INFORMAZIONI RELATIVE ALL’INTERVENTO PER ANEURISMA … · Chirurgia dell’aorta toracica...

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INFORMAZIONI RELATIVE ALL’INTERVENTO PER ANEURISMA DELL’AORTA TORACICA

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  • INFORMAZIONI RELATIVE

    ALL’INTERVENTO PER

    ANEURISMA DELL’AORTA

    TORACICA

  • COS’E’ UN ANEURISMA DELL’AORTA TORACICA?

    L’aneurisma è una dilatazione permanente di un’arteria, con modificazione

    della normale struttura della sua parete. In questo caso è interessata l’aorta, la

    più grossa arteria del corpo umano; essa origina dal cuore, sale dapprima in

    alto verso il collo (aorta ascendente), poi compie un’ampia curva (arco),

    scende lungo il torace (aorta toracica discendente) e, attraverso il diaframma,

    arriva sino all’addome (aorta addominale). Nell’aorta passa tutto il sangue

    pompato dal cuore e da essa prendono origine tutte le grosse arterie che lo

    distribuiscono agli arti, al cervello e agli organi addominali (fegato, tubo

    digerente, reni).

    a.illiache

    a. addominale

    a. toracica

    discendente

    arco

    a. ascendente

  • QUALI SONO LE CAUSE DELLA DILATAZIONE?

    L’aterosclerosi è una delle cause più frequenti di dilatazione aneurismatica

    dell’aorta; colpisce soprattutto i fumatori, i diabetici, le persone con la

    pressione alta (ipertesi) e quelli con alti valori di

    colesterolo nel sangue (dislipidemici).

    Alcune malattie sistemiche (sindrome di Marfan) e alcune infezioni (sifilide) si

    accompagnano ad alterazioni strutturali della parete aortica che la rendono più

    debole e suscettibile di dilatazione.

    La rottura degli strati più interni della parete può portare alla formazione di una

    sacca allungata (dissezione aortica), che con il tempo tende ad espandersi e a

    divenire aneurismatica.

    PERCHE’ E QUANDO SI DEVE OPERARE UN ANEURISMA

    DELL’AORTA?

    La dilatazione dell’aorta, sia toracica che addominale, costituisce un pericolo

    per la vita.

    Superata una certa dimensione, essa tende rapidamente ad aumentare di

    volume e le pareti si assottigliano progressivamente; conseguenza di ciò è la

    concreta possibilità di una sua rottura improvvisa con emorragia, massiva e

    incontrollabile, che può portare in pochi minuti alla morte.

    Tale rischio aumenta in maniera statisticamente significativa quando

    l’aneurisma supera i 5 centimetri di diametro.

    La comparsa, spesso improvvisa, di una sintomatologia dolorosa in un

    aneurisma anche di dimensioni inferiori, deve far sospettare una sua rapida

    espansione e la formazione di fessurazioni nella parete in una situazione di

    rottura incipiente.

    Adesi alla parete della dilatazione sono spesso presenti trombi (coaguli) che il

    flusso sanguigno può staccare e spingere in avanti sino ad occludere altri vasi

    più piccoli. Originano così tromboembolie (al cervello, ai reni, all’intestino, alle

    gambe) anch’esse potenzialmente mortali o gravemente invalidanti.

  • Nella sua espansione, l’aneurisma può comprimere o erodere strutture

    adiacenti provocando sia semplici sintomi dolorosi (erosioni delle vertebre) che

    danni dalle conseguenze anche gravi (lesioni dei bronchi o della trachea, di

    vasi venosi, ecc).

    Da quanto detto, l’indicazione all’intervento viene posta quando l’aneurisma

    supera i 5 centimetri di diametro, quando ci sono forti sospetti di una sua

    rottura incipiente, dopo episodi ripetuti di tromboembolie o dimostrazione di

    compressioni o erosioni in organi vicini. In alcune circostanze un diametro di

    4.5 cm circa è sufficiente a giustificare l’intervento chirurgico. Infatti solo

    l’eliminare il tratto dilatato e a sostituirlo con una protesi artificiale può

    eliminare i rischi sopra menzionati.

    COME VIENE ESEGUITO L’INTERVENTO?

    Quando è dilatata l’aorta nel suo tratto toracico (ascendente, arco e toracica

    discendente) è il cardiochirurgo ad eseguire l’intervento.

    Se invece è interessata solo l’aorta addominale, l’intervento viene, in genere,

    eseguito o dal chirurgo vascolare o da quello generale.

  • L’operazione rientra tra gli interventi di chirurgia maggiore e viene eseguita in

    anestesia generale con monitoraggio intra- e postoperatorio di tutte le funzioni

    vitali.

    Prima di essere addormentato vengono inserite delle agocannule in alcune

    vene del braccio, per l’infusione di farmaci e in un’arteria, per la misurazione

    costante della pressione del sangue.

    La sede dell’incisione varia a seconda del settore di aorta dilatato.

    aneurisma

    aorta

    ascendente

    protesi

    aneurisma aorta

    ascendente

    insufficienza

    aortica

    protesi con

    valvola

    reimpianto della

    coronaria

    aneurisma arco

    aortico

    aneurisma arco

    aortico

    rimpianto vasi

    epiaortici

    protesi

  • Chirurgia dell’aorta ascendente e dell’arco – E’ richiesta un’apertura

    longitudinale (verticale) della parete anteriore del torace attraverso lo sterno,

    che viene tagliato in due parti.

    Questa incisione è chiamata sternotomia mediana verticale e attraverso essa,

    il chirurgo può vedere tutto il cuore, l’aorta ascendente e buona parte dell’arco.

    L’intervento richiede che il Paziente sia connesso alla macchina cuore-

    polmone.

    Per far ciò vengono inserite due cannule; quella venosa porta il sangue alla

    macchina e viene inserita nell’atrio destro; quella arteriosa lo riporta,

    ossigenato, al paziente e a seconda della patologia che si deve trattare, viene

    inserita nell’aorta ascendente o all’inguine, nell’arteria femorale.

    Avviata la circolazione extracorporea, il cuore può essere fermato con una

    speciale miscela di sostanze chimiche chiamato cardioplegia. Il tratto di aorta

    dilatato viene asportato e sostituito con una protesi artificiale tubulare.

    Nei casi in cui coesiste una insufficienza della valvola aortica, anche questa

    deve essere sostituita con una protesi (intervento di Bentall) e le arterie

    coronarie vanno reimpiantate sulla protesi tubulare.

    Un’ulteriore variante tecnica prevede, rispetto all’intervento di Bentall, la

    conservazione della sola valvola aortica (intervento di Yacoub). Negli interventi

    all’arco è necessario reimpiantare le arterie che portano il sangue al cervello e

    agli arti superiori. Questi interventi, oltre alla circolazione extracorporea,

    richiedono

    tecniche di ipotermia profonda, di arresto di circolo e di protezione cerebrale.

    Terminata la sostituzione del tratto dilatato, il cuore viene riperfuso, ricomincia

    spontaneamente a contrarsi e a pompare il sangue nell’organismo.

    E’ possibile quindi staccare il Paziente dalla macchina.

  • Chirurgia dell’aorta toracica discendente – In questo caso l’accesso si

    realizza mediante un’incisione nella parete laterale sinistra del torace

    (toracotomia laterale).

    Quando l’aneurisma è esteso anche all’aorta addominale, l’incisione di

    accesso sarà estesa anche all’addome attraverso il diaframma (toraco-freno-

    laparotomia).

    Anche in questo caso l’aorta malata viene interamente rimossa e sostituita da

    una protesi tubulare artificiale.

    A livello toracico vengono reimpiantate (quando è possibile) le arterie che

    nutrono il midollo spinale; a livello addominale vengono reimpiantate le arterie

    dell’apparato digerente e dei reni. In queste circostanze l’impiego o meno della

    circolazione extracorporea viene valutato caso per caso.

  • QUALI SONO I RISCHI E LE POTENZIALI COMPLICAZIONI?

    Come per tutte le procedure chirurgiche, ci sono certi rischi che un Paziente

    dovrebbe conoscere prima dell’intervento.

    La dimensione del rischio varia in base alle specifiche condizioni di salute di

    ogni individuo.

    Di fondamentale importanza sono le condizioni generali del paziente, la sua

    efficienza cardiaca, circolatoria, polmonare e renale. Il cardiologo e il

    cardiochirurgo possono valutare tali rischi e meglio informare il paziente.

    Oggi i rischi di emorragia, trombosi, embolia, lesioni agli organi, ai nervi, ai

    vasi sanguigni e le infezioni sono diventati più rari che in passato.

    In generale, quando l’aneurisma è limitato all’aorta ascendente esso presenta

    problematiche proprie di ogni intervento a cuore aperto. Il coinvolgimento

    dell’arco aortico introduce il rischio addizionale di interferenza con la

    circolazione cerebrale, quindi vi è necessità di proteggere il cervello con il

    raffreddamento (che riduce il fabbisogno di ossigeno) e con la circolazione

    sanguigna mantenuta temporaneamente da una macchina.

    In seguito alla necessaria temporanea interruzione della circolazione del

    sangue nell’aorta toracica discendente ed alla eventuale difficoltà a reperire le

    arterie del midollo spinale da reimpiantare sulla protesi, si possono

    determinare lesioni al midollo con conseguente paralisi trasversale

    temporanea o permanente.

    La ridotta irrorazione ai reni può condurre in alcune circostanze ad una

    insufficienza renale che può complicare il decorso postoperatorio e rendere

    necessario il ricorso al trattamento con dialisi per un periodo limitato o

    prolungato.

  • L’apertura del torace o dell’addome attraverso il diaframma può complicarsi

    con quadri più o meno gravi di insufficienza respiratoria postoperatoria e

    richiedere assistenza respiratoria meccanica prolungata.

    Le probabilità di successo del trattamento, in assenza di complicanze, sono

    del 97% (percentuale di insuccesso del 3%).

    ESISTONO OGGI ALTERNATIVE ALLA CHIRURGIA?

    Allo stato attuale non esistono alternative alla chirurgia nel trattamento degli

    aneurismi dell’aorta ascendente, eventualmente estesi all’arco. Le dilatazioni

    dell’aorta toracica discendente ed in alcuni casi particolari dell’arco aortico,

    vengono sempre più spesso trattati con l’introduzione di una endoprotesi

    attraverso il cateterismo dell’arteria femorale all’inguine.

    Maggiori dettagli possono esserLe forniti dal suo chirurgo di fiducia.

    Gli eventuali vantaggi potrebbero essere l’annullamento del rischio di rottura

    dell’aneurisma, quindi di morte improvvisa.

    GLI ESITI PREVEDIBILI DEL MANCATO TRATTAMENTO

    Il paziente che dovesse decidere di non affrontare l’intervento una volta

    raggiunta l’indicazione al trattamento chirurgico e di proseguire la sola terapia

    medica con farmaci anti ipertensivi, deve essere consapevole che si espone

    ad un rischio elevato e crescente nel tempo di rottura improvvisa

    dell’aneurisma, con conseguenze molto probabilmente fatali. Un mancato

    trattamento comporterebbe la progressiva dilatazione dell’aneurisma e la

    possibilità di una sua rottura con conseguente rischio di morte

  • Dopo aver letto tutte le informazioni di base sull’intervento a cui dovrà essere

    sottoposto, Le vengono ora illustrati i possibili rischi e complicanze che

    l’operazione può comportare.

    RISCHIO OPERATORIO.

    Il rischio dell’intervento dipende dalle Sue condizioni cardiache, dalle Sue

    condizioni generali, dalla presenza di altre patologie concomitanti e dallo stato

    funzionale dei principali organi ed apparati dell’organismo.

    POSSIBILI COMPLICANZE OPERATORIE E POST-OPERATORIE.

    Nonostante la massima premura e l’applicazione delle tecniche più aggiornate

    è possibile che durante e dopo l’operazione si manifestino delle complicanze,

    che verranno diagnosticate e trattate immediatamente.

    Se il Suo caso richiede l’impiego della circolazione extracorporea va tenuto

    presente che, pur avendo raggiunto oggi livelli sofisticati e un grado notevole

    di sicurezza, tale metodica altera temporaneamente i normali meccanismi

    fisiologici ed espone tutti gli organi ed apparati dell’organismo (cervello,

    polmone, intestino, rene, etc.) a possibili danni, con quadri di gravità variabile.

    Di regola essi si traducono in disfunzioni non gravi e completamente reversibili

    ma, seppur di rado, possono evolvere sfavorevolmente, fino alle forme

    gravissime intrattabili ed irreversibili di compromissione multiorgano con esito

    mortale.

    Il rischio di lesioni (per es. ai vasi sanguigni o ai nervi) è elevato quando siano

    presenti circostanze anatomiche inconsuete o zone estese di deformità fisica.

    QUALI SONO I RISCHI SPECIFICI DI UN

    INTERVENTO SUL CUORE

  • La posizione che il corpo deve assumere durante l’intervento può causare

    lesioni ai tessuti deboli (pelle, decubiti in regione sacrale e calcaneare, nervi)

    che di solito guariscono nel giro di poche settimane, ma raramente lasciano

    disturbi permanenti (per es. dalla sensazione di intorpidimento fino alla

    paralisi).

    La separazione e la divaricazione dello sterno possono determinare stiramenti

    del plesso nervoso brachiocefalico ed alterazioni ossee della gabbia toracica.

    Dopo e durante l’operazione Lei sarà sottoposto, per un certo numero di ore, a

    respirazione artificiale, a costante controllo dei parametri vitali e a terapia

    intensiva post-operatoria.

    Il tempo di degenza in sala di terapia intensiva potrà variare in rapporto

    alle Sue condizioni e alle Sue necessità di controllo e terapia.

    Bisogna tener conto di complicazioni che oggi sono molto rare ma in alcuni

    casi possono essere anche mortali, del tipo:

    insufficienza cardiocircolatoria non controllabile con i farmaci, per la quale

    bisogna ricorrere a sistemi meccanici di supporto. Nella maggior parte dei casi

    si utilizza la contropulsazione aortica che consiste in un sostegno alla

    circolazione attraverso l’inserimento di un catetere in un’arteria femorale. La

    procedura può complicarsi con fenomeni tromboembolici e di ischemia agli arti

    inferiori anche gravi, molto rari nella popolazione generale, più frequenti in

    pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva. In casi estremi di gravissima

    insufficienza cardio-respiratoria si può ricorrere a sistemi di assistenza

    circolatoria estrema le cui complicanze sono sovrapponibili a quelle della

    circolazione extra corporea intraoperatoria.

    occlusione improvvisa di un by-pass coronarico con l’eventuale necessità di

    un nuovo intervento chirurgico;

    malfunzionamento di protesi valvolare;

    infarto cardiaco direttamente connesso con l’operazione;

  • paralisi (temporanee o permanenti) alle braccia o/e alle gambe (per

    esempio a causa di una irrorazione sanguigna insufficiente);

    complicanze dell’apparato gastro-intestinale;

    complicanze cerebrali (conseguenza: disturbi del linguaggio e dei

    movimenti fino al coma) provocate da una irrorazione sanguigna difettosa

    dovuta a disturbi circolatori o embolie;

    trombosi, embolia (formazione di emboli e conseguente occlusione di vasi);

    emorragie: dalle suture chirurgiche e/o da anomalie della coagulazione del

    sangue;

    infezioni, suppurazione e guarigione ritardata delle ferite, che potrebbero

    richiedere l’utilizzo di medicazioni specifiche (ad esempio spugna con

    aspirazione negativa controllata);

    aritmie intrattabili o forme che possono richiedere ulteriori medicinali o

    l’impianto di un pace-maker;

    versamento di liquidi nella cavità pleurica e/o nel pericardio, che deve

    essere drenato. Il versamento pleurico viene drenato con una aspirazione

    tramite puntura in anestesia locale (toracentesi). Molto raramente la procedura

    può complicarsi con pneumotorace, emotorace, lesioni di organi intra

    addominali.

    raucedine (raramente affanno) in caso di paralisi delle corde vocali;

    respiro corto dovuto alla paralisi del diaframma;

    complicanze bronco-pneumoniche serie che possono richiedere

    intubazione prolungata ed eventuale necessità di eseguire tracheotomia. La

    tracheotomia consiste in una cannulazione della trachea attraverso

    un’incisione anteriore sul collo: la procedura molto raramente può essere

    complicata da lesioni vascolari, infezioni, stenosi cicatriziali;

    Interposizione di aria o miscela di gas del ventilatore tra la parete toracica

    ed il polmone (pneumotorace) o di perdita di sangue nelle pleure (emotorace)

    che possono richiedere il posizionamento di un tubo di drenaggio all’interno

  • del torace. Questa manovra può complicarsi molto raramente con lesioni

    vascolari o di organi intra addominali;

    complicanze renali che possono richiedere trattamento dialitico transitorio o

    permanente.

    Possono inoltre rendersi necessarie altre operazioni, per esempio la riapertura

    del torace per un trattamento emostatico, per la stabilizzazione di uno sterno

    non ancora risanato, per la correzione di una cicatrice esteticamente poco

    piacevole o successivamente, per un nuovo intervento ai vasi coronarici.

    TRASFUSIONE DI SANGUE ED EMODERIVATI.

    Per ogni intervento bisogna avere pronte a disposizione delle riserve di

    sangue e plasma in quanto può rendersi necessaria terapia trasfusionale.

    La trasfusione di sangue ed emoderivati rappresenta una terapia non esente

    da rischi sia per malattie infettive che per reazioni immunologiche.

    Esiste il rischio di epatite che è pari a 1/205.000 unità trasfuse nel caso di

    epatite B e a1/2.000.000 nel caso dell’epatite C. Il rischio di HIV-AIDS che è

    statisticamente bassissimo (1/2.000.000), così come il rischio di altre malattie

    trasmesse da virus e batteri. Vi è inoltre il rischio di reazioni trasfusionali, in

    particolare di tipo immunitario e la possibilità di indurre immunodepressione e

    conseguente maggior facilità di contrarre infezioni.

    Tutte queste possibilità sono molto rare in quanto vengono sempre eseguite

    tutte le indagini prescritte dalla Legge sul sangue del donatore onde rendere la

    terapia più sicura possibile.

    Bisogna tenere conto che la terapia trasfusionale viene eseguita solo in caso

    di stretta ed assoluta necessità e che vengono correntemente impiegate tutte

    le metodiche alternative (autotrasfusione intraoperatoria, emodiluizione,

  • recupero intraoperatorio e postoperatorio del sangue) applicabili in rapporto

    alla condizione clinica del paziente.

    ECOCARDIOGRAFIA TRANSESOFAGEA

    L’ecocardiografia transesofagea consiste nell’introduzione nell’esofago di una

    sonda analoga a quella per l’endoscopia digestiva.

    Tale sonda contiene un trasduttore ad ultrasuoni che permette di ottenere

    immagini delle strutture cardiache e dei flussi intracardiaci in maniera molto

    più accurata rispetto all’esame ecocardiografico standard. Infatti l’esofago si

    trova vicino al cuore ed all’aorta e gli ultrasuoni non incontrano ostacoli o

    interferenze.

    L’esame non presenta particolari rischi ed è eseguito routinariamente in

    Cardiochirurgia. Sono segnalati rarissimi

    casi di perforazione della mucosa esofagea o gastrica.

    Ogni individuo reagisce all'intervento chirurgico in maniera differente. Lei é un

    individuo unico! Nonostante ciò, si possono fare alcune considerazioni di

    carattere generale.

    E’ PERFETTAMENTE NORMALE…

    Non avere molto appetito: tornerà come prima in alcune settimane. Molti

    pazienti notano che la percezione del gusto é ridotta o quasi assente e alcuni

    lamentano nausea all'odore del cibo. Anche questi problemi si risolveranno

    entro 1-2 settimane.

    COSA SUCCEDE DOPO UN INTERVENTO

    CHIRURGICO SUL CUORE

  • Sentire dei gonfiori: può essere d'aiuto mantenere il più possibile le

    gambe sollevate. E' consigliabile indossare le calze elastiche, se queste

    vengono prescritte.

    Avere difficoltà a dormire nelle ore notturne: si può avere difficoltà nel

    prendere sonno, oppure può succedere di svegliarsi verso le 2-3 di notte e non

    riuscire più a riaddormentarsi. Con il tempo la situazione migliorerà. Può

    essere d'aiuto assumere una compressa antidolorifica o un ansiolitico prima di

    coricarsi.

    Avere problemi di stipsi: può essere utilizzato un lassativo a scelta.

    Conviene assumere più frutta e fibre (verdura) con la dieta.

    Avere sbalzi d'umore e sentirsi depressi: ci saranno giorni migliori e

    giorni più difficili. Non bisogna scoraggiarsi, perché andrà meglio con il tempo.

    Avere una tumefazione alla sommità dell'incisione chirurgica: questa

    scomparirà con il tempo; si tratta di una situazione normale.

    Avvertire un occasionale rumore di click o una inconsueta sensazione

    nel torace nei primi giorni dopo l'intervento: questo dovrebbe verificarsi più

    raramente con il passare del tempo e scomparire nell'arco di alcune settimane.

    Se dovesse peggiorare, meglio consultare il proprio medico.

    Sentire dolore muscolare o tensione alle spalle o nella zona centrale

    del dorso: anche da questo disturbo, che si risolverà spontaneamente, si può

    trarre giovamento con l'assunzione di farmaci antidolorifici o antiinfiammatori

    QUINDI:

    Ricordi che occorrono circa 4-6 settimane per cominciare a sentirsi

    meglio.

    Ricordi di assumere regolarmente i farmaci come consigliato dal medico.

    Ricordi, se ancora presenti alla dimissione, di farsi rimuovere le suture

    della ferita toracica dopo 10-20 giorni (o quando consigliato dal medico).

  • CURA DELLE FERITE

    Durante il ricovero segua le istruzioni del personale.

    La maggior parte dei chirurghi ritiene che, dopo la dimissione, sia corretto

    lavare la ferita chirurgica quotidianamente con sapone neutro ed acqua

    tiepida.

    Evitare lo sfregamento. Normalmente, 10-20 giorni dopo l'intervento le suture

    possono essere rimosse.

    Le ferite chirurgiche possono abbronzarsi facilmente: si consiglia pertanto di

    non esporle direttamente al sole nel primo anno perché potrebbero diventare

    permanentemente scure.

    Salvo precisa indicazione del medico, non applichi alcuna lozione,

    crema, olio o polvere.

    Controlli le sue ferite ogni giorno. Si rivolga al medico nel caso notasse quanto

    segue:

    rammollimento a livello della linea di incisione

    arrossamento o gonfiore intorno ai margini della linea di incisione

    fuoriuscita di liquido

    febbre persistente

    FARMACI

    Al momento della dimissione le saranno prescritti alcuni farmaci; li assuma

    esattamente come prescritti dal medico. Conservi nel portafoglio o nella

    borsa una lista dei farmaci con il dosaggio e l'orario di assunzione.

    Non prenda altri farmaci senza consultare il suo medico.

    EFFETTI COLLATERALI:

    E' importante sapere che i farmaci possono causare effetti collaterali. Se

    avverte uno dei seguenti sintomi, contatti telefonicamente il suo medico:

    Eccessiva nausea, diarrea, stitichezza o dolore allo stomaco

  • Vomito

    Vertigini o sensazione di stordimento durante la stazione eretta

    Confusione

    Formicolio alle mani e ai piedi

    Frequenza del polso estremamente bassa o alta

    Rash (arrossamento diffuso) cutaneo

    Sanguinamento o comparsa di chiazze ecchimotiche

    PROBLEMI DOPO LA DIMISSIONE

    Problemi che richiedono una valutazione immediata (tramite 118):

    Dolore toracico (angina)

    Battito cardiaco con frequenza superiore a 150/min associato a difficoltà

    respiratoria, oppure percezione di battito irregolare

    Difficoltà respiratoria che non recede con il riposo

    Brividi o febbre

    Sangue rosso vivo con la tosse

    Improvviso torpore o debolezza alle braccia o alle gambe

    Improvvisa, severa cefalea

    Sensazione di svenimento

    Intenso dolore addominale

    Comparsa di nausea, vomito o diarrea

    Emissione di sangue vivo con le feci

    Problemi urgenti (contattare il Medico):

    Incremento ponderale di più di 1 Kg al giorno per due giorni

    Peggioramento del gonfiore alla caviglia o comparsa di dolore alle gambe

    Difficoltà respiratoria

    Intenso dolore durante l'inspirio profondo

  • Febbre superiore a 38° in due misurazioni nella giornata

    Persistente sanguinamento o fuoriuscita di liquido dalla ferita chirurgica

    Cicatrici arrossate, calde, gonfie

    Rash cutaneo

    Marcata spossatezza

    Attacco gottoso acuto

    Dolore al polpaccio che peggiora stirando i muscoli o rialzando la gamba

    Disturbi nella minzione, bruciore o presenza di sangue nelle urine

    ATTIVITA' FISICA:

    Sospenda immediatamente ogni attività se dovesse avvertire difficoltà

    respiratoria, battito cardiaco irregolare, sensazione di svenimento o

    vertigine o dolore toracico. Stia a riposo finché i sintomi regrediscono.

    Se non si dovessero risolvere entro 20 minuti, si rivolga al Suo medico.

    Doccia

    Potrà fare la doccia dopo la rimozione delle suture. Eviti di immergersi nella

    vasca da bagno finché la ferita non sarà completamente guarita. Si consiglia di

    evitare l'acqua molto calda.

    Abiti

    Indossi vestiti comodi che non stringano le ferite chirurgiche.

    Riposo

    Per un buon recupero Lei necessita di un equilibrio tra il riposo e l'esercizio.

    Programmi dei momenti di riposo alternati ai periodi di attività e se necessario

    si conceda un breve sonno. Riposare significa anche stare seduti tranquilli per

    20-30 minuti. Riposi mezz'ora dopo i pasti prima di fare un esercizio fisico.

  • Camminare

    Questa é una delle migliori forme di esercizio, in quanto stimola la circolazione

    sistemica e quella cardiaca. E' importante incrementare gradualmente la

    propria attività fisica. Cammini secondo il suo passo. Si fermi e riposi se si

    sente stanco. Pianifichi le attività nel corso della giornata e cerchi di non fare

    troppe cose nello stesso tempo. Se fa freddo, indossi una sciarpa per coprire

    naso e bocca.

    Scale

    Salvo controindicazione del medico, lei può salire, lentamente, le scale. Si

    fermi e riposi se si sente stanco. Se usa il corrimano cerchi di non sollevarsi

    con le braccia. Usi le gambe.

    Attività sessuale

    Salvo controindicazioni del medico, potrà riprendere una normale vita

    sessuale non appena si sentirà bene, di solito da 2 a 4 settimane dopo la

    dimissione. Si rivolga al personale medico e paramedico per informazioni più

    dettagliate.

    Guidare

    Lei può viaggiare in macchina come passeggero in qualsiasi momento. Eviti di

    guidare, andare in bicicletta per strada o guidare motociclette nelle prime sei

    settimane dopo l'intervento. Questo é il periodo di tempo che richiede lo sterno

    per guarire. Anche i Suoi movimenti dovrebbero essere limitati e lenti in questo

    periodo. In caso di viaggio, faccia una sosta ogni due ore e cammini per

    qualche minuto.

    Portare pesi

    Si consiglia di non esercitare forza o trazione sullo sterno, mentre é in fase di

    guarigione. Eviti di trainare, spingere o tirare qualsiasi oggetto di peso

    superiore a 5 Kg per sei settimane dopo l'intervento. Ciò include portare

  • bambini, borse, falciare l'erba, passare l'aspirapolvere o spostare mobili. Non

    trattenga il respiro

    durante un movimento, specialmente se sta trainando qualcosa o se deve

    urinare o defecare.

    Lavoro

    Si sottoponga ad una visita di controllo prima di tornare al lavoro; la maggior

    parte dei pazienti comincia a sentirsi in grado di tornare al lavoro 6-12

    settimane dopo l'intervento.

    QUANDO RIPRENDERE LE PROPRIE ATTIVITA' ABITUALI.

    Fino alla sesta settimana (Ricordi che tutte queste attività devono richiedere

    uno sforzo inferiore all'equivalente di circa 5 Kg di peso nelle prime sei

    settimane dall'intervento)

    Lavori domestici leggeri: spolverare, apparecchiare la tavola, lavare le

    stoviglie, piegare la biancheria.

    Giardinaggio leggero: invasare e potare le piante.

    Cucito, lettura, cottura dei cibi, salire le scale, piccoli lavori meccanici, fare

    shopping, andare al ristorante o al cinema, andare in chiesa, camminare,

    guardare gare sportive, fare cyclette (con i limiti previsti dal medico), lavarsi i

    capelli, giocare a carte

    Visitatori: limiti il numero dei visitatori nelle prime due settimane. Se si sente

    stanco, si ritiri e riposi. I Suoi visitatori comprenderanno.

    Dopo sei settimane

    Ritorno al lavoro con orario ridotto (se il Suo lavoro non richiede

    spostamento di pesi)

    Lavori domestici più pesanti: passare l'aspirapolvere, spazzare i pavimenti,

    fare lavatrici.

  • Giardinaggio: falciare l'erba, rastrellare le foglie.

    Stirare, viaggiare, pescare, fare aerobica soft, portare cani al guinzaglio,

    guidare l'automobile, andare in barca.

    Dopo tre mesi

    Lavori domestici pesanti: pulire i pavimenti

    Giardinaggio pesante: spalare la neve, zappare

    Giocare a calcio, tennis, bowling, golf, andare a caccia, in bicicletta,

    correre, guidare la motocicletta, tirare pesi, nuotare, fare sci nautico, fare

    immersioni subacquee.

    Linee guida per l’attività fisica

    1. Sospenda ogni attività se dovesse avvertire difficoltà respiratoria, vertigini,

    crampi alle gambe, stanchezza inusuale e/o dolore toracico (angina). Avvisi il

    Suo medico se questi sintomi persistono.

    2. Se la sua frequenza del polso alla fine dello sforzo fisico supera di 30 battiti

    al minuto la frequenza a riposo significa che lo sforzo é stato eccessivo. Per

    correggere questa situazione lei avrà bisogno di modificare il prossimo ciclo di

    esercizio.

    Valutazione del polso

    Il controllo della frequenza cardiaca aiuta a svolgere le sue attività

    mantenendo un range di frequenza "sicuro".

    Per misurare il polso, posizioni il dito indice e medio sulla parte bassa del

    polso dal lato del pollice. Se non riesce a sentire la pulsazione, provi a

    spostare leggermente le dita. Quando sentirà il polso, misuri il numero di battiti

    in 15 secondi e moltiplichi questo valore per 4; questo numero le indicherà

    quante volte il suo cuore batte in un minuto. Il Suo medico o l'infermiere

    potranno aiutarla a trovare il polso se Lei dovesse avere difficoltà.

  • Dieta

    Il suo medico le raccomanderà probabilmente di seguire, dopo la dimissione,

    una dieta a basso contenuto di grassi e di sale. Questo può ridurre il rischio di

    un problema cardiaco futuro ed la possibilità di un ulteriore intervento

    cardiochirurgico. Lei dovrebbe cercare di assumere meno del 30% delle

    calorie sotto forma di grassi. Provi a controllare il suo peso e a mangiare meno

    grassi saturi e colesterolo. L'American Heart Association (Associazione

    Americana dei Cardiologi) consiglia di limitare l'introito di acidi grassi saturi all'

    8-10% delle calorie giornaliere, mentre gli acidi grassi poliinsaturi dovrebbe

    costituire il 10% delle calorie. Il resto dovrebbe essere costituito da acidi grassi

    monoinsaturi. La quantità di colesterolo assunto dovrebbe essere inferiore a

    300 mg al giorno. Poiché il sodio non dovrebbe superare 2.4 grammi al giorno,

    eviti di aggiungere sale durante la cottura dei cibi o a tavola.

    Cominci a cambiare le abitudini alimentari quando il suo appetito sarà tornato

    normale.

    Peso corporeo

    Si pesi ogni mattina con la stessa bilancia dopo aver urinato, ma prima di

    colazione.

    Annoti il peso ogni giorno

    Informi il Suo medico in caso di incremento ponderale superiore a 1 Kg da

    un giorno all'altro

  • Redatto da Comunicazione, Relazioni esterne aziendali, Ufficio stampa, URP ASUGI su testi ed immagini forniti e concordati con la Struttura Complessa Cardiochirurgia

    Struttura Complessa Cardiochirurgia Direttore: dott. Enzo Mazzaro

    Tel: 040 – 399 4856; e-mail: [email protected] Responsabile Infermieristico Terapia Intensiva: Elena Benvenuti

    Tel: 040 – 399 4119: e-mail: [email protected] Responsabile Infermieristico Degenza: Antonella Franovich

    Tel. 040 – 399 4851 e-mail: [email protected]

    Revisione 00 – giugno 2020

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]