INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

39
«NON UNO DI MENO» LICEO SCIENTIFICO «G. PELLECCHIA» CASSINO CORSO NEOASSUNTI A.S. 2015/2016 LABORATORIO DI INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI PROF. ROBERTO CECCARELLI «Io sono nella misura in cui sono responsabile dell’altro» E. Lévinas

Transcript of INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

Page 1: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

«NON UNO DI MENO»

LICEO SCIENTIFICO «G. PELLECCHIA» CASSINOCORSO NEOASSUNTI A.S. 2015/2016

LABORATORIO DI INCLUSIONESOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PROF. ROBERTO CECCARELLI

«Io sono nella misura in cui sono responsabile dell’altro»

E. Lévinas

Page 2: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

Oddio! Quanti SONO! Non sanno una parola di

italiano, come farò con il

programma?, con tutti ‘sti

stranieri nessuno verrà più in questa scuola ed io perderò il

posto..

E se questa situazione fosse una RISORSA?

…un bene,una possibilità anche per noi insegnanti?

«La presenza dei minori stranieri funziona in realtà da evidenziatore di sfide che comunque la scuola italiana dovrebbe affrontare anche inassenza di stranieri.»

La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazionedegli alunni stranieri (MIUR, 2007)

Page 3: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LA SFIDA DELL’EDUCAZIONE INTERCULTURALE

«Quando sono arrivata a scuola in prima elementare era dicembre, sono stata inserita in un corso separato, gli insegnanti avevano paura che non avessi le basi, ma in realtà ero uguale agli altri.

In terza elementare i miei genitori mi hanno fatto cambiare scuola e lì mi sono trovata assolutamente alla pari con gli altri [ ... ]

Alle superiori [la professoressa di psicologia] è stata la mia salvezza, è la mia maestra di vita! Lei, per prima ci ha trattato come italiani, ci ha aperto al mondo, non solo alla negatività della condizione dello straniero, ma anche alla ricchezza della cultura. Devo davvero tutto a lei e mi chiedo come faranno gli altri ragazzi che non hanno avuto questa possibilità.»

(testimonianza di una ragazza italiana ed egiziana)Tratto da «AA.VV., Pedagogia e didattica interculturale», Pearson)

Page 4: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LA SFIDA DELL’EDUCAZIONE INTERCULTURALE

«Quando sono arrivata a scuola in prima elementare era dicembre, sono stata inserita in un corso separato, gli insegnanti avevano paura che non avessi le basi, ma in realtà ero uguale agli altri.

In terza elementare i miei genitori mi hanno fatto cambiare scuola e lì mi sono trovata assolutamente alla pari con gli altri [ ... ]

Alle superiori [la professoressa di psicologia] è stata la mia salvezza, è la mia maestra di vita! Lei, per prima ci ha trattato come italiani, ci ha aperto al mondo, non solo alla negatività della condizione dello straniero, ma anche alla ricchezza della cultura. Devo davvero tutto a lei e mi chiedo come faranno gli altri ragazzi che non hanno avuto questa possibilità.»

(testimonianza di una ragazza italiana ed egizianaTratto da «AA.VV., Pedagogia e didattica

interculturale», Pearson)

Modello SEPARAZIONISTA (classe differenziale) • caratterizzato più dalla paura che da una

tensione sincera all’accoglienza • la bimba è in un tempo TRANSITORIO, una sorta

di limbo di imprecisata durarata, in cui avviene un insegnamento intensivo L2

• la percezione della protagonista è di essere EMARGINATA ingiustamente («ero uguale agli altri»)

1. Modello INCLUSIVO ASSIMILAZIONISTA «Siamo tutti uguali» perché sappiamo le stesse cose

2. Scopo: STARE ALLO STESSO PASSO DEGLI ALTRI3. Percezione di UGUAGLIANZA e UNIFORMITÀ

MODELLO INTERCULTURALE vero e proprio.

In che consiste?

Page 5: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PEDAGOGIA PERSONALISTA: LA VIA ITALIANA ALL’EDUCAZIONE INTERCULTURALE

Negli ultimi trent’anni (a partire dalla CM Gli alunni stranieri e l’educazione interculturale, 1989), l’Italia ha assunto la prospettiva interculturale sul piano normativo in modo apprezzabile. Nel documento intitolato La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri (Osservatorio Nazionale per l’Integrazione degli alunni stranieri e per l’Educazione Interculturale) si introduce il concetto di PEDAGOGIA PERSONALISTA.

PED

AGO

GIA

PERS

ON

ALIS

TICA

Orientata alla VALORIZZAZIONE della persona e alla costruzione di progetti educativi che si fondino SULL’UNICITÀ BIOGRAFICA E RELAZIONALE DELLO STUDENTEprincipio valido per TUTTI GLI

ALUNNI

rende centraleL’ATTENZIONE ALLA DIVERSITÀ

e riduce i rischi di omologazione e assimilazione...

...può evitare le derive di un’impostazione individualistica

esasperatae aiutare la scuola a riconoscere il contesto di vita dello studente, lasua biografia familiare e sociale.

«Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.»

Don Milani

Page 6: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

“LINEE GUIDA PER L’ACCOGLIENZA E L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI 2014” «Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni eli razza, di colore, di sesso, di lingua, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.»Dichiarazione Universale dei Diritti Umani , 1948, all'art. 2

«I minori stranieri, come quelli italiani, sono innanzitutto PERSONE e, in quanto tali, titolari di diritti e di doveri che prescindono dalla loro origine nazionale.» (Linee guida…2014)

Page 7: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PROSPETTIVA INTERCULTURALE

PER TUTTI GLIALUNNI a tutti

i livelli:1. insegnamento

,2. curricoli,3. didattica,4. discipline,5. relazioni,6. vita della

classe.

PROMOZIONE DEL DIALOGO E DEL CONFRONTO TRA LE

CULTURE

NON si limita a1. STRATEGIE DI

INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IMMIGRATI,

2. MISURE COMPENSATORIE DI CARATTERE SPECIALE.

SIGNIFICA ASSUMERE LA DIVERSITÀ COME PARADIGMA DELL’IDENTITÀ STESSA DELLA SCUOLA NEL PLURALISMO, per APRIRE l’intero sistema a tutte le differenze (di provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica)

(La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri, 2007)

Page 8: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

«DIVERSI DA CHI?» DOCUMENTO REDATTO DALL'OSSERVATORIO NAZIONALE PER

L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI E PER L'INTERCULTURA», 2015

«Gli alunni di origine non italiana SONO OCCASIONE DI CAMBIAMENTO per tutta la scuola.»

DIECI ATTENZIONI1. Ribadire il diritto al! 'inserimento

immediato degli alunni neoarrivati.2. Rendere consapevoli dell 'importanza della

scuola del! 'infanzia3. Contrastare il ritardo scolastico4. Accompagnare i passaggi; adattare il

programma e la valutazione5. Organizzare un orientamento efficace alla

prosecuzione degli studi. Investire sul protagonismo degli studenti (PEER EDUCATION)

6. Sostenere l'apprendimento dell 'italiano L2, lingua di scolarità

7. Valorizzare la diversità linguistica8. Prevenire la segregazione scolastica9. Coinvolgere le famiglie nel progetto

educativo per i loro figli10.Promuovere l'educazione interculturale

nelle scuole

Page 9: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

DIFFERENZE DELLA PROSPETTIVA ITALIANA DA ALTRI MODELLI EUROPEI

INTEGRAZIONE MULTICULTURALE

ASSIMILATORIO INCLUSIVOINTERCULTURALE

CARATTERISTICHE Assegna spazio e protagonismo alle comunità etniche e valorizza apertamente ed intenzionalmente le differenze e i diversi apporti culturali

Percorso inclusivo e assimilatorio degli individui e non delle comunità. Riconosce i diritti dell’individuo.Tende a collocare nel privato le differenze culturali.

"si propone di procedere su due binari paralleli: da un lato, quello dell’inclusione e dell’estensione dei diritti e dei doveri di cittadinanza ai nuovi cittadini e, dall’altro, quello di un riconoscimento della pluralità... In altri termini, non vi è integrazione senza interazione." ("A scuola nessuno è straniero" di Graziella Favaro, 2014)

LIMITI Tende ad irrigidire le differenze con il rischio di sedimentare una pluralità di monoculture impermeabili tra loro

«L’assimilazionismo,presupponendo la superiorità di una cultura sulle altre, è una versione mite di razzismo culturale che giustifica la pretesa di fagocitare culture recessive e così di cancellarle dalla faccia della terra o, al più, di lasciarle sopravvivere come folclore» (G. Zagrebelsky, 2006).

PAESI GRAN BRETAGNAPAESI BASSI

FRANCIA ITALIA

Page 10: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

Rapporto sugli alunni stranieri in Italia, 2014, MIUR-ISTAT

Page 11: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

CHI SONO I BAMBINI «STRANIERI»?TANTE «GENERAZIONI»: CONDIZIONI E BISOGNI DIVERSI

La letteratura socio statistica distingue diverse categorie con riferimento al momento in cui il minore si è trasferito: • La generazione 2.0: costituita

da figli di immigrati nati in Italia,• la generazione 1,75 che si

trasferisce all’estero nell’età prescolare;

• la generazione 1,5 che ha iniziato la scuola primaria nel paese d’origine, ma ha completato l’educazione scolastica all’estero;

• la generazione 1,25 che emigra tra i 13 e i 17 anni.

Anche se nella pratica ci capita di usarlo spesso, il termine «STRANIERO» riferito agli alunni che il MIUR definisce, più tecnicamente, CNI (con Cittadinanza Non Italiana) è molto fuorviante, per almeno due motivi:1. Comunica un certo senso di ultima

estraneità alla persona dell’alunno e alla sua vita;

2. Fornisce l’idea di una realtà omogenea e indistinta.

COMINCIARE A STUDIARE LA DIVERSITÀ DELLE CONDIZIONI VUOL DIRE GIÀ INIZIARE A PRENDERE SUL SERIO I NOSTRI RAGAZZI FARE INTERCULTURA

Page 12: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PIGNOLERIE? l’età dei giovani all’arrivo in Italia è determinante nell’orientare, in linea di

tendenza, le traiettorie e i percorsi di inserimento nel contesto economico e

socioculturale locale.

1.le relazioni affettive famigliari e amicali

2.le competenze linguistiche3.l’integrazione scolastica4.la socialità5.il senso di appartenenza e il

rapporto stesso con il luogo di residenza in Italia e con gli italiani

Page 13: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

ALUNNI «CNI» IN ITALIA

Page 14: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PROVENIENZA ALUNNI «CNI»

Page 15: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

ALUNNI CNI PER GENERAZIONE E PER RIPETENZA

Page 16: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

ALUNNI NON NATI IN ITALIA: problematiche• Tendono a non riconoscere come punto di

riferimento la propria famiglia biologica, ma a sentirla del tutto estranea;

• Forti difficoltà linguistiche…non conoscono l’italiano o non ne hanno grande padronanza

• In casa si parla prevalentemente la lingua madre d’origine.

• Difficoltà di relazioni con i coetanei italiani• Si rapportano quasi solo con i connazionali anche

sul piano affettivo.• Molti di essi riscoprono o prendono coscienza

della propria identità proprio quando lasciano la patria.

• Son conservatori in termini di tradizioni culturali.• Non intendono nel futuro rimanere in Italia ma

tornare nel paese di origine.• Tendono a svolgere le stesse attività lavorative

dei genitori.

Alunni non nati in Italia: un tentativo di immedesimazione...

«Nelle vicissitudini dei bambini della migrazione, il viaggio e le separazioni affettive sono elementi ricorrenti. Essi segnano profondamente gli eventi e scandiscono uno snodo biografico cruciale che fa da spartiacque tra il “prima” e il “dopo”. Vi è il distacco precoce e protratto nel tempo dal/dai genitore/i emigrato/i, particolarmente acuto e doloroso quando si tratta della madre. Avviene poi la rottura dei legami con le figure di attaccamento che nel frattempo avevano preso il posto dei genitori espatriati e che sono, in genere, i parenti stretti come i nonni e gli zii. E vi è l’abbandono del gruppo dei pari – cugini, compagni di scuola, amici – con i quali si sono condivisi i sogni, le avventure, le conquiste e le delusioni. Quando i bambini e i ragazzi arrivano in Italia, portano con sé l’esperienza delle molteplici separazioni e perdite attraversate. Il viaggio di ricongiungimento diventa allora un’esperienza densa di ambivalenze: carica, da un lato, di aspettative e attese e, dall’altro lato, resa dolorosa dal vissuto di frattura, rispetto alla propria storia, agli affetti e ai legami che hanno popolato fino a quel momento la vita quotidiana e riparato le assenze.»

G. Favaro, A scuola nessuno è straniero)

Page 17: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

ALUNNI CNI NATI IN ITALIA

ALUNNI 2.0• I contrasti che questi eventualmente hanno in famiglia sono gli

stessi degli alunni italiani inerenti lo studio, gli orari, le amicizie… • Diventano spesso punto di riferimento dei genitori (per la lingua, il

rapporto con le istituzioni ad es.) FIGLI «INTERPRETI»• si sentono parte integrante di entrambe le culture non essendo

profondamente radicati in nessuna delle due. Il sentimento di appartenenza è quello che viene attribuito loro dagli altri. Questo può causare un certo disorientamento…

• Non hanno grandi difficoltà nei legami affettivi con italiani• Non hanno come modelli professionali di riferimento i propri

genitori, ma anzi vogliono “riscattarsi” socialmente diventando architetti, medici, ingegneri…, per questo fanno registrare di solito una FORTE MOTIVAZIONE ALLO STUDIO

Gli studenti nati in Italia hanno percorsi di scolarizzazione simili a quelli dei compagni italiani, soprattutto perché non incontrano ostacoli linguistici e hanno vissuti ed aspirazioni analoghe...

Page 18: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

ALUNNI NOMADI: ROM, SCINTI E CAMINANTISono i tre principali gruppi di origine nomade, ma spesso oggi non nomadi, presenti in Italia, al cui interno sono presenti molteplici differenze di lingua, religionc, costumi.

• Una parte di essi proviene dai paesi dell'Est Europa, anche da paesi membri dell'UE, spesso di recente immigrazione e non possiede la cittadinanza italiana.

• Un'altra parte appartiene invece a famiglie residenti in Italia da molto tempo ed ha cittadinanza italiana, spesso da molte generazioni.

• La partecipazione di questi alunni alla vita della scuola è problematica.

• Si riscontra ancora un elevatissimo tasso di evasione scolastica e di frequenza irregolare.

• Non sempre si tratta di un rifiuto ad integrarsi: accanto a fattori di oggettiva deprivazione socio-economica, vi è infatti una fondamentale resistenza psicologica verso un processo -quello della scolarizzazione- percepito come un'imposizione e una minaccia alla propria identità culturale, cui si associano, d'altra parte, consuetudini sociali e linguistiche profondamente diverse dalle nostre. (esempio del romanì)

Lavorare con alunni e famiglie rom, sinti e caminanti richiede molta flessibilità e disponibilità ad impostare percorsi di apprendimento specifici e personalizzati, che tengano conto del retroterra culturale di queste popolazioni.

Page 19: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

IL PROBLEMA DELLA CITTADINANZA«La legge sulla cittadinanza, datata 1992, è ritenuta da più parti non adeguata all'odierna realtà migratoria. Essa pone la cittadinanza come traguardo troppo lontano per chi arriva in Italia ma soprattutto per chi vi nasce, cresce, studia, dovendo aspettare la maggiore età per attenerla. L'acquisizione della cittadinanza riguarda tutti gli immigrati ma assume particolare rilievo per i minori nati in Italia da genitori stranieri. Anche alla luce di questa realtà da più parti si propone eli modificare la normativa sulla cittadinanza.»

(Linee guida…2014)

AUTOMATICAMENTE, 1. ius sanguinis (per nascita, riconoscimento o adozione, da anche

un solo genitore cittadino italiano)2. ius soli (solo nati in Italia da genitori apolidi ovvero da genitori

noti il cui ordinamento giuridico di origine non contempla lo "ius sanguinis");

SU DOMANDA3. secondo lo ius sanguinis (ANTENATI) o 4. per aver prestato servizio militare di leva o servizio civile;5. per essere residenti ininterrottamente in Italia per 10 anni (4 anni

per cittadini dell'UE);6. per essere nati in territori già italiani;7. per essere nati in territori già appartenenti al disciolto Impero

austro-ungarico.PER ELEZIONE se si nasce in Italia da genitori stranieri e ci si risiede legalmente ed ininterrottamente fino ai 18 anni; la dichiarazione dev'essere fatta entro un anno dal raggiungimento della maggiore età;PER NATURALIZZAZIONE, dopo dieci anni di residenza legale in Italia, a condizione di assenza di precedenti penali e di presenza di adeguate risorse economiche; il termine è più breve per ex cittadini italiani e loro immediati discendenti (ius sanguinis), stranieri nati in Italia (ius soli), cittadini di altri paesi dell'Unione europea, rifugiati e apolidi.PER MATRIMONIO CON UN CITTADINO ITALIANO, dopo due anni di residenza legale in Italia o dopo tre anni di matrimonio se residenti all'estero (termini ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi), a condizione di assenza di precedenti penali. Le donne straniere, sposandosi con cittadini italiani prima del 27 aprile 1983, acquisivano automaticamente la cittadinanza italiana.

Page 20: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

INDICAZIONI OPERATIVE: ACCOGLIENZA(LINEE GUIDA...2014)

ACCOGLIENZA: Insieme degli adempimenti e dei provvedimenti attraverso i quali viene formalizzalo il rapporto dell' alunno e della sua famiglia con la realtà scolastica.

ISCRIZIONE

DPR 394/99 Art.45

I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione INDIPENDENTEMENTE dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono SOGGETTI ALL’OBBLIGO SCOLASTICO secondo le disposizioni vigenti in materia.L’iscrizione avviene nelle scuole italiane di ogni ordine e grado nei modi nelle condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico.I minori stranieri privi di documentazione anagrafica , ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva...CHE non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa tenendo conto:- dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe, immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica; - dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;- del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;- del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno.

Page 21: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

INDICAZIONI OPERATIVE: La distribuzione nelle scuole degli alunni stranieri (LINEE GUIDA...2014)

«equilibrata distribuzione

delle iscrizioni tra le scuole»

un'intesa tra scuole organizzatein reti di scuole

collaborazione mirata con gli enti localiriferimento

normativo art. 7 del DPR. 275/1999(Reti di scuole)

«La costruzione di reti, associazioni e coordinamenti è rilevante non solo ai fini della distribuzione, ma più in generale per la costruzione di un'offerta formativa che riduca le disuguaglianze e i rischi di esclusione sociale per tutti.»(Linee guida...2014)

Page 22: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

INDICAZIONI OPERATIVE: La distribuzione nelle scuole

degli alunni stranieri (LINEE GUIDA...2014)

NELL’ AMBITO DELLA STESSA SCUOLA

FAVORIRE L’ETEROGENEITÀ piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri

IMPORTANTEIl coinvolgimento dei genitori e delle

famiglie, sia italiane che straniere, anche in forma associata

al fine di PROMUOVERE scelte consapevoli e responsabili

Attraverso strategie di gestione delle differenze entro un1. approccio

ispirato all'incontro

2. al reciproco riconoscimento

3. alla progressiva integrazione

esigenze didattiche possono richiedere la formazione TEMPORANEA di gruppiomogenei

Page 23: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LE SFIDE PER UN ALUNNO MIGRANTE...CHE ABBIAMO IL DOVERE DI RICORDARE SEMPRE

• L’APPRENDIMENTO DELLA NUOVA LINGUA

• IL RIORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO

• LA NECESSITÀ DI DECODIFICARE LE REGOLE IMPLICITE ED ESPLICITE CHE REGOLANO LE RELAZIONI E I RUOLI NELLA CLASSE.

• IL MARASMA EMOTIVO CHE IL VIAGGIO DI MIGRAZIONE COMPORTA, CON I VISSUTI DI PERDITA E CON LE DIFFICOLTÀ DI RITESSERE LEGAMI AFFETTIVI CON I GENITORI QUASI ESTRANEI.

«Durante la fase dell’inserimento dobbiamo quindi registrare i bisogni linguistici e le necessità di apprendimento, ma dobbiamo anche essere consapevoli del disorientamento e della nostalgia che connotano questo passaggio. Negli studi sulla migrazione infantile, il concetto di vulnerabilità viene utilizzato di frequente e serve a designare uno stato di minore resistenza agli eventi e ai fattori nocivi» (da "A scuola nessuno è straniero" di Graziella Favaro)

INDICAZIONI OPERATIVE: ACCOGLIENZA(LINEE GUIDA...2014)

Page 24: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

...E POI? INDICAZIONI OPERATIVE:

ACCOGLIENZADUE APPROCCI

DIFFERENTIAPPROCCIO CULTURALEMettere a proprio agio il nuovo alunno, considerandolo soprattutto come “emigrato da”. L’enfasi viene allora portata sui riti d’accoglienza, sulla raccolta della sua (supposta) storia e “cultura d’origine”

APPROCCIO DI CONTROLLO, basato su pratiche, strumenti e prove che tendono a mettere l’altro sotto esame, a porne in risalto le competenze, o meglio le non competenze, il percorso scolastico, i bisogni linguistici ecc.

 «Sono strumenti che ci aiutano a conoscere l’altro, o sono strumenti che ci aiutano a costruirlo?» (D. Zoletto 2007)

si rendono visibili, o meglio, vengono sottolineate le differenze e le appartenenze culturali

si rendono visibili i vuoti e le carenze, i bisogni e le lacune.

Page 25: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

....PRIMA DI TUTTOL’ASCOLTO DEL SILENZIO «In certi giorni è come

se Xiao Lin non fosse in classe, né per la

maestra, né per i compagni»

Negli alunni neoarrivati c’è spesso, con differenze di intensitàtra persona e persona, una fase in cui il desiderio di apprendere, essere accolto e riconosciuto si mescola con la nostalgia e lo sconforto.PRIMA DI SOLLECITARLI ED INTERPELLARLI È NECESSARIO RISPETTARE QUESTO SILENZIO IN CUI L’ALUNNO STA RIELABORANDO TANTE COSE...1. DARE TEMPO2. DARSI TEMPO, NON AVERE FRETTA DI ARRIVARE A

RISULTATI3. PRESTARE ATTENZIONE SIA ALLE PAROLE CHE AI

SILENZI4. RIVOLGERE ALTRE ATTENZIONI AI CONTESTI E ALLE

SOLLECITAZIONI DELLO SCAMBIO, CHE DEVONO ESSERE INCLUSIVI E RIVOLTI A TUTTI, NON INTRUSIVI E FOCALIZZATI SU UN SINGOLO BAMBINO

5. RICORDARSI CHE RECETTIVO NON SIGNIFICA PASSIVO

Page 26: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

«IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA»UN DOCUMENTO FONDAMENTALE CHE INDICA FINALITÀ, OBIETTIVI, PASSI DA COMPIERE, STRUTTURE E STRUMENTI PER L’INSERIMENTO E L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

FINALITÀ• definire e attivare pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema di accoglienza di alunni stranieri;• facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi di un’altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale ed accoglierli in un clima di serenità;• sostenere gli studenti neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto;• favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni, per prevenire e rimuovere eventuali ostacoli alla piena integrazione;• promuovere la comunicazione tra scuole e tra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazioneinterculturale.

CONTENUTI• prevede l’istituzione formale di una Commissione d’Accoglienza come articolazione del Collegiodei Docenti;• contiene i criteri e le indicazioni riguardo alle modalità di iscrizione e inserimento degli alunni stranieri;• traccia fasi e modalitàdell’accoglienza a scuola, definendo compiti e ruoli degli operatori scolastici e di coloro che partecipano a questo processo;• indica le fasi e le modalità di intervento per l’apprendimento della lingua italiana come lingua sia di comunicazione che di studio;• ricerca strumenti didattici e materiali che supportino il lavoro didattico rivolto agli alunni stranieri.

Il Protocollo definisce prassi condivise di carattere:• amministrativo e burocratico: l’iscrizione;• comunicativo e relazionale: prima conoscenza;• educativo-didattico: proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, relazioni interculturali,italiano come lingua 2;• sociale: rapporti e collaborazioni con il territorio.

ES.: PROTOCOLLO ACCOGLIENZA

Page 27: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

1° LABORATORIO

FACCIAMO UN NOSTRO «PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA»

1. Per gruppi2. Prima fase: elaborazione di una

bozza di protocollo seguendo la traccia predisposta; tempo 40 minuti

3. Confronto con altri documenti e individuazione delle concordanze e differenze. Tempo 20 minuti

4. Condivisione dell’esperienza

Page 28: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

COMUNICARE SIGNIFICATIVO...

• Anche nella fase di accoglienza il docente non deve mai rinunciare alla comunicazione magari per paura di sbagliare o non essere compreso.

• Rivolgersi a lui/lei in italiano, dicendo cose essenziali in modo pacato, semplice ma corretto, usando intonazioni di voce che possano comunicare al di là delle parole.

• Non crediamo che siano necessari abbracci e contatti fisici: non in tutte le culture i bambini sono abituati a ciò; talvolta bastano gesti come la mano su una spalla.

• Se conosciamo qualche parola nella lingua dell’alunno, tanto meglio, possiamo affiancarle alle parole italiane

• usare input linguistici e materiali funzionali agli usi della lingua e non alla fissazione delle regole

• porre attenzione al proprio linguaggio, fornendo input in L2 significativi e comprensibili

• collegare l’uso del linguaggio verbale ad altri linguaggi: canto, musica, mimica, motoria, immagine

• proporre testi facilitati, ad alta leggibilità e comprensibilità, (il testo più comprensibile non è necessariamente il più corto) KIT ACCOGLIENZA

PAROLE PER ACCOGLIERE

Page 29: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

IL COINVOLGIMENTO E LA PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIENon si può pensare di far scuola, non solo con gli alunni

stranieri, senza rapporto con le famiglie.

«È ...necessario da parte della scuola instaurare un RAPPORTO DI ASCOLTO con la famiglia per comprenderne le specifiche condizioni ed esigenze.Accogliere la famiglia ed accompagnarla ad una graduale integrazione corrisponde a COINVOLGERLA E RENDERLA PARTECIPE delle iniziative e delle attività della scuola, condividendo un progetto pedagogico che valorizzi le specificità dell'alunno.

Per un corretto inserimento degli alunni sono, altresì, importanti le ASSOCIAZIONI DI GENITORI. In questo contesto, infatti, lo scambio vicendevole di esperienze e suggerimenti tra le famiglie,una a supporto dell'altra, può fornire un positivo contributo all'integrazione dell'intero gruppo familiare.»

(Linee guida...2014)

I genitori stranieri e la nosrta scuolaQuestionario migrantiNé stranieri né ospiti: cittadini al futuroTra scuola e famigliaGenitori italiani e stranieriProgetto Anna Meo

Page 30: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

L'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO COME LINGUA SECONDA (L2)In questi vent'anni di pratiche ed esperienze di inserimento scolastico degli alunni stranieri,le scuole e gli insegnanti hanno cercato 1. di mettere a punto modalità organizzative di

intervento, 2. materiali didattici, 3. tracce di programmazione per rispondere in maniera sempre più efficace soprattutto ai bisogni linguistici più immediati propri e di chi si trova a dover imparare l 'italiano come una seconda lingua.

ci si è concentrati sulle necessità e di "primo livello", più urgenti, visibili e

specifiche, espresse da chi arriva a

scuola "SENZA PAROLA"

è oggi giunto il momento e di qualificare l 'intervento didattico specifico ...per meglio accompagnare e sostenere lo sviluppo linguistico degli alunni stranieri nati in Italia o inseriti da tempo, e per consentire loro di impadronirsi in modo pieno e ricco della lingua e delle sue funzioni: narrare, descrivere, definire, spiegare, argomentare.

soprattutto nelle classi della scuola secondaria in cuil'apprendimento dell'italiano come L2 è diventato cruciale ai fini dell'inserimento positivo e diuna storia di buona integrazione

LABORATORIO L2 IN CLASSE

Page 31: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PECULIARITÀ DEL PERCORSO DIDATTICO DELL'ITALIANO L2

rappresenta un campo di intervento didattico SPECIFICO - quanto a tempi, metodi, bisogni,modalità di valutazione - e in TRANSIZIONE

È TRASVERSALE a tutte le disciplineIl DOCENTE deve assumere il ruolo di "FACILITATORE DELL’APPRENDIMENTO" per il proprio ambito disciplinare e prevedere per un tempo lungo attenzioni mirate e forme molteplici di facilitazione

L'acquisizione dell'italiano, "concreto" e contestualizzato per comunicare nel "qui e ora"è resa più rapida ed efficace dalla SITUAZIONE DI APPRENDIMENTO MISTA ED ETEROGENEA

Diversi sono i tempi richiesti:• italiano L2 per la

comunicazione di BASE

• italiano lingua di STUDIO per apprendere i contenuti disciplinari GUIDA ALLA CLASSE MULTILINGU

E

Page 32: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LA FASE INIZIALE DELL'APPRENDIMENTO DELL'ITALIANO L2 PER COMUNICARE

• da 8 a 10 ore settimanali dedicate all'italiano L2 per la durata di 3-4 mesi, organizzate secondo livelli di apprendimento e non in base all'età degli studenti

• attività di LABORATORIO LINGUISTICO per lo sviluppo delle capacità di ascolto, scrittura, lettura, produzione orale.OBIETTIVI

• lo sviluppo delle capacità di ascolto e comprensione dei messaggi orali;

• l'acquisizione del lessico fondamentale della lingua italiana (le circa 2000 parole più usate);

• l'acquisizione e la riflessione sulle strutture grammaticali di base;

• il consolidamento delle capacità tecniche di lettura/scrittura in L2.

LABORATORILINGUISTICI

possono anche essere collocati entro moduli di

apprendimento da ricavare all'interno della

scuola stessa, grazie all'apertura di un "tempo

dedicato (apertura pomeridiana o nel corso

delle mattine) È da privilegiare

un insegnamento per piccoli gruppi

LABORATORIO DI ITALIANO L2

Page 33: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LE FASI SUCCESSIVE

• FASE "PONTE" DI ACCESSO • ALL’ITALIANO DELLO STUDIO

• Duplice obiettivo:

1. rinforzare e sostenere l'apprendimento della L2 come lingua di contatto

2. Fornire all'allievo competenze cognitive e metacognitive efficaci per poter partecipare all'apprendimento comune

FASE DEGLI APPRENDIMENTI COMUNIL'italiano L2 resta in questa fase sullo sfondo e

Le modalità di mediazione didattica e di facilitazione ... possono essere in gran parte efficaci

anche per gli alunni stranieri. Anzi, il loro punto di vista diverso su un tema geografico, storico, economico, ecc...potranno

essere potenti occasioni per introdurre uno sguardo interculturale

MATERIALI DIDATTICI E PISTE DI LAVORO

Page 34: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

PLURILINGUISMO:VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITÀ LINGUISTICA

" Poiché ogni apprendimento avviene integrando nuove conoscenze e competenze a quelle che già si posseggono (e a scuola questo avviene soprattutto attraverso la lingua di scolarizzazione) e che queste sono spesso codificate in altre lingue, è indispensabile tenere conto delle lingue che costituiscono i repertori degli studenti. Queste sono, d'altra parte, la base prima, il fondamento, della formazione delle identità individuali e collettive degli apprendenti".Guida per lo sviluppo e l 'attuazione di curricoli per una educazione plurilingue e interculturale (Consiglio d'Europa 2010)

Page 35: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

COME VALORIZZARE LA DIVERSITÀ LINGUISTICASEGNI D'ACCOGLIENZA

• opuscoli informativi e messaggi anche multimediali in varie lingue, rivolti ai genitori stranieri,

• cartelloni, opuscoli, libretti e segni plurilingui di accoglienza e di "benvenuto".

QUESTIONARI IN L1questionari plurilingui e le "schede d'ingresso" in versione bilingue che si propongono di cogliere capacità logico-matematiche e di comprensione di un testo proposti nella lingua materna dell'alunno.

STORIE E FIABE• fiabe del mondo in

versione bilingue o plurilingue,

• presentare alla classe lingue , scritture a alfabeti differenti;

PAROLE PER STUDIARE SCAMBI LINGUISTICIfacilitare la comprensione di un contenuto di studio proponendo una breve lista di termini /chiave o un piccolo glossario bilingue inerente il tema

• facendo un cenno ai prestiti linguistici che intercorrono da sempre tra una lingua e l'altra

• come si nomina uno stesso oggetto o come si declina un nome proprio in lingue differenti

CORSI LINGUE NON COMUNITARIE

Autobiografie linguisticheAutobiografi linguistiche 2Etimi arabi in italianoSESAMO GIUNTI

Page 36: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

DPR 394/99 art 45  “i minori con cittadinanza non italiana sono soggetti alle stesse forme e modalità di valutazione utilizzate per i cittadini italiani”è necessaria una attenzione alla cultura, alla storia e alle competenze in italiano di ciascun alunno

DPR 122/2009REGOLAMENTO SULLA VALUTAZIONE•  Diritto ad una valutazione

periodica e finale, trasparente e tempestiva sulla base dei criteri stabiliti dal Collegio docenti.

• Voti in decimi per tutte le discipline e il comportamento (giudizi nella primaria)

• Ammissione alla classe successiva o all'Esame di Stato in presenza di voti non inferiori al sei in tutte le discipline e nel comportamento.

• Rilascio della certificazione delle competenze acquisite al termine della scuola primaria, secondaria di primo grado e dell' obbligo di istruzione.

• Attribuzione delle tutele specifiche previste dalla norma se lo studente è affetto da disabilità certificata ai sensi della legge 104/1012 o da disturbo specifico di apprendimento (DSA) ai sensi della legge 170/2010 o presenta altre difficoltà ricomprese nella Direttiva sui Bisogni Educativi speciali emanata il 27 dicembre 2012

Page 37: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI ESAMI

• La normativa d'esame non permette di differenziare formalmente le prove per gli studenti stranieri ma solo per gli studenti con bisogni educativi speciali certificati o comunque forniti di un piano didattico personalizzato.

• La Relazione di presentazione della classe all'esame di stato deve contenere un'adeguata presentazione degli alunni stranieri e delle modalità con cui si sono svolti i rispettivi percorsi di inserimento scolastico e di apprendimento.

LA VALUTAZIONE degli ALUNNI STRANIERI in particolare per quelli di recente immigrazione o non italiani deve tenere conto di: • Valutazione Percorso di apprendimento dei singoli studenti • Percorsi personalizzati e specifiche strategie • Possibile adattamento dei programmi garantendo agli

studenti una valutazione che tenga conto, per quanto possibile della loro storia scolastica precedente, degli esiti raggiunti, delle caratteristiche delle scuole frequentate, delle abilità e delle competenze essenziali acquisite

Page 38: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

...LE COMPETENZE DEL DOCENTE

INTERCULTURALE

PIANO COGNITIVO1. Valorizzazione del

meticciamento2. Decentramento dello sguardo3. Destrutturazione dei propri

pregiudizi e delle proprie “cornici culturali”.

4. Attenzione ai dettagli apparentemente ininfluenti e fastidiosi, come segnali che qualcosa è da rivedere nelle

conoscenze pregresse.5. Riconoscimento di analogie e

differenze.6. Capacità di dare molteplici

interpretazioni e significati ad uno stesso dato o fatto

PIANO AFFETTIVO‐ Auto‐riflessività: capacità di

coinvolgimento e distacco e capacità di “leggere” le proprie

emozioni.‐ Conoscenza e accettazione di

sé e delle proprie limitazioni‐ Memoria della propria storia‐ Apertura e prontezza alla

scoperta di nuove esperienze e diversità, anziché timore del

cambiamento‐ Consapevolezza della diversità

presente in noi, siamo o siamo stati a qualche punto stranieri a

noi stessi‐ Umorismo: non prendersi

troppo sul serio

PIANO RELAZIONALE‐ Rispetto ed apertura nei confronti degli altri e dei loro diritti‐ Empatia (che in verità agisce sui tre piani, ma che collochiamo qui)‐ Ascolto attivo che va incontro ai punti di vista dell’altro‐ Sospensione del giudizio, e fiducia nella sensatezza delle ragioni dell’altroancor prima di averle comprese‐ Capacità dialogica‐ Visione positiva del malinteso e del conflitto come opportunità‐ Soluzione creativa dei conflitti, come creazione di terreni comuni ecostruzione di nuove soluzioni

Page 39: INCLUSIONE SOCIALE E DINAMICHE INTERCULTURALI

GRAZIE!

“Non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli”. Ebrei 13,2

[email protected]