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Nextvalue ® Diamo valore all’ICT. CLOUD COMPUTING NELLE IMPRESE ITALIANE: SCENARIO, TREND, OPPORTUNITÀ Survey realizzata da Nextvalue 3

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Nextvalue®Diamo valore all’ICT.

CLOUD COMPUTING NELLE IMPRESE ITALIANE:SCENARIO, TREND, OPPORTUNITÀ

Survey realizzata da Nextvalue

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Finito di stampare Luglio 2009

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SOMMARIO

7 Prefazione

10 Virtualizzazione e Cloud Computing due facce della stessa medaglia

15 Perchè Cloud Computing adesso?

19 Uno sguardo avanti

22 La survey

37 Le otto risposte degli Operatori IT

66 Indice delle figure

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PREFAZIONEdi Alfredo Gatti

Negli ultimi decenni una miriade di servizi di business, sempre più condivisied integrati nella catena del valore dalle imprese, hanno contribuito ad accelerarelo sviluppo dell’industria e del commercio. L’economia di scala che essi produconofavorisce la crescita dell’offerta e la sua diffusione verso fasce sempre più ampie diconsumatori globali. Ad esempio, i servizi di logistica permettono di ridurre dra-sticamente i costi, mentre il servizio clienti, da quando sono stati introdotti i callcenter, ha toccato nuovi picchi di eccellenza. A ben vedere, lo stesso processo di in-dustrializzazione ha permesso ad una parte sempre più consistente della popola-zione mondiale di fruire di prodotti che un tempo erano riservati solo ad una élite.

Il servizio IT è sempre stato una questione rimandata a tempi migliori, magariper ragioni di criticità e di maturazione delle tecnologie. A me sembra che final-mente oggi sia giunto anche per l’IT il momentum: numerosi nuovi servizi possonoessere più facilmente condivisi e, a loro volta, innescano spettacolari cambiamenti.La necessità impellente di contenere i costi anche attraverso l’utilizzo di standardampiamente disponibili, di tecnologie e servizi open, di architetture a servizi, di in-frastrutture e applicazioni virtualizzate sta aprendo nuove prospettive all’IT delleimprese, combinandosi con gli effetti della pervasività e robustezza ormai raggiunteda Internet. Oggi tutto spinge nella direzione di un nuovo e più ampio paradigma,quello del Cloud Computing.

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità

Nicholas Carr, provocante guru dell’IT, nel suo ultimo libro The Big Switch neè certo: la natura stessa del Computing cambierà radicalmente nel volgere di pochianni, mettendo potenzialmente in difficoltà gli stessi colossi dell’offerta. “Revolu-tion, the biggest upheaval since the invention of the PC in the 1970s […] IT departmentswill have little left to do once the bulk of business computing shifts […] into the cloud”(Nicholas Carr – 2008).

Il buzz come sempre in questi casi si fa assordante, alimentato dal fitto rilanciodi dichiarazioni di analisti e media. Non più tardi del 6 marzo scorso, lo stessoFinancial Times ammetteva: “Not only is it faster and more flexible, it is cheaper. […] theemergence of cloud models radically alters the cost benefit decision”… Già, benefici e ROI,temi sempre controversi tra IT e business.

Non so se la rivoluzione delle nuvole è della portata di quella del PC o del-l’eBusiness, ma ciò che mi convince del Cloud Computing è la sua capacità di crearenuove ragioni di valore, siano esse originate da costi di ordine di grandezza piùbassi o dal time to market estremamente più veloce. Ciò che mi preoccupa è che,in casi di così grande potenziale cambiamento, possono nascere aspettative irreali-stiche seguite da dolorose disillusioni. Mi sembra il caso di affrontare la situazionecon molto pragmatismo partendo da ciò che oggi è il Cloud Computing a disposi-zione. Una volta definito il suo perimetro, sarà più facile comprendere chi sono gliearly adopter e a quale offerta essi siano maggiormente interessati, anziché qualiostacoli abbiano incontrato.

Insomma è il percorso classico che proponiamo con le nostre ricerche e che co-noscete dai volumi della collana ideas ValueIT®. Anche in questa occasione abbiamofatto il punto su ciò che Cloud Computing è e diventerà a breve nel nostro mercato esu come è stato accolto dalle grandi organizzazioni; ci siamo avvalsi della collabo-razione di un Panel autorevole, a cui hanno aderito 100 CIO nel mese di giugno.A tutti loro voglio esprimere il mio Grazie sommandolo a quello del team di Nextvalue: come sempre, aperti e motivati, ci hanno fornito un feedback puntualesu un argomento che di per sé è spinoso e decisamente influente sul loro ruolo fu-turo. La sintesi dei risultati del Panel è nella prima parte del volume, come gli altri,agile e di rapida consultazione.

Un altro Grazie va senz’altro a EMC2, Google, IBM, Microsoft, Oracle, Replye VMware, che hanno sostenuto la nostra iniziativa e se ne sono fatti parte attiva conil loro contributo di roadmap e di casi di business. Per Nextvalue è di enorme va-lore collaborare con i Top dell’offerta in una prima opportuna occasione di con-fronto pre-competitivo e di seria discussione.

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Nella sua commedia Le Nuvole, Aristofane fa dire a Socrate questa frase che ilmio greco arrugginito ed improbabile traduce più o meno così: “… i celesti fenomeniscrutare giammai potrei dirittamente, senza tener sospesa la mia mente, e mescere il sottile pen-siero nell'omogeneo ètra. Se dalla terra investigassi, di giù le cose di lassù, non mai le sco-prirei...”

Noi cerchiamo di scoprire le cose di quaggiù a supporto di chi fa business,dando spazio alle referenze ed ai business case. Meglio cercare di arpionare questanuvola e portarla a terra, dedicandole anche il convegno Forum ValueIT® e unaseria long tail di attività.

Mi sembra opportuno tenere alta l’attenzione su un argomento così fondamen-tale e che mi piace immaginare anche come nuova e incredibile occasione per lenostre piccole e micro aziende per fare sistema e per la nostra Pubblica Ammini-strazione per migliorare produttività ed efficienza.

Troppo sulle nuvole? Intanto proviamoci!... e, a proposito, Grazie a tutti Voi perla sbirciatina che state dando al volume. Spero troverete il tempo di leggerlo tuttoe di rilanciarci qualche spunto, naturalmente con Linkedin, Twitter, Skype, o il no-stro Blog o con lo strumento Cloud che più preferite.

Buon lavoro!

Managing Partner, Nextvalue

Prefazione 9

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VIRTUALIZZAZIONE E CLOUD COMPUTING

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Per anni abbiamo sintetizzato Internet disegnandola come una nuvola, oraquella nuvola è più che mai vera, capace di ridurre la complessità dell’IT e di ri-succhiarla all’esterno dell’organizzazione. Sì, perché nello scenario che fa da pre-supposto al Cloud Computing l’azienda affida l’incombenza e la gestione di gran partedell’IT a partner della nuvola Internet e, quando il business richiederà nuove fun-zionalità o capacità aggiuntive, esse sapranno erogarle in tempi brevissimi.

Come il Cloud Computing, anche la Virtualizzazione dei sistemi attualmente in-terni dell’IT contribuisce a migliorarne la flessibilità e l’agilità, liberando risorse chepossono essere meglio sfruttate per usi più consoni.

In tempi come questi di grande turbolenza e di difficoltà tutte le imprese cer-cano di spremere e di razionalizzare i costi trasversali all’organizzazione, magariproprio grazie all’IT. In moltissimi vedono nella Virtualizzazione un modo tuttosommato semplice e rapido per rastrellare risorse distribuite e aumentarne drasti-camente lo sfruttamento e, se questa è la prima faccia della medaglia, l’altra portavelocemente a guardare al Cloud Computing come modo efficace per ridurre energiaelettrica, hardware, software, personale, complessità e altri costi nascosti, con l’og-gettivo obiettivo di liberare tempo e risorse per progetti più strategici.

Va da sé che Virtualizzazione e Cloud Computing sono sfide impegnative e ri-schiose, che possono comportare cambiamenti distruttivi se non le si affronta con

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la cultura e le capacità di realizzazione giuste. I maggiori rischi sono connessi allasicurezza, alla privacy, alle performance, all’architettura dei sistemi, al controllodelle applicazioni. Eppure, pur non essendo compiti facili, Virtualizzazione e CloudComputing sono in testa alle prime dieci tecnologie abilitanti considerate priorita-rie dai responsabili IT delle imprese Fortune 1.000 nel 2009.

In effetti la Virtualizzazione potrebbe sembrare un’azione a forte connotazionetattica e strettamente connessa alla riduzione dei costi IT; in realtà essa ha un im-patto forte sull’architettura e sul modo di funzionare dell’intera IT e non può nonfar parte di una strategia IT complessiva di medio e lungo termine. Infatti occorrepartire dal censimento e dalla valutazione complessiva degli asset IT, dal capacityplan, prima di riallocare processi e applicazioni su strutture virtualizzate. Solo cosìsarà evidente un miglior Total Cost of Ownership dell’infrastruttura, ma saranno ancheevidenti e eclatanti i vantaggi in fatto di load-balancing, di disaster recovery, diprovisioning di nuove applicazioni, di gestione dei sistemi. Nel primo semestredel 2009, l’83% delle Aziende Top dei nostri Panel ha dichiarato di avere in corsoo di stare per avviare iniziative di Virtualizzazione, così come il 65% delle AziendeMedie.

Una volta effettuata la Virtualizzazione, risolte le problematiche di sicurezza edi impatto sui sistemi “core”, la domanda più intrigante è come ci si prepara alpasso successivo, ad affrontare il Cloud Computing, che appare come conseguenza na-turale, anche se presenta un coefficiente di difficoltà decisamente più elevato.

Beninteso, data center e software on-premise non sono certo destinati a svanire nelbreve termine, ma il Cloud Computing si annuncia come la più grande trasformazionedietro l’angolo, con un impatto deciso su business ed IT e sul rapporto tra di essi.Perciò il momento è decisamente giusto perché CIO e altri business leader guardinooltre la hype e valutino opportunamente la nuova sfida. Ne sono ben consci anchei manager delle aziende del nostro Panel, come vedremo più avanti dai risultatidella nostra survey.

Sebbene il termine Cloud Computing sia piuttosto recente, molti dei concetti dibase sono in circolazione da tempo; la nozione “the network is the computer “ fu coniatada Sun Microsystems nel 1982; Grid computing, on-demand e utility computing,Virtualizzazione, Internet as a Platform, everything-as-a-service risalgono alla finedegli anni ’90. Oggi ciò che rende concreto il Cloud Computing è la maturazione diInternet come piattaforma di servizi IT, la dimensione di fenomeni quali la stessaVirtualizzazione, l’hardware che diventa commodity, l’open source, ed il successodi aziende come Google, Amazon, Microsoft, ecc. ha fatto da catalizzatore al pro-

Virtualizzazione e Cloud Computing due facce della stessa medaglia 11

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità12

cesso. La gigantesca infrastruttura globale e scalare che aziende come queste hannopredisposto per far funzionare i motori di ricerca, il commercio elettronico, i socialnetwork e altre forme di servizio online, ha contribuito ad addensare la nuvola. Oraessa è a disposizione di tutti noi consumatori ma anche delle imprese. In organiz-zazioni come Citigroup oltre 30.000 utenti fruiscono dell’applicativo di Salesforce.com in modalità Software as a Service, NASDAQ si affida a S3 diAmazon.com come repository dei propri dati, i 200.000 impiegati di Flextronicsusano Workday in SaaS, Coca Cola sta migrando 35.000 caselle di posta elettronicaverso Microsoft Exchange Online. Fatti come questi avallano l’ipotesi che il CloudComputing abbia fatto un decisivo passo avanti nel processo di industrializzazionedell’IT e che il cambiamento del modello di business che sottende, le sue architet-ture e tecnologie, creeranno nuove ondate di innovazione.

Per gli utilizzatori dell’IT aziendale la nuvola sviluppa un grande potenziale intermini di erogazione di servizi a basso costo che producono agilità e flessibilità euna migliore users experience. In realtà la strategia verso il Cloud Computing partedalla Virtualizzazione e dai passi avanti in fatto di sicurezza dei dati, privacy, com-pliance, integrazione delle applicazioni e qualità del servizio. A livello di infra-struttura molte aziende hanno già sperimentato il vantaggio derivante dall’acquisiredall’esterno su base on-demand risorse “grezze” di computing, di rete a larga banda,di storage. In parecchi casi queste risorse sono usate per potenziare piuttosto cherimpiazzare le infrastrutture detenute in casa, che a loro volta, si avviano ad esseresempre più virtuali e a divenire una nuvola interna. Diversamente dai tradizionaliservizi di hosting, i fornitori di servizi Cloud dispongono di un vastissimo patri-monio di risorse pool, che possono espandere a piacere ed allocare dinamicamente inrelazione alle fluttuanti esigenze delle aziende clienti. Ne deriva una grande ela-sticità del servizio, economie di scala e vantaggi di costo; ne sono esempi l’ElasticCompute Cloud (EC2) di Amazon, la Grid Compute Utility di Sun e la vCloud diVMware.

Gli ambienti Cloud offrono anche servizi agli sviluppatori simili a quelli di desktop, ovvero strumenti per lo sviluppo, il testing, l’avviamento, librerie run-time e hosting. Queste piattaforme consentono agli ISV e al personale interno delleaziende di sviluppare e rendere operative le applicazioni usando le stesse infra-strutture del provider. Nel caso di Salesforce.com, ad esempio, gli sviluppatori pos-sono anche interagire con i dati del loro CRM. Google App Engine e Coghead sonoaltri due esempi, mentre Microsoft ha recentemente annunciato la propria piatta-forma Windows Azure che in pratica estenderà le capacità di .NET alla nuvola.

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Virtualizzazione e Cloud Computing due facce della stessa medaglia 13

A livello di applicazioni, la prima ondata di servizi Cloud si è basata su Software-as-a-Service (SaaS) ed ha prodotto esempi interessanti soprattutto in areecome il CRM, le risorse umane e il financial management. L’ondata in arrivo sem-bra essere più specializzata sui tool di produttività a livello desktop, di word pro-cessing, di spreadsheet, di e-mail e di Web conferencing. Già oggi, però, sonodisponibili nella nuvola anche servizi di Procurement, Erp e Content Management:si possono sottoscrivere per numero di utenti e a consumo e vengono erogati attra-verso browser standard.

Per i processi di business alcuni outsourcer forniscono servizi denominati businessprocess utility, come ad esempio la gestione dei reclami, delle note spese o degli ac-quisti. Rispetto ai tradizionali Business Process Outsourcer questi provider mettonoa disposizione un processo end-to-end standard e condiviso tra più aziende, con pa-gamenti che avvengono per numero di transazioni. Esempi di questo genere sonoPayPal per i micro-pagamenti, ADP Employease per il Payroll e Amex-Concur perla gestione delle spese.

In buona sostanza, come mostra la Figura 1, concreti servizi Cloud sono già di-sponibili a tutti i livelli dello stack dell’IT.

Figura 1 – Soluzioni Cloud Computing per lo stack IT

Fonte: Nextvalue

PROCESSOBpo, ...

APPLICAZIONESap ERP, Oracle, CRM...

PIATTAFORMAMS Windows/.Net, Linux

INFRASTRUTTURAIBM Blade center, Sun Fire X4100...

PayPal, Amex-Concur, ADP Employease

MS Exchange Online, NetSuite, SalesForce.com, ...

Google App Engine, WindowsAzure, Force.com, ...

IBM Blue Cloud, VMware vCloud,Amazon EC2, ...

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità14

Quali implicazioni avrà il Cloud Computing per le stesse organizzazioni IT? Ilprincipale paradigma reso possibile dal Cloud è quello di rendere variabili i costidi molte funzionalità, ovvero il passaggio dal buy-and-own al pay-as-you-go, per cuinon sono marginali le implicazioni sul Procurement delle applicazioni e dei servizie sullo staffing delle risorse. Se il Cloud mantiene ciò che promette, può accadereche molti utenti o business unit potrebbero rivolgersi direttamente ai provider persoddisfare le loro esigenze, provocando una specie di disintermediazione della fun-zione IT. In parallelo all’IT potrebbero arrivare crescenti esigenze di sicurezza e digestione dei dati dalle medesime business unit. Forse non accadrà nell’immediato,ma l’IT aziendale probabilmente dovrà convivere con situazioni ibride, in cui laparte in Cloud funge da acceleratore di innovazione; rimane aperto il problema del-l’integrazione.

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In un certo senso e per la prima volta è come se tante stelle si siano allineate inuna straordinaria congiunzione e parecchie forze spingano tutte nella direzione delCloud, a cominciare dal business, dal momento che le condizioni macroeconomi-che pongono pressione sui costi e, in generale, sulla razionalizzazione anche di quelliIT. Per molte organizzazioni che intendono ridurre o eliminare la spesa in conto ca-pitale, il passaggio ad un modello che garantisce il pay-as-you-go è decisamente at-trattivo. A ciò si sommano l’eliminazione di costi up-front, come quelli perl’acquisto di licenze d’uso di prodotti software spesso sottoutilizzati. Infine l’elevatanecessità di collaborare da postazioni distribuite e di evitare viaggi può essere de-cisiva: molte applicazioni in uso sono nate per utilizzatori che operavano nello stessoposto in modo sincrono. Al contrario gli strumenti di produttività come GoogleApps, LotusLive di IBM, Office Live Workspace di Microsoft, QuickBase di Intuit, lostesso Facebook nascono per fare collaborazione e sono accessibili da qualunque partedel mondo. Sono le applicazioni usate dalla nuova generazione di collaboratori ancheal di fuori del lavoro e risultano loro più congeniali e “naturali”.

Una serie di nuove tecnologie fa ancor più emergere Internet come piattaformaIT, come i Web service che permettono di pubblicare, accedere e integrare funzio-nalità disparate: l’intera Cloud di Amazon è accessibile attraverso Web service.Inoltre le Rich Internet Applications (RIA), che mettono a disposizione una serie

PERCHÉ CLOUD COMPUTING ADESSO?

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità16

di funzionalità per rendere scalabile ed elastica la nuvola, rendono possibili appli-cazioni come Salesforce.com o Google Apps. Come è stato per molti dei progressitecnologici del passato il Cloud Computing si accompagna ad opportunità e sfide,sia di natura tecnica, sia organizzativa. A prima vista il problema principale sem-brerebbe la sicurezza, visto che i dati aziendali sono salvati nell’ambiente condivisodel provider. A tranquillizzarci è il fatto che lo stesso business del provider pre-vede la salvaguardia dei suoi dati, per cui possiamo considerarci in buone mani:anche i nostri dati saranno protetti e soggetti a privacy. Ci conforta sapere che Amazon ha elevati standard di sicurezza, tanto che operatori finanziari come Citigroup si affidano ad essi.

Se abbiamo invece la necessità di affidarci contemporaneamente a due providerper servizi specializzati, il problema dell’affidabilità e dell’integrità dei dati po-trebbe ripresentarsi, come quando una parte dei dati se ne sta protetta al di qua delnostro firewall aziendale. In genere gli operatori offrono comunque dichiarazioni ecertificazioni, valide anche ai fini di audit, per i loro livelli di sicurezza, privacy ecompliance a regolamenti e leggi nazionali ed internazionali.

Il successo del Cloud Computing è decisamente connesso al livello di servizio che iprovider assicurano rispetto alle necessità dei clienti. Nelle tradizionali installa-zioni on-premise i requisiti di SLA sono relativamente più semplici da individuare esoddisfare, perché l’IT controlla fisicamente l’ambiente applicativo. Nel Cloud leperformance potrebbero essere un problema così come l’ottimizzazione del codicefornito da terzi. Vi è poi un problema di convenienza per quel che riguarda le ap-plicazioni legacy, spesso critiche per il business; esse si adattano male al Cloud espesso sono di per sé difficili da combinare con infrastrutture virtualizzate. La loropresenza potrebbe precludere le porte del Cloud a grosse porzioni dell’IT. Infine inmolti casi proprio il miglior beneficio del Cloud, quel pay-as-you-go, che travasaCAPEX in OPEX, può rivelarsi un boomerang: spesso manca nello staff dell’IT lacapacità e l’esperienza per negoziare queste nuove forme di contratto ed i sistemidi procurement sono inadeguati.

Proprio perché quello del Cloud si annuncia come fenomeno dirompente, sia leimprese, sia la Pubblica Amministrazione dovrebbero già da ora intensificare leloro iniziative in questo ambito, se non altro per acquisire esperienza e magari qual-che buon risultato preliminare. Come fare? Dipende, come sempre dalle situazionispecifiche e nell’ultimo capitolo i nostri partner in questa iniziativa ci darannoqualche utile esempio.

Una situazione relativamente frequente in molte organizzazioni è la presenza di

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Perché Cloud Computing adesso? 17

applicazioni batch, intensamente orientate alle elaborazioni di dati. InfrastruttureCloud come EC2 di Amazon o Grid di Sun erogano servizi grezzi, flessibili e a bassocosto, con capacità di calcolo e di storage, particolarmente adatti in situazioni doveil tempo di risposta della Rete non è un elemento di criticità. In più questi servizioffrono anche conversione, omologazione, encryption di dati e loro conversioni gra-fiche.

Per coloro che hanno un’elevata attività di sviluppo software e di testing, mi-grare ad un ambiente di sviluppo basato sul Cloud, come ad esempio CollabNet,può aver molto senso: esso permette la collaborazione tra gruppi di lavoro distri-buiti e di ottenere risorse specifiche in momenti di picco, evitando pericolosi ritardidi progetto. Un virtual test lab può anche significare fare a meno di una infrastrut-tura proibitiva dal punto di vista dei costi.

I progetti di ricerca e sviluppo sono ottimi candidati per il Cloud, perché ba-sati sull’interattività e sull’utilizzo di risorse di computing tipicamente a picchi.Analogamente vi sono business caratterizzati da alti e bassi più o meno previstidella domanda. Tipico di fine anno per le istituzioni finanziarie o le vacanze di Na-tale per un retailer. In queste situazioni i servizi Cloud possono contribuire ad ap-pianare le situazioni di sovraccarico dei sistemi IT e a soddisfare la domanda. In casodi picchi imprevisti occorrerà prevedere un bilanciamento dinamico tra le applica-zioni che girano nel data center e quelle nella nuvola esterna.

Sempre più frequente è il caso di organizzazioni che scelgono di muovere nelCloud applicazioni commodity, come e-mail e altri strumenti di produttività perso-nale, semplicemente risparmiando e magari venendo incontro alle nuove leve dicollaboratori.

Infine i migliori provider di servizi Cloud dispongono di robuste infrastrutturedistribuite che permettono di mantenere dati ridondanti in più aree geografiche.Nella eventualità di disastri naturali la strategia di recovery sarà più agevole e aminor costo.

Così Cloud pubbliche e Cloud private saranno sempre più comuni nelle sin-gole organizzazioni, semplicemente coesistendo, anche se, a nostro avviso, la ten-denza sarà verso Cloud “specializzate” che offriranno servizi di interesse per specificigruppi ed organizzazioni clienti. La Pubblica Amministrazione e in generale gliEnti pubblici, anziché la Sanità, potranno avere buoni motivi per realizzare Cloudche offrano informazioni e servizi mirati. Lo stesso per aziende multinazionali chepotrebbero operare con le loro Cloud private e contemporaneamente agganciarsi aCloud pubbliche, realizzando importanti economie di scala senza precedenti nella

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità18

storia dell’IT. Gli utilizzatori, giovandosi di piattaforme Web standard, potrannomigliorare la collaborazione, condividere, personalizzare, perfino creare le proprieapplicazioni, realizzando una user experience più completa.

L’IT scivola verso l’essere una utility che abilita il business e gli permette di in-novarsi più rapidamente. Ma attenzione! La generazione e la distribuzione di ener-gia elettrica hanno impiegato decenni prima di diventare un sistema unico a livellodi nazione; più che lecito che l’IT impieghi anni per migrare tutta in una grandenuvola. Ciò che rende questa visione plausibile è la tipologia degli attuali early adopter internazionali, tutte aziende significativamente emergenti nel loro campo.Il messaggio che ci inviano in modo consistente è di non rimandare, ma di ap-procciare il Cloud Computing in termini strategici e a tutto campo, fidandoci di chiè nella nuvola.

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Qualche anno fa un imprenditore del software specializzato in sistemi di pay-roll ci chiese se e quanto avesse avuto senso muoversi verso servizi offerti in SaaS,allora si diceva Asp. Alla fine fece il suo tentativo, le cose andarono bene ed è pas-sato un po’ di tempo. Di recente è tornato per chiederci quale potesse essere la pros-sima mossa. A noi sembra “meno software e più contenuti”. “Interessante – ci hadetto lui – i nostri clienti ci chiedono sempre di più piani di incentivazione per levendite...”.

E’ vero, i clienti di chi si occupa di applicazioni software cercano ormai moltopiù di semplici funzionalità, chiedono conoscenza e informazione. Imprese comeAmazon, eBay o Google continuano ad essere aziende di software e, quando usiamoi loro servizi, cerchiamo il rich content delle loro applicazioni Internet. Mettiamolacosì: coloro che fanno girare il loro business in Internet sanno bene come far girare illoro software come servizio nella nuvola. I sistemi di Taleo vedono milioni di C.V.,Concur processa oltre il 10% di conti di aziende negli Stati Uniti, Visa e MasterCard hanno imparato a vendere dati aggregati dei loro consumatori... in teo-ria le boutique di via Montenapoleone a Milano potrebbero sapere quanti arabi pas-sano davanti alle loro vetrine semplicemente dai dati forniti loro dai gestori deitelefonini... Naturalmente l’uso dei dati di clienti e consumatori è sempre moltocontroverso e soggetto a privacy, ma ogni semplice nostro click su Amazon contri-buisce ad arricchire il loro sistema di conoscenza.

UNO SGUARDO AVANTI

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità20

Che ne è di tutto quel software tradizionale che oggi fa girare il business? Il mondoevolve perché le tecnologie si specializzano, ed anche il software. Probabilmente lamiglior risposta alla domanda la sta dando Google: nessuno ci ha insegnato comeusare il loro software, è talmente ovvio che non c’è bisogno di impararlo. Se aves-sero iniziato a sviluppare un software per farci comprare un libro online, ingag-giando un sistema di pagamento e di ricerca, sarebbe stata un’altra storia, avrebberodovuto spiegarci prima come funzionava. Quando facciamo partire il nostro busi-ness siamo condizionati dall’imparare cosa fa un ERP ed un CRM e crediamo cheessi bastino e avanzino. Col tempo scopriamo che ERP e CRM ci forniscono il 20%di ciò che ci serve e per tutto il resto ci dobbiamo arrangiare.

Il package è stato un buon workaround alla cronica mancanza di risorse di svi-luppo e competenze e l’informatica è stata l’unica disciplina che richiede agli uti-lizzatori di conoscere come è fatta dentro una applicazione, come dire ad unautomobilista che all’occorrenza deve saper smontare e rimontare il motore della suaauto...

Oggi si scopre che CitiGroup impiega più sviluppatori di SAP o di Oracle equalcuno ha calcolato che esistono al mondo oltre 12 milioni di sviluppatori, cheproliferano al ritmo di 2.500 al giorno. Proviamo a pensare alle implicazioni: pos-siamo ancora parlare di risorse scarse? Se il mondo fosse perfettamente intercon-nesso potremmo avere almeno 12 milioni di applicazioni specializzate, con piùutilizzatori per ciascuna. Economie come quella americana si reggono ormai peroltre l’80% su servizi ed il 70% della forza lavoro possiede skill mediamente ele-vati di computing. Tutti noi cerchiamo ogni giorno informazioni, per il 99,9% deicasi informazioni già conosciute, non informazioni create dal nuovo. Purtroppo lasuperficie conosciuta del Web, per intenderci quella indicizzata da Google, Yahoo edaltri, è “solo” nell’ordine di 10 miliardi di pagine, tra i 25 ed i 50 terabyte di in-formazione, mentre il Web è assai più profondo, almeno 10.000 volte di più, seogni trimestre vengono consegnati 1.000 petabyte di storage alle aziende nelmondo. Per di più indicizzare una informazione è una cosa, la sfida è trovare quellagiusta!

L’informazione “giusta” proviene dall’ERP e dal CRM, ma più probabilmente,sarà sparpagliata, frammentata, destrutturata in mille altri posti, compresi gli ad-detti. Il principale merito del Cloud Computing è di cominciare a mettere ordine efornire servizi avanzati che portano persone e informazioni in uno stesso ambito,quello della Rete. Queste nuove enciclopedie racchiudono il knowledge e parlanola lingua della community, riportano parole chiave, concetti, aforismi che rafforzano

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Uno sguardo avanti 21

la capacità della community di comunicare e di riconoscersi. La nascita dei knol,l’unità minima di informazione, ha creato scalpore e polemiche, ma in fondo, lepagine knol sono ciò che vorremmo leggere per prime quando cerchiamo per laprima volta una informazione. Analogamente altri servizi s come EC2 e S3 di Amazon standardizzano il linguaggio del gruppo, del team, dell’unità di businesse consentono ai membri di apportare valore all’informazione e non solo di control-larne l’accesso.

Probabilmente occorrerà ancora una generazione per utilizzare tutta l’informa-zione sepolta nel deep Web, ma con un così grande progresso delle tecnologie di search, anche in open source e in Cloud, la probabilità che si rendano disponibilinuove applicazioni concettualmente diverse dalle precedenti è elevatissima.

Infine le persone, noi. L’ultimo trend della consumer Internet è di racchiudere per-sone ed informazioni nella stessa rete. Con l’attuale software transazionale le per-sone spesso stanno da un lato, sono l’input o l’output, magari approvano con unclick un documento, ma raramente contribuiscono ad arricchirne il contenuto. Software come Flickr non fanno così, l’informazione che contengono non avrebbealcun valore senza le persone associate; Flickr senza foto sarebbe solo un’altra chat,Flickr senza persone sarebbe un magazzino di foto. Persone e foto insieme co-creanovalore aggiunto.

Il moderno modo di fare business è alla frenetica ricerca di estendere questoconcetto della co-creazione di valore attraverso il software che porta informazione epersone nella stessa rete. La letteratura si arricchisce ogni giorno di casi come quellodella Boeing che ha progettato il suo 787 per il 70% attraverso collaborazioniesterne.

Il mondo torna ad essere, ma il software non lo è. La nuova generazione di ma-nager non dirige più facendo del “wandering around”, come il grande David Packard aveva insegnato a generazioni di manager di HP. Oggi fanno tutti le callconference alla 4 del pomeriggio, perché è l’ora migliore per Asia, Europa e NordAmerica. In questo il software non aiuta, sono le capacità dell’uomo che finalmenteemergono.

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La nostra survey, condotta su 100 operatori all’inizio del mese di giugno 2009,vuole essere un contributo alla maggiore conoscenza del fenomeno del Cloud Computing e delle ragioni che spingono le aziende ad adottarlo, delle aspettative edei ritorni attesi, passando attraverso i meccanismi decisionali.

La metodologia utilizzata per la raccolta e la successiva elaborazione dei dati èquella suggerita dal Technology Forecasting Consortium (TFC), di cui Nextvalueè partner; essa prevede la formazione di un Panel di imprese e la realizzazione di in-terviste one-to-one a referenti decisori delle aziende target. In questa occasione alPanel hanno aderito 100 Grandi Aziende Italiane, comprendendo in tale definizionesolo le aziende con un fatturato superiore a 100 Milioni di Euro, appartenenti ai di-versi segmenti di mercato. Una particolare attenzione è stata posta alla scelta diqueste aziende, che rappresentano i best-in-class del loro segmento ed i first moverdella problematica. L’analisi statistica di un campione così composto consente di in-trodurre elementi di varianza dei risultati complessivi a copertura anche del rag-gruppamento delle aziende follower e laggard, evitando gli effetti distorcenti dovutoad un eccesso di interviste a questi ultimi.

Le funzioni aziendali inserite nel Panel occupano posizioni di Direzione, sianoessi CIO o Responsabili di Business Unit, questi ultimi in misura minoritaria. Il gra-fico che segue (Figura 2) riporta la composizione del Panel per settore produttivo.

LA SURVEY

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La survey 23

Sebbene Cloud Computing sia ormai un termine di uso corrente e sia per certiversi considerato da qualcuno il nuovo tormentone dell’IT, tanto che alcuni opera-tori sentono il bisogno di etichettare la loro offerta come cloud compliant, esso nonha un significato univoco; anzi potremmo dire “Vendor che vai ...Cloud che trovi”.

Molteplici sono le sfaccettature che compongono il quadro del Cloud Computing,che a volte è più assimilato alla Virtualizzazione delle infrastrutture di base e altrevolte all’utilizzo del software SaaS, certamente tutti tasselli di un unico puzzle chesignifica prendere in considerazione la possibilità di usare l’IT come una commo-dity.

Questa è la vera natura del Cloud Computing, “tutta l’IT che vuoi, fornita comeservizio e a consumo”, dalle applicazioni, ai widget, agli strumenti di sviluppo, allostorage, ai servizi di system management, alla sicurezza.

Il Cloud Computing è una chiave di volta per trasformare l’azienda in vera Enterprise 2.0.Quanto comprendono a pieno questo significato le organizzazioni End-Users e

quali sono i benefici meglio correlati alla sua adozione? La prima parte della nostrasurvey esplora il livello di conoscenza dei C-level e, in particolare, essi ci indicanole tecnologie che ritengono strategiche per la loro impresa e più consone nell’otticadi promuovere una iniziativa Enterprise 2.0. Il risultato è quello suggerito dal gra-fico riportato nella pagina seguente (Figura 3).

6% BANCHE E FINANZA

5% SANITÀ

32% INDUSTRIA

8% PAL2% TELCO E MEDIA

20% COMMERCIO, GDO, E RETAIL

Figura 2 – Composizione del Panel per settore produttivo %, Numero totale imprese del Panel = 100

Fonte: Nextvalue

7% LOGISTICA E TRASPORTI

4% ASSICURAZIONI

16% UTILITIES

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Senza sorprese la Virtualizzazione stacca sulle altre tecnologie ed è citata dal66% dei rispondenti, seguite da BPM e Architetture Web-Oriented, citate nel 48%dei casi; alcuni temi IT suggeriti come più “caldi” dai Vendor seguono invece a di-stanza: Cloud Computing (13%), SaaS (12%) e Green IT (7%).

Come spesso avviene, il disallineamento tra offerta e domanda è dovuto in largaparte alla scarsa disponibilità di business case e dal basso grado di adozione della tec-nologia: la sua strategicità è riconosciuta prevalentemente quando in azienda è giàstato avviato o studiato un progetto specifico.

E’ interessante osservare la correlazione esistente tra coloro che ritengono la Vir-tualizzazione uno step fondamentale per ridisegnare l’azienda in ottica 2.0 e coloroche riconoscono nella stessa la prima chiave di lettura di un’iniziativa di Cloud Computing, come indicato in Figura 4.

Ben il 56% degli intervistati considera il Cloud Computing come una forma,forse estrema, della Virtualizzazione; questo tipo di visione della tematica può ap-parire riduttivo e le molte risposte approssimative del Panel IT sono in qualchemodo indicative di un mercato ancora largamente da formare.

Fortunatamente una quota del 15% di intervistati riconosce nel Cloud Computingla trasformazione dell’IT in commodity, associandola a concetti quali Infrastructure asa Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS), sino ad arrivare al Software as a Service (SaaS).

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità24

0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Figura 3 – Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi (risposte multiple)

Fonte: Nextvalue

Virtualizzazione

BPM e Architetture Web Oriented

Business Intelligence

Social Networking

Unified Messanging

Cloud Computing

SaaS

Green IT

66%

48%

31%

16%

13%

13%

12%

7%

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La survey 25

Al di là delle conoscenze individuali sulle tecnologie e practice, ai partecipantidel Panel è stato chiesto di indicare se nella loro azienda avessero già adottato pro-getti di Cloud Computing o se avessero intenzione di adottarne nei prossimi 12 mesi.La foto di gruppo delinea un risultato del 34% delle aziende impegnate o in pro-cinto di sviluppare progetti di Cloud Computing (Figura 5).

11% Già sviluppato65% Nessuno sviluppo attuale

Figura 5 – Cloud Computing in azienda Adozione attuale e prevista

Fonte: Nextvalue

23% Sviluppo in previsione

12% Sviluppo parzialeed utilizzo prototipale

21% Pianificata la realizzazione di un progetto –budget allocato

67% Strategia in corso di definizione

0 10% 20% 30% 40% 50% 60%

Figura 4 – Definizione più appropriata di Cloud Computing

Fonte: Nextvalue

Virtualizzazione dei server

IaaS + PaaS + SaaS

IaaS: Infrastructure as a Service

SaaS: Software as a Service

Virtualizzazione dello storage

PaaS: Platform as a Service

56%

15%

12%

6%

6%

5%

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità26

Ci corre però l’obbligo di sottolineare che la domanda circa il grado di adozionedi Cloud Computing è stata formulata in modo tale da comprendere il reale progetto.Di conseguenza, a tutti coloro che hanno risposto di aver già adottato o di avere in-tenzione di adottare soluzioni di Cloud Computing è stato chiesto di approfondire larisposta. In effetti una larga parte è ancora impegnata sul fronte della definizionedella strategia complessiva; seguono coloro che hanno già pianificato la realizza-zione di un progetto con tanto di allocazione di budget e in pochi stanno già rea-lizzando sviluppi parziali o prototipali.

Tra questi ultimi, 11 aziende in tutto, vi sono già due casi in cui l’iniziativa stacoinvolgendo larga parte dell’azienda e nasce dal proseguimento di progetti di Vir-tualizzazione già realizzati in passato. Nei restanti nove casi gli sviluppi riguar-dano ambiti circoscritti.

Infine a tutti coloro che hanno dichiarato di aver adottato soluzioni o di averein previsione investimenti in tale ambito nell’arco dei prossimi 12 mesi è statochiesto di specificare gli elementi di Cloud Computing che saranno oggetto di inve-stimento e di indicare, con un valore compreso tra 1 e 5, il livello di priorità di taliinvestimenti rispetto ad altri in corso di attuazione e previsti. Qui di seguito è for-nita la legenda di base per interpretare i singoli livelli di priorità attribuiti agli in-vestimenti previsti e/o in essere:

1 = Bassa priorità, “nice to have”2 = Bassa priorità, eventualmente da fare con extra-budget3 = Media importanza, da mettere a budget4 = Medio-alta importanza, sicuramente da mettere a budget5 = Prioritario e con budget certo

Dall’incrocio del dato di intenzione (% dei rispondenti) con le priorità di in-vestimento (valore medio) è possibile ricavare una matrice di attrattività dell’inve-stimento (Figura 6), che mette in evidenza una mappa più di dettaglio delladomanda.

Come si legge la Matrice di Attrattività? Innanzitutto qualsiasi investimentoin nuova tecnologia entra nella matrice dal quadrante Enigma, in quanto sono pochigli early adopter e spesso con priorità di investimento ancora non elevata. In questoambito si riesce a catturare fenomeni veramente all’inizio e che potrebbero avereanche poco seguito. L’investimento diviene di Nicchia, perché riguarda ancora pocheaziende ma che investono con alta priorità. Normalmente chi investe in questa fase

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La survey 27

investe anche molto. Da qui il fenomeno può poi ricadere nel quadrante Enigmaper poi uscire dal mercato oppure spostarsi verso l’Alto Potenziale e la Diffusione,quando le tecnologie riscuotono un interesse trasversale da parte del mercato e conalta opportunità rispetto ad altre.

Se facessimo coincidere l’intero mercato con il nostro Panel, il Cloud Computingpotrebbe essere classificato abbondantemente un fenomeno di Nicchia. Ricordiamo,però, che le aziende del Panel sono state scelte con criteri che privilegiano gli earlyadopter.

Più in dettaglio la maggioranza degli investimenti correlati ad iniziative diCloud Computing è ancora nel quadrante Enigma, gli investimenti nella PaaS (Platform as a Service) è nell’area di Nicchia, mentre la Virtualizzazione è entrataprepotentemente nei fenomeni ad Alto Potenziale. La lettura della matrice confermaun quadro di mercato ancora agli inizi e, sebbene la materia nel suo complesso siaconsiderata importante ai fini dello sviluppo aziendale, ancora una larga maggio-

Figura 6 – Cloud Computing: Matrice di Attrattività

Fonte: Nextvalue

0 10% 20% 30% 40%

5

4

3

2

1

0

Intenzione Media

Prio

rità

Med

ia

DIFFUSIONE

ALTO POTENZIALE

ENIGMA

Virtualizzazione dei server

SaaS: Software as a Service

NICCHIA

PaaS: Platform as a Service

IaaS: Infrastructure as a Service

IaaS + Paas + SaaS

Virtualizzazione dello storage

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ranza delle organizzazioni non ha affatto iniziative in merito. Come si diceva man-cano ancora i proof of concept e l’esperienza sul campo è ancora scarsa.

Ma quanta parte del budget IT verrà destinata ad investimenti di Cloud Computing da parte di coloro che hanno intenzione di investirvi nei prossimi 12mesi? L’investimento medio dichiarato è pari all’11,3% del totale del budget IT de-stinato ai nuovi progetti. Il grafico di Figura 7 rappresenta sull’asse delle ascisse lecitazioni in termini di percentuale di investimenti Cloud sul budget IT e sull’assedelle ordinate la frequenza di risposte. Tra coloro che nei prossimi 12 mesi effet-tueranno investimenti in Cloud Computing, il 27% pensa di dedicare a questi pro-getti una quota di almeno il 10% del proprio budget IT, mentre non mancano daun lato casi di aziende che dedicheranno solo un 1% del proprio budget IT e dal-l’altro, casi di eccellenza in cui questo dato sale sino al 40%.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità28

Figura 7 – Investimenti in Cloud Computing% su budget IT

1 2 3 4 5 10 20 25 40

5,6% 5,6% 5,6% 5,6% 5,6%

11,1%

16,7%

27,8%

16,7%

30

20

10

0

Investimenti sul budget IT (%)

Freq

uenz

a di

risp

oste

(%)

Fonte: Nextvalue

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La survey prosegue con le ragioni connesse all’attuale livello di adozione delCloud Computing; nello specifico si è cercato di capire la percezione dei C-level delPanel relativamente alle offerte disponibili sul mercato. Dalla Figura riportata diseguito (Figura 8) emerge che il 28% dei rispondenti ritiene che il Cloud Computingsia una tecnologia sufficientemente matura, a fronte di un 40% circa che ritienel’esatto contrario. Nel mezzo coloro che forse non hanno idee così chiare su ciò cheè già disponibile in termini di offerta. Il quadro non è completamente confortante,ma si può fornire una interpretazione sul perché una parte di quel 65% del Panelnon ha ancora in previsione alcun investimento: parecchie aziende ritengono che oc-corra ancora del tempo prima di avere a disposizione un’offerta adeguata e stabile.

Nell’attuale contesto economico anche i nostri C-level si trovano quotidiana-mente ad affrontare problematiche connesse alla riduzione dei budget, spesso conla conseguenza di dover spostare in avanti investimenti ritenuti prioritari. Certa-mente questo non è periodo particolarmente favorevole per effettuare investimentiin nuove tecnologie, soprattutto se le stesse sono ritenute ancora immature ed esi-stono poche esperienze di ROI positivi.

Su un’altro fronte abbiamo provato a vedere quale sia l’opinione che gli inter-vistati hanno del Cloud Computing quando si chiede loro di fare una valutazioneestemporanea circa il suo potenziale futuro.

La survey 29

34% Non sa /non risponde

38% No

Figura 8 – Maturità del Cloud Computing

Fonte: Nextvalue

28% Sì

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Come è possibile vedere dal grafico di Figura 9, circa il 12% degli intervistatidichiara che il Cloud Computing potrà avere uno sviluppo diffuso in azienda; in par-ticolare il 6% ritiene che possa essere adottato in maniera estesa in azienda ovveroche l’adozione di tale tecnologia possa riguardare diffusamente l’azienda, sia dalpunto di vista delle infrastrutture sia per gli aspetti applicativi. A questo si ag-giunge un ulteriore 6% di aziende che ritiene che il Cloud Computing possa essereadottato diffusamente in termini di SaaS.

Come è ovvio l’ambito applicativo è ritenuto essere quello che darà le maggiorisoddisfazioni ai Vendor nell’arco dei prossimi 12 mesi; infatti un ulteriore 20% diintervistati ritiene che il Cloud Computing possa avere ampi sbocchi nell’ambitodella gestione delle applicazioni aziendali e in alcune specifiche aree applicative, afronte di un 15%, che ritiene invece coinvolgerà soprattutto gli ambiti infrastrut-turali. Nell’enfasi di descrivere un quadro che a noi non sembra per niente nebu-loso, non ci dimentichiamo tuttavia di quel 54% che risponde negando ogniparticolare valenza o diffusione al Cloud Computing.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità30

0 10% 20% 30% 40% 50% 60%

Figura 9 – Evoluzione del Cloud Computing in ambito aziendale

Fonte: Nextvalue

Avrà uno sviluppo esteso in azienda

Avrà uno sviluppo diffuso per la gestione delle applicazioni aziendali

Avrà uno sviluppo per la componente infrastrutturale

Avrà uno sviluppo per la gestionedelle applicazioni aziendali limitato

ad alcune aree applicative

Non avrà una particolare diffusione

6%

6%

15%

20%

53%

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Un ulteriore importante elemento da aggiungere è chi fa da sponsor ai progettidi Cloud Computing nell’organizzazione. A torto o a ragione il progetto di Cloud Computing è largamente connotato come IT evoluto e, pertanto, il Panel ne collocal’ownership nell’ambito dei Responsabili IT (Figura 10). Non potrebbe essere di-verso, se si pensa al Cloud Computing come declinazione di un modello di erogazionedell’IT aziendale e come un Servizio, la cui vera valenza strategica è nella sceltaesterna di servizi di infrastruttura ed applicativi, supportata da costi variabili.

Vi è però un significativo 10% degli intervistati che colloca lo sponsor all’in-terno della Direzione Generale e un altro 7% all’interno della Direzione di BusinessUnit.

Al di là di motivi contingenti che possono sussistere in azienda nei confrontidell’IT, ciò attribuisce una reale valenza strategica alla scelta di Cloud Computing: nonsi tratta solo di adottare una modalità diversa di utilizzo dell’IT aziendale; va benoltre e rappresenta chiaramente il nuovo e utile paradigma che può contribuire a te-nere sotto controllo i costi trasformando l’IT in un servizio.

A questo punto è d’obbligo chiedere al nostro Panel quali sono gli specifici be-nefici attesi e gli ostacoli all’adozione del Cloud Computing.

La survey 31

0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Figura 10 – Sponsor del progetto

Fonte: Nextvalue

CIO/Direttore Sistemi Informativi

Presidente/Direttore Generale

Manager di Unità di Business o Funzione

Amministrazione e Finanza

Responsabile Acquisti

Altro

73%

10%

5%

2%

3%

7%

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Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità32

Nonostante il caparbio sforzo dei Vendor nel proporre un’ampia gamma di op-portunità e vantaggi, la maggior parte degli utilizzatori, pari al 68% dei rispon-denti del nostro Panel, ritiene opportuno l’investimento in Cloud Computing perchéfa leva sulla riduzione dei costi.

La riduzione ed il rendere variabili i costi correlati al software, alle infrastrut-ture e al personale è il principale vantaggio atteso dall’adozione di soluzioni diCloud Computing per l’80% dei rispondenti, come mostrato dalla Figura 11.

Gli altri vantaggi individuati sono connessi ad una maggiore elasticità opera-tiva, citata dal 50% del Panel, alla frequenza di aggiornamenti continua (16%),alla sicurezza del servizio in termini di integrità e salvaguardia del dato (13%) edalla possibilità di integrare e personalizzare il servizio offerto dal Vendor, alla pre-cisa valutazione del ritorno degli investimenti, alla chiarezza dei termini contrat-tuali e alla competenza dei fornitori (Figura 12).

0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Figura 11 – Elementi propulsori all’adozione di Cloud Computing

Fonte: Nextvalue

Riduzione dei costi dell’infrastruttura hardware

Scalabilità della domanda

Riduzione del personale IT e deicosti amministrativi

Sfruttamento delle capacità di calcolo (Datacenter)

Frequenza di aggiornamento del software

Accesso a competenze/skill che l’azienda non ha intenzione

di sviluppare in casa

Sfruttamento delle capacità di storage

13%

7%

5%

4%

2%

1%

68%

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La survey 33

Altrettanto interessanti i fattori inibitori indicati dai partecipanti al Panel conriferimento ai progetti di Cloud Computing (Figura 13).

Al primo posto è il non apprezzamento per l’iniziativa per mancanza di culturaaziendale, che porta a privilegiare iniziative certamente più nei canoni tradizionali.Questo elemento insieme a quello dell’incertezza del ritorno dell’investimento,rafforza quel senso di immaturità dello scenario di mercato già messo in evidenza,con le curve di apprendimento delle aziende ancora agli inizi. E’ inoltre pressanteanche la preoccupazione circa l’immaturità delle tecnologie citata dal 35% delPanel.

Gli ostacoli di natura finanziaria, correlati all’incertezza nella determinazione

0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%

Figura 12 – Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

Fonte: Nextvalue

Riduzione e variabilizzazione dei costi correlati al software, alle

infrastrutture e al personale

Maggiore elasticità nella gestione operativa

Aggiornamenti continui

Sicurezza del servizio (continuità esalvaguardia dei dati)

Integrazione e personalizzazione

Una più precisa valutazione del ROI

Chiarezza dei termini contrattuali

Competenze dei fornitori

Altro

50%

80%

13%

11%

9%

4%

2%

16%

5%

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del ROI e/o alla mancanza di budget precisi, sono indicati come barriera all’im-plementazione da parte del 31% degli intervistati.

Paradossalmente proprio il determinarsi di un ciclo economico negativo ha difatto cancellato molte delle preoccupazioni e dei timori connessi al Cloud Computing. La possibilità di gestire infrastrutture, piattaforme e applicazioni inun contesto produttivo senza evidenti esborsi di up-front è un argomento moltoconvincente per numerosi CIO che considerano meglio e, optano oggi, per pro-poste di ambienti e servizi online, soprattutto nell’ambito di servizi che possonoconsiderarsi commodity.

Anche per il nostro Panel la cosiddetta rivoluzione delle nuvole, che trasformal’informatica in utility, è appena cominciata e permetterà alle aziende di affidare unnumero sempre maggiore di attività di elaborazione al di fuori della propria sede,gestite da grandi centri online, in grado di aumentare la flessibilità e di liberare ri-sorse da destinare ad altri progetti.

Tuttavia è giusto mantenere un atteggiamento di cautela perché alla classica

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità34

0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

Figura 13 – Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

Fonte: Nextvalue

MANAGERIALI –Mancanza di cultura aziendale

OPERAZIONALI – Mancanza di competenze, tecnologie immature, difficoltà

di integrazione dei servizi applicativi

FINANZIARI – Incertezza nella determinazione del ROI,

Mancanza di Budget

TECNICI – Sicurezza e Privacy

Non interesse verso la tematica

Altro

60%

35%

31%

22%

3%

9%

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preoccupazione del tipo “come controllerò i dati che ho affidato alla nuvola?”, ilPanel affianca il timore di possibili disservizi e di indisponibilità delle piattaforme.In fondo queste ultime sono nate per offrire servizi a consumatori e non al business.Un 22% dei CIO del Panel obietta che possibili problemi tecnici potrebbero ini-bire le iniziative di Cloud Computing in ambito business.

Dal punto di vista di chi sceglie il Cloud Computing, il problema si sposta sullamancanza di SLA o su come invocare penali in caso di un gigantesco blackout. D’al-tra parte cento anni di energia elettrica nelle nostre case ci hanno abituato a sop-portare qualche piccolo blackout: quando capita colpisce moltissimi altri insieme anoi ed è inutile lamentarsi, si può solo aspettare. Non è così anche per i bancomat?

In estrema sintesi qualche altro commento offerto dal Panel. Una accettazionecrescente percepisce il Cloud Computing come forma per abbattere e rendere variabilii costi e per rendere rapida l’implementazione di un servizio. Una percezione diffusanella community dell’IT è che le aziende finali paghino decisamente troppo le tec-nologie acquistate e oltretutto le sottoutilizzino; ne consegue che il modello di ITcome utility è fortemente desiderato.

In qualche modo Cloud Computing induce all’idea che le funzionalità IT acqui-state ed erogate siano effettivamente solo quelle necessarie, a cui si aggiunge l’even-tuale vantaggio del costo per il reale utilizzo, proporzionale al numero di utenti edalla durata dell’erogazione del servizio.

Inoltre Cloud Computing, SaaS, ecc... sono l’antitesi del pagamento up-front, peril quale solitamente le aziende chiedono grossi sconti in relazione all’impegno ini-ziale di acquisto di licenze d’uso per un uso perpetuo, ad esempio di package. Ilgrande vantaggio è la possibilità di trasformare investimenti in conto capitale incosti operativi, contribuendo al miglioramento della gestione dei budget.

I nostri intervistati mostrano di aver individuato correttamente questi vantaggie li citano senz’altro tra i più ricorrenti, mettendo in risalto l’aspetto positivo delpay-for-use, del minore investimento iniziale e della riclassificazione dei costi neibudget operativi.

Per qualsiasi organizzazione e, in particolare, per le piccole e le medie imprese,l’aspetto della disponibilità delle risorse interne a presidio dell’IT e delle applica-zioni, anziché quello delle spese in conto capitale dell’IT, risultano issue di grandeimportanza. Oltretutto l’azienda è sovente costretta a legarsi al fornitore attuale,anche se quest’ultimo non dispone di tutte le caratteristiche per essere al passocon i tempi.

La survey 35

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Il modello Cloud va ancora calibrato, cercando di capire bene quali sono le so-luzioni davvero funzionali alla situazione dell’organizzazione e quali ancora quellea rischio.

Il miglior consiglio è di cominciare comunque a sperimentare e a provare ilCloud Computing in ambiti inizialmente limitati, in modo da accumulare espe-rienza pratica su ciò che i servizi consentono e mantenere, nel contempo, gli even-tuali problemi a un livello gestibile.

Avremo anche il tempo per renderci conto di quanto questi nuovi modelli difruizione siano destinati a trasformare il modo di pensare e di operare della stessa IT.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità36

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LE OTTO RISPOSTE DEGLI OPERATORI IT

Otto domande agli Operatori IT leader dell’offerta, no-stri partner in questa iniziativa. Otto autorevoli risposteche tracciano le roadmap e fotografano la situazione,mentre il Cloud Computing si diffonde nel nostro mer-cato come possibilità molto concreta e trasforma l’IT checonosciamo imprimendole una decisa svolta. Anche inumeri uno delle aziende e manager di linea, in questitempi di particolare difficoltà dell’economia, non sonoindifferenti alle promesse del Cloud. Ciò che trovanoparticolarmente interessante è che il Cloud va oltre ilsemplice taglio dei costi, sebbene questa prospettivasia certamente un plus. Il Cloud cambia l’economia del-l’IT, togliendo investimenti in conto capitale e riversan-doli in budget correnti destinati a pagare il consumo diIT con costi up-front trascurabili. Gli effetti del Cloud Computing possono divenire moltodirompenti anche per il mondo dell’offerta e non è uncaso che i nostri sette leader abbiano approntato delleroadmap molto serie, ciascuno partendo dai punti fermidel percorso evolutivo seguito finora. Nelle pagine cheseguono sono condensate risposte autorevoli, franchee puntuali; vengono espressi punti di vista diversi, cheperò descrivono in modo esaustivo la formidabile op-portunità del Cloud Computing e l’esperienza finora ac-cumulata, tenendo d’occhio un futuro che a noi sembraveramente molto prossimo.

In ordine alfabetico gli Operatori IT

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che EMC propone in Italia? A quale dimen-sione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di EMC (Top,

Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principalmente l’offerta CloudComputing di EMC?Il prossimo fulcro di cambiamento nell’IT delineato da EMC ruota attorno ai concetti di vir-tualizzazione del data center e cloud computing.Il modello EMC si realizza su tre livelli: Infrastruttura (Atmos), infrastruttura “as a service” (IaaS)e “Software as a service” (SaaS). Questa variegata offerta permette a EMC di offrire soluzionialle aziende Top, Medio-Grandi e al segmento consumer, small office/home office. Il controlloe la gestione dei sistemi virtualizzati e cloud è affidata alla suite software EMC Ionix.Per le grandi aziende l’offerta è indirizzabile sia alle “services utility” e quindi grosse realtàtelco e outsourcer sia agli altri settori con progetti di “Hyperconsolidation” dell’infrastruttura IT.Per la piccola e media impresa, EMC offre soluzioni di “backup” e Personal Information Management in SaaS.Nel novembre 2008 EMC ha, inoltre, introdotto Atmos, un’applicazione storage pensata perambienti con l’esigenza di scalabilità a capacità dell’ordine del Petabyte, che costituisce labase infrastrutturale su cui poggia il modello Cloud EMC. Uno degli aspetti distintivi di Atmosè di essere una piattaforma per la gestione delle informazioni basata su policy che ben siadatta al modello di “cloud storage” in cui la memorizzazione di dati è organizzata attraversouna molteplicità di sistemi di archiviazione e dispone di funzionalità di gestione automatizzata.Atmos online mette a disposizione funzionalità di “cloud optimization storage” ad aziende chehanno l’esigenza di spostare e di gestire grandi quantità di informazioni mantenendo costibassi e, nel contempo, garantendo il massimo livello di protezione. EMC ha previsto anchel’estensione di Atmos attraverso il rilascio di EMC Atmos internal to external federation cheabilita la federazione tra un internal cloud Atmos e una cloud esterna. Questa nuova funzio-nalità permette di spostare i dati dalle cloud interne (on premise) a quelle esterne (off premise)mettendo a punto una serie di policy di gestione in base alle quali estendere facilmente le pro-prie risorse all’esterno della propria “nuvola”. La disponibilità di questa tecnologia segna unpassaggio fondamentale verso la progressiva adozione di modelli cloud, poiché attualmentesono ancora poche le aziende che scelgono di spostare l’intero patrimonio informativo in mo-dalità cloud. Tra i primi accordi con service provider di rilevanza globale EMC può vantare quello con AT&Tche fornirà una gamma di servizi in hosting alternativi a soluzioni di IT “in house” con l’obiet-tivo di ridurre i costi e accelerare il rilascio dei servizi. I vantaggi sono legati alla veloce im-plementazione grazie a soluzioni integrate “private”. EMC condivide, inoltre, con la consociata VMware e il Partner CISCO una stessa visionestrategica per supportare le aziende nella trasformazione del Data Center verso la virtualiz-

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità38

Intervento di Riccardo Di Blasio, Amministratore Delegato e Direttore Generale, EMC Italia

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zazione e il "private cloud", attraverso la definizione e sviluppo di architetture di riferimento ela convergenza di soluzioni leader di mercato.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dall’ado-zione della proposta di Cloud Computing di EMC rispetto a quella dei Competitor?

Esiste la possibilità di determinare il ROI di progetto preventivo alla scelta in direzionedel Cloud Computing?Le richieste che ci giungono dai clienti sono quelle di creare condizioni di fiducia, controllo,affidabilità e sicurezza del Data Center. EMC interpreta queste esigenze abbinando la tec-nologia di virtualizzazione con un modello “cloud based”, mettendo a fattor comune i van-taggi associati a entrambi. Questo permette di creare, all’interno di quella che chiamiamoInternal cloud, un data center virtualizzato che risulta più dinamico, efficiente, affidabile, si-curo, flessibile e on-demand.Il passaggio successivo è rappresentato dal Private cloud, un’infrastruttura in cui un’aziendapuò disporre e combinare le risorse interne con quelle fornite esternamente da un provider.Questo livello di flessibilità richiede, per potersi realizzare, che si stabilisca un processo di fe-derazione tra aziende, fornitori di tecnologie e service provider. In ottica cloud, EMC disponeanche di soluzioni di enterprise content management, leader di mercato, che offrono ad ap-plicazioni e utenti finali, servizi evoluti di gestione dei contenuti applicabili ad informazioninon strutturate e aggregate dinamicamente grazie ad una federation di repository o archivimultipli.E’ possibile determinare il ROI di un’evoluzione verso il cloud computing tramite attività mi-rate, per le quali EMC si avvale della sua struttura di IT Consulting.Gli obiettivi di qualità e ritorno dell’investimento, riduzione costi operativi, valorizzazione assete flessibilità sono accelerati da scelte di virtualizzazione che EMC indirizza forte anche dellesoluzioni della consociata VMware.

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Com-puting e Enterprise 2.0?

Si tratta di argomenti strettamente correlati: la virtualizzazione è l’elemento fondamentale perprogetti di internal cloud e/o di fornitura di servizi di IaaS; l’approccio SOA è a sua volta l’abi-litatore all’utilizzo di “funzioni” (SaaS) sul cloud. Le architetture di content management con-sentono, inoltre, l’apertura alla fruizione dei contenuti in ottica 2.0 e con architetture cloudbased, mantenendo però consistenza e controllo da parte delle imprese sul rispetto delle re-gole aziendali di gestione delle informazioni.In altri termini, qualunque sia il modello di riferimento aziendale (tradizionale o 2.0) e l’am-biente sottostante (standard o cloud), il content management permette di tutelare gli asset in-formativi aziendali e il loro valore, durante tutto il loro ciclo di vita.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno di unaAzienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una solu-

zione di Cloud Computing?L’Internal cloud può rappresentare una scelta efficace per tutte le realtà che sono candidate a

Le otto risposte degli Operatori IT – EMC 39

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iperconsolidamento. La virtualizzazione dell’infrastruttura server è il primo passo per progettidi ottimizzazione e flessibilità ad alto ROI. La virtualizzazione dell’intero Data Center è il con-seguente passo per aumentare ottimizzazione e flessibilità. In questo senso l’infrastruttura distorage, quella rivolta alla disponibilità del dato e del servizio e alla gestione e controllo ed i re-lativi processi (compresi quelli inerenti alla sicurezza) vanno rivisitati e affinati nell’ottica dell’“in-ternal cloud” quale punto di consistenza per il successivo passo verso il “private cloud”. Forse piu celere è l’adozione strategica per l’azienda di componenti SaaS legati al business(vedi ad esempio Salesforce.com) o al mantenimento di uno Service Level Agreement IT(come ad esempio il desktop backup realizzato con Mozy). Esiste poi un terzo gruppo di “clienti del cloud”; i provider di servizio e/o le attuali telco. Que-sta fascia è candidata al cloud per l’ottimizzazione interna ma anche per la fornitura di nuoviservizi ai propri clienti. Nell’ottica dell’implementazione e dell’ottimizzazione del Virtual Data Center come tassellofondamentale per la costruzione dell’“internal cloud”, EMC ha rilasciato in Aprile un’architet-tura specificamente concepita per le nuove esigenze dei data center virtuali e un primo si-stema di storage che vuole porsi come punto di riferimento per le infrastrutture di virtualcomputing. EMC Symmetrix V-Max fornisce storage high-end per il data center virtuale. Symmetrix V-Max offre scalabilità fino a 2 PB di capacità protetta utilizzabile disponendo alcontempo della potenza necessaria per consolidare più carichi di lavoro in un ingombro moltoinferiore rispetto a quello di array alternativi. L’architettura innovativa EMC Symmetrix Virtual Matrix Architecture™ scala, senza interruzionie su richiesta, le prestazioni, la capacità e la connettività al fine di soddisfare tutti i requisitidelle applicazioni. Symmetrix V-Max può essere utilizzato con unità Flash, Fibre Channel eSATA (Serial Advanced Technology Attachment). Supporta server virtualizzati e fisici, inclusiopen system, mainframe e host I Series.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, CFO indi-rizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling proposition

basata sul Cloud Computing?In fase di early adoption i primi interlocutori sono i CIO e i CFO. In ottica futura, in cui il cloudpermetterà di ridefinire la logica con cui i servizi verranno erogati e abiliterà la fornitura dinuovi servizi da parte delle aziende, la selling proposition renderà il CEO maggiormente par-tecipe del processo decisionale.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business. Quali

le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?Con l’internal cloud le competenze IT evolvono per saper gestire e controllare un Virtual DataCenter.Per quanto riguarda l’“external Cloud”, l’IT si deve orientare alla definizione e gestione dei li-velli di servizio e la governance dei sistemi “into the cloud”, più che nella gestione quotidianadi infrastrutture e applicazioni locali come spesso avviene oggi. In questo passaggio occorreil superamento di logiche di gestione delle informazioni dipendenti dalle singole applicazioni.

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L’approccio EMC consente di centralizzare intorno alle informazioni, gli obiettivi e le modalitàdi accesso, fruzione, archiviazione e conservazione delle stesse. In questo modo si defini-scono regole valide a livello corporate e alle quali i servizi applicativi possono fare riferimento.Il paradigma del Enterprise Content Management gioca quindi un ruolo fondamentale per ilcostante rispetto delle policy di information management in contesti cloud.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende End

Users?Quella della sicurezza è la principale area di evoluzione del cloud federato. Per la gestionedelle identità nel cloud, RSA, Security Division di EMC, propone le sue capacità di autenti-cazione forte, autenticazione multi fattore, la one time password, la gestione delle identità fe-derate e le soluzioni di autenticazione risk-based. La soluzione RSA di Monitoraggio delleTransazioni va oltre la protezione della sola identità utenti, autenticando la transazione stessa,aumentando il livello della sicurezza on line, riducendo le frodi e mitigando i rischi delle cre-scenti minacce via web. Per la sicurezza delle informazioni nel cloud la soluzione RSA Data Loss Prevention offre ca-pacità di individuazione dei contenuti e loro classificazione, oltre a preservare dal rischio diperdita delle informazioni aziendali. La soluzione RSA DLP offre ai cloud, pubblici e privati,la capacità di implementare politiche di sicurezza per la governance, il controllo e l’adegua-mento normativo (compliance). Infine, per la sicurezza dell’infrastruttura, la combinazione dei prodotti di infrastructure resource management di EMC con RSA enVision log management consente il controllo e lagestione delle componenti dell’infrastruttura attraverso sistemi di gestione delle configura-zioni, degli eventi e delle funzionalità di controllo, tutti elementi importanti per l’ottimizzazionedelle operazioni nel cloud e per soddisfare i requisiti normativi di compliance.

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è strate-gica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica con

l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?L’adozione del cloud potrà configurarsi come vantaggio competitivo sul mercato per tuttequelle aziende che saranno in grado di valorizzarne l’approccio vincente nella definizione ederogazione di nuovi servizi di Business. E’ indubbio infatti che la crescente richiesta delleLine of Business aziendali di agilità e flessibilità d’azione, coniugata con catene del valoresempre più estese e con quantità di informazioni da gestire in crescita costante, porterannoil cloud ad essere sempre più pervasivo.

Le otto risposte degli Operatori IT – EMC 41

Per maggiori informazioni

Bruno MelandriEMEA Practice Manager per Products & Applied Technologies, EMC [email protected]

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che Google propone in Italia? A quale dimen-sione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di Google

(Top, Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principalmente l’offertaCloud Computing di Google?Il modello di cloud computing proposto da Google a organizzazioni di qualsiasi dimensionee settore industriale è quello che solo un’azienda nata sul web è in grado di offrire. Googleha risorse di calcolo virtualmente illimitate che può mettere a disposizione dei propri clientiaziendali per l’hosting sicuro di applicazioni e servizi, dalla posta elettronica alle applicazioniper la collaborazione. La decisione di Google di mettere a disposizione delle imprese le pro-prie risorse e competenze tecniche nasce dalla constatazione che le applicazioni derivatedal mondo consumer sono sempre più utilizzate dalle aziende. Per troppo tempo, infatti, le tec-nologie usate in azienda sono state progettate pensando più a ciò che dovevano fare che achi doveva usarle. Applicazioni disegnate da esperti per esperti, non per gente comune. IlWeb ha ribaltato questa situazione. Tutto è partito dalle persone, o meglio, da come e per cosaesse usano Internet. Le persone e le loro aspettative sono infatti sempre le stesse, anchequando si trovano al lavoro. Perché mai dovrebbero imparare a usare tecnologie diverse perfare sostanzialmente la stessa cosa anche se in due contesti diversi? In questo nuovo scenario di tecnologia pervasiva, cresce dunque l’insofferenza verso le ap-plicazioni aziendali complesse e difficili da usare. La strategia di Google per il Cloud Computing è pensata proprio per rispondere a queste esigenze, portando sul posto di lavorole stesse applicazioni che la gente usa con soddisfazione nella vita privata. Per rispondere a questa esigenza, Google ha sviluppato – e continua a migliorare ogni giorno– la suite Google Apps Premier di soluzioni web per la comunicazione e la collaborazioneindirizzata alle aziende. Offerta su abbonamento a 40 euro per utente l’anno, comprende sup-porto telefonico in italiano, disponibilità di estese capacità storage e un insieme di funziona-lità per l’amministrazione e l’integrazione di Google Apps con le altre applicazioni aziendali.La suite di applicazioni web Google Apps Premier comprende il servizio webmail Gmail con25GB di mailbox disponibili, l’applicazione per la gestione condivisa delle agende GoogleCalendar, Google Talk per l’instant messaging, la telefonia voice-over-IP e la video chat,Google Sites per la creazione di siti web condivisi, Google Documenti, che consente a tuttele persone di un team di lavorare insieme e in contemporanea su documenti, presentazionie fogli elettronici senza necessità di scambio via email delle varie versioni e Google Videofor business, per la condivisione semplice e rapida di video. Google Apps Premier offre inol-tre Google Apps Sync per Microsoft Outlook, che permette agli utenti che lo preferisconodi continuare a utilizzare l’interfaccia di Outlook pur accedendo a tutti i servizi e le innovazionidi Google Apps e sfruttando così tutti i vantaggi in termini di risparmi ed efficienza dati dal mo-

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità42

Intervento di Carlo Marchini, Responsabile Divisione Enterprise, Google Italy

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dello cloud. Nella consueta filosofia di semplificazione di Google, Google Apps Sync si ag-giunge ad altre funzionalità rese disponibili a beneficio delle aziende, quali la possibilità diusare Gmail anche offline e la piena interoperabilità con Blackberry.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dall’ado-zione della proposta di Cloud Computing di Google rispetto a quella dei Competitor?

Esiste la possibilità di determinare il ROI di progetto preventivo alla scelta in direzionedel Cloud Computing?Le aziende chiedono applicazioni semplici e intuitive e, insieme, sicure, affidabili e facili dagestire. Con Google Apps Premier, hanno tecnologia innovativa a una frazione del costo dellesoluzioni tradizionali che richiedono installazione locale e manutenzione continua. Per usareGoogle Apps Premier non è necessario installare alcun software sui server e sui client, né ag-giungere e manutenere storage, perché tutto viene gestito sui potenti server di Google e ac-ceduto via browser dagli utenti da qualsiasi parte del mondo ove esista una connessioneInternet. Il calcolo del ROI è molto semplice da fare per gli utenti finali e deve includere ancheconsiderazioni quali la possibilità di eliminare costosi piani di business continuity comprendentiserver duplicati, disaster recovery, risorse dedicate. I risparmi, naturalmente, sono propor-zionati alle dimensioni e alle esigenze della singola azienda.Il principale punto di forza della proposta di Google rispetto a quella di altre aziende consistenel fatto che si tratta di una soluzione web pura, che solo un’azienda – come Google – natasul web e senza una base legacy da difendere può offrire. Come tale, è l’unica offerta at-tualmente disponibile sul mercato in grado di offrire in modo completo e spinto tutti i vantaggidel cloud computing. Non si tratta di una pura riproposta sotto forma di abbonamento di ser-vizi e applicazioni tradizionali, che magari poi richiedono di continuare ad installare e mante-nere server e hardware storage: si tratta dell’outsourcing completo e sicuro di servizi per laproduttività aziendale, con un canone di abbonamento trasparente, costi certi e un contrattocon livello di servizio garantito del 99,9%.

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Computing ed Enterprise 2.0?

Sono concetti molto differenti tra loro ma esiste un filo logico che li unisce. Il SaaS è una dellemodalità di fruizione dei servizi in Cloud Computing (tra le altre si possono citare "platform asa service", "infrastructure as a service", etc.). I servizi in cloud computing presuppongono lavirtualizzazione, ovvero virtualizzo le macchine o i software, tipicamente distribuiti, e l'utentevi accede senza preoccuparsi di dove sia fisicamente o come sia fatto il server che produceil servizio. Il cloud Computing è una delle modalità di fruizione di servizi alla base del concettodi Enterprise 2.0.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno di unaAzienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una solu-

zione di Cloud Computing?Per quanto riguarda la posta elettronica in modalità cloud, l’adozione e i vantaggi sono naturalmente trasversali a tutte le aree aziendali e lo stesso vale per il servizio Google

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Documenti. Servizi quali Google Sites, invece, possono essere ideali per creare delle intranetche mettono in comunicazione gli appartenenti a una stessa funzione aziendali (Marketing,Ufficio Tecnico, Comunicazione, Finanza, ecc.) per la collaborazione efficiente su uno stessoprogetto. Google Video for Business si dimostra poi particolarmente efficiente, ad esempio,per la formazione a distanza o il training sui nuovi prodotti. La tipologia della proposta clouddi Google è comunque idonea all’uso da parte di qualsiasi funzione aziendale: abbiamo clientiche usano Sites come repository di regole e policy per la gestione amministrativa, altri che lousano per la collaborazione tra i team addetti al controllo della qualità. Il concetto chiave, in-somma, è miglioramento dell’efficienza nella collaborazione e nella condivisione dei docu-menti: ovunque, all’interno dell’azienda, vi sia questa esigenza, Google Apps Premier puòessere la soluzione che ottimizza i workflow e riduce e i costi.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, Google in-dirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling proposition

basata sul Cloud Computing?Ci rivolgiamo sia ai CIO sia ai CEO e ai CFO, in quanto la scelta del cloud computing è unamossa strategica per l’azienda, che semplifica la gestione dell’infrastruttura tecnologica, mi-gliora la produttività e riduce i costi globali dell’IT.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business. Quali

le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?Gli effetti del modello cloud sono tutti positivi: permette di ridurre i costi dell’infrastruttura IT,di migliorare l’efficienza e l’efficacia, di migliorare e semplificare la collaborazione tra le per-sone, di aumentare la sicurezza e di liberare risorse tecniche da allocare su progetti strate-gici per la crescita del business. Certo, è necessario sposare un nuovo modello, ma ciò nonha impatti a livello organizzativo. L’unico vincolo può semmai essere di tipo culturale.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende End

Users?Il problema della sicurezza oggi non è quello di proteggersi da virus o spam, bensì di pro-teggere le aziende dalla complessità che deriva dall’installare, aggiornare e gestire in-housetutta una serie di sistemi e soluzioni per affrontare la problematica della sicurezza in modosoddisfacente. Solo le grandissime aziende hanno centri dati duplicati e piani di disaster re-covery, mentre Google ovviamente li ha per tutti i propri data center. E comunque, anche sesi volessero – e potessero - attivare in azienda tutte le più sofisticate misure per garantire ladisponibilità ininterrotta e la sicurezza globale dei dati i costi sarebbero enormi e certo non so-stenibili da tutte le realtà. Acquisire la sicurezza sotto forma di servizio (ovvero in modalitàcloud), invece, significa eliminare tutto questo, affidare la gestione della problematica a unarealtà – Google – per la quale ciò rappresenta il core business, assicurarsi una continuità delservizio garantita da contratto, eliminare i costi di gestione/upgrade e, cosa più importante,

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità44

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liberare risorse tecniche e mentali che possono così essere dedicate ad attività funzionalialla crescita del business dell’azienda. Per Google, la sicurezza è parte del DNA e inizia con le rigorose procedure con le quali ga-rantisce la sicurezza fisica e l’impenetrabilità dei propri data centre da attacchi esterni. Leaziende che scelgono Google Apps Premier creano di fatto un firewall virtuale a protezionedei dati dell’organizzazione, ed è l’amministratore che decide a quali utenti e applicazioniconsentire l’accesso e secondo quali modalità può avvenire la condivisione dei dati. Le ap-plicazioni cloud di Google si integrano in modo trasparente con tutti i più diffusi sistemi di au-tenticazione usati dalle imprese.Per quanto riguarda la continuità del servizio e l’uptime delle soluzioni cloud, molto interes-santi sono i dati recentemente riportati dalla società di ricerche Radicati Group secondo laquale le aziende con soluzioni email tradizionali (in-house) sperimentano dai 30 ai 60 minutidi downtime imprevisto e da 36 a 90 minuti di fermo pianificato ogni mese. I dati riferiti da Google per le proprie soluzioni relativi al 2008 parlano di una media di 10-15 minuti di downtime al mese, ovvero pochi secondi ogni tanto nell’arco del periodo. Le soluzioni cloudindirizzate alle imprese, in ogni caso, sono completate da accordi per livelli minimi di serviziogarantiti da contratto.Sicurezza, uptime, protezione dei dati e della privacy sono decisamente più elevati con le so-luzioni cloud che con quelle tradizionali. I CIO più lungimiranti lo hanno capito subito: i clientiitaliani che hanno deciso di migrare a Google Apps Premier dichiarano di aver compiuto que-sta scelta perché hanno visto nella suite di Google la soluzione ideale per avere a disposi-zione un sistema implementabile in modo semplice e poco costoso a livello distribuito in tuttoil mondo e garantire business continuity e massima sicurezza alla posta elettronica senzanecessità di costosi investimenti in soluzioni e sistemi per il disaster recovery. A livello globale,ci sono aziende di grandissime dimensioni quali la francese Valeo, che hanno deciso di ef-fettuare la migrazione totale a Google Apps Premier di tutti i propri utenti dotati di connessionea Internet (con ben 30.000 account nel caso di Valeo).

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è strate-gica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica con

l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?La risposta è semplice: non si tratta in alcun modo di una perdita di controllo – i dati riman-gono di proprietà dell’azienda cliente, le applicazioni sono personalizzabili sulle specificheesigenze – bensì di un’ottimizzazione dell’efficienza, di una liberazione di risorse tecniche edi una riduzione dei costi: credo che queste siano tutte cose più che apprezzate dai sistemiinformativi aziendali.

Le otto risposte degli Operatori IT – Google 45

Per maggiori informazioni

Carlo MarchiniResponsabile Divisione Enterprise, Google [email protected]

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che IBM propone in Italia? A quale dimen-sione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di IBM (Top,

Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principalmente l’offertaCloud Computing di IBM?IBM propone tre modalità di accesso ai benefici del Cloud Computing:Software as a Service (SaaS) come modello di approvvigionamento (“sourcing”) di risorseIT; il servizio LotusLive offre secondo la modalità SaaS applicazioni di email, collaborazionee web conferencing.Soluzioni tecnologiche pre-configurate per realizzare Cloud private. Con le offerte Cloud-Burst IBM mette a disposizione un ambiente pre-configurato di hardware, software e serviziper avviare velocemente una soluzione Cloud (Private Cloud) per ambienti di test all’internodell’azienda.Servizi di realizzazione e di consulenza, IBM Smart Business Services, per affrontare in ma-niera adeguata il cammino verso l’adozione di un modello Cloud Computing in sintonia conla strategia IT aziendale.L’offerta IBM nel suo complesso è proponibile a tutte le aziende italiane, di ogni dimensionee di ogni settore di mercato. Alcune soluzioni, però, come ad esempio quelle per realizzareun Private Cloud, sono particolarmente interessanti per aziende medio-grandi.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dal-l’adozione della proposta di Cloud Computing di IBM rispetto a quella dei Compe-

titor? Esiste la possibilità di determinare il ROI di progetto preventivo alla scelta indirezione del Cloud Computing?L’offerta IBM rispetto a quelle di altri vendor copre a 360° le possibilità del Cloud Computing,spaziando da nuove opportunità di “sourcing” di tecnologie informatiche - Lotus Live maanche IBM Computing on Demand per utilizzare sistemi per il calcolo intensivo con un mo-dello pay-per-use - fino a tecnologie e servizi per la realizzazione d’infrastrutture Cloud. Le tecnologie di IBM per il Cloud Computing sono suddivise in due categorie: la prima com-prende i “mattoni” di base per la costruzione di una infrastruttura Cloud, come il Tivoli ServiceAutomation Manager (TSAM) per la gestione del ciclo di vita dei servizi cloud e il Tivoli Pro-visioning Manager (TPM) per l’installazione e il rilascio di immagini virtuali nel cloud. La se-conda è invece costituita da soluzioni già preconfigurate (usando i “mattoni” tecnolgici quivisti), come IBM CloudBurst, che abilita una veloce realizzazione di una cloud privata.IBM inoltre ha sviluppato tutta una serie di metodologie per la valutazione di ROI, TCO e perlo sviluppo di iniziative strategiche per l’IT in linea con il modello di Cloud Computing.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità46

Intervento di Andrea Corbelli, Direttore Tecnico Systems & Technology Group, IBM Italia

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3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Com-puting e Enterprise 2.0?

La virtualizzazione nelle sue varie sfaccettature (server, storage, network etc.) è sicuramenteuno dei requisiti base per la realizzazione di un’infrastruttura di Cloud Computing. IBM ha più di 40 anni d’esperienza nel campo della virtualizzazione dei sistemi e ha estesoquesto know how a tutta la gamma dei suoi prodotti: dallo storage (SAN Volume Controller)ai sistemi centrali (System z con PR/SM), ai sistemi Unix (System p con PowerVM) e x86(System x e BladeCenters con Linux Xen, kvm e VMWare). Queste tecnologie abbinate a sistemi di gestione integrati (IBM Systems Director e TivoliProvisioning Manager) sono gli elementi fondamentali di un’infrastruttura Cloud. Essi, in-fatti, sono stati ingegnerizzati e personalizzati per essere il nocciolo tecnologico dell’offertaIBM CloudBurst.Parlando di SaaS, invece, questo modello si avvale, nella maggior parte dei casi, d’infra-strutture Cloud (o IaaS - Infrastructure as a Service). Le soluzioni SaaS sono particolarmenteaffini ad applicazioni Enterpise 2.0 (es. mail, web confererencing, ecc.), proprio come i ser-vizi offerti dalla soluzione IBM LotusLive. SaaS può offrire una canale innovativo per la fruizione di applicazioni Enterprise 2.0 (CloudPubblica). In alternativa la stessa applicazione potrebbe essere gestita e acquisita in modotradizionale ma ospitata all’interno di una Cloud privata o pubblica di tipo IaaS. La virtualiz-zazione rimane il naturale sottofondo tecnologico di entrambe le soluzioni.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno diuna Azienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una

soluzione di Cloud Computing?Inizialmente, l’adozione del Cloud Computing (IaaS) è scelta per ambienti di test e sviluppo(Test Cloud) o per il consolidamento di workstation degli utenti finali (Desktop Cloud), ancheperchè siamo ancora in una fase iniziale dell’introduzione del paradigma Cloud Computing nel-

Le otto risposte degli Operatori IT – IBM 47

Cloud Computing Deployments

Infrastructure as a service(virtualized servers, storage, networking)

Software platforms as a service(optimized middleware - application servers,

database servers, portal servers, etc.)

Applications, Processes and Information as a service

‘Services’ as a service

Multiplexing / Mixing workload

Public Clouds(provider - Internet) Enterprise Clouds

(data center - Intranet)Hybrid Clouds

(public and private)

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l’IT tradizionale. Questo modello è invece già maturo per essere adottato a livello di produ-zione all’interno di organizzazioni o unità di business di Ricerca e Sviluppo e in società con-sortili operanti nel terziario avanzato.Non solo. Il modello Cloud Pubblico (SaaS ed altro) è una opportunità per piccole e medie im-prese e start-up che vedono un nuovo modo per accedere ad applicazioni ed infrastrutture en-terprise con una crescita elastica e una logica pay-per-use, cioè a basso costo di ingresso edi gestione.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, IBM in-dirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling proposi-

tion basata sul Cloud Computing?Il Cloud Computing è senza dubbi un “Business dell’IT”, quindi il CIO è l’interlocutore privile-giato. Questo non significa però che sia irrilevante per la direzione dell’azienda. Di fatto ilCIO ha ora nelle sue mani uno strumento innovativo a supporto delle strategie aziendali e fi-nanziarie da utilizzare nei suoi rapporti con il CEO e il CFO.Il cloud computing si inserisce nella Enterprise Architecture aziendale sia come una nuovastrategia di “sourcing” di alcune componenti infrastrutturali dell’IT, sia come nuovo modello diriferimento per la creazione di infrastrutture informatiche innovative altamente automatizzatee dinamiche.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business.

Quali le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?Nella modalità Private, il Cloud è sicuramente un tassello importante della strategia IT, un ele-mento che consente una maggior efficacia, più velocità ed “elasticità” di reazione nei confrontidelle richieste provenienti dalle business unit. Il Cloud induce all’eliminazione o all’automatizzazione di una serie di processi presenti nellestrutture IT tradizionali e può richiedere una riclassificazione di infrastrutture IT esistenti. Adesempio il sistema di gestione delle configurazioni IT (CMDB) dovrà diventare un sistemareal-time per rimanere allineato alle dinamiche del Cloud, come pure i processi per fruire diun server possono venire completamente automatizzati e disintermediati.La modalità Public Cloud amplia invece le opzioni di “sourcing” dell’IT, introducendo mecca-nismi pay-per-use o di Utility Computing nelle modalità di approvvigionamento della tecnolo-gia e applicazioni IT. Come ultima osservazione, in prospettiva pensiamo che i clienti non si divideranno in utiliz-zatori di Cloud Private o di Cloud Pubbliche, ma che si verificheranno modalità ibride (HybidCloud) di fruizione di questo nuovo modello.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende

End Users?La sicurezza, l’integrità e la privacy dei dati sono sicuramente le principali preoccupazioni

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degli utenti di Cloud pubbliche. Da parte dell’utente è necessaria una particolare accortezzanel verificare i livelli di servizio e le certificazioni offerte dal fornitore dei servizi Cloud, senzadimenticare altre implicazioni meno evidenti quale la localizzazione fisica dei dati stessi. Bastapensare alle direttive europee sul trattamento dei dati dei cittadini comunitari che impongonorigidi vincoli quando i dati sensibili escono dal territorio della UE.Anche all’interno di Cloud Private la sicurezza deve tener conto delle caratteristiche diestrema dinamicità offerta dall’ambiente. La gestione dell’identità degli utenti del Cloud e ilcontrollo degli accessi devono essere allineati all’elasticità dei processi di provisiong e de-provisioning tipici degli ambienti Cloud mantenedo una rigorosa conformità alle politiche disicurezza aziendali.In questo campo IBM offre un ricco portafoglio di servizi e tecnologie mirate proprio alla messain sicurezza di infrastrutture Cloud.

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è stra-tegica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica

con l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?Come abbiamo visto il Cloud Computing ha diverse connotazioni, realizzare una Cloud pri-vata o fruire di una Cloud pubblica è una scelta strategica. La domanda è quindi duplice:mettere il Data Center nel Cloud o il Cloud nel Data Center? La risposta è per forza articolata: le componenti architetturali che all’interno della strategia ITdi una particolare azienda possono essere considerate “commodity” saranno le principali can-didate al cloud pubblico. La grande sfida in questo nuovo mercato sarà quella di offrire unastandardizzazione sufficiente per offrire all’IT la possibilità di entrare ed uscire dal Cloud inbase alla sua strategia e al minimo costo possibile.Infine, il cloud computing, in particolare con le soluzioni Software as a Service, offre unagrande opportunità alle piccole e medie imprese di accedere a soluzioni applicative di tipo en-terprise senza dover affrontarne la loro complessità operativa e gestionale. Un esempio in talsenso è la soluzione IBM LotusLive che offre, in modalità di abbonamento, l’accesso ad unasuite collaborativa (web conferencing, instant messaging, email etc.) comunemente utilizzataall’interno di grandi aziende.

Le otto risposte degli Operatori IT – IBM 49

Per maggiori informazioni

Massimo LeoniIT Architect & Open Group Certified, IBM [email protected]

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che Microsoft propone in Italia? A quale dimensione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di

Microsoft (Top, Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principal-mente l’offerta Cloud Computing di Microsoft?Il modello di Cloud Computing di Microsoft è parte integrante dalla visione Software+Service,che coniuga la potenza offerta dal software installato localmente su ogni device, e di quelloresidente on-premise in azienda, con la pervasività e la caratteristica“always up-to-date” deiservizi esposti “in the cloud”, fornendo al Responsabile IT un ampio ventaglio di scelte pos-sibili per meglio soddisfare le esigenze della propria organizzazione.L’offerta di cloud computing di Microsoft si compone di due elementi fondamentali: la Business Productivity Online Suite (BPOS) e la Azure Services Platform.A partire dal 24 Aprile 2009, Microsoft offre per il mercato italiano la Business Productivity Online Suite, una serie di servizi erogati dai datacenter di Microsoft residenti in Europa in Du-blino ed Amsterdam, che offrono la disponibilità di Exchange Online 2007, Office Communi-cations Online, Live Meeting e SharePoint Online, ovvero soluzioni già fruibili con modelli dideployment on-premise (self-hosted), o attraverso i partner di hosting.L’offerta BPOS è indirizzata al mercato business, soddisfacendone i requisiti fondamentali didisponibilità e di livello di servizio. Essendo un’offerta modulare, può rispondere ai requisitidi aziende di ogni dimensione e settore. Una organizzazione può decidere se esternalizzarecompletamente l’infrastruttura necessaria utilizzando i servizi offerti da BPOS, o estendereparzialmente la propria infrastruttura esistente, federando i propri servizi di autenticazione eautorizzazione con quelli utilizzati da BPOS, in modo trasparente all’utente finale. Alcune aziende hanno già adottato con successo la piattaforma BPOS in Italia. Miniliner, so-cietà di servizi cargo, ha standardizzato i propri servizi di messaggistica, comunicazione e col-laborazione. Saet, società che fornisce servizi di sicurezza avanzata, ha adottato i servizi diinstant messaging, presenza e conferenze web, integrandoli con l’infrastruttura erogata da unnostro partner. Diamante, azienda appartenente al gruppo Il Sole 24 Ore, specializzata in so-luzioni gestionali per la PMI e i Professionisti, ha integrato Fatturiamo.it con Office Commu-nications Online e SharePoint Online. Tra le realtà multinazionali che stanno adottando BPOSsu scala mondiale, citiamo McDonalds e Glaxo Smithkline.Per quanto riguarda la seconda componente dell’offerta, Azure Services Platform è la piatta-forma Microsoft per il cloud computing, gestita interamente all’interno dei datacenter di Microsoft, con cui le aziende possono realizzare soluzioni applicative e servizi “in the cloud”ad uso interno o verso clienti e business partner. Il cuore della piattaforma è costituito daWindows Azure, il sistema operativo Microsoft per il cloud computing, che fornisce gli am-bienti di sviluppo, run-time e controllo delle risorse disponibili.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità50

Intervento di Anders Nilsson, Direttore Divisione Developer and Platform Evangelism, Microsoft Italia

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La Azure Services Platform nel suo complesso fornisce potenza computazionale, storage,servizi applicativi e di autenticazione basati su standard aperti, mettendo a disposizione le ri-sorse necessarie in modo dinamico rispetto ai livelli di servizio richiesti dal cliente. Gli Indipendent Software Vendor (ISV) e le Startup, come anche le organizzazioni clienti, pos-sono migliorare il time-to-market delle proprie soluzioni sfruttando immediatamente la dispo-nibilità di risorse elaborative con un modello di pagamento di tipo pay-as-you-go, in grado didefinire a priori i costi in relazione all’utilizzo delle risorse, e di abbattere i costi di avvio ne-cessari, tipici di un modello di deployment on-premise. Lo sviluppo di soluzioni per la AzureServices Platform consente inoltre il pieno riutilizzo delle competenze presenti in aziendasulle tecnologie Windows, .NET e su diverse tecnologie di terze parti. La Azure Services Platform è attualmente a disposizione in versione beta pubblica e sarà resa disponibile com-mercialmente nei prossimi mesi.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dal-l’adozione della proposta di Cloud Computing di Microsoft rispetto a quella dei

Competitor?I principali vantaggi per una Azienda End User possono essere riassunti in: � Flessibilità e scalabilità:

- Basso rischio di investimenti - Disponibilità di una piattaforma scalabile al crescere del business - Deployment flessibile - Migrazione dei dati semplice ed immediata- Co-esistenza e integrazione dei servizi on-premise e online

� Gestione semplificata - No hardware e software da installare e gestire- Disponibilità immediata della soluzione o della piattaforma - Tecnologia sempre aggiornata - Unico portale per gestione utenti, gestione licenze, configurazione servizi e supporto

� Sicurezza e affidabilità avanzati - Supporto 24x7 garantito da Microsoft- SLA ad-hoc concordati in funzione delle specifiche esigenze

� Standard e Interoperabilità: - Utilizzo di standard di mercato basati su XML, come SOAP e REST

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Computing e Enterprise 2.0?

Con il diffondersi del cloud computing, Microsoft è nella posizione unica di offrire ai clienti lapossibilità di avvantaggiarsi delle varie opzioni disponibili usando le piattaforme e gli stru-menti di sviluppo delle applicazioni già in uso dalle aziende offrendo, al tempo stesso, la pos-sibilità di costruire servizi già pronti per le evoluzioni del cloud computing.Microsoft offre prodotti, tecnologie e soluzioni per due tipologie di cloud: private e public. Entrambe partono dai concetti di elevata virtualizzazione delle risorse, di gestione centraliz-

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zata grazie a strumenti e processi ben definiti, di scalabilità flessibile e dinamica, orientate al-l’erogazione di servizi innovativi agli utenti. Nella visione di Microsoft il cloud computing quindidiventa il collante tra l’infrastruttura on-premise, i meccanismi di virtualizzazione e il deliverydei servizi di business esposti su internet (SaaS) permettendo quindi di realizzare verso i pro-pri utenti una esperienza di tipo Enterprise 2.0 sicura e scalabile.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno diuna Azienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una

soluzione di Cloud Computing?Per quanto riguarda BPOS, i servizi di messaggistica e collaborazione coinvolgono normal-mente l’intera azienda, mentre i servizi orientati alla comunicazione, in una fase iniziale, po-trebbero limitarsi ad aree specifiche che nella conferenza web trovano uno strumento efficaceper migliorare la produttività e ridurre i costi di trasferta.Sotto il profilo di una soluzione applicativa, oltre allo scenario relativo agli ISV descritto inprecedenza, vediamo un grosso valore per le organizzazioni che possono spostare parte delcarico elaborativo sulla Azure Services Platform, sia per fare fronte a picchi di utilizzo tem-poraneo di risorse di calcolo e di storage, sia per realizzare applicazioni che possono bene-ficiare di una orchestrazione dei processi di business su Internet (B2B), o per scenari rivoltiad una utenza consumer (B2C).

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, Microsoftindirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling propo-

sition basata sul Cloud Computing?Per il CEO, il modello Software+Services permette di creare nuovi modelli di business of-frendo servizi all’avanguardia e nuovi asset competitivi. Per il CFO, il modello pay-as-you-go fornisce una nuova opportunità di acquisto di servizi erisorse elaborative, e una migliore armonizzazione dei costi. Per il CIO, l’infrastruttura online garantisce integrazione ed interoperabilità con l’infrastrutturaon-premise, sfruttando le competenze tecniche già presenti in azienda, e l’opportunità di im-plementare servizi innovativi con costi ridotti e un migliore time-to-market.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business.

Quali le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?Uno dei valori strategici dell’IT è quello di essere dinamico e di reagire in modo rapido ed ef-ficace alle esigenze mutevoli espresse dal business. BPOS e la Azure Services Platfom ag-giungono ulteriore flessibilità a quanto già realizzabile con le soluzioni on-premise,garantendone piena interoperabilità e integrazione. L’esternalizzazione della gestione del-l’infrastruttura consente al personale IT di una organizzazione di focalizzarsi maggiormentesul suo ruolo strategico, e di pensare all’erogazione di un servizio applicativo concentrandosisui livelli di servizio e la qualità richiesti, senza preoccuparsi dell’infrastruttura necessaria,del suo deployment fisico, del cablaggio e delle attività di esercizio.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità52

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7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende

End Users?L’offerta dei servizi online è regolata da un contratto tra Microsoft e le aziende che acqui-stano i servizi BPOS. Microsoft si impegna quindi a rispettare i livelli di servizio e qualità(SLA), come l’uptime del servizio, fino al riconoscimento di eventuali penali in caso di man-cato rispetto degli SLA contrattuali. Microsoft inoltre si impegna a mantenere i dati presso idatacenter dislocati nelle diverse aree geografiche di riferimento. Per l’Italia, i dati dei clientirisiedono all’interno dell’Unione Europea nel rispetto delle normative e regolamentazioni eu-ropee, applicando le migliori procedure sull’integrità dei dati e il rispetto della normativa dellaprivacy.

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è stra-tegica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica

con l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?E’ innegabile che l’esposizione e il consumo di servizi “into the cloud” sia un’opportunità sucui ogni organizzazione può far leva per migliorare la propria competitività e per sperimentarenuovi modelli di business, aprendo sempre più le organizzazione stesse verso modelli apertie maggiormente collaborativi. Il cloud computing non va visto solo come l’esternalizzazionedi una infrastruttura, ma come un ecosistema di servizi, soluzioni e applicazioni integrabili traloro e con le soluzioni on-premise per creare valore e risolvere problemi di business in modoinnovativo e non sempre risolvibili con un approccio più tradizionale.

Le otto risposte degli Operatori IT – Microsoft 53

Per maggiori informazioni

Riccardo SponzaTechnical Evangelism Manager, Developer and Platform Evangelism, Microsoft [email protected]

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che Oracle propone in Italia? A quale dimensione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di

Oracle (Top, Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principalmentel’offerta Cloud Computing di Oracle?Oracle ha un’offerta ampia e differenziata per il cloud computing, che copre sia le esigenzedi aziende che offrono servizi cloud, siano essi SAAS, Platform as a Service o Infrastructureas a Service, sia di aziende che intendono strutturare il proprio IT interno secondo un mo-derno concetto di cloud (Private Cloud). Oracle stessa offre un ampio insieme di applica-zioni On Demand che rappresenta una scelta di tipo Software-as-a-Service (SaaS) o “hostedand managed” alle installazioni presso le aziende clienti.“Oracle SaaS Platform”di cui Grid Computing (dati e applicazioni) costituisce la base è unainfrastruttura per gli sviluppatori di soluzioni applicative in modo SaaS o Private (sia per gliISV sia per le aziende clienti), cost-effective e molto scalabile e disponibile sia per i cloud pub-blici che privati. Oracle infine permette ai clienti di mettere in esercizio le proprie tecnologiein cloud pubblici come l’ambiente Amazon Web Services o in cloud privati.La Oracle SaaS Platform è offerta principalmente alle aziende medio-grandi (in ottica PrivateCloud) e ai PaaS (Platform-as-a-Service) e IaaS (Infrasctructure-as-a-Service) provider. Le applicazioni On Demand di Oracle offerte in modo SaaS e la possibilità di utilizzare letecnologie Oracle in cloud pubblici sono proposti alle imprese di ogni dimensione.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dal-l’adozione della proposta di Cloud Computing di Oracle rispetto a quella dei Com-

petitor?La Oracle SaaS Platform è la più completa, aperta ed integrata piattaforma software per svi-luppare, mettere in esercizio e gestire applicazioni sia nei Public sia nei Private Cloud. Le partidi base includono l’infrastruttura Grid, l’infrastruttura di information management e la Ser-vice-Oriented Architecture (SOA), insieme agli ambienti di sviluppo e di system manage-ment. La Oracle SaaS Platform è progettata per garantire la massima performance,disponibilità e scalabilità poiché i fornitori di Public Cloud (ma anche grandi aziende che im-plementano Private Cloud) ne hanno assoluta necessità per mantenere adeguati livelli diservizio nelle situazioni di crescita anche improvvisa dei servizi erogati. Ma quali sono le ragioni che spingono una azienda a scegliere soluzioni di tipo cloud e qualisono i principali ostacoli? In un approccio al CRM as a Service per esempio a favore sonosoprattutto la possibilità da parte delle funzioni di business di un’azienda di innovare moltopiù velocemente di quanto sarebbe possibile fare con una approccio tradizionale in house,

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità54

Intervento di Oscar Gridavilla, Director Business Development, Oracle Italia

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e di giocare un ruolo più partnership-driven con l’IT. I principali fattori di diffidenza verso lesoluzioni SaaS coinvolgono gli aspetti di sicurezza, prestazioni e scalabilità, su cui Oracle hauna consolidata esperienza proprio nei grandi data center, e su cui sta investendo ulterior-mente in modo specifico per l’ambiente cloud.

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Computing e Enterprise 2.0?

La virtualizzazione delle risorse e un loro efficace sistema di gestione sono un fattore im-prescindibile per sviluppare e gestire un ambiente cloud. Allo stesso tempo l’erogazione diservizi SaaS in un cloud non può prescindere dalla velocità, flessibilità, gestibilità offerti daisistemi di virtualizzazione. Oracle stessa utilizza al suo interno un modello avanzato di gride virtualizzazione, erogando servizi da un unico data center che, per la sola struttura di Ora-cle University eroga corsi in 145 training center sparsi in tutto il mondo; settimanalmentesono creati tra i 14000 e i 16000 ambienti virtuali diversi per consentire agli studenti di svol-gere le esercitazioni.In un anno, grazie al grid e alla virtualizzazione, è stata raddoppiata la potenza elaborativamessa a disposizione di Oracle University, ma utilizzando solo un sesto dell’hardware. Il fat-turato per ciascun server è stato moltiplicato per cinque. Il tutto all’insegna del rapid deploy-ment e della elasticità massiccia nel rispondere alla domanda dal mondo reale grazie ad unaautomazione spinta dell’utilizzo del grid, della virtualizzazione e dell’automazione nel provi-sioning dinamico! Più a lungo termine vedo un collegamento tra E2.0 e cloud (mentre per il Web 2.0 è imme-diato): infatti, l’E2.0 in azienda deve partire dalla situazione della specifica applicazione (ades. CRM) che non deve rimandare a un sito/ambiente esterno, ma essere integrato nell’ap-plicazione stessa.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno diuna Azienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una

soluzione di Cloud Computing?Non esiste una risposta valida per tutte le aziende e neppure per uno specifico settore ver-ticale. Da un lato, l’IT delle aziende che vogliono ottenere maggiore flessibilità e scalabilità nel lorodata center tende ad impostare una piattaforma di Private Cloud, dall’altro aziende di ognidimensione possono decidere di utilizzare cloud pubblici per accedere ai servizi “standar-dizzati” (il caso più classico è quello del CRM On Demand).Lo scenario più probabile sarà quello di avere una coesistenza, anche all’interno della stessaazienda, di Private e Public Cloud sullo stimolo di due driver principali quali la facilità/rapi-dità del deployment delle applicazioni e la riduzione dei costi.Tanto maggiore è l’indipendenza del processo/applicazione dal resto del contesto aziendale(e quindi tanto minori o più semplici saranno le esigenze di integrazione) tanto maggioresarà facile percorrere la strada del rapid deployment su cloud.

Le otto risposte degli Operatori IT – Oracle 55

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Un altro fattore che attualmente limita l’accesso al cloud pubblico (ma non a quello privato!)è nelle applicazioni in cui la compliance è molto importante. In generale vedremo quindi unricorso misto ad ambienti di Private e Public Cloud interoperabili.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, Oracleindirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling propo-

sition basata sul Cloud Computing?Poiché come detto l’offerta Oracle per il cloud si articola sia su diversi mercati (Private Cloude Public Cloud) sia su diverse componenti (Tecnologie abilitanti, applicazioni, servizi SaaS)gli interlocutori vanno dai Lab Manager per tutte le applicazioni offerte in modo SaaS, ai CIOo CTO per le architetture software per il cloud.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business.

Quali le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse azien-dali?Ritengo difficile che ci sia una adozione generalizzata del cloud computing in tutte le sue ac-cezioni in una azienda: se pensiamo al Platform as a Service (Private o Public) questo nonimpatta le strategie della stessa, e neppure le relazioni tra IT e Business; ben più complessoè il caso del ricorso a SaaS. Penso comunque che le aziende muoveranno solo una parte, sia delle loro applicazioni siadelle loro risorse computazionali, sui Public Clouds, per diverse ragioni, di cui alcune già evi-denziate, ma anche perché alcune applicazioni sono una parte integrale del loro business evogliono “le loro mani” sulle stesse. Esiste quindi un trade off tra quanto resta interno e quanto può andare su Public Cloud nelquale l’IT e l’allineamento tra IT e business giocano un ruolo determinante, non solo nellascelta delle applicazioni core, di cui si vuole mantenere il controllo, ma anche nella attenta va-lutazione delle esigenze di integrazione.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sullaSicurezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende

End Users?Con le attuali tecnologie per la gestione della sicurezza è più che altro un problema di truste corretta informazione all’utente finale. Grazie ad esempio ad Oracle DB Vault, uno dei tanticomponenti dell’offerta Oracle riguardante la sicurezza, è possibile inibire l’accesso a datisensibili anche agli amministratori di sistema. Inoltre è possibile separare i dati di un’aziendada quelli di un’altra con delle barriere virtuali non violabili dall’applicazione (Virtual PrivateDatabase) oppure attraverso meccanismi di crittografia. Infine grazie alla tecnologia di Identity e di Access Management e la Service Oriented Securityè possibile proteggere l’accesso al cloud dagli accessi non autorizzati di persone ed appli-cazioni: sono anche disponibili dei controlli basati su regole che pesano e valutano il rischiocorrelato ad autorizzare l’accesso.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità56

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8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è stra-tegica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica con

l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?Bisogna distinguere tra l’accesso al cloud di tipo “piattaforma”, cui chiedo dei servizi di cal-colo, e quello di tipo applicativo in modo SaaS. Mentre nel primo caso non ho alcun impatto sulla strategia di business aziendale, nel se-condo dovrò affidare al cloud quelle applicazioni con processi così standardizzati che noncostituiscono il fattore differenziante per l’azienda.

Le otto risposte degli Operatori IT – Oracle 57

Per maggiori informazioni

Angelo SeminatiBusiness Development Manager, Oracle [email protected]

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che Reply propone? A quale dimensioned’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di Reply (Top,

Medio-Grandi, Piccole o Micro)?Quello su cui Reply focalizza la propria attenzione è l’introduzione in azienda di modelli adat-tabili alle singole linee di business. In diversi casi l’IT è ancora costretto a gestire le opera-tions e difficilmente riesce ad avere quel ruolo strategico necessario per attuare progetti ditrasformazione. Spesso questi partono proprio dalle singole linee di business che necessitanodi modelli flessibili per sostenere quell’innovazione di cui hanno bisogno per migliorare la pro-pria funzione e sostenere correttamente le strategie del business. Modelli che trovano ri-scontro nella trasformazione tecnologica che vede per esempio le applicazioni sempre più webbased. Reply crede molto nella cosiddetta logica dell’assemblaggio, ossia nella creazione diun ecosistema di servizi uniti tra di loro che sfruttano le tecnologie del web 2.0 come mashup, strumenti di collaborazione e social networking, device mobili eccetera, che unite tra loroe con i tradizionali sistemi presenti in azienda danno origine ad ulteriori servizi a valore ag-giunto per il business nel suo complesso.La modalità SaaS può far pensare alle esigenze di piccole e micro aziende, in realtà l’offertadi Cloud Computing di Reply si rivolge principalmente alle aziende grandi e medio-grandi. Ilmodello di Cloud Computing che Reply propone al mercato varia da quello Software as aService (SaaS), ne sono un esempio Click Reply™ (la piattaforma proprietaria per il SupplyChain Execution) e TamTamy™ (la piattaforma di Social Networking aziendale), a quello In-frastructure as a Service (IaaS) per permettere di portare in the Cloud anche architetture conun elevato grado di complessità. Per quanto riguarda il livello di maturità invece delle Appli-cation Platform as a Service (APaaS), per il momento Reply le sta studiando per capire al me-glio quali vantaggi strategici possano portare ai clienti. In altre parole Reply si muove conun’offerta Cloud Computing a 360° per soddisfare al meglio le varie esigenze e specificità deidiversi clienti.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dalCloud Computing? Esiste la possibilità di determinare il ROI di progetto preven-

tivo alla scelta in direzione del Cloud Computing?Proprio attraverso soluzioni di Cloud Computing, alle quali sono intrinseci concetti come ilpay per use, la scalabilità e la flessibilità dei costi di avvio e gestione, Reply è in grado di de-terminare il costo sia del progetto che dei costi running dell’esercizio del sistema in modomolto preciso e senza sorprese. Questo permette di determinare il ROI del progetto a pre-ventivo e quindi di stabilire la supportabilità economica dell’intera operazione.

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità58

Intervento di Marco Cusinato, Executive Partner, Reply Spa

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Reply già in diverse occasioni ha realizzato studi per i propri clienti che dimostrano la soste-nibilità economica anche di una semplice migrazione da una soluzione di hosting classica alCloud Computing: il progetto di porting infatti viene talvolta ripagato già nei primi tre mesi diesercizio.

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Com-puting e Enterprise 2.0?

Si tratta di concetti differenti, anche se tra loro sono spesso legati. Provando a metterli in or-dine abbiamo la Virtualizzazione al primo livello, poi il Cloud Computing, SaaS ed infine En-terprise 2.0. Il SaaS permette di distribuire un sistema a servizio e si può basare o meno suuna architettura Cloud che a sua volta può essere costruita sopra ad una infrastruttura vir-tualizzata.Il Cloud Computing abilita anche la possibilità di distribuzione di un sistema con logica singletenancy, con ambienti tra loro separati e dedicati ai singoli clienti a differenza della classicamodalità multi tenancy SaaS, dove solitamente un’unica installazione è in grado di gestiredifferenti clienti. Un approccio di tipo single tenancy ha dei grossi vantaggi in termini di iso-lamento dei dati e di possibilità di personalizzazione delle soluzioni in base alle diverse ne-cessità dei clienti.Infine con Enterprise 2.0 si intende l’applicazione all’interno dei sistemi aziendali delle logi-che e delle tecnologie che hanno cambiato il modo di utilizzare il Web da parte degli utilizzatorifinali. Applicazioni di tipo Enterprise 2.0 possono o meno trarre vantaggio dalla virtualizza-zione, dal SaaS e dal Cloud Computing.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche aree all’interno diuna Azienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una

soluzione di Cloud Computing?Sicuramente gli ambienti di sviluppo e test delle applicazioni aziendali possono essere migratisu un’infrastruttura di Cloud Computing, consentendo, da una parte, la riduzione dei costi diacquisto di hardware, dall’altra una maggiore velocità nella predisposizione di tali ambienti.Per quanto riguarda invece gli ambienti di produzione, pensiamo per ora all’adozione di so-luzioni di Cloud Computing per sistemi non mission critical. In realtà la principale preoccu-pazione riguarda la confidenzialità del dato: “dove è il mio dato? Chi garantisce l’inviolabilitàe la totale confidenziale del mio dato?”. Le garanzie basate su Best Practice e compliance allenormative esistenti (es. Regolamenti del governo federale US che ha avviato pilot su CC)non sono sufficienti per la maggior parte degli attori aziendali quando la natura delle infor-mazioni/dati trattati ha un carattere proprietario e confidenziale.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, Reply in-dirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling proposi-

tion basata sul Cloud Computing?Il Cloud Computing, sta ormai permeando tutta le rete, ed è una tematica, una soluzione chedeve essere portata in azienda sia verso la parte più tecnologica (CIO), sia verso gli interlo-

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cutori finanziari (CFO) e di direzione generale (CEO). Questo perché dal punto di visto tec-nologico rappresenta un momento di discontinuità rispetto al presente e perciò è necessariofar capire e spiegare che questa nuova tecnologia non presenta problemi, siano questi di si-curezza, di performance o di affidabilità.Allo stesso modo le soluzioni di Cloud Computing, ed in particolare quella di Reply, sono nor-malmente più economiche di quelle tradizionali e sicuramente permettono una determina-zione certa e precisa dei costi intesi ovviamente nel loro senso più esteso, nell’accezione delTCO (Total Cost of Ownership).Infine il CEO deve essere sensibilizzato su questa nuova modalità di erogazione dei sistemiinformativi e deve condividere i nuovi processi aziendali che devono essere istituiti per go-vernarla; processi che di norma sono più semplici e snelli di quelli attuali, ma comunque di-versi.

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business.

Quali le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?Un’azienda che voglia essere moderna, veloce, capace di reagire alle condizioni di mercatooggi più che mai variabili è dal nostro punto di vista praticamente obbligata a scegliere unasoluzione di Cloud Computing. Questo le permetterà sia di reagire agilmente e tempestiva-mente a improvvisi picchi di richieste, piuttosto che a stagionalità proprie del business spe-cifico; i sistemi informativi basati su soluzioni tradizionali non permettono di farlo e se lopermettono i tempi di reazione sono molto maggiori.E’ chiaro che tutto questo non può avvenire in modo completamente trasparente sia ai pro-cessi IT sia alla cultura delle risorse aziendali; i primi devono essere allineati a questa nuovavelocità che deve essere vissuta come un’opportunità e non come un pericolo; la culturaaziendale invece si deve adeguare, trasformare opportunamente per essere capace di so-stenere questo nuovo modo di erogare i servizi IT. Reply offre alle aziende la propria culturae la propria capacità proprio per rendere il più “smooth” possibile questo processo di cam-biamento.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende

End Users?C’è ancora reticenza su sicurezza e riservatezza dei dati; remore apparentemente ingiustifi-cate ma molto sentite dalle direzioni di linea, oltre che dall’IT. Una qualunque impresa ita-liana con una server farm dove operano sistemisti di diverse aziende esterne non offremaggiori garanzie di riservatezza del Cloud, ma solo un maggior controllo diretto. L’errore èconfrontare il nuovo modello con la situazione perfetta anziché con la situazione reale che an-drebbe a sostituire. Più serio è il problema legislativo che andrebbe messo a punto; infatti, nonè ancora chiaro se alcuni dati possano essere residenti su infrastrutture che risiedono al-l’estero. Nel frattempo Reply sta valutando con alcuni clienti un porting a isole verso il cloud.Non abbiamo riscontrato difficoltà a trovare “cavie consenzienti”. La promessa di una riduzione

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità60

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del costo dell’infrastruttura e il mantenimento della qualità dei servizi è sicuramente allettanteper un’azienda.

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è stra-tegica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica

con l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?Il cloud è solo un mezzo, il fatto che fisicamente i dati e le applicazioni siano into the cloudnon mina in alcun modo le scelte strategiche aziendali: avere i dati e applicazioni into thecloud non vuol dire perderne il controllo. Per l’IT le soluzioni di Cloud Computing sono un’op-portunità, non una minaccia. Le risorse IT continueranno ad avere un ruolo fondamentale perla gestione ed evoluzione delle applicazioni aziendali “into the cloud”.

Le otto risposte degli Operatori IT – Reply 61

Per maggiori informazioni

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1 Qual è il modello di Cloud Computing che VMware propone in Italia? A quale di-mensione d’impresa è principalmente indirizzata l’offerta Cloud Computing di

VMware (Top, Medio-Grandi, Piccole o Micro)? A quale Industry si rivolge principalmentel’offerta Cloud Computing di VMware?Con VMware le aziende possono gestire i loro data center come cloud interni che interope-rano con i cloud esterni, attraverso un’unica interfaccia. I service provider possono fornirecloud computing e una serie di servizi IT a cui le aziende accedono in base alle esigenze eai carichi di lavoro specifici. VMware vSphere 4, il primo sistema operativo che permette dicreare cloud interni e distribuire l’IT come servizio, è in grado di aggregare e gestire in modocompleto estesi gruppi di infrastrutture – risorse computazionali, storage e rete - come ununico ambiente operativo trasparente, flessibile e dinamico. Ogni applicazione enterpriseviene eseguita con maggiore efficienza e nel rispetto dei livelli di servizio. VMware vSphereporta la potenza del cloud computing nel data center a beneficio delle imprese che non sol-tanto tagliano i costi IT ma aumentano sensibilmente la reattività dei sistemi IT. Ai provider dihosting VMware vSphere offre un percorso efficiente per fornire servizi cloud compatibili coni cloud interni delle aziende. VMware ha l’obiettivo di supportare la federazione dinamica tracloud interni ed esterni, permettendo di realizzare ambienti cloud distribuiti su più datacentere/o fornitori di cloud.Le soluzioni VMware rispondono alle esigenze specifiche di aziende di ogni tipologia. Realtàdi ogni dimensione e settore di mercato sono presenti tra i 130.000 clienti business che si af-fidano a VMware per ridurre i loro costi fissi e variabili, garantirsi continuità di business, otte-nere maggiore sicurezza e salvaguardare l’ambiente. La trasversalità dei benefici offerti siamplia ulteriormente con VMware vSphere 4, disponibile in sei edizioni, a partire da un costodi 166 dollari per CPU.

2 Quali sono i vantaggi reali che una Azienda End User dovrebbe attendersi dall’ado-zione della proposta di Cloud Computing di VMware rispetto a quella dei Competi-

tor? Esiste la possibilità di determinare il ROI di progetto preventivo alla scelta indirezione del Cloud Computing?Con VMware, le aziende che guardano al cloud computing per ottenere benefici tangibili perl’IT e il business possono intraprendere un percorso evolutivo e senza discontinuità. VMwarevSphere 4 ha esteso la piattaforma VMware e i suoi benefici su tre direttrici principali: offrel’efficienza e le prestazioni necessarie per eseguire applicazioni business-critical all’interno diambienti distribuiti; garantisce il massimo controllo sui livelli di servizio delle applicazioni e sal-vaguarda la libertà di scelta dei clienti in termini di hardware, sistema operativo e architettura

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità62

Intervento di Alberto Bullani, Regional Manager Italia, VMware Italia

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applicativa. vSphere 4 offre prestazioni e scalabilità per eseguire nei cloud privati anche ap-plicazioni che fanno un uso estremamente intensivo delle risorse, traducendo in realtà il con-cetto di cloud privato virtualizzato al 100%.Il vantaggio di scegliere VMware risiede innanzitutto nel suo approccio al cloud computing.VMware consente alle aziende di gestire i data center come cloud interni, mantenendo peròla libertà di scelta in termini di applicativi multipiattaforma, che non devono essere modificati,a differenza di quanto avviene nei modelli cloud tradizionali. Grazie all’utilizzo di standard apertile aziende hanno la possibilità di scegliere i partner tecnologici di riferimento più adatti alle loroesigenze. In questo contesto aperto, dove i vantaggi competitivi sono dati dallo sviluppo di tec-nologie abilitanti per il cloud, i leader di mercato quali Cisco e EMC, collaborando con VMwareallo sviluppo di soluzioni integrate, permettono oggi alle aziende di sfruttare al meglio le po-tenzialità e i benefici delle infrastrutture cloud.La riduzione dei costi IT è uno dei vantaggi del cloud computing più importanti per i clienti.La virtualizzazione server con VMware ha permesso risparmi di costi fissi e operativi IT finoal 60-70%: vSphere 4 consente un’ulteriore riduzione dei costi del 30%, al tempo stesso per-mettendo all’IT di offrire servizi affidabili e adattabili. Aumentano i tassi di consolidamento esi riducono ulteriormente i costi d’infrastruttura per singola applicazione. VMware vStorageThin Provisioning ottimizza il dimensionamento dello storage, con risparmi fino al 50%. I costidi alimentazione e raffreddamento scendono ulteriormente del 20% con VMware DistributedPower Management. Le aziende possono utilizzare gratuitamente on-line il TCO-ROI Calcu-lator e accedere - attraverso i Partner VMware e VMware Professional Services - a servizi diassessment per la valutazione dei risparmi ottenibili con le soluzioni VMware.

3 Dal suo punto di vista, che relazione esiste tra Virtualizzazione, SaaS, Cloud Com-puting e Enterprise 2.0?

Il fattore che lega queste realtà è sicuramente il concetto di servizio, laddove una Enterprise2.0 sposta la focalizzazione dalla gestione di applicazioni, reti e hardware all’erogazione del-l’IT come servizio. In particolare le caratteristiche di semplificazione e flessibilità delle solu-zioni di virtualizzazione abilitano e potenziano le caratteristiche delle infrastrutture cloud, chesi connotano per economie di scala, standardizzazione, astrazione a livello geografico e au-tomazione. Le infrastrutture cloud costituiscono a loro volta la base ideale per le soluzioniSaaS più evolute che ne sfruttano al meglio i benefici e i vantaggi. I sistemi SaaS garantisconolivelli di accesso, semplificazione e standardizzazione, astrazione geografica e applicativa erappresentano di fatto la base per la gestione IT dell’Enterprise 2.0.

4 In questa fase di early adoption del mercato, quali specifiche Aree all’interno di unaAzienda si sente di indicare come le più idonee e pronte per l’adozione di una solu-

zione di Cloud Computing?La virtualizzazione e l’adozione di soluzioni VMware per il cloud computing rappresentano perle aziende un percorso modulare, evolutivo e senza discontinuità nè IT nè business. Le ca-ratteristiche, le funzionalità e la solidità delle soluzioni di virtualizzazione e cloud offerte daVMware - oltre il 90% delle soluzioni sono implementate in ambienti di produzione - escludono

Le otto risposte degli Operatori IT – VMware 63

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qualunque perplessità di un’azienda nell’implementarle attraverso tutto il proprio ambienteIT. Quando si considera l’opportunità di accedere a servizi IT erogati da un provider esterno,le aree che più tipicamente possono accedere al cloud sono quelle caratterizzate da speci-fici picchi di necessità di capacità computazionale o da esigenze legate a funzioni specifichequali business continuity e disaster recovery oppure l’utilizzo di potenza computazionale perl’installazione di una infrastruttura di test e sviluppo temporanea.

5 A quale figura o a quali figure interne (CEO, CFO, CIO, altro) alle Aziende, VMware in-dirizza principalmente l’azione commerciale e articola la propria selling proposition

basata sul Cloud Computing?I principali interlocutori sono i responsabili IT che si occupano della gestione giornaliera del-l’IT, particolarmente attenti ai benefici che la virtualizzazione consente in termini di riduzionedei costi, abbinata al rinnovamento delle macchine e alla possibilità di incrementare la fles-sibilità verso il business. Il tema della virtualizzazione è oggi al vertice dell’agenda del CIO,dati i notevoli benefici che le tecnologie VMware portano – in tempi molto ridotti – in terminidi risparmi, efficienza, flessibilità e velocità nei tempi di risposta alle esigenze del business.La strategia di virtualizzazione diventa chiave nella relazione tra CIO e CEO/funzioni di bu-siness, dato che offre un’infrastruttura fluida che consente di influire in modo tangibile sullamodalità di erogazione dell’IT come servizio, sugli SLA e sull’allineamento con il business. In-fine le soluzioni di virtualizzazione e cloud sono sempre più percepite come possibili leve percontenere le spese operative e di capitale da parte dei CFO, che hanno una visibilità totalee cross-funzionale dei costi aziendali (immobilizzazioni, spazio, energia, etc).

6 Che cosa comporta l’adozione del Cloud Computing in Azienda e quali le conse-guenze dal punto di vista strategico, e dei processi IT a supporto del business?

Quali le principali conseguenze dal punto di vista della cultura e delle risorse aziendali?L’adozione di una strategia di virtualizzazione e di un percorso verso il cloud computing con-sentono di erogare l’IT come servizio e aumentano in modo determinante l’allineamento del-l’IT al business.I processi IT a supporto del business diventano più dinamici, avvalendosi delle funzionalitàdi controllo di VMware vSphere 4. Da un punto di vista della cultura e delle risorse aziendali,è fondamentale che l’IT aziendale sia consapevole dell’importanza del controllo di un’infra-struttura cloud e utilizzi gli strumenti di controllo di nuova generazione per sfruttarne a pienoi vantaggi. L’IT deve allineare le proprie competenze interne alla nuova realtà che la strate-gia di cloud permette di realizzare, in cui all’IT vengono affidati completamente il controllo ela garanzia della qualità del servizio nella distribuzione delle applicazioni e il paradigma dellagestione datacenter si sposta dall’infrastruttura all’erogazione del servizio. VMware vCenterAppSpeed fornisce performance management proattivo e reporting dei livelli di servizio perle applicazioni che girano sulle macchine virtuali e fisiche, dando visibilità agli amministratoriIT su prestazioni, utilizzo e dipendenze. Questo strumento effettua un’analisi completa deglielementi dell’infrastruttura fisica e virtuale e li associa in una mappa logica di flusso delle ap-plicazioni. Inoltre tiene monitorate in tempo reale le prestazioni delle applicazioni a livelloutente e confronta le metriche rilevate con i target di livello di servizio. Se rileva problemi,

Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità64

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vCenter AppSpeed è in grado di prendere azioni correttive in automatico per garantire il ri-spetto degli SLA, fornendo l’appropriato livello di risorse.

7 Quale risposta ritiene di dover dare a coloro che sollevano possibili dubbi sulla Si-curezza, Integrità dei dati e Privacy che potrebbero sorgere in capo alle Aziende End

Users?VMware offre una serie di funzionalità che garantiscono il massimo in termini di sicurezza eprotezione dei dati. In riferimento ai cloud esterni, VMware definisce un network di providerche scambiano informazioni e dati in modalità sicura e sulla base di standard che riguardanoad esempio la sincronizzazione dei dati, le permission di accesso e l’identity management.La funzionalità VMSafe di VMware vSphere 4 consente di utilizzare prodotti per la sicurezzache funzionano in combinazione con lo strato di virtualizzazione per fornire alle macchine vir-tuali livelli di protezione più alti dei server fisici. Questo prodotto sta al cuore dell’approcciodi VMware al tema della sicurezza preventiva, che in questo modo può essere esternalizzatae allineata alle esigenze aziendali.vShield Zones agevola la sicurezza entro le aree logiche di un ambiente condiviso facendorispettare le policy di protezione aziendali a livello delle singole applicazioni. Protegge appli-cazioni e dati all’interno di un firewall dinamico per garantire la protezione completa di ambientifisici e virtuali.Le funzioni di gestione su vasta scala - come VMware Host Profiles e VMware vNetwork Di-stributed Switch - semplificano e standardizzano l’impostazione dei parametri di storage, retee sicurezza server ed automatizzano la gestione delle configurazioni. vSphere 4 offre un con-trollo senza precedenti sui livelli di servizio delle applicazioni garantendone disponibilità, si-curezza e scalabilità, indipendentemente dal sistema operativo o dall’architettura applicativa.

8 C’è una domanda di fondo che potrebbe apparire una provocazione: se l’IT è strate-gica per il Business, come si coniuga la gestione di questa risorsa strategica con

l’ipotesi di portarla “into the Cloud”?La strategicità dell’IT risiede nella sua capacità di sostenere la crescita e gli obiettivi azien-dali attraverso le proprie scelte e le proprie strategie. La possibilità di rispondere rapidamentealle esigenze del business erogando servizi e rispettando gli SLA rendono l’IT una funzionechiave nell’organizzazione. I responsabili IT dei clienti VMware, valutano in quest’ottica lapianificazione e l’implementazione di un percorso basato su tecnologie di virtualizzazioneche consentono di realizzare cloud interni e interagire con cloud esterni. Infatti da tali sceltetecnologiche deriva la possibilità di diventare un interlocutore ancora più strategico nella re-lazione con le altre linee di business.

Le otto risposte degli Operatori IT – VMware 65

Per maggiori informazioni

Dario RegazzoniSystems Engineer Manager, VMware [email protected]

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INDICE DELLE FIGURE

Figura 1 Soluzioni Cloud Computing per lo stack IT

Figura 2 Composizione del Panel per settore produttivo

Figura 3 Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi(risposte multiple)

Figura 4 Definizione più appropriata di Cloud Computing

Figura 5 Cloud Computing in azienda Adozione attuale e prevista

Figura 6 Cloud Computing: Matrice di Attrattività

Figura 7 Investimenti in Cloud Computing

Figura 8 Maturità del Cloud Computing

Figura 9 Evoluzione del Cloud Computing in ambito aziendale

Figura 10 Sponsor del progetto

Figura 11 Elementi propulsori all’adozione di Cloud Computing

Figura 12 Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

Figura 13 Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

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Il modello tradizionale dell’IT in azienda e quello di busi-

ness dei fornitori di tecnologia, basati su infrastrutture,

software in licenza d’uso, consulenti, specialisti che ne re-

golano l’accesso, la distribuzione dei programmi e le po-

litiche della sicurezza è ormai fortemente in discussione.

Complici l’attuale turbolenza economica, il Web sempre

più programmabile e scalabile e l’esigenza di ridurre i

costi, il Cloud Computing promette di essere la soluzione

a molti problemi di utilizzo dell’IT in azienda.

La nostra Survey, condotta su un Panel di 100 C-level di

Grandi Aziende vuole essere un contributo alla maggiore

conoscenza del fenomeno del Cloud Computing in Italia e

delle ragioni che spingono le aziende ad adottarlo, delle

aspettative e dei ritorni attesi, passando attraverso i mec-

canismi decisionali interni.

I risultati di sintesi sono riportati in questo breve saggio,

agile e semplice, della collana ideas ValueIT®, insieme

alle roadmap, suggerite alle imprese da EMC, Google,

IBM, Microsoft, Oracle, TamTamy e VMware su come

azionare la leva delle practice e degli strumenti di CloudComputing in azienda.