InfoCUP Dicembre 2015

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CUP info Anno 10° - Dicembre 2015 - N. 38 [email protected] - [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 11/2009 del 04/06/2009 CUP ONLUS Genova - Tel. 010 6972312 - www.cup99.it - Distribuzione gratuita riservata ai Soci Direttore Editoriale: Silvana Zanovello - Direttore Responsabile: Alba Gaggero Stampa Erga - via Mura delle Chiappe, 37/2 - 16136 Genova Museo di Archeologia Ligure notiziario del Centro Universitario del Ponente Al Museo di Archeologia Ligure di Genova prende avvio il programma 2015-2016 di attività didattiche al quale partecipano ogni anno migliaia di bambini e ragazzi per scoprire, attraverso i tesori archeologici esposti nelle sale del museo, il passato più antico della nostra regione. Il programma offre per- corsi, laboratori, giochi e sperimentazioni per tutte le età, dai piccoli della scuola dell’infanzia sino ai ragazzi della scuola secondaria superiore. L’anno scolastico al museo è stato inau- gurato il 19 Novembre con la Mattinata Fai per le scuole: in questa importante occasione i ragazzi delle Quarte del Liceo S. Maria ad Nives di Pegli hanno accompagnato e raccontato ad altre classi I colori dell’Aldilà” un percorso di visita che, a partire dai colori usati nell’antichità, permette di scoprire tre protagonisti del passato: il giovane Principe delle Arene Candide, il sacerdote egizio Pasheriena- set e una ricca cittadina genovese vissuta nel V secolo a.C. Il museo offre quest’anno alle scuole alcune novità: nelle sale del piano terra e del primo piano del museo, voci, suo- ni, giochi di luce, video e ricostruzioni accompagnano i giovani visitatori alla mostra “Le sfide di Homo Sapiens”, dove è possibile ripercorrere i successi e le sconfitte che la nostra specie ha ottenuto e dovuto affrontare a partire da 200.000 anni fa: il popolamento di nuovi territori, l’adattamento a clima e ambien- ti diversi, la convivenza con i Neandertal, la produzione di cibo, lo sfruttamento delle risorse naturali, le malattie. I ragazzi delle scuole sono invitati a riflettere su queste e altre sfide che ancora oggi re- stano in parte da affrontare per costruire il futuro della nostra specie e del piane- ta. Nel percorso della mostra è possibile provare, come nella preistoria, un arco o un propulsore per scagliare le lance oppure confrontare le caratteristiche di un Neandertal con quelle dell’uomo LE NUOVE SFIDE DELL’ HOMO SAPIENS APS anni fa in Liguria e infine provare a ricavare farina come facevano i neolitici 7000 anni fa. Altre novità riguardano la nuova sala didattica allestita nell’ala levante dell’edificio del museo, che raccoglie numerosi supporti e una ricca scelta di materiali e laboratori attraverso i quali i bambi- ni e i ragazzi possono davvero “prendere nelle mani” l’archeolo- gia e mettersi alla prova, realizzando vasi in argilla o diventando artisti di pitture rupestri come nella preistoria, provando a svolge- re per un giorno il mestiere dell’archeologo, realizzando amuleti magici come nell’antico Egitto o scambiando prodotti e merci ad un mercato di 2500 anni fa a Genova. Tutte le attività sono fortemente coinvolgenti e interattive, per invitare i più giovani a diventare davvero protagonisti dell’espe- rienza di visita al museo. IRENE MOLINARI Conservatore del Museo di Archeologia Ligure Per contatti e informazioni è possibile telefonare al 010-6984045 o scrivere [email protected] e pagina Facebook del Museo di Archeologia Ligure. scoprendo quanta parte del patrimonio genetico neandertaliano c’è ancora in noi, e ancora conoscere un famoso cacciatore 14enne, il “Principe delle Arene Candide”, vissuto 24.000

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CUPinfoAnno 10° - Dicembre 2015 - N. 38 [email protected] - [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 11/2009 del 04/06/2009CUP ONLUS Genova - Tel. 010 6972312 - www.cup99.it - Distribuzione gratuita riservata ai Soci Direttore Editoriale: Silvana Zanovello - Direttore Responsabile: Alba GaggeroStampa Erga - via Mura delle Chiappe, 37/2 - 16136 Genova

Museo di Archeologia Ligure

notiziariodel Centro Universitario del Ponente

Al Museo di Archeologia Ligure di Genova prende avvio il programma 2015-2016 di attività didattiche al quale partecipano ogni anno migliaia di bambini e ragazzi per scoprire, attraverso i tesori archeologici esposti nelle sale del museo, il passato più antico della nostra regione. Il programma offre per-corsi, laboratori, giochi e sperimentazioni per tutte le età, dai piccoli della scuola dell’infanzia sino ai ragazzi della scuola secondaria superiore.L’anno scolastico al museo è stato inau-gurato il 19 Novembre con la Mattinata Fai per le scuole: in questa importante occasione i ragazzi delle Quarte del Liceo S. Maria ad Nives di Pegli hanno accompagnato e raccontato ad altre classi “I colori dell’Aldilà” un percorso di visita che, a partire dai colori usati nell’antichità, permette di scoprire tre protagonisti del passato: il giovane Principe delle Arene Candide, il sacerdote egizio Pasheriena-set e una ricca cittadina genovese vissuta nel V secolo a.C.

Il museo offre quest’anno alle scuole alcune novità: nelle sale del piano terra e del primo piano del museo, voci, suo-ni, giochi di luce, video e ricostruzioni accompagnano i giovani visitatori alla mostra “Le sfide di Homo Sapiens”, dove è possibile ripercorrere i successi e le sconfitte che la nostra specie ha ottenuto e dovuto affrontare a partire da 200.000 anni fa: il popolamento di nuovi territori, l’adattamento a clima e ambien-ti diversi, la convivenza con i Neandertal, la produzione di cibo, lo sfruttamento delle risorse naturali, le malattie. I ragazzi delle scuole sono invitati a riflettere su queste e altre sfide che ancora oggi re-stano in parte da affrontare per costruire il futuro della nostra specie e del piane-ta. Nel percorso della mostra è possibile provare, come nella preistoria, un arco o un propulsore per scagliare le lance oppure confrontare le caratteristiche di un Neandertal con quelle dell’uomo

LE NUOVE SFIDEDELL’ HOMO SAPIENS

APS

anni fa in Liguria e infine provare a ricavare farina come facevano i neolitici 7000 anni fa.Altre novità riguardano la nuova sala didattica allestita nell’ala levante dell’edificio del museo, che raccoglie numerosi supporti e una ricca scelta di materiali e laboratori attraverso i quali i bambi-ni e i ragazzi possono davvero “prendere nelle mani” l’archeolo-gia e mettersi alla prova, realizzando vasi in argilla o diventando artisti di pitture rupestri come nella preistoria, provando a svolge-re per un giorno il mestiere dell’archeologo, realizzando amuleti magici come nell’antico Egitto o scambiando prodotti e merci ad un mercato di 2500 anni fa a Genova.Tutte le attività sono fortemente coinvolgenti e interattive, per invitare i più giovani a diventare davvero protagonisti dell’espe-rienza di visita al museo.

IRENE MOLINARI Conservatore del Museo di Archeologia Ligure

Per contatti e informazioni è possibile telefonare al 010-6984045o scrivere [email protected] pagina Facebook del Museo di Archeologia Ligure.

scoprendo quanta parte del patrimonio genetico neandertaliano c’è ancora in noi, e ancora conoscere un famoso cacciatore 14enne, il “Principe delle Arene Candide”, vissuto 24.000

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Se potesse farlo, chis-sà che cosa direbbe

ascoltando le lamentele che, giusta-mente, stigmatizzano le sue deiezioni. Capita di registrarle persino in discorsi ufficiali, in riunioni indette per tutt’altro, buttate lì, a testimoniare il degrado sempre più tangibile del Ponente. Se ne è parlato anche su queste pagine e, ripetiamolo a scanso di equivoci, si tratta di lamentele sacrosante contro l’inciviltà di certi padroni.Se esplodono anche in forma sponta-nea, è perché, evidentemente, non se può più.Proviamo però a immaginare che cosa replicherebbe l’incolpevole cane di colpevolissimi proprietari, passando davanti a residui non meno ripugnanti di esseri a due zampe e posizione eretta e, soprattutto, a tutti i segni deturpanti, sui muri delle case, sulle panchine, sulle stazioni che sarebbe soltanto un tentativo di patetica nobili-tazione definire ”graffiti”.Fatevi un giro a Pegli che, nel Ponente già violentato dall’industrializzazione e deciso a ricostruirsi una vivibilità sulle

proprie ceneri estetiche, era apparen-temente preservata da certe devasta-zioni. Dalle macro, forse, non certo dalle micro.Fatevi un giro in piazza Bonavino dove molti protestano contro i cani liberi nelle aiuole e pochissimi con-tro le macchine posteggiate con due ruote nelle aiuole stesse, dove i muri della villa restaurata vengono presi a pallonate.Fatevi un giro in passeggiata o in stazione dove scritte più stupide che oscene rispuntano puntualmente, con tanti saluti alle telecamere, dopo la puntuale ripassata di calce.Protestiamo, per favore, anche contro questi segni di inciviltà, non mostria-moci ormai completamente rassegnati o impauriti di fronte al vandalismo, non dimentichiamo che anche segna-lare questo sconcio, è difendere la cultura.Eppure, su questo fronte le accuse, sembrano scomodi e difficili.Valli a capire gli umani.

SILVANA ZANOVELLO

Fido non parla,né tantomeno replica

PARLIAMONE

CUPinfonotiziario

Arterie più fluidePonente, meno inquinatopag. 3Revival d’autoreMarzari l’arte del mugugnopag. 4Al DoriaNatura e Cultura a confrontopag. 5Piaggio addioUna Vespa targata Abu Dhabipag. 6VINI LIGURI,identità da difenderepag. 7Nel nostro Ponente,il Museo della Carta di Melepag. 8Sindrome delle apnee notturneUn Killer che agisce nel sonnopag. 9

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Direttore EditorialeSilvana Zanovello

Direttore ResponsabileAlba Gaggero

Comitato di RedazioneAnna BardelliCarla BotteroMargherita ConradAngela DelfinoSusanna Giancontieri Elena ManaraRita Nello Claudia Rescalli

GraficaMariella Vitanza

StampaErga, via Mura delle Chiappe, 37/216136 GenovaTel. 010 8328441

Segreteria di RedazioneGenova PegliVia Beato Martino, 2atel./fax [email protected]

Grazie AGOSTINA

Molti anni, fa, quando era la nostra insegnante del corso di musica, erava-mo abituati a vederla arrivare col suo passo flemmatico, molto sofferente negli ultimi tempi, ma con il viso sempre animato, solare, sorridente. Poi è stata a lungo in un letto senza più poter camminare, senza più poter sorridere. Eravamo abituati alle sue lezioni che erano insieme lezioni di musica e di buon umore, di raffinata e competente sensibilità musicale, sullo sfondo di arie liriche o sinfoniche e, nello stesso tempo, di sciolta dialettica e libera socializzazione. Poi è stata a lungo senza più poter parlare.Se le sfioravi l’unica mano viva, te la stringeva, ma non sapevi quanto quel gesto fosse segno di vita condivisa. Ora è andata a far musica fra gli Angeli. Non potremo più godere della sua competenza musicale, ma non la dimenticheremo.Glielo dobbiamo per tutto quello che, grazie a lei, si è trasformato dentro di noi, in profondo arricchimento spirituale. LUCIA CORSO

Grazie GIANCARLO

In silenzio, con discrezione, in punta di piedi come è vissuto se ne è andato Giancarlo Guglieri. Aveva affiancato anni fa il nostro decano del Teatro, Marco Di Sabatino, nella conduzione della Sezione Teatro del CUP per poi arrivare in seguito ad un triunvirato con l’arrivo, recentemente, di Diego Boldi.Giancarlo nella nostra associazione ha incarnato l’esempio del più puro volontariato. Sempre disponibile, gentile, rispettoso con tutti, mai una forzatura con nessuno. Il suo comportamento dovrebbe essere di esempio a tutti noi dello staff del CUP ogni qual volta fossimo tentati di sentirci indispensabili. Grazie ancora a nome di noi tutti. Il Direttivo del CUP

AVVISO DI SERVIZIOLa Redazione si riserva la facoltà di SCEGLIERE e MODIFICARE

LE RELAZIONI senza alterare il senso delle stesse.Per il prossimo numero, il materiale deve pervenire

ENTRO il 1° MARZO 2016.Il materiale inviato verrà restituito solo in caso di esplicita richiesta

al momento della consegna.Per l’invio è preferibile l’utilizzo della posta elettronica:

[email protected] - [email protected]. 347 2204877

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In questi mesi si stanno verificando delle pro-fonde trasformazioni nella viabilità del Ponente cittadino e alcune tra le più importanti riguardano le strade del nostro Municipio. Partiamo dalla strada a mare, inaugurata alcuni mesi or sono: consente di attraversare Corni-gliano senza inserirsi nella storica viabilità che per anni ha rappresentato l’unica modalità di passaggio di quella delegazione. Il traffico caotico e fortemente inquinante, che ha attanagliato via Cornigliano per tanti, troppi anni e che ha annerito i suoi antichi e bei palazzi e con essi ha reso l’aria irrespirabile agli abitanti esausti da tale situazione divenuta ormai insopportabile, è spo-stato lungo la nuova arteria di attraversamento veloce. Vi sono ancora alcune criticità focalizzate nei punti di raccordo con la viabilità preesistente nei pressi della Stazione FS di Cornigliano, ma il Vice Sindaco Stefano Bernini, coprotagonista della realizzazione di questa importante opera, rassicura circa la possibilità che nei lotti successivi siano previsti interventi che sapranno risolvere queste criticità. Ad ogni buon conto la nuova stra-da a mare si è rivelata davvero una opera utile e risolutiva dei rallentamenti endemici del traffico in quella parte di città: oggi attraverso via Albareto, via Siffredi e grazie alla nuova arteria, si raggiunge Genova in un battibaleno.Nella zona di Pra’, grazie ai finanziamenti dei cosiddetti POR, Piani Operativi Regionali, 15 milioni di di investimenti della Comunità Europea, è stato possibile avviare molti cantieri finalizzati a realizzare importanti opere di riqualificazione am-bientale quali la nuova Piazza Sciesa, il tratto di passeggiata che si sviluppa lungo il campo di calcio della Praese, la realizzazione del posteggio

di interscambio con la Nave Bus, opere già completate; inoltre sono in piena attività i cantieri per la riqualificazione del Parco di Ponente della Fascia di Rispetto e per lo spostamento della viabilità sul sedime della ex linea FS dismessa.Sono previste alcune rotatorie, attraversamen-ti pedonali di nuova concezione, l’ampliamen-to dei marciapiedi, ampie zone pedonalizzate, con la finalità di allontanare il traffico dalle abita-zioni e la messa a dimora di alberature lungo la palazzata di Prà.Saranno resi più facili gli accessi alla Fascia di Rispetto, saranno inoltre realizzati nuovi impianti sportivi per la pratica di Volley, Tennis, Atleti-ca, Calcetto ed uno “Skate park” per i giovani appassionati a questa disciplina, nella parte di levante della Fascia, Progetto “Prato Sport”.Una volta terminati i lavori, dovrebbero eviden-ziarsi benefici per la fluidità del traffico riducendo l’incidenza delle code e con esse l’inquinamen-to da idrocarburi dovuto prevalentemente allo stazionamento ed alle continue ripartenze dei veicoli.A Voltri, dopo una lunga e difficile gestazione, è stato finalmente reso operativo il “nuovo piano del traffico” che ha previsto, tra l’altro, l’inversio-ne di senso di marcia di Via Le Merle e l’accorpa-mento dei capolinea dei Bus collinari concentrati tutti presso i binari di testa della stazione delle linee metropolitane FS nei pressi di Piazza Lerda, lato mare; sono state inoltre messe in opera alcune altre modifiche collaterali quali l’unificazio-ne in un unico punto della svolta a sinistra verso l’area del supermercato PAM e verso il Porto, in

Via Don Giovanni Verità, mentre la semaforizza-zione dell’attraversamento pedonale tra piazza Lerda e la PAM era stato reso operativo da circa 3 anni. Tale modifica ha consentito di ridurre drasticamente le code ed il traffico particolarmen-te intenso che costringeva ad estenuanti tempi di percorrenza per compiere il breve tragitto dal Casello Autostradale di Palmaro fino al cuore del tessuto urbano e commerciale di Voltri. La nuova regolamentazione del traffico ha persino retto all’incremento del traffico dovuto inevitabilmente all’aperture delle scuole; infatti si è potuto con-statare che i benefici si sono protratti anche oltre quella fatidica data e perdurano tuttora.Certo, permangono ancora alcune criticità loca-lizzate che sono all’attenzione degli uffici della Di-rezione Mobilità e Traffico del Comune di Genova per individuare ulteriori soluzioni migliorative.Solo attraverso una sinergia intensa tra Municipio, Comune, Cittadini, Associazioni, Comitati che hanno saputo fornire utili suggerimenti, fatti pro-pri dalle Istituzioni, è possibile ottenere dei risulta-ti positivi che risultano evidenti e che lo diverran-no anche in altre parti del territorio non appena i cantieri ancora in corso saranno completati.

MAURO AVVENENTEPresidente Municipio 7 Ponente

ARTERIE PIÙ FLUIDEPONENTE MENO INQUINATO

CUPinfonotiziarioNews Viabilità

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Comici LiguriCUPinfonotiziario

A Sestrinel teatro di San Giovanni BattistaMarzari l’arte del mugugno

“Ve ö dixe ö sciu Ratella” in scena sul palco del teatro San Giovanni Battista a Sestri Ponente il 2 e il 3 gennaio alle 17 è il secondo incontro della nostra compagnia teatrale con la funambolica vis comica del grande Marzari, l’inven-tore di una delle più popolari masche-re genovesi: O sciu Ratella, appunto, impersonato dal comico numerosissi-me volte per le frequenze regionali di radio RAI nel programma “Il Bazar del mugugno” contenuto all’interno della rubrica “A lanterna” sin dal 1952. Il ricordo di quel raffinato fine dicitore genovese è rimasto indelebile nella me-moria dei suoi concittadini per merito di una inconfondibile voce sarcastica e divertita, che, interpretando canzoncine divertenti, avvinazzati, lavoratori “parti-colari” ed altri mille personaggi buffi, è riuscita a conferire al suo padrone im-mortalità e freschezza allo stesso tempo.Una comicità così pungente e una varietà così dispiegata di caratteri non potevano non essere immaginate su un palcoscenico; ora in un’officina, in un trenino o in uno stadio gremito, i per-sonaggi di Marzari vivono di vita propria grazie al breve spazio di qualche minu-to: prediletti nelle sue macchiette sono

soprattutto i quadretti famigliari, le tifo-serie di stadi scalcinati, le comicissime conversazioni telefoniche tra lavoranti e clientela, gli ubriaconi pittoreschi e i mestieri più disparati.Il suo repertorio variegato alterna ogni più sottile sfumatura del comico, dalla comicità meccanica a quella brillante, fino a raggiungere le alte vette del sur-realismo che soltanto pochi geni, come lui, riescono a toccare (non a caso nel giudizio della critica è stato considerato l’Ettore Petrolini genovese!).Andrea Benfante, camaleontico inter-prete, riesce a citare Marzari e a essere se stesso, alternandosi nelle diverse situazioni che la regia ha costruito par-tendo dalla citazione dei meccanismi produttivi della RADIO.Era davvero complesso collegare i diver-si sketch e personaggi che passano da una situazione all’altra senza un lega-me! Allora abbiamo preso in prestito la formula del varietà radiofonico: l’inter-prete diventa un factotum che dà voce ai diversi personaggi, canta le canzoni e realizza, come un esperto rumorista, tanti suoni e rumori.Dobbiamo dire grazie a Cesare Viazzi, grande cultore della genovesità, autore

del libro Giu-seppe Marzari un uomo in frac per averci spronato ad affrontare l’altro “mostro sacro” (con Gilberto Govi) della lin-gua genovese; alla RAI sede regionale di Genova, che ci ha concesso di entrare nell’archivio ed estrapolare molti materiali “sbobi-nando” le puntate della trasmissione; a Franco Bampi che continua sulla strada di Vito Elio Petrucci a portare avanti la memoria di un grande che Genova non ricorda mai a sufficienza.

DANIELA ARDINI Direttrice e Registadell’Associazione Culturale Lunaria

Altro appuntamento di Lunaria alTeatro San Giovanni di Sestri Ponente da non perdere: una scelta tra le ope-rette più famose intitolata “Operetta mon amour!” “Il sorriso del pipistrel-lo” sarà rappresentata il 21 febbraio 2016 alle ore 16,00.

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Musei Amici

Al Doria in un ciclo di appuntamenti

NATURAE CULTURAA CONFRONTO

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info

Non si può parlare, quest’anno, delle attività della “Società degli Amici del Museo Doria”, senza ricordare l’alluvione dell’ottobre 2014, che pesantemente ha colpito la nostra città ed anche il Museo di Storia Naturale, che si è ritrovato con i fondi invasi da acqua e fango. In aggiunta al normale sostegno economico al Museo, che la nostra Associazione offre, dalla sua fondazione nel lontano 1927, utilizzan-do le quote sociali ed i proventi del 5 per mille, nei giorni immediatamente successivi all’alluvione, fedele al suo Statuto, la Società degli Amici del Museo Doria ha voluto attivare una sottoscrizione specifica, che ha riscosso un grande successo. Numerosissimi sono stati i singoli cittadini e le associazioni che hanno fatto versamenti sul nostro conto, che hanno diffuso la nostra richiesta di aiuto, anche con comunicazioni sul web, che hanno organizzato concerti, cene ed eventi sportivi per la raccolta di finanziamenti. Ad oggi, come evidenziato nel nostro sito web, sono stati raccolti 59.000 Euro, di cui, al momento, 35.000 euro sono già stati spesi per la costruzione di nuovi

soppalchi nei fondi e per l’acquisto di arma-di e scaffalature e per l’ammodernamento dell’impianto di amplificazione dell’anfiteatro. Per questo, assieme al Museo Doria, diciamo ancora un GRANDE GRAZIE a coloro che han-no spalato via il fango, a coloro che ci hanno sostenuto economicamente e a tutti coloro che, con impegno e affetto, hanno fatto sì che Il Museo Doria stia diventando ancora più bello di prima.Al sostegno economico al Museo, che da sempre forniamo con l’acquisto di collezioni e di testi e riviste scientifici, affianchiamo attività culturali per la diffusione della cultura scientifica, aperte a tutti. Come potete vedere dal programma allegato, il nostro impegno prosegue nell’ottica di favorire collegamenti con Istituzioni e realtà culturali, talvolta meno frequentate, prevedendo conferenze colle-gate ad uscite sul territorio, come all’Istituto Idrografico della Marina. Intendiamo anche sollecitare, nello spirito del tema generale “Natura e cultura”, contaminazioni tra diversi ambiti culturali, ad esempio con l’intervento

del regista Marco Sciaccaluga sui rapporti tra il Teatro e la Natura. Un particolare approfon-dimento sarà dedicato, per il secondo anno, ad aspetti della nostra vita legati alla Genetica, con alcune conferenze in febbraio e marzo, che già nell’anno passato hanno richiamato numerosi studenti di Scuole superiori: questi incontri inizieranno in febbraio con l’interven-to di Francesco Cavalli-Sforza sull’evoluzione umana.Le conferenze, aperte a tutti, si tengono al giovedì alle 17, nell’anfiteatro del Museo, mentre le “uscite” prevedono la prenotazio-ne. Per i soci sono previsti incontri dedicati e speciali visite in Museo.Vi aspettiamo alle nostre iniziative e vi invitia-mo a visitare il nostro sito web per conoscerci da vicino e per seguire l’utilizzo delle risorse pervenute a seguito dell’alluvione, non ancora utilizzate. (www.amicidelmuseodoria.it).

CARLA OLIVARIPresidente Società degli Amici del MuseoCivico di Storia Naturale Giacomo Doria

LE CONFERENZE DEL GIOVEDÌ IL PROSSIMO ANNONELL’ANFITEATRO DEL MUSEO• 14 gennaio “Le vie del carsismo”• 28 gennaio “I minerali liguri”• 4 febbraio “Occhio, visione e patologie”• 11 febbraio “Genetica ed evoluzione umana”• 25 febbraio “Genetica ed adulterazioni alimentari”• 3 marzo “Identità di genere fra biologia, psicologia e cultura”• 17 marzo “Animali transgenici per la ricerca”• 7 aprile “La musica fra cuore e cervello”• 14 aprile “visita guidata al Teatro Carlo Felice nascosto”• 5 maggio “Graffiti della Val Camonica”Tutti gli appuntamenti sono previsti alle 17

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L’Industria Aeronautica Rinal-do Piaggio ha cambiato definitivamente padro-ne, entrando a far parte della MUBADALA DE-VOLEPMENT COMPANY di Abu Dhabi.Sono rimasta un po’ sconcertata, poiché sia mio nonno che mio padre hanno lavorato per tutta una vita in questa industria e per questo ora mi piace riassumerne a brevi linee la storia, che ha coinvolto per molti anni la vita di noi sestresi.La Piaggio nasce nel 1884, per volere di Rinaldo Piaggio, a Sestri Ponente, vicino ai cantieri navali Odero, come azienda fornitrice di arredamenti navali. Rinaldo è figlio di Enri-co, piccolo imprenditore locale titolare di una segheria a vapore, che era una tra i più mo-derni impianti meccanizzati di Genova; il lavoro dei suoi ebanisti viene apprezzato nell’arredo delle più belle navi italiane e straniere di fine secolo. Rinaldo Piaggio si trova a lavorare in un periodo storico in cui sono necessarie capacità pratiche ed intraprendenza (di cui è dotato) e ben presto si trova impegnato nel settore delle

costruzioni ferroviarie: viene realizzato il treno Reale nel 1920 e prodotte anche elettromotrici innovative, che gli valgo-no il brevetto in Italia per le saldature. Rinaldo Piaggio acquista le Officine di Finale Ligure e, quando la Grande Guerra è alle porte, inizia la costruzio-ne di ali e carlinghe per i nuovi aerei: è il 1917 e l’azienda entra a far parte del comparto aeronautico.Con il potenziarsi delle richieste, il

Piaggio rileva un’azienda aeronautica di Pisa, che era sede di uno dei primi aeroporti d’Ita-lia. Con la fine della guerra e la riconversione dell’economia, il futuro appare drammatico, ma la Società Anonima Piaggio & C riprende quota per l’inserimento come presidente del nuovo socio Attilio Odero, protagonista dell’afferma-zione industriale e finanziaria del periodo post-bellico. Grazie alle competenze di Giovanni Pegna, valentissimo ingegnere progettista aeronautico, vengono realizzati l’Idroplano Piaggio da corsa ed il quadrimotore P 108, l’ul-timo grande aereo prima della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1924 la Piaggio acquista a Ponte-dera una piccola officina, la Costruzione Mecca-niche Nazionali: è un passaggio estremamente significativo! Si affacciano però all’orizzonte gli anni di una grande crisi, ma Rinaldo Piaggio non si scoraggia e si circonda di ingegneri mol-to validi ciascuno nella propria specificità.L’ingegnere Corradino d’Ascanio sarà l’in-ventore dell’elicottero, detentore per alcuni anni del record di durata e di altezza di que-

sto nuovo mezzo di locomozione. Quando nel 1938 Rinaldo Piaggio muore, gli subentrano i due figli che si dividono le competenze: Enrico ha la responsabilità degli stabilimenti toscani, mentre Armando di quelli di Sestri Ponente e di Finale Ligure. Su tutta l’Europa passa la ter-ribile “bufera” della Seconda Guerra Mondiale, lasciando distruzioni, disoccupazione, inflazio-ne; la ripresa per le industrie della Piaggio è faticosa, lenta, ma costante.Enrico Piaggio sviluppa un’idea ben precisa: costruire un mezzo di trasporto semplice, a basso costo e consumo e soprattutto adatto alla guida per tutti. Dall’ingegno di Corradi-no d’Ascanio nascerà il primo scooter e sarà chiamato “VESPA” per la sua leggerezza e ma-novrabilità. Essa inizia una nuova pagina della storia dell’azienda Piaggio e sarà costruita nello stabilimento di Pontedera. Tutti avremo visto al-meno una volta la pubblicità che ricavò questo nuovo mezzo di trasporto dalle scene del film “Vacanze romane”, con i due protagonisti che percorrono con spensieratezza le vie di Roma. Gli stabilimenti aeronautici continuarono la loro produzione specifica sino a quando tutto fu trasportato nel nuovo ambito di produzione a Villanova D’Albenga, nell’omonimo aeroporto. Ai vecchi sestresi come me rimarrà sempre il ricordo del lavoro degli operai e degli impiegati che fecero di questa industria un vanto per il nostro Paese.

Prof. ssa CARLA BOTTERODocente di Storia di Genova

CUPinfonotiziario

UNA VESPATARGATA ABU DHABI

Piaggio addio: cedutala storica fabbrica nata a Sestri

Metamorfosi del Ponente

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Sotto assediocoltivazioni unichenel panorama italiano

Per parlare dei vini liguri e della loro incidenza nel panorama enologico italiano è opportuno fare prima una breve consi-derazione sulla Regione Liguria, sulla sua dimensione e sulla sua situazione pedocli-matica che discende da una particolarissi-ma collocazione geografica. Disposta lungo il cosiddetto “arco ligustico” storicamente ricco di piogge frequenti e persistenti, tutta la Regione, che ha una popolazione di circa 1.650.000 abitanti, si distende su un terri-torio coperto, per quasi il 70 %, da boschi, il doppio della media nazionale. Questo patrimonio forestale, pur rappresentando uno dei lati più belli e affascinanti della Regione, ne riduce, in termini agricoli, la capacità produttiva per cui, in tema vinicolo, la Regione stessa è da sempre tributaria dei grandi vicini piemontesi, toscani ed emiliani: la prima conseguenza di questa anomala situazione sta in un forte flusso di prodotti extraregionali sul mercato ligure, con evidente pericolo di perdita dell’identità regionale. Inoltre, non essendo possibili per motivi orografici l’ampliamento delle coltivazioni locali e l’organizzazione di rapidi sistemi di raccolta e di trasformazione, le uniche possibilità di sopravvivenza della vitivinicoltura ligure rimangono l’ostinata difesa di alcuni vitigni autoctoni e, natural-mente, la qualità.Tale ostinata difesa è l’espressione dell’or-goglio tutto ligure di non voler popolare le proprie ristrette balze, le amate “fasce” di montaliana memoria, con coltivi di ridon-danti varietà bordolesi e burgunde come

il Cabernet, il Merlot, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Riesling e tutta la famiglia dei Pinot. Solo in casi sporadici, compaiono alcune varietà originarie della vicina vallata del Rodano, Grénache e Syrah. Questi pochi vitigni alloctoni che hanno portato, in molti casi, una piacevole ventata di novità e di quell’“europeismo” di cui la Liguria, chiusa da quasi un millennio e mezzo nell’esclu-sivo mondo dei suoi rapporti mediterranei, ha un impellente bisogno, rimangono comunque ai margini delle Denominazio-ne d’Origine Regionali e solo raramente entrano a far parte di alcune Indicazione Geografiche.La maggioranza dei vitigni indigeni, come il rossese, il pigato e l’ormeasco, per il Ponente e la bianchetta genovese, il cilie-giolo, il rollo, l’albarola e la pollera nera, per il Levante, sono “comparsi” nei secoli probabilmente per adattamento pedoclima-tico di marze e talee importate da lontano da naviganti, viaggiatori e commercianti, e trasformatesi successivamente in vere e proprie “derive genetiche” e quindi, preve-dibilmente, in colture uniche nel panorama enoico italico.Al contrario, altri, come il vermentino, il moscato, il sangiovese e il canaiolo, pur avendo perduto, entrando in Liguria, gran parte delle loro caratteristiche varietali origi-nali, tradiscono ancor oggi le loro familiarità alto tirreniche e centro italiche. CARLO RAVANELLOGiornalista enogastronomo

identitàda difendere

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EnologiaCUPnotiziario

infoVINI LIGURI

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Un’eccellenza ligure al Museo di Melela produzione di carta artigianalelestimenti, si è contribuito a rendere più funzionale l’am-biente. Nel 2013 è iniziato

all’interno del Museo il corso professionalizzan-te finanziato dalla Regione Liguria “L’artigiano della Carta”, con lo scopo di valorizzare l’artigia-nato artistico quale modello produttivo econo-micamente sostenibile, sviluppando un’idea di impresa innovativa e valorizzando i molteplici aspetti del processo produttivo del prodotto ar-tigianale, nell’ottica della diffusione di una cultu-ra e di un patrimonio di conoscenze altrimenti destinate all’estinzione.Sono stati così formati dieci giovani “paperai”, in grado di produrre manufatti di grande valore con diverse destinazioni d’uso: carta per inviti, par-tecipazioni, onorificenze, diplomi ma anche carta per restauro di libri, oggettistica e carte antiche.A fine corso, grazie a finanziamenti della Comu-nità Europea, sono stati acquistati nuovi macchi-nari, trasformando il Museo nel primo laborato-rio artigianale di produzione di carta in Liguria.Dopo essere stato uno dei dieci partecipanti al corso, in concordato col Comune di Mele, mi sto occupando sia della didattica museale che della produzione e della vendita di manufatti re-alizzati all’interno del laboratorio; sono uno dei cinque artigiani che in Italia portano ancor oggi avanti il mestiere ormai scomparso della produ-zione di carta artigianale.Il percorso espositivo museale si basa su un’or-ganizzazione degli spazi con aggiornate tecni-

Intorno al XV secolo nella Valle del Leira na-sceva la manifattura cartaria genovese, favorita dalla presenza di torrenti utili alla produzione di energia per il funzionamento delle grandi ruote idrauliche.Mele divenne famosa in tutto il mondo per le caratteristiche della carta prodotta, difficilmen-te attaccabile da insetti e quindi preziosa per le grandi cancellerie delle case reali europee dei secoli XVI-XVIII.L’avvento delle macchine a vapore segnò l’ini-zio della decadenza dell’industria cartaria nel territorio. L’energia idraulica, indispensabile fino ad allora per il funzionamento delle cartiere, fu sostituita dal vapore e queste ultime poterono così essere installate in luoghi più facili.Le cartiere, che dopo gli anni ‘40 del 1900 era-no diventate soltanto 43, spariranno in qualche decennio.Il Museo della Carta di Mele è stato inaugura-to nel 1997 a testimonianza dell’antico sapere dell’arte cartaria, che tanta importanza ha avuto per lo sviluppo economico e culturale del terri-torio di Mele. Sede del Centro è l’antica cartiera Piccardo, costruita nel 1756 e chiusa definitiva-mente nel 1985. Il Comune di Mele ha intra-preso nei vari anni diversi lavori di restauro della cartiera e oggi, grazie a nuovi e tecnologici al-

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Musei amici

Alle spalle di Voltri

che multimediali che condurranno il visitatore in un vero e proprio viaggio sensoriale nel mondo della carta: si sentiranno di nuovo il rumore dei macchinari e lo scrosciare dell’acqua che aziona gli ingranaggi, si ripercorrerà visivamente tutto il processo produttivo grazie a fedeli ricostruzioni storiche e alla presenza di apparecchiature per-fettamente conservate.Laboratori per bambini e workshop per adulti a cadenza mensile completano un’offerta molto varia e completa. Inoltre da ormai un anno la presenza di un centro di produzione artigianale e vendita di carta ad alti standard di qualità fab-bricata secondo tecniche portate avanti da soli cinque artigiani in Italia rende vivo il Museo e perpetua in chiave moderna antichi mestieri e tradizioni che tanta fortuna portarono a Mele e alla sua valle.Giuseppe TraversoArtigiano e Gestore del Museo della CartaMuseo della Carta di Mele (GE),Via Acquasanta 2515, 16158 GenovaCell. 3351623161www.museocartamele.itFaceBook: museo carta MeleApertura: da mercoledì a domenica, 9.30-17.30A DICEMBRE SONO PREVISTE SOLO VISITE SU PRENOTAZIONE Visite guidate, con possibilità di realizzazione guidata di un foglio di carta fatto a mano, alle 9.30-11.30-14.00-15.30-16.30Preferibile l’appuntamento

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CUPinfonotiziarioMedicina

Un Killerche agisce nel sonno Giorno e notte 2-1.Non è il risultato di una partita di calcio.Sono le ore della nostra giornata (circa 16) e le ore delle nostre notti (circa 8).Le ore diurne sono circa il doppio di quelle notturne (2-1) e sono anche le più signifi-cative: durante il giorno amiamo, pensiamo, camminiamo, lavoriamo, coltiviamo interessi.La notte invece è il periodo di tempo in cui semplicemente ci riposiamo, e ci preparia-mo ad iniziare una nuova giornata.Negli ultimi 15 anni però è nata una vera scienza del sonno che ha dimostrato che lo spazio del riposo notturno è molto di più che una assenza di attività. Per tonificare nuovamente il corpo e la mente e preparar-li ad una nuova giornata, il riposo notturno ha poche, semplici, ma importantissime regole.In questo senso la pubblicità televisiva dei materassi e delle reti non fa una afferma-zione campata per aria quando dicono che “una bella giornata inizia con un buon riposo notturno”.

Molti di noi da tempo non godono di un vero riposo ristoratore e molto spesso nemmeno ne sono consapevoli. Non esiste una vera e propria scaletta di sintomi da riferire al proprio medico curante, ma il sospetto di avere il sonno frammentato, rotto, disturbato da pause senza respiro (A-pnee: alfa privativa) si presenta quando la notte appare sempre meno soddisfacente e la giornata sempre più faticosa: due lati di una stessa medaglia.Come consiglio direi di non dare mai per scontato a qualunque età, sia negli uomi-ni sia nelle donne, una graduale perdita di memoria, di interessi, di attenzioni, di piccole gioie della vita.Campanello di allarme possono essere sintomi tipo pressione alta difficile da cura-re, ritmo cardiaco disordinato, tendenza al diabete, soprappeso e obesità impegnative da controllare.

Sindrome delle apnee notturne

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Inoltre dobbiamo considerate alcune “mi-sure”: naso chiuso o troppo stretto, palato eccessivamente occupato da tonsille, ugola ed adenoidi, mento troppo piccolo e retroposto, collo e addome con circon-ferenza superiore alla norma. E ancora: qualche crampo di troppo, mal di testa al mattino, alcuni improvvisi risvegli con senso di soffocamento, e, forse, il sintomo più importante di tutti: chi dorme accanto a noi sostiene che la nostra notte risulta spesso caratterizzata da russamento e da momenti di assenza di respiro; di solito chi accompagna la moglie o il marito in visita racconta: “Durante la notte ci sono mo-menti anche lunghi in cui... sembra morto”: infatti durante le apnee ostruttive si susse-guono periodi di 30-40 secondi in cui c’è completa assenza di respiro.La cura?Quando le norme comportamentali non sono sufficienti a ridare un sonno fresco e ristoratore, bisogna ricorrere molto spesso ad un ventilatore a pressione positiva che “spinge aria” attraverso la nostra bocca o il nostro naso, così da tenere le vie aeree pervie e ridare un sonno ben “ventilato” e quindi ristoratore.Perciò, come consiglio…. : non dormia-moci su, e parliamone col nostro medico curante; possiamo concordare con lui una visita pneumologica, specificatamente “ per disturbi del sonno “ o più brevemente per “OSAS”.Dott. MARCO BONAVIAResponsabile Struttura Semplicedi Pneumologia RiabilitativaOspedale La Colletta, Arenzano

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La pagina del Socio

Spett.le Redazione “Notiziario del Centro Uni-versitario del Ponente”, con tutto il rispetto per l’originalità del progetto “Blue Print” presentato recentemente da Renzo Piano, mi è venuto in mente che un simile disegno (seppure per altri fini) era già stato fatto nel 1622, al tempo cui si pensava di costruire il Molo Nuovo.Vi allego un piccolo contributo in merito.ARMANDO DI RAIMONDO

Il giardinaggio è un’attività che può svilupparsi sia in forma amatoriale che professionale. Tra-lasciando il lato professionale, il giardinaggio amatoriale si può realizzare in varie forme e dimensioni: dipende essenzialmente dallo spa-zio che si ha a disposizione. Disponendo di un terrazzo, la quantità di piante verdi o da fio-re si limita, evidentemente, a piccoli e medi vasi, con conseguente riduzione di scelta nella tipologia delle piante. Con una grande terraz-za invece la coltura può estendersi anche a piante rampicanti, piccoli arbusti e perfino al-berelli nani di pesco, limone, ecc. Nel caso poi di un vero e proprio giardino a disposizione, è più facile estendere la fantasia con diversi tipi di piante verdi o a fiore. In questa situazione

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Genova 1622: un “antenato”del Blue Print

il posizionamento delle piante può essere re-alizzato non in forma geometrica ma cercando di creare un disegno di fantasia con bordure di aiuole e/o raggruppando diversi tipi di pian-te, ad esempio sistemandole in alcuni angoli. Nel periodo autunnale una tipica forma di giar-dinaggio è l’interramento delle bulbose quali crocus, giacinti, tulipani, narcisi, ecc. Le bulbose possono essere interrate sia in ampi vasi sia direttamente nella terra del giardino tenendo presente che la profondità d’interramento varia a seconda del tipo di bulbo. Concludendo, le

composizioni sia in larghi vasi sia direttamente nelle aiuole del giardino, possono essere varie, per esempio• Monotipo: tutti tulipani o tutti narcisi, crocus,

ecc.• Multitipo associati a raggiera con tulipani al

centro contornati da crocus e/o narcisiIn primavera sarà un tripudio di colori.

Buon divertimento!

ENIO ROBBIANO

Giardinaggio

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La pagina del Socio

L’11 dicembre, presso l’ Auditorium ex Manifattura Tabacchi è stato presentato, con il patrocinio del Municipio VI Medio Ponente, il volume che raccoglie in grade-vole alternanza poesie e prose uscite dalla penna dei partecipanti all’Atélier di Scrit-tura Creativa di Sestri (anno accademico 2014/2015), cui si sono aggiunti un paio di volenterosi dei Corsi precedenti, per un totale di 17 autori (Lucia Berruti, Antonella Bormida, Simonetta Cafasso, Angela Ca-neva, M. Grazia Casanova, Giorgio Caselli, Emilia Currenti, Susanna Giancontieri, Erminia Manacorda, Margherita Molinari, Bruna Mura, Rita Nello Marchetti, Ange-la Nutolo, Ida Parodi, Olga Parodi, Carlo Patrucco, Laura Vozza). La maggior parte degli scritti sono stati letti con sensibilità e bravura dall’attrice Julia Ivaldi. La presentazione è stata preceduta dall’in-contro: “A Natale mangemmo o bibin”. Tradizioni natalizie a Genova, condotto dalla docente dell’Atélier, prof.ssa Rita Nello Marchetti.Il testo, il cui titolo e struttura sono stati definiti all’interno del Corso, si suddivide in due parti: “LA FESTA”, che raccoglie brani sul senso della festa, e “LE FESTE”, che presenta testi ispirati alle principali solen-nità religiose o civili. Ciascun autore ha liberamente offerto alla pubblicazione da uno a quattro testi; anche la Docente ha contribuito con due scritti. I Corsisti hanno inteso porsi in modo inno-vativo rispetto alla consuetudine del saggio di fine d’anno, considerato meno eloquen-te delle loro istanze espressive che ben si

Scrittura Creativa di Sestri Presentato il libro dell’Atélier

Ogni qualvolta mi devo recare a Sestri Ponente, ci vado a piedi percorrendo la Via Antica Romana di Pegli che inizia da Via Cassanello e termina all’altezza di Viale Vil-la Gavotti a Multedo. È una stradina molto frequentata sia dai Pegliesi che dai Se-stresi, ma il suo fondo stradale, ricoperto da asfalto, per un notevole tratto è tutto “bricchi e fossi” e risulta veramente perico-loso e può provocare brutte cadute; l’ ulti-ma parte, verso Multedo, è stata rifatta con ciottoli e mattoni rossi “a mo di creusa” il che consente di camminare in maniera più sicura. Ora mi domando: perchè non viene rifatta anche la parte iniziale? Ormai da molti anni si trova in quelle condizioni e sembra che chi di competenza non sia intenzionato ad intervenire. Presumo che il motivo sia sempre lo stesso: mancanza di soldi, anche se non credo che detto lavoro richieda un grosso stanziamento di denaro pubblico. Direi piuttosto trascuratezza…Colgo inoltre l’occasione per far presente a chi porta colà il proprio cane a fare i suoi bisogni, di avere almeno il buon senso di raccoglierli, come fanno le persone civili, perchè così è un vero schifo!! Ed ancora, lungo tutta la Via, vi sono sola-mente due contenitori per i rifiuti, troppo pochi per agevolare gli interessati a rac-cogliere le deiezioni dei propri animali ed anche per mantenere la strada più pulita.

TERESA ZELIOLI

condensano nella scelta del titolo: Di festa in festa: “il dì di festa” secondo noi.I testi sono arricchiti da pregevoli illustra-zioni a colori: grafica e impaginazione sono state curate da Giulio Marchetti presente anche con il suo quadro “Festa d’autun-no”. In copertina: “Improvvisazione 7” di Kandinsky, con i suoi tipici intarsi di colori che, come gli scritti, si legano a odori, sapori e suoni diversi. In quarta di coper-tina: l’acrostico CUP, creato in comune, che sintetizza le motivazioni del libro (Ci gratifica Usare il nostro tempo Per scrivere e comunicare).ANGELA CANEVA

Via Antica Romanapasseggiate a rischio

GITA SOCIALE: DALLE NOTE DI PUCCINI ALLE CHIESE DI LUCCA

Anche quest’anno accademico del CUP è iniziato con la gita sociale, che ha avuto come meta Torre del Lago e Lucca.Dopo una partenza un po’ ritardata da un guasto tecnico ad uno dei tre pullman siamo arrivati a destinazio-ne per una full immersion nelle me-lodie pucciniane, molto coinvolgenti emotivamente.Il pranzo poi è stato una grande festa sia per l’ottimo cibo che ci è stato offerto sia per l’atmosfera conviviale e gioiosa dei numerosi partecipanti.Un po’ rallentati nei movimenti per il

troppo cibo e le abbondanti liba-gioni, ci siamo diretti a Lucca dove la nostra guida Graziella ci ha condotti nel centro storico ricco di storia e di arte, nonché di bei negozi che non abbiamo potuto visitare per mancanza di tempo.La giornata è stata incantevole sia dal punto di vista climatico sia da quello conviviale e tutto si è svolto nel migliore dei modi.Grazie alle organizzatrici per la bella giornata trascorsa.Alla prossima.

NADIA CHIOZZA PALADINO

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La pagina del Docente

DOLCI FESTE IN EUROPALas Delicias enNavidadLe Delizie del Natale

Prof.ssa SILVIA NONNINODocente di Spagnolo

TURRON DE ALICANTESe tuestan 120g de almendras peladas y troceadas en el horno. Mientras tanto , se prepara un almibar con 60 g de azucar glas y 40 g de miel mas unas gotas de limon. Se montan 2 claras a punto de nieve y se anale el almibar a fuego lento, sin parar de remover.Cuando empiecen a dorarse se incorporan la almendras y la ral-ladura de limon. Se trabaja y se reparte en moldes engrasados. Se cubre con oblea, se tapa y se deja una noche con el peso encima.

TORRONE DI ALICANTETosta 120g di mandorle pela-te e tagliate a pezzi grossi. Nel frattempo prepara uno sciroppo con 60 g. di zucchero, 40g di miele e qualche goccia di limone. Monta due bianchi d’uovo e aggiungi allo sciroppo a fuoco basso senza smettere di girare. Quando inizia a dorarsi, si incorporano le mandorle e la buccia di limone grattugiata. Lavora la preparazione e mettila in stampi oliati. Copri con delle ostie, copri ancora il tutto lasciando qualco-sa di pesante sopra.

TURRON DE CHOCOLATESe funden y mezclan 200g de chocolate negro, con el maximo porcentaje de cacao, y 50 g de mantequil-la, mejor ecologica. Se anaden 125g de frutos secos al gusto tostados y pelados (puede ser una mezcla de nuece, almendras, avellana pistachos…), y si se quiere, un poco de naranja confitada y picada.Si sigue mezclando y se coloca en moldes rec-tangulares forrados de papel parafinado o sim-plemente cubiertos con film. Se deja enfriar bien antes de consumir.

TORRONE DI CIOCCOLATOFondi 200g di cioccolato , all’ 80% insieme con 50 g di burro. Aggiungi 125g di frutta secca a piacere, tostata o pelata (Può essere un misto di noci, mandorle, nocciole, pistacchi ecc) e, se vuoi, un po’ di arance candite e tritate. Mescola ancora e metti il composto in stampi rettango-lari foderati con della carta oleata o semplice-mente coperti con della pellicola.Lascia raffreddare molto bene.

TURRON DE JIONASe forma un almibar con 200 ml de miel y 30 g de azucar a fuego lento. Se trituran lo mas finemente posible 200g de almendras tosta-tadas y peladas y le les anade una clara de huevo a punto de nieve. Se mezclan fuera del fuego ambas preparaciones hasta que quieden bien homogeneo. Se deja reposar unos menutos y se reparte en moldes pla-nos untados con aceite. Se tapan con Oblea o film. Se cubren con un pano , se coloca un peso y se deja reposar un par de dias para que se liguen las grasas y los azucares.

TORRONE DI JIONASi prepara uno sciroppo con 200ml di miele e 30gr di zucchero, mescolando a fuoco len-to. Si tritano il più finemente possibile 200gr di mandorle tostate e pelate e si aggiunge un bianco d’uovo montato a neve.Dopo averli tolti dal fuoco, si mescolano en-trambi i composti fino a che si ottiene un amalgama senza grumi.Si lascia riposare qualche minuto e si dispo-ne in stampini piani.Si copre con pellicola, poi con un panno e un peso e si lascia ancora riposare, per un paio di giorni, per consentire agli zuccheri e ai grassi di legarsi bene.

TURRON BLANCO DUROSe montan 4 claras a punto de nieve con una pizca de sal y de vanilla glas y se anaden 125 g de azu-car en polvo sin dejar de montar. Por otra parte se

tuestan 200g de pistachos verdes y 100 de pinones, se anaden 100g de naranja confitada y cortada, y se mezclan con el merengue. Se coloca en moldes sobra papel vegetal, se alisa y se hornea entre 20 y 30° c a temperatura baja, hasta que quede bien seco.

TORRONE BIANCO DUROMonta 4 bianchi d’uovo a neve, un pizzico di sale, della vaniglia e aggiungi 125 g di zucchero vaniglia-to, lavorando sempre il compostoe cercando di non smontarlo. In un tegame tosta 200g di pistacchi ver-di e 100g di pinoli, aggiungi 100g di arance candite e aggiungili alla meringa. Metti il composto in uno stampo con carta da forno per 20° 30° minuti a tem-peratura bassa, fino a quando risulta asciutto.

Turrones caseros, la Navidad mas sana. Te animas a hacer turron en casa para estas fiestas? Tiene ven-tajas que elaborar el proprio turron permite elarguir los ingredientes mas saludables ademàs de prescindir de aditivos y conservantes.Aqui tienes la recetas.

Torroni fatti in casa, il Natale più sano. Te la senti di preparare il tor-

rone in casa per queste feste? Ha dei van-taggi, perché elaborare il proprio torrone permette di scegliere gli ingredienti più genuini. Si evitano anche gli additivi e i conservanti.Qualche ricetta:

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DOLCI FESTE IN EUROPAProf.ssa ANNA BARDELLIDocente di Francese

LE GATEAU DE L’EPIPHANIE EN FRANCELa galette des Rois, servie pour l’Epiphanie, est une tradition typiquement française qui avait déjà cours au XIV siècle.Ce gâteau de pâte feuilletée fourrée de pâte d’amandes ou bien brioché en forme de cou-ronne contient une fève qui désigne roi ou reine d’un jour celui qui la trouve dans sa part.Les parts sont attribuées anonymement, généralement par le plus jeune enfant caché sous la table.Il s’agissait autrefois de véritables fèves, de haricots secs ou encore de pois chiches.Les premières fèves en porcelaine ne sont apparues que vers 1875 et ont longtemps gardé des formes symboliques évoquant la chance, la richesse, les vertus.La galette était partagée en autant de portions que de convives, plus une sup-plémentaire, appelée “part du Bon Dieu”, “part de la Vierge” ou plus communément “part du pauvre” puisque destinée au premier nécessiteux de passage.

IL DOLCE DELL’EPIFANIA IN FRANCIALa torta dei Re, servita per l’Epifania, è una tradizione tipicamente francese già in uso nel XIV secolo.Questo dolce di pasta sfoglia, ripieno di pasta di mandorle fatto a forma di corona contiene una fava che elegge regina o re per un giorno colei o colui che la trova nella propria fetta.Le fette sono assegnate a caso, generalmente dal bimbo più piccolo nascosto sotto il tavolo. Antica-mente si utilizzavano vere fave, fagioli secchi o ceci.Le prime fave di porcellana sono comparse verso il 1875 assumendo per lungo tempo delle forme simboliche che richiamavano la fortuna, la ricchez-za, la virtù. La torta veniva divisa in tante porzioni quanti erano i convitati, più una, chiamata “parte del buon Dio”, “parte della Vergine” o più comu-nemente “parte del povero” in quanto destinata al primo bisognoso di passaggio.

CHRISTMAS PUDDING IN GREAT BRITAINChristmas is an important feast. Every family pre-pares the typical English pudding considered a speciality.Recipe:butter, dried grapes, mixed candied fruit, almonds, eggs, flour, clove, cinnamon, ginger, bread crumbs, sugar, milk, lemon, brandy, grease-proof paper. Mould for puddings.Mix all the ingredients, put the mixture into a mould for puddings and put it into a kettle with boiling water. Cover with grease-proof paper and let it cook for six hours adding hot water if neces-sary. When it is ready, turn it upside down, spray it with hot brandy and flame. Garnish it with brandy cream and holly.

Natale in Gran Bretagna è una festa importan-te. Ogni famiglia prepara il tipico dolce consi-derato una specialità: il Chritmas pudding.Ricetta:200 g. burro, 350 g. uvetta, 50 g. canditi, 25 g. mandorle tritate, 2 uova sbattute, 175 g. fari-na, 2 cucchiaini di garofano zenzero cannella, 175 g. briciole di pane fresco, 700 g. zucchero, 4 cucchiai latte, buccia e succo di un limo-ne, 2 cucchiai di Brandy, carta oleata, stam-po da budino da un litro, crema al Brandy, agrifoglio. Mescolate gli ingredienti, versate la mistura in uno stampo e mettetelo in una pentola con acqua bollente quasi fino all’or-lo. Coprite con carta oleata e fatelo cuocere per sei ore, aggiungendo acqua calda, se necessario.Quando sarà pronto, capovolgetelo, irrora-

telo di Brandy caldo e fiammeggiate.Ornatelo con crema al Brandy e con un rametto di agrifoglio.

Prof.ssa ENRICA BOTTERODocente di Inglese

La pagina del Docente

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La pagina del Docente

Se mi chiedeste che cosa maggiormente mi attrae e in genere colpisce il fruitore di una mostra di acquarelli, non avrei dubbi: la luce che emanano.Questa “piccola meraviglia ”non è dovuta sola-mente all’elaborazione del cervello di ciò che percepisce l’occhio di fronte a qualcosa di pia-cevole, ma è anche un fenomeno fisico (e qui si fa sentire l’ingegnere che c’è in me): la luce che colpisce il bianco del foglio si riflette, per lo stesso motivo che d’estate vestiamo di bianco per riflettere i raggi del sole e d’inverno, invece, con tinte scure per assorbire i raggi e riscaldarci.Però la riflessione, e quindi l’emanazio-ne di luce, sono solo possibili se, come nel caso dell’acquarello, i colori sono trasparenti. Nessun’altra tecnica pittorica consente di fare ciò, per lo meno nella stessa misura.Gli acquarelli sono pigmenti di colore di na-tura minerale, per esempio la terra di Siena, che è proprio la terra macinata, di natura ve-getale, quali radici di piante, di natura animale, anche se di recente i pigmenti sono prodotti principalmente con processi chimici.I pigmenti, che si presentano sotto forma di polvere, in realtà sono usati gli stessi per tutte le diverse tecniche pittoriche (olio, acrilico,…) la differenza è il collante che li tiene insieme. Nell’acquarello il collante è la gomma arabi-ca, che è la resina di un albero e che è diluibile con l’acqua (da cui il nome “acquarelli”).Volete rappresentare pittoricamente l’acqua che sia il mare, un lago, un corso d’acqua, una strada bagnata? Desiderare di riprodurne la flu-idità, la trasparenza e l’imprevedibilità, solo per citare solo alcune sue caratteristiche, e pensare di utilizzare l’acquarello il passo è breve: quale migliore idea di usare l’acqua per rappresentare l’acqua? Il colore così diluito, scorre velocemen-

te sul foglio, talvolta in modo inaspettato, talvol-ta mescolandosi con il colore adiacente, altre volte invece staziona e si ferma dove, sapiente-mente, gli si dice di fermarsi.Talvolta nascono delle combinazioni di colori dove il risultato non è una tinta unica, ma una superficie variegata e iridescente dove si riesco-no ancora a individuare le singole componenti. È un “piccolo miracolo“ che da gioia quando ac-cade e disperazione quando non capita. L’abilità consiste nell’apprendere come farlo accadere il più possibile. Per esperienza ho imparato che la riuscita di un acquarello, che vuol dire provare quelle sensa-zioni di cui ho parlato, dipende solo in parte da un’abilità tecnica. Amo, infatti, definire que-sto tipo di pittura un “colloquio” tra il pittore e i mezzi che ha a disposizione e cioè la carta, i colori e i pennelli oltre all’acqua ovviamente.Come in un dialogo bisogna saper parlare, ma anche saper ascoltare, altrimenti diventa un monologo: la carta, i colori e i pennelli esprimono le loro esi-

genze, se si ascoltano e si rispettano si può dire loro cosa fare. Ad esempio se la carta è troppo bagnata o, al contario, troppo asciutta, se il co-lore è troppo diluito, se si usa un certo tipo di pennello, si possono fare solo determinate cose e se si fanno solo quelle, si è saputo ascoltare altrimenti no e succedono i disastri. Pertanto se l’approccio è quello di “devi fare quello che dico io”, “non voglio aspettare”, “sono pigro e non mi va di prendere il pennello giusto” si va poco lontani.Non ci sono scorciatoie. Forse bisogna avere una sensibilità, in parte innata e in parte eser-citata. Ma se ci sforzeremo di farlo, ci colpirà e riempirà di gioia sempre di più un luccichio sul mare e un abbaglio di luce ci riscalderà il cuore... e magari avremo voglia di dipingerlo.GIANNI SOMMARIVADocente CUP Corso Acquarello

ACQUARELLO PER CATTURARE LA TRASPARENZADELLA LUCE

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Vai a vedere la star e poi ti accorgi che tra i “non protagonisti” ci sono artisti che ti sorprendono con la loro professionalità e la loro capacità di trasmettere emozioni. Riprendiamo un invito che abbiamo rivolto nel numero scorso, in un articolo che illu-strava la stagione dello Stabile. Vi proponia-mo un gioco, da fare insieme: annotatevi i nomi di quelli che, negli spettacoli che avete visto, vi hanno comunicato emozioni o sorpreso per la loro bravura. Forse non li conoscevate (potete aiutarvi con le locandi-ne e comunque basta lasciare una segnala-zione sul personaggio, ai responsabili della sezione teatro al termine dello spettacolo o in segreteria). Saremo contenti di dare voce alle vostre impressioni e i vostri commenti e stiamo studiando un modo perché non rimangano lettera morta. Tante rassegne gloriose, il festival di Borgio Verezzi ad esempio, hanno un “premio del pubblico”. Cominciamo a pensarci anche al CUP. Certamente potrete segnalare soltanto nell’ambito di ciò che avete visto ma trove-remo il modo di essere chiari: ci muoviamo nell’ambito di un campione circoscritto. L’inizio di stagione ci ha rinsaldato in questa convinzione, e vale come esempio.Prendiamo proprio come esempio, per non influenzare nessuno, uno spettacolo che forse non avete visto perché l’anno accade-mico del CUP non era ancora avviato.

TEATRO, UN GIOCODA FARE INSIEME

Non vi avrebbero lasciato indifferen-ti i giovani allievi della scuola di recitazione dello Stabile di Genova che hanno circondato il grande Eros Pagni in “Minetti”.E avreste certamente applaudito il meraglioso cast di “Ivanov”, un esempio di recitazione perfetta, coinvolgente, giusta nelle intonazioni, senza una sbavatura.Erano, in questo caso, tutti grandi profes-sionisti: Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Gianluca Gobbi, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepe. Li citiamo tutti perché in un quotidiano non avremmo potuto farlo. Li

conoscete? Sulla carta stampata gli spazi sono sempre più tiranni e penalizzano, troppo spesso, chi è conosciuto per grande professionalità nell’ambiente ma non fa notizia. Sarebbe bello se riuscissimo a supe-rare questa mentalità, “nel nostro piccolo”.Nei prossimi mesi le occasioninon mancheranno.

S. Z.

Stabile, concerti del Paganini nel Foyere abbonamenti a prezzi ridotti

Nel periodo compreso tra questo dicem-bre e il prossimo aprile, in occasione dei debutti nazionali degli spettacoli prodotti dallo Stabile, “Besame mucho”, “Demoni”, “Intrigo e amore”, “Macbeth Remix”, nel foyer gli spettatori potranno assistere a concerti degli allievi del Conservatorio Paganini che anticiperanno con le note il tema degli spettacoli in scena. I concerti prenderanno il via alle 19.45 mentre il sipario si aprirà, come di consue-to, alle 20.30.Inoltre per tutto il mese di dicembre fino al

10 gennaio si rinnova l’iniziativa “Regala un abbonamento e dona una serata a chi ti aiuta”.Gli spettatori potranno acquistare un ab-bonamento a prezzo ridotto sapendo che parte del ricavato andrà a un ente benefico (quest’anno alla comunità di sant’Egidio). Per informazioni rivolgersi in segreteria Sezione Teatro del CUP o al Teatro Stabile di Genova, Ufficio Rapporti con il Pubblico.

LUIGI BARBAGELATA, DIEGO BOLDI,MARCO DI SABATINO Responsabili Teatro

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News CUP

Full immersion fra archeologia, storia e arteCarissimi, ecco a voi le proposte per il 2016Gennaio: Sabato 23 Museo Egizio a TORINO.Oltre tre secoli di storia hanno reso il Museo Egizio di Torino una delle collezioni egizie più importanti con documenti eccezionali per la ricerca egittolo-gica e con antichità così numerose e varie da for-nire un quadro della civiltà egizia dalle origini nel IV millennio a.C. fino al V-VI secolo. Considerato il 2° al mondo per l’importanza delle sue collezioni, il Museo, recentemente rinnovato offre in visione al pubblico circa 8000 pezzi, la cui esposizione è articolata su tre piani. Febbraio: da Sabato 2 a Martedì 9 - VENEZIA.Un tuffo nell’atmosfera unica del carnevale, un in-contro con la magia di una città unica al mondo.Marzo: dal 17 al 28 - CINA, un viaggio atteso da tempo, un pellegrinaggio alle fonti dell’armonia, della grazia estetica più raffinata, di un mondo in fermento, in cui l’antico, il moderno ed il futuro convivono in modo sorprendente.Aprile: da Venerdì 1 a Domenica 3: FIRENZE - Pa-lazzo Pitti con la Galleria Palatina - la Galleria degli Uffizi, uno dei musei più famoso al mondo, ovvero la storia racchiusa tra le mura del palazzo, ogni quadro come ogni statua, rendono Firenze una delle città più belle e affascinanti al mondo.

Possibilità di visitare il Corridoio Vasariano, il ce-lebre corridoio che attraversa alcuni dei principali punti di interesse della città, come il Ponte Vec-chio ed il Giardino di Boboli.Impossibile elencare tutte le bellezze di questa cit-tà. A Firenze bisogna andarci!Aprile data e programma da definire: PistoiaMaggio: da Lunedì 9 a Martedì 17 - Bretagna e Normandia. Un viaggio che offre suggestioni uni-che sotto tutti i punti di vista, sia paesaggistiche,

Firenze: Panoramica Percorso Corridoio Vasariano

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artistiche, sia gastronomiche.Nell’Augurare a tutti la serenità che desiderate per le imminenti feste, ricordo che lo staff dei viaggi è a vosra disposizione il Mercoledì dalle 9,30 alle 11,30 ed il Giovedì dalle 17 alle 18, presso la nuova sede della Segreteria Viaggi CUPal MUSEO NAVALE.

MARIA CORTESE Referente Commissione Viaggi CUP

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COMMISSIONE CULTURACUPinfonotiziario

Cari Soci, negli ultimi mesi del 2015 abbia-mo proposto iniziative inserite nel filone del vino e non solo. Le mostre hanno toccato te-matiche piacevoli, come in quella del pittore Bruno Pettinati, ma anche altre, importanti e significative da conoscere, capire e non dimenticare, come avrete avuto modo di notare visitando l’esposizione “I nostri nonni nella Grande Guerra”.Nella speranza di aver incontrato il vostro consenso e di non deludere le vostre aspet-tative, per i primi mesi del nuovo anno ab-biamo organizzato eventi ancora sul vino, ma anche di altro tipo.Interverranno conferenzieri di chiara fama,

sempre disponibili verso la nostra Asso-ciazione, nota ormai anche in Centro città, gratificati, come è sempre capitato, dalla presenza di un pubblico attento, folto ed in-teressato.Prendete nota del calendario, con la solita avvertenza di prestare attenzione a locandi-ne e avvisi, che vi giungeranno durante le lezioni e tramite le mail. Non mancate!Sabato 16 gennaio 2016 nel Salone del Mu-seo Navale alle ore 15.30 conferenza dell’Ar-cheologa prof.ssa Piera Melli, dal titolo Vino e archeologia.Sabato 30 gennaio 2016 nel Salone del Museo Navale alle ore 15.30 conferenza del

prof. Mario Caprini, dal titolo L’origine della vite e del vino e la diffusione durante l’Impero Romano e il Medio Evo.Sabato 20 febbraio 2016 nel Salone del Museo Navale alle ore 15.30 in collabora-zione con l’ASL3 Convegno medico sul tema dell’uso e dell’abuso degli alcolici.Sabato 5 marzo - domenica 6 marzo 2016 al Museo Navale, Rassegna di Scrittori Li-guri, con mostra mercato, presentazione di Scrittori del Territorio, letture da libri premiati e.. tanto altro.

LAURA DELLACASA e ANGELA DELFINO Referenti della Commissione Cultura del CUP

Convegni e Conferenze

Vorrei presentare una meta interessante, che si può raggiungere abbastanza agevolmente in una bella giornata invernale, magari quan-do non è proprio freddo, perché lì il vento non scherza: San Pietro ai Monti.Primo entroterra di Toirano: Autostrada dei Fiori, direzione Ventimiglia, si esce al casello di Borghetto Santo Spirito. Alla seconda rotonda si segue la provinciale per Bardineto - Calizza-no, si passa Toirano (che si visiterà con calma al ritorno) proseguendo sulla destra per Bardi-neto. Poco prima del Giogo di Toirano, su un deciso tornante, si lascia l’auto (all’interno del tornante c’è un piazzaletto erboso); all’esterno del tornante si stacca una sterrata carrozzabile con indicazione San Pietro ai Monti. Si cammina in falsopiano per un paio di chilometri, finché la sterrata si interrompe bruscamente contro un roccione, probabilmente troppo impegnativo per essere tagliato. Pochi metri prima dell’inter-ruzione un sentierino si inerpica sulla sinistra; si

prende con piglio deciso, per dimostrare supe-riorità, ma poi ci si rabbonisce subito: il sentieri-no continua prima con minore pendenza, poi in falsopiano; bisogna solo camminare con atten-zione, guardando per terra, perché il sentierino è contornato, a valle, dalla tubazione di un vec-chio acquedotto, e a volte si rischia di rimanere incastrati con gli scarponi fra il tubo e il terreno.Siamo nell’alta Val Varatella e il paesaggio è aspro, con tipici spuntoni di roccia che emer-gono dal fianco del monte. Una rampa finale ci porta sul pianoro della chiesetta, a 895 metri sul mare. La chiesa, che risale sembra all’ VIII secolo, è quanto rimane dell’abbazia benedetti-na di San Pietro in Varatella, fondata, sembra, da Carlo Magno. Dal pianoro, circondato da dirupi, il panorama è superbo; si vede tutta la costa da Borghetto a Pietra Ligure, con Loano nel mezzo. Se siete fortunati potete visitare l’edificio sacro, se lo trovate chiuso vi passo io le foto dell’inter-no, molto interessante. Ritornate sui vostri passi,

dopo aver pranzato sui tavoli davanti a San Pie-tro (il panorama vi terrà compagnia); consiglio di non abbondare con il vino, anche se non gui-date, perché inciampare sul tubo di prima può essere pericoloso. Ricordate la sosta a Toirano, il centro storico merita senz’altro (le grotte anche ma richiedono una gita dedicata).Per ulteriori delucidazioni chiedete pure; andate a scoprire la nostra bella e nascosta Liguria!Con le gite CUP cerchiamo di vedere qualche cosa, ma le possibilità sono infinite. Il program-ma completo lo trovate sul librino dei corsi.Buone camminate!ANTONIO PARODI Responsabile EscursioniESCURSIONI PROGRAMMATE:GENNAIOLevanto-Bonassola-Salto della Lepre-BonassolaFEBBRAIOCamogli - Ruta - Pietre Strette - Olmi - S. Mar-gherita Ligure - Alla scoperta di Taggia

In Val Varatellasulle orme di Carlo Magno

Ponte Medievale sul torrente Varatella Il Borgo di Toirano

Gruppo di CamminoProsegue l’attività del

“gruppo di cammino”, per poter svolgere in compagnia una attività fisica modesta

ma importantissima:camminare!