InfoSOStenibile 39 > Gennaio Febbraio 2015

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Bergamo, Brescia e ora info- SOStenibile. Cresce ancora la famiglia dell’informazione soste- nibile: quello che avete in mano è il primo numero di infoSOSte- nibile, la nuova testata stampata in 50 mila copie che raccoglie e amplia l’esperienza del mensile BergamoSOStenibile, nato nel 2010, e di BresciaSOStenibile, attivo da un anno. La diffusione della nuova rivista sarà di carat- tere più regionale, considerando l’interesse che lega le nostre te- matiche a quelle di Expo Milano 2015, in cui lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” non è altro che una rappresentazione del concetto stesso di sostenibi- segue a pagina 2 Pagina 48 Pagina 8 Rubriche di Diego Moratti Arte in mostra Italia: in viaggio tra i capolavori Salute e benessere Una risata vi seppellirà Società Pagina 36 Attualità 2015 Gennaio Febbraio Ai confini della satira Consigli per prevenire i tumori a tavola Pagina 46 Le vie del gusto A lezione da Raspelli Alimentazione Pagina 26 Agevolazioni fiscali 2015 Incentivi prorogati Green Economy Pagina 18 Sposarsi con stile Matrimoni e non solo Speciale Expo: contesto sorprendente per contenuti e bellezza architettonica Je suis infoSOStenibile 50.000 copie IN LOMBARDIA Numero 39 | Anno VI° | Gennaio/Febbraio 2015 | www.infosostenibile.com PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI ESCLUSIVA: INTERVISTA AL MINISTRO MARTINA

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Bergamo, Brescia e ora info-SOStenibile. Cresce ancora la famiglia dell’informazione soste-nibile: quello che avete in mano è il primo numero di infoSOSte-nibile, la nuova testata stampata in 50 mila copie che raccoglie e amplia l’esperienza del mensile BergamoSOStenibile, nato nel 2010, e di BresciaSOStenibile, attivo da un anno. La diffusione della nuova rivista sarà di carat-tere più regionale, considerando l’interesse che lega le nostre te-matiche a quelle di Expo Milano 2015, in cui lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita” non è altro che una rappresentazione del concetto stesso di sostenibi-

segue a pagina 2

Pagina 48Pagina 8

Rubriche

di Diego Moratti

Arte in mostraItalia: in viaggio tra i capolavori

Salute e benessere

Una risatavi seppellirà

Società

Pagina 36

Attualità

2 0 1 5GennaioFebbraio

Ai confini della satira

Consigli per prevenire

i tumori a tavola

Pagina 46

Le viedel gustoA lezione da Raspelli

Alimentazione

Pagina 26

Agevolazioni fiscali 2015Incentivi prorogati

Green Economy

Pagina 18

Sposarsicon stileMatrimoni e non solo

Speciale

Expo: contesto sorprendente per contenuti e bellezza architettonica

Je suisinfoSOStenibile

50.000 copieIN LOMBARDIA

Numero 39 | Anno VI° | Gennaio/Febbraio 2015 | www.infosostenibile.com

PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

ESCLUSIVA: INTERVISTA AL MINISTRO MARTINA

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Editoriale

Segue dalla prima pagina

lità. Lo sguardo editoriale invece continuerà a spaziare dal locale all’internazionale: vogliamo rima-nere con i piedi ben radicati nei singoli territori dove andremo, come sempre, a scoprire e rac-contare le buone pratiche di as-sociazioni, enti e imprese legate ai nuovi stili di vita e a un’econo-mia più sostenibile. Ma non ci fermeremo a Bergamo, Brescia e alla Lombardia, bensì conti-nueremo a esplorare un mondo di fatti, curiosità, esperienze che mettono in luce quanto la soste-nibilità sia un “fil rouge” che uni-sce il locale al globale: l’attualità e le novità dall’Italia e dal mondo, una crescente green economy che sta guadagnando terreno sia tra aziende che tra i consumato-ri sempre più attenti ed esigenti, rubriche sull’alimentazione, salu-te e benessere, turismo, cultura e società, saranno il nostro mo-do di promuovere l’informazione SOStenibile a tutto campo. Ci saranno al momento due edizioni principali, infoSOSteni-bile Bergamo e infoSOStenibile Brescia, cui si affiancherà un’e-dizione infoSOStenibile generale che coprirà le molte richieste che provengono da altre province e -orgogliosamente- anche da al-tre regioni d’Italia. Sarà interes-sante poter vedere come nelle province vicine o in altre realtà locali si possano ritrovare espe-rienze e spunti interessanti e al-lo stesso tempo sarà possibile per ciascun territorio mostrare e dare valore alle proprie realtà di successo o iniziative lodevoli, spesso poco valorizzate dal cir-cuito dei mass media che vivono di titoli di cronaca a effetto, di ste-rili polemiche appositamente en-fatizzate, di gossip e di artificiosi battibecchi politici che riempio-no le pagine dei giornali.

Ed è proprio l’informazione uno dei pilastri chiave con cui si può scalfire una società e un’eco-nomia ancora lungi dall’essere quella desiderata: la nostra “mis-

sion” è proprio quella di divulgare una cultura positiva, costruttiva e contagiosa della sostenibilità a livello amministrativo e politico, come a livello privato, nel mondo dell’associazionismo, delle im-prese e delle famiglie. L’anno dell’esposizione univer-sale di Milano 2015 si è aperto con l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi: per nu-trire il pianeta in modo sostenibi-le occorre molto più dell’energia rinnovabile in senso stretto. Oc-corre un’energia culturale po-sitiva e aperta all’evoluzione, al cambiamento e all’integrazione, che abbia però, come baluardo inflessibile, il pluralismo e la li-bertà di espressione quale base

accogliente per una democrazia sostanziale, che eviti il ricorso al-la violenza per esplorare fino in fondo il potere della parola e del dialogo. Locale e internazionale sono ele-menti comunicanti di un unico villaggio globale ed è ormai risa-puto che l’azione di un qualsiasi cittadino o lettore in ogni ango-lo del mondo ha ripercussioni su tutto il resto: come la scelta di andare a fare la spesa al ne-gozio sotto casa ha il potere di influenzare l’intero pianeta e il suo sistema economico e pro-duttivo, così il pluralismo delle fonti di informazione e delle linee editoriali, siano esse piccole te-state locali o network interna-zionali, sono il cuore pulsante e

forse l’unica condizione per una società veramente libera. Lottare nel quotidiano per avere la possi-bilità di scrivere su Charlie Heb-do o su un BergamoSOStenibile qualunque, significa garantire un pluralismo culturale e vera libertà di pensiero. Pluralismo aggredito sì da episodi di violenza, ma an-che da un’insostenibile appros-simazione di una società spesso omologata al pensiero comune e impulsivo dei mass media. Una società della comunicazione globale, eppure distratta local-mente e nel quotidiano, attrat-ta solo dagli abbagli dei grandi eventi universali o dal clamore dei grandi attentati.

Diego Moratti

je suisinfoSOStenibile

“Il pluralismo dellefonti di informazione e delle linee editoriali, siano esse piccole testate locali o network internazionali, sono il cuore pulsante e forse l’unica condizione per una società veramente libera”

Mara d’Arcangelo, Angela Garbelli, Silvia Cesana,Arianna Corti, Elisa Troiani, Chiara Migliori, Maddalena Palo, Elena Pagani, Clarissa Nigris, Daniela Picciolo, Laura Landi, Alessandro Micozzi, Giuseppe Cadeddu, Maria Imparato, Alessandro Fortis, Vera Zanchi, Livia Salvi, Giorgio Moratti, Giuseppe Martelli, Rossana Madaschi.

Hanno collaborato a questo numero:

Recapiti Redazione:

Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 [email protected]

www.infosostenibile.it

PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione29 Gennaio 2015

© Copyright 2015. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press > 50.000 copie EditoreStudio Green Solution SrlDirettore Responsabile Diego MorattiResponsabile di RedazioneAlice MottiRedazioneMara d’Arcangelo > BergamoAngela Garbelli > [email protected] Togni e Roberta SpinelliProgetto Grafico e impaginazione Nello Ruggiero - [email protected] CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicitàMarco Rossi - Tel. +39 335 [email protected] Cirelli - Tel. +39 336 [email protected]

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S o m m a r i oAttualità

In prImo pIano4. Intervista a Maurizio Martina

Ministro delle Politiche Agricole con delega a ExpoExpo

6. Expo: inizia il conto alla rovescia7. Il Padiglione Italia sarà un vivaio8. L’Italia si mette in mostra: i grandi dell’arte invadono le città italiane9. Italy on show: the greats of art invade Italian cities

BErgamoSoStEnIBIlE11. Intervista a Giorgio Gori sui primi sei mesi. Per il 2015 priorità Expo12. Vivere slow per assaporare al meglio ogni momento14. Galletto d’Oro. Onore al gusto e alla tradizione16. La Porta del Parco. Seminare in nome collettivo17. Sorella Terra punta alla valorizzazione del paesaggio

per produrre benessere economicoSpEcIalE SpoSI

18. Mi vuoi sposare? A Berg(AMO) Spo(SI) tante idee per il giorno più romantico20. Partecipazioni con Stile, per eventi ricamati nella carta

BrEScIaSoStEnIBIlE22. Brescia per Expo 201524. Quale futuro attende il Parco delle Colline?25. “Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”, si può!

Green EconomyEcologIa & ImprESE

26. Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico28. Per trovare lavoro servono rinnovate capacità professionali e attitudine positiva 29. La coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso è realtà anche in Lombardia30. A Dalmine l’incubatore d’impresa che sostiene le idee31. Auto elettriche per l’Associazione dei comuni di Agenda2132. Le città cambiano e i giardini diventano verticali33. “Ooho”, la bottiglia d’acqua diventa commestibile 33. Buste di plastica come nuovo combustibile34. In vacanza con il baratto34. L’Italia e Europa contro l’abbandono dei rifiuti

Stili di vita e d’impresaSocIEtà

36. Una risata vi seppellirà. Uno, nessuno, centomila Charlie38. Di immortale c’è solo la satira40. Primo presidio Slow Food in Albania 41. Diversità, tolleranza, rispetto in una nazione multireligiosa42. La psicologia al servizio della sostenibilità42. Sensi di colpa insostenibili43. Ecopelli ed ecopellicce conquistano anche i più scettici43. Come inventarsi un lavoro andando in vacanza44. Le piante mangia-veleni: Clorofito, Sansevieria, Spatifillo, Areca

alImEntazIonE & BEnESSErE46. Le vie del Gusto con Edoardo Raspelli47. Frutta e verdura di stagione > Corbezzolo e Topinambur47. Le ricette > Marmellata di Corbezzolo / Insalata di Topinambur48. Prevenire i tumori a tavola

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Il giovane Ministro Maurizio Mar-tina, classe 1978, responsabile del dicastero delle Politiche Agri-cole e in particolare della delega su Expo Milano 2015, fa il punto dei programmi, delle aspettative e delle sfide aperte dalla grande Esposizione Universale, mani-festazione che sta entrando nel vivo e nel merito dei contenuti e del coinvolgimento di cittadini e associazioni.

Buongiorno Ministro Mar-tina. Ci sono diverse idee e interpretazioni su Expo, co-sa veramente sia e a cosa serva. Ora che siamo quasi alla vigilia, qual è la sua de-finizione di Expo?Expo Milano 2015 è un’occasio-ne straordinaria per discutere della sfida alimentare globale dei prossimi anni. Sarà una grande piattaforma di dialogo interna-zionale, un incontro fra popoli, associazioni, governi. Nel 2050 la popolazione mon-diale raggiungerà i 9 miliardi e gli oltre 140 Paesi partecipanti sono chiamati a confrontarsi su come garantire cibo sano, sufficiente e sicuro per tutti. “Nutrire il Piane-ta, energia per la vita”, tema di questa Esposizione, è molto più di uno slogan: è un impegno che ci prendiamo per offrire un futuro più sostenibile alle nuove gene-

razioni. Vogliamo che ogni visita-tore esca da Expo più informato e più consapevole. Ci sono opportunità econo-miche, politiche, culturali e turistiche legate a questo evento. Quali sono i veri de-stinatari di Expo 2015? Quali sono gli attori protagonisti di una simile manifestazione?Questo evento è di tutti, per-ché il tema dell’alimentazione ci riguarda da vicino. Imprese, cittadini, associazioni, mondo accademico e ovviamente istitu-zioni: ciascuno deve fare la sua parte. A cominciare dalla sottoscrizio-ne della ‘Carta di Milano’, vera e propria eredità di Expo Milano 2015 che, per la prima volta nella storia delle esposizioni, tutti po-tranno firmare. Non sottovalutia-mo poi l'importanza dei giovani, anche loro chiamati a un ruolo attivo dentro e fuori l’Esposi-zione, attraverso percorsi mirati e un programma di educazio-ne alimentare già avviato nelle scuole. Ma penso anche ai ricercatori, in particolare a quelli italiani, alle imprese che sapranno presen-tare soluzioni innovative e tec-nologie moderne legate a una produzione del cibo sempre più sostenibile.

Il nostro periodico si chiama da questo mese “InfoSOSte-nibile” e intende diffonde-re ai lettori un’informazione propositiva su stili di vita e d’impresa più sostenibi-li. Lei trova ci sia una giusta proporzione tra l’aspetto economico-commerciale (e turistico) e l’aspetto “cultu-rale” della tematica di Expo, così legata al concetto di so-stenibilità?Nelle prossime settimane si sco-prirà l'anima di Expo e il tema della sostenibilità sarà centrale. Si è parlato molto in questi mesi

dei contenuti, al di là degli aspetti più materiali. Il nostro impegno è massimo in tal senso. L’Italia può dire la sua, portando esperienze concrete e i risultati che già oggi caratterizzano il nostro modello agricolo.

Qualche esempio? L’agricoltura italiana usa sem-pre meno fertilizzanti, produce il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media euro-pea e un ettaro su 10 da noi è biologico. Sostenibilità e biodi-versità sono due parole che fan-no parte del nostro Dna, sono il nostro tratto distintivo.

Quali sono gli elementi di for-za dell’agricoltura italiana? Cosa pensa riguardo al-le dimensioni delle nostre aziende agroalimentari e all’efficacia della filiera ita-liana produzione-trasforma-zione-distribuzione?Il sistema agroalimentare ita-liano vale 260 miliardi di euro, oltre il 17% del Pil nazionale, e trova il suo cuore pulsante proprio nell’esperienza agrico-la. Siamo leader in Europa per numero di prodotti di qualità, ma abbiamo ancora un enor-me potenziale. Per essere più

Intervista a Maurizio MartinaMinistro delle Politiche Agricole con delega a ExpoA Milano 140 Paesi per un dialogo internazionale sulle sfide alimentari del pianetaObiettivo: sottoscrivere la “Carta di Milano 2015” il protocollo di Kyoto dell’alimentazioneL’Esposizione: “Momento unico, in un contesto sorprendente per contenuti e per bellezza architettonica”

“Expo rappresenta già oggi un’opportunità di crescita, con 1 miliardo di euro di investimenti stranieri e l’80% dei lavori del cantiere assegnati ad aziende italiane”

“Gli oltre 140 Paesi partecipanti sono chiamati a confrontarsi su come garantire cibo sano, sufficiente e sicuro per tutti”

“L’agricoltura italiana usa sempre meno fertilizzanti, produce il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media europea e un ettaro su 10 da noi è biologico”

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competitivi, affrontare il tema dell’organizzazione della filiera è cruciale, perché le nostre azien-de hanno tendenzialmente pic-cole dimensioni, ma sviluppano grande valore aggiunto. Voglia-mo trasformare questo limite in un punto di forza, ad esempio favorendo l’aggregazione del-le aziende. Il lavoro che stiamo portando avanti come Ministe-ro va proprio in questa direzio-ne. Il nostro obiettivo è mettere in campo il maggior numero di strumenti utili, come ad esempio i contratti di filiera e le reti d’im-presa, per far crescere i rapporti tra i vari soggetti coinvolti.

C’è molta aspettativa per il settore turistico. È fondata?Expo sarà un evento di portata mondiale che attirerà turisti da ogni parte del globo. Fino a ora sono oltre 8 milioni i biglietti ven-duti, oltre un milione di questi in Cina. Il nostro obiettivo è attirare circa 20 milioni di persone. Si stimano circa 5 miliardi di eu-ro di indotto solo per il turismo e già oggi ci sono degli operatori che hanno prenotato 1 milione di notti in Italia. Saremo pronti ad accoglierli e a mostrare loro la potenza delle nostre eccellenze. Fondamen-tale, dal punto di vista ricettivo, sarà il ruolo giocato dal progetto “Expo e territori”, grazie al qua-le collegheremo Milano, centro dell’evento, con le altre regioni italiane. L'obiettivo è quello di presentare e valorizzare il patri-monio produttivo e scientifico delle diverse filiere agroalimen-tari insieme a quello culturale e artistico, ai siti Unesco, ai beni paesaggistici e naturalistici, alle strutture di accoglienza e ricetti-vità presenti nel territorio italiano. Sarà una grande occasione per sperimentare circuiti di attra-zione turistica che rimarranno come patrimonio per il nostro Paese anche dopo Expo. Quali sono i programmi pre-Expo per le prossime settimane? Su cosa state la-vorando?Il 7 febbraio daremo vita a “Expo delle idee”, un evento che coin-volgerà oltre 500 esperti, in 40 tavoli di lavoro su 4 aree temati-che: le dimensioni dello sviluppo

tra equità e sostenibilità; cultura del cibo; agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; rapporto tra smart e slow city. Entro la fine di febbraio avremo una prima versione della “Car-ta di Milano”, la prima eredità dell'Esposizione universale. Il documento rappresenterà un atto di impegno che vedrà pro-tagonisti, per la prima volta, isti-tuzioni, imprese, associazioni e l'intero sistema delle organizza-zioni internazionali, come l'O-nu, dove alla fine il documento approderà. Soprattutto coin-volgerà i semplici visitatori che avranno la possibilità di firmare la carta: una nuova mentalità sulla lotta agli sprechi alimentari deve partire dal basso, dalle fa-miglie, dai cittadini. Il padiglione Italia: ci descri-va le caratteristiche con tre aggettivi.Unico, innovativo e dinamico. Il Padiglione Italia sarà infatti un punto di riferimento per tutta l’E-sposizione. Vogliamo che diven-ti uno strumento fondamentale per mettere in luce la straordina-rietà dell’Italia con una capacità reale di narrare il nostro saper fare, l’unicità del “made in Italy” e l’incredibile potenziale che ab-biamo ancora da esprimere. An-che per questo abbiamo scelto il concept del “Vivaio”, con uno slogan chiaro: “Orgoglio Italia”.

Sarà il luogo dove verranno rap-presentate al meglio le nostre potenze. Proprio in questi gior-ni abbiamo presentato il “Vivaio Ricerca”, che vedrà gli scienziati italiani del Cnr impegnati in un fitto calendario di appuntamenti che dimostrano come l’Italia an-che in questo campo voglia gio-care un ruolo da protagonista. L’1 maggio è dietro l’ango-lo. Il sistema italiano arriva “preparato” a cogliere le va-rie sfumature di questa oc-casione?Arriveremo pronti per cogliere questa sfida e per far sì che Ex-po sia davvero la vetrina dell’Ita-lia migliore. Abbiamo recuperato molti dei ritardi accumulati negli anni scorsi. Ricordiamoci che per l'Italia Expo rappresenta già oggi un’opportunità di crescita, con 1 miliardo di euro di investi-menti stranieri e l’80% dei lavori del cantiere assegnati ad azien-de italiane. E girando per i ter-ritori si percepisce l’attesa per l’evento, la consapevolezza della sua importanza. Si sente l’orgo-glio di essere protagonisti. Ci lasci con un invito e una motivazione a visitare Ex-po: “Partecipate a Expo per-ché…” ?Perché sarà un momento unico in un contesto sorprendente per contenuti e per bellezza architet-

tonica. E soprattutto per essere protagonisti della grande sfida sul futuro dell’alimentazione, che parte dai comportamenti di ognuno di noi. Penso ad esem-pio allo spreco alimentare: ogni anno in Europa ogni cittadino getta nella spazzatura 190 kg di cibo, con un impatto ambientale terrificante. Con Expo ogni visi-tatore potrà assumere un impe-gno preciso. Il futuro del Pianeta passa anche da Milano.

Diego Moratti

Intervista a Maurizio MartinaMinistro delle Politiche Agricole con delega a ExpoA Milano 140 Paesi per un dialogo internazionale sulle sfide alimentari del pianetaObiettivo: sottoscrivere la “Carta di Milano 2015” il protocollo di Kyoto dell’alimentazioneL’Esposizione: “Momento unico, in un contesto sorprendente per contenuti e per bellezza architettonica”

Expo delle ideeIl 7 febbraio a Milano, presso l’Hangar Bicocca si riuniscono tutti i soggetti, gli enti, le istituzioni, i comitati scientifici e le organizzazio-ni coinvolti nell’Esposizione Universale. Oltre 500 par-tecipanti interverranno nel-la sessione plenaria e nei tavoli tematici sulla soste-nibilità ambientale, sociale ed economica dell’alimen-tazione, la lotta allo spreco, l’educazione alimentare, le possibilità che derivano dalla ricerca e dall’impiego di tecnologie innovative. At-teso il presidente del Con-siglio dei Ministri, Matteo Renzi.

“Il sistema agroalimentare italiano vale 260 miliardi di euro, oltre il 17% del Pil nazionale, siamo leader in Europa per numero di prodotti di qualità, ma abbiamo ancora un enorme potenziale”

“Unico, innovativo e dinamico. Narrare il nostro saper fare, l’unicità del made in Italy abbiamo scelto il concept del «Vivaio»”

La Carta di Milano 2015Sarà un documento che proporrà impegni e respon-sabilità precise su tutti i prin-cipali temi della questione alimentare globale e sarà il principale strumento di par-tecipazione consapevole al dibattito espositivo che in-teresserà tutti i paesi ade-renti. La Carta di Milano è in pratica il Protocollo di Kyoto dell’alimentazione, richia-mando nella stesura e nelle modalità il trattato interna-zionale sul riscaldamento globale firmato nel 1997 da più di 180 Paesi del mondo.

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Finalmente ci siamo: è arrivato il 2015, l’anno di Expo, l’Espo-sizione Universale che Milano sta aspettando e, almeno te-oricamente, preparando dal 2008. Il 2014 non è stato un anno semplice. È stato l’anno degli scandali, delle inchieste che hanno portato alla luce appalti e tangenti, degli arresti che sono arrivati ai vertici della società di gestione dell’Even-to e dell’accumularsi dei ritar-di nei lavori sul sito espositivo. Arrivare in tempo all’appunta-mento di maggio 2015 e pre-parati è la parola d’ordine. A che punto siamo?

L’Expo prende forma

L'Esposizione Universale di Mi-lano sta finalmente prendendo forma dopo gli stop, i ritardi, le polemiche: nei cantieri gli ope-rai sono passati dai 2.800 di dicembre ai 3.500 di gennaio e il padiglione Zero, la strut-tura che accoglierà i visitatori all'ingresso Ovest è quasi ul-timata. Cominciano a essere pronti anche i primi padiglioni nazionali. Il primato spetta al

Regno del Bahrein, un piccolo Stato di un arcipelago del Gol-fo Persico: mancano solo le palme di 17 metri che verranno piantate in primavera. Intanto la ditta brianzola che ha ese-guito i lavori sta già studiando il modo per disfare il padiglio-

ne a fine Expo per rimontarlo in un museo del sultanato. Tra i primi Paesi ad aver termina-to il padiglione ci sono anche la Repubblica Ceca con il suo 'Laboratorio della vita' e l’An-gola e, dei 53 Paesi che avran-no un padiglione esclusivo, sono almeno una quindicina quelli che termineranno il loro padiglione entro fine genna-io: Azerbaigian, Israele, Qatar, Principato di Monaco, Germa-nia, Kuwait, Giappone, Svizze-ra, Oman, Belgio, Kazakistan, Regno Unito, Cile, Vietnam. Anche i nove Cluster, la grande novità di questa Esposizione

Universale, ovvero i padiglioni collettivi che raccoglieranno intorno a nove temi comuni (Ri-so, Cacao, Caffè, Frutta e le-gumi, Spezie, Cereali e tuberi, Bio Mediterraneo, Isole, mare e cibo e Zone aride) i Paesi che non hanno un loro padiglione cominciano a prendere forma. Davanti al Cluster del Riso si sta preparando lo spazio per una piccola risaia che, spec-chiandosi sul rivestimento riflettente già montato sul padi-glione darà l'idea di un’enorme area coltivata. Anche i lavori lungo il Cardo, la strada che attraverserà il si-

to espositivo da Nord a Sud, e che ospiterà gli spazi italiani, sta finalmente progredendo; la piantumazione degli alberi sul-la collina mediterranea proce-de a passo spedito e il canale di 6,5 km che circonda il sito espositivo è concluso. Nella Lake Arena, il bacino d’acqua alimentato dal canale Villoresi sono già state montate le pom-pe che permetteranno i giochi d'acqua e presto inizierà anche la costruzione e il montaggio dell'Albero della vita, che sor-gerà proprio al centro del lago.

A.C.

A tre mesi dall’inaugurazione gli occhi del mondo sono puntati su Milano

Expo: inizia il conto alla rovescia

“Il primo padiglione nazionale completato è quello del Bahrein: mancano solo le palme che verranno piantate in primavera”

“La struttura del Cardo richiamerà l’idea dei classici borghi storici italiani, dove composizioni geometriche differenti si susseguiranno incastrandosi tra loro e creando diverse piazzette”La struttura di Expo a forma di croce

Expo

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Il Padiglione Italia occuperà tutti i 235 metri del Cardo, ovvero la via che collega il sito espositivo da nord a sud secondo la tradi-zionale impostazione romana e che, insieme al Decumano, co-stituirà l’ossatura dell’Esposizio-ne Universale. La struttura del Cardo richiamerà l’idea dei clas-sici borghi storici italiani, dove composizioni geometriche diffe-renti si susseguiranno incastran-dosi tra loro e creando diverse piazzette.All’interno del Padiglione Italia troveranno spazio, oltre a Pa-lazzo Italia, gli spazi espositivi di rappresentanza, di intratteni-mento, di ristorazione e di ricrea-zione del nostro Paese, in edifici temporanei progettati per esse-re smontati e ricollocati altrove al termine dell’evento. L’idea guida nella progettazione del Padiglione è quella di un viva-io, per rappresentare uno spazio sicuro dove i nuovi progetti e i giovani talenti che operano nel

Paese possano “germogliare”. All’interno del Padiglione Italia, per posizione e architettura, l’e-lemento simbolo sarà Palazzo Italia che nella forma si ispira a una vera e propria foresta urba-na. L’edificio, progettato in un’ot-tica di sostenibilità ambientale è a consumo quasi zero e in clas-se A. L’intera superficie esterna del Palazzo sarà costituita da pannelli in cemento brevettato da Italcementi, che consentirà di catturare alcuni inquinanti at-mosferici trasformandoli in sali inerti, contribuendo così a puli-re l’aria. Anche la malta è stata realizzata con l’80% di aggregati riciclati provenienti in gran par-te dagli scarti di lavorazione del marmo di Carrara.

Expo 2015 sarà un evento sostenibile

Quella di Milano sarà la prima Esposizione Universale della storia “sostenibile”: lo scorso 6 gennaio la società Expo 2015 ha ottenuto dall’ente di certifi-cazione internazionale Dnv Gl la certificazione di conformità allo standard internazionale ISO

20121:2012 del sistema di ge-stione per la sostenibilità dell'e-vento, che comprende tutte le attività di pianificazione e di or-ganizzazione dell’Esposizione milanese. Expo è il secondo evento internazionale, dopo le Olimpiadi di Londra 2012, ad aver sviluppato un sistema for-malizzato e riconoscibile di ana-lisi e gestione dei temi legati alla sostenibilità. Quello della soste-nibilità è infatti uno dei fili con-duttori dell’evento, a partire dal tema: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, nella prospettiva di un futuro sostenibile del Piane-ta e della società. A sottolineare l’impegno di Expo Milano 2015 per l’ambiente è anche la pub-blicazione della seconda edizio-ne del Rapporto di Sostenibilità,

relativo alle attività condotte tra giugno 2013 e giugno 2014. Il prossimo Rapporto verrà pub-blicato a fine evento e racconte-rà quanto fatto nel semestre.

Un’Expo dalla struttura romana

In molte città italiane ed europee è ancora oggi evidente l’antica struttura a forma di croce, eredi-tà del castro, ovvero dell'origina-rio accampamento dell'esercito romano. Le città di fondazione romana sono infatti accomu-nate dallo schema urbanistico ortogonale strutturato su due strade perpendicolari tra di loro: il Cardo e il Decumano. Proprio a questa struttura si è ispirata la realizzazione del sito espositivo. Il Decumano, la via principale dell’Esposizione, attraverserà l’intero sito da est a ovest per un chilometro e mezzo, ospitan-do su entrambi i lati i padiglioni nazionali dei Paesi Partecipanti. Lungo 350 metri, l’asse del Car-do metterà in relazione il nord e il sud del Sito Espositivo ed è in-teramente dedicato all’Italia. Nel punto in cui Cardo e Decumano

si incontrano sorgerà Piazza Ita-lia, il luogo in cui simbolicamente l’Italia incontra il mondo, mentre ai quattro estremi dei due assi, in corrispondenza dei quattro pun-ti cardinali, sorgeranno la Colli-na Mediterranea, dove saranno messe a dimora le vegetazioni e le colture tipiche dell’ecosistema mediterraneo e da dove si potrà godere del panorama su tutto il sito espositivo, l’Expo Center, un grande spazio per eventi al coperto, l’Open Air Theatre, un grande spazio destinato agli eventi all’aperto e la Lake Arena, un bacino d’acqua circondato da gradinate ed alberi al cui cen-tro sorgerà l’Albero della vita.

Arianna Corti

Il Padiglione Italia sarà un vivaioUna struttura classica per un Padiglione che guarda a un futuro sostenibile

“Uno spazio sicuro dove i nuovi progetti e i giovani talenti che operano nel Paese possano germogliareè l’idea guida del Padiglione Italia”

“Davanti al Cluster del Riso si sta preparando una piccola risaia che, specchiandosi sul rivestimento riflettente del Padiglione darà l'idea di un’enorme area coltivata”

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Milano, Ferrara, Genova, Bre-scia e Bergamo, ma anche Forlì, Roma, Firenze: il 2015 si annun-cia ricco di appuntamenti cul-turali che interesseranno gran parte della penisola. Merito anche di Expo che, in previsione dei suoi 20 milioni di visitatori, ha fatto da volano a molte iniziative che si annuncia-no estremamente interessanti. Come la grandiosa mostra iti-nerante “Il Principe dei Sogni. Giuseppe negli arazzi di Pontor-mo e Bronzino”, che riunirà per la prima volta dopo 150 anni i venti arazzi tessuti su cartoni del Bronzino e di Pontormo per Cosimo I de’ Medici. La mostra esordirà a Roma nella sala dei Corazzieri del Quirinale da metà febbraio, per proseguire durante l’Expo a Milano nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a fine aprile e finire a Firenze nel salone de’ Dugento a Palazzo Vecchio da metà settembre.

MilanoIl genio di Leonardo e GiottoLa città meneghina sede di Expo non può che essere protagoni-sta indiscussa degli eventi che parlano d’arte. Grandi aspetta-tive per l’omaggio a Leonardo Da Vinci che dal 15 aprile, giorno del compleanno del grande ge-nio, al 19 luglio riunirà a Palazzo Reale un numero di capolavori dell’artista e scienziato davvero stupefacente. “Leonardo 1452-1519” sarà la più grande esposi-zione a lui dedicata mai ideata in Italia. Dal 2 settembre al 10 gen-naio 2016 Palazzo Reale si fregia della presenza di un’altra grande esposizione: “Giotto. L’Italia” nel suo titolo laconico cela un uni-verso di genialità senza prece-denti. È infatti al pittore fiorentino che si deve il superamento della bidimensionalità e della ieratici-tà bizantina. All’interno del per-corso artistico sarà possibile ammirare alcuni dei capolavori del padre della pittura moderna, tra cui il “Polittico Stefaneschi”, il “Polittico di Bologna” e il “Politti-co di Badia”.

BergamoLe forme della bellezzaIn occasione di Expo, Bergamo propone la prima grande re-trospettiva dedicata al famoso compaesano Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio. Alla Ga-

mec dal 13 marzo al 21 giugno, i massimi capolavori di uno dei geni indiscussi del Rinascimen-to italiano metteranno in luce le languide figure femminili che ne hanno fatto il grande interprete della bellezza. Imperdibile inol-tre la riapertura dell’Accademia Carrara, uno dei musei più im-portanti d'Italia, situata di fronte alla Gamec. Il 23 aprile il luogo simbolo del collezionismo ita-liano permetterà di ammirare nuovamente capolavori assoluti dell'arte italiana, realizzati so-prattutto tra il XV e il XIX secolo da artisti quali Mantegna, Belli-ni, Botticelli, Raffaello, Tiepolo e Canaletto. Tra le meraviglie, la pinacoteca vanta inoltre impor-tanti nuclei di opere di Lotto e di Moroni.

BresciaViaggio artistico nel gustoDal 24 gennaio al 14 giugno, Palazzo Martinengo ospiterà la mostra “Il cibo nell’arte. Capola-vori dei grandi maestri dal Sei-cento a Warhol”. Perfettamente allineato alle tematiche Expo, il percorso espositivo indagherà il rapporto tra arte e cibo in oltre 100 opere, attraverso un dialo-go costante tra i maestri dell’ar-te antica e gli autori moderni e contemporanei quali Magritte, De Chirico, Manzoni, Fontana, Lichtenstein e Andy Warhol. Dal Barocco al Rococò, dal Ro-manticismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento, il lungo viaggio permetterà di ap-prezzare le iconografie correlate alla rappresentazione del cibo nel corso dei secoli. Tra piatti e tavole imbandite, potrete sco-prire alimenti oggi totalmente scomparsi e attingere preziose informazioni sulla storia dell’ali-mentazione grazie all’ausilio di tavole elaborate dai più rinomati dipartimenti di Scienze Alimen-tari delle Università italiane.

VeneziaIl futuro secondo la Biennale d’Arte“All the World's Futures”, ovvero “Tutti i possibili futuri del mondo”, racchiude nel nome il tema della 56a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia curata da Okwui Enwezor, uno dei più importanti curatori d'ar-te contemporanea dall’approc-cio storico, interdisciplinare e

internazionale. Quest’anno la Biennale si svolgerà dal 9 mag-gio al 22 novembre, anticipando l’apertura per connettersi a Ex-po. Tra i Giardini della Biennale, l’Arsenale e l’intera città di Vene-zia, i padiglioni dei 53 paesi par-tecipanti proporranno la propria idea di futuro invitando a ritrova-re nell’arte la capacità di antici-pare il tempo e essere interprete del futuro.

FerraraLa ribella rosa di fuocoRiflessione artistica trasversale in tema Expo a Ferrara dove, dal 19 aprile al 19 luglio, Palazzo dei Diamanti accoglie l’esposizione “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí”. In mostra opere di artisti spagnoli testimo-ni dell’espansione e del fermen-to che circondarono l’Expo del 1888. La “rosa di fuoco” era in-fatti il nome in codice con cui gli anarchici all’inizio del Novecento indicavano Barcellona, la capi-tale catalana che a cavallo del XX secolo infiammava gli animi di artisti, politici e intellettuali. La grande Esposizione univer-sale del 1888 aveva introdotto dirompenti idee di modernità e nuovi modelli di vita. La mostra rende omaggio, da prospetti-ve inedite, a questi anni inquieti e colorati, fucina di talenti, an-che attraverso artisti straordi-nari ma poco frequentati tra cui Reynolds, Chardin, Zurbarán.

RomaScoprire Morandi e MatisseA Roma mostre ed esposizio-ni di grande valore artistico. Gli appassionati di Giorgio Moran-di potranno ammirare un centi-naio di dipinti dell’artista dal 27 febbraio al 21 giugno, esposti al Complesso del Vittoriano. La mostra “Giorgio Morandi 1890-1964” documenterà la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso un numero cospicuo di opere, provenienti da istituzio-ni pubbliche e collezioni private, inclusi alcuni capolavori meno noti. Alcuni capolavori assoluti di Henri Matisse, provenienti dai maggiori musei del mondo co-me dalla londinese Tate Modern, dal MoMa di New York, dall’Er-mitage di San Pietroburgo, e dal francese Centre Pompidou, sa-ranno visibili per la prima volta in Italia grazie all’esposizione “Ara-

besque”, alle Scuderie del Qui-rinale dal 4 marzo al 21 giugno.

Genova e TorinoEspressionismo e sensualitàPercorrete questo viaggio in Ita-lia sulle orme dell’arte con un approfondimento sull’espressio-nismo tedesco, che a partire dal 6 marzo impreziosirà le sale del Palazzo Ducale di Genova: sono i colori a caratterizzare le opere del gruppo di artisti Die Brücke, affiancate da quelle dei Fauves francesi, del Futurismo italiano e di Der Blaue Reiter di Monaco di Baviera. Potreste infine decide-re di concludere il vostro viaggio nell’arte con un itinerario all’in-segna dell’erotismo delle opere di Tamara de Lempicka, pittrice polacca protagonista indiscus-sa dell’art déco, in mostra al Pa-lazzo Chiablese di Torino dal 19 marzo.

Alice Motti

L’Italia si mette in mostra: i grandi dell’arte invadono le città italianeLeonardo, Giotto, Matisse, Picasso, Morandi e Palma il Vecchio sono tra i grandi protagonisti del 2015 in tutto lo stivale

Expo

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Milan, Ferrara, Genoa, Brescia and Ber-gamo, but also Forlì, Rome and Florence: 2015 promises to be a year full of cultural initiatives that will concern a large part of the peninsula. This is also thanks to Expo which, in view of the expected 20 million visitors, has been a real boost to many initi-atives that promise to be extremely interest-ing. One such event will be the spectacular itinerant exhibition “Il Principe dei Sogni. Gi-useppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino” (Prince of Dreams: Joseph in the Tapestries of Pontormo and Bronzino), which, for the first time in 150 years, will reunite the twenty tapestry cartoons by Bronzino and Pontor-mo commissioned by Cosimo I de’ Medici. The exhibition will make its debut in Rome in the Sala dei Corazzieri in the Quirinale (16th February - 12th April); it will then move to Milan during Expo to the Sala delle Cariati-di in Palazzo Reale (28th April - 6th Sep-tember), and end its journey in Florence in the Salone de’ Dugento in Palazzo Vecchio (16th September - 15th February 2016).

Milan: The genius of Leonardo and GiottoThe city of Milan, the site of the Expo, will of course be the undisputed protagonist of events involving art. There are high expec-tations for the tribute to Leonardo Da Vinci, which from 15th April - day of the birthday of the great genius - to 19th July will bring together, in Palazzo Reale, a number of tru-ly stunning masterpieces by the artist and scientist. “Leonardo 1452-1519” will be the largest exhibition devoted to him ever con-ceived in Italy. From 2nd September to 10th January 2016, Palazzo Reale will enjoy the presence of another great exhibition: “Giot-to. L’Italia”, which in its concise title conceals a universe of unprecedented brilliance. We can, in fact, give credit to the Floren-tine painter for surpassing bi-dimensional-ity and Byzantine solemnity. Within the art tour it will be possible to admire some of the masterpieces of the father of modern painting, including the “Polittico Stefane-schi” (Stefanschi Polyptych), the “Polittico di Bologna” (Bologno Polyptych) and the “Polittico di Badia” (Badia Polyptych)

Bergamo: The forms of beautyDuring Expo, Bergamo will be proposing the first great retrospective dedicated to its famous compatriot Jacopo Negretti known as Palma il Vecchio. At GAMEC, from 13th March to 21st June, the greatest master-pieces of one of the undisputed geniuses of the Renaissance in Italy will be displayed, with an emphasis on the languid female fig-

ures that made him the world’s greatest ex-ponent of beauty. Not to be missed is the re-opening of the Accademia Carrara, one of the most important museums in Italy, sit-uated opposite the GAMEC. On 23rd April, the symbolic location of Italian collecting will be open for visitors to once again enjoy the exquisite masterpieces of Italian art created above all between the sixteenth and twen-tieth centuries by artist such as Manteg-na, Bellini, Botticelli, Raphael, Tiepolo and Canaletto. Among the many wonders, the art gallery also boasts important works by Lotto and Moroni.

Brescia: Artistic voyage through tasteFrom 24th January to 14th June, Palazzo Martinengo will host the exhibition “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol” (Food in Art. From the great masters of the seventeenth century to Warhol). Perfectly in line with the theme of Expo Milano 2015, the exhibition will in-vestigate, with over 100 works, the relation-ship between art and food by means of a continuous dialogue between the masters of ancient art and modern and contempo-rary painters such as Magritte, De Chirico, Manzoni, Fontana, Lichtenstein and Andy Warhol, From the Baroque to the Rococo, nine-teenth-century Romanticism and the Avant-garde of the twentieth century, the long tour will allow visitors to appreciate the iconography associated with the rep-resentation of food over the centuries. Among dishes and laid tables, you can discover foods that have now totally disap-peared and acquire valuable information on the history of food thanks to panels realised by the renowned departments of Food Sci-ence of Italian Universities.

Venice: The future according to the Art Biennale“All the World's Futures”, is the title cho-sen for the 56th International Art Exhibition of the Venice Biennale curated by Okwui Enwezor, one of the most important con-temporary art curators with a historic, in-terdisciplinary and international approach. This year the Biennale takes place from 9th May to 22nd November, bringing its open-ing forward to coincide with Expo. Between the Biennale Gardens, the Arsenale and the entire city of Venice, the pavilions of the 53 participating countries will propose their idea of the future, inviting visitors to find in art the ability to anticipate time and be an interpreter of the future.

Ferrara: The rebel rose of fireA new artistic reflection in line with the theme of Expo, “La rosa di fuoco. La Bar-cellona di Picasso e Gaudí” (The Rose of Fire: The Barcelona of Picasso and Gaudi) is being held in the Palazzo dei Diamante in Ferrara from 19th April to 19th July. On display are the works of Spanish artists who witnessed the expansion and turmoil that surrounded the Expo of 1888. “Rosa di fuoco” was, in fact, the code used by anarchists during the years straddling the twentieth century for Barcelona, the Cat-alan capital which, at the beginning of the twentieth century inflamed the hearts of art-ists, politicians and intellectuals. The great Universal Exposition of 1888 introduced devastating ideas on modernity and new life models. The exhibition pays homage, in a unique way, to these uneasy and colour-ful years, a hothouse for talent, through ex-traordinary, but less known artists such as Reynolds, Chardin and Zurbarán.

Rome: Discovering Morandi and MatisseIn Rome shows and exhibitions of great ar-tistic value. Enthusiasts of Giorgio Morandi can admire almost one hundred paintings by the artist from 27th February to 21st June displayed in the Complesso del Vittoriano. The exhibition “Giorgio Morandi 1890-1964” will document the artistic career of the painter from Bologna through a consid-erable number of works coming from public institutions and private collections, includ-ing some less well known masterpieces. Some important masterpieces by Henri Matisse, from major museums throughout the world, such as the Tate Modern, MoMa of New York, Hermitage of St. Petersburg and the French Centre Pompidou, will be on show for the first time in Italy at the exhibi-tion “Arabesque”, in the Scuderie del Quiri-nale from 4th March to 21st June.

Genoa and Turin: Expressionism and sensualityA journey through Italy on the trail of art with an analysis of German Expressionism will grace the halls of Palazzo Ducale in Genoa from 6th March: colour will characterise the works of the Die Brücke group of artists, as well as those of the French Fauves, Italian Futurism and Der Blaue Reiter of Munich.Another exhibition, which is characterised by the eroticism of the works of Tamara de Lempicka, the Polish painter and undis-puted exponent of Art Deco, will be held in the Palazzo Chiablese of Turin from 19th March.

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traduzione a fronte.

Donna a teatro, Picasso

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La Bella, Palma il Vecchio

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Italy on show: the greats of art invade Italian cities

L’Italia si mette in mostra: i grandi dell’arte invadono le città italianeLeonardo, Giotto, Matisse, Picasso, Morandi e Palma il Vecchio sono tra i grandi protagonisti del 2015 in tutto lo stivale

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Giorgio Gori, il sindaco in bici-cletta; è questa la prima immagi-ne che il “cambio passo” portato avanti dalla sua campagna elet-torale suggerisce. Dopo sei mesi alla guida della città è ormai risaputa la sua in-stancabile assiduità e voglia di fare, cambiare, comunicare inte-ragire: il primo sms di lavoro arri-va alle 6.45, con i commenti della rassegna dei quotidiani, rituale irrinunciabile per chiunque ab-bia navigato nel mare dei media per lungo tempo. Dalle 8 alle 20 la sua agenda è un susseguirsi di impegni, riunioni, incontri e inter-viste. Diretto e spigliato parla dei suoi primi mesi da sindaco con entusiasmo impaziente senza mai cedere alla retorica.

Trascorso un semestre dall’insediamento, qual è il rapporto con la sua squadra e con la macchina amministrativa?L’incontro con la macchina co-munale è stato in generale po-sitivo. Certo, a volte ci si scontra con lentezze ed eccessive pru-denze, la paura di sbagliare trat-tiene le scelte individuali anche per questioni minori. Io preferi-sco il contatto personale, cerco di stringere le distanze, anche perché la mia esperienza lavora-tiva mi spinge a essere diretto. La mia squadra è molto motiva-ta, nella maggior parte dei casi si dedicano alla città a tempo pieno. La lunghezza della cam-pagna elettorale ha fatto sedi-mentare una visione comune che è ormai condivisa e radica-ta. Sono soddisfatto anche dal grado di interazione tra gli as-sessorati, c’è molta trasversalità e collaborazione.

Ora che ne è alla guida, ci dia una definizione di BergamoDa sindaco, sono sempre più convinto delle potenzialità di Bergamo sia come capitale umano, sia a livello istituzionale e associativo. È una città che se motivata e proiettata all’interno di una visione strategica, risponde positivamente. Ho recentemen-te concluso il giro dei quartieri iniziato a novembre e ho visto anche nei singoli cittadini voglia di partecipare e sentirsi coinvol-ti attivamente. C’è la volontà di mettersi in gioco anche da parte

di molte associazioni di volonta-ri, tant’è che uno dei punti chiave del nostro programma è tentare di snellire la burocrazia e creare un rapporto più diretto tra asso-ciazioni radicate nel territorio e l’amministrazione, in modo che i servizi per la città siano il meno possibile delegati a terzi. Questa vitalità è un punto di forza del-la nostra città che va a integrare la ricchezza del nostro patrimo-nio paesaggistico e culturale e ad ampliare l’attrattività turistica della città nel suo insieme.

Che cosa manca quindi a Bergamo per diventare di respiro europeo?Serve una cornice, una visio-ne che permetta a Bergamo di qualificarsi come città europea,

senza alcun complesso di infe-riorità; una città che faccia dell’e-conomia della conoscenza, della rigenerazione delle risor-se e della sostenibilità il proprio mantra. Per raggiungere questa prospettiva occorre fare sistema ed è questa la parte complicata: creare relazioni virtuose tra as-sociazioni, commercianti, coo-perative è un lavoro complesso, occorre pazienza e capacità di coordinamento. In tutto questo, una relazione molto stretta con l’Università di Bergamo è asso-lutamente strategica e fonda-mentale.

Come le sembra sia cambiata la percezione dei cittadini dal giorno delle elezioni a oggi?

Mi sembra di riscontrare in ge-nerale un’impressione positiva; rispetto al periodo delle elezioni, abbiamo ricevuto una buona ac-coglienza anche dai cittadini ini-zialmente più diffidenti. In questo io metto tutta la dedizione e la disponibilità possibile. Mi basta uscire per strada per accorger-mi di un cambiamento positivo, il grado di affidamento dei citta-dini nei nostri confronti è molto alto, a volte troppo. Da novem-bre ho aperto una finestra di ri-cevimento ogni settimana: circa due ore dedicate al colloquio con i cittadini. A volti mi sento quasi sopraffatto dalle aspetta-tive, specialmente per quanto ri-guarda la soluzione di problemi economici. È bello però sentirsi adottato dalla città, essere un

punto di riferimento per tutti al di là della connotazione politica; essere il sindaco di tutti e sentirsi riconosciuto come tale: ecco la più grande soddisfazione.

Il rapporto con soggetti esterni e società partecipate è altrettanto buono?Sicuramente il rapporto con al-cune di queste realtà è essenzia-le; A.t.b. per esempio è al centro di tutte le politiche sulla mobilità. Anche Bergamo Infrastrutture è strategica per snellire e sempli-ficare alcuni processi dell’am-ministrazione. Poi abbiamo le fondazioni come la MIA, di cui sono stati rinnovati i vertici, per costruire un disegno comune che riguardi tutto il sistema wel-fare. Quando ci siamo insediati c’era un vuoto che riguardava il legame tra le reti sociali, l’am-ministrazione e le diverse realtà territoriali; stiamo cercando di creare un ravvicinamento, in-contrando tutte le reti sociali e scegliendo i delegati con cui in-terfacciarsi direttamente. Un’al-tra importante realtà con cui manteniamo una collaborazione costante è Aler (Azienda lombar-da per l’edilizia residenziale); tra gli obiettivi che ci siamo posti, di grande importanza è il recupe-ro di tutti gli immobili inutilizzati entro il 2017, garantendo il man-tenimento di un quarto del patri-monio edile del comune.

In questa direzione vanno il recupero dell’ex ospedale e dell’ex caserma di MontelungoSì, abbiamo avviato sia il pro-getto per il vecchio ospedale in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Cassa Depositi Prestiti, sia quello che riguarda Montelungo. Per quest’ultima pensiamo di aver trovato una soluzione coerente con la visio-ne dell’amministrazione. È stata poi proposta all’Inps la bonifica dell’area attorno all’ex Gasome-tro e la riconversione di quest’ul-timo in un parcheggio. Questo progetto comporterebbe anche l’ampliamento del parco della Malpensata, quindi ha una por-tata strategica per la ridefinizio-ne dell’intero quartiere.

Che cosa ci può dire invece del collegamento con

Intervista a Giorgio Gori sui primi sei mesi. Per il 2015 priorità Expo«Bergamo risponde positivamente se proiettata all’interno di una visione strategica»

BergamoSOStenibile

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l’aeroporto di Orio al Serio e con Milano, anche in vista di Expo?Occorre innanzitutto recuperare uno standard di livello decente per il collegamento ferroviario Bergamo-Milano; per fare que-sto il nostro interlocutore è la Re-gione e il Ministero dei Trasporti. Sempre a loro ci rivolgiamo an-che per le risorse necessarie a un progetto ad alto budget co-me il collegamento Orio-Berga-mo, operazione strategica di cui beneficerebbe tutto il territorio bergamasco. Il piazzale della stazione di Bergamo invece è un progetto a breve termine: la sua riqualificazione verrà portata a compimento prima che Expo cominci. Ci siamo affidati a un architetto donna portoghese, Ines Lobo, vincitrice dell’arcVi-sion Prize assegnato da Italce-menti; il rendering è visibile sul sito del comune. Piazza Marco-ni tornerà a essere un luogo di incontro e condivisione, non più il non-luogo che è ora. Avrà un assetto circolare, la piazza che si vede nelle foto storiche in bianco e nero è stata rivisitata in chiave moderna. Sarà un luogo avvol-gente, in cui vien voglia di sta-re e non mancherà un sistema di tecnologie all’avanguardia: un dispositivo di infomobilità per-metterà di visualizzare in ogni momento i transiti e i flussi, oltre agli orari e ai collegamenti da un luogo all’altro.

E sulla mobilità urbana ed extraurbana?Occorre ripensare insieme all’A-genzia della Mobilità l’intero piano regionale attraverso una razionalizzazione delle attivi-tà che riguardano il trasporto pubblico, utilizzando come rife-rimento un Piano di bacino co-mune per tutta la provincia. Una visione complessiva ed esau-stiva è l’unico modo per vedere dove si può tagliare. Anche la competitività nel trasporto pub-blico è un tema su cui lavorare per poter avere un servizio più efficiente. Per quanto riguarda la città di Bergamo, stiamo la-vorando a dei corridoi di qualità che abbiano come presupposto la domanda: quanto mi conviene andare da A a B con il trasporto pubblico? Il raccordo delle pi-ste ciclabili è un’altra delle prio-rità portate avanti dal Bici plan.

Mi piacerebbe che scattasse il “meccanismo-bici” tra i cittadini di Bergamo; è vero che abbia-mo a che fare con una città pie-na di pendenze, ma usare la bici conviene ed è salutare. Sarebbe bello se diventasse uno stile di vita per tutti. Milano è invece il punto di riferimento per quanto riguarda il carsharing, puntiamo a diventare la prima città di me-die dimensioni a sperimentare questo progetto.

Un punto su cui l’amministrazione sembra determinata è la progressiva pedonalizzazione del centro cittàSì questo è un tema che ci sta molto a cuore. Anziché assecon-dare il traffico veicolare privato, cerchiamo di porre dei paletti, cosicché usare la macchina di-venti meno facile e meno eco-nomico. Questo permetterà di valorizzare il centro di Bergamo e proteggere il passeggio nelle vie, non è cosa da poco. Certo una volta reso pedonale, occor-rerà aumentarne l’attrattività, così smetteremo di lamentarci che il centro è vuoto e che non c’è nulla da fare. La stessa cosa

però va fatta anche nei quartieri periferici e nelle zone 30 o Ztl, più di nome che di fatto.

È l’anno di Expo: a che punto è Bergamo?Expo si è rivelata una leva im-portante che spinge le persone a muoversi e a mobilitare risorse. In città avremo un calendario di eventi che sarà coerente con il tema di Expo: tra tutti, il progetto di riqualificazione del Monaste-ro di Astino in connessione con l’Orto botanico, Bergamo Wine e la Domus Bergamo. Verrà pro-posto un palinsesto paesaggisti-co-culturale attrattivo per i turisti che decideranno di visitare la città durante questi sei mesi. Bergamo gioca la sua partita a partire da ciò che la città è in sé: non inventeremo nulla, ma va-lorizzeremo il nostro patrimonio storico e artistico oltre che il no-stro paesaggio unico, nel miglior modo possibile.

Cosa accadrà in città nei prossimi mesi?Si parte il 13 marzo con la mostra di Palma il Vecchio alla Gamec, proseguendo poi il 23 aprile con la tanto attesa riapertura dell’Ac-

cademia Carrara. Finalmente tornano a Bergamo le grandi mostre che daranno una venta-ta di cultura di qualità alla città. Per quanto riguarda la musica, il nuovo direttore artistico del Ber-gamo Musica Festival, France-sco Micheli, sta dando il meglio per assicurare una proposta mu-sicale che conquisterà tutti e che permetterà di riscoprire la figura del grande Donizetti. In questa direzione verranno coinvolti il Te-atro Sociale, il Conservatorio e la casa natale del compositore. Ad Astino si installerà la fondazione Veronelli, inaugurando la mostra dedicata al patrimonio enolo-gico raccolto da Veronelli tra il 1956 e il 2004, un’iniziativa di ri-chiamo internazionale abbinata a un programma di degustazioni di prodotti tipici del territorio.

Che ruolo avrà Domus Bergamo?Domus Bergamo in piazza Dante sarà un po’ lo snodo di tutte que-ste attività e proposte culturali e non solo. Oltre a essere la vetri-na di Bergamo Wine, diventerà il luogo in cui proveremo a raccor-dare tutte le manifestazioni della bergamasca che ruotano attor-no a Expo. Non si tratterà però di un ufficio informazioni, sarà un riferimento e un polo centrale in cui si concentreranno diverse iniziative che cavalcheranno il te-ma dell’esposizione universale.

Come gestire la critica che viene da alcune associazione ambientaliste rispetto all’insostenibilità di Expo?Ci sono state riserve sia sull’a-

spetto commerciale sia su quello contenutistico della ma-nifestazione. Io penso sia possi-bile valorizzare il prodotto tipico di qualità, andando nella direzio-ne che suggerisce Slow Food del buono, pulito e giusto. Vedo anche gli aspetti divulgativi e di-dattici che Expo presenta come opportunità; basti pensare al lavoro che sta portando avanti l’Orto botanico con i suoi per-corsi studiati ad hoc per scuole e famiglie alla scoperta del nostro territorio, delle sue colture e dei suoi prodotti. Vedo, quindi, una certa consapevolezza dell’im-portanza dei contenuti della ma-nifestazione, almeno per quanto riguarda Bergamo. Poi certo, Expo è anche un’occasione im-perdibile di rilancio commerciale ed economico, senza per forza voler a tutti i costi demonizzare questi aspetti, che comunque contribuiscono al benessere della città.

Un’ultima battuta:da giornalista e uomo dei media, ci dia un commento sull’attacco terroristico che ha colpito la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a ParigiLa libertà d’espressione è un tutt’uno con la natura dell’Occi-dente, per cui non possiamo fare passi indietro. Vedo la sensibilità e la delicatezza necessarie per affrontare certi temi, in partico-lare la religione, ma nello scontro tra fucile e matita, non ho dubbi da che parte stare.

Diego MorattiMara d’Arcangelo

Intervista a Giorgio Gori sui primi sei mesi. Per il 2015 priorità Expo«Bergamo risponde positivamente se proiettata all’interno di una visione strategica»

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Il Natale è passato, l’anno ini-ziato e le vacanze sono ormai un ricordo. Quello che solita-mente lasciano queste festi-vità, oltre alla voglia di altre vacanze, sono i buoni propo-siti e uno su tutti è senza dub-bio quello di mettersi a dieta e mangiare sano. Un’alimentazione sana non può prescindere dalla qualità e da una conoscenza appro-fondita del prodotto, delle sue origini e del ciclo che l’ha por-tato sulle nostre tavole, compi-to non facile visti i ritmi frenetici della società contemporanea. Ma scegliere comporta ne-cessariamente darsi del tem-po per valutare e soprattutto rallentare. Il tempo delle scel-te è uno dei principi cardine di una delle associazioni simbolo per la ricerca di un settore ali-mentare buono pulito e giusto: Slow Food.Slow Food è un’associazione internazionale impegnata a ri-dare valore al cibo, nel rispet-to di chi produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono cu-stodi territori e tradizioni locali. Fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Fo-od diventa internazionale nel 1989 come “Movimento per la tutela e il diritto al piacere”. Un manifesto d’intenti pone l’associazione come antido-to alla “Follia universale della

“fast life” e contro coloro che confondono l’efficienza con la frenesia”. Tutto a partire dalla tavola e dal piacere garantito dalla convivialità, per arrivare a una nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura sostenibile. Nella sua storia Slow Food è riuscita a svilupparsi a più livelli, con-tribuendo a diffondere in ogni modo i suoi lavori: pubblica, educa, condivide e soprattut-to difende il cibo, i produttori e i sapori. Alcuni dei progetti più importanti sono sicuramente “Terra Madre” e “Fondazione Slow Food per la Biodiversi-tà” con i suoi presidi e mercati. Terra Madre nasce nel 2004 (anno in cui la Fao riconosce ufficialmente Slow Food come organizzazione no profit con cui instaurare un rapporto di collaborazione) e per la prima volta a Torino si incontrano cin-quemila delegati da 130 Paesi:

contadini, pescatori, artigiani, nomadi, giovani, vecchi, musi-cisti, cuoche e cuochi, acca-demici di tutto il mondo riniti in una tre giorni di laboratori, incontri, scambi, esperienze e festa. La Fondazione Slow Food invece difende la bio-diversità del cibo, promuove un'agricoltura sostenibile e sostiene i piccoli produttori re-alizzando nel mondo progetti a supporto delle comunità di Terra Madre come l'Arca del Gusto, i Presìdi, i Mercati della Terra e 10 mila orti in Africa.

Slow Food sul territorio: Bergamo e Brescia

Gli obiettivi di Slow Food so-no tanto condivisi da registra-re in pochi anni una notevole adesione territoriale: Bergamo e Brescia ne sono due esempi virtuosi. La Condotta di Bergamo, una delle prime in Italia, è stata ac-colta da subito con grande en-tusiasmo, dando poi vita alla Condotta Valli Orobiche (con territorio di competenza i comu-ni delle Comunità Montane) e più recentemente alla condotta Bassa Bergamasca. La sezione bergamasca opera grazie a un ricchissimo calendario di even-ti che agiscono su più fronti, ad esempio il “Mercato Agrico-lo e non solo” che, oltre a ren-dere possibile l’incontro diretto tra produttore e consumato-re, organizza per i ragazzi delle scuole i laboratori del gusto e il pranzo “eccellenze culinarie da eccedenze di produzione”. Slow Food Bergamo può contare og-

gi su due presidi: Agrì di Valtorta e Stracchino all’antica delle valli Orobiche. Anche la Condotta Bresciana è uno dei grandi nodi della rete Slow Food e ha generato altre tre Condotte: Bassa Brescia-na Garda, Oglio-Franciacorta-Lago d'Iseo e Vallecamonica. Si occupa principalmente di or-ganizzare corsi, degustazioni, eventi e di promuovere a livel-lo locale le campagne lanciate

dall’associazione a livello inter-nazionale. Si contano cinque presìdi nel bresciano: Bagòss di Bagolino, Fatulì della Val Savio-re, Carpione del Lago di Garda, Sardina essicata tradizionale del lago d'Iseo e Mieli di Alta Monta-gna. Tutte queste eccellenze so-no promosse e tutelate da Slow Food nel rispetto della natura e del lavoro dei produttori.

Elisa Troiani

Slow Food è un’associazione internazionale che si occupa di promuovere la sostenibilità partendo dal cibo, dal produttore al consumatore

Vivere slow per assaporare al meglio ogni momento

L’Italia è senza dubbio la patria del gusto, la cucina italiana è sinoni-mo di ottimi piatti in tutto il mondo e la sua ricchezza sta nella varietà che offre: ogni regione ha i suoi prodotti e ogni provincia le sue tra-dizionali ricette, paese che vai eccellenza che trovi. Slow Food, che da sempre si batte per difendere la biodiversità del cibo, ha ritenuto doveroso fondare tante condotte quante sono le specialità di ogni territorio. Ogni Condotta lavora a stretto contatto con il territorio, ne ha un’accurata conoscenza ed è grazie a questa vicinanza che può tutelare ogni realtà e promuoverla su vasta scala. Solo in Lombardia si contano oltre trenta condotte, vediamole nel dettaglio:

/ Abbiategrasso e Magenta - www.slowfoodmilano.it/ Bassa Bergamasca - www.slowfoodbassabg.it/ Bassa Bresciana - www.slowfoodbassabresciana.it/ Basso Mantovano - www.slowfoodbassomantovano.it/ Bergamo - www.slowfoodbergamo.it/ Brescia - www.slowfoodbrescia.it/ Como - www.slowfoodcomo.it/ Corsichese - www.slowfoodmilano.it/ Cremona - www.slowfoodcremonese.it/ Garda – FB SlowFood Garda/ Gorgonzola e Martesana - slowfoodgorgonzola.it/ Lecco - www.slowfoodmonzabrianza.it/ Legnano - www.slowfoodlegnano.net/ Lodigiano - www.slowfoodmilano.it/ Mantova - www.slowfoodmantova.it/ Melegnano - www.slowfoodmilano.it/ Milano - www.slowfoodmilano.it/ Monza-brianza - www.slowfoodmonzabrianza.it/ Nord Milano - www.slowfoodmilano.it/ Oglio Franciacorta Lago d’Iseo https://slowfoodogliofranciacortaiseo.wordpress.com/ Oltrepo’ Pavese - www.slowfoodoltrepo.it/ Origgio e Saronnese - www.slowfoodvarese.it/ Parco del Roccolo - FB slowfoodroccolo/ Pavia - www.slowfoodoltrepo.it/ Provincia di Varese - www.slowfoodvarese.it/ Vallecamonica - www.slowfoodbrescia.it/ Valli Orobiche - www.slowfoodbergamo.it/ Vigevano E Lomellina - www.slowfoodoltrepo.it

Slow Food Lombardia e le sue (buone) Condotte

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“Un fondamentalista della piz-za”, così Sergio Nazzaro ama ricordare lo zio Luigi Iorio Espo-sito, da cui ha appreso negli an-ni due competenze essenziali: l'importanza della tradizione e l'insieme di poche, semplici ma importanti regole per creare una pizza di altissima qualità. Quan-do rilevò la gestione del ristoran-te Galletto d'Oro, alla Dorotina di Mozzo, Esposito decise di libe-rare il suo nuovo locale da qual-siasi piatto che non consistesse in una distesa di pasta condita con ottime materie prime. Man-tenendo il nome tradizionale per scaramanzia, Esposito diede vi-ta a un nuovo Galletto d'Oro, che nel corso di questi ventisei anni è diventato una delle pizzerie più famose della bergamasca, con una clientela che arriva da ben oltre i confini della provincia. Alla fine di novembre del 2014 lo storico Galletto d'Oro si è trasfe-rito in una nuova sede: via Enrico Fermi, Curno, presso il Centro Zebra. La distanza che separa questa nuova sede da quella preceden-te non è molta, ma la scelta di trasferirsi ha avuto motivi ben precisi. Primo fra tutti, quello di avere più visibilità, così che alla folta schiera di clienti affezionati si possano aggiungere altrettan-ti nuovi amanti della pizza, attira-ti dalla notorietà del ristorante e conquistati dal gusto unico della pizza napoletana fatta secondo la tradizione.Nazzaro, titolare del Galletto d'Oro e già pizzaiolo presso la sede di Mozzo, tiene a precisare che è la tradizione a distinguere la loro pizza da qualsiasi altra, la tradizione come valore irrinun-ciabile. La loro pizza è originale, unica, creata ad arte e con pas-sione ed esperienza. «È come la differenza tra un farmacista e un pizzaiolo -spiega Nazzaro- al Galletto d'Oro le pizze non ven-gono create con il bilancino: un giorno ci sarà più mozzarella, un giorno un po' più di pomodoro». Il risultato non sarà una pizza artificialmente perfetta, ma una pizza genuina nel gusto e nella preparazione. «Chi sa apprezza-re l'imperfetta bontà della tradi-zione viene al Galletto d'Oro e la

clientela di questi anni dimostra che non sono in pochi a farlo» chiosa il proprietario. Per fare questo servono natu-ralmente gli ingredienti giusti. Partendo dalla farina, Nazzaro precisa che mangiando la sua pizza non si correrà il rischio di attaccarsi alla bottiglia d'acqua per una notte intera. Questo perché i loro impasti sono fatti lievitare per 48 ore prima di es-sere usati, procedimento che

richiede l'uso di farine di qualità elevata adatte a una lievitazione prolungata. Sono di prima cate-goria anche gli ingredienti che vengono usati per condire la pasta per la pizza, come pomo-doro, mozzarella, carciofi e molti altri. Per quanto riguarda ingre-dienti come salumi e formaggi si può essere certi della loro bontà in quanto provengono diretta-mente da produttori locali.Altro elemento di fondamentale

importanza è la temperatura del forno. Nazzaro e i suoi colleghi lavorano ogni giorno con un for-no a legna a 400-450 gradi. È un lavoro faticoso, come spiega il ti-tolare, perché «non basta infilare la pizza nel forno e lasciarla cuo-cere tranquillamente come si fa a 300 gradi. Se il forno ha una temperatura così alta bisogna avere una cura costante duran-te la cottura e continuare a spo-stare la pizza, o perché troppo

al caldo o perché troppo al fred-do. Solo così però si otterrà una pizza cotta in maniera perfetta e soprattutto la pizza con un cor-nicione alto e friabile».Un'esperienza così ampia Naz-zaro l'ha acquisita lavorando a stretto contatto con suo zio, che anni fa ha partecipato al Campio-nato italiano di pizza con la moz-zarella di bufala di Battipaglia arrivando secondo nella classi-fica generale ma conquistando il primo posto per la cottura della pizza. Tra l’altro, il pizzaiolo che si conquistò il primo posto per il gusto della sua margherita lo fe-ce grazie a un panetto di pasta prestatogli da Esposito. Fu con la Pizza Bergamasca che Espo-sito vinse invece il campionato di Capocaccia. Un'esplosione di sapori composta da polen-ta, funghi, taleggio e cotechino. Quando il Comune di Bergamo e Ascom gli chiesero di creare delle pizze in onore di Donizetti, nacquero la Lucia di Lammer-moor con salsa di funghi al tartu-fo, taleggio, Branzi, pomodorini, grana e basilico per celebrare il lato “nordico” del compositore, e la Elisir d'Amore con pomodoro, pomodorini e alici fresche senza lische e marinate in olio e aceto, una ricetta tradizionale di Napoli per ricordare l'amore di Donizetti per la città partenopea.Nella nuova sede del Galletto d'Oro Sergio Nazzaro ha trasfe-rito tutto, dallo staff all'arte del creare la pizza, così come tra-mandata da suo zio, pronto per una nuova avventura decennale all'insegna dell'eccellenza e del-la tradizione.

Chiara Migliori

Nuova sede a Curno per il gusto unico della pizza napoletana

Galletto d’OroOnore al gusto e alla tradizione

“Chi sa apprezzare la bontà della tradizione viene al Galletto d'Oro e la clientela

dimostra che non sono in pochi a farlo”

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Valorizzare l'area agricola di Mozzo e attivare pratiche di sostenibilità che coinvolgano la cittadinanza: ecco il princi-pale obiettivo di “La Porta del Parco s.n.c. – seminare in no-me collettivo”. Presentato dalla Cooperativa Sociale Alchimia in collaborazione con Coope-rava sociale Oikos e Comune di Mozzo, il progetto è l’unico della provincia di Bergamo ad aver ricevuto il prestigioso contributo di Fondazione Cari-plo per le “comunità resilienti”.La forza del progetto sta nel-la volontà di sviluppare azioni di riqualificazione delle aree agricole, autoproduzione, so-stegno delle filiere corte e delle produzioni stagionali, riduzio-ne dello spreco alimentare in connessione con le tematiche di Expo 2015 e lotta alla crisi economica.

Il progetto

Il complesso agricolo è situa-to nel territorio di Mozzo alle porte del Parco Regionale dei Colli ed è composto da un vi-gneto, un’area verde che ora ospita 24 orti sociali e colletti-vi, un’area aggregativa in fase di allestimento e da una strut-tura adibita a punto di ristoro e punto vendita di prodotti locali e biologici.La Porta del Parco diventerà un nuovo punto di riferimento in grado di coinvolgere grup-pi e associazioni del territorio per favorire la creazione di una rete sociale attorno alla struttura e alla zona agrico-la che, attraverso il fare e la condivisione, sviluppi la par-tecipazione e divenga punto di incontro per l'esperienza e la sperimentazione di stili di vita più sostenibili. Avvicinare per-sone diverse, associare al va-lore ambientale la possibilità di acquistare prodotti agricoli e caseari di qualità a pochi metri da casa o fare un pranzo velo-ce in pausa dall'ufficio. Il nome del progetto dice già molto sull’idea di cambiamen-to che intende perseguire: la

tutela di un’area a partire dal suo riconoscimento collettivo. Sarà quindi importante rende-re la Porta del Parco un luogo rilevante per il territorio, per chi lo abita stabilmente e per chi lo visita anche una sola volta nel-la vita. Un polo attrattivo non solo per le persone già sensi-bili ai temi ambientali e sociali che hanno ispirato il progetto ma “un’esperienza di fruizio-ne speciale” e di consumo in loco di quanto viene prodot-to nell’area, un’occasione di “educazione ambientale na-turale” in chi lo frequenta “as-sume” (mangia, beve, vede, sente, tocca) l’ecosistema e la sua ricchezza.

Dal 14 febbraio eventi e mercato agricolo

Il progetto finanziato da Cari-plo avrà la durata di due anni e, con gradualità, sarà in gra-do di proporre offerte per tutti. Agli abitanti della zona saran-no proposte iniziative settima-nali, in grado di creare nuovi "servizi di prossimità", quali il mercato, e legati al bar risto-ro. Il 13 febbraio alle 20.30 si terrà un incontro pubblico per presentare le aziende e i pro-duttori che parteciperanno al mercato agricolo settimana-le di prodotti biologici e loca-li. Tra questi: l’az. agricola “I fienili” di Sorisole (formaggio d’alpeggio), il panificio “Casa Locatelli” di Bonate Sopra (pa-ne, brioches, pizze con lievito

madre) l’az. agricola Pizzagal-li di Sant’Omobono (formaggi di latte vaccino), l’az. agricola Fustinoni di Sedrina (salumi), l’az. agricola “Emilio Stroppa” di Pumenengo (confetture, mostarde, verdure in agrodol-ce), la Coop. Sociale “Oikos” di Villa d’Almè (vino biologico), la Coop. “Il seme” di Longuelo (prodotti equo-solidali) e l'az. agricola Le Trubine di Locatel-lo (marmellate, succhi, miele).Il 14 febbraio, invece, riapre ufficialmente il mercato di pro-duttori locali con una giornata speciale: si apre alle 9 con la colazione a base di brioche ar-tigianali con lievito madre, se-guono dalle 10 alle 11 letture per bambini dai 3 ai 6 anni, si prosegue con il gustoso pran-zo a base di polenta, formaggi della Valle Imagna e bicchiere di vino della Porta del Parco e alle 14.30 laboratorio per tut-ti di Painting e trucco a cura dell’associazione “Piccoli pas-si per”. Anche per il visitatore che non abita nel territorio cir-costante, la dimensione eno-gastronomica e turistica sarà l’elemento attrattivo del pro-

getto, specialmente in occa-sione di Expo 2015. Saranno, infatti, organizzate cene, se-rate culturali e intrattenimento

anche in collegamento con ini-ziative sovra locali.

M.D.

A Mozzo ritorna il mercato agricolo dei produttori locali con servizio ristoro grazie al progetto della cooperativa Alchimia e Oikos

La Porta del Parco Seminare in nome collettivo

“Un polo attrattivo non solo per le persone già sensibili ai temi ambientali e sociali, ma un’esperienza di fruizione speciale in cui chi lo frequenta “assume” (mangia, beve, vede, sente, tocca) l’ecosistema e la sua ricchezza”

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Al via la sesta edizione di So-rella Terra “Un nuovo proget-to per il paesaggio Italia”, che quest’anno intende affrontare le tematiche legate al rapporto tra economia, territorio e pae-saggio. Il CEA cercherà di far riflettere su come sia possibi-le coniugare la tutela e la valo-rizzazione del paesaggio con il benessere economico, evitando che l’affannosa ricerca del pro-fitto offuschi i valori e la memo-ria storica custoditi all’interno del paesaggio e del territorio.Il percorso iniziato martedì 25 novembre ha contato una nutri-ta partecipazione di docenti di ogni ordine e grado, suscitan-do grande interesse e stimo-lando un dibattito costruttivo e positivo. Sono intervenuti Lu-ciano Valle, ecosofo e Direttore Scientifico del Centro di Etica Ambientale e di seguito Renato Ferlinghetti, geografo, docente all’Università degli Studi di Ber-

gamo che ha portato il proprio contributo come profondo co-noscitore del territorio bergama-sco. Il momento di formazione è stato particolarmente apprezza-to, perché ha permesso di fare una panoramica acuta e appro-fondita sia sulle evoluzioni del territorio, sia sulle azioni spesso sconsiderate e poco lungimiranti dell’uomo che l’hanno profonda-mente alterato. È stato appro-fondito quindi il rapporto che lega economia, società e terri-torio, cercando di comprendere come possa essere possibile un uso etico e rispettoso delle risor-se a disposizione. L’attenzione si è poi spostata sul significato che può oggi essere attribuito a ter-mini quali “bellezza” e “paesag-gio”, cercando di recuperarne il significato originario e profondo, senza tuttavia tralasciare una prospettiva e uno sguardo verso il futuro.Conclusa questa prima fase, a

breve inizieranno gli incontri nel-le classi che, anche quest’anno a partire da gennaio, saranno rivolti agli studenti degli istituti superiori della Provincia. Diversi saranno i percorsi proposti per quest’anno scolastico: tutela del paesaggio, valorizzazione delle risorse, relazione tra paesaggio e contesto socio-economico, nuovo Progetto Italia.

Quest’anno, considerata la tra-sversalità e la valenza dell’argo-mento trattato, verrà coinvolto non solo il mondo della scuola, ma anche quello dell’impren-ditoria e delle istituzioni; è stato infatti ideato un appuntamento ad hoc: il seminario “Le risorse naturali, culturali per lo sviluppo dell’Italia”, che venerdì 27 mar-zo 2015 cercherà di attivare un

laboratorio volto a un proficuo scambio di idee e riflessioni sul ruolo e l’influenza che l’industria e il commercio hanno sul pae-saggio, al fine di elaborare stra-tegie di sviluppo culturale, etico ed economicamente vantaggio-so e sostenibile per l’Italia.La giornata-evento di mercole-dì 22 aprile 2015 non solo sarà occasione per celebrare insie-me la Giornata Mondiale della Terra, ma costituirà anche l’ap-puntamento conclusivo del per-corso. Il programma prevede un convegno in mattinata, dove gli studenti e i loro docenti po-tranno dibattere e approfondire i temi che sono stati oggetto di trattazione durante tutto l’an-no. Suggellerà la conclusione di questo percorso, un momen-to di intrattenimento con il con-sueto e atteso evento musicale dove protagonisti sono artisti im-pegnati e sensibili alle tematiche trattate.

Sorella Terra punta alla valorizzazione del paesaggio per produrre benessere economicoLa sesta edizione indaga i rapporti tra economia e territorio coinvolgendo il mondo della scuola, dell’imprenditoria e delle istituzioni

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Coppie esigenti, coppie tradi-zionaliste o coppie stravaganti… Siete prossimi alle nozze e avete bisogno di idee per organizza-re al meglio il giorno più atteso dell’anno? L’appuntamento è a Bergamo Sposi! La diciasset-tesima edizione della fiera de-dicata interamente agli sposi e alla cerimonia, torna anche quest’anno dal 6 all’8 febbraio.Organizzata da Ecspo srl, la ma-nifestazione, forte del succes-so dello scorso anno con più 16.000 visitatori, offrirà tre giorni ricchi di eventi confermandosi

come punto di riferimento sia per le future coppie di sposi che per il vasto pubblico.L’area espositiva, divisa in set-tori, si arricchisce con un ampio ventaglio di proposte per ren-dere il giorno del “sì” una favola indimenticabile: abiti da sposa uomo e donna, abiti da cerimo-nia, acconciature e make-up, bomboniere e partecipazioni, fiori e allestimento, foto e video, gioielli e preziosi, liste nozze, articoli regalo, musica e intrat-tenimento, ricevimento e risto-razione, servizi per gli sposi e

viaggi di nozze.Percorsi emozionali e spazi de-dicati a nuove tematiche per re-stare al passo con i tempi: una kids area, zona espositiva con le migliori proposte dedicate ai più piccoli che sempre più spesso si trovano ad accompagnare i ge-nitori all’altare; una wellness area dedicata al benessere e, novità di quest’anno, l’angolo dedica-to al matrimonio in stile shabby chic. Di gran moda, lo stile shab-by chic è caratterizzato da atmo-sfera vintage, cura nei dettagli, romanticismo e soprattutto eco-logia. Nato come stile di arreda-mento incentrato sul recupero di vecchi oggetti in tempo di crisi, il riciclo e il low cost permettono di curare eleganza e raffinatezza con un occhio di riguardo all’am-biente e al portafoglio.Non mancheranno i concorsi pensati per rendere le coppie protagoniste della manifestazio-ne, partecipando attivamente ad alcuni eventi: sfilare in passerel-la con l’abito da sposa dei sogni potrebbe diventare realtà! Le fu-ture coppie di sposi, scelte dopo vari casting, potranno concorre-re per il titolo di Miss Bergamo Sposi 2015, Miss coppia Berga-mo Sposi 2015, Miss Orogioiello e Miss Lerouge, titoli che unisco-

no in sé il concetto di eleganza e stile. Il premio andrà alla coppia o alla sposa che incarna meglio il concetto romantico di matri-monio. La passerella, con le sue prove d’abito, il trucco e le foto-grafie, rappresenta l’opportuni-tà per i futuri sposi di vivere una vera e propria anticipazione del fatidico momento del “si”. “Fortunati in amore” è il con-corso dedicato ai visitatori: 4 fortunati partecipanti avranno la possibilità di vincere fantasti-ci premi: una luna di miele, una coppia di fedi, un week end di to-tale relax alle terme e un gioiello. Si alterneranno a questi momen-ti altri in cui si potranno ammirare

sfilate con modelle professioni-ste che indosseranno abiti di nu-merosi atelier e stilisti, esibizioni acrobatiche di bartender, show cooking, consigli floreali per il matrimonio, esempi di accon-ciature e consigli per la bellezza e cura di sé.

Maddalena Palo

Mi vuoi sposare?A Berg(AMO) Spo(SI)tante idee per il giorno più romantico

Dal 6 all’8 febbraio torna Bergamo Sposi, il salone dedicato agli sposi

“Non mancheranno i concorsi pensati per rendere le coppie protagoniste della manifestazione”

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Salone dedicatoagli sposi e alla cerimonia

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Da dove cominciare a proget-tare l’evento principe nella vita di una coppia, tanto deside-rato e preparato con la cura che si addice ai momenti che contano? Cosa desiderate co-municare in un’occasione così importante? In fondo il matrimonio non è né una semplice festa né sola-mente una cerimonia, ma una gioiosa condivisione di una ve-ra e propria scelta di vita con le persone a voi più care. La da-ta, la chiesa o il comune, la lo-cation prescelta sono le prime tappe, ma il vero messaggio che darete ai vostri invitati sa-ranno il vostro stile e la vostra personalità. Le partecipazioni rappresentano il vostro bigliet-to da visita, sono l’espressio-ne dello stile che vorrete dare al matrimonio e va scelto con la giusta attenzione: non solo

forniranno le indicazioni base ai vostri invitati, ma possono rappresentare il trait d’union del vostro evento. Se rientra-te in quella categoria di per-sone che amano progettare il loro giorno speciale partendo da un sogno, avrete bisogno di progettarlo con attenzione, cura e soprattutto con lo stile che caratterizza la vostra sto-ria e quella del vostro amore. “Partecipazioni con Stile” è un brand nato a Treviglio che propone un’ampia selezione di partecipazioni esclusiva-mente “made in Italy”. «Non ci sono regole esatte da seguire nel progettare una cerimonia, - afferma la coordinatrice-. Oggi chi decide di convolare a nozze lo fa con un occhio di riguardo su tutto e noi amiamo stupire gli altri con ciò che fac-ciamo, ma soprattutto ci piace stupire noi stessi».

Ricercatezza, qualità, elegan-za, romanticismo e persona-lizzazione sono le peculiarità di questo brand che vi per-metterà di raccontare la vostra storia. La passione, l’entu-siasmo e il rigore con cui le partecipazioni nuziali sono realizzate, vanno di pari passo con un’accurata ricerca e una lunga sperimentazio-ne. Pioniere nell’am-bito della lavorazio-ne laser su carta 100% ita-liana, il sito di “Partecipazioni con Stile”, permette di visionare e acquistare i propri prodotti, elabo-rati con elevati standard di qualità ma accessibili a tutti, con l’opportunità di confrontarsi e perso-nalizzare il proprio stile, attraverso un impecca-bile coworking, una col-laborazione tra i desideri e le aspettative dei futuri sposi. Insieme è possibile decidere il proprio motivo, l’ideazione grafica, il colore della carta e ogni dettaglio come l’eventuale nastro da inserire. Molte le fantasie disponibili, dai nomi po-etici e floreali, delicate co-me le decorazioni: Almira, Anastasia, Begonia, Diana, Penelope, Sissi, Tecla rappre-sentano motivi che diventano dei veri e propri pizzi fatti di carta, farfalle tridimensionali, cuori, romantici intrecci in sti-le Liberty. “Partecipazioni con Stile” realizza inoltre i libretti messa, i menù, i segnaposto, i porta confetti e la copertina per l’album fotografico, tut-ti progettati e personalizza-ti insieme ai futuri sposi. Che abbiate scelto un matrimonio in un castello o in un pregia-to ristorante, in una villa o in un’ambientazione agreste, la partecipazione deve comuni-care il vostro stile nel giorno in cui pronuncerete il fatidico “si”. L’abito da sposa potrebbe

essere un ottimo spun-to per la scelta del motivo, sia es-so di pizzo, lineare, clas-

sico oppure moderno, ma è vero anche il contrario, cioè che potrete improntare la scelta di quest’ultimo coor-dinandolo con lo stile delle partecipazioni. Un occhio al-la sostenibilità è sempre do-veroso: oltre alla garanzia di una vera eccellenza del made in Italy, è da sottolineare che il metodo di lavorazione laser, oltre a permettere delle crea-zioni minuziose, impeccabili e fantasiose, è anche un tipo di lavorazione più green, poiché richiede un dispendio di ener-gia decisamente ridotto.Che abbiate deciso di sposar-

vi o siate prossimi a un evento, a una cerimonia, o a un’inau-gurazione, vale la pena visitare il sito www.partecipazionicon-stile.it e iniziare a progettare il sogno, sulla scia delle parole delle creatrici di questa linea: «Le nostre risorse sono la fan-tasia, la voglia di fare. Siamo sognatori, siamo affascinati dall’arte, dal teatro, dalla mu-

sica. Siamo stimolati a dare sempre il meglio in ogni situa-zione. Per noi l’arte è emozio-ne, illumina la nostra mente, ci invita a cercare sempre nuove idee per la tua partecipazione, per rendere il giorno più bello della tua vita indimenticabile fin dal primo momento».

Elena Pagani

Raffinatezza e personalità vanno a nozze

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“Motivi floreali che diventano dei veri e propri pizzi fatti di carta, farfalle tridimensionali, cuori, romantici intrecci in stile Liberty”

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Mancano ormai pochi mesi all’avvio di Expo Milano 2015 e nella vicina Brescia sono diver-se le iniziative pronte ai blocchi di partenza. L’evento di portata mondiale infatti sarà anche per Brescia una grande occasione di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale di città e provincia e delle sue eccellen-ze, quanto a produzioni, eventi e manifestazioni. Per questo, dal maggio 2013, le Istituzioni pub-bliche, le Università, vari enti, fondazioni, associazioni e orga-nizzazioni del territorio brescia-no si sono mobilitate, investendo tempo ed energie nella creazio-ne di “Sistema Brescia x Expo 2015”, un’Associazione tempo-ranea di scopo. Da allora, vi hanno aderito una sessantina di soggetti che han-no sottoscritto un protocollo d’intesa e costituito un tavolo di coordinamento, che si occupa di censire le iniziative e i proget-ti avviati o in fase di ideazione, definire il programma di attivi-tà del Sistema, monitorarne lo stato di attuazione e garantirne un’ampia diffusione. Diversi i settori coinvolti nei progetti: cer-tamente cultura, turismo, com-mercio, attività economiche e produttive, ma anche formazio-ne scolastica, ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Pro-getti sul territorio bresciano ma anche presso il Padiglione Italia; progetti per chi arriverà in occa-sione di Expo, ma anche per chi abita questi territori.

Le sei giornateNell’arco dell’intera durata dell’Esposizione Universale, all'interno del programma di eventi organizzati da Padiglione Italia, “Sistema Brescia x Expo 2015” si è riservato sei giornate per raccontare la provincia di Brescia e le sue eccellenze, di volta in volta attraverso la lente delle tematiche a cui Padiglione Italia ha scelto di dedicare ognu-no dei sei mesi dell’Esposizione: sicurezza alimentare, riqualifica-zione urbana e rurale, sostenibi-lità e biodiversità, cooperazione, conservazione e creatività, in-novazioni tecnologiche. Sei per-corsi narrativi per raccontare la bellezza del territorio bresciano, le sue tradizioni, i suoi punti di forza. L’arduo compito di cattu-rare l’essenza della storia dei no-

stri territori spetta a Paolo Dalla Sega, che sarà il direttore artisti-co di queste giornate bresciane all’Expo.

L’Albero della VitaL’Albero della Vita invece sarà in qualche modo la presenza bresciana permanente presso il Padiglione Italia, per il quale è stata scelta la metafora di "Viva-io". Trasparenza, energia, natura e tecnologia vi dialogheranno, dando vita a uno spazio di cre-scita, sviluppo e formazione. Un vivaio dove a germogliare sono progetti e talenti. L’Albero del-la Vita ne sarà il simbolo cen-trale, icona di vita generatrice, madre di tutte le cose viventi; albero che è anche nutrimento. Un’istallazione che rappresenta la Natura Primigenia dalle mol-teplici radici, come molteplici sono le tradizioni e il sapere dei territori italiani. L’Albero della Vita sarà un’icona interattiva, ispira-ta al disegno stellare di Miche-langelo Buonarroti per la piazza del Campidoglio a Roma. Sarà un albero dall’anima in acciaio rivestita in legno lamellare, alto circa 35 metri. Natura e tecno-logia vi saranno intrecciate; l’al-bero infatti sarà costantemente illuminato, produrrà suoni, giochi

di luce, colori e acqua. L’idea è del direttore artistico del Padi-glione Italia di Expo 2015, Marco Balich. L’Albero della Vita svette-rà al centro del Lake Arena dal quale avranno emanazione tutti gli eventi in programma del Pa-diglione Italia. A occuparsi del-la sua realizzazione saranno le industrie bresciane riunite nel consorzio “Orgoglio Brescia”, appositamente costituito in se-no all’Associazione Industriale Bresciana (Aib). L’impresa rap-presenterà senza dubbio una grande opportunità di visibilità e promozione delle competenze e delle capacità imprenditoriali bresciane, con un notevole po-tenziale ritorno in termini di im-magine di portata mondiale per le aziende coinvolte.

Alimentarsi-Impariamo mangiando“Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” questo, prima di tutto, il tema centrale dell’Expo, che si fa quindi anche occasione di educazione e sensibilizzazione sulle tematiche legate al cibo. A Brescia il progetto “Alimentarsi - Impariamo mangiando” traduce questo aspetto dell’Esposizione in opportunità educative. Oltre al Comune di Brescia, capofila

dell’iniziativa, numerosi sono i soggetti che contribuiscono con le proprie risorse alla sua realiz-zazione. Numerose anche le ini-ziative che il progetto propone, alcune delle quali già avviate con

l’inizio dell’anno scolastico in corso. “Alimentarsi – Impariamo mangiando” non si estinguerà con la chiusura di Expo. Le attivi-tà di educazione alimentare pro-seguiranno fino a fine dicembre

Brescia per Expo 2015Energie bresciane in fermento tra cultura, eccellenze ed educazione alimentare

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2015 e chissà, forse sarà solo il primo di tanti altri simili progetti futuri. L’iniziativa si rivolge prin-cipalmente alle scuole primarie: malattie e disturbi legati a una scorretta alimentazione e a stili di vita sedentari sono all’ordine

del giorno nelle scuole. Le iniziative di “Alimentarsi” mira-no a mettere in tavola la preven-zione, insegnando ai bambini quanto è importante scegliere gli alimenti, conoscerne la pro-venienza e la storia che li lega

alla nostra terra, ricostruirne la filiera produttiva e imparare a non sprecare, in modo che l'a-limentazione corretta diventi un piccolo bagaglio di conoscenze che i bambini possono portarsi a casa. Le diverse e numero-

se iniziative realizzate dalla rete culmineranno nella definizione di aggiornati schemi alimentari scientificamente supportati che costituiranno l'archetipo del-la nuova e aggiornata carta dei servizi e dei menù della ristora-zione scolastica e sociale citta-dina.

Il cibo nell’arte a Palazzo MartinengoDal 24 gennaio al 14 giugno le sale di Palazzo Martinengo so-no lo scenario di un viaggio alla scoperta di come l’arte ha rap-presentato il cibo nel tempo. Ol-tre 100 opere in esposizione tra tele e sculture, dalle grandi na-ture morte del ‘600, fino all’arte contemporanea di Andy Warhol, passando attraverso Baroc-co e Rococò, Romanticismo ottocentesco e Avanguardie del ‘900. La mostra è promos-sa dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo con il pa-

trocinio di Provincia, Regione Lombardia ed Expo 2015. Il cibo è il fulcro del percorso espositi-vo che si snoda attraverso dieci sezioni tematiche: l’allegoria dei cinque sensi, mercati dispense e cucine, la frutta, la verdura, pesci e crostacei, selvaggina da pelo e da penna, carne salumi e formaggi, dolci vino e liquori, tavole imbandite, il cibo nell’arte del XX secolo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

A Expo il Bollicine FranciacortaIl Consorzio Franciacorta si è aggiudicato la vittoria del-la gara d’appalto come Official Sparkling Wine dell’Esposizio-ne Universale. Così da maggio a ottobre 2015 il Bollicine Fran-ciacorta sarà il protagonista dei brindisi degli eventi ufficiali dell’Expo, ma non solo a Milano. Attività ed eventi infatti verranno organizzati anche sul territorio della Franciacorta per far cono-scere i luoghi di origine di que-sto rinomato vino, la loro storia, le loro tradizioni e le eccellenze enogastronomiche che ospita-no. Una grande occasione per promuovere un’eccellenza che già fa il giro del mondo.

Angela Garbelli

Brescia per Expo 2015Energie bresciane in fermento tra cultura, eccellenze ed educazione alimentare

“Iniziative, eventi, progetti sul territorio di Brescia e Provincia e presso il Padiglione Italia pronti ai blocchi di partenza”

MIGLIOR RAPPORTOQUALITA’/PREZZO

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Plis sta per Parco Locale di In-teresse Sovracomunale ed è proprio questa la tipologia che definisce il Parco delle Colline. Si tratta infatti di un’area natu-ralistica di 4.000 ettari che inte-ressa sei diversi Comuni della Provincia di Brescia: Bovezzo, Brescia, Cellatica, Collebeato, Rodengo Saiano e Rezzato, l’ultimo ad avervi aderito (nel 2008). La sua storia comin-cia una ventina d’anni fa, per iniziativa di un primo Comune promotore, Collebeato, che nel 1995 ne definisce una pri-ma perimetrazione all’interno dei suoi confini. Prende così avvio il processo di costituzio-ne del Parco, durato qualche anno, che culmina nel 2002 con la firma di una convenzio-ne da parte dei primi cinque comuni aderenti e con il rico-noscimento dell’istituzione Plis del Parco delle Colline da par-te della Provincia di Brescia. Un importante traguardo che ha decretato la salvaguardia dell’insieme di ambienti natu-rali che costituiscono il Parco, allontanando da queste aree lo spettro delle speculazioni edilizie. Si tratta di una risorsa di verde collinare e pedecollinare, con un’altitudine che oscilla tra i 190 e i 960 metri, in stretto dia-logo con l’area urbanizzata di Brescia e dei comuni limitrofi e che porta chiare tracce dell’in-

tervento storico dell’uomo su questi territori. Basti pensare ai terrazzamenti con muri a sec-co che hanno reso possibile la coltivazione di vigne e pian-te da frutto, ai vari santuari e chiesette sparsi sulle sommità dei colli – la Stella di Cellatica, S. Onofrio a Bovezzo – alle re-sidenze nobiliari, alle strutture difensive e di avvistamento che sono incluse nell’area del Parco. Si tratta di un patrimo-nio vasto e che, sia nella com-ponente naturalistica, che in quella antropologica, richiede un continuo lavoro di manu-tenzione e di cura, oltre a una frequentazione più diffusa da parte degli abitanti. Ecco per-ché la consulta per l’ambiente del comune di Brescia ha de-ciso di organizzare un conve-gno sul futuro del Parco delle Colline. L’avvicinarsi della sca-denza della convenzione che ne ha sancito la nascita si è presentata come occasione

ideale per fare il punto della situazione e avviare una rifles-sione sui futuri sviluppi possi-bili del Parco. Numerosi gli interventi e gli spunti nell’arco della matti-nata di sabato 17 gennaio da parte di istituzioni e associa-zioni interessate. L’assessore all’Ambiente del comune di Brescia Gianluigi Fondra, pre-sidente del Parco delle Colli-ne, ha sottolineato come sia necessario avviare una fase di ripartenza di questo importan-te parco periurbano su nuove basi, proponendo una forma di gestione più partecipata degli spazi, quale potrebbe essere la costituzione di una Fondazione di partecipazione dell’ambiente. Prendendo a prestito le sue parole, «la tu-tela migliore di uno spazio re-sta ancora la coscienza delle persone che lo frequentano». Occorre dunque che i cittadi-ni comprendano che «tutto ciò che circonda il costruito, non è ciò che avanza delle città» ma ha un suo preciso valore. L’assessore all’Urbanistica Mi-chela Tiboni ha poi rimarcato l’importanza di mantenere ri-serve di naturalità come que-sta e che esse siano collegate tra loro da raccordi naturali che evitino la saldatura delle zone edificate. Dai vari inter-venti emerge in generale la necessità di proporre un rego-

lamento di gestione che venga condiviso dai comuni aderen-ti, la possibilità di ampliare i confini del Parco includendovi altre municipalità, ma soprat-tutto la ricerca di strategie e di forze che lavorino in siner-gia alla tutela e alla valorizza-zione della biodiversità che caratterizza quei territori. Per far questo occorre spendersi perché i cittadini siano a co-noscenza del patrimonio che dimora a pochi passi da casa loro, lo frequentino e lo senta-

no proprio e non subiscano il parco come fattore limitante, ma lo accolgano come risor-sa. Presenti all’incontro anche Oscar Locatelli, presidente del Parco dei Colli di Bergamo, e il professore universitario Re-nato Ferlinghetti, membro del Consiglio di gestione del par-co. Istituito nel 1977, il Parco dei Colli è una realtà simile a quella bresciana ma con le sue peculiarità e un’esperienza maggiore maturata nel tempo. Ad accomunarle, certamente, le intenzioni: istituire, curare e mantenere un’area che torni a valorizzare e a far rivivere un patrimonio, e farlo con tenacia perché «fa molto più rumore un albero che cade di mille che crescono».

A.G.

Sabato 17 gennaio presso l’Auditorium del Museo di Scienze Naturali di Brescia convegno ampiamente partecipato

Quale futuro attendeil Parco delle Colline?

“La tutela migliore di uno spazio resta ancora la coscienza delle persone che lo frequentano”

“Un’area naturalistica di 4.000 ettari che interessa sei diversi Comuni della Provincia di Brescia: Bovezzo, Brescia, Cellatica, Collebeato, Rodengo Saiano e Rezzato”

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Pratiche di consumo e stili di vi-ta più sostenibili sono alla por-tata di ognuno di noi. Scegliere consapevolmente di farli pro-pri significa assumersi perso-nalmente e come collettività la responsabilità di un possibile cambiamento di rotta. Così, da-re una seconda vita a oggetti e abiti usati, scegliere la bicicletta per i propri spostamenti, chiede-re e spendersi perché il proprio paese o città adotti un piano di governo del territorio a consumo di suolo zero sono alcune delle idee suggerite da Spigolandia, il negozio dell’usato al numero 36 di via Mantova, a due passi dal centro storico di Brescia. Suggerimenti che passano in primo luogo attraverso l’attivi-tà stessa del negozio, gestito dalla cooperativa sociale onlus Cauto, ma anche dagli incontri di “Facciamo girare la cultura”. L’iniziativa, che già da qualche anno è tra le attività proposte da Spigolandia come giornate di scambio di libri usati, dal set-tembre scorso ha assunto una nuova veste. Si è pensato infatti di arricchire questi momenti, con la presentazione di un libro che fosse in linea con il messaggio che Spigolandia intende veico-lare: adottare buone pratiche che facciano bene all’ambiente fa star meglio anche noi e le per-sone che ci circondano. Così il 27 settembre scorso è stata la volta dell’autore Pao-lo Pinzuti e del suo libro “Salva i ciclisti. La bicicletta è politica”, mentre il 24 gennaio, una del-le salette colorate del negozio gremita di persone ha accol-to Domenico Finiguerra, con il suo saggio “8 mq al secondo. Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”. I due autori sono ac-comunati dall’essere narratori e allo stesso tempo attivi fautori e promotori di quanto racconta-no. Domenico Finiguerra è sta-to sindaco (candidato da una lista civica) dal 2002 al 2012 di Cassinetta di Lugagnano, un piccolo Comune di poco meno di 2.000 abitanti della Provincia di Milano. In quegli anni le linee programmatiche della sua lista

hanno assunto forma concreta. Cassinetta è stato il primo pae-se italiano ad adottare un piano di governo del territorio che ne blocca il consumo, lanciando un forte segnale di speranza: esiste un modello alternativo, c’è una via praticabile e già sperimentata per salvaguardare il nostro ter-ritorio dalla deturpazione. Da lì prendono avvio alcune iniziative di “resistenza al cemento”, come il movimento nazionale “Stop al Consumo di Territorio” (www.

stopalconsumoditerritorio.it) na-to nel 2009 di cui uno dei primi firmatari è stato Luca Mercalli. Il “Forum nazionale Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Terri-tori” (www.salviamoilpaesaggio.it), fondato nel 2011, ha esteso il discorso all’intero territorio na-zionale, mettendo in rete gruppi di cittadini (comunità ambientali-ste, comitati, forum etc.) e ammi-nistrazioni che si spendono per salvaguardare ciò che resta di bello del nostro Paese. “La bel-

lezza dell’Italia è il frutto di tre ba-ci: della storia, della geografia e del genio tutto italiano”, si legge nel libro di Domenico, “otto me-tri quadrati al secondo è il ritmo con cui vengono asfaltate e ce-mentificate la bellezza, la biodi-versità, l’agricoltura e la cultura del nostro paese. (…) un vero e proprio suicidio nazionale, per-ché la bellezza potrebbe esse-re il vero motore del progresso italiano”. Ma perché proteggere la terra dall’azione impermeabi-

lizzante del cemento è di così vi-tale importanza? Se l’agricoltura è la risposta che a tutti viene in mente per prima - un’agricoltura che torni a essere rispettosa del-la terra e della biodiversità locale - le ragioni sono anche altre. Cu-rare la terra riduce i rischi legati al dissesto idrogeologico che i recenti fatti di cronaca presenta-no con sempre più all’ordine del giorno: sono infatti l’abusivismo edilizio e la cementificazione i principali responsabili di questi disastri. La terra inoltre mitiga le temperature, regola il clima, assorbe CO2. Inoltre, ci fa stare bene anche psicologicamente: l’omologazione dei paesaggi, la perdita del rapporto tra campa-gna e città porta infatti a un dif-fuso “malessere urbano”.

Difesa del territorio e lavoro

Meno costruzioni non significa meno lavoro per tutti coloro che sono impiegati nel settore edile. A questa provocazione Dome-nico Finiguerra infatti risponde che di cose da fare ce ne sono, a partire dal recupero e dal re-stauro dei centri storici, dalla re-alizzazione di piani di intervento nazionali di messa in sicurezza del territorio, di abbattimento delle barriere architettoniche e di realizzazione di marciapiedi e piste ciclabili. Insomma, una riconversione ecologica dell’e-dilizia è possibile e necessaria, ma dovrà certamente passare anche attraverso una riconver-sione professionale. Urge valo-rizzare l’agricoltura, il turismo, la cultura e quindi formare persone che lo sappiano fare. E se anche “l’iniziativa economica privata è libera” (art. 41 Cost.) ciò non la legittima a essere anteposta al bene collettivo. Essa infatti “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da re-care danno alla sicurezza, alla li-bertà, alla dignità umana”, quindi l’ambiente va legittimamente tu-telato, come afferma la Costitu-zione.

Angela Garbelli

“Salvare l’Italia dall’asfaltoe dal cemento”, si può! Con Domenico Finiguerra a Spigolandiaper il secondo appuntamento di “Facciamo girare la cultura”

“Spigolandia e il nostro periodico danno appuntamento al terzo incontro di “Facciamo girare la cultura”: il 18 aprile alle 16.30 Giuseppe De Marzo presenterà «Anatomia di una rivoluzione. Giustizia, ambiente e lavoro per invertire la rotta e battere la crisi»”

Domenico Finiguerra

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La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha prorogato al 31 dicembre 2015, nella misura del 65%, la detra-zione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica de-gli edifici. Nella stessa misura è prevista anche la detrazione per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e per quelli che riguardano tutte le uni-tà immobiliari di cui si compone il singolo condominio. Dal 1° gennaio 2016 l’agevola-zione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale (del 36%) prevista per le spese relative alle ristrutturazioni edilizie. La legge di stabilità 2015 ha inoltre au-mentato dal 4 all’8% la percen-tuale della ritenuta d’acconto sui bonifici che banche e Poste han-no l’obbligo di operare all’impre-sa che effettua i lavori ed esteso l’agevolazione ad altre tipologie di interventi. In particolare, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 si può usufruire della de-trazione anche per l’acquisto e la posa in opera di schermature solari, nel limite di 60.000 euro, e impianti di climatizzazione inver-nale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combu-stibili, nel limite di 30.000 euro. Un’altra novità è stata introdot-ta dall’art. 12 del decreto sulle semplificazioni fiscali (decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175), che ha eliminato l’obbligo di inviare la comunicazione all’A-

genzia delle Entrate per i lavori che proseguono per più periodi d’imposta. Infine, altre importanti disposi-zioni intervenute negli ultimi anni sono: la modifica del numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione (dal 2011 è obbligatorio, infatti, ripartire la detrazione in dieci rate an-nuali di pari importo); l’esonero dall’obbligo di presentazione dell’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica per la sostituzione di finestre, per l’in-stallazione dei pannelli solari e per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale; l’eli-minazione dell’obbligo di indica-re separatamente il costo della manodopera nella fattura emes-sa dall’impresa che esegue i la-vori.

Le agevolazioni fiscaliper il risparmio energeticoProrogate per tutto il 2015 le detrazioni del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica ed estese le agevolazioniad altre tipologie di interventi

SAEF è una società di servizi, costituita nel 1996 a Brescia, che si occupa di consu-lenza aziendale e di coadiuvare le imprese per quanto riguarda finanza agevolata, for-mazione e sicurezza. In questa rubrica for-nirà informazioni su agevolazioni, incentivi e finanziamenti per le aziende. Accreditata

dalla Regione Lombardia come soggetto erogante formazione e orientamento (ai sen-si del D.G.R. n.6251 dell’1/10/01), SAEF rivol-ge i propri servizi a imprese, enti pubblici e professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro, etc.), offrendo il vantaggio della siner-gia virtuosa fra tre ambiti di attività: finanza,

formazione, sicurezza. Le diversificate esi-genze dei propri interlocutori hanno porta-to SAEF a strutturare un’organizzazione che consente di rispondere al meglio ai bisogni di ciascuna categoria, in un’ottica rivolta alla flessibilità e alla personalizzazione del ser-vizio.

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I dati Istat relativi ad agosto non perdonano: il numero glo-bale di senza lavoro supera i 3 milioni, ma cala del 2,6% rispetto a luglio. Tra gli under 25, però, sono in 710 mila in cerca di occupazione senza successo. Oggi più che mai Enaip Lombardia (Ente Acli Istruzione Professionale), nata nel 1951 e dall'inizio degli anni Settanta attiva nel campo del-la formazione in collaborazio-ne con la Regione e il Ministero del Lavoro, appare un’oasi di risorse in mezzo a un deserto di rifiuti. Nei tanti corsi offerti da Enaip Lombardia, vi sono i ragazzi iscritti al programma nazionale di inserimento nel mondo del lavoro Garanzia Giovani; c'è chi appartiene alla categoria definita dalla Legge 8, minori sottoposti a restri-zione di libertà, e Legge 13, le cosiddette categorie protette. L'offerta formativa del corso è rivolta anche a persone in cassa integrazione, in mobili-tà e disoccupazione che, gra-zie alla Dote Unica Lavoro, un programma che fa parte delle politiche attive del lavoro della Regione, hanno la possibilità di frequentare corsi per il riav-vicinamento al mercato del la-voro. Enaip infatti non si limita

a fare formazione, ma accom-pagna i corsisti nel loro percor-so di reinserimento, attraverso scouting aziendale e proposte di tirocini, sia per persone di-soccupate, sia per i giovani che hanno difficoltà a entrare per la prima volta nel mondo lavorativo.«Il corso - spiega la direttrice dell'istituto di formazione Gi-

gliola Pezzotta - non serve so-lo a riaggiornare e sviluppare competenze lavorative per ri-uscire a essere nuovamente impiegati. Vedere la propria vita e i rapporti lavorativi in-terrompersi da un giorno con l'altro, dopo anni di esperien-za, ha un effetto negativo sulla propria autostima e sulla per-cezione che una persona ha di se stessa in rapporto al mon-do del lavoro. Enaip punta alla ricostruzione della fiducia dei corsisti, per permettergli di af-frontare la ricerca di un nuovo lavoro con un'attitudine positi-va, oltre che con rinnovate ca-pacità professionali».Uno dei corsi offerti dal cata-logo Enaip Lombardia è “Co-municazione e tecniche di vendita”, tenuto dalla psicolo-ga del lavoro Erika Frezzato, consulente aziendale nell'am-bito delle risorse umane, con una lunga esperienza nell'am-bito dell'insegnamento nello “sviluppo ed empowerment” delle persone. Il suo corso dura 40 ore e si basa sulla co-

municazione, declinata nella forma del marketing azienda-le e in quella relazionale tra lavoratori, con conseguente lavoro sulle proprie emozioni e sul proprio carattere. Questa indispensabile consapevolez-za appare sempre più neces-saria per fare in modo che la persona ritorni nel mercato del lavoro sapendo affrontare le dinamiche interpersonali che lo circonderanno.Il lavoro dell'Enaip ha avuto ottimi risultati sia sui giovani, sia su persone adulte, anche

inserite in processi di ricon-versione professionale, tema caro alla direttrice Pezzotta. Nei corsi Enaip si fa un lavoro approfondito, mirato e specifi-co su ogni corsista, così che questo possa ottenere gli stru-menti più adatti al lavoro che ha intenzione di svolgere e, fat-tore ugualmente importante, ritorni a essere forte, autono-mo e con un senso di ritrovata fiducia in sé e nelle prospetti-ve future. Il corso “Comunica-zione e tecniche di vendita” è utile anche per l'insegnamen-to di un atteggiamento indi-spensabile per ricominciare nel mondo del lavoro: la voglia di rimettersi in gioco, senza ri-manere fossilizzati nel passato e nelle posizioni che si rico-privano in precedenza. In una situazione economica come questa è fondamentale riadat-tarsi e rimotivarsi e tante volte bastano pochi consigli per ri-mettersi in pista con lo spirito e la riqualificazione giusta.

Chiara Migliori

L'offerta formativa dei corsi di Enaip Lombardia aiuta a riaggiornare le competenze e ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità

Per trovare lavoro servono rinnovate capacità professionali e attitudine positiva

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La perdurante situazione eco-nomica negativa tocca anche l’agricoltura italiana in quasi tut-ti i suoi comparti e impone una riflessione: le colture agricole “tradizionali” assolvono al loro ruolo di dare la giusta redditività economica alle nostre aziende agricole? Gli scenari economici attuali e futuri non sono, infatti, confortanti. Anzi! Un esempio su tutti è il prezzo in caduta libera del latte alla stalla. Perché non pensare allora di ini-ziare un processo di diversifica-zione aziendale? Non è arrivato il momento di non continuare a rimandare delle scelte, andando ad esplorare delle coltivazioni “nuove”? Molti imprenditori agri-coli locali e privati investitori han-no già iniziato a diversificare le proprie colture agricole con su-cesso. Una delle più promettenti colture “alternative” è costituita dalla coltivazione del Bambù Gi-gante OnlyMoso, proposta dalla Società Consorzio Bambù Ita-lia di Cattolica. Coltivato in tut-to il mondo e presente da anni anche in Italia, è una specie ru-stica che ben si adatta al clima temperato della nostra Penisola e può raggiungere 15-20 metri

d’altezza con un diametro di 15 cm, sopportando temperature fino a 25° C sotto lo zero.La proposta rivoluzionaria e in-novativa di Onlymoso consiste nel fatto di “trasformare“ il con-cetto di coltivazione hobbystica presente in qualche piccola re-altà agricola italiana e in diversi Giardini Botanici, in un proget-to su larga scala. Il Consorzio Bambù Italia, sta organizzando

la Filiera Agroindustriale, total-mente Made in Italy, del Bambù Gigante OnlyMoso. Le prospet-tive di mercato sono molto in-teressanti, se pensiamo che le applicazioni industriali e alimen-tari del Bambù sono circa 1.500. Con la coltivazione del Bambù OnlyMoso si può essere, con-temporaneamente, nelle filiere dell’agroalimentare, della car-ta, del tessile, dell’edilizia, del-

le biomasse, dell’artigianato. Il Consorzio Bambù Italia, che attualmente si sta occupando della gestione e consulenza sui nuovi Bambuseti, si occuperà anche e soprattutto del ritiro di tutti i prodotti e della loro alloca-zione presso le più remunerative filiere italiane ed estere. La col-tivazione di un ettaro di Bambù (che è la superficie minima ri-chiesta per avviare un impian-

to) può generare, a Bambuseto maturo, ricavi stimabili in circa 40-50 mila euro per ettaro all’an-no. Dal punto di vista tecnico, la coltivazione del Bambù Gigante Moso non richiede né diserbanti né trattamenti antiparassitari. È infatti una specie vegetale molto rustica e che auto produce so-stanze antimicotiche naturali. La sua coltivazione presenta altri vantaggi: richiede apporti idrici limitati, costituisce un polmone sempreverde in grado di cattu-rare nitrati nel suolo e tantissima CO2 dall’aria, contribuisce alla biodiversità, al turismo rurale e crea nuova occupazione.Grazie a tutti questi vantaggi, ecco allora che anche tra i nostri imprenditori agricoli locali e pri-vati investitori, si è concretizzato il progetto della coltivazione del Bambù Gigante. I primi impianti a Bergamo, Brescia e Cremona sono ormai una realtà, a cui se ne aggiungeranno altre a marzo di quest’anno. In tutta Italia, al momento, sono stati impiantati circa 700 ettari, con ottime pre-visioni di soddisfare le numerose richieste di agricoltori che quoti-dianamente chiedono di avviare il proprio bambuseto.

La coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso è realtà anche in LombardiaMessi a dimora i primi bambuseti nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona

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Il 12 dicembre 2014, presso il Point, Polo per l'Innovazione Tecnologica di Dalmine, si è te-nuta la conferenza stampa che ha presentato i risultati dell'attivi-tà annuale dell'Incubatore d'Im-presa e il bando di selezione per il 2015. Incubatore d'Impresa è un pro-getto finanziato dalla Camera di Commercio e attuato grazie a Bergamo Sviluppo, che ogni anno dal 2001 seleziona proget-ti di impresa che ritiene abbiano del potenziale. Ai loro ideatori è fornita una serie di servizi forma-tivi e informativi, seminari, con-sulenza e spazi attrezzati per il loro lavoro, per fare sì che le start up possano iniziare un percorso autonomo e diventare vere e proprie imprese. In particolare, i temi della consu-lenza riservata ai nuovi impren-ditori sono di natura giuridica ed economico-finanziaria, mar-keting, contrattualistica, ricer-che di mercato e certificazione di prodotto. Anche l'ambiente del Point è funzionale all'avvio di nuove imprese, in quanto ci

si trova a collaborare sia con realtà già affermate del mondo imprenditoriale, sia con le altre persone che hanno un progetto nell'Incubatore.In 13 anni l'Incubatore ha aiutato

e permesso l'avvio di 91 impre-se, soprattutto negli ambiti di in-formatica, grafica e web, servizi alle imprese, consulenza e ricer-ca, turismo e green economy. Nel 2014 sono state 19 le impre-

se che hanno fatto parte dell'In-cubatore; tra queste “Fermo! Point”, vincitore del Premio Na-zionale per l'Innovazione cate-goria ICT 2014, “Groen Akkedis”, che propone soluzioni tecnolo-

giche per il risparmio energetico, “Irotee”, per lo sviluppo di nuovi prodotti di design, “Laboratori SI!”, e tutta una serie di nuove imprese altamente innovative in molti ambiti diversi, dalle deco-razioni per feste all'uso dei droni. Come sottolineato dai proprie-tari di due imprese che hanno usufruito dei servizi messi a di-sposizione dal Point, l'Incubato-re ha costituito la differenza tra l'avviamento e la cancellazione dei loro progetti d'impresa. Nel 2015, accanto al terziario, trove-rà spazio nell'Incubatore il setto-re manifatturiero, per cui sono stati creati nuovi spazi produttivi all'interno della struttura.

Chiara Migliori

Il Point ha fatto il punto sull’attività annualee lanciato il nuovo bando di selezione 2015

A Dalmine l’incubatore d’impresa che sostiene le idee

“In 13 anni l'Incubatore ha aiutato e permesso l'avvio di 91 imprese. Nel 2014 sono state 19 le imprese che hanno fatto parte dell'incubatore”

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L’Associazione dei comuni per l’Agenda21 comprendente Iso-la bergamasca, Dalmine e Zin-gonia, sabato 20 dicembre, ha consegnato ai comuni di Botta-nuco e Suisio un Porter elettri-co che va a sostituire un mezzo endotermico per ogni comune, attualmente utilizzato dai dipen-denti comunali. Partita nel 2014, l’iniziativa si protrarrà per un paio d’anni, con lo scopo di conse-gnare a ogni comune socio inte-ressato un automezzo elettrico, in cambio della dismissione di un analogo mezzo a benzina o gasolio oggi in uso. I mezzi consegnati ai comuni so-no vetture ricondizionate e la loro sostituzione offre la possibilità in futuro di riconvertire in elettrico lo stesso mezzo individuato dal comune per la sostituzione. Tut-to questo con lo scopo di ridurre il peso ambientale dell’ente pub-blico (meno emissioni in atmo-sfera, meno rumore nei paesi) e ammortizzare i costi di gestione della mobilità pubblica, azzeran-do quasi completamente i costi del carburante e delle manuten-zioni. Un progetto che si pone

come modello virtuoso anche per la cittadinanza: l’Associazio-ne dei comuni si è posta l’obiet-tivo di stimolare una riflessione rivolta ai cittadini sulla possibilità di scegliere mezzi di trasporto elettrici, sia per il lavoro sia per il tempo libero. In questo da alcuni mesi i comuni hanno avuto nuo-vi “alleati”, come ad esempio gli operai comunali che useranno il furgone elettrico e che potranno testimoniare le ottime perfor-mance del veicolo. Partner dell’i-niziativa è il gruppo Exide, con sede a Romano di Lombardia, produttore primario di sistemi di accumulo dell’energia. L’azien-da garantisce all’Associazione la verifica e la ri-equilibratura delle

batterie di prima dotazione, oltre a offrire ai comuni la possibilità di riscattare le vetture a prezzi vantaggiosi. Operatore selezio-nato dal Point21 per la fornitura dei mezzi elettrici è GBcars di Paderno d’Adda, che affianca l’Associazione anche in attivi-tà di promozione della mobilità elettrica. Riconosciuta come pratica virtuosa anche da Legam-biente Lombardia, l’iniziativa porta avanti il progetto “mobi-lità a ridotte emissioni” curato da Point21, che ha visto prima l’avvio di una rete di punti di no-leggio delle bici elettriche, in col-laborazione con Tecnosystem, poi il posizionamento su suolo pubblico delle prime colonnine di ricarica per auto e moto elet-triche, con l’operatore Evbility selezionato dal Point21. Questa prima rete di punti di ricarica su suolo pubblico della provincia di Bergamo, entro i primi mesi del 2015 andranno a crescere, un ulteriore motivo per scegliere di muoversi “green”.

Clarissa Nigris

Auto elettriche per l’Associazione dei comuni di Agenda21Consegnato un Porter elettricoai comuni di Bottanuco e Suisio

“L’Associazione si è posta l’obiettivo di stimolare una riflessione rivolta ai cittadini sulla possibilità di scegliere mezzi di trasporto elettrici, sia per il lavoro sia per il tempo libero”

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Madrid, Paseo del Prado n 26. Lungo il boulevard più famoso della capitale spagnola, si trova la sede del Caixa Forum, uno dei musei più visitati della città e centro culturale di arte moderna e non. Impossibile non notarlo, essendo ricoperto da uno dei più meravigliosi e maestosi giar-dini verticali del mondo: 460 me-tri quadrati di superficie rivestita da piante, fiori ed erbe di 250 specie diverse. Questa realizzazione artistica-naturale si basa su un nuovo mo-do di far crescere le piante senza terreno. Le loro radici affondano in una struttura modulare com-posta da tre elementi: pannello di PVC, strato di feltro e cornice metallica; acqua e fertilizzanti vengono forniti capillarmente. Potendo raggiungere altezze elevate, è possibile installare il giardino su qualsiasi parete.

Può essere impiantato sia in-ternamente sia esternamente con qualsiasi condizione clima-tica: per le localizzazioni interne è però necessaria la creazione di un'illuminazione artificiale. Questi nuovi giardini vengono concepiti sia come vere opere d'arte per la loro bellezza, per la

loro cura e per la scelta del co-lore della vegetazione usata, sia per creare l’isolamento termi-co, come una “seconda pelle” dell'edificio. Questi nuovi “Murs Vegetals” sono il frutto dell’in-gegno di architetti e designer di fama internazionale. Il papà del primo giardino sospeso è stato

Patrick Blanc, botanico parigino classe 1953, laureato in Scienze all'Università Pierre et Marie Cu-rie di Parigi che sfoggia meches color verde vegetale tra i suoi capelli biondi. La sua attività è iniziata nel lontano 1994, anno in cui presentò la sua invenzio-ne al Festival International des jardins di Chaumont-sur-Loire. Fu subito chiamato a realizzare il muro vegetale del Parc Floral del Bois de Vincennes, ancora oggi un simbolo di Parigi. Da allora le sue creazioni verticali ricoprono non solo i muri dei parchi ma an-che di edifici, non solo a Parigi ma in tutto il mondo. Numerose le realizzazioni di muri verticali che portano la sua firma: oltre al Caixa di Madrid, anche il Mu-seo Quai Branly, il Parc Floreal e la Pershing Hall di Parigi, L'Em-porio Armani e il Byblos Hotel a Saint Tropez. Il suo verde impre-ziosisce anche gli interni di alber-ghi, ristoranti ed eleganti negozi da Shangai a Los Angeles. Un segno tangibile di come le città

stiano cambiando volto e con esse il loro sguardo sul mondo. Un giardino sospeso con bota-nici che lavorano a 20 metri di altezza, impegnati a tagliuzzare erbe e fiori, era qualcosa di inim-

maginabile fino a qualche de-cennio fa. Un segno intangibile di quanto la bellezza possa far fiorire il mondo.

Clarissa Nigris

A Madrid uno dei più incantevoli orti botanici del mondo

Le città cambianoe i giardini diventano verticali

“Questi nuovi giardini vengono concepiti sia come vere opere d'arte sia per creare l’isolamento termico”

Patrick Blanc

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L’ultima invenzione? Una botti-glia di plastica non solo biode-gradabile, ma il cui packaging è addirittura commestibile. La bottiglia è il risultato di una mi-scela di alghe brune e cloruro di calcio, che può facilmente sostituire le bottiglie d’acqua di

plastica che sono in commer-cio. L’obiettivo di questa in-venzione è quello di eliminare uno dei materiali più inquinanti e più utilizzato al mondo, cioè la plastica. Diversi sono stati nel corso degli anni i tentativi di eliminare questa sostanza dannosa ma assai utilizzata nella nostra vita quotidiana, come il riciclo delle bottiglie di plastica o l’utilizzo dell’ac-qua corrente invece di quella confezionata, in modo tale da conservare l’acqua in bottiglie di vetro che possono essere tranquillamente riutilizzate nu-merose volte. Diffondere que-sta buona pratica sostenibile, purtroppo, non è una cosa semplice. La pubblicità e la società dei consumi di massa, infatti, in-

vogliano le persone ad ac-quistare acqua e prodotti già imbottigliati e confezionati. Con la bottiglia biodegradabi-le, invece, si potrebbe liberare l’intero pianeta da questo ma-teriale inquinante. L’invenzione è dovuta a un team di giovani designer e ricercatori londine-si che hanno creato una mem-brana gelatinosa denominata “Ooho”, commestibile e biode-gradabile oltre al fatto di esse-re in grado di contenere liquidi. Dispone infatti di una struttu-ra molecolare capace di con-tenere ed evitare fuoriuscite d’acqua. Rodrigo Garcia Gon-zales, Pierre Paslier e Guillau-me Couche sono i tre giovani autori dell’invenzione. Anche se la bottiglia biodegradabile è ancora in fase di migliora-mento, Ooho ha vinto il premio

Lexus Design Award 2014, la manifestazione che offre la possibilità ai giovani inventori di esibire le proprie invenzioni, le quali vengono sottoposte a un attento esame da parte di professionisti nel settore del design di fama mondiale.

D.P.

Gli ingredienti? Una miscela di alghe brune e cloruro di calcio

“Ooho”, la bottiglia d’acqua diventa commestibile

“L’obiettivo di questa invenzione è quello di eliminare uno dei materiali più inquinanti e più utilizzato al mondo, la plastica”

“L’invenzione è dovuta a un team di giovani designer e ricercatori londinesi che hanno creato una membrana gelatinosa denominata «Ooho», commestibile e biodegradabile”

Un’innovativa scoperta potreb-be ridurre drasticamente i danni ambientali causati dall’invasio-ne della plastica: recenti studi condotti dall’Illinios Sustainable Technology Center comunicano che le buste di plastica possono essere riutilizzate e trasformate in diesel. La tecnica per ottene-re il combustibile messa a punto dagli americani avviene grazie al

processo chimico della pirolisi. In pratica si assiste a un processo di decomposizione termochimi-ca di materiali organici, ottenuta mediante l’applicazione di calore e in assenza di ossigeno. In que-sto modo ben l’80% del petrolio di cui sono composti i sacchetti di plastica può essere recupera-to e riutilizzato come carburante mediante la procedura della di-stillazione. Oltre al diesel, tramite questo processo, si possono ottenere anche gas naturale, nafta, ben-zina, cere e lubrificanti. Questa modalità di riutilizzare i sacchet-ti di plastica comporterebbe numerosi altri vantaggi: innan-zitutto si diminuirebbe l’inqui-namento nel mare e nei fiumi, visto che molti sacchetti spesso finiscono nelle discariche o nei corsi d’acqua, causando danni oltre che all’ambiente anche agli animali. Si stima inoltre che più di

500 milioni di sacchetti di plasti-ca vengano utilizzati ogni anno in tutto il mondo e che solo il 13 % di questi venga poi effettivamen-

te riciclato, mentre il resto finisce in discarica. Il riutilizzo delle bu-ste di plastica potrebbe essere una valida soluzione per ridurre il numero di quelle presenti sul nostro pianeta: infatti, anche se in alcune grandi città ne è stato vietato l’utilizzo, non si è ancora riusciti a gestirne la diffusione a livello mondiale. Dagli studi con-dotti fino a ora è inoltre emerso che il carburante ottenuto dal ri-ciclaggio dei sacchetti funzione egregiamente.

Daniela Picciolo

Con un processo chimico è possibile ottenere carburante dai sacchetti di plastica

Buste di plasticacome nuovo combustibile

“Ben l’80% del petrolio di cui sono composti i sacchetti di plastica può essere recuperato per riutilizzarlo come carburante mediante la procedura della distillazione”

“Si stima che più di 500 milioni di sacchetti di plastica vengano utilizzati ogni anno in tutto il mondo e che solo il 13 % di questi venga poi effettivamente riciclato”

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Sulla scia del successo della “Settimana del Baratto”, che si svolge ogni novembre, andare in vacanza a costo zero è oggi possibile tutto l’anno. Il sito ba-rattobb.it aggrega infatti oltre ottocento B&B d’Italia disposti a barattare soggiorni durante tutto l’anno, al di fuori dell’ini-ziativa organizzata dal portale bed-and-breakfast.it che da an-ni permette a migliaia di persone di viaggiare in tutta Italia pernot-tando in Bed&Breakfast gratis. Aderirvi è molto semplice: ba-sta andare sul sito barattobb.it e proporre ciò che si vuole barat-tare ai B&B di una destinazione prescelta, oppure si può inserire un annuncio nella sezione del sito “proposte dei viaggiatori” e attendere la risposta di qual-che struttura interessata, o an-cora inserire un annuncio nella bacheca della pagina facebook dedicata all’evento. È sempre consigliabile, prima di proporre un baratto, dare un’occhiata alla “Lista dei desideri” dei B&B, ov-vero a ciò che i proprietari delle strutture chiedono ai loro ospiti. I desideri sono numerosi e molto

vari: c’è chi chiede ai suoi ospi-ti abilità artistiche per abbellire la propria struttura con quadri o fotografie; c’è chi necessita di abilità manuali per dipingere per esempio il cancello di casa; c’è chi chiede beni per passio-ni personali come fumetti o libri antichi e chi per offrire servizi in più nel B&B, come ad esempio delle bici per il “bike sharing”. Alla settimana del baratto pos-sono partecipare tutti, basta ac-cordarsi con la struttura scelta in merito al baratto e al numero di notti in cui pernottare. Nei momenti di difficoltà eco-nomica è molto diffusa la ten-denza a tagliare ciò che si crede superfluo, come una vacanza. Ma se al benessere psicofisico che questa porta non si vuole rinunciare, ecco che l’iniziativa di barattare un soggiorno con la propria professionalità può essere la soluzione giusta. La vacanza diventa così una con-divisione di conoscenze e uno scambio di esperienze. Un ritor-no alle origini dell’ospitalità.

L.L.

Il nuovo sito barattobb.it promuove ferie a costo zero per tutto l’anno

In vacanza con il baratto

La Comunità Europea co-finan-zia dal 2009 la settimana eu-ropea per la riduzione dei rifiuti (SERR), un’iniziativa che coinvol-ge enti pubblici, imprese e priva-ti. In 7 giorni (nel 2014 si è svolta dal 22 al 30 novembre) i parteci-panti al progetto si impegnano a svolgere azioni ecosostenibili, in linea con la tematica prescelta; la scorsa edizione ad esempio, anche in previsione dei temi ca-ri a Expo 2015, si è focalizzata contro lo spreco alimentare.La SERR negli anni si è svilup-pata e perfezionata e a oggi si articola in diverse iniziative, quali le giornate tematiche di preven-zione, il progetto “Let’s clean up Europe!”, un nuovo metodo di comunicazione e le azioni co-muni che un singolo cittadino decide di organizzare con più persone come flashmob, confe-renze, workshop. Di impatto internazionale il pro-getto “Let’s clean up Europe!”, una giornata dedicata alla puli-zia dell’ambiente condivisa a li-vello europeo. L’appuntamento per il 2015 è previsto dall’8 al 10 maggio. Organizzati in gruppi di

lavoro, i cittadini prendono parte a una iniziativa che sensibilizza sul problema dell’abbandono dei rifiuti ma permette anche di trascorrere una giornata cono-scendo persone, confrontan-dosi e lavorando per un unico obiettivo.Tutte le azioni hanno lo scopo, una volta concluse, di misurare il risparmio sui rifiuti. Il metodo di comunicazione usato dalla SERR per promuoversi, oltre ai classici poster, brochure e stri-scioni, sfrutta il web e punta sull’innovazione: campagne fa-cebook, twitter, giochi online e persino fumetti elettronici.Altro aspetto fondamentale del-la SERR sono le giornate tema-tiche di prevenzione. Nel 2014

si è trattato di dire “no allo spre-co alimentare”; il 2013 invece è stato l’anno del “riutilizzo”. Le tematiche del 2015 e 2016 non sono ancora certe, ma si pensa possano essere rispettivamente “Dematerializzazione, un giorno senza acquisti” e “Prevenzione dei rifiuti pericolosi”. Le gior-nate di prevenzione seguono i principi delle 3R: Riduci, Riusa, Ricicla. Sulla scia dello slogan “il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”, la riduzione dei rifiuti rappresenta una priorità. A seguire è importante il riutilizzo, quindi per esempio aggiustare un prodotto che si è rotto anzi-ché gettarlo. Infine il riciclo per far sì che i rifiuti divengano nuovi prodotti, materiali o sostanze.La settimana europea per la ri-duzione dei rifiuti, anche nel 2014 ha riscosso molto successo con le sue 12.000 azioni attuate in 28 Paesi. L’Italia ha aderito all’i-niziativa con 5.643 azioni, circa 250 in più rispetto al 2013, dimo-strando una crescente sensibili-tà alla tematica ambientale.

Laura Landi

Giornate tematiche di prevenzione“Let’s clean up Europe!” e azioni comuniper prendersi cura dell’ambiente

L’Italia e Europa contro l’abbandono dei rifiuti

“La settimana europea per la riduzione dei rifiuti, anche nel 2014 ha riscosso molto successo con le sue 12.000 azioni attuate in 28 Paesi”

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In Russia persino Napoleone ebbe la peggio contro le trup-pe gelate del Generale Inverno. Ora, anche se le temperature non sono state molto basse, l’in-verno è arrivato anche da noi ed è una delle ragioni che ogni anno fanno appendere la bicicletta al classico chiodo o attaccarla ai rulli per l’allenamento in casa.Eppure, alibi a parte, qui da noi non è affatto impossibile uscire con l’amata due ruote anche nei mesi più freddi. Basti pensare che in Austria come in Germa-nia, in Belgio e nella rigida New York si continua a pedalare con ogni tempo. Quindi in Italia, dove il clima è favorevole e mite prati-camente tutto l’anno, si può fare. Non con le infradito e la canotta ovviamente. Basta qualche con-siderazione e qualche accorgi-mento nell’abbigliamento. Da dire subito che in bicicletta non si ha freddo se non lungo i primi metri del proprio percorso. È l’esercizio stesso del pedalare che, generando energia, riscal-da tutto il corpo; è quindi prati-camente impossibile registrare casi di congelamento tra ciclisti. Ovviamente bisogna vestirsi in modo adeguato. Anni fa si se-guiva la regola, sempre valida, di vestirsi, specie se si pedala

in città, “a cipolla”, senza dover ricorrere a un abbigliamento tecnico per la bici. Basta met-tere più strati uno sopra l’altro da poter aggiungere o togliere a seconda della necessità. Un paio di guanti e una cuffia più o meno spessi proteggeran-no le parti più esposte e meno in movimento e il gioco è fatto. Piove? Si trovano in commercio delle ottime mantelline, giubbini e pantaloni impermeabili per tutti i portafogli. Chi usa la bicicletta fuoriporta e magari si arrampica per irti colli invece sa, o dovrebbe sapere, che il vestirsi a strati in questo caso lascia spazio a materiali più sofisticati, leggeri, caldi ma traspiranti che consentono per-formances di assoluto rispet-to. Anzi, per molti pedalare con temperature basse rende persi-no più reattivi. Semmai, se esi-ste un limite nei mesi invernali, questo è rappresentato da un numero di ore di luce inferiore rispetto al resto dell’anno. Per ovviare a questo problema, il mercato offre un’ampia scelta, tra bande riflettenti da indossare o da mettere alle caviglie (il mo-vimento ritmico della pedalata aumenta la visibilità) e luci LED leggere ed efficaci, che consen-tono di vedere, ma soprattutto di farsi vedere. Il Generale Inverno sarà anche temibile ma oggi non giriamo più con le scarpe di cartone e può essere tenuto a bada. Può inti-midire, sì, ma per questo si de-vono fare i conti con la propria forza di volontà; e i ciclisti, in ge-nere, l’hanno ferrea.

Giuseppe Cadeddu

Sul finire del 2014 l’ECF (Euro-pean Cyclists’ Federation) ha pubblicato un documento con una stima dei fondi che saran-no destinati dall’Unione Europea alla ciclabilità per gli anni 2015-2020. Il primo vertice sul tema si è tenuto a Bruxelles nel no-vembre del 2012 e l’obiettivo di-chiarato dell’ECF è sempre stato quello di ottenere 6 miliardi di euro, il 10% del totale destinato ai trasporti, anche se stime più realistiche parlavano da subito di 1,025 miliardi. Il 10% non è una soglia buttata a caso, ma segue il principio di assegnare fondi a ciascuna modalità di trasporto proporzionalmente al numero abituale di utilizzatori. Nei sei anni scorsi l’ECF ha cal-colato che il 7% dei cittadini eu-ropei usa la bici abitualmente, ponendo l’obiettivo di portare questa soglia al 15% nel pros-simo quinquennio. A dispetto di questa logica, nel periodo 2007-2013 i fondi per la ciclabilità sbloccati dall’UE sono ammon-tati a 600 milioni di euro, solo lo 0,7% dei 993 miliardi comples-sivi stanziati. Va detto che nella maggior parte dei casi i fondi as-segnati a progetti legati alla ci-clabilità coprono solo una parte delle spese, in pratica sono ad-dizionali ad altri soldi già stanziati da governi e amministrazioni lo-

cali: ecco perché si dice che l’I-talia non li sfrutti abbastanza. Le stime ufficializzate dall’ECF per il 2015-2020 parlano di 1,3 miliar-di di euro di fondi “espliciti” da sbloccare, a cui si aggiungereb-bero circa 700 milioni tra “impli-citi” e “indiretti”, per un totale di 2 miliardi di euro, il doppio del mi-liardo stimato, ma ancora lonta-no dai 6 auspicati e, soprattutto, ancora meno del periodo 2007-2013 in rapporto al budget tota-le. Per fondi espliciti si intendono quelli destinati alla realizzazione di piste e infrastrutture ciclabili e al settore bici e accessori, men-tre gli impliciti comprendono in-terventi più generali in favore di forme di mobilità sostenibile e alternativa a quella motorizzata. Quasi il 90% di questa somma dovrebbe confluire nelle cas-se dei singoli stati per finanzia-re progetti regionali e nazionali, mentre il restante 10% sarà de-stinato a programmi “Europe-an-level” (si veda Eurovelo), a programmi transnazionali e ai cosiddetti piani di coopera-zione transfrontaliera (come la pista ciclabile Emilia Romagna-Slovenia). In Italia la FIAB (Fe-derazione Italiana Amici della Bicicletta) è l’organizzazione af-filiata a ECF che dovrebbe gio-care un ruolo importante nella gestione di questi soldi, affian-

cando associazioni, movimenti e amministrazioni locali per in-dicare le priorità per la mobilità ciclistica italiana. I fondi in ballo per la Federazione riguardano soprattutto la realizzazione del progetto di rete cicloturistica nazionale Bicitalia, mentre per interventi che incidono diretta-mente sulla ciclabilità, l’ultima parola spetterà alle amministra-zioni; nel frattempo, associazioni e movimenti hanno già suggeri-to, durante gli Stati Generali del-la Bici, un prontuario di azioni minime a costi contenuti, tra cui la diffusione delle zone 30 nei centri urbani. I prossimi obiet-tivi dell’ECF sono di controllare che i fondi destinati ai singoli pa-esi siano effettivamente spesi e che portino i risultati attesi, inte-grando progetti ciclistici e non, in particolare quelli strategici per l’intermodalità. Le priorità dell’ECF sono la con-clusione del progetto di rete ci-cloturistica europea Eurovelo e un riassetto dell’industria del settore bici e accessori. Inoltre l’ECF ha ricordato che lo svilup-po previsto per la ciclabilità in Europa potrebbe generare mi-gliaia di nuovi posti di lavoro e un ritorno economico pari a 5 volte l’investimento iniziale.

Alessandro Micozzi

Cicloturismo e ciclismo urbanoInformazioni, suggerimenti e curiosità

Fare della bicicletta uno stile di vita con News da Bikeitalia.it

Vincere la battaglia contro il Generale Inverno

I fondi europei per la ciclabilità

“Andare in bicicletta in inverno? Qualche trucco per non smettere di pedalare nemmeno durante le giornate più fredde”

Referenze indiretteReferenze impliciteReferenze esplicite

“Quanti soldi stanzierà l’Unione Europea per la ciclabilità negli anni 2015-2020? Quali paesi otterranno più finanziamenti?”

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Sulla strage di Charlie Hebdo e gli eventi dei giorni successivi al 7 gennaio è già stato detto molto, quindi il rischio di impantanarsi nella retorica dello slogan è alto. Il tema complesso e sfaccetta-to, ha implicazioni che trascen-dono i fatti e sollevano problemi per cui è difficile trovare una so-luzione. Riflettere e discuterne, però, è il primo passo per una comprensione più ampia. L’at-tacco terroristico alla redazione del settimanale satirico francese non è stato un gesto di folle vio-lenza, ma un attentato meditato ai diritti e ai valori di libertà delle democrazie occidentali.Il terrorismo islamico, come qualsiasi fanatismo integralista, colpisce proprio lì, al cuore, vo-lendo sradicare ciò che la no-stra civiltà ha lottato per avere e contro cui i fondamentalisti sca-tenano tutta la propria rabbia indignata. La libertà di critica, il

ridicolo, il dissacrante vanificano il terrore imposto dal dispotismo più di qualsiasi arma; la risata è insopportabile a chi predica l’ob-bedienza assoluta e la censura inappellabile, facendosi mar-tire della volontà intransigente di estirpare tutto ciò che non è dogmatico, non è imposto.Il Financial Times e in parte an-che il New York Times hanno criticato le vignette apparse su Charlie Hebdo, accusando il giornale di spregiudicatezza; bi-sogna stare attenti a giocare col fuoco. Ora, è vero, le vignette di Charlie Hebdo sono spesso dissacranti e crudeli, al limite del rispetto e del buon gusto; pos-sono offendere e far arrabbia-re, ma è giusto che ci siano. Nei giorni successivi ai fatti di Parigi, tra la retorica mediatica dei vari “je suis Charlie” una vignetta re-citava le parole di Voltaire: “Non condivido ciò che dici, ma lot-

terò sempre affinché tu possa continuare a dirlo”.La libertà d’espressione non è negoziabile. È un valore impre-scindibile per noi figli inconsa-pevoli dell’Illuminismo, è parte integrante di ciò che siamo; il venir meno di questo principio apre la porta ai regimi del terro-re, la nostra storia recente non deve smettere di ricordarcelo. Il terrorismo però è una tecnica

di guerra, non la causa di tutti i mali. Non si tratta di un’idea, ma di un’arma che fa leva sul panico per produrre isterismo di massa e reazioni intolleranti nel tolleran-te Occidente. Ma allora qual è la causa, l’ideologia che sta dietro?Facile avere la risposta pronta: l’islam. Ecco che si staglia im-ponente il nemico numero uno, quello che tutti odiano e temo-no perché vuole conquistarci,

vuole sottometterci tutti come fa con le sue donne. “Loro” sono già tra noi, dovevamo pensarci prima di lasciar approdare quei barconi sulle nostre sponde, ora non ci resta che diffidare, chiu-derci nelle nostre piccole case e guardare il vicino dall’occhiello del sospetto. “Guerra delle civiltà” è il grande slogan tornato in voga tra penne note e meno note sulle pagine

dei giornali di queste settima-ne. Sì, perché tutto è bianco o nero; c’è l’Occidente tollerante, e un po’ avventato come sem-brano suggerire le testate del politically correct, e l’islam fana-tico e integralista. Poi qualche benpensante suggerisce anche una nuova specie: gli islamici moderati, che fanno tanto pen-sare a una rivisitazione contem-poranea del “buon selvaggio”

Una risata vi seppelliràUno, nessuno, centomila CharlieLibertà di dissacrazione e guerra delle civiltà, retorica mediatica e integrazione: l’attentato di Parigi e le implicazioni nella vita di tutti

“La libertà di critica, il ridicolo, il dissacrante vanificano il terrore imposto dal dispotismo più di qualsiasi arma”

Società

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rousseauiano, quelli insomma con cui si può parlare con un po’ di timore, ma almeno non si cor-re il rischio di essere sgozzati.Occorre fare un po’ di chiarez-za: l’islam non promuove la vio-lenza né promuove la pace. È una fede, un credo che assume connotati a seconda delle inter-pretazioni e dell’uso che se ne fa. I musulmani nel mondo sono circa 1,6 miliardi, cioè il 23 per cento della popolazione mon-diale; sono presenti in Indonesia (il paese musulmano più popo-loso), in Asia meridionale, nel vicino e medio Oriente, nell’Afri-ca subsahariana e sì, anche in Europa. Come si può pensare all’Islam come blocco unico? Come si può pensare che una donna musulmana che abita a Londra viva la propria religione nello stesso modo in cui la vive una donna musulmana nel san-guinoso Pakistan? L’islam non fa riferimento a una “Chiesa”, a una struttura che dia indicazioni precise su co-me agire; esiste un libro sacro a cui vengono date diverse in-

terpretazioni. Esistono mino-ranze agguerrite e politicizzate che manipolano la religione e ne fanno uno strumento di vio-lenza. Questa però non è una novità: sono esistiti ed esistono cristiani violenti, hindu violenti, ebrei violenti e buddisti violenti che utilizzano la religione come espediente per giustificare il ter-rore. Alcuni ne fanno una questione di modernità. La fine del Medio-evo per noi ha significato la se-parazione del potere politico da quello religioso e l’affermazione dello Stato Moderno; l’avvento dell’Illuminismo ha poi consa-crato la libertà di espressione come stendardo e principio ir-rinunciabile della democrazia. In Medioriente, dove ha origine l’islamismo integralista, sono fermi al Medioevo, dicono al-cuni; quindi l’arretratezza rende impossibile il dialogo, le nostre culture sono inconciliabili.È vero, l’islam è una religione che ¬– come altre – nutre il si-stema politico-sociale di alcuni Paesi dalle radici, per cui la vita

del singolo è impregnata e con-dizionata dal suo credo. Si tratta spesso di teocrazie, ma non si-gnifica che le civiltà mediorientali siano rimaste al Medioevo: que-sto è l’errore di chi parte da una prospettiva che pone al centro l’Occidente e la sua particolare storia. La nostra storia non può essere modello né metro di pa-ragone per lo sviluppo politico, culturale e sociale di altri popoli. Parlare di guerra delle civiltà, quindi, è avventato; il confronto con l’islam non può essere ri-dotto al manicheismo del buo-no e del cattivo, del giusto e dello sbagliato. Non possiamo più permetterci di cadere nella banalità di un riduzionismo che non prende in considerazione il nostro tempo, il tempo delle

migrazioni globali e dell’inter-connessione digitale. Reagire al terrore con lo spavento e il so-spetto diffuso, ridurre l’islam all’i-slamismo fanatico è la soluzione più facile perché fa leva sull’odio, sul rancore, sulla vendetta e, so-prattutto, incontra l’immediato consenso delle masse. Più complesso, invece, lavora-re sul tema dell’integrazione; un termine abusato da tanti pro-grammi elettorali di sinistra che spesso si è tradotto in una tol-leranza perbenista di facciata. La verità è che siamo imprepa-rati e, quel che è peggio, fingia-mo di non esserlo. Il confronto con persone e culture diverse, che fino a una decina di anni fa era solo il tema di qualche sag-gio, oggi lo viviamo tutti i giorni nel profumo di curry che arriva dall’appartamento vicino, nei passi delicati di corpi coperti, nelle classi in cui le tonalità dell’i-taliano sono sfumate dai diversi colori della pelle degli alunni. Noi osserviamo, ma fondamental-mente non capiamo e abbiamo paura.

Lavorare sull’integrazione signi-fica sapere innanzitutto chi sia-mo e in cosa crediamo, essere portatori convinti di un’identità culturale; fondamentale però è anche imparare a conoscere il diverso per rispettarlo nella sua alterità e non sentirlo più come qualcosa di estraneo e sospet-to. Deve venir meno la paura del contagio, bisogna iniziare ad accogliere con curiosità la con-taminazione, o meglio, la cre-olizzazione di culture e gruppi etnici, supportandola con con-sapevolezza. Questo lavoro deve coinvolge-re la società intera, la politica, i media e soprattutto le scuole. Il fallimento dell’integrazione è in-nanzitutto un fallimento dell’edu-cazione ed è proprio da qui che occorre ripartire. La realtà è che potremo vera-mente parlare di coesione so-ciale e integrazione quando alle nostre perplessità sulla diversità dell’altro, i nostri figli risponde-ranno con un’irriverente risata.

Mara d’Arcangelo

“Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo” (Voltaire)

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La prima forma di satira, in età arcaica a Roma, è costitui-ta dalla “satura” drammatica (ossia, concepita come rap-presentazione teatrale): una forma rozza e primitiva di te-atro comico, caratterizzata da uno scambio di battute salaci e volgari fra attori improvvisati, all’insegna del riso sguaiato e della licenziosità del linguag-gio. Nel passaggio dal genere teatrale a quello letterario, la satira latina si distingue in tre tipologie, tutte appartenenti al modo “serio-comico”, ma diverse sotto molti aspetti: la satira di tipo enniano, che pre-sentava una notevole varietà di argomenti e di metri, alcuni dei quali popolari; la satira in versi di Lucilio, Orazio e Per-sio, legata alla dimensione dei “sermones” (ossia, “conver-sazioni”); la satira menippea, introdotta a Roma da Marco Terenzio Varrone, nel 90 a.C. circa, ma inventata in Grecia dal filosofo cinico Menippo di Gadara, nel III secolo a.C. Di questi tre tipi, il più curioso è forse quello della satira me-nippea, caratterizzata da una grande varietà metrica e con-tenutistica, dalla continua e li-bera alternanza di prosa e di versi, da uno straordinario re-alismo, legato ai temi della vita quotidiana di gusto popola-re, come cibo e sesso, e dal-lo stile comico-serio. Si tratta di una prospettiva eccentrica da cui criticare e guardare con

distacco il mondo con il fre-quente inserimento di parole straniere. Rientrano, almeno in parte, nel genere della “satira menippea” opere celebri del-la letteratura latina, come per

esempio l’”Apokolokyntosis” di Seneca (un titolo bizzarro, che in italiano suona pres-sappoco “Apoteosi di quella zucca di Claudio”), una paro-dia e caricatura dell’impera-tore Claudio. Altro esempio è il “Satyricon” di Petronio, una sorta di romanzo d’avventu-re, giunto fino a noi in forma frammentaria, in cui il prota-gonista, il giovane Encolpio, è coinvolto in una serie di viaggi e peripezie per sfuggire all’ira del dio del sesso, Priàpo, da cui è perseguitato. Attraverso il tema del riso, gli Antichi po-tevano quindi affrontare con distacco e ironia alcuni temi

scottanti, ribaltandoli in chia-ve parodistica e caricaturale. Si proponeva così ai lettori, in un linguaggio divertente, fan-tastico, ricco di sorprese e dissacrante, una seria e critica consapevolezza della genera-le vanità delle cose, del carat-tere effimero del potere e dei

potenti, insomma una rappre-sentazione del mondo “a testa in giù”, capace di scatenare attraverso il riso una visione critica del reale e dei valori do-minanti nella società del pro-prio tempo.

Maria Imparato

“Castigare ridendo mores”, os-sia “Colpire i vizi sorridendo”, questo lo scopo dichiarato della satira di Orazio (poeta latino di età augustea), con riferimento al genere della “satura” letteraria, una forma d’arte che nasce nel-la cultura antica all’insegna del realismo, della varietà dei temi e dei linguaggi, per la rappresen-tazione della realtà quotidiana e per la critica, spesso feroce e spregiudicata, dei vizi degli uo-mini e della società. I Romani distinguevano due tipi di satira latina: la satira in versi di Lucilio, Orazio, Persio e la satira menippea, introdotta a Roma da Marco Terenzio Varrone, ma inventata in Grecia dal filosofo cinico Menippo di Gadara, nel III secolo a.C. Se Quintiliano (maestro di re-torica in età flavia, nato nel 35 d.C. e morto nel 96 d.C,) affer-ma l’autoctonia del genere sati-rico a Roma, la critica moderna ha indagato se mai esistessero modelli greci della satira latina. Si è pensato all’epos satirico, alla commedia, al mimo, all’an-tico giambo, alla diatriba cinica e all’epigramma, ma non si è riu-sciti a far derivare la satira latina da un preciso genere letterario greco. Il termine “satura” ha certamen-te un’origine latina, ma presenta una curiosa etimologia, anco-ra oggi controversa. Diomede, grammatico nel IV sec.d.C., offre diverse possibili spiega-zioni in senso etimologico del termine “satura”: “a saturis”, perché in questo genere di po-esia vengono dette cose buffe ed oscene, come fanno i satiri greci. Questa è certamente una falsa etimologia, ma interes-

sante per il collegamento con il carattere licenzioso e comico dei satiri greci, esseri mitologici metà umani e metà caprini, in ri-ferimento al tema del riso, come momento catartico e liberato-rio; satura si può far derivare da “lanx satura”, ossia il “piatto mi-sto” di primizie di campo e di or-to, che veniva offerto nel tempio agli dei a scopo rituale; satura può provenire dall’espressione “a quodam genere faciminis”, ossia un ripieno gastronomico farcito di molti ingredienti, chia-mato “satura”, secondo quanto scrive Varrone: si pensa a un pasticcio o ad un ripieno fatto di vari ingredienti, per esempio di selvaggina; satura può deri-vare da “lex per saturam”, ossia un provvedimento giuridico che comprendeva molte disposizio-ni di legge, con riferimento alla varietà dei temi trattati.Oggi non sappiamo ancora quale di queste possa essere l’etimologia vera, anche se la più attendibile sembra essere quel-la di derivazione dal linguaggio gastronomico, ma possiamo con certezza affermare che l’o-rigine del termine “satura” sia all’insegna della varietà ed ete-rogeneità delle forme (prosa e versi, metri di vario tipo) e dei te-mi trattati (sfoghi personali, sce-ne di vita quotidiana, riflessioni morali e politiche, considerazio-ni letterarie, attacchi feroci agli avversari). Insomma, una forma d’arte antichissima, ispirata alla libertà dei motivi e dei linguaggi, espressione fra le più alte del-la nostra libertà di pensiero e di parola, come tratto caratteristi-co della nostra civiltà letteraria e della nostra cultura occiden-tale.

Etimologia della parola satira

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Il genere letterario nato per rappresentare il mondo a testa in giù

Di immortale c’è solo la satira

“La satira è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: un momento liberatorio, in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente” (Dario Fo)

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Abbandonata la strada princi-pale, quella che collega Scuta-ri, città a nord dell’Albania, con la capitale Tirana, s’imbocca una via che conduce nel villag-gio di Fishte, nel distretto del-la città di Lezha. Percorrendo pochi chilometri di curve non proprio dolci, si possono am-mirare terre rosse, ulivi secolari e un piccolo laghetto immerso nel verde. Un paesaggio bu-colico e bellissimo, dove non è raro imbattersi in greggi di pecore, capre o mucche che attraversano la carreggiata, padrone indiscusse di questo angolo di paradiso. Lungo la strada incrociamo di tanto in tanto auto straniere o targate Tirana, tutte dirette verso l’agri-turismo di Altin Prenga, che è

anche la nostra meta. Cittadi-no albanese, ma con un mar-cato accento trentino, Altin, dopo aver trascorso un perio-do in Italia svolgendo diverse mansioni quali lavapiatti in un ristorante stellato, collaborato-re in aziende gastronomiche e infine gestore di un agriturismo, è rientrato nel suo Paese, otte-nendo in poco tempo soddi-sfazioni e successo. L’agriturismo “Mrizi i Zanave”, che in italiano si potrebbe tra-durre in “L’ombra delle Fate”, è stato il primo in tutta l’Albania a ottenere il presidio Slow Food: un fenomeno nuovo, al quale sono stati dedicati diversi arti-coli pubblicati su giornali e rivi-ste, albanesi e non solo. Altin, nel ruolo di portatore della rivo-

luzione nel campo della cucina e del panorama gastronomico del territorio, è stato protagoni-sta di documentari e program-mi televisivi, tra cui la puntata di Linea Verde “Albania: l’alba di un nuovo giorno”, andata in onda domenica 09 novembre 2014. La scelta del luogo sug-gestivo e immerso nella natura è stata determinante per de-cretarne il successo. La strut-tura è semplice ma unica nel suo genere in tutto il Paese, come la bontà e la genuinità dei piatti, preparati dal fratello di Altin. L’avvio dell’agriturismo “Mrizi i Zanave” ha permesso inoltre lo sviluppo della zona circostante, offrendo opportu-nità lavorative ai suoi abitanti. Legati alla tradizione, Altin e il fratello cuoco hanno scelto di proporre piatti tradizionali rea-lizzati con prodotti tipici del ter-ritorio: una cucina povera ma ricca di gusto, riscoperta dagli stessi albanesi che qui ven-gono a soggiornare. Il menù è molto vario e viene aggiornato frequentemente in base ai pro-dotti della terra: le materie pri-me sono biologiche al 100%.

Anche la carta dei vini è ricca di proposte interessanti: oltre alle etichette italiane, Altin pro-muove il Kallmet, vino autocto-no albanese, sbarcato nel 2013 anche al Vinitaly, il Salone inter-nazionale del vino di Verona.Frequentato da ambasciatori, politici e personaggi del mon-do dello spettacolo, questo agriturismo rappresenta quello che molti migranti sono in gra-do di fare: rientrare nel proprio Paese come soggetti attiva-mente capaci di promuovere iniziative di sviluppo e sfrutta-re il turismo come volano per una crescita economica at-tenta all’ambiente e al proprio

territorio, come mostrato nel video presentato dal progetto CELIM “Shqiperia Nesër” (Al-bania domani) al quale Altin ha partecipato. “Mrizi i Zanave” è un luogo dove i bunker si tra-sformano in coccinelle, per divertire i bambini, ma anche i grandi; è l’immagine di un’Al-bania nuova, in grado di coniu-gare tradizione e modernità, di affascinare residenti e stranieri, ma soprattutto di produrre, in maniera sostenibile e nel totale rispetto del territorio circostan-te. Per informazioni maggiori in-formazioni, consultate il sito www.mrizizanave.com

Dove i bunker diventano coccinelle

Primo presidio Slow Food in Albania

“La struttura è semplice ma unica nel suo genere in tutto il Paese, come la bontà e la genuinità dei piatti”

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Primo presidio Slow Food in Albania

“Je suis Charlie” è lo slogan che dal 7 gennaio, giorno dell’atten-tato alla sede del periodico sa-tirico francese Charlie Hedbo, supporta la libertà di pensiero, espressione e stampa. L’Eu-ropa è stata scossa da questo tragico evento che, oltre ad aver causato la morte di persone in-nocenti, ha diffuso e incremen-tato ovunque un forte senso di paura e pressione. Eppure la convivenza tra religioni che pro-fessano fedi differenti è possibi-le: l’Albania ne è un esempio. Il Paese è caratterizzato infatti da una forte tripartizione religiosa che nel corso degli anni non è mai stata superata. Oltre il 70% della popolazione appartiene al-la religione musulmana, seguita

dalla minoranza cattolica, che si concentra prevalentemente nel nord del Paese, e da quella ortodossa. Tuttavia in Albania la fede assume una connotazione del tutto particolare e non è cer-to motivo di suddivisioni interne. La spiegazione di questo feno-meno è legata al concetto di “al-banismo”, termine con il quale si identifica il nazionalismo albane-se, che rappresenta il vero cre-

do di questo popolo, unito da un antico legame. Ovunque si trovi-no nel mondo, gli albanesi non dimenticano questo forte senso di appartenenza e la comune fratellanza. La visita a Tirana di Papa Francesco del 21 settem-bre 2014 ha messo in luce i va-lori di tolleranza e rispetto con i quali in Albania sono accolte e vissute le diverse religioni. D’al-tro canto il motivo principale che ha spinto il pontefice a compiere questo viaggio è che il Paese, ri-uscendo a formare un governo di unità nazionale, con un con-siglio interreligioso equilibrato, ha mostrato come sia possibile per un popolo lavorare insieme, rendendosi un modello di libertà religiosa, vissuta in un clima pa-

cifico e di comune identità. Da questo punto di vista l’Albania ha molto da insegnare: i luoghi in cui le religioni si intersecano so-no svariati, ma il più emblematico rimane Piazza Skanderbeg a Ti-rana, al centro della quale si sta-glia la statua dell’eroe nazionale, il difensore della cristianità, con la splendida moschea Ethem

Bey alle sue spalle. Tolleranza, rispetto e diversità hanno un co-mune denominatore: l’orgoglio di appartenenza nazionale e la consapevolezza che, a dispetto del credo religioso, la conviven-za non solo è auspicabile, ma concretamente possibile.

Elena Pagani

Diversità, tolleranza, rispettoin una nazione multireligiosa

Il territorio che corrisponde all’odierna Albania, o Shqipëria nella lingua ufficiale, ha vissuto il passaggio di diversi popoli, a causa della posizione geografi-ca. Si tratta, infatti, di una sorta di “porta” che permette un faci-le ingresso dall’Adriatico verso tutta la penisola balcanica. Cul-la del popolo illirico, è stata inva-sa dai Romani e dagli Slavi, fino all’ascesa dell’Impero Ottoma-no che, per oltre quattro secoli, ha esercitato una forte influen-za, della quale permangono nu-merosi echi in ambito religioso (la popolazione albanese è a maggioranza musulmana), lin-guistico, sociale e culturale. La componente turca rappre-senta però solo una parte del patrimonio culturale e storico albanese, caratterizzato anche dalla presenza di influenze del-la civiltà mediterranea, italica e balcanica.Per secoli al centro di interessi contrastanti, la storia di questo Paese inizia con l’indipendenza, il 28 novembre 1912. Il Nove-cento è un secolo travagliato: il periodo monarchico e fascista, la rigida dittatura comunista del leader Enver Hoxha, e, infine, la flebile svolta democratica, inau-gurata con un periodo definito “anarchia albanese” a causa del crollo delle piramidi finanziarie, ha fatto sì che l’Albania entrasse nel XXI secolo in punta di piedi.

La situazione oggi è totalmente mutata rispetto alla fine del se-colo scorso, quando moltissimi cittadini albanesi sono emigrati per far fronte alle difficoltà eco-nomiche. Ancora molti passi de-vono compiersi, ma le tappe già realizzate sono molte. L’Italia è il primo Paese sostenitore della crescita albanese, grazie all’in-tensa cooperazione e ai legami che riguardano un’ampia gam-ma di settori, frutto di una lunga collaborazione e incontri bila-terali. Lo sviluppo del Paese si basa sulla tutela del patrimonio culturale, artistico e ambientale, sulle riforme e l’educazione dei giovani, protagonisti indiscussi del cambiamento e al centro di nuove e importanti opportunità. Con oltre 3 milioni di abitanti, l’Albania è uno degli Stati più giovani d’Europa ed è anche il Paese del rientro, dell’inver-sione dei flussi, delle opportu-nità per molti cittadini stranieri che decidono di investire e di altrettanti albanesi residenti all’estero che ritornano in pa-tria, facendosi “cittadini ponte” e protagonisti del cambiamen-to. Oggi l’Albania è un luogo di pace, convivenza religiosa e di spirito d’iniziativa, dove si sta re-alizzando un progetto comune: costruire una Shqiperia Nesër, un’Albania del domani, le cui fondamenta sono indubbia-mente già state gettate.

Alle origini dell’albanismo ;

“La convivenza tra religioni che professano fedi differenti è possibile: l’Albania ne è un esempio”

Papa Francesco in Albaniacon il primo ministro Edi Rama

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Società

Una delle maggiori sfide che la contemporaneità ci consegna ri-sponde all’esigenza di includere la filosofia e l’azione della soste-nibilità nelle nostre vite. Pensare di congiungere la parola soste-nibilità alla psicologia, significa offrire alle persone tutti quegli

strumenti informativi per far sì che la loro dimensione psichica, mentale ed emotiva sia sosteni-bile nel tempo, divenendo co-sì azione creativa e intelligente. La rubrica è pensata dall’equipe “The Clew”, composta da pro-fessionisti le cui attività spaziano dalla formazione alla psicotera-pia. L’intento è proporre spunti di riflessione su tematiche psi-cologiche connesse alla filoso-fia della sostenibilità, offrendo la possibilità di aumentare i propri punti di vista. Pensare all’ecolo-gia come azione rivolta alla sal-vaguardia dell’ambiente esterno è a nostro avviso impensabile senza una correlata sostenibili-tà della mente. Riprendendo in-fatti il concetto di “Ecologia della mente”, introdotto da Gregory Bateson, si evidenzia come la mente, sistema che interconnet-te, non sia incluso nelle stanze del cervello ma esprima una rela-zione fra ciò che è interno all’es-sere umano e ciò che è esterno a

lui. Il sistema-ambiente interno e quello esterno si co-costruisco-no reciprocamente offrendoci un quadro di complementarietà anziché separazione. La sfida è quindi quella di pensare alla so-stenibilità non solo come azio-ne rivolta fuori da noi ma come

qualcosa che richiede anche un percorso introspettivo orientato all’Essere Umano. Questa rubri-ca cercherà non tanto di offrire delle risposte definitive rispetto a differenti domande di ordine psi-cologico quanto piuttosto quello di proporre spunti di riflessio-ni in grado di generare dibattiti ed eventuali approfondimenti su situazioni che ogni giorno ci vedono coinvolti. La linea che seguiremo argomenterà alcu-ne delle tematiche psicologiche maggiormente discusse con particolare attenzione alla loro relazione con le categorie della sostenibilità e dell’insostenibilità, ricordandoci che le nostre dina-miche interne non sono sempli-cemente giuste o sbagliate ma molto spesso costruttive o di-struttive in funzione dell’impiego e della gestione che riusciamo a riporgli. Riusciremo a rispondere anche a questa sfida?

Alessandro Fortis

La psicologiaal servizio della sostenibilità

Ci fermiamo mai a pensare qua-li tra i nostri atteggiamenti siano legittimi e sostenibili e quali in-vece auto-distruttivi? Saprem-mo riconoscere se un copione di comportamenti e interpreta-zioni, si rivelasse un fardello, più che una risorsa per il nostro be-nessere? Sulla base di questi interroga-tivi proviamo a riflettere sull'e-mozione del senso di colpa, generalmente sperimentata da chi si sente responsabile di un comportamento che ritiene mo-ralmente inaccettabile o che ha causato sofferenza a qualcuno. Sebbene sia fondamentale ana-lizzare i propri errori, il senso di colpa sembra essere un abito mentale che porta ad addos-sarsi un eccessivo senso di re-sponsabilità, ingigantendo la propria parte e minimizzando quella altrui. Nasce dall'interio-rizzazione di norme culturali e morali trasmesse dall'ambiente

esterno che acuiscono l'incon-gruenza tra l'immagine ideale di sè (ciò che devo essere) e quel-la reale (ciò che sono). Il senso di colpa trova terreno fertile in un atteggiamento mentale rigi-do e controllante, che pretende di agire sempre per il meglio e non si concede mai di sbaglia-re. La colpa impedisce di valuta-re obiettivamente la situazione, agendo come un filtro che di-storce la realtà, in qualsiasi dire-zione la si usi: sia per osservare il proprio comportamento che per osservare quello altrui. E chi os-serva se stesso dietro un filtro di colpa, facilmente userà lo stes-so filtro anche per gli altri.Si tratta di sensazioni vaghe, indefinite, pervasive, delle qua-li spesso non si distinguono le cause e che scaturiscono dall’interpretazione acritica dell’errore come prova indiscus-sa della propria colpevolezza. Scatta così intorno alla colpa un

terribile circolo vizioso, che acui-sce stati d’animo negativi, senso di fallibilità personale e, di con-seguenza, timore nel mettersi in gioco. Al contrario, un atteg-giamento mentale più flessibile e meno intransigente verso noi stessi, basato quindi sull'auto-accettazione e connesso all'i-dea che nessun essere umano è infallibile, ci permetterebbe di sperimentare di fronte all'erro-re una sensazione di rimorso costruttivo che favorisce un'in-terpretazione della situazione più matura e aderente alla real-tà. Una maggiore obiettività ci permetterà sì, di considerare il nostro grado di responsabilità, ma di riconoscere anche le con-dizioni e le modalità di pensiero che ci hanno portato ad agire in quel determinato modo, ipotiz-zando un cambiamento in sen-so evolutivo.

Vera Zanchi

Cosa mi porta a sentirmi sbagliato?

Sensi di colpa insostenibili

Sostenibil-mente Al via la rubrica curata dall’equipe The Clew

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Quando Griffin Thall e Paul Go-odman sono partiti per una va-canza post laurea in Costa Rica, pensavano a una pausa di relax prima dell’impatto con il mondo del lavoro: cinque settimane per ricaricare le batterie e godersi il meritato riposo. Probabilmente non immaginavano che la Co-sta Rica avrebbe offerto loro l’opportunità di crearsi un lavoro etico e durevole. Il momento de-cisivo è stata una gita in una pic-cola comunità nella quale i due ragazzi si sono imbattuti in due artigiani, Jorge e Joaquin, che intrecciavano coloratissimi brac-cialetti sul ciglio di una strada. Entrambi i ragazzi rimasero af-fascinati da questi bracciali che, nella loro semplicità, trasmette-vano esattamente ciò che la Co-sta Rica stava rappresentando per loro, cogliendo l’essenza del loro viaggio: “Pura Vida”. Parlan-do con gli artigiani, Griffin e Paul vennero a conoscenza della condizione di povertà nella quale vivevano e, per aiutarli, decisero di acquistare 400 braccialetti e di portarli con sé negli Stati Uniti. Tornati a casa, i ragazzi misero i bracciali in una grande vaso e lo portarono a un negozio vici-no a casa; nel giro di pochissi-mo tempo vennero venduti tutti. Griffin e Paul si resero subito conto del potenziale di questi articoli e si rivolsero a Jorge e Joaquin perché ne produces-sero altri. Dal 2010, anno in cui è partita questa avventura, il giro di affari ha continuato a crescere. Oggi ogni settimana vengono venduti 20.000 pezzi e i due artigiani che lavoravano per strada hanno aperto una vera e propria azienda con una settantina di dipendenti, tutti lo-ro compatrioti. Oltre che negli

Stati Uniti, i braccialetti “Pura Vida” si possono trovare anche in Europa e i punti di distribuzio-ne sono a oggi 2.500. Ciò che è ammirevole è che nonostante ora il business sia su larga scala, i propositi iniziali sono stati man-tenuti e l’eticità è rimasta uno dei pilastri di questa attività. Oltre ad avere tolto dalla strada nu-merose persone che sono state assunte a tempo pieno nella pro-duzione, una parte del ricavato viene destinato a organizzazioni di beneficenza. Alcune linee di braccialetti, infatti, hanno come preciso scopo quello di finan-ziare associazioni specifiche. Le possibilità sono numerose, per citarne alcune: Enviro-Cause è per la salvaguardia dell’ambien-te e degli animali, Education + Children per associazioni che si occupano di bambini in diffi-

coltà e delle loro famiglie, Can-cer Awareness per la ricerca sul cancro e per il sostegno dei ma-lati, Memorial Causes a favore di popolazioni del mondo colpite da tragedie e disastri naturali.

Livia Salvi

Dall’intuizione di due ragazzi californianiPura Vida è business etico e in crescita

Come inventarsi un lavoro andando in vacanza

Fin dall’antichità gli og-getti in pelli e le vesti di pelliccia erano considerati beni di lusso e nei secoli non sono mai passati di moda. Nella se-conda metà del ’900 le pellic-ce e le pelli di origine anima-le sono state af-fiancate da imita-zioni sin-tetiche, simili nell’a-spetto a quelle origi-nali ma più economi-che. Se fino a qualche anno fa queste ulti-me erano mal viste da chi desiderava ve-stirsi elegantemente, quest’anno “fake fur” e “fake leather” sono diventate la materia pri-ma per le creazioni di sti-listi che dettano legge in materia di moda. Tra i pionieri di questa tendenza un posto di rilievo è occupato da Stella McCartney che da tempo professa la fede vegan applicandola anche al-le sue linee di abbigliamento e accessori: la sua Falabella bag in ecopelle e catene metalliche è ormai un cult. La designer bri-tannica è oggi in buona com-pagnia: grandi marchi come Emporio Armani, Karl Lagerfeld, Kenzo, Moschino (per citarne alcuni) hanno sancito che per l’Autunno Inverno 2014/15 eco-pelli ed ecopellicce abbiano di-gnità pari a quella dei materiali notoriamente pregiati. La simil pelle viene utilizzata principal-mente per capi che si ispirano all’abbigliamento di biker e ro-cker, e dunque giacche (come il classico chiodo) e pantaloni at-tillati in stile punk; l’eco pelliccia, invece, oltre che per realizzare

cappotti e giacche, è utilizzata per borse, sciarpe e, must del-la stagione, gilet. Il dibattito su materiali veri e finti non riguarda soltanto i trend della stagione, ma tocca anche aspetti legati all’eticità del prodotto. Il trionfo dei materiali sintetici interpreta una più diffusa sensibilità verso gli animali, promossa dalle asso-ciazioni animaliste che da anni si battono per questa causa. Negli ultimi mesi la LAV ha rilevato un abbassamento dei prezzi delle pellicce vere che dipende dalla riduzione della richiesta da parte del mercato; una recente inchie-sta conferma che la maggior parte dei cittadini europei è con-traria all’uccisione di animali per produrre capi di abbigliamento e in Italia è contrario l’85% della popolazione (fonte: sondaggio Eurispes 2014).

L.S.

Ecopelli ed ecopellicce conquistano anche i più scetticiLa grande tendenza di questa stagione invernale

“Il momento decisivo è stata una gita in una piccola comunità nella quale i due ragazzi si sono imbattuti in due artigiani, Jorge e Joaquin, che intrecciavano coloratissimi braccialetti sul ciglio di una strada”

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Purifica da formaldeide, tricloroetilene, toluene, onde elettromagnetiche, benzene. Ideale in camera da letto

Coltivazione

Pianta perenne sempreverde, necessi-ta di posizioni luminose ma non tollera la luce diretta del sole; può stare all'e-sterno in primavera-estate mentre per il resto dell'anno va tenuta in casa. Pianta poco esigente, cresce anche all'ombra e non ha bisogno di molta acqua, soprat-tutto nei mesi freddi: importante lascia-re asciugare completamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Per il terriccio basta una normale composta da vaso mescolata con sabbia e argilla espansa. Necessita di concimazione, con fertiliz-zanti liquidi somministrati con cadenza mensile. Bisogna rinvasare ogni 2-3 anni o comunque quando i rizomi hanno com-pletamente riempito il vaso, scegliendo un contenitore poco più grande del pre-cedente.

Sansevieria

nome scientifico Sansevieria trifasciataFamiglia asparagaceaeorigine africa occidentale tropicale

Purifica dal monossido di carbonio, formaldeide e toluene. Ideale in città con molto traffico

Coltivazione

Il genere comprende circa 200 specie di piante erbacee, sempreverdi e perenni. La temperatura minima invernale deve essere compresa tra i 7° e i 12° C (prefe-ribili ambienti non riscaldati). Luce buona e diffusa, innaffiature ridotte in autunno-inverno senza lasciare secca-re il terreno e abbondanti in primavera e in estate, per mantenere il terreno costante-mente umido, attenzione però ai ristagni che farebbero marcire le radici. Come substrato è utile un miscuglio a base di torba con aggiunta di sabbia per aumentare la permeabilità e per evita-re l'ingiallimento delle punte delle foglie, rinvasare la pianta ogni anno in marzo-aprile; da giugno a settembre è utile som-ministrare concime liquido una volta a settimana.

Clorofito

nome scientifico Chlorophytum spp.Famiglia Asparagaceaeorigine Sud Africa

Un rimedio green per combattere l’inquinamento di casa e ufficio

Le piante mangia-veleni

Si stima che mediamente trascorriamo fra l'80 e il 90% del nostro tempo in locali chiusi: è fondamentale quindi mantenere questi ambienti quanto più salubri possibile. Le piante possono aiutarci a rendere più salutare l'aria delle nostre camere, cucine, soggiorni, bagni, uffici ma anche quella di ospedali, scuole e luoghi pubblici. Ognuna di esse è in grado di assorbire e metabolizzare diverse sostanze tra cui anidride carbonica e composti organici volatili (VOC) potenzialmente pericolosi per la salute. Negli ambienti chiusi infatti si possono accumulare ammoniaca, benzene, xilene, formaldeide, toluene, monossido di carbonio e altri composti velenosi. Diversi studi evidenziano come l'aria nei luoghi chiusi possa essere da 6 fino a 100 volte meno salubre che all'esterno per la presenza di colle, pitture, finiture, isolamenti, rivestimenti e molti altri materiali, tra cui le sostanze gassose emesse dall'uomo stesso come l'anidride carbonica. Per mantenere più pulita l'aria che respiriamo, ecco alcune piante di facile reperibilità con cui arredare gli ambienti che frequentiamo.

Società

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Purifica da ammoniaca, formaldeide, xilene, toluene, benzene, tricloroetilene. Ideale per locali con molte persone

Coltivazione Coltivazione

Il genere comprende 36 specie sempre-verdi e perenni. La temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 10-12° C e ha bisogno di una buona quantità di luce diffusa; nel periodo estivo bisogna innaffiare e spruzzare le foglie frequente-mente. In autunno-inverno si dovranno ridurre le annaffiature, senza mai per-mettere però al terreno di asciugare del

tutto. Come substrato è utile un miscu-glio a base di terra, foglie e torba, con ag-giunta di sabbia e tritumi di carbone, per contrastare le eventuali putrefazioni deri-vanti dall’umidità. Si rinvasa annualmen-te in aprile aumentando il diametro dei contenitori. Utile somministrare concime liquido ogni 10-15 giorni, dall’inizio della primavera ad autunno inoltrato.

Coltivazione: comprende circa 50 spe-cie di palme, diffuse nelle foreste tro-picali dalla Cina all'India, comprese le Filippine e la Malesia. In vaso general-mente non supera il metro e mezzo di altezza. La temperatura ideale di cre-scita è intorno ai 20-25 gradi e in in-verno la pianta deve essere riparata all'interno. Ideale un'esposizione mol-

to luminosa, ma non diretta. Necessita di un terreno costantemente umido; è consigliabile vaporizzare con acqua sia nei periodi più caldi dell'anno sia in in-verno se la pianta è posta in luoghi caldi e asciutti. Come substrato risulta idea-le un terriccio bilanciato e ben drenato, con materiale grossolano per evitare i ristagni di acqua.

Spatifillo

nome scientifico Spathiphyllum spp.Famiglia araceaeorigine aree tropicali dell'america

A cura dell'Orto Botanico di BergamoScaletta di Colle Aperto Bergamo Alta

Purifica da formaldeide, xilene, toluene. Ideale per ambienti secchi con parquet e moquette elimina polveri e spore

Areca

nome scientifico areca spp.Famiglia arecaceaeorigine asia meridionale e sud-orientale

Per fare l'albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto, per fare il frutto ci vuole un fiore, per fare un orto botanico ci vogliono tante mani e partecipazione della gente: questo accadrà domenica 22 feb-braio. La Valle d’Astino è un posto magico, nel contesto del Parco dei Colli, ai piedi di Città Alta, dove il verde incontra la storia per creare un presente pieno di ottime aspettative e dove prenderà vita la Sezione Agricola dell’Orto Botanico di Bergamo. Domenica 22 febbraio ci sarà la prima chiamata alle vanghe, ma non si cercano volontari. Si propone partecipazione attiva

nei diversi step che per i prossimi mesi ve-dranno l’Orto Botanico di Astino prendere vita e crescere, con l’obiettivo che diven-ti di volta in volta un progetto sempre più condiviso dalla cittadinanza, dove la so-stenibilità ambientale incontra quella so-ciale. Nessuna grande inaugurazione con nastri rossi, dichiarazioni e champagne ma terra, semi e mani per vivere un’esperienza di contatto con una terra ricca di tradizione e fertile di ottimi propositi. Potremmo arrivare quest’estate ad ammi-rare l’Orto Botanico di Astino con la paura di calpestare punti proibiti, con le staccio-

nate già montate e con le specie già fiorite, ma possiamo anche vivere l’orto nella sua evoluzione e proprio come per una pianta sul proprio davanzale, prendersene cura, annaffiarla, accarezzarla, riflettendo col passare dei giorni sulla straordinaria ma-gia della vita e sentendoci parte della sua bellezza una volta fiorita.Domenica 22 febbraio è una data terra terra, ma grazie alla partecipazione di tutti può nascere e crescere una vera e propria magia. Partecipazione sconsigliata a chi ha paura di sporcarsi le mani.

22 febbraio: una data terra terraL’Orto Botanico di Astino prenderà vita e siete tutti invitati a sporcarvi le mani

;

“9.000 mq di biodiversità, con 300 specie e 2.000 varietà provenienti da tutto il mondo a formare un contesto museale vivente, campo di educazione, sperimentazione e immaginazione”

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Da quarant’anni lo pagano per mangiare. Ebbene sì, il suo la-voro è assaggiare, degusta-re ed esprimere il suo giudizio. Quando Edoardo Raspelli visita un nuovo ristorante, il momento clou è la richiesta del menù, cui segue lo sguardo atterrito del cameriere, il quale si domanda cosa dovrà fare per non incor-rere in qualche rimbrotto del ga-stronomo che ordina un po’ di tutto. Spilucca, assaggia, beve, osserva come si muove il locale e poi come un falco pellegrino si tuffa nella recensione per stron-care o elevare il malcapitato ri-storatore. Nonostante questo, il celebre conduttore di Canale 5 (Mela Verde) è richiestissimo tra i ristoratori e locali in genere, che accettano di buon grado il rischio di essere possibili vitti-me o eroi nella classificazione dell’arte gastronomica, secondo le volontà e voluttà del predator Raspelli. Nel 2012 nasce, con non poca fatica, una collabora-zione tra il famoso gastronomo Edoardo Raspelli e il circuito “Le vie del gusto” già protagonista di numerosi eventi in scena in tanti comuni sparsi per l’Italia che ospitano una vera e propria carovana di sapori provenien-ti da tutta Europa. Figure ca-ratteristiche come gli stand del greco con i suoi “ghiros” (invol-tini di carne succulenta), il mega chiosco dei sapori brasiliani e la bancarella degli spagnoli con padelloni smisurati di Paella, il tutto condito da eventi collaterali di musica, spettacoli di artisti di strada, concerti, cabaret e attra-zioni per grandi e piccini. Sono ormai innumerevoli i comuni che richiedono questa manifesta-zione vincente che solitamente dura tre giorni, una volta in una piazza, l’altra in un centro antico e un'altra in riva a una spiaggia di qualche lago alpino. Raspel-

li gira furtivamente fra i banchi della carovana dei sapori italiani ed europei e, tra un assaggio e l’altro, cattura la curiosità dell’av-

ventore che chiede l’autografo e qualche consiglio di cucina da portare a casa. Il prode gastro-nomo spesso sta al gioco e non

rinuncia neppure a travestirsi da Babbo Natale per i mercati-ni omonimi e da Clown durante le feste patronali, per tornare di

tanto in tanto nelle vesti del rino-mato intenditore. Insomma una modalità originale e simpatica spesso usata anche in chiave di promozione territoriale e turisti-ca per tutti i comuni che intendo-no ospitare tale manifestazione e coinvolgere così i propri citta-dini in una nuvola di sapori che per tre o quattro giorni permea le mura e i nasi di chi, o per vo-lontà o per caso, si avventura tra le fila ordinate dei banchi alimen-tari e artigianali, confermando il successo del pubblico a favore di manifestazioni di Street Food adatte per tutte le tasche. Con l’imminente arrivo di Expo tutti gli standisti cercano nuove risor-se e nuove idee per essere più accattivanti, ergo: nuove tecno-logie per la cottura, alimenti più naturali possibili e ricerca orien-tata verso le nuove frontiere del-la cucina vegana e macrobiotica per coloro che abbracciano le nuove filosofie alimentari. Veni-te, dunque, e seguite la rubrica per sapere dove andrà e che mai farà il gustoso Edoardo e dove i banchi delle Vie del Gusto ap-proderanno in questo variegato mare di sapori, tra tortellini frit-ti, Lampredotto e bistecche alla fiorentina. Avete già fame? Info su Facebook: sapori italiani eu-ropei.

Giuseppe Martelli

Un format scoppiettante tra enogastronomia e spettacolo

Le vie del Gusto con Edoardo Raspelli

“Nel 2012 nasce una collaborazione tra il famoso gastronomo Edoardo Raspelli e il circuito “Le vie del gusto” già protagonista di numerosi eventi in scena in tanti comuni sparsi per l’Italia”

Edoardo Raspelli

La prima sagra dello scalogno

L’angolo del gustoLa rubrica che vi invita a conoscere le eccellenze enogastronomiche d'Italia

Alimentazione & Benessere

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prEparazIonESbucciate i topinambur, lavateli con acqua fredda e affettateli a bastoncini o a rondel-le sottili. Seguite lo stesso procedimento per le carote. Gli ortaggi devono essere conditi immediatamente per evitare che si anneriscano; aggiungete quindi le salse e la panna mescolate, l’aceto di vino bianco, i capperi e il sale e prezzemolo a piacere. Ecco una fresca insalata a base di topi-nambur che potrete arricchire anche con farro, pollo, pomodori e feta.

Il corbezzolo, frutto dell’omonima pian-ta, conosciuta anche come “pianta dell’ospitalità” per la bellezza dei suoi fiori e frutti, è una bacca tonda simile a una ciliegia, dalla superficie granu-losa e dalla polpa giallastra. Fa parte della categoria dei cosiddetti “frutti dimenticati”, nono-stante le sue proprietà benefiche e gli svariati usi in cucina. La pianta, tipica della macchia mediterranea e protagonista degli splen-didi giardini all’italiana, è molto diffusa e facile da coltivare grazie alla sua ottima resistenza alle fredde temperature. Il frut-to è un alimento terapeutico, utile come astringente e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l'apparato cir-colatorio, ma anche diuretico, antisettico e antinfiammatorio delle vie urinarie.Il suo sapore è in un certo senso sugge-rito già dal suo nome scientifico, “arbu-tus”, che significa acerbo e astringente e “unendo”, dal latino “unum tantum edo”, ovvero ne mangio soltanto uno, un invi-

to a non lasciarsi tentare troppo dal suo aspetto invitante e quindi a non abusarne. I Latini at-

tribuivano, infatti, ai frutti del corbezzolo

dei poteri magici e tendevano a ecce-derne nell’uso. Mangiarlo da so-lo non è il migliore

modo di gustarlo, meglio utilizzarlo in cu-

cina. Realizzare l’aceto di cor-bezzolo è facile: in un litro d’aceto unite una manciata di corbezzoli non ancora maturi e sei foglie d’alloro. Lasciate ri-posare in un luogo fresco, asciutto e al buio per tre settimane, fino alla comple-ta maturazione dei corbezzoli. L’aceto è ottimo come condimento per dare nuo-vo gusto alla solita insalata. Passando al dolce, una vera delizia è la marmellata di corbezzoli, utilizzata anche dai grandi chef per piatti sfiziosi e originali; facile da preparare, ma difficilmente reperibile su-gli scaffali dei supermercati, può essere anche un pensiero gradito da omaggiare in occasione di una cena tra amici.

Il topinambur, tubero origi-nario del Nord America, si-mile a una patata defor-me, più bitorzo-luta e dura, e per questo decisamen-te meno popolare, viene chiamato anche “tartufo di canna”, pa-tata del Canada, carciofo di Gerusalem-me o rapa tedesca, sebbene non abbia nulla a che fare né con i carciofi, né con le rape. Si tende però ad associarlo alla verdura maggiormente conosciuta, seb-bene il suo nome scientifico Helianthus tuberosus sia molto più poetico. Il termi-ne helianthus, infatti, accosta le parole sole-fiore, proprio in riferimento alla ten-denza dei fiorellini del tobinambur a pro-tendersi verso il sole. Appartenente alla categoria dei tuberi dimenticati, in realtà le proprietà del topinambur sono davvero interessanti soprattutto per chi desidera mettersi a dieta in previsione della prova costume: questo alimento infatti contiene pochissime calorie (30 Kcal per 100 gr di prodotto). Indicato per i diabetici, è stato

dimostrato che a seguito di un pasto di soli topinambur, la gli-

cemia rimane pres-soché invariata. Inoltre il tubero è ricco vitami-na A, sali mine-rali, aminoacidi

ed è una fonte di vitamina H, utile

contro la stanchezza fisica, i dolori mu-scolari e l’inappetenza. Le proprietà be-nefiche nascoste del topinambur non si fermano qui: le sue radici, tipicamente tuberizzate, sono reputate galattogene, quindi in grado di aumentare e promuo-vere la secrezione di latte nelle donne che allattano il loro piccolo al seno. Inoltre, il consumo di topinambur non solo facilita la digestione, ma favorisce anche la sen-sazione di sazietà, frenando gli attacchi incontrollati di fame. La sua somiglianza con la patata è riscontrabile anche nel modo di consumarlo: può essere sem-plicemente bollito o cotto a vapore, ma anche cucinato in padella, al forno o frit-to. Il sapore è delicato e dolciastro, tanto che può essere consumato anche crudo, grattugiato sull’insalata.

Il TopinamburIl “tartufo di canna” che aiuta a perder peso

Insalata di TopinamburMarmellata di Corbezzolo

Cime di rapa, cardi, broccoli, porri, songino, cavolo verza

Verdura di stagioneGennaio/Febbraio

Arance, mandarini, mele, pere, pompelmi, cedri, kiwi, datteri

Frutta di stagioneGennaio/Febbraio

prEparazIonEDopo aver lavato i corbezzoli, metteteli a cuocere in una padella a fuoco lento per circa 15 minuti. Una volta cotti setacciate-li, eliminando i semi, in modo da ottenere una purea alla quale aggiungere l’acqua, la buccia del limone (facendo attenzione a eliminare la parte bianca) e lo zucche-ro. Ottenuto il composto, rimettetelo sul fuoco a fiamma bassa, mescolando fino a raggiungere la densità desiderata. In se-

guito invasate la marmellata ancora calda, in barattoli precedentemente sterilizzati. Chiudeteli con il coperchio solo quando il composto si sarà raffreddato.

IngrEdIEntI•1 kg di polpa di corbezzoli maturi•700 gr di zucchero•buccia di 1 limone•1 bicchiere d’acqua

IngrEdIEntI•450 gr di topinambur•1 carota•1 cucchiaino di salsa di senape •2 cucchiai di panna vegetale•2 cucchiai di maionese•1 cucchiaio di capperi•1 cucchiaio di aceto di vino bianco•un pizzico di sale•prezzemolo fresco tritato• (farro, pollo, pomodori e feta)

Il CorbezzoloLa pianta dell’ospitalità produce frutti dalle proprietà benefiche

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Nel libro L’Alimentazione anti-cancro con prefazione del Dott. Umberto Veronesi, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, si legge: “Purtroppo i tumori sono sem-pre più frequenti e molti di essi sono strettamente legati ad una scorretta alimentazione e quindi ad abitudini alimentari sbagliate.Non solo alcuni alimenti pos-siedono infatti la capacità di influenzarne e sopprimerne lo sviluppo, ma addirittura contri-buiscono a curarlo. Grazie quindi ad una alimenta-

zione più consapevole sarebbe dunque possibile ridurre l’in-cidenza media dei tumori nel modo più semplice e naturale, cioè integrando nella propria dieta preziosi cibi ed adattando le combinazioni alle esigenze di ogni singolo individuo.”Asserzioni completamente con-divisibili e, oltre a una sana e cor-retta alimentazione, se davvero crediamo nella prevenzione dei tumori, dobbiamo anche adot-tare sani stili di vita, non fumare, ridurre il consumo di alcolici e fa-re attività fisica

Quali sono le principali cause dei tumori più diffusi?

Le cause dell'insorgenza del cancro, si possono differenzia-re a seconda del tipo di tumore. Tuttavia, sembra che ad inne-scare queste circostanze siano soprattutto alcuni fattori comu-ni tra i quali: scorrette abitudini alimentari; sostanze tossiche presenti nei cibi; fumo; inqui-namento ambientale; eccessi-va esposizione ai raggi solari (o lampade abbronzanti); partico-lari attività lavorative a contatto

con sostanze cancerogene; ec-cessiva assunzione di ormoni; anomalie genetiche e somati-che; età biologica; sedentarietà.

Quali sono i tumori più frequenti in Italia?

I tumori che colpiscono mag-giormente la popolazione italia-na sono quelli al colon retto, al polmone, al seno, alla prosta-ta: tuttavia questo non significa che le altre forme tumorali non incidano in modo rilevante sul-la salute e sulla qualità della vita

dei cittadini. Per approfondire ulteriormente i fattori di rischio, le strategie di prevenzione, sin-tomi, diagnosi e trattamenti te-rapeutici consultare il sito www.legatumori.it.

Ci sono alimenti e bevande con proprietà antitumorali?

“Che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina il tuo cibo”. Que-sta antica ma sapiente frase, pronunciata dal medico greco Ippocrate nel 400 a.C., confer-ma che la prevenzione inizia pro-

Prevenire i tumori a tavolaÈ possibile ridurre l’incidenza dei tumori con una corretta alimentazione?

Alimentazione & Benessere

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prio a tavola. Saper scegliere in modo corretto e consapevole, è quindi sinonimo di prevenire. L’American Institute for Cancer Research ha dichiarato come l´insorgenza di un elevato nume-ro di tumori sia imputabile pro-prio a comportamenti alimentari scorretti, ad esempio a causa di eccessive quantità di grassi e di proteine di origine animale, carenza di fibre alimentari, pre-senza in alcuni cibi di sostanze tossiche (nitriti, nitrati, aflatossi-ne), ecc. Tuttavia per prevenire i tumori a tavola la natura ci offre delle sostanze eccezionali chiamate composti fitochimici che sono presenti in particolari alimen-ti e bevande e hanno cioè una

funzione benefica sulla salute umana (in questo caso anti-tu-morale).

Fonti alimentari ricchedi sostenze fitochimiche

/ Aglio e cipolla: sono en-trambi bulbi molto potenti per prevenire e combattere i tumo-ri. Questi vegetali rafforzano le difese immunitarie del nostro organismo e contengono alcu-ni polifenoli, come la quercitina, una molecola che impedisce il proliferare di numerose cellu-le tumorali, oltre all’allicina alla quale vengono attribuite pro-prietà anticancro. Questi prin-cipi attivi sono liberati in seguito

alla frantumazione di questi cibi (ad esempio non avviene se lo spicchio d’aglio viene aggiunto per insaporire le preparazioni e poi rimosso) e in particolare proprio l’aglio è annoverato tra i più antichi medicamenti. An-che la cipolla vanta numerose proprietà: è ricca di sali minera-li, vitamina C e contiene elevate quantità di fibra alimentare con funzione prebiotica, cioè in gra-do di promuovere la crescita di alcuni batteri presenti nell’inte-stino umano. L’azione preventiva di questi bulbi è riservata so-prattutto all’apparato digerente (cancro all’esofago, stomaco ed intestino) e studi recenti stanno dimostrando la loro efficacia an-che per prevenire i tumori alla prostata.

/ Agrumi: la principale pro-prietà dell'arancia è l'alto con-tenuto di vitamina C che, oltre ad aumentare le difese del si-stema immunitario, aiuta a fa-vorire l'assorbimento del ferro e a combattere i radicali liberi, causa dell'invecchiamento delle cellule. L'arancia inoltre svolge anche una potente azione an-tinfiammatoria che migliora la salute dei vasi capillari e dei tes-suti connettivi, mentre i pigmenti naturali che danno alle arance il loro bel colore, svolgono funzio-ni antiossidanti e prevengono i tumori.

/ Alghe: alcuni studi di labo-ratorio hanno dimostrato che le alghe sono in grado di rallentare la crescita delle cellule cance-rose. Questi vegetali fornisco-no quantità minime di calorie, contengono pochissimi grassi e sono un’ottima fonte di protei-ne, sali minerali, vitamine e fibre. Alle alghe sono inoltre ricono-sciute anche altre proprietà: ad esempio liberano l’organismo dalle impurità e dalle tossine, abbassano i livelli pressori, han-no effetti dimagranti, rigeneran-ti, riducono l’assorbimento di zuccheri e trigliceridi e attivano il metabolismo.

/ Avocado: questo alimento tropicale contiene molti fitonu-trienti, elementi antiossidanti che aiutano a liberare la cellula

Dieci consigli per ridurre il rischio del cancro1Mangiare in modo equilibrato, scegliendo cibi genuini preferibilmente da agricoltura biologica;

2Mantenere il peso ideale;

3Effettuare screening;

4Limitare l'assunzione di alcol;

5Non fumare;

6Svolgere regolarmente attività fisica;

7Proteggere la pelle dai raggi solari (o lampade abbronzanti);

8Favorire l’allattamento al seno;

9Evitare sostanze e ambienti potenzialmente cancerogeni;

10Attenzione alla familiarità, molti tipi di cancro sono genetici.

È possibile ridurre l’incidenza dei tumori con una corretta alimentazione?

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Segue dalle pagine 48-49

dai radicali liberi. Presenta inol-tre un ottimo apporto di acido grasso linolenico e omega 3, è ricco di vitamina A, vitamina E, contiene un'elevata quantità di potassio, discrete quantità di fosforo, zinco, magnesio e cal-cio, combatte la depressione e ha poteri antinfiammatori. Atten-zione però alle calorie dell’avo-cado: ben 230 ogni 100 grammi di prodotto.

/ Cacao e cioccolato fon-dente: il cacao ha proprietà an-tiossidanti, antimicrobiche ed antitumorali grazie alla presenza dei polifenoli. Vi si trovano inol-tre alcuni importanti sali minerali tra cui ferro, magnesio, fosforo, potassio, calcio, una bassa pre-senza di sodio e, in particolare il cioccolato, è indicato per coloro che svolgono attività fisica o sot-toposti a stress psicofisico.

/ Cannella: originaria dello Sri Lanka, vanta una storia millena-ria, tanto da essere già utilizzata dagli antichi Egizi. Ancora oggi questa spezia ha proprietà ri-conosciute scientificamente, tra cui quella antitumorale.

/ Cereali integrali: moltissi-me le varietà disponibili in com-mercio e tra quelle più diffuse ci sono il frumento, il riso, il mais, l’orzo, il farro, l’avena, il kamut, la segale, il miglio, la quinoa, l’amaranto. I cereali si possono consumare in chicchi, sotto for-ma di sfarinati, in fiocchi, soffiati, germogliati e, soprattutto se in-tegrali, si consiglia di acquistarli da agricoltura biologica.

/ Crucifere: appartengono a questa famiglia tutte le varietà di cavolo, come ad esempio il cavolfiore, i broccoletti, i cavoli-ni di Bruxelles, il cavolo verza, il cavolo cappuccio, il crescione. Questi vegetali contengono una notevole quantità di sostanze fi-tochimiche che prevengono la formazione dei tumori combat-tendo i radicali liberi (sostanze particolarmente concentrate nei cavolini di Bruxelles) e impedi-scono alle sostanze canceroge-ne di provocare danni alle altre cellule. Per attivare le proprietà di questi oltraggi si consiglia una buona masticazione e una rapi-da cottura.

/ Curcuma: chiamata “zaf-ferano delle Indie” e previene i tumori dello stomaco, intestino,

fegato, seno e ovaie. Possiede inoltre attività antimicrobiche, ipocolesterolemizzanti e an-tiossidanti, oltre a combattere l’Alzheimer.

/ Frutti di bosco: essendo frutti stagionali il loro consumo è limitato, tuttavia contengono diverse sostanze fitochimiche e altri composti in grado di inibire lo sviluppo delle cellule tumorali.

/ Legumi: esistono in com-mercio numerose varietà di le-gumi tra cui lenticchie verdi o rosse, ceci, piselli, fagioli, soia, fave, carrube, arachidi. Tutti i nu-trizionisti consigliano il consumo di legumi o derivati almeno 2-3 volte alla settimana in alternati-va ad alimenti proteici di origine animale. Questi alimenti sono infatti ricchi di fibra, rallentano la velocità di assorbimento degli zuccheri e tengono pulito l’inte-stino, la prima barriera del corpo esposta alle sostanze cancero-gene. Per le sue proprietà antitu-morali tra i legumi spicca la soia. Si raccomanda di acquistare la soia e tutti i suoi derivati da agri-coltura biologica o senza OGM, essendo questo legume uno tra gli alimenti più geneticamente modificato.

/ Olio di semi di lino: molte le caratteristiche di questo olio vegetale. Rafforza il sistema immunitario essendo costituito prevalentemente da omega 3 ed omega 6. L’olio di semi di lino protegge l’organismo da malat-tie cardiovascolari e da alcune malattie infiammatorie-neu-rodegenerative, svolge un’ec-cellente azione antiossidante grazie all’elevato contenuto di vitamina E, possiede proprietà antiemorroidali, anticolitiche e regolatrici della funzione inte-stinale, neutralizza le tossine, le cellule cancerogene e svolge anche un’azione preventiva.

/ Olio extra-vergine d’oliva: è l’olio per eccellenza della tradi-zione mediterranea. Eccellente il suo contenuto di vitamina E che svolge funzioni protettive sull’or-ganismo e di vitamina A. Diversi studi hanno indicato che il con-sumo regolare di olio d’oliva è inversamente correlato a diversi tipi di tumore. L'olio extravergine d’oliva come tutti gli oli vegeta-li, fornisce 900 kcal. (per 100 grammi): quindi va consumato con moderazione.

/ Pesce azzurro: è costituito da una tipologia di carne più di-geribile rispetto ad altri pesci e le caratteristiche organolettiche o l’apporto calorico, si differen-ziano a seconda della varietà consumata. Spesso il pesce è introdotto nell’alimentazione an-che per l’alto contenuto di gras-si di ottima qualità (ad esempio omega-3).

/ Omega 3 a confronto. Ri-sulta interessante notare che piccole quantità di cibi vegetali, ad esempio 2-3 cucchiai di noci fresche sgusciate o 2 cucchiaini di oli vegetali abbiano un conte-nuto molto superiore rispetto ad alcuni pesci ricchi di omega 3. Inoltre la porzione di pesce da assumere per ottenere la stessa quantità di acidi grassi essenzia-li, contenuti nelle grammature di

questi alimenti vegetali citati, deve corrispondere a ben 100 grammi di prodotto. Altre impor-tanti sostanze presenti in questi cibi prevengono le malattie car-diovascolari, riducono i tumori al seno, al pancreas, al colon, alla prostata e aumentano l’efficacia dei trattamenti chemioterapici.

/ Pomodoro: questo ortaggio rappresenta la maggior fonte di licopene, uno tra i più potenti antiossidanti naturali e respon-sabile inoltre del colore rosso. Questo vegetale è inoltre ricco di vitamine idrosolubili, sali mi-nerali, oligoelementi, contiene fibre, acqua e possiede diverse proprietà antitumorali, utili so-prattutto nella prevenzione dei tumori alla prostata.

/ Semi oleosi (noci): sono alimenti altamente energetici e

contengono elevate quantità di lipidi, molti dei quali polinsaturi. Ricchi di sostanze antiossidan-ti, possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo e contrastare l'invecchiamento cutaneo e cel-lulare. Anche le proteine conte-nute in questi semi oleaginosi hanno proprietà terapeutiche: infatti in grado di prevenire e contrastare i fenomeni dell'arte-riosclerosi, oltre ad essere pro-teine di ottima qualità.

Bevande ricche di sostanze fitochimiche

/ Centrifughe vegetali: sono bevande ricche di sostanze nu-tritive molto concentrate, di faci-le assimilazione e preparazione tramite l’utilizzo di una centri-fuga. Gli ingredienti base sono solitamente frutta e verdura fre-

“Che il cibo sia la tua medicinae la tua medicina il tuo cibo”

Alimentazione & Benessere

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sche preferibilmente di stagione e biologica: Il momento ideale del loro consumo è la mattina a digiuno, oppure a stomaco vuo-to in qualsiasi momento della giornata, o prima dei pasti.

/ The verde: è conosciuto e decantato da anni per le sue numerose proprietà antitumo-rali. Il the previene i tumori alla mammella, polmoni, esofago, prostata e contrasta anche il melanoma. Per permettere un’efficace estrazione dei prin-cipi attivi si consiglia un tempo d’infusione di circa 5-8 minuti.

/ Vino rosso: tra le sostanze fitochimiche antitumorali conte-nute in questa bevanda è ne-cessario citare il resveratrolo, composto polifenolico presen-te negli acini dell'uva, nel vino in alcune bacche e semi oleosi.

Un'unica raccomandazione…attenzione a non esagerare sia per gli effetti nocivi causati da un consumo eccessivo di que-sta bevanda, sia per l’appor-to calorico elevato oltre a tutti i conosciuti divieti per coloro che non dovrebbero assolutamente assumere alcun tipo di alcolici. Inoltre l’alcol non è una bevan-da indispensabile per il nostro organismo e non utilizzarlo non comporta alcun tipo di carenza.

Cibi e bevande da evitare per prevenire i tumori

Tutto ciò che ingeriamo diven-ta parte di noi stessi e si riflette inevitabilmente sul nostro stato di salute. Ecco quindi un breve elenco di tutto ciò che dovrebbe essere li-mitato, o addirittura evitato, per

non favorire l’insorgere dei vari tipi di cancro, ma anche per se-guire una corretta alimentazione quotidiana.

/ Salumi: l’eccesso di questi alimenti è responsabile di diversi tumori al colon anche a causa di molti conservanti in essi con-tenuti.

/ Carni: un consumo eccessi-vo di carne, soprattutto se ros-sa, può essere molto pericoloso e favorire l’insorgenza di tumori.Sale: l’utilizzo eccessivo di sale favorirebbe alcuni tipi di tumori come pancreas e stomaco.

/ Latte e derivati: un consu-mo elevato di prodotti caseari può favorire l’insorgere di tumori (soprattutto al seno).

/ Dadi da cucina: sono ricchi

di sale, esaltatori di sapidità e grassi idrogenati, sostanze che, se introdotte in eccesso, sono potenzialmente cancerogene.

/ Grassi idrogenati: abbas-sano il colesterolo buono e in-nalzano quello cattivo: si trovano in moltissimi prodotti industriali.

/ Grassi saturi: coloro che consumano molti grassi saturi di origine animale, presenti nella carne bovina, suina, latte, lattici-ni, uova, salumi hanno più pro-babilità di ammalarsi di tumore.

/ Aflatossine: sono tossine prodotte principalmente da due tipi di muffe che possono pro-vocare tumori al fegato e che si sviluppano in particolari condi-zioni come climi caldi o ecces-siva umidità. I cibi più a rischio sono i cereali, legumi, semi ole-aginosi, ma anche carne, latte e uova se gli animali sono alimen-tati con mangimi contaminati.

/ Vegetali a foglie verdi (bie-tole e spinaci): contengono molti nitrati che nel nostro corpo si legano alle ammine formando le nitrosammine (sostanze can-cerogene). Più trascorre il tem-po dal momento della raccolta di

questi vegetali a quello del loro consumo, più aumenta la con-centrazione di queste sostanze nocive.

/ Dolci e bevande zucche-rate: il loro abuso può provoca-re l’insorgenza di tumori, oltre ad alzare la glicemia con il rischio di diabete.

/ Alcol: l’abuso di questa so-stanza è causa di molti tumori tra cui quelli al fegato, esofago e pancreas.

/ Calcio: introdurre eccessive quantità di calcio può provoca-re diversi tipi di tumori, tra cui il cancro della prostata.

/ Cottura alla brace: questo tipo di cottura libera sostanze cancerogene. La cottura alla brace, se utilizzata frequente-mente, predispone alla for-mazione di diversi tumori. Attenzione inoltre a non annerire troppo gli alimenti.

/ Frittura: temperature molte elevate liberano l’acroleina, altra sostanza altamente canceroge-na.

Rossana MadaschiDietista e Docente di Scienza dell’AlimentazioneCell. +39 347 0332740 - [email protected]

La rubrica è promossa da Punto Ristorazione srl

www.infosostenibile.it Numero 39 - Gennaio/Febbraio 2015 51

Page 52: InfoSOStenibile 39 > Gennaio Febbraio 2015

Appuntamenti dal territorioCalendario Febbraio 2015

Bergamo

■■■ Incontro

4 febbraio Master food: A lezione di Buono, Pulito e Giusto Curno (BG) 20.30 > Coop Il Sole e la Terra A lezione per imparare a scegliere il cibo che acquistiamo e consumiamo tutti i giorni affinché sia buono, pulito e giusto www.slowfoodvalliorobiche.it

■■■ corso

5 febbraio Incontri con il colore Almenno San Salvatore (BG) 17.15 - 18.15 > Coop Lumaca, via Pavoni 7 La pittura ad acquarello come momento di pausa e conoscenza di sé e del mondo; tecnica steineriana [email protected]

■■■ Incontro

6 febbraio Puoi guarire la tua vita Seriate (BG) 20.30 > biblioteca di Seriate Una serata all'insegna della filosofia di Louise Hay, madrina del pensiero positivo [email protected]

■■■ EvEnto

6 febbraio Giornata del Mais 2015 Bergamo 9.30 > Palazzo dei Contratti, Via Petrarca, 10 La prima sessione della Giornata del mais affronta il tema del Mais verso EXPo 2015; Interventi legati a il mercato del mais, il mais come materia prima, qualità e nutrizione [email protected]

■■■ tEAtro

6 febbraio 21 C° - Cosa accade alla temperatura in tempo di crisi Ponteranica (BG) 21.00 > Auditorium, via Valbona 73 Appuntamento con la rassegna "In the mood for" 2014-15 dedicata al teatro contemporaneo; spettacolo a cura della compagnia di teatro Ex Drogheria [email protected]

■■■ Incontro

6 febbraio La Terra è la mia preghiera Nembro (BG) 20.45 > Auditorium Modernissimo, piazza della Libertà Intervento sulla vita di Gino Girolomoni,

padre del biologico; intervengono Massimo orlandi, Maria Girolomoni, Giorgio Fornoni [email protected]

■■■ FIErA

6 > 8 febbraio Bergamo Sposi Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga si rinnova il tradizionale appuntamento con il salone dedicato alle proposte per il giorno più bello. tante proposte e la giusta ispirazione per rendere il giorno del matrimonio indimenticabile [email protected]

■■■ tEAtrI

7 febbraio Sex-machine Albano Sant'Alessandro (BG) 21.00 > Teatro Don Bosco All'interno del festival Albanoarte, Giuliana Musso e “Igi” Gianluigi Meggiorin saranno in scena con lo stupefacente “sex-machine”, regia di Massimo somaglino, spettacolo Premio nazionale della critica 2005 www.albanoarte.it

■■■ tEAtro

7 febbraio Disadance – Spettacolo Bergamo 20.45 > Cineteatro Colognola DisanDance è uno spettacolo di teatro e danza. non è un progetto di arte-terapia. È uno spettacolo di 3 danzatori professionisti e 6 persone con disabilità che in scena raccontano una storia di contrasti. La stratificazione e l’intreccio fra essi facebook: disadance

■■■ Incontro

7 febbraio Cibo tra tradizione e innovazione Bergamo 18.00 > Sede Coop La Terza Piuma, via Divisione Tridentina, 4/A La convivenza della tradizione con le esigenze di alimentarsi in modo leggero, sano e veloce. relatori: Paolo Paganelli e silvia saltarelli www.laterzapiuma.it

■■■ Incontro

10/13 febbraio La gestione del frutteto dal primo impianto alla raccolta Bergamo 20.30 - 22.30 > Sede Parco dei Colli Via Valmarina ciclo di incontri formativi su ambiente, agricoltura e alimentazione organizzati dalla coop Biplano www.cooperativabiplano.it

■■■ corso

11/25 febbraio Il frutteto biologico Bergamo 20.30 - 22.30 > Sede Coop La Terza

Piuma, via Divisione Tridentina Percorso di formazione sull' agri-cultura bio-Diversa; bellezza e benefici del connubio tra ortaggi, fiori e frutti www.laterzapiuma.it

■■■ corso

12/25 febbraio Lezioni di cucina naturale: I Cereali Integrali Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute corso base di cucina naturale a cura di rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it

■■■ corso

12 febbraio Corso base di cucina vegan Bergamo 20.30 > CSC, Borgo Palazzo, 25 Bontà senza crudeltà; introduzione alla cucina vegana http://www.bergamovegan.it/

■■■ Incontro

13 febbraio Il mercato della Porta del Parco si presenta Mozzo (BG) 20.30 > La Porta del Parco, via Masnada tutti i sabati a Mozzo c’è un mercato agricolo di prodotti biologici e locali: chi sono i nostri produttori? Incontro pubblico per conoscere da vicino aziende e prodotti info: 328 7663545

■■■ convEGno

13 > 14 febbraio 59° Convegno filatelico e Convegno Numismatico Bergamo 15.00- 19.00 sab / 9.00 - 19.00 dom, Star Hotels Cristallo Palace In concomitanza con la Mostra filatelica e con il convegno commerciale si terrà il 50° convegno numismatico nazionale, al quale prenderanno parte numerosi tra i principali operatori nazionali del settore www.circolofilatelicobg.it

■■■ InAUGUrAzIonE

14 febbraio Riapertura mercato della Porta del Parco Mozzo (BG) 9.00 > La Porta del Parco, via Masnada In occasione della riapertura del mercato di produttori locali, colazione con brioches artigianali, letture per bambini, pranzo con polenta, formaggi e vino e laboratori di painting e trucco http://www.coopalchimia.it

■■■ corso

14 febbraio La Potatura – Corso Pratico Bolgare (BG) 9.00 - 12.00 Il frutteto di Micheletti Romano corso pratico di potatura presso l'azienda agricola Il Frutteto di Micheletti romano all'interno del ciclo A.A.A. corso Piante da Frutto della coop Biplano www.cooperativabiplano.it

■■■ EvEnto

14 febbraio M'illumino di meno - 11° edizione Nembro (BG) 16.00 > Gherim Gusto Solidale Gherim aderisce alla campagna di risparmio energetico di caterpillar; dalle ore 16 fiabe per bambini e a seguire dalle ore 18,30 apericena con musica acustica

live a lume di candela http://caterpillar.blog.rai.it/milluminodimeno/

■■■ corso

19 febbraio Corso base di cucina naturale: i Legumi Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute Lezione di cucina naturale a cura di rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it

■■■ EvEnto

22 febbraio Futuro Orto Botanico di Astino Bergamo - Tutto il giorno nessuna inaugurazione ma tante attività per vivere lo spazio che ospiterà l'orto Botanico della valle d'Astino. Ingredienti: partecipazione, mani, curiosità e immaginazione. www.ortobotanicodibergamo.it

■■■ Incontro

23 febbraio Introduction to the concept of sustainable development Bergamo 10 - 13 > Università degli Studi di Bergamo In occasione dei seminari 2015 sulle economie solidali del cores, interviene Giovanni orlando in collaborazione con il dottorato Formazione della persona e mercato del lavoro [email protected]

■■■ Incontro

25 febbraio Comunicare il sociale in modo efficace: strategie, linguaggi, strumenti Bergamo 13 - 15 > Università degli Studi di Bergamo In occasione dei seminari 2015 sulle economie solidali del cores, intervengono rossella sobrero in collaborazione con la laura magistrale in comunicazione, Informazione e Editoria [email protected]

■■■ corso

26 febbraio Lezione di cucina naturale: frutta verdura e germogli Bergamo 20.00 - 22.30 > Sede Nutrirsi di Salute corso base di cucina naturale a cura di rossana Madaschi dietista e docente di scienze dell'Alimentazione www.nutrirsidisalute.it

■■■ Incontro

27 febbraio E se mio figlio vuole la "marca"? Bergamo 21.00 > La Terza Piuma, via Divisione Tridentina 4/a come conciliare i propri ideali e la propria etica con i bisogni di individuazione di cui i figli sono portatori? serata di confronto e dibattito aperto sul rapporto tra gli stili di vita e le scelte di consumo dei genitori e quelli dei figli www.laterzapiuma.it

■■■ Incontro

28 febbraio Alla scoperta delle birre bergamasche Nembro (BG) 20.00 > Gherim Gusto Solidale, P.za Libertà La serata sarà guidata da Edgardo rossi

del birrificio valcavallina che ci guiderà in un percorso di degustazione di 4 delle loro birre vincitrici di premi nazionali ed internazionali Facebook: gherimnembro

Brescia

■■■ MostrA

fino al 14 giugno Il cibo nell'arte Brescia 9.00-18.00 mercoledì, giovedì, venerdì; 10-20 sabato e domenica > Palazzo Martinengo, via Musei 3 In occasione di Expo 2015 mostra di 100 dipinti dal 600 a Wahrol, per compiere un viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nella varie epoche www.mostraciboarte.it

■■■ MostrA

1>10 febbraio Vorrei averci pensato prima Brescia Centro commerciale Freccia Rossa Iniziativa sulla sostenibilità ambientale in collaborazione con la cooperativa sociale cauto www.frecciarossa.it

■■■ Incontro

4 febbraio La Turchese Brescia 20.45 > Museo di Scienze Naturali, via Ozanam 4 conversazione a cura di Giovanni corsetti, organizzata dall'associazione Asteria per la gemmologia e mineralogia www.astrofilibresciani.it

■■■ tEAtro

7 febbraio Sul filo delle emozioni Brescia 21.00 > Teatro San Carlino, corso Matteotti 6a recital pianistico con Paolo sarubbi e sergio Isonni 030 47288

■■■ MErcAto

7/14/21/28 febbraio Armadio solidale Castenedolo (BS) 9.00 - 12.00 > Ex istituto Riccardo Pisa, via della Rimembranza 2 ritiro e vendita di abiti e accessori in buono stato www.comune.castenedolo.bs.it

■■■ LEttUrE

8/22 febbraio Letture Letterali Brescia 17.45 > Sala Minelli, via Borgondio 29 Letture Letterali, viaggio tra i libri . Un percorso nella profondità del linguaggio letterario

■■■ corso

11 febbraio L'abc del naturalista Brescia 20.30 > Museo di Scienze Naturali, via Ozanam Prima serata del corso di base sulle scienze naturali

www.infosostenibile.itNumero 39 - Gennaio/Febbraio 201552

Page 53: InfoSOStenibile 39 > Gennaio Febbraio 2015

www.astrofilibresciani.it

■■■ Inontro

11 febbraio La creatività fa bene alla salute Cologne (BS) 21.00 > Biblioteca, piazza Garibaldi 20 Approfondimento alla riscoperta della creatività, per valorizzarla e goderne degli effetti sul benessere psicofisico, a cura della dott.ssa simona volpi opac.provincia.brescia.it

■■■ DAnzA

13 febbraio Map Folding Brescia 21.00 > Sala grande del Teatro Grande Map Folding, spettacolo della shen Wei Dance Arts www.teatrogrande.it

■■■ EnoGAstronoMIA

14 febbbraio Ponte di Legno brinda Ponte di Legno (BS) 14.30 > Cabinovia Degustazione e brindisi in cabinovia [email protected]

■■■ MUsIcA

14 febbraio Divanomachia Breno (BS) 20.30 > Teatro delle Ali Alessandro Ducoli presenta il suo ultimo lavoro discografico Divanomachia- lezioni pratiche di sopravvivenza domestica www.teatrodelleali.it

■■■ MUsIcA

14 febbraio Soul Valentino Palazzolo Sull'Oglio (BS) 21.00 > Teatro sociale, piazza Zamara serata speciale a suon di soul teatrosocialepalazzolo.it

■■■ MUsIcA

15 febbraio Bande musicali in concerto Brescia 16.00 > Auditorium san Barnaba, piazza Arturo Benedetti Michelangeli Per la rassegna Bande musicali in concerto organizzata dall'associazione bande musicali bresciane, concerto del gruppo bandistico Avis di Esine www.abmb.it

■■■ tEAtro

15 febbraio Rivista… e corretta Brescia 16.00 > Teatro Pavoni, via San Eustacchio 8 La picola compagnia stabile di Brescia presenta lo spettacolo rivista …e corretta, regia di Luciano Bertoli 030 318345

■■■ Incontro

20 febbraio "Il gregge sulla neve" Zone (BS) 21.00 > Biblioteca comunale racconto di viaggio a cura di nicola naboni, in collaborazione con Marcello vadori opac.provincia.brescia.it

■■■ tEAtro

21 febbraio I due gentiluomini di Verona Palazzolo Sull'Oglio (BS) 21.00 > Teatro sociale, piazza Zamara spettacolo a cura della compagnia teatro delle Ali

teatrosocialepalazzolo.it

■■■ FIErA

21>24 febbraio Golositalia&Aliment 2015 Montichiari (BS) Centro Fiera del Garda Fiera enogastronomica che valorizza le eccelenze italiane www.golositalia.it

■■■ conFErEnzA

22 febbraio Il Garda e la musica. Musiche e musicisti sul Garda fra passato e presente Salò (BS) 16.00 > Sala Provveditori, lungolago Zanardelli 55 Incontro su "Il Garda e la musica. Musiche e musicisti sul Garda fra passato e presente" a cura di Enrico raggi

Milano

■■■ EvEnto

2 febbraio Festa per il 25° anniversario di “Osterie d’Italia” Sussidiario del mangiarbere all’italiana. Milano 20.00 > Osteria del Treno, Via San Gregorio 46-48 cena con musica, canzoni e un menu proposto da alcune delle osterie, storiche e new entry, della Guida slow Food, insieme a carlo Petrini e testimoni d'eccezione www.osteriadeltreno.it

■■■ FIErA

6 > 8 febbraio Passatempi e passioni Milano 1.00 - 18.30 > Malpensa Fiere, Busto Arsizio (Va) Il salone degli Hobby Femminili per la terza volta in Lombardia www.passatempiepassioni.it

■■■ EvEnto

7 > 16 febbraio Senza atomica Cassano d'Adda (MI) Luoghi vari trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari

■■■ convEGno

12 febbraio WiGreen Milano Il Sole 24 ore, Via Monte Rosa 91 open day della sostenibilità, occasione di confronto, aggiornamento e dibattito sul binomio sostenibilità e convenienza

■■■ FIErA

13 > 15 marzo Fa' la cosa giusta! Milano 9.00 > Fieramilanocity, Viale Lodovico Scarampo, GATE 8 Prodotti, iniziative e nuove pratiche per rendere la vita quotidiana più leggera per noi stessi e per l'ambiente

Bergamo

■■■

Tutti i martedì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Santo Spirito 8.00-12.30 coldiretti tel. 035.4524125

■■■

Dom 8/22 Feb e 8 Mar Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Sant'Anna 8.00-12.30 coldiretti tel. 035.4524125

■■■

Tutti i giovedì Farmers market Campagna Amica Seriate, piazza Alebardi 8.00-12.30 coldiretti tel. 035.4524125

■■■

Tutti i venerdì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Pontida 8.00-12.30 coldiretti tel. 035.4524125

■■■

Tutti i sabati Mercato "bRiologico" Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta 9.00-12.00 [email protected]

■■■

Tutti i sabati Mercato dei produttori locali Mozzo, La Porta del Parco 9.00-12.30 www.coopalchimia.it

■■■

Ogni 1° sabato del mese Mercato agricolo dei produttori locali Stezzano (Bg) 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it

■■■

Ogni 2° sabato del mese Mercato agricolo e non solo Albino (Bg) 8.30-12.30 www.cittadinanzasostenibile.it

■■■

Ogni 3°sabato del mese Mercato agricolo e non solo Bergamo, piazza Pacati Monterosso 8.30-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

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Ogni 3° domenica del mese Mercato agricolo e non solo Sant'Omobono Imagna (Bg) 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

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Ogni 3° domenica del mese Mercato agricolo e non solo A. S. Bartolomeo - San Tomè (Bg) 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

Brescia

■■■

Ogni sabato Mercato Meglio Bio - Cascina Maggia Brescia 8.00-13.00 > Cascina Maggia, v. della Maggia 3 www.labuonaterra.it

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Ogni lunedì Mercato meglio Bio - Toscolano Toscolano Maderno (BS) 8.00-13.00 > Piazza Nassirya www.labuonaterra.it

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1° fine settimana di ogni mese Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) - via Roma

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3° fine settimana di ogni mese (escluso gennaio)

Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) Piazza Matteotti

■■■

Ogni sabato Mercato di Campagna Amica Brescia 8.00-12.30 > via San Zeno 69 www.campagnamica.it

■■■

Ogni sabato (fino a fine dicembre) Mercato agricolo dal produttore al consumatore - km0 Sale Marasino (BS) 8.00-13.00 > Piazza Roma www.campagnamica.it

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Ogni martedì Mercato di Campagna Amica Erbusco (BS) 8.00-12.30 > Piazza Divisione Acqui www.campagnamica.it

■■■

Ogni venerdì Mercato di Campagna Amica Palazzolo Sull'Oglio (BS) 8.00-13.00 > Piazza Zamara www.campagnamica.it

■■■

2^ domenica del mese Mercato di Campagna Amica Lonato (BS) 8.00-13.00 > Centro commerciale Il Leone www.lombardia.coldiretti.it

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Ogni giovedì Mercato Contadino Desenzano del Garda (BS) 8.00-13.00 > Piazza Garibaldi www.comune.desenzano.brescia.it

■■■

Ogni venerdì Mercato47 Brescia 16.00-20.00 > Via Industriale, 10 www.magazzino47.org/mercato47

Calendario Febbraio 2015Mercati Agricoli e Biologici

www.infosostenibile.it Numero 39 - Gennaio/Febbraio 2015 53

Page 54: InfoSOStenibile 39 > Gennaio Febbraio 2015

Ecco le attività che ogni mese vi offrono l informazione green Una rete di oltre 600 punti per promuovere nuovi stili di vita e d impresa

I Punti di distribuzione di infoSOStenibile

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Recapiti Redazione:Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 258559Fax +39 035 [email protected]

San Pancrazio, Palazzolo S/O (BS) - Via XXV Aprile, 6 q030 7480275E [email protected]

ehttp://opac.provincia.brescia.it/library/

Biblioteca “Il Giralibro”

La Biblioteca Scolastica “Il Giralibro” è collocata nel plesso scolastico di San Pancrazio a Palazzolo (Bs), in via XXV Aprile ed è un punto di distribuzione di InfoSOStenibile. Fa capo al 1° Istituto Comprensivo di Palazzolo S/O. Aderisce al Sistema Bibliotecario Ovest Bresciano e alla Rete Bibliotecaria Bresciana.

SAN PANCRAZIO (BS)

Bergamo - via Borgo Palazzo 51q 035 270760E 035 320843e www.sas.bg.it

Cinema Teatro del Borgo

Il cinema Teatro del Borgo situato nel centro di Bergamo nel quartiere di Borgo Palazzo, è un punto di riferimento per il cinema di qualità della città da più di vent'anni. La programmazione alterna prime visioni a rassegne ed eventi speciali che coinvolgono gli appassionati di cine-ma, come “pomeriggio al cinema”, “I capolavori del cinema su grande schermo”, “cinema e ambiente”e “cinecoaching”.

BERGAMO

Milano – Via Vittadini, 6q 02 58437901E [email protected] www.lacieca.it

La Cieca - Enoteca con mescita

Un'enoteca dove il vino è il vero protagonista e ogni tanto si spoglia del suo nome e della sua etichetta per offrire degustazioni “alla cieca”. In un calice nero solo i sensi sapranno guidarvi alla scoperta delle tante cantine biologiche e biodinamiche. Ogni sera in mescita circa 25 etichette da abbinare a piccoli sfizi o taglieri di salumi e formaggi.

MILANO > Zona Bocconi

Bergamo - via Boccaleone, 17c q035 362 960E [email protected]/

Alchimia Coop Sociale

La cooperativa sociale Alchimia è nata a Bergamo nel 1986 impie-gando le sue energie nel campo della prevenzione primaria rivolta a preadolescenti e adolescenti. Negli anni, grazie all’impegno, passione e professionalità dei suoi soci e lavoratori, la cooperativa si è evoluta, sapendo offrire risposte nuove e concrete ai bisogni e alle problema-tiche sociali emergenti.

BERGAMO

Bolgare (BG) - Via delle Industrie, 14 q 035 4423768E [email protected] www.marlegno.it

Marlegno

Marlegno - Prefabricated Wooden Buildings è specializzata nella pro-gettazione e costruzione di abitazioni prefabbricate di legno e grazie alla propria esperienza e know-how garantisce ai propri Clienti elevati standard qualitativi di risparmio energetico, comfort abitativo e cura del dettaglio, nel pieno rispetto dell’ambiente.

BOLGARE (BG)

Bergamo - Via Borgo Santa Caterina, 11 A f www.facebook.com/parcofashione www.parcofashion.eu/

Par.Co Denim

Il primo green concept store di Par.Co Denim, l’atelier dove acquistare capi d’abbigliamento eco e alla moda. L’innovazione è la forza motri-ce di questo progetto nato nel 2012 con l’obiettivo di fare qualcosa di concreto per la natura. Tutti i capi vengono realizzati utilizzando tecniche di lavorazione ecologiche e nel totale rispetto dei lavoratori.

BERGAMO

Bergamo - via Masone, 3q 035 237714E [email protected] www.happysalad.menu

Happy salad

L'insalata è il nutrimento più vicino alla natura e la sua bontà è sinonimo di freschezza, sana ali-mentazione e fantasia. Happy salad è l’ideale per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare a una dieta equilibrata. Una combinazione di gusto, prodotti green e a kilometro zero da con-sumare di-rettamente in negozio, oppure tramite i servizi Take away o la consegna a domicilio.

BERGAMO

www.infosostenibile.itNumero 39 - Gennaio/Febbraio 201554

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F O R M A T O E U R O P E O

P E R I L C U R R I C U L U M

V I T A E

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome PIER LUIGI

Indirizzo BERGAMO, VIA E. BASCHENIS, 12 - 24122

Telefono