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Cultura, Rassegne &TendenzeMostreL’Italia delle tradizioni.

Incopertina:

GliauguridiBuonaPasqua2008!

Sommario

Una copiaAbbonamento Annuo:Ordinario"Sostenitore"Estero

Editore: GRÁFICAS EVITelf.: 0212-862-6623

Fotolito: BAFFOTelf.: 0212-862-6623

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DE VENEZUELA, C.A.Telf.(0212) 241.46.76

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IncontriRivista multiculturale di attualità

italiana in Venezuela,iscritta alla Federazione UnitariaStampa Italiana all’ Estero e alla

Federazione Stampa Scalabriniana

A.C. Rivista Incontri:Presidente: Sante CervellinDirettore: Giuseppe CogoRedazione ed impaginazione:Maysy SansSegreteria:Anita de Roviello

Pubblicità:Daniel Penyy Telf. 0212 - 285.5994286.0228 Cel.: 0414 - 1120816Silvano Ponte Telf. 0212 - 285.5994286.0228 Cel.: 0412 - 7377665

Collaboratori:G. Tassello, Edoardo Sanna, EnzoGandin, Franco Soressi, VittorioFioravanti, Alessandro D’Alessandro,Cristina Castillo, Jolmar Taborda,Franca Giacobbe, Marco Vardabasso,John Flynn, Piero Sala, GiuseppeDomingo, Cristiano Camera, PietroC. Ciallella, Nicola Di Mattia,Lucía Rouces, Adnkronos, ed icollaboratori per la spedizione posta.

Av. El Samán, Quinta RIMAC - PBLa Floresta - Telf. (0212) 285.59.94

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EditorialeDi che giovani ...e di che mondo parliamo?

Vita cittadinaBuona Pasqua!

L’esperto casa rispondeLe filtrazioni sul tetto ...

La pagina delle ACLIAssistenza medica pergli associati Acli Venezuela.

CEPAMRefugiados en Venezuela.

Ideali e ReligioneCome essere un ‘buon’ laico?.

Diffondere il messaggiocattolico attraverso You Tube.

ProtagonistiOn.le Mariza Bafile

Giovanni Agnelli, l’Avvocato.

Rosita Di Geronimo.

Moda‘AltaRoma’, moda.

ArteI Macchiaioli tornano alChiostro del Bramante.

Teatro e musicaEl ‘Cascanueces’ flamenco.

Como gusteis.

Facto Delaféy Las flores Azules.Arte Sacro.

OpinioniIl bullismo a scuola.

Venezuela oggiJóvenes Venetos de Venezuela.

Segundo Encuentro de losJóvenes Venetos de Venezuela.

Inaugurato il ParcoS. Francesco, a Villa Pompei.

Sport e tempo liberoVita SanaSpese compulsive.Anni ‘Enta’.

Aneddoti in pillole: Sportivi,Personaggi Noti, Regioni.

SportGiochi Olimpici 2008.

La pagina letterariaLa porti un baccionea Firenze. Edoardo Spadaro

CucinaRicotta e Cheese Cake

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EditorialeEditorialeEditoriale

Abbiamo rinchiuso nellaparola “i giovani” tanti etroppi concetti, analisidotte e aggiornate teorie.

Per poterle smaltire abbiamo persotempo e risorse.

Il tempo, inesorabile, ci lascia orastupiti. Abbiamo combinato poco e i

come troppo radicali e intanto il loro vi-gore fisico non è più quello di una volta.

Non basta il chirurgo plastico o i di-battiti televisivi a ridare vitalità a unpaese. Sono di dubbio esito i rimedi chevengono oggi suggeriti; la crisi è mo-rale e sociale, prima di essere economicao finanziaria.

Il vero grande rimedio è l’educazionea gestire la propria vita con più sobrietà.L’uso del denaro dev’essere più serioper i giovani, per le persone mature eper gli anziani. Se non si hanno soldi, sigiustifica un debito per le medicine o illatte per i bambini, ma non per andare invacanza.

Nella cronaca di qualche tempo fa siè letto di un impiegato che mangia soloil primo, nella mensa aziendale, perportare il secondo piatto al “barbone”che cerca l’elemosina all’angolo. Bellanotizia che sembra aver contagiatoqualche suo collega che lo sta imitando.

A sbandierare soluzioni geniali sipresenta la politica dei diversi partiti.Prima inneggiano alla flessibilità dellavoro, poi diventano critici della pre-carietà e alla fine per ottenere voti pro-mettono, non un posto di lavoro, ma unaprebenda sociale che permetta ai gio-vani di continuare a cercare il postogiusto e non si sentano defraudati eobbligati a cercarlo nel mondo della ma-novalanza. Si dimentica che il lavororappresenta qualcosa in più di un solomezzo per sopravvivere.

La Chiesa da tempo si occupa di que-sti problemi. I Papi a partire dalla “Re-

rum Novarum” e poi dal Concilio Vati-cano II hanno emanato encicliche persensibilizzare i fedeli ad affrontare questiproblemi ed affiancare con la loro solida-rietà le fasce deboli sempre più espostealle sofferenze dei cambi epocali.

“Lavorare o non esistere, questo è ilproblema”, sembra dire oggi la nostramodernità.

Di che giovani e diche mondo parliamo?

società armonizzata verso una migliorequalità di vita. Ci illudiamo, noi anziani,di poter recuperare il tempo perduto conla nostra conoscenza, malizia e capacitàdi districarsi nelle “circostanze” dellasocietà globale.

Detto in altro modo, persino di fronteal nostro fallimento non siamo disposti

ventenni di un tempo passano oggi laquarantina. Osserviamo che una gene-razione intera non è fiorita nella suastagione e a furia di fare foglie ci viene ildubbio che non possa più dare frutti.Abbiamo ridotto la gioventù ad essereun testimone passivo di ciò che non si èfatto.

Ora sentiamo, noi e loro, che la nostrasocietà perde colpi per avanzare in una

a cedere l’acceleratore e ancor meno ilvolante ai giovani, anche se sono i nostrifigli.

Questo tipo di tempo perso si puòrimpiangere ma non certo recuperare. Lasocietà viaggia su binari che passano isessanta e i settanta, certo tutte personecon molta esperienza ma poco predi-sposta a cambi necessari, intesi sempre

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EditorialeEditorialeUn tempo la società offriva alterna-

tive di vita, di lavoro e di livello di vitasenza farci sentire degli esclusi perappartenere a una famiglia di classemedio bassa o decisamente bassa. Conpoche lire si andava in trattoria, si man-giava sano anche se senza il lusso di unristorante, e si pagava per quel che simangiava. Il cameriere che conosceva iproblemi meglio dei nostri servitoripubblici, portava in tavola, senza farselichiedere, un paio di cestini in più dipane o una replica del piatto di pasta.

Oggi tutto si risolve con la carta dicredito. Tutti pagano il prezzo con tuttadisinvoltura. Molti, e sempre di più,fanno poi una fatica del diavolo a pagarei debiti; diavolo che vedono in carne edossa quando cadono in mano agli usurai.

I giovani si domandano come maioggi con tanti manager di successo edi stipendi favolosi, le società anneganonei debiti, quando prima andavano agonfie vele?

Sarebbe molto meglio vedere giovanidallo sguardo pulito e che non sianoricattati con la minaccia del posto dilavoro per fargli apporre la firma subilanci sbilenchi.

Qui non si tratta di argomenti di colo-re laico o cristiano.

I giovani si sentiranno accolti e le-gittimi attori del nostro mondo quandoper accedere alla “società” e alle re-sponsabilità civiche ci vedranno sedutiinsieme a loro.

Dopo le consegne tocca a loro alzarsiper primi per realizzare il loro progetto divita che è poi parte del nostro stessofuturo.

Non è un rischio lasciare in mano aigiovani il mondo. E’ un esercizio di fidu-cia che determinerà le loro future sceltepositive.

Oggi, noi anziani, eravamo i giovanidi ieri a cui venne consegnato un mondoin guerra e un’arma per difenderlo, conl’alternativa della morte. Ne uscimmocon coraggio e determinazione uniti ne-gli stessi ideali, seminando vita e pro-gresso.

Questo è il mondo che meritano inostri giovani.

Uniti, soprattutto nella difficoltà,scegliamo la vita, crediamo nell’ugua-glianza e camminiamo insieme. Così si è,si diventa e si resta… giovani.

P. Giuseppe Cogo

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Vita cittadinaVita cittadina

Cari lettori diIncontri, avoi tutti vo-

glio augurare una Buo-na Pasqua, che portinella vostra vita unsenso di gioia, ma nonquella gioia intende ilmondo, ma la veragioia, seria e profondaperché basata sul mes-saggio della risurre-zione di Cristo nostroRedentore.

Gioia che cambiaíntimamente dentro dinoi la nostra visionedella vita e del mondoche ci circonda.

Abbiamo bisognodi gioia, di pace e disicurezza interiore,mentre vediamo in-torno a noi un mondoimmerso nell´ ansietà,nella precarietà e nellapaura.

Ma guardandoci unpo’ indietro, due milaanni fa, quando Gesúrisuscitó dal sepolcro,le cose non erano pernulla diverse.

Apriamo il Vangeloe seguiamo le donneche di buon mattino siincamminano per an-dare al sepolcro... neanche pensavano alla possibilità dellarisurrezione, e tanto meno se l´aspettavano.

Avevano accettato la bruttezza del mondo con tutte le suedifficoltà, ma Gesù aveva dato loro il dono di una nuova visonedella vita.

Chi ci sposterà via il masso dall´ingresso del sepolcro?Così dicevano l´una all´altra le donne mentre si recavano la

mattina di Pasqua al sepolcro per cospargere di profumi ilcorpo del Signore, sepolto di fretta la sera del Venerdì Santo.

Ma quale non fu la loro immensa sorpresa nell´accorgersiche la pietra era rotolata rotolata via benché fosse moltogrande.

Fratelli miei, anche noi oggi spesso ci chiediamo chi equando rotolerà via i macismi dalla vita di ogni giorno.

Sono i macigni, che opprimono soprattutto la povera gente:i macigni delle ingiustizie; quelli delle malattie – antiche e nuove– che fanno paura; quelli dei problema sociali sempre piú acutiche non trovano condivisa soluzione.

È’ cambiato il modo di vivere di molta gente e tante novità– è inutile nasconderlo, possono fare umanamente paura

E se vogliamo insistere nell´esaminare i nostri “macigni” inquesto paese non troveremo un granché che ci possa con-

solare: i salari più omeno son rimasti comeprima, mentre i prezzisono fortemente cre-sciuti, e domani potràessere peggio; e con ipochi soldi che ti ri-mangono in tasca nontrovi sul mercato quel-lo che ti serve per vi-vere; camminando digiorno per la strada tiguardi attorno e in-dietro per evitare unattacco brutale; in casatua ti circondi di muracon fili elettrici spinati,proprio come in pri-gione; se hai rispar-miato, lavorando dura-mente tutta una vita,preghi di evitare unsequestro, e se ti capi-tasse, preghi che ti sirisparmiasse la vita... eavanti di questo pas-so.

Ma come duemilaanni fa la risposta alcruccio delle donne fula tomba vuota (la vitaera risorta, la mortenon aveva potuto trat-tenerla e la speranzarifioriva), così è oggiper noi.

È quella tomba vuo-ta il segno della nostra speranza.

La certezza che il Cristo è risorto dà senso a tutto ciò cheaccade nel cammino dell´uomo.

Ci assicura che nonostante tutto, la potenza e la bontà diDio vincono ogni sorta di male, vincono la stessa morte. È ilperenne messaggio pasquale che ci fa cantare – sinceramentegioiosi – il canto nuovo dell´alleluia. La risurrezione di Gesù èil faro che illumina ogni vita – questa nostra povera vita – e lastoria intera.

Con la Pasqua siamo chiamati alla fiducia: una fiducia chenon nasce da noi, ma dalla certezza che Dio è fedele alle suepromesse. Lui è vindice del sangue del suo Cristo e di quelli incui il Cristo si riconosce: i poveri e gli oppressi, gli emarginati,i deboli e gli insignificanti; Lui rovescia i potente dai troni einnalza gli umili.

È per questo che la Pascua esclude ogni paura e angoscia.È principio di una fiducia senza limiti, di una gioia pura senzafrontiere. Una gioia non ingenua, né frutto di facile utopia:una gioia che si fonda su un fatto, un evento preciso: Egli èrisorto. Questa gioia pasquale ci darà la visione cristiana dellanostra vita.

P. Giuseppe Cogo

Buona Pasqua!

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montacargas

Domanda:

“Nel 2006 ho denunciato all’amministratore del con-dominio l’infiltrazione di acqua dal tetto condominiale nellaveranda di proprietà. L’amministratore ha incaricato unaditta che al termine dei lavori ha fatto sapere che il problemaera stato sanato.

A settembre di quest’anno il problema si è riproposto,con un peggioramento di tutto il tetto che copre la veranda.Ho informato telefonicamente l’amministratore, ricevendoassicurazioni su un rapido intervento. Il 5 e 23 ottobre horisollecitato il problema via fax senza avere alcuna risposta.Niente può escludere un peggioramento della frattura neltetto.

Alla luce di quanto detto, ho il diritto di far riparare ildanno esistente da una ditta da me incaricata, rimettendopoi la fattura da pagare all’amministratore condominiale?

Come posso richiamare l’amministratore al rispetto

dell’obbligo di “tutela delle parti comuni” previsto dal-l’articolo1130 del Codice civile?

Francesco BARTOLOZZI - SESTO FIORENTINO

Risposta:

L’articolo 1134 del Codice civile consente al condomino difar eseguire lavori sulle parti comuni solo se sono urgenti. Inquesto caso avrà diritto al rimborso della spesa sostenuta.

La giurisprudenza ha chiarito che in materia condominialequesta norma ha portata eccezionale, diversamente che nellacomunione.

«La diversa disciplina dettata dagli articoli 1110 e 1134 delCodice civile in materia di rimborso delle spese sostenute dalpartecipante per la conservazione della cosa comune, rispet-tivamente, nella comunione e nel condominio di edifici, checondiziona il relativo diritto, in un caso, a mera trascuranzadegli altri partecipanti e, nell’altro caso, al diverso e più strin-gente presupposto dell’urgenza, trova fondamento nella con-siderazione che nella comunione i beni comuni costituisconol’utilità finale del diritto dei partecipanti, i quali, se non vo-gliono chiedere lo scioglimento, possono decidere di prov-vedere personalmente alla loro conservazione, mentre nel con-dominio i beni comuni rappresentano utilità strumentali algodimento dei beni individuali, sicché la legge regolamentacon maggior rigore la possibilità che il singolo possa interferirenella loro amministrazione.

Ne discende che, instaurandosi il condominio sul fon-damento della relazione di accessorietà tra i beni comuni e leproprietà solitarie, poiché tale situazione si riscontra anche incaso di condominio minimo, cioè di condominio composto dadue soli partecipanti, la spesa autonomamente sostenuta dauno di essi è rimborsabile solo nel caso in cui abbia i requisitidell’urgenza, ai sensi dell’articolo 1134 del Codice civile»(Cassazione civile, Sezioni Unite, 31 gennaio 2006, n. 2046,conforme, Tribunale di Monza, Sezione II, 10 luglio 2006).

Posta la difficoltà di dimostrare l’urgenza si consiglia diinsistere con l’amministratore per il ripristino del tetto.

CesarinaVittoria

I lavori si anticipano se l’urgenza è eccezionale

Vita cittadinaL’esperto casa risponde

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Vita cittadina

Caracas,Antonieta Porfidio,

Elisabeth ColangeloAv. Francisco de Miranda,

Centro Plaza Torre A, piso 16, of.16/B, Tel. e fax: 0212-2856720

Mérida,Laura Rojas,

Centro Comercial Cubo Rojo,Av. Gonzalo Picón Crece con

Viaducto Miranda, primer piso,Oficina 3, Telf. 0274-4176134

Valencia,Tito Pulsinelli

El Trigal,Centro Italo Venezolano

0241.842.17.94 -0416- 741.11.03

Santo Domingo (Rep. Dom.),Guido Baccoli.

Per maggiori informazioni,rivolgersi alla Sede di Caracas

Il Patronato ACLIin Venezuela

e Rep. DominicanaCoordinatore Nazionale

Edoardo [email protected]

La pagina delle ACLIVita cittadina

Progetto di collaborazione -agevolazione medico-odontologica

per associati alle‘ACLI de Venezuela’

Il presente progetto ha per scopo laprestazione di servizi medico-odonto-logici e specialistici, con la possibilitàdi estendere la presente convenzione aduna rete di farmacie che operino a livellonazionale. Come qualsiasi progetto, ini-zialmente saranno presi in conside-razione i risultati dei primi mesi per ve-rificare a quali altre specialità indirizzarei nostri interventi di assistenza sanitaria.In sostanza, pur consapevoli del fattoche non possiamo risolvere i problemisanitari dei Nostri Connazionali, prove-remo ad offrire condizioni vantaggiose,sia dal punto di vista strettamente me-dico, che da quello economico. Il sognofuturo è di estendere la nostra attivitàcon la creazione di ambulatori per iConnazionali associati ,che copranotutte le specializzazioni mediche.

I Soci saranno dotati di una tesseraidentificativa, studiata in modo tale daindividuare coloro che sono in disagiosocio-economico (personale incaricatoprovvederà all’identificazione) e checonterrà i dati identificativi del paziente,recante le patologie da cui è affetto, leeventuali allergie e altri dati sanitari utili.Questi dati saranno conosciuti solo dalmedico e dal Socio.

La tessera conterrà il numero dellacedula, l’impronta digitale, la fotografia,il logo dell’istituzione, sarà intrasferibilee con scadenza di 5 anni: ogni anno, alpagamento della tessera annuale, si ap-porrà un bollino per certificare la avve-nuta iscrizione.

Condizioni di accesso al servizio

3.- Si indicheranno, per ogni specia-lista, il giorno (o i giorni della settimanadal lunedì al venerdì), gli orari in cui glispecialisti di ogni specialità odonto-logica, medica o psicologica fornirannole prestazioni.

4.- Le emergenze saranno coperte,fuori dai giorni normali indicati, con untariffario speciale.

5.- Il paziente dovrà pagare secondoil tariffario stabilito per ogni specialitá.

6- La prestazione medica includesoltanto la diagnosi e il trattamento am-bulatoriale medico, odontoiatrico o psi-cologico. Non è considerato il ricoveroin ospedale.

7.- Nel settore odontologico si offro-no le prestazioni indicate nel tariffariodi base.

8.- La libertà di associarsi o incorpo-rare altri specialisti, le modifiche, con-dizioni o piani di salute saranno deter-minati dalla la Giunta Direttiva delleACLI de VENEZUELA e dal Coordina-tore per la salute.

9.- I pazienti, nella classificazionestabilita dalle ACLI come “senza risor-se” saranno attesi, nelle tre specialità,soltanto nei servizi di base. Se necessi-tassero di assistenza protésico-odon-tologica, interverrebbe il fondo di soli-darietà creato dalle ACLI de VENE-ZUELA.

Prestazioni dei professionisti:

le ACLI de VENEZUELA a rispettare lecondizioni che stabilisce l’istituzionecon i pazienti, negli orari assegnati perogni specialità, presentando relazionisettimanali al coordinatore della salute,per creare una statistica di visite esupervisionare l’attività in ogni settore.

2. Il professionista dovrà mensil-mente versare il 10% delle parcelle rice-vute al fondo di solidarietà.

3. Tutti i professionisti si riunirannotrimestralmente per scambiare idee enuove prospettive con la Presidenzadelle ACLI de VENEZUELA.

4. - Ogni trattamento medico-odon-tologico sarà indicato nella cartella sani-taria di ogni specialità e avrà validità didocumento legale e probatorio dellediagnosi e dei trattamenti effettuati.

Dopo la visita in Venezuela del Direttore Generale del PatronatoACLI Damiano Bettone e del Responsabile del Servizio Estero,Francesco Martinelli, avvenuta il febbraio scorso, il PatronatoACLI de Venezuela é ora pronto e felice di poter presentare allanostra collettività il progetto sulla salute, problema profonda-mente sofferto da molti nostri connazionali.

Lo presenta Edoardo Sanna, Direttore Nazionale del PatronatoACLI de Venezuela.

1. Il professionista si impegnerà con

1.- Il paziente, per accedere ad un ser-vizio sanitario, dovrà presentare latessera emessa dall’istituzione.

2.- La tessera sarà intransferibile.

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Vita cittadinaCentro de Estudios de Pastoral y Asistencia Migratoria

Venezuela recibe a refugiados procedentes depaíses como Haití o Irak, aunque la gran mayoríade ellos en los últimos años han sido colom-

bianos. Según datos del Alto Comisionado de las NacionesUnidas para los Refugiados (ACNUR) un promedio de 200mil colombianos han abandonado sus hogares a causa delconflicto armado interno.

No obstante, según explica John Fredikson -representan-te del ACNUR- esta cifra puede variar ya que existe “un go-teo constante” de refugiados que pasan de Venezuela aColombia, “difícilmente cuantificable”, porque cruzan lafrontera más de una vez en busca de “un lugar seguro”; aveces se trata de familias enteras, que traen apenas la vidacomo único bien. Ellos claman por la atención rápida de unpaís al que llaman ‘hermano’. Igualmente afirma que Ve-nezuela cuenta con mecanismos institucionales y jurídicosque facilitan la misión de ACNUR

La Constitución de la República Bolivariana de Vene-zuela, “reconoce y garantiza el Derecho de Asilo y Refugio.”A pesar de que Venezuela ratificó el Protocolo sobre el es-tatuto de los Refugiados, aprobado en Nueva York el 31 deEnero de 1967, hasta esos momentos el trato que se le habíadado a los Colombianos que huían de su guerra interna erade “desplazados en tránsito”, término por demás impropio,sacado de la creatividad de los personeros del gobierno deturno. La frontera Venezolana, históricamente, por su per-meabilidad, ha acogido a ciudadanos Colombianos en su terri-torio, tanto a los que vienen huyendo para salvar sus vidas,así como aquellos que buscan mejorar sus condiciones eco-nómicas, en ambos casos, buscan tener una vida más digna,unos vienen obligados y otros vienen voluntariamente.

El 3 de Octubre del año 2001, muchas organizaciones deDerechos Humanos que venían trabajando esta proble-mática, vieron cristalizados sus esfuerzos, en la promul-gación de la Ley Orgánica sobre Refugiados o Refugiadas,Asilados o Asiladas (LORA). La LORA pretende proteger

y garantizar los Derechos de los Refugiados; sin embargo explíci-tamente no establece claramente el reconocimiento de los De-rechos Humanos de los solicitantes de Refugio, no prevé unadocumentación temporal hasta que haya respuesta a su solicitud,que les permita emplearse, movilizarse, etc., están en una especiede limbo, durante el cual se están violentando los Derechos deestas personas.

Según el artículo 19 de la LORA: “El documento de identidadotorgado a las personas que se encuentren en el país con la con-dición de Refugiado (a) bajo los términos de esta Ley, será válidono solo para la permanencia legal sino para el ejercicio decualquier actividad lucrativa.”

Claramente se puede deducir que solo hasta que sea resueltala solicitud de refugio, el solicitante tendría acceso a trabajar,ante lo cual cabe la pregunta, ¿De qué vivirá mientras se resuelveeste asunto?

La Comisión Nacional para Refugiados (CONARE) comienzaa trabajar en el año 2003 y las secretarías técnicas en 2006, lascuales tienen sede en San Cristóbal, estado Táchira, Guasdualito,estado Apure y Maracaibo, estado Zulia, para atender las solici-tudes de refugio

La Comisión Nacional de Refugiados, Caritas de Venezuela yACNUR trabajan en la frontera, para , entre otras cosas, otorgarlea quienes llegan la documentación requerida para movilizarse.

En este sentido, ACNUR espera agilizar, junto a las autorida-des venezolanas, la entrega de la documentación con la queesas personas pueden obtener el estatus legal de refugiados. Elque les sea otorgada la condición de Refugiados es vital, porquesolamente así podrán optar al documento de identidad ve-nezolano y el Estado se comprometerá a no devolverlos a Co-lombia.

A finales del 2007, la Superintendencia Nacional de Bancos(Sudaban), solicitó a todas las instituciones bancarias e institu-ciones crediticias públicas y privadas nacionales permitir a refu-giados y solicitantes de refugio en Venezuela realizar cualquiertipo de operación financiera con su documento provisional de

Más de 8mil personasregistradascomosolicitantesde refugioen Venezuela

Refugiadosen Venezuela

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Vita cittadinaCentro de Estudios

identificación.La medida beneficia a unas nueve mil personas, en su ma-

yoría de nacionalidad colombiana, que se encuentran en Ve-nezuela como solicitantes de refugio, dijo la Agencia de laOrganización de las Naciones Unidas para los Refugiados(ACNUR) en un comunicado de prensa.

Como se dice en un informe publicado por Servicio Jesuitaa Refugiados titulado “Fronteras Silenciosas”, la situaciónde los solicitantes de Refugio en materia laboral es precaria,en su mayoría son campesinos pobres, que solo saben trabajarla tierra, entran generalmente por las trochas, algunos sin do-cumentación, otros con un permiso fronterizo; al llegar anuestro país se ubican en los estados fronterizos de Zulia,Táchira y Apure y algunos se aventuran hacia el interior delpaís ubicándose en los barrios de las grandes ciudades.

Los que llegan a la frontera se emplean, como jornaleros enalguna finca de las zonas rurales fronterizas, zonas que siemprese han caracterizado por el abandono del Estado, la falta deinstitucionalidad y la pobreza generalizada de sus pobladores;recibiendo unos salarios bastante bajos y sin la garantía quele sean pagadas las prestaciones sociales que son obligatoriasen Venezuela.

En cuanto al solicitante que se ubica en las grandes ciu-dades, entre ellos podemos encontrarnos con algunos profe-sionales o estudiantes, pero que a pesar de su capacitación,no les es permitido continuar los estudios a nivel superior yen su mayoría se han tenido que dedicar al trabajo informal.

El mismo informe indica que en Venezuela existen diecisieteOrganizaciones no gubernamentales (ONGs) defensoras deDerechos Humanos, cuyo propósito es monitorear el procesopolítico venezolano y lograr la plena vigencia de los DerechosHumanos en el país. El trabajo está divido en grupos y uno delos grupos temático es el de Refugio, cuyo propósito principal-mente está encaminado hacia la protección y defensa de losDerechos Humanos de los solicitantes de Refugio. Ahora y des-pués de esperar un tiempo “prudencial” se ha decido intentarlas acciones viables y pertinentes a las que haya lugar paraexigir al estado venezolano el cumplimiento de sus com-promisosinternacionales sobre el tema y sobre todo la exigen-cia de lavisibilidad de estos hombres, mujeres, niños y ancia-nos quedejaron atrás su territorio, sus costumbres y su gente, y que condolor y tristeza y con esperanza y amor por la vida estánsolicitando se les permita reconstruir su vida en nuestro territorio.

Venezuela garantiza el ejercicio de los derechos humanos atoda persona sin discriminación de ninguna clase, se com-promete a adoptar “medidas positivas a favor de personas ogrupos que puedan ser discriminados, marginados o vul-nerables; protegerá especialmente a aquellas personas quepor alguna de las condiciones antes especificadas, se en-cuentren en circunstancias de debilidad manifiesta y sancio-nará los abusos o maltratos que contra ellas se cometan.”

Sería importante que CONARE cumpliera con el artículo 17de la Ley Orgánica sobre Refugiados o Refugiadas y Asiladoso Asiladas, que determina que en un lapso de noventa díascontinuos el organismo debe dar respuesta a la solicitud, yasea aprobándola o negándola; para así sincerar la situaciónde cada uno de ellos y darles la opción, en caso necesario, deencaminarse hacia otras alternativas.

Cristina Castillo

Refugiados en CifrasRefugiados en CifrasRefugiados en CifrasRefugiados en CifrasRefugiados en CifrasHasta junio de 2007, 8.801 personas han solicitado

refugio en Venezuela (colombianos casi 100%), en 2006la cifra era de 7.754, de acuerdo con ACNUR.

El Estado venezolano reconoció la condición derefugiados de 852 (hasta junio de 2007), el año anterioreran 720.

Según la Comisión Nacional de Refugiados, desdeenero de 2007 hasta julio se ha reconocido la condiciónde refugiados a 132 personas.

Zulia fue la región con el mayor aumento desolicitantes de refugio con 726 personas registradas, querepresentan 70%, Seguido por los estados Táchira, Apurey Caracas.

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.14 Incontri nº 312

Chi era adulto ai tempi delConcilio Vaticano si ricorderàquanti articoli sono stati

scritti per chiarire cosa intendeva laChiesa per laico. Personalmente, forsein modo superficiale, pensavo che sa-rebbe stato meglio lasciare i nuovi fedeliinfervorati dai lavori conciliari nellagrande schiera del Popolo di Dio riunitonella Chiesa con un itinerario e con idealicomuni, qualunque fosse la diversachiamata a funzioni diverse.

Ma l’entusiasmo finì per creare unanuova categoria, quasi a mettere in luceuna nuova schiera di soldatini fuori dallagerarchia ma con tanta voglia di far lastessa campagna. Era pur sempre unadivisione di ruoli che non si chiarirono,anzi nel pieno fervore cominciarono adalzarsi critiche da parte dei laici ai membridella gerarchia e all’organizzazione dellaChiesa. I laici volevano sentirsi più pretie i preti finirono per essere operai, moltia tempo pieno.

Eppure il messaggio era stato moltochiaro: I preti facciano i preti e si dedichi-no al loro ministero e lascino ai laici lefaccende del mondo. Era una conside-razione di buon senso anche perché nel-le faccende del mondo bisogna averedestrezza e furbizia, caratteristiche en-trambe che i preti non hanno. E qui conspiccata vocazione da giallo poliziescosi pensò che il cristiano dovesse andarnel mondo camuffato da “non cristia-no” o per lo meno da “cristiano tiepi-dino”.

Nella politica, terreno molto sdruc-ciolevole si andava addirittura in ma-schera quando s’entrava in qualche

commissione dai temi gelidi. Frutto diquesta fauna da camaleonti sono a di-stanza di trent’anni i logoranti tentatividi oggi di definire lo Stato laico, i compor-tamenti laici per essere buoni cittadini ela dicotomia irriconciliabile tra scienza efede.

Si finisce per relegare le proprie con-vinzioni religiose a qualcosa che ap-partiene al bagaglio di una cultura per-sonale fuori dal tempo che non trovaapplicazione nei fatti concreti della quo-tidianità.

Mi vien da pensare a una visione delmondo “a cassettini” dove tutto devetrovare collocazione con enciclopedicaprecisione e illuministica sensibilità.Quanto ai cassetti delle religioni è sem-pre meglio chiuderli e far finta di nontrovar più le chiavi.

Meno male che la Chiesa ha decisoora di parlare meno dei ruoli e più del“Popolo di Dio” e dei cristiani che siconvertono perché incontrano Cristo sulloro cammino che gli cambia radicalmen-te la vita. La caduta rovinosa dal cavallodella nostra perfezione lascia un segnocosì indelebile che per il cristiano i pro-blemi di cui parlavamo non si pongono.Non li ha la gerarchia che stretta attornoalla Cattedra del Vescovo vede il cam-mino che deve realizzare, non più facile,ma certamente più netto.

Il cristiano che si muove nel mondo,i cosidetti laici, ha finalmente capito chela sua missione è nel mondo e ci va dacristiano convinto e cittadino consciodei diritti e doveri civici. Con il coraggiodi alzare la voce quando questi diritti edoveri si scontrano con la sua visione.

Non esistono due etiche. Esiste il benecomune e un luogo che è proprio delcittadino cristiano; esiste anche unmodo per procedere orientato alle virtùche può elencare il Catechismo dellaChiesa, ma potremmo persino chiamareGalateo, vista la mancanza di buon gustoe moderazione del giorno d’oggi. Se Cri-sto diventa il centro della nostra vita ela cambia, non c’è da mimetizzarsi nellasocietà per nascondere la trasformazio-ne, ma c’è da dar testimonianza con lapropria vita che il cambio è in meglio.

Qualche Vescovo è andato anche piùin là e ha voluto sottolineare che certiproblemi si possono affrontare senzaturbare le proprie convinzioni religiosepartecipando al dibattito come cittadinicon il diritto di uguaglianza d’accessoai temi politici.

Ricordo che negli anni della guerradel Vietnam il pianista Pollini, già famo-so, prima di iniziare il concerto lesse unmessaggio scritto di suo pugno doveinformava il pubblico che quella guerraanche per un artista era motivo di turba-mento profondo che non poteva noninfluire sull’interpretazione della musicain programma. Scatenò un putiferio sullastampa e ritornò a galla la meschina con-cezione che all’artista si perdona qual-siasi peccato se fa il giullare, ma se vuolfare il cittadino lo si condanna al silenzio.

La situazione non è cambiata oggi ela società pretende che ognuno esercitiil suo ruolo senza dar fastidio, intenden-do che la gestione della politica deveessere appannaggio della gerarchia co-me la salvezza era un tempo legata algiudizio della Chiesa e non al perdono ealla misericordia che ci ha assicuratoCristo in croce.

Tutti i cristani sono chiamati, anchein politica, ad occuparsi delle cose delmondo. Lo sanno far bene, anche megliodei preti che talvolta non se ne rendonoconto ed entrano trionfalmente nei po-teri della gestione pubblica forti di unosbandierato potere morale e chiarezzaintellettuale.

Qui verrebbe buono il pensiero deiPadri della Chiesa che si sentivano deinani e tuttavia, issati sulle spalle di chi liaveva preceduti, potevan ergersi comegiganti. Anche per essere buoni laici ecristiani bisogna chiedersi seriamente sesiamo giganti veri o nani da farsa, senzadimenticarci che per andare avanti il gi-gante si deve issare sulle spalle di un al-tro per vedere più lontano anche lui.

Come si fa ad essereun buon laico?

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.16 Incontri nº 312

Ideali e Religione

YouTube ha rappre-sentato una mi-niera per la comu-

nità non-profit, perché ha da-to la possibilità di diffondereogni video immediatamente ein tutto il mondo, afferma ilproduttore Colin Mason.

Mason, direttore di produ-zione mediatica del Popula-tion Research Institute (PRI)di Front Royal, in Virginia, haparlato a ZENIT del successoche l’organizzazione ha ri-scosso nell’utilizzare questomezzo per la diffusione delmessaggio cattolico.

Il PRI ha lanciato il suoprimo video a giugno per pre-sentare il suo lavoro e le sueattività di ricerca. La sua ef-ficacia ha portato a una nuovainiziativa chiamata “ViralVideo Campaign”.

Il primo video della campa-gna, un filmato pro-vita di 51secondi intitolato “The Hu-man Race” pone un quesito:“L’umanità sta procedendorapidamente verso il futuro.Ma dove stiamo andando?”.

“Abbiamo avuto un buonsuccesso con YouTube, che èstato responsabile di unabuona parte del traffico sulnostro sito web. La gente haespresso grande sostegno aivideo – per la loro qualità,il loro messaggio, ecc.”, hadetto Mason.

“Crediamo che questi vi-

deo brevi, energici, sianofondamentali nel promuo-vere la consapevolezza dellequestioni relative alla vitanella generazione di YouTube”, ha aggiunto.

“Inside Catholic”, ex “Crisis Magazine”, ha realizzatouno spot di 57 secondi suYouTube contenente un mes-saggio pro-vita, “The Baby inthe Box”.

Brian Saint-Paul, editore di“Inside Catholic”, affermache YouTube “fornisce sia unformato video stabile, visi-bile da chiunque, sia i mezziper diffondere il video a unvasto pubblico. Abbiamo a-vuto una grande risposta”,“e continuerà finché esisteràYouTube”.

“Tra trent’anni”, ha com-mentato Saint-Paul, “la gentepotrà ancora guardare e be-neficiare dei nostri video. E’una cosa splendida”.

Il Cardinale Justin Rigali,Arcivescovo di Philadelphia,è il primo porporato a usare ilnuovo mezzo per raggiungerei fedeli. Famose alcune sue ri-flessioni sul Vangelo inseriteYouTube durante la Quare-sima del 2007.

“Il primo video mandatodal Cardinale è stato unodei più visti su YouTube”, hadetto Donna Farrell, direttoreper le comunicazioni dell’Ar-cidiocesi di Philadelphia.

“La reazione alle sue ri-flessioni è stata sorprenden-te. Abbiamo avuto notizie digente di tutto il mondo, Aus-tralia, Filippine, Italia, emolti nell’Arcidiocesi di Phi-ladelphia, compreso un ra-gazzo che si è definito ‘unoskateboarder quindicenne”.

Visto il successo iniziale,sono stati inserite anche ome-lie, dichiarazioni per l’Arcidio-cesi e perfino l’apparizione delCardinal Rigali al Theologyon Tap, una iniziativa chepunta a far discutere di teolo-gia o di tematiche legate almondo ecclesiale in ambientirilassati come i pub.

“YouTube è un luogo incui la gente comunica su

Diffondere il messaggiocattolico attraverso YouTube

molteplici cose, e sicuramen-te, dal punto di vista dellaChiesa, abbiamo il desideriodi comunicare Cristo”, hadetto il Cardinal Rigali.“Abbiamo il messaggio delVangelo – l’edificante mes-saggio di Gesù, uno splen-dido messaggio di speranza,amore e fede”.

“La gente ama i media”,ha concluso Mason. “Amagli estratti e i video che laintrattengono nelle pause onel tempo libero. Se quindipossiamo utilizzare questopotere, il potere dei videobrevi, incisivi, possiamo ser-vircene per aumentare laconsapevolezza circa la no-stra causa”.

La Giornata Mondiale della Gio-ventù 2008, che la città australianadi Sydney accoglierà dal 15 al 20luglio prossimo ha mobilitato tuttoil continente per la preparazione,sia nelle regioni socialmente evo-lute sia in quelle meno sviluppate

I temi del grande incontromondiale sono quelli tipici di unasocietà moderna, come il seco-larismo oppure la lontananza ditanta parte dei giovani dallapratica religiosa.

Si spera la presenza di moltissimi giovani cheaderiscono in modo convinto e forte alla fede o che mani-festano una speciale fedeltà alla Giornata Mondiale dellaGioventù, avendo partecipato a diverse edizioni dellamedesima”. Vi sono varie iniziative di gemellaggio e di aiutofinanziario per i giovani delle parti più povere del mondoperché vi possano partecipare.

Per la preparazione dell’evento si ricorre anche ad annuncipubblici, alla predisposizione di programmi per pellegrini,all’opera di sensibilizzazione nelle scuole, ricordando che loscopo principale è quello dell’evangelizzazione”. La Giornata,del resto, è considerata “uno degli eventi più importanti nellastoria dell’Australia. Sta crescendo l’interesse per la visitadel Papa Benedetto XVI, quale evento di particolare grazia”.

GMG 2008

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.18 Incontri nº 312

Abbiamo avuto il piacere diavere l´opportunitá di unaintervista lampo con la Ono-

revole Mariza Bafile, la nostra rap-presentante nel Parlamento italiano.Ne riportiamo succintamente i puntisalienti.

- Per la prima volta gli italiani al-l’estero hanno avuto la possibilitá dientrare da protagonisti nel Parlamento

oltre il difficile mestiere della politicaitaliano. Una tua valutazione di questaesperienza?

- Credo che la legge che ha per-messo agli italiani all’estero l’ingressonel Parlamento italiano sia stata unasvolta storica, epocale.

Naturalmente, come tutte le svoltetanto significative, ha bisogno ditempo per essere assorbita. Non è statofacile; alcuni partiti ci hanno attaccato

duramente; gli altri ci scrutavano conuna curiositá che consideravo ugual-mente mortificante.

- Atteggiamenti che, secondo te,possono cambiare? E come?

- Certamente. Cambieranno, piano,piano, come tutti i cambiamenti im-portanti.

Ma chi crede nelle potenzialità diquesto diritto al voto deve lavoraremolto perché le due Italie, attraversoil voto, si incontrino davvero. Come?Posso descrivere un po’ la mia espe-rienza.

Ho capito dal primo giorno che perguadagnarmi non un seggio ma unposto vero all’interno della Camera deiDeputati dovevo lavorare più e megliodei colleghi italiani. E´quello che hofatto.

Sapevo che partivo svantaggiatarispetto agli altri per tre ragioni: es-sere donna, essere emigrante ed esseresudamericana. Poco a poco ho percepi-to il rispetto degli altri parlamentari edei funzionari. Alla fine di questa bre-vissima legislatura sono stata la de-putata segretario di presidenza che hafatto piú iniziative.

- Quali, per esempio?...

- Ce ne sarebbe una sfilza , se si vo-lesse proprio elencare tutte le iniziativein cui sono stata coinvolta e spessoprotagonista, ma forse non potrebberointeressare un granché. Ho presiedutoa moltissime sedute in diverse commis-sioni parlamentari, per esempio, sulproblema mondiale dell´AIDS; sui di-ritti umani dei prigionieri nelle carcerisudamericane, incluso il Venezuela; hopresentato in anteprima il documen-tale “Bellissime”, storia del ́ 900 attra-verso le donne, portato poi nelle scuolein Italia e presto vorrei portarlo allescuole italiane in V enezuela; ho par-tecipato ai lavori del Gruppo Parla-mentare Amici del Venezuela, sia inItalia che in Venezuela... Si potrebbecontinuare a non finire, ma fermiamociqui.

- E il tempo per il lavoro in aula e incommissione?

- Questo è il nostro dovere più serioe fondamentale a cui mi sono dedicata

On.leMariza BafileOn.leMariza Bafile

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19 Incontri nº 312 .

fedelmente. Basti pensare che ho unapercentuale di assenze in aula di soloil 4,5 per cento. Due deputati dell’A-merica Meridionale, sono stati assentirispettivamente, uno 58,62 per cento el´altro 63,05 per cento.

Mostrare serietà e partecipazione inaula e in commissione anche per quan-to riguarda le tematiche italiane é statoessenziale sotto vari punti di vista.

Innanzitutto per imparare il piùpossibile, per afferrare i meccanismi diquesta grande macchina. In secondoluogo per far capire a tutti che noi, ita-liani all’estero, abbiamo la prepara-zione e la serietà sufficienti per occu-pare uno scranno in Parlamento. Dimo-strando, cosí, che possiamo essere unavera ricchezza per l’Italia.

- Quali sono le battaglie per le qualiti sei impegnata maggiormente? Qualiconsideri i tuoi successi e quali le tuefrustrazioni?

- Come ho promesso in campagnaelettorale e seguendo l’impegno che haanimato tutto il mio lavoro giornali-stico, ho dato assoluta priorità alleproblematiche dei piú deboli, i nostrianziani meno fortunati, quelli che nonhanno accesso nelle “stanze del po-tere”. Sappiamo che molti di loro nonpossono andare da un medico, nonhanno accesso alle medicine e spessonon hanno da mangiare. Innanzituttoho messo l’accento sul problema sa-nitario.

Praticamente in tutto il Sud Americala sanitá pubblica é carente e quellaprivata carissima. Ho contato sullasensibilità del Vice-Ministro per gliitaliani nel mondo Franco Danieli cheha elaborato un piano di assicurazioniper garantire l’accesso alla sanità atutti gli italiani. In alcuni paesi il pro-getto è andato avanti speditamente, inaltri ha incontrato alcuni problemi chesi vanno risolvendo.

Ma la cosa più importante é chefinalmente l’Italia ha capito che biso-gna rimediare alle carenze sanitariedei nostri connazionali e trovare vieper garantire ai nostri anziani biso-gnosi le cure a cui hanno diritto.

In Venezuela il progetto sta proce-dendo molto bene, grazie ad un accordocon Rescarven che permette anche adaltri italiani non indigenti di usufruiredei prezzi ragionevoli.

Seconda battaglia in questo sensoé stata quella per ottenere l’assegnodi solidarietà. Sono riuscita a creareuna sensibilizzazione trasversale cheha permesso l’approvazione del rela-tivo progetto di legge da parte di tuttele commissioni. In due mesi avremmoavuto la definitiva approvazione dellalegge. La sua interruzione, dovuta allacaduta del governo, è tra le cose chemaggiormente mi amareggia. In consi-derazione della quasi approvazionedella legge il viceMinistro Danieli hadeciso di avviarla in via sperimentaleutilizzando l’aumento dei fondi perl’assistenza decisi in Finanziaria epresto i nostri anziani riceveranno par-te di questo aiuto per diritto e senzadoverlo chiedere.

Tra le frustrazioni anche quella cheriguarda la legge della cittadinanza,altro progetto giá avviato che sarebbestato approvato entro l’anno e che a-vrebbe permesso il riacquisto a chi l’hapersa per ragioni di lavoro e alle don-ne di trasmetterla anche ai figli natiprima del ’48.

- Quali i progetti qualora venissirieletta?

- In primis natural-mente lottare per portarea conclusione rapidamen-te queste leggi già avvia-te, quella per l’assegno disolidarietà e quella per ilriacquisto della cittadi-nanza. Lavorare poi perun miglior funzionamentodei Consolati e per un piùcapillare insegnamentodella lingua italiana dan-do giusto spazio e ricono-scimento ai docenti lo-cali.In seguito vorrei de-dicarmi ai giovani, alledonne, agli imprenditorie ai professionisti. Per igiovani avevo già avviatocontatti con varie Univer-sità per favorire le doppielauree, un cammino perevitare i problemi dei ri-conoscimenti dei titoli distudio, e per favorire corsidi formazione professio-nale.

Per le donne presen-terò il progetto per un

Osservatorio delle donne italiane nelmondo e riprenderò quello di un in-contro tra donne imprenditrici italianee sudamericane che, se non fosse cadu-to il Governo, avremmo realizzato amaggio sia a Napoli che a Udine. In-somma mi piacerebbe riprendere ilcammino interrotto perché credo checi sia davvero molto da fare. Il voto èuna grande opportunità di parteci-pazione e di crescita. Ma sappiamo be-ne che per raggiungere le mete piùambite e difficili, bisogna impegnarsi,dare il meglio di noi stessi. Io ci credoe, se mi sarà data l’opportunità, conti-nuerò ad andare avanti con lo stessoimpegno dimostrato fino ad oggi, pertutti i miei connazionali, indipen-dentemente dai colori politici e daipaesi in cui vivono.

Grazie, Onorevole Mariza, per tenerei nostri lettori aggiornati e per portarealla nostra conoscenza il Suo lavoro chechiaramente rivela il Suo forte impegnonel difendere i nostri diritti.

Seguiremo con attenzione le Suebattaglie e insieme ne celebreremo levittorie.

Protagonisti

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.20 Incontri nº 312

Giovanni Agnelli detto Gianni,meglio conosciuto come“l’Avvocato”, per molti anni

il vero e proprio emblema del capitalismoitaliano, nasce a Torino il 12 marzo 1921.

I genitori lo chiamano con il nomedel suo mitico nonno, il fondatore dellaFiat, quella “Fabbrica Italiana Automo-bili Torino” che lo stesso Gianni porteràai suoi massimi fulgori dopo gli annipassati come apprendistato, in qualitàdi vicepresidente, all’ombra di VittorioValletta, altra grande figura managerialeche ha saputo guidare l’azienda torinesecon sagacia ed eccellenza dopo la scom-parsa del fondatore avvenuta nel 1945.

Valletta aveva posto delle basi soli-dissime per la crescita della Fiat (favo-rendo l’immigrazione dal Mezzogiornoe conducendo con pugno di ferro le trat-tative con i sindacati), in un’Italia uscitaprovata e martoriata dall’esperienzadella Seconda Guerra Mondiale.

Grazie al boom economico e al rapidosviluppo, poi, gli italiani poterono per-mettersi i prodotti sfornati dalla casatorinese, che vanno da celebri scootercome la Lambretta ad altrettanto indi-menticate autovetture come la Seicento,

facendo della Fiat un marchio diffu-sissimo.

L’entrata di Gianni Agnelli nella stan-za dei bottoni, quella che gli conferirà ilpotere assoluto, è datata 1966, quandogli viene finalmente conferito l’incaricodi Presidente.

Da quel momento in poi permolti, Agnelli è stato il vero mo-narca italiano, quello che nel-l’immaginario collettivo ha fattole veci della famiglia reale esilia-ta da un decreto costituzionale.

Ma la conduzione Agnellinon si rivelerà per nulla facile.Anzi, a differenza dei suoi pre-decessori, l’Avvocato si troveràad affrontare quello che forse èstato il momento più difficile inassoluto per il capitalismo ita-liano, quello contrassegnatodalla contestazione studente-sca prima e delle lotte operaiepoi, fomentate e incentivate inmodo virulento dall’esplosionerivoluzionaria.

Sono gli anni in cui si susse-guono i cosiddetti “autunni cal-di”, un ribollire di scioperi e di

picchetti che mettono in grave difficoltàla produzione industriale e la competi-tività della Fiat.

Agnelli, però, ha dalla sua parte uncarattere forte e comprensivo, tendentealla mediazione delle parte sociali e allaricomposizione delle contraddizioni:tutti elementi che gli permettono una ge-stione lungimirante e ottimale delle con-testazioni, evitando di esasperare gliscontri. In mezzo a tutte queste difficoltàriesce dunque a traccheggiare la Fiatverso porti dalle acque tutto sommatosicure.

I risultati sono sotto gli occhi di tuttie dal 1974 al 1976 è eletto a gran vocePresidente della Confindustria, in nomedi una guida che gli industriali voglionosicura e autorevole. Anche questa volta,il suo nome è visto come garanzia di e-quilibrio e di conciliazione, alla luce dellaingarbugliata situazione politica italiana,simbolo evidente delle più clamorosecontraddizioni. Unico fra i paesi europei,nella penisola si stava consumando ilcosiddetto “compromesso storico”,ossia quella specie di accordo bifronteche vedeva alleati il partito cattolico pereccellenza, quindi visceralmente antico-munista, come la Democrazia cristiana eil Partito Comunista Italiano, portavocedel socialismo reale e dell’alleanza idealecon la Russia (sebbene criticata e per

Giovanni Agnelli,l’Avvocato

Ritratto di Gianni Agnelli su fondoazzurro in una serigrafia a olio sutela opera di Andy Warhol del 1972

Gianni Agnellicon, alle spalle, i ritrattidel nonno e di Valletta.

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21 Incontri nº 312 .

Protagonisti

certi versi ripudiata).A corollario di questo quadro già

incerto, vanno annoverate anche altreemergenze interne ed esterne di tuttorilievo, come l’endemica crisi economicae il sempre più articolato e incisivo ter-

rorismo rosso di quegli anni, un movi-mento rivoluzionario che traeva forza daun certo consenso non così poco diffu-so. Ovvio dunque che il “metodo Val-letta” fosse ormai inconcepibile. Impos-sibile fare la voce grossa con il sindaca-to, nè era ormai pensabile usare quel“pugno di ferro” con cui il managersuccessore di Giovanni Agnelli era noto.Serviva invece un lavoro di concerta-zione tra governo, sindacati e confindu-stria: i responsabili di queste tre forze,saggiamente, sposeranno questa linea“morbida”.

Ma la crisi economica, malgrado lebuone intenzioni, non lascia scampo. Leferree leggi del mercato piegano le buo-ne intenzioni e, alla fine degli anni ’70, laFiat si trova nel bel mezzo di una terribiletempesta. In Italia imperversa una fortis-sima crisi, la produttività cala spavento-

samente e i tagli all’occupazione sonoalle porte. Discorso che vale per tutti enon solo per la Fiat, solo che quest’ul-tima è un colosso e quando si muove, inquesto caso negativamente, mette pau-ra. Per fronteggiare l’emergenza si parla

di qualcosa come quattor-dicimila licenziamenti, unvero e proprio terremoto so-ciale, se realizzato. Si apredunque una dura fase discontro sindacale, forse ilpiù caldo dal dopoguerra,passato alla storia grazie a

tatamente, i quadri della Fiat scendonoin piazza contro il sindacato (caso unicodi tutta la storia legata agli scioperi).

La Fiat, sotto pressione, rinuncia ailicenziamenti e mette in cassa integra-zione ventitremila dipendenti. Per il sin-dacato e la sinistra italiana è una sconfit-ta storica. Per la Fiat è una svolta decisi-va. L’azienda torinese è pronta dunquea ripartire di slancio e su nuove basi.

Agnelli, affiancato da Cesare Romiti,rilancia la Fiat in campo internazionalee, in pochi anni, la trasforma in una hold-ing con interessi assai differenziati, chenon si limitano più al solo settore del-l’auto (in cui fra l’altro aveva ormai as-sorbito anche l’Alfa Romeo e la Ferrari),ma vanno dall’editoria alle assicurazioni.

La scelta, al momento, risulta vincentee gli anni ’80 si rivelano fra i più riuscitidi tutta la storia aziendale. Agnelli si con-solida sempre di più come il re virtualed’Italia. I suo vezzi, i suoi nobili tic ven-gono assunti come modelli di stile, comegaranzia di raffinatezza: a cominciare dalcelebre orologio sopra il polsino, finoall’imitatissima erre moscia e alle scarpescamosciate.

Intervistato dalle riviste di mezzo

record assoluti comeil famoso sciopero dei35 giorni. Fulcro dellaprotesta diventano icancelli dei nevralgicistabilimenti di Mira-fiori. La trattativa è inmano completamentealla sinistra, che ege-monizza lo scontro, maa sorpresa il segretariodel Partito comunistaEnrico Berlinguer pro-mette il sostegno delPci in caso di occupa-zione delle fabbriche.

Il braccio di ferro siconclude il 14 otto-bre, con la “marcia deiquarantamila” quan-do, del tutto inaspet-

Da bambino su una piccolaauto-giocattolo Bugatti.

Il lanciodelbouqueteseguitodaMarelladopo lenozze conGianniAgnelli.

Agnelliduranteuna vi-sita del-la Regi-na Eli-sabetta aRoma.

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.22 Incontri nº 312

Protagonisti

mondo, si può permettere giudizi ta-glienti, a volte solo affettuosamente iro-nici, su tutti, dai politici in carica, agliamati giocatori dell’altrettanto amataJuventus, la passione parallela di unavita (dopo la Fiat, si capisce); squadradi cui, curiosamente, ha l’abitudine diguardare prevalentemente un solo tem-po, il primo.

Nel 1991 è nominato senatore a vitada Francesco Cossiga mentre, nel 1996passa la mano a Cesare Romiti (rimastoin carica fino al 1999).

E’ poi la volta di Paolo Fresco presi-dente e del ventiduenne John Elkann(nipote di Gianni) consigliere d’ammini-strazione, succeduto all’altro nipote,Giovannino (figlio di Umberto e Presi-dente Fiat in pectore), scomparso prema-turamente in modo drammatico per untumore al cervello. Brillante e assai ca-pace, doveva essere lui la futura guidadell’impero Fiat. La sua morte ha scon-volto non poco non solo lo stesso Av-vocato, ma tutti i piani di successionedell’immensa azienda familiare.

In seguito, un altro grave lutto colpiràil già provato Avvocato, il suicidio delquarantaseienne figlio Edoardo, vittimadi un dramma personale in cui forse simescolano (stabilito che è sempre im-possibile calarsi nella psiche altrui), crisiesistenziali e difficoltà a riconoscersicome un Agnelli a tutti gli affetti, con glionori ma anche gli oneri che questocomporta.

Il 24 gennaio 2003 Gianni Agnelli,dopo una lunga malattia si spegne. La

incoronato definitivamente Gianni A-gnelli come il vero monarca italiano.

Ora, a cinque anni dalla scomparsadi Gianni Agnelli, è stata inaugurata alVittoriano di Roma una grande mostrafotografica a cura di Marcello Sorgi: "Ilsecolo dell'Avvocato. Gianni Agnelli,una vita straordinaria".

250 scatti realizzati dai maggiori foto-grafi italiani e internazionali, oltre chedagli archivi storici di Fiat e "La Stampa"

e da quello di Vito Liverani, ripercorronola sua vita, un'esistenza strettamenteintrecciata con i grandi avvenimentistorici.

“La mostra ripercorre una vita pie-na, avventurosa, dalla lunga presiden-za della Fiat al ruolo di interlocutorecon i governi internazionali fino allaconquista di un ruolo istituzionale conla nomina a Senatore”.

"Gianni Agnelli pensava che l'Italiadovesse adeguarsi alla sfida della glo-balizzazione - ha spiegato MarcelloSorgi - amava profondamente il suoPaese, ma non riusciva a capacitarsiperché l'Italia viaggiasse sempre conpasso più lento rispetto agli altri".

Al contrario, l'Avvocato si mostravasempre in anticipo sui tempi.

Un uomo alto tra bassi, magro tra

grassi, elegante, carismatico che, in pa-recchi momenti della sua vita, ha rap-presentato l’Italia più e meglio di moltileader politici e di governo.

Lo hanno chiamato in mille modi aseconda dei ruoli svolti nella sua intensaesistenza. Per molti è stato il sovranoche ha regnato sull’ultimo grandeimpero industriale privato italiano.

Per tutti è stato e sarà sempre l’Av-vocato.

L’Avvocato con lanuova generazione:i nipoti Lapoe John Elkann.

Gruppo di famiglia con Marella. Egon Furstenberg, le sorelle Clarae Susanna, il nipote Edoardo Teodorani Fabbri, il figlio Edoardo

e il conte Giovanni Nuvoletti, marito di Clara.

camera ardente vieneallestita nella pinaco-teca del Lingotto, se-condo il cerimoniale delSenato, mentre i funeralisi svolgono nel Duomodi Torino in forma uf-ficiale e trasmessi indiretta da Rai Uno.

Seguiti con commo-zione da un enorme fol-la, le cerimonie hanno

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23 Incontri nº 312 . 23 Incontri nº 311 .

Protagonisti

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.24 Incontri nº 312

- Dove trova tanto ottimismo per lavita, nonostante anche Lei abbia avuto isuoi momenti difficili.

- Sono stata sempre una personamolto positiva, provo a risolvere dasola i miei problemi e spesso ci riesco.

- Chi le ha insegnato tanta gentilezzaverso gli altri? I connazionali sonospesso un po’ crudi ...

- Devo molto ai miei genitori che

hanno trasmesso ai figli parte dellaloro grande educazione e formazione.Sono loro il nostro riferimento.

Ci hanno insegnato anche l’amore

Rosita Di GeronimoAlcune persone hanno il dono di moltiplicarsi quando chiama la solidarietà.

E cosí Rosita la si ritrova in ogni iniziativa benefica della nostra collettività. Nonesita ad occupare la sedia di presidenza delle nostre associazioni quando c’èbisogno di rimettere in moto l’entusiasmo nei momenti di crisi.

La sua voglia di fare è contagiosa e sa sempre vedere le opportunità quandoper gli altri le strade sembrano senza uscita.

Rosita non dice mai di no. Accetta subito le sfide iniziando il dialogo con unaccattivante “Parliamone!” Non esita a lanciare le sue idee e progetti persino alPresidente della Repubblica; lo ha fatto con un tono simpatico e confidenzialeriscuotendo la geneale simpatia in una riunione ufficiale al Palazzo Presidenziale.Presentate da lei le cause giuste diventano improrogabili.

La Rivista Incontri le ha rivolto alcune domande per illustrare le attività chetutti conoscono e soprattutto per capire in che modo Rosita riesce a convinceree qual’ è il suo segreto per trascinare gli amici a collaborare nelle iniziative afavore dei nostri connazionali.

una fatinache apparesempreal momentogiusto

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25 Incontri nº 312 .

verso il prossimo ed ho imparato dasola la solidarietà frequentando i nostriemigranti e conoscendo le loro soffe-renze.

- Tutti conoscono Rosita per il suosorriso e per la sua eleganza che nonmette a disagio, anzi fa sentire impor-tanti i suoi amici e interlocutori e que-sta sembra nobiltá naturale.

- Il sorriso è un dono naturale e spon-taneo. L’eleganza è un dono di natura.Chi ha rispetto di se stesso lo ha ancheper gli altri.

La nostra collettività merita moltorispetto e anche un grazie per l’affetttoche mi dimostrano.

- Che consiglio darebbe alle amicheche non trovano tempo da dedicare alloro prossimo?

- Quando si è sensibili e si è attenti

agli altri il tempo si trova, a costo ditralasciare i propri impegni.

L’attenzione per il prossimo non èmai una perdita di tempo e si riceve

sempre molto quando si semina un po’di affetto per gli altri.

- La vita non è sempre stata generosacon Lei. Cosa le reclama più di tutto?

- Sono cosciente che non si può

avere tutto dalla vita e con l’avanzaredell’età si impara ad apprezzare ciòche si ha e a limitare i tanti desideri.

Nonostante il colpo al cuore ricevutoper la scomparsa di mio marito, ringra-zio Iddio per la salute che continua adarmi con molta vitalità.

- Perché alcune delle nostre istitu-zioni mostrano segni di declino?

Segno dei tempi nuovi o stanchezzadi chi le governa?

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.26 Incontri nº 312

- Il segno di declino dimostra unasola cosa: mancano i leader e chi si do-vrebbe assumere la responsabilità diaffrontare le nuove sfide dei tempi.

- Sono pronti i giovani a portareavanti la barca?

- Il mondo è dei giovani, ne sonosicura perché sono loro che hanno aportata di mano la tecnologia perportare avanti qualsiasi idea e pro-getto. Bisogna solo motivarli e dareloro fiducia,

Lo sperimento nelle istituzioni epersino nelle nostre, ad esempio nellaGiunta Direttiva della Casa di Siciliadove dalla Presidenza vedo le difficoltàa portare avanti iniziative che untempo venivan naturali.

- Quando si tratta di aiutare gli ita-liani lei non dice mai di no, qualcunoperò resta a guardare dalla finestra.

- Quando mi chiedono aiuto sonopronta a dare una mano secondo lamia possibilità. Se si sta alla finestranon si vede più di tanto.

- Lei dà l´impressione di una per-

sona felice. Qual è il suo segreto peresserlo?

- Sì, sono felice. Non è difficile, bastaessere a posto con la coscienza, conDio e con gli uomini.

- Qual’ è il Santo o la Santa a cui è

piú devota?

- Mi piace parlare con Dio, poi conla Madonna e qualche santo come SanFrancesco di Paola; sento che miproteggono e mi danno anche qualcherisposta alle mie domande.

- Se Lei fosse un Ministro respon-sabile della sicurezza e tranquillità dei

cittadini cosa direbbe?

-Avrei da dire tante cose ma mi limitoa dire che l’uomo sicuro è quello checoltiva i valori della famiglia ed educai propri figli alla morale e alla giu-stizia ...

- Il Venezuela è ancora un Paese dicui ci si può innamorare?

- Ho fiducia nel Venezuela. I tempisono difficili ma in Sicilia si dice: “Tem-po e mal tempo non dura tutto il tem-po”.

Grazie, Rosita, per averci concesso ilpiacere di introdurci nella ricchezza dellatua vita intima.

Questa conversazione, cari lettori, piùche un´intervista formale è stata un in-teressante colloquio cuore a cuore conuna persona che apprezza il dono dellavita e lo gode per se stessa, per la suafamiglia e per tutti quelli che incontra,bisognosi, nel suo peregrinare della vitastessa.

Difatti, mentre ci scambiavamo lebattute, domanda e risposta, ho avutola chiara sensazione che Rosita stavaandando a risolvere un altro problema:allungava il passo e rispondeva drittaal punto e frettolosamente. Ero tentatoa chiederle: “che problema stai andan-do a risolvere stamattina?”.

Rosita era se stessa, e siamo contentidi aver potuto cogliere le sue “perle sa-pienziali” di una persona che dedica lasua vita al bene suo, della sua famiglia edella comunità che lei sente come la suafamiglia estesa.

P. Giuseppe Cogo

Con ungruppo diconnazionali,in lietacompagnia.

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.28 Incontri nº 312

Cultura, rassegne & tendenzeCultura, rassegne & tendenzeMostre

Il canto a tenore e l’opera dei pupi,zampogne e ciaramelle, ‘tanghiitaliani’ e poeti a braccio, ma an-

che degustazioni di prodotti enoga-stronomici tipici delle regioni italianesulle Terrazze dell’Ara Coeli, di fronte auna delle vedute più belle di Roma dal-l’alto. Questa è stata l’articolata propo-sta di “Ieri, oggi, domani. L’Italia delletradizioni”, programma di incontri,tavole rotonde, spettacoli, mostre, in-stallazioni e concerti per valorizzarel’immenso patrimonio delle tradizionipopolari italiane, al Complesso del Vit-toriano il 1, il 2 e il 3 febbraio.

“La scommessa dell’Italia ha an-ticipato la scommessa europea di es-sere uniti nelle diversità”, ha sottoli-neato il ministro per i Beni e le AttivitàCulturali Francesco Rutelli, presentan-do l’iniziativa nata a seguito della rati-fica, da parte del Parlamento italiano,della Convenzione Unesco del 2003 perla salvaguardia del patrimonio im-materiale.

“La nostra unità nazionale - haaggiunto - nasce proprio dalle diver-sità, ed è per questo che la tre giorni sisvolgerà al Vittoriano, rivalutato qua-le simbolo dell’Unità nazionale dalPresidente Ciampi, che inaugurò nel1999 una mostra dedicata alle regioniitaliane.

La promozione delle politiche di sal-

L’Italia delle tradizioni Rutelli: “La sfida del Mibac è la salvaguardia delle tradizioni popolari”

vaguardia delle tradizioni e diversitàculturali è la sfida del ministero per i BeniCulturali, di quello di oggi e di quelloche verrà domani.

Questo - ha aggiunto il ministro - èun messaggio di volontà politica e dideterminazione”.

Ricordando che “la cultura popola-re, definita anche ‘cultura minore ‘ odell’Italia ‘profonda’, è un baluardonon residuale, ma in grado di traman-dare i valori di un Paese pluralistico

La sagra del 1° maggio inonore di S.Efisio a Cagliari

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29 Incontri nº 312 .

Cultura, rassegne & tendenzeArte

fatto di diversità culturali”, il ministroRutelli ha presentato l’iniziativa, realiz-zata dal ministero per i Beni Culturali incollaborazione con l’Enit-Agenzia na-zionale del Turismo.

Il senso di “Ieri, oggi, domani. L’Italiadelle tradizioni” è, secondo il giornalistaVincenzo Mollica, quello di valorizzaretradizioni in grado, ancora oggi, “diraccontare quello che siamo e che, perfortuna, non abbiamo mai smesso di es-sere: tradizioni che scorrono nel no-stro sangue e che hanno resistito agliattacchi televisivi, generazione dopogenerazione”.

E’ stato proprio Vincenzo Mollica amoderare la tavola rotonda che ha aper-to la tre giorni al Vittoriano.

All’incontro sul tema “Conservazio-ne, valorizzazione e promozione delpatrimonio culturale immateriale: un

percorso da costrui-re”, introdotto dalsottosegretario diStato ai Beni Cultu-rali Danielle Maz-zonis, è seguita l’esi-bizione di artisti rap-presentativi della tra-dizione popolare, tracui il canto a tenoredel gruppo “Su Cun-sonu Santu Juannede Thiesi”, Paola Pi-tagora che ha inter-pretetato le poesie diPeppino Marotto e lospettacolo di PeppeBarra e AmbrogioSparagna.

Il 2 febbraio, il pro-gramma di “Ieri, og-gi, domani. L’Italiadelle tradizioni” èproseguito con il se-minario “Il livello na-zionale: un percorso da costruire” e ledue tavole rotonde dedicate ai temi “E-sperienze europee in ambito di patri-monio culturale immateriale” e “Stra-tegie e iniziative per il futuro”, ma anchemostre, installazioni, filmati e , in chiu-sura, il concerto di Angelo Branduardicon la “Lauda di Francesco” e altri brani

La Regata Storica nelCanal Grande a Venezia

tratti dal suo repertorio musicale. Granfinale, infine, il 3 febbraio, con lo spet-tacolo “Le tradizioni in festa” che hacoinvolto il Vittoriano tanto al suo in-terno quanto negli spazi all’esterno, conperformance di danza e musica delletradizioni italiane.

L’Infioratadi Genzano in

provincia di Romache si svolge in

commemorazionedel Corpus Domini

La Partita a Scacchi con le pedine viventi a Marostica in provincia di Vicenza

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.30 Incontri nº 312

Moda

Una settimana della moda“stellare”, come l’asteroide“Couturier” (sarto) che gra-

vita in orbita nel nostro sistema solare,quella che da poco ha chiuso i battentinegli spazi dell’Auditorium della Musicain occasione della dodicesima edizionedi ‘AltaRoma’.

Vetrina internazionale, forte di annidi lavoro alle spalle e di un mercato chequest’anno ha fatto registrare slanciinaspettati. Secondo dati Istat l’exportdi prodotti tessili, abbigliamento, cuoioe calzature registrato a Roma nei primi 9mesi del 2007 è stato caratterizzato da

un incremento del +7,5 % rispetto ad unesiguo +4,7% della media nazionale.

Tra i mercati consolidati spicca laforte crescita degli USA (+31%) e la fre-nata del Giappone (-13%). Non da menoanche le vendite verso i “mercati emer-genti” come la Federazione Russa(+117,0%), gli Emirati Arabi (+115,1%)e la Cina (+69%).

Assistiamo ad un processo di conso-lidamento delle 18.000 imprese di modache gravitano nel Lazio: il numero delleaziende si riduce lasciando il mercato arealtà sempre più solide e capaci di com-petere sui mercati internazionali.

A scandire le cinque giornate cheRoma dedica all’haute couture sono stati36 eventi, 29 sfilate, 1 proiezione, 3 per-formance, 1 workshop, 1 presentazionedi un libro, 5 stilisti provenienti daaltrettanti Paesi diversi (Libano, Pale-stina, Russia, Olanda, Repubblica Ceca),32 maison e 1 accademia della moda.

Spenti i riflettori su AltaRoma la neoeletta presidentessa Nicoletta Fioruccirilancia stimoli e progetti per la prossimaedizione, attesa per la prima decade diluglio.

“Sono convinta che occorra puntaresulla qualità, su regole più rigide e suuna migliore valorizzazione dellescuole di moda” spiega la Fiorucci cheribadisce l’equilibrio con la kermessemilanese e la necessità di stringere ac-cordi con la Festa del cinema .

“Con Milano non c’è alcuna compe-tizione, è il nostro orgoglio, se non cifosse non ci sarebbe neanche Roma.

La moda italiana è nata grazie alcinema. Il cinema è la comunicazioneper eccellenza del costume e della mo-da.

Speriamo di trovare un accordo conil presidente della Fondazione dellaFesta del Cinema per dare il via ad unacollaborazione con AltaRoma”.

Stelle del firmamento Haute Couturea Roma sono state griffe storiche comeSarli, Gattinoni, Curiel, Balestra, Ferrerae Bona ma anche giovani italiani estranieri che faranno parlare di loro comeil milanese Albino, il libanese Arsouni ela quindicenne russa Plastinina.Ad ‘AltaRoma’, giro

del mondo in 32 griffe

Cultura, rassegne & tendenze

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31 Incontri nº 312 .

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.32 Incontri nº 312

è anche “Il Rio Mag-giore”, quadro di Te-lemaco Signorini e-

sposto per la prima volta, nellagrande mostra che riporta i Mac-chiaioli a Roma a cinquanta annidalla rassegna della Galleria Na-zionale d’Arte Moderna.

“I Macchiaioli. Sentimentodel vero”, curata da FrancescaDini per la Fondazione Biche-rasio Torino, si presenta così ul-teriormente arricchita per ilChiostro del Bramante aggiun-gendo capolavori quali “La

“Sulle colline a Settignano”olio su tela dipinto daTelemaco Signorininel 1885-1890

I Macchiaiolitornano al Chiostro

del Bramante, Romascolarina” di Giovanni Fattori e “Carro ebovi nella Maremma toscana” di GiuseppeAbbati al percorso espositivo compostoda oltre cento opere. Realizzata in colla-borazione con la Galleria d’arte modernadi Palazzo Pitti la mostra rappresentaun’occasione unica per la cospicua pre-senza di opere difficilmente accessibili,che consentono inediti accostamentiillustrando le molteplici sfaccettature diuna pittura originale e rivoluzionaria.

Otto le sezioni che raccontano la storiae l’evoluzione di una delle più originaliavanguardie di metà Ottocento, quellapropria di quei pittori progressisti che,convenuti a Firenze da diversi luoghi dellapenisola, nel 1856 si costituirono ingruppo di lavoro. Ad aprire la mostra, unapanoramica sullo strumento ed emblemadel movimento dei realisti toscani, la“macchia”, indagata attraverso i capo-lavori di Telemaco Signorini, Serafino DeTivoli, Vito D’Ancona, Giovanni Fattori,Raffaello Sernesi, Vincenzo Cabianca. Sipassa poi a quello che rappresentò ilmomento più poetico della storia deiMacchiaioli, gli anni Sessanta e il nuovomodo di rapportarsi al paesaggio, e aglisplendidi dipinti di Fattori, Borrani,

C’

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33 Incontri nº 312 .

Abbati e Lega, esemplificatividella sublimazione del tema dellavoro e della vita quotidianaitaliana, temi cari a questi pittori.

Grande spazio è riservato al-l’opera “Ave Maria” di Fattori,per la sua testimonianza di aper-tura verso le influenze interna-zionali, e alla seconda gene-

razione di “Macchiaioli” che approda, dopo il 1870, ad un farepiù narrativo, come dimostrano le opere di Francesco Gioli,Niccolò Cannicci, Egisto Ferroni. A partire dagli anni Ottantai capiscuola macchiaioli, pur rimanendo fedeli ai temi precipuidel Realismo, tendono a sviluppare percorsi individuali: Fattoriesprimendo il sentimento di appartenenza alla civiltà della suaterra; Signorini privilegiando le case e i volti di Riomaggiore;Lega accentuando la spiritualità delle donne del Gabbro. E’attraverso questi tre grandi maestri che l’eredità dei Macchiaiolisi consegna al Novecento.

“Carro e bovi nella Maremma toscana”, olio su tela dipinto da Giuseppe Abbati

“Alpiano-forte” oliosu tavoladipintoda VitoD’Anconanel 1873

Cultura, rassegne & tendenzeArte

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.34 Incontri nº 312

Cultura, rassegne & tendenzeTeatro

.34 Incontri nº 311

Como regalo de Na- vidad el joven di- rector caraqueño

Juan Carlos Souki (en unapequeña paréntesis de su es-tadía en New York) nos ofre-ció uno de los más hermososespectáculos para toda la fa-milia: “El Cascanueces Fla-menco” en el Teatro del Co-

legio Santa Rosa de Lima de Caracas.El tradicional cascanueces vibró al ritmo flamenco gracias

a su director, quien agregó al variopinto espectáculo navideñocastañuelas, música española en vivo y esa ancestral fuerzaandaluza que convirtió a las bailaoras en gráciles pájaros sobreel escenario.

La historia de Navidad del clá-sico literario de Ernst Theodor Ama-deus Hoffmann, adquirió nuevavida al ritmo de las palmas y de reco-nocidos actores de nuestra tele-visión. El cuento, que narra la his-toria de Clara, en la fotografia deRoland Streuli con la actriz JulieRestifo, una niña que en vísperasde la Navidad recibe como regaloun cascanueces – un soldado demadera que sirve para romper nue-ces-, y que cautiva todos los di-ciembres a los espectadores delmundo, quienes vuelven a sentirseniños con el clásico representadopor las compañías de ballet más reconocidas.

En el “Cascanueces Flamenco” cobra una nueva dimensiónel onírico relato, gracias a la incorporación de la músicatradicional española.

Juan Carlos Souki habla con detalle del equipo que participóen esta creativa experiencia musical; propuesta en la cualrompen el vidrio que podría existir entre una bailarina clásicay la audiencia: “El proyecto es el resultado de cuatro añosde conversaciones con María Graciela González, de ella esla idea original, quien es bailarina de flamenco. Nos sen-tamos a trabajar, me pareció una idea apasionante yempezamos a armar la estructura del guión y el equipo degente para cada renglón especifico. En el área musicalestuvo Pedro Chacón, quien es musicólogo, compositor yguitarrista flamenco. Y por el lado de las adaptacionesmusicales estuvo Xavier Losada, quien es un jóven composi-tor de música experimental. Ambos crearon un equilibriointeresante. La historia original en sí es un tema delicado.El Cascanueces viene de un clásico literario que se llama“El Cascanueces y el Rey de los ratones” (1816); Tchaikows-ky compone la música para el ballet (1890), pero la historia

para el ballet no es exactamente la historia de la novela.El espectáculo tiene unos 70 minutos de duración. El

cascanueces original está dividido en dos actos y este entres: El primer acto es hiperrealista, la fiesta de Navidad dela familia Stahlbaum donde se entregan los regalos, conactores que se ven de verdad, todo muy natural y se balantres piezas flamencas. En el segundo acto, cuando inicia elsueño de Clara, es cuando se introducen los códigos quetrabajamos. Hay una escena muy fuerte, que es la pelea dede los soldados y los ratones, y en ese momento Clara quedadel mismo tamaño del cascanueces. El tercer acto es lavuelta al mundo y es el más flamenco, hay mucha danza y nohay textos: es China, Rusia, Arabia, Venecia, pero es fusiónde flamenco con música de cada uno de esos Paises.”.

El espectáculo estuvo conformado por cinco compañías:una infantil de baile, una juvenil,una profesional, una de actoresque incluyó protagonistas y figu-rantes y una compañía de músicos.

Entre los actores invitados estu-vo Antonio Delli y Javier Vidal (re-presentaron al papa de Clara y elJuez Stahlbaum, respectivamente),Julie Restito e Indira Leal (en losroles de la mamá de Clara y la Sra.Stahlbaum), Deivi Garcés (el prin-cipe), Giovanni Reali (el padrinoDrosselmeier) y la bailaora flamen-ca Daniela Tugues (hada de azúcar)entre otros.

“Me encantan los musicales,trabajé en espectáculos donde

había partes musicales pero no con música en vivo. El pa-dre de Clara es un personaje precioso, es noble, de buenasmaneras, de las familias modelo, clásicas con todos losvalores” señala el actor Antonio Delli.“Yo había participadocon anterioridad en la versión clásica del ballet, pero en elrol de papá de Clara. Aho-ra mi personaje es el padri-no Drosselmeier y siempreestá presente, porque esquien le regala a Clara elmuñeco Cascanueces. Meparece interesantísimoque hayan aflamencado aTchaikovsy y en Venezuela,pues el flamenco tiene mu-cho público… por esto gus-tó mucho” agrega Gio-vanni Reali.

AlessandroD’Alessandro Galassi

“El Cascanueces Flamenco” de Juan Carlos Souki

Fotografia de Juan Carlos Souki

Julie Restifocon ‘Clara’.

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35 Incontri nº 312 .

Con el nombre de “Como gus-téis” nos encontramoscon el último trabajo dirigido

a todos los públicos que nos presentaXiomara Moreno Producciones para ce-lebrar su XV aniversario de actividadesininterrumpidas sobre la ingeniosa co-media de William Shakespeare enversión y dirección de Javier Morenoen los espacios de Teatro Trasnocho.

En inglés, As You Like It es una obracómica escrita por el gran dramaturgobritánico, hacia 1599, es la octava de die-ciocho comedias siguiendo un ordencronológico de las que escribió Sha-kespeare.

Es considerada pormuchos críticos comouna de sus comediasmás maduras y tra-bajadas en la que seconvergen elementosclásicos del género.Forma parte de la con-vención pastoril e in-corpora, de esta forma,muchos de sus rasgoscaracterísticos: la na-turaleza opuesta a lacorte, personajes dis-frazados, el abordajede la cuestión amo-rosa, el juego de iden-tidades, y el descubri-miento personal me-diante la pérdida y larecuperación.

El espectáculo sorprendió por susentido lúdico y por su pícara interpre-tación de la obra original; logro que se

gan al Bosque de Arden; una, dis-frazada de hombre y la otra de campesina.Las acompaña el disoluto bufón Yesca.

Rosalinda se enamora del joven Or-lando, pero no le puede revelar su iden-tidad; mientras la campesina Febe, seenamora del supuesto hombre que esRosalinda. Desde aquí parten una seriede ingeniosos malentendidos, los cualesdeberán atravesar por entretenidos mo-mentos para ser superados.

Al respecto, nos dice el director yversionador Javier Moreno: “Como gus-téis abriga la certeza de que todo hade acabar bien, porque los interlo-cutores acceden a un intercambio con

debe a JavierMoreno, autorde la versión ydirector de esteprimer montajeque se hace enVenezuela de lamencionada o-bra.

Con doce actores en escena, “Comogustéis” relata los contratiempos deRosalinda y Celia, dos amigas que lle-

“Como gustéis”Jesús Vieiradurante suinterpretación.

35 Incontri nº 312 .

Cultura, rassegne & tendenzeTeatro

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.36 Incontri nº 312

Evangelizar a través de su Arte Sacro, esla labor que ha desarrollado el pintor yescultor venezolano Gustavo Martínez

Montiel en su sólida trayectoria que abarca másde 70 exposiciones tanto internacionales comonacionales, entre las que destacan: Los SantosPatronos de Caracas en la Fundación Banco In-dustrial de Venezuela; Bienal de Acuarela en elMuseo de Arte Moderno de Cuenca, Ecuador ;Fundación Rozas Botràn de Guatemala ; RoyalCollege of Art de Londres ; II Salón SoroptimistInternacional donde obtuvo el Primer Premio dePintura ; Platos por la Vida en la Galería Freites ;Galería Aguilar de Palma de Mallorca, y Agrupaciónde Acuarelistas de Cataluña en Barcelona, España.

Su obra, representada en importantes colec-ciones de Venezuela y del exterior, está impregnadade la religiosidad de su creador ,quien inspiradopor San J. María Escrivá de Balaguer, santifica sutrabajo profesional, en este caso a través del Arte.

Facto Delaféy las Floresazules

Marc Barrachina en las voces y los sintetizadores, Oscar

D’Aniello como vocalista yautor de las letras, y Helena Miguel en lavoz solista y coros, conforman este grupoque nos visitó desde Barcelona, Españael domingo 24 de febrero en el Centro Cul-tural Chacao (Sala Experimental) con unconcierto se caracterizó por la presenciade estructuras pop mezcladas con ritmoship hop.

Las letras de sus canciones mezclan ellirismo con el parafraseado típico delgenero, constituyéndose en uno de lospuntos fuertes del grupo. Su ritmo poseeun templo delicadamente tranquilizador

en el que se combinan bases electrónicas, percusiones y teclados, con pequeñas dosisorquestales.

“Enero en la Playa”, “Mar El Poder del Mar”, “Mediterraneo”, “Fuzz”, “1” y “La Metavolante”fueron algunos de los temas del concierto de una hora de duración con maravillosasproyecciones de vídeos y maquinas de hacer burbujas. Globos y papelillos de todos coloresvolaban sobre el público que lleno la sala. La cordialidad de los tres jóvenes de la banda fue laprotagonista de la noche.

Alessandro D’Alessandro Galassi

los mejores propósitos. Seburla la adversidad, que tam-bién existe, se vadean los obs-táculos y se arriba a mejormeta.”

En la puesta en escena nohay elementos que distraiganal público del buen decir deun excelente elenco confor-mado por actores de teatro,como lo son: Carolina Lean-dro, Jesús Vieira, Claudia Nie-to, Nelson Lehmann, MayteParias, Raúl Hernández, TrinoRojas, Hans Velásquez, Va-lentina Castellanos, John Da-vid Peña y el joven actor ycantante Eduis Guerra, quienenamora con su hermosa ymelodiosa voz. El arreglo delas canciones es de Manue-lita Zelwer, la asistencia dedirección es de John DavidPeña y la producción generalde Xiomara Moreno y Va-lentina Herz.

Se trata de una comedia li-gera, muy fresca, un canto pri-maveral al amor sin atadurassociales, sino al encuentro es-pontáneo e ingenuo que sólose puede producir en el Bos-que de Arden. Lugar de en-cuentros fantásticos, una es-pecie de bosque encantadodonde todo resulta “ComoGustéis”. Es decir en el a-cuerdo de las partes, porquehay conversión al bien hastapara los malvados de estaobra. En esta comedia nos en-contramos con el famosomonólogo de un bufón me-lancólico: “El mundo enteroes un escenario y todos loshombres y mujeres simple-mente comediantes. Tienensus entradas y salidas. Y unmismo hombre representamuchos papeles…”.

Xiomara Moreno Produc-ciones queria deleitar a supúblico con una obra feliz, op-timista, alegre y con la quequiere agradecer el paso juntoen estos quince años de tea-tro. Porque “Celebrar es siem-pre agradecer”.

José Antonio Barrios Valle.36 Incontri nº 312

Evangelizara través del arte

GustavoMartínez,enBarcelona,(España)

Cultura, rassegne & tendenzeTeatro

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37 Incontri nº 312 .

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.38 Incontri nº 312

Come sempre, i protagonistidelle tristi storie di bullismosono tre: i bulli, la vittima ed

il gruppo che resta a guardare in silen-zio; le violenze sono fisiche, psicolo-giche e sessuali.

Gli esperti si sono sempre prodigati aspiegare che il classico bullo è un ado-lescente che ha complicate situazionifamiliari che purtroppo lo rendono pre-potente e violento; in questi ultimi casiperò i bellimbusti sono risultati essereragazzi che vivevano in famiglie agiatea cui non mancava niente e che non ave-vano nessun motivo per essere arrab-biati con il mondo.

Scendono in campo stuoli di psicolo-gi, i politici, il governo e ognuno dice lasua.

Tutti sembrano pronti ad intervenirecon dovere d’urgenza a iniziative stra-ordinarie perché il mondo della scuolasembra gravemente ammalato.

Gli episodi di violenza si susseguo-no sulle cronache dei giornali e coinvol-gono studenti e persino i professori. Sitratta di episodi preoccupanti che vedo-no il branco diretto dai bulli, avventarsicon violenza contro studenti che sonomodelli di studio, ma ritenuti di pocamuscolatura. Il forte infligge al com-pagno una punizione perché è tropporispettoso delle regole che invece vannoinfrante per dimostrare alla società chesi ha carattere.

Le vittime di questi gravi episodi nonhanno spesso il coraggio di denunciaree non li assiste l’omertà del gruppo che

fa da spettatore che si identifica semprecon i più forti, almeno fino a quandonon viene interrogato dall’autorità dipolizia.

Gli stessi professori sono vittime diepisodi sconvolgenti proiettati senzapudore al mondo via Internet, con gravidanni morali per le vittime. Si è arrivatipersino ad episodi che coinvolgono iprofessori con questi bulli, non ultimouna professoressa che reclamava la suaprivacy dopo relazioni intime con unostudente.

I presidi delle scuole sono colti disorpresa perché evidentemente si tro-vano di fronte a situazioni che vannotrattate con accortezza sociale, politica,amministrativa e quant’altro serva perevitare che le loro pur sagge e sacro-

Il bullismo a scuola, qualcosa di più di un problema

Opinioni

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39 Incontri nº 312 .

sante decisioni, vengano tacciate di au-toritarismo. I professori si trovano inuna situazione di ricatto perché dopoanni di “mandar giù” si sentono orascoppiare con il rischio di compromet-tere anche la loro pensione.

Dall’alto dei palazzi ministeriali siassiste improvvisamente a un pieno ri-conoscimento delle funzioni delle au-torità locali con tutte le loro autonomiedecisionali e se ne lavano le mani attentia non far rimbalzare le gocce.

Le prime considerazioni generali la-sciano intravvedere una scarsa parteci-pazione della famiglia alla formazione deifigli che difendono a spada tratta difronte alle autorità scolastiche, magariper coprire il fatto che la violenza che simanifesta a scuola inizia tra le paretidomestiche.

Prendono a sberle i professori chebocciano i figli o li minacciano con ritor-sioni di vario tipo e anche questo è unsegno evidente di una prassi che ha lasua palestra all’ombra del focolare.

“Cosa si può fare ? - si domanda

una professoressa - A volte io e i mieicolleghi ci sentiamo veramente sco-raggiati...non è facile parlare con lefamiglie, pochi sono i casi in cui ci tro-viamo di fronte a persone che realmentesi rendono conto dove stanno andandoi loro figlioli e i nostri consigli sonovisti come dei giudizi sul loro modo diessere padri e madri e quindi accolticon freddezza e sospetto”.

In una scuola elementare una profes-soressa si sfoga: “Questi bambini sonoassetati di affetto, di esperienze, diabbracci, di colori,di parole, di ras-sicurazioni e invece ricevono, nella mi-gliore delle ipotesi, un nuovo astuccioo un paio di scarpe nuove... e quandocrescono tutta quella rabbia che sento-no di avere dentro senza nemmenocapire perchè, spesso si trasforma nellaviolenza, nella mancanza di amoreverso il prossimo,quello più vicino a tee meno fortunato, più sensibile, comead esempio un compagno down,o stra-niero,o semplicemente più sensibile equindi esposto....vedono loro stessi, se-

condo me... e colpiscono quello cheloro non vogliono tornare ad esserepiù... con enormi sensi di colpa...”

In che direzione si deve andare?Ci si accorge che qualche scuola ha

già scelto in sordina cosa fare.In qualche scuola superiore si pro-

muove per rimuovere alla svelta, se-guendo il vecchio detto latino ‘promo-veatur ut removeatur’ e che se la vedapoi l’Università che ha toreri più abiliper “divertirsi” coi torelli.

Per rendersene conto non è neces-saria alcuna indagine conoscitiva. Bastavedere qualche quiz televisivo per mi-surare i livelli di cultura dei giovanilungo il territorio nazionale.

Il fenomeno trova le sue radici pro-fonde nella nostra società, nella famigliae nella convivenza in generale. Gli stu-denti non fanno più distinzione tra com-portamenti pubblici e privati con i loroprincipi o le loro circostanze.

Bisogna aggiornare i corsi di educa-zione civica o fare qualcosa di più?

Opinioni

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.40 Incontri nº 312

Venezuela oggi

Los jóvenes venezolanos deorigen veneta hemos vivido yvivimos realidades semejan-

tes, que se traducen en una sola idea: lade vivir en su país natal manteniendo ala par dos culturas: la venezolana y laveneta.

Muchos de nosotros hemos enfren-tado en nuestro pasar por la vida la i-nestabilidad de, por así decirlo, estarsentados en dos silla, sin poder comu-nicar este dilema a alguien que pudieraentender; refugiándonos en nosotrosmismos o en la crisálida de la negacióna una realidad. Hay alguno de nosotrosque simplemente, por comodidad omiedo a enfrentar conflictos internos,dicen son o Venezolanos o Venetos ypunto; y por el contrario habemos quie-nes aceptamos esa dualidad. La verdades que, en realidad somos venezolanos,porque nacimos en este maravillosopaís, debido a que nuestros ancestroslo escogieron (por una razón u otra) parainmigrar y somos Venetos ya sea queposeamos en línea directa, se pudieradecir, 100% de sangre veneta, en dondetodas las células de nuestro cuerpo gri-tan Veneto, Veneto o tengamos sólo unporcentaje, en donde las células gritanVeneto, Venezuela. En todo caso sondos ‘V’.

Es por ello que un grupo de nosotroshemos pensado, con el apoyo de lasasociaciones venetas y su federación,de crear una agrupación sin fines delucro que englobe a todos los jóvenesvenetos-venezolanos. No solo para co-nocernos, sino para oírnos, dialogar,participar y realizar programas que nosayuden a ser mejores personas y pro-fesionales para nuestro bien, Venezuelay la Regione Veneto.

Esta agrupación se reorganizará bajola tutela temporal del “Comitato GiovaniVeneti all’Estero”, instrumento creado

por los jóvenes venetos delmundo bajo la idea de una so-la unidad surgida en el 2005en Brasil, donde se sosteníala “Consulta Annuale dei Ve-neti nel Mondo”; y la tutelapermanente de la Federazione

delle Associazioni Venete nel Mondodi Venezuela

En la primera reunión del 14 de Enerose reunió un grupo reducido de jóvenesy no tan jóvenes, para concretizar unaidea formal.

La segunda reunión se efectuó elpasado 23 de Febrero, la siguiente seráel 29 de Marzo y así sucesivamente. Sepretende ayudar a sus miembros, através de programas y proyectos que laRegione ofrece. La Regione Veneto ensu plan trienal del 2004-2006 condujodiversos programas destinados a losjóvenes con temas como: Agricultura,Asociacionismo, Comercio, Culinaria,Desarrollo profesional y gerencial, De-sarrollo de la Micro-Empresa. Enología,Idioma Italiano, Transporte, Turismo, Vi-nícola y por supuesto Estadías Cultu-rales.

Para el próximo periodo 2007-2009, laRegione Veneto propone: además de la

continuidad de los ya realizados en elpasado; la realización de programas for-mativos destinados a los jóvenes queresiden en el exterior, ya sean estos rea-lizados en sus países de nacimiento enel Veneto para la radicación laboral en laprovincia para aquellos jóvenes inte-resados, en colaboración de los enteslocales, asociaciones de emigrantes,cámaras de comercio, etc.

Activar, además, la promoción del“sistema veneto” en los sectores deproducción y económicos-comercialesmediante cualquier forma útil de inicia-tiva involucrando al mundo del asocia-cionismo y a las comunidades venetasen el extranjero.

Esperamos que los jóvenes venezo-lanos de origen veneta se interesen porestas iniciativas que no solo la Federa-zione delle Associazioni Venete nelMondo di Venezuela, el Comitato Gio-vani Veneti all’Estero y la RegioneVeneta están implementando y parti-cipen en masa el 29 de Marzo en la Salade Conferencia del Complejo Católico“Iglesia Nuestra Señora de Pompei”, enla Alta Florida, a las 10:00am.

Richard [email protected]

Jóvenes VenetosDos culturas un corazón

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41 Incontri nº 312 .

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.42 Incontri nº 312

Venezuela oggi

Un grupo de jóvenes se reu-nieron por segunda vez enel “Incontro di Giovani

Veneti del Venezuela”, el día 23 de fe-brero en las instalaciones del Club ItaloVenezolano de Caracas. Esta iniciativase originó hace 3 años por un grupo in-ternacional de jóvenes descendientesde inmigrantes provenientes de la Re-gión del Veneto; reunidos en la ciudadde Bento Gonçalves en el estado de RioGrande do Sul, Brasil.

En el “Incontro” se reunieron 15 jó-venes descendientes de inmigrantesprovenientes de diversas provincias delVeneto con la finalidad de colocar loscimientos para una agrupación formalde descendientes de inmigrantes vene-tos Tuvo la asistencia del Presidente yTesorero de la Federación de las Asocia-ciones Veneta de Venezuela, Sres. Gui-llermo Faccioli y Antonio Buffolo; el Rev.Joseph Cogo, director de la Revista In-contri y el arq. Richard Cavallin, coor-dinador del Comitato Giovani Venetiall’Estero.

Se trataron temas como la historia delas asociaciones venetas en Venezuela,la composición del gobierno regional delVeneto, los programas de la Región parael trienio 2007-2009, la importancia de

los jóvenes en las asociaciones y sobretodo lo que las asociaciones puedenhacer para los jóvenes y los que estospueden hacer por las asociaciones.

El Sr. Faccioli, dio la bienvenida ydescribió la formación de las asocia-ciones en Venezuela. El Rev. Cogo, exal-tó la iniciativa y ex-horto a su continua-ción para que el es-fuerzo realizadohasta la fecha no sepierda. El Sr. Anto-nio Buffolo explicóel organigrama yfunciones del go-bierno Regional. Elarq. Cavallin, hablósobre la creación yfunciones del Co-mitato Giovani al-l’Estero

Intervino el Sr. Sergio Parisi con untema inspirador para todos los jóvenes,exponiendo las diferencias entre las ge-neraciones de los padres, abuelos y lade los jóvenes.

Enfatizó que no debemos sentirnosdos personas diferentes: venezolanosy venetos; sino que somos una sola per-sona venezolanos-venetos y por tal he-

cho como venezola-nos tenemos un futuroy como venetos tene-mos raíces muy profun-da; explicó la impor-tancia de los progra-mas y ayudas que laRegión esta realizadohoy día.

La srta. Patrizia Ros-si, explicó los proyec-tos de la Region, comoson: los programas so-bre la tecno-agricul-tura, el asociacionismo,

el comercio, el arte culinaria, el desarrolloprofesional y gerencial, el desarrollo dela Micro-Empresa, proyectos sobre eno-logía y vinicultura, estudios de italiano,proyectos para el desarrollo profesional

en los temas de transporte y turismo,las estadías culturales, programas for-mativos destinados a los jóvenes queresiden en el exterior, ya sean estos rea-lizados en sus países nativos o en el Ve-neto para la radicación laboral en la pro-vincia para aquellos jóvenes intere-sados, en colaboración con los enteslocales, asociaciones de emigrantes, cá-maras de comercio, etc. Activar la pro-moción del “sistema veneto” en lossectores de producción y económicos-comerciales mediante cualquier formaútil de iniciativa envolviendo al mundodel asociacionismo y las comunidadesvenetas en el extranjero.

Los demás asistentes expusieron susinquietudes sobre asistencia social paralos ancianos o personas enfermas y/odiscapacitadas con pocos recursos eco-nómicos, ciudadanía, eventos cultura-les, becas, programas de post-grado, etc.Se concluyo con un ciclo de preguntasy respuestas, un video sobre la econo-mía de la Región Veneto y un refrigerio.

II encuentrode los jóvenes VenetosDos culturasDos culturasDos culturasDos culturasDos culturasun corazónun corazónun corazónun corazónun corazón

En las fotos:algunos momentos del encuentro.

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43 Incontri nº 312 .

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.44 Incontri nº 312

p

Domenica 17 Febbraio ancheil Sole non ha voluto perdersilo spettacolo . Dopo una not-

te di pioggia è apparso radiante per illu-minare il cielo azzurro di san Antonio deLos Altos , dando un tocco di magicaallegria alla cerimonia programmata inVilla Pompei .

S’inaugurava il “Parco San France-sco d’Assisi “ un tocco in più di bellezzae di pratica eleganza della nostra Casadi Riposo che , a ragione , viene indicatacome un hotel di cinque stelle per la so-bria ma funzionale comodità che offre ainostri anziani Italiani meno fortunati,dando loro a piene mani assistenza, pro-tezione , rispetto e sopratutto tanto tantoamore .

Il programma della giornata è iniziatonell’intimità della Cappella con la cele-brazione della Santa Messa officiata daSua Eccellenza il Nunzio Apostolico

Mons. Giacinto Berloco, per ringraziareil Signore di aver ispirato ed assistito“gli operai della Sua vigna”nella realiz-zazione di questo meraviglioso progetto.

Prima dell’inizio della Santa Messa ilPresidente dell’Associazione Civile Cri-stoforo Colombo Avv. Giorgio Mazzuc-chelli , ha voluto ricordare e condividerecon i membri della giunta Direttiva , contutti i collaboratori e gli amici intervenutinella realizzazione del progetto , ilmerito e la soddisfazione per il la-voro compiuto .

La giunta Direttiva, alla finedella Celebrazione ha voluto con-

Inaugurato il Parco SanFranceso in Villa Pompei

segnare al geniale ed umile Architettodi Villa Pompei Dr. Antonio Pinzani , unatarga di ringraziamento riconoscente:“Il GRAZIE di Villa Pompei” .

Preceduti da S.E. Monsignor Berloco,i presenti si sono poi diretti alla zona delnuovo parco per procedere alla bene-

Nelle foto:I diversi momenti della

ceerimonia. La benedizione, ilpubblico presente, le suore divilla Pompei attorniando al

Sig. Nunzio.

Venezuela oggi

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45 Incontri nº 312 .

Venezuela oggi

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dell’ammontare ottenuto.Vi saremo grati.

PPPPP. Giuseppe Cogo, cs. Giuseppe Cogo, cs. Giuseppe Cogo, cs. Giuseppe Cogo, cs. Giuseppe Cogo, cs

dizione della statua del Santo. Era vera-mente edificante vedere le persone me-ravigliate da tanta bellezza, percorrere ivialetti del parco nel mezzo di un’esplo-sione di verde e del colore dei fiori , fruttodi un sapiente paesaggismo, rinfrescatidall’alto zampillo di una grande fontana,il tutto sotto lo sguardo vigile e sorri-dente di un San Francesco soddisfatto.

Il Nunzio Apostolico ha quindi bene-detto la statua del poverello di Assisi

invocando la Sua protezione per gli an-ziani , per l’anzianato e per noi tutti checon tanta tenacia e con tanto amore loabbiamo voluto e realizzato .

Assorto nella mia commozione, horicordato quando , in un passato lon-tano , ricevetti in New Yok la visita di uncarissimo confratello, Padre Ettore Ru-bin, mio compagno di Seminario, che midisse: “Giuseppe ce l’ho fatta ! Hoincontrato a Caracas la persona chemi aiuterà a materializzare il sogno diuna Casa di riposo per quegli anzianiItaliani poveri, abbandonati da tutti ebisognosi di tutto . Con le nostre sole

forze non avremmo mai potuto far-cela. Si tratta di un uomo che sa ilfatto suo , assistito da tante idee , dauna ottima situazione economica ,ma sopratutto da un grande cuoregeneroso , tanto grande che tu nonlo puoi immaginare ! Mi disse ancheil nome... che in questo momento nonricordo... e concluse: è la rispostaalle nostre preghiere!, Padre Ettorevive ed opera negli USA assistendol’emigrazione nascosta e clandestinadei più bisognosi .Un giorno certamnte tornerà fra noi

per rivedere la grandiosità di un’operadovuta sopratutto alla sua intuizioneed alla sua ansia di bene. Peccato non

averlo qui, oggi, con noi.La festa , si concluse come tutte le

feste: un Brindisi di buon vino , allietatoda un rinfresco- merenda preparato dallenostre care, efficientissime suore, allequali va il sincero affettuoso ricono-scimento nostro e della comunità Italia-na , per una impeccabile conduzione diquesta meravigliosa opera di carità .

Una giornata che non si potrà facil-mentte dimenticare: Bravi i nostri Ita-liani!

Padre Giuseppe Cogo

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.46 Incontri nº 312

Sport e tempo liberoVita sana

Avete mai sentito parlare dishopping compulsivo? didipendenza di shopping? Si

tratta di un impulso irrefrenabile adacquistare una quantità di oggetti spes-so superflui che si configura come unavera e propria dipendenza.

La Sindrome di shopping compulsivoè infatti spesso annoverata tra le cosid-dette “nuove dipendenze” insieme algioco d’azzardo, alla dipendenza di in-ternet e a quella di sport estremi.

Si tratta quindi di dipendenze da uncomportamento definite addiction (perdistinguerle dalle dipendenze di sostan-ze come la cocaina o l’alcol).

Potremmo definirle, analogamente aquanto avviene per anoressia e bulimia,sindromi “time and culture binding”,in quanto si tratta di condizioni nellequali il disagio individuale trova espres-sione attraverso l’esasperazione di mo-dalità e stili di vita caratteristici dellacultura di appartenenza dell’individuo.

Questo tipo di disturbo spesso con-duce all’acquisto di oggetti, non solosuperflui, ma anche al di fuori delle pro-prie possibilità economiche, o che rap-presentano una variante dello stessoarticolo, che spesso finiscono per esseregettati o regalati.

A grandi linee è possibile distingueredue tipologie di shopping patologico: lo

shopping patologico come espressionedi patologie quali i disturbi dell’umoreo d’ansia e lo shopping patologico comeespressione di un impulso irrefrenabileall’acquisto.

Nel primo caso si tratta di un compor-tamento compensatorio adottato percolmare il vuoto o la solitudine, (d’altraparte a molti è capitato, in condizioni diassoluta sanità, di concedersi un pic-colo regalo per scacciare la tristezza o ilmalumore), nel secondo, invece, di un

comportamento compulsivo, che cioènon si può fare a meno di porre in atto.

Nella sindrome di shopping compul-sivo si verifica l’emergere di un bisognoirrefrenabile che la persona sente di do-vere soddisfare ad ogni costo.

Tuttavia il sollievo dato dall’acqui-sto è passeggero e ad esso spesso se-gue un sentimento di colpa e di vergo-gna, mentre, al contrario, se il comporta-mento non viene attuato ne segue uncrescendo di ansia e frustrazione.

Chi è affetto da questo tipo di di-sturbo può ritrovarsi a dovere affrontaresituazioni sgradevoli, nelle forme moltogravi. Possono infatti verificarsi dif-ficoltà economiche che a volte condu-cono fino al dissesto finanziario e ten-sioni con i familiari causate dalla man-cata comprensione delle ragioni di uncomportamento che spesso è difficilericonoscere come problematico e chequindi spesso viene portato all’atten-zione di uno specialista quando ormaiha causato ingenti danni psichici e so-cio-economici.

Salvina Granatelli

Shopping compulsivo?Shopping compulsivo?

Siete entrate negli “enta”? Oppure negli “anta”? Stop: prima di mettervi in testaidee assurde quali lifting e iniezioni, sappiate che esistono modi in cui il makeuppuò aiutarvi a far risplendere il vostro viso togliendo... dieci anni!

Ecco alcune dritte per riuscirci.Rifinite le sopracciglia. Se non l’avete mai fatto, resterete stupite dal risultato

immediato. Eh no, niente fai-da-te o amica che si improvvisa makeup artist. Provatea farlo dall’estetista!

Illuminate gli occhi. Usate un correttore illuminante, invece del solito stick unpo’ spento. E ricomprate il piegaciglia della nonna!

Ombretti non perlati. Per l’ombretto, invece, niente iridescenze: servono soloa sottolineare rughe e piegoline. Usate l’ombretto perlato solo esclusivamentesotto l’arcata sopraccigliare.

Blush e ancora blush. Per ottenere quel bel colore da “giornata all’aria aperta”,non dimenticate il blush. Il colore giusto è un rosa pesca, che ringiovanisce manon fa effetto mascherone.

Meglio il gloss. I rossetti mat mettono in risalto le rughettine, mentre un belgloss con qualche miniglitter dà subito un tono “teen” e fa sembrare anche lelabbra più grandi.

Anni ‘enta’

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47 Incontri nº 312 .

DIVISION DE HOTELES Y RESTAURANTESPROYECTOS, SUMINISTROS E INSTALACIONES

FABRICACION PROPIA DE EQUIPOS DE ACERO INOXIDABLE

Av. Victoria c/ Calle Chile, Edf. Domus, P.B., Urb. Las Acacias, Caracas 1040, VenezuelaTelfs. 633.02.56 – 633.37.76 – 633.42.03; Telefax 633.47.36; E-mail: [email protected]

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.48 Incontri nº 312

PilloleSport e tempo libero

Giuseppe MazziniUomo politico, nato a Genova nel 1805.

Spesso il patriota ligure si compiaceva digiocare tiri birboni alla polizia, che lo cercava inogni luogo, senza quartiere. Una volta, a Genova,si venne a sapere che Mazzini era in città, nelpalazzo di un aristocratico.

Immediatamente, un commissario con unasquadra numerosa di poliziotti circonda la villaed esegue una minuziosa perquisizione. Vengonoaperte tutte le stanze, armadi, cassettoni; sibucano persino con le baionette i materassi deiletti. Niente.

Allora il Commissario lascia il palazzo, ac-compagnato alla porta da un cameriere moltoossequioso, che lo saluta con un profondo in-chino.

Quel cameriere era Giuseppe Mazzini.

Alfredo Di StefanoCalciatore argentino nato nel 1926.

Nel 1953, dopo due stagioni di militanzanella squadra ‘Millonarios’ di Bogotà, DiStefano passò a 27 anni al Real Madrid, for-mazione in cui esplose subito la sua notorietàa livello mondiale. Prima di essere acquistatodai madrilisti, vi furono trattative per un suopassaggio alla Juventus o alla Roma, ma i dueclub italiani reputarono troppo alto il prezzodel giocatore argentino.

Di Stefano militò quindi undici anni nel‘Real’, vincendo 9 scudetti, 5 Coppe dei cam-pioni, e aggiudicandosi due volte il ‘Palloned’Oro’ europeo (1957 e ’59).

(‘I più grandi’, L. Artioli)

Dorando PietriMaratoneta, nato a Correggio(Reggio Emilia) nel 1885.

Nella maratona delle Olimpiadi di Londradel 1908, Pietri tagliò per primo il traguardo mavenne squalificato, in quando era stato sorret-to gli ultimi trenta metri del percorso da ungiudice di gara.

Dopo l’arrivo l’atleta italiano era così stre-mato, che dovette essere sottoposto da unmedico a tecniche di rianimazione.

Durante la gara, col caldo soffocante, avevaingerito pastiglie stimolanti. Il maratoneta emi-liano, che divenne l’eroe delle Olimpiadi lon-dinesi, faceva di professione il fornaio a Carpi(Modena).

(‘I più grandi’, L. Artioli)

Amedeo ModiglianiPittore, nato a Livorno nel 1884.

Minato dalla tubercolosi e sentendosiin fin di vita, Modigliani avrebbe volutoviaggiare da Parigi a Livorno, dalla ma-dre; ma non fece in tempo.

La febbre ormai lo divo-rava. La sera del 24 gennaio1920 un suo amico lo trovòche tremava in tutte le mem-bra e rantolava.

Un medico, chiamato infretta, ordinò il ricovero in o-spedale.

Durante il tragitto Modi-gliani mormorò: “Italia, caraItalia!”

Poi perdette conoscenza.L’indomani morì.

Angelo MuscoAttore comico, nato a Catania nel

1872.

A Verona, una sera, non c’è in teatroche uno spettatore solo.

Il segretario della compagnia tea-trale chiede a quella mosca bianca sevuole di ritorno il prezzo del bigliettogià pagato, o se desidera che si dia in-vece la rappresentazione.

“Dite a Musco – risponde lo spetta-tore – che, se ha il coraggio di recita-re, io sono qui per applaudirlo”. “Suil sipario – fa Musco, commosso. –Ragazzi, sotto...”.

Qualche anno dopo, quando l’at-tore siciliano ebbe raggiunto la cele-brità e la fortuna, gli si presentò unasera in camerino quel tale spettatore diVerona, ed i due si scambiarono un ab-braccio pieno di affettuosa cordialità.

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49 Incontri nº 312 .

A cura di Marco Vardabassodalla Enciclopedia degli Aneddoti,

Ed. Ceschina edalla Enciclopedia delle Regioni,

Ed. Aristea

PilloleSport e tempo libero

49 Incontri nº 311 .

Oltre i segni ‘morti’ della civiltà romana, chesono i suoi resti visibili in Europa e nel bacinodel Mediterraneo, vi sono tuttora quelli ‘vivi’.Questi sono, ad esempio, le lingue neolatine(italiano, francese, spagnolo, portoghese eromeno).

Già ricca d’arte e di cultura nel Me-dioevo, Bologna fu sede dall’11º secolodella più antica Università d’Europa.Per queste alte tradizioni culturali lacittà è chiamata ‘la Dotta’.

La bora è un vento freddo e seccoproveniente da nord-est, caratteri-stico di Trieste. Essendo più pesantedell’aria mediterranea, corre rasente ilsuolo a forti velocità, fino 170 chilo-metri orari.

Sulla guglia principale del Duomo diMilano, alta 108 metri, venne collocata nel1769 la statua della Vergine Maria.

La ‘Madonnina’, alta quattro metri e ri-vestita di 3.900 lamine d’oro zecchino, è ilsimbolo della metropoli lombarda.

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Lombardia

Jim ClarkCorridore automobilistico scozzese,nato nel 1936.

Campione mondiale di ‘Formula 1, nel 1963 e1965, è il solo pilota al mondo per il quale è statopiù facile contare le sconfitte che le vittorie.

Clark corse solo su una vettura, la Lotus, perotto anni. Un primato di fedeltà: come Mazzola conl’Inter o Rivera col Milan.

Il fuoriclasse scozzese perse la vita nel 1968, nelcircuito tedesco di Hockenheim, durante una garadi ‘Formula 2’.

Liguria

Sulla cima del Monte di Portofino, i genovesiposero nel Medioevo un punto di avvistamentocon fuochi. Con il bagliore delle fiamme esso sicomunicava con gli altri punti di allerta, e in talmodo si trasmettevano velocemente le notizie aGenova.

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Sport e tempo liberoSport

Ai giochi olimpici2008, la spedizionepiù numerosa dellastoriaMai così tanti. L’Italtuffi si prepara a

partire per le Olimpiadi di Pechino con laspedizione più numerosa della storia. La Coppa del Mondodi Pechino, valida come qualificazione alle Olimpiadi, ha

promosso ai Giochi di agosto 8 atleti che si cimenteranno in 5 gare: il primato dei 6 rappresentantiinviati ad Atene 2004 è superato.

Maria Marconi è una di loro, dopo aver ottenuto la quali-ficazione nel trampolino 3 metri, vincendo la gara di recuperodi Coppa del Mondo a Pechino.

L’azzurra ha totalizzato 329,60 punti, precedendo lasudafricana Jenna Dreyer (291,90 punti) e la messicana Luna(281,85 punti). Trentesima l’altra azzurra Francesca Dallapè,Maria Marconi

Para China los Jue-gos Olímpicos dePekín son también

una valiosa ocasión para rea-lizar otro sueño: intentar dejarde ser un templo mundial deltabaco que cada año acabacon la vida de un millón depersonas.

Si en la mayoría de los paí-ses occidentales fumar se haconvertido en los últimos a-ños en una verdadera odiseaa causa de las leyes que pro-híben hacerlo en los lugarespúblicos, China está todavíamuy lejos de esas restric-ciones.

El gigante asiático cuentacon la mayor cantidad de fu-madores del mundo, unos 350millones, es decir el 26% de lapoblación china y un terciodel total mundial.

En China, convidar un ci-garrillo a un invitado siguesiendo cortés.

Inclusive los deportistas,como el héroe Liu Xiang, cam-peón del mundo y olímpicode 100 metros vallas, prestansu notoriedad a una marca

de cigarrillos.Sin embargo, y como lo su-

braya Ren Mengshan, inves-tigador en comunicación, losJO son “un buen medio parael gobierno para promoverel interés de dejar de fumar ylos beneficios para la sa-lud”.

En todo caso, estos jue-gos fueron declarados “nofumadores”, y el humo estaráprohibido en los lugares don-de serán recibidos los atletasy los responsables de los JO,algo que será visto como unahazaña ante la situación en elresto del país.

Las autoridades de Pekín,que en 1996 habían adoptadomedidas sin grandes resul-tados, han llegado esta vez aprohibir el cigarrillo en la ma-yoría de los lugares públicoscomo restaurantes, escuelas,hospitales, estaciones detransporte público, bibliote-cas o museos.

En los hoteles, al menos el70% de las habitaciones de-berán ser no fumadores.

Desde octubre pasado, los

choferes de taxi de la capitalya no tienen derecho a fumaren sus automóviles, al menosen teoría.

“Apoyamos y felicitamosal comité organizador de losJO y a las autoridades de Pe-kín por sus medidas.

Los Juegos Olímpicos sonuna ocasión valiosa para in-tentar cambiar el hábito defumar en los lugares públi-cos de China y promover alos atletas como modelos”,declaró el representante enChina de la OrganizaciónMundial de la Salud (OMS),Hans Troedsson.

Señal de que la situaciónestá evolucionando es que enla capital se abrió en octubrepasado el primer restaurantelibre de tabaco.

“Si el “Meizhou Dongpo”se parece, en el aspecto, a

Italtuffi

Vietato fumare!

cualquier establecimientochino con su cocina y su ar-quitectura tradicionales, suparticularidad es que no hayceniceros.

Hemos pensado que tenerun restaurante para no fu-madores sería bueno pararecibir unos JO ‘ecológicos’.La restauración es en sí mis-ma una industria basada enla salud, y un ambiente sinhumo será mejor”, afirma GuoXiaodong, uno de los res-ponsables de esa cadena.

“Al principio perdimosclientes, pero al darse cuen-ta de que eso es bueno parala salud y que la comida essiempre igual, los clientesterminaron por aceptarlo. Yademás hay mucha gente quequiere comer en un ambientesin humo”, explicó Guo.

Pekin:Mascottamania per tutti i gusti...

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Partivo una mattina co’i’ vaporee una bella bambina gli arrivò.Vedendomi la fa: Scusi signore!Perdoni, l’è di’ ffiore, sì lo so.Lei torna a casa lieto, ben lo vedoed un favore piccolo qui chiedo.La porti un bacione a Firenze,che l’è la mia cittàche in cuore ho sempre qui.La porti un bacione a Firenze,lavoro sol per rivederla un dì.

Son figlia d’emigrante,per questo son distante,lavoro perchè un giorno a casa tornerò.

La porti un bacione a Firenze:se la rivedo e’ glielo renderò.

Bella bambina! Le ho risposto allora.Il tuo bacione a’ccasa porterò.E per tranquillità sin da quest’ora,in viaggio chiuso a chiave lo terrò.Ma appena giunto a’ccasa te lo mgiuro,il bacio verso i’ccielo andrà sicuro.

Io porto il tuo bacio a Firenzeche l’è la tua città ed anche l’è di me.Io porto il tuo bacio a Firenzenè mai, giammai potrò scordarmi te.Sei figlia d’emigrante,per questo sei distante,ma stà sicura un giorno a’ccasa tornerai.Io porto il tuo bacio a Firenzee da Firenze tanti baci avrai.

L’è vera questa storia e se la un fossela può passar per vera sol perchè,so bene e’lucciconi e quanta tossegli ha chi distante dalla Patria gli è.Così ogni fiorentino ch’è lontano,vedendoti partir ti dirà piano:La porti un bacione a Firenze;gli è tanto che un ci vò; ci crede?Più un ci stò!

La porti un bacione a Firenze;un vedo l’ora quando tornerò.La nostra cittadinagraziosa e sì carina, la ci ha tant’anni eppure laun n’invecchia mai.Io porto i bacioni a Firenzedi tutti i fiorentini che incontrai.

Sport e tempo liberoLa pagina letteraria

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‘La porti un bacionea Firenze...’

Edoardo Spadaro

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Sport e tempo libero

Al menos cinco mil orquídeas adornaron esta SemanaSanta al Nazareno de San Pablo, una tradición que data

desde hace más de 300 años, en la que los devotos de la Socie-dad del Nazareno de San Pablo seleccionan y acondicionanlas miles de orquídeas que adornan a Dios hijo. Las hayblancas, amarillas, anaranjadas y la emblemática morada ensus diversas tonalidades. Cada una va colocada en un pequeñorecipiente en forma cilíndrica que contiene agua y que seprolonga de manera puntiaguda en uno de sus extremos, usadopara sujetar la flores tanto a un arco que le sirve de respaldo alNazareno, como a otros adornos que engalanan la talla.

Venezuela, por contar con tantas especies, ha nombrado ala Orquídea como la flor Nacional.

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CocinaSport e tempo libero

Los ingredientes:• 250 gr de Ricotta• 250 gr de Mascarpone

(se puede cambiar por otro queso)• 6 huevos• 100 gr de azúcar• La raspadura de un limón• Dos cucharadas soperas de Maizena• Un poco de azúcar y agua para caramelizar el molde

La ricota (del italiano ricotta, a su vezdel latín recocta, “recocida”) o requesónes un producto lácteo similar al queso,obtenido de un segundo procesamientodel suero lácteo producido como deri-vado en la elaboración de quesos de pastablanda.

De color blanco, sabor suave y texturablanda y granulosa, es un elemento cru-cial en la cocina italiana, empleándose parapostres y platos salados por igual; es unode los rellenos tradicionales para la pasta.

Debido a la herencia italiana, figuratambién de manera prominente en la gastronomía de muchos países, entre ellos Venezuela.

La ricotta es optima para rellenar pasta (ravioli, tortelloni, canelones o lasaña) o en postres; mezclada con miel, fruta o frutossecos, es un tradicional dulce casero. Endulzada, es el relleno principal de los cannoli sicilianos, y uno de los ingredientes claveen la elaboración de la cassata siciliana.

Cheesecake de ricottay mascarponeCheesecake de ricottay mascarpone

Preparación de la Cheescake:Se comienza por preparar una fuente refractaria en la que

quepa el molde que vamos a usar. Se pone con agua en el hor-

no a 250º. A continuación se carameliza el molde y se reserva.Luego se separan las claras de las yemas. Se montan las

claras a punto de nieve y se le añade poco a poco la mitad delazúcar, y se reserva. Se baten bien las yemas con el resto delazúcar, y cuando blanquea se añaden los quesos y la maizenay se bate hasta conseguir una masa homogénea. Se incorporanlas claras con movimientos envolventes y se pone en el modecaramelizado

Se pone en el horno al baño maría a 250º durante los primeros10 minutos, y luego se baja el horno a 180º y se continua lacocción hasta que esté cuajada. Dependiendo del horno puedeser de 30 a 45 minutos. Se pincha y cuando el palito sale lim-pio, ya está. Se deja enfriar y se desmolda dándole la vueltacomo si fuera un flan. Se puede adornar con fresas. Le ocurrecomo a los flanes, que está “más rico” de un día para otro.

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