Inaugurazione Casa della Caritàvoluto essere qui, per condividere con noi questo giorno di gaudio e...

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Iscritta all’Albo della Regione Lazio al N° D1044 Numero 45 • Settembre 2012 • Aut. reg. Tribunale di Roma N.624/96 del 13/12/96 Sped. in abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma Inaugurazione Casa della Carità

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Iscritta all’Albo della Regione Lazio al N° D1044Numero 45 • Settembre 2012 • Aut. reg. Tribunale di Roma N.624/96 del 13/12/96

Sped. in abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma

Inaugurazione Casa della Carità

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2 ASSOCIAZIONE GIANLUCA FELICI - ONLUS

. Gestione del Centro Educativo

. Adotta una famiglia

. Casa della Carità

. Campagna del latte

. Casa famiglia “LAR”

. Gestione dei Cantinhos

. Villaggio della Gioia

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Vau Dejes, 6 settembre 2012. Oggi è un giorno speciale per questa comunità, è un

giorno di festa che segue, non a caso, quello in cui si ricorda la Beata albanese Madre Teresa di Calcutta. Si sono date appuntamento a Vau Dejes le autorità civili e religiose di tutta l’Albania, per assistere a questo che, per noi, è un evento per il quale abbiamo lavorato per ben 5 anni: l’inaugurazione della prima Casa della Carità albanese. Ma la cosa che ha riempito i nostri cuori di gioia è stata la presenza di tanti giovani albanesi emo-zionati e sorridenti, coloro che saranno la spina dorsale di quest’opera che trova fondamento nella carità e nel servizio gratuito.

La cerimonia è iniziata in mattinata con una messa solenne in Cattedrale concelebrata dall’arcivescovo di Tirana e Durazzo mons. Mirdita, insieme ad altri sei vescovi e oltre 20 sacerdoti.

Poi, nei giardini davanti alla Casa, sono inizia-ti i discorsi di circostanza delle autorità intervenute quando, ai microfoni, sentiamo pronunciare i nostri nomi: il sindaco e le autorità vogliono consegnarci qualcosa... Non crediamo alle nostre orecchie: “Per il contributo e il sostegno dato all’Educazione e alla Formazione sociale delle generazioni e per

l’amore particolare avuto verso i poveri ” ci vie-ne conferita la cittadinanza onoraria della città di Vau Dejes. Le autorià e la popolazione vogliono in questo modo manifestarci la loro riconoscenza per il nostro

essere presenti, per gli aiuti portati, per il nostro im-pegno nei loro confronti: verso i bambini con il Centro Educativo, verso i giovani con il laboratorio-scuola di falegnameria, verso le famiglie in grave difficoltà con le adozioni a distanza, verso i disabili e gli anziani soli con la Casa della Carità. Ora sono loro che allargano le braccia per accoglierci nella loro comunità...E’ ovvio che ci sentiamo onorati ed emozionati per questo riconosci-mento del tutto inatteso che ci è stato riservato tanto che a mala pena riesco a proferire un breve discorso di saluto e di ringraziamento.

A seguire il taglio del nastro da parte di Mons. Avgustini e della sottoscritta insieme alla prima ospite della Casa, la piccola Regina.

Un miscuglio di emozione e di gioia traspare sui volti di tutti nel vedere come si sia rasserenato il viso di Regina, dopo solo un giorno di permanenza nella Casa. Le suore, dopo un bel bagno, le hanno messo la tutina portata da una bambina musulmana della casa vicina. Poi si è messa a letto, tra le lenzuole con le ochette,

Consegna della cittadinanza onoraria a Franco e Francesca Felici

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con suor Rita accanto, ed ha dormito per tutta la notte. E pensare che, a detta dei genitori, erano anni che non

dormiva. Quindi segue la benedizione dei tre piani della Casa con i rispettivi ambienti. Siamo commossi, né può essere altrimenti, ripensando a quante energie sono state profuse per la realizzazione di quest’opera che a pieno titolo sentiamo anche nostra.

Come dimenticare quell’appello che Mons. Lucjan Avgustini ci ha “indirettamente” lanciato raccontandoci della tragica scomparsa di Pierino, un giovane del paese con gravi problemi psichici, trascurato dai familiari, che è stato trovato morto per il freddo nel bosco in cui si era perso qualche giorno prima. Nessuno aveva dato l’allarme, nessuno l’aveva cercato…

Da questo doloroso episodio, del quale Monsignor Lucjan si sentì responsabile insieme a tutta la comunità, come asserì durante i funerali, è nata l’idea della Casa della Carità in cui accogliere disabili psichici e mentali e anziani abbandonati privi di assistenza.

Ci sono voluti quasi cinque anni dalla posa delle prima pietra, per realizzarla. Quante volte si è stati costretti a fermare i lavori perché non c’erano soldi per andare avanti. Poi, succedeva quasi sempre un piccolo miracolo e… i lavori riprendevano. La Provvidenza ci veniva in soccorso.

Quanti mercatini, capi ricamati, bomboniere solidali, cene e concerti di beneficenza... Quante mani tese a chiedere e a dare.

Lo sa anche Don Pierluigi Giroli, Rettore della basili-ca di San Giovanni a Porta Latina, che tante volte ci ha ospitati per i nostri concerti di beneficenza e che oggi è voluto essere qui, per condividere con noi questo giorno di gaudio e di festa. Oggi più che mai, al centro dell’at-tenzione ci sono loro, i diversamente abili. Da quando è arrivato Mons. Avgustini, nel 2005, si è impegnato con tutte le sue forze per abbattere quel muro di supersti-zione e di pregiudizi per cui la persona con handicap era ritenuta una maledizione da tener nascosta. Ha fatto sentire forte la sua voce per la rivalutazione non solo cristiana ma anche umana e sociale dei diversamente abili. Si deve a lui se, ora, sono finalmente accolti dalle loro famiglie e dalla comunità.

Facendo leva sui giovani e sulla loro mentalità più aperta, contemporaneamente alla Casa di mattoni è stata “costruita” la “Casa di Cuori”: tanti giovani vo-

La “Casa di cuori”

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lontari pronti a seguire corsi di preparazione durante un soggiorno a Lourdes accanto ai volontari dell’Unitalsi per imparare ad approcciarsi alle diverse infermità e che questa estate, per fare tirocinio sul campo, sono stati per due settimane nelle Case della Carità di Reggio Emilia. Ora sono pronti ad alternarsi accanto alle car-rozzelle, ai letti dei più gravi, ad imboccare chi non ce la fa da solo… Naturalmente sotto la guida di due suore esperte in questo tipo di attività, due suore venute dall’Italia a dirigere la Casa, accompagnate nella nuova sede da alcune consorelle, dalla madre provinciale e dal loro vescovo della diocesi di Reggio Emilia: Suor Maria Grazia Lodi e Suor Rita Ferrari, Carmelitane della Carità che hanno ricevuto il mandato missionario per Pentecoste il 26 maggio scorso. Due suore splendide dal sorriso contagioso, sempre dolci ed allenate ad ogni tipo di fatica e di sacrificio, che sfaccendano instancabili con un mangianastri in tasca e le cuffie per imparare

la nuova lingua. In pochi giorni hanno già conquistato tutti, sani e ammalati.

La Casa è davanti a noi, bella e imponente, quasi non crediamo ai nostri occhi. C’è tanta commozione e tanta gioia per il nuovo traguardo raggiunto. Peccato che la crisi economica che ha colpito l’Italia, abbia im-pedito a tanti amici, a tanti nostri parrocchiani di essere presenti per condividere la gioia del sogno realizzato…

Le targhe, “in memoria di” o “dono di”, affisse ac-canto agli ambienti ci rimandano alle persone e ai grup-pi della nostra parrocchia che tanto si sono prodigati e con tanti sacrifici ci hanno sostenuto “adottando” un locale o una stanza da portare a termine.

A rappresentarli tutti c’è il nostro carissimo Parroco, Don Alessandro Zenobbi, nostra guida spirituale in questo viaggio. A tutti coloro che hanno reso possibile questo miracolo va un pensiero di affetto e di profonda

gratitudine. Prima del rientro in Italia Don Alessandro e don Pierluigi hanno celebrato la prima messa nella cappellina della Casa per pochi intimi: noi e le suore presenti, secondo le intenzioni di tutte le persone che hanno contributo alla realizzazione di quest’opera.

Con spirito di completa “fiducia nella Provvidenza” la Casa vivrà di assoluta carità. Naturalmente, per quanto ci sarà possibile, continueremo a dare il nostro contributo aiutando l’opera che ora è pronta a rispon-dere al bisogno di assistenza amorevole dei membri più sfortunati della parrocchia, accogliendo nel suo grembo disabili e vecchi abbandonati in spirito di fraternità.

Grazie all’impegno e allo zelo del vescovo Mons.Lucjan Avgustini, del parroco don Simon Kulli e di tanti giovani volontari sarà lievito di fratellanza per tutti.

Sarà un faro luminoso, punto di richiamo e di incon-tro per tanti infelici, sarà un raggio di luce che irradierà amore su tutta la comunità. E lì sarà presente il Dio vivente perché

ubi caritas et amor, Deus ibi est!

lrato

DA

Suor M. Grazia, a sinistra, e suor Rita dirigeranno la Casa

Don Alessandro Zenobbi e Don Pierluigi Giroli rettore della basilica di S. Giovanni a Porta Latina

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I TANTI VOLTI DELLA PROVVIDENZAAbbiamo sottolineato che uno dei ca-

rismi delle Case della Carità è di vivere di assoluta provvidenza, come segno di completa fiducia nel Signore.

In questi sedici anni di vita dell’asso-ciazione, il Signore ci è sempre stato vicino, soprattutto nei momenti di biso-gno e difficoltà. Il Suo aiuto provviden-ziale ha preso il volto delle tante perso-ne che ci sono venute incontro per dare una mano ed un sostegno in momenti in cui credevamo di non farcela. Abbiamo

trovato sempre un’offerta, un contributo e quella solidarietà che al momento richiedeva la realizzazione del progetto.

Oggi vogliamo ringraziare chi per noi si è fatto Provvidenza e in occasione del suo ottantesimo compleanno, ha chiesto ai figli, ai nipoti, agli amici, di devolvere il loro “regalo” a sostegno degli ospiti della Casa della Carità.

E’ arrivata una bella somma che servirà a provvedere alle esigenze vitali dei nostri ricoverati almeno per il pri-mo periodo.

Lo ringraziamo esprimendogli tutto il nostro affetto e la nostra riconoscenza e, insieme agli ospiti della Casa, vogliamo augurargli di cuore:

BUON COMPLEANNO, NONNO SALVATORE

Anche tu puoi sostenere la Casa della Carità o qualsiasi nostro progettocon un piccolo contributo: tante gocce messe insieme riempiono il bicchiere. Oggi potrai farlo comodamente da casa tua, senza file alle Poste e a costo zero, basterà collegarsi al nostro sito: www.associazionegfelici.it e alla voce come sostenerci prima, e donazioni poi, fare clic sull’immagine:

Potrai donare on line attraverso carta di credito o addebito in conto corrente senza costi aggiuntivi.La convenzione stipulata con “il Mio Dono” della UniCredit, prevede che non venga applicata alcuna commissione alle donazioni a favore delle Organizzazioni Non Profit come la nostra.

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A più di tre anni dal sisma che ha colpito il capo-luogo abruzzese, L’Aquila è ancora una città ferita. Superata la fase dell’emergenza ora si pensa a ri-costruire, non solo gli edifici che il 6 aprile 2009 si sono sgretolati, ma anche il tessuto sociale di una città che fondava la propria economia sulla presenza di un importante polo universitario e sulla Scuola della Guardia di Finanza. In questo contesto è signi-ficativo il lavoro svolto dalla Figlie di Maria Ausilia-trice, il cui istituto ha subito gravi danni strutturali e che continuano la loro opera di apostolato, dopo un periodo passato in un camper, per condividere ed essere vicine alle sofferenze degli aquilani, da un appartamento di due stanze loro assegnato dal comune, da cui ogni giorno si muovono per raggiun-gere il “centro estivo”, che quest’anno accoglie fino a 200 ragazzi.

I ragazzi del Centro Estivo Per mesi le suore hanno vissuto la precarietà del

dopo terremoto, sono diventate “cuori che ascol-tano, confortano, sostengono il coraggio e la fede dei loro amici, delle donne provate, delle giovani e dei bambini, pur vivendo loro stesse l’insicurezza dell’oggi, l’incertezza del domani, la paura viscera-le di una terra instabile”. Oggi, aiutate dai volonta-ri sono diventate le amiche, maestre, compagne di giochi dei ragazzi che frequentano il centro estivo, ospitato in una nuova struttura, con tanto di campo di calcetto in erba sintetica, dono del Milan FC. Per accogliere e lavorare nella calura estiva con un così gran numero di giovani sono stati allestiti alcuni ga-zebi, per dare un riparo dal sole, e posate pedane di

legno (dono della nostra associazione) per evita-re di alzare polvere e terra.

Le suore sono presenti, ci ha detto suor Rita Francescangeli, anche per aiutare a tessere quella rete di relazioni che il terremoto ha disgregato. Tra i giovani, dopo il sisma, è aumentato il fenomeno dell’alcolismo. Di fronte a tanta devastazione diven-ta necessario raccogliere le macerie delle speranze distrutte e dell’imperante senso di abbandono.

Ora, più di tre anni fa, occorre essere presenza viva, perché L’Aquila ritorni a “spiccare il volo”.

Anna Zirilli

La Cappella del ‘700 distrutta dal terremoto

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Milioni di bambini e adolescenti vivono abbandonati per le strade delle principali città brasiliane, e in media quat-tro di essi sono assassinati ogni giorno, ma difficilmente si apre un’inchiesta. Nelle famigerate bidonville, i quartieri ghetto, si vive appena al di sopra del limite di sopravvivenza. Qui il crimine dilaga tra l’indifferenza generale, ma il crimine più grande è quello a danno dei bambini. In Brasile sono circa nove milioni i “figli della strada”, mentre due milioni sono i minori che si prostituiscono. Ma perché un bambino va nella strada? Perché per sopravvivere deve lavorare; si accontenta di fare qualsiasi lavoro oppure… ricorre al furto, alla prostituzione, alle rapine, alla dro-ga. Il suo comportamento diviene antisociale, risentito, diffidente. E la società si difende spesso uccidendolo: il piccolo delinquente di oggi sarà il grande delinquente di domani. I “ragazzi di strada” diventano così un problema che va risolto in maniera sbrigativa, definitiva, con poca spesa, se non con guadagno (vendita di organi). Solo negli ultimi 5 anni, secondo i dati della Commissione parlamentare di indagine sulla violenza contro i minori, sono stati oltre 20.000 i “meninos” assassinati dagli squadroni della morte. E non si considera anche un 10% di cadaveri di ragazzini scoperti ormai in fase di avanzata putrefazione.Violenza su bambini perpetrata dai “gruppi di sterminio” finanziati da commercianti e industriali, dai “gruppi di giustizieri” che controllano il traffico di droga, ma anche lo sfruttamento del lavoro minorile. I bambini segregati nei postriboli o costretti a lavorare nelle miniere per estrarre l’oro sono molto più numerosi dei bambini di strada, ma quelli non si vedono, non danno fastidio e la società “civile” tollera. Né sorte migliore hanno le bam-

bine che a 9-10 anni vengono prelevate dalle famiglie con la promessa di un posto di lavoro come cameriera in qualche ristorante per poi ritrovarsi proprietà di uomini senza scrupoli che le fanno prostituire. Dietro un bambino abbandonato c’è una famiglia abban-donata e una società che l’abbandona. E’ una società che si avvita su se stessa, un serpente che si morde la coda.Lo spazio dei bambini non deve essere la strada, ma la famiglia, la scuola, la comunità, sostenute dal governo che spesso e specialmente negli Stati del Nord-Est, è latitante… In un contesto di così alto degrado economico, sociale e morale, si inseriscono come piccole oasi nel deserto, i due Cantinhos di Marabà (nello stato del Parà) che le suore dorotee portano avanti con sacrifico e abnegazio-ne, senza nessun aiuto da parte delle istituzioni se non i contributi che riusciamo a inviare noi, ogni sei mesi, grazie alla vostra generosità e al vostro buon cuore. Nei due Centri vengono accolti i piccoli per sottrarli alla strada che, come una gigantesca piovra, è pronta ad avvinghiarli con i suoi malefici e molteplici tentacoli.“Nonostante tutto, se qualcuno si occupa di loro e riesce a strapparli alla strada - ci dicono le suore– mostrano il loro volto di bambini. Dovreste vedere i loro occhi quan-do ascoltano per l’ennesima volta la loro fiaba preferita: il brutto anatroccolo. In fondo è così che si sentono: ma sperano ancora di poter diventare uno splendido cigno”. Noi abbiamo preso l’impegno di dare una mano, per quanto ci è possibile, vista la crisi che imperversa anche da noi, perché questi due angoli di pace e serenità che ogni giorno accolgono oltre 250 bambini possano conti-nuare ad esistere.Per integrare il cibo necessario al nutrimento dei bam-

 

I bambini ammirano i giganteschi cavoli del loro orto I piccoli dei Cantinhos sfilano per le vie di Marabà

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bini, alcuni mesi fa suor Marlene aveva dato l’avvio alla coltivazzione di un piccolo orto intorno al Cantinho e ...

Dopo quasi 5 mesi, l’orto ha cominciato a dare i primi frutti; cavoli, erba cipollina, pomidoro…i segni di un lavoro di squadra, la squadra di tutti coloro che fanno il tifo per loro!

Nei due cantinhos si lavora alacremente per dare un sorriso e un futuro a tanti bambini.

In Primavera le suore e le volontarie hanno organiz-zato una manifestazione denominata “Un Grido per la Natura”, un evento per sensibilizzare le attività per la con-servazione della natura…”vogliamo acqua pura!...” questo gridavano i bimbi lungo le strade.

A testimonianza dell’impegno a 360 gradi del lavoro nei Canthinos, dove i bimbi non vengono solo accolti, vengono educati, sensibilizzati e responsabilizzati, per garantire loro un futuro migliore.

Riceviamo da padre Josè Valdir, incaricato dal Vescovo di Bragança, mons. Ferrando, di seguire il progetto del Vil-laggio della Gioia e nostro referente, la rassicurazione che i lavori per la costruzione delle casette procedono e che presto ci invieranno la documentazione fotografica relativa alle due abitazioni che stanno ultimando. Per problemi di spazio e di tempo non possiamo aspettare oltre per pub-blicarla in questo numero. Lo faremo con piacere e con l’entusiamo di sempre nel prossimo giornalino di Natale.

UCRAINA COME BRASILEI bambini che vivono nelle fogne di Kiev

E’ stata l’Ucraina ad ospitare quest’anno uno degli eventi calcistici più attesi e più seguiti: i Campionati Eu-ropei. Per questa vetrina sul mondo che le veniva offer-ta, ha tirato a lucido le vie del centro risplendenti dei 3 miliardi di euro spesi. Ma appena lasciato il centro della città di Kiev, ci si imbatte nell’altra dolorosa faccia della medaglia…

Qualcuno ha approfittato della presenza dei giornalisti e delle telecamere per protestare e far conoscere al mon-do intero che non è tutto oro quello che luccica. Mi riferi-sco alle femministe che contestavano, seminude, contro gli annunci a luci rosse che proponevano il corpo delle donne come merce di scambio… Sono state portate via in malo modo dalla polizia. Ma c’è di peggio…

Ciò che più fa scandalo sono i 160.000 bambini senza tetto, bambini di strada, che vivono a Kiev e che il governo ucraino ha cercato di rendere invisibili. Bambini abbando-nati che dormono di giorno nelle fogne e riemergono di notte per dedicarsi all’accattonaggio, alla micro criminalità e, purtroppo, per essere sfruttati dai criminali che gesti-scono la prostituzione infantile.

Bambini di strada, abbandonati dalla famiglia e dallo Stato. Bambini che nessuno vuole, che per anestetizzarsi dal freddo, dalla fame e dall’angoscia, sniffano colla tutto il giorno.

E pensare che tante coppie aspettano anni per ottene-re l’affido di un bambino tra mille ed estenuanti lungaggini burocratiche

Inaspettatamente, dolorosamente, come un pugno allo stomaco, come uno schiaffo assestato di sorpresa e con una violenza scioccante è stata sbattuta sotto gli occhi di tutti questa tristissima realtà che nessuno immaginava, che fino ad ora era stata relegata e demandata solo al Brasile e che sembrava impossibile potesse esistere anche nella “civilissima“ Europa.

Ora ci auguriamo che questa nostra Europa si dia da fare per risolvere il problema. Per trovare una soluzione giusta e onorevole. Per creare Centri idonei, nei quali ven-gano accolti questi bambini e rieducati con amore, con pazienza, con dolcezza, perché cicatrizzate le loro ferite, possano riacquistare fiducia nella vita e negli esseri umani che li hanno traditi. E’ già passato qualche mese ma, an-cora , non ci siamo imbattuti in nessuna notizia positiva che ci faccia ben sperare al riguardo.

Bambini che rovistano nella spazzatura

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“Quest’anno sono dieci an-ni che sono prete per grazia di Dio e devo dire che an-che in Camerun sono sempre contento di questa vocazione impegnativa ma davvero me-

ravigliosa. Sì… felice di essere prete di Gesù dall’alba al tramonto… e anche di notte!“ Chi parla è don Alessandro Alberti, un giovane missio-nario, che abbiamo avuto la gioia di conoscere questa estate durante un suo breve rientro in Italia. Ci ha colpiti per la sua fede sentita, per la gioia di donarsi ai fratelli, per la sua profonda umiltà e per aver condiviso con noi episodi di vita vissuta che quasi abbiamo avuto la sen-sazione di respirare l’aria del Camerun. Ci ha sottolineato i problemi più gravi che affliggono quel Paese, prima di tutto l’AIDS che miete tante vittime e la conseguente mancanza di cibo per i piccoli rimasti orfani di madre o che non possono nutrirsi del latte materno per non ri-manere contagiati. Problema che al-meno nelle due città dove si trovano le suore dorotee, Eseka e Matombe, da nove anni la nostra Associazione cerca di alleviare sostenendo la CAMPAGNA del LATTE che consente l’acquisto del latte in polvere per far fronte ai casi più gravi. Ci ha parlato del problema della malaria che spesso colpisce con tale virulenza da cagionare gravi conseguenze se non risultare per-fino letale quando non si ha la possibilità di acquistare le medicine appropriate che sono molto costose. Della carenza d’acqua potabile e del sacrificio che le donne compiono ogni giorno: camminare ore e ore sotto il sole cocente per riportare a casa un bidone d’acqua da usare per tutti gli usi domestici con grande parsimonia. Certo ci vorrebbero più pozzi e chissà che un giorno non potremo costruirne uno noi... Ci ha spiegato che non tutti i bambini possono andare a scuola perchè la scuola si paga e allora in famiglia si fa una scelta tra quale dei figli possa frequentarla mentre gli altri rimangono a svolgere i lavori dei campi. Ci ha parlato della semplicità di quella gente e della profondità della loro fede con gli occhi che gli brillavano di gioia e un grande desiderio di ritornare al più presto al suo villaggio...E’ stato così arricchente per noi che siamo certi di fare cosa gradita condividere con voi qualche suo scritto. Ognuno potrà trarre le riflessioni che vorrà... “Vorrei dirvi un po’ di questa mia vita missionaria in spi-rito di semplicità, raccontandovi qualcosa dell’ambiente in cui vivo e delle persone a cui siamo stati inviati per

condividere un pezzo di cammino sulla strada del Regno di Dio. La maggior parte delle persone si confessa in lingua Kapsiki e vi lascio immaginare la difficoltà per noi missio-nari. Anch’io mi butto e cerco di fare del mio meglio ma quando mi ritrovo fuori dalla chiesetta, magari sotto un albero (e il sole picchia!) a confessare e con una lunga fila di persone è davvero un’avventura! Praticamente capisco poco o niente di quello che la gente mi dice dei propri peccati anche se col tempo noto in me qualche progresso. Ho studiato bene la formula dell’assoluzione e qualche preghiera. Però mi accorgo come, in qualche maniera, il Perdono di Dio passa. Cerco di leggere in tutto la presenza di Dio e mi accorgo sempre più come il suo perdono è davvero un dono gratuito e immenso. Da parte mia cerco di sorridere sempre a tutte le per-sone che si accostano a me per la confessione e nel mio cuore prego che possano sperimentare in qualche

modo la Sua misericordia. E mi sembra che tutti vadano via molto contenti. Miracolo dell’amore di Dio!... Un’altra piccola cosa che capita nelle confessioni: tante persone (chi non è già a piedi nudi!) che si accostano per il sa-cramento si tolgono le loro povere ciabatte prima di ar-rivare dal prete. Mi sembra molto bello e significativo: di fronte alla presenza di Dio, come Mosè, si resta poveri,

umili… a piedi nudi! Un’immagine, questa dei piedi, che parla dei miei primi passi “in terra di missione”. La sera, prima di andare a letto, prendo un catino con un po’ d’acqua (e sapone) e prima di metterci dentro i miei piedi li guardo. Per me - ve lo confido - è quasi un momento di preghiera. Il profeta Isaia (non ricor-do il capitolo preciso) dice “come sono belli i piedi del messaggero di lieti annunzi, del messaggero di pace!”. Guardo i miei piedi già conciati male, e alla fine di una giornata africana in cui hanno calpestano chilometri di polvere, sono sporchi e mal ridotti che non vi dico! Ma forse sta lì la bellezza di cui parla Isaia: la bellezza di avere camminato davvero un’altra giornata... per Grazia di Dio; la bellezza di essere andato incontro alle perso-ne; la bellezza di essere salito su una montagna kapsiki o di avere marciato nel silenzio della notte sotto il cielo d’Africa; la bellezza di una vita che è certamente molto più dura di quella che vivevi al tuo paese, ma dove la missione, anche se a 5000 km di distanza, è quella di sempre: essere portatori e annunciatori di una gioia e di una pace che sono dono di Dio!” Don Alessandro Alberti

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Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno…Non c’è momento migliore di questo per essere felice…La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla… come se non ti vedesse nessuno. Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni…Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.

(Madre Teresa di Calcutta)

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Senza di voi non possiamo fare nulla! ( Don Bosco )

Carissimi soci e sostenitori, come è ormai consuetudine, nel numero di settembre pubblichiamo il Bilancio della nostra Associazione chiu-so al 31 dicembre dell’anno prima. Oltre che per motivi di trasparenza, lo facciamo per rendervi partecipi dell’utilizzo delle Vostre donazioni, che sommate alle entrate del 5 x mille ( doppie nello scorso anno, in quanto ci sono stati accreditati gli importi relativi agli anni 2007 e 2008) hanno fatto raggiungere alle casse della nostra Associazione la cifra record di 112.494,94 Euro.Le spese sostenute durante il 2011 sono come al solito riferibili soltanto alla tenuta del c/c, ad una assicu-razione obbligatoria, alla stampa e spedizione postale del giornale per un importo totale di 3.612,00 euro.La voce “Acquisto merci per le missioni” (Anticipo per l’acquisto della cucina per la Casa della Carità di Vau Dejes) deve addizionarsi alla voce “Attività istituzionali” per conoscere il totale elargito per i nostri progetti in Albania, Brasile e Camerun, complessivamente 53.615,67 Euro. Questo ha portato a chiudere il bilancio con un avanzo di cassa di 55.267,27 Euro, perchè erano già in pre-visione le spese da doversi effuttuare nei primissimi mesi del 2012 come il saldo totale della cucina, il com-pletamento della “Casa della Carità” di Vau Dejes, e la somma da inviare a Bragança per il prosieguo della costruzione del Villaggio della Gioia.Come potete notare, continuano a non esserci in bilancio costi del personale, né rimborsi spesa per qualsi-voglia attività, perché tutto ciò che viene svolto dai nostri soci, viene fatto a titolo del tutto gratuito, nella forma di esclusivo volontariato. Con la più profonda gratitudine e confidando sempre nel Vostro sostegno, indispensabile al prosieguo e alla realizzazione di altri progetti, Vi saluto cordialmente. Il presidente Francesca Barbuto Felici

Bilancio dell'Associazione al 31/12/2011

Stato PatrimonialeAttività Passività

Descrizione Importo Descrizione ImportoDepositi postali 85.643,42 Patrimonio netto 30.593,33Denaro in cassa 49,38 Debiti verso fornitori 0,00Conto Paypal 167,80Totale Disponibilità liquide 85.860,60 Totale passività 30.593,33Avanzo economico 0,00 55.267,27Totale a Pareggio 85.860,60 Totale a Pareggio 85.860,60

Rendiconto economicoProventi Oneri

Descrizione Importo Descrizione ImportoErogazioni liberali 95.858,13 Attività Istituzionale 52.376,00Quote associative 325,00 Acquisti beni x donazione 1239,67Erogazioni 5 per mille 16.265,03 Assicurazione 155,42Interessi attivi da precedenti 46,78 Giornale 2.550,00

Spese postali affrancatura 300,84Spese postali di c/c 63,41Imposta di bollo 180,00Iva su acquisti 362,33

Totale Proventi 112.494,94 Totale Oneri 57.227,67Avanzo economico 0,00 55.267,27Totale a Pareggio 112.494,94 Totale a Pareggio 112.494,94

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Alcune proposte:

Centrino lavorato a chiacchierinoe pergamena personalizzata

Sacchetto in raso con ciondolo swarovski e argento, pergamena personalizzata

Margherita con vespetta e pergamena personalizzata

Scegli di fare un atto d’amore per gli altri.Sarà come accogliere alla tua festaanche chi avrai deciso di aiutare!

Ass. Gianluca Felici Onlus

Per altre tipologie, dettagli e informazioni, consultare il nostro sito web: www.associazionegfelici.it oppure contattarci al numero - 347.3383267

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Deducibilità Fiscale

Ogni donazione a favore dell’Associazione “Gianluca Felici

– onlus” è deducibile dalla dichiarazione dei redditi

secondo le norme previste dalla legge. Per poter usufruire

di tali agevolazioni è necessario conservare la ricevuta

del versamento. Per le offerte tramite bonifico o carta di

credito l’estratto conto ha valore di ricevuta.

A proposito del 5 per milleRicordiamo a tutti gli amici e sostenitori che in fase

di denuncia dei redditi è possibile preferire la nostra

Associazione quale destinataria del 5 per mille accordan-

doci, così, la loro stima.

Il nostro grazie più sincero a quanti vorranno aderire a

questa iniziativa che non comporta alcun onere, ma dà

a noi la possibilità di portare avanti progetti in aiuto di

bambini, famiglie e persone in gravissima difficoltà.Per

esprimere la Vostra preferenza basta indicare il seguente

codice fiscale:

97133600581

A Voi non costa nulla, a noi consente di fare molto.

INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART: 13 DEL D.Lgs. N° 196/2003Informiamo i nostri sostenitori che i loro dati personali,

custoditi in archivi cartacei ed elettronici, saranno trat-

tati con la massima riservatezza, adottando tutte le

sicurezze previste dalla Legge, nel rispetto di quanto

disposto dal ‘Codice in materia di protezione dei dati

personali’ (D.Lgs. N° 196/2003). Verranno utilizzati

dall’Associazione Gianluca Felici – onlus esclusivamente ai

fini istituzionali e per la spedizione della rivista quadrimes-

trale in abbonamento. Ognuno può esercitare i diritti di

cui al DL 196/03 (correzione, integrazione, cancellazione,

etc.) in qualsiasi momento, rivolgendosi al Titolare del

trattamento dati dell’ Associazione Gianluca Felici – onlus,

via Matera 18, 00182 Roma.

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ASSOCIAZIONE GIANLUCA FELICI - ONLUS 15

Grazie di cuore a quanti hanno scelto le nostre bomboniere per trasformare in un atto d’a-more per gli altri i giorni più belli della loro vita: Il Battesimo di: Manuel Vanacore (Pompei)La Cresima di: Riccardo Scarafoni

La Prima Comunione di: Marco Alfonsi - Matteo Biancifiori - Alice Cilli - Margherita Elia - Salvatore Esposito (New Jersey) Aurora e Francesco Staro

La Laurea di: Sofia Nicolò - Roberta Seri Cibrielli

Le Nozze di: Max e Michela (Brescia)

IN MEMORIA DEI NOSTRI CARI - Tener vivo il loro ricordo con un’offerta in suffraggio.

Eleonora e Maria Rosa Lombardo In memoria di Domenica Lombardo

Condominio di Viale M. F. Nobiliore 50 Roma In memoria di Margherita Vernaglione

Carla, Liana, MariaPia, Resi, Simonetta e Teresa In ricordo di Felicita Meloni

Commentale Ida In ricordo di Luigi

Mosetti Maria In ricordo di Antonietto - Tina -

Antonio – Luigina

Un grazie immenso a quanti sostengono con l’adozione le Famiglie della diocesi di Sapa in grave difficoltà

Giovanna Baciucchi – Giuseppe Barbuto - Luciana Barbuto - Lucilla Battista - Maria Pia Bellomo - Isabella Biasini - Rita Camuzzi - Cesarina Fatello - Teresa Chirola - Antonino Contaldi - Francesco De Domenico - Anna Dionisi - Stefania Fatello - Gabriella Gobbo - Gruppo Fiorucci - Gruppo Missionario Tor de’ Cenci - Silvia Laruffa - Enzo Lauricella -

Eleonora e Maria Rosa Lombardo - Lella Malara - Maria Luisa D’Angelo - Loretta Moretti - Anna Moriconi - Umberto Nardi - Giampaolo Origlia - Fausto e Patrizia Paganelli - Renzo Panari - Felicita Peperoni - Luciana Perito - Marco Petracca - Clara Ponzo - Luigi Solarino - Flavia & Giulia Vidoni - Salvatore Zirilli

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16 ASSOCIAZIONE GIANLUCA FELICI - ONLUS

Direttore responsabile del Giornale: Dott. Alberto ColaiacomoPeriodico quadrimestrale gratuitoRedazione e Amministrazione: Roma – Via Matera, 18.

Finito di stampare il 10 settembre 2012 da Edizioni Grafiche Manfredi snc - Via G. Mazzoni, 39/A - 00166 Roma

Associazione

Gianluca

Felici

onlus

L’Associazione “Gianluca Felici - Onlus” nasce a Roma l’11 settembre 1996per realizzare il sogno che Gianluca aveva nel cuore: aiutare l’Albania.Vi era stato nel ’94 insieme ad alcuni compagni di classe e a due professori ed era rimasto sconvolto da tante sofferenze della gente, soprattutto dei bambini… “Io e i miei amici ci siamo vergognati di noi stessi: facciamo storie e ci lamentiamo se non abbiamo il motorino o la macchina. Là non hanno medicine, acqua, scuole;è prezioso anche il sale da cucina. Dobbiamo fare qualcosa, voglio tornare…”Ma due anni dopo il nostro Gianluca, per colpa di qualcuno che aveva troppa fretta, è stato vittima di un terribile incidente e, a soli vent’anni, è salito in Cielo. La sua eredità di gioia è diventata il nostro sogno più prezioso. Ora, dalla Casa del Padre, ci guida e ci sostiene per essere presenti dovunque ci sia un bambino che soffre, per cercare di trasformare il pianto in sorriso, il dolore in speranza.

L’Associazione “Gianluca Felici - Onlus” persegue le seguenti finalità:• Promozione e realizzazione di progetti di solidarietà sociale• Assistenza sociale e socio-sanitaria• Beneficenza e aiuti umanitari• Attuazione di iniziative socio-educative e culturali

Per un mondo amico dei bambini

È possibile sostenere le nostre attività tramite:Versamento su C.C. POSTALE n°92056001, intestato all’ASSOCIAZIONE “GIANLUCA FELICI” - ONLUSBonifico bancario Codice IBAN: IT 35 D 07601 03200 000092056001 Codice BIC: BPPIITRRXXXintestato all’ASSOCIAZIONE “GIANLUCA FELICI” – ONLUSAttenzione: l’importo è detraibile dalla dichiarazione dei redditi.

Sede c/o Istituto delle Suore Dorotee, Via Matera n°18, C.A.P 00182, Roma.Tel. 06.71586316 Fax 06.93380152E-mail: [email protected]

Sito: www.associazionegfelici.it