Newsletter dicembre 2015

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CITTÀ a partire dalla Missione Dicembre 2015 LAICI MISSIONARI COMBONIANI - PALERMO Una ”Prioritario curare malaria e tubercolosi. Piu’ facile accesso ai farmaci". Francesco all'Onu di Nairobi HTTPS://WWW.YOUTUBE.COM/WATCH?V=Z-K1YVAVKJG

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Dicembre 2015Laici Missionari coMboniani - PaLerMo

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”Prioritario curare malaria e

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3 EditorialE

di Alberto Biondo

4 Voci dal mondo

di Domenico Guarino

5 riprEndiamo il cammino

di Stella Mineo

8 GioVEdì in strada

di Fausta Ferruzza

10 pacE E diritti nEl mEditErranEo

di Alberto Biondo

13 Un dolcE ... natalE all’insEGna dElla solidariEtà E GEnUinità

di Virginio Scarabello

15 racconti di Uno

di Dom Pedro Casaldaliga

16 a proposito di clima ...

La redazione Alberto Biondo - Giulia Di Martino - Domenico Guarino

www.laicicombonianipalermo.org

[email protected]

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Palermo 3

Il nostro tempo volge alla fine se non ri-usciamo a cambiare le sorti del nostro povero mondo. È questo uno degli slogan degli attivisti che difendono il nostro eco-

sistema e che in questi giorni di sono dati ap-puntamento a Parigi. In questo numero nella quarta di copertina facciamo riferimento a questo evento, alla difesa della terra; abbiamo cercato di fare richiami anche ad altri eventi significativi come la visita del Papa in Africa.

Ma il cuore del numero di questo mese è la comunità, una comunità che si rimette in cammino dopo la pausa estiva e che si ri-in-contra per verificare, pianificare, studiare, ma soprattutto per pregare guidata da una Parola che si incarna nella storia della nostra città, nelle nostre vite, nel nostro percorso quotidiano.Una comunità ministeriale che ha ripreso a narrarsi con il desiderio di raggiungere nuovi obiettivi da condividere e realizzare.

Uno di questi è l’attività laboratoriale della ministerialità stili di vita che anche quest’an-no, in occasione delle festività natalizie, at-traverso il lavoro gratuito di alcune persone anche esterne alla stessa ministerialità, pre-parerà delle dolcezze “ecologiche”.

Ovviamente non poteva mancare il filo rosso

che unisce le nostre newsletter che è la realtà dell’immigrazione. Riportiamo i punti più sa-lienti del convegno svoltosi a Palermo “Pace e diritti nel mediterraneo”. Per contrarrestare un senso comune devastante sull’immigrazione, è urgente e necessario che l’opinione pubbli-ca venga informata in modo corretto. Bisogna mettere fine all’uso scellerato e strumentale dell’immigrazione per deviare l’attenzione delle vere cause della precarietà delle nostre vite e degli enormi squilibri economici euro-pei e mondiali. “Giovedì in strada” è la storia di chi vuole mettersi in gioco, di chi, lascian-dosi dietro l’indifferenza, crede in una società accogliente e solidale.

Le parole di Dom Pedro Casaldaliga, vesco-vo emerito di São Félix do Araguaia (Brazil), ancora una volta riscaldano i cuori in que-sto Natale difficile e carico di dolore per una grande parte dell’Umanità.

Un numero ricco di spunti per continuare la riflessione e far crescere la speranza nel no-stro impegno quotidiano per proteggere e far crescere la vita.

Buona lettura!

E d i t o r i a l Edi Alberto Biondo

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“Cattolici ed evan-gelici, uniti contro la violenza

e per la carità”. Incontrando 400 rappresentanti delle Co-

munità evangeliche nella Facoltà Teologica Evangelica di Bangui,

il Papa chiede di superare lo scandalo della divisione e

di porsi al servizio del bene comune

1

Papa a religiosi Nairobi: “Non cadere

nel ‘mercato’ della tiepidezza. Questo fa vomitare Dio”,

“Piangere, pregare, servire”, le tre parole chiave del Pontefice nell’incon-tro con il clero alla St. Mary School, a cui ricorda che “Dio ci ha scelti”

e che “nella vita consacrata, si entra dalla porta non dalla

finestra”. 3

Voci dal mondo

Cop21. A Parigi, pellegrini cli-

matici da tutto il mondo per chiedere di “salvare la terra”300 pellegrini hanno percorso

a piedi o in bicicletta migliaia di chilometri per consegnare insieme ai leader religiosi una petizione ai

rappresentanti Onu del gover-no francese

4

Migranti: naufragio al largo delle

coste turche. Sei bambini morti in mare

Due barconi carichi di immigra-ti dalla Siria si sono rovesciati.

Secondo OIM. Da ottobre sono 220 i morti nelle acque tra

Turchia e Grecia

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Sabato 15 novembre alle 17 ci si è ritrovati in sede per la lettura popolare della bibbia.L’incontro ci ha aiutati a: • Rafforzare il nostro essere comunità ac-

compagnati dalla forza dello spirito di Gesù di Nazaret.

• Ripartire dalle testimonianze delle pri-me comunità cristiane che hanno vissu-to un’esperienza di fede, di solidarietà e di impegno nell’annuncio della Paro-

la e nella costruzione del Regno di Dio. • Trovare nella loro esperienza ciò che

anima e rafforza la nostra vita comu-nitaria impegnata nella trasformazione della storia.

• Vivere, come le prime comunità cristia-ne, il desiderio profondo di seguire nel-la costruzione di una “casa-comunità” edificata sulle ministerialità.

di Stella Mineo*

riPrendiamo il cammino

S

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Parole come passione, condivisione, lun-gimiranza, coraggio, umanità, fiducia e tolleranza, hanno animato la preghiera. Ci ha accompagnati la certezza che la vita e la storia sono una costruzione comunita-ria nella misura in cui ciascuno/a mette in campo il proprio tempo e il proprio impe-gno.

1. Assemblea Nazionale

La domenica mattina ci siamo ritrovati per ascoltare i “vissuti” di alcuni di noi che hanno partecipato all’assemblea nazionale dei Laici Missionari Comboniani (Lmc) svol-tasi a Verona lo scorso settembre. È stata un’esperienza di incontro e di scambio, di confronto e di convivialità con le altre real-tà nazionali, con percorsi formativi diversi perché diversi i contesti locali. Significativi sono stati i workshop sui temi rilevanti del nostro camminare quotidiano. Un tempo per vedere e approfondire la ri-flessione alla luce della fede e del carisma comboniano. Sono le diverse ministerialità, immigrazione, giustizia e pace, stili di vita, che caratterizzano l’impegno specifico di ognuno. L’intervento della teologa-biblista Maria Soave Buscemi ha arricchito tutti i partecipanti sulla lettura della storia a par-tire dall’impegno personale e seguendo il proprio orizzonte nel mettere insieme vita e Bibbia. Durante l’assemblea c’è stato lo spazio è il tempo per pregare insieme a Barbara, del gruppo di Venegono, che pre-sto partirà per la missione.

La condivisione di questa evento è stata

preziosa per tutti/e coloro che non hanno avuto la possibilità di partecipare. Ha raf-forzato il sentire comunitario del nostro camminare insieme come laici/che e come parte del carisma di San Daniele Comboni.

2. La vita della comunità ministeriale

Dopo una breve pausa abbiamo continua-to con la programmazione delle attività di quest’anno da parte delle varie ministeria-lità.

La ministerialità liturgia ha presentato il calendario con gli incontri di avvento, mo-menti di spiritualità missionaria con spunti tratti dall’enciclica Laudato Sii. Saranno il giovedì alle ore 20.30 presso la parrocchia santa Lucia. In questo ci sentiamo spinti dalle parole di papa Francesco ad andare controcorrente senza avere paura di sogna-re cose grandi.

La ministerialità pastorale ha esposto i cammini con i gruppi che accompagnano dando una continuità all’impegno di ani-mazione presso la parrocchia. Seppur i gruppi seguiti hanno età differenti e diffe-renti sono i cammini (animazione all’ora-torio/catechismo preparativo alla comunio-ne/Adolescenti percorsi formativi/pastorale carceraria), l’aspetto pedagogico educativo che li anima è lo stesso.

La ministerialità stili di vita si propone di costruire “un carrello della spesa” che aiu-ti tutti/e a prendere coscienza dei prodotti che acquistiamo al supermercato. Inoltre

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si vuole approfondire la filiera dei rifiuti e continuare, con le attività dei laboratori di autoproduzione, a sostenere i progetti ad intra ed ad extra di tutti i laici.

Siamo pronti a ricominciare il cammino consapevoli che la strada è lunga e che non c’è una meta da raggiungere, un premio da ottenere. Semplicemente vivere intensa-mente e consapevolmente una storia che ogni giorno ci chiama ad essere presenti con ciò che la nostra vita è in grado di offri-re nella sua semplicità e nella sua immensa

pienezza.

Buon cammino a tutti noi!.

* Laica Missionaria comboniana, comunità la Zattera

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Fausta Ferruzza*

Giovedì

Ogni giovedì sera, da settembre scorso, siamo in strada nella piazza più centrale di Palermo, davanti al teatro Massimo, per ricordare che ogni giorno si continua a mo-rire alle frontiere d’Europa. Abbiamo segui-to l’esempio di Milano e costituito la rete “Palermosenzafrontiere” contro i muri che sempre più alti si costruiscono per sbarra-re il passo alle persone in fuga da guerre, terrorismo, sottosviluppo, dittature. Muri fisici, come in Ungheria e Slovenia, ma soprattutto muri normativi: non esiste un modo legale per accedere all’asilo in Euro-pa. Anche in paesi come la Germania che, “commossi” dalle morti di bambini siriani hanno aperto le porte ai profughi, può chie-dere asilo solo chi arriva vivo.

E 27.000 sono i morti accertati negli ultimi vent’anni, in mare e non solo. Incalcolabile (altrettanti?) il numero dei dispersi. Portia-mo in piazza le foto dei ragazzi maghrebini dispersi, “desaparecidos”, come le madres de Plaza de Mayo in Argentina portavano (e portano) le foto dei loro cari e care, per chiedere la verità sulla loro scomparsa. Stendiamo in terra le liste dei morti, lunghe decine di metri, le foto delle ragazze eritree morte negli ospedali di Palermo, perché im-barcate a forza, nonostante le gravi ustio-ni subite in Libia. Fermiamo i/le passanti e chiediamo di appoggiare le nostre richieste all’Unione Europea di leggi più umane, di garantire un diritto di asilo vero, non solo stampato sulla carta dei principi quando si pensava che la “Fortezza Europa” fosse ir-

in

O

strada

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raggiungibile e il suo benessere, costruito sul potere coloniale, intoccabile. Come Palermo e Milano anche a Messina, Torino, Roma.

Qualcuno/a corre via senza guardare, qual-cuno/a si ferma a polemizzare o ad appro-vare, qualcuno/a guarda in silenzio le luci delle torce o si fa avanti per informarsi o unirsi al corteo funebre per qualche mi-nuto, poi riprende la sua strada con uno sguardo diverso.

Oggi, poi, che l’attenzione mediatica è tutta sul terrorismo e la diffidenza e l’odio si stanno indirizzando sempre più perico-losamente sui/sulle migranti, specie se di

fede (o aspetto) islamico, crediamo sia ancora più importante la nostra presenza in piazza, solidali con le vittime di Parigi, ma anche di Beirut, Ankara, Bamako, Siria, Iraq, Kurdi-stan, Palestina..... E con chi da quello stesso terrorismo fugge, oltre che dal-lo squilibrio economico indecente di cui l’Occidente non può facilmente lavarsi la coscienza. Rifiutiamo con forza la distinzione di comodo profu-ghi/migranti economici e chiediamo la chiusura di tutti i luoghi di deten-zione e discriminazione, che si chia-mino CIE, hotspot o altro.

Ci saremo ancora il 18 dicembre, Giornata Internazionale dei/delle mi-granti, quando ci faremo sentire con voce più forte contro i muri d’Europa e per i diritti di tutti.

*Attivista sociale del Forum Antirazzista di Pa-lermo.

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di Alberto Biondo

È questo il titolo del convegno che si è svolto a Palermo nei giorni 12 e 13 novembre, dove si sono evidenziati i conflitti attuali, le resi-stenze all’abbattimento dei muri che l’Europa ha costruito e le prassi attuali che il sistema di potere adotta. Chi è intervenuto ha cercato di illuminare la storia che viviamo e spingerci ad un impegno più profondo nella storia. Il convegno è stato organizzato dall’associazio-ne A-DIF (associazione diritti e frontiere), di cui uno dei referenti è il professore universi-tario Fulvio Vassallo Paleologo.

Alessandra Sciurba, ricercatrice e attivista del forum antirazzista, ha parlato di un attacco senza precedenti ai diritti umani e che il dirit-

to di asilo è stato svuotato da un Europa mio-pe e bugiarda. I flussi migratori sono presenti da decenni ed è assurdo che ancora oggi si parli di emergenza. La politica è incapace di programmare e progettare; le campagne di invasione, che hanno avuto come palcosce-nico l’isola di Lampedusa, hanno prodotto soltanto l’emanazione di pacchetti sicurezza e inasprito le leggi sull’immigrazione italiana.La conseguenza di questi inasprimenti sono le tante morti che purtroppo non sono più considerate e menzionate. Paolo Cuttita, ricercatore dell’università di Amsterdam, ha fatto un excursus sulle varie missioni europee che si sono succedute negli anni, da Mare Nostrum a Eunav for med pas-

Pace e diritti

nel mediterraneo

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sando per Triton. Queste hanno sempre pri-vilegiato le frontiere alle persone e che solo grazie all’intervento di mercantili prima e di navi di privati cittadini e di associazione di volontariato dopo, si è evitato di far lievitare il numero infinito di morti nel mar mediter-raneo .Il senatore Nicola Cipolla ha gridato la sua rabbia verso “questo sistema fallimentare, e le politiche predatorie della finanza globale che hanno causato e causano flussi migratori e cambiamenti climatici”. Ha incalzato i pre-senti dichiarando che “non c’è distinzione tra organizzazioni terroristiche, tra stati che fan-no guerre e multinazionali, che producono consapevolmente per il profitto economico, morte “.

Di conflitti e di militarizzazioni ha parlato l’at-tivista-giornalista Antonio Mazzeo. Ha esor-dito dicendo che l’Unione Europea conferma sempre di più il suo fallimento politico-isti-tuzionale condividendo unanimemente le pratiche di guerra xenofoba-razzista, respin-gimenti e reclusioni. Le cancellerie sono divise su tutto, ma c’è un accordo generale sui tagli alla spesa sociale e sulla necessità di rafforzare l’offensiva militare contro il flusso di migranti. Da quest’estate, decine di unità navali, aerei da guerra, elicotteri, velivoli sen-za pilota pattugliano le acque del Mediterra-neo con l’obiettivo di proiettare ancora più a sud le frontiere dell’Unione. Questo per poi occupare militarmente le città costiere della Libia, della Tunisia e dell’Algeria e così trasfe-rire in Africa centri d’identificazione e “prima accoglienza”, così come di strutture detentive per rifugiati e richiedenti asilo”. L’Europa con

i migranti ha messo in piedi un laboratorio di pratiche disumane!

A tutto questo la società civile si organizza per contrastare le scelte scellerate e crimina-li dei governanti con azioni che partono dal basso per una resistenza civile. È Judith Glei-dze, fondatrice di Borderline Sicilia e Europe, che ha parlato dell’esperienza “Allarm pho-ne” (telefono di Allarme) che vede impegnati, da ottobre 2014, più di 120. Questi rispon-dono alle telefonate di aiuto dei migranti in viaggio, 7 giorni su 7 e h24. Un modo per aiutare le barche in difficoltà segnalando le loro posizioni alle guardie costiere. Un pro-getto politico - umanitario che serve anche per denunciare le stragi giornaliere.Naturalmente, come ha sostenuto poi nel suo intervento il professore Alessandro del Lago, le politiche europee sull’immigrazione han-

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no portato una perdita di sovranità degli stati a favore degli apparati militari.

Nel pomeriggio della prima giornata si è poi discusso di ambiente ed economia nelle poli-tiche europee sul Mediterraneo. Tra gli interventi da sottolineare quello di p. Alex Zanotelli che ha ricordato ai presen-ti che siamo in guerra contro i poveri e che possiamo uscirne solo invertendo la rotta. È importante condividere le ricchezze invece di continuare a depredare le risorse dell’Afri-ca ed altri Paesi.

Il secondo giorno si è parlato di Frontiere in Europa e città del Mediterraneo: risorse e ac-coglienza. Il primo intervento è stato quello di Barbara Spinelli parlamentare europea. “Sap-piamo bene che, le motivazioni che stanno alla base dell’arrivo dei profughi non vengono deliberatamente cercate perché mettono allo scoperto le nostre responsabilità. Non possia-mo giustificare le politiche basate sui respingi-menti ed i rimpatri dietro la lotta ai trafficanti. Le fughe di massa sono il danno collaterale delle guerre che l’Europa ha scatenato a li-vello geopolitico nel vicino Medio Oriente”.La relatrice ha messo in evidenza che l’86% dei migranti è accolto dai paesi in via di svi-luppo sia in Africa che in Asia.

Sui numeri falsi dell’immigrazione e sull’u-so propagandistico di questi si è soffermato Emilio Santoro dell’università di Firenze. Si parla di invasione quando il numero di arri-vi di quest’anno è al di sotto degli arrivi del 2014 e del 2007 quando l’Italia ne ha accolto 170.000. La democrazia oggi è diventata un

progetto escludente, solo per pochi.

Interessante è stata la testimonianza della giornalista freelance Nancy Porsia sulla situa-zione politica e sociale della Libia che rimane ancora crocevia importante dei flussi migra-tori verso l’Europa. I Paesi interessati alle sue risorse hanno una relazione con i due gruppi politici che oggi governano il Paese. “Se non si inverte questa sorta di doppio giochismo diplomatico ci troveremo davanti un ulteriore esodo della stessa popolazione. In questo stato di cose i profughi sono soltan-to merce di scambio e di guadagno, strumen-talizzati da entrambe le parti. La diplomazia di frontiera è uno strumento di minaccia e di potere in cui i rifugiati sono solo oggetti di scambio politico. Aumenta la corruzione. Il traffico umano, la droga e il mercato delle armi diventano la risorsa fondamentale di un paese in caduta libera”.Infine l’antropologa Annamaria Riviera, dell’università di Bari, ha affermato, senza giri di parole che il mediterraneo è la zona più “migranticida” del mondo e che l’Europa è responsabile di crimini di guerra nei con-fronti degli immigrati.

Nel convegno è stato evidenziato come le esperienze di resistenza e di lotta che pro-vengono dal basso spesso si scontrano con la violenza adottata dal potere per reprimere chi si interessa degli ultimi, per scoraggia-re chi è solidale, per cancellare la speranza di quanti credono che una società costruita sull’incontro è possibile.

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Arrivano le festività Natalizie e ritorna l’attivi-tà del laboratorio dolci della comunità Laici Comboniani di Palermo. In questi giorni, si stanno organizzando i lavori per la realizza-zione dei biscotti e dolci da dessert con cui comporre le ceste natalizie preparate dal la-boratorio comunitario.

Già da qualche anno, la comunità laici com-boniani organizza un laboratorio casalingo per la realizzazione di biscotti e merendine che ha la sua massima attività durante le prin-cipali ricorrenze festive. L’idea che sta alla base di questa attività, è quella di cercare di realizzare, attraverso ricerche di ricette e ma-terie prime, prodotti di qualità e sapori genu-ini. L’industria alimentare, invece, ci ha abi-tuati a reperire con facilità, e a prezzi a volte bassissimi, prodotti dolciari di qualunque forgia e tipo. Questo, in molti casi, a scapito della qualità delle materie prime, con sapori bilanciati dall’aggiunta di additivi, esaltato-

ri, coloranti e additivati con conservanti per mantenere a lungo il prodotto. Per il periodo del Natale il laboratorio si ap-presta a produrre alcune specialità dolciarie, biscotti alle mandorle, cioccolatini al cocco e alle nocciole, taralli, croccante di mandorle e altre leccornie. Questi squisiti dolcetti nasco-no grazie a ricette tramandate in famiglia, o regalate da amici che collaborano alla realiz-zazione dei prodotti.Come è stato già accennato, alla base di tut-to c’è la ricerca delle materie prime che de-vono rispettare, il più possibile, determinati standard di eticità e qualità. La farina di man-dorle è realizzata dal laboratorio, utilizzan-do mandole pelate di origine esclusivamente siciliana. Per le farine di grano, si scelgono prodotti confezionati da mulini siciliani, pos-sibilmente con cereali locali. La parte grassa è realizzata con burro siciliano e uova locali provenienti da galline allevate a terra. In me-

Adi Virginio Scarabello*

Un dolce... Natale all’ insegna della solidarieta’ e genuinita ’

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rito al cioccolato, per ricercare la migliore qualità in commercio, dobbiamo affidarci a prodotti esteri ed in particolare al cioccolato belga.

Ma la materia grezza, rimane informe senza l’amorevole impegno di mani sapienti e at-tente che la trasformano in squisiti dolcetti. Questo si realizza grazie all’impegno di al-cuni della comunità, con la preziosa ed es-senziale collaborazione di amici che insieme creano, confezionano e rifiniscono i cesti na-talizi. Le ceste sono composte da una serie di dolcetti, impacchettati singolarmente per tipologia, il tutto racchiuso in una elegante confezione. Le dimensioni delle ceste varia-no, e per chi vuole, può essere abbinata qual-che bottiglia di Combobeer (la birra prodotta all’interno della comunità).

Il ricavato realizzato dalla distribuzione del-le ceste natalizie, in parte sarà utilizzato per coprire le spese di acquisto delle materie pri-me. La parte restante, invece, sarà destinata a progetti dei Laici Comboniani sia in loco,

sia nei territori di missione in cui essi sono presenti. Buon lavoro quindi, alla comunità e al labora-torio dolci e merendine, un grazie particolare va a tutti gli amici che con spirito di sacrificio e gratuità si affiancheranno alla lavorazione e all’impacchettamento. Per concludere, un invito, questo Natale fa-tevi un dolce regalo con una o più ceste, per voi, per i vostri familiari o amici. Avrete con-tribuito a un bel progetto e sarà una festa di gusto e genuinità.

Per qualunque informazione contattare il sito www.laicicombonianipalermo.org

* Laico Missionario Comboniano

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Racconti di uno

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“Non possiamo dormire la notte santa, non possiamo dormire”. Così recita un canto di natale.La liturgia prega così: “per noi un bambino è nato a noi un bambino è stato dato” per aiutarlo a crescere sino alla pienezza.

Un bambino che arriva dalla profondità del Mistero, ci invita ad accogliere ogni creatura,ci dice che tutti apparteniamo alla grande famiglia amata di Dio.

È Natale, è un tempo nuovo.Arriva piccolo, nell’impotenza totale, come gli “Aylan” del Regno,per essere fedeli ai poveri della terra.

La chiesa dovrebbe rinnovare in questo Natale la scelta di vivere l’incarnazione, giorno dopo giorno.

È Natale, è un tempo nuovo.Non possiamo dormire la notte santa.Dobbiamo restare svegli per accogliere i poveri della terra,i piccoli del regno.

Ogni giorno dobbiamo vivere la notte santa del Regno.

dom Pedro Casaldaliga

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“È urgente e necessario un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché «i progressi scientifici più straordinari, le prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono con-giunte ad un autentico progresso sociale e morale, si

rivolgono, in definitiva, contro l’uomo”(Laudato si n. 3)