Smau Milano 2010 Massimo Mattone
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Milano, 20-22 ottobre - Fieramilanocity
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L’Editoria dalla Carta al Web
Nuove opportunità e modelli di business
Massimo Mattone

Milano, 20-22 ottobre - Fieramilanocity
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Editori: lo scenario, le proposte, gli esperimenti
• Esperimenti paywall – Attitudine al pay per news in Italia e nel mondo– Paywall totale, a livello e blogger friendly – Casi di successo internazionali e primi esperimenti in Italia
• Lo scenario in cui ci muoviamo– Editori: il rapporto con Google e i Provider– Editori: la resistenza interna dei giornalisti– Il problema del copyright – Normativa: i tentativi del legislatore

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Paywall – Il pioniere
“Quando i navigatori non avranno nessun
altro posto dove trovare le notizie,
inizieranno a pagarle”
Rupert Murdoch
The Times - The Sunday Times - News of the World - The Sun - New York Post - Wall Street Journal

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Paywall – Survey: attitudine al pay per news (Usa)
Continueresti
a navigare il tuo sito preferito qualora diventasse a pagamento?
www.stateofthemedia.org/2010/specialreports_economic_attitudes.php#online_paywalls

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Paywall – Survey: attitudine al pay per news (Italia)
Il 20.7% degli italiani (3,3 milioni su un
campione di 16,2) sarebbe disposto
a pagare le news
FONTE - ASTRA RICERCHE - Ott 2009 http://www.odg.mi.it/files/AstraRicerche-OdG-ombardia_2009.ppt
NULLO(12.800.000)
79.3%
POSITIVO(3.300.000)
20.7%

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Paywall totale – Case study: The Times (modello)
Articoli non indicizzati su Google (tranne la HOME)
Link della HOME puntano direttamente al paywall
senza abstract e/o anteprima
(come avviene per il Wall Street Journal e il Financial Times)
The Times + The Sunday Times (News Corporation Murdoch)
stanno sperimentando questo modello

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Paywall totale – Case study: The Times (primi effetti)
La sola registrazione gratuita (obbligatoria) per leggere gli articoli
ha fatto perdere al quotidiano circa il
50% dei suoi visitatori
Ma… con 175mila abbonati (o 50 mila in più nel cartaceo)
“The Times paywall” sarebbe in attivo
Fonte: hitwise http://weblogs.hitwise.com/robin-goad/2010/06/times_paywall_initial_data_

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Paywall totale – Case study: The Times (risultati)
L’obbligo di pagare (una sterlina per 24ore, 2 sterline per una settimana) avrebbe
portato, nel primo mese, a un -27% di utenti unici
DATI: COMSCORE
Però: 11 milioni di pagine viste in
meno (da 20 a 9 milioni). Un –68% ben più vicino al -90% “previsto”!
PROBLEMA ADVERTISING
“Su di un sito che non fa traffico, semplicemente, non c'è motivo per far
pubblicità” (MED)

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Paywall totale – Case study: The Times (valore utente)
Un abbonato online del Times rende esattamente
¼ rispetto a un abbonato
all’edizione cartacea DATI: Enders Analysis
Sommando ai paywall dell’online gli introiti derivanti dalle versioni per iPad, si otterrebbe la metà dei ricavi attuali dalle edizioni cartacee
UN BEL PROBLEMA PER GLI EDITORINella migliore delle ipotesi, si troverebbero con il
50% degli introiti che avevano dal cartaceo

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Paywall a livello e blogger friendly
Il paywall si attiva solo dopo un certo numero di
articoli letti. Però, anche se si è
raggiunta la quota maxdi lettura, si può accedere
ai contenuti attraverso i link dei blogger
È questo il modello che intende
sperimentare (2011), ad esempio, il NEW YORK TIMES
http://www.nytimes.com/2010/01/21/business/media/21times.html?_r=1

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Paywall: casi di successo
Financial Times è riuscito ad adottare
il paywall incassando più dagli abbonamenti
dei suoi utenti che dall’advertising online
Il “sospetto” è che si tratti di un target di lettori
alto-spendente fortemente interessato all’affidabilità delle fonti

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Paywall: primi esperimenti in Italia
Il Sole 24Oresta applicando
il modello Paywall a livello
con limite di 20 articoli al mese
Abbonamento base 9 euro/meseAbbonamento plus “Finanza”
16,90 euro/mese

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Editori: il problema è Google? << Io ho una grandissima ammirazione – e se fossi proprio
sincero direi – anche una grande invidia per chi possiede Google e chi ha inventato gli algoritmi relativi. Però bisogna che questa gente si convinca che non può vivere da parassita. Google in Italia, nel corso di quest’anno, ha fatto 400 milioni di euro di pubblicità senza fornire un prodotto. Fornisce un motore di ricerca ma non ha un prodotto. E lo fa fondamentalmente sui nostri contenuti. E quindi noi abbiamo aperta una procedura d’infrazione nei confronti dell’Antitrust italiana. La Germania ha fatto lo stesso, anzi ha chiesto alla FIEG che è la Federazione Italiana degli Editori Giornali la copia della nostra denuncia all’Anititrust e l’ha fatta tale e quale in Germania. (...) Google non può continuare a trarre profitto colossale, colossale, da contenuti che prende gratuitamente da noi. Saranno buoni, saranno cattivi ma a noi costano. È assurdo che qualcuno ci faccia dei soldi sopra e noi paghiamo il prezzo. Non esiste. Queste cose Google non è che non le capisca. Fa resistenza perché è ovvio che quando uno ha trovato la torta con la marmellata, lo zucchero e la vaniglia sopra, prima di mollarne una fettina ci pensa un momento >>
DE BENEDETTI CONTRO GOOGLE - (Capri, 08 OTT 2010 – Convegno BETWEEN) http://tv.repubblica.it/copertina/de-benedetti-contro-google/54414?video
La prima lettera di De Benedetti al Sole 24 Ore (GEN 10) :http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/24-gennaio-2010/web-notizie-valore-verita.shtml

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Editori e Google: la soluzione francese
In Francia si è scelto di consorziare gli Editori per creare un motore di ricerca, tutto francese, capace di indicizzare le notizie di attualità opponendosi allo strapotere di Google News. Tempi previsti: fine 2010. * Si ricordi il fallimento di Quaero (primo tentativo di un motore di ricerca Francese)
http://www.lesechos.fr/info/comm/020677604235-les-journaux-francais-vont-creer-un-concurrent-a-google-actualites.htm

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Editori: l’apertura di Google
“We see ourselves as a technology partner and we are working with many publishers to determine if it’s possible to develop a payment platform,” Schindler said during a panel discussion at the Media Days event in Munich today. “We are convinced that first, copyright must be protected; second, quality content is valuable; and third, we hope publishers manage to adjust their business models to the digital world.”
*said Philipp Schindler, managing director for Northern and Central Europe. - October 14, 2010
http://www.businessweek.com/news/2010-10-14/google-talks-with-publishers-about-content-charges.html
NB – In precedenza Google aveva provato a collaborare ipotizzando Newspass, un sistema di pagamento integrato con la ricerca che consente agli utenti di acquistare gli articoli con un solo click (“First Click Free”) e agli editori di utilizzare una propria infrastruttura per capitalizzare i propri contenuti.

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Editori: i provider e la “tassa sull’ADSL” << Bisogna far sì che gli operatori di rete, le telecom,
accettino di condividere con noi una quota dei loro ricavi dovuti all'accesso. Sono quasi 13 milioni le Adsl attive in Italia. Il tasso di crescita di attivazione delle utenze a banda larga nel prossimo quinquennio può essere stimato in circa il 10% annuo. Le telecom hanno sfruttato e sfruttano - esattamente come i motori di ricerca - il traffico creato dai contenuti dall'informazione di qualità. Paradossalmente, più sono i contenuti free, più crescono i guadagni degli operatori, meno crescono quelli degli editori che li hanno prodotti: i contenuti attraggono utenza, ma i ricavi vanno tutti agli oligopolisti dell'intermediazione. È ora di cambiare registro >>.
lettera di De Benedetti (Repubblica + Espresso) al Sole 24 Ore (GEN 10) :http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/24-gennaio-2010/web-notizie-valore-verita.shtml

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Editori: il problema del copyright
«Come Google, molti altri soggetti, dagli aggregatori alle rassegne stampa, non rispettano le regole che tutelano i diritti di proprietà intellettuale. Questi diritti devono trovare una definizione legislativa più netta e, soprattutto, ampliarsi. Dobbiamo pertanto rilanciare la protezione del copyright, studiando l'adozione di software e sistemi che consentano un reale controllo dell'uso e del rispetto dei diritti connessi a ciascun contenuto».
lettera di Carlo De Benedetti al Sole 24 Ore (GEN 10) :http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/24-gennaio-2010/web-notizie-valore-verita.shtml

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Leggi di Carta vs informazione di Bit Un recente Disegno di Legge (DDL Butti) intende
vietare "l'utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto“.
Incipit della Relazione al Senato dell’on. Alessio Butti:«Il presente disegno di legge intende garantire la tutela della proprietà intellettuale dell'opera editoriale sia nelle forme tradizionali (carta stampata) sia nelle forme digitali (diffusione via internet). Le nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, il diverso ruolo in cui si atteggiano le piattaforme che mediano tali contenuti informativi, le peculiarità di alcuni sistemi di distribuzione e di categorizzazione delle notizie (tra cui, in primis, i motori di ricerca) rendono, infatti, necessario ed improrogabile un intervento del legislatore. L'inosservanza dei diritti di utilizzazione economica dell'opera editoriale danneggia le imprese editrici i cui giornali, da prodotto di una complessa e costosa attività produttiva ed intellettuale, diventano oggetto di illecita riproduzione».http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/35706.htm
Approfondimento su Punto Informatico – Avv. Guido Scorzahttp://punto-informatico.it/3007100/PI/Commenti/leggi-carta-contro-informazione-bit.aspx

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Editori: il copyright come limite
«Continuare a stabilire per ogni opera che “tutti i diritti sono riservati” non ha senso perché danneggia la circolazione delle idee e della conoscenza e limita la possibilità degli autori di farsi conoscere. Naturalmente un libro, un film, una canzone o un programma tv hanno esigenze diverse ma, come mi disse una volta Cory Doctorow, «il mio problema non è essere copiato, è essere ignorato».
lettera di Riccardo Luna (Wired) a Gianni Riotta (Sole 24 Ore) -OTT 10 http://mag.wired.it/rivista/storie/se-il-web-e-morto-il-copyright-cos-e.html

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Editori: il copyright come opportunità Juan Carlos de Martin (responsabile italiano del
progetto Creative Commons):
«Il Creative Commons può essere una risorsa per un giornale: si può usare il diritto d’autore in maniera mirata per fare più traffico e portare nuovi lettori. Permettere al pubblico di ripubblicare un articolo – obbligandolo solo a citare la fonte e la url di provenienza – significa dare nuova vita al contenuto originario. Sui blog ci saranno discussioni, ci sarà un ritorno di immagine e magari si sarà conquistata una fetta di pubblico in più».
intervista a Jaun Carlos de Martin – OTT 10 http://mag.wired.it/news/juan-carlos-de-martin-perche-gli-editori-italiani-non-usano-il-creative-commons.html

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Editori: la resistenza interna dei giornalisti «Non è più accettabile che parte della
redazione non lavori per il Web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile l'atteggiamento, di sufficienza e sospetto, con cui parte della redazione ha accolto l'affermazione e il successo della web tv. Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione iPad non preveda il contributo di alcun giornalista dell’edizione cartacea. Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie. Continuando così, non c'è più futuro per la nostra professione. Tutto ciò deve farci riflettere. Seriamente».
Lettera di De Bortoli ai giornalisiti del Corriere della Sera – SET 10http://www.corriere.it/economia/10_settembre_30/lettera-de-bortoli_2d41fc98-ccd0-11df-b9cd-00144f02aabe.shtml

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Dalla Carta al Web: un delicato equilibrio «I giornali di carta lentamente spariranno,
soppiantati dalle edizioni elettroniche». Il problema è che questo processo non è attualmente sostenibile perché il segno più alla voce online non compensa il segno meno alla voce carta. L'unica strada è quella di fare pagare i contenuti online. Per farlo occorre non perdere il treno dei tablet: «La diffusione di iPad e altre piattaforme simili è un'opportunità da non lasciarsi scappare. Solo così l'informazione potrà tornare ad essere redditizia»
Erik Willberg, professore della Norwegian School of Management – “Newspaper, future and change study” (ricerca presentatata al World Editors Forum di Amburgo- OTT 10) http://www.erikwilberg.no/Future_and_Change_study_2009final.pdf

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Editori e giornalisti: abbracciare il cambiamento
«I giornalisti tradizionali, abituati a lavorare e scrivere per decenni secondo paradigmi e dinamiche tipiche della carta stampata - devono uscire – e presto – dal retaggio secondo cui il Web sia un media di serie B. Devono abbracciare il cambiamento piuttosto che opporvi resistenza. I mercati – d’altronde - parlano chiaro: il futuro dell’informazione è digitale. È sul Web (e in ambito Mobile, si pensi solo ad IPad e iPhone) che vanno trovati e sperimentati al più presto nuovi e vincenti modelli di business. Capaci di creare sinergie con il cartaceo e trasformare l’attuale crisi dell’Editoria in una nuova, grande opportunità. Anche per i giornalisti. Il cui modo di lavorare – è vero – sta mutando velocemente. Occorre imparare in fretta. Ma guai a farne un alibi per abbassare la guardia. È proprio sul Web – infatti – che la qualità dei contenuti farà la differenza».
Massimo Mattone – Editoriale Internet Magazine – Novembre 2010