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La politica di coesione nell'Europea allargata Intervista Jos Chabert, presidente del Comitato delle regioni Ritratto di una regione L’Estremadura entra nella società dell'informazione Esperienze sul campo La Grecia punta sulla competitività Eventi Le azioni innovative it info regio panorama 3 Abrile 2001

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La politica di coesionenell'Europea allargata

Intervista

Jos Chabert,presidente delComitato delleregioni

Ritratto di unaregione

L’Estremadura entra nella società dell'informazione

Esperienze sulcampo

La Grecia puntasulla competitività

Eventi

Le azioni innovative

it

inforegiopanorama

3 Abrile 2001

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Dal secondo Rapporto sulla coesioneemerge, in particolare, che la prossimaadesione di nuovi Stati accrescerànotevolmente le disparità all'internodell’Unione. Il Comitato delle regioni(CdR) ha già presentato proposte pergarantire o rafforzare la solidarietà inEuropa in questo nuovo contesto?

Il CdR auspica che la futura politicaregionale europea impieghi tutte le suerisorse per promuovere questasolidarietà sulla base del modellosociale europeo ovvero continui asvolgere sostanzialmente il ruolo cheha sempre avuto: quello di motoredell’integrazione dal basso versol’alto. Ma per assolvere efficacementequesta funzione non dovrà perdere di

vista il principio di sussidiarietà nelcoordinamento dei propri obiettivi,programmi e strumenti.

Questo avrà delle ripercussioni sulpiano finanziario…

“Solidarietà” è sinonimo di“reciprocità”. Il prossimo quadro difinanziamento dovrà essere ampliatoulteriormente affinché le regioni piùsvantaggiate dell’Unione europea, cheattualmente beneficiano degli aiutistrutturali, siano sostenute allo stessotitolo di quelle dei nuovi Statimembri. Se le disparità di sviluppo edi ricchezza nell’Unione siaccentueranno considerevolmente inseguito all'allargamento, sarànecessario aumentare le risorse perraggiungere l’obiettivo della coesioneeconomica e sociale e tenere conto delconcetto di coesione territoriale.

Rispettando una divisione del lavorobasata sulla sussidiarietà efavorendo,con gli strumenti di cuidispone, il dialogo interculturale e unaforte solidarietà europea, la futurapolitica regionale dell'UE potràgenerare un valore aggiunto del tuttoparticolare: il rafforzamento delsentimento di appartenenza e diunione fra i cittadini e l'emergere diuna coscienza europea.

Un più forte senso di appartenenzapresuppone però che i cittadiniabbiano una chiara percezione delcontributo dell’Unione ai progetti disviluppo economico e sociale. I membridel CdR hanno ben presente ilproblema della visibilità dell’Europa?

La trasparenza e la riduzione deidivari continueranno ad essere duepriorità politiche del Comitato delleregioni nei prossimi anni. La visibilitàdegli aiuti europei nel quadro deiFondi strutturali rientra nel concettodi prossimità che colloca il Comitatoin una posizione di interlocutoreprivilegiato dell’Unione nei confrontidei suoi cittadini.

In vista dell’allargamento, il Comitatofarà leva soprattutto proprio sullavisibilità e sulla comunicazione perrafforzare il sentimento comune diappartenenza all’Unione. Il Comitatodelle regioni può contare sui suoi222 membri e supplenti (che salirannoa 344 dopo l’allargamento) perrinsaldare il “legame” fra i cittadinieuropei e le istituzioni comunitarie.L’attività dei suoi componenti non silimita tuttavia all’elaborazione dipareri. Al contrario, una delle loropriorità è quella di dar voce allepreoccupazioni diffuse verso leistituzioni europee e di fornire al

Intervista

La politicadi coesione al centro del dibattito

4L’Estremadura Entra nella società dell'informazione

6 8Editore responsabile: Thierry Daman, CE DG Politica regionale

Questa pubblicazione è disponibile nelle 11 lingue ufficiali dell’Unione europea sul sitoInternet: http://www.inforegio.cec.eu.int ed è stampata in 5 lingue (FR, EN, DE, ES, IT) sucarta riciclata.I testi qui riprodotti non hanno valore giuridico.

Copertina: Mike St Maur SheilCrediti foto: Comité des Régions pagine 2Belga pagine 10, 15Mike St Maur Sheil pagina 15

ChabertJos

Jos Chabert, presidente del Comitato delle regioni,e Romano Prodi, presidente della Commissioneeuropea

Sommario

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tempo stesso al pubblico leinformazioni provenienti da taliistituzioni. In quanto esponenti deipoteri regionali o locali, i membri delCdR sono infatti i rappresentantidell’Unione più vicini ai cittadini.

Il Comitato ha spesso ribadito lanecessità di una maggiorecooperazione per associare piùstrettamente le collettività regionali elocali all’elaborazione e allarealizzazione dei programmi finanziatidal FESR. Come dovrebbe essereattuato il decentramento previsto peril periodo di programmazione 2000-2006?

Restiamo fermamente convinti che leautorità locali e regionali debbanoessere coinvolte nelle fasi dipreparazione, attuazione e controllodei programmi, in applicazione delprincipio di sussidiarietà, comeprevisto nel regolamento generale suiFondi strutturali. Questacooperazione decentrata,dal bassoverso l'alto, se attuata in modo intensoe democratico è lo strumento piùefficace per creare posti di lavoro,incentivare la competitività delleregioni e promuovere uno svilupposostenibile.

Per mettere in pratica il principio delpartenariato in effetti, sono necessariesolo alcune disposizioni generali nellaregolamentazione.

Il partenariato verticale in senoall’Unione fra la Commissioneeuropea e gli Stati membri deve essereesteso alle collettività locali e regionaliper consentire una ripartizione più

ampia ed equilibrata dellecompetenze. Al tempo stesso questecollettività devono partecipare allaprogrammazione regionaleorizzontale, attraverso una più chiarasuddivisione dei poteri decisionali.

Una più intensa cooperazione esigeinoltre il potenziamento del ruolodelle collettività locali e regionali qualiautorità responsabili della gestione edei pagamenti; la semplificazione delleprocedure amministrative e dei sistemidi controllo; un sostegno tecnicoadeguato a favorire la pienapartecipazione di tutti gli operatori sulterritorio; e la trasparenza dei ruoli edelle responsabilità,dell’organizzazione del lavoro, deipoteri di delega e delle risorse.

Oltre a quella regionale propriamentedetta, esistono anche altre politichecomunitarie che contribuiscono alrafforzamento della coesione inEuropa. Qual è il parere del Comitatoin merito allo stato attuale delle“politiche comuni” e, più in particolare,della politica agricola comune?

La politica regionale è soltanto unodegli strumenti, anche se forse il piùimportante, per accrescere la coesioneeconomica e sociale dell’Europa, mane esistono in effetti anche altri cheassegnano un ruolo importante airappresentanti regionali e locali. Sitratta in particolare della politica deitrasporti, della concorrenza, delmercato unico, della politicaeconomica e monetaria, della politicacomune della pesca e, ovviamentedella politica agricola comune (PAC).Un'intensa cooperazione dal basso

verso l’alto può valorizzare il caratterestrettamente complementare di diversepolitiche.

L’azione della Comunità in tuttiquesti settori deve basarsi sulprincipio di sussidiarietà e tenereconto della priorità dell’allargamento.

La politica agricola comune è unostrumento indispensabile perassicurare la coesione nella prospettivadi un allargamento dell'UE, in quantola struttura socioeconomica dellamaggior parte dei paesi dell'Europaorientale (PECO) candidatiall'adesione è incentratasull'agricoltura.

Per informazioni sul Comitato delleregioni, visitare il sito:http://www.cor.eu.int/home.htm

Favorire l’innovazione

Intervista conCharlie Mc Creevy, Ministro delle finanze

10Chiarire i ruoli nella gestione decentra-ta dei Fondi strutturali

12Lavorare insieme per la Scozia

13La Grecia punta sullacompetitività

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Il contributo congiunto dei Fondistrutturali e del Fondo di coesione haconsentito di ottenere risultatitangibili negli ultimi anni ma non sideve abbassare la guardia. Sussistonoalcune disparità, essenzialmenteall'interno degli Stati membri, el’Europa sta per affrontare una dellesue sfide più difficili: l’allargamento.

Un bilancio positivoIn poco più di 10 anni la politica dicoesione si è adeguata allaglobalizzazione, al passaggio daun’economia industriale ad attivitàbasate sulla conoscenza e al profondocambiamento della strutturademografica. Ha inoltre cercato dirispondere alle crescenti e legittimeesigenze di una migliorecomprensione delle politichecomunitarie e di una maggioretrasparenza nell’impiego del denaropubblico.

Lo testimoniano alcune cifresignificative. Dalla fine degli anniOttanta il divario dei livelli disviluppo tra gli Stati membri si èridotto del 33% mentre quello fra levarie regioni europee è diminuito del20%.

L’Irlanda non fa più parte del gruppodei paesi meno prosperi.La convergenza fra i suoi risultati ed ivalori medi europei rappresenta unodei più grandi successi del contributodei Fondi strutturali alla ripresa e allacrescita di uno Stato membro. Neglialtri tre paesi che ancora beneficianodel Fondo di coesione – Grecia,Spagna e Portogallo – il reddito mediopro capite è aumentato dal 68% dellamedia dell’Unione europea nel 1998 al79% nel 1999.

In questi stessi paesi si è inoltreregistrata una crescita del PIL piùsostenuta rispetto alla mediacomunitaria e si è avuto un nettomiglioramento delle infrastruttureferroviarie, stradali e ditelecomunicazione.

Questi progressi significativi nondevono tuttavia celare le insidie checostellano il cammino verso unacoesione effettiva e una competitivitàregionale uniforme. All’interno deipaesi membri sussistono disparitàrilevanti, come indicano i tassi didisoccupazione superiori al 20% inalcune regioni italiane, spagnole o neiterritori d’oltremare.

Anche se l’Unione europea è riuscita ainvertire la curva della disoccupazione,persistono disparità fra gli Stati nelcampo dell’occupazione, dellaformazione, dell’istruzione,dell’innovazione o della ricerca.

Una nuova mappa dellediseguaglianze in EuropaI risultati ottenuti in quest'ultimodecennio e la scadenza moltoravvicinata dell’allargamentocomportano, secondo il Rapporto delcommissario Barnier, una profondaevoluzione della politica dicoesione, che dovràaffrontare una duplicesfida: fornire nuoverisposte alle difficoltàpersistenti in seno aiQuindici e dimostrare chela solidarietà rimane unodei fondamenti del modelloeuropeo.

La coesione nell'Unione allargata a 27membri si porrà in termini diversirispetto all'attuale Europa dei 15.L’adesione di 12 nuovi Stati accresceràin misura rilevante le disparità. Bastipensare che dopo l’allargamento, lapopolazione dell’UE crescerà del 33%mentre il suo PIL solo del 5%. Nelcorso delle precedenti adesionil’Europa non si è mai trovata adaffrontare divari di sviluppo di questagrandezza.

Se l'Europa dei 27 nascesse oggi,sarebbe composta da tre gruppi diStati. Del primo farebbero parte idodici paesi membri attuali piùprosperi, il cui PIL è pari o superiorealla media comunitaria. Ne seguirebbeun secondo formato da Grecia,Spagna, Portogallo, Cipro, Malta,Slovenia e Repubblica ceca con unPIL prossimo all’80% della mediacomunitaria. Verrebbero, infine, glialtri otto paesi candidati all’adesione ilcui reddito pro capite non supera il40% della media europea. Questiultimi rappresentano il 16% dellapopolazione dell’Unione allargata.

Il commissario Michel Barnier ha presentato di recente al Parlamento europeo e al Comitato delle regioni ilsecondo Rapporto sulla coesione economica e sociale, adottato il 31 gennaio scorso dalla Commissione. Intitolato“Unità dell’Europa, solidarietà dei popoli, diversità dei territori”, esso traccia un bilancio della politica di coesione eimposta i primi elementi del dibattito sul futuro di questa politica nella prospettiva di un’Europa allargata.

Le idee chiare su...

La politica di coesione al centro del dibattito

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Il futuro della politica dicoesioneNei suoi interventi dinanzi alParlamento europeo e al Comitatodelle regioni, il commissario MichelBarnier ha indicato alcuni temi diriflessione sulle poste in gioco esull’evoluzione della politica disviluppo regionale e della coesione invista dell’ampio dibattito cheprecederà le proposte concrete che laCommissione presenterà a tempodebito.

1. A cosa serve la politica di coesione?

L’allargamento sarà accompagnatoindubbiamente da un'estensione delprincipio di sussidiarietà. La politicadi coesione non può limitarsi, tuttavia,a distribuire assegni e continuerà aperseguire un obiettivo comune,quello dello sviluppo sostenibile edequilibrato all’interno delle frontiereeuropee. Dovrà inoltre ridefinire lesue priorità e affrontare con maggiorvigore i problemi più spinosi, comequelli dell’occupazione, delle areeurbane o delle zone afflitte dasvantaggi naturali. Ma sarà necessariorafforzare anche le sue basi territorialie rendere ancor più efficace la gestionefinanziaria.

2. Chi ne trae beneficio?

Lo sviluppo delle regionieconomicamente arretrate rimarràl'obiettivo prioritario degli interventistrutturali, i cui destinatari sono oggiidentificabili in base a un parametrosemplice e chiaro: il Prodotto internolordo. Ma con l’allargamento si avràinevitabilmente una diminuzione delPIL medio dell’Unione, per cui alcuneregioni che oggi rientranonell’Obiettivo 1(dei Fondi strutturali)saranno escluse in modo automaticodal campo di intervento nel 2007. E poiché la povertà degli uni non fascomparire le difficoltà degli altri,questo parametro di riferimento dellapolitica regionale dovrà pertantoessere ricalcolato e adeguato infunzione delle realtàsocioeconomiche. Questa politica,inoltre, interessa necessariamentel’intero territorio dell’Unione, senzaesclusioni, e non può essere tradottaefficacemente in atto senza una pienaapplicazione del principio disussidiarietà, anche a livello regionale.

3. Come dev'essere attuata?

La credibilità della politica regionale èstrettamente legata alla sua efficacia. Ildenaro pubblico dev'essere impiegatoin modo corretto con un più strettolegame fra le risorse distribuite e irisultati ottenuti.

Per essere all'altezza delle sueambizioni, la politica di coesione devedisporre di strumenti adeguati.Tenendo conto inoltre, dei limiti dibilancio, anche le altre politichecomunitarie dovranno operare insinergia ancor più stretta con le suefinalità.

Il dibattito aperto dal secondoRapporto sulla coesione saràdeterminante per il futuro dellacostruzione europea. E il forum suquesto grande tema, che si terrà aBruxelles il 21 e 22 maggio, segneràuno dei momenti più importanti diriflessione a cui sono invitate tutte leparti che concorrono, ciascuna colproprio apporto specifico,all'edificazione di un’Europa unita.

I testi degli interventi delcommissario Michel Barnierdinanzi al Parlamento europeo e alComitato delle regioni sonodisponibili sul sito Internet:http://europa.eu.int/barnier

Il secondo Rapporto sulla coesioneeconomica e sociale è consultabilesul sito Inforegio:http://inforegio.cec.eu.int/2cr

La politica regionale non è destinata ad estinguersiin seguito all’allargamento: al contrario, con l’accen-tuarsi delle disparità, i principi e le finalità dei suoiinterventi negli Stati membri attuali come in quellifuturi riceveranno un'ulteriore legittimazione.

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Le priorità identificate per la strategia della societàdell'informazione nell'Estremadura sono: modernizzare iltessuto produttivo, migliorare i servizi ai cittadini, ridurre ledisparità tra città e campagna, e fungere da catalizzatorenell'integrazione fra Spagna e Portogallo.

Il progetto ha preso il via nel 1997 con l’istituzione di Infodex,un organismo al cui finanziamento contribuiscono in partiuguali il governo regionale e i Fondi strutturali europeinell’ambito dell’iniziativa RISI (Iniziativa regionale per lasocietà dell’informazione). Ad Infodex è stato affidato ilcompito di procedere a un’analisi della situazione esistente e aun inventario delle esigenze, per elaborare in seguito le lineeguida della strategia da mettere in atto.

La chiave di volta è la creazione dell’“intranetdell’Estremadura”, la rete principale a cui si collegherannoquelle secondarie, che offrirà, tra breve, 1 478 punti di accessoin tutto il territorio. Lo scorso dicembre l’appalto è statoaggiudicato alla compagnia spagnola di telecomunicazioni,Retevision, e il servizio dovrebbe entrare in funzione a partiredal secondo semestre del 2002.

Insieme alla creazione di queste infrastrutture, la regione stalanciando vari progetti settoriali che consentiranno di darecorpo all'intero sistema. Il più emblematico è senza dubbio larete tecnologica educativa.

“Abbiamo cominciato a distribuire gli strumenti chepermetteranno a 123 scuole elementari di collegarsiall’intranet”, spiega una responsabile di Infodex. “Nelfrattempo, gli insegnanti hanno iniziato dei corsi diformazione nei 18 centri della rete sparsi sull’intero territorioe provvederanno loro stessi a istruire in seguito gli allievi”.

Altri interventi strategici riguardano la rete sanitariadell’Estremadura, ancora in gestazione; due vivai d’imprese,uno a Badajoz, l’altro a Cáceres, che accolgono società in fasedi avviamento che operano nel campo delle nuove tecnologiedell'informazione; una fiera virtuale; un progetto denominato“Nuovi centri della conoscenza”, che copre settori qualil’alfabetizzazione e l’integrazione sociale e si avvale di 32distaccamenti in tutta la regione.

Un ampio cantiere, che non avrebbe potuto raggiungere questaestensione senza il sostegno dei Fondi strutturali europei. Ilnuovo programma operativo per l’Estremadura (periodo 2000-2006) prevede un complesso di misure volte a favorire ladiffusione delle nuove tecnologie, con una dotazione di37,8 milioni di euro. Contemporaneamente, la regione potrebbebeneficiare inoltre delle ricadute del programma di svilupponazionale della società dell’informazione, non appena verràadottato dalla Commissione. Finanziato da un solo Fondo(FESR), ma a carattere multiregionale, esso disporrà di unbilancio di 446,6 milioni di euro a titolo di aiuti comunitari emirerà essenzialmente a stimolare la domanda di nuove

tecnologie, indirizzandosi soprattuttoverso le piccole e medie imprese e iservizi pubblici. Altri progetti

verranno presentati infinedall'Estremadura nel quadro deiprogrammi regionali volti afavorire l'innovazione.

Per maggiori informazioni,consultare il sito del governo

dell’Estremadura: www.juntaex.es

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L’Estremadura punta sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (NTIC) per superare losvantaggio della sua posizione periferica. L'obiettivo del governo regionale, che ha svolto un ruolo di pioniere inquesto campo, è quello di compensare la carenza di strumenti a disposizione degli agenti economici e sociali cheoperano in alcune zone del suo territorio.

Per la sua posizione geografica,l'Estremadura è innegabilmente unaregione periferica. Situata all’estremitàsudoccidentale dell’Unione europea,fra il centro della penisola iberica e ilPortogallo, ha una popolazionedispersa che raggiunge appena unadensità demografica di 26 abitantiper km2 e solo 7 dei 382 comuni di cuisi compone la comunità autonomasuperano i 25 000 abitanti.

Sotto il profilo economico, appartieneal gruppo delle regioni più arretrate. IlPIL raggiunge solo il 50% della mediacomunitaria. L’agricoltura resta unsettore fondamentale attorno al qualeruotano altre attività, quali i servizilegati ad essa o l'industriaagroalimentare. La produttività mediaè bassa e la popolazione, che stainvecchiando, deve fronteggiare untasso di disoccupazione del 25,5%.

Pur rientrando nel quadrodell’Obiettivo 1 dei Fondi strutturali enel Fondo di coesione, ha potutobeneficiare dell’aiuto comunitario perrecuperare il suo ritardo. Nel periodo1994-1999 i suoi sforzi si sonoconcentrati soprattuttosull’integrazione territoriale, con lamodernizzazione e l’estensione dellereti di comunicazione, ditelecomunicazione e

Ridurre il divario

SapereL’Estremadura entra nella società dell'informazione

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Una società dell’informazioneaperta a tutti Colloquio con Juan Carlos Rodríguez Ibarra

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Presidente del governoautonomo della regioneEstremadura

Con l’allargamento dell’Unione ad est, la Spagna e, amaggior ragione, l’Estremadura si troveranno più che mai inposizione periferica.

Questo è un modo di vedere tipico dell’era industriale, nonpiù valido nell'epoca della società dell’informazione e dellenuove tecnologie. Come spiegare altrimenti che due paesiperiferici come Irlanda e Finlandia sono attualmente sullacresta dell’onda? Il problema non sta nel sapere se unterritorio è o meno periferico, ma nella definizione checiascuno attribuisce al proprio ruolo nel villaggio globale,ormai totalmente digitalizzato e interconnesso.

L’Estremadura è in grado di raccogliere la sfida delle nuovetecnologie?

Abbiamo cominciato a entrare nella societàdell'informazione quattro anni fa, prima ancora del governospagnolo.

Le caratteristiche economiche e demografichedell’Estremadura non freneranno questa evoluzione? Legrandi compagnie di telecomunicazioni non si mobilitanofacilmente di fronte a scarse prospettive di redditività.

Non entreremo nella società dell’informazione quandol’avranno deciso i grandi gruppi finanziari – come èaccaduto con i bancomat o i telefonini – ma quando icittadini lo riterranno opportuno perché disporranno dellaformazione e delle infrastrutture necessarie.

Come attuare questa rivoluzione copernicana?

Con una strategia incentrata sul cittadino, che poggia su duepilastri. In primo luogo, stiamo per costruire una reteautonoma, l’intranet dell’Estremadura, che dovrà collegaretutti i servizi dell’amministrazione regionale ed essereaccessibile a tutti gli operatori economici, sociali e civili,pubblici o privati. Secondariamente, stiamo creando spazisociali d’accesso e di formazione, affinché i cittadini abbianodimestichezza con le nuove tecnologie e le assimilino nellavita quotidiana. Questo sforzo di alfabetizzazionetecnologica comincia dalla scuola per estendersi all’interapopolazione.

approvvigionamento energetico, esull’ambiente (risanamento e bonificadei parchi naturali, rimboschimento,smaltimento dei rifiuti).

Per il periodo 2000-2006 è previsto unintervento dei Fondi strutturalidell'entità di 2,1 miliardi di euro.

Il programma operativo perl’Estremadura ha due obiettivi generali:rafforzare la base produttiva e ridurresensibilmente la disoccupazione.

Questo comporterà investimenti neisistemi di trasporto, di istruzione e digestione delle sue rilevanti risorseambientali, ma anche interventi per losviluppo delle risorse umane e a favoredella diffusione delle nuove tecnologiedell’informazione. Il Fondo dicoesione contribuirà inoltre al mi-glioramento delle risorse idriche e deisistemi di smaltimento dei rifiuti non-ché allo sviluppo delle infrastrutture dicomunicazione, quali i collegamentiferroviari fra il Portogallo e la Spagna.

Dati:

Superficie totale: 41 634 km2

Popolazione: 1 070 244 (1997)

PIL pro capite:

50% della media UE (1998)

Tasso di disoccupazione:

25.5% (1999)

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Le aree più arretrate dell'Unione, malpreparate ad affrontare i cambiamentie gli sviluppi tecnologici, stentano adevolvere verso la società dell’informa-zione, della conoscenza e dell’innova-zione. Le nuove tecnologie possonooffrire ad esse gli strumenti perrecuperare il ritardo accumulato,purché siano gestite dagli operatorieconomici locali.

Gli interventi del FESR a favoredell'innovazione sono destinatisoprattutto alle regioni che hannoscarsa dimestichezza con le nuovetecnologie dell’informazione e dellacomunicazione. E costituiscono unospazio di sperimentazioneindispensabile, che consentirà dimigliorare gradualmente la qualità deiprogrammi contemplati dagli Obiettiviprioritari 1, 2 e 3 dei Fondi strutturali,potenziando i fattori immateriali econcettuali della competitivitàregionale: il collegamento in rete, lacooperazione pubblico-privato, itrasferimenti di tecnologie,l’imprenditorialità, e così via.

Il 31 gennaio 2001 la Commissioneeuropea ha adottato formalmente gliorientamenti relativi a questo tipo di

interventi per il periodo 2000-2006,che stabiliscono tre priorità per leregioni economicamente arretrate o infase di riconversione:

• la conoscenza e l’innovazione tecnologica;

• l'ingresso nella società dell’informazione;

• l’identità regionale e lo svilupposostenibile.

In concreto, le regioni interessatepossono richiedere il sostegno delFESR proponendo alla Commissioneschemi di programmi relativi a uno opiù dei tre settori chiave; questidevono essere presentati sotto formadi un piano d’azione o di una strategiadefiniti nel quadro di un' ampiacooperazione regionale che coinvolgagli operatori pubblici e privati. Unavolta approvati, essi costituiscono, perun periodo non superiore a due anni,la base per la realizzazione di specificiprogetti pilota, dei cui risultati positivisi potrà in seguito tener conto neiprogrammi generali di sviluppoeconomico e sociale.

In passato, iniziative di questo tipo,denominate RIS (strategia diinnovazione regionale) o RISI(iniziativa regionale per la societàdell’informazione), hanno consentitoad esempio a zone rurali pionieristichedi vendere formaggi via Internet, apiccole imprese del Limburgoolandese di avvalersi di laboratori di

R&S di società più grandi, ad impresedel Galles (Regno Unito) di ottenerefinanziamenti e know-howsupplementari grazie a una rete diinvestitori privati, ai cittadini dellaGalizia (Spagna) e del Norte(Portogallo) di accedere a retid’informazione online contenenti tuttii dati economici, sociali, culturali, ecc.

I fondi stanziati per questi interventiammontano a 400 milioni di euro peril periodo 2000-2006. I programmiregionali prescelti disporranno disomme comprese fra i 300 000 e i 3milioni di euro. I criteri essenziali diselezione adottati dai servizi delladirezione generale per la “Politicaregionale” saranno dieci: la qualitàintrinseca delle proposte (chiarezzadell’impostazione strategica, carattereinnovativo degli obiettivi, ecc.), lepotenziali ricadute positive (suiprogrammi cofinanziati dal FESR esulle altre politiche comunitarie), lacooperazione fra il settore pubblico eprivato e il mondo delle associazioni ela coerenza fra gli obiettivi previsti e lerisorse mobilizzate.

Per favorire l’elaborazione el’attuazione di queste strategieinnovative di sviluppo, laCommissione sosterrà inoltre lacreazione di reti di cooperazione e discambio di esperienze fra regioni eorganizzerà due concorsi allo scopo diindividuare e valorizzare le pratichepiù efficaci.

Il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) tende a promuovere l'innovazione attraverso interventi in settoridi punta dove il ricorso ai classici strumenti dei Fondi strutturali è troppo rischioso, e cerca di completare l'operadella politica regionale aiutando le regioni meno competitive a sviluppare le loro capacità d’innovazione e diadattamento alle trasformazioni tecnologiche ed economiche.

En clairFavorire l’innovazione

Per saperne di più:E-europe: http://europa.eu.int/comm/information_society/eeurope/index_it.htm

Orientamenti delle azioni innovative del FESR:http://www.inforegio.cec.eu.int/wbdoc/docoffic/official/innovac/index_it.htm

Azioni innovative 1994-1999 e documentazione sulle nuove azioni innovative:http://www.inforegio.cec.eu.int/innovating/

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Si è discusso per otto ore consecutive,esponendo idee e sollevandointerrogativi, ma nella comunecertezza che l'innovazione è un fattorechiave della competitività dell'Europae della sua capacità di creareoccupazione. Le nuove tecnologieconsentono indubbiamente dimigliorare i mezzi di produzione,l’offerta di servizi, i sistemi di gestionee di marketing, ma sono oggiindispensabili anche per lo scambio diconoscenze, esperienze e buonepratiche.

Intensificare lacomunicazione attraversoprogrammi specificiLa giornata dell’informazione è stataanimata da numerosi seminari. Dopouna presentazione generale degliorientamenti della Commissione, ipartecipanti hanno potutoapprofondire più in dettaglio lequestioni relative alla presentazionedei programmi nazionali perl'innovazione, alla loro valutazione da

parte dei servizidella Commissione,alla funzioneparticolare chepossono svolgerenella politicaregionale e alla loroattuazione egestione. Unasessione è statadedicata anche allereti e alle misurevolte a favorirne losviluppo.

Le quattro priorità indicateda Michel BarnierChiudendo il dibattito della giornatadell'informazione, Michel Barnier,Commissario competente per lapolitica regionale, ha precisato leaspettative della Commissione circa ilcontenuto dei programmi che leregioni dovranno elaborare.

1. Presentare progetti realmenteinnovativi

“Mi auguro che ci vengano sottopostiprogrammi che adottino strategiebasate sulle esigenze individuate daglioperatori sul campo. Attendoproposte veramente innovative, chepossono comportare qualche rischio.Nel campo dell’innovazione, in effetti,talvolta apprendiamo più dallesconfitte che dai successi. Speroinsomma che non vengano rispolveratiprogetti già nel cassetto che possonoessere finanziati a titolo degliinterventi generali (“mainstream”1).”

2. Coinvolgere tutti gli operatori sulcampo

“Sulla base delle esperienze passate,auspico la partecipazione attiva, dalbasso,di tutti gli operatori regionali elocali, pubblici o privati, nonchè delleassociazioni al processo dielaborazione ed attuazione deiprogrammi regionali a favoredell'innovazione. Da cui l’importanzadella scelta del presidente del comitatodirettivo che deve svolgere una verafunzione di animatore ecoordinatore”.

3. Garantire un controllo e unagestione efficaci

“Da parte nostra, abbiano compiutouno sforzo per semplificare leprocedure e garantire la massimatrasparenza e sicurezza finanziaria diqueste iniziative volte a promuoverel'innovazione. Chiedo ora a voi unpari impegno per garantire uncontrollo e una gestione efficaci diquesti programmi”.

4. Valorizzare le esperienze positive

“Mi auguro che fin d'ora iresponsabili degli interventi generalinelle regioni contemplate dagliObiettivi 1 e 2, che entreranno a farparte del comitato direttivo deiprogrammi regionali a favoredell'innovazione riflettano sul mododi trarre insegnamento dalleesperienze positive nel formulare igrandi programmi delle zone cherientrano negli Obiettivi 1 e 2”.

1 Mainstream: interventi del FESR che prevedono ilcofinanziamento dei programmi operativi e deidocumenti unici di programmazione.

Tutto esaurito per la giornata dell’informazione sulle azioni innovativeL’arrivo a Bruxelles di oltre 500 operatori regionali il 19 febbraio scorso ha messo in evidenza, se mai ve ne fosse statobisogno, l’interesse per l’innovazione in Europa. Le autorità nazionali, regionali e locali competenti in materia hannoaderito in massa all’invito lanciato dalla Commissione europea in occasione della giornata dell’informazione dedicataalle azioni innovative.

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Gli effetti della politica regionale europea in IrlandaColloquio con Charlie Mc Creevy, ministro delle finanze

Da diversi anni ormai l’Irlanda registrauna straordinaria crescita del PIL e unanetta flessione del tasso didisoccupazione al punto da non esserepiù considerata un paese che necessitadegli aiuti del Fondo di coesione. In chemodo i Fondi strutturali hannocontribuito a determinare questa nuovasituazione?

L'economia irlandese ha conosciuto unaprofonda trasformazione in questi ultimianni. Dal 1993 il PIL è cresciuto a untasso medio annuo del 7,8%. Nel 1998 ilPIL pro capite ha raggiunto la parità conla media dell’UE. La disoccupazione èdiminuita scendendo da oltre il 16%all’inizio del periodo di programmazione1989-1993 all’attuale 4%.

Nel periodo 1989-1993 i Fondistrutturali hanno cofinanziato, con unimporto di 4,6 miliardi di euro, unquadro comunitario di sostegno(QCS) per complessivi 10,4 miliardi dieuro, mentre nel periodo diprogrammazione 1994-1999 i Fondistrutturali e il Fondo di coesionehanno cofinanziato, con 7,2 miliardi dieuro, un QCS per un importo totale dipoco più di 12,7 miliardi di euro. Nelperiodo 2000-2006 i Fondi strutturali eil Fondo di coesione cofinanzieranno,con un importo di 3,7 miliardi di euro,una spesa complessiva pari a7,7 miliardi di euro, vale a dire circa il13% della spesa generale prevista dalpiano di sviluppo nazionale 2000-2006.

Il contributo dei Fondi strutturali e delFondo di coesione allo sviluppoeconomico dell’Irlanda è diminuito inmodo significativo, in correlazione coni progressi compiuti dall’economia diquesto paese negli ultimi anni.

Dal 1989 le entrate annuali dei Fondistrutturali e del Fondo di coesioneraggiungevano in media l’1,9% del PIL.Nel 2000 sono scese allo 0,9%, rispettoal picco del 2,9% nel 1991. Alla fine delperiodo della prospettiva finanziaria diBerlino nel 2006 si saranno ridotte ameno dello 0,2% del PIL.

Grazie al tempestivo apporto di risorsedei Fondi strutturali all’inizio deglianni Novanta, l’Irlanda è riuscita aconcentrarsi sulle infrastrutture,sull’occupazione, sull’istruzione e sullaformazione, dopo un periodo diausterità finanziaria, ma si è trattatosolo di uno dei fattori che hannoconcorso al risanamento del paese.Una prudente gestione dell’economia,un ambiente favorevole agliinvestimenti privati e un'efficaceconcertazione sociale hannocontribuito al rafforzamento dellanostra competitività. Questi fattori,insieme agli investimenti comunitari enazionali, hanno favorito l'afflusso dicospicui investimenti stranieri diretti asostegno dello sviluppo di attività eservizi che hanno stimolato la crescitadell’economia irlandese.

In sintesi, ritengo che l’impatto deiFondi strutturali sia evidenziato almeglio nella citazione tratta dalRapporto sulla coesione: “L’Irlanda è ladimostrazione dei risultati che sipossono conseguire qiando l’aiuto deiFondi strutturali va a sostegno di unavalida politica macroeconomica basatasul consenso sociale. La sua esperienzaè un caso esemplare di pratica correttaall'interno dell'Unione.

Come pensate di ridurre il divario che siè creato fra le vostre regioni e al lorointerno in questa fase di crescita? E inche modo la politica regionalecomunitaria favorirà questoriequilibrio?

Tutte le regioni del nostro paese hannoregistrato una crescita economicaconvergendo verso il livello medio delPIL dell'UE. Ma in alcune il processo èstato più rapido che in altre. Le regionidi Dublino e del Mid-East, inparticolare, hanno costituito una forzatrainante per l’economia nazionalegrazie alla quale il PIL pro capitedell'Irlanda supera oggi la mediadell’UE.

La suddivisione del paese in dueregioni NUTS II – Border, Midlandand Western (BMW) (che rientra nelquadro dell’obiettivo 1) e Southern andEastern (S&E) – consentirà diimprimere maggiore impulso a unosviluppo territoriale equilibrato.

Questo è infatti uno dei principaliobiettivi del piano di svilupponazionale 2000-2006, la cui dotazione èdi 52 miliardi di euro. Nelladistribuzione delle risorse verràfavorità la regione BMW, con uninvestimento pro capite superiore di unterzo rispetto a quello previsto per laregione S&E. Esiste un programmamultisettoriale per ciascuna regionedestinato a valorizzare le loro risorsenaturali attraverso investimenti neisettori prioritari delle infrastrutture,dello sviluppo delle imprese locali,dell'agricoltura e delle zone rurali,dell’integrazione sociale edell’assistenza all’infanzia. Agli aiutiprevisti da questi programmi operativi

La parola ai protagonisti

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regionali (PO) si aggiungeranno quellidei programmi interregionali relativialle infrastrutture, al settore produttivoe all’occupazione nonché allo sviluppodelle risorse umane.

Per quanto riguarda l’incidenza delsostegno dell’UE, il mantenimentodello status previsto dall’Obiettivo 1per la regione BMW e dello status diregione in transizione per la regioneS&E agevola una concentrazione deiFondi strutturali per il periodo 2000-2006 maggiore di quanto non sarebbestato altrimenti possibile.

Più in generale, il piano di svilupponazionale (2000-2006), finanziatoinnanzitutto con risorse nazionali, èbasato sostanzialmente sulle pratichecorrette adottate nel quadro del sistemadi programmazione dei Fondistrutturali. In tal modo, l’intero pianosarà sottoposto alle procedure dicontrollo e di valutazione applicabili aiprogrammi cofinanziati dall’UE.

L’Irlanda partecipa a un ambiziosoprocesso di pace. In quale misura ilprogramma PEACE, finanziato dall’UEcontribuisce a favorirlo? E quali sono leaspettative per il programma PEACE IIattualmente in fase di negoziato?

Il programma dell'UE a sostegno dellapace nel periodo 1995-1999 è statoun’iniziativa speciale che ha contribuitoal progresso dell'Irlanda verso unasituazione di stabilità e allariconciliazione tra le comunitàdell’Irlanda del Nord e tra Belfast eDublino, attenuando gli strascichi di30 anni di violenze.

Continua a produrre effetti positivisulla vita socioeconomica dell’Irlandadel Nord e delle terre di confine e haconsentito a ciascuna regione dicogliere le opportunità derivanti dalprocesso di pace.

Spesso trascuriamo un aspettoimportante dei programmitransfrontalieri e transnazionali: la“dimensione umana”. PEACE non hapromosso soltanto lo sviluppoeconomico e sociale, ma ha offerto apersone di origini e tradizioni diverseanche dal punto di vista politico ereligioso occasioni d'incontro ecollaborazione permanenti perconseguire obiettivi comuni e risultatireciprocamente vantaggiosi. Gli accordisiglati per il periodo 1995-1999,insieme al comitato di sorveglianza e alforum consultivo hanno fornito alleparti sociali, al governo e alle autoritàdell’Irlanda del Nord e del Sud nuovepossibilità di cooperazione per larealizzazione del programma.

Per quanto riguarda PEACE II ilnuovo programma fornirà un ulterioresostegno allo sforzo intrapreso e sibaserà sull'idea guida “di rafforzare ilprogresso verso una società più pacificae stabile e promuovere lariconciliazione”. Il programma è statoappena concordato con laCommissione e i finanziamentidovrebbero essere erogati tra breve.

PEACE II si incentra su alcuni temistrategici che riguardano in particolarelo sviluppo economico e sociale e larivitalizzazione delle aree urbane erurali attraverso il rilancio delle attivitàlocali. Cercheremo inoltre dipromuovere sulla falsa-riga delprecedente programma, una più ampiacooperazione transfrontaliera inparticolari settori anche inconsiderazione del fatto che almeno il15% degli stanziamenti, ovvero circa

106 milioni di euro, compresi icontributi comunitari e nazionalidell’Irlanda del Nord e del Sud,saranno destinati a questo obiettivo.

Sono molto soddisfatto di questometodo di lavoro adottato d'intesa coni nostri colleghi dell’Irlanda del Nord,che si tradurrà in interventi circoscrittisulle comunità, sui gruppi e sui settoripiù colpiti dalle turbolenze.

Va sottolineato inoltre che l’autorità digestione di PEACE II sarà l’organismospeciale per i programmi comunitari(SEUPB) istituito insieme ad altriorganismi bilaterali dopo l'accordo delvenerdì santo. Sono particolarmentelieto del fatto che la cooperazione traNord e Sud, fortemente incoraggiatadai programmi sostenuti dall’UE, abbiatrovato finalmente un'espressioneistituzionale visibile attraverso ilSEUPB.

L’accordo raggiunto con PEACE IIlascia sperare che i rapporti sociali edeconomici tra le due Irlande entrerannoin una nuova fase di sviluppo.Vogliamo far leva sui risultati ottenutidopo la tregua del 1994, per operare afavore della pace. Ma a questo scopodobbiamo arrivare a unariconciliazione fra tutte le popolazionidell'isola e assicurare che gli aiuti sianoimpiegati per alleviare le sofferenze e idanni causati da un lunghissimoconflitto.

Siti web:Home page del ministero delle Finanze: http://www.irlgov.ie/finance/

Quadro europeo di sostegno: http://www.irlgov.ie/finance/csfsummary1.htmhttp://www.inforegio.cec.eu.int/wbpro/PRORD/pro2000_it.htm

Programmi operativi:http://www.inforegio.cec.eu.int/wbpro/Prosr/prog_en.cfm

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Avvenimenti

Chiarire i ruoli nel decentramento

L’entrata in vigore del regolamento sui Fondi strutturali peril periodo di programmazione 2000-2006 ha posto le nuovebasi per la cooperazione tra la Commissione e gli Statimembri. Il decentramento consente ormai una più ampialibertà di azione alle autorità nazionali e regionali, maassegna anche nuove responsabilità in materia di controllo edi valutazione.

Una delle sue conseguenze pratiche è stata la creazione diautorità di gestione chiaramente individuate per ciascunprogramma. Designate dagli Stati membri, queste hanno ilcompito di selezionare i progetti che possono ottenere unsostegno comunitario e di verificarne la corretta gestionefinanziaria, operando in stretta collaborazione conun’autorità di pagamento, responsabile dei rapportifinanziari con la Commissione. Anziché ricevere anticipiannuali come accadeva in precedenza, gli Stati e le regioniricevono ormai solo un acconto al momento dell’adozionedel programma (7% del contributo europeo), mentre gliulteriori stanziamenti vengono concessi sotto forma dirimborso delle spese certificate.

La Commissione europea ha compiuto un grande sforzo perchiarire il ruolo di ciascuna parte interessata allarealizzazione degli obiettivi previsti dalla politica regionale.Il 2 marzo, dopo un’ampia concertazione con gli Statimembri, sono stati adottati due regolamenti di applicazionedella normativa generale: il primo riguarda i sistemi digestione e di controllo, il secondo la procedura diattuazione delle correzioni finanziarie.

Alle due conferenze organizzate a Bruxelles hannopartecipato circa mille funzionari nazionali e regionali,insieme a molti operatori economici per discutere con irappresentanti delle diverse istituzioni europee(Commissione, Consiglio, Parlamento europeo, Comitatodelle regioni, Corte dei conti) sulle conseguenze di questenuove normative. A tale scopo sono stati costituiti deigruppi di lavoro su tre temi: gestione e sorveglianza,controllo e valutazione degli interventi comunitari.

Per i partecipanti questa è stata un'occasione di scambio diesperienze in materia di gestione dei Fondi strutturali.

La Commissione ha già invitato due volte a Bruxelles le autorità locali e nazionali competenti per i programmi disviluppo regionale cofinanziati dall’Unione europea al fine di chiarire le loro nuove responsabilità nella gestionedecentrata dei Fondi strutturali. La prima conferenza si è tenuta il 5 giugno 2000 con i responsabili dei programmiper le regioni arretrate (Obiettivo 1); alla seconda conferenza, svoltasi il 29 gennaio scorso, hanno partecipato iresponsabili dei programmi per le regioni in fase di riconversione (Obiettivo 2).

L’esperienza delle regioni settentrionali dei Paesi BassiInvitato a fornire la sua testimonianza in un seminario sui criteri adottati dalle autorità di gestione per soddisfare irequisiti della Commissione in materia di documentazione contabile, Gerard Van Drecht, membro dell’organismo dicooperazione per il Nord dell'Olanda, ha fornito alcune indicazioni concrete sull’impiego ottimale delle sommestanziate.

La principale difficoltà delle autorità digestione nel controllo delle speseconsiste nel garantire la concordanzafra le risorse a disposizione e lesituazioni reali, e a tal fine ha suggeritoalcune soluzioni possibili.

• La presentazione di rapportitrimestrali standard da parte deibeneficiari dei contributi consente diverificare con regolarità la coerenzacontabile dei progetti in esame.

• I pagamenti suddivisi in cinque quotee corredati di documenti giustificativicircostanziati forniti dai beneficiari

permettono di mantenere uncontrollo permanente sull'erogazionedei fondi.

• Sopralluoghi frequenti e regolari incorso d'opera consentono diaccertare il reale stato diavanzamento del progetto.

• L'affidamento a revisori indipendentidi verifiche della contabilità deisingoli progetti e di quella delle

autorità di gestione consente unduplice controllo e quindi unasicurezza in più.

• La classificazione in categorie peridentificare soprattutto i progetti “arischio”, quelli di ampio respiro equelli particolarmente complessiconsente una più rapidaindividuazione delle priorità inmateria di controllo.

Il testo completo della relazione di Gerard Van Drecht, come pure la maggior parte deisuoi interventi nel corso delle due conferenze organizzate dalla Commissione sonodisponibili sul sito Inforegio: http://www.inforegio.cec.eu.int/wbdoc/docconf/conf_en.htm

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Con l'iniziativa "Working togetherfor Scotland", il governo scozzeseha voluto promuovere una strettacollaborazione con gli organismipubblici e privati, gli enti locali, ilgoverno britannico e l’Unioneeuropea per costruire un paesebasato sulla giustizia sociale.

In seguito al decentramento deipoteri, avvenuto nel luglio del 1999, ilnuovo parlamento scozzese haassunto una serie di competenze insettori gestiti in precedenza dalgoverno centrale di Londra, qualil’attuazione delle politiche disviluppo rurale sostenute dai Fondistrutturali europei.

Il nuovo governo di Edinburgo haavviato inoltre alcune iniziative perriesaminare le vecchie procedureamministrative ed introdurre nuovemisure per rafforzare il ruoloautonomo della Scozia in settorichiave, come quello della gestione deiFondi strutturali europei, dove giàinterveniva con propri organi.

Una strategia dicomunicazioneSeguende le raccomandazioni dellaCommissione, i ministri scozzesihanno elaborato una strategia dicomunicazione stabilendo un quadroper l'impostazione di campagned’informazione e pubblicità deiprogrammi dei Fondi strutturali,d'intesa con i principali organismicointeressati, al fine di esporre lefinalità e gli obiettivi degli interventi afavore della Scozia.

Oltre a definire i ruoli dei variorganismi incaricati dell’attuazionedei programmi comunitari, il governoscozzese ha elaborato una strategia

che prevede ulteriori misure intese avalorizzare la nuova autonomiapolitica del paese decidendo inparticolare di riorganizzarel’amministrazione dei Fondistrutturali sul proprio territorio e diadottare un nuovo logo comunitario,ispirato alla bandiera europea, peroffrire una migliore immagine delpaese all'insegna del principio dicooperazione fra Europa e Scozia.Il logo sarà utilizzato perpubblicizzare i Fondi strutturali ealcuni progetti particolari sostenutidall’UE.

Per garantire inoltre la trasparenza inseno agli organi esecutivi, il governoscozzese ha adottato nuovi mezzi dicomunicazione e per dialogare con icittadini utilizza attualmente ilproprio sito Internet, dove oltre alleistruzioni per l'uso del logo, vengonofornite anche informazioni dettagliatesui programmi comunitari, su altrepriorità politiche e sui risultatiottenuti. Il testo che accompagna illogo è stato tradotto anche ingaelico,la seconda lingua della Scozia,parlata comunemente nelle Highlandse nelle Isole, una zona contemplatadal programma di transizionedell’Obiettivo 1.

La Commissione europea haapprezzato molto questi sforzi dellaScozia per far conoscere i Fondistrutturali rinnovando l'impegno auna più stretta cooperazione.

Sito Internet del governo scozzesehttp://www.scotland.gov.uk/esf

Lavorare insieme per la Scozia

Gli Stati membriinformano

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Sul campo

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Il miglioramento della situazione macroeconomica haconsentito alla Grecia di entrare nell'area dell'euro. Leriforme strutturali dei mercati finanziari, dei prodotti e dellavoro sono segnali incoraggianti. La Grecia ha tuttavia unabassa produttività, riconducibile soprattutto 1) alla suaarretratezza nel campo della scienza, della tecnologia edell’innovazione, 2) alla carenza di manodopera qualificata,e 3) a una scarsa imprenditorialità. La produttività è unfattore determinante per una crescita sostenibile nel lungoperiodo che, a propria volta, è alla base di un miglioretenore di vita, e ha inoltre un'importanza decisiva per lacompetitività internazionale.

Promuovere lo sviluppo delle imprese

Il programma operativo tende a compensare in parte questecarenze e s'incentra su otto priorità e su una serie di misuredi assistenza tecnica, tutte volte a favorire uno svilupporazionale del contesto in cui operano le imprese in Grecia.Esse riguardano le seguenti aree tematiche:

• Miglioramento delle infrastrutture e dell’ambientecommerciale con misure di sostegno adeguate,aggiornamento del sistema nazionale di certificazione dellaqualità, semplificazione del contesto economico ecreazione di reti di sostegno per gli scambi.

• Promozione dell’imprenditorialità e dell’eccellenza neisettori dell’energia, dell’industria, del turismo, dellatecnologia e della ricerca, atraverso la modernizzazionedei sistemi organizzativi delle imprese, l’offerta di prodottifinanziari adeguati a un reale sviluppo delle aziende el'incentivazione delle attività imprenditoriali tra i giovani,le donne e i disabili.

• Sviluppo dell’innovazione tecnologica e della ricercasoprattutto mediante il trasferimento di know-how e lacooperazione internazionale, il sostegno alle attivitàderivate e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.

• Incentivi al turismo e diversificazione dell'offertaattraverso il sostegno degli investimenti nelleinfrastrutture, lo sviluppo di nuove forme di turismo, lapromozione del settore e l’adozione di misure percompensare gli inconvenienti del suo carattere stagionale.

• Sviluppo di fonti di energia eco-compatibili eliberalizzazione del mercato, stimolando soprattutto ilconsumo di gas naturale, la produzione di energiarinnovabile e il risparmio energetico,l'approvvigionamento delle isole, delle città edell’industria, l’adozione di misure di tutela ambientale edi sicurezza riguardo ai prodotti petroliferi e la lottacontro l’effetto serra.

• Valorizzazione delle risorse umane attraverso corsi diqualificazione e di formazione nei settori del turismo,dell’industria, della ricerca e della tecnologia.

I fondi strutturali forniscono un contributopari a circa 2 miliardi di euro

Il costo complessivo del programma sarà di quasi6,4 miliardi di euro. Il 45% dei finanziamenti proverrà dafondi privati e il resto da stanziamenti nazionali. Questonuovo programma operativo è stato adottato poco dopol’approvazione, da parte del parlamento greco, di una nuovalegge sulla gestione dei Fondi strutturali che getta le basi perla realizzazione dei progetti sostenuti dall’UE in Grecia.

La competitività è una delle grandi priorità dello sviluppo economico e sociale della Grecia nel periodo diprogrammazione 2000-2006. Nel mese di marzo la Commissione europea ha adottato uno specifico programmaoperativo (PO) sulla competitività, incentrato sull'industria, la ricerca e la tecnologia, il turismo e l’energia. Iprincipali obiettivi sono la creazione di nuove imprese, il rafforzamento della competitività sostenibile di quelleesistenti, la loro integrazione nel mercato mondiale e l'offerta di servizi più efficienti alle PMI

La Grecia punta sulla competitività

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panorama • N° 3inforegio 15

Questa moderna struttura è il simbolodi una nuova era per la Grecia chediviene un punto di collegamentointernazionale con l’Europa, i Balcani,il Medio Oriente e l’Africa ed è stataintitolata a Eleftherios Venizelos exprimo ministro greco agli inizi delXX secolo, che ha svolto un ruoloessenziale nella modernizzazione delpaese.

Nella prima fase potrà accogliere16 milioni di passeggeri e smistare220 000 tonnellate di merci all’anno.Ma in futuro i passeggeri potrannosalire a 50 milioni l’anno,conferendogli un ruolo di primo pianonel trasporto aereo.

Alla sua realizzazione hanno concorsocapitali pubblici e privatiinternazionali, che hanno contribuitoal finanziamento, alla pianificazione, ealla costruzione di questo scalo: unodei più grandi e prestigiosi progetti diinfrastrutture cofinanziato con fondicomunitari, che presenta enormiprospettive commerciali perl’economia europea.

La cooperazione fra la Repubblicaellenica e un consorzio di imprese haportato alla creazione di una società agestione privata, la AthensInternational Airport SA, che avrà laproprietà e la gestione dell’aeroportoper 30 anni. Il governo greco detiene il55% delle azioni, mentre gran partedel 45% restante appartieneall’impresa di costruzioniinternazionale Hochtief AG. Le altresocietà del consorzio privato sono:ABB Calor Emag Schaltanlagen AG eFlughafen Athen SpataProjektgesellschaft mbH. L’aeroportodovrebbe entrare in attivo fra tre annie distribuirà dividendi dopo 7 anni.

La sua costruzione è costata2,155 miliardi di euro, con uncontributo del 12% dei fondicomunitari e del 46% della Bancaeuropea per gli investimenti. I lavorisono stati effettuati fra il luglio 1996 eil settembre 2000, con un periodo dicollaudo di sei mesi.

Ultimepubblicazioni

A European success storyEU regional policy in Ireland

Disponibili in lingua inglese.

Le politiche strutturali eterritori dell’EuropaLe isole e le zone costiere

Disponibili nelle 11 lingue ufficiali.

Una nuova porta d'ingressoL’inaugurazione del nuovo aeroporto internazionale di Atene a Spata il28 marzo 2001 segna una tappa storica nello sviluppo dei moderni sistemidi comunicazione e apre una nuova porta d'ingresso nella Grecia nel XXI secolo.

Nella prima fase l’aeroporto “Eleftherios Venizelos” potràaccogliere 16 milioni di passeggeri l’anno.

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Per maggiori informazioniCommissione europea, Direzione generale “Politica regionale” Unità 01 “Informazione e communicazione”Thierry Daman41, avenue de Tervuren, B-1040, BruxellesFax: +32 2 296 60 [email protected]://europa.eu.int/comm/dgs/regional_policy/index_it.htm

Commissario Michel Barnierhttp://europa.eu.int/barnier

Informazioni sugli aiuti regionali dell’Unione europeahttp://inforegio.cec.eu.int

http://www.cor.eu.intNuovo sito del Comitato delle regioni. La nuova veste grafica delle pagi-ne web dell’organizzazione delle regioni d’Europa presso l’UE si è ispi-rata a tre concetti chiave: facilità d'accesso, contenuto informativo erapidità di consultazione. Che cos’è il Comitato delle regioni? Che inte-resse può avere per voi? Come ricevere suoi documenti? Le risposte sipossono ottenere consultando i nuovissimi siti del Comitato delle regio-ni all’indirizzo: http://www.cor.eu.int

On line

http://www.scotnordic.com/northernperiphery/Benvenuti nella periferia del nord. Questo sito, frutto della collaborazio-ne fra le regioni più settentrionali di Finlandia, Svezia, Norvegia e Scozia,consente di entrare in diretto contatto con i promotori dei progetti e discaricare i documenti necessari per richiedere i finanziamenti. La rubrica“feedback” stimola l’interattività, mentre i quesiti che pone consentonodi cogliere in sintesi l’interesse che il programma Interreg può avere perle regioni del Nord.

http://www.spatial.baltic.net/Particolarmente esauriente e dotato di un efficace motore di ricerca,questo sito è dedicato alla cooperazione transnazionale fra i paesi delMar Baltico e contiene molte informazioni sui progetti in corso. Il pro-gramma Interreg II C dedicato alle regioni del Mar Baltico riunisceDanimarca, Germania, Finlandia, Svezia, Norvegia, Polonia, Estonia,Lituania, Russia e Bielorussia e promuove la cooperazione come stru-mento di una migliore gestione del territorio.

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