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1 di don Sandro Carissimi, stiamo ormai giungendo al Santo Natale. Ho iniziato questo anno pastorale con grande entusiasmo perché il Papa ci ha invitati tutti ad approfondire la nostra fede. Ogni mercoledì Egli ci propone una interessante catechesi sulla fede, che vi invito a leggere. Di fronte alla situazione di "desertificazione spirituale", che la nostra società sta vivendo e che è frutto di una cultura di razionalismo e di superficialità, la "conversione personale" rappresenta l’unica strada per un cambiamento di mentalità. “Conversione” vuol dire proprio cambiare mentalità. Ciò è possibile quando si seguono dei testimoni, cioè delle persone che vivono un’esperienza di fede capace di rendere più lieta, più interessante e più umana anche la nostra vita. In parrocchia abbiamo proposto gli interventi di Mons. Patrizio Garascia. La prima relazione sul Senso Religioso, che si è tenuta nel mese di novembre, è stata molto ricca di spunti. La sua trascrizione é stata ripresa e meditata in due momenti successivi. Dopo questi primi incontri e il ritiro spirituale d’Avvento credo valga la pena fermarci un attimo, fare una piccola pausa e chiederci: - La nostra fede, la nostra certezza della Presenza di Cristo nella nostra vita, é cresciuta? - Il nostro amore a Cristo presente nelle circostanze quotidiane é divenuto più grande oppure sopportiamo le circostanze che ci tocca vivere? - Abbiamo colto l'occasione di camminare nella fede oppure l'Anno della Fede é diventato uno slogan poco incidente nella nostra vita? Siamo invitati a fare un esame di coscienza, a non perdere mai l'entusiasmo iniziale per abituarci ad una mediocrità, a non dire: "O Signore, non ho tempo". La parabola del seminatore mi viene in aiuto. Gesù racconta dei vari terreni in cui viene gettato il seme della Sua Parola e della Sua Presenza, del terreno roccioso e di quello in cui le erbacce soffocano il frutto del buon seme. Il primo terreno rappresenta il pericolo dell’incostanza, il secondo rappresenta l'attaccamento alle cose di questo mondo e le varie preoccupazioni della vita che soffocano il frutto. Forse ci ritroviamo a combattere contro queste difficoltà. Per questo motivo cerchiamo di partecipare con più assiduità alle proposte offerte dalla parrocchia a coltivare una amicizia che ci aiuti a seguire di più Gesù. Un giorno, mentre pensavo a queste cose, mi pareva che il Signore mi dicesse: "Tanta gente é buona, ma non mi ama, pone davanti a me sempre altro invece che seguirmi, perché dice che non ha mai tempo". Non so se é stata fantasia o realtà, ma certamente OGGI è il giorno in cui la nostra appartenenza a Gesù deve diventare più profonda, altrimenti le nostre giornate "rotolano" verso il non senso e quest' anno che ci dona la letizia della Fede rimane come arido e senza frutto. Gesù anche quest'anno non si è dimenticato di noi. Rinascendo in questo Natale ci ripete: "Non abbiate paura nella vita , io sono con voi". Colgo l'occasione per inviare a tutti la benedizione del Signore. IN COMUNIONE IN COMUNIONE Barlassina Barlassina “Anche in questo Natale, oggi, rinasco per te!” DICEMBRE 2012 DICEMBRE 2012

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di don Sandro

Carissimi,

stiamo ormai giungendo al Santo Natale.

Ho iniziato questo anno pastorale con grande

entusiasmo perché il Papa ci ha invitati tutti ad

approfondire la nostra fede. Ogni mercoledì Egli ci

propone una interessante catechesi sulla fede, che vi

invito a leggere. Di fronte alla situazione di

"desertificazione spirituale", che la nostra società sta

vivendo e che è frutto di una cultura di razionalismo e

di superficialità, la "conversione personale"

rappresenta l’unica strada per un cambiamento di

mentalità.

“Conversione” vuol dire proprio cambiare mentalità. Ciò

è possibile quando si seguono dei testimoni, cioè delle

persone che vivono un’esperienza di fede capace di

rendere più lieta, più interessante e più umana anche

la nostra vita.

In parrocchia abbiamo proposto gli interventi di Mons.

Patrizio Garascia. La prima relazione sul Senso

Religioso, che si è tenuta nel mese di novembre, è

stata molto ricca di spunti. La sua trascrizione é stata

ripresa e meditata in due momenti successivi.

Dopo questi primi incontri e il ritiro spirituale d’Avvento

credo valga la pena fermarci un attimo, fare una

piccola pausa e chiederci:

- La nostra fede, la nostra certezza della Presenza di

Cristo nella nostra vita, é cresciuta?

- Il nostro amore a Cristo presente nelle circostanze

quotidiane é divenuto più grande oppure sopportiamo

le circostanze che ci tocca vivere?

- Abbiamo colto l'occasione di camminare nella fede

oppure l'Anno della Fede é diventato uno slogan poco

incidente nella nostra vita?

Siamo invitati a fare un esame di coscienza, a non

perdere mai l'entusiasmo iniziale per abituarci ad una

mediocrità, a non dire: "O Signore, non ho tempo".

La parabola del seminatore mi viene in aiuto. Gesù

racconta dei vari terreni in cui viene gettato il seme

della Sua Parola e della Sua Presenza, del terreno

roccioso e di quello in cui le erbacce soffocano il frutto

del buon seme. Il primo terreno rappresenta il pericolo

dell’incostanza, il secondo rappresenta l'attaccamento

alle cose di questo mondo e le varie preoccupazioni

della vita che soffocano il frutto.

Forse ci ritroviamo a combattere contro queste

difficoltà. Per questo motivo cerchiamo di partecipare

con più assiduità alle proposte offerte dalla parrocchia

a coltivare una amicizia che ci aiuti a seguire di più

Gesù.

Un giorno, mentre pensavo a queste cose, mi pareva

che il Signore mi dicesse: "Tanta gente é buona, ma

non mi ama, pone davanti a me sempre altro invece

che seguirmi, perché dice che non ha mai tempo".

Non so se é stata fantasia o realtà, ma certamente

OGGI è il giorno in cui la nostra appartenenza a Gesù

deve diventare più profonda, altrimenti le nostre

giornate "rotolano" verso il non senso e quest' anno

che ci dona la letizia della Fede rimane come arido e

senza frutto.

Gesù anche quest'anno non si è dimenticato di noi.

Rinascendo in questo Natale ci ripete:

"Non abbiate paura nella vita , io sono con voi".

Colgo l'occasione per inviare a tutti la benedizione del

Signore.

IN COMUNIONEIN COMUNIONE

BarlassinaBarlassina “Anche in questo Natale, oggi, rinasco per te!”

DICEMBRE 2012DICEMBRE 2012

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Speciale Natale

Lo scrigno della memoria

Dio come l’uomo, l’uomo come Dio

di Antonietta Porro

Barlassina è un paese di artisti. Basta visitare le

nostre chiese, il nostro oratorio, le sedi delle istituzioni

più rappresentative del paese per trovare traccia dell'atti-

vità creativa di tanti nostri concittadini, che onorano an-

che in questo modo il nostro paese. Tra le tante espres-

sioni dell'arte tipiche della nostra zona spicca quella de-

gli 'artisti del legno', i quali sono spesso capaci di dar

voce a questa materia prima, rendendo esplicito ed evi-

dente a tutti ciò che spesso è già scritto nelle forme che

la natura vi ha impresso.

In casa mia c'è ancora una statuetta di legno, un

volto di Cristo, che ricordo di avere visto sempre, nella

camera da letto dei miei genitori. Stava lì, infatti, dai

giorni del loro matrimonio: era il dono di nozze degli uo-

mini di Azione Cattolica a mio padre. Su quel volto è

impresso il segno di una sofferenza struggente, con un

realismo così intenso che da bambina mi emozionavo

ogni volta che lo prendevo tra le mani, e ricordo di avere

più di una volta cullato tra le mie piccole braccia quel

Signore di legno, come a volerlo consolare e risollevare

da tanto dolore.

Quel volto di Cristo è stato scolpito dai fratelli

Legnani, come la mano di mio padre ha annotato sotto

la statuetta. Conversavo, qualche tempo fa, con il signor

Angelo Legnani e con sua moglie, la signora Clelia, che

mi raccontavano dell'attività che si svolgeva nel loro la-

boratorio, e in particolare di quello che faceva il padre di

Angelo, il signor Luigi, il quale era stato fra l'altro insigni-

to, in virtù dei suoi meriti nel campo dell'arte sacra,

dell'onorificenza vaticana del cavalierato di S.Silvestro:

molte sue opere si trovano, oltre che nella nostra parroc-

chia (si pensi, ad esempio, al pulpito ligneo che si trova

al Santuario), in altre chiese d'Italia e all'estero. Nei loro

racconti un particolare mi ha colpito in modo speciale: il

signor Luigi, trovandosi una volta a riprodurre la scena

della deposizione di Cristo dalla croce, per rappresenta-

re adeguatamente il figlio di Dio si pose di fronte allo

specchio e osservò i dettagli del proprio corpo, così da

imprimere i medesimi realistici dettagli nella scultura che

stava per realizzare.

Questo racconto mi ha suggerito una riflessione

sul senso del Natale che sta per arrivare: come ogni

anno, ricorderemo che Dio si fa uomo, diventa in tutto

simile all'uomo tranne che nel peccato. Il volto di Gesù

Bambino è in tutto simile a quello dei nostri bambini,

come il corpo di Cristo deposto dalla croce era modella-

to, nella scultura di Luigi Legnani, sul suo stesso corpo

di uomo.

Questo è il misterioso miracolo che ogni anno a

Natale noi contempliamo. Ma questo miracolo ha un'al-

tra faccia: se Dio diventa simile all'uomo, lo fa per poter

rendere l'uomo simile a sé, per riscattarlo dal peccato,

cioè il limite impresso nell'umanità fin dall'origine. Dio

diventa insomma come l'uomo e insieme l'uomo diventa

come Dio.

L'aveva inteso bene il signor Luigi: se voleva

vedere Dio doveva guardare se stesso. Se vogliamo

vedere il volto di Dio dobbiamo guardare quello dei no-

stri figli, dei nostri padri, dei nostri fratelli, persino quello

dei nostri nemici.

Non possiamo dimenticarcene, a Natale. Non

possiamo far prevalere su questo straordinario miracolo

il sentimentalismo commerciale che ci vorrebbe vendere

un Natale fatto di suoni, di luci e di un generico

'vogliamoci tutti bene'. Se è giusto volersi tutti bene,

questo è perché nel volto di chi ci è accanto si specchia

il volto di Dio.

Natale è il giorno in cui Dio si specchia nell'uo-

mo, perché l'uomo possa specchiarsi in Dio. L'umanità e

la divinità diventano una cosa sola. Ricordarsene per-

mette di guardare a sé stessi e ai propri fratelli in un al-

tro modo, con un altro rispetto, con un amore più auten-

tico e più intenso. E permette di comprendere quanto

straordinario sia il dono di Dio, che non solo si è spec-

chiato nell'uomo, ma lo ha fatto nell'uomo più piccolo,

più povero, più fragile, perché niente della nostra umani-

tà fosse esclusa dal suo abbraccio che salva.

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Racconto di Natale

Speciale Natale

Oh, come attendeva il sonno il piccolo Gelindo …! Era

nel sonno che arrivavano i sogni, i bei sogni, facendogli

rivivere i tempi in cui era un bimbo felice vicino alla

mamma! La risentiva cantare le belle ninne-nanne che lo

cullavano pian piano, risentiva sulle sue gote le tenere

carezze che lo sfioravano con dolcezza, rivedeva i suoi

fratellini, ed era come se fosse tornato a casa e la solitu-

dine non esisteva più. E poi, alla notte, non doveva te-

mere né il lupo che dava la caccia alle pecore, né il buio

che gli incuteva paura, né la collera del ‘pastore burbero’

pronto a rimproveralo con durezza per ogni piccola ma-

rachella.

Ma come era strana “questa” notte!

Il sonno tardava a venire, le pecore belavano impaurite

come se si sentissero in pericolo, perfino gli agnellini pur

stanchi per aver ruzzato tutto il giorno, erano restii ad

addormentarsi! Poi finalmente le palpebre si fecero pe-

santi, il respiro più lieve, ed ecco… il sogno… Il cielo

era punteggiato di stelle luminose come non mai, e una

più grande e splendente delle altre sembrava cadere

dall’alto lasciando dietro a sé una scia dorata… correva,

rotolava nel cielo, come se giocasse a rincorrere le altre

stelle… o volesse cadere sulla terra… Poi musiche arca-

ne, canti misteriosi e dolcissimi (molto più dolci delle

ninne-nanna della mamma) riempirono l’aria… e il picco-

lo Gelindo si sentiva felice… felice!

continua a pag.5

di Nonna Giuse

Qui attorno a me bambini, seduti, buoni…, dice la nonna

ai suoi amati nipotini, oggi vi racconterò la storia del pic-

colo Gelindo, pastorello del presepe.

Lui era un bimbo come voi, ma molto meno fortunato; i

suoi genitori molto poveri non avevano neppure potuto

fargli frequentare la piccola scuola del suo villaggio, mol-

to lontano da qui, chiamato Betlemme. Perciò il padre

aveva affidato Gelindo ad un pastore, molto burbero, e

di poche parole perché aiutandolo a custodire il gregge

si guadagnasse almeno il pane di ogni giorno. Gelindo

passava così tutto il giorno solo con le pecorelle, alle

quali aveva dato dei buffi nomi: la Tenerella, la Cicciotel-

la, la Capricciosa, la Disobbediente, la Mansueta, la Di-

spettosa. Aveva con sé anche un cane pastore dal pelo

scuro, chiamato Moretto, che lo aiutava a tenere unito il

piccolo gregge, difenderlo dagli animali predatori e a

ricondurlo sano e salvo alla grotta dove, insieme, passa-

vano la notte. I suoi giochi molto semplici consistevano

nell’imitare il verso degli animali, fischiettare, e suonare

un piccolo zufolo che lui stesso aveva costruito intaglian-

do un pezzo di legno.

La voglia di tenerezza che aveva nel suo cuoricino la

riversava sugli agnellini appena nati; li accarezzava, se li

metteva sulle spalle e, sotto lo sguardo attento di mam-

ma pecora che ormai si fidava del piccolo pastorello, si

divertiva a correre, con loro, nel prato. Erano questi i

momenti in cui dimenticava di essere solo, lontano da

casa, e il rimpianto mai sopito di avere dovuto lasciare la

mamma si faceva meno doloroso.

Poi, prima che facesse buio, con un fischio chiamava

Moretto, radunavano il gregge e si avviavano verso la

grotta che era il loro rifugio per la notte. Messe al sicuro

le pecore, finiva di sbocconcellare il pane e formaggio

che il ‘pastore burbero’ gli aveva dato al mattino, e av-

volgendosi nel suo logoro mantello si coricava sulla pa-

glia vicino a Moretto cercando un po’ di tepore.

Il grande segreto del piccolo Gelindo

Ovvero: Gesù ci viene a cercare, dovunque siamo

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Via Volta, 14 - 20824 Lazzate (MB) 02 / 96.72.95.38

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Speciale Natale

Racconto di Natale

continua da pag.3

Poi vide… Vide una capanna con un bue e un asinello… un papà… una mamma… un piccolo bimbo che dormiva ada-

giato sulla paglia, proprio come lui…; l’allegra stella giocherellona si era posata sulla capanna illuminandola a giorno

come se improvvisamente splendesse il sole. Che sogno meraviglioso… che pace… che felicità…!

Poi qualcuno lo scosse per svegliarlo… e per la prima volta il ‘pastore burbero’ gli sorrideva… sorrideva a lui piccolo

Gelindo, e porgendogli con dolcezza il pane e formaggio che dovevano bastare fino a sera, gli allungò quasi con timo-

re una carezza dicendo: “Povero Gelindo pastorello insonnolito, tu non sai quale notte di prodigio è stata questa!” E se

ne andò senza aggiungere altro.

Gelindo sfregandosi gli occhi si mise seduto e capì…capì che i canti misteriosi uditi nel sonno, forse, volevano dire,

pace, felicità, sorriso. Era stata la notte dei doni, la notte che aveva portato il Bambinello sulla terra, la notte che a lui

aveva portato la pace… e al ‘pastore burbero’ il sorriso…

Ma il pastore non più ‘burbero’, non sapeva, e nessuno avrebbe mai saputo che Gelindo, pur dormendo, aveva veduto!

Questo sarebbe stato il grande segreto che avrebbe custodito nel suo cuore per sempre.

Buon Natale! La redazione porge a tutti i migliori auguri di Buone Feste

«Un bambino è nato per noi». Anche nel nostro tempo, così appesantito da colpe e da miserie, nasce un bambino che realizza la nostra redenzione. La mia vita dipende adesso unicamente dal fatto che questo bambino è nato, che questo figlio ci è dato, che questo discendente di uomini, che questo Figlio di Dio mi appartiene, dal fatto che lo conosco, ce l’ho, lo amo, dal fatto che sono suo e che egli è mio» (Dietrich Bonhöffer)

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Speciale Natale

Un aiuto per la Birmania

Avvento di Carità

a cura del Gruppo Missionario

Come ogni anno durante l’Avvento viene proposto un

gesto di Carità a favore di comunità in terra di missione.

Quest’anno, insieme a Don Sandro e al Consiglio Pasto-

rale, si è deciso di sostenere dei progetti in Birmania,

proprio nei luoghi dove aveva operato il nostro concitta-

dino, missionario del PIME, padre Luigi Galbusera.

Si tratta di progetti portati avanti dalle Suore della Ripa-

razione, che per tanti anni hanno collaborato appunto

con Padre Galbusera e ne conservano un affettuoso e

grato ricordo.

I progetti riguardano tre realtà:

- la prima è la casa di riposo di Doungankha dove le

suore intendono fare coltivare un appezzamento di terre-

no a persone del luogo per incentivare la capacità lavo-

rativa ed offrire dignità e serenità alle famiglie e consi-

ste nella fornitura di arnesi da lavoro (vanga, zappa …),

sacchi di riso da semina e sementi varie

- la seconda è il Dispensario di Htithasaw che è punto di

riferimento del villaggio per la gente che soffre di malaria

e consiste nella fornitura di disinfettanti, antibiotici, far-

maci antimalarici, garze e bende per l’ambulatorio gesti-

to dalle suore

- la terza è il Convento di Sant’Antonio a Taungngu dove

le suore educano e aiutano i bambini orfani della zona e

consiste nella fornitura di kit igienici comprendenti sapo-

ne ed asciugamano, spazzolino e dentifricio, shampoo e

bagnoschiuma, biancheria intima.

Nel desiderio di coinvolgere l’intera comunità, chiedere-

mo ai bambini di aiutarci in particolare a sostenere i loro

“fratellini” orfani; ad adolescenti e giovani di sostenere il

dispensario e alla comunità adulta, attraverso la raccolta

che si farà il 23 dicembre con i salvadanai alle porte del-

la chiesa, di contribuire al sostegno alla casa di riposo.

Tutti insieme, pur con il poco che potremo dare in que-

sto periodo di difficoltà anche della nostra Italia, riuscire-

mo a fare molto per i nostri amici birmani e, siamo certi,

anche per la nostra comunità, che avrà un’occasione in

più per crescere unita nella Carità.

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Vita in Parrocchia

Catechesi: insieme in cammino

Cammino adulti

Ritiro di Avvento: Cristo ti ama

di Paola Visconti

Domenica 25 novembre abbiamo vissuto in parrocchia il

momento di ritiro d’Avvento per adulti.

Prima dell’adorazione personale e del momento di

scambio di riflessioni comunitario, don Sandro ci ha for-

nito alcune piste di riflessione:

- Cristo dice a ciascuno di noi: TU VALI, IO TI AMO.

E’ questa la novità che l’Incarnazione, che celebriamo

nel Natale, ha portato nel mondo

- se questa è la novità del Cristianesimo la coscienza di

essere di Cristo è la sola nostra forza; la nostra forza è

una dipendenza da un Altro.

Per la cultura di oggi è problematico ammettere una di-

pendenza, ma se l’uomo è onesto con sé stesso deve

ammettere di essere dipendente e come cristiani questa

dipendenza è da Dio

- se Dio si è incarnato vuol dire che lo posso trovare in

ogni circostanza della vita, perché ha abbracciato la vita

dell’uomo e quindi per poter crescere nella Fede è ne-

cessario guardare le circostanze che ci capitano nella

certezza che sono tutte per un bene perché sono tutte

passi di un cammino, nella convinzione che quello che

succede è il meglio per noi. Non dobbiamo aver paura

delle prove, ma della nostra immaturità ad affrontarle

- per poter crescere nella Fede così sono necessarie in

particolare due cose: seguire i Santi, i testimoni,

un’autorità (da “augere” = chi ti fa crescere), perché i

maestri sono coloro che ti aiutano a vivere la tua strada

passando attraverso tutte le circostanze, non evitandole.

In secondo luogo è necessario imparare a far silenzio e

a pregare, non nel senso di dire delle preghiere, ma sta-

re davanti al Mistero di Dio.

Potremmo dire che non dobbiamo pregare, ma “essere

preghiera”.

Certamente questi spunti ci accompagneranno per tutto

il cammino di Avvento, ma anche oltre, per cercare di

vivere al meglio l’Anno della Fede che stiamo celebran-

do.

di Valter Galimberti

Sabato 10 novembre presso la sala proiezioni

dell’oratorio si è tenuto l’incontro previsto per commenta-

re e condividere insieme l’intervento del Vicario Padre

Patrizio.

Per esigenze di tempo il discorso è stato diviso in due

parti e sabato ne è stata analizzata la prima relativa alle

domande: come sto io in questo momento rispetto alla

fede? Qual è la mia situazione oggi?

All’incontro hanno partecipato diversi parrocchiani che,

attaverso la guida di Don Sandro, hanno cercato, attra-

verso le proprie esperienze, di aiutarsi a capire intanto il

caso serio della vita e poi qual è il sentiero che il singo-

lo sta percorrendo ed a che punto è alla luce della no-

stra fede cristiana.

Don Sandro ha cominciato l’incontro con alcune rifles-

sioni personali:

la situazione dei cristiani in Nigeria dove contrariamente

a quanto si può pensare la nostra fede è in crescita no-

nostante i continui attentati ed intimidazioni (pensiamo

che circa 200 giovani stanno percorrendo la strada ver-

so il sacerdozio)

La necessità durante questo percorso di ritrovare

l’entusiasmo e lo stupore di quando eravamo tutti più

giovani ovviamente adattandolo alla nuova situazione.

In un processo di conversione è necessario seguire

qualcuno che ci faccia da guida, un esempio, da soli è

praticamente impossibile; di conseguenza bisogna stare

attenti ad ogni incontro che si fa perché può essere

quello giusto.

In questo processo di conversione è indispensabile tira-

re fuori tutto quello che uno ha dentro.

Dopo questa introduzione si è passati alla lettura della

prima parte dell’intervento, ampiamente commentata da

Don Sandro, durante la quale si sono susseguiti nume-

rosi interventi da parte dei presenti che hanno cercato

di rispondere alle due domande iniziali raccontando av-

venimenti della propria vita ai quali Don Sandro ha ri-

sposto inquadrandoli all’interno della vita nella fede.

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Il Dio vicino

Ritiro Avvento Pre-Adolescenti Vita in Parrocchia

A cura degli Educatori Pre-Ado

I nostri ragazzi di 2° e 3° media domenica 25 novembre

hanno avuto la possibilità di ascoltare, meditare e ap-

profondire il significato del periodo di Avvento che stia-

mo vivendo, cioè dell’attesa di un DIO che si fa vera-

mente vicino, che vuole camminare accanto a noi e con-

dividere in tutto la nostra esperienza di vita.

A Copreno don Andrea e gli educatori hanno esortato i

nostri ragazzi e i loro coetanei dell’unità pastorale giova-

nile Barlassina-Lentate a vivere questo tempo di attesa

del SIGNORE GESU’ in modo diverso, più attento, cer-

cando di capire ciò in cui vale la pena di impegnarsi e le

grandi realtà positive in cui sono inseriti quotidianamen-

te.

Partendo dalla Parola di Dio, è stata portata alla loro

attenzione la profonda e vera fede del vecchio SIMEO-

NE, che ha atteso la venuta del MESSIA promesso per

tutta la vita, impostandola senza incertezze su questa

grande promessa di DIO. La sua fede incrollabile è stata

premiata da DIO, che gli ha dato la possibilità di prende-

re in braccio il bambino GESU’ e che ha fatto scaturire

dalle sue labbra e dal suo cuore la meravigliosa pre-

ghiera di lode e di ringraziamento che la CHIESA ci invi-

ta ogni sera ad innalzare a DIO nelle preghiere di Com-

pieta.

I nostri ragazzi sono stati sollecitati a mirare in alto, mol-

to in alto, a non accontentarsi delle cose materiali, come

i regali, pur belli, ma non indispensabili, che non esauri-

scono il nostro desiderio di vera felicità, ma a chiedere

incessantemente al SIGNORE GESU’ ciò che veramen-

te conta nella vita, cioè la forza di vivere valori autentici,

idee chiare su ciò che è bene e ciò che è male, la gioia

di indirizzare la vita secondo criteri chiaramente evange-

lici come l’aiuto reciproco, la condivisione, il perdono, la

preghiera: insomma nel saper amare. E’ stato approfon-

dito con loro il grande valore della famiglia e degli affetti

familiari.

Si è insistito sulla fedeltà da avere nei riguardi dei valori

che stanno vivendo come l’impegno scolastico e

l’esperienza dell’amicizia.

E’ stata portata alla loro attenzione la vita di grandi testi-

moni come Madre Teresa di Calcutta, San Francesco,

Giovanni Paolo II che hanno lasciato un segno indelebi-

le del loro passaggio in mezzo a noi. I ragazzi sono stati

esortati a non cessare mai di allenarsi quotidianamente

nella realizzazione di cose concrete e nella vita di fede.

Per questo hanno avuto la possibilità di vivere un mo-

mento di silenzio e di preghiera aiutati dal seminarista

Matteo, che li ha invitati a far riferimento in tutto al SI-

GNORE GESU’, in modo particolare nei momenti di

dubbio, di scoraggiamento e di fatica, perché solo LUI,

che attendiamo con gioia, ci tende sempre la sua mano

onnipotente. Lui solo conosce fino in fondo le nostre

necessità e il nostro cuore. Se il nostro cuore si aprirà al

suo messaggio che ci rende veramente liberi, come LUI

ci ha indicato, conosceremo la VERITA’, perché la verità

è LUI, il SIGNORE GESU’!

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Vita in Parrocchia

Ricordo di Suor Geltrude Galli

Una vita per il Signore e per il prossimo

di Pina Galli

La sua vocazione, suora di S. Giovanna Antida, è durata

settant’anni di vita religiosa.

In questo lungo periodo di vita consacrata la preghiera,

che scaturiva da un grande Amore al Signore, la soste-

neva nell’amare il prossimo. Noi - parenti, amici, nipoti,

cugini, amici – che abbiamo avuto la possibilità di cono-

scerla attraverso gli incontri con lei e i suoi scritti, pur

convinti che i suoi novanta anni sono stati tutti spesi per

il Paradiso, siamo addolorati per questa separazione. Ci

consola averla qui nel nostro cimitero. La sua eredità: la

preghiera, la bontà, la cordialità, la capacità di ascoltare,

l’umiltà, l’umanità … un grande insegnamento per amare

il Signore. La sua testimonianza ci accompagni nel no-

stro cammino di fede. Il suo ricordo rimanga sempre vivo

tra noi come un faro di luce verso il Paradiso.

Così l’hanno ricordata gli amici

della Casa di Aiuto alla Vita di Lecco

E’ tornata alla casa del Padre Ernestina Galli (suor Gel-

trude). Nata a Barlassina il 23 luglio 1922, è entrata

nell’Istituto delle Suore della Carità di S. Giovanna Anti-

da il 5 marzo 1942. Dopo il periodo canonico del Novi-

ziato e dopo aver conseguito il diploma dell’Istituto Magi-

strale, ha insegnato per parecchi anni a Gorgonzola,

all’Istituto “Maria Immacolata”. Nel 1965 è stata chiamata

a Brescia come Maestra delle Novizie e in seguito come

Maestra delle Suore Juniores. Dopo essere stata Supe-

riora Provinciale, finalmente, nel 1988, ha avuto la gioia

di vivere in prima persona quel servizio diretto ai poveri

che, come diceva lei, ne aveva tanto parlato alle giovani,

ma mai praticato direttamente: prima nella Casa di Pron-

ta Accoglienza di Milano, poi a Lecco nella Casa di Aiuto

alla Vita.

Tutte le persone che l’hanno conosciuta ricordano e par-

lano del suo grande cuore aperto a tutti. A Erba, il suo

desiderio di servire i poveri l’ha spinta a rendersi ancora

utile presso il Centro Parrocchiale “Caritas” come volon

taria, dove è stata molto amata ed apprezzata per la sua

bontà e disponibilità.

Grazie, suor Geltrude!

Di seguito la lettera scritta a Geltrude

dai Volontari del Centro di Ascolto di Erba

Cara suor Geltrude,

desideriamo con tutto il cuore ringraziarTi per l’esempio

e gli insegnamenti preziosi che ci hai donato.

Ringraziamo Dio per averTi incontrata e di averTi avuta

come “Maestra”, per gli insegnamenti ricevuti, per il tuo

essere sempre presente, disponibile, con aiuto concreto,

con parole di conforto espresse con amore alle persone

incontrate. Ci ringraziavi perché con il nostro servizio Ti

avevamo insegnato tanto!!! Al contrario Tu ci hai inse-

gnato tanto e di questo Ti siamo per sempre grati. Con-

serviamo con amore i tuoi scritti, ci rincuoravi nei mo-

menti tristi della nostra vita, ci spronavi nello sconforto

dicendoci che avevamo il cuore intriso d’amore, di gene-

rosità e di bontà. Questo è un pensiero che non avrem-

mo mai voluto scrivere, ma avremmo voluto esserti vicini

per festeggiare i tuoi 90 anni, ma non è stato possibile.

Vogliamo essere felici e festeggiare con Te ora che sei

vicina al tuo Dio, immersa nella Sua luce eterna e tra le

tenere braccia della Madonna. Grazie con infinito e tene-

ro amore.

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Vita in parrocchia

Una consuetudine del cuore

Colletta alimentare

di Gianandrea Maggio

Don Luigi Giussani spiegava che quasi tutti, di fronte ad una persona in difficoltà, provano un moto di carità, uno slan-

cio immediato di aiuto. Il problema è fare in modo che questo slancio non sia episodico, ma divenga educazione, con-

suetudine.

La Colletta Nazionale del Banco Alimentare è una consuetudine che da 16 anni dimostra che il cuore dell’uomo va

oltre alle proprie idee, carismi e ideologie.

Anche quest’anno Barlassina, come gli anni scorsi, ha dato tanto sia in termini di donazione sia in termini di volontari,

che per tutta la giornata di sabato 24 novembre si sono alternati nei nostri supermercati per rendere vivo e reale que-

sto gesto. A livello locale sono state raccolte circa 3.000 kg di alimenti, mentre a livello nazionale la raccolta, nonostan-

te la crisi, ha mantenuto il dato dell’anno scorso con una raccolta di circa 9.600.000 kg.

Sono tante le istantanee della giornata della Colletta: i nuovi e vecchi amici che si alternano nei turni, i ragazzi delle

medie e delle superiori che con il loro entusiasmo la rendono vivace, i sorrisi delle persone che, nonostante siano co-

scienti delle difficoltà di far quadrare i conti in questi tempi, donano parte della loro spesa. Ci sono poi gli sguardi pieni

di umanità e tristezza, ma comunque sempre fieri, di chi vorrebbe donare, ma non può farlo e anche gli sguardi di bia-

simo di chi non vuole donare perché pensa che non sia giusto per mille e mille motivi.

Sono istantanee di un’Italia che si unisce per non lasciare dietro nessuno e Barlassina, come ogni anno, è fiera di far

parte di questa Italia.

Anche quest’anno abbiamo messo in moto la libertà del nostro cuore, sicuri che la chiave di tutto questo sia sempre la

vicinanza e la presenza di Cristo nei nostri cuori.

La Colletta ci sarà anche il prossimo anno, ma non ho dubbi che tutti noi saremo capaci di farla rivivere quotidiana-

mente proprio perché, come scritto all’inizio, questo slancio è diventato una consuetudine per il nostro cuore.

Grazie per quanto avete fatto e donato

Nuova proposta: Raccolta parrocchiale mensile alimenti

Da Gennaio — con cadenza mensile — sarà attivata in parrocchia una raccolta di alimenti da ridistribuire alle fami-

glie indigenti di Barlassina. Attualmente la parrocchia, tramite l’opera della San Vincenzo e della rete Banco Alimen-

tare a cui si appoggia per questo gesto, distribuisce mensilmente il pacco degli alimenti a circa 80 famiglie.

La crisi economica incomincia a farsi sentire in modo deciso anche nel nostro paese, tanto che il numero dei pacchi

che vengono consegnati ogni mese è salito molto rapidamente negli ultimi due anni.

Ci sarà quindi la possibilità una volta al mese, prima e dopo le messe del fine settimana, di donare alcuni prodotti,

che saranno segnalati di volta in volta con due modalità: la prima è quella di decidere di mese in mese se partecipa-

re al gesto secondo le proprie possibilità, la seconda prendendosi un impegno costante e continuativo per donare

una volta al mese durante l’anno il prodotto scelto tra quelli che verranno proposti.

Seguiranno prossimamente più dettagliate informazioni sui prodotti necessari e sulle modalità di partecipazione.

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Bolu: soffrire con dignità

Dall’India ci scrivono

di Suor Bertilla

Fu una domenica particolare, la tredicesima dell’anno

liturgico. Rientrando dalla Messa domenicale celebrata

in parrocchia, a dieci minuti di strada dal nostro lebbro-

sario, trovammo un’ambulanza (una specie di furgone

porta-materiale) ad aspettarci all’entrata della nostra

struttura.

C’erano anche tre poliziotti. Noi, colte di sorpresa, chie-

demmo subito cosa fosse accaduto. Ebbene: un agente

si avvicinò e ci disse: “Abbiamo trovato un lebbroso sul

marciapiede di una strada di Mumbai e abbiamo pensa-

to di portarlo qui”. Non appena aprimmo il furgone, feci

un passo indietro istintivamente, tanto era il cattivo odo-

re che fuoriusciva. Sdraiato su un lenzuolo di plastica

lurido, unto e bisunto, stava Bolu, un uomo avvolto in

pochi stracci altrettanti sudici. Trasferimmo il povero am-

malato sulla nostra lettiga. Non è facile descrivere la

gravità delle sue condizioni: era semisvenuto, col corpo

ricoperto di piaghe. Subito prestammo il primo soccorso:

spugnatura, infusione endovenosa e iniezione via paren-

tale, ….

Bolu era il dono che il Signore ci aveva fatto in quella

domenica, l’occasione di mettere in pratica il Vangelo da

poco letto e meditato (Mc 5, 21-43). Come Gesù aveva

abbandonato la folla per seguire il padre della bambina

morente per guarirla, anche noi non potevamo rimanere

indifferenti di fronte a tale sofferenza.

Missioni

Abbiamo cercato di imitarLo, cioè di fare tutto il possibile

per guarire il nostro prossimo. Dopo che medicammo

per bene quelle piaghe estese, profonde, puzzolenti e

necrotiche, Bolu si risvegliò. Fu allora che venimmo a

conoscenza della sua ulteriore semi-cecità.

Di Bolu non abbiamo mai potuto avere nemmeno un

identikit; nemmeno la polizia aveva informazioni sul suo

conto. Tutto ciò che si conosceva erano il suo nome e il

luogo putrido dove era stato trovato, riverso agonizzante

sul ciglio di una strada. Nel giro di pochi giorni Bolu peg-

giorò irreversibilmente e, nonostante le nostre cure ed

attenzioni, non ce la fece. Il pover’uomo morì senza rive-

lare nulla né della sua vita né della sua provenienza.

Sicuramente ha raggiunto la sua meta, il Cielo, perché

ha saputo soffrire in silenzio, con pazienza, serenità e

dignità.

Rinnovo adozioni India

E’ possibile rinnovare le adozioni a distanza dei bambini

dell’India.

Per info rivolgersi a Don Dante, via Assunzione 7

tel. 0362/566086

Pubblichiamo di seguito una lettera che Suor Bertilla, una delle suore a cui facciamo riferimento per le adozioni a distanza in India, ha scritto un po’ di tempo fa a Don Dante. Alle soglie del Natale questo breve scritto è la testimonianza più vera che l’Incarnazione è viva e reale negli ultimi e in chi spende tutta la sua vita al loro servizio, riconoscendo nel loro volto quello di Gesù

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FilialiFiliali Milano, Arese (Mi), Lainate (Co), Rovello Porro (Co), Saronno (Va), Caronno P.lla(Va), Milano, Arese (Mi), Lainate (Co), Rovello Porro (Co), Saronno (Va), Caronno P.lla(Va),

Misinto (Mb), Cogliate (Mb), Lentate s/S (Mb), Meda (Mb), Seveso (Mb), Misinto (Mb), Cogliate (Mb), Lentate s/S (Mb), Meda (Mb), Seveso (Mb),

Cesano Maderno (Mb), Bovisio Masciago (Mb)Cesano Maderno (Mb), Bovisio Masciago (Mb)

Sede Centrale: Barlassina (Mb) Sede Centrale: Barlassina (Mb) -- Via C. Colombo 1/3Via C. Colombo 1/3

Tel. 0362 / 5771.1 Tel. 0362 / 5771.1 -- Fax 0362 / 564276 Fax 0362 / 564276 -- Mail: [email protected]: [email protected]

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Lo sviluppo nasce dall’Io

Incontro con Stefania Famlonga

di M. Cristina Arienti

Siamo a Quito, a 3mila metri di quota, nelle invasiones, i

quartieri marginali della capitale. Quelli più popolosi e

informali privi di servizi, come acqua, fognature, strade

asfaltate.

Stefania, barlassinese, occhi azzurrissimi, risata che

squilla, un velo di lentiggini sotto i riccioli rossi, è una

Memor Domini (associazione di laici consacrati-n.d.r.). È

a Quito dal 2003, «prima stavo in Romania». Lavora per

Avsi (una ONG italiana impegnata nella cooperazione

allo sviluppo – n.d.r.) dal 2004. Racconta la sua storia in

un’aula del nostro Oratorio piena di adulti e ragazzi. “ Da

giovane ho frequentato questo Oratorio come voi, e qui

ho incontrato Gesù ed è cresciuto il desiderio di condivi-

dere con tutti la bellezza della vita con Lui.” Nel

2003 parte con due amiche per rispondere a una

richiesta della Conferenza Episcopale Equadoriana,

quella di assumere degli incarichi in un progetto

educativo di carattere nazionale. Questo progetto do-

po poco si blocca, e con i responsabili di Avsi

decidono di iniziare il sostegno a distanza.

“Decidemmo di iniziare a Quito, e a Quito iniziammo da

zero, non c’era nulla, quindi avevo bisogno di una perso-

na con cui lavorare; delle suore italiane che lavoravano

lì da diversi anni mi presentarono una donna di nome

Amparito. Non avevamo niente all’inizio, perché non

c’era un ufficio, non c’era niente. Per cui ci trovavamo la

mattina, sul marciapiede vicino a casa sua, per divi-

derci i bambini, perché bisognava andare a visi-

tare tutti i bambini, conoscerli, visitare le loro case, le

loro storie, le loro famiglie, e all’inizio erano trecento,

per cui in quattro o cinque mesi insieme abbiamo visitato

tutti questi bambini e conosciuto le loro storie.

Così, incontrandoci al mattino, sul marciapie-

de, e ritrovandoci nel pomeriggio, raccontandoci

quello che avevamo trovato, quello che avevamo incon-

trato, sono nati i progetti educativi, messi a fuoco sul

campo, non sui manuali dello sviluppo.“ Qui, per esem-

pio, ha iniziato ad andare casa per casa a conoscere le

famiglie.

Missioni

Accompagnano i genitori - madri, soprattutto, e spesso

sole - nel lavoro più difficile: educare. Riunioni. Incontri.

Momenti di convivenza in cui si affrontano i problemi

pratici: la scuola, l’alimentazione... È iniziato così. Qual-

che mamma si è coinvolta. Molte hanno aperto le porte.

Ora vuol dire quasi ottocento bambini e ragazzi assistiti

in modi diversi, perché assieme all’asilo ha appena a-

perto un centro giovanile. Stefania racconta del legame

con alcuni di questi ragazzi, tutti con storie drammatiche

alla spalle, del rapporto che è un inizio di vita nuova. Poi

c’è la quarantina di persone che l’aiutano al lavoro, tra

educatori e impiegati. Quasi tutte della zona e tutte im-

pegnate in una rete di rapporti fissata a un gancio solido:

“Ci vediamo ogni lunedì a giudicare insieme il lavoro”,

dice Stefania. E racconta di Kathy, una sua collaboratri-

ce, che dice così di questo incontro settimanale: «Me

mantiene despierta»- mi mantiene sveglia … Stefania

racconta di una grande commozione per tutto ciò che ha

visto crescere in lei e intorno a lei in questi anni, qualco-

sa di grande e molto al di là delle sue aspettative e della

somma dei tentativi fatti. Sottolinea: “Non basta togliere

la persona dalla favela, occorre togliere la favela dalla

persona. Lo sviluppo nasce dall’io. Si può vivere per

molti anni facendo questo lavoro, il lavoro che faccio,

come pensando che tutto si risolva in un dare o in un

fare, e invece è tutt’altra cosa: fermarsi e stare a guarda-

re, e sorprendersi e commuoversi per ciò che Dio, attra-

verso e in mezzo alle nostre povere vite, opera ogni

giorno.”

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Se vuoi collaborare o diventare uno dei sostenitori del giornale di vita

parrocchiale “In Comunione”, puoi farlo nei seguenti modi:

Invia una e-mail all’indirizzo: [email protected]

Telefona direttamente al numero: 0362 / 566.750

DONAZIONI 2012 DONAZIONI 2012

Barlassina Barlassina

2 Dicembre2 Dicembre

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a cura del Gruppo Missionario

Sabato 27 ottobre, ore 17.30: ci ritroviamo, una quindici-

na di persone, in oratorio, per poi andare a Milano e par-

tecipare alla Veglia Missionaria insieme, a tanta altra

gente da tutta la Diocesi.

Tra di noi ci sono anche alcuni adolescenti, e la loro pre-

senza ci fa particolarmente piacere, perché a volte si

pensa che la Missione sia il “pallino” di pochi, solitamen-

te non proprio giovani, che si danno più o meno da fare

per aiutare i paesi poveri, anziché essere l’elemento

costitutivo di ogni comunità, fondata sul mandato di Ge-

sù: “Andate in tutto il mondo”.

L’appuntamento è presso la Parrocchia dei SS. Apostoli

e S.Nazaro Maggiore, dove inizia la Veglia per le zone 3

e 5 della Diocesi, mentre in altre due chiese si riunisco-

no i fedeli delle altre zone.

Da qui, dopo l’ascolto delle letture, i canti e la testimo-

nianza di un ragazzo africano emigrato, che a Milano ha

incontrato la fede e ricevuto il battesimo lo scorso anno,

ci incamminiamo alla volta del Duomo.

E’ bello questo camminare insieme, questo “invadere” le

strade della città, perché rende proprio bene il senso

della Missione.

In Duomo ci aspetta Mons. Delpini, Vicario generale del-

la nostra diocesi, per la conclusione della Veglia e la

consegna del mandato missionario e del crocifisso ai

consacrati e ai laici in partenza per la missione in diver-

se parti del mondo.

Monsignor Delpini ci regala una splendida omelia, in cui

sottolinea che per fare gesti grandi ed importanti, come

Veglia missionaria

quelli che tutti i missionari compiono ogni giorno, non ci

vogliono doti particolari, occorre solo avere fede.

«Io non amo le storie che finiscono con una domanda,

ma quelle che finiscono con una decisone, come quelle

che sta sera ci hanno qui radunato – dice - La prontezza

del rendere ragione della speranza, la beatitudine di sof-

frire qualcosa per la giustizia, la persuasione che è me-

glio soffrire operando il bene, non è frutto di un carattere

forte, non è la dote di qualche eroe immaginario, non è

l'atteggiamento spontaneo di qualche epoca tranquilla

della storia. Questa prontezza, questa decisione, viene

piuttosto da un perché e il perché non è un argomento,

ma è la storia di Gesù.

La strada della missione è indicata a tutti, ai forti e ai

deboli, agli eroi e ai timidi, ai sapienti e ai servi.

Non sono richiesti infatti titoli e doti, piuttosto una mitez-

za e una specie di docilità infantile, senza complessi,

una docilità che incide nella propria libertà il sigillo della

definitività come un compimento desiderabile».

Monsignor Delpini conclude il suo discorso parlando a

tutti del vero significato dell’amore che si rivede nel ge-

sto caritatevole che i missionari compiranno:

«La partenza di alcuni fratelli e sorelle non è un andare

via, non è una separazione, è un modo di adorare Dio

che tutti ci accomuna. Ecco cosa significa essere con-

quistato dall'amore. Fare della propria vita un dono. Da-

te gloria a Dio amici miei, date gloria a Dio».

Questa Veglia ci ha ricordato una volta di più che abbia-

mo bisogno di tener vivo lo spirito missionario nelle no-

stre parrocchie, perché guardando a chi parte anche noi

siamo risvegliati nella Fede e nel desiderio di farci con-

quistare dall’Amore.

Missioni

Conquistati dall’Amore

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Giornata Missionaria Mondiale in Oratorio

Una domenica pomeriggio in compagnia del PIME

In occasione della Giornata Missionaria la domenica sensazionale di ottobre dell’oratorio domenicale è stata dedicata

alle missioni.

Il pomeriggio è stato animato da un’educatrice del PIME ovvero del Pontificio Istituto Missioni Estere, come sanno be-

ne i ragazzi presenti che hanno iniziato il pomeriggio proprio scoprendo questo significato attraverso una serie di indo-

vinelli.

In seguito sono stati invitati, attraverso un breve filmato-testimonianza, a conoscere la figure di Padre Clemente Vi-

smara, missionario del PIME in Birmania, originario della nostra diocesi, che è stato beatificato il giugno dello scorso

anno proprio in piazza Duomo a Milano.

Dopo aver conosciuto la storia di questo grande missionario, attraverso un gioco i bambini sono stati condotti a scopri-

re alcune caratteristiche del missionario. I bambini hanno accolto questa proposta con entusiasmo ed il gioco propo-

sto li ha molto divertiti, ma nello stesso tempo li ha fatti riflettere: anche loro possono essere dei piccoli missionari!

Leggiamo quello che ci hanno scritto due di loro:

“ Nel pomeriggio della Giornata Missionaria all’oratorio abbiamo fatto divertentissimi giochi animati da una ragazza del

PIME, che ci ha anche raccontato la storia di Padre Vismara, un sacerdote che ha trascorso molti anni della sua vita

tra i poveri della Birmania. I giochi che abbiamo fatto erano molto interessanti perché ci hanno fatto riflettere sui valori

più importanti da vivere per essere persone missionarie: accoglienza, rispetto, pace e solidarietà. E’ stato un pomerig-

gio davvero speciale!”

“Ho potuto conoscere meglio i missionari e il loro compito. Poi abbiamo giocato al gioco “E Vai”, in cui ogni lettera a-

veva un significato: “E” per energia, “V” per volare, “A” per annunciare e “I” per indirizzare”

Missioni

ABBONAMENTI ANNO 2013

Fino al 31 dicembre sarà possibile rinnovare o sottoscrivere un nuovo ab-

bonamento al giornale parrocchiale “In Comunione” presso la Segreteria

Parrocchiale o tramite gli incaricati secondo la duplice modalità:

“Il Segno” + inserto “In Comunione” € 25,00

Solo inserto “In Comunione” € 11,00

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Anno della Fede, proposta e “sfida”

Testimoni della Fede

di Massimo Camisasca

«Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che

egli non vede dove vada il mondo e da dove venga. Do-

ve vada la nostra stessa vita. Che cosa sia il bene e che

cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori è la vera

minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in gene-

rale».

Così aveva detto Benedetto XVI durante l’ultima veglia

pasquale.

Il suo pontificato è davvero dedicato al lavoro per ridare

energie e vita alle radici dell’uomo e della Chiesa, non si

occupa di questioni secondarie, pure importanti, ma è

tutto concentrato sulla fede come esperienza vitale per

l’uomo. Per il Papa la fede riguarda il futuro stesso

dell’uomo e dell’umanità intera.

Ecco perché il Papa ha indetto l’Anno della fede.

A chi parla questa iniziativa del Papa? Innanzitutto a chi

crede.

La fede infatti non è l’assenso ad alcune verità dato una

volta per tutte. Essa è piuttosto l’incontro con l’umanità

divina di Gesù, un incontro che ha bisogno di rinnovarsi

Dalle Missioni

continuamente e di diventare esperienza e mentalità,

cioè cultura, capace di rispondere agli interrogativi che la

vita e il tempo pongono all’uomo.

La fede, per rinnovare ogni fibra del nostro essere, deve

rinnovarsi in se stessa riscoprendo ogni giorno nuova-

mente il fascino della sequela di Gesù.

Anche la fede senza le opere è morta: occorre cioè che

essa arrivi agli uomini attraverso la testimonianza gioio-

sa e semplice dei credenti. L’Anno della fede vuole rin-

novare un ponte continuo e vitale tra la Chiesa e

l’umanità. In questo dinamismo è racchiusa tutta la forza

dell’evangelizzazione.

L’iniziativa del Papa non si ferma perciò a coloro che

credono: vuole suscitare la nostalgia di Dio e il desiderio

di incontrarlo nei cuori di tutti gli abitanti della terra. Be-

nedetto XVI non può però raggiungere gli uomini se non

attraverso di noi.

Questo anno particolare ha come suo centro la vita delle

comunità cristiane: in primo luogo parrocchie, gruppi,

movimenti, associazioni, diocesi.

Riscoprire la fede come il dono più grande che abbiamo

ricevuto, capace di farci attraversare ogni mare della

vita. Per questo il logo scelto per l’Anno della fede è la

nave il cui albero maestro è Cristo stesso.

La fede come esperienza di pienezza capace di rispon-

dere alle attese più drammatiche e intense dell’uomo, la

fede come consapevolezza matura delle verità e soprat-

tutto della Verità che è Cristo per il mondo.

L’Anno della fede porterà tutta la Chiesa a rivivere il

Concilio Vaticano II, soprattutto il suo dinamismo interio-

re impresso da Papa Giovanni volto a testimoniare Cri-

sto, luce dei popoli, al mondo contemporaneo. Speriamo

porti a una consapevolezza più chiara delle verità della

fede, a un’adesione più libera a esse, a una celebrazio-

ne della fede attraverso la liturgia e in particolare

l’Eucarestia. È infatti nella celebrazione liturgica, come

nella testimonianza di vita dei credenti che appare la

luce più alta e più affascinante della fede ricevuta e vis-

suta.

Tratto da “Avvenire” del 22 giugno 2012

Anno della Fede

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Libri, libri, libri ... Un aiuto ad un giudizio

Un gancio in mezzo al cielo (Giulia Gabrieli)

Questa è il la testimonianza di Giulia

Gabrieli, quattordici anni, malata di

tumore, morta la sera del 19 agosto

2011, che ha saputo trasformare i

suoi due anni di malattia in un inno

alla vita, in un crescendo spirituale.

Giulia era una ragazza normale, bella,

solare, amava viaggiare, vestirsi bene

e adorava lo shopping. Un’esplosione

di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non

ha stroncato, ma amplificato.

Nelle pagine del diario narra la sua lotta per affrontare la

malattia e la sua speranza di guarire ma anche

l’abbandono alla volontà di Dio.

Cyberteologia (Antonio Spadaro)

Antonio Spadaro, gesuita, direttore di

Civiltà cattolica, membro dei Pontifici

Consigli della Cultura e delle Comuni-

cazioni Sociali, partendo dal dato di

fatto che internet, smartphone, tecno-

logie digitali, stanno diventando

l’”ambiente” naturale in cui ci muovia-

mo, si chiede in questo testo se ciò

non stia cambiando anche il nostro modo di pensare e

vivere la fede.

Non è quindi giunto forse il momento di considerare la

possibilità di una cyberteologia, intesa come intelligenza

della fede al tempo della rete?

Non offre soluzioni preconfezionate Padre Spadaro, ma

confida nella capacità e nella sapienza che il Cristianesi-

mo e la Chiesa hanno sempre avuto storicamente di es-

sere presenti là dove l’uomo sviluppa la sua capacità di

conoscenza e relazione, in piena sintonia con la logica

dell’Incarnazione

Consigli di lettura per Natale e non solo

A cura di Cristina Arienti e Paola Visconti

Sposala e muori per lei (Costanza Miriano)

Sposati e sii sottomessa (Costanza Miriano)

In questi due libri Costanza Miriano scrive di amore, ma-

trimonio, famiglia con uno stile assolutamente inedito,

difendendo la dottrina cristiana del matrimonio in modo

originale e a tratti esilarante.

Da non perdere!

L’anello del Pescatore (Jan Dobraczynski)

Dalla penna dell’amatissimo scritto-

re polacco Jan Dobraczynski, un

romanzo tra il realistico e l’utopico,

il morale e il filosofico, un po’ thriller

e un po’ fantascienza, che al suo

apparire nel 1961, poco prima del

Concilio Vaticano II (di cui a ottobre

di quest’anno si è celebrato il cin-

quantesimo anniversario), fece sca lpore.

In un lontano futuro un’esplosione atomica distrugge

parte dell’Europa, Roma compresa.

Come potrà la Chiesa, privata della sede papale, conti-

nuare la propria missione? Era forse un caso che pro-

prio allora fosse stata ritrovata la tomba di san Pietro?

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Un aiuto ad un giudizio

San Tommaso Moro ovvero una politica santa è possibile

di Paola Visconti

Caro San Tommaso,

ho incominciato a conoscerti sui banchi del liceo e poi

dell’università, in qualità di Lord Cancelliere di Enrico VIII

e di insigne umanista, degno di essere annoverato tra i

grandi letterati del tuo tempo, soprattutto grazie ad

“Utopia”, il tuo capolavoro sotto forma di dialogo, dove

abbozzavi il disegno di una società ideale, governata

dalla giustizia e dalla libertà.

In questi ultimi tempi però ho pensato spesso a te so-

prattutto come patrono degli statisti e dei politici,

“incarico” che ti fu affidato nel 2000 da papa Woytila.

Quanto daffare hai avuto e continui ad avere da allora!

Forse nemmeno quel sant’uomo di Giovanni Paolo II,

quando ti affidò questo compito, poteva pensare che

esso sarebbe diventato di anno in anno sempre più ar-

duo.

Di statisti all’orizzonte sempre meno e i politici poi … .

In realtà però, pensandoci bene, non che ai tuoi tempi si

stesse molto meglio: corruzione, lotte di potere, intrighi

erano all’ordine del giorno, non solo nella tua Inghilterra,

ma nelle corti di tutta Europa.

Tu però, nonostante fossi un insigne avvocato, ammini-

stratore nella City, membro del Parlamento, sei riuscito a

rimanere un uomo libero e a non farti corrompere dal

potere.

Stimavi il tuo re, il quale a sua volta ti riteneva uomo in-

telligente e onesto, tanto da affidarti mansioni via via

sempre più delicate e a nominarti infine nel 1592 Lord

Cancelliere, vertice dell’ordinamento giuridico inglese.

Per anni hai lavorato per il bene del tuo paese, con gran-

de zelo, senza piegarti mai a biechi compromessi.

Per te la politica era davvero servizio e la fedeltà al tuo

sovrano e al tuo popolo esigeva innanzitutto verità e sin-

cerità, tanto è vero che quando il tuo re decise di ripudia-

re sua moglie Caterina d’Aragona per sposare Anna Bo-

lena e, vedendosi negare l’annullamento dal Papa, deci-

se di staccare la chiesa inglese da Roma proclamando-

Cercate ogni giorno il volto dei Santi

sene unico capo, tu non esitasti ad opporti e ad accetta-

re piuttosto il carcere e la morte per decapitazione, che ti

fu inflitta nella Torre di Londra il 6 luglio 1535.

Davvero guardando alla tua vita, Giovanni Paolo II non

poteva scegliere patrono migliore per i politici.

Ti prego, soprattutto in questo periodo non distrarti!

Tu che preferivi conversare con Erasmo da Rotterdam

piuttosto che le feste a corte; tu che avresti potuto avere

mille avventure e hai saggiamente scelto la fedeltà a

una moglie e alla tua famiglia; tu che hai amministrato

molti beni, avevi amici ricchi e potenti e non te ne sei

mai approfittato; tu che sognavi una società più giusta e

libera; tu che eri uomo di spirito (ho sempre amato la tua

Preghiera per il Buon Umore!); tu che soprattutto studia-

vi i Padri della Chiesa, eri assiduo nella preghiera e fe-

dele alla Verità a qualunque costo, intercedi perché chi

regge le sorti dell’Italia e del mondo sia onesto e capa-

ce, preferisca la preparazione all’improvvisazione, sia

amante della giustizia e del bene comune, sappia dialo-

gare piuttosto che aggredire l’avversario e soprattutto

abbia come te un Maestro certo e affidabile a cui far rife-

rimento anche nelle decisioni più difficili.

Intercedi però anche per noi, gente comune, che dai

politici di oggi si sente lontana e tradita: fa’ che possia-

mo trasformare le lamentele e la rabbia in preghiera di

intercessione per chi ci governa e anziché imprecare

sappiamo “chiedere” statisti come te, perché uno come

te, ma anche come un De Gasperi, un Adenauer, uno

Schumann, padri nobili dell’Europa, non si improvvisa,

ma é frutto, oltre che di serietà e preparazione, anche di

tanta preghiera.

Page 20: IN COMUNIONEIN COMUNIONE BarlassinaBarlassina Comunione.pdf · un Natale fatto di suoni, di luci e di un generico ... la Di-spettosa. Aveva con sé anche un cane pastore dal pelo

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ANAGRAFE PARROCCHIALE di Novembre 2012

MATRIMONI

FUNERALI

di anni

di anni

di anni

di anni

OFFERTE

FUNERALI €

BATTESIMI €

MATRIMONI €

VARIE (PRO TERREMOTATI E OBOLO S. PIETRO) €

Segreteria ParrocchialeSegreteria Parrocchiale

c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 -- BarlassinaBarlassina

Orari di apertura:

Mercoledì 09.30 ÷ 11.00

Sabato: 09.30 ÷ 11.30

Servizi offertiServizi offerti

Prenotazioni di SS.MessePrenotazioni di SS.Messe

Richiesta di CertificatiRichiesta di Certificati

Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione”Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione”

Iscrizione al Corso per fidanzatiIscrizione al Corso per fidanzati

Iscrizioni ad altre iniziative parrocchialiIscrizioni ad altre iniziative parrocchiali

INFO: INFO: INFO: 366 / 715.36.86366 / 715.36.86366 / 715.36.86

(attivo solo negli orari (attivo solo negli orari (attivo solo negli orari di apertura della Segreteria)di apertura della Segreteria)di apertura della Segreteria)

BATTESIMI