Immobilizzazioni - Mauro Paoloni · 2007-10-02 · reddito ed alla situazione...

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1 1 Prof. Mauro Paoloni Art. 2426 (CAP VI) 2 Immobilizzazioni Si definiscono immobilizzazioni gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente come strumenti di produzione del reddito aziendale, pertanto non destinati alla vendita ovvero alla trasformazione. La capitalizzazione di costi ed oneri tra le attività dello S.P. può essere effettuata soltanto nella misura in cui risulti ragionevolmente dimostrabile l’esistenza del requisito di utilità pluriennale in capo a tali elementi, con ciò intendendo la capacità di produrre benefici economici su un orizzonte temporale non limitato al singolo periodo amministrativo. In assenza di tale requisito, è obbligatorio procedere alla loro imputazione a conto economico nell’esercizio di competenza.

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111Prof. Mauro Paoloni

Art. 2426

(CAP VI)

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ImmobilizzazioniSi definiscono immobilizzazioni gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente come strumenti di produzione del reddito aziendale, pertanto non destinati alla vendita ovvero alla trasformazione.

La capitalizzazione di costi ed oneri tra le attività dello S.P. può essere effettuata soltanto nella misura in cui risulti ragionevolmente dimostrabile l’esistenza del requisito di utilità pluriennale in capo a tali elementi, con ciò intendendo la capacità di produrre benefici economici su un orizzonte temporale non limitato al singolo periodo amministrativo.

In assenza di tale requisito, è obbligatorio procedere alla loroimputazione a conto economico nell’esercizio di competenza.

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ImmobilizzazioniCARATTERISTICHE

� Si tratta di costi anticipati o sospesi comuni a più periodi amministrativi, la cui ripartizione concorrerà alla formazione del reddito ed alla situazione patrimoniale-finanziaria dell’impresa cui afferiscono per più esercizi consecutivi.

� Poiché i beni costituenti le immobilizzazioni non sono destinati alla vendita ma sono piuttosto strumenti di produzione, la loro trasformazione in reddito avviene indirettamente tramite i ricavi d’esercizio derivanti all’impresa dal loro impiego nel processo produttivo.

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Immobilizzazioni� Dalla caratteristica delle immobilizzazioni di strumento di

produzione del reddito a fecondità ripetuta discende la non imputabilità del relativo costo a conto economico nell’eserciziodi sostenimento, ma piuttosto la sua sistematica ripartizione sulla base della paventata vita utile tramite la tecnica dell’ammortamento .

� Le immobilizzazioni sono iscrivibili in bilancio solo se esistenti e pronte all’uso: nell’ipotesi, quindi, di elementi capitari ancora in corso di acquisto (trasferimento della proprietà non ancora avvenuto) ovvero di “fabbricazione” (c.d. “costruzione in economia”) alla data di chiusura dell’esercizio, i relativi costi fino a tale momento sostenuti, nonché gli anticipi corrisposti a fornitori, vanno iscritti nelle voci “Immobilizzazioni in corso e acconti” .

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Immobilizzazioni� La qualifica di beni a fecondità ripetuta propria delle

immobilizzazioni non è intrinseca agli elementi medesimi ma piuttosto discende dalla destinazione economica loro conferita.

� Si considerano immobilizzazioni esclusivamente quegli elementi impiegati come strumenti di produzione durevoli e pertanto non destinati alla vendita o alla trasformazione, mentre non sono tali quegli immobili, quelle macchine o quei mobili checostituiscono oggetto di compravendita da parte dell’impresa nell’ambito della propria attività caratteristica.

� Costi ed oneri relativi ad immobilizzazioni sono iscrivibili tra le attività di bilancio soltanto nella misura in cui risultino in futuro recuperabili tramite i ricavi producibili dall’impiego delle immobilizzazioni medesime.

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Immobilizzazioni

CRITERI DI VALUTAZIONE (art. 2426 Codice Civile, punto 1).

“Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione . Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal qualeil bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi”

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ImmobilizzazioniCOSTO D’ACQUISTO

È rappresentato dal prezzo effettivo d’acquisto , solitamente rilevato dal contratto ovvero dalla fattura, al netto dell’I.V.A. (nell’ipotesi di I.V.A. indetraibile, il relativo ammontare deveessere capitalizzato come costo aggiuntivo).

� Gli eventuali sconti commerciali (sconti incondizionati in fattura e sconti di quantità) si portano a diretta riduzione del costo d’acquisto.

� Gli sconti cassa vengono normalmente accreditati al conto economico tra i proventi finanziari, a meno che non siano di importo rilevante e in tal caso possono essere portati a riduzione del prezzo finale.

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ImmobilizzazioniOneri accessori all’acquisto

Per oneri accessori all’acquisto si intendono quegli eventuali ed ulteriori costi collegati con il bene da un nesso di consequenzialità, che l’impresa deve sostenere perchèl’immobilizzazione possa essere proficuamente utilizzata nel processo produttivo:

� i costi di trasporto, di installazione, le spese notarili per laredazione dell’atto d’acquisto, le tasse per la registrazione dell’atto, i costi di progettazione, i costi di collaudo, eventuali dazi sulle importazioni, le spese di montaggio e posa in opera (nell’ipotesi di immobilizzazioni materiali );

� spese di consulenza legale, finanziaria oppure di marketing, le spese notarili, quelle di registrazione (nel caso diimmobilizzazioni immateriali ).

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ImmobilizzazioniCOSTO DI PRODUZIONE

Nel caso di produzione interna (c.d. costruzione in economia ) di un’immobilizzazione, il “costo di produzione”:

� deve obbligatoriamente comprendere tutti i costi direttamenteimputabili;

� può comprendere, per la quota ragionevolmente imputabile, anche i costi riconducibili solo in modo indirettoall’immobilizzazione e comunque relativi al solo periodo di fabbricazione, da considerarsi concluso a partire dal momento in cui il bene risulta oggettivamente utilizzabile(quindi “pronto all’uso” e non “in uso”).

���� Non sono mai capitalizzabili i costi amministrativi e/o di vendita.

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Oneri di indiretta imputazione

I costi indiretti eventualmente capitalizzabili devono identificarsi con i costi generali di produzione :

�stipendi e relativi oneri afferenti la mano d’opera indiretta e il personale tecnico di stabilimento;

�gli ammortamenti economico-tecnici dei cespiti utilizzati per la fabbricazione dell’immobilizzazione;

� i costi derivanti da manutenzioni e riparazioni dei beni impiegati per la produzione;

� i materiali di consumo utilizzati;

�altre spese effettivamente sostenute nel processo produttivo (manutenzione esterna, gas, servizi di vigilanza, etc.).

Immobilizzazioni

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ImmobilizzazioniOneri finanziari

Possono essere patrimonializzati gli oneri finanziari sostenuti per la “fabbricazione” dell’immobilizzazione, sia interna (c.d. “costruzione in economia ”) che presso terzi (c.d. produzione “su commessa ”), a condizione che:

� la capitalizzazione si riferisce agli interessi passivi sostenuti per capitali specificamente presi a prestito per l’acquisizione dell’immobilizzazione;

� gli interessi capitalizzabili sono soltanto quelli maturati durante il periodo di fabbricazione dell’immobilizzazione, inteso come il periodo che va dal momento di esborso dei fondi fino al momento in cui l’elemento è pronto all’uso;

� il finanziamento è stato effettivamente utilizzato per la fabbricazione, interna o presso terzi, dell’immobilizzazione.

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ImmobilizzazioniIn ogni caso, il valore d’iscrizione in bilancio di un’immobilizzazione non può eccedere il valore della medesima effettivamente recuperabile , quest’ultimo definito come il maggiore tra:

����il presumibile valore realizzabile tramite l’alienazio ne(ammontare che può essere ricavato dalla cessione a terzi a prezzi normali di mercato, al netto degli eventuali oneri di dismissione);

����il suo valore in uso nella prospettiva di continuazione dell’attività aziendale, con ciò intendendo il valore attuale dei flussi di cassa attesi in futuro dall’utilizzo dell’immobilizzazione (compresi quelli derivanti dallo smobilizzo della stessa al termine della sua vita utile).

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ImmobilizzazioniAMMORTAMENTO (art. 2426 c.c., punto 2)

Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato, in ogni esercizio, in relazione con la residua possibilità di impiego.

���� Sistematicità dell’ammortamento � conformità del processo di ammortamento ad un piano prestabilito, al fine di evitare che le quote annue possano essere accelerate o rallentate nei diversi esercizi a seconda delle mere convenienze dell’impresa (in ciò quindi attuando vere e proprie politiche di bilancio).

���� Residua possibilità di impiego (c.d. “vita utile”) � periodo di tempo lungo il quale si suppone l’elemento capitario produrre utilità economica per l’impresa cui afferisce.

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Immobilizzazioni�Il citato processo sistematico non necessariamente implica l’uso

di piani ad aliquota costante (pur essendo questa la metodologiadi più semplice applicazione), potendo utilizzarsi piani di ammortamento a quote decrescenti oppure parametrate ad altre variabili quantitative.

�Il processo di ammortamento decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è disponibile per l’uso e non al momento dell’effettiva entrata in funzione (pertanto pronta all’uso ma non necessariamente in uso), e va registrato in ogni esercizio anche nel caso in cui l’azienda versi in condizioni di perdita.

�I criteri di ammortamento e i coefficienti applicativi possono venire modificati rispetto al piano originario, a condizione però che tali modifiche si rendano necessarie in seguito al mutare delle strategie aziendali ovvero delle condizioni d’impiego operativo.

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Immobilizzazioni� Tutte le immobilizzazioni di proprietà dell’azienda devono

essere assoggettate ad ammortamento, ad eccezione di quei cespiti la cui utilità non si esaurisce nel corso del tempo (come nel caso tipico dei terreni).

� È obbligatorio dare menzione nella Nota Integrativa delle immobilizzazioni completamente ammortizzate ma ancora funzionanti ed impiegate nel processo produttivo, con evidenza del costo originario e degli ammortamenti accumulati.

� L’ammortamento deve essere calcolato, per la sua interezza, anche sulle immobilizzazioni sottoutilizzate o temporaneamente non utilizzate, mentre deve sospendersi per quelle che non verranno impiegate per un lungo periodo di tempo, obsolete ovvero da alienare (queste ultime debbono inoltre venire riclassificate nell’attivo circolante).

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ImmobilizzazioniPERDITA DI VALORE (art. 2426 c.c., punto 3).

L’immobilizzazione che alla data di chiusura dell’esercizio risulti durevolmente di valore inferiore al costo di acquisto o di produzione, al netto delle quote di ammortamento già accumulate e delle eventuali rettifiche di valore, deve essere iscritta a tale minor valore.

Obbligo di svalutazione : sorge nel momento in cui si ritiene ragionevolmente che le quote di ammortamento future dell’immobilizzazione non troveranno adeguato recupero tramite i ricavi derivanti dall’utilizzo dell’immobilizzazione medesima(compromissione della “capacità d’ammortamento ”).

Valore recuperabile tramite l’uso � sommatoria degli ammortamenti che negli esercizi futuri si ritiene trovare adeguata copertura con i ricavi prodotti dall’immobilizzazione.

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ImmobilizzazioniRipristino di valore

Nell’ipotesi in cui in un periodo successivo a quello in cui è stata operata la svalutazione siano venuti meno, in tutto o in parte, i motivi all’origine della svalutazione medesima (ipotesi, peraltro, assai rara), il valore svalutato non può essere mantenuto in bilancio ma deve venire ripristinato, totalmente o parzialmente, l’ammontare di costo originario, al netto delle maggiori quote di ammortamento in precedenza non calcolate a causa della svalutazione.

(Il ripristino di valore non può essere effettuato con riferimento a particolari tipologie di immobilizzazioni immateriali, quali i costi pluriennali e l’avviamento)

Il ripristino di valore deve essere effettuato nella misura massima dell’ammontare di costo originario , a nulla rilevando l’eventuale maggior valore di mercato dell’immobilizzazione.

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Immobilizzazioni

A) Acquisto dell’immobilizzazione

______________________ ____________________

Immobilizzazione a Banca 100

_____________________ ____________________

Esempi di scritture contabili

B) Svalutazione dell’immobilizzazione

______________________ ____________________

Svalutazione Immob. a Immobilizzazione 30

_____________________ ____________________

C) Ripristino di valore

______________________ ____________________

Immobilizzazione a Rivalutaz. Immob. 30

_____________________ ____________________

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Immobilizzazioni ImmaterialiTale voce di bilancio comprende i seguenti componenti:

1) Costi pluriennali , costituiti dalla capitalizzazione di oneri che non si concretizzano nell’acquisto o nella produzione interna dibeni o diritti, ma che comunque non esauriscono la loro utilità nell’esercizio in cui sono sostenuti: costi d’impianto e ampliamento, costi di ricerca e sviluppo, costi di pubblicità.

2) Beni immateriali , aventi una propria identificabilità ed individualità e di solito rappresentati da diritti giuridicamente tutelati, in virtù dei quali l’impresa ha il potere (esclusivo ovvero non esclusivo) di sfruttare i benefici economici attesi da tali beni: diritti di brevetto industriale, diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, concessioni, licenze, marchi.

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Immobilizzazioni ImmaterialiCaratteristica dei beni immateriali � attitudine ad essere singolarmente trasferiti indipendentemente dal coacervo di elementi costituenti l’azienda.

3) Avviamento

• attitudine che possiede un’impresa a produrre redditi medi prospettici in misura superiore a quella ritenuta “congrua” per il tempo e il luogo considerato;

• complesso di condizioni immateriali che influiscono sulla redditività aziendale e consentono di attribuire al capitale d’azienda un valore economico superiore a quello del mero capitale di funzionamento.

� Non possono mai iscriversi in bilancio le immobilizzazioni immateriali acquisite a titolo gratuito.

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Immobilizzazioni ImmaterialiIn base all’art. 2426 c.c., punto 5), e conformemente al principio della “prudenza” ex art. 2423-bis c.c., l’iscrizione dei costi pluriennali nell’attivo di bilancio deve sottostare alle seguenti condizioni:

� preventivo consenso del collegio sindacale (ove esistente);

� durata massima del periodo di ammortamento: 5 anni;

� possibilità di distribuire dividendi ai soci soltanto se residuano

riserve disponibili (c.d. prive di destinazione economica)

sufficienti a coprire l’ammontare dei citati costi non ancora

ammortizzati � slides 22-24

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Immobilizzazioni Immateriali� La riserva legale non è disponibile fin quando non ha raggiunto i limiti previsti dall’art. 2430 c.c. � in ogni esercizio deve accantonarsi il 5% degli utili netti fino al raggiungimento di 1/5 del capitale sociale.

� Non sono disponibili le riserve speciali costituite per atto costitutivo (statuto) e/o per delibera assembleare.

Esempi:

CASO 1

In Stato Patrimoniale si ha:

_________________________________________________

costi imp/amp 100 cap.soc 100

ris. legale 20

ris.straord. 100

utili 50

In questo caso si

possono distribuire

utili liberamente, in

quanto la riserva

legale è congrua e

sussiste una riserva

disponibile.

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Immobilizzazioni ImmaterialiCASO 2

In Stato Patrimoniale si ha:

_______________________________________________

costi imp/amp 100 cap.soc 100

ris. legale 20

utili 50

In questo caso non si

possono distribuire

utili in quanto non

c’è alcuna riserva

disponibile.

CASO 3

In Stato Patrimoniale si ha:

_______________________________________________

costi imp/amp 100 cap.soc 100

ris. legale 10

ris.straord. 100

utili 50

In questo caso si

possono distribuire gli

utili che residuano

dopo l’accantonamento

alla riserva legale. Gli

utili distribuibili sono

pertanto pari a: 50 -

5%(50) = 47,5.

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Immobilizzazioni Immateriali

CASO 4

In stato patrimoniale si ha:

_____________________________________________

costi imp/amp 100 cap.soc 100

ris. Legale 20

utili 150

In questo caso si deve

anzitutto costituire una

riserva disponibile di 100

(che è pari ai Costi di

impianto ed ampliamento

non ammortizzati) L’utile

residuo 50 può poi essere

distribuito.

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Immobilizzazioni ImmaterialiCOSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO

I costi di impianto e di ampliamento comprendono tutti i costi e le spese direttamente sostenute per:

� la costituzione della società � costi inerenti l’atto costitutivo, le relative tasse, le consulenze legali, l’ottenimento di licenze ed autorizzazioni, ecc.

� la costituzione dell’azienda intesa come sistema socio-economico-tecnico � spese sostenute per studi di fattibilità, per ricerche di mercato, per consulenze tecniche, legali o fiscali, per l’addestramento iniziale del personale e simili (c.d. oneri di “start-up”)

� l’ampliamento della società o dell’azienda , � spese per aumento del capitale sociale, per operazioni di trasformazione, fusione,scissione, per l’avviamento di nuove produzioni, per la quotazione in borsa, ecc.

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Immobilizzazioni ImmaterialiCOSTI DI RICERCA E SVILUPPO

� Ricerca di base � insieme di studi, indagini e ricerche che sono di utilità generale per l’impresa e che pertanto sono sostenuti ricorrentemente da quest’ultima (es.: costi per indagini di mercato).

� Ricerca applicata � finalizzata ad uno specifico progetto(prodotto o processo produttivo) considerato realizzabile;

� Sviluppo � applicazione dei risultati della ricerca ad uno specifico progetto operativo (es.: costi di realizzo del prototipo di un nuovo prodotto).

�Solo i costi di ricerca applicata e di sviluppo sono capitalizzabili.

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Immobilizzazioni ImmaterialiA titolo esemplificativo, i costi per la ricerca applicata e lo sviluppo possono includere:

�gli stipendi e gli altri costi relativi al personale impegnato nell’attività di ricerca e sviluppo;

� i costi dei materiali e dei servizi utilizzati;

� l’ammortamento dei beni mobili ed immobili eventualmente impiegati;

� i costi indiretti, diversi dalle spese generali ed amministrative, relativi all’attività di ricerca e sviluppo;

�gli interessi passivi sostenuti a fronte di finanziamenti specificamente ottenuti ed utilizzati per lo svolgimento dell’attività di ricerca e sviluppo.

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Immobilizzazioni ImmaterialiCOSTI DI PUBBLICITÀ

� Normalmente, i costi di pubblicità devono essere imputati al conto economico nell’esercizio di sostenimento, stante la caratteristica di routinaria ricorrenza con riguardo alla normale attività gestoria dell’impresa ���� ad es. in caso di “sostegno” alla commerciabilità di prodotti già esistenti, ovvero per “mantenere” la conoscibilità dell’impresa presso il pubblico.

� Peraltro, i costi di pubblicità non esaurienti la propria utilità nell’esercizio di sostenimento possono essere iscritti nell’attivo patrimoniale ���� si tratta di costi funzionali al buon esito di un nuovo progetto industriale o commerciale, quale il lancio di un nuovo prodotto sul mercato, o il “rilancio di un prodotto già esistente, oppure l’avviamento di una nuova impresa o di una nuova attività.

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Immobilizzazioni ImmaterialiMARCHI

L’iscrivibilità del marchio può derivare sia dalla produzione interna di un nuovo segno, sia dall’acquisto all’esterno(esclusivamente a titolo oneroso) di un segno preesistente.

Nell’attivo patrimoniale possono essere iscritti sia i marchi validamente registrati, rispondenti ai requisiti di novità, originalità e liceità e ai quali l’Ordinamento Giuridico attribuisce una particolare tutela, sia i marchi non registrati, comunque tutelati in caso di preuso (art. 2571 c.c.) a condizione di possedere un’effettiva funzione distintiva.

La durata del periodo di ammortamento è collegata al periodo di produzione e commercializzazione dei prodotti contraddistinti dal segno; in assenza di tale informazione, oppure nell’ipotesi di un marchio teso a qualificare il produttore piuttosto che i beni prodotti, obbligatoriamente entro 20 anni.

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Immobilizzazioni ImmaterialiNel caso di marchi prodotti internamente dall’impresa, i costi capitalizzabili sono essenzialmente i costi diretti , interni ed esterni , sostenuti per la produzione del segno, secondo gli stessi criteri dei costi di ricerca e sviluppo ���� costi del personale effettivamente impiegato per “elaborare” il marchio, i costi della cancelleria utilizzata, le spese per ricerche di mercato, per consulenze legali e di marketing, i costi sostenuti per la registrazione del segno.

Non sono mai capitalizzabili � gli oneri sostenuti per la ricerca e sviluppo del prodotto, quelli afferenti l’avviamento della produzione ovvero quelli sostenuti per l’eventuale campagna pubblicitaria.

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Immobilizzazioni ImmaterialiAVVIAMENTO

�Complesso di condizioni immateriali (ubicazione, organizzazione, clientela, prestigio, ecc.) che influiscono sulla redditività aziendale e consentono di attribuire al capitale dell’azienda un valore economico superiore a quello del capitale di funzionamento.

�Attitudine dell’azienda a produrre utilità economica in misura superiore a quella considerata congrua in un dato momento storico, alternativamente derivando tale capacità da:

� fattori specifici che non presentano un valore contabile autonomo;

� incrementi di valore che il complesso dei beni aziendali acquisisce rispetto alla somma dei valori dei singoli beni in virtù dell’organizzazione dei fattori medesimi nel sistema-azienda.

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Immobilizzazioni ImmaterialiPertanto, l’avviamento corrisponde al maggior valore del capitale economico (W) rispetto al valore corrente del capitale di funzionamento (K’ ), quest’ultimo anche denominato patrimonio netto rettificato (P.n.r.):

Avviamento = valore del capitale economico – P.n.r.

Capitale Netto

+ (valore di mercato dell’attivo – valore contabile dell’attivo)

- (valore di mercato del passivo – valore contabile del passivo)

+ avviamento

= VALORE ECONOMICO (di “mercato”)

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Immobilizzazioni ImmaterialiEsistono due differenti nozioni di avviamento:

� l’avviamento internamente generato ovvero originario , frutto di una gestione aziendale integrata e sistematizzata con riferimento tanto al complesso dei beni aziendali materiali e immateriali quanto all’elemento umano;

� l’avviamento acquisito a titolo oneroso ovvero derivato(anche definibile avviamento tout court), originato dall’acquisizione o dalla permuta di un’azienda o di un ramo d’azienda, oppure anche da un’operazione di conferimento d’azienda, di fusione o di scissione.

È possibile (ed obbligatorio) iscrivere nell’attivo patrimoniale, previo consenso del Collegio Sindacale, esclusivamente l’avviamento derivato .

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Immobilizzazioni ImmaterialiLe caratteristiche di un valore d’avviamento iscrivibile in bilancio sono pertanto le seguenti:

� deve essere originato da costi ed oneri aventi utilità differita nel tempo, che garantiscono benefici economici futuri;

� deve avere un valore attendibilmente e precisamente quantificabile, derivante dal corrispettivo pagato per l’acquisizione di un’azienda o di un ramo d’azienda;

� non è suscettibile di vita propria indipendentemente dal complesso aziendale, né può considerarsi un fattore immateriale potenzialmente oggetto di diritti e rapporti autonomi dal coacervo di elementi costituenti il complesso medesimo.

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Immobilizzazioni ImmaterialiIl valore dell’avviamento da iscrivere in bilancio si determina per differenza tra:

� il prezzo complessivamente sostenuto per l’acquisto dell’aziendao del ramo d’azienda (o il valore di conferimento della medesima);

� il valore corrente dei beni e degli altri elementi patrimoniali acquisiti.

���� L’avviamento deve essere sistematicamente ammortizzato, preferibilmente in quote costanti, per un periodo di tempo non superiore a 5 anni (art. 2426 c.c., punto 6); è peraltro possibile un periodo d’ammortamento di durata superiore, comunque non eccedente 20 anni, a condizione che ne sia data adeguata motivazione nella Nota Integrativa.

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Immobilizzazioni MaterialiCLASSIFICAZIONE

1) Terreni e fabbricati. (voce B.II.1)

Terreni � pertinenze fondiarie degli stabilimenti, terreni agricoli, moli, cave minerarie; fabbricati civili � immobili destinati ad abitazione civile o ad uso turistico-alberghiero; fabbricati industriali� fabbriche, stabilimenti industriali, silos, autorimesse, officine, fabbricati ad uso amministrativo-commerciale, negozi, etc.; costruzioni leggere � capannoni, tettoie, etc.

2) Impianti e macchinari. (voce B.II.2)

Tale voce ricomprende sia gli impianti e i macchinari “generici”(impianti di produzione e distribuzione energia, mezzi di trasporto, macchinari di riscaldamento e condizionamento), sia quelli di natura “specifica” .

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Immobilizzazioni Materiali3) Attrezzature industriali e commerciali. (voce B.II.3)

4) Altri beni. (voce B.II.4)

È una voce di natura residuale, e comprende: mobili � arredi e dotazioni di ufficio, mobili e dotazioni di laboratorio, d’officina, di magazzino; macchine d’ufficio � sistemi telefonici, computers, macchine per i Centri Elaborazione Dati (CED), macchine elettromeccaniche ed elettroniche; automezzi .

5) Immobilizzazioni in corso e acconti. (voce B.II.5)

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Immobilizzazioni MaterialiLe immobilizzazioni materiali acquisite a titolo gratuito(donazione, eredità, ecc.) devono essere iscritte in bilancio al minore tra:

� il valore di mercato loro attribuibile alla data di acquisizione, al netto degli oneri e dei costi sostenuti e/o da sostenere affinché le stesse possano essere durevolmente ed utilmente inserite nel sistema produttivo dell’impresa;

� il valore ragionevolmente recuperabile tramite l’uso .

(Il valore netto così determinato costituisce un provento di natura straordinaria da iscriversi nella voce E)20) del conto economico.)

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Immobilizzazioni MaterialiAMMORTAMENTO

La predisposizione di un piano di ammortamento delle immobilizzazioni materiali, da cui discende il requisito di sistematicità (sì da evitare il rischio che gli ammortamenti vengano accelerati o rallentati a piacimento, in ciò attuando vere e proprie politiche di bilancio), richiede la preventiva definizione dei seguenti elementi:

1) valore da ammortizzare ;

2) residua possibilità di utilizzazione ;

3) criteri di ripartizione del valore da ammortizzar e.

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Immobilizzazioni Materiali1) Valore da ammortizzare � differenza tra il costo storico

dell’immobilizzazione, d’acquisto ovvero di produzione, e il suopresumibile valore di realizzo al termine del periodo di vita utile (al netto delle eventuali spese di rimozione).

2) Residua possibilità di utilizzazione (“vita utile” ) � dipende non soltanto dalla supposta durata fisica delle immobilizzazioni, ma anche e soprattutto dalla loro durata economica (periodo di tempo lungo il quale si considera il cespite idoneo a produrre benefici per l’impresa che ne dispone).

Il piano di ammortamento predisposto ab origine deve essere periodicamente ricontrollato, per verificare che non siano intervenuti cambiamenti tali da richiedere una modifica delle stime in precedenza effettuate circa la residua possibilità di utilizzo.

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Immobilizzazioni Materiali3) Criteri di ammortamento � devono assicurare la sistematica

ripartizione del valore dei cespiti sulla base della presuppostavita utile:

� metodo a quote costanti (preferibile);

� metodo a quote decrescenti (l’impresa trae maggiore utilità nei primi periodi d’impiego dei cespiti, a causa della progressiva diminuzione del grado di efficienza tecnica dei medesimi conseguente al processo di invecchiamento);

� metodo a quote variabili al variare dei volumi di produzione.

(Naturalmente, anche il criterio di ammortamento inizialmente prescelto deve essere periodicamente riesaminato)

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Immobilizzazioni MaterialiPrecisazione

���� L’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali avviene direttamente “in conto” :

���� L’ammortamento delle immobilizzazioni materiali , invece, viene effettuato “fuori conto ” (c.d. rettifica “indiretta”), tramite l’accensione di un fondo di ammortamento :

_____________________ ____________________

Ammortamento a Marchi XXX

_____________________ ____________________

_____________________ ____________________

Ammort. Impianti a F.do Amm.to Impianti XXX

_____________________ ____________________

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Immobilizzazioni MaterialiPERDITA DI VALORE

La svalutazione deve effettuarsi solo quando sussistano obiettive e durevoli condizioni di irrecuperabilità , parziale o totale, delvalore contabile , (la sussistenza di una perdita d’esercizio non implica che il valore dei cespiti non possa essere recuperato, così come non è possibile operare una svalutazione in seguito al normale deperimento dei beni capitali dovuto all’uso).

Le cause di una perdita di valore durevole delle immobilizzazioni ammortizzabili possono essere differenti (obsolescenza di prodotto o di processo, fattori concorrenziali, danneggiamenti, ecc.), e tutte si traducono nella riduzione dell’utilità dalle medesime producibile, con la conseguenza che i flussi di ricavi attesi non risulteranno sufficienti a coprire i costi di ammortamento.

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Immobilizzazioni MaterialiSe si rende necessario operare una rettifica del valore delle immobilizzazioni impiegate nel processo produttivo, l’ammontare residuo di bilancio post-svalutazione corrisponderà al valore recuperabile tramite l’uso , cioè “…quel valore che, sulla base degli elementi disponibili, si può ragionevolmente prevedere potrà essere recuperato tramite flussi di ricavi dell’impresa sufficienti a coprire tutti i costi e le spese, incluso l’ammortamento” (OIC n. 16)

Nel caso in cui in un periodo successivo a quello in cui è stataoperata la svalutazione vengano meno, in tutto o in parte, le cause della svalutazione medesima (ipotesi in realtà assai rara), è obbligatorio ripristinare, totalmente o parzialmente, il costo originario , al netto delle maggiori quote di ammortamento in precedenza non calcolate a causa della svalutazione.

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Immobilizzazioni MaterialiCOSTI DI MANUTENZIONE

I costi di manutenzione ordinaria sono sostenuti in modo ricorrente dall’impresa per mantenere in efficienza le immobilizzazioni, onde preservarne la vita utile nonché la capacità produttiva originaria.

(rientrano in tale nozione non soltanto le manutenzioni riparative, volte ad eliminare eventuali guasti e rotture che hanno già trovato verifica, ma anche gli interventi manutentivi preventivi, programmati e realizzati anticipatamente rispetto all’insorgere dell’eventuale guasto).

I costi di manutenzione ordinaria, stante la caratteristica diroutinaria ricorrenza con riferimento alla normale attività produttiva, devono essere imputati al conto economico nell’esercizio di competenza.

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Immobilizzazioni MaterialiI costi di manutenzione straordinaria , sono volti all’ampliamento, ammodernamento o miglioramento dell’immobilizzazione, e si traducono in un aumento significativo e misurabile del livello di produttività, di sicurezza ovvero di vita utile del cespite.

I costi di manutenzione straordinaria devono essere capitalizzati imputandoli ad incremento del costo originario del cespite.

Ovviamente, se il sostenimento di tali oneri si traduce in un incremento della vita utile dell’immobilizzazione, risulta necessario modificare l’originario piano di ammortamento.

�In ogni caso, il valore finale dell’immobilizzazione non può eccedere il valore recuperabile tramite l’uso.

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Titoli e PartecipazioniTITOLI

In tale categoria vengono ricompresi i normali titoli di debito , quali i titoli di stato (sia quelli “con cedola” che gli “zero coupon”, a breve come a lunga scadenza), le obbligazioni(emesse sia da soggetti privati che pubblici), i certificati di deposito e gli altri valori mobiliari .

PARTECIPAZIONI

Una partecipazione rappresenta una cointeressenza al risultato d’esercizio ed alla consistenza patrimoniale di un’altra impresa(c.d. “partecipata” ) qualunque sia la sua forma giuridica, ed è normalmente costituita da azioni o quote sociali di quest’ultima.

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Titoli e PartecipazioniPrincipio della “destinazione economica” art. 2424-bis c.c.

Gli elementi patrimoniali strumentali all’attività d’impresa, e quindi destinati ad essere utilizzati durevolmente, devonoessere iscritti in bilancio tra le immobilizzazioni.

���� Una partecipazione (ovvero un titolo) si caratterizza per un utilizzo durevole quando viene mantenuta nel patrimonio aziendale a scopo di investimento strategico (quindi stabile nel tempo) piuttosto che meramente speculativo.

Risulta comunque sempre possibile riclassificare nell’attivo circolanteuna partecipazione (o un titolo) inizialmente iscritto tra le immobilizzazioni finanziarie nel momento in cui viene meno la sua funzione strategica (il caso inverso è assai raro).

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Titoli e PartecipazioniDevono considerarsi immobilizzazioni finanziarie (presunzione relativa) le cointeressenze in altre imprese in misura non inferiore a quelle stabilite dal terzo comma dell’art. 2359 c.c.(c.d. partecipazioni qualificate ):

“Sono considerate società controllate :

1) le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria; (controllo “di diritto” )

2) le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un influenza dominante nell’assemblea ordinaria; (controllo “di fatto” )

3) le società che sono sotto influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa.

Ai fini dell’applicazione dei numeri 1) e 2) si computano anche i voti spettanti a società controllate, a società fiduciarie e a interposta persona. (controllo “indiretto” )

Sono considerate collegate le società sulle quali un’altra società esercita un’influenza notevole ; l’influenza si presume quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa”

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Titoli e PartecipazioniCRITERI DI VALUTAZIONE

L’iscrizione in bilancio dei titoli e delle partecipazioni deve avvenire in ottemperanza ai seguenti criteri:

� TITOLI

Metodo del costo (sia se iscritti nell’attivo circolante che tra le immobilizzazioni finanziarie).

�PARTECIPAZIONI

� Immobilizzazioni finanziarie :

Metodo del costo

Metodo del patrimonio netto(facoltativo, ed esclusivamente nell’ipotesi di partecipazioni in società controllate o collegate)

� Attivo circolante : Metodo del costo

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Titoli e Partecipazioni1) METODO DEL COSTO (rettificato )

Nel costo d’ acquisto (non può evidentemente mai parlarsi di costo “di produzione”) si computano anche gli oneri accessori , solitamente costituiti da:

� costi di intermediazione bancaria e finanziaria (commissioni, spese bancarie, imposte di bollo, etc.);

� costi per consulenze professionali (in materia contrattuale, perstudi di fattibilità, etc.).

���� Non possono mai considerarsi oneri accessori, e di conseguenza non possono aggiungersi al costo d’acquisto, gli interessi passivi ovvero gli altri oneri finanziari sostenuti dall’impresa per l’acquisto di titoli o partecipazioni.

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Titoli e Partecipazionia) Partecipazioni immobilizzate

Considerata la destinazione economica di carattere strategico, il valore d’iscrizione in bilancio non può venire modificato a seguito di temporanee fluttuazioni al ribasso del relativo valore corrente.

���� Però, la partecipazione che alla data di chiusura dell’esercizio risulti durevolmente di valore inferiore al costo d’acquisto deveessere iscritta a tale minor valore.

Quest’ultimo non può essere mantenuto nei successivi esercizi sesono venute meno le ragioni della svalutazione medesima.

Il processo di ripristino deve attuarsi solo in funzione del riassorbimento, totale o parziale, delle precedenti svalutazioni, e non può mai comportare il superamento del costo originario.

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Titoli e PartecipazioniVerifica del requisito di durevolezza della perdita

Le ragioni che inducono a ritenere durevole una perdita di valore “…sono da ascrivere alle condizioni economico-finanziarie della partecipata, ossia quando sulla base di riferimenti certi e costanti sono accertate perdite d’esercizio non episodiche o temporanee, bensì strutturali , tali cioè da intaccare la consistenza patrimoniale della partecipata”. (OIC n. 20)

Una perdita si considera durevole “…quando fondatamente non si prevede che le ragioni che l’hanno causata possono essere rimosse in un breve arco temporale (…); quindi, una perdita di valore è durevole perché non è ragionevolmente dimostrabile che nel breve periodo la società partecipata possa sovvertirla mediante positivi risultati economici”

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Titoli e PartecipazioniUna perdita di valore può considerarsi durevole a fronte:

� per le partecipazioni immobilizzate quotate ���� di un significativo ribasso nel listino avente carattere di persistenza temporale, comunque unito alla sussistenza di condizioni economico-finanziarie strutturalmente negative in capo alla partecipata. (media delle quotazioni su un periodo di tempo abbastanza lungo –ultimi 6 mesi);

� per le partecipazioni immobilizzate non quotate ���� si utilizzano tutte le informazioni di cui si può venire a conoscenza allo scopo di accertare l’effettivo grado di deterioramento delle condizioni economico-patrimoniali della partecipata (quindi allineando il valore di carico in bilancio della partecipazione, quantomeno, al valore del patrimonio netto della partecipata).

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Titoli e Partecipazionib) Partecipazioni iscritte nell’attivo circolante

Le partecipazioni non immobilizzate, alla stregua delle rimanenze di merci, devono essere valutate al minore tra il costo d’acquistoe il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato.

Definizione di valore di “mercato” :

� partecipazioni quotate : media aritmetica delle quotazioni calcolata su un periodo di tempo sufficientemente rappresentativo, (ad es. l’ultimo mese);

� partecipazioni non quotate : si utilizzano tutte le informazioni di cui si può venire a conoscenza allo scopo di accertare l’effettivo grado di deterioramento delle condizioni economico-patrimoniali della società partecipata.

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Titoli e PartecipazioniEsempi di scritture contabili

A) Acquisto della partecipazione

______________________ ____________________

Partecipazione a Banca 100

_____________________ ____________________

B) Svalutazione della partecipazione

______________________ ____________________

Svalutazione partec. a Partecipaz. 30

_____________________ ____________________

C) Ripristino di valore

______________________ ____________________

Partecipazione a Rivalutazione partec. 30

_____________________ ____________________

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Il metodo del costo rettificato deve essere adottato esclusivamente nei casi in cui la partecipazione costituisce un bene posseduto dall’impresa al solo fine di percepire dividendie/o un capital gain al momento della rivendita.

Le partecipazioni sono infatti destinate a rimanere nel portafoglio della partecipante (anche per lungo tempo) per soli fini reddituali e/o speculativi, senza interesse con riguardo all’attività gestoria della partecipata.

���� Però l’impiego di tale metodo (appunto fondato sulla mera misurazione dei risultati finanziari dell’investimento) non consentedi rilevare nel bilancio della partecipante, contestualmente alla loro formazione, eventuali aumenti e/o diminuzioni intervenuti nella consistenza patrimoniale della società partecipata.

Titoli e Partecipazioni

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Titoli e Partecipazioni2) METODO DEL PATRIMONIO NETTO (Equity Method )

Art. 2426 c.c., comma 4 ���� le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate e collegate possono essere iscritte nel bilancio della partecipante in base alla frazione da quest’ultima detenuta del patrimonio netto della partecipata, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonchè quelle richieste per il rispetto degli artt.2423 e 2424 bis (c.d. rappresentazione veritiera e corretta).

�Con il Metodo del patrimonio netto la società partecipante rappresenta l’investimento effettuato nella partecipataevidenziando, nello S.P., la quota del capitale di funzionamento di quest’ultima di propria pertinenza (adeguatamente rettificato), e nel C.E. la corrispondente quota di utili o perdite (contestualmente al relativo verificarsi).

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Titoli e PartecipazioniIl patrimonio da prendere come riferimento quale base del calcolo ai fini della valutazione della partecipazione è quello desunto dalbilancio dell’impresa partecipata, redatto alla medesima data alla quale è riferito il bilancio della partecipante, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonché quelle richieste per il rispetto degli artt.2423 e 2424 bis.

Se le date di redazione del bilancio delle due società sono significativamente dissimili (oltre 3 mesi di sfasamento), la partecipata deve provvedere alla redazione di un bilancio intermedio riferito alla data di chiusura della partecipante.

In caso di date di chiusura del bilancio non coincidenti tra partecipante e partecipata, sono ammessi sfasamenti temporali nella misura massima di 3 mesi.

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Titoli e PartecipazioniFASI APPLICATIVE DEL METODO DEL P.N.

1° anno di applicazione

A) Determinazione della frazione di P.N. della partecipata di pertinenza della partecipante. � in base alla % di cointeressenza.

B) Determinazione e successiva imputazione della differenza (eventualmente) sussistente tra il costo d’acquisto della partecipazione e il valore contabile del patrimonio netto della partecipata.

Anni successivi al 1°

C) Imputazione delle rettifiche al risultato d’esercizio della partecipata.

D) Determinazione della frazione di P.N. di pertinenza della partecipante.

E) Adeguamento del valore della partecipazioneMetodo “Reddituale ”

Metodo “Patrimoniale ”

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Titoli e PartecipazioniB) Determinazione e imputazione della differenza tra costo

d’acquisto della partecipazione e valore contabile del patrimonio netto della partecipata.

Art. 2426 c.c., comma 4.

Quando una partecipazione è iscritta per la prima volta con il Metodo del Patrimonio Netto, l’eventuale maggior valore del costo d’acquisto della partecipazione rispetto alla corrispondente frazione del patrimonio netto contabile della partecipata può essere mantenuto nell’attivo dello S.P., sempre nell’alveo della voce “Partecipazioni”, se adeguatamente motivato nella Nota Integrativa.

� Tale differenza, per la parte attribuibile all’avviamento e/o ai beni ammortizzabili, deve essere ammortizzata.

MAGGIOR COSTO = COSTO DI ACQUISTO PARTECIP. – VALORE CONTABILE DEL P.N.

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Titoli e PartecipazioniLa verifica di un costo d’acquisto della partecipazione maggiore del valore contabile della corrispondente frazione del patrimonio netto della partecipata è di frequente accadimento.

Infatti, in fase di determinazione del prezzo d’acquisto di una partecipazione le parti contraenti tengono conto (specie nel caso di trasferimento di quote partecipative rilevanti – ipotesi di controllo o di collegamento) di eventuali plusvalori sui beni della partecipata, di eventuali elementi patrimoniali materiali o immateriali e/o di un eventuale valore d’avviamento che, in un sistema contabile a costi storici, potrebbero non trovare evidenza (o comunque non in termini congrui) nel bilancio d’esercizio della partecipata.

���� Il costo d’acquisto della partecipazione riflette considerazioni di carattere economico, mentre il valore del patrimonio netto della partecipata desumibile dal relativo bilancio si fonda esclusivamente su parametri contabili.

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Titoli e PartecipazioniGli amministratori della partecipante allocano idealmente la differenza tra costo d’acquisto della partecipazione e corrispondente valore contabile del P.N. della partecipata sulle attività (in aumento) e passività (in diminuzione) di quest’ultima, presenti o meno nel relativo bilancio, fino a capienza della differenza medesima e comunque nei limiti dei valori correnti delle attività e passività medesime.

Se tale preliminare operazione attributiva non risulta sufficiente per allocare l’intero ammontare differenziale (in quanto eccedente i valori correnti delle attività e passività della partecipata) � il valore residuopotrebbe considerarsi, in tutto o in parte, un “avviamento” , se e nella misura in cui trovi motivazione in una capacità redditualeextracongrua della partecipata.

L’eventuale residuo ammontare, non ulteriormente allocabile, deriva da un “cattivo affare” sopportato dalla partecipante, e come tale costituisce un costo di competenza dell’esercizio d’acquisto.

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Titoli e PartecipazioniLa valutazione a valori correnti delle attività e passività della partecipata osserva i seguenti criteri:

Titoli e partecipazioni negoziabili ���� valore netto di realizzo.

Crediti ���� valore attuale dell’ammontare da incassare.

Magazzino ���� prezzo di vendita stimato per i prodotti finiti, al netto dei costi di completamento e di vendita; costo di sostituzioneper le materie prime e le merci;

Beni ammortizzabili ���� valore di mercato o costo di sostituzione per i beni usati; valore netto di realizzo per quelli destinati alla vendita.

Passività e debiti diversi ���� ammontare che permetterà alla società di far fronte agli impegni.

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Titoli e Partecipazioni

���� Sono gli amministratori della partecipante ad effettuare la stima dei valori correnti delle attività e passività della partecipata, dato che la Legge non prevede la nomina di un perito indipendente.

In ogni caso, i suddetti ammontari devono riflettere i reali valori di mercato e devono trovare spiegazione nella Nota Integrativa al bilancio della partecipante.

Precisazione

���� I nuovi elementi dell’attivo ovvero i maggiori valori delle attività già esistenti devono essere sottoposti ai medesimi trattamenti contabili degli elementi cui si riferiscono.

(Es.: l’avviamento evidenziato ex novo dovrà essere ammortizzato in 5 anni; se parte della differenza viene imputata ad incremento del valore di un fabbricato, tale ammontare dovrà essere ammortizzato in relazione alla vita utile di quest’ultimo.)

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Titoli e Partecipazioni���� L’investimento deve essere esposto nel bilancio della

partecipante in un ammontare unico � l’evidenziazione dei plusvalori sui beni della partecipata e/o di eventuali nuove attivitàdeve infatti avvenire extracontabilmente.

Parallelamente, l’ammortamento di tali valori non appare nel bilancio della partecipante se non indirettamente , come rettifica del risultato di esercizio della partecipata.

Quest’ultimo, infatti, una volta rettificato è portato in aumento o in diminuzione del complessivo valore d’iscrizione della partecipazione. (vedere punti C, D).

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Titoli e PartecipazioniC) Imputazione delle rettifiche al risultato d’eserc izio della

partecipata.

Per applicare correttamente il metodo del P.N. è necessario, al momento della predisposizione del bilancio della partecipante, apportare delle rettifiche extracontabili (in aumento o in diminuzione) al risultato d’esercizio della partecipata.

Il valore della partecipazione, originariamente iscritto nel bilancio della partecipante al costo d’acquisto , deve essere aumentato o diminuito per un ammontare pari agli utili o alle perdite(opportunamente rettificati) conseguiti dalla partecipata, in proporzione alla percentuale di cointeressenza.

���� Gli utili o le perdite di pertinenza della partecipante, quindi, sono rettificati extracontabilmente prima di essere portati, rispettivamente, ad aumento o diminuzione del valore della partecipazione

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Titoli e Partecipazioni

1) Eliminazione degli utili e delle perdite infragruppo, derivanti da operazioni intercorse esclusivamente tra partecipante e partecipata (il principio della prudenza vieta infatti il riconoscimento di utili non realizzati � rettifica di consolidamento).

Rettifiche al risultato d’esercizio della partecipata

2) Rettifiche derivanti dall’uniformazione da parte della partecipata ai criteri contabili adottati dalla partecipante in sede di bilancio �rettifica di consolidamento.

3) Rettifiche per sanare l’eventuale mancata applicazione di norme di legge o di corretti principi contabili da parte della partecipata nel proprio bilancio � rispetto degli artt.2423 e 2424 bis.

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Titoli e Partecipazioni

4) Rettifiche (in diminuzione ) per tenere conto dell’ammortamento della differenza tra costo d’acquisto della partecipazione e valore della quota di patrimonio netto contabile della partecipata, qualora tale differenza sia imputabile (extracontabilmente ) a beni ammortizzabili della partecipata o ad avviamento (vedere punto B).

È infatti necessario rettificare il risultato d’esercizio della partecipata per le quote di ammortamento che la medesima avrebbe calcolato se avesse iscritto in bilancio i valori dell’attivo effettivamente concordati in sede di negoziazione della partecipazione.

707070

Titoli e PartecipazioniD) Determinazione della frazione di P.N. della partecip ata di

pertinenza della partecipante.

Le variazioni del P.N. della partecipata riflettono, normalmente, gli utili e/o le perdite d’esercizio della medesima.

Per applicare correttamente il metodo in esame, pertanto, il valore contabile della partecipazione deve essere modificato in funzione del risultato d’esercizio della partecipata, all’uopo opportunamente rettificato secondo quanto previsto al precedente punto C.

Peraltro, il costo originario d’acquisto della partecipazione deveessere aumentato o diminuito in funzione, oltre che del risultato d’esercizio rettificato, anche di eventuali movimenti di capitaleche abbiano interessato la partecipata medesima:

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Titoli e Partecipazioni� gli aumenti di capitale sociale della partecipata, se sottoscritti dalla

partecipante, aumentano il valore della partecipazione;

� i rimborsi di capitale comportano una riduzione del patrimonio netto se coinvolgono la partecipante;

� i versamenti a copertura di perdite comportano un aumento del valore della partecipazione, se in precedenza era stata svalutata per tenere conto dei risultati negativi;

� gli aumenti gratuiti di capitale, invece, non comportano variazioni del patrimonio netto e quindi non danno luogo a contabilizzazione.

���� La determinazione della frazione di P.N. della partecipata di pertinenza della partecipante verrà poi calcolata, specularmenteal punto A, in base alla % di cointeressenza detenuta da quest’ultima.

727272

Titoli e PartecipazioniE) Adeguamento del valore della partecipazione nel bil ancio

della partecipante.

Dal confronto tra il valore contabile della partecipazione e la quota di pertinenza del patrimonio netto della partecipata (determinato sulla base dei precedenti punti C e D) emergono normalmente delle differenze , denominate plusvalenze o minusvalenze, che possono essere contabilizzate nel bilancio della partecipante con 2 metodi alternativi:

1) Trattamento contabile preferito (benchmark): metodo del Patrimonio Netto Integrale

2) Trattamento contabile alternativo consentito: metodo del Patrimonio Netto con rappresentazione solo patrimon iale

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Titoli e Partecipazioni1) Metodo del Patrimonio Netto Integrale

Tale metodologia consente di fornire una migliore informazione sulla effettiva situazione patrimoniale ed economica della partecipata, ed il suo utilizzo è pertanto raccomandato dall’OIC.

�Secondo tale metodo il risultato economico d’esercizio della partecipata, opportunamente rettificato sub C, viene imputato al Conto Economico della partecipante secondo il principio della competenza temporale � quindi, nello stesso esercizio al quale il risultato si riferisce.

�Come contropartita di tale appostazione, il valore della partecipazione iscritto nell’attivo di bilancio della partecipante (tra le “Immob. finanziarie”) deve essere variato per un pari importo.

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Titoli e PartecipazioniLe differenze positive (plusvalenze ) devono essere appostate nella voce “ Rettifiche di valore di attività finanziarie: rivalutazioni di partecipazioni” del C.E. della partecipante, e in contropartita portate ad incremento della voce “ Immobilizzazioni finanziarie: partecipazioni” tra le attività dello S.P.

Ovviamente, possono presentarsi situazioni in cui il risultato positivo della partecipata (adeguatamente rettificato), assorbito per competenza nel bilancio della controllante, modifica il risultato propriodi quest’ultima:

a) Plusvalenza > perdita di esercizio propria della partecipante

b) Plusvalenza < perdita di esercizio propria della partecipante

c) Plusvalenza + utile di esercizio proprio della partecipante

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Titoli e Partecipazionia) Plusvalenza > perdita di esercizio propria della partecipante

Nel caso in esame, il residuo positivo deve obbligatoriamente venire iscritta nel bilancio della partecipante in una Riserva non distribuibile (art. 2426 c.c., n. 4), da impiegarsi esclusivamente a copertura di eventuali perdite passate ovvero future della partecipante.

(Ovviamente, tale appostazione deve effettuarsi dopo aver destinato, se del caso, il 5% dell’utile finale a Riserva legale, così come disposto dall’art. 2430 c.c.).

La ratio di tale obbligo è da ricercarsi nel disposto dell’art. 2423-bisc.c., n. 2, secondo cui possono iscriversi in bilancio esclusivamente gli utili effettivamente realizzati alla data di chiusura dell’esercizio e non anche quelli meramente “sperati” (c.d. “utili di carta”).

767676

Titoli e Partecipazioni

La partecipante deve rilevare nel proprio S.P. l’incremento del valore della partecipazione per € 10.000, e come contropartita nel C.E., per un medesimo ammontare, la plusvalenza nella voce “ Rettifiche di valore di attività finanziarie: rivalutazioni di partecipazioni” .

Dato però che la plusvalenza di € 10.000 è stata parzialmente assorbita dalla perdita propria della partecipante, in sede di approvazione del bilancio è obbligatorio accantonare l’utile finale di € 2.000 ad una riserva non distribuibile.

Esempio:

Utile d’esercizio (rettificato) partecipata 10.000

Risultato d’esercizio (proprio) partecipante - 8.000

Plusvalenza da partecipazione 10.000

Utile d’esercizio (finale) partecipante 2.000

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39

777777

Titoli e Partecipazioni

Rilevazione della plusvalenza

______________________ ____________________

Partecipazione a Rivalutaz. partecipaz. 10.000

_____________________ ____________________

Scritture contabili della partecipante

Iscrizione di una Riserva non distribuibile (in sede di app.ne del bilancio)

______________________ ____________________

Utile d’esercizio a Riserva non distrib. 2.000

_____________________ ____________________

787878

Titoli e Partecipazionib) Plusvalenza < perdita di esercizio propria della partecipante

Nel caso di plusvalenza interamente assorbita dalla perdita d’esercizio propria della partecipante:

� non vi è l’obbligo di iscrivere una riserva non distribuibile nel bilancio della partecipante;

� permane l’obbligo di contabilizzare la plusvalenza nel C.E. della partecipante e, in contropartita, un eguale incremento del valore della partecipazione nello S.P.

Infatti, dato che il risultato finale della partecipante è una perdita non si corre il rischio di distribuire utili non effettivamente realizzati derivanti da plusvalenze “di carta”.

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40

797979

Titoli e Partecipazionic) Plusvalenza sulla partecipazione + utile proprio della

partecipante

Nel caso la plusvalenza derivante dall’applicazione del metodo del P.N vada ad aggiungersi ad un utile proprio della partecipante, è necessario iscrivere una riserva non distribuibile (in sede di approvazione del bilancio della partecipante) per un ammontare esattamente pari alla plusvalenza medesima.

Similmente al caso a), infatti, se la partecipante distribuisse ai propri soci anche la parte dell’utile finale imputabile esclusivamente alla plusvalenza “di carta” prodotta dal metodo del P.N., ciò comporterebbe la violazione del citato art. 2423-bis c.c., n. 2.

808080

Titoli e PartecipazioniEsempio:

Utile d’esercizio (rettificato) partecipata 10.000

Risultato d’esercizio (proprio) partecipante 4.000

Plusvalenza da partecipazione 10.000

Utile d’esercizio (finale) partecipante 14.000

La partecipante deve rilevare nel proprio S.P. l’incremento del valore della partecipazione per € 10.000, e come contropartita nel C.E., per un medesimo ammontare, la plusvalenza nella voce “ Rettifiche di valore di attività finanziarie: rivalutazioni di partecipazioni” .

L’utile finale della partecipante, però, pari a € 14.000, non è interamente distribuibile: la parte di tale utile corrispondente alla plusvalenza da metodo del P.N. (€ 10.000) deve infatti essere accantonata dall’assemblea ad una Riserva non distribuibile.

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818181

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Rilevazione della plusvalenza

______________________ ____________________

Partecipazione a Rivalutaz. partecipaz. 10.000

_____________________ ____________________

Iscrizione di una Riserva non distribuibile (in sede di app.ne del bilancio)

______________________ ____________________

Utile d’esercizio a Riserva non distrib. 10.000

_____________________ ____________________

828282

Titoli e Partecipazioni

Più specificamente, le differenze negative (minusvalenze )devono essere appostate nella voce “ Rettifiche di valore di attività finanziarie: “ svalutazioni di partecipazioni” del C.E., e in contropartita portate in deduzione della voce “ Immobilizzazioni finanziarie: partecipazioni” .

Se dalla valutazione della partecipazione con il Metodo del P.N.emerge una minusvalenza (a causa di una perdita sostenuta dalla partecipata, propria ovvero derivante dalle rettifiche imputate al risultato d’esercizio della partecipata), questa va imputata al C.E.della partecipante e, in contropartita, a riduzione della voce “Partecipazioni” dello S.P.

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838383

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Rilevazione della minusvalenza

______________________ ____________________

Svalutaz. Partecipaz. a Partecipazione XXX

_____________________ ____________________

� Inoltre, se la partecipata negli esercizi precedenti aveva realizzato degli utili accantonati dalla partecipante in una Riserva non distribuibile, l’iscrizione della perdita attuale nel sistema contabile dellapartecipante rende distribuibile per un eguale ammontare la citata Riserva:

______________________ ____________________

Riserva non distrib. a Riserva libera XXX

_____________________ ____________________

848484

Titoli e Partecipazioni

Secondo il Metodo Integrale, i risultati della partecipata devono trovare traduzione nel C.E. della partecipante secondo il principio della competenza economica, e quindi nello stesso esercizio al quale il risultato si riferisce.

Di conseguenza, al momento della distribuzione dei dividendi da parte della partecipata, questi non possono essere nuovamente imputati al C.E. della partecipante all’atto dell’incasso (per non generare una evidente duplicazione), ma piuttosto dovranno contabilizzarsi in bilancio a riduzione del valore della partecipazione.

Contemporaneamente, una quota della riserva non distribuibileequivalente al dividendo distribuito potrà essere riclassificata tra le riserve distribuibili.

* * *

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858585

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Ipotesi:1) L’utile d’esercizio della partecipante – anno x - deriva esclusivamente

dalla plusvalenza realizzata applicando il metodo del P.N.2) La partecipata distribuisce nell’anno x+1 un dividendo di € 30.

Rilevazione della plusvalenza (anno x)

______________________ ____________________

Partecipazione a Rivalutaz. partecipaz. 100

_____________________ ____________________

Iscrizione di una Riserva non distribuibile (anno x + 1 – app.ne del bil.)

______________________ ____________________

Utile d’esercizio a Riserva non distrib. 100

_____________________ ____________________

868686

Titoli e Partecipazioni

Incasso del dividendo (anno x + 1)

______________________ ____________________

Banca a Partecipazione 30

_____________________ ____________________

Riclassificazione di una parte della RND (anno x + 1)

______________________ ____________________

Riserva non distrib. a Riserva libera 30

_____________________ ____________________

Scritture contabili della partecipante

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878787

Titoli e Partecipazioni2) Metodo del Patrimonio Netto con rappresentazione solo

patrimoniale

L’utile d’esercizio della partecipata (opportunamente rettificato subC ed eventualmente D) è iscritto, a titolo di plusvalenza , ad incremento della posta “Partecipazioni” tra le immobilizzazioni finanziarie, con contestuale iscrizione per un pari importo di una Riserva non distribuibile denominata “Riserva da rivalutazione di partecipazioni” (nell’ambito delle “Altre riserve”).

�L’utile d’esercizio della partecipata, quindi, non confluisce nel C.E. della partecipante (a differenza quindi del metodo Integrale), ma è piuttosto soggetto ad una rappresentazione contabile esclusivamente patrimoniale.

888888

Titoli e PartecipazioniEsempio:

Utile d’esercizio (rettificato) partecipata 10.000

Risultato d’esercizio (proprio) partecipante - 8.000

Plusvalenza da partecipazione 10.000

Utile d’esercizio (finale) partecipante 2.000

La partecipante deve rilevare nel proprio S.P. l’incremento del valore della partecipazione per € 10.000, e contemporaneamente, per un medesimo ammontare, la stessa plusvalenza nella “Riserva da rivalutazione di partecipazioni”.

Tale Riserva, come anzidetto (e specularmente al metodo Integrale ), non può essere utilizzata per distribuire dividendi ai soci della partecipante ma soltanto per la copertura di perdite di quest’ultima, di esercizi precedenti ovvero futuri.

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898989

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Rilevazione della plusvalenza

______________________ ____________________

Partecipazione a Riserva non distrib. 10.000

_____________________ ____________________

Eventuale copertura di perdite della partecipante (identica in

entrambi i metodi)

______________________ ____________________

Riserva non distrib. a Perdita anno 20zz XXX

_____________________ ____________________

909090

Titoli e PartecipazioniLa perdita d’esercizio della partecipata (opportunamente rettificata sub C ed eventualmente D), invece , deve essere imputata al C.E. della partecipante nella voce “Rettifiche di valore di attività finanziarie: svalutazioni di partecipazioni”, e corrispondentementeportata a riduzione della posta “Immobilizzazioni finanziarie: partecipazioni”.

È di tutta evidenza come non si riscontrino differenze tra il metodo in esame e quello “Integrale” con riferimento all’iscrizione nel sistema contabile della partecipante di una minusvalenza.

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919191

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Rilevazione della minusvalenza

______________________ ____________________

Svalutaz. Partecipaz. a Partecipazione XXX

_____________________ ____________________

Inoltre, se la partecipata negli esercizi precedenti aveva realizzato degliutili appostati dalla partecipante in una “Riserva da rivalutazione di partecipazioni”, l’iscrizione della perdita attuale rende distribuibile per un eguale ammontare la citata riserva (c.d. riclassificazione):

______________________ ____________________

Riserva non distribuibile a Riserva libera XXX

_____________________ ____________________

929292

Titoli e Partecipazioni

Secondo il Metodo Patrimoniale, i risultati della partecipata non transitano nel C.E. della partecipante in base al principio della competenza economica, ma vengono direttamente iscritti in una riserva non distribuibile.

�Pertanto al momento della distribuzione dei dividendi , questi dovranno venire iscritti nel C.E. della partecipante tra i “Proventi finanziari da partecipazione”, con la contropartita di un credito verso la partecipata (ovvero una movimentazione di banca, ecc.).

Contemporaneamente, sarà necessario ridurre la riserva indistribuibile e la partecipazione per lo stesso ammontare.

* * *

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939393

Titoli e PartecipazioniScritture contabili della partecipante

Ipotesi: La partecipata realizza un utile di € 100 nell’anno x, e distribuisce un dividendo di € 30 nell’anno x+1.

Rilevazione della plusvalenza (anno x)

______________________ ____________________

Partecipazione a Riserva non distrib. 100

_____________________ ____________________

Incasso del dividendo (anno x + 1)

______________________ ____________________

Banca a Dividendi 30

_____________________ ____________________

Riserva non distrib. a Partecipazione 30

949494

Titoli e PartecipazioniValore della partecipazione negativo

In presenza di ripetute perdite subite nei diversi esercizi dalla partecipata, è possibile che il valore del patrimonio netto risulti essere nullo o addirittura negativo.

In tali casi, la corretta applicazione del metodo del P.N. richiede una congrua svalutazione, nel bilancio della partecipante, del valore della partecipazione fino, se necessario, al suo completoazzeramento (in ipotesi di valore del patrimonio netto nullo ovvero negativo).

Le ulteriori perdite della partecipata non devono essere stanziate nel bilancio della partecipante � se però esistono obblighi formali che impegnano quest’ultima a farsi carico di tali andamenti sfavorevoli (o anche una mera volontà), allora il valore di bilancio della partecipazione assumerà segno negativo e verrà esposto in uno specifico fondo del passivo dello S.P.

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959595

Titoli e PartecipazioniESERCIZIO RIEPILOGATIVO

Anno X• Acquisto di una partecipazione del 100% nella società Pinco. L’acquisto

avviene in prossimità della fine dell’esercizio.• Patrimonio netto della Pinco alla data d’acquisto: € 200.000• Costo d’acquisto della partecipazione: € 240.000 • La differenza di € 40.000 viene attribuita in parte ad avviamento (€ 10.000, da

ammortizzarsi in 5 anni) e in parte a beni ammortizzabili (€ 30.000, da ammortizzarsi in 10 anni).

Anno X + 1• La partecipata registra una perdita di € 20.000• L’ammortamento del valore d’avviamento ammonta a € 2.000• L’ammortamento del maggior valore dei beni ammortizzabili è pari a € 3.000

969696

Titoli e PartecipazioniAnno X + 2• La partecipata consegue un utile di € 58.000• Gli ammortamenti dei maggiori valori attribuiti alle immobilizzazioni e

all’avviamento rimangono inalterati.

Anno X + 3• La partecipata distribuisce dividendi per € 24.000 (relativi all’utile di € 58.000

realizzato nell’esercizio x + 2)• La partecipata consegue un utile di € 35.000

• Gli ammortamenti dei maggiori valori attribuiti alle immobilizzazioni e all’avviamento rimangono inalterati.

Si supponga, inoltre, che il risultato proprio della partecipante nei 4 esercizi considerati sia costantemente pari a zero.

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979797

Titoli e PartecipazioniMetodo del Patrimonio Netto Integrale

Anno X______________________ ____________________

Partecipazioni a Banca 240.000

_____________________ ____________________

Anno X + 1

Valore di libro della partecipazione 240.000

Perdita d’esercizio partecipata - 20.000

Ammortamento maggior valore beni amm.li - 3.000

Ammortamento avviamento - 2.000

______________________ ____________________

Svalutazione partecipaz. a Partecipazioni 25.000

���� Nuovo valore contabile della partecipazione (anno x + 1): 215.000

989898

Titoli e PartecipazioniAnno X + 2

Valore di libro della partecipazione 215.000

Utile d’esercizio partecipata 58.000

Ammortamento maggior valore beni amm.li - 3.000

Ammortamento avviamento - 2.000

���� Nuovo valore contabile della partecipazione (anno x + 2): 268.000

______________________ ____________________

Partecipazioni a Rivalutazione partecip. 53.000

_____________________ ____________________

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999999

Titoli e PartecipazioniAnno X + 3

# Durante l’anno x+3 (in sede di approvazione del bilancio relativo all’anno x+2):___________________ ___________________

Utile d’esercizio a Riserva non distrib. 53.000

_____________________ ____________________

# Durante l’anno x+4 (in sede di approvazione del bilancio relativo all’anno x+3):

Valore di libro della partecipazione 268.000

Dividendi - 24.000

Utile d’esercizio partecipata 35.000

Ammortamento maggior valore beni amm.li - 3.000

Ammortamento avviamento - 2.000

���� Nuovo valore contabile della partecipazione (anno x + 3): 274.000

100100100

Titoli e Partecipazioni

______________________ ____________________

Banca a Partecipazioni 24.000

_____________________ ____________________

______________________ ____________________

Riserva non distrib. a Riserva libera 24.000

_____________________ ____________________

______________________ ____________________

Partecipazioni a Rivalutazione partecipaz. 30.000

_____________________ ____________________

(Incasso dividendi)

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101101101

Titoli e PartecipazioniMetodo di rappresentazione solo patrimoniale

Anno X______________________ ____________________

Partecipazioni a Banca 240.000

_____________________ ____________________

Anno X + 1_______________________ ____________________

Svalutazione partecipaz. a Partecipazioni 25.000

______________________ ___________________

Anno X + 2______________________ ____________________

Partecipazione a Riserva non distrib. 53.000

_____________________ ____________________

102102102

Titoli e PartecipazioniAnno X + 3

La partecipante deve contabilizzare i dividendi incassati nel C.E., e liberare per un pari importo la riserva non distribuibile in precedenza appostata.

______________________ ____________________

Banca a Dividendi 24.000

_____________________ ____________________

______________________ ____________________

Riserva non distrib. a Partecipazioni 24.000

_____________________ ____________________

______________________ ____________________

Partecipazioni a Riserva non distrib. 30.000

_____________________ ____________________

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103103103

Titoli e PartecipazioniCONCLUSIONI

L’impiego del Metodo del P.N. è auspicabile quando l’investitore esercita una influenza significativa sulla gestione e sulle scelte strategiche della partecipata, e quando tale investimento non hanatura temporanea.

L’applicazione di tale metodo attua un vero e proprio consolidamento sintetico della partecipazione, producendo gli stessi effetti sul bilanciodella partecipante (in particolare, sul patrimonio netto e sul risultato d’esercizio) che si avrebbero in caso di redazione del bilancio consolidato.

A differenza del Costo storico rettificato, il metodo in esame consente di rilevare secondo il principio della competenza gli aumenti e le diminuzioni patrimoniali subite dalla partecipata.

104104104

Titoli e PartecipazioniIl Metodo del costo storico, infatti, non consente di rilevare nel bilancio della partecipante i risultati d’esercizio positivi conseguiti dalla partecipata, ma esclusivamente quelli negativi se qualificabili come durevoli: il principio della Prudenza, pertanto, prevale su quello della Competenza e su quello della Rappresentazione veritiera e correttadella situazione patrimoniale e finanziaria della partecipata.

Il Criterio del costo, in altre parole, non consente di seguire la dinamica del valore della partecipazione in sincronia con la dinamica della consistenza patrimoniale della partecipata, evidenziando un valore assolutamente svincolato dall’andamento della gestione.

Il Metodo del P.N., invece, consente di riconoscere, contestualmente alla loro formazione, aumenti e diminuzioni intervenuti nelle consistenze patrimoniali della partecipata, per rilevarli nel bilancio della partecipante (ovviamente in proporzione alla percentuale di cointeressenza) secondo il principio della competenza.

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105105105

Rimanenze di MagazzinoComponenti delle rimanenze di magazzino

� Materie prime e materie sussidiarie � destinate ad entrare nella composizione dei prodotti finali fabbricati dall’impresa.

� Materie di consumo � beni e materiali “consumati” durante il ciclo produttivo (combustibile, acqua, etc,), ma che non entrano direttamente nella composizione del prodotto finale.

� Merci � prodotti acquisiti dall’impresa presso terzi e destinati alla rivendita senza ulteriori trasformazioni.

� Prodotti finiti � beni e prodotti che hanno concluso il ciclo produttivo e sono pronti per essere venduti sul mercato.

106106106

Rimanenze di Magazzino

� Semilavorati � parti finite d’acquisto e/o di produzione destinate ad un ulteriore fase del processo produttivo.

� Prodotti in corso di lavorazione � prodotti manufatti dall’impresa che si trovano in uno stadio del processo produttivo ancora intermedio, destinati comunque ad entrare nelle fasi successive del loro ciclo di completamento.

� Lavori in corso su ordinazione .

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107107107

Rimanenze di MagazzinoGli elementi destinati a permanere nell’impresa come investimento duraturo sono da classificare tra le immobilizzazioni, mentre quelli destinati ad entrare nel ciclo produttivo e/o commerciale, ma che alla chiusura dell’esercizio non sono stati ancora consegnati ai clienti finali, sono da classificare nell’attivo circolante tra le rimanenze.

Le rimanenze di magazzino sono infatti costi accumulati per processi produttivi non ancora conclusi alla fine dell’esercizio, ma iniziati nello stesso periodo o anche in quelli precedenti e cheverranno recuperati negli esercizi successivi, mediante:

� realizzo “diretto” per i beni destinati alla vendita (merci, prodotti finiti);

� realizzo “indiretto” per quelli che dovranno subire ulteriori trasformazioni prima di giungere al prodotto finale (semilavorati, prodotti in corso di lavorazione, lavori in corso su ordinazione).

108108108

Rimanenze di Magazzino

È il passaggio del titolo di proprietà da un punto di vista sostanziale (e non soltanto formale) a determinare l’inclusione o meno di un elemento tra le rimanenze di magazzino ad una certa data.

L’effetto traslativo si considera avvenuto:

� alla data di spedizione ovvero di consegna per i beni mobili ;

� alla data di stipulazione del contratto di compravendita per gli immobili .

�Sono comunque fatti salvi eventuali accordi difformi intervenuti tra le parti contraenti in sede pattizia.

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109109109

Rimanenze di MagazzinoCRITERI DI VALUTAZIONE (art. 2426, n. 9)

Le rimanenze (come le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni) devono essere iscritte in bilancio al costo “ storico” , d’acquisto ovvero di produzione, calcolato secondo i medesimi criteri stabiliti con riferimento alle immobilizzazioni.

Se il valore di carico in bilancio risulta superiore al valore di realizzazione (valore di mercato), è obbligatorio svalutare il magazzino fino a concorrenza di tale minor valore.

Tale ammontare non può però essere mantenuto nei successivi bilanci se vengono meno i motivi della precedente svalutazione, dovendo in tal caso procedere alla rivalutazione delle giacenze fino a concorrenza, totale o parziale, del costo originario � (e mai oltre!).

110110110

Rimanenze di Magazzino

Costo d’acquisto : merci, materie prime, materie sussidiarie, di consumo.

Costo di fabbricazione : prodotti finiti, semilavorati, prodotti in corso di lavorazione.

Le materie prime , sussidiarie e di consumo possono essere iscritte nell’attivo di bilancio ad un valore costante nel tempo, qualora siano costantemente rinnovate e complessivamente di scarsa importanza in rapporto alla consistenza dell’attivo totale di bilancio.

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111111111

Rimanenze di MagazzinoCosto d’acquisto

È rappresentato dal prezzo effettivo d’acquisto , rilevato dal contratto ovvero dalla fattura, al netto dell’I.V.A. (nell’ipotesi di IVA indetraibile, il relativo ammontare si contabilizza ad incremento del costo).

Gli sconti commerciali (sconti quantità) sono portati a diretta riduzione del prezzo d’acquisto, mentre gli sconti cassa vengono accreditati al conto economico tra i proventi finanziari.

� Nel costo d’acquisto si computano anche gli oneri accessori �

eventuali ed ulteriori costi che l’impresa deve sostenere affinché il bene rientri nella sua piena disponibilità (trasporti, dazi doganali, assicurazioni, provvigioni degli agenti, imposte indirette, etc.)

� Non sono invece mai imputabili gli eventuali oneri finanziarisostenuti per l’acquisto dei beni in rimanenza.

112112112

Rimanenze di MagazzinoCosto di fabbricazione

���� Comprende tutti i costi direttamente imputabili al bene in rimanenza (ad es. il costo delle materie prime);

���� Può comprendere , per la quota ragionevolmente imputabile, anche altri costi di natura indiretta ma comunque di competenza del periodo di fabbricazione.

I costi di indiretta imputazione si identificano con i costi generali di produzione (e non con i costi generali amministrativi o di vendita):� stipendi e relativi oneri afferenti la mano d’opera indiretta e il personale tecnico di stabilimento;� gli ammortamenti economico-tecnici dei cespiti utilizzati;� i materiali di consumo utilizzati;� altre spese sostenute per la produzione (gas, vigilanza, etc.)

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113113113

Rimanenze di MagazzinoValore di mercato

Costo di sostituzione o di riproduzione (materie prime, sussidiarie e semilavorati d’acquisto) � costo al quale, in condizioni normali di gestione, un determinato elemento presentein magazzino può essere riacquistato o riprodotto.

Valore netto di realizzo (merci, prodotti finiti, semilavorati di produzione e prodotti in corso di lavorazione) � prezzo di vendita nell’ambito della normale attività aziendale, al netto degli eventuali costi di completamento e dei costi direttamenteimputabili all’operazione di vendita (provvigioni, spese di trasporto e di imballaggio).

114114114

Rimanenze di MagazzinoCONFIGURAZIONI DI COSTO (art. 2426 c.c., n. 10)

La configurazione di costo tecnicamente più corretta presupporrebbe l’individuazione e l’attribuzione alle singole unità fisiche in rimanenza dei costi specificamente sostenuti per l’acquisto, ovvero la produzione, delle unità medesime (valutazione a costi “specifici” ).

Nel caso però di rimanenze di beni fungibili , risultando di difficile attuabilità pratica la loro valutazione a costi specifici a causa della plausibile entità delle scorte nonché della relativa velocità dirotazione, è consentito calcolare il costo di tale tipologia di beni (e soltanto di questa, dovendosi sempre impiegare il criterio del costo “specifico” con riferimento alle rimanenze di beni infungibili) con i criteri alternativi:

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115115115

Rimanenze di MagazzinoCosto Medio Ponderato (per periodo)

2.343.9706.000Rimanenze finali31/12

(3.516.030)390,67(9.000)(Scarichi totali dell’esercizio)

390,675.860.00015.000Totale

800.0001.290.0001.800.000470.000

400430450470

2.0003.0004.0001.000

1° carico2° carico3° carico4° carico

26/0203/0312/0313/05

1.500.0003005.000Giacenza iniziale01/01

C.m.p.ImportoPrez. Unit.Q.tàOperazioneData

116116116

Rimanenze di MagazzinoPrimo Entrato, Primo Uscito – FIFO (First In, First Out)

470.0001.800.000430.000

2.700.000

470450430

1.0004.0001.000

6.000Rimanenze finali31/12

(600.000)(860.000)

(400)(430)

(1.500)(2.000)

(3.500)(Scarico)19/10

470.0004701.0004° carico13/05

(1.500.000)(200.000)

(300)(400)

(5.000)(500)

(5.500)(Scarico)09/05

1.800.0004504.0003° carico12/03

1.290.0004303.0002° carico03/03

800.0004002.0001° carico26/02

1.500.0003005.000Giacenza iniziale01/01

ImportoPrez. unit.Q.tà parz.Q.tàOperazioneData

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117117117

Rimanenze di MagazzinoUltimo entrato, primo uscito – LIFO (Last In, First Out)

400.0001.500.0001.900.000

400300

1.0005.000

6.000Rimanenze finali31/12

(470.000)(645.000)(400.000)

(470)(430)(400)

(1.000)(1.500)(1.000)

(3.500)(Scarico)19/10

470.0004701.0004° carico13/05

(1.800.000)(645.000)

(450)(430)

(4.000)(1.500)

(5.500)(Scarico)09/05

1.800.0004504.0003° carico12/03

1.290.0004303.0002° carico03/03

800.0004002.0001° carico26/02

1.500.0003005.000Giacenza iniziale01/01

ImportoPrez. unit.Q.tà parz.Q.tàOperazioneData

118118118

Rimanenze di MagazzinoLIFO “a scatti”

1.500.000436.000

1.936.000

300436

5.0001.000

6.000Rimanenze finali31/12

(3.500)(Scarico)19/10

(5.500)(Scarico)09/05

4364.360.00010.000Totale carichi anno

470.0004701.0004° carico13/05

1.800.0004504.0003° carico12/03

1.290.0004303.0002° carico03/03

800.0004002.0001° carico26/02

3001.500.0005.000Rimanenze iniziali01/01

C.m.p.ImportoPrez. unit.

Q.tàparz.

Q.tàOperazioneData

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119119119

Rimanenze di MagazzinoLAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE

Il termine lavori in corso fa genericamente riferimento a processi produttivi non ancora conclusi alla data di chiusura dell’esercizio, originati da operazioni effettuate dall’impresa:

� per conto proprio : prodotti in corso di lavorazione e semilavorati destinati al magazzino, oppure immobilizzazioni in corso di realizzazione - c.d.“costruzioni in economia” - destinate ad essere impiegate nel processo produttivo (da iscrivere nelle voci “Immobilizzazioni in corso e acconti” tra le immobilizzazioni materiali o immateriali);

� per conto terzi : produzioni o lavori su commessa (c.d. “su ordinazione ”), concernenti la fornitura di beni o servizi non di serieeseguiti su ordinazione del committente secondo le specifiche tecniche da questi richieste.

Di seguito oggetto di studio

120120120

Rimanenze di MagazzinoCriteri di contabilizzazione (art. 2426 n.11)

1) Criterio della commessa completata .

I ricavi e il margine di commessa vengono riconosciuti, e quindi imputati in bilancio, soltanto quando le opere oggetto della commessa sono ultimate e consegnate al committente. La valutazione delle opere non ancora completate alla fine dell’esercizio, pertanto, viene effettuata esclusivamente sulla base dei costi di produzione fino a quel momento sostenuti.

� Dovrebbe impiegarsi soltanto con riferimento a commesse di breve termine (tempo di esecuzione inferiore a 12 mesi).

� Non ottempera ai principi della competenza (contrapposizione costi-ricavi) e della rappresentazione veritiera e corretta.

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121121121

Rimanenze di Magazzino2) Criterio della percentuale di completamento

I ricavi e il margine di commessa vengono imputati in bilanciosulla base dell’effettivo stato di avanzamento dell’attività produttiva.

Tale criterio, per ragioni di prudenza, deve essere impiegato soltanto a condizione che:

• esista un contratto vincolante per le parti, che ne definisca chiaramente le obbligazioni nonché il diritto al corrispettivo;

• sia possibile effettuare stime ragionevoli ed attendibili dei ricavi e dei costi di commessa in base allo Stato di Avanzamento dei Lavori;

• non siano presenti situazioni di aleatorietà connesse a condizioni contrattuali o a fattori esterni.

122122122

CreditiCRITERI DI VALUTAZIONE

La valutazione dei crediti esposti in bilancio deve sempre avvenire al Valore di Presumibile Realizzo (VPR) indipendentemente dalla classificazione tra le immobilizzazioni finanziarie ovvero nell’attivo circolante.

�Si deve fare affidamento sulla prevedibile riscuotibilità di fatto del credito piuttosto che su scadenze formali prefissate desumibili da contratti o norme di legge.

Il valore di presumibile realizzo (VPR) è dato dalla differenza tra il valore nominale dei crediti (VN) e le svalutazioni effettuate:

VPR = VN - svalutazioni

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123123123

CreditiL’obbligo di rettificare annualmente il valore dei crediti esposti tra le attività patrimoniali in funzione delle inesigibilità ragionevolmente attese in futuro discende dall’applicazione dei principi della competenza e della prudenza � le perdite non devono gravare sul conto economico degli esercizi in cui esse si manifesteranno concertezza (nel caso specifico alla scadenza del credito, quando il debitore non provvede al pagamento), ma piuttosto debbono concorrere alla formazione dei risultati economici degli esercizi in cui le perdite medesime possono ragionevolmente prevedersi.

Le svalutazioni sono determinate:

I. se esistono dati storici attendibili e significativi: mediante estrapolazione del singolo credito;

II. se non esistono dati storici o non sono attendibili: si applica il metodo campionario oppure quello per masse.

124124124

Attività e passività in valutaCon riferimento al trattamento contabile degli elementi di bilancio espressi in valuta estera, l’art. 2426 n. 8-bis) prevede una differente disciplina a seconda che i citati elementi siano appostati in uno dei seguenti raggruppamenti:

1) Attivo circolante, crediti e altri titoli iscritt i tra le immobilizzazioni finanziarie, passività ;

2) Altre immobilizzazioni (materiali, immateriali, finanziarie costituite dalle sole partecipazioni valutate al costo).

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125125125

Attività e passività in valuta1) Attivo circolante , crediti e altri titoli iscritti tra le

immobilizzazioni , passività .

Gli elementi contabili presenti nei citati raggruppamenti devonoessere registrati in contabilità al cambio vigente al momento di effettuazione dell’operazione.

Nell’ipotesi in cui alla data di chiusura dell’esercizio si sia verificata una variazione del tasso di cambio originario, le citate attività e passività devono iscriversi in bilancio sulla base del nuovo tasso.

Gli utili o le perdite su cambi derivanti dall’operazione di adeguamento del valore d’iscrizione originario al tasso vigente alla data di chiusura dell’esercizio devono essere imputati a conto economico.

126126126

Attività e passività in valutaL’eventuale utile netto su cambi (complessiva eccedenza degli utili su cambi rispetto alle perdite su cambi), deve essere integralmente accantonato ad una apposita riserva di patrimonio netto, non distribuibile fino al momento dell’effettivo realizzo dell’utile medesimo � art. 2423 bis c.c. (principio della prudenza):“…si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio”.

Tale riserva:

� deve essere formata esclusivamente in sede di destinazione dell’eventuale utile d’esercizio;

� pertanto, nell’ipotesi di chiusura dell’esercizio sociale con una perdita non si procede alla sua costituzione e/o alimentazione;

� pur non essendo distribuibile ai soci è comunque disponibile, pertanto utilizzabile per coprire eventuali perdite d’esercizio.

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127127127

Attività e passività in valuta2) Altre immobilizzazioni (materiali, immateriali, finanziarie

costituite dalle sole partecipazioni valutate al costo).

Devono iscriversi in bilancio al tasso di cambio in vigore al momento del loro acquisto, ovvero a quello inferiore vigente alla data di chiusura dell’esercizio, nella misura in cui tale riduzione possa ragionevolmente considerarsi durevole.

L’eventuale perdita su cambi (non è prefigurabile il realizzarsi di un utile su cambi) deve essere contabilizzata nel Conto Economico.

Nei successivi esercizi si deve ripristinare l’originario valore di bilancio (comunque, al massimo nei limiti di quest’ultimo e mai oltre!) qualora l’andamento del tasso di cambio inverta il proprio trend negativo.

128128128

Disaggio su prestitiIl disaggio si origina dalla differenza sussistente tra il valore nominale del prestito emesso dall’azienda e l’ammontare complessivamente incassato all’atto del collocamento sul mercatodel prestito medesimo, in ciò rappresentando un mezzo per offrire agli investitori un rendimento effettivo superiore a quello facciale e quindi rendendo più appetibile la sottoscrizione.

In tale ottica, costituisce parte inscindibile dell’onere finanziario complessivo di un’operazione di prestito e ha, pertanto, la natura di interesse sostenuto anticipatamente dall’emittente: a fronte pertanto della sua natura di costo pluriennale , il disaggio di emissione deve essere classificato nell’attivo patrimoniale tra i risconti attivi con separata indicazione e quindi ammortizzato in ogni esercizio per il periodo di durata del prestito.