Individuazione - geagea.com · vivenza del nostro pianeta. Certo non si può dire che non fosse un...

16
Individuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di Genova n.31/92 del 29/7/1992 Dir. Resp. A. Cortese Ass. GEA Via Palestro 19/8 16122 Genova; Via Salasco 20 Milano - http://www.geagea.com - Anno 11 - N.03 - Settembre 2002 Sofferenza di Uomini, sofferenza del Mondo “...sorgerà un giorno l'amore?” A.G. “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce” - una frase letta molto tempo fa, chissà dove, mi tor- na in mente oggi, proprio men- tre avverto l’enorme impor- tanza per ciascuno di noi di dare ascolto e rilevanza a qual- cosa che sta crescendo, senza forse fare tanto rumore quanto ne fa ciò che distrugge. Ciò che va lentamente cre- scendo è la tendenza a scopri- re e affermare l’importanza e l’incisività del nostro agire, del nostro esserci nel mondo, come soggetti capaci di pensiero e di consapevolezza, superando il più possibile un dilagante sen- so di impotenza e di inerzia, che ci fa sentire burattini ete- rodiretti, consumatori dai bi- sogni tele-programmati, esse- ri inermi nelle mani di pochi potenti, senza alcuna possibi- lità di cambiamento. Così leggo positivamente oggi la voglia di scendere in piazza da parte di persone co- muni, per il gusto di rendere manifesto il proprio punto di vista. Così resto favorevolmen- te colpita da una caratteristica di queste ‘piazzate’: la gioiosa vitalità. Come spesso accade nei periodi storici più critici e bui, accanto al procedere torbido di poteri istituzionali, mossi da interessi particolari, avviene un risveglio delle coscienze; e oggi più che mai tale risveglio, che non riguarda solo pochi intel- lettuali ma che coinvolge di- rettamente la cosiddetta ‘gen- te comune’, è reso urgente dalla portata dei problemi in ballo, che non risparmia nessuno: la preoccupazione per la soprav- vivenza del nostro pianeta. Certo non si può dire che non fosse un problema annuncia- to: già da tempo c’erano tutti gli elementi per cominciare a rendersi conto che le risorse del pianeta non sono illimitate e che i danni continui all’am- biente finiranno per distrug- gerci, ma un conto è ‘sapere’ qualcosa, un altro conto è arri- vare a ‘sentirne’ la gravità e l’urgenza sulla propria pelle. E oggi bisogna essere dav- vero ciechi e sordi per conti- nuare a non ‘sentire’ proprio niente. E’ altrettanto evidente che siamo ancora ben lontani dal cambiamento di tendenza ne- cessario, ma ciò non toglie che tante piccole coscienze stiano drizzando le orecchie, come tante antenne che hanno impa- rato a sintonizzarsi su una cer- ta frequenza e non rinunciano più a ‘sentire’. E questa, se vogliamo ren- dercene conto, è una potenza d’energia che, in tempi lunghi, certo, non nell’immediato, non può che incidere profondamen- te nella realtà concreta di tutti quanti. Il vero nemico, a questo punto, non è tanto questo o quel politico, questo o quello stato, bensì la tentazione, che torna ad insinuarsi in momenti di stanchezza, di pessimismo o di delusione, di tornare a soc- combere ad un ‘problema trop- po grande’. E’ la tentazione cioè di non reggere la tensione di conti- nuare a ‘sentirci vivi’ e in quan- to tali incisivi, e di rifugiarsi nello sterile lamento, nella pas- sività che cerca e trova mille giustificazioni. Anche questo atteggiamen- to può essere molto potente e può agire con una forza di contagio che annebbia le menti e anestetizza i cuori. Direzionare la nostra atten- zione su una lunghezza d’onda piuttosto che su un’altra è, for- se più spesso di quanto non siamo disposti ad ammettere, qualcosa di possibile, uno spa- zio di scelta reale e concreto, in cui torniamo ad essere liberi e pertanto responsabili di ciò che alimentiamo nel mondo. Riuscirà l’umanità a salvare se stessa? A sopravvivere alla propria ombra, alla propria stessa forza distruttiva? Non ci è dato saperlo, e forse non è questo il reale pro- blema. Il problema riguarda piut- tosto quanto ci stiamo permet- tendo di vivere ‘a pieni polmo- ni’, ben svegli, di sperimentare la potenza del sentire che dà spazio al sentirci vicendevol- mente e quindi di amare! Quanto invece ci stiamo la- sciando imprigionare dalla pa- ura o dall’inerzia, morendo in vita, ben prima del tempo. Forse possiamo fare nostre le ultime parole che Thomas Mann, nel concludere “La montagna incantata”, rivolge al protagonista, Hans Castorp, mentre si trova nel fango, nel bel mezzo di una battaglia in piena guerra mondiale: “Addio! Che tu viva o che tu cada addio! Le probabilità non ti sono favorevoli. La rid- da in cui sei trascinato durerà ancora qualche annetto, e noi non scommettiamo che tu rie- sca a uscirne incolume. Since- ramente parlando, lasciamo la questione insoluta quasi senza preoccuparcene. Avventure del corpo e dello spirito, av- venture che affinano la tua sem- plicità, ti fecero vivere nello spirito ciò che probabilmente non vivrai nella carne. Da que- sta festa mondiale della morte, da questo malo delirio che in- cendia intorno a noi la notte piovosa, sorgerà un giorno l’amore?” Un giorno un'analizzanda scoprì d'essere gravemente malata. Raccontò che la sua prima reazione fu una doman- da: “Perchè proprio a me?” . E subito si rispose “Perchè non a me?”. Solo l'appartenenza co- sciente al Tutto può produrre una tale qualità di percezione e di riflessione, così come ci insegna P.T. de Chardin: “Per natura, la malattia tende a dare a coloro che col- pisce l'impressione di essere un'inutilità o ad- dirittura un peso sulla Terra. Quasi inevitabilmen- te, deve sembrare ai malati che, nella gran- de corrente della vita essi sono, per semplice sventura, emarginati, lontani da ciò che lavo- ra e da ciò che si muo- ve: il loro stato pare non avere senso; li ri- duce, potremmo dire, all'inattività, in mezzo all'attività universale Il Mondo si sta costruendo. E' questa la verità che biso- gna dapprima intendere, - ed intendere così bene da ren- derla una forma abituale e come naturale del nostro pen- siero. Più si riflette, con l'ausilio di quanto ci insegnano, ognu- no nella sua sfera, scienza, filosofia e religione, e più ci si avvede che il Mondo deve es- sere paragonato ad un qual- che sistema organizzato, ani- mato da un ampio moto di sviluppo che gli è specifico. Nell'Universo, v'è un'impresa in corso, un risultato in posta. I suoi progressi possono com- piersi solo a prezzi di molti fallimenti e molte ferite.A qua- lunque specie appartengano, i sofferenti sono l'espressione di questa condizione austera ma nobile. Non rappresenta- no elementi inutili. Pagano solo per la marcia ed il trionfo di tutti.”

Transcript of Individuazione - geagea.com · vivenza del nostro pianeta. Certo non si può dire che non fosse un...

IndividuazioneTrimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA

Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di Genova n.31/92 del 29/7/1992 Dir. Resp. A. Cortese Ass. GEA Via Palestro 19/8 16122 Genova; Via Salasco 20 Milano - http://www.geagea.com - Anno 11 - N.03 - Settembre 2002

Sofferenza di Uomini,sofferenza del Mondo “...sorgerà un giorno l'amore?”

A.G.

“Fa più rumore un alberoche cade che una foresta checresce” - una frase letta moltotempo fa, chissà dove, mi tor-na in mente oggi, proprio men-tre avverto l’enorme impor-tanza per ciascuno di noi didare ascolto e rilevanza a qual-cosa che sta crescendo, senzaforse fare tanto rumore quantone fa ciò che distrugge.

Ciò che va lentamente cre-scendo è la tendenza a scopri-re e affermare l’importanza e

l’incisività del nostro agire, delnostro esserci nel mondo, comesoggetti capaci di pensiero e diconsapevolezza, superando ilpiù possibile un dilagante sen-so di impotenza e di inerzia,che ci fa sentire burattini ete-rodiretti, consumatori dai bi-sogni tele-programmati, esse-ri inermi nelle mani di pochipotenti, senza alcuna possibi-lità di cambiamento.

Così leggo positivamenteoggi la voglia di scendere inpiazza da parte di persone co-muni, per il gusto di renderemanifesto il proprio punto divista. Così resto favorevolmen-te colpita da una caratteristicadi queste ‘piazzate’: la gioiosavitalità.

Come spesso accade neiperiodi storici più critici e bui,accanto al procedere torbidodi poteri istituzionali, mossi dainteressi particolari, avviene unrisveglio delle coscienze; e oggipiù che mai tale risveglio, chenon riguarda solo pochi intel-

lettuali ma che coinvolge di-rettamente la cosiddetta ‘gen-te comune’, è reso urgente dallaportata dei problemi in ballo,che non risparmia nessuno: lapreoccupazione per la soprav-vivenza del nostro pianeta.Certo non si può dire che nonfosse un problema annuncia-to: già da tempo c’erano tuttigli elementi per cominciare arendersi conto che le risorsedel pianeta non sono illimitatee che i danni continui all’am-biente finiranno per distrug-gerci, ma un conto è ‘sapere’qualcosa, un altro conto è arri-vare a ‘sentirne’ la gravità el’urgenza sulla propria pelle.

E oggi bisogna essere dav-vero ciechi e sordi per conti-nuare a non ‘sentire’ proprioniente.

E’ altrettanto evidente chesiamo ancora ben lontani dalcambiamento di tendenza ne-cessario, ma ciò non toglie chetante piccole coscienze stianodrizzando le orecchie, cometante antenne che hanno impa-rato a sintonizzarsi su una cer-ta frequenza e non rinuncianopiù a ‘sentire’.

E questa, se vogliamo ren-dercene conto, è una potenzad’energia che, in tempi lunghi,certo, non nell’immediato, nonpuò che incidere profondamen-te nella realtà concreta di tuttiquanti.

Il vero nemico, a questopunto, non è tanto questo oquel politico, questo o quellostato, bensì la tentazione, chetorna ad insinuarsi in momentidi stanchezza, di pessimismo odi delusione, di tornare a soc-combere ad un ‘problema trop-po grande’.

E’ la tentazione cioè di nonreggere la tensione di conti-nuare a ‘sentirci vivi’ e in quan-to tali incisivi, e di rifugiarsinello sterile lamento, nella pas-sività che cerca e trova millegiustificazioni.

Anche questo atteggiamen-to può essere molto potente epuò agire con una forza di

contagio che annebbia le mentie anestetizza i cuori.

Direzionare la nostra atten-zione su una lunghezza d’ondapiuttosto che su un’altra è, for-se più spesso di quanto nonsiamo disposti ad ammettere,qualcosa di possibile, uno spa-zio di scelta reale e concreto,in cui torniamo ad essere liberie pertanto responsabili di ciòche alimentiamo nel mondo.

Riuscirà l’umanità a salvarese stessa? A sopravvivere allapropria ombra, alla propriastessa forza distruttiva?

Non ci è dato saperlo, eforse non è questo il reale pro-blema.

Il problema riguarda piut-tosto quanto ci stiamo permet-tendo di vivere ‘a pieni polmo-ni’, ben svegli, di sperimentarela potenza del sentire che dàspazio al sentirci vicendevol-mente e quindi di amare!

Quanto invece ci stiamo la-sciando imprigionare dalla pa-ura o dall’inerzia, morendo invita, ben prima del tempo.

Forse possiamo fare nostrele ultime parole che ThomasMann, nel concludere “Lamontagna incantata”, rivolgeal protagonista, Hans Castorp,mentre si trova nel fango, nelbel mezzo di una battaglia inpiena guerra mondiale:

“Addio! Che tu viva o chetu cada addio! Le probabilitànon ti sono favorevoli. La rid-da in cui sei trascinato dureràancora qualche annetto, e noinon scommettiamo che tu rie-sca a uscirne incolume. Since-ramente parlando, lasciamo laquestione insoluta quasi senzapreoccuparcene. Avventuredel corpo e dello spirito, av-venture che affinano la tua sem-plicità, ti fecero vivere nellospirito ciò che probabilmentenon vivrai nella carne. Da que-sta festa mondiale della morte,da questo malo delirio che in-cendia intorno a noi la nottepiovosa, sorgerà un giornol’amore?”

Un giorno un'analizzandascoprì d'essere gravementemalata. Raccontò che la suaprima reazione fu una doman-da: “Perchè proprio a me?” .E subito si rispose “Perchènon a me?”.

Solo l'appartenenza co-sciente al Tutto può produrreuna tale qualità di percezionee di riflessione, così come ciinsegna P.T. de Chardin:

“Per natura, la malattiatende a dare a coloro che col-pisce l'impressione diessere un'inutilità o ad-dirittura un peso sullaTerra.

Quasi inevitabilmen-te, deve sembrare aimalati che, nella gran-de corrente della vitaessi sono, per semplicesventura, emarginati,lontani da ciò che lavo-ra e da ciò che si muo-ve: il loro stato parenon avere senso; li ri-duce, potremmo dire,all'inattività, in mezzoall'attività universale

Il Mondo si sta costruendo.E' questa la verità che biso-gna dapprima intendere, - edintendere così bene da ren-derla una forma abituale ecome naturale del nostro pen-siero.

Più si riflette, con l'ausiliodi quanto ci insegnano, ognu-no nella sua sfera, scienza,filosofia e religione, e più ci siavvede che il Mondo deve es-sere paragonato ad un qual-che sistema organizzato, ani-mato da un ampio moto disviluppo che gli è specifico.Nell'Universo, v'è un'impresain corso, un risultato in posta.I suoi progressi possono com-piersi solo a prezzi di moltifallimenti e molte ferite.A qua-lunque specie appartengano,i sofferenti sono l'espressionedi questa condizione austerama nobile. Non rappresenta-no elementi inutili. Paganosolo per la marcia ed il trionfodi tutti.”

SENSO DI COLPARICERCHE

“Sembra che la colpa di tutto il mondo si riunisca per rendere colpevole l’individuo oppure(ciò che vuol dire lo stesso) ch’egli, diventando colpevole, si senta reo della colpa di tutto il mondo.”

S. Kierkegaard

2

Lo sperimentiamo come una morsa checostringendoci ci definisce nel nostro es-serci, seppure al negativo: siamo i colpe-voli. Si tratta paradossalmente di un pote-re che però imprigiona nell’impotenza piùsconfinata, nell’impossibilità di sentirciliberi e, peggio ancora, sereni.

Il cosiddetto ‘senso di colpa’ – che puòessere, secondo i casi, più o meno intensofino a sfociare nel ‘patologico’ – puòprendere svariate forme, da quelle osses-sive a quelle più marcatamente depressi-ve, ma la costante resta il collegamentodiretto con un giudizio rigorosamentenegativo su di sé che tende ad invadereprogressivamente la personalità fino adannientarne l’umanità.

Esso può avere o non avere una base‘oggettiva’, cioè un preciso accadimento,reale o immaginario, a partire dal quale èscattato il giudizio. Molto spesso, infatti,si tratta di senso di colpa ‘inconscio’ che, sesi collega ad un episodio concreto, lo utiliz-za, per così dire, da evento scatenante.

In alcuni casi è legato ad un eventotragico, realmente accaduto, del quale ilsoggetto è portato a sentirsi responsabilein maniera eccessiva, il che può sconfinarein un’auto accusa schiacciante.

Un esempio tipico è il senso di colpache fa seguito alla morte – per malattia oper disgrazia – di una persona cara, eventorispetto a cui il soggetto, inchiodato in unarigida non-accettazione, si accusa di nonaver fatto abbastanza.

Se prevale la modalità ossessiva eglitenderà a fissarsi nel ricordo degli antefat-ti, fino ad affogare nella molteplicità deiparticolari, che egli evoca con insistenza,fantasticando mille e mille volte sul ‘comeavrebbe dovuto agire’, e ottenendo così,seppure in maniera fantasmatica, di indul-gere indefinitamente in un passato chenon esiste più.

Se invece prevale la modalità depressi-va l’autoaccusa sarà tanto aggressiva eschiacciante da convogliare la quasi tota-lità di energia vitale del soggetto, fino adesaurirne il flusso nella vita attuale, ne-gando così ogni possibilità di presente esoprattutto di futuro, dimensioni queste,che il depresso rifiuta con ostinazione.

In altri casi si tratta di un senso piùgenerico, ma non per questo meno inva-dente, di inadeguatezza rispetto al pro-prio comportamento o, peggio ancora,rispetto ai propri sentimenti, che vengonodal soggetto giudicati come ‘troppo…’ o‘non abbastanza…’.

Esempio significativo è il senso di col-pa di chi, adolescente o in fase di crescita,è portato dalla sua stessa evoluzione aprendere una distanza affettiva dall’am-biente che gli è familiare, verso cui non sisente più emotivamente così coinvolto,fino a provare fastidio o rabbia per quelleche solo ieri considerava manifestazioni di

affetto e che oggi gli stanno strette: vissutirispetto a cui il soggetto tende a giudicarsiaspramente, sentendosi ingiusto, mostruo-so o, quanto meno ‘anormale’.

Scattano allora le difese contro il sensodi colpa, tese ad allentare una tensioneche, a ben vedere, può rivelarsi moltoproduttiva; i meccanismi di difesa posso-no andare dalla negazione alla proiezionedella colpa sull’altro, al prezzo di unaprofonda distorsione della realtà, cosìcome era originariamente percepita; op-pure possono andare dalla richiesta indi-retta di perdono attraverso un’eccessivagentilezza alla richiesta di punizione attra-verso un comportamento scortese e pro-vocatorio, al prezzo, in questi casi, di unaviolenta distorsione dell’atteggiamentoverso l’altro.

Tuttavia viene da domandarsi quale

possa essere la funzione del senso di col-pa!

Nella maggior parte delle teorie psico-analitiche il senso di colpa, ovvero quel-l’emozione che segue la violazione di unprecetto, viene fatto risalire all’evolveredella dinamica edipica e al formarsi delSuper-Io, ovvero quell’istanza della per-sonalità che si costituisce attraverso l’in-teriorizzazione di esigenze e divieti geni-toriali e che finisce per cristallizzarsi, den-tro ciascuno, in un insieme di giudizi divalore, più o meno consci (e più o menosocialmente condivisi) ma – e qui nasce ilconflitto – sempre meno attuali.

Dunque il senso di colpa, connesso allacrescita ed alla progressiva assunzione diresponsabilità del vivere sociale, ha unafunzione importante nell’evoluzione psi-cologica di ciascuno; prova ne è il fattoche l’incapacità di provare senso di colpa,insieme a manifestazioni di asocialità edanaffettività, caratterizza quelle persona-lità fortemente disturbate che la psichia-tria definisce ‘psicopatiche’.

Tuttavia, come ogni funzione psichica,la possibilità di sentire la colpa necessitadi un’adeguata collocazione all’internodella personalità globale che, in quantotale, è in continua trasformazione e mal-

sopporta rigidi schematismi (come quellidel Super-Io) che tenderebbero a fissarlain una fase, ostruendo quella mutazionecostante che caratterizza invece la vita.

La capacità di provare senso di colpa,inoltre, è strettamente connessa alla di-sponibilità a sentire il dispiacere per l’even-tuale danno provocato, seppure involon-tariamente, col nostro agire.

Il dispiacere per il dolore che il nostromodo di essere può provocare negli altri èun vissuto che, qualora non si trasformi ingiudizio o condanna paralizzante, puòrivelarsi estremamente fruttuoso: puòaprire spazi di riflessione ben più ampi diquelli generati da immediata concordanzae, soprattutto, può indurre, creativamen-te, la necessità di attivarsi in un gesto diriparazione.

Ma che cosa può distinguere realmenteuna sana capacità di provare senso dicolpa, di chi si riconosce soggetto umanoadulto, si fa carico delle proprie responsa-bilità e risponde delle proprie azioni, daun patologico senso di colpa che impri-giona in un giudizio sterile su ciò che èstato, bloccando la possibilità rispetto aciò che è ora e che potrà essere?

Non si tratta di scegliere tra colpa ogiustificazione ad oltranza, né di crimina-lizzare una capacità di giudizio che cipermette di valutare, di volta in volta, ilnostro agire, prendendo atto delle conse-guenze che ne sono emerse.

Si tratta piuttosto di individuare unatteggiamento sano, che mantenga sem-pre un’apertura, che lasci sempre spazioalla possibilità di ulteriore consapevolez-za, senza cadere negli estremi, pericolosientrambi, della deresponsabilizzazione odella condanna.

Fa riflettere, tra l’altro, il fatto che iltermine ‘colpa’, di provenienza giuridica,sia usato per indicare l’infrazione involon-taria di una norma, diversamente da dolo(delitto) che indica invece l’infrazionevolontaria e progettata.

Per quanto noi si voglia essere corretti,giusti, responsabili, per quanto si vogliaperseguire il bene, in quanto umani siamofallaci, limitati e soggetti al male, dunquealla colpa.

Questa è forse la cosa più difficile daaccettare.

Si tratta di lasciar cadere l’illusione diqualsiasi certezza circa un presunto pote-re incondizionato della volontà umana e,con essa, qualsiasi illusione di un giudizioumano che possa essere esaustivo.

Possiamo, certo, esprimere dei giudizi,di volta in volta, farci un’idea su eventi edaccadimenti, su comportamenti nostri edaltrui, ma dobbiamo ben guardarci dallatentazione di esprimere giudizi che abbia-no la benché minima pretesa di essereassoluti.

A.G.

Carl Rogers

S.F.

PROFILI 3

Vita(1902 - 1987)

Carl Rogers nasce nel gennaio 1902 inIllinois, in un sobborgo di Chicago in unafamiglia molto unita, con principi religiosi emorali piuttosto rigidi.

All'età di dodici anni, con la famiglia sitrasferisce in un podere ove trascorreràun’adolescenza solitaria, piuttosto isolato.

Interessandosi di agricoltura scientifica,comincia gli studi di agraria, segue alcuneconferenze di carattere religioso e successi-vamente si orienta verso il ministero religio-so. Grazie ad alcuni viaggi in Cina comin-cia a dubitare di alcuni fondamenti religio-si di base, prendendo distanza sia dalconsenso familiare che dalle vecchie cre-denze.

Dopo la laurea sposa - contro il voleredella famiglia - Helen Elliot e con lei sitrasferisce a New York dove frequentauna istituzione liberale, allontanandosiprogressivamente dalla prospettiva di unlavoro religioso per diventare psicologo.

Partecipa a seminari e conferenze dinatura psichiatrica e psicologica e duran-te la sua frequenza al Teachers College,gli viene offerto un incarico all’Institutefor Child Guidance, dove trascorre unanno in cui, lavorando, si trova a confron-tarsi con altri professionisti.

Successivamente viene assunto al “Chi-ld Study Departement” della società diRochester per collaborare attivamente aprogetti volti alla prevenzione della cru-deltà sui bambini.

Inizia quindi il lavoro clinico centratosulla diagnosi e la rieducazione dei sog-getti con comportamenti delinquenziali econ ritardo mentale, su incarico dei Tribu-nali.

In questo periodo approfondisce la ri-flessione sulla relazione terapeutica chediverrà materiale didattico nell'ambito deisuoi corsi universitari: all’Università del-l’Ohio, come professore di psicologia,alla Chicago University e infine alla Uni-versity del Wisconsin.

Nel 1951 pubblica il suo lavoro princi-pale - La terapia centrata sul cliente - in cuiformula la sua teoria di base.

Nel 1964 abbandona l’insegnamentoper dedicarsi alla sperimentazione sui grup-pi al Centro del Comportamento di LaJolla.

Lavora ininterrottamente fino agli ulti-mi anni della sua vita, viaggiando per tuttoil mondo e dedicandosi alle sue teorie sulconflitto sociale.

Muore all’età di 85 anni.

Contesto StoricoRogers, insieme a Rollo May e Ma-

slow, è tra gli psicologi che maggiormen-te contribuiscono a fondare e diffonderela Psicologia Umanistica.

Il pensiero fenomenologico esistenzia-le, nato in Europa, viene recepito negli

Famoso per il suo approccio pragmatico e per aver elaborato una formadi psicoterapia non direttiva: “la terapia centrata sul cliente” o “counseling non direttivo”

Stati Uniti dalla corrente della PsicologiaUmanistica detta TerzaForza rispetto allaPsicoanalisi e al Behavhiorismo (ritenutela prima e la seconda forza della psicolo-gia).

Tutta la teoria e la pratica della psico-logia umanistica si pone come reazionecompensatoria al riduttivismo comporta-mentista e ancor più esprime un nettorifiuto di tutto ciò che richiami la neutra-lità e il distacco del terapeuta.

Tutto il “movimento encounter”, purteorizzando stili di conduzione diversi,prevede il recupero dell’umanità, dellaspontaneità, dell’espressione - qui ed ora- dei sentimenti, offrendo nuovi valori. Siavvale delle sperimentazioni contempo-

ranee applicate ai gruppi, comprese quel-le di Moreno, Perls.

Il pensieroLa teoria di Rogers è basata sulla sua

vasta esperienza clinica.Rogers prende presto distanza dal pen-

siero freudiano: considera la salute men-tale come la progressione normale dellavita e la malattia mentale (e altri problemiumani) come distorsioni della “tendenzaattualizzante”.

Si tratta di una forza di vita che puòessere definita come la tendenza fonda-mentale dell’organismo, nella sua totalità,ad attualizzare le proprie potenzialità; essaopera sia sul piano ontogenetico che suquello filogenetico e ha bisogno, per poterfunzionare, di un contesto di relazioniumane positive, favorevoli alla conserva-zione e rivalutazione dell’Io.

Se la nozione dell’Io è realistica, cioè sevi è corrispondenza tra gli attributi che ilsoggetto crede di possedere e quelli cheeffettivamente possiede, egli sarà congruentee la persona potrà svilupparsi in modounitario, autonomo e soddisfacente.

In genere il cliente si trova in una si-tuazione di incongruenza tra l’esperienzareale dell’organismo e l’immagine di sé

che egli ha quando si rappresenta l’espe-rienza.

Sul piano psicoterapeutico si imponeun metodo non direttivo, che rispetti letendenze vitali e autoregolantisi dell’indi-viduo; la terapia si limita a creare le con-dizioni necessarie e fondamentali a favo-rire alla crescita.

Secondo il metodo non direttivo diRogers il terapeuta, nel promuovere ilprocesso di modificazione della persona-lità del paziente, si affida non a tecniche oall’interpretazione, ma all’empatia, con-cetto cardine dell’impianto rogersiano.

L’ empatia (da empateia, passione) vie-ne intesa come la comprensione dell’altroche si realizza immergendosi nella suasoggettività, senza sconfinare nella identi-ficazione. Il terapeuta è capace di consi-derazione o accettazione positiva incon-dizionata verso il paziente, nella misura incui sente di accettare ogni aspetto dell’al-tro, ogni sentimento - espresso o nonespresso - sia quelli negativi, anormali chequelli buoni.

Se questa assenza di giudizio è presen-te, il terapeuta potrà avere una compren-sione empatica di quanto il paziente sentea livello cosciente.

Rogers sottolinea il fatto che il tera-peuta può sentire il mondo dell’altro comese fosse proprio, senza perdere di vistamai tale qualità del “come se”. Sentirel’ira, la paura, l’odio, il turbamento del-l’altro senza aggiunte proiettive.

Non direttività significa rispetto dellalibertà e dell’autodeterminazione del clien-te e contemporaneamente autoeducazio-ne continua del terapeuta, che è in conti-nua crescita, seppure dolorosa e arric-chente.

La terapia è intesa come un incontro tradue esseri umani in crescita; la lezione diumiltà che arriva da Rogers è valida per-chè sempre ci ricorda la necessità di calar-si ogni volta nella relazione sapendo diuscirne trasformati, avendo chiara la rela-tività delle nostre convinzioni.

I suoi gruppi di incontro (T groups),esperienze intensive, partivano dalla chiaraintuizione, ancora attuale, che la gente siaconsapevole della propria solitudine inte-riore, dovuta alle maschere indossate persopravvivere in una realtà complessa.

Il Gruppo d'incontro, tante volte pro-posto anche a GEA è ottima occasioneper iniziare a gettare le maschere e cercaremomenti di autenticità, riconoscendo l'es-senza che tutti ci accomuna, “la nostraumanità”. A tale obiettivo mira l'essenzia-le e scarno metodo rogersiano.

OpereCitiamo tra le principali:La terapia cen-

trata sul cliente, Martinelli 1970; I Gruppidi incontro, Astrolabio 1976; Psicotera-pia e relazioni Umane, Bollati Boringhieri.

RICERCHE

E non se ne vogliono andare...!!!4

Non è facile, per noi adulti, entrare nelmondo giovanile, comprendere il loro lin-guaggio, aiutarli. E’ sempre stato così. Loscarto generazionale ha, fin qui, costituitola barriera che separa i giovani dai vecchi,relegando i due poli, almeno per un peri-odo di tempo di durata variabile, in posi-zioni diverse e spesso distanti da un’au-tentica dialogicità.

Parlando di giovani mi riferisco a quel-la fascia d’età comunemente intesa comeadolescenza. Periodo che, in passato, siconcludeva con la fine degli studi e l’en-trata nel mondo del lavoro. Oggi le societàsi trasformano molto rapidamente e veri-fichiamo che un primo dato importante -l’età scolare - ha subito profondi cambia-menti. I giovani studiano molto più alungo, procrastinando il tempo dell’auto-nomia economica più avanti nel tempo.Frequentano le università, i dottorati diricerca, le specializzazioni, formazione-la-voro poco remunerate e vivono molto più alungo in famiglia. Quei conflitti generazio-nali che in passato accomunavano moltepersone, oggi sono molto meno accesi senon del tutto scomparsi.

Studi a parte, esiste poi una gros-sa fetta giovanile che, “sconfinati” ilimiti del rodaggio adulto e già inse-riti in contesti lavorativi, indugiano alungo nella casa dei genitori condivi-dendone, in una sorta di pseudo-autonomia, gli spazi. Quando se nevanno, per sposarsi o vivere soli,continuano a dipendere dalla fami-glia d’origine in forme più o menomascherate.

E’ una tendenza delle culture oc-cidentali più ricche, ma soprattutto inItalia è un fenomeno che si va diffon-dendo. Perché i figli non se ne voglio-no andare? Cosa c’è dietro? Paura?Incapacità di essere soli? O sempliceopportunismo? Cosa significa simbolica-mente affrancarsi dalla propria famigliad’origine? Un fenomeno nuovo che, lettoparzialmente, su un piano individuale, puòrafforzare le reciproche interdipendenzementre nei soggetti più sensibili disorientae sconcerta; su un piano più allargatorappresenta un fenomeno nuovo che chie-de di essere raccolto.

Lasciare i luoghi dell’infanzia significaaffrontare la più importante esperienzaevolutiva: il lutto. Una parte fondamenta-le muore per fare spazio a una vita propria,originale, inedita.

Non è un’impresa da poco poiché ri-chiede un bagaglio di competenze, affetti-ve innanzitutto, che possono ora dispie-garsi e produrre il frutto di una singola,irripetibile, specificità.

Per far questo, per emanciparsi dallacondizione infantile, occorre imparare afarsi “orfani”, soli e responsabili dellapropria vita.

Forse di questo i ragazzi hanno paura,per questo tendono a rimandare l’etàdelle responsabilità e in questo senso noi

adulti siamo “pro-vocati”, ovvero chia-mati in causa.

E’ interessante chiedersi se siamo ca-paci di educare alla consapevolezza, allalibertà e alla responsabilità. Quando i figlinon se ne vogliono andare siamo, nostromalgrado, coinvolti affettivamente e nerestiamo confusi, sbigottiti o irritati. Tal-volta, vittime del nostro narcisismo o diun’indulgenza che prima ancora di essereper il figlio è per noi stessi, giustifichiamorazionalmente le ragioni di tale situazione,soprattutto le motivazioni economiche,legate al lavoro, non sempre facile dareperire. Altre volte, più rare, ci permet-tiamo pensieri aggressivi sussurrati versoquesti figli “sordi ad ogni dignità” (avetevisto “Tanguy”?).

Una delle avventure più affascinanti del-la vita è proprio quella di abbracciarla,nell’incontro pieno di speranze di chi, nuo-vo, vi si affaccia. Il nuovo, in questo caso,è il giovane che, preso commiato dal protet-tivo grembo materno, ha la fretta e l’entu-siasmo di investire nei progetti, nei sogni,nelle aspettative che tracciano un percorso

esperenziale originale e creativo.Ma il nuovo è potenzialmente in ogni

uomo, ogni volta che questi ha il coraggiodi guardarsi dentro e, con onestà, interro-garsi.

La vita richiede infatti, fasi di azzera-mento, aggiustamenti e aggiornamenticoscienziali continui, in ogni stagione.

Sono momenti fisiologici, ma faticosida reggere perché implicano il dolore diabbandonare quegli spazi mentali abituali,noti e rassicuranti. E’ un costante rinno-vamento spirituale che ricalca lo stessoavvicendamento cellulare del corpo mate-riale. Perché la vita, come l’uomo, non èmai uguale a se stessa ma si trasformacontinuamente.

Per questo, alla luce di queste implica-zioni, il fenomeno sociale che vede i gio-vani sempre in secondo piano, pavidi eprudenti, ci deve far riflettere. E’ necessa-rio recuperare il senso di tale evento,tentare di tradurlo, comprenderlo, perchémette, dialetticamente, in discussione lanostra capacità di educere come “mae-stri” e guide.

Noi genitori vorremmo risparmiare ainostri figli le privazioni che abbiamo pati-to, spesso li iperproteggiamo per evitareloro esperienze negative che fanno male.Le nostre paure, i fantasmi, le ossessionispesso ci accompagnano, ma non ne sia-mo coscienti, li mettiamo da parte neltentativo di renderli innocui. La società, inquesto, ci aiuta a rimuovere, con la tristeconseguenza di un lento collasso dellapersonalità totale, con l’appiattimento dellavita in un ristagno perenne, per tutti, nellacondizione edipica.

Il rischio, a mio avviso, è quello dirimanere schiavi di un benessere consumi-stico che chiude le porte ad ogni impresapionieristica, sia pure quella di “osare” inuna piccola cosa. Ecco, mi sembra chemolti dei nostri giovani siano in difficoltàrispetto a un compito evolutivo essenzia-le. Dopo l’undici settembre, poi, è cadutol’ultimo baluardo simbolico delle nostrecertezze ed è aumentata la paura.

I governi rafforzano controllo e difese,aleggiano le condizioni di allarme.

Da quel giorno ognuno è più solo e siaggrappa a quello che ha.

Difficile rinunciare alla propria cal-da, rassicurante, nicchia affettiva!

Eppure i giovani hanno bisogno di“sballare” ovvero uscire dagli sche-mi, viaggiare! L’uso di droghe, pre-sente fin dalle origini in forme ritua-lizzate, lo conferma.

Qualcuno, prendendo a prestitogli strumenti che ha a disposizione,ce la fa, anche egregiamente. Lo te-stimoniano tutti quei ragazzi cre-sciuti in situazioni familiari difficiliche, con impegno, abnegazione eresponsabilità, sostengono e “lavo-rano” anche per i genitori dimostran-dosi, di gran lunga, più grandi diloro... Altri si immobilizzano, in una

rete avvolgente, calda e vischiosa che, inrealtà, mostra un solo lato, quello sopori-fero delle sicurezze.

Il prezzo da pagare è spesso alto: èaffettività trattenuta e, soprattutto, de-pauperamento e ristagno della creatività.Una sorta di corto circuito energetico i cuisegnali, in forme diverse, emergono allasuperficie.

Dietro i malesseri, le ansie e le idiosin-crasie di tanti ragazzi si celano spesso lespinte inconsce a voler finalmente infran-gere quella pericolosa doppia barriera.

Chi ce la fa scopre che l’amore per ilgenitore che lascia è lo stesso che provaper se stesso e non è in contraddizione colprimo ma anzi lo rafforza. Scopre che lasua felicità non contrasta col desiderio dichi lo ama, scopre la sua fallacità, i suoilimiti, le ombre; scopre valori quali lalibertà e la responsabilità, impara a sce-gliere e a distinguere: scoprendo l’“Altro”come estraneo e scoprendo se stesso,entra nella dimensione etica e collettivadella vita.

L.O.

...Poi, quando se ne vanno, per sposarsi o vivere soli,continuano a dipendere dalla famiglia d’origine in forme più o meno mascherate.

Il poco che so lo devo alla mia ignoranza

RIDERE PER RIDERE

(Sacha Guitry)

5

L’arte del decoratoreconsiste nel farenelle case altrui

quello che non si sognerebbemai di fare

nella propria.(Le Corbusier)

La bellezzaè soltanto epidermica.

La bruttezzaarriva fino all’osso!(Legge di Parker)

Io e il mio grupposiamo molto sensibili

al problema della droga…Troppo poca e troppo cara!

(Francesco Salvi)

E’ difficile credere ancoranegli ideali,

ma per un compensoadeguato si può fare!

(Fabio Di Iorio)

I giornali inventanola metà di quello che dicono…

se poi ci aggiungiche non scrivono la metà

di quello che succede,ne consegue che i giornali

non esistono!(Quino)

Legge di Matsch“E’ meglio fareuna fine orrendache sopportare

orrori senza fine.”(Arthur Bloch)

Critici si nasce,artisti si diventa,

pubblico si muore.(Achille Bonito Oliva)

Le città dovrebbero esserecostruite in campagna.

L’aria lì è più pura.(Henri Monnier)

La perdita di un genitoresi può considerare

una disgrazia.La perdita di entrambi

rasenta invecela sbadataggine.(Oscar Wilde)

Noi promettiamouna casa a tutti.

Purchè ce la facciatea entrare tutti.

(Giuliano)

Anche il progresso,diventato vecchio e saggio,

votò contro.(Ennio Flaiano)

Le persiane per loro naturasono portate ad aprirsi

verso l’esterno.Sono gli iraniani che spesso

non glielo permettono.(Eros Drusiani)

La amo per quello che è.Ricca.

(Leopold Fetchner)

Non dimentico mai unafaccia, ma nel vostro caso

farò un’eccezione.(Groucho Marx)

Ogni volta che mi guardoallo specchio

mi convinco sempre piùche Dio ha un ottimo senso

dell’umorismo.(Matteo Molinari)

Intuizione:quello strano istintoche dice a una donna

che ha ragione.Sia che ce l’abbia o no.

(Anonimo)

La sfiga è un’amante fedelee non ti abbandona neanche

quando sei nella merda.(Paco D’Alcatraz)

Quell’uomo avevatanta intelligenzache nel mondo

non lo si poteva utilizzarein niente.

(G. Cristoph Lichtenberg)

E’ sempre meglioessere sposati

che essere morti.(Jean-Baptiste Molière)

Quanto a lungo può vivereuna persona

senza cervello?Non saprei.

Quanti anni hai tu?(Bob Phillips)

Vorrei una religionedove il divorzio

fosse un sacramento.(Gino & Michele)

Mangio come un avvoltoio.Purtroppo

la somiglianzanon si ferma qui.(Groucho Marx)

Se Berlusconi avesse le tettefarebbe anche

l’annunciatrice!(Enzo Biagi)

E’ così bruttache le sue Polaroidnon vogliono uscire

dalla macchina.(Milton Berle)

All’infernoil diavolo

è un eroe positivo.(Stanislaw J. Lec)

Zelo:malattia nervosa

che colpisce talvoltai giovani

e gli inesperti.(Ambrose Bierce)

Dai fumatorisi può imparare la tolleranza.

Mai un fumatoresi è lamentato

di un non fumatore.(Sandro Pertini)

Era un mondo adulto.Si sbagliava

da professionisti.(Paolo Conte)

Un’idea che non trovaposto a sedere

è capacedi fare la rivoluzione.

(Leo Longanesi)

La miglior cosada mettere

in una torta di melesono i vostri denti.

(Tony Randall)

Non cambiare una virgola!Mi piace la tua inferiorità

così com'è!(Ashleigh Brilliant)

realizza il più assurdo

dei MOSTRI CONTABILI.Dottore...

mi sono

innamorata!

..ma lei è proprio uno Psicologo !?Questo assurdo MOSTRO CONTABILE è possibile

perchè ciascuno dei due sottostima ciò che dà

e sopravvaluta ciò che riceve...costi e benefici risulta molto favorevole.

Ma noi sappiamo che in ogni transazione se uno ci

guadagna l'altro ci rimette...!

Attenta...

L'innamoramento

Ciascuno dei due partner vive la relazione

come una TRANSAZIONE in cui il rapporto

No, un Commercialista..!

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

GEA ORGANIZZA

Sono aperte le iscrizioni ai

Gruppi GEA a Milanoc/o la cooperativa "Altre Metà"

in Via Salasco 20

Per informazioni telefonare ai numeri

339.5407999 - 333.6702094

BACHECA

Da Mercoledì 23 Ottobre ore 21sei incontri dedicati a

Sigmund Freud, Carl Gustav Jung,

Silvia Montefoschi

Eventi multimediali ci aiuteranno a riflettere sulle loroprovocazioni, le loro sfide e la loro attualità

Programma e Calendario a pag. 15Per informazioni telefonare a: 3395407999 - 3284729231

Mercoledì 16 Ottobre ore 21

Conversazione sul tema:

Il dubbio fecondo

Riflessioni sul disorientamento

educativo

Seguirà la presentazione delle attivitàdedicate a genitori e bambini

condotte da S. Figuccia

Nome e cognome .....................................................Indirizzo ...................................................................Cap ............................. Città ....................................Tel ...................... Professione .....................Età .......

desidero ricevere il trimestrale“INDIVIDUAZIONE”

CONTRIBUENDO col versamento quota associativadi Euro 25 sul c/c postale N. 19728161

Associazione G.E.A. - Via Palestro 19\8 - 16122 Genova

Vi ricordiamo che il trimestraleIndividuazione

può essere letto e scaricato dal nostro sito web:http://www.geagea.com

E-mail: [email protected] invece desiderasse riceverlo a casa in versione cartacea,

può richiederlo utilizzando il coupon qui sotto riportato.

6

Chi è un buon maestro?Seminario teorico-sperimentale

a cadenza mensilesull'adolescenza dedicato a

genitori insegnanti educatori

Presentazione

Mercoledì 23 ottobreore 21

a cura di L. Ottonello

Buon Anniversarioa

Individuazione!!!

Il nostro Trimestrale compie 10 anni

Per festeggiarlo adeguatamentela Redazione sta preparando,

tra le altre iniziative,un numero speciale...

...continuate a tenerci d'occhio!

ATTIVITA'

“Confessione” Un momento significativo della psicoterapia di gruppo

7

Un potenziale partecipante al gruppomi chiede un colloquio informativo e mipone alcune semplici domande: cos’è ungruppo ad orientamento psicoanalitico?E’ un gruppo di terapia, gli altri parteci-panti sono in terapia, sono persone nor-mali, stanno male, che cosa si fa negliincontri? Perché si sceglie di parteciparvi?

Queste semplici domande mi permet-tono di riflettere su quel processo di diffe-renziazione e avvicinamento tra psicote-rapia e psicoanalisi di gruppo che nonsempre risulta essere chiaro.

Teoricamente possiamo certo differen-ziare gli obiettivi dei due tipi di esperienzadi gruppo che non sono confusi sul pianocontrattuale.

Nel rivolgersi alla psicoterapia si èmossi da un’esigenza di guarigione dallesofferenze che i sintomi generano.

Così come il rapporto duale anche ilgruppo di psicoterapia è investito dellamedesima aspettativa: essere aiutati adalleviare e, soprattutto, a gestire i disagiche i conflitti presenti nella vita interiore erelazionale possono generare.

In questo senso la presenza degli altripartecipanti viene prevalentemente per-cepita essere come “al servizio” del sin-golo, in quanto permette di lavorare hicet nunc sulle problematiche relazionali edi scioglierle.

Il lavoro psicoanalitico che può farseguito - ma non è detto - alla fasepsicoterapeutica del gruppo, non è con-dizionato dalla rivendicazione di mag-giore benessere individuale, in quantoesso si pone come condivisa e consape-vole ricerca interiore. L’analisi apreall’abisso dell’anima e al mistero del-l’uomo. Non chiude, non placa.

Parlando della stanza del gruppo ana-litico possiamo pensare, più che a unluogo di terapia, a uno spazio sacro, unterritorio protetto in cui incontrare leforze psichiche personali e del gruppoche corrispondono alla “coscienza arci-pelago” (Jung), a quella pluralità di aspettie tendenze con cui l’Io è chiamato aconfrontarsi.

E’ esperienza radicale di zittimentodell’Io e di visione del caotico mondodell’Anima, come molti sogni di iniziogruppo ricordano:

- Un gruppo di loschi figuri strappanoal sognatore la pelle del volto, propriocome se fosse una maschera...

- La sognatrice si sottopone a un ritoiniziatico: ingoia frammenti di vetro so-stenuta solo dalla fiducia nel gruppo, alcospetto del quale l'evento ha luogo.

Queste e molte altre immagini onirichepreannunciano il percorso potenziale delgruppo, la possibilità di mostrarsi autenti-camente al cospetto dell’altro senza ma-schera (la Persona junghiana) e senzapelle (la nudità) per poter reggere insiemeil manifestarsi del caos dell’Anima, che inquesto luogo sacro può esprimersi, pren-dere forma e acquistare nuovi significati.

Vicende della vita quotidiana si intrec-ciano a immagini archetipiche e pianopiano l’inconscio del gruppo, liberandonuove energie e ponendo nuovi quesiti,arricchisce e nutre di “dialettica vivente”ciascun partecipante.

Il gruppo deve formarsi e compattarsiper accogliere i “demoni” evocati e con-tenerli. Deve attivare una funzione fem-minile di accoglienza, umiltà e centratura.Nel gruppo emergono simboli e immaginiarchetipiche che spostano velocemente ilregistro della percezione dalla realtà ordi-naria a quella dell’Anima.

Nel gruppo ognuno ricerca il propriocentro interiore e, in questo mistico per-corso, incontra in tutte le direzioni possi-bili le forze psichiche più oscure: le pro-prie e quelle altrui.

Il gruppo è dunque spazio sacro, pro-tetto e, contemporaneamente, antro buiolabirintico, dimora di fantasmi, ombre emostri.

Proprio per la potenza trasformatrice eradicale che il gruppo sprigiona, la prepa-razione al lavoro effettivo, in esso e conesso, è fase fondamentale e lunga.

Affinché ci si possa lasciare andare inuno spazio anche regressivo, in cui potràcapitare di trovarsi sommersi dalle pro-prie e altrui ombre, è necessaria quellafase preparatoria che abbiamo già intro-dotto, richiamando gli elementi costitutividel processo psicoterapeutico: ogni grup-po psicoanalitico attraversa comunque lafase psicoterapeutica. Per molti e diversimotivi.

Nel lavoro di gruppo si riattivano lemedesime paure caratteristiche di un per-corso analitico individuale; anzi, lo spaziodel gruppo è avvertito in maniera ancorpiù minacciosa. La mancanza di conflittodi interessi tra interesse del gruppo edinteresse individuale avviene solo per gra-di.

Nel frattempo i partecipanti, pur con-sapevoli e consenzienti nel dire il sì difondo, si comportano in una prima fasecome se fossero riuniti per discutere i loro

problemi, mentre sembrano cadere nelvuoto le parole dell’analista, che valgonosolo come pro-memoria inutile al presen-te, sulla libertà da obiettivi concreti.

Per l’ansia che questa libertà evoca, laposizione dell’analista/terapeuta nei con-fronti del gruppo è molto diversa nellevarie fasi del gruppo stesso.

Egli si rapporta al gruppo in manieradifferente a seconda dei momenti, perritirarsi progressivamente sullo sfondo amano a mano che il gruppo si fa in gradodi autopercepirsi e autocurarsi.

Avere presente sin dall’inizio il processodi maturazione del gruppo significa tenerepresenti le inevitabili istanze di dipendenzae necessità di affidamento di cui l’analista sifa garante, almeno inizialmente.

Il conduttore accetta transitoriamente disvolgere la funzione attiva di capo nell’inte-resse del gruppo, proprio perché questopossa in seguito fare a meno di una guida.

La partecipazione emotiva all’internodel gruppo è aiutata e sostenuta dall’ana-lista che, proponendo esercizi e guidandole sottili comunicazioni tra i partecipanti,li aiuta a verbalizzare, per la prima volta al

cospetto del sociale, eventi significatividella propria storia o emozioni e vissutifino ad allora inconfessabili.

Questa fase fondamentale è profon-damente terapeutica e risanante, perchédetermina nei partecipanti un senso diappartenenza al gruppo, di fiducia e ac-cettazione profonda.

Si è condiviso un segreto (e non solocon l’analista): questo è il primo piano diazione di ogni psicoterapia, che in uncontinuum di maturazione, da una di-mensione di supporto conduce a unadimensione analitica.

La confessione del segreto dei propriaffetti reconditi è fase catartica necessa-ria nella tappa iniziale di ogni gruppo.

Il possesso dei segreti equivale al-l’azione di un veleno psichico che estra-nea dalla comunità chi ne è detentore.

In piccola quantità e in piccola etàesso è rimedio inestimabile e premessa diogni differenza individuale.

In grande quantità e da adulti liberarsidalla coercizione all’inconfessabile è mo-mento di maturità. La scelta della “confes-sione” consente al soggetto di tornare agettarsi nelle braccia dell’umanità, libera-to dal fardello dell’esilio morale ed è pre-messa necessaria per restituire dignitàspirituale al segreto conservato.

Ciascuno inizia così a percepire l’uni-versalità dei propri contenuti affettivi, aprendere distanza dai vissuti di vergognae di colpa, per arrivare a sperimentare laleggerezza della disappropriazione.

La condivisa percezione dell’Anima,la partecipazione empatica ed emotiva delgruppo permetterà di procedere nel cam-mino analitico verso l’Ombra.

Ma questa è una fase successiva dellavoro.

S.F.

Il Sistema Uomo secondo la Psicoanalisi

8

La Psicoanalisi DialetticaUn postulato base che Teilhard de

Chardin propone e pone come fondamen-to della sua visione evolutiva dell’univer-so è che questo sia attratto (“dal davanti”,dal Punto Omega), e tenti nel Viventepsichismi sempre più evoluti.

Concentrando la sua analisi al Viventea cui apparteniamo, al Fenomeno Umano,egli considera come in questo sistema siain atto l’esperimento della massima com-plessità psichica tentata finora: la coscien-za. Ne consegue il corollario: “maggiorecoscienza è meglio che minore coscien-za”.

Questa affermazione è uno dei fonda-mentali della psicoanalisi dialettica.

Lo psicoanalista dialettico non si na-sconde dietro una falsa neutralità metodo-logica o scientifica e appena la maturitàdel rapporto analitico glielo conceda, eglitende ad esporre al suo interlocutore,l’analizzando, i due riferimenti che, a mo’di paradigma, di postulati, reggerannotutte le loro successive e comuni esperien-ze analitiche.

I due paradigmi in questione sono indefinitiva i due modi fondamentali di pen-sare la vita universale:

a) come causalità, accidentalità, mate-rialità;

b) come processo sensato, che com-prende anche l’uomo, nella dialettica dellacomplessità e della semplificazione.

Tale dialettica pare mostrare le traccedi una finalità che vorrebbe il passaggio

dalla frammentazione, dall’esilio in cuigiacciono tutte le cose, alla Soggettualiz-zazione Universale.

Senza negare la dialettica compresen-za universale di entrambi questi principi(causalità e finalismo), la nascita dellapsicoanalisi, erede viva di una filosofiainerte ed impotente, la forza della parolae del pensiero, testimonierebbero da séche la Vita si vuole consapevole. L’evolu-zione sarebbe una realtà che solo gli stoltipotrebbero negare.

Il Sistema UomoSecondo tale Weltanschauung, dopo

l’affermazione dei tre Regni1 , magnifici econsequenziali, l’attenzione evolutiva del-l’essere cade necessariamente sull’appa-rizione recentissima, balbettante, irrespon-sabile come la poca vita che ha, del QuartoRegno: quello dell’Uomo in cui tutte leprecedenti e coeve espressioni conosciti-ve dell’Essere (le organizzazioni tipichedei tre Regni) vengono nominate, classifi-cate, studiate.

La configurazione “quadripla”, cosìimportante perché sinonimo della mate-ria, della molteplicità e della divisione(quattro gli elementi fondanti l’atomo,prima configurazione completa nella tri-pletta nucleare e nell’elettrone 2 ; quattrole forze dell’astrofisica 3 , quattro le sta-gioni, quattro le fasi dell’evoluzione dallamateria alla vita cosciente4 e così via) siripresenta all’interno del Sistema Uomo,nella sua dinamica conoscitiva che così silascia descrivere: l’uomo è un soggettoriflessivo individuale che

1) sa2) di sapere3) di sé4) e dell’altro da sé.In ciascuno delle quattro fasi è presen-

te la struttura psichica e conoscitiva delleorganizzazioni che precedettero l’uomo:i minerali, i vegetali, gli animali. Nellastruttura conoscitiva dell’uomo, tutta laconoscenza e i conoscenti parziali posso-no riassumersi e riconoscersi quale cono-

scenza che l’essere fa di se stesso e vice-versa.

L’uomo porta inscritti nel suo incon-scio la storia ed il pensiero millenarioprodotto dal faticoso e cieco lavoro del-l’evoluzione. L’inconscio non è solo pul-sionalità ma saggezza concentrata del-l’Unico soggetto vivente che ha attraver-sato e ancora attraversa l’avventura uni-versale segnata a tutt’oggi dallo squilibrioe dal disconoscimento tra i due del dialo-go, che essi si chiamino Io - Tu, o Coscien-

za - Inconscio, o Pensiero - Emozione, oMateria – Spirito.

L’esilio dell’indeterminazione che la-scia individuare l’uno al costo della perdi-ta dell’altro, l’esilio che l’ormai arrogantepredominio della visione materiale conti-nua a garantire, potrebbe essere superatose si trattasse e si coltivasse il “FenomenoUmano” e la Psiche Umana nel suo aspet-to strettamente spirituale, anziché caval-care la tigre ombrosa dell’aspetto negati-vo pur presente nel bisogno collettivo disacro che s’alza verso il cielo da tutte lenazioni della Terra. Ma questo è un altrodiscorso. Il lavoro dello psicoanalista èdavvero prezioso in tal senso. Occorreperò che egli abbracci una Psicoanalisidialettica, evolutiva, “scandalosa” ossiache sappia apertamente schierarsi dallaparte del quarto regno, quello dell’Uomo.

L’importanza e l’entusiasmo di darsi aquesta edificazione e palestramento deisensi spirituali è la grande motivazioneall’esistenza; è la ragione forte che arruo-lerebbe come volontari le giovani leve e lenuove generazioni se solo noi, vecchi epudichi, non avessimo vergogna di darevoce al sogno, preveggenza di ciò chepotrebbe essere.

Il compito della psicoanalisi non è allo-ra solo di dar sollievo al malato, propriocome il compito del Cristo non fu quello diguarire gli storpi o i ciechi, ma, propriocome lui, di provocare un salto evolutivodella coscienza e dunque l’abbandono dellaLogica animale della paranoia del potere e

del rispetto. Per cosa? I passi precedenti ciaiutano a prevedere: il passaggio è dallalogica contrappositiva, necessaria nelmondo opaco e frammentario della mate-ria (anche umana, anche pensante e pensa-ta), sposa fedele dell’allertaggio paranoi-co, alla logica della fiducia, accogliente ericonoscente l’uno nell’altro e viceversa.Tentare il salto, stavolta “consapevole”dalla quadruplicità alla “quintessenza”.

È proprio corrispondentemente a que-sto passo che diventa importante la Psico-

La necessità di "completare" la cosiddetta individuazione, nell’esperienza e nel concetto,nasce dal bisogno evolutivo di superare la coscienza dicotomica

che trattiene l’uomo nella prigione della frammentazione, dell’esilio, della solitudine.Egli porta in sè da tempo, ed oggi sono maturi, quegli strumenti necessari

a superare la spaccatura e l’opposizione. (*)

9

analisi Dialettica quale metodo social-mente utile ed evolutivamente necessario.

La psicoanalisi studiando se stessa sco-pre di potersi porre come nuova teoriadella conoscenza in cui l’essere può riuni-re le sue conoscenze frammentarie spo-stando l’esistenza dalla pura manifesta-zione naturale esteriore all’esistenza na-turale interiore. Attraverso l’uomo il co-smo si rovescia come un guanto e tutta lafrantumazione viene risucchiata nell’uni-co conoscente. Dal canto suo l’uomodovrebbe potersi legittimare questo auto-riconoscimento senza cadere nell’unilate-ralità del principio antropico.5 Dovrebbepoter ricordare che egli è comunque unmomento dell’evoluzione e che tutto pro-cederà anche senza di lui.

D’altronde, se è vera questa possibili-tà, è vero anche che egli è parte del giocoevolutivo e delle possibilità che l’evo-luzione si sta dando. E l’uomo è unprogramma attivo di consapevolizza-zione crescente. Pur nella dualità che lovede straziato tra natura animale e na-tura sovranimale egli può far girare almassimo il pensiero e la consapevolez-za.

Cosa accadrebbe se questo pensie-ro, certo del proprio potere in unacollettività, per un solo istante si con-centrasse sinergicamente su se stesso,in ogni membro della collettività e con-temporaneamente?

Questo è il senso ed il contributo dellaPsicoanalisi dialettica al superamento delSistema Uomo, il quale è a tutt’oggi carat-terizzato dalla Logica formale e dal prin-cipio di non contraddizione, storicamenteimportanti ed utili, oggi anacronistici.

Essa vuol tentare la coltivazione dellacoscienza universale sul terreno concretodell’esperienza quotidiana e della ricerca.

La Psicoanalisi non è psicoterapia sem-plicemente perché essa è libera (idealmen-te) dalla necessità mentre la psicoterapianasce per “servire” ad un bisogno.

La psicoanalisi, come la filosofia, na-sce dopo che i bisogni primari siano statisoddisfatti. Essa, in quanto analisi dellapsiche, risponde al bisogno secondariodella conoscenza, dunque al bisogno pri-mario dell’Uomo come Uomo.

Psicoanalisi dialetticae Filosofia sperimentale.

La psicoanalisi, quale ultimo prodottodella mente nel suo continuo indagare suse stessa, coincide oggi, sia nella teoriache nella prassi, con la filosofia vivente.Essa s’innesta nel tradizionale approcciofilosofico rappresentandone il vero e pro-prio momento sperimentale, in quanto,quale laboratorio di ricerca “in corporevili”, opera e tende a produrre nell’uomoquelle trasformazioni concrete che la filo-sofia nel suo corpo teorico ha elaborato.

L’attributo dialettico che la definiscesta proprio ad indicare la concretezza delconflitto e della elaborazione nella carneumana di un processo che in filosofia èstato spesso utilizzato solo sul versanteteorico e per puro gusto nella competizio-

ne oratoria. Ma la dialettica, e i grandi cel’hanno insegnato, è un processo vivo,costante, inarrestabile che accompagna lanostra vita singola e quella del nostrouniverso. Le due “scienze”, dunque, psi-coanalisi e filosofia, devono essere legitti-mamente coniugate perché entrambe coin-cidono col loro oggetto di osservazione.

La filosofia nasce quando il pensieroinizia ad osservare se stesso e il dispiegarsistorico della filosofia è la Filosofia stessa.In maniera analoga, la psicoanalisi nascenel momento in cui la psiche inizia ariflettere sul suo funzionamento. Nel suodispiegamento temporale essa diviene, ecosì la storia stessa della psicoanalisi è laPsicoanalisi. La filosofia è stata l’espres-sione dello Spirito nell’uomo secondo ilPensiero: nata come ricerca dell’Univer-sale fuori e dentro l’uomo, sia pure con

alterne vicende, essa ha partorito tutte lescienze che invece di celebrarla, in virtùdelle nuove informazioni su cui cresceva-no, l’hanno gradualmente accantonata,rinnegata, riducendola a una loro pari: undeterminato tra determinati, fino a giun-gere ad oggi dove il filosofo (chissà maiperché insiste a definirsi tale) ha vergognadi parlar di universali, di unità e di Dio.

La filosofia è morta travolta dall’uomodella società industriale, dall’uomo “con-sumistico”, “dei diritti”, e “delle rivendi-cazioni” edipiche. Ma l’evoluzione nonconosce rattrappimenti; così, l’uomo stes-so, unilateralmente proteso nel bene e nelmale, all’attività estrovertita (nell’inse-guimento del nuovo mito di “Progresso”che le sue conquiste scientifiche e tecno-logiche alimentano), si crea inconscia-mente l’antidoto: nasce la psicoanalisicome risposta compensatoria.

La Psicoanalisi Dialetticafiglia legittima della Filosofia.

Essa storicamente raccoglie il “falli-mento” del pensiero filosofico anche senon è certo questo il suo consapevoleintendimento. La psicoanalisi nasce comeuna disciplina determinata tra le tante econ le altre essa condivide la stessa impo-stazione positivistica e oggettivante che,peraltro, per la natura particolare del suooggetto, diventa davvero imbarazzante inquanto porta al concetto antropologicoconclusivo della astoricitá e immutabilitádell’uomo.

Tale imbarazzo, interno alla psicoana-lisi, è conseguente alla paradossale convi-venza di una prassi volta al cambiamentosupportata da una metateoria della immu-

tabilitá.Oggi il mondo istituzionale della psico-

analisi l’ha snaturata e anziché darle respi-ro l’ha costretta nuovamente in una cami-cia di Nesso mortifera, antisociale, medi-calizzante ed edipica.

La psicoanalisi, nata come bisognodell’uomo di individuare risposte imma-nenti che gli dessero il potere di governareil suo mondo affettivo e “persecutorio”interno, frustrata dalla indecifrabilità dellafisiologia del cervello, ha necessariamen-te dovuto spostare l’ambito della sua ri-cerca in un modello metaforico che ren-desse conto dell’attività dello stesso: lapsiche.

Dagli albori dell’umanità fino alla na-scita della psicoanalisi, l’uomo crebbe nellasua coscienza, da un lato, grazie alla ma-terializzazione esterna dei suoi simboliinconsci di totalità (le istituzioni del sacro:templi, sacerdoti, oracoli, ecc.) e dall’al-tro grazie alla crescente produzione dioggetti mentali coscienti (oltre che di og-getti materiali esterni). I primi, i simbolidel sacro, lo proteggevano dal terrore delmondo sconosciuto primitivo realmentepiù carico di pulsionalità animale che nondi rarefatte atmosfere spirituali; i secondilo aiutavano a conquistare il mondo ester-no differenziandosene sempre di più e aspostarlo, trasformandolo e assimilando-lo, dentro se stesso.

La Storia della Psicoanalisiè la Psicoanalisi.

La psicoanalisi, ovvero la psiche cheguarda a se stessa e alla sua storia, èproprio la storia della psiche dell’umanitàe nella storia della psicoanalisi stessa,breve storia del Secolo Breve, essa psicheripercorre coscientemente tutta se stessae i suoi prodotti: dalla schiavitù dellepulsioni analizzate da una coscienza os-servativa (S. Freud) al riconoscimento distoria e simboli presenti nella psiche, alritrovamento dell’istinto spirituale tantoprimario come quello sessuale (C. G. Jung),al riconoscimento di se stessa psiche comepsiche dell’essere tutto autoosservantesinell’uomo e come struttura trovata dal-l’evoluzione per riunire in sintesi gli innu-merevoli modi in cui l’essere si manifestaa se stesso - conoscenze occulte e impri-gionate nelle forme materiali – (Psicoana-lisi Dialettica).

La psicoanalisi si fa, dunque, filosofiafavorendo nell’uomo l’allenamento delpensiero alle sue più alte vette; non pen-siero astratto e scisso dalla carne bensìpensiero vivo, consapevole che è ad untempo sintesi e nuovo progetto. Eccoperché essa psicoanalisi può anche esserdetta filosofia “sperimentale”.

La filosofia, figlia del pensiero autoos-servantesi, è stata tradizionalmente disco-nosciuta dall’uomo, il quale, insieme atutti gli altri prodotti coscienziali, l’haestraniata da se stesso facendola vivere divita propria. Ed essa restò impotente agliocchi dei più.

In virtù della sua storia e delle cono-scenze raggiunte nel suo dispiegarsi, la

10

psicoanalisi non può porsi oggiche come filosofia sperimen-tale, metodo dialettico. Se nonrinnega la sua vocazione allaricerca e se dunque non si ar-rocca a un’autodefinizioneminimalista e necrofila, basatasulla prassi cristallizzata, secontinua ad analizzare, essanon può che unire all’atto del-l’analisi (l’attenzione al molte-plice), l’atto della sintesi (l’at-tenzione all’uno) e incontrarein sé, dunque nell’uomo stes-so, il problema della realizza-zione della filosofia.

Nel tempo della sua ven-demmia la psicoanalisi comesegno specifico dovrebbe mo-rire avendo essa raggiunto loscopo: la psiche dovrebbe inquel tempo esaurirsi come stan-za prevalente in cui abita l’uo-mo per lasciar essere una benpiù ampia e nobile sala: quelladello Spirito in cui l’esperien-za dell’universale sarà concre-ta e di ordinaria quotidianità.

Ma oggi, per la sua meto-dologia e per la sua Weltan-schauung, la psicoanalisi nonpuò essere che corpo impre-gnato di una ermeneutica e diuna metodologia dialettica. Pertutte queste cose è maturata lapsicoanalisi dialettica.

Il“Soggetto Umano Unico”:Fondamenti teorici e finalità.

La psicoanalisi dialettica èun contributo a trasformare inmondo la conclusione a cui èapprodato il ricco pensiero ela-borato in questi anni da unnutrito e giovane gruppo dipsicoanalisti, conclusione se-condo cui la nuova tappa evo-lutiva dovrebbe essere segnatadallo spostamento del sogget-to a un nuovo e superiore pia-no riflessivo da cui potrebbeosservare se stesso e da cui glisarebbe più agevole e normalela percezione del proprio latouniversale liberandosi, in ciò,dalla tirannia delle pure lettureparticolaristiche dell’esistenza.

Quanto fin qua detto è com-preso nel concetto junghianodi “individuazione”, concettoche ovviamente anche noi con-

serviamo arricchendolo al con-tempo di nuove e fondamenta-li determinazioni: se infatti inJung, come del resto in tutta lapsicoanalisi prima di questeultime elaborazioni, l’idea dellavoro psicoanalitico trovacome soggetto il singolo uomo,nella psicanalisi dialettica l’ur-genza del lato sociale, e dun-que “universale”, di riflettereconsapevolmente su se stessoesplode con tutta la forza dellamaturità dei tempi e “indivi-duazione” va a significare, ac-canto al tradizionale lavoro in-dividuale del singolo, il possi-bile obiettivo di una comunitàdi individui che, attraverso unlavoro psicoanalitico centratosu se stessi (stavolta comegruppo), permettano a questidi “individuarsi” ossia di per-cepirsi come Soggetto UmanoUnico per dirla con Teilhardde Chardin, un Soggetto na-scente dalla co-riflessione e“co-simpatia” dei suoi singolimembri.

L’attuale strutturapsichica del Sistema Uomo.

La necessità di completarel'individuazione, nell’esperien-za e nel concetto, nasce dalbisogno evolutivo di superare

la coscienza dicotomica chetrattiene l’uomo nella prigionedella frammentazione, dell’esi-lio, della solitudine dato che,ormai da tempo, egli porta insé gli strumenti necessari a su-perare la spaccatura e l’oppo-sizione.

Uno dei nomi che ha assun-to l’opposizione è il conflittoindividuo-gruppo, anzi è a par-tire dall’osservazione di taleconflitto, a suo tempo vissutocome insanabile, che è sorta lapsicoanalisi la quale, essendola disciplina dell’interioritàumana per eccellenza, ha ne-cessariamente portato in sé,riassunta lungo l’arco dei po-chi decenni che costituisconola sua storia, la stessa evolu-zione psichica dell’uomo dache egli nacque. Non possia-mo certo in questa sede soffer-marci ma è certo sotto gli oc-

chi di tutti, anche dei profani, ilbisogno del superamento delconflitto il quale fu, a suo tem-po, anche funzionale, ma cheoggi mostra, nel suo persisterela sterile distruttività di cui si faportatore.

I G.E.A (gruppi evolutiviautocentrati), aspetto concre-to metodologico della psicoa-nalisi dialettica, sono dunqueun laboratorio sperimentale incui soggetti dalla potenzialecoscienza evolutiva, accantoad un tradizionale e fondamen-tale lavoro di conoscenza per-sonale (il particolare), portanoavanti l’altro lato di se stessi(l’universale) elaborandolonon solo simbolicamente nelchiuso della loro riflessioneindividuale ma avanti e insie-me a una comunità di compa-gni grazie ai quali possonoverificare concretamente:

a) la reale capacità di “de-mocrazia” interiore ed este-riore;

b) un nuovo grado di libertàche l’analisi dell’Ombra6 nonsolo individuale ma anche delgruppo permette (spesso ilgruppo mostra iniziali dinami-che di “branco” e in alcune diesse è ben ravvisabile l’Ombradel gruppo);

c) la capacità simbolica dipercepire “l’interno comel’esterno”: i partecipanti ma-turano una doppia percezionee cioè di essere contempora-neamente “contenitori” e “con-tenuti”. “Contenitori” perchéessi giungono a sapere di por-tare dentro di sé ciò che ilgruppo attraverso le voci ditutti i suoi membri vive. “Con-tenuti” perché sanno di essereciascuno e tutti insieme le cel-lule costitutive del corpo “su-periore” che il gruppo incarna;

d) ed esso si costituisce,nella percezione delle sue cel-lule costitutive, come corpoche sa di se stesso.

Accolta la comunità in og-getto come rappresentanzadella specie umana, e accoltala specie umana come luogo incui l’essere tutto giunge a sa-pere di sé, possiamo ben con-cludere che allora il senso pro-fondo della sperimentazioneconsiste nel bisogno delle con-sapevolezze individuali, dun-que sempre parziali, di supera-re se stesse offrendosi comeconoscenze che l’essere recu-pera a se stesso in una progres-siva sintesi e dunque in unampliamento della coscienzauniversale. A.C.

Note(*) Dopo 10 anni di vita di questoTrimestrale, "Individuazione",riassumo, riconfermandone il va-lore funzionale alla nostra ricer-ca "sul campo", l'essenziale del"corpo teorico"di riferimento.1 - Regno minerale, vegetale eanimale.2 - La particella elementare a

tutt’oggi è il quark, composto dauna tripletta di materia non ulte-riormente divisibile presente nelnucleo. Il tre, numero perfettonella filosofia, nella religione enello Spirito, si ripresenta comemattone dell’universo materia-le. La specularità tra triade spi-rituale e triade materiale soddi-sfa il bisogno di simmetria e digiustizia.3 - Forza elettromagnetica, for-za gravitazionale, forza elettro-debole, forza nucleare.

4 - Materia inorganica, mono-cellulari, pluricellulari, super-pluricellulare (l’uomo).5 - Caduta nella unilateralità e

nell’assolutizzazione di un prin-cipio evolutivo antroporiferitoche invece resta vivo e vero sem-pre e solo nella misura in cui noiumani lo alimentiamo.6 - Ombra è, nel pensiero jun-ghiano, uno degli archetipi fon-damentali della psiche umana e,quando essa è attiva, diventa ri-fiuto a riconoscere come propri,atteggiamenti, convinzioni equanto altro la coscienza consi-deri negativo, disdicevole, im-morale.L’Ombra è allora ciò che ci restaalle spalle, non visto o proiettatosugli altri (che ai nostri occhirisultano sgradevoli)..

Ignoranza Pluralistica e Influenza MinoritariaRICERCHE 11

Agli inizi degli anni ’60 una ricercapsicologica destò molta impressione:l’esperimento, molto ben congegnato,metteva i soggetti dell’indagine di frontealla possibilità o meno di somministrarescosse elettriche, anche pericolose, a un’al-tra persona. Non mi dilungo nella descri-zione del test, quel che conta è che, difronte a una persona autorevole, in questocaso un presunto scienziato, le personeagivano in modo del tutto contrario aqualunque “buon senso”.

Lo stesso Milgram, ideatore della ri-cerca, scrisse “ ... ciò che lasciò sbigottitifu la volontà esasperata, da parte di perso-ne adulte, di giungere fino all’estremogrado di obbedienza all’autorità, non daparte di individui sadici ai margini dellasocietà, ma da parte di gente normale,rappresentativa di diverse classi sociali.Gente normale, che si occupa soltanto delsuo lavoro e che non è motivata da nessu-na particolare aggressività può, da unmomento all’altro, rendersi complice diun processo di distruzione.”

Un altro fenomeno molto interessantenell’ambito della psicologia sociale riguar-da l’ignoranza pluralistica. Un sempliceesempio permette di capire di cosa sitratta: talvolta una classe di studenti, dopouna lezione incomprensibile e nonostantesollecitazioni a richiedere chiarimenti, stacompletamente zitta. E’ probabile checiascun studente pensi di essere il solo anon avere capito, temendo così il giudizioda parte degli altri.

Le conseguenze sociali dell’ignoranzapluralistica possono essere gravi: certenorme in cui non crede più nessuno con-tinuano a essere tenute in piedi, ostaco-lando processi innovativi.

Questi esempi, ma ce ne potrebberoessere molti altri, sottolineano l’impor-tanza dell’influenza che, inevitabilmente,riguarda ciascuno di noi, sia come sorgen-te che come bersaglio. Il risultato è spessoconformismo, compiacenza, apatia, dele-ga di responsabilità e via dicendo. Il casodel moribondo tra la folla che chiede aiutoinutilmente è emblematico: non c’è catti-veria dei passanti, semplicemente l’igno-ranza pluralistica ha la meglio (“ se nessu-no lo aiuta ci sarà un motivo, dunqueperché dovrei farlo io?”).

Questo tipo di considerazione è in attoin ciascuno di noi, in forme più o menoevidenti, e l’idea che una nostra piccolaazione non cambierebbe lo stato dellecose, così enormemente più grandi, cilegittima a non agire.

A questo punto è necessario introdurreun nuovo concetto: l’influenza minorita-ria. Essa riguarda l’effetto sul contestosociale che hanno individui o gruppi inminoranza numerica.

Vari esperimenti, condotti soprattuttoda Moscovici, hanno messo in evidenzache tale influenza, meno evidente di quellamaggioritaria, agisce però a livello molto

più profondo. E’ un’influenza non imme-diata, i cui effetti sono a lunga scadenza,non manifesti in modo evidente, spessoindiretti, ma modificano strutturalmente ilpunto di vista; non a caso si usa il termineconversione.

Tuttavia affinché un’influenza minori-taria sia efficace occorre, tra le altre cose,che vi sia un terreno fertile, una situazioneo un periodo storico che permettano lacrescita di certe idee.

Portiamo ora il discorso sull’attualeperiodo che stiamo vivendo: certa satura-zione del nostro modello di vita e le sueinfauste conseguenze incominciano a di-ventare motivo ricorrente. Ciononostantela vita quotidiana di ogni individuo seguei soliti percorsi: come topi addestrati in unlabirinto sappiamo trovare spesso la via dicasa, ma essendo qualcosa di più di unmisterioso topo, siamo anche consapevolidella ragnatela in cui viviamo.

Ma questo evidentemente non basta.

La consapevolezza non è mai sufficien-te a cambiare le cose. La tutela dell’am-biente, la povertà del terzo mondo, ilconsumismo, l’alienazione sono paroleche sentiamo in sottofondo da sempre, masono troppo astratte o lontane dal nostrospazio di vita per fungere da stimolo con-creto a un cambiamento. L’ignoranza plu-ralistica insieme a un’attenzione patologi-ca per il nostro singolo individuo vinconocomunque.

Eppure qualcosa sta cambiando. Insie-me a uno scetticismo antico che fa esserepessimisti sulle possibilità di un rinnova-mento, insieme a una sempre maggioreframmentazione dell’individuo che cercasempre più un appagamento immediatodei propri bisogni, sta crescendo una sen-sibilità per certe tematiche: non in tutti,non in modo evidente, ma il terreno èormai inzuppato e respiriamo una stranaaria di insicurezza.

A questo punto la consapevolezza nonbasta: occorre l’azione. E qui si apre unnuovo discorso, con una riflessione teori-ca e una pratica.

Teoricamente, è bene interrogarci comeil concetto di azione entri nella psicologia

e nella psicoanalisi. Praticamente, è utileindagare il tipo e il margine di azione chepossiamo mettere in atto.

Iniziamo dalla teoria. C’è una tradizio-ne consolidata che ha sempre posto l’ac-cento sull’individuo psicologico vistocome elaboratore di informazione o quan-t’altro, comunque sempre avulso da uncontesto concreto.

Al contrario, sul versante sociologico,l’individuo come soggetto scompare la-sciando il posto a dinamiche collettivedove il singolo sembra potere ben poco.Lo stesso Weber, pur parlando di respon-sabilità, ha sempre rifiutato un discorsopsicologico sull’individuo. Solo pochiautori isolati, sebbene riconosciuti fonda-mentali (ad esempio Lewin e Vygotskij),hanno messo in evidenza che sociale eindividuale appartengono allo stesso pro-cesso, sono simbiotici e non c’è primal’uno e poi l’altro. Il sociale influiscesull’aspetto psicologico dell’individuo el’individuo crea la conformazione socialeattraverso l’azione. Concetto che sembraovvio, ma che spesso viene dimenticato:un possibile pericolo della psicoanalisiriguarda proprio questo.

La concentrazione su se stessi, sullaconsapevolezza, sulle problematiche indi-viduali, potrebbe far dimenticare il nostroessere sociale.

Un po’ come la società occidentale cheha costruito il proprio benessere incurantedi tutto il resto. Ma ormai anche questasoluzione sembra non funzionare: i pro-blemi e i conflitti sono a tal punto genera-lizzati che riguarderanno tutti.

Ma che fare nella pratica? Non si trattadi diventare eroi e dedicare la propriaesistenza a risolvere i problemi del mon-do. Chi sente di doverlo fare prenderàquesta strada radicale e considerevole, maè pur vero che tra un’ignavia totale e ilgesto romantico esistono molte possibili-tà che ciascuno di noi può intraprendere.La potenza di semplici individui riuniti ingruppi che, a loro volta, formano la socie-tà, è enorme.

Per non rimanere nel vago suggeriscoalcuni esempi molto semplici e poco im-pegnativi che, se seguiti da molti, assumo-no una forza tale da modificare in modosignificativo la realtà. Attenzione agli ac-quisti per non incrementare la corsa alconsumismo; attenzione all’influenza del-la pubblicità; devolvere una minima per-centuale dei propri guadagni ad associa-zioni serie che agiscono nelle zone diemergenza. Esempi che possono essereaffiancati da altri magari più incisivi; esempiche non dicono nulla di nuovo; la novitàconsiste nell’attuarli. Credo che l’influen-za minoritaria di coloro che agiscono inquesto senso e la sua pubblicità trovinooggi il terreno fertile che fino a pocotempo prima mancava.

Semplice illusione?T.T.

Il sociale influisce sull'aspetto psicologico dell'individuoe l'individuo crea la conformazione sociale attraverso l'azione.

Panico, Agorafobìa e ClaustrofobìaSCHEDE

A.C.

12

PanicoIl panico evoca il nostro rapporto con

il Tutto. C’è chi avverte la poesia, lalibertà che il Tutto offre a chi sappiaaffidarvisi senza supponenze intellettuali-stiche, senza esigenze psicologistiche escientiste di modelli.

Nasce così il Movimento panico diJodorowsky, Arrabal e Topor, movimen-to poetico che accoglie il principio caoti-co del Tutto.

C’è invece chi vive l’aspetto inquietantenel rapporto con il Tutto, ad un punto taleda sentirsene paradossalmente soffocato.

L’eziologia personale spesso si ferma aconsiderare la pura fase di comparsa delsintomo: in ambito medico ci si muove trala teoria secondo cui la causa andrebbericercata nell’improvviso “guasto” del si-stema cerebrale di allertaggio, con corri-spondente “guasto” nell’atteggiamentoparanoide funzionale, regolatore dell’an-sia e della paura, in ambiente psichico; e lateoria secondo la quale ciò che smetteimprovvisamente di funzionare sarebbe ilsistema di allarme di soffocamento.

Viene sottolineato che i soggetti “pani-ci” non saprebbero respirare bene e che,con gli attacchi di panico, respirerebberosempre peggio producendo e intrappo-landosi in un girone infernale senza appa-rente via d’uscita.

Da un punto di vista psicodinamico lacattiva respirazione che accompagna l’at-tacco di panico è già il senso stesso del-l’attacco: se occorre “aria” per respirare,il rebus è facile da sciogliere: cosa non fapiù respirare, cosa e chi ci toglie l’aria?

E, poiché l’attacco panico arriva comee quando vuole, esso segnala che, puravendo di tutto, Tutto viene a mancarci.“Avere di Tutto” non significa “stare edessere nel Tutto”.

Il panico come attacco segnalerebbeallora il desiderio di recuperare quellatotale Libertà che il Poeta sa respirare nelsuo rapporto fluido e ventoso con il Tutto.Gli estremi si toccano e portano in sé lastessa conoscenza.

Agorafobia Dal greco “agora” = piazza e fobia =

paura. Dunque paura di attraversare lapiazza, simbolo del centro e dell’esteso.

Cosa può nascondersi dietro l’agora-fobia?

Forse la paura dell’infinito, dell’inde-terminato. Ma anche il terrore del conti-nuare a produrre il sacro, l’angoscianteevocazione inconscia di antica violenza edi antichi sacrifici. Forse è proprio laclaustrofilìa, l’amore per i luoghi chiusi esolitari, la condizione psicologica e spiri-tuale che si sposa e fa da contraltareall’agorafobia: il rifiuto di essere Ulisse, dicontinuare a errare, eterni pellegrini sen-za Patria, ci può far scegliere, concreta-mente e/o simbolicamente, la clausura el’isolamento.

ClaustrofobiaDal latino “claustrum” = luogo chiuso

e fobia. Quindi paura dei luoghi chiusi edangusti.

Cosa può nascondersi dietro la clau-strofobia?

Forse la paura dei pensieri piccoli, delleconseguenze e degli effetti collaterali diuna pur ricercata “sicurezza”. Forse essaevoca la necessità di “uscire” fuori, “rina-scere”.

Di ciò parlano i tanti sogni di striscia-mento, soffocato e vermiforme, dall’ele-mento ctonio, inconscio, umido e freddoall’esistenza cosciente, riscaldata dal soledella consapevolezza. Si potrebbe alloraaggiungere, per puro gusto estetico digeometriche corrispondenze, che è pro-prio l’agorafilìa, l’amore per il cielo el’orizzonte aperto, l’amore per la piazzaaggregante persone e pensieri liberi, la

condizione psicologica e spirituale che sisposa e fa da contraltare alla claustro-fobìa: il rifiuto di “sicurezze segreganti eprivatrici”, del silenzio coatto, il rifiuto diesaurirsi in una sola identità dominante,per quanto amabile, di essere fissati comein una foto, ci risospinge all’aperto, c’in-duce ad azzardare, a rimettere in giocotutta una vita in cambio di un gesto simbo-lico che in definitiva può riassumere sestesso in questa frase: del Pensante cheafferma “credete di possedermi, di saperecon chi avete a che fare ed invece sonoPan, sono Bed, sono il Grande Burlone dise stesso e di voi. Mentre mi pensate ed inme cercate conferme e punti fermi dimoralità e di senso, io, sospinto da supe-riore necessità, fuggo via e, spero, inquesto strano subìto sacrificio di me stes-so, non dover riperdere ancor la vitamia!”

L’etiologia personale del sintomo clau-strofobico può avere a che fare con traumiquali sequestri, prigionia di guerra, tem-poranei stati di isolamento da catastrofinaturali quali terremoti, incendi ma lapaura degli ascensori, degli aerei, dellegrotte a parecchie decina di metri sotto

terra e di tutti quei luoghi da cui non si puòuscire quando lo si voglia, non investesolo chi può aver subìto traumi del generedescritto.

Spesso non v’è memoria di alcun even-to straordinariamente perturbante.

V'è invece spesso, nella storia persona-le di chi soffre di claustrofobia, un doloreper un dramma familiare da cui non si èmai potuti fuggire. Spesso il trauma è nelmito familiare, ossia in quel motivo psico-logico che quel particolare gruppo di per-sone ha il compito di coscientizzare. Ilsoggetto più adatto alla trasformazione èanche colui che più è vulnerabile e chedunque può avvertire sensibilmente il pesodel mito.

Molte famiglie sembrano prese di mirada un fato avverso che, di generazione ingenerazione, le segna colpendo singolimembri in modo tragico e violento. Suici-di, malattie, comportamenti “pazzi”. Ilvissuto che il mito induce è vergogna,chiusura e tentativo di abreazione rifu-giandosi nella cura ossessiva dell’immagi-ne. Accade spesso di assistere a fenomenidi perfezione formale, tanto esasperataquanto inquietante, che si accompagnanoa stati sistematici di confusione ideomoto-ria con nascosti vissuti di “sporcizia”,anaffettività, superficialità di sentimenti epensieri, somatizzazioni spesso legate allafacoltà deambulatoria.

A chi il primato? Il panico è più plateale ma non all’api-

ce della hit – fobie. Tra le altre due,agorafobia e claustrofobia, parrebbe pre-valere la seconda rispetto alla prima. E ciòè su un piano intuitivo e simbolico facil-mente spiegabile: la nostra società nonpecca certo per eccesso di educazione almistero. Essa pecca semmai del contrario:della preoccupazione a “rassicurarci” conuna mole di sottoprodotti culturali di cuinessun ambiente psichico umano può or-mai soddisfarsi.

Perenne riciclaggio delle dinamicheedipiche, posizionamento forzato dellepersone/popoli al livello più basso ed “of-fensivo”: quello dell’oralità/consumismo.A fronte di questo atteggiamento mondia-le non c’è da stupirsi che uno dei sintomidilaganti della psiche planetaria sia pro-prio la claustrofobia.

D’altra parte l’agorafobia segnala, sipuò dire, a modo suo, la necessità e lamancanza di esercizio e confronto co-scienziale con l’Immenso.

Il panico , oltre che la paura degli spaziaperti segnala l’assenza di orizzonti disignificato e di senso. Immersi nei prodot-ti del mercato per la vita quotidiana, som-mersi dall’alienazione della conoscenzainteriore venduta alla popolarità, agli inte-ressi di mercato ed al narcisismo persona-le, noi ci sentiamo terrorizzati e in procin-to di morire.

Proseguiamo con le considerazioni sparse attorno alle hit - fobìe

RECENSIONI

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

�Pace e interculturalità�Una riflessione filosofica

di Raimon PanikkarImparare il dialogo tra culture, religioni tradizioni differenti

per superare le dicotomie è ormai urgenza impellente, in questonostro pianeta. Superare non significa annullare le differenze,quanto piuttosto trascendere il pensiero analitico, non con unasintesi che riunisce i dati dell�analisi, ma con un pensieroolistico.

Non esiste una prospettiva globale: ogni prospettiva èlimitata, ma esiste sempre la possibilità di uno scambio e anchedi un ampliamento di prospettive e il dialogo interculturale miraproprio a questo.

Valorizzare la prospettiva dell�altro e cercare di essernecoscienti, anche quando non la si capisce, presuppone giàl�inizio del superamento della dicotomia tra conoscenza eamore.

Un fondamento filosofico è necessario all�attività umana.Riserviamo la parola filosofia a questa approssimazione olisti-ca che non pone a priori limiti all�esperienza umana e che, alcontempo, è cosciente del fatto che ogni esperienza umana èlimitata. La pace richiede più che buona volontà; richiede anchecomprensione dell�altro, il che non è possibile senza trascen-dere il proprio punto di vista, senza interculturalità.

Interculturalità non significa relativismo culturale (una cultu-ra vale l�altra) né frammentazione della natura umana.

Il disarmo militare richiede un disarmo culturale.Edizioni Jaca Book 2002

Raimon Panikkar (Barcellona 1918) partecipa di una plura-lità di tradizioni: indiana ed europea, hindu e cristiana, scienti-fica e umanistica. Laureato in chimica, filosofia e teologia,ordinato sacerdote nel 1946, ha tenuto corsi e lezioni nellemaggiori università d'Europa, India e America.

Il libro è diviso in due parti, la prima, intitolata �Ritratti�,raccoglie 8 racconti di Pino Mantovani, la seconda parte,intitolata �Visioni�, raccoglie 7 racconti di Andrea Balzola.

Ogni racconto è accompagnato da 2 disegni di noti artisti(Piero Fornai Tevini, Mario Calandri, Mario Davico, AlbinoGalvano, Piero Rambaudi, Gino Gorza, Enrico Paulucci, LuigiSpazzapan, Francesco Tabusso, Francesco Casorati, PinoMantovani, Horiki Katsutomi, Gigliola Carretti, Francesco Fran-co, Lea Gyarmati, Andrea Granchi, Paolo Guasco), viventi enon.

Alcuni di questi disegni sono stati realizzati appositamenteper i racconti che accompagnano.

Non semplici illustrazioni, quindi, ma immagini che dialoga-no con la parola.

Quindici racconti come stazioni di un viaggio narrativo nelmondo reale, ipotetico e immaginario dei pittori. Testo e prete-sto di un dialogo tra la scrittura e l�arte, tra la parola e l�immagi-ne, tra la memoria e l�immaginazione.

Riflessi e riflessioni intorno all�arte, su una tela bifronte, doveritratti di artisti reali e visioni di artisti immaginari si confrontanoe s�intrecciano, sfumando l�impossibile confine tra biografia delgesto e biografia dell�anima. In appendice una conversazionecon il critico e saggista Paolo Levi sull��arte che non c�è�.

Edizione Fogola 2002

Andrea Balzola, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore,docente di Linguaggi Multimediali all�Accademia di Belle Arti.

Pino Mantovani, ha compiuto studi di storia e pratica artisti-ca, e insegnato Storia dell�arte al Liceo e Storia e metodologiadella critica d�arte all�Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

�Gli ultimi tre minuti.Congetture sul destino dell�universo�

di Paul Davies

�Storie di pittori�di Andrea Balzola e Pino Mantovani

�Le ferite dell'infanzia�Esprimerle, comprenderle, superarle

di Nicole Fabre

13

P. Davies descrive con un linguaggio sintetico e chiaro lecongetture scientifiche sulla fine del mondo.

Esso sarà inevitabile o l�umanità riuscirà se non altro aconoscere lo scopo dell�universo prima che scadano gli ultimitre minuti?

Paul Davies ci aiuta ad uscire da noi stessi per addentrarcinell�universo, ai limiti del conoscibile. Comunicandoci le con-getture scientifiche, anche le più azzardate, narrate con laserietà ed il distacco dello studioso, ci fornisce gli strumenti perscoprire come l�ovvietà del concetto di �fine� del tutto non sial�unico principio ragionevole su cui basare la nostra vita, masolo un lato che non può esaurire lo scopo dell�universo.

Paul Davies espone l�ipotesi secondo cui �...anzichè pensa-re alla vita ed alla morte dell�universo, dovremmo invecepensare ad una famiglia di universi che si moltiplicano all�infi-nito, ognuno dando vita a nuove generazioni di universi, forsead intere legioni di essi (...) dove (...) ogni singolo universoavrebbe una nascita, un�evoluzione e una morte nel mododescritto nei primi capitoli di questo libro, ma l�insieme degliuniversi sarebbe sempre esistito ed esisterebbe in eterno�.

Ediz. Ristampa Bur 2000

P.Davies è professore di filosofia naturale all'Università diAdelaide. Assai affascinante e "vitale" è la sua visione di uncosmo sacro, intelligente, finalizzato. Proprio la sua impostazio-ne evolutiva ce lo rende prezioso interlocutore e compagno diricerca.

Le ferite dell'infanzia, talvolta conosciute ed evidenti, altrevolte nascoste o incomprese, fanno parte della vita di moltibambini.

Lutti, separazioni, partenze, malattie, rapporti difficili, con-flittuali o ossessivamente protettivi causano contusioni, lividi,ammaccature e ferite di tanti tipi.

Spesso sono gli adulti, a casa o a scuola, a fare del male aibambini, non comprendendo le loro angosce.

Spesso è il bambino stesso a soffrire di "mal di genitori".Spesso è il corpo che difetta, la malattia che ha effetti

negativi sulla quotidianità.Attraverso i casi di Antoine, "bloccato da un padre-giudice",

Caroline e Marion, "maltrattate da una cattiva maestra", Etien-ne che, dopo la separazione dei genitori, "vive in un mondo aparte"..., Nicole Fabre mostra i modi in cui queste ferite posso-no essere riconosciute e quindi curate.

Con grande sensibilità l'autrice illustra l'importante ruolodella psicoterapia che, durante il processo di guarigione riescea trasformare le ferite in cicatrici preziose, costitutive di perso-nalità, aiutando il bambino a crescere in modo equilibrato.

Edizione Magi 2002

Nicole Fabre, psicoanalista e psicoterapeuta dell'età evolu-tiva, ha pubblicato numerosi testi di psicoanalisi e di psicope-dagogia. Da anni è impegnata in corsi di formazione rivolti agenitori ed educatori.

SCHEDE14

Nella religione cristiana è simbolo deldiavolo, è il divoratore delle provviste.Santa Gertrude aveva il compito di pro-teggere da tale sventura, il topo è raffigu-rato mentre morde le radici dell’alberodella vita.

Usato dall’uomo anche come cavia peri suoi esperimenti, nell’inconscio e’ l’uo-mo ad essere messo alla prova, nei suoibisogni, dalla presenza inquietante deltopo.

Simbolo della sessualità, dell’oralità,del predominio del sociale rispetto al pre-dominio individuale, il topo è un simboloprovocatorio rispetto alla coscienza pira-midale, ben strutturata egoicamente del-l’essere umano.

Il topo rappresenta spesso l’altro latodel Sè, è la manifestazione della pocafamiliarità che l’uomo ha con il suo latouniversale.

Animale impuro, vive anche nelle fo-gne, si ciba di spazzatura, resta ai limiti delsociale e, restituito con queste caratteri-stiche alla dimensione interiore e psicolo-gica dell’uomo, ne incarna assai intuitiva-mente, il simbolo dell’esilio dalla dialetti-ca umana.

Il topo e’ un roditore, vive nell’oscurità.Animale schivo, nel passato gli venivanoattribuite facoltà demoniache e profeti-che. Si organizza in gruppi, così può vede-re come un simbolo che rode la coscienzadel singolo, messaggero della necessità diaprirsi, era visto nel passato anche comeportatore di sventura a causa del suorosicchiare oggetti culturali: come libri ecosì via.

Il simbolo del topo può essere associa-to alla dea azteca Tlazolteote, la dea dellasporcizia, associata alle arti magiche e allapurificazione dei peccati, agiva da tramitetra il penitente e il dio Tezcotlipoca “Lospecchio che fuma”.

Il mito, a mio avviso, ripropone lanatura ambigua del topo, rappresenta siail limite che si rifiuta, sia la forza cosmicanon ancora socialmente elaborata, nonfruibile.

S. Freud, in “Casi clinici 5 - L’uomo deitopi”, si esprime così su questo animale:“L’idea del topo è inseparabilmente colle-gata con il fatto che esso morde e rode coni suoi denti aguzzi; ma se i topi mordono,sono sozzi e voraci, non possono restareimpuniti; gli uomini li perseguitano e mas-sacrano senza pietà, come il paziente ave-va talvolta visto fare, inorridendone. Spes-so aveva provato un senso di commisera-zione per quelle povere bestie. Ora, eglistesso era stato una volta un piccolo mo-nellaccio disgustoso e sporco, che nellarabbia sapeva mordere chi gli stava vicino,ricevendone poi tremende punizioni. Benpoteva ravvisare nel topo il suo ‘sosia’”.

Senza inoltrarci sulla forzatura cheFreud opera, a livello di causalità, travissuti remoti di aggressività verso il pa-

dre e fantasia ossessiva della persona inquestione, il topo in effetti può esserevisto come l’immondo che l’uomo portain sè e che non può essere accettato dalSuper-Io.

Il topo ha in qualche modo a che fareanche con l’atteggiamento predatorio del-l’uomo, anzi è esso stesso caricatura delsimbolo della “preda” in quanto, quandogli capita di finire nelle grinfie “scientifi-che” e “scientiste” dell’uomo, esso puòconoscere assai bene la “crudeltà” di que-sto uomo – demiurgo per la cui causadovrebbe immolarsi. Si pensi alle cavie dalaboratorio, alla vivisezione.

C’è un modo di dire per indicare mini-

mo risultato con apparente massimo sfor-zo: la montagna ha partorito il topolino!

Un sogno si fa cruda e caricaturaleimmagine di tale espressione popolare:

Dal centro di una montagna fuorie-scono tantissimi topi.

La sognatrice viene aiutata da un gio-vane ad attraversare la montagna: eglipone tavole di legno al suo passaggio,sicchè i piedi di lei restano protetti dalcontatto con l'orrendo popolo. La sogna-trice si ritrova, all’interno di un mauso-leo, con la propria psicoanalista. Il luogoè solido, marmoreo, bianco e silenzioso.

In questo sogno il topo rappresenta illato caotico inconscio che esplode dallamontagna e che rende la stessa un postoinsicuro dove stare, un brulicare di piccolipensieri, il luogo eccellente dei personali-smi in cui i tanti ego arrogantemente cre-dono di costituire insieme la solidità e lacertezza che solo la vera montagna, dun-que il vero Sé, sa garantire. L’uomo soc-corritore rappresenta il terzo occhio, lacapacità riflessiva umana che conduceattraverso la morte dell’ego (che fino allafine non rinuncia a celebrarsi se per ripo-sare in pace vuole la “grandeur” di un“mausoleo”) alla presenza in un luogosolido, silenzioso, e “purificato” dai “ro-dimenti” egoriferiti.

Significativamente, il sognatore, la notteprima del suo matrimonio, viene invitato aridurre le proiezioni guardando al proprioinconscio. Tale è il senso del suo sogno:

Trova, tra le lenzuola, un topo.L’immagine può segnalare, dunque,

dinamiche inconsce ombrose che ci por-

tiamo ancora dentro, e dai quali eventiimportanti della nostra vita, quali la sceltadi sposarsi, non ci possono difendere.

Il topo rimanda anche all' inconsciotout-court,che lega spesso il figlio allamadre, non solo alla madre esterna maanche alla madre intesa quale parte del-l’inconscio da cui la coscienza nasce.

Un sogno svela alla sognatrice una suadinamica inconscia:

Nella cantina della madre vive un topoche divora tutto. La cantina è assoluta-mente disordinata in netto contrasto conla vera natura della madre, persona,caso mai, proprio eccessiva nella puliziae nel rigore.

Ciò che nella realtà è ordinato, nelsogno appare disordinato e il disordineviene alla luce nella cantina, simbolo delrimosso, dell’inconscietà, e nel disordineil topo: simbolo del caos, dell’animalità.Esso divora tutto, ogni oggetto affettiva-mente carico che in cantina, ovvero nel-l’inconscio stesso, temiamo e nascondia-mo: i ricordi dolorosi, i limiti… ma anchele risorse, le nostre origini.

Il sogno può essere letto come unpossibile richiamo alla sognatrice, ma an-che a chi ha orecchie per sentire, di nonlasciare abbandonato a se stesso l’incon-scio dato che il rischio è quello di venire“divorati” proprio dall’inconscietà.

B., persona dalla coscienza evoluta, sì,ma anche donna con il tipico orrore delsuo sesso verso l’animale in questione(musofobìa), mi ha confessato che, accor-tasi di “ospitare” un topolino a casa sua,ha lavorato di ingegno costruendosiun’esca per liberarsi di tale ospite. Lagioia, nel preparare l’esca¸ che le ha per-messo di tuffarsi per un attimo nel rappor-to cacciatore-preda, è stata pari al suc-cesso che il piano ha avuto.

Se ci abituiamo a leggere la vita con-creta come un sogno, capiamo anche lagioia di B. per aver catturato il topo,quindi per aver simbolicamente neutraliz-zato l’inconscietà, per aver catturato il“roditore” di sogni.

Non sarà un caso se nel periodo in cuicerco di scrivere la scheda sul topo, untopo reale è stato visto nel giardino dellacasa dove abito: che sia tempo anche perme, sulle orme di B., di ingegnarmi ecreare la nuova trappola contro i nemicidei sogni?

Me lo auguro!

Bibliografia:S. Freud: “Casi clinici - L’uomo dei

topi”. ed. Bollati Boringhieri, Torino 1976“La Garzantina - Simboli”, ed. Garzanti,Milano'99

J.C.Cooper: “Enciclopedia illustratadei simboli”, ed. Muzzio, PD ‘87

Il topoAnimale dell’anima, figura ctonia, simbolo dei poteri dell’oscurità,

del movimento incessante, dell’agitazione insensata.

C.A.

1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890

Stream of Consciousness

CommozioneInno alla vita e motore di trasformazione

A.T.

15

- 9 ottobre 1963: disastro delVajont: un pezzo di montagna scivolanella diga da poco terminata e cinquepaesi vengono spazzati via da una valangad’acqua. Disastro annunciato, prevedibi-le, ma non evitato perché il potere el’interesse economico del singolo hannoprevalso sul bene comune.

- Ieri: un ragazzo di 26 anni e unodi 6 entrano in ospedale con diagnosi ditumore. Una vita che inizia il suo lungopercorso verso la medicalizzazione; unavita che si avvia verso il declino.

- Oggi: una madre rimasta solacon tre bambini molto piccoli: prima iltentato suicidio del marito, poi la morteimprovvisa del convivente che era divenu-to buon padre per i figli e marito per ladonna.

Che cosa unisce tutti questi eventi?Al di là delle possibili cause oggettive

che certo potremmo rintracciare, c’è qual-cosa che diventa ai miei occhi molto piùimportante: tutti eventi legati all’espe-rienza “diretta” o “indiretta”, passata orecente del sottoscritto.

Momenti tragici, atti violenti che la vitaimpone, anche se in modo assai differente,ad ognuno di noi. Nessuno può esserneescluso.

Momenti che spesso vengono risoltiattraverso parole che nel colloquio amica-le sembrano forzare all’estremo un sensoironico e al tempo stesso grottesco lì dovesi pronuncia: “…è la sfiga!”.

Ma è sempre più evidente che l’ironia,il motto di spirito, il linguaggio codificatoin espressioni stereotipate, tutte questemodalità di espressione diventano espe-dienti attraverso cui esprimere o, meglio,

liberarci da un’intensità emotiva e da unacommozione che ci coglie e attraversa.Commozione verso cui ci scopriamo im-barazzati e pieni di pudore, commozioneche sempre più spesso diventa difficilereggere.

E non parlo del senso di “pena” o diquel dire moralistico che compatisce l’al-tro attraverso parole che risuonano più omeno in questo modo: “…poverino, guar-da cosa gli è successo, non so cosa farei sefossi al suo posto...”.

Commozione nel senso di “muoversicon”: permettere dunque alla vita e all’al-tro, che in quel preciso momento per noila significa, di entrare in noi e di attraver-sarci con tutta la sua potenza.

E’ così che la possibilità di commuo-verci diventa atto di coraggio attraversocui siamo disposti ad amare e patire.

Il fatto che ognuno di noi, fosse anchesolo una volta, magari nel rapporto intimoe segreto con se stesso, abbia potutosentire tutto questo, è certo indubbio. Maproviamo a chiederci quanto nella nostravita abbiamo il coraggio di celebrarlo?Quanto lo rendiamo sacro? Quanto siamodisposti ad andare oltre il motto di spiritoo, meglio ancora, oltre l’uso caricaturalelinguistico che, con la stereotipia in cuispesso si propone, svela la distanza trac-ciata tra il soggetto e il suo dire, tral’ essere e l’esserci?

Rendere sacro significa permetterci dicogliere e celebrare in noi tali esperienze:divenire portatori di quel sentire perché noisiamo consustanziali (nel senso di averedentro di noi) a tutte quelle vicende di cuiquelle citate all’inizio non sono che fram-menti. Frammenti della storia dell’esserci

dell’essere, dello svelamento della Presen-za al mondo della consapevolezza umana,svelamento dell’umano a se stesso.

L’uomo è tale, ovvero è soggetto che sidispone innanzi alla vita assumendosi ilcompito della propria esistenza, allorchèincarna quell’atto di coraggio che consi-ste nel farsi portatore, attraverso le vicen-de della propria vita, di tale tensione ecommozione.

Il giudizio egoico, l’ironia, il morali-smo, il buonismo, la lacrimuccia immedia-ta: tutto questo ha poco a che fare con lasoggettività, tutto questo appare atto dis-sacratore e delegante.

Ogni volta in cui sono colto da talimomenti, mi scopro sgomento e al tempostesso onorato per la possibilità che mi èofferta di contattare la potenza della vitaattraverso l’energia della commozione.

Sono dispiaciuto, amareggiato e sfidu-ciato ogni qual volta vedo calare su talesguardo l’ombra della difesa e dell’appro-priazione egoiche.

Allorchè la tensione non è retta e noinon ne siamo portatori, allora le “bruttu-re” della vita vengono radicalmente toltedi mezzo: forclusione diceva Lacan, farecome se la cosa non esistesse.

In altro modo, l’energia percepita inforza di tali situazioni può divenire carbu-rante per l’ego e per la difesa che vieneagita attraverso mille espedienti che se-gnano l’impossibilità e la paura di reggerequel dolore.

Dolore che non parla dell’oppressionema che, se accolto, diviene inno alla vita emotore di trasformazione.

Incontriamo S. Freud

Mercoledì 23 Ottobre*Il teatro e la psicoanalisi: Evento Multimediale

* La voce di Freud

Mercoledì 30 Ottobre* Gruppo di lettura contemplativa

Incontriamo C.G. Jung

Mercoledì 20 Novembre* Le profondità dell'Anima:Evento Multimediale

Mercoledì 27 Novembre*Riflessioni del Vecchio Saggio: Evento Multimediale

* Gruppo di lettura contemplativa

Incontriamo S. Montefoschi

Mercoledì 22 Gennaio* La Grande Ribelle: Evento Multimediale

Mercoledì 29 Gennaio* Oltre il Sistema Uomo: Evento Multimediale

* Gruppo di lettura contemplativa

Giornata conclusiva

Sabato 8 Febbraio* Incontro

con M. Mencarini, G. Moretti, C. Pezzani.

Coordina A. Cortese.Gradita la prenotazione.

Programmazione GoGea

Per informazioni ulteriori rivolgersi ai numeri: 328-4729231 e 339-5407999

IndividuazioneTrimestrale di psicologia analitica

e filosofia sperimentale

Sped. A.P. Comma 27- Art. 2 - Legge 549/95 - Genova

Registrazione del Tribunale di Genovan. 31/92 del 29 Luglio 1992

Stampato in proprio.

Organo dell'Associazione GEA Via Palestro 19/8 - 16122 GenovaTel (010) 8391814 - (010) 888822

E mail: [email protected]://www.geagea.com

Anno 11, Numero 3 - Settembre 2002

Direttore responsabile: Dott. Ada CorteseRedazione: C.Allegretti, C. Banani, P.Cogorno, S.Figuccia,

A.Galotti, C.Manfredi, L.Marsano, L.Ottonello,M.Quaglia, V.Sarti, T.Tommasi, A.Toniutti.

La segreteria è aperta tutti i giornidalle ore 10 alle ore 18 dal lunedì al venerdì.

L’ASSOCIAZIONE

G.E.A. significa Gruppi EvolutiviAutocentrati. L’Associazione vienefondata a Genova nel 1988 da un gruppodi psicoanalisti di formazione junghianaprovenienti dal “Laboratorio RicercheEvolutive” di Silvia Montefoschi.

L’obiettivo è quello di approfondire,nella riflessione teorica e nella prassiterapeutica, un approccio psicoanaliticoevolutivo.

Psicoanalisi Dialettica

L’Associazione si costituisce come cen-tro di cura e di ricerca per sviluppare edivulgare il proprio metodo. Esso mette inevidenza e valorizza la possibilità di af-fiancare al lavoro analitico individualel’analisi di gruppo.

Dalla sintesi di questi due momentinasce la specificità del nostro metodo: laPsicoanalisi Dialettica.

Metodo

Il gruppo costituisce un campione del-la realtà quotidiana e permette ai parteci-panti, attraverso l’elaborazione dei vissu-ti e delle problematiche emergenti, diottenere notevoli miglioramenti nella ca-pacità di relazione con se stessi e con glialtri, verificabili nella “vita di tutti i gior-ni”.

Tale metodo favorisce il raggiungi-mento di risultati concreti in tempi asso-lutamente ragionevoli: così la psicoanali-si, da “accessorio di lusso per pochi”diventa efficace strumento di trasforma-zione e di benessere finalmente accessibi-le a tutti.

ATTIVITÀ PROFESSIONALI

* Psicoanalisi individuale

* Psicoanalisi di gruppo

* Psicoterapie brevi

* Counseling

* Psicoterapia della famiglia

* Supervisioni di équipe

* Gruppi Armonizzazione Lavoro

* Profilo psico-diagnostico

della personalità

Accessibilità

Il setting di gruppo consente a piùpersone di lavorare contemporaneamen-te ed in modo sinergico, con la presenza diuno o due psicoanalisti.

Tale contesto favorisce una velocizza-zione del lavoro grazie all’analisi, in tem-po reale, delle dinamiche relazionali inatto nel “qui ed ora”.

Efficacia

Nel contesto di gruppo emerge il mododi ciascuno di relazionarsi agli altri: irapporti interpersonali non vengono piùsolo “raccontati” all’analista ma speri-mentati direttamente dai partecipanti nelgruppo stesso.

Quest’esperienza aiuta a consapevoliz-zare ed elaborare le principali problemati-che relazionali di ciascuno, favorisce l’ac-quisizione di una capacità critica e mira adattivare ed integrare la funzione riflessiva el’intelligenza emotiva del corpo.

ATTIVITÀ CULTURALI

L'Associazione ha tra i suoi obiettivistatutari la diffusione del pensiero psico-analitico umanistico e dialettico secondola teoria ed il metodo GEA.

A tal fine promuove varie iniziativeculturali:

* Pubblicazione e distribuzione

del trimestrale “Individuazione”,

organo ufficiale dell’Associa-

zione

* Pubblicazione in proprio di mo-

nografie e dispense

* Cicli di conferenze tematizzate

aperte al pubblico

* Seminari e Convegni

* Maratone psicologiche

* Corsi periodici e monografici* Corsi trimestrali di aggiornamen-

to per psicoanalisti, psicologi,educatori, insegnanti, medici edoperatori socio-sanitari, operatori aziendali

Formazione

Corso di formazione psicoanalitica perTrainer di Gruppi GEA.

Il programma è rivolto a psicologi epsicoterapeuti ad orientamento psicoa-nalitico e a professionisti dell'area umani-stica.

http://www.geagea.com - e mail: [email protected]

Psicologia Analitica Filosofia Sperimentale

16