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Indice 

 Introduzione……………………………………………………………………….………4 

 

Capitolo1 

Napoleone Matematico?......................................................................5 

 

Capitolo 2 

Il teorema di Napoleone e generalizzazioni………………………………………8 

 

Capitolo 3 

Il punto di Fermat……………………………………………………………………………21 

 

Capitolo 4 

Applicazioni…………………………………………………………………………………...24 

 

Bibliografia e Sitografia…………………………………………………….…29 

   

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“The advancement and perfection of 

 mathematics are intimately connected  

to the prosperity of the state” 

Napoleone Bonaparte. 

   

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Introduzione 

 

Il teorema di Napoleone è una proprietà che presenta  in un certo  senso una  forma di  “aspirazione alla  regolarità” da parte dei triangoli.  Infatti a partire da un triangolo qualunque, non occorrono strane  ipotesi  o  costruzioni  artificiose  per  arrivare  a  un  triangolo equilatero in pochi passaggi. 

Il teorema di Napoleone non è molto noto ma è uno dei più riscoperti,  e  nonostante  la  sua  semplicità,  si  presta  a  varie generalizzazioni utili per risolvere problemi pratici collegati con la vita reale. 

I  problemi  di  massimo  e  minimo  derivano  non  solo  dalla scienza ma  anche dalla  vita  reale. Molti di questi problemi  sono di natura  geometrica  e  portano  alla  richiesta  di  trovare  il  più  breve sistema di cammini che connette un  insieme di punti del piano. Tali problematiche si incontrano in tanti casi quali: 

• tracciare la disposizione delle porte logiche di un circuito per diminuire il tempo di propagazione 

• tracciare  la  strada  per  unire  dei  gasdotti  o  più semplicemente paesi 

• instradamento di condotte idriche o di riscaldamento. 

In situazioni particolari il problema è facilmente risolvibile sfruttando i risultati del teorema di Napoleone e sue generalizzazioni. 

La tesi è strutturata come segue: 

• nel primo capitolo si considerano dei cenni storici 

• nel secondo capitolo si esamina il teorema di Napoleone 

• nel terzo capitolo si esamina il punto di Fermat 

• nel quarto capitolo si esaminano alcune applicazioni. 

   

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Capitolo 1 

NAPOLEONE  MATEMATICO?   

 

Tutti,  matematici  e  non,  conoscono  Napoleone  Bonaparte 

come un genio militare e Imperatore di Francia ma è stato anche un 

eccezionale studente di matematica. Nelle sue biografie [4] si legge: 

“…per  i  suoi  insegnanti Napoleone  era  un  allievo modello  e 

promettente  specialmente  in  matematica…  L’ispettore  scolastico 

scrisse  che  la  sua attitudine alla matematica  lo  rendeva adatto alla 

marina, ma alla fine si decise che avrebbe dovuto tentare l’ingresso in 

artiglieria, dove l’avanzamento per merito e abilità era più aperto”. 

Napoleone fu il primo fra i capi di stato a capire l’importanza 

della scienza e della matematica di cui ne seguì gli sviluppi per tutta la 

vita.  E’  provato  che  durante  il  suo  esilio  finale  passasse  il  tempo 

leggendo trattati quali “Astronomie” di Delambre,  il corso di chimica 

di Fourcroy, il corso di matematica di Lacroix e altri. 

Nacque  in Corsica  (Ajaccio, 15  agosto 1769) e morì  in esilio 

nell’isola di Sant’Elena (5 maggio 1821) dopo la sconfitta di Waterloo. 

Frequentò  la Scuola Militare di Brienne  in Francia dove  fu  il miglior 

studente di matematica. Qui  studiò algebra e  trigonometria,   ma  la 

sua preferita era  la geometria. Dopo essersi  laureato a Brienne, egli 

fu esaminato da Pierre Simon Laplace per un suo possibile  ingresso 

all’accademia militare di Parigi, dove  fu ammesso  in  virtù delle  sue 

abilità  matematiche.  Napoleone  completò  gli  studi    e 

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successivamente divenne membro della sezione di matematica dell’ 

Institute  de  France,  per  il  quale  trovò  una  sede  degna  nel  1805, 

diventato  Imperatore,  nell’antico  College  des  Quatre‐Nations,  di 

fianco al Palazzo del Louvre.  

Durante  la campagna d’Egitto del 1798‐1799 prima ancora di 

diventare  imperatore,    Napoleone  fu  affiancato  da  un  gruppo  di 

esperti  in vari settori:  ingegneri civili, chimici, geologi e matematici, 

tra cui Gaspard Monge (1746‐1818) e Joseph Fourier (1768‐1830).  

Al  suo  ritorno  dall’Egitto  Napoleone  condusse  un  riuscito 

colpo di stato e divenne capo della Francia. Come  Imperatore,   varò 

diverse  riforme  giuridiche,  economiche  e  culturali  dando  peso 

predominante alle    scienze  tanto da  inserire   uomini come Laplace, 

Monge e Fourier   a presiedere  le commissioni per  formare  le nuove 

istituzioni.  Fourier  divenne  governatore  del  Basso  Egitto  e  Laplace 

Ministro dell’Interno. Sotto il suo regno la Francia divenne la potenza 

scientifica più importante in Europa. 

 Egli continuò gli studi di matematica e radunò intorno a sé un 

gruppo di matematici di  cui divenne anche amico,    incluso  Lorenzo 

Mascheroni (1750‐1800), Pierre Simon Laplace (1749‐1827) e Joseph 

Louis Lagrange (1736‐1836), per dissertare di matematica. 

Il nome di Napoleone è  legato a vari risultati matematici ma 

non ne è mai stata provata la sua paternità. 

 Quello  che  è  passato  alla  storia  come  “il  problema  di 

Napoleone”    in cui si chiede di “determinare con  il solo compasso  il 

centro  (che  si  suppone  non  noto)  di  un  cerchio  dato”,  si  presume 

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essere opera di Mascheroni e che sia stato suggerito a Napoleone da 

Monge.  In  seguito  Napoleone  fece  sfoggio  di  queste  conoscenze 

geometriche con Laplace  (nominato comandante del genio militare) 

che commentò: “…tutto ci aspettavamo da voi generale, tranne una 

lezione di geometria!”. 

 

Quello che è noto come “teorema di Napoleone” sembra sia 

stato pubblicato per  la prima  volta  in  un  articolo di W. Rutherford 

(1825) sulla rivista  londinese “The Ladies’ Diary”, edita annualmente 

dal 1704 al 1841. E’ probabile che il teorema fosse già noto prima di 

Rutherford,  ma non c’è alcuna prova che lo attribuisca a Napoleone.  

R.Betti    in “Il miracolo di Morley e altre  irregolarità dei triangoli” [6] 

fa riferimento al teorema di Napoleone come “teorema proposto per 

la dimostrazione da Napoleone a Laplace”.   

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Capitolo 2 

TEOREMA  DI NAPOLEONE 

 

Premettiamo a ciò che segue un breve riassunto dei punti notevoli di 

un triangolo:  

• ortocentro: punto di incontro delle altezze, 

• incentro: punto di incontro delle bisettrici, 

• baricentro: punto di incontro delle mediane, 

• circoncentro: punto di incontro degli assi 

• excentro: punti di  incontri delle bisettrici di due angoli esterni 

e della bisettrice dell’angolo interno non adiacente ad essi.  

In  un  triangolo  equilatero:  ortocentro,  incentro,  baricentro  e 

circoncentro coincidono e si chiama centro. 

Parleremo  di  baricentri,  in  proposito  ricordiamo  che  tale  punto  è 

sempre interno ed è un punto di equilibrio della figura. 

  

Teorema  2.1.  Dato  un  triangolo  qualunque  ABC,  i  centri  dei 

triangoli equilateri esterni costruiti sui tre lati formano un triangolo 

equilatero. 

Diamo di seguito due dimostrazioni alternative, una trigonometrica e 

una analitica. 

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Fig.1  

Dimostrazione trigonometrica.  

Con riferimento alla figura 1, si ha 

√3 

√3 

Applicando  il  teorema  del  coseno  ai  triangoli  APR  e  ABC    si  ha 

rispettivamente 

² ² ² 2 cos3

 

² ² ² 2 cos  

Da cui, sostituendo 

²13

² ² cos √3 sin  

cos² ² ²

Da cui, posto  sin  area del triangolo ABC, si perviene a 

²² ² ²

62√33

 

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Questa  identità mostra che, dato  il triangolo ABC,  la misura del  lato 

PR  dipende  solo  dalle  misure    dei  lati    a,  b,  c  e  non  dipende 

dall’angolo. Analogamente per i lati RQ e QP che quindi hanno misura 

identica e. Quindi il triangolo PQR è equilatero.  Q.E.D. 

 

Dimostrazione analitica. 

 Scegliamo opportunamente un sistema di rifermento cartesiano Oxy: 

consideriamo AB sull’asse x e  , siano 

,    ,      

 ,  ,  

, ,            

Fig. 2 

Allora, poiché  in  un  triangolo  equilatero  il  centro  è  anche  incentro 

(punto di incontro delle bisettrici), si ha 

⁰ √     ,   

√    ,   

√ 

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Per il teorema di Carnot si ha: 

2   cos 60  

da cui, sostituendo 

²² ² 2 cos 60

²² ² 2 cos 60

²² ² 2 cos 60

Vogliamo dimostrare che il triangolo è equilatero, ovvero 

 ovvero 3 ² 3 ² 3 ².  

Per  comodità  poniamo  3 ²  , 3 ²  , 3 ²  e 

dimostriamo  . 

² ² 2 cos 60   

    ² ² 2 cos √ sin   

    ² ² cos √3 sin   

² ² 2 cos 60⁰  

     ² ² cos √3 sin   

² ² 2 cos 60   

    ² ² 2 cos √3 sin  . 

Per il teorema delle proiezioni si ha  cos c sin  , seguono 

cos sin cos sin cos √3 sin = 

cos ²β cos cos √3 cos sin√3 cos sin   

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Analogamente: 

² ² cos² cos cos √3 cos sin                                          √3 ² cos sin  

Essendo  2 cos √3 sin  

                 180   

Ricaviamo   in funzione di       

² ² cos cos sin sin √3 sin cos         √3 cos sin  

Confrontiamo   e   e chiamiamo con   (risp.  ) la parte di   (risp.  ) non comune a   (risp. a  ): 

² sin sin √3 cos sin   

² cos ² √3 cos sin   

se   sarà  . 

Dato  il cerchio circoscritto al triangolo ABC di raggio R si hanno: 

2 sin  

2 sin  

2 sin  

Allora, sostituendo 

²2 2 √3 cos

²² ²4 ²

√32

² cos  

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² ²²

4 ²√3 ² cos

Dunque   . 

Procedendo come sopra confrontiamo    e  , introdotti    e  , si ha   

Quindi             .      Q.E.D 

 

 

Un teorema strettamente legato al precedente è: 

Teorema  2.2.  Nelle  stesse  ipotesi  del  teorema  di  Napoleone,  i 

baricentri  G  e  G’  del  triangolo  di  partenza  ABC  e  del  triangolo equilatero EDF coincidono. 

Dimostrazione. 

 Scegliamo  il  sistema  di  riferimento  cartesiano    come  prima  e manteniamo la stessa notazione. 

 Allora si possono determinare le coordinate: 

A  0,0    ,  B  , 0   ,  C  cos , sin  

F √ cos 30 ,  √ sin 30   ,  D , √     

G   ,   

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 Fig. 3 

Dimostriamo  che  G,  baricentro  del  triangolo  ABC,  coincide  con  G,  baricentro del triangolo equilatero FDE. 

Procediamo nel seguente ordine: 

• Determiniamo  la  retta  FD,  ovvero  il  suo coefficiente angolare 

• Determiniamo le coordinate del punto medio M 

• Determiniamo la retta EM,   alla FD per M 

• Verifichiamo che G soddisfa tale equazione 

Le coordinate del centro F sono: 

√ cos 30 √ √3 cos sin   

  √ sin 30 √ √3 sin cos  

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Quindi il coefficiente della retta FD è: 

√3 sin cos√3 cos sin √3

 

Le coordinate del punto medio M sono: 

√ √   

√ √ √   

Essendo: 

   

 la retta EM è: 

3 sin √3 cos √3   

3 3 cos √3 bsin ² ² 

Sostituendo le coordinate di G si verifica che appartiene alla retta. 

                                                                                                        Q.E.D  

   

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DEFINIZIONE 2.1 

Dicesi triangolo di Napoleone esterno il triangolo formato dai centri dei triangoli equilateri costruiti esternamente sui lati di un triangolo . 

Fig. 4 

DEFINIZIONE 2.2 

Dicesi triangolo di Napoleone  interno  il triangolo formato dai centri dei  triangoli  equilateri  costruiti  internamente  ai  lati di  un  triangolo qualunque 

Fig. 5   

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DEFINIZIONE 2.3 

Dicesi  punto  di  Napoleone  il  punto  che  si  ottiene  congiungendo ciascun  vertice  di  un  triangolo  qualsiasi  con  il  vertice  opposto  del corrispondente triangolo di Napoleone (esterno o interno). 

 

   

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GENERALIZZAZIONI del teorema di Napoleone 

 Cosa accade se i triangoli equilateri sono costruiti internamente a un triangolo qualunque? 

Con  tecniche  analoghe  a  quelle  applicate  nella  dimostrazione  del teorema 2.1 si può dimostrare il seguente 

Teorema 2.3. Il triangolo di Napoleone interno è equilatero. 

Vedi Fig. 5 

Cosa accade se  i  triangoli eretti sui  lati del  triangolo qualunque non sono equilateri?  

Teorema  2.4.  Se  tre  triangoli  simili  sono  costruiti  sui  lati  di  un 

triangolo  qualunque  ABC,  allora  le  loro  circonferenze  circoscritte hanno un punto in comune. 

Teorema  2.5.  Il  triangolo  formato  dai  centri  delle  circonferenze 

circoscritte  ai  tre  triangoli  simili  eretti  sui  lati  di  un  triangolo qualunque ABC è simile a questi tre triangoli . 

 Fig. 6   

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Teorema 2.6. Dato un  triangolo qualunque ABC,  se  si prendono (esternamente  o  internamente)  sugli  assi  dei  lati  segmenti direttamente  proporzionali  ai  lati  corrispondenti,  a  partire  dal punto medio di ogni  lato,  il  triangolo che ha per vertici  i  rispettivi altri estremi di questi segmenti ha lo stesso baricentro del triangolo dato. 

Dunque  il  triangolo  LMN  formato  dai  punti  medi  ha  lo  stesso baricentro del triangolo di partenza ABC. 

Si omettono le dimostrazioni di questi risultati. 

Il baricentro ha  la proprietà  che minimizza  la  somma dei quadrati delle distanze dai vertici del triangolo ABC ed è questa proprietà che lo rende così interessante in questo contesto. Infatti:    

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Teorema 2.7.  Il  baricentro  di  n  punti  complanari  è  il  punto  che 

minimizza la somma dei quadrati delle sue distanze dai punti stessi. 

Dimostrazione. Consideriamo n punti  , 1,2, … , , sia  ,   il punto  generico e  ,   la  funzione  somma dei quadrati delle distanze di P da   

² ² 

con derivate prime 

2  

2  

che si annullano per 1

;    1

 

 che sono le coordinate del baricentro degli n punti dati. Essendo 

2 0  

0 segue 

2 00 2 4 ² 0 

 Quindi il punto P è un punto di minimo. Q.E.D     

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Capitolo  3 

PUNTO DI FERMAT 

 Il  problema  di  Fermat  è  nato  da  una  sfida  proposta  da  P. 

Fermat  (1601‐1665) a E. Torricelli  (1608‐1647) e  consiste  in quanto segue: 

“Dato un triangolo qualunque ABC trovare un punto interno al  triangolo  tale  che  la  somma delle distanze di questo punto dai vertici sia minima”. 

Tale punto se esiste, è detto punto di Fermat. Il problema generò una  intensa corrispondenza  tra  i due ma 

interessò  anche  altri  matematici  dell’epoca  quali  Cavalieri  e Descartes. 

Torricelli  per  primo  trovò  che  la  soluzione  al  problema  di Fermat  era  il  punto  comune  alle  tre  circonferenze  circoscritte  ai triangoli equilateri costruiti sui  lati del  triangolo dette circonferenze di  Fermat  e  vedremo  che  è possibile  collegare questo punto  con  il teorema di Napoleone. Questo  problema  rimase  nell’ombra  e  fu  riscoperto  da  J.  Steiner (1796‐1863), famoso geometra dell’Università di Berlino che ne diede una  prima  generalizzazione,  che  fu  ulteriormente  estesa      da  R. Courant (1888‐1972) e H. Robbins [1], i quali proposero la ricerca non più di un punto ma di un tracciato che minimizza le distanze fra punti del  piano  (detto  problema  della  rete  di  lunghezza  minima  di Steiner). 

  Teorema 3.1. Dato il triangolo qualunque ABC sia F il punto comune alle tre circonferenze circoscritte ai triangoli di Napoleone tracciati sui lati AB, AC, BC. F è punto di Fermat 

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  Si dimostra che: 

120⁰ Allora la somma1 

   è   e  

 è          Questo  risultato  stabilisce  quindi  un  collegamento  tra  il 

teorema di Napoleone e il punto di Fermat‐Torricelli.  

 

Il punto di Fermat può essere considerato un punto notevole al pari di baricentro poiché è protagonista di proprietà  intrinseche del triangolo. 

Va osservato che il punto di Fermat non coincide (in generale) con  il  baricentro  (come  si  osserva  nell’esempio  2,  cap.4)  e  ha  una 

                                                            1 TEOREMA: Dati tre punti A, B, C se esiste il punto D tale  , allora la somma   è  .[3] 

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certa  importanza  storica,  perché  è  il  primo  punto  notevole  dei triangoli del periodo moderno. Questo  punto  noto  come  punto  di  Fermat  –  Torricelli  viene  anche chiamato “il primo centro di isogonia”.    

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Capitolo  4  

APPLICAZIONI  

4.1 TASSELLATURE Si  dicono  tassellature  i  modi  di  ricoprire  un  piano  (o  in 

generale  lo  spazio)  con  una  o  più  figure  geometriche  ripetute all’infinito  senza  alcuna  sovrapposizione.  Quello  che  sembra semplicemente  un  puzzle  è  in  realtà  un  problema  che  nasce  nell’ antichità  e  interessa  tanti  settori,  che  vanno  dal  piastrellare pavimenti  e  rivestire  superfici  di  varia  natura,  fino  ad  arrivare  allo studio della materia. Nel 1900  il grafico Escher affrontò  il problema da un punto di vista matematico, creando così più di quaranta specie. 

Si  può  utilizzare  il  Teorema  di Napoleone  per  ottenere  una tassellatura del piano, dando vita alla seguente 

 

  

Invece se si costruiscono sui lati del triangolo di partenza dei quadrati si  osserva  che  non  è  possibile  eseguire  la  tassellatura  del  piano. 

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Infatti,  come  mostra  la  figura,  non  si  riesce  sempre  a  ripetere  il triangolo  di  partenza:  il  triangolo  BRE  non  è  uguale  al  triangolo  di partenza ABC. 

 

 

   

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4.2 ESEMPIO 1 (Baricentro) 

Una  società  petrolifera  riceve  il  greggio  estratto  da  tre  zone  nelle quali si trovano numerosi pozzi, situate rispettivamente nei punti A,  B, C. La  società vuole costruire una  raffineria e deve decidere dove localizzarla  in  modo  da  minimizzare  i  costi  di  costruzione  degli oleodotti. Dalle  indagini risulta che  i costi risultano proporzionali ai quadrati delle distanze dagli oleodotti. Si deve determinare la migliore posizione per la raffineria. Supponiamo per comodità che la zona sia pianeggiante e di scegliere un sistema di riferimento con AΞO: A(0,0), B(20,0), C(12,10) 

 

La  soluzione  del  problema  può  essere  risolta  come  la  ricerca  del minimo della funzione “costi” (=distanze al quadrato) data dalla  

z=(x²+y²)+((x‐20)²+y²)+((x‐12)²+(y‐10)²)=3x²+3y²‐64x‐20y+644 

Per quanto visto, la soluzione sarà:  

x=32/3    y=10/3 

che sono le coordinate del BARICENTRO del triangolo ABC. 

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4.3 ESEMPIO 2 (Punto di Fermat) 

“Tre villaggi A,B,C devono essere congiunti da un sistema di strade di minima lunghezza totale”. Matematicamente: dati tre punti A,B,C sul piano si vuole determinare il punto S del piano tale che sia minima la somma delle distanze di S da A,B,C rispettivamente. La soluzione ci è fornita dal punto di Torricelli‐Fermat che in generale non  coincide  col  baricentro  come  sarebbe  istintivo,  infatti  il baricentro minimizza la somma dei quadrati delle distanze dai vertici del triangolo.  

 

Come suggeriva Torricelli il punto di minimo si trova: 

 1) come  intersezione di almeno due delle circonferenze con centro nei  centri  dei  triangoli  equilateri  esterni  (triangoli  di  Napoleone) costruiti sui lati del triangolo di partenza ABC, se nel triangolo tutti gli angoli sono minori di 120⁰;  

2) altrimenti il punto S coincide con il vertice dell’angolo di ampiezza maggiore di 120⁰. 

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CONCLUSIONI 

 

Il  Teorema  di  Napoleone  e  il  Problema  di  Fermat  possono sembrare banali, ma  la  loro  importanza  sta nel  ruolo  intrinseco dei punti notevoli che hanno messo in evidenza. 

Gli  esempi  sono  molto  semplici  ma  mostrano  il  vantaggio offerto  da  tali  punti,  in  certe  situazioni,  nella  ricerca  dei  minimi,  infatti permettono di evitare il ricorso a complesse formule di analisi. 

   

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BIBLIOGRAFIA 

[1]  R.Courant e H.Robbins, “Che cos’è la matematica?”, Bollati Boringhieri, Torino, 2000 

[2] A. Faifofer “Elementi di Geometria”, Venezia, 1911 

[3]  G.Loria “Geometria” volume I, G. Montanari, Faenza; 1919 

[4] F. Markham “Napoleon”, Signet, 1966 

[5]  R.Betti “Lettera Matematica PRISTEM” #44 

[6]  J.  E. Wetzel  “Converses  of  Napoleon’s  Theorems”,  Am. Math. Monthly , #4, 1992 

 

SITOGRAFIA 

[1]  www.lorenzoroi.net/geometria/ Napoleone 

[2]  www.robertobigoni.eu/Matematica 

[3]  www.dm.unipi.it/georgiev/didattica 

[4]  aereeweb.polito.it/polymath 

[5]  kesspopinga.blogspot.com 

[6]  matematica_old.unibocconi.it/betti 

[7]  www.dm.it/quadernididattici/