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1 di don Sandro Carissimi, in questi giorni di preparazione alla Santa Pasqua, mentre leggevo le righe iniziali della Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”, mi hanno colpito le prime frasi lì scritte: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”. In un mondo caratterizzato “da una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata” a noi è dato il compito della missione nella gioia. Qual è la forza della nostra missione? Sta tutta nella gioia che l’incontro con Gesù procura in noi. Ognuno di noi può andare a ripescare nella sua memoria questi incontri: una persona o la lettura di un passo del Vangelo che, di fronte allo sguardo semplice ed assetato di pienezza del nostro cuore, si sono presentati con una forza straordinaria. Episodi magari semplici, persino banali, che ci hanno fatto scoprire noi stessi con una profondità più grande, che “corrispondevano” al desiderio di felicità che sentivamo nel cuore. Come Davide andò contro Golia con una fionda, anche noi ci sentiamo di affrontare il mondo, la gente del nostro paese per annunciare e raccontare a tutti la gioia del nostro incontro con Gesù. L’esperienza della Resurrezione di Cristo si manifesta attraverso questa letizia del cuore. Non desideriamo far altro che annunciare, gridare a tutti: ai ragazzi che vengono a catechismo, ai ragazzi che perdono tempo lungo le strade, ai genitori dei nostri bambini, alle persone che vivono situazioni di difficoltà, a chi incontriamo per le strade di Barlassina, ai malati che andiamo a trovare nelle case, che Cristo è risorto, Lo abbiamo incontrato! Lui dona una gioia immensa che ci ha fatto cambiare vita. Questa esperienza concreta ci fa dire che Cristo è vivo perché è risorto e vive fra di noi. Non si tratta di una suggestione, di uno psicologismo: è un’esperienza di rapporto con Gesù incontrato nelle “cose di tutti i giorni“ che rende la nostra vita più piena. Questa esperienza, se non è continuamente rinnovata, al punto che diciamo ”Gesù, ti amo”, col tempo si illanguidisce e sparisce. Gli incontri di catechesi che proponiamo a tutti livelli sono una occasione per riprendere con forza e rinnovare la coscienza che Cristo è risorto nella nostra vita. Le missioni parrocchiali che si svolgeranno dal 12 al 26 ottobre hanno lo scopo di rinnovare questa gioia nei nostri cuori. Quale tristezza mi viene quando vedo persone che hanno sperimentato questa pienezza e che mi dicono che è difficile ricominciare perché hanno tante cose da fare! La questione non è fare più cose, ma farsi incendiare il cuore da questo amore di Cristo, tanto che il quotidiano diventa una testimonianza in ogni istante. Il Signore Gesù desidera rinnovare il Suo incontro con te. Non permettere che il Signore passi senza che incontri e scaldi il tuo cuore. Questa è la Pasqua, la Resurrezione che desideriamo vivere. Non difendiamoci da Gesù che con la Sua vita divina incontrerà il nostro cuore. IN COMUNIONE IN COMUNIONE Barlassina Barlassina La gioia di un incontro APRILE 2014 APRILE 2014

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di don Sandro

Carissimi,

in questi giorni di preparazione alla Santa Pasqua,

mentre leggevo le righe iniziali della Esortazione

Apostolica “Evangelii Gaudium”, mi hanno colpito le

prime frasi lì scritte: “La gioia del Vangelo riempie il

cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con

Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono

liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore,

dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e

rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero

indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova

tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e

indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi

anni”.

In un mondo caratterizzato “da una tristezza

individualista che scaturisce dal cuore comodo e

avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla

coscienza isolata” a noi è dato il compito della

missione nella gioia.

Qual è la forza della nostra missione? Sta tutta nella

gioia che l’incontro con Gesù procura in noi. Ognuno di

noi può andare a ripescare nella sua memoria questi

incontri: una persona o la lettura di un passo del

Vangelo che, di fronte allo sguardo semplice ed

assetato di pienezza del nostro cuore, si sono

presentati con una forza straordinaria. Episodi magari

semplici, persino banali, che ci hanno fatto scoprire noi

stessi con una profondità più grande, che

“corrispondevano” al desiderio di felicità che sentivamo

nel cuore.

Come Davide andò contro Golia con una fionda, anche

noi ci sentiamo di affrontare il mondo, la gente del

nostro paese per annunciare e raccontare a tutti la

gioia del nostro incontro con Gesù.

L’esperienza della Resurrezione di Cristo si manifesta

attraverso questa letizia del cuore. Non desideriamo far

altro che annunciare, gridare a tutti: ai ragazzi che

vengono a catechismo, ai ragazzi che perdono tempo

lungo le strade, ai genitori dei nostri bambini, alle

persone che vivono situazioni di difficoltà, a chi

incontriamo per le strade di Barlassina, ai malati che

andiamo a trovare nelle case, che Cristo è risorto, Lo

abbiamo incontrato! Lui dona una gioia immensa che ci

ha fatto cambiare vita. Questa esperienza concreta ci

fa dire che Cristo è vivo perché è risorto e vive fra di

noi.

Non si tratta di una suggestione, di uno psicologismo: è

un’esperienza di rapporto con Gesù incontrato nelle

“cose di tutti i giorni“ che rende la nostra vita più piena.

Questa esperienza, se non è continuamente rinnovata,

al punto che diciamo ”Gesù, ti amo”, col tempo si

illanguidisce e sparisce. Gli incontri di catechesi che

proponiamo a tutti livelli sono una occasione per

riprendere con forza e rinnovare la coscienza che

Cristo è risorto nella nostra vita.

Le missioni parrocchiali che si svolgeranno dal 12 al 26

ottobre hanno lo scopo di rinnovare questa gioia nei

nostri cuori. Quale tristezza mi viene quando vedo

persone che hanno sperimentato questa pienezza e

che mi dicono che è difficile ricominciare perché hanno

tante cose da fare! La questione non è fare più cose,

ma farsi incendiare il cuore da questo amore di Cristo,

tanto che il quotidiano diventa una testimonianza in

ogni istante.

Il Signore Gesù desidera rinnovare il Suo incontro con

te. Non permettere che il Signore passi senza che

incontri e scaldi il tuo cuore. Questa è la Pasqua, la

Resurrezione che desideriamo vivere.

Non difendiamoci da Gesù che con la Sua vita divina

incontrerà il nostro cuore.

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BarlassinaBarlassina La gioia di un incontro

APRILE 2014APRILE 2014

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Indice

Vita in parrocchia:

Pag.3-5 I segni che guidano di Antonietta Porro Rubrica “Lo scrigno della memoria” Pag.5 Conclusione Corso Fidanzati e “giovani” anniversari a cura della Redazione Pag.6-7 Incontri per i genitori di Suor Alma Incontri per i genitori dei ragazzi che seguono il percorso dell’iniziazione cristiana

Pag.9 Due belle esperienze di vita comunitaria di Elena, Elisa, Daniela e Sara

Esperienza di vita comunitaria per 18-19enni e

giovani

Pag.11 Sulle orme di Papa Giovanni di Elisa ed Elisa Ritiro di Quaresima per 18-19enni e giovani dell’Unità Pastorale Giovanile Pag.12-13 SpOrtissimissimi.it a cura della Redazione Sfilata di Carnevale

Vita della Chiesa:

Pag.14-18 Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II a cura della Redazione Santi insieme il 27 aprile Speciale sulla Canonizzazione dei due Papi con alcune immagini e citazioni significative

Un aiuto ad un giudizio:

Pag. 19 Un anno con Papa Francesco a cura di Luisa Arienti Estratto dall’intervista di Papa Francesco al Corriere della Sera Rubrica “Pillole di Magistero” Pag.20 Anagrafe parrocchiale

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Vita in parrocchia

Lo scrigno della memoria

I segni che guidano

di Antonietta Porro

Avevo sedici anni; prendevo parte ad una tre giorni di esercizi in preparazione alla Pasqua, insieme con molti

altri studenti di scuola superiore, presso la suggestiva basilica bizantina di S. Apollinare in Classe di Ravenna. La mat-

tina del sabato santo, prima della nostra partenza, una ragazza torinese, più o meno mia coetanea, ricevette il Battesi-

mo. Era figlia di genitori non credenti e si era avvicinata alla fede grazie all'incontro con alcuni suoi compagni di scuo-

la, cristiani. Ricordo ancora vividamente quel rito, perché per la prima volta avvertii fortissimo il nesso tra un rito sacra-

mentale e la vita reale. Quella ragazza aveva già avuto il dono della fede, faceva già parte di una comunità cristiana,

ma attraverso quel gesto, quel rito, Dio stesso la abbracciava come sua figlia. Quella sera rientrai a casa all'ora di ce-

na, ma, con grande stupore dei miei familiari, uscii subito, per andare con mio padre alla Veglia pasquale: avevo intuito

che i riti liturgici – che mi erano sempre parsi bellissimi ma che avvertivo lontani dalla mia quotidianità – erano il segno

della condivisione reale, nel momento presente, della vita dell'uomo da parte di Dio. Avevo nel cuore la gioia della re-

surrezione di Cristo, e percepivo che proprio lì, dietro quei segni, essa si annunciava in quel momento a me come a

tutti gli uomini.

Fin da bambina sono stata educata a prender parte ai numerosi segni della vita della Chiesa, a vivere i riti litur-

gici, da quelli più antichi e solenni a quelli nati più di recente dalla devozione popolare ma non per questo meno signifi-

cativi, a considerare centrali quei particolari segni che sono i sacramenti. Ma fino a quel giorno non avevo mai percepi-

to così nettamente quanto essi siano legati alla mia vita di tutti i giorni, alla mia esperienza di fede.

Il punto è che la fede è un'esperienza così grande che non siamo assolutamente in grado di "dirla" a parole o

a gesti in tutta la sua grandezza. La grazia della quale ci investe è indicibile, è mistero, appunto. Ma il buon Dio e la

Chiesa, che ci è madre, ci hanno dato una mano: ci aiutano a intravedere e a far intravedere quella grandezza attra-

verso dei "segni", dei gesti e degli oggetti reali, che sono come uno spiraglio al di là del quale si intuisce il mistero che

ci riempie ogni giorno la vita.

Mi vengono in mente molti di questi gesti, in primo luogo quelli sacramentali: il sacerdote che perdona è Dio

che perdona; quel minuscolo pezzo di pane che viene consacrato ogni volta nella Messa è realmente Gesù che si ren-

de presente.

Ma penso anche ad altri segni, più piccoli, forse, ma voluti dalla Chiesa perché ci fossero da guida e da

"memoria". Inevitabilmente, giacché la Pasqua si avvicina, il mio pensiero va ai riti del triduo pasquale, con la loro

straordinaria bellezza: essi comprendono, accanto alle celebrazioni più solenni, anche alcuni gesti più piccoli e più

"popolari", come la visita al luogo della riposizione di Gesù (una volta chiamato "sepolcro"), il bacio a Gesù crocifisso,

fino a quello, per me attesissimo ora come quando ero piccola, del suono a distesa dei campanelli che, nella nostra

parrocchia, accompagna l'annuncio della Resurrezione. Confesso che ogni anno torno a commuovermi a quel gesto,

soprattutto perché il mio sguardo incrocia spesso quello dei bambini, che suonano col massimo impegno e sorridono

con gli occhi (o anche ridono sonoramente!), e non riesco a non pensare che quella gioia, che si manifesta in loro sen-

za ritegno, dovrebbe essere il sentimento che investe noi tutti all'annuncio che Cristo è veramente risorto.

E penso ancora alle processioni, agli apparati liturgici e alle immagini che riempiono le nostre chiese: certo

non sono essi il valore, ma altrettanto sicuramente sono un segno, che, guardato e vissuto come tale, guida a intrave-

dere ciò che rappresenta. Penso ai quadri e agli stendardi che i nostri progenitori hanno voluto nella nostra chiesa

(proprio lo stendardo di S. Giulio, che vediamo esposto a fianco dell'altare ad ogni festa patronale, sarà nei prossimi

mesi restaurato dalle monache dell'Isola di S. Giulio, per essere riportato alla sua primitiva bellezza).

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Lo scrigno della memoria

Penso, ancora di più, agli edifici sacri, segno non solo per chi crede, ma per tutti gli uomini, della Bellezza che

ospitano.

Ma soprattutto penso ad un segno visibile senza il quale Dio vivo nell'oggi sarebbe difficilmente immaginabile:

penso al segno che siamo noi, membri della comunità cristiana, uomini imperfetti, deboli, peccatori, che tuttavia, uniti

insieme nel nome di Cristo, diventiamo il segno della sua presenza reale nel nostro mondo.

Attraverso questi segni, piccoli e grandi, Dio ci dice sé stesso, nella nostra lingua, e grazie ad essi noi siamo

guidati tutti i giorni a intravedere con i nostri occhi il Mistero invisibile che ci salva.

Domenica 30 marzo la S. Messa delle ore 10.00 è stata una celebrazione “in famiglia”: erano presenti i fidanzati, che

hanno frequentato il corso di preparazione al Matrimonio e a cui è stato consegnato l’attestato di partecipazione e le

coppie che hanno festeggiato i “giovani” anniversari di Matrimonio, da 1 fino a 15 anni.

E’ stato un bel momento di preghiera e di festa insieme, conclusosi con il rinfresco in Oratorio.

Vita in parrocchia

Corso fidanzati e “giovani” anniversari

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Vita in parrocchia

Iniziazione Cristiana

di Suor Alma

Da febbraio a marzo si sono tenuti nella nostra Comunità un ciclo di Incontri che possiamo definire a quattro mani, per-

ché tenuti da due relatori in contemporanea. Vi assicuro che è stata un’esperienza bellissima che ha riscosso parec-

chio successo tra i Genitori presenti.

I RELATORI

Prof. Don Francesco Scanziani Docente nel Seminario maggiore di Venegono (Diocesi di

Milano) dove risiede. Insegna Antropologia teologica, Escatologia e Mariologia all’Istituto Su-

periore di Scienze Religiose di Milano e alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. E’

pure Docente presso l’Università di Cagliari.

Dottoressa Cecilia Pirrone risiede a Lecco con il marito e tre figli.

Si è laureata in Psicologia presso l’Università di Torino e specializ-

zata in Psicoterapia Sistemico-Relazionale presso il Centro Mila-

nese di Terapia della Famiglia. Lavora come libera professionista: ha svolto per dieci anni

attività clinica con i minori e le famiglie. Attualmente si occupa di psicologia scolastica e

formazione, cooperando con istituzioni di diversi ordini e gradi, enti privati e pubblici. Colla-

bora con l’Ufficio Famiglia e l’Ufficio Catechistico della Curia Arcivescovile di Milano.

Sono stati affrontati temi che riguardano l’esperienza di fede dei nostri ragazzi e delle loro famiglie.

Il primo Incontro era dedicato ai Genitori dei bimbi che si preparano alla Prima Comunione:

Tema: LA FAMIGLIA LUOGO DELLA PRIMA ESPERIENZA NELLA FEDE: verso la Prima Comunione dei propri

figli.

Ai Genitori è stata data la possibilità di comprendere il senso profondo dell’esperienza cristiana che, nei confronti dei

figli, presuppone un accompagnamento graduale ma costante e soprattutto credibile. La dott. Cecilia Pirrone è autrice

anche di pubblicazioni attinenti al tema: per l’editore Ares ha pubblicato Con noi divise il pane (2010) in collaborazione

con il marito Giovanni Ferrario. Con l’Ufficio Famiglia della Diocesi di Milano ha predisposto il volume La fede si fa vita,

ITL, (2012). Queste pubblicazioni sono state più volte citate nella relazione, illustrando le scene della Passione di Ge-

sù rappresentate con parole e immagini poetiche sotto una prospettiva inedita. I testi sono il frutto di una meditazione

condivisa fra Cecilia Pirrone e Giovanni Ferrario, marito e moglie; Non la pretesa di ricostruire i fatti storici, ma la sag-

gezza di «leggere il Vangelo con il Vangelo». E’ stata offerta così ai nostri genitori una possibilità concreta di famiglia

cristiana aperta e profondamente convinta di come ci si può preparare in famiglia al sacramento dell’Eucaristia di un

proprio figlio.

Il secondo Incontro era dedicato ai Genitori dei bimbi che frequentano gli anni del CATECUMENATO, ossia gli anni

di introduzione alla vita di fede, dopo il Battesimo ( per la precisione corrispondono alla 2° e 3° Scuola primaria).

Tema: COL BATTESIMO DIO ABITA NEL CUORE DEI NOSTRI FIGLI: bisogno di sostegno e di testimonianza.

I Relatori hanno ridefinito il tema chiamandolo “LA LECTIO BAMBINA”.

Incontri per i genitori

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Vita in parrocchia

Cosa significano queste parole? Molto semplicemente: lectio, parola derivante dal latino che sta per lettura, fatta con

il contributo dei bambini.

Don Scanziani esperto in dinamiche familiari e specialista in teologia della famiglia ha sviluppato

il tema biblico e la dottoressa Pirrone quello pedagogico. Il risultato è stato molto apprezzato dai Genitori che si sono

visti ancora una volta spiazzati dalla semplicità del linguaggio dei Relatori.

Un linguaggio facile, accessibile a tutti e nello stesso tempo profondo, come sono profonde e prive di banalità le espe-

rienze di fede e i racconti del Vangelo.

Ad esempio nel libro “Il granellino di senape” si racconta che: “Sotto la terra i semini aspetta-

vano di crescere. Il piccolo seme era solo e triste, ma quando si abbandonò alla terra e im-

parò a fidarsi di lei cominciò a crescere e germogliare. La terra si prese cura di lui, lo cullò

e lo tenne al caldo. Ci voleva pazienza e tanto tempo: spuntò il fusto, le foglie verdi e piano

piano diventava sempre più alto, sempre più grande. La parabola del seminatore è qui evocata

ma è a misura di bambino, che deve imparare ad aver pazienza nella sua crescita e, prima di

lui i Genitori.

Così, attraverso una forma facile di narrazione i Genitori hanno imparato come si trasmettono ai figli le verità più gran-

di della fede cattolica.

Il terzo Incontro ha richiesto da parte di tutti un maggiore impegno, perché era diretto alla trattazione dei problemi

della Preadolescenza e dell’Adolescenza.

E’ stato toccato da parte di Don Scanziani il tema della Cresima, della scelta dei Padrini e degli impegni che Genitori e

Padrini devono assumersi di fronte ai ragazzi, per offrire loro “modelli” autentici di umanità e di fede.

Tema: CON LUI FAREMO COSE GRANDI: i preadolescenti si preparano a vivere la Cresima. Alla ricerca di

modelli …

A partire dal libro scritto a quattro mani dal titolo “Gli adolescenti sono belli così”, titolo che suona provocatorio per

genitori alle prese con figli sempre più bucherellati come scolapasta e dipinti come tele artistiche. I Relatori si sono

addentrati nei meandri di una età difficile, ma pur sempre bella!

L’ispirazione è venuta anche questa volta da una raccolta di esperienze che i due Relatori hanno pazientemente rac-

colto. Si tratta di storie vere di preadolescenti e adolescenti, di ragazzi in «carne ed ossa», protagonisti della loro vita,

che nella loro esperienza di vita dimostrano proprio il contrario. Le problematiche dell’età sono state presentate con

positività e verità. Tra l’altro la Dott.ssa Pirrone è madre di un Adolescente e di un Preadolescente, quindi vive a con-

tatto quotidiano con le problematiche di queste età. Non si tratta di casi estremi, di

«mostri» (come in un racconto si dice) o di fatti isolati. Sono i nostri ragazzi messi sotto la lente

di ingrandimento, perché gli adulti li possano guardare in controluce. Chi li guarda così coglie i

limiti ma anche le chances, avvista i rischi ma anche le opportunità; chi li guarda così può con-

cedere fiducia e, con maggior serenità, scorgere “fra i muscoli e gli stomaci svuotati a forza”,

sensibilità e umanità profonde.

E arrivare a dire, con convinzione, che davvero Gli adolescenti sono belli così!

Iniziazione Cristiana

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Vita in parrocchia

Gruppo Giovani e 18/19enni UPG

di Elena, Elisa, Daniela

Una delle bellissime esperienze proposta al gruppo giovani dell’UPG, è stata la vita comunitaria presso l’Oratorio di

Lentate, dal 9 all’ 11 Marzo. Nonostante alcune perplessità, abbiamo deciso di metterci in gioco e provarci; e abbiamo

fatto bene! Sono stati tre giorni intensi, nei quali siamo riusciti a creare un clima decisamente familiare e fraterno, no-

nostante i diversi impegni e la sveglia delle 6 del mattino! Le giornate si svolgevano nella quotidianità condividendo

alcuni momenti come il pranzo e i pomeriggi di studio. Le serate sono state i momenti di riflessione e scambio di opi-

nioni, sul tema della missione giovani. Quello che “abbiamo portato a casa” è stato sicuramente il consolidarsi delle

amicizie e la bellezza della condivisione, anche delle cose più semplici. Sugli incontri, invece, le parole del Papa ci

hanno aiutato a porci delle domande su quali siano le gioie più belle provate, cercando il modo di comunicarle a chi ci

circonda in modo che tutti possano provare la gioia dello stare insieme attraverso Gesù.

Tornati a casa ci siamo resi conto subito del prezioso regalo che abbiamo ricevuto, tanto che abbiamo già chiesto di

riproporla (questa volta più di tre giorni!).

Due belle esperienze di vita comunitaria

di Sara

“Il bene tende sempre a comunicarsi.” E quale modo migliore per sperimentarlo se non condividendo la propria quoti-

dianità? È questa la proposta che è stata fatta a noi 18/19enni dell’UPG da Don Andrea e dai nostri educatori: tre gior-

ni di completa condivisione della nostra vita di tutti i giorni. L’esperienza è iniziata domenica 23 marzo con la cena in-

sieme, una serata di riflessione sulle bellezze nascoste che accadono ogni giorno nella nostra vita e infine la compie-

ta. Dopo aver dormito insieme nelle aule dell’oratorio di Lentate, lunedì mattina abbiamo recitato le lodi, fatto colazione

e ognuno si è recato alla fermata del pullman per iniziare la giornata scolastica con il proposito di scoprire tutte le cose

belle che accadono nella giornata ma che spesso ci sfuggono. Tornati in oratorio abbiamo pranzato insieme e, nel

pomeriggio, ognuno ha portato avanti i suoi impegni: lo studio, gli allenamenti, gli stage.. dopo cena abbiamo raccon-

tato ai nostri amici le cose belle che ci sono successe durante la giornata e la gioia di aver trovato un nuovo modo di

vedere la vita, e abbiamo concluso la giornata con la preghiera della compieta. La sera seguente per concludere i tre

giorni insieme, abbiamo riflettuto su un pezzo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco in cui

abbiamo capito che per essere buoni evangelizzatori è necessario essere felici, ma felici di una felicità che può arriva-

re solo dall’incontro con Dio. E proprio durante questi tre giorni io ho potuto sperimentare la presenza e la vicinanza di

Dio nella mia vita quotidiana e iniziare a vivere davvero con il sorriso e la gioia nel cuore.

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Vita in parrocchia Vita in parrocchia

Ritiro 18/19enni e giovani UPG

Sulle orme di Papa Giovanni

di Elisa ed Elisa

Sabato 29 Marzo Adolescenti,18/19enni e Giovani dell’UPG hanno vissuto una serata di ritiro a Sotto il Monte, paese

nativo del Beato Papa Giovanni XXIII che sarà santificato il 27 Aprile. Qui abbiamo potuto conoscere meglio questa

figura importante nella storia della Chiesa e i luoghi a lui cari, che lo hanno spronato a donare la propria vita per gli

altri. Partendo da questo luogo significativo abbiamo iniziato il cammino di luce e meditando nel buio abbiamo ripercor-

so i sentieri amati dal Papa. Ciascuno nel silenzio e nelle tenebre ha potuto riflettere sui propri lati più “oscuri” cercan-

do la vera luce nel cuore che è il Signore. Una volta raggiunta la meta, il luogo dove Papa Giovanni XXIII meditava,

abbiamo concluso questa bellissima serata con una preghiera comunitaria di scambio e ringraziamento, più preparati

di prima alla Pasqua. Questo ritiro ha permesso ad ognuno di riflettere su se stesso e sui propri limiti, cercando di mi-

gliorarsi e “aprire gli occhi” sulla propria vita. È stato un ritiro molto vissuto e sentito da tutti noi, un’esperienza unica e

irripetibile che ha fatto crescere ancora di più il nostro gruppo.

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Vita in parrocchia

Carnevale

a cura della Redazione

Lo sport è stato il tema che la FOM ha proposto per il Carnevale di quest’anno volendo ricordare la ricorrenza di un

doppio Centenario: il proprio e quello del CONI. Lo abbiamo visto concretizzato anche a Barlassina durante la sfilata di

sabato 8 marzo nei carri e nei costumi indossati non solo da tanti bambini e ragazzi, ma anche da numerosi adulti.

Tanta allegria e tanta musica hanno invaso le vie del paese e soprattutto la piazza, dove l’animazione si è protratta

con giochi e danze.

Vita in parrocchia

Sportissimissimi.it

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Vita in parrocchia Vita in parrocchia

Carnevale

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Vita della Chiesa

Speciale Canonizzazione

Sua Santità Giovanni XXIII

Ioannes PP. XXIII Angelo Giuseppe Roncalli 28.X.1958 - 3.VI.1963

Sua Santità Giovanni Paolo II

Ioannes Paulus PP. II

Karol Wojtyla

16.X.1978 - 2.IV.2005

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II Santi insieme il 27 aprile

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Vita della Chiesa

Speciale Canonizzazione

Il decalogo di Papa Giovanni

1) Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i

problemi della mia vita tutti in una volta.

2) Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con so-

brietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessu-

no, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

3) Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per

essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

4) Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le

circostanze si adattino ai miei desideri.

5) Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silen-

zio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita

del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.

6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

7) Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfetta-

mente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisio-

ne.

8) Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze,

che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

9) Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di

godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.

10) Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di

doverlo fare tutta la vita.

Giovanni XXIII

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Vita della Chiesa

Speciale Canonizzazione

Dio non guarda alle molteplicità delle azioni, ma al modo in cui si fanno.

Cerchiamo sempre ciò che ci unisce, mai quello che ci divide.

Basta ricordare ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro e ricor-

dare ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro.

Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano, è di conside-

rare il superfluo con la misura delle necessità altrui e di ben vigilare

perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga

posta a vantaggio di tutti

Maggior scrupolo nell'uso del mio tempo: fare subito, tutto, presto e

bene; non aspettare; non mettere le cose secondarie avanti alle

principali; sempre alacre, occupato, sereno.

Le porte del paradiso sono due: innocenza e penitenza.

La guerra è voluta invece dagli uomini, a occhi aperti, a dispetto di

tutte le leggi più sacre. Per questo è tanto più grave.

La mia umile e ormai lunga vita si è sviluppata come un gomitolo, sotto il segno della semplicità e della purezza.

Nulla mi costa il riconoscere e il ripetere che io sono e non valgo che un bel niente.

Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria

(ultime parole rivolte in letto di morte al segretario in lacrime)

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Vita della Chiesa

Speciale Canonizzazione

Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro

Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che

dà senso a tutta la vita. Con Lui tutto ha un senso, compresi il dolore e

la morte

La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo

L'amore non è una cosa che si può insegnare,

ma è la cosa più importante da imparare

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Speciale canonizzazione

La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle

persone

L'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia … Bisogna che le famiglie del nostro

tempo riprendano quota! Bisogna che seguano Cristo!

La vita dell'uomo è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase. Il comanda-

mento "Non uccidere!" domanda di rispettarla e promuoverla sempre, dal suo inizio sino al

suo naturale tramonto. È un comando che vale pure in presenza di malattie, e quando l'in-

debolimento delle forze riduce l'essere umano nelle sue capacità di autonomia. Se l'invec-

chiamento, con i suoi inevitabili condizionamenti, viene accolto serenamente nella luce del-

la fede, può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della Croce,

che dà senso pieno all'umana esistenza

Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" in quest'alba del terzo

millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano

convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano man-

dati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolariz-

zati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono rivela-

ti veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel

nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e

distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se neces-

sario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani

muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difendere-

te la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sem-

pre più abitabile per tutti.

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo "sì" a Cristo, voi dite "sì" ad ogni vostro più nobile ideale. Non abbiate paura

di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione

Davanti alla maestà dei monti, siamo spinti ad instaurare un rapporto più rispetto-

so con la natura. Allo stesso tempo, resi più coscienti del valore del cosmo, sia-

mo stimolati a meditare sulla gravità delle tante profanazioni dell'ambiente perpe-

trate spesso con inammissibile leggerezza. L'uomo contemporaneo, quando si

lascia affascinare da falsi miti, perde di vista le ricchezze e le speranze di vita

racchiuse nel creato, mirabile dono della Provvidenza divina per l'intera umanità

Vita della Chiesa

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a cura di Luisa Arienti

La tenerezza e la misericordia sono l’essenza del suo messaggio pastorale...

«E del Vangelo. È il centro del Vangelo. Altrimenti non si capisce Gesù Cristo, la tenerezza del Padre che lo manda ad

ascoltarci, a guarirci, a salvarci».

Ma è stato compreso questo messaggio? Lei ha detto che la francescomania non durerà a lungo. C’è qualcosa nella

sua immagine pubblica che non le piace?

«Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologi-

che, una certa mitologia di papa Francesco. Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a

dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente. Sigmund Freud diceva, se non sbaglio,

che in ogni idealizzazione c’è un’aggressione. Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi

pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale».

Gli scandali che hanno turbato la vita della Chiesa sono fortunatamente alle spalle. Le è stato rivolto, sul delicato tema

degli abusi sui minori, un appello pubblicato dal Foglio e firmato tra gli altri dai filosofi Besançon e Scruton perché lei

faccia sentire alta la sua voce contro i fanatismi e la cattiva coscienza del mondo secolarizzato che rispetta poco l’in-

fanzia.

«Voglio dire due cose. I casi di abusi sono tremendi perché lasciano ferite profondissime. Benedetto XVI è stato molto

coraggioso e ha aperto una strada. La Chiesa su questa strada ha fatto tanto. Forse più di tutti. Le statistiche sul feno-

meno della violenza dei bambini sono impressionanti, ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza

degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato. La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad esser-

si mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attacca-

ta».

In un recente passato era abituale l’appello ai cosiddetti «valori non negoziabili» soprattutto in bioetica e nella morale

sessuale. Lei non ha ripreso questa formula. I principi dottrinali e morali non sono cambiati. Questa scelta vuol forse

indicare uno stile meno precettivo e più rispettoso della coscienza personale?

«Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita

di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per cui non capisco in che senso vi possano esser valori negoziabili.

Quello che dovevo dire sul tema della vita, l’ho scritto nell’esortazione Evangelii Gaudium».

Molti Paesi regolano le unioni civili. È una strada che la Chiesa può comprendere? Ma fino a che punto?

«Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situa-

zioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’as-

sistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna

vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà».

Tratto dall’intervista di Papa Francesco al Corriere della Sera

Pillole di Magistero

Un anno con Papa Francesco

Un aiuto ad un giudizio

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ANAGRAFE PARROCCHIALE di Marzo 2014

Segreteria ParrocchialeSegreteria Parrocchiale

c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 -- BarlassinaBarlassina

Orari di apertura:

Mercoledì 09.30 ÷ 11.00

Sabato: 09.30 ÷ 11.30

Servizi offertiServizi offerti

Prenotazioni di SS.MessePrenotazioni di SS.Messe

Richiesta di CertificatiRichiesta di Certificati

Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione”Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione”

Iscrizione al Corso per fidanzatiIscrizione al Corso per fidanzati

Iscrizioni ad altre iniziative parrocchialiIscrizioni ad altre iniziative parrocchiali

INFO: INFO: INFO: 366 / 715.36.86366 / 715.36.86366 / 715.36.86

(attivo solo negli orari (attivo solo negli orari (attivo solo negli orari di apertura della Segreteria)di apertura della Segreteria)di apertura della Segreteria)

BATTESIMI

5 COLOMBO GAIA di EMANUELE e PELLEGRINI ISABELLA

6 BARAGIOLA GREGORIO di STEFANO e GARBAGNATI CARLOTTA

OFFERTE

BATTESIMI € 110,00

FUNERALI € 500,00

OFFERTE VARIE € 290,00

FUNERALI

11 COGONI THOMAS PIO MARIA giorni 4

12 CICERI GIUSEPPE anni 86

13 DE NARDI RINO anni 92