Inchiostro Fresco - Agosto 2015

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Nelle pagine centrali un viaggio nelle “Terre Selvagge” dell’Oltregiogo Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz) www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente La voce del tuo territorio La voce del tuo territorio ANNO XXX / N. 7 - AGOSTO 2015 Fondato nel 1985 Fondato nel 1985 Nella storica sede della SOMS abbiamo scoperto un “laboratorio sociale” N ello scorso numero di luglio, andando a conoscere tutti i paesi toccati dall’Orba per tutelare questo corso d’acqua dal pericolo di un’ipotetica miniera di titanio sul monte Tarinè ubicato nella zona dove il torrente ha le sue sorgenti, abbiamo conosciuto Ca- stellazzo Bormida, intervistandone il Sindaco, Gianfranco Ferraris e raccogliendo molte informazioni. Stimolati dalla vitalità di questo paese, abbiamo deciso di conoscer- ne meglio la realtà anche per dare completezza alle nostre pagine di Rondinaria. Dedichiamo quindi la prima pagina de “l’inchiostro fre- sco” a Castellazzo Bormida, presen- tandovi alcune sue eccellenze. La consulta giovanile Forse molti di voi si ricorderanno il film dei fratelli Coen “Non è un pa- ese per vecchi”. Parafrasando quel titolo si potrebbe dire che Castel- lazzo Bormida “è un paese per gio- vani”, dato che, dopo aver intervi- stato presso i locali della SOMS del paese il Presidente della Consulta Giovanile, Peter Nicolosi (nel tondo in alto a sinistra), i redattori de “l’in- chiostro fresco” ne sono rimasti stu- piti dalla fervente attività. Abbiamo raggiunto Nicolosi sabato 11 luglio, il primo della due giorni di festa per Castellazzo, nell’ambito delle cele- brazioni della Madonna dei Centau- ri. Peter Nicolosi ha iniziato l’inter- vista dicendo che: “Erano anni che in paese si parlava di costituire una consulta giovanile, ma poi, per svariati motivi, non si era mai concretizzato alcunché. Dal- la nostra prima riunione, grazie al proficuo lavoro dell’ex assessore Roberto Curino, a novembre dello scorso anno, siamo molto cresciuti – continua il discorso il Presidente arrivando a 85 iscritti e potendo annoverare tra le cinquanta pre- senze fisse ad ogni nostro incontro MATTIA NESTO @Mattia Nesto D omenica 12 luglio, ore 7.30. La sveglia mi ricorda che è un giorno speciale: al Santuario Madonna del- la Creta, meglio conosciuto come Madonnina dei Cen- tauri, va in scena il 70° Raduno Motociclistico Interna- zionale. In realtà, la grande festa dei piloti su due ruote è iniziata già da venerdì 10 con spettacoli itineranti, ban- carelle, sagra del raviolo, mezzanotte bianca, la mostra La maschera di ferro” con le tavole di Paolo Piffarerio. Ma il clou del motoraduno è proprio stamane: in sella al mio fedele Suzuki Burgman 125 bluette metallizzato mi immergo nella torrida campagna alessandrina, il vento caldo sulla pelle. Nella desolazione di un’arida domeni- ca mattina estiva, lungo la strada incontro motociclisti e scooteristi, tutti abbiamo la stessa meta. Giunta al San- tuario l’atmosfera è già “incandescente”, per le tempera- ture ma soprattutto per l’eccitazione che si respira. Sono già moltissimi i bolidi di ogni foggia e colore con i loro pittoreschi proprie- tari: gilet e giubbotti di jeans e pelle e magliette originali si sprecano, uomini e donne con una passione in comune che si ritrovano per un’oc- casione unica. Castellazzo Bormida per un weekend mecca dei centauri di tutta Europa, che siano a bordo di moto da strada, moto da cross, supermotard, cinquantini, vespe, quad, scooter, o Harley Davidson. Sono loro le in- discusse Regine delle motociclet- te. Opere d’arte personalizzate, il parcheggio del Santuario sembra il set di “Easy Rider” o “Sons of Anarchy”, con sprazzi di “Mad Max” quando mi trovo di fronte ad una Harley con alligatori, ossa e serpenti imbalsamati. Un vero gioiellino che sembra pronto a solcare i deserti dell’outback australiano. Bancarelle vendono gadget del MotoClub Castellazzo e ricordi oltre a scudetti applica- bili, per un look da vero motociclista. Ore 9.30, la terra trema e un rombo assordante è sempre più vicino. Un miraggio? No, è il corteo che giunge da Alessandria per la cerimonia. La chiesa è sontuosa, con gli ex-voto dei centauri e vicino all’altare le moto dei rappresentanti delle delegazioni giunte da Italia, Spagna, Francia, Bel- gio, Olanda, Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna. Il vescovo di Alessandria Guido Gallese officia la messa insieme ai parroci locali in quattro lin- gue (italiano, spagnolo, francese, inglese) con l’aiuto di giovani lettrici, alla presenza delle autorità e di centinaia di centauri e curiosi. Emozionante la benedizione finale, con il rombo dei motori in sottofondo. Ore 11, tutti in strada per formare un corteo infinito di bolidi pronti a sfrecciare verso Alessandria o sem- plicemente tornare a casa. Un turbinio di emozioni aver partecipato ad una così straordinaria manifestazione, una festa per tutti, non solo per i centauri, all’in- segna del buon umore, del confronto e della passione per questi magnifici mezzi di locomozione, destrieri metallici unici come i loro cavalieri. E vedendoli in strada, mentre mi avvio verso casa, mi viene spontaneo cantic- chiare il capolavoro sempreverde dei Canned Heat “On the road again”. Benedetta Acri Diario di una biker Diario di una biker o riunione”. Una consulta quindi che è una presenza importante nel paese. Ma come si articola questa presenza?: “Attraverso tutta una serie di iniziative, che non han- no la finalità di dare un preciso indirizzo politico, quanto di dare un preciso segnale sociale: per dire noi ci siamo e vogliamo coinvolge- re tutti – risponde pronto Nicolosi - La nostra attività è iniziata con i festeggiamenti del 25 aprile di quest’anno, durante i quali, ab- biamo rielaborato il concetto di Re- sistenza, con una mostra fotogra- fica e delle installazioni di grande impatto - prosegue il suo intervento Poi abbiamo organizzato degli appuntamenti estivi, di carattere eterogeneo. Dall’incontro con uno specialista per illustrare le malat- tie trasmettibili sessualmente, a quello con una persona reduce dal cammino di Santiago, a quello sul- le ludopatie o sull’abuso da social network sino alla serata dedicata al mondo del lavoro con i rappre- sentanti della CGIL”. Chiediamo quale sia stata la risposta del paese: Al di là di ogni più rosea previ- sione nonostante alcune perplessi- – ci dice Nicolosi – A settembre partiremo con un corso di teatro gratuito tenuto da Luca Zilovich, attore, regista e scrittore del Teatro Regio di Torino. Il nostro desiderio è essere in tanti e sempre in fer- mento creativo”. Nel Magazine intervista a Loredana Corrado, Presidente del Circolo di Lettura di Castellazzo Bornida. Cultura & Società Cultura & Società Castellazzo è un paese Castellazzo è un paese per giovani per giovani Ecco la Consulta giovanile Ecco la Consulta giovanile L’ intervista ai giovani della consulta è stata anche l’occasione per raggiun- gere il Presidente della locale SOMS, Daniele Valle (foto in bas- so), che, accogliendoci mentre stava dando gli ultimi ritocchi ai lavori di ristrutturazione appena effettuati, ci ha ricordato che: Questa SOMS ha compiuto il 4 marzo scorso 160 anni, in quanto è stata fondata nel 1855, tra gli altri da Lorenzo Capria- ta (intellettuale castellazzese dell’Ottocento, ndr). Una storia lunga e ricca di soddisfazioni che oggi è viva più che mai prosegue l’affermazione Valle anche grazie ad associazioni come “Noi per Voi” che aiuta le persone in difficoltà a recarsi negli ospedali o nelle cliniche per le visite, senza dimenticare le cure gratuite oftalmiche”. Gli fa eco il consigliere di Minoran- za e vicepresidente della SOMS, Giuseppe Ferraris che spiega: In questa SOMS si sono realiz- zate quelle che potrebbero esse- re definite le più alte forme di socialismo concreto. Ma qui le differenze politiche contavano relativamente, in nome del bene comune”. Ferraris ci racconta poi un episodio curioso che sot- tolinea il carattere “sovra-parti- tico” di questa SOMS: “Mi ricor- do di un maestro, fascistissimo e reazionario, che raggiungeva in bicicletta Bosco Marengo dove lavorava e al ritorno tro- vava sempre un’ora o due di tempo per insegnare agli anal- fabeti che affollavano la SOMS”. Castellazzo Bormida, ultimo pa- ese toccato dal corso dell’Orba, è quindi un paese vivo e vitale: che non siano tornati gli eroici tempi del Medioevo in cui era un libero comune chiamato Gamondio? Mattia Nesto Una SOMS Una SOMS ultracentenaria ultracentenaria a pag. 28 a pag. 28

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1l’inchiostro frescoAgosto 2015

Nelle pagine centrali un viaggio nelle “Terre Selvagge” dell’Oltregiogo

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente

La voce del tuo territorioLa voce del tuo territorio ANNO XXX / N. 7 - AGOSTO 2015

Fondato nel 1985Fondato nel 1985

Nella storica sede della SOMS

abbiamo scoperto un “laboratorio

sociale”

Nello scorso numero di luglio, andando a conoscere tutti i paesi toccati dall’Orba per

tutelare questo corso d’acqua dal pericolo di un’ipotetica miniera di titanio sul monte Tarinè ubicato nella zona dove il torrente ha le sue sorgenti, abbiamo conosciuto Ca-stellazzo Bormida, intervistandone il Sindaco, Gianfranco Ferraris e raccogliendo molte informazioni. Stimolati dalla vitalità di questo paese, abbiamo deciso di conoscer-ne meglio la realtà anche per dare completezza alle nostre pagine di Rondinaria. Dedichiamo quindi la prima pagina de “l’inchiostro fre-sco” a Castellazzo Bormida, presen-tandovi alcune sue eccellenze.

La consulta giovanileForse molti di voi si ricorderanno il fi lm dei fratelli Coen “Non è un pa-ese per vecchi”. Parafrasando quel titolo si potrebbe dire che Castel-lazzo Bormida “è un paese per gio-vani”, dato che, dopo aver intervi-stato presso i locali della SOMS del paese il Presidente della Consulta Giovanile, Peter Nicolosi (nel tondo in alto a sinistra), i redattori de “l’in-chiostro fresco” ne sono rimasti stu-piti dalla fervente attività. Abbiamo raggiunto Nicolosi sabato 11 luglio, il primo della due giorni di festa per Castellazzo, nell’ambito delle cele-brazioni della Madonna dei Centau-ri. Peter Nicolosi ha iniziato l’inter-vista dicendo che: “Erano anni che in paese si parlava di costituire una consulta giovanile, ma poi, per svariati motivi, non si era mai concretizzato alcunché. Dal-la nostra prima riunione, grazie al profi cuo lavoro dell’ex assessore Roberto Curino, a novembre dello scorso anno, siamo molto cresciuti – continua il discorso il Presidente – arrivando a 85 iscritti e potendo annoverare tra le cinquanta pre-senze fi sse ad ogni nostro incontro

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Domenica 12 luglio, ore 7.30. La sveglia mi ricorda che è un giorno speciale: al Santuario Madonna del-

la Creta, meglio conosciuto come Madonnina dei Cen-tauri, va in scena il 70° Raduno Motociclistico Interna-zionale. In realtà, la grande festa dei piloti su due ruote è iniziata già da venerdì 10 con spettacoli itineranti, ban-carelle, sagra del raviolo, mezzanotte bianca, la mostra “La maschera di ferro” con le tavole di Paolo Piffarerio. Ma il clou del motoraduno è proprio stamane: in sella al mio fedele Suzuki Burgman 125 bluette metallizzato mi immergo nella torrida campagna alessandrina, il vento caldo sulla pelle. Nella desolazione di un’arida domeni-ca mattina estiva, lungo la strada incontro motociclisti e scooteristi, tutti abbiamo la stessa meta. Giunta al San-tuario l’atmosfera è già “incandescente”, per le tempera-ture ma soprattutto per l’eccitazione che si respira. Sono già moltissimi i bolidi di ogni foggia e colore con i loro pittoreschi proprie-tari: gilet e giubbotti di jeans e pelle e magliette originali si sprecano, uomini e donne con una passione in comune che si ritrovano per un’oc-casione unica. Castellazzo Bormida per un weekend mecca dei centauri di tutta Europa, che siano a bordo di moto da strada, moto da cross, supermotard, cinquantini, vespe, quad, scooter, o Harley Davidson. Sono loro le in-discusse Regine delle motociclet-te. Opere d’arte personalizzate, il parcheggio del Santuario sembra il set di “Easy Rider” o “Sons of Anarchy”, con sprazzi di “Mad Max” quando mi trovo di fronte ad

una Harley con alligatori, ossa e serpenti imbalsamati. Un vero gioiellino che sembra pronto a solcare i deserti dell’outback australiano. Bancarelle vendono gadget del MotoClub Castellazzo e ricordi oltre a scudetti applica-bili, per un look da vero motociclista. Ore 9.30, la terra trema e un rombo assordante è sempre più vicino. Un miraggio? No, è il corteo che giunge da Alessandria per la cerimonia. La chiesa è sontuosa, con gli ex-voto dei centauri e vicino all’altare le moto dei rappresentanti delle delegazioni giunte da Italia, Spagna, Francia, Bel-gio, Olanda, Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna. Il vescovo di Alessandria Guido Gallese offi cia la messa insieme ai parroci locali in quattro lin-gue (italiano, spagnolo, francese, inglese) con l’aiuto di giovani lettrici, alla presenza delle autorità e di centinaia di centauri e curiosi. Emozionante la benedizione fi nale,

con il rombo dei motori in sottofondo. Ore 11, tutti in strada per formare un corteo infi nito di bolidi

pronti a sfrecciare verso Alessandria o sem-plicemente tornare a casa. Un turbinio di

emozioni aver partecipato ad una così straordinaria manifestazione, una festa per tutti, non solo per i centauri, all’in-segna del buon umore, del confronto e

della passione per questi magnifi ci mezzi di locomozione, destrieri metallici unici

come i loro cavalieri. E vedendoli in strada, mentre mi avvio verso casa, mi viene spontaneo cantic-chiare il capolavoro sempreverde dei Canned Heat “On the road again”.

Benedetta Acri

Diario di una bikerDiario di una biker o riunione”. Una consulta quindi che è una presenza importante nel paese. Ma come si articola questa presenza?: “Attraverso tutta una serie di iniziative, che non han-no la fi nalità di dare un preciso indirizzo politico, quanto di dare un preciso segnale sociale: per dire noi ci siamo e vogliamo coinvolge-re tutti – risponde pronto Nicolosi - La nostra attività è iniziata con i festeggiamenti del 25 aprile di quest’anno, durante i quali, ab-biamo rielaborato il concetto di Re-sistenza, con una mostra fotogra-fi ca e delle installazioni di grande impatto - prosegue il suo intervento – Poi abbiamo organizzato degli appuntamenti estivi, di carattere eterogeneo. Dall’incontro con uno specialista per illustrare le malat-tie trasmettibili sessualmente, a quello con una persona reduce dal cammino di Santiago, a quello sul-le ludopatie o sull’abuso da social network sino alla serata dedicata al mondo del lavoro con i rappre-sentanti della CGIL”. Chiediamo quale sia stata la risposta del paese: “Al di là di ogni più rosea previ-sione nonostante alcune perplessi-tà – ci dice Nicolosi – A settembre partiremo con un corso di teatro gratuito tenuto da Luca Zilovich, attore, regista e scrittore del Teatro Regio di Torino. Il nostro desiderio è essere in tanti e sempre in fer-mento creativo”.

Nel Magazine intervista a Loredana Corrado, Presidente del Circolo di Lettura di Castellazzo Bornida.

Cultura & SocietàCultura & Società

Castellazzo è un paeseCastellazzo è un paese per giovaniper giovani

Ecco la Consulta giovanileEcco la Consulta giovanile

L’intervista ai giovani della consulta è stata anche l’occasione per raggiun-

gere il Presidente della locale SOMS, Daniele Valle (foto in bas-so), che, accogliendoci mentre stava dando gli ultimi ritocchi ai lavori di ristrutturazione appena effettuati, ci ha ricordato che: “Questa SOMS ha compiuto il 4 marzo scorso 160 anni, in quanto è stata fondata nel 1855, tra gli altri da Lorenzo Capria-ta (intellettuale castellazzese dell’Ottocento, ndr). Una storia lunga e ricca di soddisfazioni che oggi è viva più che mai – prosegue l’affermazione Valle – anche grazie ad associazioni come “Noi per Voi” che aiuta le persone in diffi coltà a recarsi negli ospedali o nelle cliniche per le visite, senza dimenticare le cure gratuite oftalmiche”. Gli fa eco il consigliere di Minoran-za e vicepresidente della SOMS, Giuseppe Ferraris che spiega: “In questa SOMS si sono realiz-zate quelle che potrebbero esse-re defi nite le più alte forme di socialismo concreto. Ma qui le differenze politiche contavano relativamente, in nome del bene comune”. Ferraris ci racconta poi un episodio curioso che sot-tolinea il carattere “sovra-parti-tico” di questa SOMS: “Mi ricor-do di un maestro, fascistissimo e reazionario, che raggiungeva in bicicletta Bosco Marengo dove lavorava e al ritorno tro-vava sempre un’ora o due di tempo per insegnare agli anal-fabeti che affollavano la SOMS”. Castellazzo Bormida, ultimo pa-ese toccato dal corso dell’Orba, è quindi un paese vivo e vitale: che non siano tornati gli eroici tempi del Medioevo in cui era un libero comune c h i a m a t o Gamondio?

Mattia Nesto

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2 l’inchiostro frescoAgosto 2015 LE SENTINELLE DEL TERRITORIO - IL TURISMO E LA CULTURA LOCALE

Mele: conti in ordine nonostante tuttoMele: conti in ordine nonostante tuttoIl sindaco Mirco Ferrando racconta il primo anno di mandato tra mille diffi coltà

“Abbiamo avuto un mo-mento di grave diffi coltà lo scorso autunno, con

danni ingenti tra novembre e di-cembre” spiega Mirco Ferrando, sin-daco di Mele, che traccia in questa intervista il bilancio del primo anno di mandato: “Due eventi franosi in particolare, quello nella frazione Bisaccia e quello avvenuto in paese a causa di una parete rocciosa dove avveniva da anni un’infi ltrazione di acqua ci hanno creato enormi problemi, ringrazio ancora una volta i residenti della zona, che si sono prodigati e hanno dato un grande contributo”. A parte i pro-blemi recati dagli eventi alluvionali, però, il Sindaco Ferrando traccia un bilancio positivo del suo primo anno di amministrazione: “A breve partirà il primo lotto dei lavori per la nuo-va scuola dell’infanzia, edifi cata in-

teramente con materiali e requisiti tecnologici d’avanguardia”. La scel-ta di partire dalla scuola dell’infanzia non è casuale: “A Mele le nascite sono aumentate e i nostri asili co-minciano ad essere in sofferenza”, un aumento demografi co che soddi-sfa l’Amministrazione Comunale, e che è un segno di un paese in buona salute “negli ultimi cinque anni ab-biamo avuto un aumento del quat-tro per cento di residenti” continua il Primo Cittadino melese “grazie a coppie giovani che da Genova si sono trasferite a Mele, la vicinanza alla città e alla Riviera e la presen-za di un territorio verde e a misura d’uomo fanno la differenza”. Anche dal punto di vista turistico-culturale il Sindaco non nasconde la sua soddisfazione: “La scommessa del Museo della Carta, nata negli anni ’90 è stata ampiamente vinta, la frazione di Acqusanta oggi, grazie al connubio tra museo, terme e san-tuario restaurato presenta un’of-ferta unica”. È in cantiere, continua il primo cittadino “L’installazione di due nuove pale eoliche, che ci daranno una royalty sul fatturato non indifferente”. Infi ne, sulla vicen-da della costruzione di una discarica per il materiale di “smarino” dei lavori del Terzo Valico ferroviario, di cui si è a lungo parlato nei mesi scorsi, il Sindaco Ferrando spiega: “Il Comune ha subito reso pubblica la vicenda, che è stata ampiamente discussa evitando così situazioni di tensione che si sono viste in al-tri luoghi. Ora è tutto sospeso, ma il Comune ha votato all’unanimità due mozioni della minoranza con-trarie al progetto”.

Fabio Mazzari

Voltaggio: accoglienza fa rima con rispettoVoltaggio: accoglienza fa rima con rispettoOccupazione, Terzo Valico, ambiente, turismo e ospitalità: intervista con il Sindaco Michele Bisio

Raggiunto nel suo studio, il Primo Cittadino di Voltaggio, Michele Bisio, volto storico

della Pro Loco e Product Manager in un grande complesso tecnologico di Sestri Ponente, accoglie i redattori de “l’inchiostro fresco” con queste parole: “Dopo 19 anni di politica trascorsa sui banchi dell’Opposi-zione in questo Comune, nell’ulti-ma tornata elettorale sono riuscito a spuntarla sia pure di stretta mi-sura con 10 voti di scarto – spiega Bisio – ma non per questo sarò il Sindaco di una parte di Voltaggio: io spero e voglio essere il cittadino di tutti”. Domandiamo a Bisio quali sono le iniziative prioritarie che sta avviando in questo momento: “In-nanzi tutto mi sto attivando per rendere più trasparente la macchi-na comunale – afferma il nostro in-terlocutore – Ad esempio, lo scorso 17 luglio, ho indetto una conferen-za pubblica per spiegare in modo, mi auguro chiaro, il bilancio comu-nale. Anche se l’imposizione fi scale, è bene ricordarlo, non è aumentata quest’anno, non possiamo permet-terci di chiedere ulteriori sacrifi ci ai nostri concittadini – prosegue il Primo Cittadino – senza che essi sappiano i perché delle eventuali manovre”. Un’altra questione, anche se non certamente sorta negli ultimi mesi, è quella intorno all’installa-zione della centrale a biomasse: “Si tratta di un progetto partito anni fa, che mi aveva trovato favorevo-le, visto che l’attivazione di questa centrale era collegata con il teleri-scaldamento che avrebbe portato a sostanziosi risparmi per le casse del Comune. Purtroppo, per una serie di scelte della precedente Am-ministrazione, il progetto iniziale è stato molto ridimensionato – ribadi-sce Bisio – per di più senza alcune clausole di salvaguardia, come ad esempio quella per la quale l’azien-da era obbligata ad usare mate-riale boschivo prevalentemente del territorio. Un discorso comunque giù affrontato questo ma bisogna

sottolineare con decisione come i lavori - prosegue il Sindaco – sono partiti uffi cialmente il 31 maggio ma in maniera del tutto fi ttizia. Ci si è limitati ad una pulitura della zona, nulla più. Un evidente esem-pio di perdita di tempo”. Invece sul Terzo Valico qual è la sua posizione?: “Io sono favorevole alle Grandi Ope-re, segnatamente al Terzo Valico, se condotte nel rispetto e nella salva-guardia della salute – spiega pron-tamente il Primo Cittadino – Ora leggo spesso di presunti disastri ambientali intorno a quest’inter-vento. Però se si percorre la strada della Castagnola, ora praticamente raddoppiata nella sua carreggiata e resa più sicura al traffi co, tutto si potrebbe dire tranne che parlare di disastro ambientale. Bisogna dir-celo chiaramente – incalza il nostro interlocutore – mai la Provincia di Alessandria né tantomeno il Comu-ne avrebbero avuto le risorse ne-cessarie per la messa in sicurezza

di quella strada che collega Borgo Fornari (dove è situata la stazione ferroviaria maggiormente utilizzata dai pendolari di Voltaggio e Fraco-nalto, ndr) e la valle Scrivia all’alta val Lemme. Ben venga quindi il Co-civ”. Ma non teme che il benefi cio, anche economico, del cantiere possa

essere solo temporaneo?: “Un buon Amministratore in questa fase deve vigilare e cercare di far sì che quei quasi 300 lavoratori vengano coin-volti nella vita del paese – sostiene il nostro intervistato – Potrebbero sor-gere attività miste e il mio impegno è quello di dare vita a associazioni

e eventi ludico-sportivi che possano convincere alcuni di questi lavora-tori a fermarsi qui da noi”. In con-clusione chiediamo a Michele Bisio quali siano gli obiettivi principali che vuole raggiungere in tempi brevi: “Il-luminazione con lampade a led di tutto il paese fi nanco le zone perife-riche, abbellimento con nuove pan-chine e lotta ai comportamenti non urbani (l’abbandono di rifi uti, carta e mozziconi di sigaretta, ndr) – dice il Sindaco – Lo dico sempre ai dipen-denti comunali: dobbiamo trasfor-mare Voltaggio in una bomboniera, senza auto nella piazza principale e con nuove attività commerciali. Per rendere più bello e accogliente il paese bisogna iniziare dai pic-coli/grandi gesti come, ad esempio, quello della raccolta delle deiezioni dei propri animali. Non per educa-re il cittadino, ma per renderlo più rispettoso e quindi più accogliente verso il prossimo”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

“Purtroppo i ben noti even-ti alluvionali di ottobre e novembre hanno scon-

volto quello che era il nostro pro-gramma elettorale, ma nonostante questo siamo riusciti a realizzare diverse cose” spiega Rosario Ami-co, Sindaco di Serra Riccò il quale traccia il bilancio del primo anno di mandato: “In quasi tutte le fra-zioni del nostro Comune abbiamo avuto danni ingenti, specialmente alla rete viaria, con strade distrut-te per centinaia di metri, nella zona di Prelo abbiamo anche do-vuto far evacuare un edifi cio”, ma il Comune, spiega il primo cittadino “fi no ad oggi, i fondi regionali li abbiamo avuti solo sulla carta, ma ci siamo dati da fare subito anti-cipando gli appalti”. Emergenze a parte, il bilancio che traccia il sindaco Amico è positivo: “Stiamo lavorando molto bene sull’edilizia scolastica, dove abbiamo ottenuto il contributo nazionale del Go-verno tramite ‘Scuole Sicure’, con il rinnovo della scuola Caffaro a San Cipriano e della scuola Anna Frank a Castagna”, il numero dei bambini nelle scuole è in aumento “da venti-trent’anni siamo in leg-gerissimo ma costante aumento di popolazione, e oggi sfi oriamo gli ottomila abitanti” dice il Sin-daco: “Siamo il decimo comune per popolazione della Provincia di Genova, il primo dei non costieri”. Un altro punto su cui l’Amministra-zione Comunale ha lavorato molto in quest’anno è sul sociale: “Siamo vivendo un momento di diffi col-tà per molte famiglie, abbiamo creato una rete tra le diverse as-sociazioni che operano sul nostro territorio, come centri d’ascolto vicariali, pubbliche assistenze, ecc… e, allo stesso tempo, abbia-mo costituito la Consulta delle attività produttive, che sul nostro territorio sono molto numerose e variegate”. Oltre agli interventi di piccola manutenzione: “Anche se con maggiori diffi coltà anno dopo anno, per via dei tagli subiti dai Governi centrali che sono sem-pre più insopportabili per noi amministratori locali” il Sindaco Amico guarda positivamente alla vitalità del comune: “Cerchiamo di organizzare eventi culturali, ricreativi e sportivi. Abbiamo un fortissimo tessuto di volontaria-to e di associazionismo”. Infi ne il primo cittadino spera nella ri-apertura della ferrovia Genova-Casella: “Abbiamo bisogno di quella linea.” (f.m.)

Serra Riccò:Serra Riccò:parla il Sindacoparla il Sindaco

Telefonia mobile: un piano che soddisfa tuttiTelefonia mobile: un piano che soddisfa tuttiDopo un lungo confronto, a Cassinelle è stato siglato un accordo per la telefonia mobile riassunto in un Piano di localizzazione

È giunta all’epilogo la questio-ne sull’insediamento di una antenna per la telefonia mo-

bile nel Comune di Cassinelle. Tutto era iniziato nell’agosto 2014 quando un operatore di telefonia mobile aveva manifestato l’intenzione di installare un’antenna nel centro del paese a pochi passi dalla Scuola Primaria. Tra gli abitanti del paese era serpeggiata fi n da subito una forte preoccupazione, tanto che si era formato un comitato sponta-neo per controllare l’evolversi della situazione. Tale comitato insieme all’Amministrazione Comunale – forze di maggioranza ed opposi-zione – nonché all’Associazione di volontari “Legambiente” – sezione di Ovada – ha collaborato alla ste-sura di un Piano di Localizzazione di tali impianti che si sta rivelando un valido strumento di dialogo con le compagnie telefoniche. Tale pia-no permette di stabilire quali siano i siti più idonei per l’installazione di antenne di telefonia, previo studio capillare del territorio. La vicenda si è recentemente conclusa quando il dott. Alfi o Turco della ditta Polab ha presentato le linee guida del Piano di Localizzazione per l’installazione di antenne di telefonia. E con ciò, in un clima di ampia condivisione, è stata scritta la parola fi ne ad una storia ricca di colpi di scena. “C’è un’Italia che lavora in silenzio – affermano al Comitato nel com-mentare l’epilogo di questa vicenda - per costruire esempi di un grande senso civico, che, grazie alle testate giornalistiche, avremmo piacere di far conoscere perché noi ritenia-mo che solo col dialogo e la buona volontà si possano siglare accordi condivisi”.

Luisa Russo

Lavori in corso nell’ovadeseLavori in corso nell’ovadeseTetto della scuola “Giovanni Paolo II” e frana alla Guardia di Grillano

Sono due i lavori in corso ad Ovada in questo pe-riodo, in attesa che con settembre prendano il via gli altri interventi in programma. Sono già iniziati i

lavori alla Scuola di Via Dania per un valore di 500 mila Euro con il rifacimento del tetto e la sostituzione dei serramenti nell’ambito dei fondi arrivati dai bandi nazio-nali. La struttura è stata “incappucciata” per permette-re il lavoro al tetto approfi ttando anche delle vacanze e dell’assenza di personale docente nonché degli allievi, mentre in un secondo tempo, probabilmente a lezioni in corso, ma senza interferire nel periodo scolastico, avrà luogo la sostituzione dei serramenti esterni e delle ten-de alle aule. La Ditta che si è aggiudicata quest’ultimo lavoro è l’Alfra Vetri di Casapesenna per un importo di Euro 176.659,22. Si sono invece conclusi a fi ne luglio i lavori della frana alla frazione Guardia di Grillano, dopo gli ultimi danni alluvionali che ha creato problemi alla viabilità dal momento che il transito era tutto concen-trato nella strettoia della frazione suscitando non poche polemiche tra la Giunta Lantero, il gruppo “Insieme per Ovada” da una parte e la frazione capeggiata dall’ex con-sigliere di minoranza Eugenio Boccaccio dall’altra. Sono comparsi anche manifesti nelle bacheche di Piazza xx

Settembre a sostegno di una tesi o dell’altra relativamen-te ai costi e ai lavori da effettuare; alla frazione è stato anche sistemato un cartello in cui i grillanesi dicevano di vergognarsi di essere ovadesi. Si è svolto infi ne un in-contro a Palazzo Delfi no con una larga rappresentanza di Grillano capeggiata naturalmente da Eugenio Boccaccio e dai due rappresentanti in Consiglio Comunale per la minoranza Giorgio Bricola e Tina Boccaccio che hanno avuto un confronto con il Sindaco Paolo Lantero, il Sin-daco di Quartiere Gianpiero Sciutto e i suoi consiglieri, oltre all’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello. Eu-genio Boccaccio, a nome e per conto di Giacinto Boccac-cio in rappresentanza degli eredi di Boccaccio Giacomo chiedeva in una successiva nota di recedere dalla gara di appalto. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Sola di Trisobbio che si è aggiudicata la gara di appalto per Euro 9.145 più IVA. Tra i lavori in avvio dopo le ferie ci sono percorsi pedonali sicuri con l’operazione che coinvolge via Lung’ Orba Mazzini e parte di via Gramsci per un to-tale di 125 mila euro, anticipati da Palazzo Delfi no ma fi nanziati dalla Regione, poi il rifacimento del muro di contenimento di via Ruffi ni per 80 mila euro e dell’asfalto del tratto di via Torino verso via Gramsci. (l.r.)

Un grazie che si estende a tante persone ed associazioni. In primo luogo agli abitanti di Cassinelle che hanno accettato una pianifi ca-

zione condivisa tra utenti, amministrazione e gestori. Ai soci di “Legambiente”, rappresentati dalla Presidente del Circolo Ovadese, Michela Sericano, dal segretario Giacomo Briata e dal respon-sabile del settore energia in Piemonte e Valle d’Aosta per “Legambien-te”, Giampiero Godio, per la loro competenza e disponibilità. Alle forze di maggioranza ed opposizione dell’Amministrazione del Co-mune di Cassinelle per aver scelto di prendersi la responsabilità legale ed economica della redazione del Piano di Localizzazione in tempi di crisi e ristrettezze economiche. A Mattia Crucioli ed alla ditta Polab, nella persona di Alfi o Turco, per aver gestito la situazione con grande professionalità. Al Comitato “No Antenna” – Laura Peruzzo, Ombretta Piana e Sabrina Dattilo – che ha collaboratoin termini molto positivi e infi ne un partico-lare ringraziamento a tutti coloro che, pur non nominati, hanno contri-buito con i loro pareri.

Un grazie a:

La Regione dice sìLa Regione dice sìOperativa l’Unione dal Tobbio alla Colma

Per l’Unione Montana “Dal Tobbio alla Colma” che raggruppa i Comuni di Belforte Monferrato, Bosio, Casaleggio Boiro, Cre-molino, Lerma, Molare, Montaldeo, Mornese, Tagliolo Monfer-

rato, è arrivato anche l’ok da parte della Regione. In tutto il Piemonte solo tredici le Unioni che possono operare e tra queste quella che ha come Presidente il Sindaco Franco Ravera di Belforte Monferrato. “E’ stata una nuova sfi da – commenta Franco Ravera – ci erava-mo già preparati da circa un anno e le nove funzioni che la legge regionale prevede per le Unioni Montane, stavamo già mettendole in pratica. Le funzioni amministrative e i compiti riguardano il patrimonio escursionistico, la tutela delle aree naturali, le gestio-ne delle foreste, la sicurezza nella pratica degli sport invernali, la promozione dell’occupazione, la pesca, l’identifi cazione elettronica degli animali domestici, le professioni turistiche, il trasporto pub-blico locale, il mercato del lavoro, il servizio idrico, la formazione professionale, le acque minerali e termali, lo sgombero della neve, la coltivazione di cave e torbiere, la Protezione civile, l’agricoltura, i bacini montani. L’Unione con i suoi 9000 abitanti e una superfi -cie di 204 chilometri quadrati come primo atto varerà un sistema di allerta automatico in caso di emergenza. Tutti gli abitanti rice-veranno il messaggio di allerta sul proprio cellulare tramite sms oppure sul telefono fi sso sotto forma di un messaggio registrato; un servizio gratuito per i cittadini”. (l.r.)

No alla rottamazione, sì al coraggioNo alla rottamazione, sì al coraggioLe proposte di Giorgio Bricola, Capogruppo della lista “Patto per Ovada”

“Io sono un politico, se così mi posso defi nire, che ha resistito all’onda lunga

della rottamazione. È dall’inizio degli anni ’80 che mi occupo di Amministrazione Comunale e per dieci anni ho ricoperto il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici. Posso dire quindi, sulla base di questa mia esperienza, che aggi ad Ovada da parte degli Amministratori vi è una generale carenza di competenze e poco coraggio negli interventi”, questo il j’accuse che, con la sua classica oratoria degna di un “one man show”, ha lanciato Giorgio Bricola, Capogruppo della Lista Civica “Patto per Ovada”, da noi raggiunto per chiedere il punto di vista sulla situazione della città da parte di un consigliere di Minoranza. Ovada, a detta di molti, potrebbe avere delle potenzialità turistiche di primo livello, ma, ci dice Bricola: “Trovo che non siano sfruttate se non in minima parte”. E a questo proposito il consigliere si domanda: “Perché l’attuale Maggioranza ha bocciato la nostra mozione (presentata in maniera congiunta dalle forze di Minoranza “Patto per Ovada” ed “Essere Ovada”, ndr) sulla riqualifi cazione del centro urbano?”. Ma quasi rifl ettendo ad alta voce, continua: “Credo che una tale richiesta dovrebbe essere considerata al di sopra di ogni colore politico, dato che si tratta di una proposta per il bene comune, viste le condizioni in cui versa il Centro Storico: quando facevo l’Amministratore se una buona idea proveniva dai banchi dell’Opposizione, io l’accettavo. Il bene della città dev’essere al di sopra di tutto”. Uno degli altri “punti critici” citati da Bricola nel corso della nostra intervista, è la questione relativa all’area artigianale di via Molare: “Una scelta fatta davvero con poco raziocinio – spiega con decisione il nostro interlocutore – Non ci si può lamentare della penuria di attività insediatevi se non si è pensato per tempo ad una corretta e funzionale viabilità. Via Molare oggi è un’arteria caotica che, mancante della circonvallazione, non può essere in alcun modo destinata a funzioni di sviluppo industriale”. Sulla base di quest’affermazione, ci viene naturale domandare all’ex Assessore ai Lavori Pubblici come mai al tempo in cui venne realizzato questa zona artigianale denominata “Coinova”, non si era dimostrato contrario: “Sì, non ero contrario perché il rifacimento della via doveva essere legato al ripensamento della viabilità. Inoltre erano altri tempi, tempi nei quali era più facile spendere risorse e pianifi care il futuro, dove perfi no i piccoli Comuni potevano fare la voce grossa volendo autonome aree artigianali e industriali – risponde

pronto Giorgio Bricola – tuttavia il punto focale è un altro. Un’Amministrazione che si rispetti non si può trincerare dietro la facile giustifi cazione del rispetto del Patto di Stabilità o sulla cronica penuria di risorse”. Quindi quali potrebbero essere le soluzioni?: “Non vi sono ricette immediate, io non amo le soluzioni semplicistiche che spesso sento, per esempio, dai seggi grillini – afferma in conclusione Bricola – ma posso affermare che occorra coraggio”.

M5S: Parla BrainiM5S: Parla Braini“Di troppo immobilismo si muore”

MATTIA NESTO @Mattia Nesto Per fare il punto della situa-zione ad Ovada, nell’otti-ca di dare lo spazio che si

meritano a tutte le componente consigliari, raggiungiamo Emilio Braini, capogruppo del MoVi-mento Cinque Stelle e Alberto Agresta, membro del meetup pentastellato di Ovada, che ci

accolgono presso il Palazzo Comu-nale nella sala allestita apposita-mente per le Minoranze. “Dopo più

di un anno di Opposi-zione – dice Braini – il bilancio è ol-tremodo positivo. Assieme a Patto

per Ovada

ed ad Essere Ovada, stiamo la-vorando bene, con un’unione di intenti, pur provenendo da storie, sia personali che politiche, molto ma molto differenti”. Domandia-mo all’esponente grillino come mai vi sia questa “coesione”?: “Perché tutti quelli che non fanno parte dell’attuale Maggioranza si accor-gono in maniera lampante della situazione in cui versa Ovada – ci dice in modo diretto il nostro interlocutore – La città è bloccata, schiava di una politica che è pre-occupata solamente a mantenere lo status quo. Grazie all’unità del-le Opposizioni stiamo riuscendo a muovere le acque, come con la proposta del rifacimento – prose-gue Emilio Braini – dello statuto e del regolamento del Consiglio, or-mai obsoleto per questi tempi mo-derni a nuove soluzioni per in-centivare il turismo”. Quali sono le altre direttive che il MoVimento Cinque Stelle sta perseguendo? “Sicuramente quelle di aumen-tare la trasparenza negli atti del Comune – spiega il grillino e gli fa eco Agresta – Come M5S ovadese vogliamo essere il fi lo diretto della cittadinanza con le Amministra-zioni”. Tra le proposte sul tavolo quella dell’installazione, in località Coinova, di una pista attrezzata per l’elisoccorso anche notturno: “Una proposta seria e concreta, dal costo contenuto – afferma Brai-ni – Un investimento di 40.000 euro che però fi no ad ora non ha trovato risposta in Maggioran-za. Eppure le risorse ci sono, nonostante il Patto di Stabilità, occorre solo saperle investire nel modo giusto”. Domandiamo in conclusione all’esponente penta-stellato in quali casi ad Ovada le risorse non siano state investire a dovere?: “Basta vedere la scalina-ta di via Roma – risponde pronto il grillino – Un’opera faraonica, costruita in modo discutibile, che si sta già deteriorando e con due locali che non possono esse-re utilizzato per problemi strut-turali. Se questo non è spreco di risorse io non so proprio come defi nirlo!”. (m.n.)

Salvare l’ospedale per salvare la cittàSalvare l’ospedale per salvare la cittàMauro Rasore capogruppo di “Essere Ovada” ci illustra le sue linee guida

Raggiunto nel suo studio medico, Mauro Rasore, capogruppo di “Essere Ovada” (lista civica di Minoranza), ci appare sin da subito estremamente chiaro: “Ad Ovada si sta correndo un serio

rischio, ovvero cioè quello di diventare una frazione di Acqui Terme”. In che senso? : “Non me ne vogliano gli acquesi, nulla contro di loro – dice rapido il nostro interlocutore – Ma è evidente che se, come pare, la società dei rifi uti diventerà comune alle due città, l’ospedale ovadese venisse ridotto e, aggiungiamoci anche il ventilato depotenziamento del Lercaro a favore delle strutture acquesi, Ovada perderebbe per sempre il suo ruolo di centro-zona”. Ovada dunque una frazione di Acqui Terme?: “La mia è semplicemente una provocazione ma fi no ad un certo punto, però! Vorrei dire, cioè, che dobbiamo imparare a valorizzare i nostri punti di forza”. Quali sarebbero queste eccellenze?: “Ospedale, pista da elisoccorso e campo Geirino” elenca Mauro Rasore che, entrando nel merito, prosegue: “Il nostro ospedale, un vero gioiellino che dovremmo preservare e, perché no, rendere più funzionale, mentre lo stiamo smontando pezzettino dopo pezzettino”. Perché l’ospedale di Ovada è così strategico?: “Innanzi tutto perché funziona bene ed è una

struttura di alto livello – sostiene Rasore – poi perché ha il vantaggio di essere vicino ad un casello autostradale di grande importanza, è in una posizione di cerniera con la valle Stura e in più - continua il medico - con la dotazione di un reparto di chirurgia e di una pista per l’elisoccorso anche in notturna diventerebbe un nosocomio di punta”.

L’altra leva per rilanciare Ovada?: “Oltre all’ospedale e alla pista di elisoccorso, c’è il campo sportivo Geirino – afferma Mauro Rasore – un impianto che potrebbe tranquillamente ospitare in ritiro squadre di Serie A, quali il Torino, la Sampdoria o il Genoa”. Come mai una struttura sportiva del genere è, secondo le sue parole, sottoutilizzata?: “Per lo stesso motivo della

mancanza di impegno sull’ospedale o sull’elisoccorso – dice l’intervistato – Governare per quasi 70

anni senza dei veri concorrenti non è mai una bella cosa – continua Rasore – Si

possono fare molte cose a costi contenuti, come ad esempio un’Università della Terza Età”. Al termine il medico ha poi dichiarato: “Lo scorso novembre la Maggioranza ha presentato una mozione dove veniva prefi gurato un maggiore coinvolgimento da parte della popolazione. Ad oggi – conclude amaramente l’intervistato – non è stato

fatto alcun passo in questo senso”.

Così come abbiamo fatto per altri paesi e città dell’Oltregiogo, anche per Ovada abbiamo voluto sentire la viva voce delle Minoranze

consigliari, anche per capire meglio e presentare nel modo più chiaro possibile ai nostri lettori le diverse situazioni politiche del nostro territorio. Ad Ovada, così come per certi aspetti anche a Castellazzo Bormida, abbiamo potuto osservare una sorta di “laboratorio politico” dove le Opposizioni, seppur mantenendo gruppi consigliari distinti, dimostrano una con-vergenza d’intenti molto interessante, che si traduce in numerose mozioni comuni. In questa pagina vi proponiamo le interviste ai tre diversi Capogruppo delle Opposizioni: Patto per Ovada, Essere Ovada e il MoVimento Cinque Stelle. La Redazione

Storie diverse ma intenti comuniStorie diverse ma intenti comuni

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

4 l’inchiostro frescoAgosto 2015 OVADA: LA PAROLA ALLE OPPOSIZIONI

Direttore onorario: Rino VaccaroDirettore responsabile: Luisa Russo

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Editore de "l’inchiostro fresco"Club Fratelli Rosselli

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R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998Trattamento dati: Gian Battista Cassulo

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L’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Ovada Sergio Capello

non solo è disponibile al dia-logo con i i cittadini, ma per le caratteristiche che il suo As-sessorato comporta, è sempre facile incontrarlo per la stra-da. Ovada specialmente nel centro storico, ma anche nella circonvallazione (ultimamen-te in Via Lung’Orba Mazzini) registra interventi alle case, ma i due “simboli negativi” della città sono sempre rap-presentati dal Palazzo di Piaz-za Assunta, angolo con Piazza Garibaldi e in Via Lungo Stura con una facciata da anni ab-bandonata. Il “Movimento 5 Stelle”, “Patto per Ovada” ed “Essere Ovada” hanno chie-sto che il Sindaco si impegni

ad emettere un’ordinanza che comporti il completamento delle opere relativamente alla facciate esterne, all’in-stallazione degli infi ssi e ri-pristinato il decoro di Piazza Assunta “Da parecchi anni - affermano i gruppi di mino-ranza in Consiglio Comunale – la piazza è deturpata da un edifi cio di cui non è mai sta-ta completata la ristruttura-zione ed appare ancor’ oggi privo di serramenti e con le facciate in parte ammalorate e allo stato grezzo”. Da parte della Giunta per il momento ci sarà un’opera di persuasione, di dialogo verso i titolari degli edifi ci in questione affi nché si convincano a procedere

Luisa Russo

AIDO sui documentiAIDO sui documentiSocietà, sanità e politica si mescolano ad Ovada

La proposta, recentemente formulata dal Consigliere di Minoranza Emilio Brai-

ni del M5S, di dotare Ovada di un’anagrafe per i donatori di or-gani collegata direttamente con il SIT (Sistema informatico tra-pianti) è pienamente condivisa e sostenuta da chi, da sempre, si adopera per la promozione del-la donazioni di organi a copo di trapianto terapeutico. Il Gruppo Intercomunale AIDO di Ovada, ritiene utile, ai fi ni di allargare la platea dei potenziali donatori, proporre ai cittadini la possibi-lità di manifestare la volontà di donare organi e tessuti al mo-mento del rilascio o del rinnovo della Carta d’Identità dal proprio Comune di residenza. “Non si tratta di sostituire nelle fi nali-tà istituzionali le Associazioni impiegate in tale settore - spiega il Vice Presidente dell’AIDO ova-dese Giancarlo Marchelli - ma di implementare l’attività di divulgazione offrendo diret-tamente al cittadino maggio-renne una possibilità di scelta o, quantomeno, di presa di co-scienza dei problemi legati alla donazione di organi”. Nel qua-driennio 2011-2014 L’AIDO nazio-nale attraverso le proprie delega-zioni locali aveva proposto e so-stenuto progetti pilota, analoghi negli scopi declinati dall’inizitiva ovadese, che aveva evidenziato l’utilità di tale iniziativa realizza-ta, tra l’altro, a costo zero. I dati relativi alle donazioni di organi riferiti al 2014 rimangono dram-matici; a fronte di 2.976 espianti (139 in più rispetto al 2013) era-no 8.758 i pazienti in attesa di un trapianto terapeutico mentre stabili erano le opposizioni ai prelievi che sfi oravano il 31% del

totale dei potenziali donatori. “Il Gruppo AIDO ovadese - dice il Presidente Ada Bovone - è impe-gnato da anni nella divulgazio-ne del valore della donazione. A tal proposito, come sezione, abbiamo realizzato il concorso Don’Arte nel 2012 e il progetto “Imparare a donare” negli anni 2013 e 2015 entrambi rivolti a giovani in età scolare residenti nei Comuni di Ovada e del com-prensorio”. Il Consiglio Direttivo dell’AIDO ovadese ritiene infatti prioritario investire nei giovani, una scelta obbligata per forma-re nuove generazioni di cittadini consapevoli ed informati. (e.p.)

Puliamo lo SturaPuliamo lo SturaAncora a rischio l’ovadese

Nell’ovadese la paura dell’alluvione non se n’è ancora andata, anche a

distanza di quasi un anno questo fantasma persiste stabilmente. L’inondazione che ha colpito du-ramente l’intera Valle Stura sta ancora facendo discutere, soprat-tutto per lo strascico di riorga-nizzazione e prevenzione in fun-zione di un ennesimo evento che speriamo non si verifi chi – cosa che ormai accade con regolarità. Ma se l’evento atmosferico non è affar nostro perché a governare i cambiamenti climatici non sia-mo ancora abilitati dalla Natura, possiamo almeno organizzarci per ciò che di umano è possibile: prevenzione ed ingegneria civile. Ed è qui che il nodo non viene al pettine. Sono passati circa 10 mesi ed ancora il letto dello Stu-

ra, nella zona di Ovada, è rimasto ed è stato lasciato immacolato da come l’alluvione si è manifestata. La situazione preoccupa molto i cittadini: la città sorge a ridosso del torrente Stura, ed una par-te, addirittura lo copre, per non parlare di quella zona che invece sorge sopra. Una parte del mura-glione composto da grossi massi è, ad oggi, decisamente instabile ed una parte è stata portata via dall’acqua, perdendo così ogni ge-nere di protezione per il terreno. Il letto stesso risulta rialzato note-volmente, a causa di detriti, sab-bia, terra che si sono accumulati nel corso dei mesi e che ha fatto diventare il canale di dimensioni di gran lunga ridotte rispetto a quelle che dovrebbero essere di sicurezza per la zona. Il 15 Luglio, a Palazzo Delfi no, c’è stata la riu-nione di protesta a seguito della raccolta di un’ingente quantità di fi rme. La petizione ha lo scopo di sollecitare le tempistiche dei la-vori o, comunque, i lavori stessi. Abitanti, artigiani, commercianti assieme per discutere della si-tuazione. Uno stretto cerchio si è incontrato con il vice Sindaco Giacomo Pastorino e con l’Asses-sore ai Lavori Pubblici Sergio Ca-pello per parlare della pericolo-sità dello stato di abbandono del torrente. I sopralluoghi sono già stati fatti ma la macchina è lenta. La petizione, comunque, arriverà anche in prefettura. A conclusio-ne – in senso esclusivamente fi gu-rativo – c’è anche l’ombra di una potenziale centrale idroelettrica in zona mulino Mandelli, proprio dove sorge il centro storico. In una già instabile situazione e ter-reno poco controllato, si teme l’implosione con un carico di la-voro ben più alto delle possibilità e della gestione che già non riesce ad assicurare sicurezza al territo-rio. Nulla è certo e nulla è sicuro: neanche ciò che potrebbe e do-vrebbe esserlo da tempo!

L’inchiostro fresco vuole qui ricordare Andrea Oddone, già sindaco di Ovada e storica

fi gura politica dell’Oltregiogo. Oddo-ne, purtroppo spentosi per un brutto male, lascia un vuoto sia nella politi-ca sia nella società ovadese. Sempre ricco di energia e molto attento alle dinamiche relative al mondo della Scuola, Oddone era quel che si dice “un uomo di altri tempi con la mente rivolta al futuro”. I redattori ricordano commossi che un giorno d’inverno di qualche anno fa, men-tre distribuivano il giornale presso l’ospedale, incrociarono il Sindaco Oddone che disse a loro: “I giornali fanno ricco il territorio”. Un bel ri-cordo che non dimenticheremo. La redazione tutta si unisce al cordoglio dei famigliari, dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza intera.

La Redazione

Per Andrea OddonePer Andrea OddoneL’11 luglio si è spento l’ex Sindaco di Ovada

VIRGINIA CALISSANO @MVirgiCalissano @

5l’inchiostro frescoAgosto 2015OVADA

Dipingiamo la cittàDipingiamo la cittàContro il degrado di alcune storiche facciate

Raddoppiano i Velo OKRaddoppiano i Velo OKA Lerma aumentano i bidoni arancioni

Non vengono rimossi, ma addirittura raddoppiano i Velo Ok nel centro abita-

to di Lerma. In un primo tempo erano state sistemate due colon-nine arancione presso la strada centrale di Lerma che conduce a Palazzo Comunale, in attesa di una decisione defi nitiva. La siste-mazione provvisoria dei due Velo Ok aveva dato la possibilità al Comune di Lerma di ricavare dati utili relativi non solo sul fl usso della circolazione ma anche sul-la velocità delle auto in transito. Il tratto di strada percorso da un fl usso di circa 300 passaggi nella notte e un totale giornaliero di 1600, aveva registrato anche la ve-locità di 120 chilometri orari scesi poi naturalmente dagli 80 in giù. “I due Velo Ok – precisa il Sindaco di Lerma Aloisio - non sono sta-ti sanzionatori, ma già la loro presenza è servita come un de-terrente a diminuire la velocità. Si pensava per la loro sistema-

zione defi nitiva ad una decisio-ne unanime a livello di Unione Montana dei sei sette comuni e cioè oltre a Lerma, Belforte, Casaleggio, Mornese, Bosio, Molare e Cremolino, ma le altre Amministrazioni hanno opta-to al controllo con il telelaser”. Il Consiglio Comunale di Lerma invece dopo l’ultima seduta ha deliberato di aggiungere altre due colonnine arancione in Via Dante, quella delle piscine. “Non avrei mai voluto prendere que-sta decisione – continua il sin-daco Bruno Aloisio – ma gli ulti-

mi rilievi durante le ore serali, hanno evidenziato l’assoluta ur-genza. Ci sono auto e moto che passano molto veloci, tagliando la curva con un rischio di inci-denti elevato. Non ci interessa far cassa – conclude Aloisio – come qualcuno ironizza perché non conosce la materia ma fare prevenzione. Oltretutto Via Dan-te è anche frequentata anche da anziani e bambini”. Per i tempi di installazione infi ne si pensa che entro il mese di agosto si provvederà all’installazione delle colonnine arancione. (l.r.)

Anche le allieve del corso “Maglia che passione” organizzato ad

Ovada dall’Associazione Culturale e Banca del Tempo “L’Idea”, sono entrate nel Guiness dei primati con-tribuendo a realizzare la coperta più grande del mondo. Le signore ova-desi coordinate dalla maestra Maria Pizzuto hanno infatti confezionato una decina di pezzi della misura di 50 x 50 cm ed alcune hanno poi preso parte a Trieste in Piazza Unità d’Italia per la mega installazione. E’ stato su-perato abbondantemente il recente record di 1020 metri quadri in quanto hanno quasi raggiunto i 3000 metri quadri (per la precisione 2886). Al termine dell’evento le singole pezze facenti parte dell’opera collettiva, sono state vendute attraverso un’a-sta pubblica ed il ricavato destinato all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Ovada comunque ancora una volta si è fatta onore a suon di uncinetto e gomitoli. (l.r.)

6 l’inchiostro frescoAgosto 2015

Dott. Sergio DianaMedico Chirurgo

Prof. a c. di impiantologiaUniversità di Genova

Specialista in Chirurgia Maxillo - FaccialeSpecialista in Odontostomatologia

C.T.U. Tribunale di Genova

[email protected] urgenze 393/20.00.084

OrariVia Torino 54

OvadaLun 9 - 12.30Mer 9 - 12.30

Gio 15 - 19.30

Via XX Settembre 8/2 GenovaLun 15 - 19.30Mar 9 - 17.00Mer 15 - 19.30Ven 15 - 19.30

Tel. 010/54.37.64

OVADA

Enoteca Regionale di Ova-da e dell’Alto Monferrato: un’estate tra eventi ed emo-

zioni naturalmente con il buon vino e il territorio ovadese come comune denominatore alla base di ogni manifestazione. Si è infatti svolta la sessione di degustazione di vini del territorio per la “Guida

Vini 2016 de l’Espresso” a cura del Consorzio Tutela Ovada DOCG che ha proposto di includere tutti i produttori del territorio interessati con gli Ovada DOCG e i Dolcetti di Ovada DOC protagonisti dell’as-saggio. E’ aperta per tutto il perio-do dell’estate la mostra fotografi ca dedicata ai paesaggi piemonte-

si realizzata da Gianni Armano “Obiettivo scatti su Vogue”.

Il Concorso di BellezzaAccolte da Danilo Ferrari gestore del Balloon, dal Dj Holly, da Lucia Bianchi fotografo uffi ciale della se-lezione e dal team di Miss Reginet-ta d’Italia Piemonte, le candidate al Concorso “Miss Reginetta”, che

avrà la sua fi nale nazionale a set-tembre, hanno sfi lato davanti alla giuria presieduta da Davide Rossi Talent scout di Miss Genova Gio-vane e composta da Roberta Rosa della Nailevo srl, di Ilenia Pastori-no della Glamour di Ovada. Hanno primeggiato Francesca Iardella di Genova, Giada Sampò di Cuneo e

All’enoteca regionale si brinda con la bellezzaAll’enoteca regionale si brinda con la bellezzaA Ovada il vino,il territorio e le belle ragazze protagonisti di una serie di manifestazioni anche nazionali

Spettacoli radicati nel territorioSpettacoli radicati nel territorioLa nuova associazione “Casal Regium” propone un’estate ricca di eventi culturali

C’è anche il Mercatino dell’Usato negli eventi di “Casal Regium” in programma presso il campo sportivo di Casaleggio Boiro ogni terza domenica del mese. L’appuntamento che ha preso avvio il 21 giu-

gno scorso riguarda il mercato alternativo, sbaracco, baratto, riciclo, svuota soffi tte e qualunque altra diavoleria che diffi cilmente si può trovare in altri posti. L’esposizione è aperta a tutti dalle ore 9 alle 19 con 5 Euro a piazzola e prenotazione obbligatoria. Nel ridente paesino si è svolto nel luglio scor-so lo spettacolo itinerante ideato e diretto da Ian Bertolini e Guido Ravera “Dai Diamanti non esce niente”, un’occasione di cultura e divertimento. Casaleggio però è sempre stato scelto come scenografi a per eventi culturali e questo rappresenta un buon biglietto da visita per il rilancio turistico in

un momento non facile dove l’apporto del volontariato è da considerarsi fondamentale. Ricordiamo infatti che Alessandro Bolchi vi ha ambientato il Castello dell’Innominato nella prima trasposizione televisiva de “I Promessi Sposi”. Alcuni anni fa è stato ospitato nella Pieve del Castello il critico cine-matografi co, nonché Presidente della Mostra del Cinema di Venezia Marco Muller; alla Corte del Castello da anni Tonino Conte dà il via al suo Agrite-atro, un percorso d’arte e di teatro tra borghi e castelli. Lo scorso anno è stato ospitato un celebre vignettista newyorkese, Raymond Verdaguer che ha esposto le sue opere presso la Chiesa del Castello. Infi ne Ian Bertolini, liceale tra l’altro della vicina Mornese, che con la sua regia rappresenta una novità fra i giovani per il territorio, fondendo altresì musica e teatro. (l.r.)

Verdiana Letizia di Alessandria. Si aggiungono le fasce sponsor, Ilaria Buratti di Genova Miss Reginetta d’Italia Balloon/Slide, Federica Mana Miss Reginetta d’Italia Bal-loon/Myracol salute e benessere, Lisa Margiotta e Alessia Graglia, Miss Reginetta d’Italia Balloon/InSmile UV Power il sorriso in bocca. Le premiate si aggiungono alle già ammesse alla fi nale regio-nale Miss Reginetta d’Italia Pie-monte Giulia Randazzo di Casale Monferrato, Linda Boragina di Genova ed Alessia Debandi di Tor-tona. Miss Reginetta d’Italia 2015 è uno dei più rilevanti concorsi di bellezza in Italia con tremila can-didate iscritte in tutto il territorio nazionale con più di 250 selezioni, nel 2015 in tutta Italia.

Luisa Russo

In breveIn breveCoperta daCoperta da

GuinnesGuinnes

Il favore della notte, tra fi ac-cole e musiche, ci catapulta

in un mondo fantastico, popo-lato da fantasmi, maghi, stre-ghe e stregoni, elfi e folletti, creature dei boschi, per una serata unica fuori dal comune. La tradizione popolare mon-ferrina è ricca di leggende su streghe, animali fatati, pozioni e incantesimi. Il fascino incan-tato di Carpeneto, caratteristi-co borgo sulle colline ovadesi, è ispiratore della Notte Magi-ca. La manifestazione si svol-ge il primo venerdì di agosto antecedente la notte di San Lorenzo (quest’anno il 7) ed è ormai uno degli appuntamen-ti più attesi dell’estate. Attira da anni appassionati e curiosi del soprannaturale e non solo. La serata propone la possibili-tà di degustare i prodotti tipici del territorio, come gli agno-lotti, la farinata di Montaldo e la focaccia di Recco. Le stra-de del paese sono “invase” da bancarelle di artigianato e rarità, con accessori, abbiglia-mento, oggettistica, etc. per uno shopping notturno all’in-segna dell’originalità. Inoltre, la serata è animata da artisti che intrattengono il pubblico con spettacoli adatti a tutte le età tra cartomanti, pirati, giullari, mangiafuoco, maghi e streghe, mangiaspade, incan-tatori di serpenti, ballerine del ventre, acrobati, esibizioni te-atrali, circensi e di danza. Una notte “straordinaria”, nell’ac-cezione letterale del termine: una serata popolata da crea-ture fantastiche, un’atmosfera fi abesca che appassiona ed affascina tutti, dai bambini agli adulti indistintamente. Perché, si sa, nulla intriga di più di ciò che è misterioso ed oscuro.

Benedetta Acri

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Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

Tante emergenze ma il bilancio è okTante emergenze ma il bilancio è okMasone, il sindaco Enrico Piccardo ci racconta il primo anno di mandato

“I primi mesi abbiamo dovuto dedicarli quasi interamente alle situazioni di emergen-

za. La stagione dei disagi è partita già nella seconda metà di agosto, con tre frane e poi è proseguita con i ben noti eventi autunnali, che ci hanno colpito duramente a novem-bre” spiega il Sindaco di Masone En-rico Piccardo, che traccia in questa intervista il bilancio di un anno di mandato. “La pulizia degli alvei del-lo Stura e del Vezzulla hanno evitato danni ancora più ingenti, ma la situazione peggiore è stata causata dai piccoli ruscelli in secca durante l’estate e dalle diverse frane lungo il territorio. Anche il Parco del Beigua ci ha aiutato a ripartire. – prosegue il nostro interlocutore - Come non bastasse questa primavera abbia-mo anche dovuto far fronte all’e-mergenza lupi, specie nella zona verso i Piani di Praglia, causata dal progressivo abbandono dei ter-reni agricoli coltivati”. Emergenze a parte, il Primo Cittadino masonese

traccia comunque un bilan-cio positivo del suo primo anno di Amministrazione: “Siamo riusciti ad appal-tare Villa Bagnara e la piscina, a breve sa-

ranno realizzati dei nuovi lavori al Museo Tubino, nella sua parte ester-na dove si potranno organizzare fe-ste e manifestazioni e, - ci dice Pic-cardo - dall’anno prossimo partirà

la costruzione di una nuova scuola materna, a sostituzione di quel-la attualmente esistente, stiamo

inoltre cercando fondi per un riammodernamen-

to della scuola me-

dia, sia strutturale che energetico”. Ma è su una rigenerazione turistica nel Centro Storico che il Sindaco Piccardo punta moltissimo: “L’ex vil-la del Barone Podestà, che grazie ad

un bando sarà trasformata in una struttura turistica con ristorante, camere e appartamenti nonché, nella parte alta, degli appartamenti a canone agevolato”. Per cambiare argomento, come il resto della Valle Stura, anche Masone punta molto sulle energie rinnovabili: “Con l’arri-vo di 1060 pannelli solari frutto di un sequestro che ci sono stati dona-ti - spiega il Sindaco - di cui 20 kw saranno installati per illuminare le gallerie”. Infi ne, sulla questione della centrale a biomasse, che per molto tempo è stato un argomento molto dibattuto a Masone, il sindaco Enrico Piccardo dice: “È stata una delle prime questioni di cui ci sia-mo occupati, attualmente funziona e stiamo valutando attentamente i consumi energetici dal punto di vi-sta economico”.

Fabio Mazzari

L’intervista completa è visibile sul nostro sito www.inchiostrofresco.it

Nella foto i Consiglieri Silvia Pastorino e Stefano Bessini con il Sindaco Enrico Piccardo

Nomina prestigiosaNomina prestigiosaMassimo Calissano eletto Priore generale

Il Vescovo di Acqui, mons. Pier Giorgio Micchiardi ha recente-mente nominato i nuovi mem-

bri del Priorato diocesano per il quadriennio 2015 – 2019. Sulla base dei nominativi indicati dalle Confra-ternite della Diocesi di Acqui Terne in occasione dell’annuale incontro presso il Santuario della Madon-na delle Rocche di Molare, il S.E. ha confermato cinque dei membri uscenti, nelle persone di Massimo Calissano (Campo Ligure) Marcello De Chirico (Ponzone), Simone Otto-nello (Masone), Alcide Sartore (Ban-dita) ed Arturo Vercellino (Cassinel-le). Ad essi si aggiungono Davide (Ivo) Ferrando (Ovada) ed Alberto Zunino (Toleto). Priore generale è stato nominato Massimo Calissano. 58 anni, genovese ma appartenen-te ad una antica famiglia campese per parte di madre, è l’attuale Prio-re della dei s.s. Sebastiano e Rocco di Campo Ligure. Sposato, tre fi gli, esercita la professione di Consulen-te del Lavoro a Genova, e di docen-te di materie giuridiche ed econo-miche. E’ inoltre collaboratore da lunghi anni de l’ “inchiostro fresco” per il quale cura le pagine delle valli Stura e Orba. Abbiamo raggiunto il nuovo Priore generale e gli abbiamo chiesto quale è il compito ed il ruo-lo delle Confraternite nella Società odierna. “Il mio pensiero va spesso al tempo ed alla regola di san Carlo Borromeo che riformò le Confrater-nite a seguito del Concilio di Tren-to. Anche allora il mondo cristiano viveva un periodo di forte travaglio a seguito dell’avanzare della rifor-ma protestante, - prosegue il neo eletto priore - con un clero spesso scarsamente formato e non ade-guatamente sorretto dai vescovi che non sempre risiedevano stabilmen-te nelle proprie diocesi”. Calissano

ha ricordato come la rivitalizzazione delle Confraternite allora fu determi-nante, quale baluardo contro l’eresia e l’evangelizzazione delle popolazio-ni. Non per nulla, i più begli oratori che ancora oggi possediamo sorsero appunto nel corso del Seicento. Il pa-rallelo con oggi? “La realtà contem-poranea vede una presenza sempre minore del sacerdote sul territorio, spesso chiamato a reggere nume-rose parrocchie. – illustra il nostro interlocutore - Ecco quindi il ruolo della Confraternita: promuovere la formazione cristiana, con un vivo senso di appartenenza alla comu-nità parrocchiale e partecipazione alla vita liturgica. Quindi, attra-verso una capillare presenza sul territorio, la Confraternita deve essere presidio di fede ed esempio per tutti i cristiani, insostituibile supporto per il clero, in particolar modo laddove costituiscono l’unica forma di vita associata cristiana”. Molto spesso le Confraternite vengo-no identifi cate dal loro aspetto este-riore, mi riferisco alle processioni con i grandi Cristi. “La processione costituisce una delle più antiche forme di espressione della fede – ri-sponde pronto Calissano - I grandi crocifi ssi raffi gurano sempre no-stro Signore e la sua testimonianza sulla croce porta sempre un forte massaggio tra la gente.”

Samuele Anastasio

Ennesima beffa per i pendolariEnnesima beffa per i pendolariCampo Ligure: chiusa la biglietteria della stazione ferroviaria in seguito ad un furto

Dal 1° Luglio la biglietteria ferroviaria di Campo Ligure non è più autorizzata all’ero-gazione di biglietti per il treno – un servizio

ancora molto utilizzato da studenti e lavoratori pendolari nonché villeggianti. Rimane unicamente al servizio del viaggiatore la tipica “macchinetta”, funzionante unicamente a carta di credito o banco-mat, che non accetta quindi banconote o monete: l’ideale considerando che le tratte affrontate da un regionale hanno un costo che probabilmente non supera la decina di euro (su Campo Ligure poi siamo introno a € 3,00). La motivazione è col-legata ad un furto subito dalla cooperativa Fuori

VIRGINIA CALISSANO @MVirgiCalissano @ Fila, che gestisce la biglietteria e risalente al 2010, quando una notte, proprio nella biglietteria, è stata rubata la cassaforte murata contenente i tagliandi-ni di viaggio. Furto da € 40.000 che ora Trenitalia deve riscuotere. Ma questi soldi, mal coperti da assicurazione (perché nessuno si aspettava una cifra così alta) e quindi diffi cilmente risarcibili in pieno, furono regolarmente denunciati arrivando a segnare tagliandino per tagliandino. Ma Treni-talia non sente ragioni: la cifra va riconsegnata pienamente. Marco Preti fa sapere che vengono i brividi solo a pensare di: “Ridare di tasca nostra una somma così ingente”. Se non si arriva ad un accordo, la concessione della vendita verrà ceduta ad un altro operatore da scegliere sempre in loco.

Chi abita a Campo Ligure però sa che il paese è leggermente staccato dalla Stazione e si trova inol-tre in posizione opposta a Masone, altra località servita dalla stessa linea. Lunedì 6 Luglio si sono incontrati per discutere della situazione i rappre-sentati della cooperativa assieme con il dirigente regionale di Trenitalia Enrico Melloni ed il sindaco di Campo Ligure Andrea Oliveri per raggiungere un comune accordo nell’interesse dei cittadini. Ma Trenitalia rimane comunque irremovibile perché quei biglietti, a prescindere dalla fi ne che hanno fatto, per loro vanno incassati. Punto. Le trattative sono aperte ma per adesso la prospettiva sembra essere unilaterale e chi paghherà in senso fi gurati-vo, come sempre, è il viaggiatore.

8 l’inchiostro frescoAgosto 2015

La nascita del tennis a RossiglioneLa nascita del tennis a RossiglioneProsegue l’avvincente racconto di come lo sport del tennis si sia radicato in valle Stura.

Forti dell’esperienza di no-stro padre, conoscitore di tutto quello che riguardava

la costruzione di un campo, ma anche le attrezzature come rac-chette, raccordature, riparazioni, fornitori, ecc. partimmo con molto entusiasmo. Il fondo un campo da tennis ha la necessità di un dre-naggio molto effi cace, ma a questo si trovò soluzione con l’utilizzo dei detriti provenienti dai lavori di ristrutturazione dell’ex dopola-voro che il geom. Franco Minetti, l’attuale commercialista, mise a disposizione e che dettò anche il tempo di inizio dei lavori. L’al-tro geometra, Gian Luigi Odano, anch’esso uno dei venti, chiamò due muratori, da un cantiere vici-no, per la costruzione del muretto di contenimento dei detriti. Gianni Leveratto (il Barxiunin) e Giusep-pe Pastorino (Marietto Chiculin di Masone) furono i demolitori e i trasportatori del materiale. Il tutto spianato e livellato perfettamente con sabbia e ghiaia si prestò ad essere costipato da un rullo com-pressore che Nicolò Minetti, il Presidente della Pro Loco appena costituita, riuscì a farci mettere a disposizione dalla Provincia. Con la stesa di un paio di centimetri di manto rosso il campo era pronto. Operando manualmente Giorgio Zara, Pino Ravera ed il sottoscrit-to, si procedette alla posa in opera dei pali di recinzione, della rete di cinta e dei pali per l’impianto di illuminazione.Ci si avviò dunque al giorno dell’inaugurazione che avvenne il lunedì della Madon-na degli Angeli del 1971. Impartì la benedizione il Vescovo Mons. Ferrando, coadiuvato dall’omo-nimo Don Gianni, alla presenza dell’allora Presidente della Pro-vincia Di Pasqua, dell’Assessore alle Finanze Avv. Mario Tagliabue, del vicesindaco Nino Folli, in una cornice di pubblico plaudente e fe-stante. Salatini, pasticcini per tutti e via ad un’esibizione tennistica da parte di tennisti del CUS, centro universitario sportivo di Genova, arrivati per interessamento di co-

lui che diventerà il primo Presi-dente del circolo, Avv. Gian Luigi Masnata. Il campo è ora di nostra proprietà benché disponibile per chiunque voglia usufruirne perché l’accordo che Dario Ravera aveva convenuto era quello di ospitare il campo sul nostro terreno, gli spogliatoi ricavati al piano terreno della nostra abitazione, il servizio telefonico, la cura e la manuten-zione dell’impianto ecc., tutto a nostro carico, gratifi cati peraltro dal fatto che trascorsi 15 anni la struttura sarebbe passata di no-stra proprietà. Questo incrocio di interessi pensiamo sia stata una buona soluzione, lineare, pratica, positiva soprattutto ai fi ni di atti-vare un meccanismo dimostrato-si molto utile per tutti. Non solo, ma ci sarebbe anche da rilevare come il contribuente non venne neppure sfi orato da questo gioco di interessi: cosa che non sempre accade nel nostro palcoscenico politico-amministrativo. A questo punto si apre una nuova fase, un nuovo discorso: quello che vede l’attività del campo da tennis nel suo aspetto funzionale, ricreativo ed agonistico. Questa seconda fase la chiamerei “era Zambelli”. Ci si iscrive alla F.I.T., partecipan-do a tutte le direttive e promozioni che il Comitato Regionale emana. Di particolare importanza è l’ade-sione all’iniziativa di organizzare corsi giovanili sotto la guida di ma-estri federali che la F.I.T. avrebbe inviato ai circoli che ne facessero richiesta. Tutto questo gratuita-mente. Il mantenimento di vitto e alloggio del maestro a carico del circolo venne calcolato e sostenuto dalle iscrizioni degli aspiranti tennisti con una quota per l’intero corso mol-to contenuta (5000 lire, tutto compre-so, se ben ricordo). Grande successo. Faccio notare che il primo maestro che ci fu inviato dalla F.I.T., Marco Lu-brano, era dotato di eccezionale bra-vura: diventerà in seguito il responsa-bile regionale di tutti i maestri F.I.T., tutt’ora operante in questa veste.

Mario Minetti

❶ Il primo Presidente del Circolo, Avv. Gian Luigi Masnata, alla chiusura di un Corso FIT per giovani.

❷ Il dirigente Zambelli premia il vincitore di un torneo Coppa SAI, coadiuvato da Mario Minetti e Giorgio Zara.

❸ Minetti Angelo Domenico, padre di Mario, Giorgio ed Anna Maria, con il M.o Lubrano ed il dirigente Zara Giorgio.

seconda puntataseconda puntataIncontro con ATPIncontro con ATPIl comitato pendolari ha promosso un

Shopping a RossiglioneShopping a Rossiglione

Lunedì 20 luglio, nella sala consiliare del Comune di Masone si è svolto l’incon-

tro pubblico promosso dal Comi-tato Difesa Trasporti valli Stura e Orba e la dirigenza dell’ATP – Azienda Trasporti Provinciali – che gestisce il trasposto su gom-ma nel territorio della Provincia di Genova. Il Comitato, costitui-tosi spontaneamente la sera del 25 ottobre 2013 a Campo Ligure in occasione del paventato taglio di treni sulla linea ferroviaria “Ge-nova-Ovada-Acqui”, cui è seguita la raccolta di oltre 4.000 fi rme, si è dato propria struttura organica con l’approvazione dello statuto e la nomina dei propri rappresen-tanti, nella assemblea dello scor-so 16 aprile. Come si evince dal nome, il Comitato ha per scopo salvaguardare il servizio ferrovia-rio e su gomma locale, monito-rando la qualità del servizio. Di qui l’atteso incontro con i vertici ATP. Presenti, oltre ai membri del Comitato, presieduto da Fabio Ottonello, i Sindaci della vallata ed i dirigenti dell’azienda: il presi-dente Maurizio Beltrami, il Diret-tore generale Giovanni Vermengo ed il direttore di servizio Roberto Rolandelli. Ha preso la parola la portavoce del Comitato per il tra-sporto su gomma, Monica Pasto-rino la quale ha evidenziato come le nostre Comunità necessitino di raggiungere il capoluogo per due motivi: lavoro e scuola. Occorre un contatto diretto con ATP cui

Da sinistra: il presidente del Comitato Ottonello, il consigliere To-scano, il presidente ATP Beltrami, i direttori Vermengo e Rolandelli

VIRGINIA CALISSANO @MVirgiCalissano @

segnalare in tempo reale i dis-servizi. Quindi occorre rivedere la modalità e la tariffazione degli abbonamenti cercando di armo-nizzarli con le altre aziende di tra-sporto locali (Ferrovie e AMT). Il presidente Beltrami è intervenuto facendo presente le forti diffi coltà economiche dovendo servire un territorio morfologicamente diffi -cile e conciliare gli orari scolasti-ci e delle ferrovie, al fi ne di non sovrapporre le corse. Il direttore generale Vermengo ha assicurato di provvedere al fi ne di armoniz-zare gli orari ed intervenire con-tro un altro diffuso problema, quello dei “portoghesi” che sot-traggono risorse all’azienda e…posti ai viaggiatori. Il folto pub-blico che affollava la sala, segno della sensibilità nei confronti dei trasporti, la cui effi cienza è vitale per la sopravvivenza delle nostre valli, è intervenuto evidenziando altri problemi, quali la tempestiva informativa, utilizzando il sistema “Simon” di AMT ed il maggior co-ordinamento con Trenitalia, oltre ad una tariffazione più equilibra-ta. Una serata importante, grazie alla determinazione del Comitato e, ovviamente, alla disponibilità di ATP. Ci auguriamo sia l’inizio di una fruttuosa collaborazione!

Per Monica Pastorino:“lavoro e scuola

a rischio senza collegamenti

con Genova”

VALLE STURA, ORBA E LEIRA

9l’inchiostro frescoAgosto 2015VALLE STURA, ORBA E LEIRA

La fotografa dei divi al Museo TubinoLa fotografa dei divi al Museo TubinoMasone: fi no al 20 settembre visitabile la mostra di Chiara Samugheo

Si è inaugurata sabato 4 lu-glio, nell’ambito della XVII Rassegna Internazionale

di Fotografi a al Museo civico “Andrea Tubino” di Masone, la mostra di una delle più grandi fo-tografe italiane contemporanee: Chiara Samugheo. Si tratta di una delle retrospettive più prestigiose mai ospitate dal Museo di Maso-ne, che sarà visitabile fi no al 20 settembre ogni fi ne settimana. Il responsabile del Museo, Gianni Ottonello ha dichiarato: “Sia-mo estremamente orgogliosi di aver invitato qui a Masone una persona del calibro di Chiara Samugheo, la prima fotografa professionista italiana, che ha

immortalato tutti i più grandi divi del cinema e dello spettaco-lo e che, con estrema modestia, non è mai voluta apparire più di tanto pur avendo vissuto a contatto delle più grandi perso-nalità del mondo dello spettacolo e della cultura”. Il responsabile ha poi proseguito affermando che: “Alcune sue fotografi e sem-brano vere e proprie opere d’ar-te”. L’inaugurazione uffi ciale è avvenuta alla presenza, oltre che dell’artista, del sindaco di Maso-ne, Enrico Piccardo e dell’asses-sore Luisa Giacobbe. Il primo cit-tadino masonese ha introdotto la mostra con queste parole: “Siamo orgogliosi di avere qui presente

un’artista di grido alla nostra mostra, una vera e propria ma-estra della fotografi a, con queste immagini che letteralmente esal-tano i personaggi”. L’assessore Giacobbe ha proseguito “È una cosa straordinaria avere qui una persona come Chiara Sa-mugheo che ha lavorato a fi anco dei più grandi personaggi della storia del cinema”. L’artista ha ringraziato il numeroso pubblico presente a Masone ed ha parlato della sua lunga carriera, iniziata nei primi anni Cinquanta con una macchina fotografi ca in bianco e nero, come reporter di denuncia, testimoniando le diffi cili condi-zioni di vita del sud Italia, come

i baraccati e le invasate, per poi dedicarsi alla ritrattistica, arrivan-do a lavorare fi anco a fi anco dei massimi divi dell’epoca. All’inter-no della mostra è possibile vedere ritratti di personalità del calibro di: Charlie Chaplin, John Wayne, Sofi a Loren, Alfred Hitchcock, Glenda Jackson, Claudia Cardina-le, Francis Ford Coppola e molti altri. In contemporanea alla mo-stra di Chiara Samugheo, il Museo Tubino ospita anche la bellissima mostra fotografi ca di Ruggero Pa-storino, originario della Valle Stu-ra ma residente da anni ad Asti, con le sue fotografi e subacquee

Fabio Mazzari

Da sinistra Fabio Mariani (presidente FIAF), Ruggero Pastorino, assessore Luisa Giacobbe, Chiara Samugheo e il Sindaco Enrico Piccardo

Melanzane ripiene con la “maniglia”Melanzane ripiene con la “maniglia”Dall’Agriturismo “Il Sottobosco” continua la rubrica Saperi&Sapori di Giorgio Dalpian

Mese di agosto mese della Madonna. In tutti i paesi dell’ entroterra genovese ago-sto era ed è ancora adesso il mese delle

feste patronali dedicate alla Madonna. Tradizione era che si partiva dalla città e si andava nei pae-si a festeggiare: Busalla, Torriglia, Né, Savignone, Sant’Olcese erano le mete preferite perché c’erano grandi balli campestri, incominciava a far fresco e la sera si stava d’ incanto, grandi partite alle bocce, semplici fuochi d’ artifi cio. Le Proloco e le Asso-ciazioni offrivano cibo di strada con quello che si produceva in quel momento nella vallata. Frittelle in tutte le maniere dolci o salate, torte di verdure, focaccette con o senza formaggio, panisse fritte, ripieni di verdura varie. Le melanzane erano la

caratteristica della Fontanabuona, della Valle Scri-via, della Valpolcevera. Ortaggio molto in uso nella cucina genovese specialmente nella varietà del tipo nano, tondeggiante e piccola “tonda genove-se” gusto dolce/amaro. Le melanzane si prestano particolarmente ad essere cucinate ripiene. Piatto molto semplice con ingredienti così detti “poveri” anche se non ho mai visto la loro dichiarazione dei redditi. Due erano le cotture: per i più noiosi di stomaco cotto al forno, per i buongustai infor-nate e fritte: che code si facevano per averne un cartoncino! Io vi propongo la ricetta di quelle fritte con la maniglia. Lavate le melanzane senza elimi-nare il gambo, tagliatele per lungo e fatele bollire molto al dente. Con un cucchiaino svuotatela dalla

polpa che pesterete nel mortaio con uno spicchio d’aglio, funghi secchi ammollati e rosolati per qual-che minuto in un tegame con un po’ d’olio extra vergine. Unite la mollica di pane imbevuto nel latte il formaggio grattugiato, uova, origano, sale e pepe. Mescolate in modo da ottenere un compo-sto morbido e omogeneo. Riempite le melanzane passate nell’ uovo poi nel pane grattugiato con il loro gambo (maneggia). Disponetele su un tegame e lasciatele leggermente asciugare. Olio d’oliva o strutto ben caldo, friggetele, un pizzico di sale (per non bruciarvi prendetele per la maniglia).

Buon appetito e alla prossima!!!

Giorgio Dalpian

Il Basilico (Ocimum basilicum, baxaicò in dialetto) rappresenta uno degli aromi per eccellenza

della cucina mediterranea e ligure e, grazie alle sue numerose proprietà, viene considerato il “re” (da basileus in greco) delle piante. Nello sco-prire questa pianta vedremo i suoi principali usi alimentari, erboristi-ci, cosmetici e, infi ne, vi riporterò la ricetta di un liquore tradizionale. La raccolta delle foglie di basilico viene fatta da maggio a settembre, preferendo quelle giovani in caso si volesse preparare il pesto, e il modo migliore di utilizzarle è da fresche quando sono appena state staccate dal fusto, oppure possiamo conser-varle nel congelatore o farle seccare. Uso alimentare: Oltre alla prepara-zione del classico pesto, questa pian-ta si rivela molto utile nel migliorare la digeribilità di alcune preparazioni: sughi rossi, carni, pesce… oppure anche solo per insaporire e arricchi-re i nostri piatti. In caso lo volessimo utilizzare in cottura ricordiamoci di non aggiungerlo subito, perché sul lungo tempo perderemmo la sua fragranza. Tralasciando la prepa-razione del nostro amato pesto, un trucco per ottenere un colore più chiaro consiste nel far bollire alcuni secondi le foglioline di basilico pri-ma di asciugarle e pestarle/tritarle, personalmente evito sempre questa pratica preferendo un pesto più ric-co in nutrienti e profumo anche se leggermente più scuro. Infi ne pos-siamo darci la possibilità di speri-mentare con gli aperitivi (mojito con il basilico al posto della menta…), i digestivi (sorbetto al basilico, liquo-ri…) e i dolci. Uso erboristico: Come molte pian-te della stessa famiglia, il basilico presenta ottime proprietà aperitive e digestive (a seconda di quando lo si assume) ma i suoi benefi ci non si limitano a questo; è una pianta adatta a contrastare i crampi inte-stinali, ha un’azione vermifuga (si

pensa che il pesto sia nato come medicamento composto da aglio e basilico con questa fi nalità) e utile per diminuire condizioni di stress e nervosismo. In tutte queste situa-zioni possiamo ricorrere all’infuso di basilico da solo o con piante ad azione simile, per poter preparare questa tisana abbiamo bisogno di un cucchiaio di foglie fresche o 2/3 cucchiai di foglie secche e una tazza d’acqua bollente. Dopo un’infusio-ne di 10 minuti possiamo fi ltrare e consumare a caldo o temperatura ambiente.In caso di inappetenza bere una tazza 15 minuti prima del pasto, per un’azione digestiva 20-30 minuti dopo aver fi nito di mangiare (oppu-re utilizzare il sorbetto o il liquore).Diversamente, nei periodi di stress/nervosismo possiamo consumare 2-3 tazze al giorno a stomaco vuoto, una al mattino, una alla sera e la ter-za al bisogno. Oltre alle proprietà già elencate, l’olio essenziale di basilico è un ottimo antisettico orale, quindi possiamo preparare un infuso (vedi sopra) oppure utilizzare 2 gocce di olio essenziale in un cucchiaino di bicarbonato, scioglierlo in acqua e utilizzarlo per i gargarismi. Uso cosmetico: Come la menta, il basilico è un ottimo tonico per la no-stra pelle e dona lucentezza anche ai nostri capelli. Possiamo utilizzarlo per impacchi lenitivi quando ab-biamo arrossamenti oppure per un bagno fresco e tonifi cante. In caso scegliessimo il bagno si mettono 1 o 2 manciate di foglie fresche in un fazzoletto di stoffa, in modo da non intasare lo scarico, mentre riempia-mo la vasca. Come ultimo suggeri-mento, possiamo utilizzare l’infuso (vedi uso erboristico) come tonico analcolico per il viso da consumare in 2-3 giorni.

Marco FossatiLaurendo in Scienze Erboristiche

presso l’Università degli Studi di Pisa

Basilico,il re delle piante

i sapori dell’Oltregiogoi sapori dell’OltregiogoRubrica a cura di Marco Fossati

tete

10 l’inchiostro frescoAgosto 2015

Il Sindaco di Capriata d’Orba, Daniele Poggio nel suo uffi cio.

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La movida estiva di CapriataLa movida estiva di CapriataEstate piena per il paese sull’Orba

Se le vacanze in campagna sono la vostra routine estiva o avete già esaurito i vostri giorni

di ferie nei mesi precedenti, non disperate, agosto è ricco di serate e manifestazioni che vi terranno impegnati e vi faranno divertire. Il sindaco Daniele Poggio ci racconta che “a Capriata la stagione è iniziata con il successo del centro estivo parrocchiale, che ogni anno vede la partecipazione di numerosi bambini e ragazzi provenienti anche da comuni limitrofi , e della festa patronale dei SS. Pietro e Paolo che ha attirato curiosi e buongustai con le sue tradizionali Lasagne con Stubiaröi (fagioli borlotti). Il 2 agosto sarà la volta della Trattorata, con trattori di ieri e di oggi a confronto, manifestazione unica organizzata dalla Cantina Sociale Produttori Insieme ormai da anni. I weekend estivi nella piazza interna del Comune saranno animati da

incontri di vario genere: concerti, serate danzanti, teatro, etc. Un altro evento che distingue Capriata è la serata del 14 agosto: per le vie del centro vengono allestiti dei tavoli attorno ai quali le persone si ritrovano per cenare insieme, portando ognuna le sue specialità, il tutto musicato da un’orchestra. Il mese di agosto si chiuderà il 29 con il 3° Palio dei Balloni: si svolge nella parte vecchia del paese e vede varie squadre sfi darsi in una competizione a dir poco particolare”. Capriata ormai da anni ospita anche una manifestazione di stampo politico, che attira sostenitori e semplici curiosi da tutta la provincia e non solo: la Festa della Padania, dal 20 al 23 agosto. Tra comizi ed incontri con esponenti della Lega Nord si potranno gustare piatti della tradizione. Insomma, un’estate capriatese ricca di eventi per tutti i gusti. (b.a.)

Roma spende, i comuni paganoRoma spende, i comuni paganoIntervista ad anno dalle elezioni al Sindaco di Basaluzzo, Gianfranco Ludovici

Gianfranco Ludovici, storico Primo Cittadino di Basaluz-zo, nell’accoglierci per un’in-

tervista “ad un anno e poco più dalle ultime elezioni”, vuole subito mette-re le cose in chiaro: “Amministrare un piccolo Comune come Basaluz-zo non è affatto facile, bisogna dirlo con decisione. Infatti – continua il Sindaco – il Patto di Stabilità ci im-pone di risparmiare ed introitare risorse senza poi poterle investire. Ecco perché gli investimenti fun-zionali che servirebbero non si pos-sono fare”. Una situazione bloccata senza via d’uscita quindi?: “Bisogna ingegnarsi e cercare di sfruttare al meglio il poco che si riesce a raci-molare – risponde sicuro Ludovici – Detto questo appare sempre più evidente come il conto delle spese pazze di Roma venga addebitato ai comuni”. Addentrandoci più nella politica locale, recentemente ha “te-nuto banco” la questione sollevata dal Consigliere Rosanna Borsa su una presunta “poca attenzione” da parte del parroco locale in merito al banco alimentare. Chiediamo allora al Primo Cittadino di spiegarci me-glio la vicenda: “Niente di particola-re, senza alimentare facili polemi-che, la questione si è così risolta: si sono attivate due iniziative uguali ed indipendenti, una da parte del Comune che, con la collaborazione della Sig.ra Borsa, ha contattato il Banco Alimentare per attivare le procedure amministrative neces-sarie per l’erogazione del servizio; d’altro canto Monsignor Aldo Tac-chino ha dato la disponibilità, pres-so la parrocchia un sabato al mese, alla distribuzione di generi alimen-tari a chi ne ha necessità”. Quindi si tratta di due iniziative completamen-

te disgiunte?: “Esatto. La fi nalità è la medesima: aiuta-re chi ne ha bisogno”. Cambiando argomento, il Primo Cittadino si è dimostrato molto soddisfatto delle Conven-zioni per i servizi di Polizia Municipale e Protezione civile, attivate con i Comuni di Fresonara, Bosco Marengo e Frugarolo: “Trovo che le convenzioni, genericamente, siano uno strumento effi cace – afferma il nostro interlocutore – soprattutto nella gestione dei servizi socio-assi-stenziali e dei rifi uti, che sono tra i più importanti da garantire al cittadino”. Al termine della nostra intervista, Lu-dovici alleggerisce i toni e termina dicendo che: “Comunque, an-che se le risorse sono quelle che sono, grazie ai volontari

della Pro Loco, l’estate a Basaluzzo sarà sempre ricca di appuntamenti, il prossimo sarà il 25 e 26 luglio con la Sagra della tagliatella e del cinghiale e poi il 29 e 30

agosto con la Sagra del pesce. Tra le due sagre si in-serirà la serata clou di venerdì 21 agosto, quando si potrà fare un viaggio in musica a Genova con Le Quattro Chitarre. Un grande appunta-mento che il Comune è lieto di organizzare

assieme all’inchiostro fresco ed il cui incasso sarà devoluto in benefi -

cenza. Vorrei ancora segnalare che il 5 settembre si terrà un

concerto a favore dell’A.I.S.M. con Vittorio De Scalzi, voce e chitarra dei New Trolls, e la Beggar’s Farm”.

Questi mesi si stanno rivelan-do più caldi del solito per gli abitué della Piscina Lido

di Capriata d’Orba. La struttura, di proprietà di una ditta privata, ri-marrà chiusa per la stagione estiva 2015. La notizia ha lasciato l’amaro in bocca a molti, visto il successo delle estati passate, e ha suscitato scalpore. Il sindaco Daniele Poggio e il responsabile dell’uffi cio tecnico comunale Stefano Cairello ci hanno illustrato la situazione della piscina e il suo possibile futuro. “Un perito del CTU ha richiesto informazio-ni presso il nostro Comune. Ha appurato l’agibilità e la regolarità

E la piscina?Per i capriatesi un’amara sorpresa

BENEDETTA ACRI @FernGully89

della costruzione che molto proba-bilmente andrà all’asta. Non ab-biamo nessun documento uffi ciale che lo attesti, ma ciò presume che ci sia stata un’esecuzione immobi-liare sulla proprietà della piscina che rimarrà chiusa in attesa di sviluppi. Sicuramente il problema non è stata la stagione estiva pas-sata molto piovosa, ma sono altri i motivi a monte, di natura eco-nomica. Si tratta di una struttura privata, la gestione era a carico dei proprietari. Ci fa ben sperare per il futuro la serie notevole di richieste di informazioni per ac-quisto e gestione”. Infatti, si auspica che subentri un’altra ditta privata che amministri la piscina in modo migliore: “il Comune purtroppo non ha risorse. Finché la perizia non sarà terminata non si avrà il costo defi nitivo: non abbiamo comunque né la possibilità econo-mica per acquisirla né soprattutto per gestirla”. Un fi ore all’occhiello per il paese che ci auguriamo di ri-vedere aperta e piena di persone la prossima estate.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

L’impianto capriatese si presentava gra-

zioso alla vista per via di una colorazione a righe verticali bianche e blu che faceva venire in mente gli stabilimenti balneari di inizio novecento.

12 l’inchiostro frescoAgosto 2015 RONDINARIA

Dopo l’evento alluvionale del 13 ottobre scorso con il crollo del ponte che

aveva isolato una parte di Ca-stelletto d’Orba, è ritornato alla normalità il collegamento sul rio “Albedosa” che permette di raggiungere le frazioni “Crebini Cazzuli” e “Passaronda” oltre San Cristoforo. Particolarmen-te soddisfatto il Sindaco Mario Pesce: “Si è lavorato con celeri-tà – ha affermato – impiegando 75 giorni per portare a termine quest’opera che ha comportato una spesa di 112.000 Euro, otti-male come soluzione strutturale e impatto ambientale”. Anche la Presidente della Provincia di Alessandria Rita Rossa ha sotto-lineato il grande lavoro istituzio-nale che è stato effettuato: “Dob-biamo ringraziare – afferma - anche i nostri rappresentanti a Roma e per questo territorio Federico Fornaro per aver co-stantemente fatto presente le nostre emergenze. Oltre a questo ponte sono stati ultimati alcuni lavori in ambito provinciale per la considerevole somma di 6 milioni e 700 mila euro”. Un’a-pertura in largo anticipo rispetto alle previsioni, in quanto il Sin-daco di Castelletto d’Orba aveva promesso che per le feste delle frazioni tutto sarebbe ritornato alla normalità.

Luisa Russo

Minetti: uno scrittore d’eccezioneMinetti: uno scrittore d’eccezioneSilvano d’Orba: presentati i libri “Excursus Vitae” e “Viaggio nelle Barbarie”

Ancora due fatiche letterarie per Bartolomeo Minetti, chia-mato per gli amici “Meo”, già Sindaco di Silvano d’Orba per quattordici anni. Presso il Teatro Saoms un attento pubbli-

co composto da amici, parenti, politici e cittadini non solo del paese, sono stati presentati i due libri “Excursus Vitae” e il “Viaggio nelle barbarie”. Ancora una volta il “Meo” nell’ “Excursus Vitae” ha dimostrato l’attaccamento al suo pa-ese, alla famiglia, all’amicizia, ai valori politici nella più ampia accezione del termine, mettendo in versi la sua vita, dialogando con il passato e intervenendo nel presente, lasciando alla futura generazione quel sapore vitale, ricco di spontaneità e di poche certezze. Le sue po-esie raccontano gli affetti, le passioni, le speranze di un uomo di fede e di cuore che ha trovato nella quotidianità l’ispirazione per scrivere, senza mai tralasciare il suo piglio critico che lo caratterizza. Nel “Viaggio nelle barbarie” emerge l’uomo – insegnante, attento alla ve-rità storica, colui che ha vissuto gli orrori della guerra e che ha voluto conoscere “I luoghi

della Memoria” con la piena consapevolezza che bisogna ricordare, per non ripetere la terribile esperienza del regime nazista e gridare alla libertà, alla democrazia, alla tolleranza, al rispetto. Al tavolo di presentazione sotto la regia di Pier Franco Romero esponenti

del Circolo Culturale “Ir Bagiu”, Marina Garbini, Maria Au-silia Piano, Carla Olivieri, Stellio Sciutto, Claudio Passeri, Giovanni Calderone, Patrizia Romero. Tra gli intervenuti, un plauso allo scrittore – amico è stato espresso dal Sen.

Adriano Icardi, da Ugo Cavallera e dal Chirurgo Vezio La Ganga che rinunciando ad altri impegni, hanno

voluto essere presenti per una dimostrazione d’affetto. La serata è anche stata allietata da

una sorpresa con alcune canzoni interpre-tate dall’amato nipote. Come sempre il ri-

cavato dalla vendita dei libri sarà desti-nato totalmente in benefi cenza: questa volta la somma verrà devoluta ad una

famiglia bisognosa di Silvano d’Orba.

Luisa Russo

Il circolo cul-turale “Ir Bagiu” di Sil-

vano d’Orba ricordano Sergio Basso, fondatore e primo Presidente dell’As-sociazione Dialettale Silvanese, non-ché autore di pubblicazioni di grande pregio. Il 13 luglio 2015 Sergio Basso avrebbe compiuto 69 anni. In memo-ria sua, di Elio Robbiano (scomparso il 15 luglio 2010) e di tutti i collabora-tori che sono mancati, i soci del cir-colo dialettale perseguono al meglio l’attività del Bagiu, attraverso nuove iniziative: oltre trenta, se consideria-mo quelle già realizzate nell’anno in corso, quelle di imminente realizzazio-ne e quelle in programma per i pros-simi due anni. Attualmente il Circolo è impegnato nella commemorazione del Primo Centenario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, nel recupero del vecchio cinematografo della famiglia Chiappino e nella valo-rizzazione del territorio silvanese con la pubblicazione della guida turistica di Silvano d’Orba. L’attuale Presidente del circolo dialettale, Claudio Passe-ri, ha espresso il suo ringraziamento ai soci: Giovanni Calderone, Marco Perasso, Pierfranco Romero, Maria Ausilia Piano, Paolo Scarsi, Valeria-no Angelo Calcagno, Ornella Bonafé, Alessandro Soldatini, Luigina Repetto, Sergio Torazza, Paola Scaglia, Roberto Basso, Emma Dal Cin, Rita Capuzzo, Renza Ravera, Isa Pietranera, Paola Ravera e Renza Priano, grazie ai qua-li i progetti del Circolo hanno preso forma e costituiscono oggi una fonda-mentale testimonianza di quanto sia ancora vivo e pulsante l’amore di mol-ti per il paese e per le proprie origini. Instancabili sostenitori sono Sindaco Ivana Maggiolino, Mons. Alessandro Cazzulo, parroco della comunità sil-vanese, la contessa Liana Zucca, l’ing. Giuseppe Morchio e i silvanesi di ieri e di oggi, che continuano a sostenere le numerose iniziative. A breve verrà ripresentato il volume di Sergio Basso sulla storia del paese.

Marta Calcagno

Percorsi e corsi d’acqua da scoprirePercorsi e corsi d’acqua da scoprirePredosa: intervista a Federica Ferretti, capogruppo FAI “I Fiumi della Bassa Valle”

Il 24 giugno scorso presso il Lido di Predosa è sorto un nuovo gruppo FAI nella provincia di

Alessandria: si tratta del gruppo “I Fiumi della Bassa Valle” che abbraccia i territori di Basaluzzo, Francavilla Bisio, Fresonara e Pre-dosa. Abbiamo chiesto al capogrup-po Federica Ferretti di spiegarci il perché di questa nuova nascita all’interno della Delegazione FAI di Alessandria: “L’idea è quella di valorizzare e raccontare il nostro territorio, in sintonia con gli obiet-tivi del FAI di salvaguardia e dife-sa dei beni, siano essi culturali o ambientali – ci dice Ferretti – Così sono sorti diversi gruppi e anche il nostro i Fiumi della Bassa Val-le, che prende il nome dal corso del Lemme e dell’Orba e la cui sede è al Lido di Predosa”. Quindi possiamo dire un “gruppo rivolto alla natura e all’acqua”?: “Sì, l’idea è proprio quella – conferma la nostra interlo-cutrice – Vogliamo anzi incentiva-re la conoscenza di questi luoghi, proponendo camminate e percorsi

pensati anche per le bici che fac-ciano scoprire un territorio affa-scinante”. Quali sono le peculiarità di questo territorio?: “Sicuramente la ricchezza di erbe spontanee, che possono anche essere utilizzate in cucina – spiega il capogruppo – Notevoli poi le tracce storiche ed architettoniche che sono ancora rintracciabili, come dighe, mulini, castelli e borghi, o le numerose sto-rie e leggende, senza dimenticare la ricchezza faunistica con la pos-sibilità, in certe zone, di avvista-menti”. I membri del gruppo i Fiumi della Bassa Valle sono 11 e si sta pre-disponendo, per il prossimo 20 set-tembre, una giornata “particolare”: “Il nostro gruppo passerà l’estate a misurare i percorsi ed a saggiar-ne la diffi coltà così da proporre una giornata a settembre pensata ad hoc – afferma la nostra interlo-cutrice – Il nostro obbiettivo è fare conoscere un territorio che merita davvero di essere attraversato sia a piedi, sia in bici come a cavallo od in canoa: l’importante è perdersi tra la natura ed i corsi d’acqua dei Fiumi della Bassa Valle”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Ir Bagiu ricordaIr Bagiu ricordaSergio BassoSergio Basso

Castelletto d’OrbaCastelletto d’OrbaRiaperto il ponteRiaperto il ponte

Era il mese di Luglio 2014, un anno fa, quando a Silvano d’Orba si costituiva il gruppo Fai, (Fondo Ambiente Italiano) denominato “Gruppo Colline dell’Orba”, per iniziativa di una ristretta cerchia di

amici, uniti dalla passione per il territorio e dalla volontà di preservarlo e valorizzarlo. Inizialmente un gruppo di solo 12 persone, che nel giro di un anno sono diventate ben 70, ci spiega Fabrizia Repetto, la Presidente della sezione silvanese. “La Fondazione nazionale FAI di Milano – dice la Presidente - favorisce al massimo le nuove forme associazionistiche, poiché solo grazie alla collaborazione e alla coesione dei suoi gruppi sparsi sul territorio, si può realizzare un importante progetto comune, quello di conservare e promuovere le ricchezze del nostro territorio. Il Fai Silvanese nel giro di un solo anno ha accresciuto il numero de-gli iscritti, grazie ad una rete di contatti, faticosamente stabiliti, con amici simpatizzanti, appartenenti a comuni limitrofi . Oggi il Gruppo Colline dell’Orba comprende varie sedi, nei comuni di Carpeneto, Tri-sobbio, Castelletto d’Orba e Roccagrimalda. Una conquista importante che ha già dato i suoi frutti. In questo anno di vita - spiega Fabrizia Repetto - sono state organizzate varie iniziative. Il 6 settembre a Car-peneto si è svolta la presentazione uffi ciale del gruppo, a seguire, il no-stro esordio a Silvano, al Circolo teatro Soms nel corso della splendida serata “Incontri di musica danza”, a Roccagrimalda nell’ambito della manifestazione “Rocca e i suoi vini”. Tre eventi organizzati dal gruppo Fai con tanta passione ed impegno. Ora sarà la volta di Castelletto d’Orba.

Marta Calcagno

Anche a Silvano il FaiAnche a Silvano il Fai

13l’inchiostro frescoAgosto 2015RONDINARIA

Si spendono miliardi per al-lestire fi ere mondiali dell’a-limentazione, deturpando

paesaggi ed espropriando terreni (unica vera fonte di sostentamen-to globale). Si realizzano lavori enormi dall’estetica discutibile, (ma è meglio non farlo) che dan-no da mangiare, sì, ma soprattutto ad estrosi architetti ingordi, a po-litici ed intrallazzatori di profes-sione. Ed il pubblico paga e resta incantato da scenografi e virtuali futuristico tecnologiche disuma-ne che fanno sentire grandi da un lato e miseri al contempo. Intanto all’altro lato dell’Europa, burocra-ti degli stati che “contano” deci-dono il bene comune, cioè cosa si può o non si può, uffi cialmente per equilibrare i mercati e salva-guardare ambiente e consumatori, in realtà per avvantaggiare alcuni a scapito di altri (leggi Italia) con

regole e norme assurde come: il diametro delle vongole veraci, la nomenclatura in latino obbligato-ria per i pesci al mercato, l’uso di solo latte (?) in polvere per fare i formaggi, l’abbattimento degli uli-vi italiani, gli ingredienti (strani) per la piadina romagnola dop (ma non li sanno meglio in Romagna?). E via, via con le str...avaganze! Avanti così e, a dispetto dell’Expo, da mangiare ci rimarranno vera-mente solo gli insetti!

Ester Matis

Europa ed ExpoEuropa ed Expo(ci dicono che è un onore(ci dicono che è un onore averli) averli)

Rifl essioni a ruota libera di Ester.Ester… nando…!!!

Due maschere a Due maschere a FërsnèraFërsnèraSi arriva passando da tutti i punti cardinali. Varcato il confi ne, il cartello

avvisa che gli autoctoni la chiamano Fërsnèra. E rende altresì noto che si sta transitando nello storico territorio di Frixinaria, uno dei 18 toponi-

mi che hanno contraddistinto, nei suoi 1200 anni di vita, l’antica curtis prima del suo nome defi nitivo: Fresonara. A destra di San Glicerio, un pannello fa presente al viandante che oltre la Chiesa, il Castello, le Sagre e lo Sport, nel paese dei bacecchi c’è il Teatro. Nessun altro Comune dei dintorni espone i simboli delle due maschere. Fresonara, invece, il posto dove il Dramma e la Commedia si consumano sulle assi di un palco, ce l’ha. Si chiama Teatro Comunale, ma è solo un riassunto. In realtà è la Casa di chi vuole fare teatro, sia stando dalla parte di chi recita, sia stando seduto in sala. A Teatro palco-scenico e platea vivono in simbiosi: entrambi creano l’ambiente adatto alla crescita dell’altro. Antica memoria quella del Teatro a Fresonara. Quando al-cuni la sedia se la portavano da casa e i più temerari si inerpicavano sui pioli della scala di legno poggiata al muro. Tradizione interrotta soltanto negli anni in cui nei paesi si chiusero le S.M.S., i cortili dei preti e le porte di numerose abitazioni per cercare lavoro e fortuna in città. Perché proprio nel momen-to in cui nasce la meccanizzazione della campagna, nessuno vuol più fare il contadino. Un ’68 che è durato 35 anni. Poi, nel 2003 la riapertura del nuovo Teatro, incisa nel sangue del Sindaco di allora, che è lo stesso di adesso. L’8 settembre il Comunale compirà dodici dozzine di mesi. E in 144 lune ha visto svolgersi al suo interno 210 manifestazioni (tra cui nove Stagioni Teatrali per 40 Compagnie diverse). La media l’abbiamo fatta noi: una ogni tre settimane. Nonostante i corvi, sembra che quel sangue non sia stato versato invano.

Dom&Nico BISio

Grande appuntamento in musica per venerdì 21 agosto presso il “Palafeste” di Basaluzzo dove si esibirà l’apprezzato gruppo ligure “Le Quattro Chitarre” in uno spettacolo ispirato alle mu-

siche di Fabrizio De Andrè intitolato “Genova e l’ombra di un sorriso”. L’evento musicale avrà anche una fi nalità benefi ca in quanto l’incasso della serata sarà interamente devoluto al sostegno dell’associazione onlus “DI.A.PSI.” (Difesa Ammalati Psichici, ndr) di Novi Ligure. Pa-squale Dieni, Gino Cabona, Gianni Amore e la “nuova voce solista” Aldo Ascolese proporranno uno show musicale che presenterà i più grandi successi di “Faber” dedicati a Genova e all’entroterra ligure. Un viaggio in musica che toccherà non soltanto i luoghi più belli della Liguria ma che farà anche riaffi orare gli odori, i sapori e i sentimenti di quella terra magica. A fare da presentatore e showman vi sarà Davide Ferreri che allieterà il pubblico con i suoi irriverenti intermezzi tra il dissacrante e il comico. Nel corso della serata sarà anche premiato un reduce della Seconda Guerra Mondiale, “perché la memoria, anche in un giorno di festa, non venga dimenticata”. Un grande appuntamento a cui tutti quanti siete invitati. (s.a.)

È stata Domenica 26 luglio la passeggiata tra le acque e i vini del Monferrato, di

cui Castelletto si pregia di essere zona rinomata. Le sorgenti d’ac-qua sono un patrimonio antico per il paese: anticamente venne-ro attribuite alle acque sorgive castellettesi proprietà medica-mentose, di origine minerale o sulfurea. Le fonti storiche ripor-tano che l’acqua delle sorgenti, scoperta già verso la metà del 700 venne utilizzata per la cura delle malattie croniche dello stomaco, per curare i calcoli renali, i reu-matismi o le malattie della pelle e dei bronchi. La passeggiata tra

A spasso per CastellettoA spasso per Castelletto De Andrè a BasaluzzoDe Andrè a Basaluzzole fonti alla scoperta dell’acqua si è svolta tra le sorgenti principali: Lavagello, Cannone, Sovrana, Al-bedosa e Feja, in un territorio in cui l’acqua fu per secoli un bene prezioso, anche soggetto alla commercializzazione. E così fu, anche il vino, prodotto d’eccellen-za delle numerose cantine locali, che si pregiano di grandi nomi e marchi doc e docg. Tra un bic-chiere di acqua pura di sorgente e di ottimo dolcetto doc, la pas-seggiata castellettese ha portato i visitatori alla scoperta di un ter-ritorio ricco di storia e di impor-tanti tipicità. Grazie alla guida di Giovanni Dolcino, noto pittore castellettese, appassionato di storia locale e l’organizzazione del gruppo Fai Colline dell’Orba, anche Castelletto è stata prota-gonista, per una domenica, della storia del nostro territorio.

Marta Calcagno

IO SONO4 MILLIMETRI

La musica che cura: note di solidarietàLa musica che cura: note di solidarietàSei serate di musica in sei località dell’Oltregiogo, a sostegno dalla LILT di Novi Ligure

“La musica è la miglior medicina dell’anima” diceva Platone. Par-

te da questo assunto la neonata Associazione Musica e Cultura “Pentagramma” della quale è pre-sidente Gianluca Faragli, giovane e già affermato pianista di San Cristoforo, che si prefi gge di pro-muovere sul territorio provinciale la conoscenza della musica inter-pretata da artisti di provenienza ed esperienza internazionale. Ma con la musica si possono raggiun-gere anche ambiziosi obiettivi di salute aiutando la ricerca scienti-fi ca. A questo secondo aspetto ha sicuramente pensato Gianni Ca-stellani, presidente della sezione LILT di Novi Ligure, proponendo a “Pentagramma” di prevede-re per l’edizione della Rassegna “Settimane Musicali Internazio-nali 2015” un ingresso ad offerta il cui ricavato sarà interamente devoluto da LILT a favore del

progetto di ricerca “M2pK” messo in atto dal Dipartimento di Prevenzione Oncologica dell’ASL AL in collabo-razione con l’Azienda Ospedaliera di Alessandria per la sperimentazione di un nuovo marcatore precoce per i tumori intestinali. Primo di questi appuntamenti è stato, lo scorso 19 luglio, il recital pianistico di Nikolay Bodganov presso la Chiesa N.S. As-sunta di Grondona.

Federica Fossati

Camminata perCamminata pernon dimenticarenon dimenticare

In occasione dell’80° anniversario del disastro della diga di Molare

“per non dimenticare” il 9 agosto si è deciso di dare vita ad un nuovo sentiero con partenza da località Al-bareto. Il sentiero è stato realizzato grazie al lavoro dell’AIB di Molare e della Forestazione. (f.f.)

Vara Inferiore (Savona) - Via Vara, 18 Tel. 019 733.004 - [email protected]

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La cartolina postale riproducente il volantino lanciato da D’Annunzio

il 9 agosto 1815 su Vienna

Album di famiglia con dedicaAlbum di famiglia con dedicaBosco Marengo: nell’Anniversario della “trasvolata su Vienna” di D’Annunzio, un frammento di storia

Un pomeriggio di fi ne luglio Pio Moccagatta, collezio-nista e appassionato di

storia locale di Bosco Marengo, è venuto in redazione e ci ha det-to: “È con orgoglio che vi porto alcuni documenti della Prima Guerra Mondiale appartenuti ai miei zii paterni – ha esclamato il boschese che poi ha aggiunto – Testimonianze dirette di tempi tragici ma anche ricchi di sen-timenti”. E questa tragicità mista alla delicatezza dei sentimenti è in effetti riscontrabile nella cor-rispondenza di questi due fratel-li, Giovanni Moccagatta, classe 1897, purtroppo spentosi per la “spagnola” all’Ospedale Militare di Pavia nel 1918, e Pio Vincenzo, un ragazzo della “classe di ferro” del 1899. “Molto interessante è la cartolina che Giovanni ha scritto a Pio. Una perfetta riproduzione

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

del volantino propagandistico che D’Annunzio lanciò dal suo Ansaldo S.V.A. su Vienna il 9 ago-sto 1918 – spiega Pio Moccagatta

– Un reperto molto raro che te-stimonia come quell’episodio rimase vivo nelle coscienze”. Al termine il nostro interlocu-

tore ha ricordato: “I miei zii hanno avuto destini differenti ma hanno patito le stesse soffe-renze – spiega il boschese – In fondo quei due destini diversi per uguali sofferenze si sono ri-fl essi nei destini e nelle sofferen-ze di tutti gli Italiani che hanno fatto, nel bene e nel male, l’Italia”.

I fratelli Moccagatta Gio-vanni (classe 1899) e En-genio (classo 1897) di Bo-sco Marengo

La cartolina dal fronte e i buoni sentimentiLa cartolina dal fronte e i buoni sentimentiBusalla: Carmelo Balbi ci ha inviato questo documento che, nell’ambito del centenario della Grande Guerra pubblichiamo

Carissimo padre,

Da diversi giorni, che attendo vostre notizie, ma mai mi

giungono, ciò vuol dire che avre-te molto da fare, dato che avete le patate da raccogliere, ma con tutto ciò ne son contento, perché se adesso avete tanto lavoro, al termine di questo avrete tante patate. Lasciando a parte le burle, io son sempre ansioso di ricevere vostre lettere perciò vi prego di scrivere più sovente. Il mio stato di salute è ottimo, anche il fratel-lo sta bene, che ho ricevuto ieri. Di pure voi tutti spero che sarà il medesimo. Il pacco l’avete an-cora spedito? Se lo avete ancora da spedire, vi prego di metterci anche una scatoletta di pesto, sic-come ho voglia di mangiare una trenetadda, però dovete informar-vi a quanto peso deve rimanere il pacco siccome c’è un limite stabi-lito e non si può di più. Quando mi risponderete, mi farete pure sape-re se queste cartoline, come pure quelle illustrate vi fanno pagare la multa, siccome ne ho manda-te diverse ai parenti e non ho più avuto risposta, perciò ho questo dubbio. Non potendo dirvi altro, vi saluto infi nitamente insieme a tutti di casa ed abbracciandovi mi dico vostro fi glio Vittorio.

Quando la guerra fa pensare alla famiglia

Una cartolina, una scelta a caso tra le tante, scritta sulla

Nave offi cina e di appoggio “Va-rese”, dopo l’inizio della prima guerra mondiale, da un marinaio, già operaio dell’Ansaldo di Sam-pierdarena, sottoposta alla censu-

ra del Comando, diretta al padre all’indirizzo di Pieve di Borgo Fornari tramite l’Uffi cio postale di Busalla, circostanza tra le al-tre che risulterebbe da chiarire. Non c’è persona che non abbia intima coscienza di vivere in una società, meglio in un mondo, così profondamente diverso da quello di un secolo fa, da farne costante argomento di rifl essione e di di-scussione per constatare quello che di positivo va riconosciuto come vero progresso e quello che invece è andato inevitabilmente

perduto, soprattutto in semplici-tà, schiettezza, onestà, in buoni sentimenti. Proprio dalla cartoli-na del marinaio si possono trar-re alcuni indizi, per esempio, sul rapporto rispettoso e responsabi-le con il padre, che non essendo sicuramente un letterato, ha biso-gno di sapere le cose essenziali e di essere rassicurato sulla salute fi sica e psicologica del fi glio. Forse più di qualsiasi ricerca so-ciologica e storica sull’Italia tra la prima grande guerra e i giorni nostri, le cartoline e le lettere dei

combattenti ai propri famigliari possono fornire la prova del pro-fondo cambiamento di sensibilità, educazione, senso civico avvenu-to rispetto alla società odierna, chiusa, com’è, in un conformismo consumistico, senza veri ideali, con poco rispetto per gli interessi comunitari, scarsa generosità per chi è diverso o nel bisogno, buoni sentimenti generalmente persi di vista.

Il senso civico ai giorni nostri e le politiche di rigore

Solo per fare un esempio del pressoché dimenticato senso

di appartenenza ad una munici-palità, giungono da molte parti del Comune di Busalla lagnanze, mugugni, accuse di trascuratezza per le modalità con cui le strade e le piazze comunali non verrebbe-ro curate, liberandole tra l’altro di tutti gli scarti che molte persone noncuranti buttano a terra anzi-ché utilizzare i contenitori appo-siti. Si ha l’impressione che molti concittadini tendano a vedere la pagliuzza nell’occhio, in questo caso, dell’Amministrazione e tra-scurino il trave che sta ben infi sso sulla strada dei comuni, per fare fronte, si dice, senza capirne un granché, ad una “politica di ri-gore” e di “stabilità fi nanziaria”. Proprio per dovuto rispetto della verità si deve almeno riconoscere che il personale da adibire alla pulizia delle strade, assai limita-to, riesce tuttavia a fare il proprio dovere, anche nei momenti in cui il lavoro risulta più faticoso, per esempio nella calura estiva o con i rigori dei mesi invernali.

Carmelo Balbi

Speciale la Grande GuerraSpeciale la Grande Guerra

“Sembra quasi uno scher-zo del destino ma è così. Il prossimo 13 agosto

cadrà il tragico ottantesimo an-niversario del disastro della diga di Molare ed oggi ci ritroviamo con un nuovo pericolo proprio nella stessa zona” queste le paro-le, colme di paura, che gli abitanti di Olbicella, dopo aver chiamato a gran voce un nostro intervento, ci hanno detto. Giunti ad Olbicel-la, più precisamente in località “Cortile”, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi un qualcosa di davvero inquietante. Infatti, pas-sati alcuni campi coltivati, grosso modo dove la collina si bagna nel-le acque dell’Orba, ecco una frana di dimensioni considerevoli. “Tut-to è successo molto velocemente - ci dice uno degli “storici” abitanti della frazione di Molare – Dopo le violenti piogge dello scorso inver-no abbiamo visto letteralmente la terra scomparire dai nostri piedi, mangiata dall’azione com-binata del torrente Orba e del suo affl uente Olbicella”. L’Olbicella (anche conosciuto con il nome di “Orbarina”) è un piccolo affl uen-te dell’Orba che però spesso tra febbraio e aprile è “carico” d’ac-qua. Mentre stavamo scattando alcune foto per il nostro servizio, una signora ci ha raggiunto per dirci: “Questa parte di Olbicella, oggi per così dire più periferica, era una volta il vero e proprio centro del paese – prosegue l’ol-bicellese - Ottant’anni fa, le ac-que che non trovarono sfogo dalle aperture della diga di Molare, si riversarono proprio in questa valle, distruggendo ogni cosa, comprese case, campi e mieten-do molte vittime”. A conferma di quanto detto dalla signora vi è il fatto che molti campi, oggi colti-vati o tenuti come giardino, sono “più bassi”, rispetto alla strada, segno appunto della terribile allu-vione del ’35. “Abbiamo più volte chiesto sia al Comune di Molare come alla Provincia di Alessan-dria di intervenire – ci dice un altro signore che abita a Genova ma che ha “il cuore” in questi luo-ghi – Le Istituzioni rispondono che le risorse non ci sono e che gli smottamenti che vediamo sono originati dal fatto che questa sia una frana di origine storica, per di più ubicata su friabili rocce di origine calcarea. Certo ci rendia-mo conto che il momento non sia dei più facili, - continua il nostro interlocutore – ma almeno chie-

diamo venga dragato il fondo sia dell’Orba come dell’Orbarina, per rimuovere tutti gli arbusti e il materiale sabbioso che ostruisco il corretto defl uire delle acque. Al-meno così i rischi in questo sen-so non ve ne sono”. “L’inchiostro fresco” seguirà con attenzione la vicenda anche considerato il fat-to che la comunità di Olbicella, nonostante l’esiguo numero dei suoi membri, è molto attiva e viva, con feste e attività culturali che ri-chiamano nel “verde borgo” molti visitatori: “Le Istituzioni debbono darci la possibilità di vivere in questi luoghi dal valore affettivo incalcolabile – afferma un altro signore – Possibile che nel 2015

per un piccolo disguido della li-nea telefonica, servano mesi per ripristinarlo? So che siamo un costo per la compagnia telefoni-ca come per il Comune, poche persone che non danno grandi profi tti ma che pagano le tasse esattamente come chi abita ad un metro dalla porta dell’edifi cio comunale – conclude amaramen-te ma anche in modo orgoglioso – Però noi viviamo nei posti che ci piacciono. Dateci la pos-sibilità di vivere nella terra che amiamo”.

Frana ad Olbicella: il passato torna a far pauraFrana ad Olbicella: il passato torna a far pauraAd 80 anni dal disastro della diga di Molare una nuova minaccia incombe sulla Valle dell’Orba?

13 agosto 1935: il disastro di Molare13 agosto 1935: il disastro di MolareUna ricostruzione storica dalla viva voce del prof. Alessandro Laguzzi

Il prossimo 13 agosto saranno passati ottant’anni esatti dal disastro della diga di Molare,

ovvero dall’onda anomala che, a causa del franamento di una parete rocciosa nell’invaso, ha fatto sì che le acque “scavallassero” la diga, andando poi a tracimare, con una violenta forza d’urto, per la prospi-ciente valle dell’Orba, arrivando

drdrdrdrdraaaaaMATTIA NESTO @Mattia Nesto

Raggiungiamo telefonica-mente il Sindaco di Molare,

Enrica “Nives” Albertelli, per chiedere se la critica situazio-ne si possa risolvere: “All’Am-ministrazione Comunale sta molto a cuore la vicenda della frana di Olbicella – dice Alber-telli – tanto è vero che, all’indo-mani della scorsa alluvione, abbiamo subito fatto domanda a Roma per chiedere le risorse necessarie alla messa in sicu-rezza”. È arrivata una risposta a questa domanda di contribu-zione?: “Per il momento no – ci risponde il Sindaco – tuttavia siamo fi duciosi. Il messaggio che mi preme lanciare è che non vogliamo lasciare soli e abbandonati gli olbicellesi”.

Samuele Anastasio

Dal ComuneDal Comunedi Molaredi Molare

sino a Capriata d’Orba. All’epoca la centrale era un fi ore all’occhiello dell’ingegneria italiana, capace di rifornire di energia l’intera città di Genova. Un evento che marchiò a fuoco le coscienze degli abitanti dell’ovadese e che oggi, a quasi un secolo di distanza, assieme al pro-fessor Alessandro Laguzzi, noto storico ed esperto della diga di Molare dell’Accademia Urbense, vogliamo ricordare. “Furono quat-

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

tro ore di pioggia, dalle cinque alle nove del mattino a provocare tutto. Un evento climatico ecce-zionale certo ma nessuna delle misure di sicurezza previste fun-zinò – ci dice il nostro interlocuto-re – Infatti le chiuse non poterono essere aperte, visto che, essendo a sifone, visto che erano ostruite dai rami e dai tronchi che si era-no accumulati nel letto dell’Orba che non era stato dragato. In più si tentò di aprire la chiusa di profondità, - continua il professor Laguzzi – ma non si fece in tem-po a iniziare l’apertura, che tut-ta la diga vibrò, come se stesse cedendo. A quel punto non si fece più nulla e si lasciò che la storia come le acque prendesse il suo corso”. Domandiamo al docente ovadese se non si fossero pensate

ad altre misure di sicurezza: “Era stato pensato una sorta di mu-raglione, lungo oltre cento metri, per bloccare le eventuali acque in eccesso – risponde pronto Laguzzi – Peccato che venne edifi cato non come una vera diga, ma come un semplice muro in verticale. Come le acque si abbatterono sulla co-struzione, il muro cedette nella parte inferiore, nelle fondamenta per poi essere distrutto e venire trascinato dalla corrente”. Solo in Ovada le acque mieterono oltre cento morti. “Quando ad Ovada si sparse la voce che a Molare qual-cosa stava succedendo, un giova-ne di allora che io ho intervista-to in età avanzata – ci racconta il docente - Si precipitò al Borgo di Ovada, dove abitava la sorella con la nipotina, con l’intento di portare quest’ultima in salvo, in alto, dove egli abitava, in località Cappellette. Purtroppo la sorella non volle acconsentire a ciò, giu-stifi cando il rifi uto nel fatto che era abituale per gli abitanti del borgo che le acque in eccesso della diga arrivassero a sommergere le cantine ed a lambire i primi piani. Di quella bambina e quel-la signora non si poté sapere più nulla”. Da allora la diga è ancora in piedi, ad eterno monito di quel-la tragica mattinata. “Tutte le volte che a Molare e dintorni si inizia anche solo a ragionare intorno ad un riutilizzo della diga – ci dice in conclusione il nostro intervista-to – tutti rifi utano con orrore. È una traccia di paura indelebile rimasta nella gente del nostro ter-ritorio”.

Un gruppo di olbicellesi mostra una foto di come era il paese prima del disastro di Molare

16 l’inchiostro frescoAgosto 2015

Arezzo Ligure, ad ogni angolo una storiaArezzo Ligure, ad ogni angolo una storiaVal Vobbia: tra memoria artigiana, arte contadina e bellezze paesaggistiche

Vobbia, comune appartenen-te al territorio della città metropolitana di Genova e

“capitale” dell’omonima valle, si presenta come “un comune arti-colato”, nel senso che è costituito, oltre che dal capoluogo, dalle cin-que frazioni di Alpe, Arezzo Ligu-re, Noceto, Salata e Vallenzona. Nel suo territorio rientrano anche le località di Caprieto, Casareggio di Salata, Costa Clavarezza, Costa di Vallenzona, Piani di Vallenzona, Poggio, Selva e Vignogna. Grazie all’idea e alla splendida guida di Cristina Corzetto, nota artista ed autrice del blog “Vobbia cul-tura tradizioni e turismo” ed all’insegnante di scuola primaria, nonché Assessore alla Cultura del Comune di Vobbia, Barbara Demergasso, iniziamo in questo numero un tour di queste località. Come prima tappa “gli inchio-striferi” hanno scelto Arezzo Li-gure, frazione che conta circa 53 abitanti. Cristina Corzetto ci ha presentato la suggestiva storia del “museo privato” di Katia e Gianni Lagorio: un vero e proprio scrigno contenente la sapienza del tempo che fu. “Io da sempre ho avuto il pallino sia per il fare le cose con le mie mani sia per il collezioni-smo – ci dice Gianni Lagorio – Ne-gli anni ho raccolto molti cimeli, sia provenienti dalla mia fami-glia che fatti da me medesimo.

Il comune di Vobbia tra feste e sagreIl comune di Vobbia tra feste e sagreAnche questa stagione 2015 vedrà in tutto il

territorio comunale di Vobbia, un susseguir-si di manifestazioni culturali e sociali prepa-

rate e pianifi cate dai vari enti ed associazioni che operano da anni nei diversi paesi del comprensorio. Un fi ore all’occhiello per questo lembo di entro-terra genovese a volte penalizzato dalla posizione geografi ca, ma forte delle proprie risorse umane, impegnate senza sosta nel concretizzare idee e pro-getti a favore dei residenti e valligiani. Per illustrare meglio lo spirito che anima chi dedica tanto tempo alla comunità spesso aiutato da un piccolo gruppo di amici, ho incontrato Marco Sanfelice, Presidente dell’ A.C.L.I di Arezzo Ligure che dista circa quattro km dal capoluogo. Marco in un’intervista appassio-nata, spiega il proprio impegno costante dedicato a chi come lui ha sempre amato il paese dove si vil-leggiava e ci spiega come si è trasformata l’ACLI e come opera per assicurare alla popolazione manife-stazioni ed incontri in un perfetto clima conviviale.

Da cosa nasce questo desiderio di mantenere “vivo” il borgo di Arezzo dove ha trascorso l’infanzia?

Questo desiderio nasce da un grande senso di ap-partenenza che per il sottoscritto è un senso della vita.

Ma è un fatto puramente personale?No. Assolutamente. È condiviso da tutti gli amici di Arezzo in virtù di una magia speciale ed inspiegabile che ci lega a queste quattro case sperdute nell’entro-terra genovese.

L’area dove opera l’A.C.L.I poco distante dalla chie-sa di San Antonio Abate, comprende il campo di calcio, un piccolo punto ristoro ed i campi da boc-ce più uno spazio molto curato dedicato ai bambini. Sanfelice ci tiene a precisare come i risultati rag-giunti siano stati possibili anche grazie all’impegno di Silvia Scotto precedente presidente triennale ed alle diverse persone che operano con competenza nel corso dei tre mesi estivi. Ma non tralascia di par-lare della parte organizzativa che si affronta mesi prima dell’iniziò della stagione con la preparazione burocratica.

Cristina Corzetto

Li ho conservati poi in questa casa, adibendola ad una sorta di museo personale, però accessi-bile a tutti”. Si tratta di un reale omaggio alla cultura contadina, come nel caso dei due modellini in miniatura di una calcinaia e di una carbonaia che fanno bella mo-stra di sé nel cortile della casa. “Li ho costruite io stesso, attraverso i ricordi dei miei nonni e pa-renti e dei ricordi di quando ero bambino – spiega Lagorio – Mi piace ricordare come la pietra di Vobbia sia unica nel suo genere, molto pregiata, perché è resisten-te e maneggevole, una specie di oro di pietra!”. In una piccola ri-messa vengono invece conservati centinaia di utensili utilizzati per la coltivazione o l’artigianato: “La mia vera e più intima passione e la lavorazione del legno e qui ho delle pialle e dei banchi di lavoro dei primi del Novecento – affer-ma il vobbiettese – Ho dei falcet-ti usati per strappare le erbacce di quasi 200 anni. Tutti questi strumenti sono fatti con mate-riali poveri, spesso di recupero – continua il nostro interlocutore – Trovo sia un bell’insegnamen-to per le nuove generazioni: non occorrono i migliori e più nuovi materiali, ma quello che davvero conta è fare fruttare ciò che si ha!”. Proseguendo al primo pia-no dell’abitazione la nostra visita,

siamo rimasti colpiti da un anti-co arcolaio, che la signora Katia è riuscito a conservare assieme ad altri preziosi reperti, come de-gli antichi bauli usati per i viaggi transoceanici di alcuni parenti in America. E proprio dall’America è arrivato il più grande “riconosci-mento” all’arte di Gianni Lagorio: “Quasi per caso sono venuto a conoscenza che, una vecchia mo-schiera (reticella di stoffa per pro-teggere il bovino dalle mosche, ndr) che avevo fatto io da ragaz-zo è conservata in un museo di Monterey. Un’emozione grandis-sima per uno come me, che preso la licenza elementare in tempo di guerra, quando con una formag-getta si diventava professori”. Eppure, visitando la casa dei co-niugi Lagorio, in cui ogni oggetto è fatto, letteralmente, “con le pro-prie mani” e dove ad ogni angolo viene fuori una storia (gli infi ssi lignei delle fi nestre, recuperate da vecchie doghe). Proprio come la casa di Itaca fu costruita da Odis-seo attorno all’ulivo intagliato per fare il letto, così questa casa di Arezzo è costruita dalle mani di Lagorio. Ma d’altronde tutta Arez-zo Ligure, con la sua area svago attrezzata e la chiesa romita è un paese d’altri tempi: tempi in cui il fi nale era dolce ed autentico come una bella giornata passata in mez-zo alla natura.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it fi lmati e foto su una bellissima giornata trascorsa ad Arezzo Ligure

Viaggio nelle terre selvagge dell’Oltregiogo Viaggio

17l’inchiostro frescoAgosto 2015

I Guardiani del TarinèI Guardiani del TarinèPiampaludo: quando una montagna ti regala una favola

Usciti dal caldo afoso della “bassa” della Valle dell’Or-ba, dopo esserci lasciati alle

spalle Ovada, ci immergiamo nella Valle Stura per poi, a Rossiglione, abbandonarla per arrampicarci verso Tiglieto alla volta di Olba san Pietro (Urbe). La nostra destinazio-ne fi nale è Piampaludo, una frazio-ne di Sassello ma mezza in condo-minio con il comune di Urbe, dove già eravamo andati lo scorso anno quando una frana la isolò dal resto del mondo costringendo i suoi abi-tanti ad un lungo giro per scendere a valle. Lì ci sta aspettando la Po-lisportiva Piampaludo che ha orga-nizzato una marcia sul Tarinè, una delle vette più belle del Parco del Beigua, per richiamare l’attenzione della gente sul pericolo di una mi-niera per l’estrazione del Titanio, un prezioso metallo di cui è ricca questa montagna ma che, estraen-dolo, si libererebbero pericolosis-sime fi bre più micidiali che quelle dell’eternit. A Piampaludo, dopo aver costeggiato l’Orbarina trovia-mo già l’organizzazione nel pieno

del suo ritmo, con la distribuzione delle magliette arancioni “Keep calm and save Tarinè” e le indi-cazioni date al microfono da Sonia Pesce, anima della Polispostriva, mentre il Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci in rigorosissimi calzoncini corti, saluta i convenuti annun-ciando che la Regione Liguria non ha concesso l’autorizzazione alla miniera. Applausi per lo scampato pericolo ma, come ha detto il Pre-sidente del Parco del Beigua, Dino Franchello, “sempre vigili perché non si sa mai”. Più allegri e consa-pevoli, soprattutto per noi che ve-niamo dalla bassa valle dell’Orba le cui fonti alle falde del Faiallo sono alimentate da queste falde acqui-fere, iniziamo la scarpinata lungo sentieri ombrosi dove gli alberi fun-zionano molto meglio che i condi-zionatori, tanto che la fatica non la sentiamo minimamente. Ma men-tre andiamo su per la rupestre via ecco un “oooohhh” generale: alle radici di grande albero vediamo scolpito un folletto e poi più avanti un altro ancora e così via sino ad un

maestoso tiglio segnato come mo-numento nazionale. Sapevamo che qui vicino c’è la Contea dei Varelfi ma non immaginavamo che anche il Tarinè avesse i suoi guardiani!!!! Guardiani ai quali un’artista del posto, Antonella Bruzzone, ha dato forma con un’invidiabile arte da intarsio chiamandoli “I Beig” alle-gri e simpatici abitatori del bosco. Le sorprese però non erano ter-minate perché ai piedi del grande tiglio abbiamo trovato un gruppo di bambini che aspettavano Dario Franchello per ascoltare da lui un racconto preso a prestito da un li-bro di Biancangela Pizzorno, “Le in-cisioni rupestri nell’area del Monte Beigua e nell’Alta Valle dell’Orba” (1990). E poi di nuovo gambe in spalle per arrivare alla vetta, dove ci attendeva un vento che faceva cor-rere le nuvole sulla cordigliera del Faiallo, proprio stampata di fronte a noi che, incantati da quello scena-rio, sentivamo il Tarinè come una montagna incantata.

Gian Battista Cassulo

Moglie e buoi Moglie e buoi dei paesi tuoi dei paesi tuoi

Fraconalto: una fattoria con mucche, vitelli e buoi allo stato brado

semplice – prosegue Giaroli – il cuore batteva a Fraconalto e grazie al suggerimento e al sostegno di mia moglie, ho aperto una piccola azienda agricola”. Cosa producete alla “Soriassa”?: “Principalmente salumi e carne bovina – risponde pronto l’allevatore - Ho imparato l’arte di insaccare da un maestro norcino di Capriata d’Orba, Luigi-no Bergaglio. Prima facevo assag-giare i miei salumi e la carne solo ad amici e conoscenti, poi la cosa si è allargata ed ora abbiamo clien-ti anche da Genova”. Domandiamo ad Andrea Giaroli in che modo ven-dano la carne: “Dopo l’approvazio-ne dell’Asl di Novi Ligure, siamo potuti diventare venditori ambu-lanti su prenotazione – dice il no-stro interlocutore – Ovvero noi pro-duciamo e vendiamo su prenota-zione, portando carne a chilometro zero, carne di pura razza piemon-tese, personalmente selezionata”.

“In realtà io allevo vitelli di pura razza piemontese però in effetti il proverbio è

calzante a pennello. Da bimbo ve-nivo tutte le estati a Fraconalto e stavo sempre in mezzo agli anima-li e alla natura. Qui ho conosciuto mia moglie e qui, prima o poi, sapevo di dovere ritornare. L’aria di casa è sempre la più buona”, con queste parole, cariche di amore per la propria famiglia, la propria terra e la propria professione ci ha accolto Andrea Giaroli “ex” inge-gnere elettronico ed ora allevatore bovino presso la cascina “Soriassa” di Fraconalto. Una storia iniziata da lontano se è vero che, il giorno prima della maturità, Giaroli l’aveva passato in una cascina in mezzo al fi eno e subito dopo il conseguimen-to della laurea aveva preso il treno per tornare nella “sua” Fraconalto: “Io qui ci sto bene, mi sento a mio agio – spiega il nostro interlocutore – Quando nel 2011 la mia azien-da, nell’ottica di una ristruttura-zione societaria, aveva trasferito la produzione da Genova a Brin-disi sono stato messo di fronte ad una scelta: o partire per la Puglia con una lauta gratifi cazione sia di posizione sia di stipendio, op-pure reinventarsi da qualche altra parte. La scelta, per me, è stata

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Ampio servizio video fotografi co sul nostro sito www.inchiostrofresco.it

Dopo aver partecipato a numerose fi ere, tra cui la prestigiosa “Fiera di Cuneo”, l’obbiettivo è quello di con-solidarsi sempre più: “Certo anche se di sicuro il momento non è dei più facili – afferma Giaroli – però il lavoro dell’allevatore, anche se durissimo, per me è il più bello del mondo. Ci si sveglia quando sorge il sole, anzi prima, e si vive a stret-to contatto con i propri animali. Qualche notte fa una vacca ha par-torito purtroppo un vitellino già morto – dice in conclusione l’inter-vistato – ho sofferto per giorni, un vero lutto. Ma ogni volta che nasce un nuovo vitellino, il miracolo tor-na a compiersi. Senza un contatto intimo e genuino con la natura e con la mia famiglia io non saprei vivere”.

AI LETTORI

Abbiamo dedicato le pagi-ne centrali del numero

di luglio ad una carrellata di articoli che rappresentano un ventaglio di tutto l’Oltregiogo dalla Val Vobbia in provincia di Genova sino ad Urbe e Sas-sello in provincia di Savona passando per Fraconalto in provincia di Alessandria. Buon viaggio!!!

La storia di Andrea Giaroli: da ingegnere elettronico a allevatore di mucche assieme alla moglie biologa. Un modo per reinventarsi la vita.

Viaggio nelle terre selvagge dell’Oltregiogo o nelle terre selvagge dell’Oltregiogo

18 l’inchiostro frescoAgosto 2015

La Val Noci, il rubinetto di GenovaLa Val Noci, il rubinetto di GenovaLa storia del più antico bacino artifi ciale della regione Liguria

Situato in un’incantevole loca-lità del comune di Montoggio, il Lago di Val Noci è un invaso

idrico artifi ciale di grosse dimen-sioni (circa 7,5 km complessivi per una portata massima di 3,3 mc di acqua), nato alla fi ne del primo confl itto mondiale per risolvere gli annosi problemi di approvvigiona-mento idrico della città di Geno-va. Il capoluogo regionale, infatti, come ben noto, ha al suo interno diversi corsi d’acqua, i più impor-tanti come è noto sono il Bisagno ed il Polcevera, che però durante i mesi estivi, essendo torrenti a corso irregolare, vanno irrimedia-bilmente in secca. Questo, unito ad una piovosità media annua non elevata (circa 500-600 mm, più con-centrata in autunno e primavera) dovuta al fatto che le precipitazioni si concentrano nelle aree montane esaurendosi una volta arrivate ver-so il mare, ha comportato per seco-li un cronico problema di mancan-za di acqua potabile. Tra il 1919 ed il 1924, con l’impulso dovuto alla ricostruzione post-bellica, venne deciso, anche in virtù di una sta-gione autunnale eccezionalmente piovosa, di interrompere il corso naturale del Rio Noci, nel comu-ne di Montoggio costruendo una diga di dimensioni imponenti. La

diga, completata nel 1924, ha uno sbarramento alto ben 56 metri, a gravità massiccia in calcestruz-zo di cemento, dotata di opere di scarico di superfi ce, di fondo e di mezzo fondo. La diga, la cui costru-zione è stata completata nel 1923, è la terza più alta della Liguria. La Valle del Rio Noci, osservabile dal-le località di Sanguineto Superiore e di Caiasca, è stretta tra i monti Bano (1035 mt), Alpesisa (984 mt) e Candelozzo (1036 mt), con i loro ripidi fi anchi boscosi che donano a questa zona un microclima estre-mamente temperato. La vegetazio-ne di questi monti è molto ricca, vi

sono infatti boschi di castani, onta-ni, carpini, maggiociondoli, ciliegi selvatici e frassini e, sulle cime, ogni primavera fi oriscono i narcisi. Le acque del lago, vengano convo-gliate più a valle, in località Acqua-fredda Superiore, dove si trova un impianto di depurazione, visibile anche dalla Strada Provinciale che collega il quartiere genovese di Struppa con Montoggio (strada di Aggio). Queste acque sono quindi utilizzate per scopi idrici, alimen-tando la città di Genova e i comu-ni circostanti con un impianto di interconnessione assieme al Lago del Brugneto, al vecchio acquedot-

to civico genovese ed altri invasi, quali la Busalletta, il Gorzente, il Faiallo, ecc… Grazie a questi si-stemi di interconnessione l’annoso problema della mancanza di acqua sulla costa ligure è stato da tempo risolto, al punto che l’ultimo caso di razionamento idrico fu nella caldis-sima estate del 2003, e fu limitato ad alcune zone circoscritte e a certi orari del giorno. Oltre che per scopi idrici, il lago è da tempo anche una meta ambita per i pescatori, grazie all’abbondanza, nelle sue acque di carpe, tinche, lucci e salmerini.

Fabio Mazzari

Un’opera fonda-mentale per chi

vuole conoscere ed esplorare il territo-rio montano che si estende tra il torren-te Scrivia ed il fi ume Trebbia, nel territo-rio chiamato delle Quattro Province (Genova, Alessan-dria, Piacenza e Pavia), con ben centotredici escursioni diverse adatte a qualunque tipo di turista: dagli scalatori fi no alle famiglie con bambini. Questo è “La Cate-na dell’Antola”, il libro scritto da Andrea Parodi e Alessio Schiavi edito da Parodi Editore, che ri-prende, aggiornando e amplian-do in modo consistente, la guida “Appennino Ligure” pubblicata nell’ormai lontano 1974 da Euro Montagna e Attilio Sabatini. Il li-bro è un’ampia raccolta di luoghi, itinerari, testimonianze, che fan-no scoprire l’enorme biodiversità di queste vallate, la bellezza dei paesaggi naturali, le grandi ric-chezze storico-artistiche, la rete museale e le tipicità eno-gastro-nomiche. Ampio spazio viene dato, ovviamente, al territorio

compreso all’inter-no del Parco Re-gionale dell’Antola, ma non solo. Nelle pagine del libro possiamo scoprire pittoreschi borghi, quasi isolati dal re-sto del mondo, che sembrano usciti da un libro di fi abe

come Pentema, Senarega, Croso, luoghi abbandonati da decenni come Reneusi, vallate suggestive come i Campassi e la Val Curone, ma anche monumenti storici, come i numerosi castelli che si trovano lungo queste vallate che, dall’Epoca Napoleonica fi no alla Seconda Guerra Mondiale sono stati teatri di avvenimenti im-portanti, fi no alla scienza e alla tecnologia con l’Osservatorio astronomico, che permette di osservare, in una zona completa-mente vergine dall’inquinamento luminoso, i cieli fi no a tutta l’Ita-lia Centrale. Molto ricca e di alta qualità, infi ne, la parte fotografi -ca, frutto di numerose collabo-razioni.

Fabio Mazzari

A spasso per le A spasso per le Quattro ProvinceQuattro Province

Viaggio nelle terre selvagge dell’Oltregiogo Viaggio nelle terre selvagge dell’Oltregiogo

Sabato 12 e domenica 13 settem-bre presso il Centro Fieristico

Dolci Terre a Novi Ligure ritorna, per il secondo anno consecutivo, “CartooNovi”, la manifestazione dedicata al mondo dei fumetti e dei cartoni animati. Dopo il suc-cesso dello scorso anno, l’evento di quest’anno si ripropone ancora “in più grande stile”, con un mag-gior numero di spazi espositivi che ospiteranno numerosi espo-sitori ed esperti del mondo dei fumetti. L’offerta è davvero tutti i gusti: si spazia dal fumetto clas-sico fi no al manga giapponese, senza naturalmente dimenticarsi dai gadgets (alcuni dei quali dav-vero molto rari), le cards, i giochi di ruoli, i modellini di robot prove-nienti direttamente dal Giappone e molto altro. “Ciliegina sulla torta” sarà il raduno, previsto per domenica 13 settembre, di co-splayers (appassionati di fumetti che si travestono, in maniera bi-sogna dirlo molto fedele, come i loro eroi dei fumetti) che sicura-mente sapranno dare un tocco di colore e di magia ad una grande manifestazione. In più, rispetto alla precedente edizione, sarà ampliato lo spazio giochi, dove ci si potrà cimentare in epiche sfi de nei più importanti e celebri giochi di ruolo. Da non dimenticare che quest’anno vi sarà uno spazio de-dicato a workshop ed incontri con autori. Un importante evento che renderà Novi Ligure, almeno per due giorni, al pari di Gotham City o di Metropolis!

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Stragulp!Stragulp!

Invece dei boschi, cave di pietra?Invece dei boschi, cave di pietra?Rainero Cantagalli, storico membro del Comitato No Tav “risponde” al sindaco di Fraconalto

Nella prima pagina del nu-mero di luglio de “l’in-chiostro fresco” è apparsa

l’intervista con il Sindaco di Fraco-nalto, Francesco Di Vanni. Nell’ar-ticolo il Primo Cittadino si è detto “favorevole al Terzo Valico, viste le dirette e importanti ricadute sull’economia del territorio”. A questo proposito Rainero Canta-galli, uno degli storici membri del Comitato “No Tav - No Terzo Va-lico” di Novi Ligure, ha voluto far sentire la sua opinione in merito. “Il Sindaco derubrica il rapporto affaristico tra l’ex Ministro alle Infrastrutture e ai Lavori Pub-blici, Maurizio Lupi e il pleni-potenziario Ettore Incalza, come note vicende: lo trovo riduttivo – dice Cantagalli - Si tratta invece, stante le intercettazioni, di una preoccupatissima esternazione dei due sul pericolo che le risor-se stanziate per il Terzo Valico venissero dirottate per far fronte alle disastrose emergenze alluvio-nali dello scorso anno”. Doman-diamo all’esponente del Comitato No-Tav se sia stato accolto positi-vamente il documento fi rmato da tutti i Sindaci in cui si chiedevano maggiori garanzie, fi nanco a mi-nacciare una serrata dei cantieri: “Trovo paradossale questo docu-mento – ci risponde prontamente Cantagalli – Per anni e anni gli stessi Sindaci ci hanno propina-to la solita solfa per quale i lavori non si potevano fermare perché la Legge Obiettivo lo proibiva e per-ché ce lo chiedeva l’Europa. Quin-di se ora i Sindaci fi rmano un documento fi nalizzato a bloccare i lavori, quanto sostenevano pri-ma non era vero – prosegue il suo discorso - ma era semplicemente una presa per i fondelli nei nostri confronti!!!”. Al di là di ciò, non trova che siano positive le riper-cussioni economiche sul territorio di Fraconalto citate dal Sindaco?: “Certo non discuto le temporanee ripercussioni positive – afferma Rainero Cantagalli - ma io mi chiedo: a che prezzo, se si consi-deri che l’opera costa 117 milioni di euro a chilometro! Queste sono risorse pubbliche, quindi che pro-vengono dalle tasche dei cittadi-ni!”. Lei quindi vuol dire che è solo una questione di presunti pubblici costi eccessivi?: “Non solo, forse questo è il minimo - dice con fer-mezza l’attivista No-Tav – Si pensi invece il consumo del territorio. Per fare un esempio a Novi Ligu-re, nel basso Pieve, l’ultimo pol-

mone verde della città, è attivo un cantiere operativo di poco meno di sette ettari, un campo base di oltre quattro ettari e un sito di rimodellamento morfologico di oltre 530.000 metri quadri – pro-segue il nostro intervistato – Que-sto sito non è altro che un luogo dove riversare lo smarino prove-niente dalla galleria di servizio della Castagnola che, neanche a farlo apposta, ricade nel Comu-ne di Fraconalto. Solo a Novi il consumo del territorio è pari a 31 ettari, 60 campi da calcio, a cui vanno aggiunti oltre dieci chilo-metri di linea ferroviaria divisi in due rami, per una superfi cie consumata di binari maggiore di quella dei cantieri”. Facciamo presente a Cantagalli come il Sin-daco si sia detto molto vicino e at-tento alla tematica ambientale: “Io questo non lo metto in discussio-ne - spiega il nostro interlocutore – Però se io leggo che Fraconalto è famoso per la ricchezza boschiva domando al Sindaco: cosa farebbe se vedesse in quelle zone l’abbatti-mento di tutti gli alberi e al loro posto un riempimento con pietre e pietrame di dubbia provenien-za? I benefi ci temporanei di oggi sono veramente un inezia rispet-to ai danni irreparabili che sta causando e causerà quest’opera e potrebbero essere una condanna sottoscritta per il futuro”.

Foto cult della manifestazione del 20 aprile 2013 a Novi LigureMATTIA NESTO @Mattia Nesto

Avviso ai lettori

La sede NO TAV di via Pa-olo Giacometti, 21 è aperta tutti i martedì dalle ore 21 per discutere e incontrare i cittadini.

La UE non fi nanziaLa UE non fi nanziaIl Terzo Valico escluso dal piano Junker

Il Terzo Valico è stato escluso dai progetti fi nanziati dall’U-nione europea nell’ambito

del piano Junker. Respinta la richiesta di 160 milioni di euro fatta del governo italiano. Finan-ziate invece la Torino-Lione e il valico del Brennero. Le ragioni del rifi uto? L’opera non avrebbe le caratteristiche di “transna-zionalità” richieste dalla Com-missione europea, ma è ipotiz-zabile che anche l’assenza di una seria e attenta analisi costi-benefi ci abbia infl uito sul blocco dei fi nanziamenti. Olivier Onidi, responsabile delle reti Ten-T della direzione Mobilità della Commissione europea, ha spie-gato che il Terzo Valico potrebbe essere fi nanziato in futuro solo se l’Italia riuscirà a dimostrarne l’utilità in rapporto a un adegua-to volume di traffi ci in entrata e in uscita dal porto di Genova, ad oggi assai contenuto. Ma questo non basta. Sono necessari degli accordi tra gli enti interessati alla costruzione e i gli enti territoriali degli altri paesi europei che do-vrebbero benefi ciare della nuo-ve linea ferroviaria (Svizzera e Baviera). Inoltre, ribadisce Oni-di, è necessario che il governo italiano investa nel rilancio del porto di Genova, senza il quale l’opera non trova ragion d’esse-re. In proposito se è espresso in questi giorni Fabrizio Palenzona, dirigente d’azienda, banchiere e persona molto potente nel set-tore dei trasporti: “Se non si decide che il porto di Genova deve competere con quello di Rotterdam il Terzo Valico fer-roviario non serve a niente”; e in questo senso ad oggi non si è ancora né fatto né deciso nulla.

Non è detta però l’ultima parola. L’eurodeputato ligure Brando Benifei ha infatti annunciato che ci sono 200 milioni di euro, non compresi nel piano Junker, e parte di un fondo europeo per la mobilità, che potrebbero esse-re assegnati al Terzo Valico. Ma i tempi sono stretti. La regione Liguria e il governo avranno tempo fi no al prossimo autunno per convincere l’Europa dell’uti-lità della nuova linea ferroviaria, altrimenti, dice Benifei, “non ci verrà dato neppure un euro”. L’attuale stato delle infrastrut-ture portuali di Genova non fa certo ben sperare e, in ogni caso, per adesso gli unici a pagare sa-ranno solo i contribuenti italiani. Come sempre.

Arnaldo Liguori

20 l’inchiostro frescoAgosto 2015 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Se siete nati o avete abitato a Serravalle Scrivia nel secondo dopoguerra quasi certamente

il nome dell’avvocato Roberto Alle-gri vi suonerà famigliare. Forse l’a-vete conosciuto di persona o forse ne avete soltanto sentito parlare, ma è pressoché impossibile che questo grande protagonista della vita cul-turale del paese vi giunga del tutto nuovo. Per la verità, la vastità della sua cultura e il suo spessore umano lo hanno reso un punto di riferimen-to non soltanto per il suo paese nata-le ma per tutto il novese, dove le sue opere sono tuttora lette e apprezza-te. Nato a Serravalle Scrivia il 4 ago-sto 1931, compì gli studi superiori a Genova, dove conseguì il diploma di maturità classica presso il liceo Andrea D’Oria. Sempre nel capoluo-go ligure frequentò l’università e si laureò in giurisprudenza il 15 luglio 1957. Nonostante avesse cominciato il praticantato presso un prestigioso studio legale della città, essendo il richiamo delle origini molto forte, decise di ritornare a Serravalle e av-viare uno studio proprio. Proprio il legame con la città natale lo spinse a inserirsi appieno nella vita culturale locale. Intrattenne numerose colla-borazioni con le associazioni del ter-ritorio, tra cui la Banda “Pippo Ba-gnasco” e la Polifonica Serravallese, che godettero perciò della sua eclet-tica preparazione e dei suoi preziosi consigli. Fu però l’attività di storico quella che, forse, gli regalò le miglio-ri soddisfazioni. Grazie alla sua cul-tura giuridica, con l’aiuto della quale poteva cogliere le più sottili sfuma-ture politiche nascoste nelle pieghe degli eventi, fu il primo a comporre una organica storia di Serravalle. Carducci sosteneva che non potesse esistere una storia d’Italia davvero completa fi nché non fosse stata composta la storia dei singoli Comu-ni, protagonisti attivi del panorama politico italico per secoli. Fedele al dettame carducciano e spinto dall’a-more per la propria terra, l’avvocato Allegri compose la sua storia in due parti: “Serravalle nella storia”, la prima, comincia dalle origini, con particolare riguardo all’ importante centro romano di Libarna e giunge al 1815. Nel corso dell’800 i Comu-ni perderanno progressivamente la qualifi ca di soggetti politici autono-mi e la loro storia sarà progressiva-mente inquadrata nelle vicende ita-liane: nella seconda parte, dal titolo “Serravalle: due secoli di storia”, si ripercorre questo processo fi no ad arrivare quasi ai giorni nostri. L’ope-ra storica di Roberto Allegri non si limita comunque a queste monogra-fi e e non si concentra solo sul paese natale. Tra i lavori presenti nella sua sterminata bibliografi a ricordiamo almeno “Gli statuti di Serraval-le dal ‘300”, “Novi Ligure e la sua storia”, “I Rati Opizzoni e la feuda-lità tortonese”. I suoi libri di storia si caratterizzano per una narrazione fl uida e scorrevole che, pur mante-

nendo l’attenzione alla fonti, riesce a catturare il lettore quasi si trattasse di un’opera di narrativa. Poliglotta e cultore delle lingue straniere, non perdeva occasione per approfondire questo interesse. La fi glia Valentina mi ha raccontato durante una piace-vole conversazione come il padre, ancora molto giovane, cercasse di apprendere il tedesco conversando con i soldati tedeschi che presidia-vano il ponte sullo Scrivia a Serra-valle, durante la II guerra mondiale. Quell’idioma rimarrà poi il suo pre-ferito. Conosceva molto bene anche l’inglese e durante le sue vacanze cercava spesso il dialogo con i turi-sti stranieri che incontrava, nell’in-tento di rinfrescare la sua parlata. Aveva persino sviluppato interesse per le lingue orientali e comincia-

to lo studio del giapponese, ma fu costretto a interromperli a causa dei primi segni della malattia che purtroppo lo limitò enormemente negli ultimi anni. Sempre nel ricordo della fi glia, emerge la grande capaci-tà dell’avvocato di unire, nella vita quotidiana, serietà nel lavoro e co-stante attenzione per il mondo della cultura ma anche grande umorismo e grande ironia, caratteristiche che hanno reso “Nene”, questo il sopran-nome con cui era conosciuto in pae-se, tanto amato a Serravalle. L’avvo-cato spirò l’11 novembre 2004, ma la morte non impedì la pubblicazione dell’opera cui probabilmente Alle-gri era più legato, il “Vocabolario e grammatica della lingua serra-vallese”. Il lavoro di una vita, che l’avvocato Allegri ha aggiornato co-

stantemente fi no all’ultimo, grazie alle conversazioni che intratteneva quotidianamente con i suoi concit-tadini. Un atto d’amore a una lingua che va scomparendo, pubblicato nel 2007, postumo e probabilmente incompleto, almeno nelle intenzioni dell’autore. In concomitanza con la pubblicazione del Vocabola-rio, l’amministrazione comu-nale ha deciso di intitolargli la nuova biblioteca, nella rin-novata Villa Caffarena. Forse non è un caso che essa vanti una notevole sezione locale, che raccoglie le opere dell’av-vocato, insieme a quelle di coloro che, come lui, si sono voluti occupare del nostro territorio.

Mattia Carrea

Personaggi del tempo che fu: uno studioso e Consigliere comunale di grande prestigio

Il ricordo che ho di Roberto Al-legri è quello di un uomo tutto

d’un pezzo, fedele al suo pensie-ro di liberale sempre pronto a tendere la mano al prossimo e at-tento alle questioni sociali. Sono stato con lui seduto per molti anni (‘80-’90) sugli stessi banchi del consiglio comunale di Novi Ligure ed eravamo vicini di seg-gio perché a quei tempi militavo nel PRI. Sedevo di fi anco anche al geom. Domenico Cattaneo del PSD. Due galantuomini che ricorderò sempre e che tentava-no invano di tenermi a freno du-rante le battaglie consiliari. Anzi quando, nel 1993, dopo la presen-tazione di una mia mozione sull’i-potetica esistenza di un monopo-lio sulle aree edifi cabili, mi bec-cai una denuncia, Allegri, senza pretendere alcun compenso, mi difese con successo facendomi uscire a testa alta dal tribunale e di questo gli sarò sempre grato.

Gian Battista Cassulo

Un ricordoUn ricordo

Fiorella di NoviFiorella di NoviUn esempio di cittadinanza attiva

Fiorella è “l’anima pulita” di Novi Ligure. Con la sua bici, i suoi prodotti per pu-

lire e la sua ramazza gira in lungo e in largo i viali della città per pu-lirli e rendere Novi “più a misu-ra di cittadino”. Il suo esempio, scaturito dal più genuino senso di volontariato, è un esempio per tutti. Assieme a “l’inchiostro fresco” ed a partire dallo scorso mese di luglio, Fiorella, una volta ogni 30 giorni, si prenderà cura della pulizia del “Monumento alla Costituzione” sito in Piazza Falcone e Borsellino (ex Piazza della Stazione). Anche pulire una panchina o liberare un tombino dalle erbacce è un grande gesto civico.

Mattia Nesto

Piemonte-RussiaPiemonte-RussiaChiara Tonelli presenta una nuova realtà

Abbiamo intervistato Chiara Tonelli, giovane imprendi-trice di Novi Ligure, a pro-

posito di una nuova associazione che nasce per risaldare i rapporti tra la Regione Piemonte e la Rus-sia: “Piemonte Russia nasce nel solco di Lombardia Russia e Li-guria Russia. La motivazione principale è quello di riavvici-nare terre che storicamente sono state da sempre interessate da intensi scambi. Scambi che ahi-mé – precisa Tonelli – a seguito delle sanzioni si sono drastica-mente ridimensionati”. Doman-diamo alla giovane imprenditrice in che misura, per quanto concer-ne il Piemonte, gli scambi siano diminuiti: “Il Piemonte, come ha ricordato il nostro Presidente Matteo Beccuti nella conferenza di presentazione dello scorso 25 giugno – afferma la nostra interlo-cutrice – ha ridotto il suo export di oltre il 20%, quasi il doppio ri-spetto alle altre Regioni, a causa

delle sanzioni. Urge quindi un rapido riavvicinamento”. Quali sono i membri dell’Associazione?: “Come per le esperienze lombar-di e liguri, i cui Presidenti, ri-spettivamente Gianluca Savoini e Ubaldo Santi ringrazio per la collaborazione, anche Piemonte Russia è formata da giovani – ci dice Chiara Tonelli – giovani che lavorano principalmente nel mondo dell’imprenditoria, anche se tra i sostenitori dell’associa-zione si possono trovare persone rappresentative di tutti i settori della società. Siamo un gruppo variegato e determinato”. Chie-diamo a Tonelli se l’associazione possa essere ricondotta a qualche “sigla politica”: “Sgombriamo i dubbi: non siamo emanazione di alcun partito – risponde pron-tamente l’imprenditrice – anche se i pilastri di Sovranità e Iden-tità a cui l’associazione si ispira fanno sì che ci siano più affi nità con l’area del centrodestra. An-che se debbo dire che – prosegue Chiara Tonelli – anche numerosi imprenditori iscritti in partiti del centrosinistra hanno rispo-sto presente”. Come mai i russi amano tanto il nostro territorio?: “Innanzi tutto apprezzano molto la nostra cultura, architettura e i nostri vini – dice la nostra inter-vistata – ma soprattutto, a sottin-tendere tutto, vi è una lunga tra-dizione di rapporti culturali e di amicizia tra le nostre due nazio-ni. Per questo dobbiamo riallac-ciare i rapporti!”. In conclusione Tonelli ha ricordato: “L’Associa-zione ha un sito internet www.piemonterussia.org e una pagina Facebook” Piemonte Russia. Lì si possono trovare tutte le nostre iniziative che già quest’autunno coinvolgeranno anche il nostro Oltregiogo”. (m.n.)

f g

Roberto Allegri: l’uomo e la StoriaRoberto Allegri: l’uomo e la Storia

L’avv. Roberto Allegri e alle sue spalle la Civica Biblioteca di Serravalle Scrivia, luogo di studio e di cultura che i suoi con-cittadini gli hanno meri-tatamentre dedicato

21l’inchiostro frescoAgosto 2015POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Agosto: Tassarolo…In Festa!Agosto: Tassarolo…In Festa!Tra cibo della tradizione e musica

D’estate una festa tira l’al-tra, come le ciliegie. E come le ciliegie, i paesi

dell’Oltregiogo sono piccoli, colo-rati, belli e pieni di gusto e qualità. Uno di questi è Tassarolo (AL), borgo immerso nel verde sulle col-line del buon vino tra Novi Ligure e Gavi. Meta di villeggiatura so-prattutto per i liguri, nel weekend dal 10 al 12 luglio è stata animata da “Tassarolo…In Festa!”. La manifestazione, organizzata per la prima volta dall’Associazione Asilo Infantile Spinola, ha visto molti giovani del paese, tra cui i giocatori della squadra di calcio locale, impegnati a servire le pre-libatezze del territorio: agnolotti piemontesi, salamelle, arrosti,

tagliatelle, dolci, vini (soprattutto il Gavi bianco). Non si è fatta at-tendere la risposta del pubblico: picco per la serata di sabato 11 con 1300 coperti. Ma le serate non sono terminate con le gambe sotto al tavolo: fi nita la cena, la festa ha proseguito con il “bar mobile” che ha servito birra e cocktail, biscotti e pasticceria secca nel vicino cam-

po sportivo polifunzionale che per l’occasione si è trasformato in una grande pista da ballo con musica dal vivo, tavolini, gonfi abili per bambini. I più piccoli (e non solo) si sono divertiti anche a vincere peluche e giocattoli allo “spara-tutto” e a convincere genitori e nonni ad acquistare caramelle e dolciumi dalle bancarelle presen-ti. Un weekend all’insegna del di-vertimento e della spensieratezza. Ma l’estate a Tassarolo non fi nisce qui: in occasione della festività di San Rocco il 15 e 16 agosto torna la celeberrima Sagra del Supera-gnolotto, il fi ore all’occhiello del paese, ormai una leggenda per buongustai e non solo. Non ci re-sta che augurarvi buon appetito tra i boschi e le vigne delle colline gaviesi.

A Pej abita la solidarietàA Pej abita la solidarietàL’associazione Agape è impegnata nell’aiutare i bambini brasiliani

L’Associazione di volontariato “AGAPE” svolge il suo generoso operato presso

la parrocchia di Pej di Zerba, un borgo di frontiera tra le province di Piacenza, Pavia, Alessandria e Genova. Solidarietà e amore sono le parole d’ordine di questo gruppo di volontari impegnati ad aiutare in maniera reale i bambini del quartiere più povero di Buerarema, cittadina dello stato di Bahia, in Brasile. I volontari sono coinvolti da qualche anno nella costruzione di una grande casa accoglienza, chiamata “Padre José Carlos”, che offre vari servizi come quello del doposcuola, delle attività ricreative, del sostegno psicologico o del reparto di fi sioterapia. Ma non basta! Infatti ci si impegna nella sfera delle adozioni a distanza, che consentono di dare un forte sostegno ai bambini in gravi diffi coltà, senza per questo allontanarli dalla loro terra. Lucia Marcheselli, Presidente del gruppo, ci ha consentito di scoprire più a fondo l’amorevole attività dell’Associazione; con lei da ricordae l’apporto di Don Enzo Manici, parroco di Pej, vicepresidente, il Dott.

Serata ArquattivaSerata ArquattivaIncontro imperdibile con gli artisti di strada per le vie cittadine

Sabato 18 luglio un’altra sera-ta ricca di eventi si è svolta ad Arquata Scrivia, ancora

memore del grande successo della Festa delle Candele. “Arquattiva” ha animato il borgo piemontese con incontri che hanno coinvolto un grande pubblico. Fortemente voluta dall’Assessore Cucinella che ha voluto impreziosire il no-stro territorio attraverso l’arte

antica degli artisti di strada, si consolida come evento imperdibi-le della stagione estiva arquatese. Giocolieri, trampolieri, saltimban-chi, equilibristi facenti parte del gruppo “Ars Alkemie” si sono esi-biti per le vie cittadine. Dalle ore 21 alle ore 22 uno show di bolle di sapone si è svolto in Piazza della Libertà a cura de “I Giullari del 2000”. Come sempre, i negozi e i locali di Arquata hanno dato la loro partecipazione rimanendo

aperti con vetrine a tema e of-frendo degustazioni, street food e altre sfi zioserie per i passanti. Un mercatino di bancarelle tipiche ri-empiva le vie centrali. Dalle ore 21 la Biblioteca si è spostata in piazza per offrire al pubblico dei più pic-coli un laboratorio di lettura all’a-perto. Anche durante Arquattiva è stato possibile visitare la Mostra Permanente di Presepi dell’Asso-ciazione Arqua.Tor. Presepi presso la Casa Gotica di Via Interiore.

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191 Christos Chlapanidos segretario, l’Ing. Fabio Tagliani amministratore. Ma il loro sostegno non è solo a distanza, dato che ogni anno il gruppo si reca con alcuni padrini e madrine dei bambini adottati proprio nella terra in questione, dimostrando personalmente alla gente del posto quanto siano vicini a loro e impegnati nell’aiutarli. L’Associazione propone ogni anno diverse iniziative, come la cena di solidarietà al Ristorante Capanne di Cosola. I volti dei bambini attraverso le fotografi e invitano i partecipanti a rifl ettere sulle loro condizioni di vita. Quest’anno la cena si è svolta il giorno 6 giugno con la presenza del vescovo di Piacenza-Bobbio Mons. Gianni Ambrosio. Ad agosto invece, la compagnia fi lodrammatica “I Gobbi” di Arquata Scrivia si esibirà con uno spettacolo teatrale nel centro polivalente di Pej. Il progetto risulta notevole in quanto coinvolge tutto il paese e sono molte le persone che offrono un aiuto concreto all’Associazione e di conseguenza ai bambini bisognosi. Uno squarcio di umanità e cristianità in questo piccolo paese di frontiera ma dal cuore grande quanto una metropoli del Brasile.

BENEDETTA ACRI @FernGully89

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191

La scom-a scom-parsa di parsa di

Pietrino per Pietrino per tutti i poz-tutti i poz-zolesi che zolesi che lo conosce-lo conosce-vano è una vano è una perdita ine-perdita ine-stimabile. Con la sua innata “stimabile. Con la sua innata “ver-ver-veve”, il suo humor profondamente ”, il suo humor profondamente pozzolese, la sua maschera da pozzolese, la sua maschera da commedia dell’arte, l’intercalare commedia dell’arte, l’intercalare dialettale e la fi sicità ne facevano dialettale e la fi sicità ne facevano un personaggio inimitabile. Indi-un personaggio inimitabile. Indi-menticabili le sue innumerevoli menticabili le sue innumerevoli partecipazioni a spettacoli musi-partecipazioni a spettacoli musi-cali, teatrali, varietà, commedie, cali, teatrali, varietà, commedie, dove esprimeva un talento natu-dove esprimeva un talento natu-rale incontenibile. Le serate al rale incontenibile. Le serate al “Bar CentraleBar Centrale” si trasformavano ” si trasformavano in autentici spettacoli di “in autentici spettacoli di “caba-caba-retret” improvvisato dove si sca-” improvvisato dove si sca-tenava un’irrefrenabile allegria. tenava un’irrefrenabile allegria. Inoltrre le disfi de a boccette, la Inoltrre le disfi de a boccette, la sua amata Ferrari di cui seguiva sua amata Ferrari di cui seguiva da sempre le gesta.........grazie da sempre le gesta.........grazie Pietrino!Pietrino!

Gianni NestoGianni Nesto

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22 l’inchiostro frescoAgosto 2015 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Appuntamento aAppuntamento a Sottovalle Sottovalle

Ogni scusa è buona per visitare questa località

In questo caldo e afoso agosto vi consiglio di fare una gita a Sot-tovalle, bellissima frazione di

Arquata Scrivia. Ogni giorno è consi-gliato, il paesaggio è magnifi co e un po’ di fresco è assicurato, ma se vi servono scuse, ce ne sono in abbon-danza. Il 7, 8 e 9 agosto si organizza la proverbiale Sagra delle Frittelle, dolci e salate, dove potrete gustare il sapore di una tradizione vecchia di decenni e insieme ad essa vini e piat-ti tipici, il tutto accompagnato ogni sera da musica e spettacolo. Alle 19:30 inizia la serata gastronomica e dalle 21:00 la serata danzante, suone-ranno nei tre giorni, rispettivamente, Mastromarino Live Music, l’Orche-stra 3° Desy Luna e la Grazziella Group Live Band. Il 22 agosto, una corsa podistica ripercorre suggesti-vi sentieri boschivi fi no alla vecchia cappelletta del paese e ritorno, con tanto di rinfresco fi nale alla “Barac-ca”. Il 26 agosto invece, per gli aman-ti della natura, ci sarà, sempre alla “Baracca”, una serata sui fi ori di Sot-tovalle con una proiezione a cura di un botanico, che parlerà delle bellez-ze fl oreali locali. Un grazie va come sempre ai volontari della Pro Loco e

Sabato 11 luglio ad Arquata Scrivia presso la Sala Poli-funzionale Juta si è svolto un

convegno intitolato “Mediterraneo comunità di saperi”, dove le Con-fraternite dell’Oltregiogo hanno incontrato quelle Corse. Il progetto “Tracce Liguri nell’Oltregiogo” è giunto al suo terzo anno di attività ed è promosso dall’Associazione Oltregiogo e fi nanziato dalla Com-pagnia di San Paolo. L’obiettivo è quello di ridare un’identità attuale alle confraternite grazie alla col-laborazione e l’unione fra queste ultime e di conseguenza valoriz-zare l’Arte Sacra attraverso nuove

iniziative come l’apertura degli Oratori, la calendarizzazione delle processioni e gli incontri confra-ternali. All’incontro sono interve-nuti anche i rappresentanti del Gal della Corsica, che insieme alla con-fraternita progettano di rilanciare il loro territorio, puntando sui gio-vani. Un modello che può essere interessante anche per il nostro Oltregiogo, pertanto si è cercato di

realizzare una sinergia tra le con-fraternite nostrane e quella corsa. Il legame si fonda senza dubbio su un principio religioso, ma si cerca di impegnarsi per la valorizzazione del territorio e delle proprie genti. Il loro lavoro non passa inosser-vato tanto che nella città di Bastia sono riusciti a riservarsi un luogo adattato per ospitare i malati bi-sognosi di cure in ospedale, così

come un ristorante sociale. Nella serata di sabato alla Chiesa di San Giacomo Apostolo il Gal Centru di Corsica e la Cunfraternita corsa di a Pieve di a Serra si sono gemella-te con l’Associazione Oltregiogo; inoltre sono stati eseguiti dai con-fratelli Canti Sacri.

Mentre andiamo in stampa ci giunge la triste notizia della

scomparsa di Mario Angeli, Sindaco di Novi Ligure dal 2 luglio 1985 al 23 aprile 1995, periodo cruciale sia per la storia del nostro Paese sia per la città che proprio in quegli anni si appresta-va a profonde modifi cazioni. Quinto Primo Cittadino dal Dopoguerra, Angeli prese il testimone da un altro Sinda-co storico, Armando Pagella, e si ritrovò alla guida di una civica Amministrazione che per la prima volta vedeva il PCI all’opposizione. La redazione de “l’inchiostro fresco” si unisce al cordoglio della famiglia e della cittadinanza.

La Redazione

Mario AngeliMario Angeli

A.R.C.I. del paese, che tutti gli anni, malgrado la crisi e le diffi coltà con cui tutti dobbiamo quotidianamente confrontarci, trovano comunque il tempo e le risorse per portare avan-ti questi eventi. Ed è proprio questo associazionismo – che non si trova certo solo a Sottovalle – la linfa vita-le che rende i nostri piccoli e grandi paesi ben più ricchi di quanto a volte possano sembrare. (a.l.)

Arte sacra Arte sacra ad Arquata Scriviaad Arquata Scrivia

L’inchiostro fresco alla scoperta del mondo delle confraternite

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191

Un cenno storicoSiamo nel 1435, in epoca medievale ed è in questo periodo storico che le confraternite si istituzionalizzano: vengono chiamate confraternite dei disciplinanti, ovvero coloro che si fl a-gellano. La pratica viene eseguita dai confratelli dopo la messa in un luogo appartato, proibito al pubblico. Que-sta prassi viene svolta fi no agli anni ‘50, successivamente i confratelli si sono limitati a cantare le lodi sacre a messa e in occasione delle feste. In pochi sanno per esempio che le con-fraternite hanno una vasta tradizione di canti sacri popolari e di ricette tipi-che dei confratelli, come per esempio quella del pane.

Confraternite ad Arquata L’unica realtà ad Arquata Scrivia è rappresentata dalla Confraternita di San Carlo Borromeo che ha sede in Via Interiore all’oratorio dell’As-sunta; gli iscritti sono 180 ma solitamente i partecipanti alle attività sono solo 25. Il canto è al giorno d’oggi poco prati-cato, se non nelle ricorrenze pasquali o come accompa-gnamento ai defunti, vengono organizzati pellegrinaggi al santuario di Montaldero e in Valle di Gavi fi no alla Chiesa dei Frati Francescani.

Si ringrazia per le foto il sig. Mario Marconi

Prosegue l’avventura del team Shamshir che a bordo

della loro Panda battezzata “La Poderosa” stanno attraversan-do i Balcani. Nella foto qui sotto un momento “storico”. L’arrivo de “La Poderosa” nella città bosniaca di Srebrenica, teatro del massacro di quasi diecimila musulmani bosniaci.

Mongol RallyMongol Rally

Il salumifi cio Torrigino di Vobbia è ormai un’istituzione dell’Oltre-giogo, ma è conosciuto anche in

Liguria e Piemonte. Grazie ad una lunga tradizione, fatta di selezione dei prodotti, competenza e idee, Tor-rigino è una delle vere eccellenze del territorio. Celeberrime le famose “mo-stardelle” che, grazie ad un macchi-nario inventato dal papà dell’attuale proprietario, Gianni Torrigino, hanno letteralmente invaso le tavole di tutta la Liguria ed oltre. “Siamo il più pic-colo salumifi cio d’Europa per metri quadri – spiega il titolare – però non ci sentiamo inferiori a nessuno! È un lavoro che ci piace un mondo e lo facciamo con passione. Usiamo car-ni, erbe e aromi della nostra terra: questi salumi non potrebbero essere così apprezzati se non fossero fatti a Vobbia”. Un grande libro mastro ricco di importanti traguardi a cui, negli ul-timi mesi, si è aggiunto un nuovo e no-tevole capitolo: “Recentemente siamo

stati ospiti nel padiglione organiz-zato dal Parco dell’Antola all’Expo di Milano – dice il nostro interlocutore – Si è trattata di un’esperienza bel-lissima in cui due valli, la val Vob-bia e la val Trebbia, si sono unite per offrire alla platea internazionale il meglio dei loro prodotti: dalla patata

quarantina al canestrelletto di Tor-riglia”. Gianni Torregini insiste mol-to sull’importanza della promozione sia del territorio sia dei suoi prodotti: “In val Vobbia abbiamo dei gioielli architettonici, come il Castello della Pietra, che per fortuna oggi è stato ri-aperto e ristrutturato e che richiama

un gran numero di turisti. Anche se – prosegue il discorso – si potrebbero utilizzare molto di più le eccellenze che si possiedono”. In che senso?: “Da quattro anni ai piedi del Castello del-la Pietra sorge, a pochi metri dalla strada e perfettamente funzionale, un punto ristoro che potrebbe esse-re la vetrina permanente dei nostri prodotti. Purtroppo – constata ama-ramente Torrigino – la struttura è chiusa da quattro anni. Eppure per-fi no in autostrada c’è un cartello con segnata la presenza di questo punto ristoro. La nostra terra è troppo bella per essere chiusa ai viaggiatori!”. In conclusione, Gianni Torrigino dopo averci illustrato la preparazione di un altro suo prodotto di punta, ovvero la pancetta “steccata”, ci dice: “Nel Me-dioevo bastava una via per collegare i popoli. Oggi – termina il salumiere – nell’era digitale non riusciamo a conoscere bene i luoghi in cui abi-tiamo”. (m.n.)

Vobbia: salumi d’autoreVobbia: salumi d’autoreIl salumifi cio Torrigino: il più piccolo ma il più gustoso e genuino d’Europa

Millerbe, l’oro verde della LiguriaMillerbe, l’oro verde della LiguriaLa rassegna dedicata alle erbe offi cinali giunta alla sua terza edizione

Si è tenuta domenica 5 luglio a Torriglia, la terza edizione di “Millerbe - l’oro verde del-

la Liguria”, la rassegna dedicata alle erbe spontanee, aromatiche e offi cinali, organizzata dall’As-sociazione “Tralantolaeilmare”, con il patrocinio dell’Ente Parco Antola e del Comune di Torriglia. Durante la presentazione si sono tenute due conferenze: la prima realizzata dalla biologa nutrizio-nista Linda Sacchetti e la seconda dal futuro dottore erborista Mar-co Fossati, nostro collaboratore del sito. Sacchetti ha parlato di un piatto antico della tradizione ligu-re: il “prebuggiun”, una mescolan-za di erbe e di piante spontanee degli orti e dei prati, che, nel corso dei secoli, è stata utilizzata nella gastronomia popolare e, ancora oggi, molte delle erbe con cui ve-niva preparato si trovano nei mer-cati di Genova e del Genovesato. Linda Sacchetti ha spiegato che le diverse erbe con cui si realiz-za il Prebuggiun hanno proprietà nutrizionali molto elevate, ciò era già noto nel 1918 quando Oreste Mattirolo scrisse “Phytoalimur-gia pedemontana”, libro ancora oggi pubblicato che elencava e de-scriveva le diverse erbe e piante spontanee al fi ne del loro utilizzo alimentare. Leggenda vuole che il suo nome risalga a Goffredo da Buglione, ma, in realtà il nome viene dal fatto che le erbe devono necessariamente essere bollite prima di essere consumate, al fi ne di perdere quella piccola parte di tossicità presente. Pietanze simili al Prebuggiun, oltre che in Ligu-ria, si sono diffuse in regioni con caratteristiche geografi che simili (ovvero presenza di montagne vicine al mare) quali l’Abruzzo, la Calabria, la Sardegna. Marco Fossati ha invece parlato del gran-de patrimonio erboristico della Liguria, focalizzandosi su cinque erbe raccolte proprio durante la “caccia al tesoro verde” della mattinata: l’elicriso, l’iperico, la rosa canina, il sambuco e il ser-pillo. L’elicriso, pianta perenne fi orescente è da tempo utilizzata in campo erboristico come tossi-fugo, antistaminico, antinfi amma-torio e antinevralgico e per com-battere gli sfi ammare la pelle in caso, ad esempio, di eritemi solari e/o ustioni. L’iperico, detto anche “erba di San Giovanni” si può usare in infusione per miscele di erbe digestive e ipotensive, la sua tintura è da tempo riconosciuta come un ottimo antidepressivo, ma vi è anche un uso esterno,

come cicatrizzante in caso di fe-rite, ustioni ed eritemi solari. La rosa canina, un arbusto non molto grande, molto conosciuta per via delle confetture, viene utilizzata come astringente, vitaminizzan-te ed antidiarroico e, con uso esterno per maschere di bellezza leviganti, schiarenti e toniche. Il sambuco, molto conosciuto per via dei fi ori, viene infatti utilizzato come sudorifero e diuretico e le sue bacche, tramite decotto, han-no funzione antinevralgica e lassa-tiva. Infi ne il serpillo, una varietà di timo selvatico, viene utilizzato

Si intitola “Pensare acca-nitamente” il libro rea-

lizzato da Massimo Dagnino e dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Ronco Scri-via. Si tratta di uno dei pri-missimi progetti a livello na-zionale di didattica resa pub-blica, dove temi, poesie, cita-zioni, disegni realizzati dagli studenti della prima classe dell’Istituto sono diventati i protagonisti di un libro, gra-zie all’idea dell’insegnante di lettere-storia e geografi a, Massimo Dagnino. Dagni-no ha spiegato che, troppo spesso, la poesia viene quasi ignorata nei programmi sco-lastici, in quanto rilegata alle voci di genere (lirica, prosa, ecc...) e limitata agli autori classici, ignorando quelli contemporanei. Nel progetto di “Pensare accanitamente”, invece, sono stati soprattutto questi ultimi autori ad essere analizzati ed elaborati dai ra-gazzi. L’idea del libro come strumento didattico, dice sempre il professor Dagnino, è una proposta che unisce le competenze trasversali della scuola tra le diverse materie, dal disegno alla scrittura. Il libro, stampato da una picco-la casa editrice di Cosenza, verrà venduto nelle librerie e nelle edicole della Valle Scri-via dal prossimo settembre, in contemporanea con l’ini-zio del prossimo anno scola-stico. Riguardo ai contenuti, Dagnino dice: “Abbiamo rotto una sorta di tabù, un grosso problema è sempre stato rappresentato dal fat-to che il materiale dedicato ai ragazzi delle Scuole Me-die è realizzato da adulti, qui invece siamo di fronte a materiale realizzato da coetanei”. La risposta dei ragazzi a questo tipo di me-todologia particolare è stata estremamente positiva, con i giovani che hanno dimostra-to di saper abbattere l’ansia della pagina bianca ed hanno dato sfogo alle loro interpre-tazioni, con disegni, poesie e prose. Il libro, inoltre, ver-rà presentato in autunno a Milano, nell’ambito di una rassegna teatrale, all’interno della quale vi saranno alcuni tra i maggiori poeti contem-poranei.

Fabio Mazzari

Pensare Pensare accanitamenteaccanitamente

internamente tramite infuso o tin-tura per sedare le tossi catarrali e favorire la digestione, mentre per uso esterno viene utilizzato come detergente per le ferite e per uso orale, nonché tramite suffi migi per la cute. Al termine della confe-renza lo stesso Marco Fossati ha fatto una dimostrazione pratica di preparazione della tintura di ipe-rico, con i fi ori raccolti la mattina stessa, mentre Linda Sacchetti ha parlato della preparazione delle ricette tipiche liguri a base di erbe.

Fabio Mazzari

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24 l’inchiostro frescoAgosto 2015 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Origini dei luoghi di culto in Val Vobbia e Val BorberaOrigini dei luoghi di culto in Val Vobbia e Val BorberaCristina Corzetto ci accompagna in un tour storico-culturale in un territorio a cavallo tra Piemonte e Liguria

Le Pievi o chiese battesimali furono fondate nel V secolo con l’inizio dell’opera di evan-

gelizzazione delle campagne. La Pie-ve di Caranza (Mongiardino) fu tra le prime chiese a sorgere nella valle; il documento più antico che ne fa menzione, risale al Maggio 946. Tra i luoghi di culto ammantati di mistero e da un’aurea enigmatica troviamo la chiesa di Noceto; dedicata alla Na-tività di Maria bambina, fu edifi cata alla fi ne del X secolo. Disponeva di tre altari e pochi arredi. Ad una sola navata, la chiesa tanto cara ai paesa-ni conserva tra le mille voci che vi hanno pregato, vecchie leggende e storie popolari. Spesso nelle cam-pagne il culto religioso traeva molta della propria forza dalla superstizio-ne. Fu così che nacque la stregone-ria, inizialmente pratica magica per favorire un buon raccolto. In seguito tra le molte manifestazioni blasfeme troveremo le “segnature” traman-date dai padri, da secondogenito a secondogenito, cultori e detentori delle antiche tecniche di guarigione. Fu sempre in epoca altomedievale che fecero breccia nel panorama contadino i guaritori. Esperti di erbe e di preparati naturali, goderono per lungo tempo di un’ottima reputazio-ne; si ricorreva allo stregone per le ferite da taglio, per i salassi e per le più comuni malattie del tempo. Mes-si al bando dalla Santa Inquisizione che ne confi scò immediatamente gli averi, i guaritori e le guaritrici dovet-tero affrontare uno sterminio senza precedenti. Furono gli abitanti delle campagne i più colpiti da questa fre-nesia religiosa che si videro spogliati da ogni bene terreno ancor prima di venire giudicati. In un “registro dei morti” del secolo XV conservato nella chiesa parrocchiale di Croce-fi eschi, in una breve nota, il parroco fa riferimento alla defunta come “la-mia” di Noceto. Non si conoscono le sorti in vita della poveretta che morì comunque piuttosto anziana. Per molti secoli il sentimento reli-gioso fu contaminato da infl uenze sempre più marcate tra i seguaci del Maligno. Tra le segnature più comu-ni troviamo quelle per le distorsioni.

Si univano preghiere spesse recitate al contrario, con unguenti a base di grasso animale che andavano a lenire la parte contusa. Spesso si “segnava” il corpo dell’ammalato con tre croci rovesciate o si praticavano tre nodi attorno all’arto dolente legato con un nastro rosso. Ritroviamo la paura del Maligno nell’iconografi a locale e ritroviamo le leggende legate ad esso nei racconti della costruzione dei ponti medievali che lo vedevano unico artefi ce di tali meraviglie. Rac-conti questi con una matrice fantasti-ca simile in tutta Europa. Ma il sacro ed il profano coesistevano sempli-cemente negli animi delle persone

Savignone ricorda Fabrizio De AndrèSavignone ricorda Fabrizio De AndrèIl grande cantautore trascorreva le estati nel paese della Valle Scrivia

A diversi danni dalla sua scom-parsa, avvenuta prematura-mente nel gennaio del 1999,

l’amore della Liguria per Fabrizio De Andrè, da alcuni defi nito come il più grande cantautore italiano, è ancora molto vivo e si è anche trasmesso nelle nuove generazioni. Per ricor-darlo Savignone, con un’iniziativa nata dal Sindaco Antonio Bigotti, grande appassionato di musica, dai cantautori al rock, si è svolto dal 10 al 12 luglio l’evento “Faber 48”, che ha unito assieme musica, poesia e pittura. L’iniziativa è stata organizza-ta dall’Amministrazione Comunale di Savignone e dal Club “Fabrizio De Andrè” di Busalla, in collaborazione con la Pro Loco Busalla. La scelta di Savignone non è stata casuale, il cantautore infatti trascorreva, negli anni Sessanta e Settanta, le estati nel fresco del piccolo centro valligiano e, non era diffi cile incontrarlo seduto nelle panchine davanti alla fontana. Non tutti sanno, inoltre, che la can-zone ‘Inverno’ parlava proprio di Sa-vignone con “un campanile che non sembra vero segna il confi ne tra la terra e il cielo”. Gianni Congiu, pre-sidente del Club De Andrè Busalla ci ha illustrato la mostra e la storia del club: “Siamo nati nel 2003, da

un gruppo di amici appassionati della musica dei cantautori che, nel corso degli anni abbiamo fatto diverse iniziative. Abbiamo messo una targa con le parole della ‘Guer-ra di Pietro’ vicino alla bocciofi la di Busalla e, grazie all’ex sindaco Mauro Valerio Pastorino abbia-mo fatto intitolare la Passeggiata De Andrè a Sarissola”. Ogni anno, inoltre, spiega sempre Congiu: “Or-ganizziamo il nostro ‘dormono sulla collina’, dedicato a personaggi illustri scomparsi da poco, come ad esempio Lucio Dalla o Don Andrea Gallo o ai grandi poeti. Abbiamo anche ottenuto un diploma di par-tecipazione dall’Università di Sie-na e, nella casa dove soggiornava

De Andrè d’estate abbiamo apposto una targa”. Proprio riguardo ai tra-scorsi estivi del cantautore Congiu racconta un simpatico aneddoto: “Venne qui un giorno a fare un con-certo Michele Maisano, un cantante famoso all’epoca, i ragazzini gli an-darono subito incontro a chiedere un autografo e lui rispose ‘lo chie-dete a me quando avete Fabrizio De Andrè qui?”. L’assessore alla cultura del Comune di Savignone, Claudia Garrè ha illustrato la manifestazione ‘Faber 48’: “Si tratta dell’apertura di una stagione estiva molto ricca per Savignone, abbiamo diviso l’evento in tre giornate, nella prima l’inau-gurazione uffi ciale con la mostra fotografi ca e le letture in piazza, il

sabato abbiamo intitolato uffi cial-mente Creuza De Andrè, nella sa-lita chiamata delle ‘Coglie’ e, la do-menica la gara di pittura estempo-ranea, dove ogni pittore ha estratto a sorte un verso di una canzone di De Andrè ed ha realizzato un qua-dro a tema. I primi tre classifi cati saranno poi esposti nel nostro Mu-nicipio e, ovviamente ogni serata è stata accompagnata dai gruppi musicali”. (f.m.)

adattate da generazioni ad una vita dura dove la speranza veniva alimen-tata con ogni mezzo possibile. Per questo motivo la stregoneria ebbe la sua origine proprio nelle campagne, quando un mancato raccolto poteva signifi care l’estinzione di interi nu-clei famigliari per fame, dove una malattia poteva portare l’individuo all’immobilità e pertanto ad essere un peso nell’ambiente sociale, non più produttivo. Le “Stazioni roga-zionali” nascono per sopperire alla mancanza di certezze delle comunità rurali dell’entroterra. Venivano posti nei boschi, piccoli altari o piccole croci di legno dove i contadini por-tavano offerte e si raccoglievano in preghiera per propiziare un buon raccolto. Spesso lo stesso parroco si recava sui luoghi con i fedeli, in una sorta di processione ad invocare la clemenza del tempo e della madre terra. Camminando lungo i sentieri ancora esistenti si ci può imbattere in queste antiche testimonianze di una fede vissuta come speranza; si possono trovare contadine che prati-cano le segnature e che suggerisco-no alle mamme dei bambini affetti da Pertosse di coprirli per bene e di condurli ad un crocevia. Dove duran-te i sabba si incontravano le streghe.

Cristina Corzetto

La nuova moda del momento sbarca anche a Torriglia. Stiamo parlando della “cena in bianco”, la moda nata in Francia un paio

d’anni fa e che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia (del-la cena in bianco di Bari di qualche settimana fa, con oltre diecimila partecipanti ne hanno parlato persino i tg nazionali). Dopo il grande successo di Genova, l’evento è arrivato anche a Torriglia, nella serata di sabato 25, organizzata dalla Pro Loco Torriglia, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Nei vicoli del centro storico del “ca-poluogo” della Val Trebbia genovese, tante persone, vestite di bianco hanno partecipato alla cena che, si è svolta in contemporanea alla “Notte bianca di Torriglia”, una serata di musica e divertimento che ha coinvolto i bar principali del paese (Garitta, Aldo e Prie Neigre) con la musica non stop del deejay Danijay, con la partecipazione di numerosi giovani arrivati dai paesi limitrofi e anche da Genova. (f.m.)

A Torriglia la “cena in bianco”A Torriglia la “cena in bianco”

Nella foto la Pieve di Caranza, dall’archivio del Centro di Studi Ligustici

Shopping ad Arquata ScriviaShopping ad Arquata Scrivia

25l’inchiostro frescoAgosto 2015VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

La centrale di MeretaLa centrale di MeretaNella frazione di Isola del Cantone tecnologia e ambiente uniti

Quando si parla di produzio-ne di energia da fonti rin-novabili in genere si pensa

a impianti fotovoltaici oppure ai parchi eolici. Esiste invece, e negli ultimi tempi è in forte sviluppo, il settore idroelettrico basato sulla realizzazione di “mini centrali” che sfruttano la normale portata dei corsi d’acqua. Secondo uno studio condotto dalla ESHA “Eu-ropean Small Hydroelectric As-sociation”, il bacino idrico italia-no ha una conformazione tale da poter consentire la costruzione di almeno 10000 piccole centrali con potenze comprese tra 50 e 500 Kw. In Liguria, la legge 16/2008 stabili-sce criteri e iter per ottenere le au-torizzazioni necessarie mentre con decreto 1667 del dicembre 2013 si è creato un fondo con dotazione di 1689mila euro per incentivare le iniziative volte alla realizzazione di impianti per la produzione di ener-gia da fonti rinnovabili e prevede rimborsi del valore investito fi no al 50%. La centrale in costruzione a Mereta, frazione del Comune di Isola del Cantone, ad opera de Ini-ziative Imprenditoriali Italiane Srl con sede a Torino, è di tipo “a bas-so salto” con potenza di 502 KW. Il cantiere è stato aperto il 20 aprile e prevede la conclusione dei lavori entro 284 giorni. Le opere di cana-

lizzazione ancora in allestimento sul bordo destro del torrente Scri-via, a pochi passi dal ponte che collega la strada provinciale alla strada comunale di Mereta, sono visibili e invasive rispetto alla na-turale confi gurazione del torrente.

Il Caso di SorliIl Caso di SorliI cittadini si sentono abbandonati

Qualche settimana fa ave-vamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook

“l’inchiostro fresco” alcune foto sullo stato in cui riversavano le strade provinciali 138 e 135 pres-so il comune di Sorli, dopo i dan-ni alluvionali dell’anno scorso. Ad oggi nulla è cambiato. Nono-stante qualcuno si sia mosso per rimuovere gli ironici cartelli che i cittadini avevano posizionato per la strada come segno di pro-testa, nessuno si è preoccupato di aiutarli. Gli abitanti, infatti, ci hanno raccontato che le strade sono impraticabili e la loro via-bilità è davvero messa a rischio:

Scrittori e cucina a Savignone

Gastronomia e cultura si sono unite, a Savignone,

venerdì 24, nella frazione di San Bartolomeo di Vallecal-da. Nella mite serata estiva, i residenti della zona hanno preparato e servito ai par-tecipanti una cena a base di prodotti tipici locali, a cui è seguita una presentazione letteraria. La scelta di unire il cibo e la lettura va avanti da due anni a Savignone, grazie al corso tenuto dalla scrittri-ce genovese Claudia Priano presso la biblioteca civica di Casella, sull’arte della scrittu-ra. Il gruppo dei partecipanti al corso, sempre più numerosi nel corso dei mesi, si è dato come nome “Gli Esplorato-ri della Scrittura” e, hanno presentato il frutto delle loro fatiche a San Bartolomeo di Vallecalda, con un reading in piazza allietato dalle specialità gastronomiche locali, con la collaborazione delle Pro Loco di Casella e Savignone. (f.m.)

Villa Serra nella “top ten” dei Parchi

Importante riconoscimento per Villa Serra di Sant’Olce-

se ed il suo ampissimo giar-dino all’inglese, la bellissima struttura di Comago è stata infatti inserita nei dieci “Par-chi più belli d’Italia”. Un riconoscimento importante al grande lavoro di restauro, iniziato negli anni ’80 e porta-to avanti con grande succes-so di questa villa e della sua area verde, frequentata ogni giorno da centinaia di adulti, bambini e cani per jogging, passeggiate, e quant’altro. Per la Liguria un doppio suc-cesso, visto che nella “top ten” dei Parchi più belli è presente anche Villa Grock di Imperia. (f.m.)

In breveIn breve

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191

A Basaluzzo rifi uti ingombrantiA Basaluzzo rifi uti ingombrantiAnche ai bordi della “Novi-Ovada” si trova di tutto

Con l’alluvione del 13 ottobre 2014 il

Lemme nella sua fu-ria ha portato a valle ogni cosa e sul ciglio della strada qualcuno ha riordinato in bella mostra questi rifi uti che aspettano una mano “pietosa” che li porti alla pubblica discarica.

GB Cassulo

le auto si danneggiano in modo grave a causa dei profondi buchi sulla carreggiata e di conseguen-za le spese di manutenzione sono a carico dei privati. Come se non bastasse diversi animali sbucano improvvisamente dall’erba alta, spaventando chi è alla guida. I cittadini sono sfi niti e si chiedo-no come mai delle richieste così minime come tagliare l’erba o coprire i buchi con della semplice ghiaia non siano ascoltate dagli enti competenti. Dopo la con-tinua indifferenza stanno quasi per rassegnarsi a fare i lavori per proprio conto. Ciò che chiedono è solamente di essere ascoltati e di riordinare una strada che sta diventando un forte disagio per chi deve circolare presso Sorli.

Ma la struttura a lavori conclusi re-sterà coperta da massi e ghiaia. Lo Scrivia poi, con le piene autunnali farà la sua parte, portando altro materiale o modellando a piacere l’alveo. Tenuto conto che il torren-te Scrivia è un corso d’acqua che, complice la mancata tutela e il co-stante inquinamento, è diventato un convogliatore a valle di scarichi industriali e fognari, l’installazione di questa piccola centrale risulta un modo per valorizzare una risor-sa pubblica dalle enormi potenzia-lità che, se risanato e reso balne-abile, con i suoi grandi invasi e le sue spiagge, darebbe un formidabi-le slancio turistico a tutta la valle Scrivia e ai molti comuni dell’Ol-tregiogo Piemontese. Purtroppo la realtà è un’altra e per il momento solo i privati, stimolati dalle incen-tivazioni economiche, riescono a trovare forme di valorizzazione le cui ricadute sono e restano fatal-mente di interesse non pubblico.

Renato Piras

Ceranesi festeggia l’“Estate di San Martino”, non si

tratta ovviamente della popo-lare leggenda, resa celebre da Giosuè Carducci, dell’ultimo colpo di coda dell’estate in pie-na stagione autunnale, ma del-la tradizionalesagra che si svolgerà, dal 5 al 9 agosto, nella frazione di San Mar-tino di Paravanico. La sagra è organizzata dal Circolo “Amici della Parrocchia di San Martino di Paravanico Onlus” in collaborazione con l’U.C. Morego, il Motoclub Superba e la Federazione Italiana Motociclismo con il contributo del Consorzio per il bacino imbrifero montano del Bormida. Si tratta di una cinque giorni dove si alterneranno: sport, ricreazione, storia e tradizioni, eventi ga-stronomici, raccolte fondi e le tradizionali sagre campestri di paese. L’apertura della sagra avverrà mercoledì 5 agosto con la “cena comunitaria”. (f.m.)

L’estate di San Martino a CeranesiL’estate di San Martino a Ceranesi

26 l’inchiostro frescoAgosto 2015

Ricordava con tanta mostalgia il dott. Mascherini che ragazzino andava per pane nelle ca-scine della Frascheta, come tanti, perché la guerra non faceva trovare nella città nem-

meno questo genere di prima necessità e spesso i contadini lo cedevano a prezzi correnti, senza ritoccarli, o regalandolo mossi a pietà dagli sbadigli da fame. Mia suocera abitava in zona Pieve e con le vicine alla sera, seduta nei cortili, si trasmettevano ricette per utilizzare gli avanzi, se c’erano. Prendete 6 uova, fatele rassodare, 6 pomodori San Marzano, tagliateli in due e scolateli, capovolgerli per un quarto d’ora e asciugarli dal liquido. Preparate una salsa contorno (80 gr), prezzemolo poco, 1 cucchiaio di capperi, 2 acciughe, mezzo limone, 3 tuorli delle uova sode e maionese quanto basta. Con questo composto riempite le uova, i pomodori, sedano tenero, carote sottili “ét voilà”. Un antipasto o un piatto unico fresco e nutriente. Ri-cordava ancora il dott. Mascherini questo parlottare tra vicini, le lucciole nelle notti estive e si chiedeva “È davvero fi nita un’epoca?”

Vi aspettiamo in zona Pieve, Parco Villa Aurora, il 28/29/30 agostoBuona Estate!!!!

l'Orto l'Orto di Marisa di Marisa I ricordi uniscono “La Pieve”I ricordi uniscono “La Pieve”

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI

Lo Statice è una splendida pianta rustica, coltivata soprattutto per ottenere fi ori da re-cidere e seccare, poiché i suoi colori restano brillanti e vividi, come se fossero freschi.

Le piante di Statice sono molto facili da curare e, posizionate in giardino, ci regalano splendidi colori per tutta l’estate, fi no ad autunno inoltrato. E’ una pianta robusta e resi-stente: amante del sole, necessita di un terreno asciutto e ben drenato (per evitare muffe radicali), innaffi ando al massimo 1 o 2 volte a settimana. In autunno la pianta va potata per ottenere una fi oritura abbondante l’anno successivo.I fi ori recisi non vanno messi in acqua, ma lasciati seccare diretta-mente, per evitare marcescenze e possono essere utilizzati per fare colorate composizioni che ci terranno compagnia per tutto l’inverno.

Lo statice : Lo statice : colore senza tempocolore senza tempo

Il BergamottoIl BergamottoContinua la rubrica sui prodotti tipici della

terra di Calabria. In questo articolo parle-rò, di un frutto coltivato solo nella provin-

cia di Reggio Calabria: il bergamotto. Si tratta di un frutto leggermente più piccolo dell’imparenta-ta arancia amara e custodisce il suo aromatico te-soro all’interno della sua buccia. L’origine del ber-gamotto rimane incerta e incerta risulta essere la sua genesi. Deriva dal turco beg-armundi, cioè “pero del signore” per la sua somiglianza con la pera bergamotta. Secondo la tradizione il frutto sarebbe originario delle Isole Canarie, importato da Cristoforo Colombo e poi introdotto in Cala-bria ad opera degli spagnoli tra il XV e il XVI se-colo. Si racconta infatti la storia del moro di Spa-gna che avrebbe venduto un ramo della pianta ai signori Valentino di Reggio Calabria per 18 scudi. La sua zona di coltivazione, come sottolineato in precedenza, è molto ristretta, limitata alla zona ionica costiera della provincia di Reggio. Un’area caratterizzata da un microclima particolare, clas-sifi cata come “tropicale temperatura umida”. I prodotti del Citrus Bergamia sono: i frutti, gli oli essenziali, la polpa e il succo. La sua essenza per esempio viene usata per usi terapeutici, anti-stress o come unguento balsamico per liberare le vie respiratorie. Il frutto può essere consumato crudo e utilizzato in cucina per preparare carne, pesce, dolci, gelati. Secondo alcuni studi dell’U-niversità della Calabria, il succo di bergamotto

conterrebbe delle qualità importanti per ridurre i livelli nel sangue di trigliceridi, glucosio e coleste-rolo. Insomma, le proprietà di questo frutto sono straordinariamente varie e importanti. Questo frutto, importante anche per la salute, costituisce per la Calabria una realtà di enorme prestigio tan-to da aver ricevuto dall’Unione Europea la Deno-minazione di Origine Protetta (D.O.P.). Da diversi anni la diocesi di Locri-Gerace, come gesto di comunione, fa dono dell’essenza di bergamotto a tutte le 225 diocesi italiane per profumare l’olio del Crisma il giovedì Santo.

Samuele Anastasio

Tour dei ricordi novesiTour dei ricordi novesi

Un uovo di Pasqua che fa Un uovo di Pasqua che fa ….beeeeh!….beeeeh!idurre i

Continua la rubrica sui sapori della Calabria

C’erano una volta due bambini di tre e quattro anni che, accompagnati dal

cugino grande, stavano facendo un giro per il Parco Castello di Novi Ligure. Era una bella giornata di primavera e si era quasi in prossimità di Pasqua. I due bimbi, mentre si stavano rincor-rendo all’ombra della torre del castel-

lo, d’un tratto si bloccano, attirati da uno strano rumore di campanacci: “Ma

chi è quel signore che viene su dalla colli-na?” dice il bambino e la bambina gli fa eco: “Guar-

da, guarda, davanti a lui c’è qualcosa di bianco che si muove!” I due bambini in preda alla curiosità si avvicinano e il cugino più grande, accor-so per vedere cosa stesse succedendo, risponde loro: “Quello bambini è un pastore che porta un agnellino per Pasqua”. A quel punto, il pastore con uno sguardo bonario dice ai tre novesi: “Questo vedete è il regalo che Fausto Coppi, il Campionissimo, metterà nell’uovo di Pasqua per suo fi glio Faustino”. I due bambini, increduli, si guardarono negli occhi e all’unisono esclamano: “Cosa? Un agnellino in un uovo?”. E il pastore, divertito, risponde pronto: “Certo bambini! Si tratta di un uovo di cioc-colato molto grosso, dove l’agnellino può stare comodamente. Sapete Faustino ama tanto gli animali e suo papà Coppi sa come renderlo felice”. I due bambini quel giorno scoprirono così che, nella Novi di un tempo, le sorprese erano dietro l’angolo: alle volte avevano l’aspetto dol-ce e tenero di un bianco agnellino e il dolce sapore di buon cioccolato.

Umberto Cecchetto

Siamo intorno agli anni ‘30. I cittadini novesi dell’epoca non

erano certo poco fantasiosi per quanto concerne le attrazioni ri-volte al pubblico. Pare infatti che, in occasione della fi era di Santa Caterina, un uomo travestito da selvaggio, intrattenesse curiosi e bambini che venivano a veder-lo. Rinchiuso dentro una gabbia, quasi del tutto spogliato e ricoper-to solo da pelli di animale, l’indi-viduo emetteva versi gutturali da fare invidia a Tarzan, ed era pre-sentato come un selvaggio cat-turato in una Terra lontana. Du-rante l’esibizione, oltretutto, un complice gli lanciava carne cruda che veniva divorata, senza ovvia-mente rispettare le regole del ga-lateo, in un sol boccone, per dare un senso di disgusto ai divertiti spettatori, paganti di un “salato” biglietto. Lo spettacolo non era di certo degno di un palco teatrale, ma faceva ridere, tanto che venne replicato, più volte, nel corso di altre feste cittadine. (e.g.)

Il selvaggio...della Novi anni ‘30

Cittadini di serie A, cittadini di serie BCittadini di serie A, cittadini di serie BIl TAR salva Chiamparino, ma per molto meno la Lega fu mandata a casa: è giustizia?

Lo scorso mese i Piemontesi hanno scoperto una cosa molto singolare, cioè che se

le irregolarità nella presentazione di una lista elettorale sono fatte da un piccolo partito di centro-destra questo comporta la non validità delle elezioni e la conse-guente decadenza del governo regionale eletto, se invece sono fatte dal PD l’esito delle elezioni non è in discussione. Sembra as-surdo pensare di vivere in un Pae-se così, dove la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è un po’ più uguale, ma questo è: facciamoce-ne una ragione. La passata legisla-tura regionale è terminata con un anno di anticipo in quanto il TAR Piemonte ha ritenuto che la lista Pensionati per Cota, che aveva raccolto circa 15 mila voti ed elet-to un solo consigliere regionale,

a causa delle irregolarità riscon-trate nella presentazione della lista stessa invalidasse totalmen-te l’esito delle elezioni. In questa legislatura invece il TAR sostiene che anche se la Procura della Repubblica di Torino ha avviato un’indagine penale su 12 persone fra funzionari ed amministratori del centrosinistra con l’accusa di aver taroccato centinaia di fi rme utili alla presentazione di diverse

liste fra cui quella del PD di Tori-no, anche se la lista PD a Torino ha raccolto circa 371 mila voti ed eletto otto consiglieri, l’elezione di Sergio Chiamparino non è in di-scussione. Va anche messo in evi-denza come tutta questa vicenda non abbia avuto alcun eco media-tico, anzi i giornali e tg nazionali hanno completamente ignorato la notizia, mentre invece le “fi rme false” quando governava la Lega

erano presentate come uno scan-dalo gigantesco. Ogni commento a tutto questo è superfl uo ed ogni cittadino può liberamente farsi la sua idea su questa situazione. A mio avviso, la politica si fa nelle piazze, fra la gente, sui luoghi di lavoro e nelle istituzioni, non nei tribunali e quindi credo che indi-pendentemente da come andrà a fi nire questa battaglia legale, il compito della Lega sia quello di denunciare ogni giorno l’im-mobilismo totale e le promesse elettorali palesemente tradite del PD e della Giunta Chiamparino in spregio della fi ducia ottenuta dai cittadini piemontesi, solo un anno fa.

Riccardo MolinariVice Segretario Federale

Lega Nord

Sempre e comunque onore al “No” dei greciSempre e comunque onore al “No” dei greciLa grave crisi economica della Grecia non deve farci dimenticare i valori non negoziabili della democrazia

Mi sono iscritto sin da prin-cipio al sostegno al NO del popolo Greco. L’ho fatto

anche in considerazione della testi-monianza diretta di amici ed amiche greche, giovani uomini e donne co-stretti ad emigrare, senza un futuro e senza una famiglia alle spalle, ridotta oramai alla sopravvivenza. Il No del popolo greco è il no a questa Euro-pa della fi nanza privata che specula sino a costringere gli Stati a garan-tire i propri guadagni e socializzare le perdite. Un NO a questa EUROPA senza ideali, in cui ogni nazione, Ger-mania in testa, persegue un proprio disegno di leadership e di predomi-nio in una architettura istituzionale assente, composta di prezzolati bu-

rocrati, di cui il Presidente JUNKER è il degno rappresentante, capaci solo di recitare la commedia e legi-ferare su latte e formaggi, assenti nel compito primario di difendere i po-poli dagli avvoltoi della fi nanza. Un quadro chiaro ed indiscutibile, per chi vuole vedere. A questo proposito non è possibile non censurare gra-vemente l’atteggiamento del Partito Democratico, che ha preteso ed ot-tenuto con ogni mezzo la leadership della politica italiana e che, con tutta evidenza è divenuto uno dei garanti e maggiordomi dei poteri forti sul ter-ritorio nazionale. Il nostro Presiden-te Renzi aveva un’occasione unica per far valere un peso politico in uno scenario internazionale che vedeva,

per la prima volta, messo democra-ticamente in discussione il primato della fi nanza sulla politica. Non lo ha fatto, colpa che graverà storicamen-te su di lui e sul suo partito. Oggi, noi italiani, dobbiamo interrogarci su cosa è diventato il Partito De-mocratico, un Partito che non è che un’ombra rifl essa e distorta di quello che era la sinistra italiana. Un partito con grave deriva autoritaria, in cui la cultura e preparazione politica dei massimi dirigenti è oramai assente e sostituita da un mix micidiale di avi-dità e supponenza, quando non arro-ganza. Questa deriva, per altro, non è estranea alla nostra realtà cittadina.

Avv. Fabio Garaventa

Pochi giorni dopo lo storico voto del referendum in Gre-cia avrei dovuto scrivere un

articolo con delle considerazioni di tipo politico su questa consul-tazione: su come, per esempio, quest’Europa di banche e ban-chieri sia lontana da quella sogna-ta da Spinelli; oppure quanto sia opportuno che un politico ceda al compromesso; in alternativa riferirmi all’eterna frammentazio-ne della sinistra che ha vanifi cato i buoni risultati ottenuti dal go-verno col voto. Ma su ognuno di questi argomenti sono state spese migliaia di parole e sento che non potrei aggiungere carne al fuo-co del dibattito. Piuttosto la mia attenzione è stata attirata dalla patetica scena di un vecchietto, accasciatosi per la disperazione davanti allo sportello bancomat.

È il 3 luglio, fa caldo, la Grecia in fermento si prepara al voto nell’in-certezza più totale. Il povero an-ziano tenta di ritirare la pensione, ma la liquidità delle banche è limi-tata. Gira quattro diversi termina-li, senza successo. Di fronte all’ul-timo rifi uto si accascia per terra, stremato, e scoppia a piangere. La scena fa il giro del mondo, entra in tutte le case, compresa la mia. Mi si stringe il cuore. La postura abbandonata del suo corpo, il cal-zino che spicca sotto i sandali in primo piano accrescono il senso di compassione per quell’uomo. Potrebbe essere mio nonno, è un anziano, dovrebbe essere tutelato. Invece è indifeso, il simbolo della resa della povera gente di fronte ai poteri forti, economici, quelli che aprono e chiudono i rubinetti dei soldi. Fortunatamente molte altre persone, come me, si commuo-vono per la terribile situazione dell’uomo e qualcuno, con molte più disponibilità delle mie, decide di corrispondergli una cifra an-nuale che copra le spese legate ai suoi bisogni primari. Quella che si dice solidarietà! L’anziano signore è salvo e può tornare a sorridere, tiro un sospiro di sollievo. Anche se, mi viene da pensare, quei soldi gli spettano per diritto e non per carità, perché ha lavorato tutta una vita e nessuno che abbia lavo-rato per una vita intera, versando contributi previdenziali, merita di patire un’umiliazione del genere. Nel frattempo, immagino, molti altri anziani, a Salonicco, Patras-so o Larissa, sono crollati per la disperazione. Sfortunatamente per loro, però, non c’era nessuna telecamera a riprenderli.

Federico Cabella

DisperazioneDisperazioneIl voto in Grecia e il pianto di un anziano

Il Cambio della Guardia davanti al Parlamento greco

Chiamparino e Cota: stesso reato, diverso verdetto

28 l’inchiostro frescoAgosto 2015 MAGAZINE

Castellazzo Bormida è un paese ricco di cultura, nonché di so-

prese. Binomio che ben si sposa par-lando del Circolo della Lettura che, ci spiega il suo Presidente, Loredana Corrado: “È uno dei primi in Italia, visto che è stato fondato nel 1848 per volontà di Nicola Bodrati, Sin-daco e prete di Castellazzo”. Una re-altà importante che però, sino a qual-che tempo fa, giaceva addormentata: “Quando sono stata eletta Presi-dente ho cercato di fare di tutto per aprire il circolo al paese. Per questo – prosegue Corrado – ho proposto incontri letterari, presentazioni di libri e organizzato pranzi sociali, forte anche della mia militanza nell’associazione che organizza la tradizionale Festa del Fritto Misto alla Piemontese”. Loredana Corrado ci parla poi un suo “fi ore all’occhiel-lo” per coinvolgere il maggior nu-mero di persone attorno al circolo: “Quest’anno abbiamo organizzato la festa dell’8 marzo, pensata pro-prio per far riavvicinare l’universo femminile al Circolo di Lettura dal quale si erano allontanate perché percepito come ad uso esclusivo degli uomini”. (m.n.)

Circolo Circolo di letturadi lettura Altro che Viareggio: meglio il CarosezzoAltro che Viareggio: meglio il Carosezzo

Carrosio: sabato 1° agosto il paese è tornato ai fasti dei mitici Caroselli degli anni ’70

C’era una volta… il Carne-vale a Carrosio. Potrem-mo iniziare così la nostra

intervista a Leardo Traverso, noto artista locale ed autore dei preziosi presepi ispirati ai paesi e ai borghi dell’Oltregiogo, che è venuto in redazione per parlarci della mani-festazione “Il Carosezzo di Carro-sio”, avvenuta lo scorso 1° agosto. “Dal 1968 al 1975, per iniziativa di un gruppo di amici - dice Tra-verso – a Carrosio abbiamo orga-nizzato un grande carnevale, con carri allegorici realizzati da noi stessi. Poi visto che il clima era troppo rigido – prosegue il nostro interlocutore – abbiamo pensa-to di spostare la festa in aprile, chiamandola, il Carosezzo di Carrosio. Dalla seconda edizione la festa è letteralmente esplosa”. Questa festa era un momento che riuniva tutto il paese, in cui i paren-ti, i compagni di scuola e i vicini di casa si ritrovavano, a partire dal 1° di novembre, di sera nei garage oppure in parrocchia per realizza-re i carri: “Si trattava davvero di una festa popolare in cui tutti gli abitanti di Carrosio si sentivano protagonisti, portando di volta in volta materiale e oggetti vari, spesso di recupero – spiega Lear-do Traverso - Ricordo un anno in cui, un signore, passando per Serravalle Scrivia, ha acquista-to uno scopettino in forte sconto. Allora durante la riunione per raccogliere il materiale – prose-gue nel racconto l’artista locale – il signore mette lo scopettino. Tutti si girano interdetti e gli chiedono a cosa sarebbe servito. Lui ci pen-sa e dice che sarebbe potuto essere un cimiero da guerriero antico. Così è nato un carro ispirato alla guerra di Troia!”. Chiediamo a Traverso se la partecipazione all’e-poca era numerosa: “Ogni anno erano coinvolte il giorno della festa tra le tremila e le quattromi-la persone, ma c’è chi dice che si raggiungevano picchi di cinque-

MATTIA NESTO @Mattia Nesto mila – spiega l’intervistato – Poi partecipavano anche numerosi gruppo folkloristici, come i Buffa e Scrolla di Serravalle, il gruppo della Lachera di Roccagrimalda ed anche le majorette di Occimia-no”. C’è stata un’attrazione che ha riscosso particolare successo?: “Se dovessi scegliere un’attrazione in particolare senza dubbio sceglie-rei le majorette made in Carrosio – ci dice divertito Traverso – Si trattava di un gruppo di ragazze di Carrosio tra i dieci e quindi-ci anni che, vestite da majorette, portavano delle lettere formanti la scritta Benvenuti a Carrosio”. Che fi ne hanno fatto queste ra-gazze di una volta?: “Alcune se ne sono andate da Carrosio ma du-rante la festa del 1° agosto molte di loro sono tornate e le abbiamo fatte partecipare alla festa – dice il nostro interlocutore – Oltre alla proiezione di spezzoni di fi lmati storici, tutti digitalizzati, anche questa carrambata delle ragazze di Carrosio ha reso la serata an-cora più magica e magari uno sprone per le nuove generazioni”. Al termine dell’intervista, Lear-do Traverso ha ricordato: “Ogni domenica, dal 15 agosto al 15 settembre, a Carrosio saranno ospitati i miei presepi, ispirati ai borghi dell’Oltregiogo. Invito tutti a darci un’occhiata: chissà che lo spirito del Natale – conclude Tra-verso – anche fuori stagione, pos-sa coinvolgere gli spettatori”.

Genova per noi, oggiGenova per noi, oggiUna rifl essione a fi rma di Stefano Rivara sul capoluogo ligure

Anche quest’estate, la Provin-cia di Alessandria con l’Asso-

ciazione Amici dell’organo orga-nizza una rassegna di concerti su-gli organi storici. Giunta alla tren-taseiesima edizione, è diventata un evento culturale importante nel nostro territorio. Da giugno a settembre, gli appuntamenti fi ssati sono diciassette, anche in località fuori della provincia; fra queste, il 12 settembre, Masone. I concerti si svolgono su organi costruiti per la maggior parte nel XIX secolo, tutti restaurati più o meno di recente, presenti in varie chiese del territorio. I concerti sono tenuti da organisti affermati alcuni dei quali provenienti dall’e-stero. In alcuni casi prevedono anche l’accompagnamento di altri strumenti musicali; oppure, come nel concerto all’oratorio S. Anto-nio di Viguzzolo del 19 settembre, un coro gregoriano. La rassegna è coordinata dalla professoressa Letizia Romiti, insegnante al Con-servatorio e concertista lei stessa. Per il mese di agosto, da segna-lare le date del 7 alla chiesa par-rocchiale di Lerma, dell’8 a quella di Grondona, del 9 a Balzola, del 29 a Molare e del 30 a Garbagna (quest’ultimo alle 16.30, mentre gli altri concerti iniziano alle 21). Questi appuntamenti, oltre che l’occasione per ascoltare musica suggestiva al di fuori dei soliti cir-cuiti commerciali, possono esse-re l’occasione per visitare chiese e centri storici del territorio.

Stefano Rivara

Concerti perConcerti perorgani storiciorgani storici

Da polo industriale di grande importanza, Genova, negli ultimi anni, sta trasformando sempre più la propria economia verso il settore terziario. Le

più grandi industrie della città, come ex Italsider, An-saldo, cantieri navali, sono state o smantellate o forte-mente ridimensionate. Anche il porto, tradizionalmente l’attività trainante della città, ha perso parte della sua importanza e centralità, specialmente nel settore merci. L’industria del turismo ha invece ricevuto nuovo vigore dai recenti cambiamenti che hanno interessato la stori-ca “Superba”. Zone un tempo destinate solo ad altre atti-vità sono state trasformate in poli d’attrazione turistica. Il porto antico, un tempo avulso dal resto della città e frequentato praticamente solo dagli addetti ai lavori, è diventato un gioiellino che attira decine di migliaia di

turisti il mese, anche per la presenza del nuovo Acqua-rio, d’importanza internazionale. Molti spazi un tempo occupati da fabbriche, oggi sono sede di ventri commer-ciali, come la Fiumara di Sampierdarena (se questo sia un bene o un male, dipende dai punti di vista: sarebbe un discorso lungo). Anche in periferia, quartieri un tempo grigi e fumosi, come la collina di San Biagio un tempo sede d’impianti petroliferi, sono diventati colo-rati quartieri residenziali, anche se, nello stesso tempo, altri quartieri che fi no a poco tempo fa conservavano la dignità di tanti centri storici satelliti, oggi scontano un nuovo degrado. Strade un tempo sede di traffi co rumo-roso e inquinante, oggi, con la pedonalizzazione, sono luoghi piacevoli e apprezzati. Vedasi via San Vincenzo o via San Lorenzo, ad esempio. Anche i commercianti

Tra le mete più gettonate per chi visita Genova, vi è Palazzo Du-

cale, uno degli edifi ci più ricchi di storia della città. Costruito nel XIII secolo, ampliato nel XVI, già sede dei dogi della Repubblica Marinara, vit-tima di bombardamento navale e in-cendiato verso la fi ne del’700. Quindi recuperato, divenne in seguito sede prima di uffi ci comunali, poi, fi no a pochi decenni fa, anche oscura sede degli uffi ci giudiziari. Recentemente restaurato, è ora, oltre che patrimo-nio storico, sede di mostre, congres-si, archivi oltre che punti informativi e commerciali. è perciò sempre af-follato di turisti di varia provenienza. Da segnalare, nella galleria ad ingres-so libero, una mostra di quadri del pittore ligure Corrado Puma. Queste opere si caratterizzano per paesaggi di borghi urbani in cui spesso com-paiono, come elementi distintivi, una piazzetta con pavimento a scacchi e una mongolfi era colorata.

Stefano Rivara

Palazzo DucalePalazzo Ducalepunto d’eccellenzapunto d’eccellenza

di queste vie ne hanno tratto van-taggio. Numerosi centri, anche più piccoli, dovrebbero seguire questi esempi. (s.r.)

Volley Valle Scrivia: diario portogheseLe “ragazze terribili” di coach Marco Fanti si sono fatte onore nel torneo internazionale di Volley

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Buone Vacanze!

In un caldo venerdì di inizio Lu-glio i redattori de l’Inchiostro Fresco si sono recati presso

la Scuderia “La Bellaria” di Novi Ligure, dove sono stati accolti dal vice presidente Fioravante Patro-ne che, improvvisandosi cicero-ne, ha guidato “gli inchiostriferi” in un tour del maneggio. Patrone ha ricordato come la nuova ge-stione della Scuderia è iniziata il primo luglio 2010 e dopo cinque anni si sta consolidando come una solida realtà del settore. Pa-trone, dialogando appassionata-mente, ha mostrato un piccolo branco di cavalli in libertà, in-tenti a pascolare nell’area a loro adibita, per poi passare a spiega-zioni di carattere più “tecnico”. I redattori si sono poi avvicinati ai “box” dove era in corso la consue-ta attività mattutina di pulizia e sellaggio dei cavalli. Qui Patrone ha segnalato, tra gli altri, il ca-vallo Opus, che ha recentemente vinto il campionato regionale di categoria. Dopo la presentazione dell’istruttore Aniceto Patrone, gli inchiostriferi hanno visitato gli altri paddock che ospitano alcu-ni cavalli (tra cui dei bardigiani) in attesa di essere cavalcati per una lezione di equitazione, che ha avuto luogo poco dopo a cura

di Aniceto. Da lì, gli inchiostrife-ri sono stati accompagnati sulle sponde di un piccolo laghetto che si trova al confi ne tra Novi e Pasturana. Terminato il giro della scuderia, Fioravante Patrone ha portato i redattori alla “club hou-se” della scuderia, dove vi è stata data l’occasione di godere di un po’ di ristoro. Prima di andarsene, però, i redattori hanno osservato i nuovi pannelli fotovoltaici che riescono ad alimentare l’intera struttura, assieme ad altre testi-monianze di attenzione ai pro-blemi ambientali: dalla raccolta differenziata alla raccolta e riuso dell’acqua piovana.

Davide Parodi

Un’oasi verde dove uomo e natura sono una cosa solaUn’oasi verde dove uomo e natura sono una cosa solaLa Scuderia Bellaria di Novi Ligure si presenta ai nostri lettori. Un luogo a due passi dalla città che vede lo sport protagonista

Alcuni momenti di vota nella Tenuta “Bellaria” di Novi Ligure

Precisa e dettagliata, la crona-ca del Torneo Internazionale di Lousa in Portogallo, dove

ha partecipato il Volley Scrivia, ci è arrivato direttamente dalle stesse ragazze, che, con simpatica spiglia-tezza hanno raccontato emozioni e cronache di questa avventura sportiva. Il primo giorno è stato ri-servato alle emozioni, all’amicizia con le coetanee di altri paesi euro-pei, mettendo alla prova l’inglese imparato durante l’anno scolastico. Via via che il torneo è entrato nel vivo, sono iniziati gli appuntamenti agonistici: la prima partita, con la vittoria contro la squadra spagnola dell’Angry Hornets, il terzo gior-no, la vittoriosa doppietta contro due squadre portoghesi (Sesimbra e Gueifãs), un tris di vittorie che hanno permesso alla squadra della Valle Scrivia di chiudere il girone di qualifi cazione al primo posto. Poi, è arrivata anche una sconfi tta, che ha interrotto il cammino verso la fi nale ma, il VolleyScrivia è uscito indub-

biamente a testa alta dal torneo, con la vittoria nella fi nale per il nono po-sto. Un risultato sicuramente posi-tivo per la squadra di Marco Fanti sostenuto anche dai genitori delle giovani atlete. Brave ragazze!!!

Fabio Mazzari

30 l’inchiostro frescoAgosto 2015 SPORT

Il maestoso muro dello Sferisterio di Via Lung’ Orba Mazzini, simbolo del

tamburello, cambia aspetto o meglio colore. Grazie infatti ad un impegno condiviso tra Amministrazione Comunale, Consorzio Servizi Sportivi e le due società di tamburello che utilizzano il campo, Ova-da in Sport e Paolo Campora, si è provveduto a colorare di marrone parte del muro, per tutta la lunghezza del campo da gioco e per un’altezza di circa dieci metri. Questo si è reso necessario per risponde-re alle esigenze dei giocatori per una maggiore visibilità della pallina, oltre che per gli spettatori stessi che cerca-vano di individuare la pallina solo quando veniva colpita dall’atleta, rimanendo però fuori dal gioco nel passaggio da una parte all’altra del cam-po. Un intervento che ha sfi -dato il caldo di questa estate tanto che coloro che hanno effettuato il lavoro (tecnici

della Boero) hanno scelto le ore del tardo pomeriggio e serali per poi proseguire nella notte per completare l’opera di verniciatura di circa 1000 metri quadri grazie alla pre-senza di un cestello elevatore. Ora un colore scuro, accoglie giocatori e sportivi, con un impatto diverso dopo che per oltre settant’anni molti erano abituati al colore chiaro. Ci saranno però altri lavori che interesseranno la struttura di Via Lung’Orba Mazzini: elimi-nare l’umidità vicino al locale bar che poi va ad interessare gli spogliatoi sottostanti, chiu-dere l’ingresso per rendere il luogo più raccolto oltre a con-servare questo polmone verde a ridosso del centro storico. L’inaugurazione ha visto la presenza del Consigliere De-legato allo Sport Poggio, del Consigliere Elena Marchelli e di rappresentanti delle due società di tamburello.

Enzo Prato

Un nuovo lookUn nuovo lookLo Sferisterio di Ovada ha

Anche il busallese Mario Berardi sullo stesso percorsoAnche il busallese Mario Berardi sullo stesso percorso

Mauro Berardi di Busalla, sessantun’anni ben portati, un passato da maratoneta,

è stato uno dei numerosi pellegrini che, tra la fi ne di maggio e l’inizio di giugno, ha percorso lo storico “Ca-mino di Santiago”, non a piedi però, come la maggioranza dei viandanti, ma interamente a due ruote con la sua bicicletta.“Sono partito da Saint Jean de Port, al confi ne tra Francia e Spagna, il 28 maggio sotto una leggera pioggia ed ho iniziato da lì il mio Camino in bicicletta” ci spie-ga Mauro Berardi “l’idea è nata leg-gendo un romanzo di Ken Follett ‘I pilastri della terra’ e da un episodio nella mia vita privata negativo che è accaduto dopo Pasqua e che mi ha fatto scattare la molla”, chiedendo a Berardi il suo rapporto con la fede ci dice “non sono assolutamente cre-

dente, anzi mi defi nisco ateo, ma al Camino sono quasi di più i non cre-denti che lo percorrono per curiosità rispetto ai Cristiani praticanti”. “Il primo giorno è stato il più diffi cile” spiega Mauro Berardi, non solo per l’impatto con lo sforzo fi sico, quanto perché “sono partito da Roncisvalle dove la temperatura era di appena 7° e pioveva e da lì ho percorso ben 850 km in bicicletta”. Ma il viaggio, dice, ha ampiamente ripagato lo sfor-zo “ho potuto visitare tutta la parte nord-ovest della Spagna, che è meno conosciuta a livello turistico rispet-to a quella Mediterranea, ma dove vi sono città stupende, come Pam-plona, Lèon, Astorgia e Ponferrada, ricche di monumenti medioevali”, durante il Camino Mauro ha anche avuto un incontro importante “con Fernando, un ragazzo paraplegico

che mi ha dato volontà e carattere per continuare il viaggio”. Il resto del Camino, ci spiega Berardi, è pro-seguito molto bene “ho alloggiato negli ‘Albergue’, che inizialmente danno un’impressione di promi-scuità, ma è un impatto di pochi secondi, piano piano ho riempito la Credenziale con i ‘sellos’ ovvero i timbri” e, soprattutto dice “ho in-contrato davvero persone di tutti i paesi: spagnoli ovviamente, ma an-che tanti italiani, francesi, inglesi, ecc… e persino giapponesi e corea-ni”. Infi ne l’emozione più bella “l’en-trata a Santiago de Compostela, che è una bellissima città, patrimonio dell’Unesco, dove nel momento in cui si arriva alla fi ne del Camino dà un’emozione indescrivibile”.

Fabio Mazzari

Santiago de Compostela: sport e fedeSantiago de Compostela: sport e fedeDue giovani arquatesi in sella sul cammino degli antichi pellegrini

Paolo Nicolò, classe 1984 di Pasturana, e Nicolò Ameri, classe 1983 di Arquata Scri-

via, mossi dalla curiosità e dalla vo-glia di avventura, sono partiti in bici da Roncisvalle, in Navarra, e sono giunti in Galizia a Santiago de Com-postela in dieci giorni (dal 18 al 28 giugno), per un’impresa di 810km. Paolo ci racconta che “lungo il per-corso si respira un’atmosfera di grande spiritualità e meditazione, entri in un mondo altro in cui la natura predomina e pellegrini di ogni nazionalità sono i tuoi com-pagni di viaggio, tutti uniti verso un’unica meta. Un’esperienza di vita a tutto tondo, che ti cambia e ti resta dentro. Tornato a casa vorresti subito ripartire.”. Un viaggio anche artistico-culturale: “è impressionante vedere questi borghi in cui svettano cattedrali immense. Ogni regione che abbia-mo attraversato ha le sue caratte-ristiche. La Castilla ci ha offerto il percorso più bello: distese di grano a perdita d’occhio, mille sfumatu-

re di colore, ti senti a contatto con l’Infi nito. Il percorso è sempre ben segnalato, sicuro, e la nostra at-trezzatura era idonea e completa (la bici era una mountain bike).”. Questa esperienza ha scatenato nei ragazzi curiosità per viaggi simili: “Arrivare al Santuario con que-sto percorso suscita un’emozione incredibile: è maestoso, pieno di persone, la funzione religiosa è offi ciata in diverse lingue.”. Per intraprendere il cammino necessi-tano credenziali e organizzazione: “ci siamo iscritti alla Confrater-nita di San Giacomo, bisogna scegliere la modalità di percorren-za – a piedi, in bici o a cavallo – e ad ogni fermata vieni schedato e pongono timbri da collezione. A Santiago il Centro Pellegrini con-segna la pergamena personale in latino che conferisce l’indulgenza plenaria. Bisogna essere prepara-ti fi sicamente e attrezzati. Non c’è un tempo stabilito per terminare il cammino, si può svolgere anche a tappe in vari momenti, il mini-mo per ottenere l’indulgenza sono 100km a piedi e 200km in bici.”.

BENEDETTA ACRI @FernGully89

Dopo il successo dello scorso anno, anche quest’anno è stato ripropo-sto a metà luglio il Campo Estivo: una settimana intensa di scuola

calcio, che per l’occasione, è stata estesa a tutta la categoria Pulcini, che comprende le annate 2004/2005 e 2006. Il “Summer Camp”, riservato ai più grandicelli (2004 e 2005) ha avuto luogo sulle colline del tortonese, più precisamente a Momperone, presso la tenuta “Il Fienile”. La struttu-ra, che offre tra l’altro un’ottima vista panoramica, ha ospitato 24 piccoli atleti che si sono allenati sotto le direttive di Mister Pelagalli, ex allena-tore ed ex giocatore di Milan, Roma e Atalanta. (s.a.)

A Pozzolo estate in golA Pozzolo estate in gol

31l’inchiostro frescoAgosto 2015

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