immobili wine real estate quando il mattone è in mezzo...

5
WINE REAL ESTATE IMMOBILI aprile 2009 Investire 087 QUANDO IL MATTONE è IN MEZZO ALLE VIGNE L’opportunità di investire in immobili storici di alto pregio o in aziende vitivinicole con importanti edifici all’interno .Toscana e Piemonte tirano sempre, ma la vera scommessa sono le regioni del Sud di Lorenzo Simoncelli

Transcript of immobili wine real estate quando il mattone è in mezzo...

wine real estateimmobili

aprile 2009 Investire 087

quando il mattoneè in mezzo alle vigne

l’opportunità di investire in immobili storici

di alto pregio o in aziende vitivinicole con importanti edifici all’interno .toscana e Piemonte tirano sempre,

ma la vera scommessa sono le regioni del Sud

di lorenzo Simoncelli

“Comprate la terra perché non possono più costruir-non possono più costruir-non possono più costruir

la”. Così recitava un saggio det-to contadino di qualche anno fa. Semplificandola al massimo sta tutta qui la differenza tra la finanza e la meno nobile (ai più) agricoltu-ra (pur sempre la prima forma di economia). Tra i prodotti derivati e i campi. Chissà che il ventunesimo secolo, apertosi all’insegna delle dot.com e della finanza creativa non si trasformi nel secolo del ri-

torno alle campagne e alla sempli-cità. Una cosa è certa, il mercato immobiliare, che di questa crisi ne è stato artefice e pioniere, ha già imboccato questa strada, svilup-pando nuovi asset e nuove forme di investimento. Una di queste si chiama wine real estate.

CHE COS’E’ E QUANDO NASCE

IL WINE REAL ESTATE?E’una particolare divisione del mercato immobiliare che cerca di promuovere un uso attento della

088 Investire aprile 2009

immobiliwine real estate

Uno degli immobili più pre-stigiosi nel wine real estate è Tenuta la badiola, un pa-radiso che si estende per circa 500 ettari di terreno a Castiglione della Pescaia, nel cuore della maremma toscana. Tenuta la badiola rappresenta l’emblema del possibile binomio vino e turismo. infatti, all’interno è stato costruito un resort a 5 stelle l’Andana, ed un’azienda olio-vinicola di grandissima qualità: l’Ac-quagiusta.Alla realizzazione del-l’immobile ha partecipato anche Wiish Group, che detiene circa il 20% della tenuta. la zona era vergine da un punto di vista enolo-gico e così sono stati pian-tati circa 30 ettari di vigneto che a regime dovrebbero produrre circa 250 mila bot-tiglie di vini bianchi e rossi. Nella parte collinare inve-ce si estendono 50 ettari di

uliveto, da cui si produce l’Andolio, olio extravergine d’oliva limpido e fruttato.

Da Nord a Sud l’offerta di immobili con vigne o ulive-ti annessi è variegata, ma non tutta di qualità. insieme a Casa italia international, agenzia immobiliare spe-cializzata nella vendita di immobili di pregio all’este-ro, abbiamo selezionato al-cune tra le più belle realtà del settore.

Azienda Vinicola Dioniso, una proprietà di 710 mq con 4,5 ettari di terreno che si estendono sulle colline del monferrato, a San Damiano d’Asti per la precisione. ol-tre alla qualità indiscutibile della location, il monferra-to produce tutti i grandi ros-si piemontesi, l’immobile vanta 22 stanze, 9 camere, 11 bagni. insomma una vera e propria reggia principe-

sca alle porte di Torino.

Per gli amanti del giardino all’italiana non si può ave-re di meglio che una tenuta storica nel cuore dell’italia, tra Siena e Volterra. 2527 mq di immobile con 220 ettari di terreno. Un tipico casale toscano per chi preferisce i comfort domestici, ma non vuole ri-nunciare alla passione per il vino.

Anche il Sud italia è ricco di aziende vitivinicole, e sarà quello che in proporzione avrà un maggiore sviluppo nei prossimi anni. WiiSH Group è presente con l’azienda vitivinicola mira-bile, situata a menfi su un ampio pianoro affacciato sul mar d’Africa, che si estende per circa 25 ettari e che oggi produce circa 80 mila bottiglie di vini bianchi e rossi.

affari fatti & da fare

Edoardo Narduzzi synchronyaPresidente

Martino de Rosa wiish GrouP Presidente

Azienda vinicola DionisoSan Damiano d’Asti (AT).

aprile 2009 Investire 089

terra e delle sue risorse. Vino appun-to, ma non solo. Una sorta di labora-torio enologico immobiliare. In Italia ha già preso piede da qualche tempo, ma il vero boom si è verificato negli ultimi anni. «Il wine real estate», dice Edoardo Narduzzi, presidente Syn-chronya, leader nell’advisory per il settore vitivinicolo, «risponde ad esi-genze di investimento diverse anche se non è facile distinguere l’investi-mento immobiliare da quello pretta-mente agricolo».Naturalmente la crisi economica mondiale e la frenata del mercato immobiliare tradizionale non hanno risparmiato neanche i settori alla ri-balta come questo. Ma essendo un investimento alternativo e quindi decorrelato dai mercati tradizionali ha saputo resistere. «I terreni sono cresciuti bene nell’ultimo decennio», spiega Edoardo Narduzzi, «e quelli in aree di pregio stanno tenendo anche durante questa crisi. Basti pensare che un ettaro nello Champagne ha superato il milione di euro».

LE AREE SU CUI INVESTIRE, MA SENZA FRETTA

E’ proprio il caso di dire che tra le caratteristiche di questa parti-colare forma di investimento la

qualità dei prodotti della terra ha la sua importanza. Infatti, quando si parla di wine real estate si può investire in un immobile storico di alto pregio, oppure in un’ azien-da vitivinicola con un importante immobile al suo interno. Quello che rimane alla base prima di ef-fettuare un investimento di que-sto tipo è certificare la qualità del terreno. «La scelta del territorio è fondamentale», afferma Martino de Rosa, presidente Wiish Group, holding di investimento attiva in vari settori immobiliari, «per chi si affaccia per la prima volta a questo tipo di mercato è meglio scegliere terre un po’ meno nobili e rinoma-te per evitare di infrangersi su una barriera d’ingresso molto alta». Ma perché investire adesso in questo comparto? «Perchè è anticiclico», risponde Edoardo Narduzzi, presi-dente Synchronya, «come provano i numeri dei wine funds. La Borsa scende, ma i rendimenti di questi fondi sono solitamente positivi». Nello specifico quali potrebbero essere le regioni italiane su cui puntare nel prossimo futuro?«La Maremma», constata Martino de Rosa, presidente Wiish Group, «perché è una terra che realizza un perfetto binomio campagna-mare. E’ inoltre molto produttiva sia da un punto di vista vitivinicolo, che da un punto di vista turistico, data la grande attrattiva che suscita». «Ma anche la Franciacorta», pro-segue de Rosa, «un’isola felice che si è autodifesa dagli attacchi industriali, e che ha nella campa-gna e nella posizione economica favorevole i suoi punti di forza». Una scommessa per il futuro?«Il Sud può dare grandi soddisfa-zioni», conclude il presidente del-la Wiish Group, «Sicilia e Puglia stanno crescendo molto ed anche grazie al potenziamento delle in-frastrutture in atto daranno grandi soddisfazioni».Ciò che deve essere chiaro è che la terra non è la finanza. In un investi-mento di questo tipo non si ha la possibilità di moltiplicare i guada-gni a breve termine come in Bor-sa. I tempi di patrimonializzazione sono molto lunghi, come quelli di una buona vendemmia d’altronde.

“la scelta del territorio è fondamentale.

Per chi si affaccia per

la prima volta a questo tipo di mercato è

meglio scegliere terre un pò meno nobili e rinomate

per evitare di infrangersi

su una barriera d’ingresso

molto alta

090 Investire aprile 2009

immobiliwine real estate

CHI INVESTE IN QUESTO SETTORE?

ECCO L’IDENTIKITIn un periodo di cambiamenti strut-turali, con il passare dei mesi si sta modificando anche la tipologia di investitore tradizionale, in un setto-re che di tradizionale ha ben poco. Se negli anni passati, infatti, il vino era diventato una sorta di diver-tissement, oggi è difficile trovare investitori privati che abbiano un capitale tale da scommettere su una tipologia di investimento che non conoscono alla perfezione. «Il vino è un mestiere difficile», ri-corda Martino de Rosa di Wiish Group, «ci vuole esperienza e pas-sione. Oggi la maggior parte degli investitori privati si allea con pro-fessionisti del settore. Un altro tipo di investitore, poi, è quello che ha la consapevolezza di gestire la pro-pria tenuta artigianalmente, senza badare troppo alla patrimonializza-zione». Sul mercato si stanno affac-ciando anche fondi pensione, fondi immobiliari ed assicurazioni. Dimo-strazione, che il fenomeno in atto, consiste in una progressiva pro-fessionalizzazione degli investitori. «Avere un asset immobiliare vini-colo», conferma Edoardo Narduzzi, presidente Synchronya, «fa parte di un’implicita diversificazione di portafoglio di una gestione immo-biliare con caratteristiche anche di hedging rispetto al ciclo degli altri immobili. Inoltre in termini fiscali sconta meno imposte».

REALTA’ A CONFRONTOIN TEMPI DI CRISI

Come sempre fare paragoni è diffi-cile e a volte sbagliato. Nel nostro caso però può essere interessante per cercare di capire quali sono le principali differenze tra real estate e wine real estate. Innanzitutto il mercato immobiliare vitivinicolo è molto più difficile da valutare a cau-sa delle transazioni notevolmente contenute, rispetto al mercato co-mune. Se infatti, per il residenziale affinché una casa passi di proprietà serve la volontà di un venditore e di un acquirente, per l’enologico immobiliare non è così. «Solita-mente», spiega Edoardo Narduzzi, presidente Synchronya, «serve che

un’impresa venga venduta perchè anche l’asset immobiliare passi di proprietà». Se nel mercato residen-ziale la frenata nelle compravendite si è fatta sentire, nel wine real esta-te, la crisi non ha aumentato nè l’of-ferta nè la vendita delle imprese vi-tivinicole, anche se le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee. «E’ probabile», constata Narduzzi, «che nei mesi a venire la stretta creditizia inneschi la crescita del numero de-gli asset immobiliari vinicoli in ven-dita. Del resto il mercato vinicolo è fortemente frazionato e la dimen-sione delle imprese è sub ottimale, considerate soprattutto le necessità di rapporto con la grande distribu-zione ed i mercati internazionali. Se l’utilizzo dei terreni o degli immobi-

li come business collaterale perde di importanza, alcuni proprietari, in assenza di credito aggiuntivo, po-trebbero vendere gli asset».

PREGI E DIFETTILe potenzialità di questa partico-lare forma di investimento sono state più volte ricordate, in primis, la sua astrazione dai segmenti di mercato tradizionale. E i risultati sono evidenti. Infatti, in periodi in cui gli altri asset, bond, obbliga-zioni, hanno tassi in diminuzione, i grandi territori vinicoli di qualità hanno una capacità di tenuta del valore nettamente superiore. Det-to ciò, però non è tutt’oro quel che luccica. Infatti, bisogna elencare una serie di rischi per chi voles-

“Il vino è un mestiere

difficile, ci vuole esperienza e passione.

Oggi la maggior parte degli investitori

privati si allea con professionisti

del settore...

aprile 2009 Investire 091

se intraprendere questa scelta. Innanzitutto è una sorta di inve-stimento di copertura e tra l’altro non molto liquido. Secondo, ha dei tempi di patrimonializzazione lunghi. Non è adatto quindi a chi è alla ricerca di ritorni brevi. E poi ci sono i costi della gestione vinico-la. «I rendimenti degli investimen-ti in vino», ammonisce Edoardo Narduzzi, presidente Synchronya, «normalmente sono dell’ordine di pochi punti percentuali annui e di-ventano negativi in caso di cattiva gestione. Se un’impresa vinicola è gestita male si distrugge con il tempo parte del capitale investito, quindi implicitamente parte del va-lore immobiliare». Come fare per evitare che questo si verifichi?«I fattori più importanti», prosegue Narduzzi, «sono: la zona o terroir; la conoscenza internazionale della regione e il valore del peso speci-fico del fatturato dei vini rispetto a quello della produzione comples-siva della zona. Bordeaux e la Bor-gogna tengono anche per questa caratteristica».

WINE FUNDS: UNA REALTA’ GLOBALE

Andando a confrontare numeri e cifre delle borse mondiali, tra i su-persiti del segno più spiccano i fon-di di investimento in vino. Una real-tà finanziaria di nicchia, che già da qualche anno si sta facendo largo tra i mercati di tutto il mondo. Se continueranno a mantenere que-ste performance sarà difficile non sottoscriverli nei vari portafogli. Inglesi, spagnoli, ma soprattutto australiani i più attivi sul mercato dove la concentrazione delle im-prese vinicole e degli asset è di un multiplo di quelle europee. «In Au-stralia e Nuova Zelanda», confer-ma Edoardo Narduzzi, presidente Synchronya, «interventi nell’equity di aziende vinicole non è inusuale anche per fondi di private equity o per banche di affari». Anche in Italia si stanno muovendo i primi passi, grazie soprattutto ad una casistica di potenziali investimenti legati al vino unica al mondo. Dal Piemonte, all’Umbria, dalla Sicilia alla Campa-nia, una varietà unica di territori, vi-tigni, immobili e tradizioni.

Tenuta la Badiola,Castiglione della Pescaia (GR).

Immobile storico tra Siena e Volterra.