Infolio Febbraio 2013

4
Febbraio 2013 Anno III - Numero 21 Redazione: Associazione Culturale “Nicodemo” via Matteo Boiardo, 5 - Favara (AG) Copia gratuita - vietata la vendita Registro stampa Tribunale di Agrigento n° 300 Democrazia è partecipazione Democrazia è rispeo delle regole, è piena e reci- proca legiimazione tra chi governa e chi si oppone. È partecipazione, certezza del dirio, condivisione dei principi di libertà che sono il fondamento della civiltà occidentale. Queste sono solo le parole. Nei fai poche persone sfruano al massimo tui i bene- fici che ci sono in una democrazia come la nostra. Francamente, siamo un popolo che in generale non partecipa alla vita democratica del nostro paese (come consigli comunali, congressi, convegni, ecc). Di conseguenza i nostri giudizi sulla nostra stessa classe politica si riducono su indicatori marginali. Ci riferiamo hai “non lo voto perché non saluta quando mi vede”, o perché “non è stato presente ad un funerale”, o perché “non mi ha offerto un caffè al bar” o perché “ tanto si fanno solo i fai suoi”. Poi ci sono i qualunquisti, cioè quelli che non vanno a votare perché “ i politi sono tui uguali” o semplicemente perché “munnu ha statu e munnu è”. Tui sappiamo che non sono questi gli indici di valutazione, ma ciononostante ne teniamo conto. È bene precisare, dal nostro punto di vista, che “par- tecipare” alla vita democratica della nostra cià non significa soltanto leggere i giornali, perché il suo contenuto è solo una sintesi dell’accaduto e che ha volte purtroppo, è pure imparziale. Senza voler fare sterili polemiche, ogni giornalista ha un suo taglio e una sua sintesi. Per questo è bene che il popolo vada di tanto in tanto ad assistere direamente alle sedute dei consigli comunali. Tui dobbiamo essere protagonisti. Noi tramite le pagine di questo giornale, abbiamo tui i fai e i misfai che si sono susseguiti all’interno dell’aula Falcone – Borselli- no. In più di un occasione abbiamo anche preso delle forti posizioni ora accanto l’amministrazione ( come nel caso dei distrei turistici) ora contro la stessa ( come la protesta pacifica che abbiamo fao in consiglio comunale in favore dell’acqua pubblica). Giusto ho sbagliato abbiamo partecipato alla vita del paese in piena democrazia, nel rispeo delle regole e delle parti. Addiriura questa nostra esperienza maturata, oggi ci permee di stilare un primo bilancio sulle “strane” posizioni assunte in consiglio comunali dai partiti che vi sono presenti. Abbiamo visto l’opposizione “storica” di Favara come FLI e PRC essere dura ma allo stesso tempo coerente nei confronti dell’amministrazione, abbia- mo visto come L’UDC si è astenuto in massa ad ogni votazione importante (in modo da fare così la stampella alla maggioranza), abbiamo visto come Grande sud a memoria d’uomo, ha fao uno o due interventi politici in aula, abbiamo visto il partito democratico sostenere qualsiasi maggioranza in consiglio comunale, quando lo stesso partito, in maniera ufficiale è all’opposizione; abbiamo visto come i consiglieri dell’ex maggioranza PID e PDL sono diventanti grandi oppositori del sindaco un giorno dopo la nascita della giunta tecnica. Addi- riura quest’ultimi oggi si sono accorti che le strade di Favara sono dissestate, che la viabilità è un pro- blema, o che l’acqua non arriva ogni 24 ore. Forse questi problemi sociali sono nati solo ora? O forse quando PID e PDL erano in giunta questi problemi ancora non c’erano? Semplicemente il sindaco è reo di non aver rispeato “i pai” fai in campagna eleorale negando la designazioni di alcuni asses- sori a questi partiti dell’ex maggioranza preferendo altre espressioni che abbiamo già commentato nel numero di Gennaio di IN FOLIO visionabile sul sito dell’associazione. Dunque a Favara si fa oppo- sizione perché non si ha la paternità di questo o di quel assessore. Oggi riusciamo a fare queste considerazioni perché abbiamo semplicemente par- QUESTO SPAZIO È PER VOI CHIAMA IL 347/4413120 QUESTO SPAZIO È PER VOI CHIAMA IL 347/4413120 Giorno 13 c. m. l’associazionismo, e non solo, di Favara ha scosso dall’interno le mura dell’aula consiliare. I giovani militanti delle associazioni Nicodemo, Comitato Beni Comuni, Compas- sione e Mela Blu insieme al partito della Rifon- dazione Comunista hanno esposto diversi car- telli all’interno della pubblica assise prima che avesse inizio il consiglio comunale. Le scrie dei cartelloni esposti erano indiriz- zate all’amministrazione comunale affinché si prendesse ao della situazione “acqua” che si è venuta a creare a Favara. Alcuni cartello- ni recitavano “INIZIATE A CONTROLLARE LE INADEMPIENZE DEL GESTORE, NON FATE FINTA DI NIENTE” e altri “IL SINDA- CO DOVREBBE RESCINDERE IL CONTRAT- TO E NON LO FA!” oppure “L’ACQUA CHE ARRIVA È INSUFFICIENTE E LE BOLLETTE TROPPE ALTE”. Il fine di questa nostra ma- nifestazione era quello di sollecitare l’ammini- strazione comunale a intervenire prepotente- mente per risolvere il problema dell’acqua che sta umiliando alcuni nostri conciadini. La vi- cenda è ormai nota ai più. Girgenti Acque SpA, alla quale l’ex sindaco Domenico Russello ha affidato la gestione della rete idrica del comu- ne di Favara, ha iniziato ‘il taglio’ delle uten- ze idriche che, morosi o no, non hanno ancora provveduto al pagamento di tue le bollee. Ci sembra doveroso ricordare che a Favara esiste una realtà faa di circa 4000(quaromi- la!)utenze morose. In questo caso bisogna fare una nea distinzione fra evasori fiscali (coloro che hanno i soldi per pagare e non lo fanno) e i morosi (la povera gente che non si può per- meere di pagare le bollee dell’acqua, anche in virtù dell’aumento delle imposte comunali varate da questa giunta insieme alla sua mag- gioranza). In ogni caso, la società ha dato tem- po fino al 9 febbraio affinché i ciadini che non l’avessero ancora fao si meano in regola con i pagamenti delle bollee acceando anche la rateizzazione. Secondo noi, la questione è me- ramente politica. Il 28 Dicembre scorso si dove- va tenere una riunione dei sindaci appartenenti all’Ato idrico, ma non si è avvenuta, perché non si è raggiunto il numero legale. Ricordiamo che Rosario Manganella, sindaco di Favara, non era comunque presente. Durante questa riunione si sarebbe potuto votare un documento che sa- rebbe servito a bloccare sul nascere l’intenzio- ne di Girgenti Acque di iniziare il ‘taglio’ delle utenze idriche. Ancora una volta si è sprecata un’occasione. Ma il problema sta a monte. L’ex sindaco Rus- sello, se solo allora l’avesse voluto con forza, avrebbe potuto fare a meno di consegnare nel- le mani di Girgenti Acque la gestione delle reti idriche. Infai, alcuni virtuosi comuni della provincia come Bugio, Menfi, Comiti, si sono rifiutati di affidarsi alla società e hanno deci- so di conseguenza di ricorrere al tar. Oggi, alla luce dei fai, questi comuni hanno vinto il ri- corso presentato, e, inoltre, i loro ciadini han- no risparmiato sulla bollea di più di 1500 euro in quaro anni. L’auale sindaco di Favara potrebbe rescindere il contrao per inadempienza contrauale visto che questa gestione sta causando vari problemi alle utenze favaresi. In primo luogo l’acqua non è garantita giornalmente come da contrao ed inoltre le bollee sono salatissime e i servizi scadenti. Fortunatamente con l’introduzione del decreto legge da parte del governo regio- nale pubblicato nella gazzea ufficiale della regione siciliana l’11 gennaio del 2013 sancisce che i comuni come Favara che hanno ceduto le reti idriche ai privati, entro sei mesi devono ri- tornare a gestire l’acqua in modo pubblico. Dunque il referendum popolare indeo nel 2011 sarà rispeato. Vincenzo Cassaro LA NOSTRA PROTESTA IN CONSIGLIO COMUNALE “MOTIVAZIONI, CONVINZIONI E AUSPICI” Vignea di Daniela Vaccarino Il movimento politico “primavera favarese” ha deciso di aderire al progeo “megafono” di Crocea. Così il sindaco Rosario Manganella, ideatore del movimento vola drio alla braccia del presidente della regione, abbandonando la coalizione di centro destra che aveva contribui- to a consacralo sindaco. Dunque, la coalizione di responsabilità non esi- ste più. Che il sindaco di Favara fosse un uomo di sinistra lo dimostra il suo passato, ma il suo passaggio all’mpa prima e al pdl di Bosco poi hanno destato più che qualche perplessità sulla sua coerenza politica. Oggi il sindaco dichiara che lui non è mai stato il candidato di centro destra, ma piuosto sono stati i partiti ad accet- tare questa sua candidatura. Si poteva dire più verosimilmente che le ideologie politiche non esistono più e quindi i passaggi da un partito all’altro non fanno notizia. Ad ogni modo, ci saranno problemi di governabilità. Il sindaco con questo suo nuovo “look” politico, con ogni probabilità sfalderà completamente qual che ri- mane della sua maggioranza. Non sono esclusi altri passaggi a sinistra da esponenti insospet- tabili. Vigileremo e vi racconteremo. Pasquale Cucchiara MANGANELLA RIPRENDE IL MEGAFONO MA I PROBLEMI DI GOVERNABILITÀ RESTANO FORTI Continua a pag. 4

description

Il giornale dell'Associazione Culturale "Nicodemo"

Transcript of Infolio Febbraio 2013

Febbraio 2013 Anno III - Numero 21Redazione: Associazione Culturale “Nicodemo” via Matteo Boiardo, 5 - Favara (AG)

Copia gratuita - vietata la venditaRegistro stampa Tribunale di Agrigento n° 300

Democrazia è partecipazione

Democrazia è rispetto delle regole, è piena e reci-proca legittimazione tra chi governa e chi si oppone. È partecipazione, certezza del diritto, condivisione dei principi di libertà che sono il fondamento della civiltà occidentale. Queste sono solo le parole. Nei fatti poche persone sfruttano al massimo tutti i bene-fici che ci sono in una democrazia come la nostra. Francamente, siamo un popolo che in generale non partecipa alla vita democratica del nostro paese (come consigli comunali, congressi, convegni, ecc). Di conseguenza i nostri giudizi sulla nostra stessa classe politica si riducono su indicatori marginali. Ci riferiamo hai “non lo voto perché non saluta quando mi vede”, o perché “non è stato presente ad un funerale”, o perché “non mi ha offerto un caffè al bar” o perché “ tanto si fanno solo i fatti suoi”. Poi ci sono i qualunquisti, cioè quelli che non vanno a votare perché “ i politi sono tutti uguali” o semplicemente perché “munnu ha statu e munnu è”. Tutti sappiamo che non sono questi gli indici di valutazione, ma ciononostante ne teniamo conto. È bene precisare, dal nostro punto di vista, che “par-tecipare” alla vita democratica della nostra città non significa soltanto leggere i giornali, perché il suo contenuto è solo una sintesi dell’accaduto e che ha volte purtroppo, è pure imparziale. Senza voler fare sterili polemiche, ogni giornalista ha un suo taglio e una sua sintesi. Per questo è bene che il popolo vada di tanto in tanto ad assistere direttamente alle sedute dei consigli comunali. Tutti dobbiamo essere protagonisti. Noi tramite le pagine di questo giornale, abbiamo tutti i fatti e i misfatti che si sono susseguiti all’interno dell’aula Falcone – Borselli-no. In più di un occasione abbiamo anche preso delle forti posizioni ora accanto l’amministrazione ( come nel caso dei distretti turistici) ora contro la stessa ( come la protesta pacifica che abbiamo fatto in consiglio comunale in favore dell’acqua pubblica). Giusto ho sbagliato abbiamo partecipato alla vita del paese in piena democrazia, nel rispetto delle regole e delle parti. Addirittura questa nostra esperienza maturata, oggi ci permette di stilare un primo bilancio sulle “strane” posizioni assunte in consiglio comunali dai partiti che vi sono presenti. Abbiamo visto l’opposizione “storica” di Favara come FLI e PRC essere dura ma allo stesso tempo coerente nei confronti dell’amministrazione, abbia-mo visto come L’UDC si è astenuto in massa ad ogni votazione importante (in modo da fare così la stampella alla maggioranza), abbiamo visto come Grande sud a memoria d’uomo, ha fatto uno o due interventi politici in aula, abbiamo visto il partito democratico sostenere qualsiasi maggioranza in consiglio comunale, quando lo stesso partito, in maniera ufficiale è all’opposizione; abbiamo visto come i consiglieri dell’ex maggioranza PID e PDL sono diventanti grandi oppositori del sindaco un giorno dopo la nascita della giunta tecnica. Addi-rittura quest’ultimi oggi si sono accorti che le strade di Favara sono dissestate, che la viabilità è un pro-blema, o che l’acqua non arriva ogni 24 ore. Forse questi problemi sociali sono nati solo ora? O forse quando PID e PDL erano in giunta questi problemi ancora non c’erano? Semplicemente il sindaco è reo di non aver rispettato “i patti” fatti in campagna elettorale negando la designazioni di alcuni asses-sori a questi partiti dell’ex maggioranza preferendo altre espressioni che abbiamo già commentato nel numero di Gennaio di IN FOLIO visionabile sul sito dell’associazione. Dunque a Favara si fa oppo-sizione perché non si ha la paternità di questo o di quel assessore. Oggi riusciamo a fare queste considerazioni perché abbiamo semplicemente par-

QUESTO SPAZIO È PER VOI

CHIAMA IL347/4413120

QUESTO SPAZIO È PER VOI

CHIAMA IL347/4413120

Giorno 13 c. m. l’associazionismo, e non solo, di Favara ha scosso dall’interno le mura dell’aula consiliare. I giovani militanti delle associazioni Nicodemo, Comitato Beni Comuni, Compas-sione e Mela Blu insieme al partito della Rifon-dazione Comunista hanno esposto diversi car-telli all’interno della pubblica assise prima che avesse inizio il consiglio comunale. Le scritte dei cartelloni esposti erano indiriz-zate all’amministrazione comunale affinché si prendesse atto della situazione “acqua” che si è venuta a creare a Favara. Alcuni cartello-ni recitavano “INIZIATE A CONTROLLARE LE INADEMPIENZE DEL GESTORE, NON FATE FINTA DI NIENTE” e altri “IL SINDA-CO DOVREBBE RESCINDERE IL CONTRAT-TO E NON LO FA!” oppure “L’ACQUA CHE ARRIVA È INSUFFICIENTE E LE BOLLETTE TROPPE ALTE”. Il fine di questa nostra ma-nifestazione era quello di sollecitare l’ammini-strazione comunale a intervenire prepotente-mente per risolvere il problema dell’acqua che sta umiliando alcuni nostri concittadini. La vi-cenda è ormai nota ai più. Girgenti Acque SpA, alla quale l’ex sindaco Domenico Russello ha affidato la gestione della rete idrica del comu-ne di Favara, ha iniziato ‘il taglio’ delle uten-ze idriche che, morosi o no, non hanno ancora provveduto al pagamento di tutte le bollette. Ci sembra doveroso ricordare che a Favara esiste una realtà fatta di circa 4000(quattromi-la!)utenze morose. In questo caso bisogna fare una netta distinzione fra evasori fiscali (coloro che hanno i soldi per pagare e non lo fanno) e i morosi (la povera gente che non si può per-mettere di pagare le bollette dell’acqua, anche in virtù dell’aumento delle imposte comunali varate da questa giunta insieme alla sua mag-gioranza). In ogni caso, la società ha dato tem-po fino al 9 febbraio affinché i cittadini che non l’avessero ancora fatto si mettano in regola con i pagamenti delle bollette accettando anche la rateizzazione. Secondo noi, la questione è me-ramente politica. Il 28 Dicembre scorso si dove-va tenere una riunione dei sindaci appartenenti all’Ato idrico, ma non si è avvenuta, perché non si è raggiunto il numero legale. Ricordiamo che Rosario Manganella, sindaco di Favara, non era comunque presente. Durante questa riunione si sarebbe potuto votare un documento che sa-rebbe servito a bloccare sul nascere l’intenzio-ne di Girgenti Acque di iniziare il ‘taglio’ delle

utenze idriche. Ancora una volta si è sprecata un’occasione.Ma il problema sta a monte. L’ex sindaco Rus-sello, se solo allora l’avesse voluto con forza, avrebbe potuto fare a meno di consegnare nel-le mani di Girgenti Acque la gestione delle reti idriche. Infatti, alcuni virtuosi comuni della provincia come Bugio, Menfi, Comiti, si sono rifiutati di affidarsi alla società e hanno deci-so di conseguenza di ricorrere al tar. Oggi, alla luce dei fatti, questi comuni hanno vinto il ri-corso presentato, e, inoltre, i loro cittadini han-no risparmiato sulla bolletta di più di 1500 euro in quattro anni.L’attuale sindaco di Favara potrebbe rescindere il contratto per inadempienza contrattuale visto che questa gestione sta causando vari problemi alle utenze favaresi. In primo luogo l’acqua non è garantita giornalmente come da contratto ed inoltre le bollette sono salatissime e i servizi scadenti. Fortunatamente con l’introduzione del decreto legge da parte del governo regio-nale pubblicato nella gazzetta ufficiale della regione siciliana l’11 gennaio del 2013 sancisce che i comuni come Favara che hanno ceduto le reti idriche ai privati, entro sei mesi devono ri-tornare a gestire l’acqua in modo pubblico.Dunque il referendum popolare indetto nel 2011 sarà rispettato.

Vincenzo Cassaro

LA NOSTRA PROTESTA IN CONSIGLIO COMUNALE

“MOTIVAZIONI, CONVINZIONI E AUSPICI”

Vignetta di Daniela Vaccarino

Il movimento politico “primavera favarese” ha deciso di aderire al progetto “megafono” di Crocetta. Così il sindaco Rosario Manganella, ideatore del movimento vola dritto alla braccia del presidente della regione, abbandonando la coalizione di centro destra che aveva contribui-to a consacralo sindaco.Dunque, la coalizione di responsabilità non esi-ste più. Che il sindaco di Favara fosse un uomo di sinistra lo dimostra il suo passato, ma il suo passaggio all’mpa prima e al pdl di Bosco poi hanno destato più che qualche perplessità sulla sua coerenza politica. Oggi il sindaco dichiara che lui non è mai stato il candidato di centro

destra, ma piuttosto sono stati i partiti ad accet-tare questa sua candidatura. Si poteva dire più verosimilmente che le ideologie politiche non esistono più e quindi i passaggi da un partito all’altro non fanno notizia. Ad ogni modo, ci saranno problemi di governabilità. Il sindaco con questo suo nuovo “look” politico, con ogni probabilità sfalderà completamente qual che ri-mane della sua maggioranza. Non sono esclusi altri passaggi a sinistra da esponenti insospet-tabili. Vigileremo e vi racconteremo.

Pasquale Cucchiara

MANGANELLA RIPRENDE IL MEGAFONOMA I PROBLEMI DI GOVERNABILITÀ RESTANO FORTI

Continua a pag. 4

Febbraio 2013 ANNO III - NUMERO 21 PAGINA 2

Lo scorso 29 dicembre è uscito nella sale cine-matografiche Itaker - vietato agli italiani del regista favarese Toni Trupia. Con Itaker final-mente Trupia ha raggiunto le sale italiane, seb-bene con una distribuzione molto ridotta. Nella nostra provincia, il film è stato proiettato sol-tanto a Sciacca e, di recente, a Porto Empedocle, grazie all’interessamento dei gestori di queste sale che considerano il cinema come strumento di cultura prima che di profitto. Per capire me-glio questo capolavoro, noi abbiamo preferito chiedere a Toni qualche piccola riflessione a margine del suo Itaker…

***

Toni, Itaker è anche la storia di una famiglia nata quasi per caso, fondata su sentimenti sin-ceri e non sui legami di sangue. Oggi si parla tanto della centralità della famiglia, cosa pen-si possa aggiungere la tua storia a questo di-battito?

I personaggi del film partono tutti da situazio-ni sociali smembrate: il bambino resta senza la madre all’inizio del racconto e del suo padre naturale non ha che una vaga idea, visto che è partito per la Germania e non si fa vivo da anni; Benito è un senza famiglia, probabilmen-te un figlio della guerra cresciuto senza pun-ti di riferimento, tanto che è convinto di poter costruire la sua vita contando solo su se stesso; anche Doina ha lasciato lontano la sua famiglia e sta creando il suo avvenire senza porre delle basi sociali solide… Questi tre esseri si trovano a camminare accanto e, nonostante la loro abi-tudine alla solitudine, si attraggono, si illudono di poter unire i propri percorsi. Ciò avviene in un’epoca in cui il capitalismo sta cominciando a prendere piede e a smembrare le basi sociali che fino a quel momento - siamo all’inizio degli anni sessanta - sono stati alla base del mondo occidentale. Ma i miei personaggi fanno anco-

ra in tempo a comprendere - il bambino, in particolare, dimostra di capirlo perfetta-mente - che solo creando un nucleo solido, basato sulla condivisione e sullo scambio umano, si può riuscire a co-struire qualcosa di valido e importante. Questa è anche la mia idea, quella che ho cercato di esprimere fin dal primo approccio che ho avu-to con questo film. E nelle prime stesure della sceneg-giatura questa intenzione era ancora più esplicita… Non so cosa possa aggiungere il mio film al dibattito sulla centra-lità della famiglia. Forse può contribuire a constatarne la centralità e la necessità, in un momento storico in cui sembra stia tornando l’esigenza di avere basi sociali solide, punti di riferimento definiti e precisi.

Perché oggi è così difficile far arrivare pres-so il grande pubblico lavori che, come il tuo, hanno “qualcosa da dire”?

In questo momento è difficile far arrivare al pubblico qualsiasi lavoro che presupponga un impegno da parte dello spettatore. Ma questo non è colpa del pubblico. È un meccanismo scriteriato, messo in atto da chi gestisce il mer-cato cinematografico italiano, che vuole vedere lo spettatore solo come un “consumatore” piut-tosto che come parte attiva di un processo cul-turale oltre che commerciale. È un retaggio di stampo televisivo, frutto di una visione molto precisa, portata avanti da chi è stato al potere negli ultimi venticinque anni.

L’Associazione Nicodemo contribuisce an-nualmente alla diffusione della cultura cine-matografica con la rassegna I 7 Io. Cosa ti sen-ti di consigliare alla nostra Associazione per promuovere la cultura del cinema a Favara?

Il cinema è uno strumento di conoscenza, che può aiutare la gente, il pubblico, a crearsi una propria visione del mondo, spingere gli indivi-dui a mettere in atto processi di pensiero libe-ri da qualsiasi condizionamento. Ed è un bene che in un paese come il nostro ci sia chi crea le condizioni perché ciò possa avvenire. L’uni-co consiglio che sento di dare è di continuare a farlo, coraggiosamente, e di rischiare con le scelte e le proposte al pubblico. È una questio-ne di coscienza e credo che in questo modo si possa realmente incidere su un tessuto sociale che spesso si rivela arduo da penetrare e com-prendere appieno.

Filippo Bosco

ITAKER, ITALIANACCI ALLO SCHERMOINTERVISTA AL REGISTA TONI TRUPIA

Il regista sul set con Francesco Scianna e Tiziano Talarico

Oggi la realtà socio-economica e la politica ita-liana spinge la maggior parte dei cittadini e in particolare noi giovani a ripudiare la parola ‘politica’ e tutto ciò che a essa è correlato.Le ragioni di fondo, che portano noi ragazzi a essere così arrabbiati e schifati nei confronti della classe politica, sono secondo il mio mode-sto parere diverse: alcune sono concrete, altre frutto di voci e modi di dire generalizzati che oramai hanno invaso la cultura della maggior parte di ogni italiano medio. Un dato preoccu-pante e concreto è sicuramente legato al non ri-conoscersi più nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarci, questo perché alcuni diritti fon-damentali come quello allo studio, temi impor-tanti come la disoccupazione giovanile, come la ricerca, non vengono attenzionati e messi al centro dei vari programmi politici come si deve o come un paese che crede nel suo futuro dovrebbe fare. Altri motivi più squisitamente politico-amministrativi sono legati alla totale assenza di servizi, sport, verde, centri sociali e spazi di aggregazione nei quartieri popolari. Forse uno dei motivi, secondo il mio persona-lissimo pensiero, di questo nostro rapportarci alla politica deriva anche, ma non solo, dalla totale mancanza di conoscenza e interesse per la storia passata e attuale della nostra Repubbli-ca. Per non parlare poi della scarsa importanza riconosciuta all’educazione civica nelle scuole,

ma anche all’interno delle famiglie. L’educare i più giovani a prendere coscienza della realtà che li circonda può essere uno dei punti di par-tenza per stravolgere il nostro modo di pensare di agire. Un’altra causa di sfiducia dei giovani nei ri-guardi di questa importante istituzione va ri-cercata all’interno dei partiti, un tempo luoghi di discussione e formazione ai quali ci si acco-stava tramite le sezioni, ma che, invece, oggi vengono visti come luoghi noiosi incapaci di suscitare passione e interesse perché lenti nel recepire gli stimoli delle nuove generazioni.Per fortuna, anche se la crisi di partecipazione alle strutture politiche tradizionali è dilagante, esiste una percentuale minoritaria, con rife-rimento alla redazione di questo giornale per esempio, che crede ancora nella politica vera, pulita e che ascolta la gente e i loro problemi. È sterile lamentarsi di una politica che si disinte-ressa dei giovani, sarà senz’altro più produttivo interessarsi di essa.Lamentarsi non serve a niente; seguire da vici-no la politica costituisce invece il vero cambia-mento. Infatti solo vivendo pienamente il pre-sente le nuove generazioni possono gettare le basi per costruire un futuro migliore.

Antonella Caramanno

LETTERE ALLA REDAZIONE

I GIOVANI E LA POLITICA AI GIORNI NOSTRI La viabilità favarese non è mai stata un fiore

all’occhiello. E purtroppo, oggi più che mai, con l’arrivo della stagione invernale il tutto si è ulteriormente aggravato. Le svariate buche pre-senti in città ci vengono servite in tutte le salse: abbiamo ‘scaffe’ a destra, a sinistra e a centro proprio come un vero e proprio parlamento che si rispetti. Infatti, sta diventando una pericolosa consuetudine vedere gli automobilisti in preda a veri e propri ‘slalom’. Non è mistero che al-cune persone, conoscendo già dove si trova la buca, riescono a evitarla con disinvoltura. In-somma, le belle notizie sono solo per i gommi-sti e per tutti coloro i quali vendono pneumati-ci. Altra questione da ricordare è la mancanza di un adeguata segnaletica stradale che mette a serio rischio la circolazione stradale. Non ci sono buone notizie neanche per le persone che camminano a piedi, infatti, le strisce pedonali si sono quasi completamente sbiadite. I pedoni sono avvisati.Per tutti questi motivi appena elencati risulta-no prioritari interventi di manutenzione volti a mantenere livelli accettabili del servizio strada-le. D’altro canto, sappiamo bene che le casse co-munali sono vuote e, a oggi, l’ente non può per-mettersi il lusso di sistemare le strade favaresi. A questo punto bisogna solo aspettare i soldi derivanti dal rimborso previsto dall’Anas per Favara, pari a un milione 900mila euro.

Daniela Vaccarino

BUONE NOTIZIE PER I GOMMISTI

Febbraio 2013 ANNO III - NUMERO 21 PAGINA 3

Da dove nasce l’idea di un capodanno in piaz-za a Favara?

In questo periodo la gente vive un momento difficile e ho avuto la percezione che una serata di svago gratuita sarebbe potuta essere di aiu-to. Inoltre, ho voluto che fosse una festa pensa-ta dai favaresi per i favaresi.

Si aspettava questo grande successo di pub-blico?

Sì, perché sentivo che molti cittadini volevano partecipare e dimostrare l’affetto per Favara. Sentivo voglia di riscatto perché siamo stufi della solita nomea del favarese rissoso e col ca-podanno abbiamo dimostrato di saperci diver-tire in modo sano.

In qualità di assessore alla tutela dei consu-matori e minoranze, quali sono i progetti che mirano a creare sviluppo nel nostro territorio e quali meccanismi si stanno attuando per at-trarre fondi di investimento?

Sto intessendo un dialogo con le associazioni

di consumatori e i sindacati a favore della tu-tela del cittadino per risolvere i problemi che ci sono nel nostro territorio. A quale movimento politico fa riferimento la sua azione?

All’On. Roberto Di Mauro dell’MPA C’è La possibilità di una sua futura candida-tura? Mi piace la politica e la faccio dai tempi dell’u-niversità. Ero rappresentante di facoltà e se si presenterà l’occasione di una mia candidatura l’accetterò ritenendomi onorato e opererò con spirito di servizio nei confronti della comunità. Cosa pensa dell’operato del sindaco Man-ganella e quali i legami da instaurare con la giunta per possibili azioni future? Ho riscontrato massima disponibilità, affetto e educazione quando mi sono trovato a dialo-gare con la giunta; ci sono tutti i presupposti per continuare a lavorare assieme. Non è mio

costume giudicare l’operato degli altri soprat-tutto quello di una figura che ha più oneri che onori. Quali le prossime iniziative in serbo per Fa-vara?

Ho già protocollato al comune un progetto per organizzare due giorni di festeggiamenti per il carnevale che passeranno a quattro grazie al contributo di altre associazioni. Il progetto car-nevale nasce contemporaneamente a quello del capodanno, tanto che è stato annunciato al mi-crofono sul palco la notte di San Silvestro. Inol-tre, nasce sotto la mia completa responsabilità penale civile ed economica, qualsiasi polemica sull’attribuzione dell’evento alla luce di ciò che ho appena detto è sterile. “Per il futuro ho in serbo un mio sogno, quello di realizzare una tradizione popolare di un messaggio di pace” ma questa è una sorpresa che ho in serbo per tutti voi.

Samanda Virone

LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO...GLI EVENTI DI ADRIANO VARISANO, GIOVANE EX ASSESSORE PROVINCIALE

È da poco nato a Agrigento il Comitato di base No MUOS, a sostegno del Coordinamento dei regionale dei Comitati presenti in tutta la Sici-lia e anche in molte altre regioni d’Italia. Ma di cosa si tratta? Il M.U.O.S. (Mobile User Objecti-ve System) è un moderno sistema di telecomu-nicazioni satellitare della marina militare statu-nitense, dotato di cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi (le altre si trovano in Virginia, Hawaii e Austra-lia - quasi tutte in luoghi desertici), dotate di tre grandi parabole del diametro di circa 20 metri e due antenne alte 150 metri. Oltre ai mancati chiarimenti sui gravissimi – e purtroppo inevi-tabili – danni che queste intensissime radiazio-ni elettromagnetiche comporterebbero per la salute dei cittadini e per il territorio, i comitati No MUOS chiedono a gran voce come mai nes-suno offra serie risposte sui pericoli di interfe-renza tra le emissioni delle parabole militari in costruzione e il traffico aereo di Fontanarossa, Sigonella e di Comiso. Come se non bastasse, sono inoltre possibili interferenze con apparecchiature mediche. Di fronte a quest’opera pericolosa e insostenibile, il popolo siciliano scende in lotta per affermare ancora una volta la propria volontà di smilita-rizzare la Sicilia, di trasformare la propria terra in un Ponte di pace tra i popoli del Mediterra-neo.

Ormai da mesi i manifestanti presidiano giorno e notte l’ingresso della base Usa, pronti a fare da muro alle attese gru che avrebbero dovuto completare l’opera. I mezzi sono arrivati nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, scortati da poliziot-ti in tenuta antisommossa. In quell’occasione vi furono degli scontri tra le forze dell’ordine e gli attivisti. Questi ultimi denunciarono presunte violenze operate dai 300 poliziotti del reparto antisommossa per piegare la loro resistenza nonviolenta, consentendo quindi l’ingresso delle gru. Fu questo episodio a far sì che il Pre-sidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta accelerasse le decisioni e rendesse nota la scelta di chiudere immediatamente i cantieri. Nono-stante l’attenzione dei media si sia focalizzata su questa sua dichiarazione, ci si è accorti subi-to che il blocco dei lavori non c’è stato. Secondo quanto affermato dall’assessore all’Ambiente Lo Bello, dopo un paio di giorni, i lavori pro-seguono perché la richiesta di sospensione pro-nunciata dal governatore Crocetta è solo l’atto d’inizio di un iter giuridico complesso e lungo.Di questa tiepidezza ad affrontare la questio-ne, rinviando ogni decisione all’assunzione di nuovi pareri – dopo aver promesso in campa-gna elettorale il proprio impegno a impedire l’installazione del sistema militare – non sono molto contenti i manifestanti. Elvira Cusa, esponente dei No MUOS di Niscemi afferma: «prendiamo atto delle dichiarazioni tardive del Presidente della Regione Rosario Crocetta che assicura aver predisposto il decreto che avvia il procedimento di revoca delle autorizzazioni ai lavori. Ma in attesa di poter conoscere l’esatto contenuto degli atti, noi continuiamo a presi-diare la base di morte e a impedire che i lavori, illegittimi, possano comunque continuare». I comitati e gli attivisti No MUOS in questi giorni continuano la loro resistenza con i loro due pre-sidi permanenti vietando il transito di camion e gru diretti alla base militare USA di Niscemi. C’è allarme e la sorveglianza ai presidi è senza sosta, notte e giorno.Perché “l’Italia ripudia la guerra”, e il MUOS non è certo uno strumento di pace.

Enza Russello

COS’E’ IL MUOStro?LA SOCIETÀ CIVILE AGRIGENTINA INTANTO DICE NO

Lasciate ogni speranza, voi che girovagate per Favara, di vedere da parte dell’Amministrazio-ne Comunale l’interesse per la cura del territo-rio oltre che all’interesse per la cura delle esi-genze dei cittadini. Strade lasciate alla mercé delle intemperie e disagi provocati da fattori atmosferici. Per chi volesse fare il Camel Tro-phy a Favara lo può fare in contrada ‘Grazia Baglì’: il Comune di Favara ha pensato di non provvedere a far rimuovere la massa d’acqua piovana e lasciare un’enorme pozzanghera che invade tutta la carreggiata, in modo da permet-tere, appunto, ai cittadini e a tutti coloro che si trovano di passaggio a Favara e che amino l’avventura, di avere l’occasione di provare l’e-mozione di questo sport, anche per la gioia di tutti gli autolavaggi. Per la possibilità di prati-care sempre quest’attività, il Comune di Favara ha pensato di non costruire degli appositi canali di scolo per far fluire l’acqua che ristagna per la strada. Aspetteremo che qualche importante rappresentante nazionale o regionale dei poteri pubblici, trovandosi di passaggio nella nostra ridente cittadina, manifesti il suo dissenso per la pratica di questo sport e il Comune si attivi per rimuovere il problema.

Gugliemo Vaccaro

LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE

Contrada Baglì nel fango

Febbraio 2013 ANNO III - NUMERO 21 PAGINA 4

800 088 332da Lunedì a Venerdì dalle 9.00 alle 18.00

®

IN FOLIO Redazione via Matteo Boiardo, 92026 Favara (Ag)Anno III N. 21 Febbraio 2013. Editore: Ass. Culturale NicodemoDirettore responsabile: Giuseppe PiscopoHanno collaborato: Pasquale Cucchiara, Mariangela Pullara, Filippo Bosco, Felisia Capodici, Vincenzo Cas-saro, Maria Grazia Costanza, Enza Russello, Daniela Vaccarino, Guglielmo Vaccaro, Samanda VironeGrafica editoriale: Rosario CastellanaTipografia: Eurografica di Salvatore CasertaChiuso in data 29 Gennaio 2013Contatti: [email protected]: www.associazionenicodemo.org

Inquadra qui con il tuo smartphone per accedere all’intero archivio di InFolio

Da diverso tempo in Contrada Lucia si è for-mata una vera e propria discarica. Tra i rifiuti che giacciono in quel sito ve ne sono di diversi, ma uno stupisce davvero: l’eternit. Questo ma-teriale già fuori produzione è altamente nocivo per la salute. Ma non è tutto qui, un piccolo ru-scello scorre in prossimità della discarica e l’ac-qua dello stesso viene utilizzata per annaffiare diverse coltivazioni. Irrimediabilmente ciò che è fuori di noi entra a far parte di noi, ed ecco che i rischi sorgono per tutti. I casi di tumore sono aumentati negli ultimi anni, soprattutto nella nostra zona e le cause potrebbero esser molte, ma una discarica del genere così vicina può incidere senza alcun dubbio. Che a Fava-ra si debba giungere alla tragedia per prendere consapevolezza della gravità di certe situazio-ni lo sappiamo già, ma almeno, questa volta, si potrebbe agire prima! Un appello all’ammini-strazione pare doveroso: occupatevi della situa-zione al più presto, i battibecchi inutili mi pare che possano anche aspettare di fronte a certe urgenze.

Felisia Capodici

ETERNIT ALL’ARIA APERTA

DISCARICA ABUSIVA IN CONTRADA LUCIAPer la nostra rubrica sulla situazione delle pro-

fessionalità di Favara in tempo di crisi, questo mese pubblichiamo l’intervista fatta a Saman-da Virone, giovane architetto che opera già da qualche anno sul nostro territorio.

Samanda, con la crisi, quanto è cambiata la si-tuazione delle imprese edili a Favara? (si sa che Favara è il paese delle imprese...)

Le imprese stanno vivendo un momento dav-vero difficile. Poter partecipare ai bandi per i lavori pubblici è diventato ormai quasi impos-sibile, dato che sono sempre più rari. Le gros-se imprese riescono a prendere lavori quasi esclusivamente fuori dalla Sicilia e questo com-porta lasciare la propria terra per tanto tempo. Le piccole imprese sono costrette a chiudere o a rivolgersi ai privati, anche se con i privati la concorrenza è spietata, dato che il lavoro è ve-ramente esiguo.

E quindi, in rapporto a questa situazione, come si trovano a lavorare gli architetti con le imprese?

Io personalmente non ho mai provato a lavora-re in un’impresa, anche perché quando mi sono state proposte le condizioni di lavoro, queste erano veramente agghiaccianti. Tutte le respon-sabilità a carico mio e tutti i guadagni a carico loro; quindi, adesso ho solo rapporti esterni con le imprese

Qualche tempo fa si pensava di abolire gli albi professionali. Tu che ne pensi? Io vedo l’albo non come una garanzia a mante-nere un privilegio, poiché nella mia professione vigono le leggi del libero mercato, ma piuttosto

come una sorta di ‘sindacato’ che mi aggiorna sulle novità e mi permette di tenermi in contat-to con gli altri architetti Ultima domanda. Come sono i rapporti fra gli architetti di Favara? Fra chi opera nello stesso ramo, specialmente fra chi ha un po’ di esperienza, ci sono rapporti di stima reciproca. Anche se i più anziani spes-so si lamentano dei giovani professionisti, i quali, dicono, non hanno più la pazienza di im-parare ‘a bottega’ e pensano di poter fare tutto a prezzi stracciati. Io ho profondo rispetto dei colleghi, ma, molto spesso, vedo i miei coeta-nei ‘schiavizzati’, costretti a lavorare per 12 ore senza paga; e vedo, inoltre, altri colleghi più anziani che non riescono a lavorare perché non stanno al passo con i cambiamenti tecnologici e legislativi

Maria Grazia Costanza

FAVARA AL TEMPO DELLA CRISIINTERVISTA MENSILE ALLE PROFESSIONALITÀ DEL NOSTRO PAESE

tecipato. Per questo motivo suggeriamo al sindaco Rosario Manganella di invitare alla prossime sedute del consiglio comunale una classe a scelta tra i nostri istituti superiori accompagnati da un loro insegnan-te, in modo da favorire la partecipazione alla vita politica dei nostri giovani sin da ora. È bene che gli stessi insegnanti incitino i propri studenti a prendere appunti, per poi inviare le loro impressioni a chi in quei consigli in un modo o nell’altro li rappresenta. A nostro parere questo è il modo migliore per fare educazione civica e soprattutto per comprendere concretamente il significato dell’espressione “Demo-crazia è Partecipazione .

Pasquale Cucchiara

Continua da pag. 1

L’arch. Samanda Virone