INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi,...

77

Transcript of INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi,...

Page 1: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

1

Page 2: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

2

INDICE

p. 3 Lorenzo Minotto, Intervista ai protagonisti dei laboratori artistici

p. 6 Giulia Casetta, Il mio “taste” di Istanbul

p. 8 Nico Catalano, L’Italia unita (?)

p. 10 Luca Carnevali e Matteo Gilberti, Mantova comics & games 2011

p. 11 Studenti di 1AEL e 1BEL, Hardware fai da te, ovvero come farsi il computer da soli

p. 13 Dalla 2Bit, Il progetto " Quotidiano in classe": un'occasione per costruire la

cittadinanza

p. 20 Maura Malpetti, Fragilita’ dell’uomo e potenza della natura: un divario riducibile solo

con lealta’ e solidarismo

p. 22 Sara Abdelkamel, Non dimentichiamo la Palestina, sperando in un futuro migliore

p. 24 Stefano Tarocco, L’Onironautica

p. 28 Marco Brusoni, «Mind over matter», ovvero le Scienze noetiche

p. 34 Isabella Cassisa, Tutto, ma proprio tutto, sulla Coca Cola

p. 37 Maura Malpetti, Il calore di quell’abbraccio

p. 43 Giorgia Ghirardini, The Twins

p. 46 Alice Papotti, Parole Immagini Parole

p. 48 Maura Malpetti, Senza parole

p. 49 Giorgia Ghirardini, Pensieri visivi

p. 51 Valentina Monteleone e Nicolò Gavioli, Zoologi per caso

p. 54 Debora Leto, L’origine del mondo nei miti di alcune civiltà

p. 57 Alice Papotti, Sognavo l’Africa di Kiki Gallmann (recensione)

p. 58 Alessandro Guariglia, Alessandro Vacca il rapper (recensione)

p. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione)

p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione)

p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione)

p. 62 Riccardo Bruno, Diamo un’occhiata alla situazione in Champions League

p. 63 Matteo Diani, U.S.A: Svagonati Unicamente Assurdi!

p. 69 Rebus

p. 71 Dante enigmista

p. 72 Alice Girelli, quesiti enigmistici vari

p. 73 Quesito “internazionale”

p. 73 Soluzioni dei giochi del numero 26

p. 74 Soluzioni dei giochi di questo numero

p. 75 Domandacce e battutacce

Page 3: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

3

INTERVISTA AI PROTAGONISTI

DEI LABORATORI ARTISTICI Bar, 7 e mezzo della mattina,

mezzo imbambolato mi avvio verso

il bar dalla solita fermata delle

corriere. Appena entro la mia

attenzione si pone subito agli

striscioni attaccati al soffitto, e il mio

cervello ancora in panne si chiede:

Cubismo? Puntinismo? Arte

moderna? Sono costantemente

attanagliato dal dubbio.

Allora c'è una sola cosa da fare:

Per il penultimo episodio delle

“Interviste ai laboratori del Fermi”

decido d'intervistare i gruppi artistici

nelle persone di Gabriel Wiwoloku

per la pittura, Giulia Casetta per il

teatro e Matilde Negri per la

musica.

Detto e fatto!

Prima di tutto ho posto 5 domande

di base a ciascuno per poi passare

a domande specifiche:

Domanda n°1:

In che giorno è il tuo laboratorio?

Pittura: Il lunedì

Musica:siamo divisi in gruppi che si

incontrano in giorni diversi (lunedì,

venerdì)

Teatro: Anche noi il lunedì

Domanda n°2:

Cosa fate in questi laboratori?

P: Definirlo con una parola?

Diciamo che creiamo, da oggetti

quotidiani, secondo suggestioni e

secondo l'osservazione di pittori

famosi, cose nuove.

M: Componiamo musica, anche

inventandola, in funzione del

laboratorio di teatro.

T: Lavoriamo facendo esercizi

suggeriti dai nostri “maestri” e

strutturiamo lo spettacolo di fine

anno. Sarà fantastico.

Domanda n°3:

Quali sono i vostri professori

referenti?

P: Marco Culpo

M: Giorgio Signoretti

T: Sergio Farina, ma ci sono anche

Page 4: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

4

persone esterne: Giovanna

Venturini e gli Zerobeat.

Domanda n°4:

A cosa porteranno questi

laboratori?

P: A riprodurre degli elementi che

vengono successivamente utilizzati

nel laboratorio artistico

M: Uno spettacolo finale creato

della collaborazione di tutti i

laboratori artistici

T: A uno spettacolo finale che

integrerà i risultati di tutti i

laboratori.

Domanda n°5:

Cosa vi sentireste di dire a quelli

che leggeranno l'articolo per

invogliarli a partecipare?

P: Innanzitutto questi laboratori

concedono un credito scolastico,

ma poi sono soprattutto ottimi

momenti di amicizia, di scambio

culturale e di possibilità di imparare

nuove cose

M: Che è un'esperienza molto

particolare e difficile da realizzare in

altri contesti

T: Che non c’è l'imposizione di un

copione già dato ma un percorso

che ognuno di noi contribuisce a

costruire.

Ed ecco le domande specifiche:

PITTURA

Cosa dipingete principalmente?

Non c'è una cosa in particolare.

Oggetti, cartoni, tele… tante cose.

In quanti siete?

In una quindicina

Avete la strumentazione adatta e

sufficiente?

Sì ma potremmo aver di meglio.

Quanti nuovi iscritti ci sono stati

quest'anno?

Quasi il 70% dei componenti, però

credo che la tassa d'iscrizione

abbia ridotto drasticamente il

numero.

Page 5: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

5

Cosa serve per poter entrare?

Nulla, ci si iscrive ad inizio anno ma

anche più avanti: basta chiedere ai

coordinatori

Dove vanno a finire le vostre opere

d'arte?

Vengono utilizzate dal teatro

MUSICA

Quali generi musicali suonate

principalmente?

Non suoniamo particolari generi

musicali, in quanto siamo noi a

creare la musica.

In quanti siete?

Nel mio gruppo siamo questi: 1

tastiera, 3 chitarre, 1 batteria, 1

basso, 1 violino e 1 sax

Avete la strumentazione adatta e

sufficiente?

Generalmente portiamo gli

strumenti da casa, ma la

strumentazione è sufficiente.

Quanti nuovi iscritti ci sono stati

quest'anno?

Una decina

Cosa serve per poter entrare?

Saper vagamente suonare o

comporre e tanta voglia di

partecipare fino alla fine.

Avete qualche richiesta da fare alla

scuola?

Iniziare prima il laboratorio in futuro

TEATRO

Come si chiamerà lo spettacolo?

Antonio. No, scherzo!, non gli

abbiamo ancora dato un nome.

In quanti siete?

Circa 20-25.

Avete la strumentazione adatta e

sufficiente?

Ci arrangiamo.

Quanti nuovi iscritti ci sono stati

quest'anno?

Molti, circa i tre quarti.

Cosa serve per entrare nel gruppo?

Voglia di fare e cervello

Tornando allo spettacolo, puoi darci

un anticipazione?

Assolutamente no! Vi divertirete!

Avete qualche richiesta da fare alla

scuola?

Che gli anni prossimi il laboratorio

parta prima

Questi in sostanza sono

laboratori artistici, dove c'è

un’esplosione di cultura e si crea un

gruppo solidissimo e, fidatevi

dell'idiota, si conosce gente

splendida e amichevole.

Ci vediamo al prossimo numero

con l'articolo finale.

Lorenzo Minotto

Page 6: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

6

Il mio “taste” di Istanbul (molto più di un viaggio di istruzione: una iniziazione culturale)

Le impressioni che un

viaggio a Istanbul – anche se

breve - lascia sono proprio

quelle che si possono

rintracciare assaporando il

testo su questa città del

premio Nobel per la

letteratura 2006 Orhan

Pamuk. Non tutto quello che

lascia una città simile può

però essere sintetizzato in un

libro, e men che meno in un

articolo.

Istanbul è una città multiculturale, multietnica, multi-lingue, in grado di

affascinarti con i suoi cibi, spezie, profumi, odori, statue, arte, persone.

Istanbul è una città piena di diversità e contrasti: da una parte del Bosforo

l’Asia dall’altra l’Occidente, da una parte di Sulthanamet il museo di Ayasofya

e la Moschea Blu, dall’altra una fermata del tram e i negozi di telefonia.

Ovunque uno volga lo sguardo, in alto si troverà un cielo punto da minareti

che sembrano sempre intenti a intonare canti di

preghiera, in basso negozi e bazar e chioschi e

bevande calde e rumore e voci.

Nelle moschee le cupole ricoperte d’arabeschi

proteggono l’atmosfera quasi mistica e di

devozione, con i preganti prostrati verso la

Mecca, concentrati nella loro preghiera a Dio.

Ognuno al proprio, tutti allo stesso.

Lungo le vie le pasticcerie con la frutta secca e i

lokum e il caffè turco e i ristoranti da cui si

sprigionano i profumi di carne, di verdure e di

spezie, profumi che spesso lasciano ai sapori la

possibilità per stupirti ulteriormente.

Page 7: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

7

E poi i bazar, uno contro l’altro a sorreggersi e

a rubarsi spazio, le donne velate che

comperano. Le stesse donne, forse, che si

possono incontrare in un hammam: lì il

profumo dell’acqua e il lieve scroscio delle

fontanelle, le massaggiatrici energiche che

spezzano la tranquillità privata di quel luogo

protetto, danno la possibilità di chiudere gli

occhi e di ritrovare quella quiete che non

potrebbe meglio completarsi se non con il

trambusto e il traffico delle strade appena fuori.

È però di notte che Istanbul dà il meglio di sé:

alla luce della luna i contrasti della tradizione

con l’importato mondo occidentale sono

ancora più accentuati. L’aura dei

monumenti, le moschee illuminate contro

uno sfondo blu-nero, il Bosforo come una

fascia scura che riflette la luce delle stelle,

velluto attraversato da sottili linee di ricamo

illuminate: ponti in quel mondo eterogeneo,

dove nuovo e vecchio, ricco e povero si

riuniscono. Lungo Istiklal Caddesi, nel

quartiere di Beyoglu, stretti vicoli si

diramano prendendo vita, persone sedute sui marciapiedi o in un angolo

suonano e cantano amore,

sofferenza e melanconia di vivere.

Non si può sintetizzare una città in

un articolo. Forse in un libro, forse

in un film, ma per certe città la

magia non si può leggere, né

rubare ad uno schermo. Di certe

città il profumo, il rumore, il colore

dell’aria non possono essere

riprodotti, non rimane che viverli.

Giulia Casetta

Page 8: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

8

L’Italia unita (?)

L’unità d’Italia, che parte dalla “Padania” e che raggiunge tutta la Nazione

Famosissimi in tutto il mondo ….

Page 9: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

9

Nico Catalano

Siamo davvero così piccoli

ed insignificanti?

Politici padani che combattono per

la secessione, ma che, poi,

rimangono a “Roma”

Molto spesso non ce ne rendiamo

nemmeno conto, e invece … … chi è italiano è

fiero di esserlo,

ovunque

Ed ora la “Padania” se ne

vorrebbe andare…

… Ma dove?

Page 10: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

10

Mantova comics & games 2011 Anche quest'anno Mantova ha

ospitato la fiera del gioco e del

fumetto. Tre giorni di fantasia e

divertimento, con più di cento tra

espositori e disegnatori e postazioni

di gioco con console di tutti i tipi,

dalle più vecchie a quelle di ultima

generazione, così da soddisfare

giovani e meno giovani.

Ma forse la vera attrazione di questo tipo di fiera sono i Cosplay, ragazzi e

ragazze che danno libero sfogo alla loro fantasia. Semplicemente per sentirsi

per poco tempo nei panni dei loro eroi preferiti; indossano fantastici costumi

“caserecci” per confezionare i quali impegnano tempo ed energia. E’ grazie a

costoro che le fiere perdono la loro monotonia ed aggiungono un pizzico di

fantasia che rende questi eventi unici nel loro genere.

Per arricchire ulteriormente questa atmosfera festosa, gli organizzatori hanno

imparato a fondere il mondo fantasioso dei fumetti con quello più concreto del

videogioco. Infatti tra le varie “bancarelle” di fumetti e veri e propri espositori

trovavano spazio vere e proprie postazioni di gioco per ogni età e per tutti i

gusti, con veri e propri tornei finalizzati al divertimento ma anche con piccole

sorprese per i primi classificati. I tornei spaziavano dal calcio ai giochi di

guerra passando dai giochi per bambini e anche di carte.

Oltre ai tornei esistevano anche

postazioni libere di gioco in cui

sperimentare anteprime, giochi del

momento o giochi “retro”, in modo da

presentare ad una persona più

esperta del settore delle anteprime

esclusive e anche far conoscere le

basi e le origini del videogame ad un

giocatore meno esperto.

Le fiere come quella di Mantova sono organizzate in poche parti del mondo e

quindi dobbiamo ritenerci orgogliosi di ospitare una manifestazione di una

certa importanza, essendo in Italia solo circa 25 le zone in cui esse vengono

organizzate. Auguriamo come sempre: “Buon gioco a tutti!!!”.

Matteo Gilberti e Luca Carnevali

Page 11: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

11

(riceviamo e volentieri pubblichiamo)

Hardware fai da te, ovvero come farsi il computer da soli

Siamo alcuni alunni delle classi 1BEL e 1AEL, coordinati dal prof. Marco

Culpo.

Dopo aver svolto un lavoro di gruppo

sull'hardware, abbiamo elaborato, su

proposta dell'insegnante, un progetto

interclasse per costruire un nostro computer.

Il progetto è consistito nell’assemblare due

PC utilizzando dei pezzi di recupero: siamo

partiti da una scheda madre, un

microprocessore, un alimentatore, una

scheda video, una scheda di rete e della

memoria Ram. Abbiamo cercato inoltre di

usare componenti diverse per potere

effettuare eventuali confronti e benchmark.

Tutte le componenti sono a vista, chiuse tra

due lastre di plexiglass o policarbonato, con

dispositivi facilmente smontabili per poter spiegare didatticamente ed anche

praticamente l’assemblaggio e il funzionamento delle varie componenti di un

computer.

Abbiamo assemblato i pezzi e li

abbiamo posizionati su una base di

policarbonato usata come supporto.

Tutti i pezzi sono a vista e

smontabili. Stiamo anche

preparando un manuale dettagliato

con tutte le fasi di montaggio

corredate da fotografie.

Queste sono nel dettaglio le componenti base dei nostri due prototipi:

Primo Computer Secondo Computer

Base in policarbonato

trasparente;

Scheda madre Asrock;

Base in policarbonato

trasparente;

Scheda madre HP;

Page 12: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

12

Processore AMD Athlon 2,8

Ghz;

RAM 512Mb;

Alimentatore da 250W;

Hard disk 40Gb IDE;

Lettore DVD;

Cavetteria varia;

Scheda video NVIDIA.

Scheda audio integrata;

Tastiera;

Mouse;

Processore Intel Pentium III;

RAM 512 Mb;

Alimentatore;

Hard Disk 40Gb IDE;

Lettore DVD;

Cavetteria varia;

Scheda Video Integrata;

Scheda audio integrata;

Tastiera;

Mouse;

Abbiamo deciso inoltre di far partire i computer con modalità dual boot,

dividendo l’hard disk in due partizioni, su ognuna delle quali è installato un

differente sistema operativo per permettere a tutti gli utenti di interfacciarsi:

Windows XP per i suoi consumi ridotti;

Ubuntu 10.10 per la sua natura Open Source.

Bennati Luca, Cuzzocrea Luca, Franco Giangiacomo, Grandi Stefano,

Tedoldi Marco, Zerbinati Marco

Page 13: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

13

(riceviamo e volentieri pubblichiamo)

Il progetto " Quotidiano in classe":

un'occasione per costruire la cittadinanza.

Da ottobre molte classi dell’istituto

hanno ricevuto, a scadenza

settimanale e per ogni studente, un

quotidiano da consultare con

l'insegnante e portare poi a casa.

Attorno al quotidiano è stato

possibile compiere un lavoro

sistematico, partendo dalla struttura

e dall'assetto delle pagine

stampate, si è passati alla scelta

delle notizie più significative per

giungere a comprendere, anche

attraverso la penna di un reporter,

le problematiche e le caratteristiche

socio-culturali del nostro tempo.

Per i ragazzi di 2BIT questo

incontro diretto col giornale è stato

molto importante; nello sfogliare

personalmente il giornale, nello

stupirsi di alcuni titoli cubitali, nel

leggere articoli di cronaca,

nell'interessarsi alle novità

scientifiche e letterarie, essi si

riconoscevano cittadini, persone

che prendevano coscienza

individualmente dei fatti, passando

dal ruolo di spettatori indifferenti a

persone che, conoscendo,

potevano valutare e quindi tentare

anche di dare risposta a ciò che

leggevano.

Con il quotidiano, l'effetto tonico,

cioè corporeo, di toccare, di

sfogliare, di richiudere le pagine,

lascia qualcosa nel ricordo, quindi

nella mente che, quasi come un

imprinting, i ragazzi porteranno con

sé nella loro "valigia" di esperimenti

concreti, fondamento di qualsiasi

apprendimento.

Ecco allora l'aggancio del

quotidiano alla cittadinanza attiva di

cui la pratica del giornale nelle mani

del ragazzo potrà favorire lo

sviluppo: il quotidiano in classe

diventa, quindi, uno dei tanti

strumenti per avvicinarlo al mondo

e aiutarlo a scoprirlo.

Vi propongo, di seguito, alcuni dei

testi scritti da alcuni studenti di 2°

Bit che hanno rielaborato e

commentato degli articoli scelti dal

"Giorno" di carattere scientifico,

ambientale e storico-sociale.

Fiorella Orlandi ( prof.ssa Lettere)

Page 14: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

14

Testo 1

EMERGENZA RIFIUTI: IL NORD NON VUOLE I RIFIUTI DI NAPOLI

L'emergenza dei rifiuti a Napoli è un

problema che da parecchi anni

occupa le cronache dei nostri

giornali. La problematica non è più

solo a livello locale ma è divenuta

nazionale, se non addirittura

internazionale sfociando in un

dibattito politico. In Italia infatti si

riscontrano due fronti che hanno

una visione diversa del problema e

della relativa soluzione.

Anche il Presidente della

Repubblica è intervenuto in merito,

più volte. Personalmente mi

sembra assurdo che nel 2011

esistano ancora problemi di questo

tipo.

Le cause che stanno alla base

dell'emergenza rifiuti in Campania

sono complesse: vi è una serie di

errori tecnico-amministrativi interni,

politici, industriali, legati alla

malavita organizzata; alcune nostre

regioni si sono dichiarate disponibili

pur se con modalità diverse: la

Sardegna ha offerto uomini e

mezzi, ma ha spiegato che i rifiuti

non possono essere smaltiti

sull'isola e così anche la Liguria, il

Molise pone il limite di 600

tonnellate di immondizia al giorno

così come la Puglia, fino ad arrivare

alla Toscana che pare la più

disponibile (4.000 tonnellate per

“solidarietà”).

Dall'altro lato troviamo altre regioni

che si dichiarano non disponibili; tra

queste Piemonte e Veneto,

Lombardia, Liguria e Marche.

Ci sono scogli da superare non solo

“fatti di immondizia”. Il primo è di

natura tecnico-giuridica, il secondo

è interno al governo, in quanto la

Lega è assolutamente contraria al

trasferimento dei rifiuti al di fuori

della Campania.

Sono parecchi i problemi che

derivano dal ristagno dei rifiuti; ad

esempio: il diffondersi di malattie,

situazioni igienico-sanitarie al limite

della sopportazione per non parlare

dell'immagine negativa dell'Italia

che si riflette a livello internazionale

(calo dei turisti).

Gli effetti negativi si possono

riscontrare nell'economia: le

discariche abusive e gli incendi di

rifiuti, soprattutto nelle campagne

del Casertano, hanno creato

dannose situazioni ambientali quali

Page 15: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

15

la dispersione nociva di gas, come

la diossina che espandendosi

nell'ambiente hanno investito gli

allevamenti e la produzione lattiero

casearia con un conseguente calo

delle vendite in questo

fondamentale settore. E infatti la

produzione casearia, molto

importante per la Campania, è

diminuita.

Quella che all'inizio è stata

presentata come un'“emergenza”

sta caratterizzando la vita

quotidiana degli ultimi anni di

Napoli: in tutti questi anni non si è

risolto il problema, le strade sono

state pulite solo con l'intervento

dell'esercito.

Personalmente penso che il

problema debba essere risolto a

livello locale, con la creazione di

nuove discariche e di adeguati

depuratori.

Un'altra possibile soluzione

potrebbe essere una raccolta

differenziata adeguata con il ritiro

dell'immondizia regolare da parte

degli spazzini.

In sintesi forse con la

collaborazione e con la buona

volontà di tutti (amministratori locali,

cittadini, politici) si potrebbe

arrivare ad una vera risoluzione del

problema.

Andrea Anversa

Testo 2

ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO: L’ANTI-MATERIA

Secondo gli studiosi la materia,che

costituisce tutto ciò che ci circonda

è nata da un esplosione avvenuta

nello spazio circa 15 miliardi di anni

fa: il Big-Bang. Nel breve arco di

tempo di questa enorme esplosione

si sono distinti due tipi di particelle

atomiche: la Materia e l’Anti-

Materia. In seguito all’esplosione le

particelle di antimateria sono

sparite dopo qualche millesimo di

Page 16: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

16

secondo e le cause sono ancora

sconosciute.

Ma l’antimateria è davvero esistita?

E da che cosa era composta? Oggi

è possibile rispondere a queste

domande grazie alle innovazioni

tecnologiche apportate al CERN

(Centro Europeo Ricerca Nucleare)

di Ginevra.

Per quasi 11 anni, più di cinquemila

scienziati provenienti da tutto il

mondo hanno lavorato ad un

progetto per scoprire le vere origini

del Big-Bang. L’HLC (Laboratorio di

Collisione di Adroni) è il

macchinario usato per rispondere ai

molti dubbi emersi.

Come ha già ricordato Mattia Avolio

nel numero precedente, l’HLC è

formato da un grosso anello

tubolare posto sotto terra a circa

100 metri di profondità e la

circonferenza di questo immenso

anello si estende per 27 km.

All’interno di questo tubo sono state

installate circa 2000 piastre

magnetiche sull’intera

circonferenza per poter permettere

alle particelle di viaggiare ad una

velocità prossima a quella della

luce in senso orario ed antiorario

per potere collidere tra loro .

Queste collisioni generano una

temperatura circa 100 volte

superiore a quella del sole, perciò

sono stati costruiti impianti di

raffreddamento che toccano i -

272°C; una temperatura prossima

allo zero assoluto. Dopo le prime

collisioni nel 2008 gli scienziati

hanno notato che le particelle

prodotte erano simili a quelle oggi

conosciute mentre altre avevano

cariche opposte. Sono stati inseriti

così dei ricettori (4) in modo da

poter fermare e studiare, anche se

per qualche microsecondo, queste

particelle di antimateria.

Nel gennaio del 2011 finalmente gli

scienziati hanno catturato 38 atomi

di idrogeno di antimateria,

riscontrando una unica differenza

tra questi atomi e quelli “normali”:

gli atomi di antimateria sono caricati

negativamente; cioè la loro carica

elettromagnetica è opposta a quella

degli atomi di idrogeno normali.

I quattro ricettori sistemati lungo

“l’anello” continuano, tuttora, a

ricevere informazioni che vengono

salvate nella memoria di vari pc

posti in varie pari del mondo. Si

prevede di ottenere risultati davvero

Page 17: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

17

innovativi; tra questi: la verità sulla

nascita dell’Universo, la scoperta di

altre forme di energia molto più

potenti di quelle attuali (con un

grammo di antimateria si potrebbe

alimentare una macchina per circa

100.000 anni), la scoperta

addirittura di nuove dimensioni oltre

le 3 già conosciute.

Gli scienziati sono ottimisti e sono

concordi nell’affermare che le

scoperte in ambito scientifico e

tecnologico rivoluzioneranno il

mondo.

Matteo Veneri

Testo 3

ROMA 14 DICEMBRE: i black block tentano l’ assalto a Camera e Senato.

Il 14 Dicembre 2010 si è svolta in

Parlamento la votazione sulla

fiducia all’attuale governo

Berlusconi. Ci si aspettava una

manifestazione pacifica per l’

evento anche se i Servizi avevano

previsto che la perdurante crisi

economica e le tensioni relative alla

riforma Gelmini avrebbero potuto

dare vita a movimenti violenti. Già

dalle prime ore del giorno alcuni

malintenzionati, studenti,

disoccupati, precari, mischiati a

molte altre persone pacifiche,

hanno messo in subbuglio varie vie

tentando l’assalto alla Camera e al

Senato. Non si sa con esattezza chi

ci fosse nascosto sotto le bandane

e nemmeno quali fossero le loro

intenzioni, ma di sicuro cercavano

lo scontro frontale. Come disse il

Ministro degli Interni Maroni, forse

cercavano il “morto”.

Gli eventi avvenuti a Roma mi

fanno pensare a delle vere e

proprie guerriglie urbane che mi

ricordano l’ antico “Sacco di Roma”.

Le varie vie e piazze sono state

teatro di sassaiole e atti di

vandalismo. Sono stati appiccati

roghi, innalzate barricate, rovesciati

e picconati veicoli delle Forze dell’

Ordine; hanno persino tentato di

aggredire un finanziere e di assalire

la residenza privata del premier,

inutilmente però. I risultati sono

stati disastrosi: 16 milioni di euro di

danni , 23 arrestati tra cui alcuni

minorenni, giudicati per direttissima

per il reato di resistenza a pubblico

ufficiale, 5 persone denunciate a

piede libero e 124 uomini delle

Page 18: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

18

Forze dell’ Ordine feriti e contusi

negli scontri. Il “Day Afterha recato

un duro lavoro al Comune che ha

tentato di riportare le varie vie della

capitale al loro splendore

Questo fatto lascia davvero attoniti,

sbalorditi, pensando che è stata

messa in subbuglio una città e a

repentaglio la vita di molte persone.

Il sindaco di Roma Alemanno ha

detto:<O tutti ci rimbocchiamo le

maniche o qui finisce davvero

male>. Anna Finocchiaro del PD:

<Vogliamo sapere chi sono gli

infiltrati, chi li paga e che cosa

volevano ottenere>, Cicchitto del

PDL: <Altro che infiltrati cercavano

il morto>. Un noto giornalista ha

paragonato gli eventi di Roma con i

fatti avvenuti in Grecia, Inghilterra,

Francia, durante vari G8 e negli

stadi. Delle vere e proprie guerriglie

attuate da persone esperte nella

violenza.

A mio parere molti dei violenti non

sapevano nemmeno il motivo per il

quale fossero lì, i loro unici interessi

erano la lotta, lo scontro, il

distruggere tutto e tutti. Secondo

me ci sono altri modi, e soprattutto

non violenti, per protestare

veramente ed anche per mettersi in

mostra.

Fabio Smania

Testo 4

“Il Giorno della Memoria: l’olocausto delle minoranze”

Il 27 gennaio di

ogni anno si

celebra in Italia il

Giorno della

Memoria. Questa

ricorrenza è stata

istituita con la

legge n.211 del

20 luglio 2000

dal Parlamento

italiano, come hanno fatto altri Stati

europei. Comunemente questa

commemorazione viene riferita allo

sterminio degli

Ebrei, compiuto

dalle forze

nazionalsocialiste

e fasciste dal

1939 al 1945.

Questa data è

stata scelta in

quanto 66 anni fa

è avvenuto

l’ingresso dell’Armata Rossa nel

campo di concentramento e di

annientamento di Auschwitz,

Page 19: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

19

esattamente il 27 gennaio 1945.

Sono state per prime la scoperta di

Auschwitz e le testimonianze dei

pochissimi sopravvissuti che hanno

rivelato per la prima volta al mondo

il significato della Shoah.

I nazisti ed i fascisti attuarono la

loro politica antisemita, ostile agli

Ebrei, perché era il popolo più

moderno e globalizzato dell’epoca.

A causa della loro lunga diaspora

gli Ebrei si sono

sparpagliati per

tutto il mondo,

da un confine

all’altro della

Terra,

esercitando

attività liberali e

redditizie,

gestendo

banche, acquisendo posizioni molto

importanti nei commerci

internazionali ed inoltre

primeggiando in quasi tutte le arti.

Questo spiega il profondo odio di

Hitler nei confronti del popolo ebreo,

dal quale però ha tratto vantaggi

incommensurabili.

In realtà il Giorno della Memoria

non serve per ricordare il genocidio

del popolo ebraico: è stato istituito

anche per ricordare l’olocausto di

tante minoranze. Infatti i nazisti

internarono non solo milioni di ebrei,

ma anche migliaia di altre vittime,

compresi i rom, i sinti, gli

omosessuali, i disabili, i testimoni di

Geova e i dissidenti politici. Di

questi talvolta si fa poca memoria.

Si è soliti pensare anche che i

campi di sterminio si trovassero

solo nei territori tedeschi, polacchi o

austriaci, in realtà anche in Italia

erano presenti. Basti pensare a

Fossoli, in provincia di Modena, alla

Risiera di San Saba a Trieste, a

Ferramonti in Calabria o alle Tremiti

in Puglia, dove

furono internati

soprattutto

omosessuali.

Quella della

persecuzione di

quest’ultimi è

una pagina

“dimenticata”

della nostra

storia e per questo la loro memoria

è ancora più necessaria.

Bisogna ricordare tutte queste

minoranze e non solo di quella

ebraica anche se è stata quella più

tristemente coinvolta nel genocidio

di massa. Il vero e profondo

significato del Giorno della Memoria

è sì quello di ricordare alle nuove

generazioni uno sterminio storico,

ma anche di evitare che simili orrori

vengano ripetuti ancora.

Giovanni Guarnieri

Page 20: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

20

FRAGILITA’ DELL’UOMO E POTENZA DELLA NATURA: UN DIVARIO RIDUCIBILE SOLO CON LEALTA’ E SOLIDARISMO

Ogni giorno la cronaca riporta casi

in cui l'uomo diviene piccolo

dinnanzi alla potenza della natura.

Per citare l'esempio più recente,

basti pensare al maremoto

avvenuto in Giappone alcune

settimane fa, causa di migliaia di

vittime e che, andando a

danneggiare alcune delle centrali

nucleari presenti sul territorio,

potrebbe provocare altri danni e

altre vittime, nel caso qualcuna di

esse esplodesse emettendo

immense quantità di radiazioni, con

conseguenze disastrose anche a

distanza di anni.

Davanti a tali tragedie sembra

inevitabile interrogarsi se davvero

alcune conseguenze delle catastrofi

naturali, che avvengono

periodicamente sul nostro pianeta,

non possano essere evitate ed il

numero di vittime ridotto.

Su questo già si interrogavano

filosofi e letterati del passato. Ad

esempio Goethe, in "Frammento

sulla Natura" del 1792, sentenziò:

"Natura! Ne siamo circondati e

avvolti, incapaci di uscirne, incapaci

di penetrarla più addentro. Senza

preavviso ci afferra nel vortice della

sua danza e ci trascina seco,

finché, stanchi, non ci sciogliamo

dalle sue braccia". con tale opera, il

filosofo settecentesco definì l'uomo

come spettatore zittito dai continui

cambiamenti naturali. Pensiamo

anche al "Dialogo della Natura e di

un islandese" di Giacomo Leopardi,

operetta morale nella quale il poeta

esplica il suo "pessimismo cosmico"

nell'incomunicabilità tra il

protagonista, un pellegrino

islandese che interroga la Natura, e

quest'ultima che, mantenendo il suo

mistero, non gli concede risposte

sul senso della vita. La narrazione

filosofica si conclude con lei che

impone la propria potenza

facendolo morire in circostanze

ambigue, tra le fauci di una belva o

sommerso da una tempesta di

sabbia.

Page 21: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

21

Un altro esempio a cui ci si può

ricondurre è l'opera verghiana "I

Malavoglia", nella quale la volontà e

i valori dei protagonisti vengono

annientati dall'inarrestabile forza

della natura nella tempesta che

affonda la barca di famiglia,

simbolo dei suoi affetti e delle sue

ambizioni. Si potrebbero citare

moltissimi altri autori in accordo con

queste visioni pessimistiche, nelle

quali l'uomo è destinato a

soccombere alla potenza della

Natura spietata; tuttavia questo

modo pessimistico di concepire

l'umanità sottomessa può essere

opinabile per alcuni

aspetti. Dinnanzi

ad una Natura

palesemente

potente e in molti

casi inarrestabile,

l'uomo, con le

proprie scienze,

può limitare i danni

e in alcune

situazioni evitarne le conseguenze

più disastrose.

Ma non è impresa facile. Nel 1982

Voodckkoc e Davis, in "La teoria

delle catastrofi", affermarono:

"scienze della terra, come la

geologia o la meteorologia (...), si

basano più su descrizioni e giudizi

qualitativi che su una vera teoria.".

Da tale citazione comprendiamo

quanto le scienze, alle quali l'uomo

si affida per "comprendere il mondo

e agire sul mondo" (obbiettivi

primari secondo R.Thom in "Modelli

matematici della morfogenesi"),

possano essere incerte davanti ai

continui e inaspettati fenomeni

naturali. Tuttavia, al tempo stesso,

esse sono essenziali per avere un

quadro delle diverse e possibili

situazioni. Le ragioni per le quali

l'uomo può risultare "piccolo"

dinnanzi alla forza della Natura non

sono da ricercare nella

inadeguatezza delle scienze con le

quali egli l'affronta, difatti le

tecnologie utilizzate sono spesso

valide e in continuo avanzamento.

La sua inferiorità

ha sede piuttosto

nell'immoralità con

la quale troppo

spesso egli agisce,

nel collettivo o

individualmente,

davanti a tali

avvenimenti. Un

esempio di tale

vigliaccheria, che ha toccato

profondamente il nostro paese, è

costituito dal terremoto abruzzese

del 2009, nel quale molte morti si

sarebbero potute evitare se nel

costruire gli edifici, crollati per le

scosse, non vi fossero state

corruzione e speculazioni negli

appalti e sui materiali utilizzati per

edificarli, come venne scoperto

dalle indagini svolte

successivamente.

Page 22: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

22

Un altro esempio di tali

speculazioni riguarda l'evento citato

nell'introduzione: nella catastrofe

giapponese avvenuta poche

settimane fa, il rischio di

contaminazione radioattiva, ora

altissimo, si sarebbe potuto evitare

se solo il Giappone avesse seguito

le indicazioni dei geologi

(sospettosi di una possibile

catastrofe nucleare in seguito a

studi approfonditi) e avesse

finanziato la costruzione di centrali

di terza/quarta generazione,

sostituendo quelle di primo livello,

cioè quelle ora fortemente

danneggiate.

Afferma Rusconi in “L’apocalisse e

noi”: “Dobbiamo investire nuove

energie di conoscenza, di

tecnologie ma anche di solidarismo,

non genericamente umanitario, ma

politicamente qualificato”.

Lo stoicismo falso e corrotto

nell’affrontare le catastrofi non è più

ammissibile: ogni disgrazia naturale

dovrebbe essere occasione per un

esame di coscienza e per cercare

di agire con più lealtà e solidarismo,

sia a livello collettivo come facenti

parte di una nazione, sia a livello

individuale in quanto uomini. Solo

così sarà possibile attenuare il

grande divario tra la fragilità

dell’uomo e la potenza della

Natura.

Maura Malpetti

_____________________________________________________________

Non dimentichiamo la Palestina,

sperando in un futuro migliore

Quando guardiamo la TV,

assistiamo ai crimini più terribili che

possono essere commessi: quelli di

guerra. Purtroppo, pochi istanti

dopo, la nostra mente ha già

dimenticato quelle orribili immagini,

che ci sembrano tratte da un

qualche terribile film splatter o

horror... ma non era un film … era

Page 23: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

23

la realtà che vivono tutti i giorni

tante popolazioni, a cominciare da

quelle palestinesi, soprattutto i

poveri civili, bambini sperduti che

hanno perso la madre o il padre,

giovani rimasti senza casa, senza i

propri cari: tutti uccisi da soldati,

che, per obbedire ai comandi

ricevuti, non si fanno scrupoli a

uccidere, versando fiumi di sangue

e lacrime giorno dopo giorno.

Tutto questo succede giornalmente,

ma a quanto pare alcune televisioni

“dimenticano” di fare il loro lavoro:

di dirci cosa veramente succede nel

mondo. Sarà così, ma ognuno fa

quello che gli conviene.

Sono così diverse da noi quelle

povere vittime? O quei Libici.

Oppure quegli Yemeniti o Siriani?

Siamo tutti umani! Certo, crediamo

in fedi diverse, ma siamo pur

sempre tutti uomini! Perché

nessuno ci pensa mai?

Ora la tragedia palestinese appare

in ombra, dimenticata. Proprio

perché urgono le notizie da altre

aree. Ma non scordiamoci che

anche lì si continua a morire, che

per colpa di questa stupida guerra

che dura da decenni migliaia e

migliaia di civili sono morti. Intorno

a tutto questo c’è una specie di

omertà: tutti sanno, ma nessuno

parla per quelle povere vittime.

Nessuno parla dei gruppi di

pressione che durante le elezioni

finanziano uno dei candidati e,

quando questo sale al potere, gli

fanno fare esattamente ciò che

conviene loro. Quand’è che sarà

fermata l’opera di queste lobby?

Tanto sono lontani da me, tanto

non sono io… Ecco i soliti pensieri

egoisti che ci passano per la testa.

Quando si deciderà di smettere di

bombardare e, al posto di mandare

soldati nelle cosiddette missioni di

pace, si invieranno aiuti umanitari

sostanziosi per aiutare questa

povera gente?

Speriamo che le future generazioni

siano più coscienziose, e più

umane in tutti i sensi.

Sara Abdelkamel

Page 24: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

24

L’ONIRONAUTICA

Continuiamo in questo numero

l’indagine del mondo dei sogni

iniziata nel numero precedente

____________________________

L'onironautica, anche detta “sogno

lucido” (dall'inglese lucid dream), è

un'esperienza durante la quale si

può prendere coscienza del fatto di

stare sognando. Il sognatore in

questione, detto onironauta, può

quindi, con la pratica, esplorare e

modificare il proprio sogno a

proprio piacimento.

A questo argomento sono

interessate molte persone, tra cui

psicologi, ma non solo, anche gli

occultisti e molti artisti, oltre che le

persone aderenti alla cultura new

age.

L’esperienza del sogno lucido,

come testimonia Stephen LaBerge,

scienziato all'università di Stanford,

non è fine a se stessa, ma può

essere d'aiuto negli ambiti più

disparati, come il problemsolving, lo

sviluppo della creatività, il

rafforzamento dell'autostima, la

capacità di affrontare paure e

inibizioni e, più in generale, il

raggiungimento di un senso di

liberazione e armonia nella propria

vita.

Le persone che hanno

sperimentato tale tecnica la

descrivono come eccitante ed

estremamente realistica. Ma

venendo alla pratica, come capire

se si sta sognando o no?

Come prima cosa è utile ricreare

nel sogno situazioni difficilmente

realizzabili nella realtà.

Successivamente è utile imparare a

ricordare i sogni che ogni notte

facciamo (sì perché ogni notte

sogniamo) cosa che può essere

agevolata tenendo un diario onirico,

dove ad ogni risveglio si annota

l’uno o più sogni che si ricordano. È

Page 25: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

25

utile effettuare questa operazione

appena svegli perché molti ricordi

svaniscono nel giro di poche ore.

Il sogno lucido viene descritto come

un'esperienza di notevole qualità

percettiva durante l'attività onirica,

tanto che persone seppur con

problemi fisiologici riescono a

percepire tutto in modo chiaro e

distinto. L'ambientazione varia

spesso. Da qui deriva la distinzione

fra “sogno lucido” e “viaggio

astrale”. Nel caso del viaggio

astrale si percepisce l'ambiente

reale ed

alcuni che

testimoniano

di averne

avuto

esperienza

dicono che si

vive la

sensazione di

distacco

dell'anima dal

corpo; nel caso del sogno lucido ci

si può anche trovare nell'ambiente

circostante, ma più frequentemente

in ambienti surreali.

Altro punto fondamentale per

rendersi conto se si sta sognando è

il cosiddetto “Test della realtà”.Con

questo metodo si cerca di capire se

l’ambiente circostante è reale od

onirico. Va detto che nel momento

in cui un soggetto avverte il bisogno

di effettuare un test di realtà, il

dubbio stesso, se ciò che vede o

sente sia o no reale è di per sé un

test di realtà, infatti quando siamo

svegli non ci chiediamo se siamo in

un sogno.

Tale operazione consiste nella

volontaria ricerca di alcuni dettagli

che contraddistinguano

univocamente il mondo onirico. Può

capitare che i primi tentativi diano

un esito negativo ma con un

numero maggiore di tentativi si

aumenta la possibilità di ottenere

un risultato. In generale, ripetere

meccanicamente un test senza

attenzione è

inutile.

Ecco alcuni

esempi di

azioni che

aiutano a

rendersi

conto di

stare

sognando.

Il salto: nel

mondo dei sogni spesso la forza di

gravità non agisce come nella

realtà: saltare corrisponde il più

delle volte a prendere il volo o

rimanere sospesi a mezz'aria.

La lettura: un test efficace consiste

nel leggere una scritta qualsiasi,

distogliere lo sguardo e poi provare

a rileggerla. Nei sogni spesso le

parole cambiano, non restano le

stesse.

Il controllo dell’ora: nei sogni l'ora

su un orologio digitale non rimane

Page 26: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

26

la stessa se la si legge più volte di

seguito. Stranamente questo

fenomeno non si ha con gli orologi

analogici (a lancette). Una

spiegazione potrebbe essere che

per leggere dei numerali lo sforzo

mentale è maggiore (si devono

mettere in serie dei simboli, come

per la lettura), mentre per

interpretare la posizione delle

lancette è sufficiente riconoscere

una forma geometrica, attività

maggiormente legata alla vista.

Il respiro: se si riesce a respirare

chiaramente con il naso pur

essendoselo tappato o se si respira

sott'acqua si sta sognando.

Guardarsi allo specchio: spesso nei

sogni la propria immagine riflessa

allo specchio è deformata o

sostituita con qualcosa d'altro o,

anche, può non apparire. Talvolta

lo specchio è molto sporco e non

specchia affatto.

Spegnere la luce: se in un sogno si

prova a spegnere la luce, anche

forzatamente (distruggendo la

fonte), la luce non si spegne.

“Aprire” nuovi spazi: accendere la

luce in una stanza buia, aprire una

porta, usare un cannocchiale,

sbirciare oltre un muro e via

dicendo, può avere il sorprendente

effetto di mostrare uno spazio

indistinto senza contorni o con

contorni sfocati.

Se il test di realtà dà esito

favorevole si è nel mondo dei

sogni. A questo punto il sognatore,

pur essendo ancora addormentato,

acquisisce la percezione dei sensi

e la lucidità proprie della vita nel

mondo reale e può quindi interagire

con il proprio sogno come se fosse

sveglio, forte dei propri ricordi e

della propria volontà. A questo

punto però è facile risvegliarsi

Page 27: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

27

oppure riperdere il controllo di sé e

continuare l'esperienza di sogno

normalmente: la capacità di

controllo di questo labile stato viene

dall'esperienza e dalla pratica.

Arrivare ad eseguire

volontariamente un test di realtà

all'interno di un sogno richiede una

certa pratica di tale tecnica durante

la veglia: nei sogni, infatti, tendiamo

a riprodurre i comportamenti e le

operazioni che siamo più abituati

ad assumere e ad eseguire nel

mondo reale. Molte sono le

tecniche che possono favorire

l’esperienza dei sogni lucidi,

ovviamente alcune più efficaci altre

meno.

Parlando di cinema,un film uscito

recentemente nelle sale parla

proprio di questo affascinante

argomento, ed è “Inception”, film

del 2010 di Christopher Nolan con

Leonardo di Caprio. Altre pellicole

che hanno attinto dall’onironautica

sono “Waking Life”, film del 2001

diretto da Richard Linklater e

“VanillaSky” film con Tom Cruise di

Cameron Crowe.

Per quanto riguarda la letteratura

segnalo il libro “Lucid Dreaming: A

Concise Guide to Awakening in

Your Dreams and in Your Life” di

Stephen LaBerge e “Lucid Dreams

in 30 Days: The Creative Sleep

Program” di Keith Harary e Pamela

Weintraub.

Insomma la possibilità di avere

sogni lucidi è sicuramente

affascinante, e pensare che sia

possibile comandare ciò che ci

accade nel sogno ed interagire con

gli accadimenti in esso è davvero

straordinario, ma come detto non

impossibile. E allora … aspiranti

onironauti al lavoro! Ricordate…

Serve solo un po’ di pratica.

Stefano Tarocco

Page 28: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

28

______________________________________________________

Ancora sui misteri della mente…..

______________________________________________________

«Mind over matter», ovvero le

«Che ci piaccia o no, siamo noi la

causa di noi stessi.Nascendo in

questo mondo, cadiamo

nell'illusione dei sensi; crediamo a

ciò che appare. Ignoriamo che

siamo ciechi e sordi. Allora ci

assale la paura e dimentichiamo

che siamo divini, che possiamo

modificare il corso degli eventi,

persino lo Zodiaco» (Giordano

Bruno)

La scienza noetica afferma che

l’intelletto è in grado, come

pensava il filosofo Giordano Bruno,

di influenzare direttamente la

materia; è dunque una nuova

teoria che potrebbe spostare l’asse

degli studi scientifici dalla realtà

osservata al soggetto osservante.

Ma è fantascienza o una

sorprendente realtà ?

Per iniziare ad esplorare il vasto e

misterioso argomento trattato

possiamo partire dal termine

“noetica” derivante dal greco antico

noùs, che significa intelletto, mente.

Noetica può essere dunque

descritta in linea generale come

“ciò che riguarda la mente”, ciò che

si occupa di affrontare i temi relativi

al pensiero e ai suoi legami con il

mondo naturale, riferendosi ad una

coscienza intuitiva, che rende

possibile l'accesso a conoscenze in

modo diretto ed immediato,

oltrepassando i confini dei nostri

cinque sensi e valicando il potere

della ragione.

La scienza noetica è, dunque, uno

studio di frontiera che indaga

l'influenza dell'intelletto sulla

materia stessa, dove l'assunto di

base è che il pensiero sia in grado

Page 29: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

29

di esercitare un ascendente sulla

realtà fisica.

Appoggiandosi sui principi della

fisica quantistica e sulle loro

implicazioni, ritenute fondamentali

per la comprensione di tutto il

mondo fisico e degli esseri viventi,

umani compresi, le scienze

noetiche, a differenza dei classici

modelli scientifici, considerano la

coscienza e le capacità

extrasensoriali non come oggetti di

indagine estranei all'ambito

scientifico, ma, al contrario, come

fenomeni indagabili ed osservabili.

Gli “scienziati di frontiera”, a seguito

dei risultati ottenuti dall'analisi della

relazione tra mente e materia,

suggeriscono che la tradizionale

visione di una realtà costituita da

elementi materiali, stabili ed

indipendenti tra loro, offra

spiegazioni insufficienti e ritengono

necessario un cambiamento di

modello scientifico, che promuova

una nuova comprensione del

funzionamento dell’universo.

I primi tra questi scienziati furono

antichi filosofi greci quali

Anassagora e Aristotele, ma fu solo

a partire dal 1973, con la

fondazione dello IONS (Institute of

Noetics Science), che si

raggiunsero i primi risultati concreti.

Il fondatore Edgar Mitchell, dopo

aver partecipato alla missione

Apollo 14 nel 1971, racconta di

essersi imbattuto durante il rientro

in una profonda illuminazione,

assimilabile come conoscenza

intuitiva: dall'interno della navicella,

la Terra che osservava davanti a sé

gli appariva come la parte di un

intero sistema vivente, l'universo,

che formava armonicamente il

“Tutto”.

Con queste premesse, nel 1973

fondò l'Istituto di Scienze Noetiche,

un'organizzazione internazionale no

profit, che, pur avendo sede nel

Nord California, costituisce una

comunità estesa in tutto il mondo,

di cui fanno parte circa 20.000

membri.

Page 30: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

30

Gli scienziati del IONS,

mantenendo intatto il rigore delle

scienze naturali, esplorano nuove

forme di conoscenza, alternative a

quelle proposte dai tradizionali

modelli scientifici, indagando

fenomeni che tendenzialmente

vengono trascurati dalla scienza

ufficiale; questo studio include

anche l'intenzione, l'intuizione,

l'attenzione, le percezioni e le

credenze.

L'Istituto, oltre alla ricerca, produce

anche un' intensa attività

informativa, aggiornando

continuamente i suoi membri ed il

pubblico sulle sue scoperte.

L’obbiettivo che persegue è quello

di sostenere l'avanzamento della

scienza che indaga la coscienza e il

potenziale umano al fine di

promuovere una trasformazione

individuale e collettiva che sia

portatrice di una nuova visione del

mondo su scala globale, adottando

tre prospettive che vengono

considerate dagli stessi membri del

IONS come gli aspetti che

costituiscono le basi di una scienza

noetica: la ricerca sul

potenziamento della coscienza

individuale attraverso la

meditazione, lo sviluppo di una

conoscenza collettiva e la

divulgazione del sapere scientifico,

attraverso rigorosi protocolli che

consentono la raccolta di dati

oggettivi sulla fisiologia della

coscienza.

La teoria si basa sulle implicazioni

della fisica quantistica, che

suggeriscono un ruolo attivo della

mente, o coscienza, nel

determinare le sue relazioni con la

realtà.

L'uomo sembra non apparire più

come uno spettatore passivo, ma

come il protagonista attivo e

responsabile del proprio destino.

Gli scienziati quantistici hanno

scoperto che l'atto stesso di

osservare e misurare una particella

subatomica alterava inevitabilmente

la sua conformazione; partendo da

uno stato indeterminato, la

particella, sotto osservazione,

acquisiva uno stato particolare di

esistenza, come se la coscienza

dell'osservatore fosse il ponte per

trasformare un potenziale di

qualcosa in qualcosa di reale.

Circa trent'anni fa, un gruppo di

scienziati noetici partì dalle

scoperte della fisica quantistica, in

particolare da quella appena citata,

per studiarne le implicazioni,

interrogandosi sul potere della

coscienza.

Page 31: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

31

L'indagine verteva intorno ad una

questione principale: sapendo che il

solo atto del prestare attenzione

modifica la materia fisica, quali

effetti può avere l'intenzione, e

quindi la volontà di esercitare sulla

materia una qualche influenza?

Partendo dall'assunto che tutta la

materia è energia, recenti ricerche

si sono occupate degli scambi

energetici che costituiscono il

mondo, giungendo alla

dimostrazione del fatto che tutti gli

organismi viventi sono come delle

antenne, che allo stesso tempo

trasmettono e ricevono energia,

quindi anche il

pensiero, le emozioni,

le idee sono energia e

possiedono una

propria vibrazione.

Per comprovare

questa teoria sono

stati eseguiti molteplici

esperimenti: Il fisico

Robert Jahn e la sua

collega Brenda Dunn

dedicarono molti anni allo studio e

alla misurazione del fenomeno

della “micro-psicocinesi”,

verificando l'influenza della mente

su particolari macchine, dette

generatori di eventi casuali (REG),

che rappresentano l'equivalente

informatico del tradizionale lancio

della monetina.

Nella maggior parte di questi

esperimenti, il REG produceva sullo

schermo del computer due

immagini piacevoli, alternandole in

modo casuale.

Ai partecipanti era chiesto in un

primo momento di focalizzarsi su

una delle due immagini, allo scopo

di condizionare la macchina a

produrre con maggior frequenza

quell'immagine rispetto all'altra, e in

un secondo momento era loro

chiesto di non esercitare alcuna

influenza sulla macchina.

I risultati emersi da oltre due milioni

e mezzo di prove, e replicati da

sessantotto sperimentatori,

dimostrano che l'intenzione può

effettivamente influenzare queste

macchine,

condizionandole nella

direzione espressa

mediante la

concentrazione del

pensiero!!!

Molte altre ricerche

condotte sulla

psicocinesi non solo

confermano gli effetti

misurabili

dell'influenza mentale sulla materia,

ma rilevano anche che questi effetti

si manifestano indipendentemente

sia dal tempo sia dallo spazio,

superando la distanza tra chi

formula l'intenzione e l'oggetto.

Notevoli sono anche i risultati

condotti sugli esseri viventi: quelli

eseguiti da Cleve Backster sulle

piante offrono un esempio molto

efficacie della rete invisibile che

collega tutti gli organismi viventi.

Page 32: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

32

Backster, considerato in

America il più grande

esperto in macchine della

verità, collaboratore della

CIA, annaffiando le piante

del suo ufficio fu spinto dalla

curiosità di quantificare il

tempo impiegato dall'acqua per

risalire dalla radice alle foglie; ideò

allora un esperimento che

prevedeva l'inserimento della foglia

tra i due sensori della macchina

della verità, affinché si potesse

misurare la resistenza della foglia

mentre la pianta veniva annaffiata.

Backster dovette però imbattersi in

uno strano effetto: il tracciato

impresso sulla carta del poligrafo

era simile a quello che in un test

della verità avrebbe indicato una

reazione di stress.

Ipotizzò che se avesse minacciato il

benessere della pianta, ad esempio

bruciando la sua foglia, avrebbe

potuto innescare una reazione di

allarme. L'effetto sorprendente fu

che nel momento stesso in cui

pensò di bruciare la pianta, il

tracciato rilevò una reazione di

intenso allarme.

Accendendo un fiammifero nelle

vicinanze della foglia provocò una

reazione ancora più intensa, che

tornò ad uno stato di quiete solo

dopo che la potenziale “arma” fu

deposta.

Replicò la procedura su altre piante,

aumentando la sensibilità della

macchina della verità. I risultati di

queste prove potevano suggerire

che le piante e gli altri organismi

viventi presenti nell'ambiente

avessero stabilito un legame di

reciproco scambio di informazioni.

Questo effetto sorprendente

lasciava dedurre che gli organismi

viventi avessero stabilito una

sintonia e potessero in questo

modo trasmettere telepaticamente

informazioni sui rispettivi stati e su

eventuali condizioni di pericolo.

Gli esperimenti condotti da

Backster possiedono dei problemi

metodologici, come quello della

difficoltà di replicare i risultati e

quindi dell'impossibilità di

generalizzarli; ciononostante il suo

contributo è stato molto

determinante nelle ricerche

seguenti.

Molto intriganti sono anche i risultati

degli esperimenti condotti

sull’influenza a distanza: Elisabeth

Page 33: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

33

Targ, nel 1999, guidò due studi

sulla guarigione a distanza,

reclutando un gruppo di quaranta

guaritori esperti sparsi in tutti gli

Stati Uniti, ai quali fu chiesto di

inviare l'energia di guarigione a

pazienti affetti da AIDS in fase

avanzata. Il gruppo di pazienti era

omogeneo per stadio della malattia,

numero di linfociti T e presenza di

patologie correlate all'AIDS.

Per rendere l'esperimento il più

possibile corrispondente ai criteri di

scientificità, Targ ideò un formato a

doppio cieco: a ciascun guaritore

sarebbe stato assegnato

settimanalmente un paziente

diverso; in questo modo ciascun

paziente avrebbe ricevuto l'energia

inviata a turno da tutti i guaritori del

gruppo.

Il guaritore avrebbe inviato la sua

intenzione di salute per il paziente

un'ora al giorno per sei giorni, con

dei periodi di riposo predeterminati.

I due studi condotti con queste

modalità rivelarono significativi

miglioramenti di salute nel gruppo

di pazienti reclutato: rispetto al

gruppo di controllo, i pazienti a cui

fu inviata l'intenzione di guarigione

evidenziarono una significativa

diminuzione della quantità di

malattie correlate all'AIDS ed una

minore richiesta di ricoveri

ospedalieri.

Per comprendere il modo in cui

l'energia viene trasmessa dalla

mente dei guaritori, alcuni scienziati

decisero di indagare le

caratteristiche dell’energia da loro

emanata; rivelarono che si

verificava un forte ed improvviso

aumento di energia elettrostatica ed

una magnetica, che ne consentiva il

trasferimento.

Si scoprì inoltre che l'allenamento

all'utilizzo di questa energia

costituiva un fattore determinante,

capace di spiegare la differenza tra

gli effetti dell'intenzione inviata da

guaritori esperti e gli effetti

dell'intenzione emessa da persone

ordinarie.

Nonostante le scienze noetiche

siano tutt’oggi un territorio del tutto

inesplorato, gli stupefacenti risultati

stanno portando molti scienziati,

“pionieri” di queste scienze, a

scoperte inverosimili e sconvolgenti,

capaci di cambiare la prospettiva

con cui guardiamo il mondo, a

dimostrazione che quando si crede

di aver raggiunto la conoscenza

quasi completa dell’universo in cui

viviamo, una nuova scoperta ci

avverte che ci stavamo sbagliando.

Marco Brusoni

Page 34: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

34

Tutto, ma proprio tutto, sulla

Coca-Cola o non Coca-Cola?

Ovvio! Cosa c’è di meglio insieme ad

una buona pizza o ad un panino

farcito con tutto ciò che c’è in frigo?

Frizzante e allegra la Coca-Cola è

diventata un rito sacro nelle cene con

gli amici (specie per chi non può o non

beve alcoolici) e bevanda di culto nei

fast food.

Il colore scuro e il retrogusto un po’

dolce della bevanda è dato dalla

presenza del caramello mentre

l’effetto eccitante è dato dalla caffeina

contenuta negli estratti di foglie di

coca. Ciò non vuol dire che vi

drogherete per aver bevuto 10 mila

lattine di Coca-Cola dato che le foglie

di questa pianta sono coltivate

legalmente(!) in Perù e

successivamente private del

componente allucinogeno. L’aroma

che si ottiene è chiamato “7X” ovvero

“aroma numero 7”.

Oltre allo zucchero (presente in

quantità inimmaginabili, circa 12

cucchiaini in una lattina) e alla

“cocaina”, che inizialmente si credeva

avere effetti benefici, nella Coca-

Cola sono contenuti anche estratti di

noci di cola, una pianta tropicale.

Frutto di grande fantasia devo dire,

nasce la famosissima e amatissima

Coca-Cola.

Mal di testa? Bevi Coca-Cola!

Altroché Momentdol!

La Coca-Cola all’inizio era un farmaco

per il mal di testa e inventato da

Pemberton, un farmacista statunitense

nel 1886 ad Atlanta.

In origine la bevanda voleva essere

una variazione del “vino di coca”,

cioè vino mischiato a foglie di coca,

ma non ebbe molto successo e, a

peggiorare le cose, ci fu l’introduzione

del proibizionismo che portò

l’inventore, a sviluppare una versione

analcolica della bevanda che era

destinata a curare emicranie ed

alleviare l’affaticamento.

Nonostante il suo futuro “splendente,

la Coca-Cola ebbe un’infanzia difficile

e turbolenta. Il farmacista vendette la

formula per 550 dollari a causa dei

debiti che aveva accumulato.

Durante gli anni Venti, invece, la

Coca-Cola scoprì il suo roseo futuro

trasformandosi in un business di

enormi dimensioni.

Page 35: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

35

Le conquiste della Coca-Cola al

tempo della Guerra

La Coca-Cola si posizionò sul campo

di battaglia durante la Seconda guerra

mondiale insieme ai soldati americani

incominciando ad essere fornire gratis

ai combattenti. In questo modo la

compagnia che la produceva ebbe la

possibilità di stanziare numerosi

impianti di imbottigliamento nelle

località oltremare al fine di assicurare

la bevanda all’esercito americano.

Poi, alla fine della guerra i soldati

continuarono a bere Coca-Cola ed

essa ottenne una

grandissima

popolarità.

Ma, in Germania

e nei territori

occupati, le cose

andavano

diversamente dato che era difficile

spedire il concentrato della Coca-Cola.

Questo portò all’invenzione della

Fanta, una “semplice” aranciata.

Logo e pubblicità

Il logo fu creato utilizzando

semplicemente il carattere Spencerian

Script, molto utilizzato a tempo negli

Stati Uniti. Una leggenda

metropolitana a sfavore dell’azienda

dice che, osservando la scritta allo

specchio, si possa leggere “No a

Maometto, no alla Mecca”, ma

essendo stato ideato molto tempo

prima del boom della sua diffusione,

oltretutto inaspettata, ciò non può

essere considerato vero.

Nel 1986 la Coca-Cola si fa un’enorme

regalo per il suo 100° compleanno: sul

fianco di una montagna in Cile, fa

realizzare il suo logo alto 30 metri e

lungo 120 con

70.000 bottiglie.

Logo che ne

manifesta la

potenza e la

diffusione a

livello mondiale.

Non vorrei

essere in chi si è

bevuto le 70 mila bottiglie!

Verso l’inizio del 1900 però, la

bevanda si era già messa in luce

grazie alle numerose pubblicità in cui

essa appariva in compagnia delle

“Coca-Cola Girls”, pin-up attraenti e

seminude che incrementarono la

vendita nel dopoguerra soprattutto da

parte del sesso maschile.

Con il boom della Coca-Cola negli

anni Venti iniziò anche il collezionismo

di lattine e bottigliette, tra cui la

collezione Contour, ispirata alle curve

anatomiche dell’attrice Mae West che

indossava l’hobble skirt, un particolare

abito aderente.

Oltre alle pin-up, nel periodo natalizio

la pubblicità della bevanda vide

Page 36: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

36

comparire Babbo Natale, utilizzato

come testimonial a partire dal 1931.

Fortunato lui che ha la scorta di Coca-

Cola tutti gli anni e non si fa le code al

Tosano…

Non solo Cola

Vi sono 400 marchi offerti e diffusi in

più di 200 paesi da Coca-Cola. Oltre

alla Coca-Cola Zero, alla Light

(Coca-Cola Light Caffeine-Free

presente dal 1983) e alla Burn, vi sono

un’infinità di varianti: dalla Coca-Cola

alla ciliegia a quella al limone, da

quella aromatizzata al Lime a quella

con la vaniglia, dalla C2 alla "Diet

Coca-Cola Sweetened with Splenda”,

dalla “Coca-Cola Blāk” alla “Coca-Cola

Black Cherry Vanilla”, le più recenti.

Tutte con la variante “dietetica”.

Inoltre era stata ideata la Tab, che

voleva essere una bibita gasata

dietetica che, con nella variante

tedesca, divenne la Sprite, “Fanta

chiara al limone”.

La Coca-Cola è la regina delle

bevande analcoliche più vendute in

tutto il mondo ad eccezione del Medio

Oriente, in cui detiene solo il 25% del

mercato contro il 75 della Pepsi.

Non solo un buon sapore, c’è altro

e non fa bene!

Fra gli ingredienti della Coca-Cola,

oltre alla caffeina e quantità

elevatissime di zucchero, come già

detto, nelle versioni dietetiche viene

utilizzato come dolcificante

l’aspartame, sostanza che alcuni studi

ritengono tossica e cancerogena.

Questa sostanza, insieme all’ acido

fosforico, contenuto nelle Coca-Cola

in una concentrazione del 325mg/l,

provoca danni al sistema nervoso e

all’apparato digerente.

Oltre a tutto ciò si dice che possa

creare dipendenza, dubbio a cui la

The Coca-Cola Company non ha

risposto attenendosi al segreto

industriale. Riguardo allo zucchero, la

compagna dice che la quantità è

paragonabile e quella dei succhi di

frutta e altre bevande.

Conclusione

Una lattina di Coca-Cola fa sempre

piacere, ma, dato il fatto che non è

molto salutare come tutte le bibite

gasate dello stesso tipo, è

decisamente meglio una birra (ma

una sola mi raccomando) per chi se lo

può permettere!

Isabella Cassisa

Page 37: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

37

RACCONTO

Il calore di quell'abbraccioIl vento le accarezzava i lunghi

capelli, il caos nella sua mente

sembrava potersi calmare nel

guardare quella profondità che

separava i suoi piedi a penzoloni

dal suolo. Quel muro dell’antico

forte medioevale accoglieva il suo

fragile corpo,

ne sosteneva il

peso in

equilibrio sul

precipizio,

separandolo

dalla morte

cinquanta metri

più giù. I suoi

occhi spenti

guardavano

fissi l’orizzonte,

accarezzando il contorno della vita,

senza trovar qualcosa che le

appartenesse ancora.

Gli ultimi raggi aranciati sparirono

inghiottiti dalle colline, lasciando la

malinconica notte avanzare sulla

città già illuminata dai deboli

lampioni. Come svegliata da un

intenso sogno, il sopraggiungere

del buio la distrasse dai suoi

pensieri: lenta mise i piedi su una

panchina accanto alla muraglia,

dopo aver volto l’ennesimo sguardo

verso il profondo vuoto da cui solo

quegli ampi mattoni la separavano,

e in silenzio se ne allontanò,

immaginandosi il rumore soffocato

che avrebbe potuto generare il suo

corpo cadendo al suolo,

abbandonato da quell'altezza.

Tornando a

casa non

fece la solita

strada: quella

sera fu

stranamente

attratta dalla

curiosità di

rivedere il

teatro della

città.

Camminando

nel freddo dell’imbrunire provò ad

immaginare che sentimenti

avrebbero prevalso nel rivisitare

quel luogo vitale del suo passato, di

cui aveva evitato lo spettro del

ricordo per lungo tempo.

Arrivata dinnanzi all’ingresso la

nostalgia le solcò il viso,

scaldandole la ferita gelida

nell’anima: ogni attimo vissuto su

quel palcoscenico le tornò alla

mente, placando il caos dei

sentimenti ostili verso quel luogo, e

Page 38: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

38

in quella solitudine ebbe

l’inaspettato coraggio di varcarne

l’atrio.

Il profumo dell’arte le invase i

polmoni non appena scese lungo le

gradinate della platea, e con

religioso silenzio si sedette su una

di quelle poltroncine rosse che per

anni aveva visto dalla scena. Le

luci spente e il sipario chiuso le

fecero tornare alla mente i momenti

in cui la recitazione le scorreva

nelle vene facendole sembrar

possibile respirare l’essenza della

danza in ogni gesto; quelli erano gli

anni in cui viveva ancora la grande

commedia della vita, sfamandosi

delle interpretazioni tragiche sul

palcoscenico, scritte da artisti morti

decenni prima.

Lo scorrere dei ricordi si interruppe

con lo svanire di quel profondo

silenzio: “Mi permetto di consigliarti

di far chiarezza dentro di te,

altrimenti rischi di perdere contatto

con la realtà”, ascoltò quella calda

voce colmare la sala, senza voltarsi.

Respirò profondamente e quasi

sussurrando, disse: “Perdere

contatto con la realtà? Ciò che la

gente definisce reale, a parer mio

non può aver significato universale

e assoluto: ogni giorno mi interrogo

su cosa si possa definire tale, e

ponendomi questo quesito mi

allontano sempre più dalla

risposta. La maggioranza

di noi è dotata di cinque

sensi per cogliere il mondo

che ci circonda, la sua

bellezza, i suoi profumi, le

musiche della natura, ma

ogni persona rielabora

nella propria mente queste

informazioni in modo

diverso. Se nel cogliere le

manifestazioni oggettive

del mondo troviamo così tante

differenze da un individuo ad un

altro, come possiamo credere che

ci sia una realtà assoluta?”.

Pronunciando questa domanda si

voltò, sorridendo debolmente, verso

quella calda voce che aveva

riconosciuto immediatamente,

nonostante fossero passati alcuni

anni dall’ultima volta che ne aveva

udito la melodia. “Non sei cambiata

affatto. Hai sempre guardato il

mondo in modo diverso, andando

oltre la semplice osservazione,

esplorandone l’essenza, ponendoti

dubbi apparentemente senza

alcuna logica. Non sei mai riuscita

Page 39: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

39

ad accontentarti delle definizioni

date per spiegare qualsiasi cosa,

ma troppo “strette” per la tua

sensibilità. Non ti è mai bastato

pensare che il mondo sia come

appare ai nostri occhi.”

Lei lo interruppe, continuando con

voce soffocata: “Ho sempre voluto

scoprire il significato di ogni cosa.

In un secondo distruggevo ogni

certezza che veniva dal passato, e

oltrepassavo la superficialità con

cui troppo spesso si guarda il

mondo. Volevo capire cosa

significasse per me davvero la

realtà, ma questa voglia di indagare

il mondo e il senso della vita non fa

più parte di me. Se ne è andata

quel giorno, lasciando spazio alla

consapevolezza che nulla ha uno

scopo: ogni cosa è semplicemente

insensata confusione.”

L’uomo le si sedette accanto,

parlando con voce premurosa:

“Erano anni che non ti vedevo da

queste parti. Dovresti tornare a

recitare. Per tornare a vivere.

Perché la tua vita è qui: dietro quel

sipario, su quel palco. La sua morte

è stata un dolore per tutti. Eravate

una coppia bellissima, sia quando

danzavate o recitavate insieme

sulla scena che nella vita. Ha

lottato contro il cancro fino all’ultimo

respiro, perché amava vivere, e

amava farlo accanto a te, sul

palcoscenico, nelle serate al bar

con me e gli altri ricordando

l’infanzia condivisa. Sono passati

sette anni, e da allora è come se io

recitassi per mantenere in vita il

ricordo della passione che metteva

nel teatro. Ogni volta che salgo sul

palco, lo sento accanto a me, come

se potesse rivivere attraverso i miei

gesti e gli applausi del pubblico.”

Lei ascoltò queste parole in silenzio,

un brivido le scosse l’anima,

spezzando il fragile equilibrio dietro

cui per anni aveva segregato le

lacrime di quel dolore: senza alcun

rumore scesero lente; e calde le

graffiarono la maschera apatica

indossata anni prima per impedire a

chiunque di comprendere la sua

sofferenza disarmante. “Con lui

sono morta anch’io. I miei sogni, le

mie certezze, qualsiasi possibile

modo di vivere si sono annullati

nell’attimo in cui se ne è andato.

Non riesco a trovare nulla del

concetto di vita che avevo prima

della sua malattia: qualsiasi cosa

Page 40: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

40

mi pare semplicemente senza

alcun senso. Ripenso a tutto, e mi

rendo conto come sia difficile

dimenticare alcuni attimi. Solo ora

capisco che non importa quanto

tempo si è speso respirando la vita

di un’altra persona, ma ciò che

grava nei ricordi è l’intensità di quei

momenti. Forse ciò che fa più male

è non aver potuto respirare a pieni

polmoni la sua vita, non aver

assaggiato il sapore della sua

vecchiaia, non esser stata accanto

a lui quella notte in cui se ne è

andato.”

Asciugandole una calda lacrima

scivolata fin sul

mento, lui le rispose

con spontanea

dolcezza: “Prima di

ogni spettacolo

torno su quel ponte,

per far coccolare i

miei pensieri dal

vento, per ricordare

quando andavamo

insieme a pescare. Mi siedo lungo

la riva del fiume, e guardo il sole

tramontare, andarsene senza fretta

dall’altra parte del mondo coi suoi

raggi. Avvolto dalla luce aranciata,

tutte le infinite ore trascorse su

quella riva mi ricordano ciò che

eravamo, mi tornano in mente quei

momenti. Il cielo cambia le sue

sfumature. E io lo vedo danzare,

sull'orizzonte rosato, come un

grande equilibrista. A volte lo sento

ridere tra le battute di una

commedia di Plauto, o recitare una

tragedia di Shakespeare. E mentre

il sole sembra volermi dire addio

almeno per quella notte, sento quel

calore nelle mie vene, il suo amore

per il teatro, volenteroso di

accompagnarmi sulla scena per

l'ennesima volta”.

Dandole un bacio sulla fronte si

alzò, e allontanandosi concluse:

“Vorrei semplicemente che tu

capissi quanto hai da dare ancora

alla vita, al teatro e a noi che ti

amiamo, aspettando di respirare di

nuovo l’incanto della tua recitazione,

per veder rivivere

lui e ciò che

eravate in ogni

tuo gesto. Spero

di rivederti presto

su quel palco.”

Passarono alcuni

giorni da

quell'incontro, e

lei ogni sera tornò

al forte medievale per assaporare

la dolcezza del tramonto. Qualcosa

però era cambiato, nel guardare

l'orizzonte poteva scorgere

qualcosa di migliore, una ritrovata,

seppur pacata, serenità. Finché il

vento inaspettatamente le riportò il

caldo profumo di quell'uomo tanto

amato. Chiuse gli occhi, e

sorridendo ne respirò la dolcezza.

In un attimo tutto le tornò alla

mente, la melodia della sua risata,

Page 41: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

41

la positività nell'affrontare la vita,

l'energia che trasmetteva al suo

pubblico. E l'unica cosa che

avrebbe voluto in quell'istante era

sentire di nuovo il calore della sua

pelle in un abbraccio. Riaprendo gli

occhi, si accorse che il sole era già

calato oltre l'orizzonte, lasciando

dietro di sé un cielo passionale, in

cui l'arancione acceso si

confondeva con le sfumature più

rosse. Immobile dinnanzi a quello

spettacolo mozzafiato, avrebbe

desiderato poterlo vedere danzare

lungo l'orizzonte, sentire l'energia di

quella visione, ma il sole,

spegnendosi, rese tutto tenebra in

poco tempo.

Quella sera, andando verso casa,

sentì il bisogno di tornare al teatro,

come pochi giorni prima. Con

decisione varcò l'atrio, ma non si

diresse verso la platea, bensì dietro

le quinte. Il silenzio regnava,

creando un'atmosfera quasi

surreale, impregnata di dolcissimi

ricordi. Con cautela salì i gradini di

legno, togliendosi le scarpe per

impedire che il rumore dei propri

passi interrompesse l'immobilità di

quell’istante. Le luci erano spente,

e nel buio rimase sola a

contemplare la sala vuota, silente,

per assaporare l'eco degli applausi

divenuti ormai un lontano ricordo.

Accarezzando il pesante velluto

rosso, tornò limpido il ricordo di

quei momenti in cui avrebbe voluto

che quel sipario rimanesse

immobile, mentre crudelmente

calava, segnando la fine di una

scena, o di un’opera che lei

avrebbe desiderato continuare a

recitare in eterno.

La luce soffusa, proveniente

dall'atrio le permise di scorgere una

sedia al centro del palcoscenico.

Avvicinandosi incuriosita, vide che

c'erano un abito bianco ed un

biglietto. Lo lesse, sorridendo si

spogliò, e indossò il vestito leggero.

Improvvisamente una melodia

riempì la sala, la dolcezza di quella

musica la sorprese danzare con

delicatezza, accompagnandola in

ogni suo gesto. Quel candido velo

che copriva il suo corpo,

accarezzandone i movimenti lenti, a

tratti ne svelava la calda pelle. La

delicata seta scivolò denudandola

da ogni pensiero, i capelli sciolti

giocavano divertiti col suo collo

volenteroso di passione, e senza

alcuna logica si abbandonò

danzando a quella melodia priva di

Page 42: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

42

razionalità. Il dolce sapore delle

rose cadute nelle scene della

propria vita tornò a sfiorarle le

labbra, la mente in un istante

riassaporò quella calda sensualità,

in cui la passione con lui diveniva

un’improvvisazione mozzafiato,

mancante nel copione originario. Il

silenzio del lento appassire di quei

petali sovrastò la

musica nella sala,

spegnendone la

melodia, e quel

brivido le ripercorse

la schiena

annullando il suo

respiro affannoso.

Inebriata dal

profumo di quei

tiepidi sospiri,

chiuse gli occhi per

ritrovare il tepore di

quelle labbra che le

scaldavano il seno,

e dolcemente si abbandonò al

ricordo di quella carnalità, che

strappandole l’anima con un brivido,

l’accarezzava tremante.

Stremata dalla potenza di tale

ricordo si accasciò a terra,

grondante di passione, il sangue le

scorreva bollente nelle vene, le

pupille dilatate da quell’

allucinogeno naturale trovarono nel

vuoto la sua immagine sfocata.

Focalizzando lo sguardo su di essa

le tornarono alla mente quelle

scenografie in cui trovava conforto

nelle parole che lui le sussurrava,

asciugandole il viso bagnato da

lacrime capaci di togliere il respiro

agli spettatori per la loro tragicità. Il

pubblico li guardava consumare

quel dramma, taciturno, come se la

paura di interrompere quel dolore

sul palcoscenico

potesse annullare

qualsiasi altro

rumore al di fuori

dei loro strazianti

silenzi.

Le mani tremanti

affannosamente si

sforzarono di

afferrare il profilo

nell’aria dinanzi a

lei, lente tornarono

al suo petto, ma

improvvisamente

risentì quel calore,

che solo i suoi abbracci sapevano

donarle. Chiusa in quella morsa

rimase al centro del palco, con le

braccia strette attorno al proprio

corpo, e in quell'istante lo sentì

rivivere dentro di sé, come mai

prima di allora dalla sua morte.

Subito capì che la sua anima non

aveva mai abbandonato quel

teatro, nell'attesa di poter danzare

di nuovo con lei.

Maura Malpetti

Page 43: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

43

RACCONTO

The TWINS Capitolo 2: A Londra

Dopo l’annuncio della Signora

Petterson, i ragazzi sono decisi ad

iniziare la ricerca. Ma devono

ancora conoscere la nuova ragazza

inglese. Finalmente nel pomeriggio

sono chiamati nella hall e la Sigora

Petterson dice loro: ” Zoey, Max,

Anna e Megan vi presento Sabrina

la vostra collega”. Da dietro le spalle

della signora esce una ragazza

bionda vestita con una gonna rosa e

un fiocco a forma di cuore .

Sabrina disse: “Ciao ragazzi” e loro

in coro risposero ”Ciao”. Zoey

rimase perplessa: quella ragazza le

assomigliava molto e notò che Max

non riusciva più a toglierle gli occhi

di dosso.

Finalmente la ricerca cominciò …

Due giorni dopo …

Era sera, i ragazzi andarono a

dormire e Zoey si diresse alla

camera di Sabrina, bussò e entrò,

Sabrina e Zoey incominciarono a

parlare della loro vita fino a quando

Sabrina disse: ”Io ho uno strana

appendice sul lato sinistro della

pancia” e Zoey rispose: ”Pure io, ma

su quello destro!” Le due rimasero

attonite: troppe cose coincidevano:

erano nate nella stessa data, una

era orfana e l’altra viveva solo con

la madre perché suo padre era

morto, e poi quella cicatrice e quella

somiglianza: il tutto portava al fatto

che fossero gemelle.

Decisero di mantenere il segreto

agli amici e di indagare.

Quando Zoey lasciò la camera di

Sabrina e aprì la porta della propria,

vide Max che l’aspettava e disse

sbigottita: ”Che ci fai qui?” Lui

rispose “Ehm…” Diventò rosso, si

alzò, la prese tra le braccia e le

sussurrò: ”Mi piaci.” Poi se ne

scappò via.

La notte per entrambi passò in un

turbine di emozioni: malinconia,

rabbia, amore… Nessuno sapeva

cosa era successo tra i due,

sarebbe stato il loro piccolo segreto.

Capitolo 3: Scoperti

Erano passati oramai 15 giorni dalla

scoperta di Zoey e Max di essersi

Page 44: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

44

innamorati; un giorno mentre

uscivano dalla camera di Max

baciandosi, Anna li vide e disse:

“Ah,sì, avevo ragione. lo sapevo! E

adesso?” I due rimasero esterrefatti,

poi, presa dal panico, Zoey diede

un pugno ad Anna la quale cadde a

terra priva di sensi.

Arrivò la signora Petterson che

chiese: ”Che è successo?” I due

risposero in coro:

“Eh…Beh… E’

rimasta colpita

dalla porta mentre

uscivamo dalla

camera”.

Mentre la

Petterson si

occupava di Anna,

i due parlottarono: “Anna ci ha

scoperti e quando rinviene che

facciamo? Lo sai che non ci può

essere una relazione tra noi perché

tu piaci alla mia migliore amica, a

Megan.“ Max era sconvolto, non

voleva far del male a Megan ma

nemmeno rinunciare alla storia con

Zoey.

Zoey ebbe un’idea:”So chi ci può

aiutare, ma in cambio devi

promettere di mantenere il nostro

segreto!” Lui rispose: “Lo Prometto”.

La Sera passò velocemente.

Capitolo 4: L’omicidio

L’indomani Zoey portò Max da

Sabrina e le due gli raccontarono il

fatto che erano gemelle. ”Ah… Ora

capisco tutto”, disse Max, “Ma come

può aiutarci Sabrina?” Zoey parlò:

“Allora Sabrina, vorrei che ci

aiutassi ad uccidere Anna, perché

sennò al ritorno potrebbe dire a

Megan che noi stiamo insieme ed i

miei genitori che lavorano per il

padre di Megan potrebbero essere

licenziati e dovremmo ritornare a

casa nostra.”

Max esclamò: ”No!

Non voglio

abbandonarti né

ora né in futuro;

ora che ti ho

trovata!” A queste

dolci parole Zoey

lo prese tra le

braccia e tutto divenne triste.

Sabrina disse: ”Ragazzi allora il mio

piano è questo: stasera andiamo in

ospedale con la scusa di dover

vedere Anna, quando entriamo

penserò ad inserire nella flebo un

acido che la farà morire

velocemente senza che se ne

accorga,le faremo un po’ di

compagnia e poi, come se nulla

fosse, ce ne torneremo qui,

d’accordo??!”

I due ragazzi annuirono.

Alla sera si diressero presso

l’ospedale. Sabrina aveva dentro la

borsa una siringa con l’acido pronta

per essere usata. I tre entrarono,

chiusero la porta e quando Anna (la

Page 45: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

45

grande amica di Megan) li vide fece

per cacciare un urlo; allora Max le

chiuse la bocca; inserirono nella

flebo l’acido e fecero finta di

conversare per 20 minuti circa.

Uscirono dall’ospedale e tornarono

nel palazzo. L’indomani sarebbero

tornati in Italia e Anna sarebbe

morta. Sabrina disse:”E quindi voi

potrete tornare a scuola stando

assieme; e per il nostro problema

Zoey? Sai, io dovrò

rimanere qui a Londra:

oramai ci vivo.”

Zoey le disse: ”No, tu

tornerai con noi in

Italia costi quel che

costi, parleremo con

mia madre e vedremo

di formare una famiglia

con il mio padre

adottivo; così non sarai

più sola.

Capitolo 5:Il ritorno in Italia.

L’indomani, quando tutti i ragazzi

arrivarono nell’atrio con le valigie

pronte, la Sig Petterson disse con

un tono pieno di dolore: ”Ragazzi,

ho da comunicarvi che Anna, in

seguito ad un arresto cardiaco è

deceduta. Dovrete tornare in Italia

accompagnati da questo immenso

dolore. Vi prego di andare sul

pulmino per imbarcarvi”.

Tutti salirono in silenzio. E in

silenzio arrivarono all’aeroporto e

tornarono in Italia. All’arrivo quando

la madre di Zoey la vide, corse

verso di lei per abbracciarla, poi

però vide un’altra ragazza che le

somigliava moltissimo…. Quasi

paralizzata dall’emozione, disse:

“Tu! Tu sei la figlia che mi hanno

portato via alla sua nascita!”.

Zoey le disse che si erano

incontrate a Londra e che voleva

che facesse parte della sua famiglia.

E così avvenne.

In quanto agli altri, Max e

Sabrina decisero di dire

a Megan della loro

relazione, approfittando

del fatto che Megan era

come stordita dalla

morte di Anna.

Poi andarono sulla

spiaggia. Il sole stava

calando quando i due si

presero tra le braccia e si diedero

un lungo bacio.

Giorgia Ghirardini

Page 46: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

46

Parole immagini parole di Alice Papotti

Page 47: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

47

Page 48: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

48

Senza parole di Maura Malpetti

Page 49: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

49

Giorgia Ghirardini

Pensieri visivi

Page 50: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

50

Page 51: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

51

Zoologi x Caso Alla ricerca degli esseri viventi più strambi e meno conosciuti del nostro pianeta!

Il Daubentonia Madagascariensis Non fatevi spaventare dal il nome, lui per gli

amici è l’Aye-Aye. È uno dei più strani animali

presenti sulla faccia della terra e, nonostante

assomigli ad un alieno, appartiene alla famiglia

dei Primates provenienti dal Madagascar.

Scoperto per la prima volta nel 1775, l’ aye-aye

ha un corpo lungo fino a 80-90 centimetri e il

suo peso varia dai 2 ai 4 kg. Questo animale

trascorre il giorno riposando appollaiato dentro al nido che si fabbrica

all’interno di un tronco d’albero. Esce poco prima del tramonto alla ricerca di

cibo e rientra nella sua tana prima che faccia giorno.

E’ un animale onnivoro che si ciba di vermi, insetti, larve ed erba. Per quanto

riguarda la riproduzione, la femmina partorisce un solo cucciolo che allatta

con le mammelle poste, anche se può sembrare strano, nella zona inguinale.

Purtroppo questo strano animaletto è all' interno delle 100 specie di

mammiferi a rischio di estinzione.

Page 52: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

52

Il Dumbo Octopus Questo strano animaletto appartiene alla famiglia

dei Grimpoteuthis, ed è un mollusco di circa 20

centimetri che abita nelle acque oceaniche a 3000-

4000 metri di profondità. Il suo piccolo corpicino è

di consistenza semigelatinosa e si muove

similmente al nostro amico Pesce Blob (di cui

abbiamo parlato nel numero precedente),

oscillando cullato dalle onde dell’ oceano, alla

ricerca di lumache, vermi e tutto ciò che da lui

possa essere mangiato.

Il dumbo octopus non ha stagioni preferenziali per la riproduzione, tutto è

nelle mani della natura, difatti essa avviene tramite uova che la femmina

porta dentro sé, persino con diversi livelli di sviluppo dell’embrione. Questo

particolare polipetto ha la particolarità di possedere due escrescenze nella

parte superore del corpo simili a orecchie giganti; ed è proprio da ciò che

deriva il suo nome, in onore di Dumbo il famosissimo elefantino Disney!

Page 53: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

53

Il Granchio Yeti Il suo vero nome scientifico è Kiwa Hirsuta, ed è stato

scoperto nel 2005 ad un abissale profondità di circa

2200 metri nell' oceano, pacifico vicino all’ isola di

Pasqua. L’aspetto dello yeti marino sembra appunto

un incrocio fra un’aragosta e un granchio, ed è

completamente cieco: infatti sembra che riesca ad

orientarsi servendosi solamente delle setole poste

sulle sue chele.

E' stato anche ipotizzato che questi lunghi peli

possano anche servire per "coltivare" alcuni batteri di

cui il nostro crostaceo potrebbe nutrirsi. In alternativa

ai batteri il granchio yeti, per guadagnarsi un pasto

più succulento, sarebbe disposto perfino a

combattere con granchi rivali per assicurarsi un pezzo di gustosissimo

gamberetto!

di Valentina Monteleone e Nicolò Gavioli

Page 54: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

54

L’origine del mondo nei miti di alcune civiltà Tutte le religioni, antiche o contemporanee, mostrano, nella narrazione della

creazione del mondo, elementi simili: in questo articolo vi parleremo della

genesi nelle culture azteca, egizia, maya, greca e apache.

Genesi Azteca

Per gli aztechi, il tempo si divide in cinque età: ciascuna di esse termina con

la distruzione del sole e col fallimento

della divinità a cui era affidato il compito di

reggerlo, così il compito passa ad un’altra

divinità.

La prima era è l’Età dei Quattro Giaguari:

in essa questi ultimi divorano qualunque

cosa sulla Terra e, dopo aver divorato il

Sole, muoiono; così facendo termina la

prima era.

La seconda età è quella “dei Quattro

Venti”: in questa gli uomini si tramutano in

scimmie, e l’intero mondo è distrutto da innumerevoli uragani; la divinità

reggente in questa età è il noto Quetzalcoatl.

La terza età è chiamata: “delle Piogge”; in questo periodo infatti, la Terra è

distrutta da continue piogge di fuoco, e solo i volatili riescono a sfuggire a

morte certa.

La penultima età, la quarta, è l’Età delle Acque: a causa di un’enorme

alluvione il genere umano viene tramutato in esseri marini come pesci e

anfibi; solo un uomo ed una donna sopravvivono, ma vengono trasformati in

cani in modo da non lasciare superstiti.

Quetzalcoatl salva però il genere umano

scendendo nel regno dei morti, dove, con

il proprio sangue, bagna le ossa dei

defunti, ridando loro la vita.

La quinta età è l’Età dei Terremoti:

l’ultima, contemporanea all’arrivo dei

conquistadores, dove la Terra avrebbe

dovuto collassare a causa di intense

scosse sismiche; inoltre sarebbe dovuta emergere dalle tenebre una tribù di

dee per annientare l’umanità, così da mettere fine alla quinta età.

Page 55: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

55

Genesi Maya

In origine esistevano solo il cielo e il

mare, quindi il dio creatore Tepeu e il

dio formatore Gucumatz decisero di

formare la terra ed il sole, i boschi e le

montagne; successivamente diedero

vita agli animali, e infine crearono

l’uomo. Lo fecero di fango, ma videro

che non aveva forza; lo fecero di legno,

ma non aveva né anima né intelligenza.

Si avvicinarono a loro un gatto, un

coyote, un pappagallo ed un corvo, e diedero loro una pannocchia di mais; le

due divinità ne macinarono i chicchi ed impastarono la farina ottenuta con

l’acqua di mare e la diedero all’uomo: così l’uomo era forte e intelligente, e

cantava le lodi per i due dei che gli avevano dato la vita.

Genesi Egizia

In origine esisteva solo il mare, ma da un uovo apparso

nelle acque nacque Ra, il Sole. Egli generò quattro figli, e

due di essi diedero vita a Iside, Osiride, Seth e Nefti.

Osiride privò Ra del suo potere sul mondo, ma venne

ucciso da suo fratello Seth.

Iside, moglie di Osiride, lo riportò in vita grazie all’aiuto di

Anubi; Osiride divenne re dei morti mentre Horus, figlio di

quest’ultimo e di sua sorella Iside, sconfisse Seth,

diventando così re della Terra (da questo mito derivano le

Enneadi, gruppi di nove divinità, e le triadi, formate da

padre, madre e figlio).

Genesi Greca

In principio c’era solo il Caos, che racchiudeva cielo,

mare, terra. Esso generò divinità come il Fato, la

Discordia e la Concordia, il Giorno e la Notte, l’Amore,

ma soprattutto Urano, il cielo e Gea, la terra. Questi

ultimi generarono i Ciclopi, gli Ecantochiri e i dodici

Titani. Urano però temeva i suoi figli, così li rinchiuse nel

Tartaro; ma Gea indusse i figli a ribellarsi, e diede a

Cronos, il più giovane, una falce, con cui egli uccise il

Page 56: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

56

padre.

Cronos aveva paura che i suoi fratelli potessero

rubargli il trono, quindi rimandò i Ciclopi e gli

Ecantochiri nel Tartaro. Poiché Cronos temeva per

il suo trono, ogni volta che lui e sua moglie Rea

avevano un figlio lui lo mangiava per evitare che

di essere spodestato in futuro.

Rea però salvò il figlio più giovane Zeus che,

diventato adulto, fece ingoiare al padre un farmaco,

così che egli potesse vomitare i figli divorati in

precedenza; infine Zeus lo sconfisse grazie

all’aiuto dei Ciclopi, liberati nuovamente, e alla fine

della battaglia imprigionò i Titani nel Tartaro. Dopodiché si formò un nuovo

Pantheon composto da dodici divinità definite Olimpi, in quanto residenti

sull’Olimpo, tra cui Atena, Ermes, Efesto, Apollo.

Genesi Apache

In principio tutto era buio, non

esisteva niente. Emerse dal buio un

disco sottile, al cui interno sedeva il

Creatore; egli creò altri tre dei e in

una piccola pallina di fango creò la

terra, i fenomeni celesti, i venti e una

tarantola, creata col sudore di tutte e

quattro le divinità.

Il Creatore ordinò al vento di entrare

nella palla di fango e farla esplodere,

ma la tarantola legò quattro fili di diversi colori (nero verso est, blu verso sud,

giallo verso ovest, bianco verso nord) alla sfera e li tirò fino a farle

raggiungere le dimensioni della Terra oggi, ma era una Terra piana, priva di

alberi o rilievi, così il Creatore creò tutti gli esseri viventi e le bellezze della

Terra.

Debora Leto

Page 57: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

57

Kuki Gallmann

Sognavo l’Africa Sogni, emozioni,

amicizia, amore sono

gli ingredienti principali

utilizzati dalla

Gallmann in questo

suo libro.

L’autrice è nata a

Treviso nel 1943, ma il

suo racconto ci narra il

periodo in cui inizia la

sua “vera” vita,

quando nel 1972 si

trasferisce in Kenya

con il marito Paolo e il

figlio Emanuele.

L’Africa è sempre stata per Kuki un

sogno che ha avuto origine sin

nella sua infanzia. E’ in Kenya che

vivrà avventure ed esperienze

straordinarie e vedrà paesaggi a dir

poco meravigliosi; ed è sempre in

Kenya che affronterà il momento

più difficile della sua vita: dopo le

morti improvvise del marito e del

figlio distanziate di soli 3 anni, Kuki

si ritroverà sola a crescere Sveva,

la bambina data alla luce pochi

mesi dopo la morte di Paolo.

Sarà la sua stessa passione ad

aiutarla a superare i momenti bui, in

memoria della sua famiglia e grazie

anche a molti amici

disponibili che si

pongono al suo fianco,

nel 1984 Kuki riesce a

fondare la Gallmann

Memorial Foundation,

un’organizzazione che

ha lo scopo di

salvaguardare

l’ambiente e gli animali.

Dopo questo primo

grande successo, essa

darà via ad altre

diverse iniziative

scientifiche e

umanitarie, realizzando il suo

sogno di diventare una

professionista ambientale.

Questo è un libro caratterizzato da

forti riflessioni e incantevoli

descrizioni, scritto con un

linguaggio molto scorrevole, che

coinvolge profondamente il lettore.

Tra le righe risalta la vena poetica

dell’autrice, di cui chiunque

riuscirebbe a cogliere la passione

che essa ci vuole trasmettere.

Alice Papotti

Page 58: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

58

Alessandro Vacca

Alessandro Vacca, conosciuto

anche semplicemente come Vacca,

è un rapper italiano, membro della

crew milanese Voodoo Smokers

Familia.

Nato a Cagliari ma cresciuto a

Milano nel quartiere Quarto

Oggiaro, Vacca inizia a conoscere

la cultura hip hop all'incirca nel

1993. Dieci anni dopo, nel 2003, la

maturazione artistica lo porta alla

pubblicazione dell'EP Mr. Cartoon,

composto dall'omonimo brano, da

Disgustibus e da Non mollo e

caratterizzato da un'influenza della

musica giamaicana. Sono evidenti,

nelle produzioni le contaminazioni

musicali dei Casabrasa, collettivo di

DJ con cui Vacca si esibisce nei

live, caratterizzate da strumentali

elettroniche e suoni innovativi; la

rappata è conseguentemente

portata a sposarsi meglio alla

dancehall ed al reggae.

Le collaborazioni nel disco sono di

tutto rispetto: tra gli altri Soul

Reever, Jake La Furia, Maxi B e

Ska, Mastermaind, Jack The

Smoker, Kuno. In passato Vacca

ha collaborato con il rapper Fabri

Fibra per il suo inserimento a

Milano, e nel 2006 ha stretto con lo

stesso una collaborazione

coincidente all'uscita dell'album

Tradimento. Vacca diventa il suo

braccio destro nei live e nei video,

apparendo spesso in televisione e

aumentando così la sua fama. Nel

settembre 2006 esce il singolo "Chi

sbaglia paga". Il 1 giugno 2007

esce "La colpa", singolo estratto

dall'album in uscita, dal titolo Faccio

quello che voglio, pubblicato da

EMI Records. Il 7 ottobre 2007

esce "Mille problemi" secondo

singolo estratto, mentre il terzo "E

se bevo" uscirà il 3 febbraio 2008.

Il 28 febbraio 2008 vede la luce un

nuovo mixtape, Poco di Buono,

anticipato dal singolo "Vita da Re".

L’album è formato da 15 tracce, tra

le quali la famosa "Accalappianani"

e "Oggi Vorresti". Il 27 ottobre 2008

esce il singolo Cartoni & Pop-Corn

in collaborazione con Daniele Vit. Il

Page 59: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

59

31 gennaio vede la luce un nuovo

mixtape, Don't Say Nothing.

Per un periodo di circa due mesi,

Vacca si trasferisce in Jamaica,

precisamente a Kingston. Vive

un'esperienza positiva, soprattutto

a livello musicale, collaborando

anche con alcuni artisti locali.

Nel mese di giugno 2009 sono

pubblicati tre nuovi pezzi, il primo è

No Love / Un Altro Momento, due

canzoni in un'unica traccia, il

secondo, Vieni Qua e il terzo,

Infinito Monito.

Nel settembre/ottobre 2009, c’è

l'uscita del suo secondo disco

ufficiale major, curato e prodotto dal

noto producer italiano Big Fish.

Dopo una lunga serie di canzoni

pubblicate sul suo MySpace (fra cui

una serie di brani di dissing contro

Inoki, che lo aveva insultato

durante un concerto a Cagliari), il

18 maggio 2010 esce il terzo disco

ufficiale di Vacca, intitolato Sporco,

che ha riscosso un buon successo

commerciale raggiungendo

l'undicesima posizione della

classifica italiana.

L'artista ha reso noto che il 24

maggio uscirà il suo prossimo disco

ufficiale intitolato Pelleossa,

accompagnato da un libro

autobiografico dallo stesso nome.

Alessandro Guariglia

_____________________________________________________________

Per ora noi la chiameremo Felicità Le Luci della Centrale Elettrica

Dopo il gran parlare e i premi della

critica (tra cui il Tenco) tornano "Le

luci della centrale elettrica".

Vasco Brondi, ovvero il chitarrista,

cantante e unico componente, nel

2008 entrò a far parte della scena

musicale alternativa col disco di

debutto "Canzoni da spiaggia

deturpata". Pochi mesi fa, dopo

tanti live e dopo tanti complimenti, il

giovanissimo artista ferrarese svela

il titolo del secondo album: “Per ora

Page 60: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

60

noi la chiameremo felicità”,

spiegando: <C'è una frase di Leo

Ferrè che mi ha

colpito, La

disperazione è una

forma superiore di

critica, per ora noi la

chiameremo felicità.

Ecco...il titolo arriva da

lì".>

Brondi prosegue

descrivendo

l'atmosfera generale dell'ultimo cd:

<Le canzoni parlano di lavori neri,

di licenziamenti di metalmeccanici,

di cristi fosforescenti, di tramonti tra

le antenne, di guerre fredde, di

errori di fabbricazione, dei tuoi

miracoli economici, di martedì

magri e di lunedì difettosi, di amori

e di respingerti in mare, insomma

delle solite cose. C'è questa

orchestra minima, di

quattro persone in una

stanza, di archi negli

amplificatori, di

chitarre distorte, di

organi con il delay, di

acustiche pesanti e di

parole nei megafoni".>

Sembra un discorso

senza senso,

probabilmente per molti lo sarà, ma

chi apprezza Vasco Brondi da un

po' di tempo saprà esattamente

carpire dai suoi nuovi testi tutta la

rabbia e, insieme, la delusione che

vuole esprimere.

Edoardo Nodari

_____________________________________________________________

Dylan Dog - Il film

L'investigatore

dell'incubo Dylan Dog,

personaggio

immaginario del

celeberrimo fumetto di

Dylan Dog,

accompagnato dal fido

assistente Marcus, si

ritrova nel mezzo di una

lotta per il controllo del

territorio di New Orleans

tra un antico clan di

vampiri e un

altrettanto ancestrale

branco di lupi

mannari. In questa

incresciosa

situazione, avrà

anche il tempo di

innamorarsi della

bella Elizabeth. Al film

è stato cambiato il

nome: da Dylan Dog

Dead of Night a Dylan

Page 61: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

61

Dog - Il film.

Personalmente ho notato che il film,

pur essendo fatto bene, non c’entra

granché col fumetto. Cercando su

internet, ho trovato svariati

commenti che ne criticano proprio

la diversità dal fumetto con un voto

complessivo che si aggira sul 6

scarso.

Marco Rebecchi

_____________________________________________________________

Sucker Punch

Torna Zack Snyder e tira fuori un

film capolavoro paragonabile agli

altri suoi stupendi film come L'alba

dei morti viventi, 300, Watchman, il

reboot di Superman e Il regno di

Ga' Hoole.

Sucker Punch racconta la storia di

una ragazza di nome Babydoll che

negli anni Cinquanta viene

rinchiusa dal patrigno in un

manicomio con l'intenzione di farla

lobotomizzare di lì a cinque anni:

per sfuggire a quel

luogo orribile,

Babydoll si

rifugerà in un

mondo di fantasia

dal quale inizierà a

pianificare

l’evasione per

sfuggire al proprio

destino.

Producono la

Cruel & Unusual di

Snyder e consorte con un budget di

100 milioni di dollari, distribuisce la

Warner Bros, uscita in questo

marzo 2011.

Snyder si sta occupando anche del

film animato Guardians of

Ga’Hoole, tratto dalla serie fantasy

di libri per ragazzi di Kathryn Lasky.

Marco Rebecchi

Page 62: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

62

Diamo un’occhiata alla situazione

in Champions League

Dopo gli ottavi, ecco gli incontri dei quarti di Champions League 2010/2011: Real Madrid - Tottenham Barcellona - Shakhtar Donetsk Chelsea - Manchester Utd Inter - Schalke 04

Anche quest’anno all’Inter è capitata una partita facile sulla carta, e, in caso di vittoria, si scontrerebbe con la più forte tra le due inglesi Chelsea e Manchester United. A Barcellona e a Real Madrid sono capitate rispettivamente Shakhtar Donetsk e Tottenham; dunque molto probabilmente in semifinale si giocherà un

“classico”, ovvero Real - Barcellona, che in aprile si sfideranno anche in Liga e in Coppa del Re. Le partite di andata si giocano il 5 e il 6 aprile, quelle di ritorno il 12 e il 13 aprile. Il 5 aprile si affronteranno Real Madrid e

Tottenham, cioè le vincenti dei gironi G e A,

mentre l’Inter, seconda del gruppo A, affronterà la

prima del gruppo B, cioè lo Shalke 04.

Il 6 aprile si giocheranno Barcellona – Shaktar

Donetsk (le prime dei gironi H e D) e il derby

inglese Chelsea – Manchester United,

rispettivamente prime dei gruppi F e C.

I ritorni si giocheranno 12 e 13 aprile e la finale

sarà a Wembley in Inghilterra il 28 maggio.

A questo punto auguri a tutte le squadre e che

vinca la migliore!

Riccardo Bruno

Page 63: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

63

U.S.A: Svagonati Unicamente Assurdi!

Il vostro cacciatore di curiosità era

un po' a secco quando, dopo aver

pascolato sul web, ha trovato una

quantità incredibile di assurdità: le

leggi più pazze degli USA; ma non

solo: perché in coda c'è la risposta

del resto del mondo! Leggete con

attenzione e... BUON

DIVERTIMENTO!!!!

In Alabama, è illegale per un

guidatore essere bendato mentre

manovra un veicolo.

In Alaska è ancora contro la legge

guardare un alce da un aereo e a

Fairbanks (Alaska) è illegale offrire

birra ad un alce; inoltre la legge non

permette agli alci di praticare sesso

nelle strade cittadine.

In Arizona è illegale cacciare

cammelli.

E’ illegale pronunciare male il nome

dello Stato di Arkansas all’interno

dei suoi confini.

In California è contro i regolamenti

lasciare che il telefono squilli più di

nove volte negli uffici statali. È

inoltre illegale condurre più di

duecento pecore in una volta lungo

Hollywood Boulevard; e

amministratori di comunità

emanarono un’ordinanza che

rendeva illegale per chiunque

provare a fermare un bambino che

salta allegramente sopra le pozze

d’acqua.

In Colorado, più precisamente a

Denver, e’ illegale prestare il vostro

aspirapolvere al vicino della porta

accanto mentre a Pueblo e’ illegale

coltivare un dente di leone o

permettergli a di crescere entro i

confini cittadini.

Page 64: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

64

In Connecticut e’ illegale

raccogliere molluschi di notte.

Nel Dalaware sono proibite corse

di qualsiasi genere il venerdì santo

e la domenica di Pasqua.

In Florida, se un elefante e’

lasciato legato ad un parchimetro,

deve pagare la sosta come un

qualsiasi veicolo.

In Georgia, ad Atlanta, e’ illegale

legare una giraffa ad un palo

telefonico o ad un lampione.

Nelle Hawaii e’ illegale in un

baraccone di tiro offrire liquore

come premio. Il tiratore, dopo avere

bevuto il premio, potrebbe tornare

indietro e provare di nuovo.

A Pocatello, Idaho, una legge del

1912 sancisce che “E’ vietato

portare armi nascoste, a meno che

le stesse siano esposte alla vista

(sic!)”.

A Chicago, Illinois, e’ illegale

pescare in pigiama, inoltre una

legge vieta di mangiare in un luogo

in fiamme.

In Indiana è vietato assistere ad un

film o ad uno spettacolo teatrale e

viaggiare nei mezzi pubblici prima

che siano passate 4 ore dopo aver

mangiato aglio.

In Iowa, e’ illegale cacciare da un

aereo. Inoltre, a Marshalltown è

vietato ai cavalli mangiare gli idranti

antincendio.

Nessuno puo’ prendere il pesce a

mani nude in Kansas.

Nel Kentucky, per legge, chiunque

stia bevendo, è “sobrio” finché puo’

rimanere in piedi e ad ogni cittadino

è richiesto per legge di fare il bagno

una volta l’anno.

A Waterville, nel Maine, e’ vietato

soffiarsi il naso in pubblico.

A Baltimore, nel Maryland, e’

illegale portare un leone al cinema.

Page 65: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

65

Ad Eureka, Nevada, agli uomini

che portano i baffi e’ vietato baciare

le donne.

È illegale rapinare una banca e poi

sparare al cassiere con una pistola

ad acqua, questo nella Louisiana.

Una vecchia ordinanza del

Massachusetts dichiara illegale la

barba a punta, a meno che prima si

paghi una tassa di licenza speciale

per il privilegio di portarla in

pubblico.

A Merryville, Missouri, e’ vietato

alle donne portare bustini perché “il

diritto di ammirare il curvilineo

corpo snello di una giovane donna

non dovrebbe essere negato al

normale, sanguigno maschio

americano”.

A Detroit, Michigan, e’ vietato

attardarsi nell’obitorio cittadino.

Nel Minnesota, la domenica era

legale vendere dolciumi arrotolati

ma erano illegali quelli piatti. Gli

estimatori dei biscotti fecero

abrogare la legge.

In Oxford, Mississippi, e’ illegale

“creare disturbi non necessari”.

A Helena, nel Montana, la legge

vieta ad una donna di ballare su un

tavolo o sul bancone di un saloon a

meno che non abbia almeno tre

libbre e due once (1.4 kg circa) di

abiti.

Nel New Jersey, e’ illegale

mangiare rumorosamente la zuppa.

Ad Omaha, nel Nebraska, e’ contro

la legge radere il torace degli

uomini.

Una legge del New Hampshire

proibisce di tamburellare i vostri

piedi, accennare con la testa o

tenere il tempo in qualsiasi modo in

una taverna, ristorante o coffe-bar.

In anni recenti, nel New Mexico,

sono stati fatti molti sforzi per

legalizzare le corse di cammelli e di

struzzi, ma inutilmente. Queste

Page 66: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

66

proposte furono sconfitte, ma la

legislatura ha permesso di

scommettere sulle corse in

bicicletta.

In Tennessee, se si e’ su una

vettura, e’ vietato qualsiasi gioco di

tiro all’infuori di quello alle balene.

Nello Stato di New York è ancora

illegale sparare a una lepre da un

tram.

Nel North Carolina, e’ illegale

vendere cotone la notte. Però è’

legale vendere semi di cotone la

notte.

Nel North Dakota, gruppi

caritatevoli possono tenere giochi

d’azzardo per raccogliere soldi, ma

solo due volte l’anno.

A Clevelnd, Ohio, e’ illegale

cacciare topi senza una licenza di

caccia.

In Oklahoma, le persone che fanno

la “faccia brutta” ai cani possono

essere multate e incarcerate.

Inoltre i cani devono avere una

licenza firmata dal sindaco per

riunirsi in gruppi di tre o piu’, in una

proprieta’ privata.

In Hood River, Oregon, non e’

permesso fare giochi di prestigio

senza licenza.

A Sioux Falls, South Dakota, negli

alberghi ogni stanza deve avere

letti gemelli. Ed i letti devono

essere sempre separati per un

minimo di due piedi quando una

coppia affitta una stanza solo per

una notte. Ed e’ illegale fare

l’amore sul pavimento tra i letti!

Una legge dello Stato della

Pennsylvania proibisce di cantare

nella vasca da bagno.

Una legge della Virginia proibisce

l’uso di vasche da bagno in casa; i

bagni si devono fare nel cortile.

È illegale, in Texas, prendere più di

tre sorsi di birra per volta mentre si

sta in piedi.

Non e’ permesso picchiare le mogli

negli uffici pubblici del South

Carolina.

È’ contro la legge dello Utah

pescare da cavallo.

Page 67: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

67

Nel Vermont, le donne devono

avere il permesso scritto dai loro

mariti per portare denti falsi.

Nello Stato di Washington, fino a

poco tempo fa si poteva essere

multati fino a $500 per aver rimosso

o deturpato l’etichetta su un

cuscino.

A Washington D.C la sola

posizione sessuale accettabile è la

“posizione del missionario”.

Qualsiasi altra posizione sessuale

e’ considerata illegale.

Nel West Virginia, nessun

bambino può frequentare la scuola

con il suo alito odorante di “cipolle

selvatiche”.

Una legge del Wisconsin prevede

una multa da $2 a $20 per

chiunque di eta’ inferiore a 17 anni

sia sorpreso a saltare su una

carrozza ferroviaria mentre il treno

e’ in movimento.

Nel Wyoming e’ richiesto che ogni

recluso della scuola di

addestramento dello Stato per

ragazze sia fornito di crinolina e

grembiule.

Ma qual è la risposta del

mondo a tanta assurdità?

Eccola!

A Winnipeg, Canada, e’ illegale

girare nudi in casa se le finestre

sono aperte.

In Iran e’ vietato guardare i genitali

di un cadavere.

Nel Qatar, a Doha, una donna che

viene sorpresa nuda da un uomo si

deve prima coprire la faccia, e poi,

eventualmente, anche il corpo.

A Singapore la gomma da

masticare e’ bandita perché e’ un

mezzo per “rovinare un ambiente

libero da immondizia”. E’ inoltre

vietato il bungee jumping.

In Germania, un cuscino può

essere considerato un’arma

impropria.

In Danimarca, non è illegale

fuggire di prigione. In ogni caso,

quando si viene ricatturati è

necessario scontare il resto della

pena. Inoltre non è illegale fare

pagare il pranzo in una locanda, a

Page 68: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

68

meno che la persona che ha

pranzato si dichiari sazia.

In Italia, un uomo che indossa una

gonna può essere arrestato ed è

vietato il mestiere di ciarlatano

(articolo 121 del T.U.P.S. del 18

giugno 1931)

In Inghilterra è vietato vendere la

maggior parte dei beni di domenica.

Dal divieto sono escluse le carote.

In Svizzera, la domenica non si

possono mettere i panni ad

asciugare, né lavare la macchina,

né tagliare l’erba del prato.

In Australia, solo gli elettricisti

qualificati sono autorizzati a

cambiare una lampadina.

In Irlanda, chiunque dichiari di

esercitare magia o incantesimi

viene punito con un anno di

prigione.

In Israele, se si è gestita una

stazione radio illegale per almeno 5

anni, si ottiene la licenza per la

stazione radio, che ha diritto

pertanto di continuare le

trasmissioni.

In Francia è vietato dare ad un

maiale il nome Napoleone.

Matteo Diani

Page 69: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

69

REBUS

(4, 6, 5, 3)

O

(6, 2, 8)

P

Page 70: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

70

(2, 4, 8, 2, 6, 3, 4)

STRAVA TRAL

(9, 3, 2, 5, 8)

S

N SPA

Page 71: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

71

DANTE ENIGMISTA

(per i profe ma non solo…)

Qui si scopre un nuovo talento del grande Alighieri: non solo grande poeta,

ma anche ottimo enigmista. Molti versi della Divina Commedia potrebbero

infatti essere usati come definizioni di un cruciverba. Nella tabella qui sotto

sono indicati 20 versi della Commedia, da usare come definizioni delle parole

indicate sotto. Esempio: il verso INF I-1 : “Nel mezzo di cammin di nostra vita”

si riferisce evidentemente alla parola n. 15: OMBELICO! Per ogni verso

identifica la parola corrispondente, e cancellala dall’elenco.

Le sillabe iniziali delle parole rimanenti, lette nell’ordine, formeranno il

soprannome di un’energica celebre signora del passato.

Definizioni

INF I-1 PUR XXIX-107 PAR XXII-93 PUR XXIX-27 PUR V-110

INF V-47 PAR III-3 INF XXXIII-91 INF I-24 PUR XXVI-23

PUR XXXII-110 INF I-115 PUR VIII-82 INF I-18 INF VIII-63

INF II-52 PAR XX-140 INF XXXIII-127 INF I-84 INF III-18

Parole 1. guida di Venezia 2. giornale 3. occhiali 4. fa diesis 5. motocicletta 6. missile 7. pattinatori 8. negativa

9. alunno indisciplinato 10. calamaio 11. matti 12. mancia al barbiere 13. nudista 14. ingranaggio 15. ombelico 16. manopola della radio

17. periscopio 18. apprendista pasticcere 19. lavatrice 20. fulmine 21. nuvola 22. Mike Tyson 23. gabinetto dentistico

Page 72: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

72

QUESITI ENIGMISTICI VARI (a cura di Alice Girelli) 1) Partiamo da un classico:

Probabilmente questo giochino lo hai già fatto, ma

secondo me ti sarà difficile ricordare la soluzione … Chi

non l’avesse già fatto deve “soltanto” riprodurre la figura

senza staccare la matita dal foglio e senza ripassare sui

segmenti già tracciati.

2) Cosa accomuna queste parole?

Questo gioco è stato reso noto da un quiz

televisivo: devi cercare quella parola che

in qualche modo si lega a tutte e altre.

3) Inserisci i segni aritmetici (+ - x /) opportuni in modo che risulti come

indicato:

4 3 6 2 3 1 =10

7 2 3 5 1 =11

4) Le parentele…

Il fratello di mia zia ha un figlio il cui nonno paterno ha un nipote.

Chi è per me questo nipote?

Il nonno del figlio di mia sorella ha una sorella. Chi è per me

questa sorella?

5) “Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due”, ma in quante file

totali?

6) Una chiocciolina deve salire su un muro alto 10m, se ogni giorno sale di

3m e alla notte addormentandosi scende di 2m in quanti giorni

raggiungerà la cima?

7) Grazie al cielo, ha lavoro. Chi è?

8) Cos’è quella cosa che quando è in casa e piove si bagna ugualmente?

APRILE

GATTO

PALLA

PAGLIACCIO

ROSSO

CICALA

BRICIOLE

ROSSA

VOLANTE

KARMA

Page 73: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

73

I fiammiferi

1) I=III-II

2) 2)Si deve formare un tetraedro

Le parentele

3)7

4)No, è morto!

I diltoidi

5)1000 Anni in un Millennio

6)7 Giorni in una Settimana

7) 12 Spigoli in un Cubo

8) 20 Regioni in Italia

Anagrammi

9)Attore,

Beato coi libri

Qual è quel numero…

10)8, è il numero delle lettere

11) DE, iniziale e finale.

QUESITO “INTERNAZIONALE”

Su un volo dell'Air France in servizio sulla rotta Roma-Berlino una brasiliana

sposata con un algerino da' alla luce un bimbo proprio nell'istante in cui

l'aereo sorvola il confine tra Italia e Germania. A che nazionalita' apparterrà il

neonato?

SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO 26

QUESITI INTELLIGENTI

LA MALEDIZIONE DI FARAONI

Se ci sono sopravvissuti non

vengono sepolti, altrimenti non ci

sono sopravvissuti e dunque non

vengono sepolti lo stesso.

ANAGRAMMI

SALA MENSA

REBUS

MALATO D’AMORE

STARNUTO POTENTE

AVANZI DI GALERA

SABAGLIANDO S’IMPARA

DAI TU LA RISPOSTA GIUSTA

latte detergente

forse la vedova di un falegname?

in una cassa di risparmio

Jovanotti

se hai detto “me” il merlo sei tu

alla shock

ritmi lenti

i mucchi

un agente atmosferico

una grana

un tossico-dipendente

di solitudine

lana di vetro

Page 74: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

74

SOLUZIONE DEI GIOCHI DI QUESTO NUMERO

REBUS

CARO TENERO AMORE MIO

COPPIE DI LEPROTTI

LA POCA MINESTRA VA DIVISA TRA LORO

SBIANCARE PER UN FORTE SPAVENTO

DANTE ENIGMISTA

CALAMITY

QUESITI ENIGMISTICI VARI

QUESITO “INTERNAZIONALE”

Non è possibile che un aereo attraversi il confine italo-tedesco, perché Italia e

Germania non sono confinanti; dunque il quesito non si pone nemmeno!

SOLUZIONI

1. 2. PESCE e FORMICA

3. 4-3+6:2x3-1=9

7x2+3-5-1=11

4. Se non sono io è mio cugino

è mia zia

5. Otto file: 7 da 6 e 1 da 2

6. Otto giorni

7. L’astronomo (o il meteorologo)

8. La squadra di calcio!

Page 75: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

75

E per finire….

Domandacce – battutacce

Una rosa senza spine va a batteria?

Se una navetta spaziale viaggia alla

velocità della luce, i fari funzionano?

In un'automobile in moto, l'aria

all'interno dei pneumatici gira

anch'essa?

Adamo aveva l'ombelico?

Perché Superman si mette gli slip

sopra i pantaloni?

Come mai la Lemonsoda è fatta con

aromi artificiali e nel detersivo per i

piatti trovi vero succo di limone?

Quando producono un nuovo cibo per cani "più gustoso", chi lo ha

assaggiato?

Perché non c'è un alimento per gatti al gusto di topo?

Perché Noè non ha lasciato affogare quelle due zanzare?

Perché le ballerine danzano sempre sulla punta dei piedi? Non sarebbe più

semplice scritturare ballerine più alte?

Voglio comprare un boomerang nuovo. Come faccio a sbarazzarmi di

quello vecchio?

Perché i negozi aperti 24 ore su 24 hanno la serratura?

Come mai per chiudere Windows si deve cliccare su "start"?

Perché le pecore non si restringono quando piove?

Perché "abbreviazione" è una parola cosi lunga?

Qual è il sinonimo di sinonimo?

Come si fa a sapere se una parola nel dizionario è scritta sbagliata?

Se un gatto cade sempre dritto sulle proprie zampe, e una tartina imburrata

cade sempre dalla parte del burro, cosa succede quando si incolla una

tartina imburrata sulla schiena di un gatto e si lancia quest’ultimo dalla

finestra?

Di che colore è un camaleonte quando si guarda nel ghiaccio?

Page 76: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

76

Perché "separato" si scrive tutto insieme quando "tutto insieme" si scrive

separato?

Le vacche sacre forniscono gli hamburger migliori?

Il dormitorio è un luogo dove dormono bovini adulti?

La ringhiera è una cagna molto feroce?

Se i gatti quando camminano vanno gatton gattoni, i coyote come

camminano?

Anche in bagno il caffè va servito in ... tazza?

Ma un donnaiolo incallito dove li ha i calli?

Quando una donna aspetta un

bambino, se è in ritardo se ne può

andare via?

Se va via la corrente i bambini

possono venire lo stesso alla luce?

Il compito a casa si dà anche

agli studenti sfrattati?

Con uno stipendio da fame si

possono nutrire dei dubbi?

Nelle riunioni di Gabinetto i

ministri fanno gli stronzi?

Perché se Dio è immortale, ha lasciato ben due Testamenti?

Perché i virus, che non hanno sesso, ci fottono così tanto?

Se lavorare fa bene, perché non lo lasciamo fare agli ammalati?

Se Garibaldi è partito da Quarto, chi erano i tre partiti prima di lui?

Perché si chiama sala-parto se ha solo nuovi arrivi?

Se la museruola si mette sul muso dove si mette la cazzuola?

Lo stitico quando muore va in Purgatorio?

Ma in una banca del seme, cosa danno di interessi?

Il formaggio con le pere è femmina? O si droga?

Visto che la luce viaggia più veloce del suono, sarà per questo che molte

persone appaiono brillanti finché non le si sente parlare?

Se son rose fioriranno... ma se sono cachi?

Quelli che attaccano i cartelli "Chi tocca muore" muoiono tutti?

Se la Fabbrica Italiana Automobili Torino si chiama FIAT perché la

Federazione Italiana Consorzi Agrari si chiama Federconsorzi?

Page 77: INDICEp. 59 Edoardo Nodari, Per ora noi la chiameremo felicità (recensione) p. 60 Marco Rebecchi, Dylan Dog il film (recensione) p. 61 Marco Rebecchi, Sucker Punch (recensione) p.

77