In-diffidenza, per me non esisti

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  • 8/6/2019 In-diffidenza, per me non esisti

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    IN-DIFFIDENZA,PER ME NON ESISTILaria, tremolante tra fumi e gas, resta immobile: il

    rossodel semaforo impone larresto, giusto quandola tentazione del giallo persuadeva quasi ad oltre-

    passare lostacolo.

    Un Guidatoreguarda sconsolato la scena, dal bor-

    do estremo dello specchietto laterale, cercando

    qualche compagno di sventure alla sua fiancata:

    prima a destra, poi dallaltra parte. Del resto , in-

    nanzi, non cera di che ammirare: sempre lo stesso

    spettacolo, come quello di una TV senzantenna.

    Grigio polvere plumbeo, misto a striature di sporco

    inspessito. Una sorta di visiera calata, di un vec-

    chio elmo arrugginito e trasandato.

    Come ci sono finito qua, a farmi trattare cos, per

    una miseria di spiccioli?, sembra dire quella me-

    desima espressione, replicata con varianti di colore

    come pop art, sui volti rimpiccioliti che s'intrave-

    dono, da un riflesso di specchietto all'altro. Altri

    Guidatori, proprio l, condividevano quell'ansia e

    quell'aspettativa.

    Pensieri evadono dai finestrini poco serrati: Si sa,

    semaforo metafora di vita!; Questo senso di pe-

    ricolo costante, di estraneitdalla societ: loro pa-

    droni di casa, noi nemmeno coinquilini; Vi piace

    assistere senza assistenza? Siamo avanzi

    dumanit: rifiutati, non raccolti, gli aiuti, e noi ab-

    bandonati nel sudiciume, come immondizia per

    strada.

    Poco lontano, ma a debita distanza, un gruppo di

    Lavavetri sbottava in nervose esternazioni di mal-

    contento: Ti hanno dato la promozione, dove vai,

    senn, senza fare carriera?; Io non vedo lora di

    andare in ferie!; Non so quale barca comprare:

    forse mi faccio il BMW nuovo; Quei Guidatori!

    Perch non se ne tornano nel loro Paese?

    Da qualche altra parte della citt, per un vicolo, un

    Guidatore incedeva a marcia bassa, con lo sguardo

    altalenanteda uno specchietto allaltro, per intuire

    la strada celata oltre il parabrezza. Inaspettata-

    mente, con la coda dellocchio vide un Lavavetri

    attraversava! Piant i freni, sterz di colpo, fragore:

    arrestandosi contro un cassonetto, evitando la rot-

    ta di collisione.

    Subito catapultato fuori dal mezzo, si avvicin alLavavetri, che gi straboccava insulti e urla: Hey!

    TU! Mi stavi mettendo sotto! Guarda che ti faccio

    pi nero di me, sai? Adesso chiamo la polizia, anzi,chiamo il mio avvocato! Di sicuro non avrai i do-

    cumenti in regole, eh, Guidatore, e mentre

    sbraitava roteava in aria il suo attrezzo da lavoro.

    Il Guidatore, accorato, quasi dondolava, non sa-

    pendo bene come avvicinarsi per aiutare e al tempo

    stesso non provocare lavversarsi delle minacce del

    Lavavetri: Mi scusi, Signor Lavavetri! Non volevo

    la prego, non chiami nessuno, mi rovinerebbe. Non

    ho molti soldi, ma potrei risarcire

    Risarcire? Sai quanto vale la mia vita? Non te lo

    puoi neanche immaginare, stupido Guidatore , e

    se ne andava gi, a passi furiosi e altezzosi.Il Guidatore, si ferm come a risolvere un opera-

    zione o un calcolo mentale. Aprendo bocca, il tono

    non era sussiegoso, bens quasi risentito: Be, Si-

    gnore se permette, vorrei dirle che comunque

    lavrei vista in tempo, se non fosse stato per lo

    sporco sul parabrezza. Come possiamo guidare

    noi, se voi Lavavetri non ci degnate di una ma-

    no. Ma quello, di spalle, sallontanava ancora.

    Il Guidatore, rassegnato, dopo una sbirciata preoc-

    cupata allo stato della macchina, apr lo sportello

    per risalire e sedersi al volante. Un suono scono-

    sciuto, come uno scroscio: acqua! Il Lavavetri, con

    un secchio, senza scomporsi troppo: Contento

    ora, Guidatore? Hai ragione, in fondo non mi costa

    nemmeno tanto Adesso sparisci! Mahche fai?!.

    Era il Guidatore slanciatosi su di lui: un abbraccio

    tanto stretto e vicino quanto la distanza che sem-

    pre avrebbe voluto fosse colmata

    Laria, tremolante tra fumi e gas, resta immobile: il

    rossodel semaforo impone larresto, giusto quando

    la tentazione del giallo persuadeva quasi ad oltre-

    passare lostacolo.

    Un guidatore guarda impaziente la scena: colpi di

    clacson allauto davanti e imprecazioni a destra e a

    manca, a qualunque venditore ambulante o men-

    dicante. Colpi di spazzolaa scoraggiare un lavave-

    tri che si avvicina con un sorriso, sincero. Il guida-

    tore, con la sua maschera di stress e superbia,

    sgomma subito e riprende la sua routinaria corsa

    inarrestabile sui ciechi binari del proprio egoismo.

    Il lavavetri, dietro, sotto il sole e in mezzo allo

    smog: Ciao amigo!, sorride imperterrito, dallasorgente dinesauribile sovrumana umilt.