“IL RUOLO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLEVATORI NEL SISTEMA ZOOTECNICO ITALIANO”
La tutela delle risorse - AGRICOLTURA · Biodiversità è anche il nostro pa-trimonio agricolo e...
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La tutela delle risorseautoctone del Lazio
Il Registro VolontarioRegionale
La rete di conservazione e sicurezza
PSR Lazio
Inserto redazionale del numero n. 304del mensile Minerva - Luglio/Agosto 2011
Edito dalla casa editrice Minerva Soc. Coop.Via Antonio Pacinotti, 13 – 00146 Roma
Tel. 066892972 – fax 0668192977Mail [email protected]
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Progetto editoriale realizzato da Arsial,per l’informazione e comunicazione delle iniziative rivolte al target donne e giovani promosse dall’Assessorato alle Politiche Agricole
e Valorizzazione dei Prodotti Locali della Regione Lazioriferite al PSR 2007-2013.
Progetto grafico e impaginazioneFrancesco Mastantuoni
Si ringraziano per la collaborazione ai testi:Mariateresa Costanza, Immacolata Barbagiovanni
Massimo Tanca, Paola Taviani
Stampa Arti Grafiche Agostini s.r.l.Via Decollatura, 64 – Morena (RM)
Presentazione
La Natura con i suoi profumi, colori e suoni. È questa la biodiver-sità: la grande varietà che la Terra ci offre in tutte le sue forme divita, da quelle vegetali a quelle animali, a cominciare dalle più mi-nuscole e semplici aggregazioni di cellule fino ad arrivare a orga-nismi la cui complessità rapisce la nostra curiosità e ammirazio-ne, come ad esempio una barriera corallina o la multiforme e va-riopinta coda di un pavone. Biodiversità significa anche tutela dell’ambiente e gestione so-stenibile del territorio. Oggi più che mai, in un’Era nella quale iprogressi tecnologi e scientifici fanno passi da gigante, è neces-sario preservare e tutelare le numerose risorse e i valori paesag-gistici offerti dal territorio in cui viviamo. Si tratta di un imprescindibile impegno al quale soprattutto noiamministratori del Lazio siamo chiamati a rispondere in manieraefficace e responsabile.È dal bisogno di coordinare il galoppante sviluppo socio-econo-mico con l’esigenza della tutela ambientale che nasce la mia azione di governo. Un’azione rivolta costantemente alla qualità e allagenuinità, poiché ho sempre sostenuto che queste due caratteristiche siano fondamentali per la valorizzazione e la tutela del grandepatrimonio agroalimentare della nostra regione. La mia volontà è stata sempre quella di migliorare la qualità delle produzioni, che, in questo modo, possono garantire ai produttori eai consumatori la massima trasparenza in termini di tracciabilità. In quest’ottica vanno le due importanti misure già approvate allaGiunta regionale rivolte alla tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari e al sostegno dei prodotti a km 0. La prima legge as-sicura ai consumatori prodotti di eccellenza, freschi, interamente tracciabili e allo stesso tempo salvaguarda il reddito delle impreseagricole del Lazio. La norma sui prodotti a km 0 garantisce invece la trasparenza dei prodotti regionali in quanto ci permette di co-noscere esattamente la provenienza di tutto ciò che arriva sulle nostre tavole. Tutelare la biodiversità significa infatti garantire la sicurezza alimentare e quando si parla di qualità non si può prescindere dal bio-logico. Un concetto che riguarda non solo l’alimentazione in senso stretto ma un modo di concepire la vita e l’ambiente che ci circon-da. La sua priorità è quella di salvaguardare la natura e tutti gli attori che ne fanno parte. Preservare dunque il paesaggio rurale, con la sua caleidoscopica diversità, significa conservare il grande patrimonio costituito dallavariabilità delle specie viventi insieme alla nostra identità storica e culturale. La diversità delle specie viventi, sia animali che vegetali, è un miracolo attraverso il quale il nostro Pianeta ogni giorno ci ricorda dellasua unicità. Un miracolo che dobbiamo impegnarci a rendere perpetuo, rispettando la vita in tutte le sue forme.
Il PSR per la tuteladella Biodiversità del Lazio
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Angela BirindelliAssessore alle Politiche Agricole e
Valorizzazione dei Prodotti Locali
La tutela attiva della biodiversità nel Lazio colloca questa regio-ne ai vertici di un percorso non solo locale, e non limitato nell’im-pegno futuro. Primi in Italia per consistenze di equini iscritti al-l’anagrafe. Primi per numero di razze autoctone. Vivace la ricer-ca nel settore agricolo: nella terra dei latini e degli etruschi c’èimpegno concreto sulla tutela della biodiversità. Per la salvaguardia delle risorse genetiche del proprio territorio,il Lazio è stata una delle prime regioni a legiferare e a praticareuna tutela attiva, attestata dall’emersione di 172 varietà vegeta-li e 27 razze animali autoctone. Biodiversità è anche il nostro pa-trimonio agricolo e zootecnico tradizionale: ortaggi, cereali,piante da frutto e da fiore e razze animali di interesse agrario.Ben sette le razze equine e cinque le razze asinine autoctone, conuna consistenza media di diverse centinaia di capi, che fanno delLazio la prima regione in Italia nel campo della biodiversità zoo-tecnica, in particolare per ciò che riguarda gli equidi.La biodiversità garantisce la sopravvivenza della vita sulla Ter-ra, da qui il dovere di preservare l’ambiente e le risorse per le ge-
nerazioni future. Il concetto è relativamente recente, e la legislazione italiana lo ha mutuato tra il 1994 (anno in cui l'Italia ha ratifi-cato la Convenzione sulla Biodiversità con la legge 124) e il 2010, quando è stata adottata la Strategia Nazionale per la Biodiversità.Per questo è fondamentale che una pluralità di interventi armonici, incentivati dagli Enti di programmazione regionale, coinvolganole aziende private per la conservazione in situ oltre che le strutture pubbliche. Arsial si consolida nella veste di agenzia regionale di sostegno e programmazione. Dopo aver garantito in una prima fase il lavoro dicaratterizzazione delle varietà vegetali e delle razze animali autoctone e la necessaria animazione locale per l’adesione di una gran-de platea di agricoltori ed allevatori alla misura 214.8 del PSR Lazio, ha piena consapevolezza che, a valle dell’emersione, è necessa-ria anche una strategia di valorizzazione del grande patrimonio regionale: vi è un enorme spazio per una sua finalizzazione in chiaveturistica. Ciò può garantire, tra l’altro, il rafforzamento dell’offerta di turismo tematico da parte del sistema agrituristico regionale,investito da una progressiva contrazione della stagione lavorativa relativa alla domanda di ricettività che invece potrebbe giovarsinotevolmente di un calendario di iniziative distribuite su tutto il territorio regionale nell’intero arco dell’anno.
Erder MazzocchiCommissario straordinario
ARSIAL
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Cogliere la sfida della Biodiversità
Arsial per il PSR
Nel 1992 i Capi di Governo riuniti-si a Rio de Janeiro, Brasile, in oc-casione della Conferenza delleNazioni Unite sull’Ambiente e loSviluppo (United Nations Confe-rence on Environment and Deve-lopment) approvano la Conven-zione sulla Diversità Biologica(CBD); a dieci anni di distanzal’ONU convoca a Johannesburg,in Sud Africa, il Summit Mondialesullo Sviluppo Sostenibile (WorldSummit on Sustainable Develop-ment) dove viene stilato un docu-mento noto come Obiettivo2010 atto a ridurre significativa-mente la perdita di biodiversitàentro il 2010.Per questo motivo il 2010 è sta-to dichiarato dall’ONU l’AnnoInternazionale della Biodiver-sità.
Purtroppo, l’obiettivo fissato aJohannesburg è stato disatteso. Irisultati effettivamente conse-guiti mostrano come, nonostantegli sforzi, molto rimanga ancorada fare. L’Unione Europea, con la risolu-zione del Consiglio del 15 marzo2010 ha adottato l’opzione per ilpost 2010, che sposta al 2020,l’obiettivo di arrestare la perditadella biodiversità e dei serviziecosistemici nell'UE e nei limitidel possibile ripristinare e incre-mentare il contributo dell'UE perevitare la perdita di biodiversità alivello mondiale. Il nuovo obiettivo strategico peril 2020 dovrà tenere conto delruolo degli ecosistemi e dei relati-vi servizi, non solo per il continen-te europeo, ma a livello globale,per l’intero pianeta.Il 26 ottobre 2010, la FAO ha pre-sentato il Secondo Rapporto sul-lo Stato delle Risorse fitogeneti-che mondiali per l’alimentazionee l’agricoltura, lanciando l’allar-me che entro il 2050, dovremoprodurre il doppio del cibo pro-
dotto nel 2000, sulla stessaestensione di terreni ed usandomeno input energetici. Inoltre, il cambiamento climaticosta modificando inesorabilmentel’ambiente in cui le piante cresco-no, mettendo gli agricoltori da-vanti a nuove sfide. La FAO evidenzia la necessità dipotenziare la conservazione el’uso della diversità genetica dellepiante che coltiviamo e di cui cialimentiamo. Le principali cause della perditadi biodiversità sono l’urbanizza-zione, il disboscamento, la pres-
sione demografica, il carico di be-stiame eccessivo, il degrado am-bientale ed il cambiamento dellepratiche agricole. Il Rapporto evidenzia, inoltre, co-me il commercio mondiale dellesementi sia incrementato e domi-nato da sole cinque multinaziona-li sementiere che impongono leloro moderne e costose cultivar intutto il pianeta, compresi i paesipiù poveri. Il Rapporto chiarisce come inagricoltura, l’introduzione di cul-tivar moderne, altamente pro-duttive e standardizzate e molto
esigenti in fatto di acqua, fertiliz-zanti e antiparassitari, in sostitu-zione di varietà adattate natural-mente alle condizioni locali, rap-presenta un serio fenomeno dierosione genetica.Secondo la FAO occorrono piùsforzi per sostenere e diversifica-re le produzioni locali, migliorarel’accesso alle sementi di qualità etrasferire tecnologie per l’agri-coltura. Il cambiamento climatico e lacrescente insicurezza alimentarerappresentano grandi sfide per isistemi agricoli mondiali, sfideche non possono essere affronta-te senza la raccolta, la tutela el’uso sostenibile delle risorse fito-genetiche.
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Tutela dell’agrobiodiversità
Spighe di Mais Agostinella
o altra entità sottospecifica (raz-za, ecotipo, cultivar, varietà locale,ecc.), sia essa un vegetale, un ani-male o un microrganismo, che ab-bia un valore effettivo o potenzialeper l’alimentazione e l’agricoltura.Le conoscenze legate alle tecnichedi coltivazione e agli usi tradizio-nali delle comunità locali che han-no moltiplicato e custodito sino ainostri giorni le risorse genetiche,possono essere considerate parteintegrante dell’agrobiodiversità,perché l’uomo fa parte del mondobiologico ed è grazie all’attivitàumana che si è formata e conser-vata la biodiversità agraria esi-stente e si sono delineati i paesag-gi agrari, pastorali e selvicolturali.La Convenzione sulla DiversitàBiologica del 1992, pone tre obiet-tivi primari: la conservazionedella diversità biologica; l'usosostenibile della biodiversità; lagiusta ed equa divisione dei be-nefici dell'utilizzo delle risorsegenetiche.1. La conservazione della diver-sità biologica può essere attuatain situ ed ex situ.
a) La conservazione in situ siattua nell'ambiente naturale incui le specie vivono e si sonoadattate. Questo tipo di conser-
Per Biodiversità s’intende l'insie-me di tutte le forme viventi gene-ticamente diverse e degli ecosi-stemi ad esse correlati. Implicatutta la variabilità biologica: di ge-ni, specie (uomo compreso), habi-tat, ecosistemi e paesaggi.L’agrobiodiversità è una parte ditale variabilità e rappresenta ladiversità genetica all’internodei sistemi agricoli, cioè degliagroecosistemi.Con il termine biodiversità agri-cola o agrobiodiversità, si indicatutto il patrimonio di risorse gene-tiche vegetali, animali e microbi-che formatesi, per azione di mec-canismi biologici e per selezionenaturale, nei tempi lunghi dell’evo-luzione ed accumulate, fin dagliinizi dell’Agricoltura, circa 10.000anni fa, da generazioni di agricol-tori e allevatori che hanno addo-mesticato, selezionato e trasferi-to, da zone geografiche diverse,tutte quelle specie da cui ricavareprodotti utili all’uomo.Poiché l’utilizzazione della biodi-versità agricola produce un flussodi beni e servizi, è entrato nell’usocomune il termine generico di “ri-sorsa genetica” .Per risorsa genetica si intende ilpatrimonio genetico di una specie
vazione comprende, quindi, tut-te le attività e le politiche ri-guardanti la gestione della florae della fauna all’interno dei par-chi naturali e delle aree protet-te. Nel caso delle risorse geneti-che destinate all’alimentazioneumana la conservazione in situdovrà essere anche on farm,cioè nei campi e nelle aziendedegli agricoltori che le hannocustodite sino ad oggi; b)La conservazione ex situ sisvolge, invece, al di fuori dal-l'ambiente naturale e o di adat-tamento, cioè nelle banche del
germoplasma dei centri di ri-cerca, nei campi catalogo, negliarboreti, negli orti botanici, zooed acquari.
2. L'uso sostenibile della biodi-versità si regge su tre pilastri:ambientale, economico e socio-culturale. Per garantire che la ge-stione di una risorsa sia durevole,tutti e tre gli ambiti devono essererispettati. 3. La giusta ed equa divisionedei benefici dell'utilizzo di que-ste risorse genetiche, attraversoun giusto accesso alle risorse ge-netiche, soprattutto quelle ad usoalimentare, e mediante un appro-priato trasferimento delle tecno-logie necessarie, specialmente daiPaesi più ricchi e progrediti versoquelli più poveri.In generale, si può dire che la gran-de innovazione realizzatasi con laConvenzione sulla Diversità Biolo-gica, è quella di aver elaboratol’approccio “ecosistemico", ossiauna metodologia generale per l'at-tuazione della Convezione, cheprevede la comunità umana comeparte integrante degli ecosistemie dei meccanismi che li regolano enon come "elemento disturbato-re" dell'equilibrio naturale comeprevede un approccio conserva-zionista.
...ma che cosa è la Biodiversità?
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Ponzano Romano 2009 - Cavallo Romano della Maremma Laziale.Sotto, le diverse varietà di Ciliegie di Celleno (VT).
L’Italia, grazie all’eterogeneità deisuoi paesaggi dovuti alla sua tor-mentata orografia e all’insieme difattori bioclimatici, molto variabilia seconda degli ambienti, è il paesepiù ricco di flora e di fauna, cioè dibiodiversità, di tutto il continenteeuropeo. La sua posizione centralenel Mediterraneo, unitamente allapresenza dell’uomo, molto più anti-ca ed estesa che altrove, ha per-messo il sovrapporsi di numerosecomponenti floristiche e faunisti-che sulla cui evoluzione ha profon-damente inciso l’azione dell’uomo.Ancor più che in altri paesi, la diver-sità degli assetti del territorio hapermesso l’insediamento e la con-servazione di una grande varietà dipiante coltivate e di animali dome-stici ben adattate ai diversi agroe-cosistemi che sono andati svilup-pandosi nel corso dei millenni. Il La-zio, a sua volta, posto centralmenterispetto alla penisola, caratterizza-to anch’esso da una complessamorfologia e da una grande varia-bilità bioclimatica, possiede tuttele peculiarità anzi descritte e moltiautori sono concordi nel ritenerlaricca di biodiversità.Purtroppo, nel nostro Paese, comein altre parti del mondo, l’affermar-si di un’agricoltura e di una zootec-nia di tipo intensivo ha favorito il ra-pido diffondersi di nuove cultivarvegetali e razze d’interesse zootec-nico, caratterizzate da maggioreproduttività e uniformità dei carat-teri genetici che, unitamente alleprofonde modifiche subite dagliecosistemi rurali ed agro-forestali,hanno determinato una sensibile ri-duzione della biodiversità. La pro-gressiva perdita di diversità a livel-lo di specie e di varietà/razza, vienedefinita “erosione genetica”.La perdita di biodiversità si traducesempre in perdita di ricchezza per-ché con le specie e le varietà locali,scompaiono paesaggi, prodotti eculture locali ad esse legate. La sua
difesa, pertanto, riveste notevoleimportanza sia per la valorizzazio-ne economica e culturale, delle no-stre produzioni agricole e zootecni-che di tipo tradizionale sia per la ri-qualificazione dei nostri paesaggirurali ed agro-forestali.
Una Legge per la tuteladell’agrobiodiversità del LazioLa Regione Lazio, sulla scorta delleindicazioni fornite dalla Convenzio-ne sulla Diversità Biologica, con laLegge 1 marzo 2000, n.15, tutela lerisorse genetiche autoctone del La-zio, d’interesse agrario e a rischio dierosione genetica.Sono tutelate tutte le specie, le raz-ze, le popolazioni, le varietà locali,gli ecotipi, i cloni e le cultivar, com-presi i selvatici delle specie vegetalicoltivate, nonché le razze e le popo-lazioni animali d’interesse zootec-nico:
• autoctone, cioè originarie delLazio o introdotte e integratenell’agroecosistema laziale daalmeno cinquant’anni;
• d’interesse agrario, cioè utiliz-zate per scopi agricoli e zootec-nici;• per le quali esiste un interesseeconomico, scientifico, ambien-tale e culturale;• minacciate di erosione geneti-ca.
Sono tutelate, inoltre, tutte le ri-sorse genetiche scomparse dal
territorio regiona-le, ma attualmenteconservate pressoistituti sperimenta-li, orti botanici, col-lezioni e banche ge-netiche pubbliche eprivate, anche di al-tre regioni o paesi.La Giunta regiona-le, su propostadell’Area ServizioFitosanitario Re-gionale e Innova-zione in Agricolturadella Direzione Re-gionale Agricoltu-ra, approva Pro-grammi settorialitriennali e Piani
operativi annuali che definisconole azioni fondamentali volte allatutela ed alla valorizzazione dellerisorse genetiche agrarie, la cuiattuazione è affidata dalla Leggeall’Agenzia Regionale per lo Svi-luppo e l’Innovazione dell’Agricol-tura del Lazio (ARSIAL). Due so-no gli strumenti operativi attra-verso i quali viene attuata la tute-la: il Registro Volontario Regiona-le e la Rete di Conservazione e Si-curezza.
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Piano Nazionale sulla Biodiversità Agrario
È in corso l’attuazione del Piano Nazionale sulla Biodiversità d’Inte-resse Agrario (PNBA) su incarico del MIPAAF, in raccordo con la Con-ferenza Stato-Regioni. L’impostazione del Piano (che comprende unasezione vegetale, una zootecnica e una microbiologica) è basata sullerichieste delle Regioni e sulle esperienze già in corso presso di esse. La finalità principale è quella di fornire strumenti operativi riconosciu-ti, comuni e condivisi per rispondere alle normative europee e naziona-li e, soprattutto, perseguire un obiettivo di coordinamento fra di esse,oltre che in funzione di un approccio unico alla problematica, anche diun sinergismo di risorse finanziarie e umane. Un altro scopo, per nullasecondario, è quello di raggiungere un sistema informatizzato leggibi-le e interscambiabile a livello europeo e internazionale (“reti” interre-gionali e transregionali). La Regione Lazio, anche per il tramite di AR-SIAL, ha offerto fino ad oggi un contributo prezioso al lavoro in corsosul PNBA, fornendo indicazioni, osservazioni e suggerimenti utili al mi-glioramento funzionale del Piano in elaborazione.
Roma 1890 - Capre e pastori a Piazza del Popolo, Fondazione Primoli,archivi fotografici Roma.
Tutela e valorizzazionedell’Agrobiodiversità del Lazio
Nel Registro, consultabile on linesulle pagine web del sito di AR-SIAL, sono riportate le caratteri-stiche morfologiche e le informa-zioni storiche e tecnico-scientifi-che relative ad ogni singola risor-sa genetica.L’iscrizione può avvenire ad ini-ziativa d’ufficio dell’ARSIAL o su
Il Registro Volontario Regionaleè il repertorio ufficiale della Re-gione Lazio dove vengono iscrit-te, previo parere di due Commis-sioni Tecnico-Scientifiche, unaper il Settore Vegetale e una per ilSettore Animale, le risorse gene-tiche autoctone, d’interesse agra-rio, a rischio di erosione genetica.
proposta della Giunta Regionale,di enti scientifici ed enti pubblici,di organizzazioni e associazioniprivate o di singoli cittadini.La domanda d’iscrizione, compi-lata secondo uno schema disponi-bile sul sito di ARSIAL, deve esse-re inoltrata alla stessa Agenziache provvederà ad iscrivere gra-
tuitamente la risorsa genetica alRegistro. Le risorse geneticheiscritte possono essere cancella-te da ARSIAL qualora non sussi-stano più i requisiti di legge.Fin ad oggi sono state poste sottotutela, mediante iscrizione alRVR, n. 172 risorse vegetali e n.27 risorse animali.
Registro Volontario Regionale
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Nella tabella sottostante sono riportate per ogni specie, il numero di risorse genetiche autoctone iscritte al Registro Volontario Regionale.
ARBOREE N °
Pomacee
Drupacee
Altrespecie
Olivo
Vite
13 specie 138
Melo 36Pero 23Azzeruolo 1
Ciliegio 14Pesco 4Susino 4Albicocco 2Visciolo 1
Melograno 4Nocciolo 3Castagno 1
Olivo 13
Da vino 29Da tavola 3
ERBACEE N °
Graminacee
Leguminose
Altrespecieortive
14 specie 34
Farro 2Mais 1
Fagiolo comune 14Fagiolo di Spagna 1Lenticchia 3Cece 1
Pomodoro 3
Aglio 2
Carciofo 2
Finocchio 1
Peperone 1
Zucchino 1
Sedano 1
Fragola 1
ANIMALI N °
Equidi
Bovidi
Caprini
Ovini
Suini
Animali da cortile
Faunaittica
11 specie 27
Cavallo 7Asino 5
Bovino 1
Capra 4
Pecora 2
Suino 3
Pollo 1Coniglio 1
Gambero 1Carpione 1Trota 1
Pera Uncino Carciofo Campagnano Pecora Quadricorna
Nel caso delle risorse geneticheautoctone animali la valutazionedel grado di rischio di erosioneviene stabilita secondo i criteri ri-portati nella tabella a sinistra.
* Numero calcolato nell’insieme degliStati Membri di femmine riproduttrici diuna stessa razza che si riproducono in pu-rezza, iscritte ad un registro/albo tenutoda un'organizzazione di allevatori ricono-sciuta dallo Stato Membro in conformitàcon la normativa zootecnica comunita-ria. REG. CE 1974/2006.
Dalla somma dei valori relativi aidiversi parametri si ottiene il valorecomplessivo attribuibile alla risor-sa genetica. Il grado di rischio di erosione com-plessivo attribuito a ciascuna risor-sa genetica è determinato sulla ba-se della seguente valutazione: Bas-so < 9, Medio 10-13 e Alto > 14.
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Specie animali ammissibili
Soglia al di sotto della quale una razza locale è considerata minacciata di abbandono*
BOVINI 7.500
OVINI 10.000
CAPRINI 10.000
EQUIDI 5.000
SUINI 5.000
VOLATILI 25.000
Valutazione del grado di rischio di erosione genetica
Per ogni risorsa genetica autoctona iscritta al RVR viene definito un areale di conservazione in situ e viene calcolato il grado di rischio dierosione genetica. Per le risorse genetiche autoctone vegetali il grado di rischio di erosione è valutato considerando i 5 parametri ripor-tati nella tabella.
A
PARAMETRO DESCRIZIONE GRADO DI RISCHIO VALORE
Presenzadel prodotto sul mercato
BC
DE
Presenza nei listini Vivaisti Sementieri
NumeroAgricoltori
Superficie (% su sup. regionaleinteressata)
Trendnuovi impianti
Mercati e/o cooperative di produttori.Settore: varietà principali in qualche DOC, DOP, IGP, IGT.
Nicchia: disponibile in piccole superfici a livello locale.Segmento: varietà secondarie in qualche DOC, DOP, IGP, IGT.
Disponibilità di qualche frutto per autoconsumo o a scopo di studio. Non disponibile.
Fruttiferi inseriti nelle liste di orientamento varietale dei fruttiferi.Ortive e altre piante agrarie iscritte al Catalago Nazionale delle Varietà. Varietà di vite iscritte all' Albo Regionale delle uve da vino.
Varietà di vite in corso di iscrizione all’Albo Regionale delle uve da vino.Materiale disponibile presso pochi riproduttori e vivaisti.
Fruttiferi non inseriti nelle liste di orientamento varietale dei fruttiferi.Orticole e piante agrarie non iscritte al Catalago Nazionale delle Varietà. Varietà di vite non iscritte all’Albo Regionale delle uve da vino.Nessuna moltiplicazione/riproduzione per distribuzione extraziendale.
Maggiore di 100
Compreso fra 30 e 100
Minore di 30
Superficie >5%
5% >Superficie >1%
Superficie <1%Presenza di impianti/colture segnalate dall'attività di censimentoPiante isolate o coltivazioni in orti e giardini familiari.
Presenza nuovi impianti
Assenza nuovi impianti
Basso 1
Medio 2
Alto 3
Basso 1
Medio 2
Alto 3
Basso 1
Medio 2
Alto 3
Basso 1
Medio 2
Alto 3
Basso 1
Alto 3
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Il germoplasma frutticolo autoctono del Lazio ad oggi è rappresentato da 93 varietà locali iscritte al RVR e riportate nella tabella sottostante.
Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Agre di Sezze Alto Lazio
Agre di Viterbo Alto Lazio
Appia Alto Lazio
Bebé Alto Poggio Mirteto (RI)
Calvilla Alto Lazio
Capo d’Asino Alto Lazio
Cerina (Zitella, Gelata) Medio Lazio
Cipolla Alto Lazio
Cocoine Alto Lazio
Dolce di Sezze Alto Lazio
Francesca Alto Lazio
Francesca di Castelliri Alto Castelliri e Sora (FR)
Mbriachella Alto Roma e provincia di Rieti
Nana Alto Lazio
Paoluccia Alto Lazio
Paradisa Alto Lazio
Pianella (Rosa) Alto Lazio
Pontella Alto Lazio
Rosa Alto Lazio
Rosa gentile Alto Provincia di Roma
Rosa piatta ciociara Alto Provincia di Frosinone
S.Giovanni Alto Provincia di Viterbo
Spugnaccia Alto Provincia di Viterbo
Vellatrana Alto Subiaco e Velletri (RM)
Verdona Alto Provincia di Rieti
Verdonica Alto Provincia di Rieti
Zuccherina o gelata Alto Lazio
Fragola Alto Lazio
Gaetana Alto Lazio
Maiolina Alto Lazio
Prata Alto Lazio
Rosetta o Rosone Alto Lazio
S.Agostino Alto Lazio
Sublacense Alto Provincia di Roma
Tonnorella Alto Lazio
Limoncella Alto Lazio
Abitiritir Alto Alatri (FR) e Comuni limitrofi
De lu Prete Alto Grisciano (RI) e Comuni limitrofi
Del Principe Alto Soriano al Cimino (VT)
Monteleone Medio Castiglione in Teverina, BolsenaAcquapendente (VT)
Angina o Ancina Medio Provincia di Roma e Latina
Baccelli Alto Genazzano (RM) e Comuni limitrofi
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Mela M'briachella
Mela Bebé
Mela Limoncella
Le risorse genetiche d’interesse agrario iscritte al RVR
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Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Barocca invernale di S.Vito Alto Genazzano (RM) e Comuni limitr.
Biancona Alto Provincia di Roma e Latina
Bottiglia Medio Alatri (FR)
Campana Alto Borbona (RI)
Cannella Alto Grisciano (RI)
Castrese Alto Provincia di Roma e Latina
Cocozzola (Cucuzzarra, Alto Provincia di RomaZucchina)
Di Posta Alto Provincia di Frosinone
Di S.Cristina (Peruzza) Alto Bolsena (VT)
Fegatella Alto Provincia di Roma e Latina
Pero-melo Alto Provincia di Roma e Latina
Rossa di Maenza Alto Maenza (LT) e Comuni limitrofi
Selleca Alto Alatri, Ferentino (FR)e Comuni limitrofi
Spadona di Castel Madama Alto Castel Madama (RM)e Comuni limitrofi
Spina (Spinacarpi, Medio LazioCoccia d’Asino, Casentina)
Trentonce Alto Borbona (RI)
Tunnella Alto Provincia di Roma e Latina
Di Monteporzio Medio Frascati, Monteporzio Catone, Colonna, Montecompatri (RM)
S.Maria in Gradi-AL1 Alto Provincia di Viterbo
Azzeruolo Rosso (m) Medio Lazio
Marrone Premutico Medio Provincia di Viterbo(Primatico, Primaticcio) e Comune di Manziana (RM)
Bella di Pistoia Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Biancona Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Buonora Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Core (Durona) Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Crognolo Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Graffione Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Maggiolina Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Morona Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Ravenna a gambo corto Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Ravenna a gambo lungo Alto Prov. di Rieti, Viterbo e Roma
Ravenna precoce Alto Prov. di Rieti e di Roma
Ravenna tardiva Alto Prov. di Rieti e di Roma
Petrocca Alto Montelibretti (RM) e Comuni limitrofi
Lingua de Fori Alto Montelibretti (RM) e Comuni limitrofi
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Pera Bottiglia
Ciliegio Morona
Albicocco S. Maria in Gradi
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Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Di Gaeta MG 1 Alto Provincia di Latina
Di Gaeta MG 2 Alto Provincia di Latina
Di Formia MG 3 Alto Provincia di Latina
Di Formia MG 4 Alto Provincia di Latina
Barrettona Alto Provincia di Viterbo
Casamale o nostrale Alto Provincia di Viterbo(Comune di Sicilia)
Rosa (Nocchia R.) Alto Provincia di Viterbo
Ala Alto Velletri (RM) e Comuni limitrofi
Reginella Pesca Uovo Alto Provincia di Viterbo e di Roma(Early Crawford)
Reginella II Alto Provincia di Roma
Tardiva di S.Vittorino Alto Tivoli (RM) e Comuni limitrofi
Coscia di Monaca Medio Ponzano Romano(RM)di Ponzano Romano
Di Gallinaro Medio Sora (FR)
Recinella Alto Giuliano di Roma (FR)e Comuni limitrofi
S.Giovanni Medio Arce (FR)
Nana dei Castelli Alto Comuni dei Castelli Romani (RM)
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Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Abbuoto n.* Medio Provincie di Latina, Viterbo, Roma
Aleatico n. * Basso Provincie di Latina, Viterbo, Rieti e Roma
Bombino bianco b.* Basso Lazio
Bombino nero n.* Medio Provincia di Roma e Frosinone
Cannaiola di Marta n.* Medio Marta, Bolsena, Tuscania (VT)
Capolongo b.* Medio Provincia di Frosinone
Greco b.* Medio Lazio
Greco bianco b.** Medio Provincie di Viterbo, Latina e Roma
Greco nero n.* Medio Provincie di Viterbo, Latina e Roma
Lecinaro n.* Medio Provincia di Frosinone
Maturano b. (Motulano)* Medio Provincia di Frosinone
Moscato di Terracina* Basso Provincie di Frosinone, Latina e Roma
Nero Buono n.* Basso Provincia di Latina e Roma
Olivella nera n.** Medio Provincia di Frosinone
Pampanaro b.* Medio Provincia di Frosinone
Passerina b.* Basso Provincia di Frosinone e Roma
Pecorino b.* Medio Provincia di Rieti
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Nella tabella che segue sono riportate le risorse genetiche autoctone vitivinicolee olivicole del Lazio.
Pesca Regginella II
Melograno di Gaeta
Susino di Gallinaro
Uva Cannaiola di Marta
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Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Rosciola r.* Medio Provincia di Roma
Verdello b.* Basso Provincia di Viterbo e Rieti
Albarosa1** Alto Grottaferrata (RM)
Angelica1** Alto Provincia di Frosinone
Nerone** Alto Agosta, Canterano, Gerano,Cervara di Roma, Marano Equo,Rocca Canterano, Subiaco (RM)
Nostrano** Alto Piglio (FR)
Uva dei vecchi1** Alto Montefiascone (VT)
Cesanese di Castelfranco1** Alto Provincia di Rieti
Maturano nero Alto Provincia di Frosinone(Motulano)1**
Pedino1** Alto Montefiascone (VT)
Romanesco1** Alto Montefiascone (VT)
Uva Mecella1** Alto Pescosolido (FR)
Pizzutello bianco b. Basso Provincia di Roma (den. locali: Pizzutello di e LatinaTivoli, Dito di Donna)***
Pellegrina**** Medio Lazio
Pizzutello nero1**** Medio Provincia di Roma e Latina
Oliva dei Monti Alto Monti Lucretili
Palmuta Alto Tivoli, S.Polo dei Cavalieri,Marcellina e Comuni limitrofi
Rappaiana Alto Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Romana Medio Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Roscetta Gagliarda Alto Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Rosciola Nostrana Alto Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Rotonda di Tivoli Alto Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Salvia cl. Montelibretti 6 Medio Montelibretti, Neroli,Palombara Sabina (RM)
Sbuciasacchi Alto Tivoli, Marcellinae Comuni limitrofi (RM)
Sirole cl. Soratte 1 Basso Civitella S.Paolo, Fiano RomanoFilacciano, Nazzano, Rignano,Ponzano Romano, S.OresteTorrita Tiberina (RM)
Marina Medio S.Donato, Val Valcomino, AlvitoGallinaro, Settefrati (FR)
Minutella Casarè Medio Priverno, Sonnino, Itri (LT)
Vallanella Medio Priverno, Sonnino, Itri (LT)
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1 Risorse genetiche autoctone vegetali non presenti nell’allegato 8 all’avviso pubblico annuale del PSR 2007-2013,per l’azione 214.9* Vitigni iscritti al Registro Nazionale e Regionale delle varietà di vite idonee alla produzione di uve da vino** Vitigni in fase di iscrizione al Registro Nazionale e Regionale delle varietà di vite idonee alla produzione di uve davino.*** Vitigni iscritti al Registro Nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di uva da tavola.**** Vitigni in fase di iscrizione al Registro Nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di uva da tavola.
Pizzutello di Tivoli
Olivo Sbuciasacchi
Cesanese di Castelfranco
Oliva Rosciola Nostrana
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Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Fagiolo a Pisello Alto Colle di Tora (RI)
Fagiolina Arsolana Alto
Fagiolo Cioncone Alto
Fagiolo Regina Mediodi MaranoEquo
Fagiolo Cappellette Altodi Vallepietra
Fagiolo Romanesco Altodi Vallepietra
Pallino di Vallepietra Alto
Fagiolo Ciavattone piccolo Alto
Fagiolo di Gradoli Medioo del Purgatorio
Fagiolo Giallo Alto
Fagiolo Solfarino Alto
Fagiolo Verdolino Alto
Fagiolo Cannellino di Atina Basso Atina, Casalattico, Casalvieri, Gallinaro, Picinisco e Villa Latina (FR)
Fagiolo Borbontino1 Medio Borbona (RI)
Fagiolone di Vallepietra Alto Arsoli, Marano Equo, Riofreddo, Vivaro Romano, Vallinfreda e Vallepietra (RM)
Lenticchia di Onano Medio Onano (VT)
Lenticchia di Rascino1 Medio Fiamignano e Petrella Salto (RI)
Lenticchia di Ventotene1 Medio Ventotene (LT)
Cece di Canepina Alto Canepina (VT)
Pomodoro Scatolone Alto Bolsena (VT)di Bolsena
Pomodoro Spagnoletta Medio Itri, Gaeta, Formia, Minturno, di Formia e Gaeta Castelforte, Spigno Saturnia,
SS Cosma e Damiano (LT)
Pomodoro da secca Alto Minturno, Formia di Minturno e Castelforte (LT)
Peperone Cornetto Basso Pontecorvo, Esperia, S. Giorgio di Pontecorvo a Liri, Pignataro Interamna,
Villa S. Lucia, Piedimonte S. Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca, San Giovanni Incarico (FR)
Zucchino di Cerveteri Alto Cerveteri (RM)tipo Romanesco
Sedano Bianco Basso Fondi e Sperlonga (LT)di Sperlonga
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La tabella riporta il germoplasma erbaceo iscritto al RVR
Arsoli, Marano Equo, Riofreddo,Vivaro Romano, Vallinfreda e Vallepietra (RM)
Provincia di Viterbo
Zucchino di Cerveteri tipo Romanesco
Sedano bianco di Sperlonga
Pomodoro Scatolone di Bolsena
Peperone Cornetto di Pontecorvo
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Le risorse genetiche animali iscritte al RVR del Lazio sono riportate nella seguente tabella.
Nome della varietà Grado di erosione Area di conservazione in situ,locale genetica Comune/Provincia/RegioneColtura Specie
Finocchio di Tarquinia Alto Tarquinia, Monte Romano, Montalto di Castro, Tuscania (VT)Allumiere e Civitavecchia (RM)
Carciofo di Campagnano Medio Provincia di Roma, Viterbo e Latina
Fagiolone di Vallepietra Alto Arsoli, Marano Equo, Riofreddo, Vivaro Romano, Vallinfreda e Vallepietra (RM)
Aglio Rosso di Castelliri Medio Castelliria e Isola Liri (FR)
Farro dell’alta Valle Medio Cinto Romano, Riofreddo, del Turano e della Valle Vallinfreda e Vivaro (RM)dell’Aniene
Farro dell’Alta Valle Medio Leonessa e Amatrice (RI)del Tronto
Mais Agostinella Alto Vallepietra (RI)
Fragolina di Nemi Alto Nemi e Comuni limitrofi (RM)
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Iscrizione Area di allevamento in situ,ai Registri Anagrafici Comune/Provincia/Regione
Libri GenealogiciAnimali Specie Nome della razza
locale
Cavallo Maremmano Libro Genealogico Laziotenuto da ANAM
Cavallo Romano Registro Anagrafico Laziodella Maremma Laziale tenuto da AIA
Cavallo Agricolo Italiano Libro Genealogico Provincia di Viterbo, da Tiro Pesante Rapido tenuto da ANACAITPR di Roma, di Latina (TPR) e di Rieti
Cavallo del Cicolano Provincia di Rieti
Pony di Esperia Registro Anagrafico Laziotenuto da AIA
Cavallo Tolfetano Registro Anagrafico Provincia di Viterbo, tenuto da AIA di Roma, di Latina
e di Rieti
Cavallo Lipizzano1 Lazio
Asino dell’Amiata Registro Anagrafico Provincia di Viterbo, tenuto da AIA di Roma e di Rieti
Asino di Martina Franca Registro Anagrafico Provincia di Viterbo, tenuto da AIA di Roma e di Rieti
Asino dei Monti Lepini Provincia di Latina,di Frosinone e di Roma
Asino Ragusano Registro Anagrafico Provincia di Rieti tenuto da AIA
Asino Viterbese1 Lazio
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Farro dell’Alta Valle del Tronto
Cavallo Romano della Maremma laziale
Asino Viterbese
Aglio Rosso di Castelliri
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Iscrizione Area di allevamento in situ,ai Registri Anagrafici Comune/Provincia/Regione
Libri GenealogiciAnimali Specie Nome della razza
locale
Bovino Maremmano Libro Genealogico Laziotenuto da ANABIC
Capra Bianca Registro Anagrafico Provincia di LatinaMonticellana tenuto da ASSONAPA e di Frosinone
Capra Grigia Ciociara Registro Anagrafico Provincia di Latinatenuto da ASSONAPA e di Frosinone
Capra Capestrina Registro Anagrafico Provincia di Latinatenuto da ASSONAPA e di Frosinone
Capra Fulva Provincia di Latinae di Frosinone
Pecora Sopravvissana Libro Genealogico Laziotenuto da ASSONAPA
Pecora Quadricorna Provincia di Frosinone
Suino Nero del Reatino Registro Anagrafico Provincia di Roma, Suino Apulo Calabrese di Latina, di Frosinone tenuto da ANAS e di Rieti
Suino Nero Registro Anagrafico Provincia di Roma, dei Monti Lepini Suino Apulo Calabrese di Latina e di Frosinone
tenuto da ANAS
Pollo Ancona Provincia di Roma
Coniglio Leporino Laziodi Viterbo1
Gambero Nostrano Alto Laziodi Fiume1
Carpione del Fibreno1 Bacino del Fibreno
Trota Macrostigma1 Bacino del Fibreno
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1 Risorse genetiche autoctone animali non presenti nell’allegato 6 all’avviso pubblico annuale del PSR 2007-2013, per l’azione 214.8.
Capra Grigia della Ciociaria
Suino Nero dei Monti Lepini
Gambero Nostrano di Fiume
Capra Fulva
Tutti coloro che detengono, col-tivano o allevano vegetali eanimali iscritti al Registro Vo-lontario Regionale possonoentrare a far parte della Retedi Conservazione e Sicurezzagestita e coordinata da AR-SIAL. A questo circuito possonoaderire: comuni, università, isti-tuti di ricerca, orti botanici,enti parco, vivaisti e agricoltorisingoli o associati.
Gli scopi della Rete di Conser-vazione e Sicurezza possonoessere così schematizzati:• favorire la conservazione in
situ ed on farm, delle risorsegenetiche protette, mediantela coltivazione o l’allevamentoin azienda, nell’areale dovesi sono selezionate;
• favorire dove possibile, lareintroduzione o l’estensionedella coltura o dell’alleva-mento delle risorse genetichetutelate;
• affidare, sotto lo stretto con-trollo di ARSIAL, ad agri-coltori o allevatori “custodi”,la moltiplicazione delle risorsegenetiche;
• coordinare lo scambio di ma-teriale di moltiplicazione eriproduzione;
• applicare modelli colturali o
di allevamento, studiati sullabase di quelli tradizionalmen-te adottati, che esaltino laqualità e la produttività delle
risorse genetiche tutelate;• coordinare i soggetti inseriti
nella Rete al fine di promuo-vere la valorizzazione eco-
nomica e culturale delle ri-sorse genetiche tutelate dallalegge attraverso la promo-zione di progetti di Rete.
Rete di Conservazione e Sicurezza
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Coltivazione della Lenticchia di Ventotene (LT). Coltivazione della Lenticchia di Rascino (RI).
Consistenza delle adesioni alla Rete di Conservazione e Sicurezza ripartite per provincia
ADESIONI RISORSE ANIMALI
Provincia Numero adesioni
Roma 166
Rieti 165
Viterbo 69
Frosinone 60
Latina 33
Totale adesioni per le risorse genetiche animali 493
ADESIONI RISORSE VEGETALI
Località Numero adesioni
Frosinone 104
Viterbo 74
Latina 40
Rieti 42
Roma 18
Totale adesioni per le risorse genetiche vegetali 278
A sostegno dell’attività di tutelasvolta dall’ARSIAL nell’ambitodella Misura 214 relativa ai“Pagamenti Agroambientali”,del Piano di Sviluppo Rurale2007/2013, la Regione Lazioha attivato due azioni: 214.8“Tutela della biodiversità agrariaanimale” e 214.9 “Tutela dellabiodiversità agraria vegetale”che prevedono la correspon-sione di aiuti economici a chis’impegna ad allevare o colti-vare le risorse genetiche tute-late.In base alle acquisizioni delRegistro Volontario Regionalevengono annualmente aggior-nati gli elenchi delle risorse ge-netiche del Piano di SviluppoRurale (PSR), relativi alle sud-dette Azioni
16
Casolare a Colle San Magno.
Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2007-2013 e misure per la tutela della biodiversitàdi interesse agrario
Entità degli aiuti erogati, attraverso il PSR, agli agricoltori/allevatori che coltivano o moltiplicano in azienda, in situ, le risorse genetiche vegetali
e animali tutelate
CEREALI 250-300* Euro/ha
ORTIVE 500-600* Euro/ha
ARBOREE 800-900* Euro/ha
SINGOLA PIANTA ARBOREA: 70-90* Euro/pianta fino a un massimo di 5 piante per varietà
ANIMALI: 200 Euro/UBA (Unità Bovino Adulto)
* Per le risorse genetiche vegetali tutelate l’importo massimo viene erogato a beneficiari chesi impegnano a coltivare in situ varietà locali tutelate al fine di produrre sementi e/omateriale di moltiplicazione secondo uno specifico Disciplinare.
Sin dall’avvio della L.R.15/2000, ARSIAL ha intrapre-so un capillare censimento, an-cora in atto su tutto il territorioregionale, finalizzato all’indivi-duazione, caratterizzazione evalorizzare economica e cultu-rale del germoplasma autoc-tono d’interesse agrario, in statodi abbandono e quindi a rischiodi erosione genetica.Nella ricerca sul territorio, itecnici si avvalgono delle co-munità agricole locali che di-ventano parte attiva del censi-mento e della riscoperta, siadal punto di vista scientificoche storico, delle risorse gene-tiche da loro custodite. A riguardo, il censimento pre-vede anche l’approfondimentodelle conoscenze relative al ca-pitale socio-culturale ed eco-nomico connesso alla biodiver-sità, per la valutazione dellepotenzialità economiche e deirischi legati alla perdita di bio-diversità e cultura locale. La documentazione raccoltaattraverso le ricerche di archivioe le interviste in azienda, per-mette la realizzazione di au-diovisivi e di memorie sulle tra-dizioni e sulla cultura delle co-munità di agricoltori custodiche collaborano con l’ARSIALper la conservazione in situ-onfarm delle risorse genetiche.
Dal punto di vista tecnico-scien-tifico, l’attività di censimentoprevede, tanto nell’ambito deivegetali quanto degli animali,la ricognizione di tutte le ac-cessioni delle risorse geneticheindividuate, cioè l’individuazionedi tutte le aziende che coltivanoo allevano una stessa risorsa.Quest’azione essenziale dal pun-to di vista scientifico, risultaparticolarmente utile anche perl’individuazione dell’intera co-munità rurale che ha custoditosino ai nostri giorni le risorsegenetiche. In collaborazione con IstituzioniScientifiche, si procede alla de-scrizione e alla catalogazionedelle risorse rinvenute. Tuttele varietà locali vengono accu-ratamente descritte nelle lorocaratteristiche morfologiche,fisiologiche e genetiche, ancheattraverso analisi molecolari.Si raccolgono, inoltre, notiziestoriche per confermarne l’au-toctonia e informazioni sullecaratteristiche dell’agro-ecosi-stema nel quale si sono con-servate e sulle pratiche tradi-zionalmente adottate.Viene collezionato materiale dipropagazione per uso speri-mentale e per la conservazioneex situ nei Campi Catalogo enella Banca del GermoplasmaAutoctono gestita da ARSIAL.
Nel decennio di attività dellaL.R. n. 15/2000, in totale sonostate iscritte al Registro Vo-lontario Regionale n. 172 risorsegenetiche vegetali di cui n. 160sono transitate nel PSR 2007-2013.Parallelamente si è sviluppataanche la Rete di Conservazionee Sicurezza, in quanto il PSR2007-2013 ha funzionato davolano per lo sviluppo dell’at-tività di censimento e per l’am-pliamento della Rete di Con-servazione e Sicurezza, che èpassata da 117 iscritti nel pe-riodo 2000-2006 a 771 adoggi.Nel settore vegetale l’attivitàdi conservazione in situ/on farm
scaturisce spontaneamente daicontatti e dalle relazioni che sivengono a determinare tra itecnici ARSIAL e le comunitàlocali di agricoltori che, animatidall’interesse di un ente pubblicoper le varietà da loro custoditesino ad oggi e dalla valorizza-zione dei loro “saperi” intima-mente connessi ad esse, si sen-tono molto motivati a collabo-rare nella conservazione in situ. In generale, si può osservareche nell’attività di censimentorisulta particolarmente frut-tuoso, ai fini della conservazionein situ/on farm, contattare ognisingolo detentore di una datarisorsa genetica, raccogliendoda ognuno di essi, tutte le in-formazioni necessarie a com-prendere le eventuali proble-matiche inerenti la coltivazionee la tutela delle varie risorsegenetiche censite ma anche ledinamiche all’interno di ognicomunità di agricoltori, dina-miche che, in alcuni casi, pos-sono compromettere la con-servazione delle risorse gene-tiche stesse.Questo contatto stretto con lecomunità di agricoltori è par-ticolarmente attivo e proficuosoprattutto per le varietà er-bacee il cui censimento è statopotenziato nell’ambito del Pro-gramma Operativo Sementiero– Lazio, finanziato dal MiPAAFe condotto, per quanto attienela caratterizzazione morfo-fi-siologica, in collaborazione conl’ENSE (oggi INRAN). Nell’am-bito di tale programma sonostate controllate in azienda cir-ca 600 segnalazioni relative a50 specie erbacee (ortive, fo-raggere e cerealicole), sonostate collezionati 271 lotti disemente e di queste accessionine sono state caratterizzatecirca 150.Nell’ambito delle specie arboreel’attività di censimento e ca-
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Attività di ARSIAL in applicazione della L.R. 15/2000, a sostegno dell’Azione 214.9 del PSR2007-2013 per la tutela e la valorizzazione della biodiversità vegetale d’interesse agrario
Parcelle sperimentali presso ARSIAL. A destra, , Fagiolo Borbontino della provincia di Rieti.
Attività di ARSIAL in applicazione della LR 15/2000 a sostegno dell’Azione 214.8 del PSR2007-2013 per la tutela e la valorizzazione della biodiversità animale d’interesse agrario
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Anche nel settore animale, comein quello vegetale, l’Agenzia Re-gionale per lo Sviluppo e l’Inno-vazione dell’Agricoltura del Lazio(ARSIAL) ha avviato, su tutto ilterritorio regionale, il censimentodelle risorse genetiche di inte-resse zootecnico. Tutti i tipi ge-netici animali individuati, vengonoaccuratamente descritti nelleloro caratteristiche somatiche,fisiologiche e genetiche, ancheattraverso analisi molecolari,con l’impiego di marcatori in-formativi quali microsatelliti eSNPs. È intuibile che in un per-corso di tutela delle autoctonie,la tipizzazione genetica rappre-senti un tassello indispensabileovvero ‘conditio sine qua non’per la pianificazione delle attivitàdi tutela (gestione) di tipi geneticiautoctoni.Si raccolgono, inoltre, notiziestoriche per confermarne l’au-toctonia e informazioni sulle ca-ratteristiche dell’agro-ecosistemanel quale si sono conservate esulle pratiche tradizionalmenteadottate negli allevamenti. Ancheper il settore zootecnico si pro-cede all’approfondimento delleconoscenze relative al capitalesocio-culturale ed economicoconnesso alla biodiversità ani-male, per la valutazione dellepotenzialità economiche e dei
rischi legati all’eventuale perditadi biodiversità e cultura locale.Infine si provvede alla stesuradegli standard di razza e al-l’iscrizione delle varie popolazionianimali censite, ai rispettivi Re-gistri Anagrafici Nazionali delleRazze Autoctone.I risultati finora ottenuti sonomolto incoraggianti perché siassiste all’emersione di alleva-menti marginali e privi di pro-spettive che rapidamente ac-quistano un peso diverso sia dalpunto di vista economico chesocio-culturale.Una volta attivati i Registri Ana-grafici per le razze che non nesono dotate, l’attività di ARSIALcontinua collaborando con le
Associazioni di Allevatori. Gliambiti sono numerosi: dalla col-laborazione per la realizzazionedi corsi per l’addestramento divalutatori per le nuove razzeiscritte ai Registri Anagrafici,all’attivazione di progetti speri-mentali volti a migliorare le co-noscenze quanti-qualitative delleproduzioni, come nel caso degliovi-caprini e dei suini, finalizzatial miglioramento delle tecnichedi allevamento e alla valorizza-zione delle produzioni.Il Con-SDABI (Consorzio per la Speri-mentazione, Divulgazione e Ap-plicazione di Biotecniche Inno-vative- Sub NFP.I- FAO – Biodi-versità Mediterranea, già NFP.I-FAO) sta attivamente collabo-
rando con ARSIAL dal 2001per la salvaguardia dei tipi ge-netici ‘laziali’ inventariando emonitorando risorse geneticheanimali a rischio di estinzione eredigendo linee guida per la con-servazione (‘in situ’ ed ‘ex situ’),previa tipizzazione molecolaredi numerose popolazioni animaliconsiderate un patrimonio dadifendere e punto di forza perla valorizzazione del ‘bioterritorio’ove allevati. La caratterizzazione molecolareche il ConSDABI realizzata sualcuni tipi genetici ‘laziali’ (CavalloRomano della Maremma Laziale,Asino Viterbese/Allumiere, SuinoNero dei Monti Lepini, SuinoNero del Reatino e Pecora Qua-dricorna) è finalizzata a una mi-gliore individuazione della loro‘unicità genetica’. Si ricorda chela tipizzazione molecolare delCavallo Romano della MaremmaLaziale, già Cavallo MaremmanoTradizionale, ha consentito il rag-giungimento del tanto ‘attesoobiettivo’: la qualificazione au-tonoma di questa popolazioneequina e l’iscrizione al RegistroAnagrafico tenuto dall’AIA.L’attività svolta, essendo inseritatotalmente e dinamicamentenella valorizzazione del ‘bioter-ritorio laziale’, rappresenta unastrategia innovativa di ampia
ratterizzazione del germopla-sma si svolge in collaborazionecon diverse Istituzioni Scienti-fiche: per le frutticole, con ilC.R.A.- FRU (Centro di Ricercaper la Frutticoltura – Roma) eil Dipartimento di ProduzioneVegetale dell’Università degliStudi della Tuscia di Viterbo;per le varietà di olivo, con ilC.R.A. - OLI (Centro di Ricercaper l’Olivicoltura e l’IndustriaOlearia – Spoleto) e con il CNR–RGV (Istituto di GeneticaVegetale U.S.O. di Perugia); perle varietà di vite, con il CRA –
VIT (Centro di Ricerca per laViticoltura – Conegliano Vene-to). Per quasi tutte le varietàdi vite tutelate si è provvedutoalla loro iscrizione al RegistroRegionale delle varietà di viteidonee alla produzione di uveda vino o di uve da tavola, perpermettere la commercializza-zione di uve e vini e conse-guentemente la conservazioneattiva in situ – on farm. Tutto il germoplasma frutticolo,viticolo ed olivicolo è collezio-nato ex situ nei campi-catalogodelle predette Istituzioni Scien-
tifiche e in quelli di ARSIAL. Al fine di rendere disponibileper gli agricoltori, materialevivaistico sicuro, l’ARSIAL haavviato con il CRA-PAV (Centrodi Ricerca per la Patologia Ve-getale) un programma di con-trollo dello stato fitosanitariodelle varie accessioni di speciefrutticole, viticole ed olivicole.Numerose sono le realtà localiche, già presenti sul territorio,si sono sviluppate e rafforzatea seguito del censimento, so-prattutto per le varietà erbacee,ma non mancano realtà asso-
ciative anche nel settore frut-ticolo. Molte delle varietà localiiscritte al RVR sono state in-serite nell’elenco dei prodottiagroalimentari tradizionali dellaRegione Lazio ai sensi del DM350/99. Alcune di queste hannoavuto riconoscimenti con mar-chi comunitari quale: DOP peril Fagiolo Cannellino di Atina eil Peperone Cornetto di Ponte-corvo (in fase di riconoscimen-to); IGP per il Sedano Biancodi Sperlonga, Carciofo Campa-gnano e Carciofo Castellam-mare.
Monte S. Biagio 2007, Capra Bianca Monticellana
utilizzazione operativa con unruolo cardine funzionale al be-nessere ‘in primis’ dell’animale,‘in secundis’ dell’allevatore. Lastretta collaborazione tra AR-SIAL e ConSDABI sta permet-tendo di attivare ulteriori percorsipositivi apportanti ‘valore ag-giunto’ al ‘bioterritorio laziale’ incui sono allevate queste popola-zioni animali autoctone; popola-zioni di cui va fortemente sotto-lineato il ‘valore biologico’, quale‘banca’ di un patrimonio geneticodalla quale attingere informazioniindispensabili.L’attività di censimento, ancorain atto, ha permesso di indivi-
duare, di catalogare e di tutelaren.12 nuove risorse genetiche ani-mali, queste ultime così ripartite:n. 2 popolazioni di equini, n. 2popolazioni di asini (una dellequali, l’Asino di Viterbo, dichiaratoestinto dalla FAO), n. 2 popola-zioni di suini neri, n. 5 popolazionicaprine e n.1 popolazione ovina.Per 6 di queste RGA si è giàprovveduto all’iscrizione ai ri-spettivi Registri Anagrafici. Ancheper il settore animale come perquello vegetale tutte le risorsegenetiche caratterizzate, previoparere di una specifica Commis-sione Tecnico-Scientifica, vengonoiscritte al Registro Volontario
Regionale e, definito il grado dirischio di erosione, transitanonell’elenco del Piano di SviluppoRurale della Regione Lazio, Azione214.8, aggiornato annualmentesulla base del censimento sulterritorio. Tramite l’adesione alPSR, gli allevatori possono at-tingere contributi economici chepermettono di avviare l’attivitàdi conservazione in situ/on farm,di risorse genetiche che altrimentisarebbero destinate alla definitivascomparsa. Inoltre, la sola pro-spettiva di poter accedere adun premio di mantenimento haincentivato la conservazione diriproduttori di ovini, suini e di
equidi, che, pur tutelati dalla L.R.n. 15/2000, in assenza di parti-colare interessi economici - per-ché non ancora considerati dirazza - sarebbero stati destinatialla macellazione o alla castra-zione. È necessario rilevare, tut-tavia, che gli orientamenti co-munitari per gli aiuti di stato inagricoltura 2007-2013 non han-no previsto la concessione diaiuti per l’acquisto di bestiame,per cui non è possibile con ilpresente PSR dare contributiagli allevatori per l’acquisto diriproduttori. Questo rappresentaun grave problema per le razzein estinzione.
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REVERSE: scambi di buone pratiche per la protezione e la valorizzazione della Biodiversità in Europa
REVERSE (REgional exchanges and policy making for protectingand valorizing biodiVERSity in Eeurope) è un progetto di coope-razione interregionale, finanziato attraverso lo strumento INTERREGIVC dell’Unione Europea, che si occupa di protezione e valorizzazionedella biodiversità su scala europea. L’identificazione di buonepratiche tese a ridurre l’erosione genetica e a promuovere laconservazione della biodiversità e lo scambio di esperienzetra i 14 partner di 7 Stati membri dell’UE che vi prendonoparte, costituiscono le azioni chiave del progetto. Conl’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità nellearee di propria competenza e di esportare le piùefficaci politiche regionali di conservazione evalorizzazione sull’intero territorio dell’UnioneEuropea. Tre le tematiche sulle quali si muoveREVERSE, per lo scambio di esperienze nelcampo della biodiversità di interesse naturalisticoed agrario:1. Agricoltura, Filiere agro-alimentari & Biodi-versità;2. Turismo & Biodiversità;3. Pianificazione del territorio & Biodiversità.ARSIAL, uno dei due partner italiani del progettoREVERSE, propone la propria esperienza nel-l’ambito dell’attuazione della Legge Regionale 1marzo 2000, n. 15 per la “Tutela delle Risorse ge-netiche autoctone di interesse agrario”. Una voltaidentificate, le buone pratiche saranno rese disponibili per essere trasferitead altre istituzioni regionali e locali attraverso la redazione di un’apposita guida cheillustrerà temi, territori, partner e indicatori appropriati per la conservazione dellabiodiversità in Europa. Per informarsi consultare il sito web http://reverse.aquitaine.fr/.
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Progetto di ricercaArsial/Uniroma1.Le conoscenze tradizionali rappre-sentano un patrimonio culturalediffuso delle comunità locali rurali,sono legate ad un territorio speci-fico, risultato di pratiche di ap-prendimento condivise, non for-malizzate. Questo legame contri-buisce a creare nelle persone unattaccamento particolare al luogoche abitano, una identità territo-riale.Sono state queste conoscenze chehanno custodito la biodiversità, iprodotti tradizionali e artigianali,le culture locali.Nei sistemi locali il territorio rap-presenta sia un supporto fisicoalla produzione che un luogo nelquale si è costruita una culturaproduttiva comune. L’interazionetra questi due fattori naturali edumani nel corso del tempo ha per-messo la creazione di varietà locali.Il territorio rappresenta anche illuogo nel quale si è costruita unacultura del consumo dove l’alimentorisulta legato ad eventi sociali,feste religiose e ricorrenze. Nei si-
tificazione delle risorse genetichevegetali ed animali a rischio dierosione che nelle attività di pro-gettazione previste dal PSR2007/2013 ha deciso che il patri-monio di elementi culturali, materialie immateriali ad esse legato, siaindagato e tutelato affinché nonvadano perduti i saperi diffusi chelo costituiscono, rafforzando il ruolocentrale dei custodi e delle comu-nità rurali, nelle sue componentidi conoscenze e di competenze.L’ARSIAL si è fatta promotoredel progetto di ricerca dal titolo:“Capitale sociale in agricoltura: si-stemi locali di produzione agricolae conoscenze tradizionali”, in con-venzione con la cattedra di Antro-pologia della Università degli Studidi Roma “La Sapienza”.La ricerca parte dal presuppostoche i “saper fare tradizionali” sonoa tutti gli effetti “beni immateriali”demoetnoantropologici e in quantotali da schedare ed interpretare inmodo scientifico. Sono stati ela-borati tre prototipi di schede (dueper i vegetali e una per gli animali)che tramite il metodo etnografico,più idoneo per questo tipo di analisi,perché ci permette di riconoscerepiù facilmente la vitalità culturaledelle comunità locali oggi più chein passato esposta a flussi globalia volte devastanti o sapendoli ge-stire rigenerativi. Inoltre il metodo etnografico cipermette di documentare dall’in-terno i modi di vita locali, indivi-duare i saperi e i commenti deglistessi attori spesso incorporatinelle azioni.Le informazioni contenute nelleschede ci permetteranno inoltredi elaborare un quadro interpre-tativo centrato sul campo seman-tico riferibile alla nozione di “capitalesimbolico” fino a rilevare poten-zialità inespresse, rischi e fragilitàdi una azienda locale custode disaperi legati alla biodiversità. Il progetto di ricerca prevede anchel’utilizzo delle schede da parte deitecnici di ARSIAL operanti nelprogetto biodiversità.
gestione del territorio, ai prodottitradizionali, all’alimentazione, rap-presenta un valore economico oltreche sociale.In questi ultimi anni assistiamoad un riconoscimento anche for-male del valore culturale dei pro-dotti agroalimentari tradizionalida parte degli Stati Nazionali Eu-ropei (per l’Italia vedi DM MIP-PAF/MIBAC 09 aprile 2008 “In-dividuazione dei prodotti agroali-mentari italiani come espressionedel patrimonio culturale italiano”). L’UNESCO (Convenzione UNESCOdel 2003 ratificata con legge 27settembre 2007 n. 167) già datempo individua questo “capitale”come patrimonio culturale imma-teriale dell’umanità alla streguadei patrimoni culturali classici, ri-conoscendone il diritto di salva-guardia in quanto minacciato dauna cultura globalizzata che tendead omologare le differenza tra cul-ture, e le conoscenze locali tradi-zionali sono soggette ad un conti-nuo processo di erosione che inalcuni casi ha portato alla loroestinzione. Per rispondere a queste esigenzel’ARSIAL, sia nelle attività terri-toriali previste dalla Legge Regio-nale 15/2000 finalizzate alla iden-
stemi locali di produzione la “qua-lità” rappresenta le caratteristichedi un territorio (del luogo di pro-duzione e del processo di produ-zione) rimandando a valori di ap-partenenza ad una tradizione, aduna storia, ad una cultura.Il capitale sociale, se consideriamole varie forme di conoscenza em-pirica riferite alla biodiversità, alla
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dell'Agricoltura del Lazio
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Agricoltori storici dell’Aglio Rosso di Castelliri.
Capitale sociale in agricoltura: sistemi locali di produzione agricola e conoscenze tradizionali
Collana Arsial – Opuscoli PSR LazioProgetto di comunicazione del PSR Lazio 2007-2013
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