-venzione.2.4 Test di verifica di apprendimento.

Modulo 3 - Tecnologia dei materiali edelle strutture di protezione passivaIl terzo modulo, articolato in quattrolezioni, affronta le misure di prote-zione passiva finalizzate a ridurre idanni derivanti da un incendio. Le re-centi innovazioni nel settore della re-sistenza al fuoco sono affrontate siadal punto di vista normativo che daquello progettuale, con l’obiettivo direndere più comprensibile agli ope-ratori la valutazione della resistenzaal fuoco ed il calcolo del carico di in-cendio. Per quanto concerne la rea-zione al fuoco viene particolarmenteapprofondito il passaggio dalla clas-sificazione nazionale alla classifica-zione europea dei materiali. Vengo-no inoltre trattate le altre misure diprotezione passiva inerenti: l’ubica-zione dell’attività, il dimensionamen-to delle vie di esodo con le relativemisure di protezione, la comparti-mentazione, i sistemi di controllo deifumi. Completa il modulo un test diverifica dell’apprendimento. Lezioni:3.1 Carico d’incendio. Nella lezionevengono affrontati i seguenti argo-menti: D.M. 9 marzo 2007, carico diincendio e relativo procedimento di

calcolo, regime transitorio, indivi-duazione del livello di prestazione ri-chiesto, determinazione del carico diincendio specifico, carico di incendiospecifico di progetto, fattori correttividel carico di incendio specifico, indi-viduazione della classe di resistenzaal fuoco. 3.2 Resistenza al fuoco delle strutture.Nella lezione vengono affrontati i se-guenti argomenti: D.M. 16 febbraio2007, allineamento alla normativaeuropea, prodotti ed elementi co-struttivi classificati, caratteristiche diresistenza al fuoco, elementi e pre-stazioni attese, elementi portanti enon portanti e prestazioni attese,classificazione in base ai risultati diprova, classificazione in base ai ri-sultati di calcolo, classificazione inbase ai confronti con tabelle, indivi-duazione della classe di resistenza alfuoco, certificazioni e relativa modu-listica. Analisi di casi pratici.3.3 Reazione al fuoco dei materiali.Nella lezione vengono affrontati i se-guenti argomenti: D.M. 15 marzo2005, parametri della reazione alfuoco, metodi di prova e classifica-zione dei materiali, materiali di arre-do e di rivestimento, materiali isolan-ti, mobili imbottiti, materiali legnositrattati con prodotti vernicianti ignifu-ghi, certificazioni, omologazione ecommercializzazione, prescrizioninormative sulla reazione al fuoco, mi-glioramento della reazione al fuocodei materiali, certificazioni e relativamodulistica. 3.4 Altre misure di protezione passi-va. Nella lezione vengono affrontatii seguenti argomenti: accessi, acco-stamento dei mezzi di soccorso, di-stanze di sicurezza, (interne, ester-ne, di protezione), compartimenta-zione (orizzontale e verticale), di-mensionamento, caratteristiche eprotezione delle vie di esodo (lun-ghezza, larghezza, numero di usci-te, tipi di porte e sistemi di apertura,tipi di filtri e di scale, luoghi sicuri espazi calmi), aerazione. Analisi dicasi pratici sul dimensionamento del-le vie di esodo.3.5 Test di verifica di apprendimento.

Page 18: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Modulo 4 - Tecnologia dei sistemi edegli impianti di protezione attiva Il quarto modulo è articolato in quat-tro lezioni, sulla tecnologia dei siste-mi e degli impianti, finalizzate allatrattazione delle soluzioni da adotta-re per ridurre i danni derivanti da unincendio. Completa il modulo un testdi verifica dell’apprendimento. Lezioni:4.1 Sistemi di rilevazione automaticadi incendio, allarme e sistemi di ali-mentazioni di sicurezza. Nella lezio-ne vengono affrontati i seguenti ar-gomenti: riferimenti normativi, moda-lità costruttive e peculiarità del siste-ma, certificazioni, relativa modulisti-ca e manutenzione.4.2 Estintori di incendio portatili e car-rellati. Nella lezione vengono affron-tati i seguenti argomenti: riferimentinormativi, focolai tipo, certificato diprova, omologazione, etichettatura,criteri generali di scelta, modalità diprotezione degli ambienti e manu-tenzione.4.3 Impianti di estinzione incendi di ti-po automatico e/o manuale. Nella le-zione vengono affrontati i seguentiargomenti: riferimenti normativi, mo-dalità costruttive e peculiarità dei va-ri impianti (reti idranti, sprinkler, altretipologie di impianti), certificazioni erelativa modulistica, manutenzione.Analisi di casi pratici.4.4 Impianti di controllo fumi e caloredi tipo meccanico e naturale e sistemidi ventilazione. Nella lezione vengo-no affrontati i seguenti argomenti: ri-ferimenti normativi, modalità costrut-tive e peculiarità dei sistemi, certifi-cazioni, relativa modulistica e manu-tenzione.4.5 Test di verifica di apprendimento.

Modulo 5 - Procedure di prevenzioneincendi e sicurezza equivalenteNel quinto modulo sono affrontati, intre lezioni, i procedimenti di preven-zione incendi, ivi compreso il proce-dimento di deroga con le modalitàper la individuazione delle misure disicurezza equivalenti attraversol’analisi di rischio. Vengono inoltretrattati gli aspetti relativi alla gestio-

ne della sicurezza antincendio del-l’attività.Lezioni:5.1 Termini, definizioni generali, sim-boli grafici di prevenzione incendi esegnaletica di sicurezza: Nella lezio-ne vengono affrontati i seguenti ar-gomenti: D.M. 30.11.83, D.Lgs.81/2008. 5.2 Procedimenti di prevenzione in-cendi. Nella lezione vengono affron-tati i seguenti argomenti: attività sog-gette, valutazione dei progetti, con-trolli di prevenzione incendi, attesta-zione di rinnovo periodico di confor-mità antincendio, obblighi connessiall’esercizio dell’attività, deroghe,nulla osta di fattibilità, verifiche incorso d’opera, relativa modulistica ecertificazioni. 5.3 Analisi di rischio e individuazionedelle misure di sicurezza equivalenti.Nella lezione viene illustrato il pro-cesso logico che consente di valutarel’aggravio di rischio dovuto alla man-cata osservanza della disposizionedi prevenzione incendi alla quale siintende derogare e conseguentemen-te individuare le misure di prevenzio-ne e/o di protezione che permettonodi garantire all’attività lo stesso gradodi sicurezza che si otterrebbe rispet-tando integralmente la normativa.5.4 Gestione della sicurezza. Nella le-zione vengono affrontati i seguentiargomenti: elementi principali per ge-stire la sicurezza in condizioni ordi-narie e di emergenza, criteri per ilmantenimento delle condizioni di si-curezza di progetto, sorveglianza,controllo, manutenzione, formazionedegli addetti antincendio,squadraaziendale, piano di emergenza.5.5 Test di verifica di apprendimento.

Modulo 6 - Approccio ingegneristicoe sistema di gestione della sicurezzaantincendioIl modulo è finalizzato a fornire al di-scente le nozioni di base della mate-ria, rimandando a corsi specialisticigli approfondimenti e la trattazioneesaustiva in materia.In questo modulo viene illustrata, intre lezioni, la metodologia di valuta-

numero 2marzo-aprile 2012 17prevenzione incendi

Page 19: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

18Ingegneri

Napoli

zione del rischio e le modalità di in-dividuazione delle misure di prote-zione mediante l’approccio ingegne-ristico (fire safety engeenering), non-ché il mantenimento delle condizionidi sicurezza attraverso il sistema digestione della sicurezza antincendio(SGSA).Lezioni:6.1 Riferimenti normativi sull’approc-cio ingegneristico. Nella lezione vie-ne illustrato il D.M. 9 maggio 2007sia sotto il profilo procedurale che daun punto di vista del processo di va-lutazione.6.2 Metodologia su cui si basa l’ap-proccio ingegneristico. Nella lezionevengono forniti elementi di base sul-l’approccio ingegneristico, con parti-colare riferimento all’aspetto dellaidentificazione degli obiettivi di sicu-rezza antincendio, della individua-zione dei livelli di prestazione e del-la selezione degli scenari di incendiodi progetto. Vengono inoltre illustratele caratteristiche dei principali mo-delli di calcolo e forniti gli elementiper la scelta dei valori di input e perla lettura ragionata dei risultati delleelaborazioni necessari per la predi-sposizione della documentazione fun-zionale alla stesura del progetto fi-nale.6.3 Il sistema di gestione della sicu-rezza antincendio. Nella lezione ven-gono forniti gli elementi di conoscen-za per strutturare, consapevolmenteed in linea con gli scenari di incen-dio adottati nella fase preliminare dianalisi, un programma di manteni-mento del livello di sicurezza antin-cendio.

Modulo 7 - Sicurezza antincendio neiluoghi di lavoroNel settimo modulo viene affrontato,in tre lezioni, l’argomento della sicu-rezza nei luoghi di lavoro per gliaspetti del rischio di incendio e le

connessioni con la disciplina proce-dimentale di prevenzione incendi.Viene inoltre illustrato l’apparato san-zionatorio applicabile al settore.Lezioni:7.1 Riferimenti normativi. Nella lezio-ne viene illustrato il D.Lgs. 9 aprile2008, n. 81, il D.lgs. 3 agosto2009, n. 106, il D.M. 10 marzo1998 e le competenze del CNVVF intale settore. 7.2 Valutazione del rischio di incendionei luoghi di lavoro: Nella lezione vie-ne illustrata la metodologia di indivi-duazione delle misure di prevenzio-ne di protezione e di gestione sullascorta delle risultanze della valuta-zione del rischio di incendio effettua-to secondo l’allegato al D.M. 10 mar-zo 1998. 7.3 Apparato sanzionatorio. Nella le-zione viene illustrato, per gli aspettipeculiari del rischio di incendio, ilD.Lgs. 19 dicembre 1994, n.758che disciplina l’apparato sanziona-torio in materia di lavoro.

Modulo 8 - Attività a rischio diincidente rilevante1

Nel ottavo modulo viene illustrato, indue lezioni, l’argomento della pre-venzione degli incidenti rilevanti con-nessi a determinate sostanze perico-lose e per limitarne le conseguenzeper l’uomo e per l’ambiente.Lezioni:8.1 Riferimenti normativi. Vengono il-lustrati i capisaldi del D.Lgs. 17 ago-sto 1999, n. 334 ivi compreso lacomposizione, le competenze e l’atti-vità dei Comitati tecnici regionali.8.2 Rapporto di sicurezza. Vengonoaffrontati gli elementi fondanti delrapporto di sicurezza.

Modulo 9 - Attività di tipo civileIl nono modulo si articola in otto le-zioni, un test di verifica di apprendi-mento ed una esercitazione. Nella

1 Il modulo è finalizzato a fornire al discente le nozioni di base della materia, rimandandoa corsi specialistici gli approfondimenti e la trattazione esaustiva in materia.

Page 20: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

prima lezione viene analizzato loschema tipo delle regole tecniche diprevenzione incendi per attività di ti-po civile. Seguono sette lezioni dovevengono illustrate, per famiglie omo-genee, le regole tecniche di preven-zione incendi.Lezioni:9.1 Schema tipo della regola tecnica.Nella lezione viene esaminata lastruttura tipo della regola tecnica diprevenzione incendi, le connessionicon le norme di prodotto e di im-pianto e ne viene fornita la chiave dilettura in relazione agli obiettivi ed alcampo di applicazione.9.2 - 9.8 Regole tecniche. Le lezionitendono a mettere in evidenza i ca-pisaldi e le peculiarità delle varie re-gole tecniche cercando di svilupparenei discenti la logica applicativa del-le specifiche disposizioni.9.9 Test di verifica di apprendimento. 9.10 Esercitazione. L’esercitazione halo scopo di far applicare ai discentiuna regola tecnica di prevenzione in-cendi attraverso la predisposizione diun progetto finalizzato alla acquisi-zione del parere di conformità ai sen-si dell’art. 3 del DPR 151/2011.

Modulo 10 - Attività di tipoindustrialeIl decimo modulo si articola in settelezioni, un test di verifica di appren-dimento ed una esercitazione. Nellaprima lezione viene analizzato loschema tipo delle regole tecniche diprevenzione incendi per attività di ti-po industriale. Seguono sei lezionidove vengono illustrate, per famiglieomogenee, le regole tecniche di pre-venzione incendi.Lezioni:10.1 Schema tipo della regola tecni-ca. Nella lezione viene esaminata lastruttura tipo della regola tecnica diprevenzione incendi, le connessionicon le norme di prodotto e di im-pianto e ne viene fornita la chiave dilettura in relazione agli obiettivi ed alcampo di applicazione.10.2 - 10.7 Regole tecniche. Le lezio-ni tendono a mettere in evidenza i ca-pisaldi e le peculiarità delle varie re-

gole tecniche cercando di svilupparenei discenti la logica applicativa del-le specifiche disposizioni.10.8 Test di verifica di apprendimento. 10.9 Esercitazione. L’esercitazione halo scopo di far applicare ai discentiuna regola tecnica di prevenzione in-cendi attraverso la predisposizione diun progetto finalizzato alla acquisi-zione del parere di conformità ai sen-si dell’art. 3 del DPR 151/2011.

Modulo 11 - Progettazione inmancanza di regole tecnicheL’undicesimo modulo si articola in trelezioni, un test di verifica di appren-dimento ed una esercitazione. Nellelezioni vengono illustrate le linee diindirizzo per la progettazione inmancanza di regole tecniche facen-do, riferimento a quanto contenutonel DM 4 maggio 1998 all.1 lett.Aed al D.M. 10 marzo 1998 per la in-dividuazione dei pericoli di incendio. Nello sviluppo del modulo, i sogget-ti organizzatori potranno tener con-to della peculiarità dell’attività pro-fessionale svolta dai discenti, al finedi una calibrazione delle analisi dirischio, ad esempio nel settore agra-rio/chimico e direttamente collega-bili.Lezioni:11.1 Individuazione dei pericoli di in-cendio e analisi delle condizioni alcontorno. La lezione fornisce gli ele-menti per individuare i pericoli di in-cendio della attività oggetto dellaprogettazione partendo dalla analisi:della destinazione d’uso dei vari lo-cali che compongono l’attività, dellesostanze pericolose presenti, delle re-lative modalità di stoccaggio e dellepossibili fonti di innesco dovute a im-pianti, lavorazioni, macchine, attrez-zature, aree a rischio specifico. Inol-tre viene analizzato come le condi-zioni al contorno posso influenzare losviluppo, il contenimento dell’incen-dio. 11.2 Valutazione qualitativa del ri-schio. In questa lezione si affrontal’aspetto della valutazione qualitativadel rischio derivante dal confrontodello scenario di incendio, che sca-

numero 2marzo-aprile 2012 19prevenzione incendi

Page 21: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

20Ingegneri

Napoli

turisce dall’analisi dei pericoli e dellecondizioni al contorno, con gli obiet-tivi generali di sicurezza sanciti dalleleggi istituzionali e gli obiettivi speci-fici di sicurezza peculiari della attivi-tà che si intende progettare. 11.3 Individuazione delle misure dicompensazione del rischio. In questalezione vengono affrontati gli aspettirelativi alla compensazione del ri-schio di incendio derivante dal pro-cesso di analisi illustrato delle dueprecedenti lezioni e vengono fornitigli strumenti conoscitivi per indivi-duare fra le misure di prevenzione eprotezione quelle più idonee a con-tenere il rischio di incendio residuoentro valori accettabili11.4 Test di verifica di apprendimento. 11.5 Esercitazione. L’esercitazione halo scopo di far applicare ai discenti icriteri per individuare, in mancanzadi una regola tecnica di riferimento,le misure di prevenzione e protezionenecessarie per compensare il rischiodi incendio in relazione agli obiettivifondamentali sanciti dalle leggi diprevenzione incendi. Il tutto è finaliz-zato alla predisposizione di un pro-getto per acquisire il parere di con-formità ai sensi dell’art. 3 del DPR151/2011.

Modulo 12 - Visita presso una attivitàsoggetta

FASI E TEMPI DI ARTICOLAZIONEDEL CORSO

Di seguito è riportato, in sintesi, il nu-mero minimo delle ore complessivededicate ad ogni modulo ed il pro-gramma analitico suddiviso per mo-duli e singole lezioni.1. Obiettivi, direttive, legislazione e

regole tecniche di prevenzioneincendi (6)

2. Fisica e chimica dell’incendio (10)3. Tecnologia dei materiali e delle

strutture di protezione passiva(11)

4. Tecnologia dei sistemi e degli im-pianti di protezione attiva (9)

5. Procedure di prevenzione incendie sicurezza equivalente (11)

6. Approccio ingegneristico e siste-ma di gestione della sicurezza (5)

7. Sicurezza antincendio nei luoghidi lavoro (4)

8. Attività a rischio di incidente rile-vante (4)

9. Attività di tipo civile (24)10. Attività di tipo industriale (22)11. Progettazione in mancanza di re-

gole tecniche (10)12. Visita presso una attività soggetta

(4)

Articolazione oraria dei moduli(vedi Tabella 1)

Mod. ARGOMENTO Ore

1(acf) Obiettivi, direttive, legislazione e regole tecniche di prevenzione incendi 61.1 Obiettivi e fondamenti di prevenzione incendi e competenze del CNVVF 21.2 Direttive comunitarie con ricaduta sulla prevenzione incendi 21.3 Legislazione sulla sicurezza antincendio 2

2(b) Fisica e chimica dell’incendio 102.1 Generalità sulla combustione e sostanze pericolose 52.2 Sostanze estinguenti. 22.3 Misure di prevenzione degli incendi 22.4 Test di verifica di apprendimento 1

3(d) Tecnologia dei materiali e delle strutture di protezione passiva 113.1 Carico d’incendio. 23.2 Resistenza al fuoco delle strutture 33.3 Reazione al fuoco dei materiali 23.4 Altre misure di protezione passiva 33.5 Test di verifica di apprendimento 1

Tabella 1.

Page 22: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

numero 2marzo-aprile 2012 21prevenzione incendi

4(e) Tecnologia dei sistemi e degli impianti di protezione attiva 94.1 Sistemi di rilevazione automatica dell’incendio ed allarme 14.2 Estintori di incendio portatili e carrellati 14.3 Mezzi di estinzione fissi 44.4 Evacuatori di fumo e calore e sistemi di ventilazione 24.5 Test di verifica di apprendimento 1

5(gi) Procedure di prevenzione incendi e sicurezza equivalente 115.1 Termini, definizioni generali, simboli grafici di prevenzione incendi e segnaletica di sicurezza 25.2 Procedimenti di prevenzione incendi 35.3 Analisi di rischio e individuazione delle misure di sicurezza equivalenti 25.4 Gestione della sicurezza 35.5 Test di verifica di apprendimento. 1

6(lm) Approccio ingegneristico e sistema di gestione della sicurezza 56.1 Riferimenti normativi sull’approccio ingegneristico 26.2 Metodologia su cui si basa l’approccio ingegneristico 26.3 Il sistema di gestione della sicurezza antincendio 1

7(h) Sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro 47.1 Riferimenti normativi 17.2 Valutazione del rischio di incendio nei luoghi di lavoro 27.3 Apparato sanzionatorio 1

8(n) Attività a rischio di incidente rilevante 48.1 Riferimenti normativi 28.2 Rapporto di sicurezza 2

9 Attività di tipo civile 249.1 Schema tipo della regola tecnica 29.2 Attività a rischio specifico (impianti produzione calore, gruppi elettrogeni e di cogenerazione, autorimesse, ascensori) 39.3 Attività con notevole affollamento (scuole, uffici) 39.4 Attività ricettive e sanitarie(alberghi, ospedali) 39.5 Attività di pubblico spettacolo e intrattenimento (cinema, teatri, impianti sportivi) 39.6 Edifici commerciali 29.7 Edifici pregevoli (musei e archivi) 29.8 Edifici di civile abitazione 19.9 Test di verifica di apprendimento 19.10 Esercitazione (predisposizione di un progetto antincendio per conformità finalizzato alla valutazione ai sensi del’art. 3 del DPR 151/2011) 4

10 Attività di tipo industriale 2210.1 Schema tipo della regola tecnica 210.2 Depositi di liquidi infiammabili ed alcoli 310.3 Depositi di gas infiammabili 410.4 Linee di trasporto e distribuzione di gas infiammabili 210.5 Distributori di carburanti per autotrazione 210.6 Produzione, deposito e vendita sostanze esplosive 210.7 Deposito e utilizzo sostanze radiogene 210.8 Test di verifica di apprendimento 110.9 Esercitazione (predisposizione di un progetto antincendio per conformità finalizzato alla valutazione ai sensi del’art. 3 del DPR 151/2011) 4

11 Progettazione in mancanza di regole tecniche 1011.1 Individuazione dei pericoli di incendio e analisi delle condizioni al contorno 211.2 Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza 111.3 Individuazione delle misure di compensazione del rischio 211.4 Test di verifica di apprendimento 111.5 Esercitazione (predisposizione di un progetto antincendio per conformità finalizzato alla valutazione ai sensi del’art. 3 del DPR 151/2011 4

12 Visita presso una attività soggetta

Page 23: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

VERIFICA DI FINE CORSO

La verifica di fine corso è articolatain una prova a quiz di 50 domandea risposta multipla (3 possibili rispo-ste) da effettuare in 60 minuti ed inuna prova orale alla quale sono am-messi i candidati che abbiano rispo-sto positivamente ad almeno 35 do-

mande. Il candidato che non rispon-de positivamente ad almeno a 35 do-mande oppure non supera positiva-mente la prova orale può ripetere ta-li prove dopo un periodo di almenoun mese.In caso di ulteriore esito negativo ilcandidato deve frequentare un nuo-vo corso.

22Ingegneri

Napoli

Accordo tra i Consigli Nazionali Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati

Page 24: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Accordo tra i Consigli Nazionali Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei PeritiIndustriali e dei Periti Industriali Laureati

numero 2marzo-aprile 2012 23prevenzione incendi

Page 25: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

24Ingegneri

Napoli

Accordo tra i Consigli Nazionali Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei PeritiIndustriali e dei Periti Industriali Laureati

Page 26: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

25

IMPIANTI ENERGETICI,IDROSANITARI E SOLUZIONI

PER LA SICUREZZARecensione

L’autore vanta una esperienza plu-riennale nell’editoria relativa agli im-pianti tecnici nell’edilizia e nel terri-torio, oltre che in razionale impiegodelle fonti energetiche e sicurezza sianel lavoro che nell’impiantistica. Isuoi testi, a partire dagli anni settan-ta, e negli ultimi tempi elaborati conla collaborazione dei figli ingegneriPaolo, Fabio e Sergio, hanno tiratomolte decine di migliaia di copie eformato più generazioni di giovaniprofessionisti.Con questo volume l’autore ha volutocimentarsi con le nuove tecniche edi-toriali, che accoppiano la carta stam-pata con l’utilizzo di internet (le co-siddette edizioni miste), in modo daottimizzare le due tipologie di mediaper rendere la lettura e l’interpreta-zione delle tematiche proposte agili,complete, interattive e complessiva-mente sgombre, nella parte stampa-te, delle voluminose tabelle, schemiinterpretative e riferimenti trasversalinon direttamente utili nella trattazio-ne di tematiche tecnico-professionali.Il lettore avrà la possibilità di scorre-re in modo rapido, in sole 456 pagi-ne, tutti gli argomenti, puntualmenteaggiornati, relativi all’impiantisticatermoidraulica di una società con-temporanea che sempre più chiedeagli impianti, siano essi idraulici che

elettrici o climatici, un aiuto determi-nante per una ottima vivibilità sia ne-gli ambienti abitati che negli spaziesterni confinanti, fino alla proposi-zione della casa intelligente, a cuisempre più la tecnologia tende.L’intero volume è permeato della cul-tura dell’uso razionale dell’energia el’utilizzo delle fonti rinnovabili, nel-l’ambito del programma 20/20/20che vuole nel 2020 una riduzionedei consumi energetici del 20% ed unimpiego di fonti rinnovabili in misuradel 20% dei consumi globali.Infine grande importanza è data allasicurezza, ancora oggi molto preca-ria nelle soluzioni impiantistiche siaper i lavoratori che per il cittadinoutente. Per tal motivo uno specificocapitolo è dedicato alla prevenzioneincendi che ha visto l’autore negli ul-timi anni partecipe nella redazione,all’interno del Comitato Centrale Tec-nico Scientifico dei Vigili del Fuoco,nella redazione delle principali nor-me che hanno rivoluzionato, a parti-re dal 2010, la cultura antincendioNel volume si fa ampio impiego digrafici e schemi illustrativi di facile in-terpretazione, foto delle più signifi-cative apparecchiature, mentre permolte tabelle di consultazione e spe-cifici approfondimenti si rinvia co-stantemente al sito web.

Pietro Ernesto De FeliceImpianti

energetici, idrosanitari e soluzioni per la sicurezza

numero 2marzo-aprile 2012

Page 27: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

26Ingegneri

Napoli

L’ITALIA CHE FRANARecensione

Bartolomeo SciannimanicaL’Italia che frana128 pagine, collana CoralliGraus Editore

L’ingegnere Sciannimanico in questovolumetto, che va letto come un’ana-lisi storica ed un monito per i politici,raccoglie l’esperienza di una lungamilitanza professionale nei processidi salvaguardia del territorio e suglieffetti della cattiva gestione, purtrop-po spesso devastanti.Egli sviluppa una raccolta di osser-vazioni su fenomeni, spesso dram-matici, vissuti in prima persona qua-le funzionario e dirigente all’internodella pubblica amministrazione, pro-ponendo accorgimenti nonché tecni-che e tecnologie per migliori azionifuture, limitando il manifestarsi di si-tuazioni che, purtroppo, in Campa-nia sono tutt’altro che rareLe sue considerazioni, tuttavia, siestendono su tutto il territorio nazio-nale, assolutamente unitario nella fe-nomenologia delle frane ed dovun-

que poco attento nel prevenire e cor-rettamente intervenire. Una pericolo-sa condizione di instabilità che inte-ressa il nostro paese, ma anche buo-na parte del resto del mondo occi-dentale.L’Italia che frana, in modo efficace esintetico, contiene gli elementi di va-lutazione dei processi territoriali.Bartolomeo Sciannimanico, pugliesedivenuto partenopeo, ha diretto aNapoli il servizio Ambiente del Co-mune di Napoli e, successivamente,il Settore Urbanistica della RegioneCampania; è titolare dell’insegna-mento di Ecologia presso il laborato-rio di sintesi del corso di studi inScienze dell’Architettura presso l’Uni-versità Federico II di Napoli.

Pietro Ernesto De Felice

Page 28: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

27

GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICITRA TUTELA TERRITORIALEE SVILUPPO SOSTENIBILE

“A seguito delladirettiva 2001/77 dellaComunità Europea, la

realizzazione degli impiantialimentati da fonti

rinnovabili, tra le qualiricadono quelle del

cosiddetto ‘fotovoltaico’,ha avuto anche in Italianotevole sviluppo

A seguito della direttiva 2001/77della Comunità Europea, la realizza-zione degli impianti alimentati dafonti rinnovabili, tra le quali ricadonoquelle del cosiddetto ‘fotovoltaico’,ha avuto anche in Italia notevole svi-luppo attraverso una serie di disposi-zioni legislative volte a incentivarnel’installazione attraverso il doppio bi-nario della semplificazione ammini-strativa delle procedure di autorizza-zione e delle sovvenzioni previste se-condo una predefinita casistica lega-ta alla tipologia e alla dimensionedelle singole infrastrutture.

L’attenzione alle fonti rinnovabili ha,così, configurato una serie d’interessidi carattere pubblicistico legati allasostenibilità dello sviluppo del territo-rio, che non mancano di esercitare ilproprio peso nei contrasti spessoemergenti rispetto all’attività della tu-tela territoriale presidiata dal decre-to legislativo 22.1.2004 n.42, so-prattutto in campo paesaggistico.

Non a caso, il decreto ministerialedel 10 settembre 2010 concernentele linee guida per l’autorizzazionedegli impianti alimentati da fonti rin-novabili, attuativo del decreto legi-slativo 29 dicembre 2003, n. 387, èstato emanato dal Ministero dello svi-luppo economico di concerto con ilMinistero dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare e con il Mi-nistero dei beni e delle attività cultu-rali, significando già nella parteci-pazione delle tre distinte amministra-

zioni la molteplicità d’interessi coin-volti e la pluralità degli aspetti in or-dine ai quali è stata prevista la pro-cedura unica semplificata, di coordi-namento dei rispettivi iter autorizza-tori, la cui durata è stata portata a 90giorni dal d. leg.vo n. 28/2011, di-mezzata rispetto a quella preceden-temente prevista.

Sia nel cap. 12 del suddetto decretoministeriale (Fotovoltaico, 12.1, iii),sia nel successivo decreto legislativo3 marzo 2011, n. 38 di attuazionedella nuova direttiva 2009/28/CE(art. 7, comma 2, lett.c) è specificatoche gli impianti solari fotovoltaici “so-no considerati attività ad edilizia li-bera e sono realizzati […] previa co-municazione, anche per via telemati-ca, dell’inizio dei lavori [sempreche…] non ricadano nel campo diapplicazione del codice dei beni cul-turali e del paesaggio, di cui al de-creto legislativo 22 gennaio 2004,n.42, e successive modificazioni”.

Nel caso in cui l’impianto sia previ-sto su un immobile sottoposto a di-chiarazione d’interesse culturale aisensi della Parte Seconda del codice(art. 10), oppure in un’area sottopo-sta a tutela paesaggistica ai sensi del-la Parte Terza del medesimo decretolegislativo (artt. 136 e succ.) è, infat-ti, necessario acquisire il parere del-la competente Soprintendenza. Nelprimo caso (bene culturale), a curadell’interessato ai sensi dell’art. 21del codice. Nel secondo (bene pae-

relazione tenuta da

Arch. Ugo CarughiSoprintendenza BAPSAE

di Napoli e Provincia

nell’ambito del convegno “Verso un condominio eco-sostenibile”organizzato dall’Ordine e dall’Anaci

ad Energymed il 23/03/2012

numero 2marzo-aprile 2012

Page 29: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

28Ingegneri

Napoli

saggistico) a cura della Regione odel Comune, se da essa delegato, aisensi dell’art. 146: qui il parere del-la Soprintendenza è obbligatorio evincolante, eccetto che nelle aree in-dividuate dai piani paesaggistici cuisiano stati adeguati gli strumenti ur-banistici; in tali circostanze, è obbli-gatorio ma non vincolante (art. 146,comma 5).

Riteniamo opportuno osservare preli-minarmente come nel testo del codicedei beni culturali e del paesaggio, inparticolare nella parte dedicata aivalori paesaggistici, e in quello deld. m. 10 settembre 2010 siano reci-procamente inseriti elementi di consi-derazione delle esigenze dell’altroversante.Infatti, l’articolo n. 131 del codice, alcomma 1, precisa che per “paesag-gio si intende il territorio […] il cui ca-rattere deriva dall’azione di fattorinaturali, umani e dalle loro interrela-zioni”; il comma 5 cita, tra gli obiet-tivi della tutela e valorizzazione delpaesaggio “la realizzazione di nuo-vi valori paesaggistici coerenti e in-tegrati”; il successivo comma 6 riba-disce i “principi […] di realizzazionedi nuovi valori paesaggistici integra-ti e coerenti, rispondenti a criteri diqualità e sostenibilità”. Ancora, l’ar-ticolo n. 133, comma 2, nel decreta-re la cooperazione del ministero edelle regioni “per la definizione di in-dirizzi e criteri riguardanti l’attività dipianificazione territoriale”, esplicita-mente ribadisce che “i detti indirizzie criteri considerano anche finalità disviluppo territoriale sostenibile”. An-cora, l’articolo 143, lett. h), nel-l’elencare i contenuti del piano pae-saggistico, indica l’“individuazionedelle misure necessarie per il correttoinserimento, nel contesto paesaggi-stico, degli interventi di trasformazio-ne del territorio, al fine di realizzareuno sviluppo sostenibile delle aree in-teressate”. È considerata, dunque,l’esigenza d’intervenire con misureche, non soltanto guardino alle esi-genze di conservazione, ma anche aquelle di modificazione dello statu

quo in ragione di strumenti di svilup-po tra i quali, evidentemente, posso-no farsi rientrare le tecnologie legatealle fonti d’energia rinnovabile.Simmetricamente, nell’allegato 4 (“3.Impatto visivo ed impatto sui beni cul-turali e sul paesaggio”; “3.1. Analisidell’inserimento nel paesaggio”) del-le linee guida indicate dal decreto mi-nisteriale del 10 settembre 2010 so-no fornite, in particolare per gli im-pianti eolici, una serie d’indicazionirelative all’impatto visivo che si ri-chiamano ai contenuti della relazio-ne paesaggistica forniti dall’allegatotecnico del Dpcm 12 dicembre 2005e che possono essere validamente as-sunte anche per gli impianti fotovol-taici. Indicazioni che non valgonosoltanto per coloro che devono for-mulare i progetti d’intervento, ma checostituiscono anche preziosi criteri diriferimento per le amministrazioni chedevono esaminarli.

Tali considerazioni preliminari sonoindispensabili per comprendere lanatura dei non pochi contenziosi ches’instaurano tra i pareri delle soprin-tendenze e gli interessi dei soggettiproponenti, nonché dei conseguenticonflitti di competenza tra le stessesoprintendenze e i Tribunali ammini-strativi regionali cui afferiscono i ri-corsi degli interessati, con esiti chenon infrequentemente sconfessano ipareri ministeriali, generalmente percarenze individuabili nelle motiva-zioni.L’esito di alcuni dei suddetti conten-ziosi, inoltre, fornisce interessanti ele-menti di novità nella considerazionedei citati interessi pubblicistici, nelsenso che quelli afferenti alla tutelapaesaggistica non possono essereconsiderati prevalenti ‘a prescindere’sugli altri con cui entrano in conflitto,ma risultano emergere i principi del-la ‘proporzionalità’ e del bilancia-mento degli interessi, anche in consi-derazione dei vantaggi in campoambientale derivanti dall’uso di fontinon inquinanti, della loro utilità so-ciale sotto il profilo del risparmioenergetico e dell’incremento occupa-

Page 30: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

zionale e, infine, del carattere esteti-co inedito dei manufatti, che indiriz-za verso nuovi criteri di valutazioneriguardo al loro impatto sul contestopaesaggistico.

Valgano, al riguardo, due esempi.Il primo riguarda la sentenza del TarSicilia n. 6181 del 4 maggio 2007in ordine al ricorso di una societàcontro il provvedimento con il qualela Soprintendenza ai beni culturali eambientali di Palermo aveva respin-to l’istanza a realizzare un impiantodi energia eolica in Castellana Sicu-la, località Pizzo Croce. Anche seestraneo all’energia fotovoltaica,l’esempio è pertinente per le consi-derazioni con cui il Tar ha giustifica-to l’accoglimento del ricorso, qualicriteri atti a orientare, in generale,nella valutazione degli interessi con-trapposti. La Soprintendenza sostan-ziava il proprio parere contrario al-l’installazione su un giudizio esteticoed esclusivo sulle nuove “’torri’ para-gonabili a surreali trampolieri o a piùprosaici mulini a vento di donchi-sciottiana memoria […] tale da stra-volgere la consolidata immagine delterritorio madonita”. Inoltre, come ri-levato dal Tar, allontanandosi dallavalutazione tecnica di merito rien-trante nelle proprie più specifichecompetenze e compiendo una pre-giudiziale scelta amministrativa, va-lutava che “il rapporto costo-benefi-cio relativo al sistema eolico non è ta-le da giustificare […] un prezzo cosìalto che non si intende soltanto comequantificazione pecuniaria bensì co-me incidenza sul deturpamento delpaesaggio quale agnello sacrificalenei confronti del dualismo tra produ-zione energetica tradizionale e alter-nativa”. Il Tar rilevava che “l’ammini-strazione si sia determinata al dinie-go non comparando le specifiche ca-ratteristiche dell’impianto e le pecu-liari ragioni di tutela paesaggisticadel sito […] ma allegando viceversauna pregiudiziale e assoluta contra-rietà sia a qualsiasi forma di antro-pizzazione morfologica del territoriomadonita, sia alla struttura degli im-

pianti”. Più oltre, il Tar richiamava “ilrispetto al bilanciamento di interessitutelati dai principi generali dell’ordi-namento e desumibili in via principa-le dalla Carta Costituzionale”; e, an-cora, “la ponderazione comparativadegli interessi”, il “carattere relativodella tutela paesaggistica rispetto adaltri valori o interessi pure costituzio-nalmente tutelati”. Ancora, richiama-va gli “obiettivi sviluppi della disci-plina di riferimento […;] l’inclusionedei processi di antropizzazione tra ifattori che contribuiscono a plasmarela forma del territorio”. Lo stesso Tar,in una sentenza del 4 febbraio2005, n. 150, aveva chiarito che “latutela del paesaggio non è l’unicaforma di tutela territoriale costituzio-nalmente rilevante, affiancandosi allatutela dell’ambiente, alla tutela dellasalute, al governo del territorio, e adaltre ipotesi di poteri”.Il secondo esempio riguarda un altroannullamento di autorizzazione pae-saggistica operato dalla locale So-printendenza, relativo al progettod’installazione di 500 pannelli foto-voltaici in un complesso edilizio co-stituito da due blocchi in via Boschet-ti-località Solarolo, sul lago di Gar-da. È interessante riferire alcuni prin-cipi giurisprudenziali relativi alla va-lutazione del giudizio dell’organo ditutela e, conseguentemente, dellostesso intervento; principi che, se cene fosse ancora bisogno, ribadisco-no il carattere relativo dell’interessepaesaggistico rispetto a tutte le altrecomponenti in gioco. Essendo pianele coperture dei due blocchi edilizidel complesso, l’inclinazione dei pan-nelli sui terrazzi avrebbe comportatola modifica dei profili, l’innovazionedell’aspetto materico delle coperture,l’alterazione della continuità tra ar-chitettura e natura determinatasi dal-la consuetudine tradizionale dell’im-magine dei luoghi, il contrasto tra latecnologia costruttiva degli edifici equella dei pannelli fotovoltaici, l’in-gombro visivo. Tuttavia, tutti questielementi non avrebbero potuto com-portare un automatico giudizio con-trario senza un’attenta valutazione

numero 2marzo-aprile 2012 29fotovoltaico/condomini

Page 31: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

30Ingegneri

Napoli

basata sulla preliminare determina-zione dei parametri di riferimento,anche in considerazione del fatto chela compatibilità delle innovazioni in-trodotte dall’intervento va commisu-rata anche alla natura e utilità delleopere che per tal via possono legitti-mare, sul piano estetico e percettivo,una evoluzione dello stile costruttivoaccettata dalla sensibilità collettiva, ilche porterebbe a superare una pre-giudiziale e esclusiva valutazione didisturbo visivo.

Nella considerazione delle installa-zioni degli impianti fotovoltaici, laprevisione dei costi e degli incentivieconomici è un altro fattore che dàconto dello sviluppo fenomeno e del-la sua entità rispetto all’uso e all’im-magine del territorio.Il problema economico di fondo sem-bra essere costituito dal tempo ne-cessario per ammortizzare l’energiaspesa per la costruzione dell’impian-to (Energy pay back time), nonchédalla spesa per il loro esercizio. Siconsideri, al riguardo, che per il fab-bisogno di 3 kw di un appartamen-to, occorrono 20-25 mq di pannellisolari, per una spesa d’impianto dicirca 4500-5000, per cui è imma-ginabile che le installazioni su singo-li fabbricati di civile abitazione pos-sano essere limitate all’alimentazioned’energia per le sole parti comuni. Suun piano più generale, si aggiungache il lavoro connesso alla produzio-ne e installazione degli impianti sot-trae risorse economiche, e quindiumane, ad altre attività operanti sulterritorio, quali quelle della tutela del-l’ambiente e del paesaggio. Il chepuò essere tanto più rilevante in unperiodo di crisi economica. Per alcu-ne installazioni, sembra che occorra-no oltre quattro anni per recuperare ilcontenuto energetico dell’impianto.Altro fattore importante è la sceltadelle aree su cui localizzate gli inter-venti. Significativo, in proposito, il de-finitivo divieto introdotto dall’articolo65 del decreto legge n.1/2012 agliincentivi statali per impianti fotovol-taici in aree agricole, che di fatto po-

ne una pietra tombale al già limitatoaccesso agli incentivi per tali localiz-zazioni, in precedenza già contenu-te nel 10% della superficie di terrenoagricolo disponibile. In proposito so-no, però importanti gli ultimi ritrovatiin materia, consistenti nel cosiddetto‘agrifotovoltaico’, riferito alla produ-zione di tralicci con pannelli fotovol-taici denominati ‘inseguitori solari’,che ruotano su un perno, sempre ri-volti al sole, come girasoli, oppurepossono inclinarsi, con un doppiomovimento, come taluni serramenti.La possibilità d’installare i pannelli sutralicci evita l’occupazione di suoloagricolo, per cui è immaginabile unprossimo decreto che tenga conto an-che di tale opportunità offerta dallatecnologia.Sembrano permanere, invece, gli in-centivi economici per i piccoli im-pianti, con potenza non superiore a1000 kw realizzati su edifici e areedi amministrazioni pubbliche.

Infine, per quanto concerne la valu-tazione delle installazioni su edificimonumentali o in aree vincolate sottoil profilo paesaggistico, è opportunotener conto da un lato dei concetti di‘aspetto architettonico’, contenutonell’art.1120 C.C. e di ‘decoro ar-chitettonico’, contemplato nell’art.1127 C.C.; dall’altro, dei continuiaggiornamenti della tecnologia.In linea di massima, si può dire chela variazione dell’aspetto architetto-nico si verifica quando a seguito del-l’installazione, qualificabile preva-lentemente come aggiunta o soprae-levazione, è inserito un elemento, vi-sibile da parte di chiunque, che si di-versifica per materiali, tecnologie, inuna parola ‘stile architettonico’, dalresto del fabbricato. L’incidenza suldecoro architettonico, si verifica in-vece quando sono alterate parti prin-cipali o secondarie non visibili a tut-ti, ma soltanto a un’osservazione piùattenta e analitica. Tali modifiche nonnecessariamente costituiscono unpeggioramento, ma possono esseretollerabili o, addirittura, introdurrenuove valenze estetiche. Ai fini di

Page 32: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

una simile valutazione, basti accen-nare al fatto che il decoro architetto-nico richiama l’insieme delle linee edelle strutture che costituiscono i ca-ratteri dominanti del fabbricato, ri-spetto ai quali vanno valutate le in-stallazioni, spesso relative a parti re-lativamente autonome rispetto all’in-sieme. Nella valutazione occorre,inoltre, considerare il rapporto del-l’edificio con il contesto paesaggisti-co, con particolare riferimento ai pun-ti di veduta pubblici.Possono essere utilmente considerati,ai fini di possibili valutazioni favore-voli, da riferire alla specificità dei sin-goli casi, i pannelli fotovoltaici inte-grati sulle falde dei tetti, usati, adesempio in un contesto delicato come

quello veneziano; le tegole fotovol-taiche su pannelli isolanti, anche dicolore rosso; il film sottile su guainaper i terrazzi; i pannelli fotovoltaicicon cella vetro-vetro, adatti per ca-pannoni industriali; i pannelli di chiu-sura con film sottile, che consentonodi vedere dall’interno all’esterno enon viceversa, come degli occhialida sole; le pareti ventilate su fotovol-taico; i pannelli fotovoltaici in cera-mica, usati in modo creativo come‘copertine’ dei parapetti del terrazzodi copertura in un esemplare proget-to di recupero di un rudere nella vi-gna di San Martino, in presenza dientrambi i vincoli, monumentale epaesaggistico (Studio Former Archi-tects).

numero 2marzo-aprile 2012 31fotovoltaico/condomini

Page 33: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

“Appare opportunoaffrontare una spinosaquestione che riguarda lanatura giuridicadell’impianto fotovoltaicoe, in genere, di ogniimpianto di produzione dienergie rinnovabili: se taliimpianti possano essereascritti alla categoria deibeni immobili

”32

IngegneriNapoli

IL FOTOVOLTAICONEL CONDOMINIO:ASPETTI NORMATIVIE LEGALI

relazione tenuta da

Avv. Gianni MasulloSalerno

nell’ambito del convegno “Verso un condominio eco-sostenibile”organizzato dall’Ordine e dall’Anaciad Energymed il 23/03/2012

Prima di inoltrarci nelle implicazioniche l’argomento affidatomi presentain ambito condominiale, appare op-portuno affrontare una spinosa e, percerti versi, tediosa questione prelimi-nare, che riguarda la natura giuridi-ca dell’impianto fotovoltaico e, in ge-nere, di ogni impianto di produzionedi energie rinnovabili.Il problema è comprendere se tali im-pianti possano essere ascritti alla ca-tegoria dei beni immobili, così comedescritta nei primi due comma del-l’art. 812 c.c. o se, invece, essi, nonriuscendo a rientrare nella definizio-ne codicistica dei beni immobili, deb-bano essere piuttosto ricondotti allacategoria residuale, tracciata dal ter-zo comma della norma citata che de-finisce beni mobili tutti quei beni chenon siano immobili.È intuitivo che la soluzione di questaproblematica presenta risvolti nonmeramente definitori, ma determi-nanti sul piano della possibile, con-creta adozione di taluni assetti nego-ziali o contrattuali piuttosto che di al-tri e ripercussioni di ordine fiscale dinon poco conto.Il fatto è che neanche nell’ambito del-l’Amministrazione Pubblica si registrauniformità di vedute rispetto alla con-figurazione giuridica di tali beni, at-tesa la diversa e opposta interpreta-zione fornita, da un lato, dall’Agen-zia del Territorio e dall’altro dal-l’Agenzia delle Entrate.La prima ha sostenuto che ai pannel-li fotovoltaici, presentando un’evi-dente analogia funzionale con le tur-

bine delle centrali idroelettriche, no-toriamente qualificate di natura im-mobiliare, ed inoltre essendo perma-nentemente infissi al suolo, dovrebbericonoscersi de plano la natura im-mobiliare, ad eccezione degli im-pianti di modesta potenza e destina-ti per consumi domestici, la seconda,per contro, ha affermato che l’im-pianto fotovoltaico non costituisce im-pianto infisso al suolo in quanto nor-malmente i moduli che lo compongo-no possono essere agevolmente ri-mossi e posizionati in altro luogomantenendo inalterata la loro origi-naria funzionalità.Il punto è che la formulazione lette-rale dell’art. 812 c.c. non offre alcunappiglio ai fini del corretto inquadra-mento dei beni al vaglio.Infatti, se è vero che l’incorporazioneal suolo costituisce l’elemento qualifi-cante della natura immobiliare del-l’entità incorporata, è altrettanto veroche tale incorporazione potrebbe av-venire anche a scopo transitorio, nédeve seguire tecniche e metodologieparticolari di immobilizzazione chela legge non prevede né disciplina,potendosi concepire una qualsiasi en-tità materiale anche solo appoggiataal suolo o infissa ad esso in forza del-la gravità.A riguardo appare opportuno citarequanto affermato dalla Corte di le-gittimità secondo cui “ è costruzioneedilizia … la installazione di un pre-fabbricato non infisso, né incorpora-to al suolo mediante fondazioni mache per forza di gravità si immedesi-

Page 34: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

ma con il terreno sottostante, ineren-dovi con caratteristiche oggettive distabilità e con capacità di trasforma-re in modo durevole l’area occupataed utilizzata definitivamente a scopoedilizio”(Cass. Pen. 16.5.1988).A ben vedere ciò che qualifica e de-termina l’incorporazione è la combi-nazione funzionale del bene incor-porante in quello che accoglie e ma-terializza l’incorporazione stessa, ecioè nel suolo; in altre parole, è rile-vante la relazione strumentale e fun-zionale che intercorre tra le due enti-tà incorporante e incorporata.Del resto, qualunque entità materialeprima della sua infissione al suolo po-trebbe essere considerata bene mobi-le e, al tempo stesso, assumere naturaimmobiliare in un secondo tempo al-l’esito del procedimento di infissione.Inoltre non sembra opportuno conferi-re particolare attenzione alla valuta-zione in ordine alla possibilità o menodi ritenere riutilizzabili in altro luogo imedesimi beni perché in astrattoscomponibili (come invece affermatodall’Agenzia delle Entrate) e ciò per-ché se tale ragionamento fosse ritenu-to probante, esso condurrebbe a rite-nere bene mobile anche la Tour Eiffel.Il celebre paragone è sapientementesvolto dalla Cassazione nella senten-za del 27.10.2009 n. 22690.Ciò spiega indirettamente perché lagiurisprudenza si è espressa positi-vamente circa la configurabilità dibeni immobili in riferimento a struttu-re e impianti di diversa fattura, ben-ché tutti funzionalmente combinaticon il suolo su cui insistevano.Nello specifico si è asserito che tuttiquei manufatti i quali, pur non essen-do necessariamente infissi al suolo osemplicemente aderenti ad esso, al-terino lo stato dei luoghi in modo sta-bile, e cioè in misura rilevante e nonper pura occasionalità - come un tra-liccio metallico alto oltre trenta metricon annessa cabina per un impiantodi allevamento di trote o per un im-pianto eolico – siano da qualificarsicome beni immobili.La correttezza della predetta affer-mazione trova piena conferma nella

definizione di costruzione contenutanell’art. 873 c.c. laddove per costru-zione deve intendersi, per conformiopinioni espresse da dottrina e giuri-sprudenza, qualsiasi manufatto, an-corché non completamente interrato,avente i requisiti della solidità ed im-mobilizzazione al suolo anche me-diante appoggio, incorporazione ocollegamento fisso ad una preesi-stente fabbrica.Ad ulteriore sostegno di quanto af-fermato si rinvia al disposto dall’art.3 comma 1 del TU sull’edilizia del2001 che definisce interventi di nuo-va costruzione, tra gli altri, “la rea-lizzazione di infrastrutture o impiantianche per pubblici servizi, che com-portino la trasformazione in via per-manente del suolo inedificato comepure la realizzazione di impianti perattività produttive all’aperto ove com-portino l’esecuzione di lavori cui con-segua la trasformazione permanetedel suolo inedificato”.Quanto fino ad ora affermato può es-sere utile per fondare un concetto di“costruzione” che si atteggi con con-tenuti diversificati e non assolutistici.All’uopo è opportuno fare riferimentoalla giurisprudenza: il Consiglio diStato ha affermato, con sentenza n.419 del 27 gennaio 2003, che lanozione di costruzione “si configurain presenza di opere che attuino unatrasformazione urbanistico ediliziadel territorio… a prescindere che es-sa avvenga mediante la realizzazio-ne di opere murarie”;la Cassazione, con la sentenza4679/2009, ha sostenuto che la no-zione di costruzione “ non è limitataa realizzazioni di tipo strettamenteedile ma si estende a qualsiasi ma-nufatto avente caratteristiche di con-sistenza e stabilità per le quali non ri-leva la qualità del materiale adope-rato, o qualsiasi opera non comple-tamente interrata avente i caratteridella solidità ed immobilizzazione ri-spetto al suolo” (nel caso di specie sitrattava di una baracca di zinco co-stituita da soli pilastri sorreggenti lelamiere, fornita di copertura ma privadi mura perimetrali).

numero 2marzo-aprile 2012 33fotovoltaico/condomini

Page 35: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

34Ingegneri

Napoli

Questa breve disamina delle pronun-ce degli organi massimi di giustiziaamministrativa e civile porta ad af-fermare che la nozione di costruzio-ne e talmente ampia da comprende-re entità anche del tutto diverse fra lo-ro, il cui unico comune denominatoreè costituito dalla funzione complessaespletata dall’entità materiale di vol-ta in volta presa in considerazionecon il suolo su cui risulta essere “im-mobilizzata”.Se si ritiene condivisibile quanto af-fermato sinora si può aprire un ra-gionamento sulle categorie concet-tuali dell’istituto dell’ accessione edella superficie.Tralasciando in questa sede una siapur sommaria rivisitazione degli isti-tuti richiamati, quello che preme evi-denziare è che sia l’accessione sia laspeculare concessione del diritto disuperficie possano operare anche inrelazione ad impianti di produzionedi energie da fonti rinnovabili che ri-sultino qualificati non in sé ma per laloro connessione funzionale con ilsuolo.Il concetto di “costruzione” pertantofinisce per allargare i margini con-cettuali entro quali tali istituti sono sta-ti relegati, facendo rientrare nel loroambito applicativo ed oggettivo an-che entità materiali che non costitui-scono, come i pannelli fotovoltaici,necessariamente costruzioni dal pun-to di vista urbanistico ed edilizio eche possano avere anche una duratalimitata nel tempo.Infatti tutti gli impianti possono essererimossi ad una certa data senza cherestino acquisiti al suolo su cui insi-stono e ciò non elimina l’opportunoriferimento ai predetti istituti.In effetti tali ultime considerazioniconsentono di approdare alla tesiche per individuare forme negozialiidonee all’ installazione di impiantiper la produzione di energie da fon-ti rinnovabili è plausibile adoperarei contratti di concessione superficia-ria che siano in grado di attuare unaderoga al principio “superficies solocedit” al di là dell’entità o della tipo-logia di impianto da installarsi.

Più in chiaro, se si ritiene di condivi-dere i principi del ragionamentoesposto in ordine al concetto di “co-struzione”, non può disconoscersi ilfatto che quei principi trovino appli-cazione anche a fronte di impianti dimodesta potenza e destinati per con-sumi domestici (cfr. Agenzia del Terri-torio nella risoluzione n. 3/T/2008).Si intende dire che i medesimi princi-pi dovrebbero valere a prescinderedalla potenza sviluppata o della de-stinazione impressa (domestica ocommerciale) dell’energia erogata,con la conseguenza che questi im-pianti anche se considerati pertinen-za delle unità immobiliari su cui insi-stono (si pensi agli impianti aderentio integrati nei tetti degli edifici o suilastrici solari) siano classificati come“costruzione”.Tutto ciò, ovviamente, vale sul pianoteorico e concettuale, senza nessunapretesa di esaustività in ordine allaproblematica della loro rilevanza sulpiano catastale.Il diritto di superficie può essere co-stituito, come ogni diritto reale, o peratto inter vivos, a titolo oneroso o gra-tuito, o per atto mortis causa (testa-mento), richiedendo in ogni caso laforma scritta ad substantiam, sottopena di nullità, e la relativa trascri-zione nei registri immobiliari.Legittimati a costituire il diritto di su-perficie o di sopraelevazione sono ilproprietario o i comproprietari (art.1108 c.c. III comma) siano esse per-sone fisiche o giuridiche, private opubbliche.Nel caso di beni di proprietà condo-miniale la costituzione del diritto disuperficie richiede l’unanimità deiconsensi.L’art. 953 c.c. prevede che il dirittodi superficie può essere costituito inperpetuo o per un determinato tem-po; in tal caso, allo scadere del ter-mine, il diritto di superficie si estingueridando forza al principio dell’acces-sione per il quale il proprietario delsuolo diventa proprietario anche del-la costruzione.Il titolare del diritto di superficie puòdisporre del proprio diritto sia alie-

Page 36: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

nandolo mediante contratto, sia di-sponendone con testamento, sia co-stituendo diritti reali di garanzia o go-dimento, in conformità di quanto pre-visto dall’art. 954 c.c.Sebbene il diritto all’edificazione siaun diritto reale, la giurisprudenza(Cass. Civ. sez II 10/07/1985 n.4111e Cass. 21/02/2005 n. 3440)ammette che le parti possano stipula-re un contratto non ad effetti reali maad effetti obbligatori, in virtù del qua-le sorge a vantaggio di un soggetto ildiritto di credito a costruire sul fondoaltrui, con conseguenze giuridichetuttavia diverse e di non poco conto.Il diritto di costruire, nel contratto adeffetti obbligatori, non è opponibile alterzo acquirente del suolo; nel con-tratto ad effetti reali esso è opponibileerga omnes (salvi gli effetti della tra-scrizione).Nel contratto ad effetti obbligatori,l’inadempimento del proprietario delsuolo, che costruisce in violazione del-l’accordo, obbliga esclusivamente alrisarcimento dei danni e non anche al-la riduzione in pristino, come accadeinvece nel contratto ad effetti reali.Altra categoria negoziale applicabilealla fattispecie in esame è la locazioneultranovennale, la quale prevede, al fi-ne di consentire la sottoscrizione daparte dell’amministratore di condomi-nio del relativo contratto (art. 1108,3°comma c.c.), una delibera assuntacon voto unanime dei presenti.Il medesimo contratto richiede per lasua stessa validità la forma scritta adsubstatiam ex art. 1350 n. 8 e la con-seguente trascrizione ex art. 2643 n.8, per la pubblicità a tutela dei terzi.Nel caso in cui manchi l’unanimità, larelativa delibera si presenta viziata danullità, e non da semplice annullabili-tà, ex art. 1325 n.1 c.c. e 1418 c.c.,in quanto non si ritiene validamenteformata la volontà del contraente con-dominio; tale nullità può essere fattavalere da parte di chiunque vi abbiainteresse attraverso il procedimento diimpugnazione e non è soggetta al ter-mine di impugnazione prescrittodall’art. 1137 c.c. (Tribunale di Na-poli n. 9238 del 19.11.1994).

In tema di contratto di locazione aduso diverso da quello abitativo infe-riore a nove anni la rinuncia espres-sa da parte del locatore alla facoltàdi diniego del rinnovo alla scadenzadei primi sei anni di durata, producel’effetto che il contratto debba inten-dersi ultranovennale e, come tale, ne-cessitante di una delibera di appro-vazione con voto unanime.Nel caso di locazione ad uso diversoda quello abitativo per un periodo in-feriore ai nove anni, tuttavia, non po-tendosi parlare di atto di ordinariaamministrazione, e configurando l’in-stallazione di un impianto fotovoltai-co un’innovazione consistente nel mu-tamento della destinazione del benecomune (es. lastrico solare), come ta-le soggetta alla disciplina dell’art.1120 c.c., la delibera di conferi-mento del mandato a sottoscrivere ilrelativo contratto all’amministratoredeve essere adottata con le maggio-ranze prescritte dall’art. 1136 c.c. 5°comma (vale a dire maggioranza deipartecipanti al condominio e 2/3 delvalore dell’edificio).In mancanza, la delibera è passibiledi impugnazione da parte del con-domino dissenziente o assente nel ter-mine fissato dall’art. 1137 c.c., atte-nendo il vizio contestato alla forma-zione di una maggioranza diversada quella qualificata in relazione al-l’oggetto, così come prescritta dal-l’art. 1136, 5° comma, c.c. (Cass.Sez. Unite 4806/2005).Dal punto di vista normativo la materiaè disciplinata dalla legge n. 10 del 9gennaio 1991.Per favorire l’uso delle energie rinno-vabili e qualunque intervento su par-ti comuni di edifici finalizzato a con-tenere il consumo energetico, il se-condo comma dell’art. 26 della L.10/1991, come sostituito dall’art. 7d.lgs 29 dicembre 2006 n. 311, ave-va assunto la seguente formulazione:“per gli interventi sugli edifici e sugliimpianti volti al contenimento del con-sumo energetico ed all’utilizzazionedelle fonti di energia di cui all’art. 1,individuati attraverso un attestato dicertificazione energetica o una dia-

numero 2marzo-aprile 2012 35fotovoltaico/condomini

Page 37: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

36Ingegneri

Napoli

gnosi realizzata da un tecnico abili-tato, le pertinenti decisioni condomi-niali sono valide se adottate con lamaggioranza semplice delle quotemillesimali”.Va rilevato che esistono dubbi sullalegittimità costituzionale della normain esame, inserita in un provvedi-mento contenente disposizioni corret-tive e integrative del d.lgs. 19 agosto2005 n. 192, emanato a seguito didelega prevista nella legge 31 otto-bre 2003 n. 306, relativa alla ado-zione di norme occorrenti per dareattuazione alla direttiva 2002/91 CEin tema di rendimento energetico nel-l’edilizia.È difficile ammettere che rientrano nelcampo del “ rendimento energeticonell’edilizia” le deliberazioni condo-miniali aventi ad oggetto gli inter-venti sugli edifici e sugli impianti vol-ti al contenimento del consumo ener-getico (cfr. R. Triola ”Il condominio”-Giuffrè Editore pag. 228).Pur tuttavia, tralasciando tale que-stione, la maggioranza indicata dalsecondo comma dell’art. 26, ha su-scitato non pochi problemi interpre-tativi agli operatori, in quanto nellaformulazione sopra richiamata, nonspecificando i quorum costitutivi e de-liberativi necessari ai fini dell’appro-vazione, non lasciava comprenderese il termine “semplice” aggiunto ri-spetto all’originaria definizione do-vesse essere riferito alle quote deipartecipanti all’assemblea o ai mille-simi dell’intero condominio. Tale im-precisione aveva ripercussioni di nontrascurabile rilevanza sul piano ap-plicativo e sulla conseguente legitti-mità delle delibere assunte.In questo contesto, il Parlamento hadefinitivamente approvato in data23.7.2009 la Legge n. 99 la quale,all’articolo 27, comma 22 cosi’ reci-ta: “Al comma 2 dell’articolo 26 del-la legge 9 gennaio 1991, n.10, co-me sostituito dall’articolo 7 del decre-to legislativo 29 dicembre 2006, n.311, dopo le parole: «maggioranzasemplice delle quote millesimali» sonoaggiunte le seguenti: «rappresentatedagli intervenuti in assemblea»”.

A seguito della modifica introdotta,l’articolo 26 comma 2 ora recita:“Per gli interventi sugli edifici e sugliimpianti volti al contenimento del con-sumo energetico ed all’utilizzazionedelle fonti di energia di cui all’artico-lo 1, individuati attraverso un attesta-to di certificazione energetica o unadiagnosi energetica realizzata da untecnico abilitato, le pertinenti deci-sioni condominiali sono valide seadottate con la maggioranza sempli-ce delle quote millesimali rappresen-tate dagli intervenuti in assemblea”.Il legislatore ha così lasciato invaria-to il riferimento alle sole quote mille-simali in deroga al generale princi-pio del doppio quorum (costitutivo edeliberativo), precisando, tuttavia,che la “maggioranza semplice dellequote millesimali” è riferita agli “in-tervenuti in assemblea”. Si ricordache il legislatore gia’ nella formula-zione dell’art. 26 comma 2 nel1991 aveva utilizzato il termine“quote millesimali” in luogo di “va-lore dell’edificio”, così come inveceindicato nell’articolo 1136 del codi-ce civile e all’art. 30 comma 2 Legge457/1978.Un preciso riferimento ai millesimi sirinviene nell’articolo 68 delle disp.att. c.c. il quale specifica che “I valo-ri dei piani o delle porzioni di piano,ragguagliati a quello dell’intero edi-ficio, devono essere espressi in mille-simi in apposita tabella allegata al re-golamento di condominio”. Si fa pre-sente che, prima di tale norma, il le-gislatore ha sempre indicato i con-domini o la maggioranza quali de-tentori della rappresentanza espres-sa in quote millesimali.Ora invece il legislatore pone l’ac-cento sul valore oggettivo della quo-te tralasciando il fattore soggettivo.In altre parole, entrando nel meritodella norma di legge qui in commen-to, relativamente alla frase “maggio-ranza semplice delle quote millesi-mali rappresentate dagli intervenutiin assemblea” è lecito pensare chesono le quote millesimali ad essererappresentate dagli intervenuti in as-semblea e non viceversa.

Page 38: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Ciò implica che, in prima convoca-zione, in ossequio all’articolo 1136comma 1 del codice civile si deve ri-tenere l’assemblea validamente costi-tuita con l’intervento di tanti condo-mini che rappresentino i due terzi delvalore dell’edificio e i due terzi deipartecipanti al condominio.Poiché la nuova formulazione del-l’articolo 26 comma 2 L. 10/91 fa ri-ferimento alle sole quote millesimalirappresentate dagli intervenuti all’as-semblea, ne consegue che, in primaconvocazione, dovendo essere pre-senti due terzi del valore dell’edificio(quorum costitutivo), la deliberazionepotrà essere validamente assuntaqualora siano favorevoli i condominidetentori di almeno un terzo più unodei millesimi (quorum deliberativo);ciò comporta che, potendo tali quoteappartenere anche ad un condominosoltanto, questi risulta abilitato ad as-sumere la veste della maggioranza ri-chiesta, non essendo quest’ultima cal-colata su teste bensì su quote.Il discorso cambia in sede di secondaconvocazione: qui il legislatore haprevisto unicamente il quorum deli-berativo e non anche il quorum costi-tutivo (Cass. civ., sez. II, 28 gennaio1997 n. 850), il che significa che oc-correrà fare riferimento esclusiva-mente al quorum necessario per lavalidità delle deliberazioni (Cassa-zione Civile, Sezione II, 26 aprile1994 n. 3952).A questo punto, sorge il quesito rela-tivo a quale sia, in seconda convo-cazione, il quorum necessario per lavalidità delle deliberazioni ai sensidell’articolo 26 comma 2 L. 10/91,posto che il legislatore si limita a ri-chiedere la maggioranza delle quo-te millesimali, senza indicare alcunparametro minimo. Senza dubbio,l’utilizzo del termine “assemblea”,che per sua natura si caratterizza perla presenza di più persone ed il rife-rimento al plurale dei soggetti “inter-venuti” lasciano intendere che il legi-slatore abbia comunque preventiva-to, per il funzionamento della norma,la presenza di almeno due condomi-ni. Aderendo a tale orientamento in-

terpretativo, potremmo arrivare allaconclusione che con la presenza inassemblea, in sede di seconda con-vocazione, di almeno due condomi-ni, indipendentemente dal valore del-le quote millesimali da essi detenute,è valida la deliberazione assunta conla maggioranza relativa ai millesimirappresentati dai due partecipanti.Può essere utile un esempio pratico:stando al tenore letterale dell’art. 26comma 2, in seconda convocazione,presenti Mevio (mill. 140) e Sempro-nio (mill 130), la deliberazione risul-terebbe valida nel momento in cui ab-bia votato a favore anche il solo Me-vio, detentore della maggioranzadelle quote millesimali rappresentatedagli intervenuti in assemblea.Va rilevato, però, che questo mododi intendere il dettato normativo po-trebbe risultare in contrasto con ilprincipio precedentemente fissatodalle Sezioni Unite della CassazioneCivile il 31 gennaio 2006 n. 2046in materia di condominio minimo,cioè condominio composto da duesoli partecipanti, in cui si afferma chela delibera, per essere valida, debbaessere assunta all’unanimità. In un al-tro ordine di considerazioni, si ponela preventiva presentazione da partedell’amministratore del certificato didestinazione energetica o della dia-gnosi energetica realizzata da un tec-nico abilitato come condizione ne-cessaria ai fini della validità dell’as-semblea, nel senso che la mancanzanella stessa di tali documenti condi-ziona la validità della relativa deli-bera (cfr R. Triola - Il condominio2007 - Giuffrè editore).Quid iuris per l’approvazione di in-terventi sugli edifici e sugli impiantivolti al contenimento del consumoenergetico ed all’utilizzazione dellefonti di energia di cui all’art. 1 prividi una “preventiva” certificazione odiagnosi energetica?Non si esclude che in questo caso aifini dell’approvazione di tali inter-venti debba applicarsi quanto dispo-sto dall’art. 1136, 5° comma, c.c.,vale a dire che la deliberazione deb-ba essere assunta “sempre” (sia in

numero 2marzo-aprile 2012 37fotovoltaico/condomini

Page 39: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

38Ingegneri

Napoli

prima sia in seconda convocazione)con un numero di voti che rappresentila maggioranza dei partecipanti alcondominio e i 2/3 del valore del-l’edificio, non essendo altrimenti re-golata la fattispecie.Altro compito che investe l’ammini-stratore è quello di verificare, preli-minarmente, che nel regolamento dicondominio non vi sia alcuna normache limiti l’utilizzo delle parti comuni.Per quanto concerne, infine, il regimeautorizzativo, la costruzione e l’eser-cizio di impianti di produzione dienergia da fonti rinnovabili sono di-sciplinati dagli artt. 4 e seguenti delrecente D.lgs n. 28/2011 in vigoredal 29 marzo 2011.L’art. 4 comma 2 prevede che le pro-cedure da utilizzare sono:a) l’autorizzazione unica;b) la procedura abilitativa semplifi-

cata;c) la comunicazione relativa alle atti-

vità in edilizia libera (comunica-zione semplice);

la procedura “base” è quella che pre-vede il rilascio dell’autorizzazioneunica da parte della Regione o dellaProvincia delegata dalla Regione, nelrispetto delle normative vigenti in ma-teria di tutela ambientale, di tuteladel paesaggio e del patrimonio stori-co- artistico e che costituisce ove oc-corra, variante dello strumento urba-nistico, benché l’ambito oggettivo co-perto da tale procedura, è assoluta-mente residuale in quanto viene iden-tificato per differenza rispetto a quel-lo già coperto dalla comunicazionesemplice e dalla procedura abilitati-va semplificata e comunque in rela-zione ad impianti di potenza supe-riore ai 200KW.La comunicazione semplice, ancheper via telematica, dell’inizio dei la-vori va fatta da parte dell’interessatoall’amministrazione comunale ed èammessa indipendentemente dallapotenza prodotta e qualora ricorranodeterminate condizioni che sono pergli impianti aderenti o integrati nei tet-ti degli edifici, la stessa inclinazione elo stesso orientamento della falda e i

cui componenti non modificano la sa-goma degli edifici stessi.La superficie dell’impianto non deveessere superiore a quella del tetto do-ve viene realizzato e gli interventinon ricadano nel campo di applica-zione del codice dei beni culturali edel paesaggio.Se rientrano nel range di potenza 0-200 KW la comunicazione è am-messa se gli impianti vengono realiz-zati su edifici già esistenti o su loropertinenze al di fuori delle aree di ca-rattere storico, artistico e di pregioambientale.E richiesta la D.I.A. per tutti gli im-pianti collocati sugli edifici la cui su-perficie complessiva non sia superio-re a quella del tetto dell’edificio non-ché per quegli impianti per i qualinon ricorrano le condizioni per effet-tuare la semplice comunicazione esempreché la potenza generata siainferiore a 20 KW.Va precisato che a seguito dell’entra-ta in vigore dal decreto sviluppo n.70 del 13 maggio 2011 potrà esse-re utilizzata in luogo della D.I.A., pertutti gli interventi edilizi che non ri-chiedono il permesso a costruire co-me quello di cui qui si discute e conla sola esclusione dei casi in cui sus-sistano vincoli ambientali, paesaggi-stici o culturali, la cd S.C.I.A. corre-data dagli elaborati tecnici necessa-ri per consentire le verifiche di com-petenza dell’amministrazione.

Indicazioni bibliografiche

R. Triola “Il condominio” Giuffrè Editore - Mi-lano 2007.

A. Pischetola in Rivista del notariato LXV - ago-sto 2011 “Impianti di produzione di ener-gie rinnovabili: forme negoziali idonee e re-gime autorizzativo”.

E. Riccio in www.anacipiemonte.it – “Legge99/2009: nuova maggioranza per le deli-bere assembleari in tema di interventi volti alcontenimento del consumo energetico (Art.26 comma 2 L. 10/91)” - 15 luglio 2009.

L. Rotondi - ANACI Napoli – “Locazione ultra-novennale su tetto condominiale” - Napolinovembre 2011.

Page 40: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

39

SULLE COMPETENZEPROFESSIONALI DEGLI

INGEGNERI JUNIOR:CONSIDERAZIONI

A MARGINE

“Tutte le volte che unacostruzione in zona sismica

possiede i requisiti perpoter effettuare una analisistatica lineare, essa rientra

nelle competenze degliingegneri junior

Riceviamo dal C.N.I. e volentieri pub-blichiamo la sentenza n.201200686 del 9/2/2012 con laquale il Consiglio di Stato accetta ilricorso n. 1619/2011 proposto daLuigi Junior Marulla (Sind.In.Ar 3 -Sindacato Nazionale Ingegneri Ju-niores e Architetti Juniores) contro laRegione Calabria, per la riforma del-la sentenza del T.A.R. della Calabria,Sede di Catanzaro, sezione II n.02795/2010 concernente il proget-to per la realizzazione di un fabbri-cato da adibire ad abitazione ruralee da realizzarsi in zona sismica.Con tale sentenza, in buona sostan-za, il Consiglio di Stato ha statuito:– che l’ingegnere e l’architetto iscrit-

ti alla sezione B dell’Albo hannoautonoma capacità progettuale(“vi sono attività che le categoriejuniores sono abilitate a compierein proprio senza collaborare oconcorrere con alcuno”);

– che detta capacità progettuale èestesa alle zone sismiche, purchéivi si operi nell’ambito di “costru-zioni civili semplici con l’uso di me-todologie standardizzate”;

– che, in dette aree, non esistono at-tività progettuali e di direzione deilavori escluse e/o precluse a prio-ri agli ingegneri ed agli architettiiscritti alla sezione B, ma occorre“una valutazione caso per caso,che tenga conto in concreto del-l’opera prevista, delle metodologiedi calcolo utilizzate” con specificoriferimento “di volta in volta, al sin-golo progetto presentato”;

– in ultimo, ma non meno importan-te, che si esclude che i geometripossano progettare in zona sismi-ca essendovi una sostanziale dif-ferenza tra “modesta costruzione”e “costruzione semplice”, ed è pro-prio tale distinzione, a parere delcollegio giudicante, che differen-zia le competenze dei geometri daquelle degli ingegneri iscritti allasezione B che il legislatore a suotempo ha voluto rimarcare nel DPR328/01.

Dopo i principi sanciti dalle sentenzedi pari rilevanza del T.A.R. Campa-nia (n. 1501/2005 – “La censura èinfondata poiché siffatta limitazionenon è sancita chiaramente dall’arti-colo 46 del DPR n. 328/2001, equindi, costituendo una limitazionealla libera esplicazione della libertàdi lavoro, non può evincersi in ma-niera analogica o interpretativo-ridut-tiva”) e successivamente del Consi-glio di Stato (n. 1473/2009 –“l’elencazione, compiuta all’art. 46del decreto, delle attività attribuiteagli iscritti ai diversi settori delle se-zioni A e B dell’albo dell’ordine de-gli ingegneri, ha il solo scopo di pro-cedere ad un siffatta ripartizione, in-dividuando quelle maggiormente ca-ratterizzanti la professione, restandoimmutato il quadro complessivo delleattività esercitabili nell’ambito dellaprofessione stessa come già normati-vamente definito”).Tale sentenza rimarca, in qualchemodo, quanto da noi precedente-

Mario Pasquino

numero 2marzo-aprile 2012

Page 41: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

40Ingegneri

Napoli

mente posto in luce (cfr. Notiziariodell’Ordine degli Ingegneri della Pro-vincia di Napoli, n. 3 maggio-set-tembre 2009). In tale articolo, infatti,si dà un contributo all’interpretazionedell’art. 46, comma 3, punto a, ca-poverso 2 del DPR 328/2001 checosì si esprime:

“la progettazione, la direzionedei lavori, la vigilanza, la con-tabilità e la liquidazione rela-tive a costruzioni semplici, conl’uso di metodologie standar-dizzate”.

La norma lascia indefinite le locuzio-ni “semplici” e “standardizzate”, po-nendo in serie difficoltà i preposti al-l’osservanza di tale comma.Dopo un’ampia dissertazione per lachiarificazione dei termini di strutturesemplici, risolte con l’uso di metodo-logie standardizzate, si perviene allaconclusione che ribadiamo in questasede.

Se estendiamo il concetto di standar-dizzazione al calcolo strutturale, pos-siamo dire che i metodi di calcoloche prevedono un’analisi che si fer-mi alla valutazione degli effetti del Iordine, possono essere consideratimetodologie standardizzate. Poi, vo-lendo dare un significato operativo aidue termini, occorre fare riferimentoalla nuova normativa sismica entratain vigore l’1 luglio 2009, che defini-sce precise indicazioni sulle modalitàdi calcolo strutturale in zona sismica.Le costruzioni che si ritiene possanorientrare nelle competenze professio-nali degli ingegneri juniores sono le“costruzioni in calcestruzzo”, e inparticolare le strutture sismo-resistentiin cemento armato la cui tipologiastrutturale sia una “struttura a telaio”,secondo quanto precisato al§7.4.3.1. delle NTC 2008. Secondo le NTC 2008, la valutazio-ne della risposta sismica di una strut-tura può eseguirsi mediante analisi li-neari o analisi non lineari. Trala-sciando i metodi d’analisi di riferi-mento per la determinazione degli ef-

fetti dell’azione sismica, quali l’anali-si modale con spettro di risposta el’analisi dinamica lineare con inte-grazione al passo, modellandol’azione sismica attraverso accelero-grammi, limitatamente a strutture nondissipative, lo strumento più “sempli-ce” da poter applicare per la deter-minazione degli effetti dell’azione si-smica, è rappresentato dall’analisistatica lineare. L’analisi statica lineare, definita an-che metodo delle forze laterali, è ap-plicabile alle sole costruzioni la cui ri-sposta simica, in ciascuna direzioneprincipale, non è influenzata, in mo-do significativo, dai modi di vibra-zione superiori al primo. In partico-lare, al §7.3.3.2. delle NTC 2008viene precisato che l’analisi statica li-neare può essere effettuata per co-struzioni che rispettino precise indi-cazioni:– il periodo del modo di vibrare

principale nella direzione in esa-me (T1) non deve superare 2.5TCo TD, ove TC è il periodo corri-spondente all’inizio del tratto avelocità costante dello spettro,mentre TD è il periodo corrispon-dente all’inizio del tratto a spo-stamento costante dello spettro(cfr. §3.2.3.2.1. delle NTC2008);

– la costruzione deve essere rego-lare in altezza e quindi rispettosadi quanto riportato al §7.2.2.delle NTC 2008 “Caratteristichegenerali delle costruzioni - Rego-larità”.

Il valore del periodo (T1 può esserestimato utilizzando la relazione T1 =C1 H3/4 commentata al §7.2.2. delleNTC 2008). Affinché tale “semplice”relazione possa essere applicata,senza calcoli più dettagliati che ri-chiederebbero specifiche conoscen-ze di modellazione strutturale, occor-re che le costruzioni in esame non su-perino i 40 m di altezza e che ab-biano una massa approssimativa-mente uniforme distribuita lungo l’al-tezza. Per tener conto della variabili-tà spaziale del moto sismico, nonché

Page 42: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

41numero 2

marzo-aprile 2012

di eventuali incertezze nella localiz-zazione delle masse, è possibile sti-mare degli effetti torsionali acciden-tali, amplificando le sollecitazioni suogni elemento resistente, attraverso ilfattore δ ricavabile dalla relazioneδ = 1 + 0.6x/Le, ove “x” è la distan-za dell’elemento resistente verticaledal baricentro geometrico di piano,misurata perpendicolarmente alla di-rezione dell’azione sismica conside-rata, mentre “Le” è la distanza tra idue elementi resistenti più lontani, mi-surata allo stesso modo (cfr.§7.3.3.2. delle NTC 2008).

Anche in questo caso, perché tale“semplice” relazione possa essere uti-lizzata, senza calcoli più approfon-diti che richiederebbero specifichenozioni di modellazione strutturale,occorre che l’edificio presenti rigi-dezze laterali e masse distribuite sim-metricamente in pianta.Concludendo, si potrebbe asserireche tutte le volte che una costruzionein zona sismica possiede i requisitiper poter effettuare una analisi staticalineare, essa rientra nelle competen-ze degli ingegneri junior.

normativa

AVVISO

Si invitano tutti gli iscritti, che ancora non l’abbiano fatto, a comunicarealla Segreteria dell’Ordine ([email protected]) il pro-prio indirizzo e-mail al fine di ricevere gli inviti ai convegni, seminari eda tutte le attività organizzate dall’Ordine.

Page 43: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

“La necessità dioperare unaricomposizione urbanadell’area domitia attraversoun disegno unitario appareuna priorità assoluta

42Ingegneri

Napoli

PIANO DI RIGENERAZIONEURBANA DELL’AREA COMPRESATRA IL FIUME VOLTURNO ED IL CANALE DEI REGI LAGNIUna possibile strategia di connessioneed integrazione territoriale sostenibile

Cristina IterarArchitetto/libero professionista

Ferdinando OrabonaFunzionario ingegnere-architettoProvveditorato Interregionalealle Opere Pubbliche Campania-Molise

Claudia RaddiArchitetto/libero professionista

Barbara ScaleraArchitetto/libero professionista

Il presente contributo è il risultato diuna ricerca che ha avuto come area diriferimento quello che il PTR ha indivi-duato come STS F1 Litorale Domizio,un sistema territoriale con indirizzo disviluppo prevalentemente turistico-cul-turale. L’area oggetto di studio è ubi-cata nel settore nord-occidentale delterritorio regionale, lungo la fascia co-stiera compresa tra il Lago Patria ed ilGarigliano, nella quale sono inclusearee caratterizzate sia da insediamen-ti residenziali sia produttivi. Nonostante la massiccia urbanizza-zione, tale area vanta la presenza diventisei SIC, sei riserve naturali, dueparchi regionali e uno nazionale, stret-tamente interrelati grazie alla perma-nenza di territori ad uso agricolo di al-to valore economico, paesaggistico edecologico. Essa rappresenta un’areafragile che necessita di tutela ecologi-co-ambientale e che richiede necessa-riamente un intervento complesso dicoordinamento delle azioni trasforma-tive e di indirizzi della progettualità, fi-nalizzati a determinare condizioni diequilibrio e di sostenibilità del muta-mento.La ricerca ha, infatti, evidenziato al-cuni fattori critici per il litorale domitioed individuato importanti risorse nonopportunamente valorizzate dalla pro-grammazione regionale degli ultimianni. Poco o nulla si rileva a proposi-to di interventi strutturali ed infrastrut-turali finalizzati a modificare radical-mente il profilo del territorio che pre-senta uno stato di degrado diffusopiuttosto notevole. Se scarsa è stata

l’attenzione nella passata program-mazione regionale per la portualità tu-ristica, destinando, al Litorale Domitio,circa 35 milioni di esclusivamenteper il recupero di aree archeologicheo, in generale, dei beni culturali, an-cora più evidente sembra essere lamancanza di attenzione, nei prossimianni, rispetto alla possibilità di con-nettere l’area del litorale attraversocollegamenti marittimi, pensati e pro-posti in una logica di sistema regio-nale per altro auspicata dagli Enti lo-cali e organismi territoriali.La necessità di operare una ricomposi-zione urbana dell’area domitia attra-verso un disegno unitario appare, dun-que, una priorità assoluta. La dimen-sione economica e quella sociale sonoi principali aspetti da valutare, in quan-to permettono di individuare aree dovecollocare nuove funzioni consideratetrainanti per l’economia stessa. In tal senso, i problemi di riqualifica-zione urbanistica e architettonica, direcupero e di conservazione integratasono rivolti ad avviare un processo ditotale rinnovamento urbano.

Key words: Resilienza, rigenerazioneurbana sostenibile, sinergia, connes-sione e integrazione, magneti e con-nettori.

Un processo di rigenerazione urbana:elementi di partenza e linee strategiche

L’infrastrutturazione territoriale propo-sta è intesa come integrazione tra ma-

Page 44: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

gneti (poli di attrazione) e connettori(assi di connessione spaziale e funzio-nale) dove i magneti sono rappresen-tati dai tre organismi strutturanti: il po-lo turistico- residenziale, il porto fluvia-le e l’area multifunzionale; i connettorispaziali sono dati da assi di penetra-zione nei tre magneti e di collegamen-to con il resto del territorio ed i connet-tori socio-economici sono dati dall’of-ferta reale di posti di lavoro creata conla realizzazione di tale armatura terri-toriale e da quella potenziale, stimatanell’ipotesi che tale intervento possa ef-fettivamente rappresentare una trasfor-mazione radicale del territorio, volanodi sviluppo. Questa la logica che ha guidato la for-mulazione di un imponente progetto,di seguito illustrato, che si pone l’obiet-tivo di modificare radicalmente la for-ma della struttura urbana del comunedi Castelvolturno per creare una nuo-va armatura urbana intorno alla qualesviluppare attività economiche legateal settore del turismo, e non solo e svi-luppare, in tal modo, una solida resi-lienza del territorio.L’idea di rigenerare radicalmente il ter-ritorio di Castelvolturno realizzandostrutture di notevole impatto nella com-

posizione della nuova armatura urba-na nasce dalla riflessione di alcuni im-portanti elementi che sinteticamente so-no di seguito illustrati:1) non è sufficiente avviare programmi

di risanamento ambientale per in-crementare la capacità attrattiva delterritorio di Castelvolturno;

2) la frammentarietà delle proposte dipianificazione e gli interessi specu-lativi legati alla risorsa mare ed alsettore edile hanno ingessato e pe-nalizzato, per troppi anni, il pae-saggio urbano e le sue risorse;

3) assenza di una politica unitaria disistema legata alla portualità turisti-ca di tutta la costa regionale; as-senza di una politica unitaria del si-stema turistico regionale;

4) il degrado urbano diffuso favoritodalla destinazione di alloggi di for-tuna, un tempo seconde case-va-canza, per una sempre crescentecomunità di immigrati clandestini;

5) porre come dato di progetto le esi-genze del territorio emerse dalla let-tura dei caratteri identificativi, deldocumento di osservazione presen-tato dagli enti locali nell’ambito del-la pianificazione di area vasta e so-prattutto dai preziosi dati statistici

numero 2marzo-aprile 2012 43territorio

Figura 1. Inquadramento territoriale.

Page 45: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

44Ingegneri

Napoli

che fotografano la realtà socio-eco-nomica dell’area;

6) portualità turistica: necessità di rea-lizzare un sistema di portualità dif-fusa e leggera, lungo la costa do-mizia, anche nella considerazioneche il territorio ha a disposizioneben due fiumi, il Volturno a sud e ilGarigliano a nord, entrambi navi-gabili;

7) necessità di realizzare una rete dieliporti lungo la costa;

8) necessità di realizzare rete di per-corsi ciclabili ed aree di liosir;

9) Marina di Castel Volturno, strutturedi servizio a supporto della Nauticada diporto, nel territorio di CastelVolturno.

La proposta progettuale è stata elabo-rata sulla base di tali importanti ele-menti e, pertanto, persegue 6 lineestrategiche finalizzate ad avviare unprocesso di rigenerazione urbana chepossa restituire al territorio nuove cen-tralità e creare nuove connessioni cul-turali e, dunque, socio-economiche:a) Sviluppare socialità, solidarietà, tol-

leranza e senso di appartenenza at-traverso la ricerca di una nuovaidentità territoriale;

b) Connessioni urbane perseguite at-traverso l’integrazione multifunzio-nale tra le aree di progetto ed a li-vello locale, provinciale e regiona-le;

c) Valorizzazione risorsa acqua e re-stituzione vocazione turistica;

d) Restituire decoro urbano attraversola realizzazione di architetture diqualità;

e) Potenziamento della capacità ricet-tiva anche attraverso la realizzazio-ne di servizi di eccellenza a livellointernazionale;

f) Creare nuove opportunità di lavoro.

La proposta progettuale: una nuovaarmatura urbana intesa come elementodi rigenerazione e di connessionesocio-economica

L’ipotesi progettuale prende in consi-derazione, come già accennato, tre

macroaree territoriali del comune diCastel Volturno parallele al litorale Do-mitio, collegate tra di loro da un per-corso d’acqua che, dal fiume Volturnosi dipana lungo la fascia costiera ca-ratterizzata dalla presenza di ex cavedi sabbia, oggi “laghetti”, mettendoliin comunicazione con il canale princi-pale dei Regi Lagni. La proposta pre-vede, da nord verso sud dell’area d’in-tervento un porto fluviale sul Volturnocon annesso un campo da golf a 18buche, un polo d’integrazione e di con-nessione multifunzionale, nell’area del-le ex cave di sabbia ed un polo dire-zionale turistico- ricettivo, in una zonacompresa tra il canale principale deiRegi Lagni e la darsena S. Bartolomeo.Il complesso sistema, fin qui illustrato,necessita di un fabbisogno energeticostimato all’incirca di 5 megawatt, dicui parte prelevati da distributore na-zionale (Enel, Enel energia, etc) e par-te autoprodotti grazie all’installazionedi pannelli fotovoltaici, concentratorienergetici e centrali di produzione abiomasse. Il progetto prevede, infatti,sia nell’area del campo da golf che nelpolo multifunzionale dei percorsi e deicircle di pannelli fotovoltaici architetto-nicamente distribuiti ed integrantesicon il paesaggio, oltre che a torri ener-getiche. Di seguito sono illustrate, conmaggiore dettaglio, le funzioni localiz-zate in ciascuna area.Il porto fluviale, previsto a circa 2,5 kmdalla foce del fiume Volturno, si svilup-pa in una ampia distesa di circa 58 et-tari, entro un meandro naturale verso ilquale si protende il centro storico diCastel Volturno. Le imbarcazioni, dopoaver percorso il tratto iniziale della fo-ce oltrepassando il ponte sulla SS. Do-mitiana 7 Quater, giungono allo spec-chio d’acqua di ingresso alla “Marina”nel quale si riverbera il lungo fianco delborgo medievale di S. Castrese e del-l’antico ricetto altomedievale. Il proget-to non solo prevede la realizzazione diposti barca, accogliendo natanti dalla3° alla 6° categoria, per un totale di932 ancoraggi, ma di un vero e pro-prio centro residenziale disposto su piùisole, collegate tra di loro da canali eponti. L’insediamento abitativo, cuore

Page 46: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

propulsore del progetto, è caratteriz-zato da 512 unità unifamiliari o bifa-miliari, di elevata qualità architettoni-ca, corredate da spazi verdi privati epubblici e bacini privati per le imbar-cazioni dei residenti. Il traffico veicola-re è limitato ai soli mezzi di servizio edil parcheggio per i residenti e gli av-ventizi è posto nelle immediate vici-nanze degli accessi terrestri al portocon un sistema di navetta che ne ga-rantisce il collegamento. Nell’area cen-trale della Marina, sono collocate lefunzioni sociali per il tempo libero ed ilturismo: offerta eno-gastronomica, ser-vizi al turista (fitto barche, pedalò e ca-noe) e lo yacht club. Le isole, collegatealla terraferma mediante tre assi stra-dali principali ed assi secondari checonsentono di raggiungere tutte le resi-denze ed i servizi, costituiscono tra diloro un sistema integrato e sostenibiledi percorsi carrabili (per i mezzi di ser-vizio), pedonali e ciclabili immersi nelverde. Alcuni spazi, opportunamentedislocati, sono dedicati ai servizi ai na-tanti (bunkeraggio, officine, banchineper alaggio e varo). Tra il fiume Voltur-no e l’area dei canali viene interpostauna zona filtro costituita da una fasciadi verde di circa 150 mt di profonditàcon percorsi pedonali e ciclabili.L’area immediatamente ad est del cen-tro residenziale, di circa 97 ettari, è in-teressata dalla realizzazione di uncampo da golf a 18 buche con i relati-vi servizi al pubblico (club house, ri-storazione, aree relax, etc.) ed una pic-cola darsena interna che accoglie cir-ca 135 posti barca. Il campo è colle-gato a sud est con il porto via acquaattraverso il canale di derivazione.La realizzazione di un tale schema pro-gettuale, considerando le caratteristi-

che idrogeologiche dell’area di inter-vento, è sottoposta alla costruzione diun argine lungo tutto l’arco del mean-dro fluviale interessato e di un canaledi derivazione collegante l’ingresso oc-cidentale al porto con l’uscita orientaleverso Ripone. Il livello idrico all’interno dello specchioacqueo è mantenuto costante grazie al-l’introduzione di chiuse lungo il canaledi derivazione in fregio alla sponda si-nistra del Volturno: nella sezione amonte una traversa mobile con la pos-sibilità di regolazione automatica, nel-la sezione di valle, all’ingresso del por-to, delle porte vinciane.La zona destinata al polo d’integrazio-ne e di connessione multifunzionale, dicirca 402 ettari, rappresenta il colle-gamento naturale tra i due magnetiprincipali: da un lato il porto fluviale,dall’altro il polo direzionale-turistico-ri-cettivo. Essa si sviluppa lungo la fasciacompresa tra il fiume Volturno ed il ca-nale principale dei Regi Lagni, nel-l’area delle ex cave di sabbia, per unalunghezza di circa 6 km, attualmentecaratterizzata da specchi d’acqua dibassa profondità e di dimensioni va-riabili. Attraverso la progettazione diun ramo secondario del canale di col-legamento del porto e di altri piccolicanali sono connesse tutte le vasche; intal modo, si crea un continuum idrico,fino ad immettersi nei Regi Lagni, cherappresenta un sistema navigabile conpiccole imbarcazioni (pedalò, canoe,etc.). Molteplici sono le funzioni indivi-duate all’interno del parco e collegatetra loro da percorsi pedonali, ciclabilied ippovie, tra cui un centro culturaledi respiro internazionale, strutture di-dattico educative (il caleidoscopio del-la natura, le serre, la zoo farm, la fac-

numero 2marzo-aprile 2012 45territorio

AREE DI PROGETTO SUPERFICIE INCIDENZA TOTALE SUP. %Porto fluviale e campo da golf 154 ha 2 %

Polo turistico-ricettivo 225 ha 3 %Polo di integrazione multifunzionale 402 ha 5 %

TOTALE superficie comunale 7223 ha /TOTALE interessato dal PUC 589 ha 8,16 %

TOTALE di progetto 781 ha 10, 81 %

Tabella 1. Aree e superfici di progetto con %incidenza sulla superficie totale del territoriocomunale e raffronto con aree di progetto pre-viste dal Piano Urbanistico Comunale.

Page 47: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

46Ingegneri

Napoli

tory equestre), alcune piscine a scopoludico con scivoli e giochi d’acqua,biopiscine e solarium, una pista di gokart, aree per appassionati di modelli-smo navale ed un campo per gli alian-ti a motore, corredate da parcheggi,servizi ed info-point. Nell’area imme-diatamente a ridosso del canale deiRegi Lagni, di circa 225 ettari, è pre-visto il polo turistico-ricettivo, un com-plesso di servizi terziari e residenzialiche possa creare sinergia collegando-si a strutture similari esistenti, quali ilteatro – cinema S. Aniello, il centrocommerciale Giolì, le strutture alber-ghiere e di ristorazione a cavallo dellaSS. Domitiana e di Via Napoli, il futu-ro porto di S. Bartolomeo nella frazio-ne di Villaggio Coppola Pinetamare, lastruttura internazionale dell’Holiday Inne del campo da golf. La connessione è data dall’integrazio-ne delle parti e, dunque, dall’integra-zione culturale che si stabilisce all’in-terno di una comunità; ed è per questoche nell’area multifunzionale si propo-ne la realizzazione di un Centro cultu-rale di respiro internazionale, intesocome connettore socio-culturale, chepossa favorire quel legame di scambiotra la nuova comunità multietnica equella locale, ma anche ricucire quellegame di appartenenza della comu-nità locale al territorio. L’ipotesi pro-gettuale parte dal presupposto che la

condizione secondo cui pur godendol’area di una posizione geografica al-tamente strategica rispetto alla capita-le, al Golfo di Napoli, rispetto alle iso-le pontine e quelle flegrea, essa nonrappresenta una condizione sufficienteperché la capacità attrattiva del terri-torio si elevi.Tale ambiziosa ipotesi, avrebbe nonsolo la finalità di rappresentare un vo-lano per lo sviluppo turistico dell’areafavorendo la crescita della competitivi-tà ed attrattività dell’area, ma inne-scherebbe consequenziali processi disviluppo legati anche alla domandaabitativa, favorita dalla vicinanza alcapoluogo e, più direttamente, a tuttequelle aree che oggi rappresentano lafascia periferica napoletana, la cuidensità abitativa cresce, al diminuiredei costi delle unità immobiliari ed in-coraggiata dalla buona dotazione diinfrastrutture viarie di collegamento.Il senso di abbandono e di degradodiffuso è dato infatti, nel territorio diCastelvolturno, dalla presenza di innu-merevoli abitazioni inutilizzate o abi-tate solo nel periodo estivo, per lo piùcase unifamiliari, che un tempo rap-presentavano case di vacanze, poisuccessivamente occupate dai senza-tetto, sia del terremoto del 1980 checolpì Napoli sia degli episodi di bra-disismo flegreo prima degli anni ’70 epoi, in seguito, degli anni ’80.

Figura 2. La proposta progettuale: il master-plan.

Page 48: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

47

UN INGEGNERE NAPOLETANO CHIAMATO ALLA GUIDA

DEL PIÙ PRESTIGIOSO ENTE PUBBLICO

DI RICERCA ITALIANA

Una lunga e prestigiosa carrierascientifica ed una attività manageria-le e politica altrettanto intensa carat-terizzano la figura del nostro Colle-ga Luigi Nicolais chiamato in questigiorni alla guida del Consiglio Na-zionale delle Ricerche.Egli è ben conosciuto da noi inge-gneri dell’Ordine di Napoli, così co-me da tanti Accademici del nostroPaese, per aver fondato e diretto aNapoli l’Istituto per i Materiali Com-positi e Biomedici, nonché il Diparti-mento di Ingegneria dei materiali nel-l’Ateneo federiciano, aprendo una fi-nestra sul panorama nazionale delleattività di Ingegneria Biomedica e diBio Ingegneria.In qualità di Ministro della FunzionePubblica e della Innovazione dal2006 al 2008 con il secondo Go-verno Prodi e poi con il successivoGoverno in qualità di Componentedella Commissione Cultura della Ca-mera dei Deputati, Luigi Nicolais hamostrato le proprie capacità di coor-dinatore e di animatore per la diffu-sione di idee innovative nella sempli-ficazione tecnico-burocratica nonchédi portatore di nuove esperienze ac-quisite da una frequentazione assi-dua con ambienti tecnici-industrialistatunitensi, certamente più pragma-tici degli ambienti tecnici italiani.Noi che abbiamo goduto della suafrequentazione nell’Ordine degli In-gegneri abbiamo avuto modo di ap-

prezzare le sue innumerevoli qualità.Per studenti e collaboratori sia dentroche fuori dall’Università, egli è statodeterminante per dischiudere nuoviorizzonti e per alimentare la curiosi-tà dei giovani per l’innovazione tec-nologica.Nicolais ha abbattuto il divario delpreconcetto ideologico dell’opinionepubblica di dividere le soluzioni pro-poste in buone e cattive, mostrando icontenuti in termini semplicemente diobiettivi raggiungibili. Ha altresì dif-fuso il concetto che l’investimentoeconomico iniziale in termini di fondiporta allo sviluppo di tecnologie dicui inizialmente non si conosce deltutto la portata e le cui ricadute van-no ben oltre l’obiettivo di primo im-patto.La comunicazione con la gente, so-stiene Nicolais, rende accessibile atutti i risultati raggiunti o presto rag-giungibili, e se non viene mostratoadeguatamente il collegamento tra laRicerca e i Benefici che essa apporta(o che apporterà) non sarà possibilespostare la priorità dei finanziamentipubblici verso gli Enti di Ricerca dicui il nostro Paese ha bisogno.Nel formulare al Collega Nicolais gliauguri più fervidi per il nuovo lavoro,siamo fiduciosi che come nuovo Pre-sidente Nazionale delle Ricerche po-trà fornire uno tra i più sostanziosicontributi di idee e di speranza deiquali tutti noi abbiamo molto bisogno.

Edoardo Benassai

numero 2marzo-aprile 2012territorio

Page 49: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

“Alla tradizionaleconcezione produttiva sidelinea oggi anchel’affiancamento di una verae propria struttura diricerca

48Ingegneri

Napoli

L’INDUSTRIA MECCANICANAPOLETANA: LA MAGALDI INDUSTRIE S.R.L.

a cura di

Francesco Caputo

Il primo ricordo della Magaldi è indis-solubilmente legato alle esercitazioni di“Meccanica applicata alle macchine”che, negli anni cinquanta, si svolgevanonella Facoltà d’Ingegneria dell’Ateneofedericiano che aveva allora sede a viaMezzocannone, nel cuore del centrostorico di Napoli. L’ing. Aldo Nanni, unsimpaticissimo e geniale bolognese checoordinava le esercitazioni aveva asse-gnato, come tema, una trasmissione acinghia di cuoio. In quei tempi di ri-strettezze economiche per disegnares’impiegava la faccia ruvida di sempli-ci fogli di carta da imballaggio coloravorio. L’esercitazione consisteva nel di-segnare la trasmissione dopo aver svi-luppato i necessari calcoli. Il nostrogruppetto di studenti era ben affiatato estudiavamo sempre insieme. Per averele necessarie informazioni sulle cinghiedi cuoio scrivemmo alla Magaldi che al-lora, come oggi, aveva sede a Buccino,in provincia di Salerno.Il catalogo delle cinghie di trasmissioneMagaldi arrivò a stretto giro di posta.Era ben concepito, e suggeriva in modosemplice e chiaro il procedimento perprocedere alla scelta della cinghia. Gra-zie a quell’ausilio che si rivelò prezioso,il nostro lavoro fu completato con ottimirisultati. Altri studenti, che non avevanopensato di richiedere il catalogo, si la-sciarono guidare dalla fantasia e, per li-mitare la larghezza delle pulegge, dise-gnarono cinghie con spessori tali da ri-sultare assolutamente impossibili. L’ing.Nanni si sganasciò dalle risate per quel-le scelte imprudenti e, col suo accentobolognese, disse che sarebbe stato ne-

cessario compiere una strage di elefan-ti o di rinoceronti per ottenere cinghiecon quegli impossibili spessori che era-no il doppio o il triplo di quelli caratteri-stici della pelle che proveniva dai bufa-li allevati nella piana del Sele. Pelli chevenivano sottoposte ad una particolareconcia al cromo, anche questa una spe-cialità della Magaldi, e quindi assem-blate in larghezza con un particolareprocedimento di rivettatura. I Magaldi, che hanno dato nome al-l’azienda, fino da XIX secolo, erano unastirpe votata all’invenzione, alla mecca-nica ed alla capacità d’intraprendere.Biagio Magaldi, nella prima metà del se-colo si cimentava nell’incisione di metal-li, nella meccanica degli orologi da tor-re e delle armi da fuoco. La sua terra na-tia, Buccino, piccolo paese dell’entroter-ra campano, noto sin dall’antichità peruna cava di marmo giallo, aveva anti-chissime origini: era stato un fiorente mu-nicipio al tempo dell’impero romano edun tranquillo ed agiato centro feudale inepoca angioina. Nelle fertili campagnecircostanti, allora come oggi, si coltivaval’ulivo, la vite, il grano. Pur essendo na-to in questo sereno ambiente bucolicoBiagio Magaldi, invece, aveva la pas-sione per la meccanica. In una piccolaofficina, nel 1844, egli portò a compi-mento l’invenzione di un nuovo fucile aretrocarica, dotato di una calotta bascu-lante nella quale s’introduceva la palla ela polvere da sparo. A Buccino, nel-l’epoca in cui visse Biagio non esistevaancora una conoscenza ben chiara edefinita sul diritto della proprietà intellet-tuale sulle invenzioni, anche se in Fran-

Page 50: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

49numero 2

marzo-aprile 2012

cia, proprio in quell’anno fu varata unaimportante legge sui brevetti industriali.Forse Biagio non aveva neanche l’inten-zione di avviare la produzione del fuci-le che aveva inventato. Nel 1870 pre-sentò la sua invenzione all’esposizioneartigiana di Salerno ed ottenne un pre-mio. Nell’officina Magaldi di Buccinoche con gli anni aveva acquisito miglio-ri dotazioni e dimensioni maggiori, unnipote di Biagio, Eduardo avviò la pro-duzione di gassogeni ad acetilene perl’illuminazione e, successivamente, pom-pe irroratrici per l’agricoltura. Agli albo-ri del nuovo secolo, era il 1901, EmilioMagaldi ottenne in Francia il brevettod’invenzione n.310401 per una “nou-velle courroie de trasmission”. Il brevettoera stato rilasciato dal Ministero delCommercio, dell’Industria, della Posta eTelegrafo Francese ed aveva una duratadi quindici anni. Il merito di Emilio Ma-galdi fu quella di osservare e compren-dere quale fosse la causa delle frequen-ti rotture delle cinghie di trasmissione cheprovocavano i costosi fermi subiti dallemacchine per tutto il tempo occorrente al-la loro sostituzione. Le cinghie di cuoiobovino, costrette dalla geometria dellatrasmissione a flettersi continuamente sul-le pulegge, si rompevano rapidamenteper fatica. Emilio pensò allora di utiliz-zare le pelli di bufalo, un animale cheda secoli vive nelle zone acquitrinosedella valle del Sele, e che ancora oggirappresenta una ben nota risorsa del-l’economia agroalimentare della Cam-pania. Emilio comprese anche che lamaggiore morbidezza ottenuta con laconcia al cromo delle pelli, invece diquella ottenuta con il tannino, avrebbeconferito alle cinghie una maggiore du-rata, senza nulla togliere alla resistenzaoccorrente per la trasmissione. Le cinghiepiù morbide e flessibili inoltre, poichéprocuravano anche minor riscaldamen-to, miglioravano anche il rendimento del-la trasmissione. Emilio non si stancavamai di pensare alle invenzioni. Nelle cro-nache di famiglia si ricorda una sua in-venzione che di molti anni anticipava lescarpe ad alta tecnologia oggi prodotteda grandi multinazionali per lo sport eper il tempo libero. Essa riguardava unascarpa con tacco in cuoio in cui era in-

serita una molla d’acciaio che “carican-dosi di energia ad ogni passo, contri-buiva a rendere il camminare più legge-ro”.Dopo Emilio, che era stato l’invento-re, venne suo nipote Paolo che fu l’inno-vatore. Nel 1929 Paolo Magaldi diedeuna svolta alle attività di famiglia poichéconferì ad esse una definitiva dimensio-ne industriale: nella sua Buccino, facen-do affidamento sulla capacità e sulla la-boriosità dei suoi operai, realizzò un opi-ficio per la produzione delle cinghie ditrasmissione in cuoio di bufalo. Nel1932 ottenne un nuovo brevetto per il ta-glio a spirale delle pelli, volto ad ottene-re una maggiore lunghezza per ridurre ilnumero delle giunzioni. In collaborazio-ne con il padre mise anche a punto unamacchina utensile capace di operarequesto nuovo tipo di taglio.Grazie al processo continuo di ricercae d’innovazione la cinghia Magaldi di-venne in breve un prodotto industrialeconosciuto ed apprezzato dovunquefosse necessario trasmettere potenzameccanica alle macchine operatrici.Arrivarono a Buccino commesse dal-l’estero e, in Italia, dalla Breda, dal-l’Ansaldo, dalla Snia, dalle Cotonieremeridionali. In breve la cinghia Ma-galdi divenne “Supercinghia” ed il suorequisito migliore, quello con cui fupubblicizzata, era l’affidabilità.Venne poi la seconda guerra mondialee la Magaldi continuò a produrre cin-ghie in cuoio di bufalo, ancora miglio-ri, perché mai l’innovazione continuacessò di essere il primo obiettivo dellafabbrica di Buccino. Nell’immediato dopoguerra l’impiegodelle cinghie Magaldi contribuì a rimet-tere in moto l’industria e l’economia ita-liana. Ma con la ricostruzione cambiòpresto anche la concezione degli im-pianti industriali e dei mezzi di produ-zione. Nel volgere di pochi anni, a par-tire dagli anni cinquanta, le cinghie di tra-smissione in cuoio divennero rapida-mente obsolete. Le macchine utensili do-tate di motore elettrico ben presto sosti-tuirono quelle preesistenti, costruite primadella seconda guerra mondiale che, in-vece, avevano un motore centralizzatoche azionava gli alberi di trasmissionecon le pulegge e le cinghie che arrivava-

storia

Page 51: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

50Ingegneri

Napoli

no alle macchine operatrici. Paolo Ma-galdi non si arrese difronte alle obbietti-ve difficoltà: pensò che le cinghie di cuo-io potessero essere ancora utili come na-stri trasportatori di materiali difficili, comead esempio le lamiere di acciaio. Più ingenerale cominciò a sviluppare nuoveidee per realizzare sistemi di trasporto anastro fatti di cuoio e poliammide e nac-quero, così, le cinghie Nylmag. La suaattenzione, ben presto, fu riservata ai pro-blemi di trasporto di materiali caldi al-l’interno di industrie di industrie come ce-mentifici e stabilimenti metallurgici. Il cuo-io e le materie plastiche non resistevanoalle alte temperature e così cominciò lasperimentazione per trovare soluzioni in-novative. Dapprima pensò di proteggerele cinghie con materiali isolanti, poi diproteggerle con piastre d’acciaio imbri-cate tra loro come le piastre di una co-razza. Infine trovò la soluzione concet-tualmente più giusta: separare l’elementodi trazione da quello che trasportava ilmateriale incandescente. La scelta perl’elemento di trazione cadde su di un na-stro a rete di fili d’acciaio e venne il pri-mo brevetto depositato in Italia e negliStati Uniti. I primi prototipi furono impie-gati per il trasporto di scorie di piomboincandescenti, poi fu la volta delle scorie,anch’esse incandescenti, di materiali mer-curiferi in un’azienda di Santa Flora sulMonte Amiata. Il terzo sistema a nastro fufornito ad un cementificio in Piemonte cheaveva necessità di trasportare argillaespansa ad alta temperatura. Il quartoprototipo fu fornito ad una cementificiotoscano. Ma il sistema non appariva an-cora perfetto e Paolo non era del tuttosoddisfatto. Chiese la collaborazione diesperti di ogni tipo, fisici, ingegneri, do-centi universitari. Pur con molte difficoltà,ricercando, provando e riprovando la so-luzione che desiderava fu ormai rag-giunta e con essa arrivarono anche i bre-vetti. Il problema del trasporto dei mate-riali difficili fu risolto con un nastro co-razzato che venne impiegato prima inuna fonderia, poi in un cementificio pri-ma di essere installato in una centrale ter-moelettrica. Un ben più ampio scenario,questa volta mondiale, si aprì ai sistemi ditrasporto a nastro della Magaldi. Anchese Paolo morì tragicamente in un inci-

dente stradale nel 1972, l’azienda pas-sò nelle mani salde di suo figlio Marioche seguì le orme del padre: in primo luo-go l’innovazione continua dei prodotti ela loro protezione mediante brevetto. Poiinformazione tecnica per promuovernel’impiego, accordi internazionali in tutto ilmondo, e sempre, una politica industria-le ispirata dal motivo dominante di tene-re indissolubilmente radicata l’azienda difamiglia all’amato territorio di origine,Buccino. Negli anni successivi ancora nuove in-novazioni e nuovi brevetti per protegge-re in tutto il mondo quella che ormai èdivenuta una tipica espressione di eccel-lenza industriale italiana in settori in cuioccorrono prodotti affidabili, sicuri, effi-cienti. Dai trasportatori a nastro la Ma-galdi passa agli impianti di carico navi,ai lunghi sistemi di trasporto per miniereed agli impianti trasporto e di messa aparco di ogni tipo. Il nastro corazzato,messo alla prova per anni in fonderie ecementifici diviene l’attuale Magaldi Su-perbelt. Il nuovo prodotto di punta del-l’azienda è il MAC, acronimo che staper Magaldi AshColler, un sistema di raf-freddamento a secco delle ceneri pesantiprodotte dalla combustione di fossili cherecupera energia ed elimina l’acqua diraffreddamento e tutti i connessi proble-mi di compatibilità ambientale. Tutte lecentrali termiche dell’Enel adottano ilMac e questo sistema, ormai, è cono-sciuto ed impiegato in tutto il mondo. Nel1997 è stata fondata la Magaldi ricer-che e brevetti per innovare ancora esfruttare nel modo più conveniente tutti inuovi risultati raggiunti. Alla tradizionaleconcezione produttiva si delinea oggianche l’affiancamento di una vera e pro-pria struttura di ricerca. Appare questauna esemplare maniera per affrontare lesfide che il futuro riserva al nostro paeseed all’Europa: pensare innanzi tutto al-l’invenzione, all’innovazione ed allaqualità. A quella dei prodotti industriali,ma innanzi tutto a quella dell’ambientee della vita umana. Così è a Buccino, unantico paese di cinquemila abitanti, ap-pollaiato a poco meno di settecento me-tri d’altitudine sulla cima di un poggio,nella valle del fiume Bianco, in Campa-nia, la terra dei Magaldi.

Page 52: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

51

UN PROGETTODI PONTE DI ARCHIMEDE

IN UN LAGO CINESENota di commento

numero 2marzo-aprile 2012

Con riferimento all’articolo “Un progetto di ponte di Archimede in un lago ci-nese” a firma del prof. ing. Antonio Fiorentino pubblicato sul Notiziario Inge-gneri n. 2/2011 abbiamo ricevuto e pubblichiamo una nota con richiesta dichiarimenti dell'ing. Marotti de Sciarra già Segretario del Consiglio Superio-re dei Lavori Pubblici.

Page 53: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

52Ingegneri

Napoli

Page 54: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

53

PRESENTAZIONEDELLE ISTRUZIONI CNR

PER LA PROGETTAZIONE,L’ESECUZIONE ED ILCONTROLLO DELLE

STRUTTURE DI ALLUMINIO

“Le leghe di alluminiosono usate in numerose

applicazioni strutturali, chepossono risultare

competitive quando sisanno sfruttare pienamente

le principali proprietà diquesti materiali

Premessa

La Commissione di Studio del CNR, in-caricata di predisporre ed analizzarenorme tecniche relative alle costruzio-ni, presieduta dal prof. Franco Mace-ri, nel 2009 ha creato un Gruppo diStudio con il compito di preparare undocumento di istruzioni dedicato allaprogettazione, esecuzione e controllodelle strutture in lega di alluminio.Il Gruppo di Studio è composto da– CARRETTA Ing. Ernesto

Metra S.p.A. (Brescia)– DE MATTEIS Prof. Gianfranco

Università “G. D’Annunzio” (Chie-ti-Pescara)

– FIORINO Ing. Luigi (segretario)Università “Federico II” (Napoli)

– FORMISANO Ing. AntonioUniversità “Federico II” (Napoli)

– LANDOLFO Prof. RaffaeleUniversità “Federico II” (Napoli)

– MACILLO Ing. VincenzoUniversità “Federico II” (Napoli)

– MANDARA Prof. AlbertoSeconda Università di Napoli(Aversa)

– MAZZOLANI Prof. Federico M.(Presidente)Università “Federico II” (Napoli)

– MELE Prof. ElenaUniversità “Federico II” (Napoli)

– PILUSO Prof. VincenzoUniversità di Salerno (Salerno)

– RIZZANO Prof. GianvittorioUniversità di Salerno (Salerno)

Il Documento Tecnico contenente taliistruzioni (CNR-DT 208/2011), pro-dotto dal Gruppo di Studio, è statoapprovato dalla Commissione in ver-sione preliminare il giorno 8 novem-bre 2011 e sottoposto ad inchiestapubblica con scadenza fine aprile2012.Il Gruppo di Studio della Commissio-ne di studio CNR ha utilizzato comeprincipale riferimento per la stesura diqueste Raccomandazioni, dal titolo“Istruzioni per la Progettazione, l’Ese-cuzione ed il Controllo di Strutture diAlluminio”, le Parti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4,1.5 ed i relativi Annessi dell’Euroco-dice 9 “Design of Aluminium Structu-res” (EN 1999). Ha inoltre preso inconsiderazione per gli aspetti costrut-tivi la Norma EN 1090 “Execution ofSteel and Aluminium Structures”. Si èinoltre tenuto conto della recente rie-dizione delle Raccomandazioni del-l’Aluminum Association (USA).

Federico M. Mazzolani

numero 2marzo-aprile 2012

Le Istruzioni CNR per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Struttu-re di Alluminio sono state oggetto di presentazione pubblica a Napoli (23aprile 2012) ed a Milano (20 giugno 2012). Con l’occasione è stato dato inomaggio ai numerosi partecipanti il ponderoso volume delle Istruzioni di cir-ca 500 pagine, cortesemente pubblicato a cura dell’Ordine degli Ingegneridella Provincia di Napoli. Copie gratuite sono ancora disponibili presso l’Or-dine a richiesta degli interessati.

Page 55: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

54Ingegneri

Napoli

Fin dall’inizio, lo scopo principale diqueste Istruzioni è stato quello di for-nire, nel rispetto della corrispondentenormativa europea, un valido stru-mento operativo ai progettisti italianidi costruzioni metalliche che per laprima volta affrontano la progetta-zione di una struttura in lega di allu-minio.

I contenuti delle istruzioni

La materia trattata nelle IstruzioniCNR è suddivisa in 8 Parti:– Parte I: Regole generali– Parte II: Elementi monodimensio-

nali– Parte III: Lastre piane e curve– Parte IV: Sistemi di connessione– Parte V: Fatica– Parte VI: Progettazione strutturale

contro l’incendio– Parte VII: Regole costruttive– Parte VIII: Esempi progettuali

Nella Parte I “Regole generali” ven-gono innanzi tutto presentati i mate-riali. La vasta gamma delle leghe dialluminio per applicazioni strutturalisono suddivise in famiglie caratte-rizzate da proprietà comuni di cuivengono fornite le caratteristichemeccaniche. Si descrivono i sistemielementari di unione mediante orga-ni meccanici (bulloni, chiodi e rivet-ti) e mediante saldatura, di cui si in-dividuano le caratteristiche morfolo-giche e meccaniche. Un importanteaspetto è quello della “durabilità”,che viene messo in stretta relazionecon la resistenza alla corrosione edai problemi di contatto con altri ma-teriali. Una parte caratterizzante ilcomportamento dei materiali è de-dicata alla descrizione dei modellianalitici per i legami costitutivi ten-sione-deformazione. Nelle verificheagli stati limite di servizio, partico-lare attenzione viene posta alla limi-tazione degli spostamenti ed al con-trollo delle vibrazioni. Per le verifi-che agli stati limite ultimi vengonoforniti i valori dei coefficienti parzialidi sicurezza.

La Parte II “Elementi monodireziona-li” è dedicata al problema della tra-ve sotto gli aspetti delle verifiche diresistenza per sollecitazioni sempli-ci e composte e di stabilità per mem-brature compresse, inflesse e presso-inflesse. Viene preventivamente for-nita la classificazione delle sezioniche ne governa i comportamenti aglistati limite ultimi. Il comportamentooltre il limite elastico e l’analisi pla-stica delle strutture vengono trattaticon metodologie “ad hoc”. Si ripor-tano infine le regole di calcolo pertravi composte alluminio-calcestruz-zo, che per la prima volta hanno tro-vato in questo testo una collocazionenormativa.

La Parte III “ Lastre piane e curve” è ri-volta inizialmente ai problemi bidi-mensionali delle lastre isotrope ed or-totrope sottoposte a vari stati di sol-lecitazione. In particolare apparten-gono a queste categorie le sezionitrasversali degli impalcati da ponte ele anime delle travi alte e sottili irrigi-dite con nervature verticali ed oriz-zontali. Una alternativa sono le travicon anime costituite da lamiere cor-rugate. Sono inoltre esaminati il pro-blema dello “shear lag” per la defi-nizione della larghezza efficace ed ilcontributo dei pannelli di lamiera at-traverso il così detto “effetto diafram-ma” (stressed-skin design). Concludequesta parte la trattazione dei “gu-sci” che è condotta mediante metodidi analisi e di verifica specificamentecalibrati per le strutture di alluminio.

La Parte IV “ Sistemi di connessione”è sostanzialmente suddivisa in dueparti: la prima dedicata alle “Unioni”che rappresentano il sistema di con-nessione elementare; la seconda trat-ta i “Collegamenti”, che attraversol’uso di sistemi elementari di unionecaratterizzano i particolari costruttivi.Nella prima parte si forniscono le re-gole per la valutazione della resi-stenza delle unioni con organi mec-canici e delle unioni saldate, doveparticolare attenzione è rivolta aglieffetti delle zone termicamente alte-

Page 56: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

55numero 2

marzo-aprile 2012

rate. Un cenno viene dato a sistemispeciali di unione mediante adesivi,con incastri a freddo e con viti. Nel-la seconda parte, dopo aver classifi-cato i collegamenti in base alla triadedelle proprietà strutturali (resistenza,rigidezza e duttilità), se ne esamina ilcomportamento in relazione alle va-rie tipologie attraverso il metodo del-le componenti.

La Parte V “Fatica” è dedicata ai pro-blemi che affrontano la cautele nei ri-guardi di questo delicato fenomeno.La progettazione a fatica viene effet-tuata seguendo due diversi approcci:“Safe Life Design” (SLD), che preve-de condizioni di esercizio in sicurez-za; “Damage Tolerant Design” (DTD),che prevede il controllo del danneg-giamento in condizioni di esercizio,attraverso specifiche strategie di con-trollo. La scelta dell’approccio pro-gettuale dipende dalla classe di con-seguenza, cui appartiene la struttura,e dalla classe di esecuzione, che nequantizza il grado di difettosità. Dal-la combinazione di questi parametrisi ricava il coefficiente parziale di si-curezza più appropriato. Dopo averindicati i metodi per l’analisi struttu-rale, viene fornita la resistenza a fa-tica per varie classi di dettagli co-struttivi.

La Parte VI “Progettazione strutturalecontro l’incendio” fornisce le pro-prietà termiche delle leghe di allumi-nio e dei materiali protettivi, nonchéi valori di progetto delle proprietàmeccaniche dei materiali. Vengonopoi trattati i metodi di verifica ed imodelli di calcolo sia semplificati cheavanzati.

La Parte VII “Regole costruttive” iniziacon la selezione delle leghe, suddivi-se come prodotti da lavorazione pla-stica (estrusi) e da fonderia (getti),mettendone in evidenza la varie ca-ratteristiche ed i principali campi diapplicazione. Seguono alcune rego-le generali di esecuzione e di fabbri-cazione, che includono gli aspetti deltrattamento superficiale e delle tolle-

ranze geometriche di fabbricazionee di montaggio.

La Parte VIII “Esempi progettuali” halo scopo di mostrare l’applicabilitàdelle principali regole progettuali ri-portate in queste Raccomandazioni.Gli esempi sviluppati riguardano: lavalutazione delle caratteristiche dellesezioni, la verifica della resistenza,della stabilità e della fatica di mem-brature, il calcolo di alcuni collega-menti, il controllo delle vibrazioni, laverifica di gusci cilindrici, il progettodi un solaio in lamiera grecata e del-l’impalcato di un helideck.

Campi di applicazione

Le leghe di alluminio sono usate innumerose applicazioni strutturali, chepossono risultare competitive quandosi sanno sfruttare pienamente le prin-cipali proprietà di questi materiali,che sostanzialmente sono: a) la resi-stenza alla corrosione, che consentedi evitare trattamenti protettivi anchein ambienti corrosivi; b) la leggerez-za (il peso specifico è un terzo diquello dell’acciaio), che semplifica leoperazioni di montaggio e si traducein risparmio energetico nel caso diparti in movimento; c) la possibilità diprogettare liberamente le sezioni de-gli elementi senza dipendere da unrigido “sagomario”, grazie al pro-cesso di produzione mediante estru-sione, che permette di ottenere formequalsiasi, combinando esigenze strut-turali con aspetti funzionali.Nel campo dell’Ingegneria Civile leapplicazioni più frequenti riguarda-no le coperture di grande luce (strut-ture reticolari spaziali, cupole geo-detiche), le strutture in ambiente cor-rosivo (ponti e passerelle pedonali sufiumi, strutture in impianti di depura-zione, le sovrastrutture delle piatta-forme off-shore), opere la cui manu-tenzione risulta complessa (torri perlinee elettriche, per l’illuminazione,portali di segnalazione).Fra le realizzazioni in Italia si ricor-dano: i carri-ponte rotanti dell’im-

normativa

Page 57: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Figura 1. Uno degli otto carroponti rotantidell’impianto di depurazione Po-Sangone aTorino.

56Ingegneri

Napoli

pianto di depurazione Po-Sangone diTorino (Figura 1); il nuovo impalcatodel ponte Real Ferdinando sul fiumeGarigliano (Figura 2); la sfera geo-detica all’interno del museo dei Mer-cati Traianei a Roma (Figura 3); la tor-re porta-antenne paraboliche del-l’ENEL di Napoli (Figura 4); la torredell’Informazione di piazzale Tecchioa Napoli (Figura 5); le due cupole ge-melle dell’impianto termo-elettricoENEL di Civitavecchia (Figura 6).

Con riferimento a queste ultime ope-re, vanno segnalati due primati:– il ponte Real Ferdinando, pro-

gettato de Luigi Giura e realiz-zato nel 1832 è stato il primoponte sospeso in ferro realizza-to in Italia;

– le due cupole geodetiche del-l’ENEL, con diametro di 144 me-tri, rappresentano attualmente lecupole di alluminio più grandi delmondo.

Figura 2. Il nuovo ponte “Real Ferdinando” sulGarigliano con luce di 80 m, dopo il restaurostrutturale.

Figura 4. La torre porta-antenne parabolichedell’ENEL a Napoli.

Figura 5. La torre dell’Informazione di fronteallo Stadio San Paolo di Napoli.

Figura 3. La cupola geodetica all’interno delMuseo dei Mercati Traianei a Roma realizza-ta con il sistema asta-nodo tipo Geo-system.

Figura 6. Una delle due cupole geodetiche condiametro di 144 m dell’impianto ENEL di Tor-revaldaliga Nord (Civitavecchia).

Page 58: ingegneri napoli 2012-2 Layout 1Un ingegnere napoletano chiamato alla guida del più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana PAGINA 47 numero 2 marzo-aprile 2012 POSTE ITALIANE

Sul valore d’uso sociale dei beni ambientali

PAGINA 6

La basilicadi S. GiovanniMaggiore in Napoli

PAGINA 3

Un ingegnere napoletanochiamato alla guidadel più prestigioso ente pubblico di ricerca italiana

PAGINA 47

numero 2marzo-aprile 2012

PO

ST

E ITA

LIA

NE

S.P

.A. -

SP

ED

. IN

AB

B. P

OS

T. -

D.L

. 353/2

003 (

CO

NV

. IN

L. 27.0

2.2

004, N

. 46)

AR

T. 1, C

OM

MA

1, D

CB

(N

A)

ISSN 2038-4742