INDIPENDENZA !! N · messo in guardia dal criminale piano di occupazione dei popoli ... giovani che...

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n.35 ANNO VI QVADERNI DI STORIA 30/09/2008 INDIPENDENZA !! N.8 Giampaolo Speranza C.P. 4 – 25075 Nave ( BRESCIA ) [email protected] C.P. 19 – 71016 SAN SEVERO ( FG ) C. Corr. Postale n. 21882766 intestato a Ezio Sangalli 1

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n.35 ANNO VI QVADERNI DI STORIA 30/09/2008

INDIPENDENZA !!N.8

Giampaolo Speranza

C.P. 4 – 25075 Nave ( BRESCIA ) [email protected] C.P. 19 – 71016 SAN SEVERO ( FG ) C. Corr. Postale n. 21882766 intestato a Ezio Sangalli

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Prefazione

Sempre più convinti che occorra, oggi, avere una conoscenza reale dei fatti storici che determinarono il devastante sconvolgimento di costumi, tradizioni, identità razziali, comportamenti e principi morali; siamo altresì consci che occorra non perdere di vista l’attualità; specie quando i grossi bubboni del tessuto sociale canceroso scoppiano, evidenziando il tragico e sconsiderato cammino delle democrazie del denaro, che noi reietti eredi del “male assoluto” abbiamo sempre, inascoltati, condannato. In quanti nostri scritti avevamo messo in guardia dal criminale piano di occupazione dei popoli da parte della finanza internazionale?! Nomi come Power Élite, Council on Foreign Relations, Bilderberger, la Commissione Trilaterale, vi sono stati descritti quali mandanti delle guerre e dello sfruttamento dell’uomo. Esclusivi club di superpotenti ricchi al di là di ogni immaginazione, che manipolano governi e informazione per arrivare alla conquista graduale del mondo.In questo numero vi raccontiamo per la prima volta, brevemente, la storia di Ezra Pound, uno dei più grandi poeti del novecento, studioso di economia. Americano egli amò l’Europa e soprattutto l’Italia creatrice di Civiltà e custode dei valori tradizionali. Egli scoprì chiarissimamente tra i primi, ciò che la grande finanza internazionale stava compiendo e lo denunciò al mondo. Non fu creduto e l’Europa fu “liberata” dai signori dell’oro. Ospitiamo, poi, una analisi della situazione economica USA e occidentale, di Maurizio Blondett, un noto giornalista che è stato escluso dalle trasmissioni ufficiali (le uniche alle quali la gente comune ha accesso), per aver osato raccontare la verità fuori dai denti. In questa “riflessione egli si avvale di un lungo articolo di Richard Cook ex funzionario del governo americano. La cosa curiosa è che questa analisi è del luglio 2007; ancora più significativo è il fatto che già da diversi anni Blondett mette in guardia dagli sfaceli causati dal controllo del mondo da parte di enormi gruppi finanziari; controllo che avviene all’insaputa di casalinghe, taxisti e giornalai, ma che avanza inesorabile, distruttore e corruttore, non solo delle nostre economie ma anche delle nostre anime. Ma tra ciò che egli propone, come per esempio la creazione di una banca Nazionale di Stato al servizio della comunità, era già stato fatto da Hitler con la nazionalizzazione della Reichsbank e da Mussolini con il controllo dello Stato sulle maggiori banche italiane. Ciò aveva portato le due grandi nazioni, sotto gli occhi del mondo che guardava incuriosito al fenomeno Fascista, a creare un economia nazionale fondata sul manufatto, sul lavoro reale e sulla sana iniziativa privata, ed a svincolarsi da Wall Street e quindi dal circuito finanziario internazionale. Ciò costò all’Europa una guerra devastante, come abbiamo diffusamente dimostrato nei numeri precedenti.Da quella guerra l’Italia e la Germania uscirono sconfitte, la democrazia trionfò in Europa e le Banche riebbero la loro libertà. Il tutto fu quotidianamente spiegato alla gente comune come una vittoria della democrazia e della libertà contro

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l’oppressione fascista dei popoli; come progresso liberale, economia liberale per il bene dei popoli del mondo, democrazia parlamentare per permettere ai cittadini di scegliersi i propri governanti, fratellanza universale e integrazione razziale per rendere tutti bravi fratelli e permettere ai signori un controllo più facile di tutte le ricchezze. Ora, con una faccia tosta colossale, ci dicono che occorre costruire un economia reale, costruita sul lavoro e non sui soldi. Ma non ci dobbiamo fidare; i manovratori sono sempre gli stessi. Per una svolta radicale, che ci riporti ad uno stile di vita sano, non solo nell’economia ma anche nei costumi e nei valori, in una parola, per tornare ad essere un popolo ordinato e civile, occorrerà uno sconvolgimento epocale, perché i signori dell’oro non molleranno facilmente la presa. Nel frattempo occorre che gli spiriti liberi e coscienti, gli uomini di buona volontà, si adoperino per cambiare, modificare, migliorare nel loro quotidiano il loro stile di vita. Occorre adoperarsi per l’educazione dei figli, rinunciando ad un po’ di quelle comodità create ad arte per disgregare la coesione familiare; bisogna rendersi esempi quotidiani di educazione e spirito civico anche nei piccoli gesti: un fazzoletto di carta gettato per terra, un gesto maleducato, un atteggiamento di insofferenza nei confronti di un vecchio, un comportamento opportunista, una menzogna, vengono osservati con attenzione dai giovani che tendono ad emularci . Nei luoghi di lavoro, in casa ed a scuola, bisogna indurre con il proprio comportamento una partecipazione più solidale con gli altri, ergersi a difesa dei più deboli e fronteggiare con risolutezza i prepotenti. Dobbiamo assolutamente essere un esempio costante per i giovani che ci guardano; in questo modo riusciremo a strapparne qualcuno al contagio degenerante che li sta catturando, ed a formare per lo meno una piccola ma solida enclave di futuri uomini liberi.Non è molto forse, ma è tutto ciò che possiamo fare, ed è già questo maledettamente difficile.La società democratica dei consumi ha svolto un’incessante lavoro di plagio sulla nostra mente e sui nostri cuori; ci ha fatto credere che l’individuo debba

avere il sopravvento rispetto alla comunità, che l’avere sia più importante dell’essere e che una vita comoda sia meglio di una vita sana.Per correggerci ed assumere uno stile più civile, occorre uno sforzo considerevole, ma è uno sforzo che ritroverete con grande soddisfazione nei gesti di vostro figlio.Non crediate presuntuosi, è la stessa strada che alcuni di noi tentano ogni

giorno di percorrere, con difficoltà ed inciampi ma con determinazione a continuare. Ezio Sangalli

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EZRA POUND

Tra il 1941 e il 1943 Ezra Pound, nato ad

Hailey, in Idaho, USA il 30 ottobre 1885, e trasferitosi a Rapallo, in Italia, nel 1924, tenne una serie di trasmissioni radiofoniche diffuse dall’allora EIAR che duravano circa dieci minuti. Si cominciava con una sigla musicale, poi una voce femminile piuttosto formale, leggeva una presentazione: “ Buonasera, questa è la radio italiana che trasmette un programma speciale per gli Stati Uniti d’America dell’ovest e il Canada, la zona del Pacifico, la Nuova Zelanda e l’Australia. Ezra Pound a quel punto attaccava con la sua voce roca, piena di alti e bassi, di “r” rutilanti in inglese:“Pronta è l’Europa, parla Ezra Pound”.Il primo intervento di Pound alla radio italiana fu nel marzo 1941, quando ancora l’Italia non aveva dichiarato guerra agli Stati Uniti ed il tono del poeta era abbastanza moderato ma di dissuasione alla guerra, facendosi portatore della pace:“Le guerre vengono scatenate per indebitare. La Grecia spende il 54% della sua ricchezza per pagare gli interessi sul debito ai suoi amici inglesi. Fino a quando non saprete chi ha prestato che cosa a chi, non potrete mai capire nulla della politica, della Storia e delle truffe internazionali…”.La straordinaria attualità di Ezra Pound, oggi come allora, è nel denunciare una sorta di complotto mondialista di matrice ebraica che gestisce i poteri forti, quelli del denaro, della fabbricazione della moneta, con l’usura e la massoneria come

braccio armato, e quindi i governi americano e inglese alleati nel controllo e nel dominio del mondo.Nel 1943 i discorsi di Pound, forse seguendo l’evolversi della guerra, assumono un atteggiamento di grande radicalità; in uno incita perfino ad impiccare Roosevelt, e lo chiama Franken, Frankfurter Jesoua e non più Roosevelt. E dice nell’aprile del 1943: “ Penso sia una bella cosa riuscire a impiccare Roosevelt e qualche centinaio di ebrei. Se si potesse farlo dopo un regolare processo, non altrimenti; benché a volte credo che

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bisognerebbe farlo comunque, in qualsiasi modo, piuttosto che ritardare l’esecuzione.”.In un suo intervento indirizzato agli americani dal titolo emblematico di “Riassumendo “, così parlò: “ Questa guerra è parte dell’antica lotta tra l’usuraio e il resto dell’umanità, tra l’usuraio e il contadino, tra l’usuraio e il produttore, tra l’usuraio e il mercato tra l’usurocrazia e un sano sistema economico. “.L’ultima trasmissione radio fatta da Ezra Pound da Radio Roma, ai microfoni dell’EIAR avverrà il 26 luglio 1943. Dopo l’8 settembre, Pound definisce così la sua fuga da Roma a piedi verso il nord: “ Il fratel coniglio se ne andò verso le montagne, dritto nel mondo omerico. “.Nel settembre 1944 a Venezia per le “ Edizioni Popolari ”, sotto il titolo di “ Orientamenti “, venne stampata una raccolta di articoli a firma Ezra Pound, che costituì un documento fondamentale della sua adesione al Fascismo e alla guerra dell’Asse, nella quale egli vide un episodio della secolare lotta combattuta dal contadino contro il mercante. Bisogna comunque ricordare che Pound non chiese mai la cittadinanza italiana e non militò in alcuna organizzazione fascista, ne italiana. Pound appartiene, come giustamente afferma Drummond, “ a quella ristretta categoria di pensatori che, se danno un certo appoggio ad un regime politico, lo danno per sinceri e degni motivi, e a condizioni fatte da loro stessi. “. E’ stato detto di Pound che fu “ un pellerossa nato in una Patria democratica “; questo pellerossa era dunque in guerra con l’orocrazia (dal greco, “governo dell’oro”) democratica già prima che il Fascismo coniasse lo slogan del “ Sangue contro l’oro “.Così Pound parlò ancora dell’Italia fascista: “ L’Italia è l’unico paese del mondo che non può esser governato meglio di quanto già lo sia. L’Italia è avviata verso

la potenza. Senza un’Italia forte, non vedo la possibilità di un’Europa ben equilibrata…E’ la nuova virilità e continua ascesa dell’Italia che fa paura.”.Aderì dunque entusiasticamente al Fascismo, nel quale credette di scorgere, accanto ad una ripresa di antichi valori civili, l’unica alternativa possibile al sistema bancario e al dominio mondiale della razza dei Rothschild e di Shylock e di tutti gli “ usurai “.In un suo articolo apparso sul “ Giornale di Genova “ del 13 aprile 1940 dal titolo “ NEGO “, così si espresse:

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“Io nego che l’Europa intera sia pronta ad assoggettarsi ad un groviglio di usurai.Io nego che il popolo bianco dell’Europa tanto mediterranea quanto nordica, sia arrivato a tale punto di putridità e imbecillità, che stia per abbandonare il diritto di sovranità che era primitivamente nel diritto di battere moneta, e che sia oggi nel diritto di controllare la potenza d’acquisto della nazione. Qualsiasi partito politico che si dedichi alla creazione o all’accrescimento di un debito pubblico o nazionale, è un partito di usurai, condotto per usurai. “.

Ed anche per queste affermazioni, Ezra Pound il 3 maggio 1945 venne arrestato da partigiani italiani e consegnato ai militari USA, che lo trattennero per alcune

settimane a Genova e poi lo trasferirono nel campo di prigionia e rieducazione per militari americani DTC ad Arena Metato nel comune di San Giuliano Terme, presso Pisa. Per circa tre settimane fu rinchiuso in una gabbia di ferro posta all'aperto, esposto al sole di giorno e alla luce dei riflettori di notte. Subì un collasso fisico e mentale, dopo il quale fu trattato con maggiore considerazione: gli fu assegnata una tenda presso l'infermeria e gli fu consentito di scrivere e utilizzare la macchina da scrivere nelle ore serali. Instancabile, trascorse i mesi pisani componendo gli undici Canti pisani (dal 74 all'84) e traducendo ancora Confucio.

A fine novembre fu trasferito in aereo a Washington per il processo. L'accusa di alto tradimento lo avrebbe probabilmente portato alla pena di morte. Ma un vero e proprio clamore nel mondo dei poeti si erse in sua difesa e il processo fu annullato. Pound fu dichiarato infermo di mente e internato nell'ospedale criminale federale di St. Elizabeths di Washington.

Recluso nell'ospedale di St. Elizabeth, Pound fu visitato regolarmente dalla moglie e da vecchi e nuovi amici artisti: Eliot, Cummings, William Carlos Williams, Marianne Moore, e tra i giovani: Robert Lowell, James Laughlin (che, con "New Directions", fu suo editore), Sheri Martinelli, e molti altri. Trovò anche proseliti per le sue idee sociali e ispirò la pubblicazione di opere rare di Louis Agassiz, Alexander Del Mar, Edward Coke, ecc. Questi stessi autori diventavano nel frattempo protagonisti dei canti che continuava a scrivere e pubblicare. Nel 1948 i Canti pisani ottennero il 6 E. Pound durante la prigionia

Premio Bollingen per la poesia della Library of Congress provocando non poche polemiche visto che Pound era nel contempo ospite involontario del governo americano in un manicomio criminale. Della giuria facevano parte T.S. Eliot e W.H. Auden, che in questo modo pensavano di attirare l'attenzione sulla pietosa situazione del non più giovane poeta. Ma la polemica finì più per nuocere

che giovare e per molti anni del caso Pound non si parlò più.

Nel 1957 un gruppo di amici fra cui Hemingway, Robert Frost e Archibald MacLeish ed altri letterati di fama mondiale, si prodigarono perché si trovasse una soluzione al caso Pound. La pubblica accusa, verificato che Pound non si sarebbe potuto processare a causa delle sue condizioni mentali, ritirò l'accusa, e il poeta tornò in libertà. Al termine del suo calvario, dopo 13 anni di prigionia volle ritornare, nel luglio del 1958, in quella che ormai definiva la sua Patria dì adozione: l’Italia. Qui rimase fino alla sua morte avvenuta a Venezia il 1 novembre 1972, ove tuttora riposa. Al momento del suo ritorno in Italia,

dichiarò ai giornalisti che “ finalmente era uscito da un asilo di pazzi abitato da 180 milioni di persone “.

Alla stregua di quanto sta accadendo nel mondo, qualcuno può anche essere d’accordo.

Giampaolo Speranza

L'ODISSEA MODERNA DI EZRA POUND

Poeta fra una generazione di poeti, Ezra Pound accomuna la propria esperienza culturale a quella politica del Fascismo, in nome di un impegno morale insito nella sua stessa rivoluzione del linguaggio. Il nuovo linguaggio deve ristabilire i reali rapporti fra l'uomo e le cose, restituendo all'oggetto il necessario distacco e all'uomo la giusta misura.Con questi presupposti muove l'avventura odisseica di Ezra Pound nel tempo. Come un'enorme porta bronzea scolpita in rilievo nei

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suoi riquadri, il vasto poema si scioglie nella successione delle immagini mettendo a nudo la coscienza dell'uomo moderno che si guarda intorno, nel proprio mondo, per ritrovare nella propria origine il filo di una morale calpestata e offesa dal secondo peccato originale dell'uomo: l'usura.Occorre al poeta una bandiera da inalberare sul pennone della sua sperduta nave, e la trova nel cuore dell'Europa, nel momento in cui la voce non di un poeta ma di un dittatore, simile a quelli antichi del suo poema, si leva ad accusare i sistemi politici della decadenza. "Una precisa definizione". Questo importa, una definizione chiara e precisa della moneta, affinché la pianta dell'oro non soffochi la pianta dell'uomo. Non spetta qui,ora, disputare fino a qual punto sia stato valido l'esperimento corporativo fascista e quali ne siano stati i limiti nell'attuazione

fra il '30 ed il '45; né, d'altra parte, se le teorie economiche di Pound, affini in certa misura a quelle, abbiano qualche possibilità di concretazione. Ciò che importa, in una discussione che non tratti di economia, è l'idea morale che le anima, il generoso e tormentato sforzo di restituire all'uomo la sua giusta misura, strapparlo dall'alienazione dell'oro che fa dimenticare il vero senso della vita.Certo il nostro poeta rinvenne una singolare affinità del proprio impegno morale con l'anatema lanciato dai dittatori fascisti contro l'orolatria (adorazione dell’oro) del mondo moderno. D'altra parte è appena il caso di ricordare che mentre Pound sosteneva Mussolini, e dai microfoni di Radio Roma accusava la democrazia americana, "Wyndham Lewis scriveva un libro in favore di Hitler.Poeta profondamente occidentale, Pound lega così il proprio destino a quella che gli appariva ormai come l'avventura odisseica dell'Occidente, la riscossa dell'antica humanitas europea.Nelle due terre ancora legate al mito, egli vede risorgere gli ultimi emblemi degli uomini che incarnarono la "virtù" nei secoli; nella lotta disperata del Fascismo europeo contro le democrazie, quella degli ultimi uomini contro la tirannia dell'oro.Perciò l'avventura del poeta è l'avventura del Fascismo; entrambi si accomunano in un viaggio che non è solo artistico né solo politico, ma la ricerca dell'antica tradizione con i suoi valori custoditi nel

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tempo. Il tragico concludersi di codesta avventura segna il momento del risveglio."L'enorme tragedia del sogno sulle spalle ricurve del contadino". Così iniziano i Pisan Cantos, e segnano per il vecchio poeta il momento del risveglio. E' l'ora dell'autocoscienza, anzi della memoria. Sullo sfondo, come in una visione, si disegna la gran piazza di Milano, singolarmente vuota e silenziosa, con l'immagine del dittatore e della donna appesi per i piedi. Certo, ora vede in quella piazza tragica l'incontro di due età, quella del sogno forse e quella della memoria. Al vecchio poeta è rimasta l'ultima maschera, la sua.

M. Croce, I Quaderni neri, Nº 2, Torino 1964

«Tornare alla moneta di Stato»14/07/2007

Tornare alla moneta di Stato, libera da interessi; vietare l'espansione del credito creato dalle banche per la speculazione; abolire la Banca Centrale privata come banca d'emissione di moneta. La novità è che ad avanzare queste proposte rivoluzionarie non è un economista «selvaggio» alla Gesell o alla Ezra Pound, bensì Richard Cook, che è stato per vent'anni altissimo funzionario al Dipartimento del Tesoro USA e ha lavorato con Carter alla Casa Bianca. Solo così, dice, si può salvare il mondo dall'imminente crac globale. In un importante articolo (1), Cook definisce la globalizzazione e il sistema finanziario globale che su essa prospera «un manicomio». «E i matti, come spesso accade in economia, dirigono il manicomio: sono i banchieri centrali e i magnati della finanza. L'economia del

pianeta è decisamente in declino, un declino che i finanzieri non possono fermare perché la causa è il sistema di cui loro sono gli operatori». «Il problema

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Richard C.Cook

non è limitato agli USA. La disoccupazione cresce in tutto il mondo, l'indebitamento sale, le infrastrutture non vengono rinnovate, i prezzi delle materie prime aumentano. Ciò che accade illumina i fallimenti della finanza globalista occidentale, che ha devastato la stabilità politica», ossia è la causa diretta delle guerre, del terrorismo e della grande criminalità endemiche nel sistema globale, dice Cook. Probabilmente «vedremo gravi crisi finanziarie nei prossimi mesi: l'allarme viene da istituzioni superciliose come la Banca del Regolamenti Internazionali e il fondo Monetario. Potremmo anche assistere alla fine dell'epoca in cui i finanzieri hanno governato il mondo». Siamo vicini al punto di rottura in cui gli Stati o i loro militari o i loro apparati possono smettere di essere passivi davanti al disordine crescente. «Sta già accadendo in Russia», nota Cook. Gli Stati che meno saranno capaci di riprendere in mano il loro destino, aggiunge, saranno quelli che sono rimasti più passivi davanti alla decomposizione provocata dal loro settore finanziario. (2) Quelli che hanno applicato più pedissequamente i dogmi liberisti: privatizzazione, deregulation, speculazione libera.

Qual è la causa del disastro, per Cook? «La proliferazione di masse di credito bancario», risponde, «usato per tenere a galla il mercato azionario e alimentare i giochi speculativi dei fondi di copertura (hedge) e sui derivati». Questa massa di liquidità ha tra i suoi effetti di aver provocato «il declino dei salari» a causa della inflazione che ha generato. Dal 1965 il dollaro ha perso l'85% del suo potere d'acquisto, mentre l'economia finanziaria ha fatto, di coloro che sapevano come condurre i giochi, dei miliardari. Gli Stati Uniti erano la più grande potenza industriale del mondo. Oggi sono de-industrializzati e comprano beni industriali dall'estero. Trionfa un sistema di economia che Michael Hudson, docente di economia alla University of Missouri - Kansas City, ha battezzato «FIRE»: la parola, che significa «fuoco», è l'acronimo per «Finance, Insurance, Real Estate» - finanza, assicurazioni, speculazione immobiliare essendo ormai quasi le sole «attività» dell'economia USA. Insieme ai servizi non

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Michael Hudson

avanzati (bar, alberghi, ristoranti) e alle industrie delle armi, aggiungiamo noi. Anche in Italia un istituto che ha pasticciato con gli «hedge funds», l'Italease, ha perso un terzo del suo capitale. Nella finanza anglo-americana, lo stesso destino ha travolto Bear Stern.

Cook punta il dito su questi organismi: «Il trucco finanziario più irresponsabile della storia». Esenti da ogni regolazione statale e usi ad agire in segreto, in USA valgono ormai un terzo di tutto il mercato azionario, possiedono attivi per 2 mila miliardi (2 trilioni) di dollari, e pagano ai loro gestori premi da un miliardo di dollari l'anno. Come hanno fatto gli hedge funds a diventare così strapotenti e ricchi?

Risponde Cook: prendendo a prestito somme enormi dalle banche, le quali «generano prestiti attraverso il metodo della riserva frazionale, autorizzato dalla Federal Riserve». E' la prima volta in molti anni che una personalità non-marginale evoca la frode primaria su cui si basa il potere usurario, il credito frazionale. Per una più approfondita spiegazione su cosa si tratti, rinvio al mio «Schiavi delle Banche» (Effedieffe, di cui tra poche settimane uscirà una riedizione, ampliata e aggiornata). In breve, si chiama «credito frazionale» la pratica delle banche di prestare a terzi molto più di quello che hanno in cassa. Se un risparmiatore deposita nel suo conto corrente 100 euro, la banca presterà non quei cento euro, ma mille. Il deposito del risparmiatore (un «passivo» per la banca, perché su di esso paga i modestissimi interessi al depositante) è solo la «riserva» in base alla quale può «creare denaro dal nulla», moltiplicandolo al momento di aprire un fido ad un imprenditore o un mutuo a chi compra una casa. Questi prestiti sono «attivi» per la banca (perché lucra interessi non modesti su 900 euro che non ha), ed è interesse della banca minimizzare i passivi e aumentare al massimo gli attivi. In teoria, la banca vorrebbe operare con pochissimi depositi (passivi) e fare tantissimi prestiti creando denaro dal nulla. Le Banche Centrali impongono perciò una riserva obbligatoria, ossia la percentuale di soldi che la banca deve avere in cassa rispetto ai fidi che ha aperto. Per lo più le banche amano operare con una «riserva» del 3-5%, il che consente di prestare circa venti volte il denaro che hanno in deposito, ma aumenta il rischio della loro insolvenza. Sicché la Banca dei Regolamenti

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Internazionali sta cercando di imporre la «riserva obbligatoria» dell'8%, che consente di prestare «solo» una decina di volte i depositi in cassa. La riserva obbligatoria viene usata per modulare la liquidità. Una riserva del 3% produce un'espansione del credito, una riserva dell''8 una riduzione della liquidità nell'economia. In ogni caso, si tratta di denaro creato dal nulla - non guadagnato, non corrispettivo alla produzione di merci reali, non frutto di risparmio - che circola nell'economia come moneta, provocando l'inflazione. Anzi ne è la causa primaria. Inoltre, è denaro «privato». Praticamente, tutta la liquidità in circolazione ha questa origine, perché anche la «moneta» degli stati è debito, creata attraverso l'emissione di Buoni del Tesoro.

Col sistema del credito frazionale, dice Cook, «la moneta viene ad esistere soltanto sotto forma di prestiti ad interesse. E questi interessi, anche se apparentemente bassi, diventano schiaccianti se l'economia reale non cresce allo stesso tasso». L'acquisto di Buoni del Tesoro, lo shopping con le carte di credito, la contrazione di mutui per la casa, fino ai prestiti miliardari (in euro) concessi agli hedge funds dalle banche perché possano speculare, sono prestiti. «Ciò significa che debbono

essere restituiti, in qualche momento, in qualche luogo, da qualcuno, con gli interessi. E in ultima istanza, a pagare è la gente che lavora per guadagnarsi da vivere, perché il lavoro è la sola fonte di ricchezza reale». E' la tosatura continua e inavvertita che l'usura (le banche, la finanza) opera ogni giorno da secoli sulla ricchezza prodotta dal lavoro. Inavvertita finché la ricchezza in merci e beni o servizi prodotta dal lavoro è comunque superiore alla percentuale prelevata dalle banche. Ma oggi siamo al punto in cui le banche e l'usura prelevano più di quanto l'economia reale produca: la tosatura è diventata una scorticatura, che uccide le pecore, ossia il gregge che siamo noi. Oggi, il prodotto lordo italiano ha una crescita anemica sotto il 2%. E le banche, con i mutui e i fidi agli imprenditori produttivi, prelevano il 14-16%. Negli

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vignetta americana sulla Federal Reserve

Stati Uniti, il rapporto è più o meno lo stesso. Ne consegue che le imprese che non si autofinanziano, ma devono ricorrere a prestiti bancari, devono produrre il 20-22% per restare a galla. Cosa impossibile in un'economia anemica.

Nel trionfo della finanza che ci indebita tutti, l'economia reale in Occidente deperisce e muore. Perché? E' la stessa finanza speculativa la causa del deperimento mortale: essa distoglie i suoi pseudo - capitali dalle industrie «mature», perché fruttano poco, e li getta a finanziare invece le attività «innovative» (hi-tech, per esempio) o quelle che hanno tassi di profitti enormi perché limano il costo della manodopera: tipicamente, finanziano la crescita dell'industria in Cina, perché là i lavoratori sono pagati un ventesimo di quelli europei.

Il capitale si retribuisce così sempre di più a spese dei salari, ossia del lavoro. Ma l'effetto è quello che soffriamo oggi tutti nel mondo sviluppato: i posti di lavoro ben pagati scompaiono, sostituiti da lavori precari nei «servizi non avanzati», o emigrano in Cina o Romania.

La de-industrializzazione riduce in Occidente il potere d'acquisto, e quindi i consumi. La finanza prova a farci consumare di più offrendoci « prestiti al consumo » con euforica abbondanza: compratevi la BMW che non vi potete permettere, tanto la pagherete con comode rate.

Prendete la casa dei vostri sogni, eccovi il mutuo al 100%. Fate il passo più lungo della gamba, tanto la banca vi anticipa il denaro che non avete. Denaro a prestito. Su cui il consumatore-cicala deve pagare gli interessi per anni. Viene il momento in cui gli interessi lo schiacciano, perché sono più grossi della paga (che gli viene, se non è un parassita pubblico fortunato) dall'economia reale. Come si fanno a pagare gli interessi se lo stipendio diminuisce rispetto al costo della vita? Se si perde il lavoro perché è emigrato in

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Cina? Come sta già accadendo in America, dove gente che guadagnava poco ha contratto mutui anche se aveva una storia di passate insolvenze, viene il momento in cui il debitore non può pagare. Accade anche in Italia e accadrà sempre di più: i mutui a tasso variabile diventano trappole in una situazione economica generale declinante, o che cresce del 2% o meno. Ma intanto, le banche e gli speculatori finanziati dalle banche hanno sparso quei debiti di insolventi potenziali in «coriandoli»: rivendendo a terzi quelle cambiali di dubbio esito, spesso inventando con esse «prodotti finanziari creativi» potentemente «leveraged», ossia potenziati con effetto moltiplicatore coi derivati… debiti su debiti all'ennesima potenza, comprati con denaro creato dal nulla e preso in prestito. L'effetto finale: una grande crisi con insolvenze a catena - i piccoli debitori che fanno fallire le banche e i fondi d'investimento perché non pagano - e tutto il castello di carte che crolla con deflazione, disoccupazione, mancanza di capitali e di liquidità. La crisi del 1929.

«Ma la situazione oggi è peggio che nel '29», avverte Cook, «perché il peso degli interessi rispetto all'economia reale è oggi molto più grave. Negli anni '20, l'economia USA era in miglior forma, per il solo fatto che tanta parte della popolazione era produttivamente impiegata nelle fabbriche e nei campi ». Oggi, invece, la gran parte della popolazione non produce merci né oggetti né derrate. L'America importa, indebitandosi con la Cina.

Che il processo sia già cominciato lo dimostra il fatto che, in base ai dati della stessa Federal Reserve, «la moneta M1, la parte del circolante più liquido e disponibile per gli acquisti dei consumatori, non solo cresce meno dell'inflazione, ma è di fatto calato in undici degli ultimi dodici mesi. Ciò significa che l'economia produttiva è già entrata in recessione profonda». Naturalmente il sistema finanziario sta attivando tutti i suoi trucchi perché il pubblico non prenda subitanea coscienza del disastro. Il «President's Working Group in Financial Market», l'organo segreto chiamato anche «plunge protection team» (squadra di protezione dai crolli azionari, composta di banchieri ed esperti del Tesoro) sta iniettando capitali moltiplicati col «leverage», attraverso i derivati, per far salire la Borsa. La speranza è di rendere l'atterraggio non troppo «duro». Ma ogni trucco per rendere l'atterraggio morbido peggiora il male. Si risolverà in una «degrado a lungo termine degli standard di vita» di USA e dell'Occidente. In USA, i peggio

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colpiti saranno i pensionati o coloro che si stanno facendo la pensione «privata», depositando i risparmi in fondi d'investimento i cui portafogli azionari cadranno di colpo o si deprezzeranno lentamente, ma ineluttabilmente, anche perché sono strapieni di «coriandoli» rappresentanti i debiti dei debitori che hanno contratto mutui e che non stanno pagando.

Ma la rovina dei molti non trascinerà con sé gli speculatori. Non c'è giustizia immanente nella finanza globale.

Spiega Cook: «Le banche, insieme ai 'private equity' e agli hedge funds finanziati a leva della banche, si stanno già preparando. Questi, che sanno, si mantengono liquidi per prepararsi». A Cosa? «Alla grande svendita di attivi» che avverrà. Case e terreni sequestrati ai debitori insolventi, fabbriche sane ma ridotte al fallimento dagli interessi e dal crollo dei consumi, verranno via per un boccone di pane. In aste deserte, dove solo i pochi con «i liquidi» concorreranno, mentre i più non avranno liquidi né prestiti a basso costo.

Che fare? «Una immediata riforma monetaria» che tolga «il controllo dell'economia mondiale dalle mani dei banchieri privati e lo restituisca ai governi democraticamente eletti». Sulla credibilità dei governi democratici - così profondamente corrotti oltre ogni terapia, così adusi a violare il bene comune per obbedire alle lobbies - è lecito porre qualche dubbio . Ma ciò che conta è che Cook, un personaggio che ha avuto incarichi ufficiali, esprima alcune verità «proibite» sulla moneta. «Nei miei vent'anni al Tesoro», dice, «ho studiato la storia monetaria Usa. E per la maggior parte della nostra storia siamo stati un laboratorio di sistemi monetari diversi». «Durante e dopo la Guerra Civile (1861-5) abbiamo avuto, per alimentare la nostra economia, cinque diverse fonti di liquidità».

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David Rockefeller con Gianni Agnelli

1) I «greenback», ossia i dollari di Stato, che il governo Lincoln creò dal nulla per pagare stipendi e forniture. Questi dollari di Stato differiscono dai dollari emessi dalla Federal Reserve perché non sono gravati da interesse. Sono stati demonizzati (e Lincoln ucciso) con il motivo che «creavano inflazione». Cook lo nega: non creavano inflazione, anzi «fu una divisa di estremo successo» (purché, s'intende, emessa con oculatezza).2) Le monete d'oro e d'argento e le banconote emesse dal Tesoro coperte dai metalli pregiati

3) Le banconote messe in circolazione dalle banche nazionali, ad interesse.

4) La quarta forma: i guadagni non spesi, ossia i risparmi degli individui e i profitti reinvestiti dalle imprese: «Questa era la fonte primaria di capitali per l'industria». E la sola forma sana, perché il denaro risparmiato per essere investito non è inflazionario, essendo contemporaneamente sottratto ai consumi.

5) Il mercato azionario e obbligazionario.

Solo dopo il 1913, quando il Congresso varò il fatale «Federal Reserve Act», le banche private diventarono la prima e praticamente unica fonte di pseudo - capitale. «Attraverso il debito di guerra inflazionarono il circolante, distruggendo così il valore dei greenbacks e dei conii». Molto più tempo è occorso alle banche per marginalizzare il mercato azionario: di fatto, anziché marginalizzarlo, «se ne sono impadronite nell'epoca attuale a forza di fusioni, acquisizioni e buy-out leveraged» (ossia prestando denaro ad interesse per queste operazioni in ultima analisi distruttive: con le fusioni-acquisizioni nessuna nuova impresa viene creata, ma imprese esistenti vengono inglobate; coi buy-outs, imprese esistenti vengono smantellate e rivendute a pezzi, per pagare i debiti). Così è stata creata - con la complicità della Federal Reserve posseduta dalle banche, che creava e sgonfiava «bolle speculative» per far funzionare la giostra - l'attuale schiacciante piramide di debiti.

Dunque, si deve restaurare la sovranità monetaria dello Stato.

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Eliminata la Federal Reserve privata, la creazione di moneta deve tornare al popolo attraverso i suoi rappresentanti: «È ciò che dice la Costituzione» americana, ed è il sistema che esisteva prima del 1913. L'obbiettivo della nuova

politica monetaria sarà quello di «assicurare una economia sanamente

produttiva e fornire un reddito sufficiente agli individui», non già di «produrre enormi profitti per le banche, liquidità per i trucchi di Wall Street e spese incontrollate per il governo». Cook sottolinea: «Ho parlato di creare 'reddito' per gli individui, non 'lavoro'». L'idea di superare le crisi creando lavoro è propria di Keynes, che consigliava di porre i disoccupati a scavare buche e riempirle di bottiglie vecchie - un lavoro qualunque, inutile, pur di pagare salari; la sua ultima, maligna incarnazione è lo stato USA che spende enormi somme (prese a

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in alto il "Greenback" sottolineata la dicitura "UNATED STATES NOTE".Sotto la banconota attuale, sottolineata la dicitura "FEDERAL RESERVE

NOTE”.

prestito) per alimentare l'enorme espansione del complesso militare - industriale, che «crea lavori militari, burocratici e mercenari»: assolutamente improduttivi come le buche di Keynes. Anzi peggio: perché ogni nuova portaerei, ogni nuovo F-16 e ogni nuovo missile è denaro sottratto a nuove scuole, case, assistenza sanitaria. L'enormità stellare, mai vista nella storia mondiale, delle spese militari rivela che l'economia è nel complesso tanto produttiva da potersi permettere questo tipo di spese malvagie. Perché allora non potrebbe permettersi un «reddito personale», diciamo 10 mila dollari annui, dato a ciascun cittadino che lavori o no?

Cook dipinge un'utopia rosea. Madri che possono, se vogliono, stare a casa ad allevare i figli, «come si faceva una generazione fa». Gente che per scelta si occupa di cura degli anziani. O che può scegliere occupazioni mal pagate, come insegnare o «darsi all'arte». Giovani che possono decidere di passare qualche anno viaggiando, o imparare qualche nuova tecnica o aprire una loro attività «senza essere schiacciati dalla rovina finanziaria». O pensionati che possono godersi la libertà, anziché stare fino a 70 anni sul «mercato del lavoro». Utopia troppo rosea, si dirà. Forse è vero. Ma il lato utopico non è nella mancanza di denaro: una volta che l'economia moderna, prodigiosamente produttiva, sia liberata dal peso degli interessi bancari e dalle spese militari immani, avrà abbastanza risorse per pagarsi la civiltà sognata da Cook. L'utopia, piuttosto, sta nel credere possibile che una società profondamente corrotta dal prestito di moneta creata dalle banche private dal nulla - la società assatanata di consumi superflui, vogliosa di telefonini, affamata di gadget che la pubblicità ha reso «status symbols» - si adegui a questo ritmo di vita dove il superfluo (a credito) sparirà. Il cambiamento spirituale dovrebbe essere epocale: lavorare per senso di responsabilità e non per sete di guadagno, ridurre l'egoismo privato, ridefinire le proprie priorità personali in base a una autentica volontà di «essere» inaudita e insolita nel mondo d'oggi. In ogni caso, Cook stila tutto un programma per la sua riforma:

1) Generale cancellazione dei debiti.

2) Un introito individuale di 10 mila dollari a ciascuna persona, che lavori o no.

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3) In aggiunta, un «Dividendo Nazionale, variabile con la produttività nazionale per distribuire ad ogni cittadino la sua giusta quota dei benefici della nostra economia, incredibilmente produttiva».

4) Spesa diretta dello Stato che crea la sua moneta per pagare infrastrutture ed altri costi necessari «senza ricorrere alla tassazione o all'indebitamento».

5) Creazione di un nuovo sistema di prestiti privati alle imprese e alle famiglie a tassi non usurari.

6) Rimessa sotto severo controllo e regolamentazione della finanza, con divieto alle banche di «creare credito da prestare alla speculazione, come l'acquisto di azioni 'on margin' (a prestito), fusioni, derivati».

7) Abolizione della Banca Centrale privata come istituto d'emissione di moneta, mantenendola come camera di compensazione nazionale delle transazioni finanziarie.

Come Cook riconosce, «il sistema proposto è così diverso da quello odierno controllato dai finanzieri» che «capire esattamente come funzionerà richiede attento studio e oculato controllo». In ogni caso, secondo lui, avrà questi effetti: «Sul piano immediato farà passare le basi della nostra economia dalle banche indebitatrici a un sistema misto di credito creato direttamente dallo Stato e a livello di popolazione. Il governo sarebbe meno grosso, costoso e invadente, l'economia produttiva rinascerebbe, la democrazia economica diverrebbe realtà, il settore finanziario sarebbe raddrizzato. E la situazione internazionale sarebbe stabilizzata, perché non avremmo bisogno di uno stato di guerra permanente per accaparrarci le risorse delle altre nazioni (come in Iraq e Afghanistan) allo scopo di tenere a galla il dollaro come moneta di riserva internazionale». Ciò che Cook

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propone è in fondo un grandioso sistema di auto-finanziamento nazionale: «consistente nel creare fonti di credito interne (indigenous) per mobilitare la ricchezza e produttività naturale della nazione». Come appunto fa il risparmio impiegato per investimenti, e come appunto erano i greenbacks, un prestito che la nazione fa a se stessa, fidando nella sua capacità di creare abbastanza ricchezza reale da poterlo ripagare. Facile? No. Ma il fatto è che il sistema attuale sta per scoppiare, dopo aver devastato e distorto l'economia globale da cui risucchia immensi profitti usurari. Il cambiamento è necessario. Che non sia facile lo crede anche Cook, perché conclude: «Come finirà dipende, in fondo, dal fatto se ci sia un Jefferson, un Lincoln in attesa dietro le quinte. La gloria di questi leader è dovuta ad un fattore critico: la loro capacità di applicare riforme monetarie nel momento della emergenza nazionale» È questo il problema: ci sono personalità, «caratteri», leader di coraggio e chiara visione? Li voteremmo, se apparissero?

Maurizio Blondet

Note1) Richard Cook, «The crashing US economy held hostage», GlobalResearch, 7 luglio 2007.

2) Per esempio l'Europa è meglio posizionata degli Usa di fronte alla grande crisi imminente, perchè ha adottato con meno dottrinario entusiasmo i dogmi del liberismo globale de-regolato, e perciò viene accusata (dai banchieri) di essere «passiva» e di «crescere poco». Lo riconosce anche Donald J.A. Kalff, economista e imprenditore (è stato nel board della KLM ed oggi possiede la impact, azienda di biotecnologie avanzate): «Contrariamente alla credenza generale, l'Europa come entità economica opera in una posizione di relativa forza nel mondo. La competitività del settore privato europeo sui mercati mondiali è indiscutibile. Il WTO riporta che l'Europa ha una quota del 45% nelle esportazioni mondiali inter-regionali. Di conseguenza, l'Europa mantiene una bilancia eccedentaria rispetto al resto del mondo in fatto di export, e un avanzo strutturale verso gli USA… le imprese europee lavorano bene nonostante i significativi svantaggi competitivi». (Donald J.A. Kalff, «Europe as an economic location», discorso preparato per la Bertelsmann Foundation in occasione della conferenza europea «Quality of Work-

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Key Driver for more and better Jobs», Berlino 2-3 maggio 2007. Il discorso integrale può essere letto in inglese su sito di Europe 2020.

Richard C. Cook : ex analista del governo federale degli Stati Uniti, la cui carriera include collaborazioni con U.S. Civil Service Commission , la Food and Drug Administration [Ministero della sanità N.d.T.], la Casa Bianca di Carter, la NASA e U.S. Treasury Department [Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti N.d.T.].

Rubrica: IL MALE ASSOLUTO !! (ciò che non devi sapere)

"Siamo grati al Washington Post, al New York Times, al Time magazine, e ad altre grandi pubblicazioni i cui direttori hanno partecipato ai nostri incontri e hanno rispettato le loro promesse di discrezione per quasi quarant'anni. Sarebbe stato impossibile per noi, sviluppare il nostro progetto per il mondo se fossimo stati esposti alle luci della pubblicità nel corso di questi anni. Ma il mondo è adesso più sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale che non conoscerà mai più la guerra, ma solo la pace e la prosperità per l'intera umanità. La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all'autodeterminazione nazionale esercitata nei secoli passati”

Dichiarazione di apertura di David Rockfeller alla riunione del gruppo Bilderberg, nel Baden-Baden, in Germania, nel giugno 1991.

Nota: BILDERBERG: Il Gruppo Bilderberg (o conferenza Bilderberg) è una conferenza internazionale annuale, non ufficiale, ad invito di circa 130 esponenti, spesso con ruoli di rilievo nel mondo economico, finanziario, mediatico e politico. Tra gli esclusivi membri di questo club troviamo Bill Clinton, Paul Wolfowitz, Henry Kissinger, David Rockefeller, Zbigniew Brzezinski, Tony Blair, Richard Perle, i dirigenti della Federal Reserve Bank, di Credit Suisse e della Rothschild. Tra gli italiani presenti ad alcune riunioni, per esempio l’11 giugno 2006 a Kanata in Ontario (Canada) erano presenti: Tommaso Padoa Schioppa, Giulio Tremonti,

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Franco Bernabé a.d. Telecom, John Elkann e Mario Monti presid. Univers. Bocconi.

AVVISO IMPORTANTE

Dal n. 37, Anno VIIdei QVADERNI DI STORIA

Questo periodico bimestrale sarà spedito solo in forma elettronica, sarà cioè inviato a chi fornirà un

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corrente postale indicato in copertina. GRAZIE A TUTTI.

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