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Regioni innovative Intervista Jeremy Smith, segretario generale del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa In evidenza I programmi regionali di azioni innovative Alla scoperta di un paese aderente Malta Alla scoperta di una regione Svezia meridionale it info regio panorama 11 Settembre 2003

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Regioni innovative

IntervistaJeremy Smith,segretario generaledel Consiglio deicomuni e delleregioni d’Europa

In evidenzaI programmiregionali di azioniinnovative

Alla scoperta di unpaese aderenteMalta

Alla scoperta di una regioneSvezia meridionale

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inforegiopanorama

11 Settembre 2003

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Nel maggio 2003si sono tenuti aPoznan, inPolonia, i XXIIstati generali delConsiglio deicomuni e delleregioni d’Europa(CCRE). Sino a

che punto quest’assemblea generaledel CCRE ha contribuito a rafforzare irapporti tra le autorità locali e regionalidegli Stati membri e dei paesi candidatiall’Unione?

Per la prima volta il CCRE ha tenutola sua assemblea generale in un paesedell’Europa centrale e la città diPoznan ha organizzato l’evento inmodo impeccabile. Riunire oltre 700rappresentanti locali e regionali ditutta Europa in un futuro Statomembro per uno scambio diinformazioni ed esperienze è un fattodi incalcolabile valore.

Ma non abbiamo atteso l’allargamentodell’Unione europea per accogliereall’interno della nostra organizzazionemembri quali la Polonia, la Repubblicaceca e l’Islanda, la Svizzera ol’Ucraina. A Poznan, del resto,abbiamo festeggiato l’adesione alCCRE di due nuovi partner, laMacedonia e la Serbia. E stiamo già

pensando alla futura generazione dipaesi candidati.

Nel corso dell’assemblea generale irappresentanti di alcune regionidell’obiettivo n. 1 hanno espresso laloro preoccupazione per leconseguenze dell’allargamento. Acausa di un effetto puramentemeccanico, alcune di queste regioniperderanno la loro ammissibilità agliaiuti comunitari pur rimanendo, difatto, svantaggiate. A tale proposito,qual messaggio intendete trasmetterealla Commissione in merito al futurodella politica di coesione?

Sotto molti aspetti, il CCRE e laCommissione sono in sintonia econdividono punti di vista analoghi.Dal canto nostro auspichiamo chevenga mantenuta, per le regionidell’obiettivo n. 1, la regola del 75 %del PIL europeo e che sia previsto unprogramma temporaneo per le regioniche, all’indomani dell’allargamento,perderanno la loro ammissibilità permotivi puramente statistici. A nostroavviso, inoltre, tutte le regionidovrebbero avere la possibilità diaccedere ad un nuovo obiettivo n. 2.Per quanto riguarda i futuri fondistrutturali auspichiamo unaripartizione finanziaria che prevedadue terzi del bilancio per l’obiettivo

n. 1 e un terzo per il nuovo obiettivon. 2. In quest’ultimo dovrebberorientrare la cooperazioneinterregionale, la riconversione dellezone industriali in difficoltà nonché leregioni a scarsa densità di popolazione.

La questione non è solo di naturafinanziaria. Innanzi tutto è necessariopreservare lo spirito stesso dellapolitica di coesione, ossia il concetto disolidarietà europea ed il principiosecondo cui lo sviluppo dell’Unionepuò essere garantito soltanto se non visono eccessive disparità tra le regionid’Europa.

I negoziati di adesione sono statiparticolarmente tesi sul pianofinanziario. Ma le città e le regioni deinuovi Stati membri non offriranno unprezioso contribuito a tutti, in terminidi idee e nuove esperienze?

Siamo onesti: l’allargamento a diecinuovi Stati membri è una magnificaopportunità ma rappresenta anche unagrande sfida. La maggior parte deipaesi che aderiranno all’Unione ha unpassato di centralismo di cuirimangono ancor oggi delle tracce.Dobbiamo aiutare le amministrazioniregionali e locali di questi paesi,consentire loro di trarre profittodall’esperienza maturata negli Stati

infoI programmiregionali di azioniinnovative: i laboratori dellaqualità

4Formez, unostrumento al serviziodelleamministrazionipubbliche italiane

7Editore responsabile: Thierry Daman, CE, DG Politica regionale

Questa pubblicazione è disponibile nelle 11 lingue ufficiali dell’Unione europea sul sito Internethttp://europa.eu.int/comm/regional_policy/index_it.htm ed è stampata in 5 lingue. (ES, DE, EN, FR, IT) su carta riciclata.I testi qui riprodotti non hanno valore giuridico.

Proprietà foto (pagine): Mike St Maur Sheil (1, 4, 12), CCRE (2), AEIDL (8), Government of Malta (9),SydSam (10, 11), Lisa Clement (13), Parco nazionale dello Stelvio/Stilfserjoch (14, 15).Copertina: Progetto pilota urbano finanziato dal FESR — restauro di un mulino a Skerries (Irlanda).

Sommario

Intervista SmithSegretario generale del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa

Jeremy

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membri dell’Unione. Anche laquestione dei fondi strutturali èparticolarmente spinosa. Allo stessotempo, tuttavia, le autorità locali eregionali dei futuri Stati membri hannomolto da offrire all’UE, se non altroper il loro dinamismo e la loro recentecostituzione. Un esempio tra gli altri: lacittà di Praga ha un sistema di trasportipubblici informatizzato eultramoderno che potrebbe fornireutili spunti a molte città dell’UE. Sonoconvinto, infine, che i contatti o gliscambi di esperienze sarannocomunque più ricchi e proficui tra cittàe regioni di 25 paesi rispetto agli attuali15. Problemi quali l’occupazione,l’ambiente, i trasporti o l’istruzionesono presenti in tutte le città e in tuttele regioni, sebbene in misura diversa.Riunendo i rappresentanti locali eregionali di venticinque Stati sarà piùfacile trovare una soluzione.

In diverse occasioni avete auspicatouna maggiore integrazione delladimensione urbana nell’ambito deifondi strutturali. Può illustrarci indettaglio la posizione del CCRE a taleproposito?

Una cospicua parte dei fondi strutturaliviene spesa nelle zone urbane, senzauna strategia coerente o integrata.Inoltre, l’80 % circa della popolazioneeuropea risiede nelle città, manell’ambito dei fondi strutturali ladimensione urbana è lungi dall’esserericonosciuta e considerata al suo giustovalore. Questa dimensione urbana sicompone di due elementi distinti: daun lato vi sono le grandi città, alcunedelle quali costituiscono vere e proprieregioni; dall’altro le cittadine, chesvolgono un ruolo essenziale nellosviluppo integrato tra zone urbane earee rurali. Infine, molti aspetti dellapolitica regionale quali i trasporti,l’occupazione ed i fenomeni migratori

sono parte integrante della politicaurbana. Alla luce di questi fatti, oggiinnegabili, è logico che i fondistrutturali prendano in considerazione,in modo più esplicito, la dimensioneurbana. A Poznan, uno dei partecipantialla sessione sulla politica di coesioneha affermato: «Il Comitato delleregioni dell’UE, indipendentementedalla sua denominazione, rappresentale regioni e le città dell’Unione. Si puòdunque dedurre che la politicaregionale debba avere una dimensioneregionale e urbana».

Nella dichiarazione di Poznan, il CCREchiede all’Unione europea un maggiorriconoscimento del ruolo delle autoritàlocali e regionali. Concretamente, checosa proponete?

Innanzi tutto chiediamo una miglioredefinizione del principio disussidiarietà, nell’ambito del qualevengano esplicitamente menzionate leautorità locali e regionali.Auspichiamo che nella futuracostituzione siano inclusi i principidell’autonomia locale e regionale, cosìcome figurano nella Carta europeadell’autonomia locale, e che le autoritàlocali e regionali partecipinosistematicamente all’elaborazione eall’attuazione delle decisioni che leriguardano. Chiediamo anche chevengano conferiti maggiori poteri alComitato delle regioni.

In sintesi, il CCRE intende adoperarsiaffinché l’Europa a venticinque siaveramente vicina ai cittadini. Questoimplica necessariamente unadimensione locale e regionale più forteall’interno dell’UE.

La buona notizia è che, in seguito allerichieste da noi formulate a Poznan, lamaggior parte di questi punti è statainclusa nella nuova bozza dellacostituzione europea.

oregioMalta: punto dicollegamento nelMediterraneo —Intervista a EdwardFenech Adami,primo ministro dellaRepubblica di Malta

8Svezia meridionale:una regionestrategica sul marBaltico

10Oltre il regolamento(CE) n. 1159/2000:migliorare lacomunicazione suifondi strutturali

12Parco nazionaledello Stelvio (Italia):fondi strutturali perun parco naturale

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Una federazione di 100 000 entilocali e regionali

Il Consiglio dei comuni e delle regionid’Europa (CCRE) nasce nel 1951, suiniziativa di una cinquantina di sindaci.Siamo nell’immediato dopoguerra e laComunità europea sta prendendolentamente forma. In questo contesto, ilCCRE svolge un ruolo da pioniere.

Oggi, a cinquant’anni di distanza, ilCCRE riunisce oltre 100 000 enti locali eregionali, affiliati in seno a 44associazioni nazionali presenti in 31paesi europei. Una federazione incontinua espansione.

Il CCRE basa il suo operato su dueconvinzioni:• la democrazia locale costituisce il

fondamento della vita pubblica;• gli enti territoriali devono svolgere

un ruolo essenziale nella costruzionedell’Unione europea.

A tale proposito il CCRE si è impegnatoa promuovere questo ruolo degli entilocali e regionali nell’ambito dellaconvenzione sull’avvenire dell’Europa ein seno alla futura conferenzaintergovernativa. Si noti che lapresidenza della Convenzione è stataassunta da Valéry Giscard d’Estaing,presidente del CCRE.

Oltre ad esercitare un’influenza sulledecisioni comunitarie, il CCREpromuove tra i propri membri, a livelloeuropeo, lo scambio di esperienze e ladiffusione delle idee e delle prassimigliori. In tale ottica il CCRE ha inoltreincentivato 26 000 gemellaggi tra entiterritoriali in Europa.

Per maggiori informazioni:CCRERue d’Arlon 22-24B-1050 BruxellesTel. (32-2) 511 74 77

Fax (32-2) 511 09 49E-mail: [email protected]: http://www.ccre.org

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Per il periodo 2000-2006, la Commissione europea haprevisto una dotazione di 400 milioni di euro per finanziare i«programmi regionali di azioni innovative» nelle regionisostenute dal FESR (obiettivo n. 1 e obiettivo n. 2). Questiprogrammi rappresentano lo 0,4 % del bilancio complessivodel FESR. Una goccia nell’oceano? Nient’affatto, poichéquesto dispositivo persegue uno scopo preciso e ben definito.L’obiettivo precipuo delle azioni innovative consiste nelsuscitare un effetto catalizzatore e nel generare un valoreaggiunto decisivo, partendo da tematiche estremamentesensibili per le regioni interessate. La sfida: incrementare emigliorare la qualità degli interventi dei fondi strutturali.

Cresce il divarioPerché questi programmi? La relazione 2001 dellaCommissione sulla coesione economica e sociale nell’Unioneeuropea evidenzia un aspetto positivo: il sostegno del FESRha contribuito a ridurre le disparità regionali in termini diinfrastrutture e, a livello generale, di PIL. Ma sussiste unproblema: in queste regioni il divario tecnologico staaumentando. Una conclusione allarmante, poiché è evidenteche gli sforzi attuati nel settore dell’innovazione e dellaricerca e sviluppo (R&S) condizionano il successo economicoa lungo termine di una regione.

Vari indicatori confermano questa situazione. Nelle 25regioni più avanzate, l’occupazione nel settore delle altetecnologie assorbe il 15 % circa della popolazione attiva, afronte del 4 % osservato nelle regioni meno progredite. Perquanto riguarda la spesa nel settore della R&S, il 15 % delleregioni totalizza un importo equivalente a quello registratocomplessivamente nelle restanti regioni. Il tasso dipenetrazione di Internet, sebbene in aumento nell’Unioneeuropea, indica un crescente divario in funzione delle regioni(lo scarto può raggiungere anche una percentuale del300 %). In particolare, per quanto riguarda l’accesso rapidoa Internet a banda larga si osserva una vera e propria«frattura digitale» tra le zone urbane e talune aree rurali.

Puntare sul «software»Per colmare queste lacune e creare una reale coesioneeconomica e sociale è necessario intensificare l’intervento delsettore pubblico, affidando un ruolo più incisivo alle regioni.In tale ottica le azioni innovative tendono a privilegiare il

«software», ossia la componente immateriale (le attività inrete, partenariati ecc.), rispetto all’«hardware» (leinfrastrutture) e promuovono nuove soluzioni in settorichiave, essenziali per una rapida crescita delle regioni piùsvantaggiate.

I tre temi prioritari scelti sono i seguenti:

• favorire un’economia regionale basata sulla conoscenza el’innovazione tecnologica;

• promuovere la società dell’informazione al servizio dellosviluppo regionale;

• rafforzare l’identità regionale e lo sviluppo sostenibile.

In evidenzaI programmi regionali di azioni innovative

I laboratori della qualitàSebbene il FESR abbia contribuito a ridurre il divario tra regioni, nell’Unione europea sussistono tuttora fortidisparità in termini di alte tecnologie e accesso alla società dell’informazione, due elementi chiave per lo svilupposostenibile delle regioni in difficoltà. Grazie ai «programmi regionali di azioni innovative», queste regioni possonooggi sperimentare, a partire da temi sensibili, soluzioni innovative che esercitano importanti effetti catalizzatori.

Un programma regionale di azioni innovative ha permesso alla società galleseRadnor Hills Water di ammodernare i propri impianti.

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Nei primi due anni di attuazione (2001 e 2002), laCommissione europea ha approvato 126 programmiregionali di azioni innovative (a fronte di 156 regioniammissibili), per un bilancio complessivo di 310 milioni dieuro, cui si aggiungono i contributi pubblici e privati delleregioni.

Il successo dell’iniziativa è dovuto a due principali fattori. Ilprimo è rappresentato da una procedura semplificata per lapresentazione e la selezione dei progetti. Ogni anno, il 31maggio, le regioni interessate inviano la propria candidaturaalla Commissione. Un programma di azioni innovative puòavere una durata massima di due anni e ricevere sino a 3milioni di euro. Il secondo aspetto di particolare rilievo è ildecentramento dell’azione: la gestione e il controllofinanziario del programma sono interamente affidati alleregioni.

Trasferire idee innovative

Poiché le azioni innovative scaturiscono da un’impostazionequalitativa globale, le regioni sono invitate ad istituire ampipartenariati con il settore privato, le PMI e le organizzazionidella società civile.

Un altro aspetto fondamentale è il trasferimento delleesperienze pilota. Questo scambio di buone prassi vieneinnanzi tutto promosso all’interno della regione. Di fatto, leazioni innovative recano vantaggi all’intera regione e ciòfavorisce il trasferimento del know-how sull’insieme delterritorio.

Ma la Commissione ha voluto spingersi oltre e per stimolareil confronto di idee e la cooperazione tra partner di regionidiverse ha deciso di cofinanziare, in collegamento con iprogrammi di azioni innovative, reti tematiche destinate amigliorare lo scambio di esperienze. A tutt’oggi, sulterritorio dell’UE sono operative tre reti di questo tipo.

La prima, denominata Ianis, è coordinata dalla Sassonia eriunisce 28 regioni che collaborano sul tema della societàdell’informazione. La seconda rete, diretta dal Galles eincentrata sullo sviluppo sostenibile, prevede lapartecipazione di 12 regioni. La terza, denominata ERIK, ègestita congiuntamente dalle regioni Emilia-Romagna eToscana e verte sull’innovazione tecnologica. A quest’ultimarete partecipano 13 regioni.

Le azioni innovative sono altrettanti laboratori regionali perla sperimentazione di nuove soluzioni. Soluzioni destinate a

Dal patrimonio al satelliteNelle proposte di programma, le regioni possono scegliere uno, due o tre temi prioritari. Nel periodo 2001-2002 un quartodelle regioni ha optato per lo sviluppo sostenibile, mentre tre quarti dei progetti hanno interessato l’innovazionetecnologica e la società dell’informazione.

Alla fine del primo semestre 2003 non era ancora possibile stilare un bilancio completo dei progetti attuati sul campo, ma alcunetendenze indicavano già una gamma estremamente ricca e diversificata di programmi.

Per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile, le regioni hanno incentrato le proprie attività su quattro principali assi di intervento: turismosostenibile, valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, nuove infrastrutture e sistemi di trasporto, sviluppo di fonti energeticherinnovabili.

I programmi proposti nell’ambito dell’innovazione tecnologica vertevano essenzialmente sul potenziamento dei distretti industriali edelle reti di imprese, la cooperazione tra PMI, università e centri di ricerca, l’offerta di servizi di consulenza specializzati e la verifica inimpresa della componente tecnologica.

Nell’ambito dell’asse prioritario «Società dell’informazione» le azioni innovative hanno interessato vari settori di particolare rilevanza:l’eGovernment, l’elettronica al servizio delle imprese, nonché alcune azioni sperimentali nelle zone montane e rurali isolate per laconnessione Internet ad alta velocità via satellite.

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diffondersi e a propagare i propri effetti su più vasta scala, inparticolare in previsione di una revisione della politica dicoesione economica e sociale per il periodo 2007-2013.

Per maggiori informazioni:http://europa.eu.int/comm/regional_policy/innovation/index_it.htm

Indirizzi delle reti tematiche:Società dell’informazione:[email protected] sostenibile: [email protected] tecnologica: [email protected]/o [email protected]

Premio per l’innovazione regionale

Per promuovere la diffusione delle prassi migliori, laCommissione europea invita tutte le regioni impegnate in unprogramma di azioni innovative a partecipare ad un concorso inmateria di innovazione regionale. Le regioni interessate devonoinviare alla Commissione, entro il 31 ottobre 2003, ladescrizione di un progetto che reputano particolarmenteinnovativo. I progetti saranno esaminati da una giuriapresieduta da António Guterres, ex primo ministro delPortogallo. Nell’aprile 2004, nel corso di una sessione plenariadel Comitato delle regioni, verrà attribuito un premio perciascun tema prioritario.

Premio per L’innovazione regionale: la giuria riunita intorno ad António Guterres (quinto da sinistra).

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«Tutti per uno, uno per tutti». Il mottodei moschettieri potrebbe essereripreso dai funzionari degli entipubblici italiani — regionali e locali —preposti alla gestione dei fondistrutturali? A prescindere dallaregione, infatti, tutti vogliono accederefacilmente ad un’informazione precisasull’Europa, sulle sue politiche e suirelativi programmi. Alcuni si pongonodomande cui altri sono probabilmentein grado di rispondere. E poichéqueste esigenze sono comuni, perchénon condividere strumenti informativiche offrano vantaggi a tutti? È questa,in sintesi, la filosofia che ha portatoalla creazione di Formez.

Formez è un istituto italiano conpersonalità giuridica partecipata cheopera a livello nazionale e associa lapresidenza del Consiglio(dipartimento della Funzionepubblica) e rappresentanti delleamministrazioni locali: regioni,Associazione nazionale comuni italiani(ANCI), Unione province d’Italia(UPI), Unione nazionale comunicomunità enti montani (UNCEM).

Formez è stato creato inizialmente perfornire servizi mirati di consulenza eformazione al personale delleamministrazioni pubbliche delMezzogiorno, al fine di consentireloro di recuperare il ritardo rispetto alnord. Le attività dell’istituto si sonosuccessivamente estese agli entipubblici dell’intero territorionazionale. Con il passare del tempo siè andato ampliando anche l’oggettosociale di Formez ed è apparsonecessario fornire anche ai funzionaridegli enti territoriali un’informazionespecializzata sui fondi strutturali e lepolitiche comunitarie.

Nel 1997, pertanto, l’istituto Formezha varato il progetto informatico«EuroPA». EuroPA non si limita amettere on line informazioni

«cooperazione transnazionale neiprogrammi e nelle iniziativecomunitari». Azioni di questo tiposono state realizzate in Sicilia, a Bari, aLivorno, nella provincia di Belluno ecc.

Formez sostiene inoltre progetti dicooperazione in paesi terzi: tramitel’istituto, alcune amministrazionipubbliche italiane mettono il loroknow-how a disposizione delleagenzie di sviluppo locale di BuenosAires (Argentina). Con la Slovacchia èstato messo a punto un progetto digemellaggio nel settoredell’agricoltura, mentre diversecollaborazioni avviate con la Romaniae la Slovenia tendono ad assisterequesti paesi nel processo diammodernamento della pubblicaamministrazione. Alla vigiliadell’allargamento è più che mainecessario avere ampie vedute.

Per maggiori informazioni:FormezVia Salaria, 229I-00199 RomaTel. (39) 068 48 91E-mail: [email protected]: http://europa.formez.it/cooperazione.html

sull’Unione europea, ma funge da verae propria comunità elettronica. Ifunzionari delle amministrazionipossono inserire in questo spaziocomune i file che reputanoparticolarmente interessanti,partecipare a forum di discussione,porre domande agli esperti (siaall’interno sia all’esterno della reteFormez), condividere software ecc.Alla fine del 2001, l’istituto ha apertosu EuroPA una pagina dedicata allacooperazione transnazionale.

Il sito «Cooperazione» fornisce consiglipratici sulle modalità e le finalità di unprogetto di partenariato transnazionalee mette a disposizione degli utenti undizionario di europrogettazionebilingue (inglese/italiano eitaliano/inglese). Ma, soprattutto,l’istituto propone uno strumento per laricerca internazionale di partner cheopera nei due sensi: questa banca dati,infatti, consente a soggetti italiani edesteri di inserire le proprie richieste dicooperazione nonché di consultare gliavvisi di ricerca.

A completamento della comunicazionevirtuale, Formez offre un’assistenzapersonalizzata agli enti che intendonoorganizzare una visita o uno scambiodi esperienze in un’altra regioned’Europa. Nell’ottobre 2002 l’istitutoha contribuito a realizzare unamissione di studio in Scozia per cinqueamministrazioni provinciali dell’Italiacentrosettentrionale. Obiettivo delviaggio: osservare in loco ilfunzionamento delle agenzie perl’impiego britanniche, note per la loroefficienza ed efficacia. Sulla scia diquesta prima esperienza è attualmenteprevisto un partenariato analogo conalcune agenzie per l’occupazionetedesche.

In Italia, l’istituto organizza attività diformazione decentrate per i funzionaridella pubblica amministrazione sulla

Uno strumento al servizio delle amministrazioni pubbliche italiane

Con Formez, l’Europa è alla portata di tuttiFormez offre agli enti pubblici italiani un innovativo servizio di informazione sulle tematiche europee e promuovela cooperazione tra regioni.

In sostegno

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Malta, il più piccolo dei paesi in via diadesione, è anche lo Stato d’Europapiù densamente popolato (1 234abitanti/km2). Il paese è un arcipelagocostituito da tre principali isole: Malta,Gozo e Comino. In questo piccoloStato situato in mezzo al Mediterraneosi sono susseguite, nel corso dei secoli,numerose culture e civiltà: fenicia,cartaginese, araba ecc.

Nel 1964, dopo 150 anni didominazione britannica, Malta haottenuto l’indipendenza ed è divenutarepubblica il 13 dicembre 1974. Lelingue ufficiali sono il maltese el’inglese.

Dopo la forte crescita dell’ultimodecennio, l’economia nazionale è oggipiuttosto fiorente, con un reddito procapite comparabile a quello delPortogallo ed un tasso didisoccupazione che si colloca nellamedia dell’attuale Unione a quindici. Iltasso di inflazione è contenuto e nel2002 si è attestato sul 2,2 %. Uniconeo: un debito pubblico che haraggiunto, nel 2000, il 60,6 % del PIL.

Nonostante le ridotte dimensioni,Malta vanta risorse tutt’altro chetrascurabili: ottime potenzialità nelcomparto turistico, una forza lavoroqualificata e poliglotta, settori di punta

nell’industria elettronica(semiconduttori). Ma questo paesepresenta anche alcune lacune: carenzenella gestione dei rifiuti, scarsa qualitàdelle risorse idriche, un compartoagricolo fragile. Per anni, purpossedendo la terza flotta mercantile almondo, Malta è stata penalizzata dauna reputazione di paradiso delle«bandiere di comodo», un’immaginenegativa che l’isola si sforza oggi dicancellare riformando il propriocodice marittimo.

La vita politica del paese è scanditadall’avvicendarsi di due grandi partiti:il partito nazionalista (conservatore) eil partito laburista. Il primo,europeista, ha intrapreso una serie diriforme per liberalizzare il paese,riducendo al contempo le barriere alleimportazioni. Nel 1996, con l’arrivo alpotere dei laburisti, la richiesta diadesione all’Unione europea è stataritirata, per poi essere reintrodotta dueanni più tardi, quando i nazionalistisono tornati a governare il paese. L’8marzo 2003 Malta è stato il primopaese candidato ad indire unreferendum sull’adesione. Il risultatodella consultazione popolare —53,65 % di sì — rappresenta una netta

vittoria per il primo ministroconservatore Edward Fenech Adami.

A differenza di quanto avvenuto per ipaesi dell’Europa centrale e orientale,Malta non ha fruito degli strumentiSapard (agricoltura e sviluppo rurale) eISPA (infrastrutture nei settori deitrasporti e dell’ambiente), ma nelperiodo 2000-2004 riceverà 38 milionidi euro a titolo dei fondi dipreadesione. A questi aiuti siaggiungono le sovvenzioni stanziatenel quadro dello strumento dipartenariato euromediterraneoMEDA.

Malta è attualmente impegnatanell’elaborazione della sua futurapolitica per ridurre le disparitàregionali e sta approntando gli ultimiritocchi al piano di sviluppo per ilperiodo 2003-2006. Tra il 2004 e il2006 il paese dovrebbe ottenere circa55,9 milioni di euro a titolodell’obiettivo n. 1.Per maggiori informazioni:Office of the Prime MinisterAuberge de CastilleValletta CMR 02 (Malta)Tel. (356) 21 22 52 31 (21 24 25 60)Fax (356) 21 24 98 88Internet: http://www.opm.gov.mt

Alla scoperta diun paese aderenteMalta

Punto di collegamento nel MediterraneoNonostante le ridotte dimensioni del territorio, lo Stato insulare di Malta — vero e proprio ponte tra l’Europa e ilmondo arabo — può contare su ottime risorse e su una buona situazione economica alla vigilia dell’adesioneall’Unione europea.

Superficie

316 km2

Popolazione

393 000 abitanti (2001)Densità: 1 234 abitanti/km2 (EU-15: 118)

Economia e occupazione

Indice PIL pro capite PPA (2000): 53(EU-15: 100)Tasso di disoccupazione (2002):7,4 % (EU-15: 7,6 %)

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Alla vigiliadell’adesioneall’Unione europea,tutti gli indicatorieconomici di Maltamostrano valoripositivi, adeccezione di quellorelativo al debitopubblico. Qualimisure ipotizzate atale proposito?

Il nostro governo ha previsto interventi perridurre in modo graduale, ma costante, ildeficit pubblico. Abbiamo più volte ribaditoil nostro impegno a rivedere i programmi dispesa e a migliorare l’efficacia delle misurefiscali. È nostra precisa intenzione far sì che iservizi sociali vengano erogati a quanti nehanno effettivamente bisogno e intendiamogarantire un’equa ripartizione dell’oneretributario.

Negli ultimi anni abbiamo visto come siapossibile ridurre lo squilibrio fiscale senzaapportare inutili sconvolgimenti al sistemaeconomico. L’introduzione di condizionieconomiche più favorevoli per le impreseriveste un ruolo centrale nella strategia che ilgoverno ha messo in atto per contenere eridurre gradualmente il disavanzo fiscale. Perquesto siamo fermamente convinti dellanecessità di continuare sulla via intrapresa inquesti ultimi anni, in particolare per quantoriguarda un maggiore coinvolgimento delleparti sociali nei processi decisionali. Questascelta strategica del governo non solorafforza il tessuto sociale del nostro piccolopaese, ma conferisce una maggiore credibilitàe sostiene il nostro programma dirisanamento economico e finanziario.

Anche in un’area così piccola comel’arcipelago di Malta esistono «disparitàregionali»? In caso affermativo, comepensate di ridurre i divari esistenti? Inlinea generale, quali sono le vostreprincipali priorità socioeconomiche?

Garantire una partecipazione più equa delterritorio agli sviluppi socioeconomici delpaese è una priorità di lunga data del nostrogoverno. Abbiamo collaborato con l’Unioneeuropea per far sì che le problematicheinerenti le disparità regionali di Malta fosserotrattate in modo più efficace all’indomanidella nostra adesione all’Unione. Nell’ambitodei negoziati relativi al capitolo 21dell’acquis abbiamo ottenuto una specialederoga per l’isola di Gozo, che ci hapermesso di creare un asse prioritariodistinto per trattare le specifiche necessità diquest’isola. Condividiamo con laCommissione la convinzione che i progetti

destinati a Gozo, finanziati nell’ambito diquesto obiettivo prioritario, dovrebberoanalizzare in modo sistematico e integrato leprincipali carenze che hanno sinorarallentato lo sviluppo in quest’area del paese.Per individuare in modo oggettivo iprincipali ostacoli che hanno frenato, e checontinuano a frenare, lo svilupposocioeconomico dell’isola è statocommissionato un apposito studio, ultimatonel maggio 2002. Le conclusioni diquest’analisi sono state utilizzate perelaborare l’asse prioritario «Gozo» che figuranel Documento unico di programmazione(DOCUP). L’isola di Gozo è inoltreammissibile nell’ambito degli altri obiettiviprioritari del DOCUP.Per quanto riguarda l’economia locale, ilnostro governo intende fornirel’infrastruttura necessaria per sviluppare emigliorare il comparto produttivo, itrasporti, l’ambiente e le risorse umane. Intale ottica è stata riservata particolareimportanza alla formazione professionale.Questo pacchetto di misure tende agarantire, in ultima analisi, che tutte leregioni svantaggiate possano partecipareappieno al processo di sviluppo attualmentein corso nel nostro paese. Ciò dovrebbepermetterci altresì di distribuire piùequamente, sull’intero territorio, i sostanzialibenefici che scaturiranno dall’adesioneall’Unione europea.

Malta ha partecipato attivamente alprogramma di partenariatoeuromediterraneo MEDA. Quali vantaggine ha tratto?

Malta è ammissibile a partecipare appieno atutte le azioni e a tutti i programmi finanziatinell’ambito della cooperazione regionaleprevista a titolo del programma MEDA. Trale iniziative regionali sostenute in tale ambitofigurano i progetti Euromed Patrimonio,Euromed Gioventù e Eumedis (societàdell’informazione). Negli ultimi anni,numerosi progetti promossi da organismi delnostro paese hanno fruito di unasovvenzione MEDA e molte riunioniEuromed organizzate a Malta sono statefinanziate da questo programma.Particolarmente importanti a tale propositosono le sessioni semestrali di formazione einformazione per diplomatici condotte dallaMediterranean Academy of DiplomaticStudies ed il corso postlaurea in diritti umanie democratizzazione gestito dallaFoundation for International Studiesdell’università di Malta. Queste iniziative,ormai consolidate, sono finanziate dalprogramma di cooperazione regionaleMEDA.

In linea di massima, il decentramento delleattività della Commissione promossonell’ambito del processo di Barcellona haportato ad un maggiore utilizzo deifinanziamenti previsti a titolo del programmaMEDA. In futuro, con l’adesione di nuoviStati membri, la domanda di sovvenzioniregionali nell’ambito di questo programmapotrebbe aumentare. Un aspetto che deveessere considerato con la dovuta attenzione.

L’importanza di una nazione nondipende necessariamentedall’estensione del suo territorio. Qualesarà il contributo di Malta, il più piccolodei 25 Stati membri dell’Unioneeuropea?

La domanda di adesione all’Unione europeaevidenzia l’impegno del nostro paese versoideali quali la tutela dei diritti umani, lademocrazia e la giustizia. Ideali che Malta hasempre sostenuto con convinzione e sui qualisi fonda l’Unione europea.

Il nostro paese, inoltre, si è costantementeimpegnato a svolgere un ruolo attivo in varieorganizzazioni internazionali quali leNazioni Unite, il Consiglio d’Europa e ilCommonwealth. Grazie alle ridottedimensioni, i paesi più piccoli sono spesso ingrado di contribuire efficacemente allasoluzione di determinate problematiche cherichiedono un approccio meno frontale e noici siamo sempre impegnati a trovare una viadiversa, una soluzione alternativa.

Nell’ambito di queste organizzazioniabbiamo costantemente sostenuto gliinteressi comuni dei paesi del Mediterraneo,promuovendo attivamente politiche a favoredella pace, della stabilità e della prosperità diquesta regione. A tale proposito, l’impegnodi Malta è totale e si concretizza nel quadrodi accordi bilaterali, nonché a livelloregionale e internazionale. Siamo fortementeconvinti di poter contribuire a diffondere unsenso comune di prosperità e una maggiorestabilità all’interno della regione, sia con ilnostro impegno individuale, sia sostenendogli interventi dell’Unione. Uno dei principalielementi che possiamo offrire all’UE èprecisamente la nostra esperienza e la nostraconoscenza del bacino mediterraneo.

Con la nostra adesione portiamo all’Unione,tra le altre cose, una profonda conoscenza diuna regione la cui stabilità rivesteun’importanza vitale per l’Europa. Poichéfungiamo da punto di collegamento traqueste due realtà, siamo certi di potercontribuire in modo sostanziale ad ampliare,dall’interno dell’Unione europea, la politicacomunitaria a favore del Mediterraneo.

Intervista rilasciata nel giugno 2003.

Intervista a Edward Fenech Adami,primo ministro della Repubblica di Malta

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Con il termine «Sydsverige» (Sveziameridionale) si intende un territorio dicirca 51 000 km2 composto dalle seiprovince di Scania, Halland,Jönköping, Kronoberg, Blekinge eKalmar, in cui risiedono 2,3 milioni dipersone, pari ad un quarto dell’interapopolazione svedese. Sebbene priva digrandi città, ad esclusione di Malmö(250 000 abitanti), la Sveziameridionale esercita una notevoleinfluenza a livello nazionale ed è laquarta regione svedese in termini diprodotto interno lordo (PIL).

L’economia della regione si fonda suun solido settore secondario in cuioperano grandi società, note a livellomondiale, quali Ericsson, IKEA, TetraPak ecc. Il comparto turistico,anch’esso particolarmente fiorentegrazie al ricco patrimonio naturale eculturale presente in quest’area delpaese, è oggi affiancato dal cosiddetto«settore dell’organizzazione di eventi»(cfr. articolo che segue). Anche lenuove attività economiche basate sullaricerca applicata (telematica, medicina,scienze ambientali, tecnologia deipolimeri ecc.) sono oggi fonte diricchezza e occupazione. Intorno alletre università e ai sette politecnici della

regione si sono sviluppati diversiparchi scientifici, tra cui «Ideon», ilprimo polo scandinavo, fondato aLund nel 1983.

Una delle principali risorse deglioperatori della regione è rappresentatadalla loro capacità di lavorare in rete enell’ambito di distretti industrialispecializzati. La cooperazioneall’interno del territorio regionale sifonda sul modello «a tripla spirale»,ossia un partenariato tra il settoreprivato, il settore pubblico e il mondoaccademico. Questa impostazione siriscontra, a livello internazionale, nellapartecipazione della Sveziameridionale al progetto «Highest ++»,una rete di strutture di sostegno alleimprese cui partecipano altre quattroaree europee: Alpi-Marittime(Francia), Helsinki (Finlandia), Torino(Italia) e Berlino (Germania). LaSvezia meridionale, inoltre, ha vintoper ben due volte consecutive, nel 2001e 2002, il premio Award of Excellencefor Innovative Regions (Premiod’eccellenza per le regioni innovative)della Commissione europea.

Situata in posizione strategicaall’imbocco del mar Baltico, sin

dall’epoca della lega anseatica la Sveziameridionale ha mantenuto strettirapporti con gli Stati vicini qualil’Estonia, la Lettonia, la Lituania, laRussia, la Polonia, la Germania e laDanimarca. Il programma Interregsvolge oggi un ruolo essenzialenell’ambito di questi scambitrasfrontalieri.

Il governo svedese promuove datempo l’integrazione dell’enclave diKaliningrad nello spazio dicooperazione «Mar Baltico» ed ilSydSam, la struttura che coordina larete delle sei province della Sveziameridionale, ha firmato nel 2000 unaccordo di cooperazione con l’Oblast(amministrazione regionale) diKaliningrad in settori quali lademocrazia, la sanità e l’assistenzamedica, l’ambiente, la cultura ecc.

Per maggiori informazioni:Sofie GardestedtSydSam/South Sweden EuropeanOfficeBaltic Sea House, Avenue Palmerston 26B-1000 BruxellesTel. (32-2) 235 26 60Fax (32-2) 235 26 69E-mail: [email protected]

Superficie

52 448 km2

Popolazione (2003)

2 313 092 abitantiDensità: 44 abitanti/km2

(EU-15: 118 abitanti/km2)

Economia e occupazione

Indice PIL pro capite PPA (2000):98 (EU-15: 100)Tasso di disoccupazione (2001):6,4 % (EU-15: 8,3 %)

Svezia meridionale

Una regione strategica sul mar BalticoLa profonda tradizione in materia di cooperazione ha permesso alla Svezia meridionale di diventare una delleregioni più avanzate del nord Europa, nonché un’area strategica per l’insieme dei paesi baltici.

Alla scopertadi una regione

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panorama • N.11inforegio 11

La cittadina di Hultsfred (5 500abitanti), circondata da ampie foreste,ospita dal 1986 il più grande festivalrock della Svezia. Il 12, 13 e 14 giugnoscorsi oltre 100 artisti, 40 000spettatori, 1 200 giornalisti, nonchémilioni di telespettatori e internauti(l’evento è stato trasmesso su Internet)hanno vibrato al suono del «Rock CityHultsfred 2003».

Ma una volta smontato il palco,arrotolati i sacchi a pelo e scomparsigli spettatori, la cittadina non èripiombata in un sonno profondocome ci si attendeva. Hultsfred èinvece diventata il luogo di incontroobbligato degli artisti rock e popsvedesi: tutto l’anno, infatti, bandsconosciute o musicisti famosipossono contare sulle infrastrutturepresenti nella zona per provare,registrare o tenere concerti. AHultsfred essi ritrovano anche i servizie l’atmosfera giusta per perfezionare leproprie tecniche e mantenere vival’ispirazione.

Il successo della Svezia sulla scenamusicale si traduce in cospicue entrateper il paese, al punto che la musica èoggi al terzo posto nelle esportazioninazionali. Pertanto, il governo svedeseha deciso di trasformare la cittadina diHultsfred in capitale del settoremusicale, sostenendo la creazione nellazona di un centro di impresespecializzato in attività musicali enell’organizzazione di eventi.

Il liceo locale ha attivato programmiscolastici collegati all’industria dellamusica e dello spettacolo enell’autunno del 2000 il politecnico diKalmar ha introdotto un programmain gestione, appositamente elaboratoper questo settore. Il «Rock CityHultsfred», molto più di un semplicefestival, offre all’industria della musicae dello spettacolo una vasta gamma diopportunità che numerose impresemusicali, telematiche ecinematografiche non si sono lasciatesfuggire.

L’intero progetto di sviluppo ha fruitodi un finanziamento di 3,7 milioni dieuro a titolo del programma obiettivon. 2, di cui un milione di euro erogatodal FESR, 1,6 milioni di contributipubblici svedesi e 1,1 milioniprovenienti da fonti private.

Per maggiori informazioni sul contestoe sulle fasi iniziali del progetto:http://europa.eu.int/comm/regional_policy/innovation/innovating/pacts/tp/list/hul-fr.html

La musica rock: un asse di sviluppo localeSecondo le stime, l’organizzazione di eventi è uno dei settori più promettenti in termini di crescita occupazionaleed in questo comparto la Svezia meridionale è particolarmente ben posizionata, poiché diversi gruppi musicali difama mondiale quali Roxette, i Cardigans e The Ark sono originari della regione. Con l’aiuto dei fondi strutturali,la musica rock è diventata una vera e propria specialità regionale.

Una ricca gamma di progetti di cooperazioneMedicon Valley AcademyQuesto progetto di cooperazione,finanziato in parte dal programmaInterreg IIA con una dotazione dicirca 700 000 euro, ha permesso direalizzare scambi di conoscenze,know-how e risorse in campo medicotra operatori svedesi e danesi.www.mva.org

SEBTransSEBTrans, un progetto Interreg IIC,era finalizzato a valutare la futuradomanda di servizi di trasportosostenibili tra le regioni costiere delBaltico meridionale.www.sebtrans.com

Patrimonio gastronomicoLa Svezia meridionale partecipa a«Culinary Heritage Europe 2003-2005», un progetto di cooperazioneInterreg IIIC realizzato da 19 regionidi 9 paesi. Il progetto intendepromuovere lo sviluppo regionalesostenendo piccoli produttori delsettore alimentare di qualità.www.culinary-heritage.com

SwebaltcopQuesto progetto transfrontaliero,realizzato nell’ambito dell’articolo 10del FESR, ha promosso 70 azioni dicooperazione attuate con successo tra

diversi Stati del Baltico.www.swebaltcop.org

Qualità della vita: «Seagull»Il progetto Seagull (Gabbiano),attualmente in fase di realizzazionenell’euroregione «Mar Baltico»,dispone di una dotazione di 6 milionidi euro. Il progetto tendeprincipalmente all’elaborazione eall’attuazione di una strategia e di unpiano di sviluppo transnazionale perl’intera regione di cooperazioneinteressata.www.eurobalt.org/english/projects/seagull/seagull.asp

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Nel 2001, l’agenzia francese perl’assetto territoriale (DATAR) hacondotto un’indagine in varie regionidella Francia per conoscere il modo incui queste avevano gestito lacomunicazione sui fondi strutturali.L’inchiesta, analizzata dall’Universitàdella Sorbona (Parigi IV), ha mostratoche il 56 % delle amministrazioniregionali interpellate considerava«inadeguate» le proprie attività dicomunicazione realizzate nel periodo1994-1999. Una chiara ammissione difallimento...

Naturalmente si trattava di unsondaggio parziale, relativo ad un solopaese. Ma da questo esercizio è emersauna tendenza più generale: nonsempre, in passato, le autorità digestione hanno consideratol’informazione sui fondi strutturali unobiettivo prioritario.

Con l’attuale periodo diprogrammazione dei fondi strutturali(2000-2006) si è operata una svolta: laCommissione ha adottato un nuovoregolamento (1) sulle azioniinformative e pubblicitarie a cura degliStati membri. Il testo esercita uneffetto leva e introduce un’ideafondamentale: un’efficacecomunicazione sui fondi strutturali, ingrado di raggiungere anche il grandepubblico, è oggi considerata difondamentale importanza, alla streguadi una corretta amministrazione odella buona gestione finanziaria deiprogrammi.

Una triplice sfida

Un’efficace comunicazione costituiscedi fatto una triplice sfida. Promuoveresu vasta scala le procedure e leopportunità offerte dai fondistrutturali significa innanzi tuttogarantire le pari opportunità tra tutti ipotenziali beneficiari.

E per rispetto della democrazia ènecessario rendere conto dell’utilizzodei fondi e mostrare ai cittadini comevengono impiegati concretamente isoldi dei contribuenti.

L’informazione, infine, è uningrediente indispensabile pergarantire l’efficacia stessa degliinterventi. Una corretta coperturadelle azioni intraprese spinge anche gliattori socioeconomici più scettici apartecipare allo sviluppo della propriaregione e permette di coinvolgere più

facilmente tutti i soggetti interessati.Così facendo si ottengono effettimaggiori e più duraturi.

Un altro principio fondamentalepromosso dal nuovo regolamento: leautorità di gestione, responsabili delleattività di informazione ecomunicazione, non devono operare inmodo isolato ma avviare una vera epropria «catena dell’informazione». Èparticolarmente utile, ad esempio, che iprogetti che fruiscono dei fondistrutturali partecipino a questo sforzocollettivo, fornendo prove dei risultaticonseguiti con il sostegno della politicastrutturale, diffondendo i messaggi difondo di tale politica e diventando cosìgli «ambasciatori» dell’Unione europea.

Il regolamento insiste su un puntoessenziale: garantire la visibilitàdell’azione congiunta realizzata diconcerto dall’Unione europea e dagli

Oltre il regolamento (CE) n. 1159/2000

Migliorare la comunicazione sui fondi strutturaliGarantire una corretta informazione sui fondi strutturali è oggi una priorità per le autorità di gestione che nonpossono più limitarsi a semplici azioni puntuali e specifiche. Attualmente, infatti, questi enti devono prevedereuna strategia globale di comunicazione che raggiunga sia i potenziali beneficiari sia il pubblico in generale. Ilregolamento (CE) n. 1159/2000 fornisce una traccia comune, ma lascia ampio spazio alla creatività dei singoli.

In pratica

(1) Regolamento (CE) n. 1159/2000 dellaCommissione, del 30 maggio 2000, relativoalle azioni informative e pubblicitarie a curadegli Stati membri sugli interventi dei fondistrutturali.

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Stati membri. Sovente, infatti, di questaazione si evidenzia soltanto l’aspettofinanziario, ma ciò è estremamenteriduttivo. La politica strutturaledell’Unione non è una sempliceridistribuzione di denaro, ma possiedeun metodo e obiettivi propri. Gli aiutistrutturali vengono concessi solo se iprogetti in questione rientrano in unalogica europea. Ed è questa logica chedeve essere posta in evidenza.

Le attività di comunicazione, inoltre,devono sottolineare come la politicastrutturale dell’Unione contribuiscaalla pace e alla stabilità del continente,ossia all’essenza stessa del progetto diintegrazione europea. Questa politicacombatte le disparità socioeconomichetra cittadini, disparità che sono soventecausa di tensioni e malesseri sociali.

Creatività

Ma quali sono le strategie migliori pertrasmettere questi messaggi al grandepubblico e ai non addetti ai lavori? Unacosa è certa: bisogna evitare il«politichese», il gergo amministrativo, idettagli inutili, la propaganda.L’informazione è più efficace se si fondasui fatti, su elementi concreti, se spiegail modo in cui i progetti finanziati daifondi strutturali contribuisconoeffettivamente a migliorare lecondizioni di vita di tutti i cittadini.

Solitamente, per raggiungere un vastopubblico, vengono utilizzati duestrumenti: la pubblicità e lacollaborazione con i giornalisti. Ilnuovo regolamento insiste in modoparticolare sulle relazioni con i media.Stampa scritta, radio e televisionehanno un contatto diretto con icittadini. Questi mezzi dicomunicazione conoscono i bisognidel pubblico e sono in grado ditradurre un’informazione tecnica in unlinguaggio particolarmente efficace.Questa collaborazione con i media èun lavoro di lungo respiro.

La comunicazione è un compito troppoimportante per essere lasciato al caso.Dopo un’attenta analisi dei problemiesistenti è necessario formulare obiettivi

chiari e precisi.Ecco perché ilregolamentoimpone alleautorità digestione duenuovi obblighi,indispensabili agarantire ilsuccesso delleazioni diinformazione.Innanzi tuttodeve esseredefinito un pianodi comunicazioneglobale e pluriennale. In secondo luogo,le autorità di gestione sono invitate aprocedere ad un’attenta valutazionedelle azioni di comunicazione.

Il regolamento della Commissionestabilisce criteri minimi. Fornisce unatraccia e alcuni orientamenti generali.Definisce taluni principi. Ma noncostituisce assolutamente un manuale

della comunicazione. Il regolamentotende ad incoraggiare le autorità digestione a dar prova di creatività. E ilgioco ne vale la candela poiché, inmateria di fondi pubblici, una correttainformazione reca benefici a tutte leparti interessate, siano esseamministrazioni, promotori diprogetto, soggetti socioeconomici osemplici cittadini.

Alcuni slogan

Nelle loro attività di comunicazione sui fondi strutturali, molteautorità di gestione hanno adottato uno slogan.

Il segreto di un messaggio efficace? Utilizzare immagini positive, parole semplici edincisive; porre il destinatario al centro dell’attenzione; coinvolgere direttamente illettore; veicolare l’idea di un’Europa vicina alla gente. E, naturalmente, una buona dosedi immaginazione. Qui di seguito vengono riportati alcuni esempi:

«Mijn idee» (La mia idea)Regione Flevoland (Paesi Bassi)

«Personne ne reste sur la touche» (Nessuno resti in disparte)Regione vallona (Belgio)

«You are now sitting on a whole load of European money»(Siete seduti su un sacco di soldi europei)Tyneside (Regno Unito)

«L’Europe avec nous» (L’Europa con noi)Regione Linguadoca-Rossiglione (Francia)

«Your plan, your future» (Il vostro progetto, il vostro avvenire)Irlanda

«L’Europe de vos projets» (L’Europa dei vostri progetti)Regione Centro (Francia)

«Europe and Scotland, making it work together» (Europa e Scozia: insieme perfar sì che funzioni)Scozia (Regno Unito)

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Il parco nazionale dello Stelvio, situatotra il Trentino-Alto Adige (provinceautonome di Trento e Bolzano) e laLombardia, si estende su unasuperficie di 134 620 ettari e confina anord con il parco nazionale svizzerodell’Engadina, nel cantone deiGrigioni. Si tratta di una delle areeprotette più grandi ed interessantid’Europa. Da alcuni anni il parco èamministrato dal Consorzio del parconazionale dello Stelvio, composto datre comitati di gestione (lombardo,trentino e alto-atesino). Le sueprincipali missioni sono, unitamentealla salvaguardia dell’ambiente,l’organizzazione di attività ricreative,l’educazione ambientale e la ricerca incampo ecologico. In tale ottica, ilparco nazionale dello Stelvio realizzada anni progetti per sensibilizzare ilpubblico sulla tutela della flora, dellafauna e degli habitat naturali. I progettiobiettivo n. 2, Interreg e Leader+coordinati dalla provincia autonoma diBolzano si orientano in questadirezione.

Habitalp

Dal novembre 2002 il parco nazionaledello Stelvio e la provincia autonomadi Bolzano partecipano al progetto«Diversità dell’habitat alpino»(Habitalp), attuato dalla rete delle areeprotette alpine. Questa azione InterregIIIB, coordinata dal parco nazionale diBerchtesgaden (Baviera), riunisce noveparchi nazionali d’Italia, Svizzera,Austria, Francia e Germania.Conformemente ai principi delladirettiva comunitaria «Habitat» e allarete «Natura 2000», il progetto tendead armonizzare i dati relativiall’osservazione e al monitoraggio

delle specie animali minacciate diestinzione. La metodologia impiegatasi basa essenzialmente sull’utilizzo difotografie aeree all’infrarosso, checonsentono di localizzare le fonti dicalore prodotte dagli animali. Unavolta scattate, le fotografie vengonoanalizzate e interpretate in base ad unachiave di lettura comune, in modo dapoter identificare con precisione tuttele zone interessate dalla direttiva. Leinformazioni vengono poi raccolte inun database centrale multilingue. Ilprogetto Habitalp, della durata di treanni, dispone di un bilancio di 1,5 milioni di euro, 700 000 dei qualiprovenienti da fonte comunitaria.

L’aquila reale della Alpi

In passato, l’aquila reale era presente intutta l’Europa centrale. Considerata un«predatore nocivo», tra il XIX e il XXsecolo fu vittima di una caccia spietatache portò la specie sull’orlodell’estinzione. Gli altri grandipredatori della catena alpina, come adesempio l’avvoltoio degli agnelli(gipeto), il lupo e l’orso, conobbero lastessa sorte.

Attualmente le popolazioni di aquilereali sembrano essersi stabilizzate, manon esistono ancora dati sufficienti sulloro modo di vita e sul lorocomportamento riproduttivo. Inoccasione di un incontro della retedelle aree protette alpine, svoltosi aRauris (Austria) nell’ottobre 1999,emerse la necessità di realizzareun’azione coordinata per osservare estudiare queste popolazioni. I parchinazionali dello Stelvio, delle Dolomiti(Italia) e degli Alti Tauri (Austria) sisono quindi associati per condividereknow-how, conoscenze e datisull’aquila reale alpina, coordinando al

Parco nazionale dello Stelvio (Italia)

Fondi strutturali per un parco naturalePer promuovere lo sviluppo regionale sostenibile, i fondi strutturali finanziano numerosi progetti ambientali. Laprovincia autonoma di Bolzano ne coordina alcuni all’interno del parco nazionale dello Stelvio.

In azione

I partner «Habitalp»

• Nationalpark Berchtesgaden (Germania), coordinatore• Parc national suisse (Svizzera)• Parco nazionale dello Stelvio (Italia)• Parco nazionale Dolomiti bellunesi (Italia)• Parco nazionale del Gran Paradiso (Italia)• Parco naturale del Mont Avic (Italia)• Provincia autonoma di Bolzano (Italia)• Nationalpark Hohe Tauern (Austria)• Parc national de la Vanoise (Francia)• Parc national des Ecrins (Francia)• Asters (Francia)

Il centro «Naturatrafoi».

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contempo le rispettive misure per latutela della specie. Operativa dal 2002,la rete interessa un territorio di 3 200 km2 e fruisce, nell’ambito delprogramma Interreg IIIAItalia/Austria, di una dotazione di400 000 euro, 200 000 dei quali difonte comunitaria.

Il centro «Naturatrafoi»

Analogamente all’«Aquaprad» di Prad,incentrato sul tema dell’acqua, e al«Culturamartell» di Trattla, dedicatoalla vita montana, «Naturatrafoi» èuno dei tre centri a tema del parconazionale dello Stelvio. Il centro èstato costruito tra il 2001 e il 2002dalle comunità montane del

comprensorio grazie ai finanziamentidei programmi di iniziativacomunitaria Leader II e Interreg II.

La struttura, inaugurata nel 2002,comprende un centro visitatori, unampio spazio per congressi, seminari ecorsi di formazione, una biblioteca eduna mostra permanente di 400 m2 sultema «Vivere ai confini».

Una sovvenzione di 765 000 euro (dicui 612 000 stanziati in parti ugualidalla provincia autonoma di Bolzano edall’Unione europea) erogatanell’ambito dell’obiettivo n. 2 harecentemente permesso di costruire laCasa della natura. Ben presto, questomagnifico complesso ospiterà anche ilcentro di ricerca in ecologia alpina delparco.

Coniugando efficacemente turismo,ricerca, cultura ed ecologia, il centropermetterà di creare nuovaoccupazione e nuovi servizi, nonchéattività di scambio destinati allapopolazione locale e all’interoterritorio del parco nazionale delloStelvio.

Per maggiori informazioni:Arnold KarbacherParco nazionale dello StelvioPiazza Municipio, 1I-39020 Glorenza (BZ)Tel. (39) 04 73 83 04 30Fax (39) 04 73 83 05 10E-mail:[email protected]

Regions in action, a countryon the move — A selectionof successful projectssupported by the StructuralFunds in GreeceRaccolta di 26 progetti realizzaticon successo in Grecia.

Disponibile in greco, inglese efrancese.

Regional revival —Successful projects financedby the Structural Funds inAustriaAntologia di 21 progetticofinanziati dall’Unione europea in Austria.

Disponibile in tedesco e inglese.

Il partenariato con le città —L’iniziativa comunitariaURBANIllustra il «metodo URBAN» con numerosi esempi di progetti.

Disponibile nelle undici lingueufficiali dell’Unione.

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Ultime pubblicazioni

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Per maggiori informazioniCommissione europea, direzione generale della Politica regionaleUnità 01 — Informazione e comunicazioneThierry DamanAvenue de Tervuren 41B-1040 BruxellesFax (32-2) 296 60 03E-mail: [email protected]: http://europa.eu.int/comm/dgs/regional_policy/index_it.htm

Commissario Michel Barnier:http://europa.eu.int/comm/commissioners/barnier/index_it.htm

Informazioni sui finanziamenti dell’Unione europea per le regioni:http://europa.eu.int/comm/regional_policy/index_it.htm

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http://www.eprc.strath.ac.uk/iqnet/iq-netIQ-Net è una rete europea di amministrazioni regionali e nazionali impegnate nellagestione dei programmi finanziati dai fondi strutturali in numerosi paesidell’Unione europea. L’obiettivo della rete è migliorare la qualità dellaprogrammazione dei fondi strutturali attraverso lo scambio di esperienze. La reteattua un programma strutturato di ricerca applicata e dibattiti tra i partner. A talfine vengono organizzate, due volte l’anno, conferenze tematiche. Il sito IQ-Net èdisponibile in 8 lingue: danese, finlandese, francese, inglese, italiano, spagnolo,svedese e tedesco.

http://www.ploteus.netLa direzione generale dell’Istruzione e della cultura ha aperto un nuovo portaleInternet disponibile in 14 lingue: «Ploteus» (Portal on Learning OpportunitiesThroughout Europe — Portale delle opportunità di apprendimento nello spazioeuropeo). Le sezioni visualizzate allo schermo consentono di cogliereimmediatamente l’interesse di questo sito: «Opportunità di apprendimento»,«Sistemi di istruzione», «Scambi», «Contatto», «Andare in un altro paese». Diparticolare utilità sono i numerosi link per accedere ai siti web di enti, istituti diistruzione e scuole di ogni ordine e grado.

http://www.isc-europe.com/epoline/Da una trentina d’anni, l’Ufficio europeo dei brevetti (European Patent Office — EPO)protegge le invenzioni e i diritti di proprietà intellettuale in 24 paesi membri. L’EPO,che ogni anno tratta mediamente 150 000 richieste, ha aperto nel 2001 un sitoInternet che permette di consultare in linea la banca dati brevettuale dell’ufficio, ossiaben tre milioni di fonti. «Epoline», inoltre, consente di depositare direttamente online le richieste di brevetto.

http://www.interregnorthsea.orgIl sito del programma Interreg IIIB «Mare del Nord», che interessa varie regioni disette paesi (Belgio, Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito,Svezia), è stato recentemente ridisegnato. I soggetti interessati e il grande pubblicopossono ora accedere ad un maggior numero di informazioni di migliore qualità.Particolarmente interessante è la cartina interattiva disponibile nella sezione«Projects» — «Projects in your Area», che fornisce informazioni e link sui progettiattuati nelle singole regioni. Il sito offre inoltre utili informazioni sul ciclo di vita deiprogetti (sezione «Project Cycle») e assiste gli utenti in ogni fase del progetto,dall’idea alla presentazione della relazione finale.

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Panorama vol11-IT 15-09-2003 12:33 Página 16