Inews febbraio 2013-e-school

1

Click here to load reader

Transcript of Inews febbraio 2013-e-school

Page 1: Inews febbraio 2013-e-school

bookMariella [email protected]

“Purtroppo ci dovremo abituare". Purtroppo? L'avverbio continua a risuonarmi tra i caotici pensieri del mattino mentre lo saluto e mi avvio in classe. Il rappresentante della casa editrice dei libri in ado-zione nella mia scuola mi é apparso rassegnato all'idea: i libri di carta hanno vita breve e saranno sostituiti dagli ebook. "Purtroppo

ci dovremo abituare" mi ripete. Abituare? Purtroppo? No. Non ci sto. La ras-segnazione non è il mio forte. Vado in classe e affronto di petto la questione. "Ebook al posto dei libri? Che ne pensate?". Un vespaio! Capisco. La provo-cazione è forte, ma altrettanto il consenso. Giuseppe si alza e mi chiede: posso portarlo domani?" Aurora, poi, non ne parliamo: "Prof, a Natale ho ricevuto in regalo il Nexus: troppo figo! Posso inviarle il riassunto scritto via email, così me lo corregge on line e facciamo prima." E così Valerio con l'ipad, Michele con l'Asus, Roberta e poi Lalla, Miriam... Ok, ok. Mi siedo, apro il registro di classe (di carta) e faccio l'appello, poi trascrivo sul mio registro (di carta) le assenze e prendo il libro di letteratura (di carta) per cominciare a spiegare il Verismo e Verga. Tutto normale, tutto ordinario. Ma ormai è fatta. Il tarlo comincia a lavorare di fino e rende sonori i pensieri dei ragazzi che mi guardano e sanno perfettamente che sto pensando ciò a cui stanno pensando anche loro: basterebbe un solo tablet in cattedra e si risparmierebbero tempo e carta a volontà, oltre a risolvere tutta la burocrazia quotidiana in pochi click. Già. Per loro è facile, sono generazione 2.0, tuch generation, per loro la penna e il quadernone fanno il paio con lo stilo e la tavoletta di cera degli scolari dell'antica Roma.Ma io penso al mio rapporto fisico con i libri, al bisogno di associare i para-grafi e i capitoli all'odore della carta stampata. Penso alla matita che ho sul comodino e che mi serve per annotare, sottolineare, inserire punti esclamativi e interrogativi e che sistematicamente mi ritrovo tra le coperte quando mi addormento con il libro sul naso. Penso alla pila di libri che aspettano il loro turno per essere letti, alcuni forse definitivamente abbandonati, altri lasciati a metà. Ne vedo i dorsetti e i segnalibri che spuntano tra le pagine. Una tridimensionalità fisica e sensoriale che si impone nella mia storia da quando sono nata.

Sì, la carta mi appartiene come la pelle, mi aiuta a percepire i confini del cor-po, a leggerne il tempo. E non posso pensare che il corpo 12 di un carattere Curier possa sostituire la mia grafia, così personale e umorale. I tablet sosti-tuiranno le passeggiate in libreria e il tempo trascorso a guardare gli scaffali, anche impolverati. Ma non ci casco. No no. La trappola della nostalgia è troppo ovvia per finirci dentro. Guardo gli zaini carichi di libri a terra vicino ai banchi e già mi rin-cuora sapere che un tablet risparmierebbe il rischio scoliotico di tanti ragazzi che arrivano a scuola curvi dal peso di un sapere cartaceo troppo voluminoso per la loro età. E poi a pensarci bene, i miei libri scolastici non erano a colori e non avevano immagini, la mia creatività viaggiava in bianco e nero. Un ebook è ipertestuale, comunichi per nodi, ti chiarisci le idee in tempo reale con una clip video, cerchi le notizie biografiche dell'autore su wikipedia e magari guardi lo sceneggiato televisivo su youtube e lo annoti sul testo con un marker di tutti i colori. Insomma, con un tablet il libro è un'esperienza multisensoriale, lo vivi nel senso pieno del termine. E allora da che parte stare? Ebook sì o ebook no? Davvero libro di carta addio? Li guardo tutti, li guardo mentre prendono il diario per l'assegno, di-ari pieni di messaggi, di cuori e di frecce. Saprei distinguere dal tratto delle parole la vivacità e l'irrequietezza di Giuseppe dalla pacatezza di Noemi. La scrittura dice di noi molto più di ciò che significa. E allora, tra ebook e libro, io sto in mezzo, e penso che in fondo ciò che conti-nua a servire non muore mai. "...mai, nel corso dei secoli, un nuovo mezzo ha sostituito totalmente il precedente. Neppure il maglio ha sostituito il martello. La fotografia non ha condannato a morte la pittura (se mai ha scoraggiato il ritratto il paesaggio e incoraggiato l'arte astratta), il cinema non ha ucciso la fotografia, la televisione non ha eliminato il cinema, il treno convive benis-simo con auto ed aereo", è Umberto Eco che lo scrive in una sua Bustina di Minerva del 2010 e mi appare come sempre profetico."Allora, Prof, l'assegno?", "Ah, sì. Dunque, scrivete: Giovanni Verga, la vita e le opere. Studiare da pagina 216 a 220 con produzione scritta. [email protected]: inviatemi qui i vostri file".

e-School

52 INEWS