ilPunto Febbraio/Marzo 2011

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ilPunto... 1 il P unto enogastronomia & turismo informazione agroalimentare turismo cultura attualità Febbraio/ Marzo 2011

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Enogastronomia

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ilPuntoenogastronomia& turismo

informazione agroalimentare turismo cultura attualitàFebbraio/ Marzo 2011

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Nel precedente evento, tenutosi lo scorso 7 dicembre, abbia-mo voluto “piantare il seme

della collaborazione” tra produttori a km zero, ristoratori e consumatori. Lo abbiamo definito Pane e Cultura: sì, proprio così, un ritorno alle antiche ricette e agli antichi sapori, ricchezza ineguagliabile della zona cerite. Abbia-mo riscontrato un elevato consenso sia tra i produttori sia tra i ristoratori, tutti entusiasti di partecipare con il loro con-tributo alla manifestazione che, come

continuiamo a ribadi-re, grazie a loro ha ottenuto un successo inaspettato. Ringra-

ziamo principal-mente la Regio-ne Lazio, nella persona dell’on. Pietro Di Paolo, che ci ha sostenuto permettendoci di mettere in moto la mac-china del rilan-

cio economico e turistico del nostro territorio. L’inten-to è di avvicinare le aziende al con-sumatore, nonché

di mettere in sinergia pro-

duttori, ristoratori e consumatori che spesso per via degli elevati costi ed impedimenti organizzativi non si incontrano e non commercializzano il prodotto locale preferendo merce non nostrana. Insomma un vero tuffo nel-le splendide risorse della nostra terra ben impiegate nella locale gastrono-mia, garantendo con il nostro progetto itinerante anche il consumatore finale con particolare attenzione ai nuclei fa-miliari. L’appuntamento invernale con Come una volta è fissato al 27 febbraio presso il ristorante Valle della Regina in località Borgo San Martino (Via del Casalone, 16). Gli stand aprono alle ore 10; la degustazione del pranzo ini-zia alle ore 12 e quella della cena alle ore 20. Anche stavolta attendiamo la partecipazione di numerosissimi buon-gustai, ai quali garantiamo un’esperien-za avvolta in un’atmosfera genuina, semplice e speciale come solo le nostre antiche tradizioni possono fare (vedi il programma completo a pag. 4 e 5).

SAPORI ANTICHI PER UN FUTURO MIGLIOREIl 27 febbraio si svolge a Cerveteri il secondo appuntamento dell’evento enogastronomico ‘Come una volta’. Ce ne parla l’organizzatore Luciano Ridolfi, consigliere comunale PDL

L’on. Pietro Di Paolo

SOMMARIO

IN PRIMO PIANOFesta del Carciofo Ceretano

ilPunto... della situazione // Attualit�

GALATEO A TAVOLAL’Amor Cortese

BEER TOURLa via del biondo nettare

VACANZE GOLOSESartiglia di Oristano

PERBACCO NEwSIl vino di Cavour

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Ci intratteniamo ancora una volta sull’Istituto Alberghiero di Ladi-spoli. Ricorderete dell’intervista

rilasciata al nostro giornale dal dirigente scolastico, prof.ssa Vincenza La Rosa, in merito alla costruzione della nuova sede per l’Alberghiero e alle finalità d’apprendi-mento ed educazione della scuola. Questa volta la campanella è suonata nei cuori. Il 2 dicembre scorso si è infatti svolta, presso il Laboratorio di Sala dell’Istituto, la cena di beneficenza Buoni come il pane (tra l’altro nome identico ad un nostro titolo) organizzata dalla Caritas locale al fine di raccogliere fondi. Alle spalle l’incontro tra don Emanuele Giannone, direttore Caritas, il prof. Francesco Riili, docente di cucina e il dirigente scolastico dell’Alberghiero che vi ha prontamente aderito. Certamente l’a-

desione dell’Alberghiero è stata di fonda-

mentale importanza per l’organizzazione logistica e di personale. Alla cena, del costo di 30 euro, hanno partecipato 40 persone, consentendo una raccolta di 1.200 euro. In particolare hanno contribuito alla riuscita i professori: Carmelo Di Marco (Sala-Bar), Bruna Vidotto e Francesco Riili (Cucina); i tecnici di laboratorio Marco Magagnini e Enzo Riili; gli assistenti e collaboratori Delfino Stampella ed Elisabetta Man-nelli. Un plauso particolare ai 44 alunni delle classi 3KA, 3Ric.A, VB ristorazio-ne che, fuori orario scolastico, si sono impe-gnati in m a -

PER CHI SUONA LA CAMPANELLAAll’Alberghiero di Ladispoli una cena di beneficenza organizzata dalla Caritas

niera esemplare. Presenti anche le autorità cittadine e istituzionali nelle figure di: rap-presentante del MIUR dott.ssa Gabriella Averna, sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, consigliere dott. Giorgio Lauria, dott.ssa Loredana Giovannini del MEF. Di-versi gli sponsor: ristorante La Tripolina, pasticceria Cornetto della notte, Arti Grafi-

che Lauria, agenzia di pubblici-tà Archimmagine, articoli

da regalo Segreti, Can-tina Tre Cancelli, MR Lavoro, Lavan-deria Baccanello, Wibberg spezie ed aromatiche. Sem-pre nel mese di di-cembre (il giorno 18), gli studenti dell’Alberghiero, su iniziativa del

prof. Riili, hanno effettuato un servi-

zio di cucina e sala agli indigenti presso

la sede della Caritas di Ladispoli. Presente il Ve-

scovo della Diocesi di Por-to e Santa Rufina mons.

Gino Reali.Gino Reali.

ilPunto... della situazione // Attualit�6

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Ci intratteniamo ancora una volta sull’Istituto Alberghiero di Ladi-spoli. Ricorderete dell’intervista

rilasciata al nostro giornale dal dirigente scolastico, prof.ssa Vincenza La Rosa, in merito alla costruzione della nuova sede per l’Alberghiero e alle finalità d’apprendi-mento ed educazione della scuola. Questa volta la campanella è suonata nei cuori. Il 2 dicembre scorso si è infatti svolta, presso il Laboratorio di Sala dell’Istituto, la cena di beneficenza Buoni come il pane (tra l’altro nome identico ad un nostro titolo) organizzata dalla Caritas locale al fine di raccogliere fondi. Alle spalle l’incontro tra don Emanuele Giannone, direttore Caritas, il prof. Francesco Riili, docente di cucina e il dirigente scolastico dell’Alberghiero che vi ha prontamente aderito. Certamente l’a-

desione dell’Alberghiero è stata di fonda-

mentale importanza per l’organizzazione logistica e di personale. Alla cena, del costo di 30 euro, hanno partecipato 40 persone, consentendo una raccolta di 1.200 euro. In particolare hanno contribuito alla riuscita i professori: Carmelo Di Marco (Sala-Bar), Bruna Vidotto e Francesco Riili (Cucina); i tecnici di laboratorio Marco Magagnini e Enzo Riili; gli assistenti e collaboratori Delfino Stampella ed Elisabetta Man-nelli. Un plauso particolare ai 44 alunni delle classi 3KA, 3Ric.A, VB ristorazio-ne che, fuori orario scolastico, si sono impe-gnati in m a -

PER CHI SUONA LA CAMPANELLAAll’Alberghiero di Ladispoli una cena di beneficenza organizzata dalla Caritas

niera esemplare. Presenti anche le autorità cittadine e istituzionali nelle figure di: rap-presentante del MIUR dott.ssa Gabriella Averna, sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta, consigliere dott. Giorgio Lauria, dott.ssa Loredana Giovannini del MEF. Di-versi gli sponsor: ristorante La Tripolina, pasticceria Cornetto della notte, Arti Grafi-

che Lauria, agenzia di pubblici-tà Archimmagine, articoli

da regalo Segreti, Can-tina Tre Cancelli, MR Lavoro, Lavan-deria Baccanello, Wibberg spezie ed aromatiche. Sem-pre nel mese di di-cembre (il giorno 18), gli studenti dell’Alberghiero, su iniziativa del

prof. Riili, hanno effettuato un servi-

zio di cucina e sala agli indigenti presso

la sede della Caritas di Ladispoli. Presente il Ve-

scovo della Diocesi di Por-to e Santa Rufina mons.

Gino Reali.

In un territorio dove sembra che la viti-cultura sia in calo, emergono sempre più colture diverse. Tra queste, quella del

carciofo. E a noi dell’associazione Amici X Cerveteri sembra giusto ricordare l’im-pegno che fu preso l’11 aprile 2010 con i tantissimi ospiti presenti alla 1^ Festa del Carciofo Ceretano e soprattutto con i pro-duttori di questo gustoso ortaggio. Cerve-teri ha un’antica tradizione che riguarda il carciofo, sia per la coltivazione sia per la cucina. Tradizione contadina che negli anni si era andata affievolendo. Quasi a nascon-dere la realtà. Con la Festa del Carciofo Ceretano gli organizzatori intendono far conoscere le qualità indiscusse del carcio-fo che viene coltivato nelle colline e nelle pianure di Cerveteri. E questo a prescindere dalle puerili polemiche costruite ad arte da certi personaggi in preda a manie di assolutismo, vicini e lontani, attaccati più alla propria immagine e visibilità che allo sviluppo di tutto il comprensorio. Territo-rio, dicevamo, ricco non solo di reperti ar-cheologici d’interesse mondiale ma ricco anche di buoni prodotti enogastronomici. Il tutto grazie ai non pochi sacrifici che de-terminate attività richiedono e, per questo, meritevoli di essere fatte conoscere. Quin-di, perché non provarci? È vero che questo dovrebbe essere il compito di certe Isti-tuzioni; le stesse dietro le quali, appunto,

qualcuno si fa scudo per emettere sentenze e, quel che è peggio, per denigrare, criticare e minacciare. La nostra Libera Associazio-ne è nata con lo scopo di rilanciare Cerve-teri non solo come cittadina da visitare per le sue bellezze e per i suoi tesori culturali ma anche per ciò che vi si produce e vi si coltiva. Il territorio tutto merita di essere sponsorizzato in tal senso. Ne trarrebbe vantaggio anche chi vorrebbe esclusività che non gli appartengono. E non servi-ranno certo le sterili polemiche sparse su alcuni giornali locali, forse più compiacenti che di informazione, a vietare che il car-ciofo ceretano venga fatto conoscere, con tutti i mezzi leciti, oltre quei limitati confini cui è stato relegato fino a ieri. Del resto il carciofo di Cerveteri è arrivato anche in Argentina: il sottoscritto in persona lo ha portato lì, dove vivono moltissimi nostri connazionali o di origine italiana. E per la 2^ edizione della Festa si sta lavorando per accogliere una rappresentanza argentina. Non solo: avremo anche ospiti e acquiren-ti da Milano. Non resta quindi che ‘aller-tare’ tutti i buongustai, vicini e lontani, di tenersi pronti per l’edizione 2011: vi aspetta un evento genuino dove il vero protagonista è ancora il saporitissimo carciofo ceretano.

Info: [email protected]

Lettera aperta di Franco Bracciali (presidente Amici x Cerveteri)

FESTA DEL CARCIOFO CERETANOFervono i preparativi in vista della seconda edizione

“Basta con le manie di assolutismo di certi personaggi”

(Lettera firmata)

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Lo scorso 20 gennaio il Comune di Cerveteri ha ricevuto la visita ufficiale dell’ambasciatore della Repubblica

di Azerbaigian in Italia, Vaqif Saidov, unitamente al console Ilgar Farajov. Sono stati ricevuti in piazza Risorgimento dal sindaco Gino Ciogli, dal signor Ugo Ricci, e dall’archeologa Elena Marini (vedi foto). Un vasto presidio di forze dell’ordine composto da Polizia Locale, Polizia Stradale e Carabinieri, ha atteso il loro arrivo in piazza Aldo Moro. Il piccolo corteo istituzionale ha fatto una prima visita presso il Museo Nazionale Caerite, poi, dopo un breve incontro con il principe Sforza Ruspoli e il viceparroco don Valerio Grifoni, è entrato nella chiesa di S. Maria Maggiore per concludere la visita alla Necropoli della Banditaccia. La dott.ssa Elena Marini ha illustrato la storia del nostro paese e dei suoi importanti reperti archeologici. E poi tutti a pranzo presso lo storico ristorante Cavallino Bianco. La Repubblica dell’Azerbaigian è uno Stato situato nella regione del Caucaso. Ricco di petrolio e giacimenti naturali, ma soprattutto di cultura e storia, il Paese si trova nell’Asia transcaucasica, a sud dello spartiacque montuoso che lo separa dall’Europa, e confina con il Mar Caspio a est, con la Russia a nord, la Turchia a ovest, la Georgia a nordovest, l’Armenia

a ovest e l’Iran a sud. L’Azerbaigian è una repubblica laica e unitaria, con una democrazia emergente. È il paese più grande del Caucaso sia per superficie sia per popolazione. È anche uno dei fondatori della Comunità degli Stati Indipendenti ed è membro del Consiglio Europeo dal 2001. Ha una Missione Permanente nell’Unione Europea e ospita anche una Missione della Commissione Europea. La visita, organizzata da Ugo Ricci, ha avuto lo scopo di allacciare rapporti culturali e commerciali con uno Stato ricco di storia e di cultura interessato

AMBASCIATORE DELL’AZEIRBAIGIAN A CERVETERIL’organizzatore Ugo Ricci: “Uno scambio turistico per rilanciare il territorio”

anch’esso ad ampliare i propri confini culturali e turistici. L’incontro ha portato a trarre delle conclusioni: gli obiettivi comuni tra i due paesi sono di carattere scientifico, alcuni etruscologi entreranno in contatto con gli studiosi dell’Azerbaigian per cercare di approfondire le informazioni inerenti le rotte commerciali possibili tra gli Etruschi e le popolazioni che vissero nelle zone del Caucaso. Da questa operazione scaturirebbe uno scambio culturale e soprattutto uno scambio di flussi turistici per il rilancio del nostro territorio.

Il 4 e 5 dicembre 2010 si è svolta in Ger-mania la gara di Body Building Mr./Mrs. Universe, che ha visto la vittoria dell’at-

leta di Ladispoli Alexandra Tantari, incoro-nata Miss Universo. Alexandra ha costruito questo successo con tutte le sue forze, alle-nandosi con tenacia e determinazione pres-so la palestra New Muscle Beach di Cosimo Nepita. “È stata una cosa inaspettata – ha dichiarato l’atleta – e ovviamente gradita. In passato avevo già vinto diverse gare im-portanti in Italia e ho conquistato il secon-do posto in Europa, un percorso che mi ha portato alle selezioni per Miss Universo. Ed ecco che dopo una lunga e dura preparazio-ne, mesi di diete e allenamenti, è arrivata questa vittoria: semplicemente un’emozione

ALEXANDRA TANTARI È MISS UNIVERSOindescrivibile!”. Non resta che congratu-larci con Alexandra Tantari, uno dei volti del nostro territorio che dimostra il grande valore della perseveranza, poiché stringen-do i denti e lottando, talvolta, si è capaci di trasformare i propri sogni in realtà. La salu-tiamo con un motto latino che le calza alla perfezione: Nihil difficile volenti (Nulla è arduo per colui che vuole).

ilPunto... della situazione // Attualit�

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A sette anni dall’istituzione, da parte del Parlamento italiano, del Giorno del Ricordo in me-

moria dei martiri delle Foibe, continua il silenzio su una delle pagine più tri-sti della nostra storia. Eppure in quelle cavità carsiche, chiamate foibe, decine di migliaia di nostri connazionali tro-varono una morte orribile per mano dei partigiani di Tito. Erano tutti italia-ni uniti dall’amore per l’Italia, al di là delle diverse ideologie politiche. Appa-re quindi insolito che siano proprio gli italiani, talvolta persino le amministra-zioni comunali, a mostrare una strana forma di amnesia ogni volta che si av-vicina il 10 febbraio. Una data, occorre ribadirlo, che non serve ad alimentare

rancori ma semplicemente a comme-morare delle vittime innocenti. Un atto di pietas che non conosce colori poli-tici, che non concepisce negazionismi di sinistra o revisionismi di destra ma che semplicemente vuole esprimere l’appartenenza ad un popolo e ad una nazione. Del resto in quelle pagine tristi è scritto anche il nome di Guido Pasoli-ni, fratello del celebre scrittore, al quale spaccarono la testa con un piccone e la cui appartenenza politica non ammette dubbi. Ciò per ribadire l’assoluta estra-neità del Giorno del Ricordo a schiera-menti ideologici e partitici. Per questo è ancora più doloroso constatare l’in-differenza mostrata dalle amministra-zioni comunali del comprensorio, che

FOIBE: LA MEMORIA MUTILATAArticolo di Giuseppe Giangreco (associazione iRasenna)

Nel comprensorio solo una fiaccolata per il Giorno del Ricordo

in questi anni non hanno dato prova neanche della più tiepida commemora-zione. In una data che dovrebbe unire tutti gli italiani nel dolore, al di là delle differenti appartenenze politiche, nella nostra zona solo una fiaccolata, orga-nizzata da Forza Nuova a Cerveteri, commemora i nostri connazionali in-foibati con la deposizione di una corona al monumento dei Caduti (10 febbraio, ore 18). Così, visto che ci troviamo su una rivista di enogastronomia, mi per-metto di dare un consiglio ‘culinario’ ai nostri politici ‘smemorati’ per aiutarli a ricordare degnamente i martiri del-le Foibe: una bella dieta a base di pe-sce. Il fosforo, si sa, aiuta la memoria! www.irasenna.org

Il noto biologo e ornitologo del pro-gramma Rai Geo & Geo, Francesco Petretti, al lavoro nel nostro territo-

rio. Autore e regista di documentari na-turalistici, lo abbiamo incontrato men-tre filmava i rospi in amore nella località Monteroni (Ladispoli), in un fontanile a pochi passi dal centro di educazione

FRANCESCO PETRETTI DI GEO & GEO AI MONTERONI

ambientale La Fattoria degli Animali. Salutando i nostri lettori, ha voluto lan-ciare un appello: “I rospi sono anfibi di grande importanza e nella stagione riproduttiva prediligono l’ambiente acquatico. Purtroppo molti di essi ven-gono falcidiati sulle strade. Cerchiamo quindi di fare più attenzione”.

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Adora i primi piatti. Parlare di enolo-gia lo entusiasma. Ama la musica classica. È cattolico. Il personaggio

politico che predilige è Togliatti. Ai film sdolcinati antepone il genere western come Ombre rosse. Il suo libro cult è Siddharta, il capolavoro di H. Hesse. L’hobby è l’ar-cheologia. Il suo migliore pregio è quello di ascoltare. Il suo peggiore difetto: quello di non sapere ascoltare. Non ha un proprio gesto scaramantico e il suo motto è: “A brigante, brigante e mezzo!”, un detto che amava ripetere anche Sandro Pertini. E per quanto riguarda i segni particolari, ammic-ca, sorride e risponde: “Calvo!”. Cultura e autoironia segnano i tratti caratteristici del sessantaquattrenne Gino Ciogli, primo citta-dino di Cerveteri, col quale ho avuto una pia-cevole chiacchierata ‘in punta di forchetta’ nel noto ristorante Le Ginestre. Innamorato da sempre dell’enogastronomia, ogni volta che si reca in un nuovo paese coltiva questa passione approfondendo le peculiarità cu-linarie ed enologiche della zona, in quanto fermamente convinto che attraverso il cibo e il vino si può conoscere meglio la cultura di un luogo. Ama molto la convivialità. Si diletta in cucina con successo e il suo piatto forte è il risotto con i funghi che, da anni, riscontra il parere positivo di parenti e amici (e noi de ilPunto ci proponiamo volentieri per un assaggio!). La carne e il pesce a ta-vola se la giocano in fatto di preferenze, an-che se a volte il sapore di mare ha la meglio su quello di terra. Con i vini ha un ottimo rapporto. Grande estimatore del nettare di Bacco, con tanto di attestato di sommelier, ha una certa predilezione per il Brunello di Montalcino (e come si può contraddirlo?). Non è particolarmente attratto dai dolci ma apprezza moltissimo la buona tavola. Con un felice ossimoro si definisce ‘tradiziona-lista-sperimentatore’, in quanto parte dalle tradizioni per sperimentare cose nuove. Ha una buona opinione dei prodotti biologi-ci, la cui coltivazione andrebbe incentivata visto che la nostra zona è ricca di frutta e verdura in grande quantità e varietà. Idee

chiare anche per quanto concerne la filiera corta. “In una società globalizzata come la nostra – mi spiega – la cultura della filie-ra corta è la radice dalla quale partire per riconoscere noi stessi”. Insomma, un modo per ‘riassaporare’ la nostra identità perduta. Da vero buongustaio si dichiara un assiduo lettore della nostra rivista: “È un valido punto di riferimento che aiuta a soffermarsi su elementi del nostro comprensorio troppo spesso trascurati”. Sorseggiando un buon Chianti dei Colli Senesi, lo invito a rispon-dere ad un quesito che circola sulla bocca di molti cittadini: Come mai il turismo stenta a decollare a Cerveteri, un paese ricco di tradizioni, di prodotti enogastronomici e di siti archeologici? Ci sono dei progetti al riguardo? La domanda non deve giunger-gli nuova, infatti mi risponde prontamente: “A Cerveteri, purtroppo, non siamo in fase di progetti bensì in fase d’emergenza. An-ziché filosofare, abbiamo dei problemi pri-mari da risolvere. Per quanto riguarda la mia amministrazione, ci siamo inseriti in un periodo storico difficilissimo, un periodo in cui è complicato alzare la testa e guardare al futuro. Noi stiamo lavorando per l’imme-

diato”. “A Cerveteri – conclude il sindaco – ci sono zone prive d’illuminazione pubblica la sera. Come facciamo a pensare al futuro e al turismo se non possiamo offrire delle strade che non siano piene di buche o prive d’illuminazione?”.

A pranzo con il primo cittadino di Cerveteri Gino Ciogli, un sindaco sommelier

Interviste in punta di forchetta

VUOI PARTECIPARE A ‘INTERVISTE IN PUNTA DI FORCHETTA?’

Scrivi a: [email protected]

Nome: Gino CiogliEtà: 64Segno zodiacale: ScorpioneReligione: cattolicaHobby: archeologiaMusica: classicaFilm: Ombre rosseLibro: SiddhartaPersonaggio politico: TogliattiPiatto: risotto con i funghiVino: Brunello di MontalcinoPregi: ascoltareDifetti: non saper ascoltareSegni particolari: calvoMotto: A brigante, brigante e mezzo

Articolo di Licia CaggianelliFoto di Andriy Monastyrskyy

ilPunto // Interviste in punta di forchetta

Un momento dell’intervista

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Le origini dei festeggiamenti per il Carnevale risalgono, secondo alcuni autori, ai Saturnali romani, durante i quali ci si

mascherava tra balli, scherzi e rovesciamento delle usanze e dei ruoli. Una festa nella quale sono confluiti antichi riti agrari purificatori e propiziatori che segnavano l’inizio del nuovo ciclo stagionale. Nel Medioevo queste manifestazioni, chiamate Carnelevarium, si trasformarono in vere e proprie rappresentazioni teatrali. Ma soltanto nel Rinascimento, e in particolare a Roma, i

cortei e le processioni mutarono progressivamente in sfilate di carrozze, poi di carri, con gruppi mascherati fino a diventare una festa popolare spettacolare. Come in tutte le feste, anche in

tale occasione, si abbondava con i cibi: gli alimenti più usati erano, principalmente, il maiale e i dolci fritti. E

proprio i dolci continuano ad essere, ancora oggi, molto presenti durante il Carnevale. Nel nostro territorio figurano, in particolare, le castagnole, gustose palline di pastella dolce, fritte in olio; così chiamate per la forma somigliante alle castagne.

A CArnevAleogni dolCe vAle!Dolci abbinamenti per la festa più folle dell’anno

Da servire fredde, ricoperte con zucchero a velo, un pizzico di cannella in polvere e leggermente irrorate con Alchermes. Le castagnole ben si prestano ad essere abbinate con un Recioto di Soave ottenuto da uve Garganega appassite. Altro dolce tradizionale è costituito dai ravioli dolci, una pasta leggera con il ripieno di ricotta, condita con zucchero e liquore, poi fritti in olio d’oliva o cotti al forno; serviti con un’abbondante spolverata di zucchero a velo. Un abbinamento interessante con i ravioli è rappresentato da un vino passito, come ad esempio, tanto per rimanere nel Lazio, quello ottenuto con le uve del Moscato di Terracina. Ed infine quello che si potrebbe considerare un dolce nazionale: le frappe, una leccornia che attraversa l’intera penisola, da nord a sud, mantenendo inalterata la propria fama. La ricetta di base è sempre la stessa: uova, farina e burro, l’unico ingrediente a variare è il liquore da aggiungere con parsimonia all’impasto. Chiamate anche chiacchiere in Lombardia, in Toscana cenci, in Liguria e in Piemonte bugie, nel Veneto galani, nelle Marche fiocchi, in Puglia carteddate, ed ancora, nastri di suora, nodi d’amore, ecc. Si tratta probabilmente delle lagane degli antichi romani, fritte nell’olio o nello strutto e cosparse di miele e pepe. Nel caso in cui voleste un suggerimento per l’abbinamento con il vino e le frappe di oggi, se non lo avete ancora provato, optate per la versione spumante dolce del Moscato di Terracina. E ricordate: anche a Carnevale con gli abbinamenti non si scherza!

Articolo di Sandra Ianni (esperta in cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche)

ilPunto // Sapere & Sapori

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Dolci colline vulcaniche che digrada-no fino al mare da cui sembrerebbe derivare la denominazione storica

della regione: la Planargia. Un ambito geo-grafico spettacolare, per gran parte ancora incontaminato, che si estende nella parte nord occidentale della Sardegna. Uno stra-ordinario ambiente naturale che deve la sua unicità al fatto che in una piccola porzione di territorio siano rappresentati quasi tutti gli ecosistemi caratteristici dell’isola, da quello marino a quello costiero, da quello montano a quello fluviale navigabile. Un luogo dove il calore e il sorriso della gente, il fascino an-tico delle tradizioni e delle feste popolari, la gustosa bontà delle specialità gastronomiche e i profumi della generosa Malvasia di Bosa ne rendono la vita particolarmente attraente. La Malvasia di Bosa è un vino storico, ap-prezzato dall’enologia internazionale e loda-to dai più famosi giornalisti a partire da Ma-rio Soldati e Luigi Veronelli che negli anni ‘70 gli dedicarono pagine d’alto pregio, pur sottolineandone la sua limitata disponibilità in grado di soddisfare il solo consumo loca-le. Appartiene al gruppo delle Malvasie, una grande famiglia di vitigni coltivati su tutto il territorio della penisola italiana e in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterra-neo. Diciassette varietà di uve identificate dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto dopo accurate analisi ampelografiche, chimiche e molecolari, che hanno in comune l’origine greca e l’etimo-logia del nome che deriva da una piccola cit-tadina del Peloponneso: Mononvasos, ossia porto con una sola entrata. Ed è proprio attra-verso i porti che i Veneziani e, in misura mi-nore i Genovesi, diffusero le diverse piante. Tra il 1300 e il 1600, al culmine della poten-za economica della Serenissima, la Malvasia

divenne il vino più fa-moso d’Eu-ropa, una vera moda che lo trasformò in sino-nimo di eccellenza. Ancora più antica la dif-fusione in Sardegna, che si fa risalire al periodo bizantino. In particolare nell’entroterra di Bosa già tra il VI e i X secolo si creò una vera e propria enclave della coltivazione di questa uva, diventando poi un classico della produ-zione enologica dell’isola. Dall’800 fino alla metà del 900 è il vino dei salotti buoni della Bosa industriale, che va acquistando sempre più rinomanza e finezza nella qualità, grazie alle sperimentate colture più idonee e al me-todo di invecchiamento del vino, che avveni-va nei caratteristici magazinos seminterrati del centro storico della città. La svolta deci-siva arriva nel 1972, anno in cui l’ormai pa-triarca Giovanni Battista Columbu (uno dei produttori protagonisti in Mondovino, im-perdibile film-documentario del 2004 di Jo-nathan Nossiter) eredita un vigneto di circa 18000 mq coltivati con vitigni tradizionali da oltre un secolo. Negli anni immediatamente successivi, egli dà inizio ad un primo reim-pianto della vigna, sostituendo i ceppi cen-tenari e incrementando gli innesti del vitigno di malvasia originario, intuendo l’importan-za della selezione del vitigno e degli impianti a monocoltura e sperimentando inoltre l’im-bottigliamento per la commercializzazione del prodotto. Studio e ricerca che porteranno al riconoscimento di una delle DOC italiane più ricche di fascino. Un vino particolarissi-

mo, frutto di un lungo in-vecchiamento e di una iperossidazione controllata, che regala un colore dorato con riflessi ambrati e profumi intensi di frutta secca e spezie. Tan-ti i progetti promossi dalle Istituzioni locali finalizzati alla valorizzazione del prodotto. Tra questi il più importante è il progetto Vi-nest, iniziativa cofinanziata dall’Ue per la promozione dei vini di qualità DOC dell’Eu-ropa, al fine di tutelarne e valorizzarne le va-rietà e le peculiarità insieme con i loro terri-tori e culture. La Malvasia di Bosa è un vino che ha maturato una vasta letteratura remota e recente, ma soprattutto è un vino conside-rato nobile ed elitario dalle genti che abitano la Planargia. Un nettare da riservare a per-sone e circostanze speciali, perpetuando in questo modo un consolidato rituale sociale. Un vino simbolo dell’amicizia e dell’ospi-talità, che si offre alle persone a cui si tiene particolarmente, quindi, in questa regione, è principalmente un bene sociale. Un legame unico e autentico tra uomo e territorio.

Quando il vinoè magiaMaria Cristina Ciaffi,sommelier Master Class AIS,ci presenta uno dei vinipiù prestigiosi della Sardegna:la Malvasia di Bosa

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L’attività agricola, come noto, è influenzata dagli andamenti climatici e meteorologici. In tal senso si può senz’altro affermare che ciascun evento meteorologico ha una di-

retta influenza sull’ambiente agricolo e sul ciclo vegetativo delle colture, tanto da condizionarne le produzioni finali. L’agrometeo-rologia è la scienza che studia la relazione tra fattori climatici ed ecosistema agricolo. Stagioni troppo piovose o al contrario aride, eccessivamente fredde o miti, influenzano in modo determinante l’andamento delle produzioni. È sufficiente pensare alle forti piog-ge del novembre scorso in Veneto e Campania, alla recentissima gelata dello scorso dicembre, all’estate estremamente siccitosa del 2003, per comprendere come le produzioni agricole siano esposte agli improvvisi mutamenti climatici e all’andamento stagionale. La saggezza popolare ha tramandato, attraverso numerosi prover-bi, i timori e le speranze degli agricoltori e il rispetto per il cli-ma. Il nostro territorio gode di un clima particolarmente clemente, dovuto alla presenza del mare e alla barriera naturale formata dal complesso dei monti Tolfetano-Ceriti che esercitano un’azione mi-tizzante su gran parte del comprensorio. Ne sono a testimonianza le numerose coltivazioni frutticole e orticole presenti, con prodotti anticipati anche in piena aria. Tuttavia nel corso degli anni eventi climatici estremi hanno condizionato, purtroppo in maniera negati-va, le produzioni del nostro territorio. L’annus horribilis per l’agri-coltura locale è senza dubbio il 1956; nel febbraio di quell’anno un’ondata eccezionale di gelo investì buona parte dell’Italia dal 2 al 20 del mese. Le temperature rimasero comunque rigide o sotto lo zero anche per i giorni successivi. L’11 e il 12 marzo nuove nevi-cate interessarono il nostro territorio con temperature sotto lo zero. I danni all’agricoltura furono ovviamente incalcolabili: la coltura principe della nostra zona, il carciofo, fu interamente distrutta così come tutte le produzioni orticole e floricole. I danni furono resi ancora più gravi dall’andamento particolarmente mite del mese di gennaio, che aveva anticipato lo stato vegetativo delle coltivazioni. La foto in pagina ritrae la fontana di piazza della Vittoria di Ladi-spoli nel febbraio 1956 e rende l’idea delle proporzioni del freddo che interessò il nostro territorio. I danni riportati dalle coltivazio-

ni risultarono talmente gravi che il 23 febbraio 1956 alla Camera dei Deputati (Legislatura II), nel corso della 385^ seduta pubblica, all’ordine del giorno furono presentate le seguenti interrogazioni:Bonomi (al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’interno e dell’agricoltura e foreste).Per conoscere quali provvedimenti si intendono adottare per ve-nire incontro alle aziende agricole diretto-coltivatrici dei comuni di Civitavecchia, Santa Marinella e Cerveteri che, a causa delle recenti gelate, hanno subito notevoli danni alle colture ortive e flo-ricole, danni che per ora possono valutarsi in oltre 300 milioni di lire (pari a circa 4 milioni di euro, ndr). Romualdi (al Ministro dell’agricoltura e delle foreste). Per conoscere quali provvedi-menti intende adottare a favore degli agricoltori (…) del Comune di Cerveteri, particolarmente colpiti dalle conseguenze del mal-tempo e del gelo che hanno provocato in quel comune la totale distruzione dei prodotti dell’annata.Il miglioramento delle tecniche agronomiche, le possibilità di praticare coltivazioni protette (serre, teloni, ecc.), la possibilità di disporre di previsioni agrometeorologiche sempre più precise ed accurate e l’esistenza di prodotti assicurativi specifici, forniscono oggi agli agricoltori alcuni strumenti contro le avversità clima-tiche. In cuor loro tuttavia sperano sempre che un inverno come quello del ’56 non si verifichi mai più!

L’agronomo Mario Cerulli ci parla delle relazioni tra fattori climaticie produzione agricola. E ricorda l’ondata di gelo del febbraio 1956

SE L’AGRICOLTURA BATTE I DENTI

La fontana ghiacciata di Piazza della Vittoria a Ladispoli nel febbraio 1956. Da sx: Luciano (Carlo) Cerulli, Nicola Civero †, Fulvio Naritelli † Torre Flavia, Dicembre 2010

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14 ilPunto // Agricoltura

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A L A D I S P O L I R E S TA P O C O

LIBERTY

Il movimento artistico e architettonico, nato in Francia con il nome di Art Noveau ai primi del Novecento, si chiamò in Italia originariamente Floreale e successivamente Liberty dal nome del

commerciante londinese di articoli orientali Arthur Lesenby Liberty. Il Liberty cercava ispirazione nella natura e nella forma vegetale e si orientava verso l’adozione della linea flessuosa, avvolgente e spiraliforme. A questo proposito nel 1905 Eugene Grasset scrisse: “Ogni curva dà l’idea del movimento e della vita”. Uno degli obiettivi fondamentali del movimento era di stabilire un accordo tra produzione artistica e industriale, nel senso di utilizzare le nuove tecnologie ed i nuovi materiali per realizzare prodotti di alto valore estetico. In Italia il Liberty stentò ad affermarsi e a portare quella sferzata di novità degli altri paesi europei; rimase infatti circoscritto ad episodi isolati e finì purtroppo col diventare una moda elitaria destinata a ricadere nell’eclettismo, che altro non è se non la mescolanza (meglio sarebbe parlare di ‘miscuglio’) di elementi di stili diversi del passato riproposti fuori dal loro contesto storico. A Roma, dove ogni innovazione viene interpretata come una stonatura rispetto al contesto architettonico circostante, il nuovo stile incontrò difficoltà ancora maggiori; per questo le costruzioni ispirate al Liberty conquistarono solo le periferie. Ed il Liberty si fece largo soprattutto lungo le coste, dove la nuova borghesia, ottimista e spregiudicata, venuta su dopo il Primo Conflitto Mondiale, costruì le sue dimore estive e di relax. Sul lungomare di Viareggio ancora richiamano la nostra attenzione le splendide ville dell’epoca; e non si possono non menzionare gli stabilimenti balneari che abbelliscono Ostia. Più vicino a noi – geograficamente – è Santa Marinella ad ospitare esempi pregevoli, come il villino Emanuele e Villa Bettina; quest’ultima ci suggerisce un’idea di natura lontana dalla banale imitazione floreale e mantiene elevati livelli di buon gusto e di maestria artigianale. A Ladispoli, nell’area dove ancora sono riconoscibili i segni e le testimonianze della primitiva lottizzazione Marescotti di fine Ottocento, nelle strade parallele al lungomare (via Duca degli

Abruzzi e Odescalchi), alcuni edifici identificano il vecchio impianto urbanistico. Questa porzione di città è delimitata dai fossi Vaccina e Sanguinara e verso l’interno dalla grande piazza, dedicata attualmente al regista Roberto Rossellini. Seppure si può parlare di Liberty è un Liberty minore con ben poche arditezze innovative e strutturali: facciate ingentilite da fasce di disegni sulle superfici murarie, qualche interessante fregio sopra l’ingresso principale, il tutto dominato dal torrino belvedere. L’insieme – o almeno quello che rimane – è però significativo e degno di considerazione e tutela. Due sono le tipologie rilevabili: la palazzina e il villino. Alla prima si può far sicuramente appartenere l’hotel Miramare (nella foto) sul lungomare centrale, nato, in realtà, come ‘Pensione Lido’ nel 1894. La struttura fu rilevata nel 1914 dall’imprenditore di Albano, Alessando Piattella, che operò le prime trasformazioni rendendola più adatta ad una crescente clientela. L’hotel, pur pesantemente rimaneggiato – in particolare è stato eliminato il portico, che affacciava direttamente sul mare – rappresenta uno dei meglio riusciti esempi di architettura dell’epoca a Ladispoli. Quanto alle ville, una vera e propria ecatombe ha avuto luogo a partire dagli anni ’60-’70 del secolo appena passato. Forse per questo si è levata qualche voce (autorevole) preoccupata. Al riguardo richiamo qui l’intervista all’assessore De Tollis del 9 novembre 2004: “L’amministrazione intende riqualificare il centro storico, valutando che gran parte dell’originario tessuto si è modificato con il tempo, ma ne possono essere salvaguardati ancora ampi tratti. In questa ottica si pone la delibera con la quale il Consiglio comunale ha vincolato gli edifici costruiti prima del 1955”. Non dissimili sono gli intenti del Piano Regolatore di recente emanato dal Comune di Ladispoli. Speriamo che si vada oltre le edulcorate descrizioni ed i generici propositi e si tratti invece di fattivi progetti e concrete realizzazioni. Nell’attesa che il termine ‘riqualificazione’ riferito al vecchio centro di Ladispoli assuma connotazioni meno astratte, continuiamo a goderci quella atmosfera fascinosamente simpatica ed un po’ retrò che avvolge gli ultimi nostri angoli Liberty.

Articolo di Silvio Vitone, foto di Andriy Monastyrskyy

ilPunto // Archeologia

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EditoreAssociazione Culturale ilPuntoDirettore responsabileFabrizio Del Re [email protected] redazioneAlessandro Sacripanti,Carlo Narducci,Aurora CardinaliMarketingBarbara MatteiniSegreteria di redazioneAgata AronicaArea enogastronomicaMaria Cristina Ciaffi,Giancarlo Bertollini,Lucia Betti, Sandra IanniArea agroalimentareMario CerulliArea AttualitàFelicia CaggianelliArea Cultura & ArteSilvia Loreti, Icaro Guerra, Andrea CerquaArea Bellezza & BenessereRaffaella Massari, Angela Tabarrini,Francesca Romana FrancardiArea Sport Bruna BartoliniCorrispondentiLicia Mampieri (Abruzzo),Mario Fenu (Sardegna), Urania Leoni (Toscana)CollaboratoriAldo Ercoli, Gianni Izzo, Silvio Vitone,Massimiliano Paris,Giuseppe Giangreco, Claudio PaceGraficaAdriano Di Santo, Matteo [email protected] [email protected] Fusco 333.8155630Andriy Monastyrskyy 346.9862707Biagio TamarazzoStampaAG s.r.l.RedazioneVia Olmetto, 7 – 00055 Ladispoli (Rm)Cell. 333.3939029E-mail [email protected] www.ilpuntomagazine.tk (in allestimento)Pubblicazione bimestrale registratapresso il Tribunale di Civitavecchia (Rm)n.5/08 del 21/05/08PUBBLICITÀ 333.3939029 – 328.7042222

Vietata la riproduzione totale o parziale dei testi e delle pubblicità senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La Redazione informa che il contenuto degli articoli rispecchia l’opinione dei singoli autori. La Redazione resta a disposizio-ne degli aventi diritto per le fonti iconografiche di cui non si abbia la reperibilità.

Il Puntomagazine

Grazie alla pluridecennale personale frequentazione delle Terme della Ficoncella, con numerose visite

alla sottostante Civitavecchia, penso di poter affrontare, storicamente, il tema della cucina locale. Un argomento già trattato da altri in precedenza, specie da quell’erudito Carlo De Paolis, importante compagno di viaggio, quale collega ai tempi della rivista La Goccia (anni 80-90). Fu proprio Carlo, agli inizi del 1988, a sottolineare che il pesce fosse nei secoli il protagonista assoluto della mensa civitavecchiese. “Civitavecchia vuol dire pesce fresco e saporito. Non c’è civitavecchiese che si rechi a Roma o in qualsiasi centro dell’entroterra e non si senta porre la domanda: L’hai portato il pesce?”. Come pure non c’è forestiero che venga a Civitavecchia e non si rivolga a qualche civitavecchiese dicendo: “Voglio mangiare il pesce”. È mia intenzione soffermarmi sui piatti più poveri, quelli di ‘magro vero’. Molti sono stati i pescatori campani che hanno popolato il nostro litorale tirrenico perché esperti marinai. Soprattutto da Pozzuoli sono giunti dapprima per le stagioni di pesca, poi, un certo numero, si è trasferito da noi. La loro fantasia e creatività non è andata perduta. La zuppa di pesce, o quella a base di soli crostacei, restano piatti prelibati, costosi e su ordinazione. È vero. A titolo personale trovo più gustosa e raffinata l’antica minestra di pesce, primo vero piatto marinaro. In tempi bellici, o di grande carestia, si serviva l’umile pietanza del pesce finto (confezionato con tutti gli ingredienti della zuppa di pesce, tranne il pesce) oppure quella del pesce sfuggito (cucinato facendo bollire, al posto del pesce, un sasso di mare, ricoperto da un paio di alghe). Almeno quest’ultimo piatto aveva il profumo del mare! I napoletani ed i campani

lo chiamavano “a zuppe e pesce co’ e sasse e mare”. Queste povere, umili pietanze con tanta acqua e vegetali selvatici sono le equivalenti di quello che si consumava, in quei bui periodi, nell’entroterra di Tolfa e Allumiere: la trista e l’acquacotta. Per tornare alla famosa zuppa di pesce, quando andava di lusso, si utilizzava la mazzumaglia, costituita da pesce di scarto che durante l’ultima guerra veniva venduta , nei vicoli del porto di Civitavecchia, per due soldi al piatto. Una variante nell’alimentazione dei pescatori, stufi di mangiare tutti i giorni pesce, era quella di condire la pasta, preparata sulla barca, con ogni varietà di pescato. Tale povera tradizione popolare è oggi diventata una vera sciccheria: il pranzo a bordo nel giro turistico sul peschereccio, meglio ancora su lussuose imbarcazioni ancorate al porto di Traiano. Facciamo ritorno un bel po’ indietro nel tempo. Nel 1681 (ci riferisce sempre Carlo De Paolis) il prezzo del pesce venne a Civitavecchia addirittura scolpito nel marmo (la relativa lapide, ben restaurata, è oggi affissa nel piazzale del Comune). I pesci più cari? Quelli da 5 baiocchi la libbra: spigole, orate, ombrine, triglie di scoglio. E quelli meno costosi? Da soli 2 baiocchi la libbra: sarde,occhiate, lattarini, palombi, seppiette, cocci. A quei tempi, se si tiene conto degli altri generi alimentari, il prezzo del pesce era piuttosto contenuto. Oggi fortunatamente Civitavecchia è in grado di offrire il miglior pesce del litorale. A Ladispoli, il compianto Corrado Melone riportò un episodio di una cena tra amici a base di pesce. Nella lunga tavolata ci fu qualcuno che trovò uno ‘strano’ animale marino, alquanto coriaceo ed indigesto: era un pezzo di gabbiano, un volatile che, per quanto possa avere dimestichezza col mare ed i suoi abitanti, non era certo un pesce!

QUANDO C’ERA LA FAME VERAA CIVITAVECCHIA Aldo Ercoli ci parla di alcune pietanze del periodo bellico:dalla zuppa coi sassi di mare al pesce finto

17ilPunto // Tradizione & Tradizioni

ilPuntoenogastronomia& turismo

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All’interno del triangolo compreso tra Ceri, Borgo San Mar-tino e Valcanneto, ci attende un ristorante d’eccezione dal nome felliniano: La Strada. Un locale da cercare e scoprire

come tutti i luoghi preziosi, magari spingendosi nel cuore più inti-mo della campagna per lasciarsi coccolare dalla natura e dai pro-dotti della terra e delle tradizioni. Di primo acchito, l’impressione che ne traiamo è di solida tranquillità. All’esterno la struttura, in tufo, si sposa perfettamente con i declivi collinari; ad ornamento ulivi e viti: uno spettacolo che nella bella stagione si può ammira-re dall’ampia veranda circondata dal grazioso giardi-no. All’interno tre sale, per un totale di 120 posti, tutte sormontate da travi di castagno e pavimentate in cotto. Ci dirà poi Luciano, il proprietario, che il materiale è di esclusiva prove-nienza tosco-laziale e le maestranze assunte in loco. La sensazione è di caldo déjà vu, un già vissuto che richiama antiche armonie, quando l’operare degli uomini era scan-dito dalla verità dell’essere, non dell’avere. Ed in effetti il titolare ce ne dà conferma. È un perso-È un perso- un perso-naggio carismatico Luciano, a metà strada tra l’oste di altri tem-

suo lungo discorrere con noi, la scienza culinaria trae a sé l’arte -

come autentico innamorato, ricette contadine rivisitate in modo

sapore a dispetto del consumismo omologante che appiattisce il gusto. “Non ha senso – ci dice – cinesizzarci nella produzione di cibo; più giusto proporsi in termini di qualità, da sempre (oggi un po’ meno) viatico d’italianità”. È un’asserzione energica che rimanda al giusto etimo di ‘ristorare’, cioè ‘rimettere in forze’, nutrire non solo il corpo ma anche l’anima. La Strada, quindi, come sosta per viandanti alla ricerca del buongusto in toto, dove

recuperare il senso vero dell’otium. Qui si propone solo ciò che è stato già sperimentato nel tempo e che ha solide radici. Una cucina dalle magiche alchimie, di sodalizi veneti, toscani, umbri e laziali geneticamente depositati nello staff del locale: Luciano, Patrizia, Santina e Costanza. Ai fornelli Santina, la cui semplicità si tra-smuta nel sano e gustoso equilibrio di piatti come le fettuccine al cinghiale nostrano o il richiestissimo coniglio ripieno alle mele (assolutamente da non mancare). Impeccabile la preparazione del-la cacciagione, nonché dei polli e tacchini. Un’esperienza di gu-sto assoluto la regalano le crostate, la cui confettura è tratta dagli

nella campagna circostante, di pro-prietà, dove tra l’altro si raccolgono le verdure (cicoria, ortica, etc.) da proporre nel menu. Inoltre, un’au-tentica prelibatezza a recupero di una cultura che fu: l’acquacotta. Non quella ‘contaminata’ dal parmigiano (un nonsense) bensì quella ad imita-zione dei pastori transumanti che, nel lungo errare, raffermavano il pane per aggiungervi un uovo, oppure uno scar-to di pancetta, della verdura, a seconda del territorio calpestato: un piatto che rimanda al tema del viaggio, della Stra-da. Ci racconta queste cose Santina, con

la natura- lezza tipica di chi conosce in profondità ciò che dice. Rendendo evidente ciò che ormai evidente più non é. Come se ne La strada volteggiasse leggiadra l’Araba Fenice, il mitico uccello direzionato in avanti ma con la testa rivolta all’in-dietro: la saggezza del passato è maestra del presente. Ovviamente i vini bagnano il cibo a giusto connubio. Ottima la lista, per qualità e quantità. E non è da meno la proposta di liquori e distillati, tra cui segnaliamo: grappe Berta Magia , whiskey Lagavulin e un eccezionale rum Caroni del ’74. La cosa strabiliante è il prezzo: veramente misurato considerata la qualità della proposta gastrono-mica. Ne La Strada il semplice mangiare diviene percorso ristora-tivo di un errare sulle cui orme l’Italia volle farsi re.

APERTURA: GIOVEDI’ – VENERDI’ (cena); SABATO e DOMENICA (pranzo e cena).È gradita la prenotazione. Via Antonio Blado, 4 - Loc. Borgo San Martino - 00052 Cerveteri (Roma)

Tel/Fax: 06 99288643 Cell. 366 3517713 – www.ristorantelastradasnc.it - [email protected]

Articolo di Carlo Narducci, foto di Biagio Tamarrazzo

La StradaEMOZIONI TIPICHE GARANTITE

È proprio vero, il cibo sta sulla boc-ca di tutti. Ci riferiamo al ‘cibo semantico’ che fa parte ormai del

linguaggio comune. Si tratta di espressioni proverbiali, frasi fatte, citazioni e locuzioni idiomatiche tratte dal mondo culinario che arricchiscono il nostro lessico, ma di cui spesso ignoriamo l’origine o addirittura il vero significato. Vediamo gli esempi più rappresentativi. E se qualche spiegazione non vi convince, non andate a cercare il pelo nell’uovo!

MoLto FUMo E PoCo ARRoStoMolta apparenza e poca sostanza. L’espres-sione nasce sulla tavola del Mastro don Ge-sualdo di Verga (1889), allorché afferma: “Il fumo è buono soltanto in cucina. La so lunga. C’è più fumo nella cucina, che arro-sto sulla tavola in molte case”. La frase si riferisce a una certa nobiltà, che si vanta dei titoli ma che ha poca roba da mettere sotto i denti. Lo stesso significato lo esprime il detto: Fare tanti pampini e poca uva.

AnDARE A tUttA BIRRAAndare velocissimo. Qui si entra nella smi-surata elasticità del linguaggio, che a vol-te giunge a noi attraverso strade insolite. L’espressione, infatti, nasce da uno stor-piamento popolare italiano del francese à toute bride, che significa ‘a tutta briglia’, e confondendo poi il termine colto ‘briglia’ con il più comune ‘birra’.

CAPItARE A FAGIoLoCapitare nel momento più opportuno. Si dice di cose e persone. Il fagiolo che noi conosciamo, grazie agli spagnoli e ai por-toghesi che lo importarono dal Nuovo Mondo, era presente in Italia, sulle tavole della Serenissima di Venezia, già dal Cin-quecento. Alimento ‘povero’ e facilmente conservabile se lo si faceva seccare, era presente nella dieta quotidiana di moltis-sime famiglie. Quindi capitare a fagiolo si riferiva a chi arrivava quando il cibo era pronto nel piatto, cioè nel momento giusto per riempirsi la pancia.

AVER MAnGIAto LE CICERChIE Scambiare o vedere una cosa per un’altra. La cicerchia è un legume ormai dimenti-cato che assomiglia alla veccia; è però ri-masto nel nostro linguaggio grazie a que-sto modo di dire. Anticamente le cicerchie erano ritenute responsabili dei problemi alla vista, molto probabilmente perché non erano sottoposte a un lungo ammollo prima della cottura. Oggi sappiamo, infatti, che questi legumi necessitano di una prepara-zione accurata poiché contengono delle so-stanze nocive per il sistema nervoso.

Ma per ora è meglio non gettare troppa carne al fuoco: analizzeremo altri modi di dire nel prossimo numero!

PER MODO DI DIREScopriamo quanto cibo c’è nelle nostre parole

ENOGASTRONOMIA

ilPunto // Cibo & Parole

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All’interno del triangolo compreso tra Ceri, Borgo San Mar-tino e Valcanneto, ci attende un ristorante d’eccezione dal nome felliniano: La Strada. Un locale da cercare e scoprire

come tutti i luoghi preziosi, magari spingendosi nel cuore più inti-mo della campagna per lasciarsi coccolare dalla natura e dai pro-dotti della terra e delle tradizioni. Di primo acchito, l’impressione che ne traiamo è di solida tranquillità. All’esterno la struttura, in tufo, si sposa perfettamente con i declivi collinari; ad ornamento ulivi e viti: uno spettacolo che nella bella stagione si può ammira-re dall’ampia veranda circondata dal grazioso giardi-no. All’interno tre sale, per un totale di 120 posti, tutte sormontate da travi di castagno e pavimentate in cotto. Ci dirà poi Luciano, il proprietario, che il materiale è di esclusiva prove-nienza tosco-laziale e le maestranze assunte in loco. La sensazione è di caldo déjà vu, un già vissuto che richiama antiche armonie, quando l’operare degli uomini era scan-dito dalla verità dell’essere, non dell’avere. Ed in effetti il titolare ce ne dà conferma. È un perso-È un perso- un perso-naggio carismatico Luciano, a metà strada tra l’oste di altri tem-

suo lungo discorrere con noi, la scienza culinaria trae a sé l’arte -

come autentico innamorato, ricette contadine rivisitate in modo

sapore a dispetto del consumismo omologante che appiattisce il gusto. “Non ha senso – ci dice – cinesizzarci nella produzione di cibo; più giusto proporsi in termini di qualità, da sempre (oggi un po’ meno) viatico d’italianità”. È un’asserzione energica che rimanda al giusto etimo di ‘ristorare’, cioè ‘rimettere in forze’, nutrire non solo il corpo ma anche l’anima. La Strada, quindi, come sosta per viandanti alla ricerca del buongusto in toto, dove

recuperare il senso vero dell’otium. Qui si propone solo ciò che è stato già sperimentato nel tempo e che ha solide radici. Una cucina dalle magiche alchimie, di sodalizi veneti, toscani, umbri e laziali geneticamente depositati nello staff del locale: Luciano, Patrizia, Santina e Costanza. Ai fornelli Santina, la cui semplicità si tra-smuta nel sano e gustoso equilibrio di piatti come le fettuccine al cinghiale nostrano o il richiestissimo coniglio ripieno alle mele (assolutamente da non mancare). Impeccabile la preparazione del-la cacciagione, nonché dei polli e tacchini. Un’esperienza di gu-sto assoluto la regalano le crostate, la cui confettura è tratta dagli

nella campagna circostante, di pro-prietà, dove tra l’altro si raccolgono le verdure (cicoria, ortica, etc.) da proporre nel menu. Inoltre, un’au-tentica prelibatezza a recupero di una cultura che fu: l’acquacotta. Non quella ‘contaminata’ dal parmigiano (un nonsense) bensì quella ad imita-zione dei pastori transumanti che, nel lungo errare, raffermavano il pane per aggiungervi un uovo, oppure uno scar-to di pancetta, della verdura, a seconda del territorio calpestato: un piatto che rimanda al tema del viaggio, della Stra-da. Ci racconta queste cose Santina, con

la natura- lezza tipica di chi conosce in profondità ciò che dice. Rendendo evidente ciò che ormai evidente più non é. Come se ne La strada volteggiasse leggiadra l’Araba Fenice, il mitico uccello direzionato in avanti ma con la testa rivolta all’in-dietro: la saggezza del passato è maestra del presente. Ovviamente i vini bagnano il cibo a giusto connubio. Ottima la lista, per qualità e quantità. E non è da meno la proposta di liquori e distillati, tra cui segnaliamo: grappe Berta Magia , whiskey Lagavulin e un eccezionale rum Caroni del ’74. La cosa strabiliante è il prezzo: veramente misurato considerata la qualità della proposta gastrono-mica. Ne La Strada il semplice mangiare diviene percorso ristora-tivo di un errare sulle cui orme l’Italia volle farsi re.

APERTURA: GIOVEDI’ – VENERDI’ (cena); SABATO e DOMENICA (pranzo e cena).È gradita la prenotazione. Via Antonio Blado, 4 - Loc. Borgo San Martino - 00052 Cerveteri (Roma)

Tel/Fax: 06 99288643 Cell. 366 3517713 – www.ristorantelastradasnc.it - [email protected]

Articolo di Carlo Narducci, foto di Biagio Tamarrazzo

La StradaEMOZIONI TIPICHE GARANTITE

All’interno del triangolo compreso tra Ceri, Borgo San Mar-tino e Valcanneto, ci attende un ristorante d’eccezione dal nome felliniano: La Strada. Un locale da cercare e scoprire

come tutti i luoghi preziosi, magari spingendosi nel cuore più inti-mo della campagna per lasciarsi coccolare dalla natura e dai pro-dotti della terra e delle tradizioni. Di primo acchito, l’impressione che ne traiamo è di solida tranquillità. All’esterno la struttura, in tufo, si sposa perfettamente con i declivi collinari; ad ornamento ulivi e viti: uno spettacolo che nella bella stagione si può ammira-re dall’ampia veranda circondata dal grazioso giardi-no. All’interno tre sale, per un totale di 120 posti, tutte sormontate da travi di castagno e pavimentate in cotto. Ci dirà poi Luciano, il proprietario, che il materiale è di esclusiva prove-nienza tosco-laziale e le maestranze assunte in loco. La sensazione è di caldo déjà vu, un già vissuto che richiama antiche armonie, quando l’operare degli uomini era scan-dito dalla verità dell’essere, non dell’avere. Ed in effetti il titolare ce ne dà conferma. È un perso-È un perso- un perso-naggio carismatico Luciano, a metà strada tra l’oste di altri tem-

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nella campagna circostante, di pro-prietà, dove tra l’altro si raccolgono le verdure (cicoria, ortica, etc.) da proporre nel menu. Inoltre, un’au-tentica prelibatezza a recupero di una cultura che fu: l’acquacotta. Non quella ‘contaminata’ dal parmigiano (un nonsense) bensì quella ad imita-zione dei pastori transumanti che, nel lungo errare, raffermavano il pane per aggiungervi un uovo, oppure uno scar-to di pancetta, della verdura, a seconda del territorio calpestato: un piatto che rimanda al tema del viaggio, della Stra-da. Ci racconta queste cose Santina, con

la natura- lezza tipica di chi conosce in profondità ciò che dice. Rendendo evidente ciò che ormai evidente più non é. Come se ne La strada volteggiasse leggiadra l’Araba Fenice, il mitico uccello direzionato in avanti ma con la testa rivolta all’in-dietro: la saggezza del passato è maestra del presente. Ovviamente i vini bagnano il cibo a giusto connubio. Ottima la lista, per qualità e quantità. E non è da meno la proposta di liquori e distillati, tra cui segnaliamo: grappe Berta Magia , whiskey Lagavulin e un eccezionale rum Caroni del ’74. La cosa strabiliante è il prezzo: veramente misurato considerata la qualità della proposta gastrono-mica. Ne La Strada il semplice mangiare diviene percorso ristora-tivo di un errare sulle cui orme l’Italia volle farsi re.

APERTURA: GIOVEDI’ – VENERDI’ (cena); SABATO e DOMENICA (pranzo e cena).È gradita la prenotazione. Via Antonio Blado, 4 - Loc. Borgo San Martino - 00052 Cerveteri (Roma)

Tel/Fax: 06 99288643 Cell. 366 3517713 – www.ristorantelastradasnc.it - [email protected]

Articolo di Carlo Narducci, foto di Biagio Tamarrazzo

La StradaEMOZIONI TIPICHE GARANTITE

ilPunto // Mangiare in zona

Articolo di Carlo narducci, foto di Biagio tamarrazzo

Per San Valentino menu fisso 40€ (bevande escluse)

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Alcuni la definiscono semplicemente contenitore o recipiente di vetro, ma per l’enologia la bottiglia è qualcosa di molto più importante, perché la sua invenzione, avvenuta agli

inizi dell’età moderna, ha segnato la nascita dell’attuale era enologica. Oggi il vino, almeno quello di qualità, normalmente ci viene proposto dentro un contenitore chiamato bottiglia, che svolge in modo dignitoso il proprio ruolo, permettendo al vino di respirare, di maturare e di viaggiare fino ad arrivare al consumo. Chiaro il ruolo attuale, ma la strada per arrivarci è stata lunga, visto che fu l’anfora il primo contenitore per il nettare di Bacco. E sembra che gli Etruschi per primi adottarono il sughero per la chiusura delle anfore. Dopodiché si passò alle botti di legno. Tutto ciò fino al 1660, l’anno dell’arrivo del vetro in forma di bottiglia, caratterizzata nelle sue parti costituenti da base, corpo, spalla e collo e cercine. Come erano le prime bottiglie? Avevano una forma ‘a cipolla’, basse e larghe rispetto a quelle più allungate e strette che conosciamo attualmente, con una trasparenza del vetro non ancora perfetta. Con tali forme non era possibile, ad esempio, mantenere la bottiglia in posizione coricata: un grosso limite nella conservazione

del vino. Oggi sappiamo bene che conservare il vino in posizione coricata consente di mantenerlo più a lungo in buono stato, di preservarlo, se non anche di migliorarne il gusto e gli aromi, cioè di affinarlo. Tale posizione permette, infatti, di mantenere bagnato il sughero del tappo, evitandone il restringimento e la conseguente ossidazione del vino. Solo un dettaglio, ma di fondamentale importanza, visto che ha modificato profondamente il commercio e il valore economico del vino. La forma delle bottiglie si è

evoluta anche secondo le tradizioni e le usanze dei popoli che le hanno ideate. Non a caso la maggioranza delle bottiglie, nonostante siano diffuse in tutto il mondo, portano ancora il nome della zona di provenienza e, così come sono oggi, vengono distinte per dimensione, forma, colore, spessore del vetro e fondo. Dunque, dire bottiglia non è tutto! In realtà ne esistono tanti tipi, ognuna rappresentativa della propria storia, cultura, tradizione, delle caratteristiche del vino contenuto e, in alcuni casi, nell’interpretazione più recente, delle scelte aziendali dei produttori che vogliono proporre il proprio marchio, simboleggiato anche attraverso la forma stessa della bottiglia. Allora possiamo dire che è veramente importante anche la nostra bottiglia con etichetta ilPunto (vedi foto).

La bottigLia Quando La forma è contenutodi Antonio Vaia (delegato FISAR Civitavecchia)

Bordolese (anche in versio-ne a spalla alta per i vini di maggior pregio), la bottiglia forse più usata in assoluto, sia per i rossi che per i bian-chi; spalla molto pronuncia-ta torna utile per ostacolare la fuoriuscita di eventuali depositi.

Bordolese (anche in versio-ne a spalla alta per i vini di maggior pregio), la bottiglia forse più usata in assoluto, sia per i rossi che per i bian-chi; spalla molto pronunciata torna utile per ostacolare la fuoriuscita di eventuali de-positi.

Marsala PortoAlbeisa, originaria delle Langhe, impiegata quasi esclusivamente per vini ros-si (Barolo e Barbaresco).

Pulcianella, tradizionalmen-te legata al vino Orvieto. Ti-pica anche degli Armagnac in Francia e soprattutto lega-ta alle produzioni portoghesi come Mateus e Vinho Verde.

Borgognona utilizzata per vini bianchi e rossi; spalla un po’ pronunciata utile per ostacolare la fuoriuscita di eventuali depositi quando si decanta il vino.

Alsaziana e Renana: prive di spalla, ospitano quasi esclu-sivamente vini bianchi.

Champagnotta e Champa-gnotta prestige cuvée (*), caratterizzata dal vetro spes-so e dal fondo pronunciato, utilizzata per vini con pre-senza di anidride carbonica come gli spumanti.

(*) Formati di Champagnotta (capacità standard 0,75 litri, ma se ne realizzano anche altri formati fino alla Melchisedec della capacità di 30 litri)

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Il ministro delle Politiche agricole ali-mentari e forestali, Giancarlo Galan, ha intenzione di riportare in auge, in ac-

cordo con i comuni di Grinzane Cavour e di Alba, il vino Barolo prodotto dalla vigna di Camillo Benso Conte di Cavour e di farne il simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia. ‘’Il capostipite di tutti i ministri dell’Agri-coltura italiana – spiega il ministro – cioè a dire, uno dei fondatori dell’Unità naziona-le, insomma, Camillo Benso Conte di Ca-vour, amava la sua terra. E nell’amare quel-la sua terra pare che lui stesso dette vita ad una vigna ‘da cui ebbe inizio la storia di uno dei vini più prestigiosi al mondo’, per dirla con le parole del giornalista Aldo Cazzullo”. “In sintesi, la vigna del Barolo che fu di Cavour – afferma Galan – nonché il castello che domina l’affascinante loca-lità piemontese, appartengono alla Fonda-

di un ente pubblico la cui conduzione è

di Alba”. “Qual è il problema allora? – si domanda il ministro – il problema consiste nel fatto che tutte le bottiglie del Barolo di

-dute e, in alcuni casi, i proventi sono stati

blocca a partire dall’annata 2004, nel senso che la Regione Piemonte acquistò 2500

IL VINO DI CAVOURCOME SIMBOLO DELL’UNITÀ D’ITALIAÈ la proposta del ministro GalanFonte: studiostampa G. Bertollini

bottiglie del celebre vino annata 2004. A quel punto tutto si insabbia e la vicenda si ingarbuglia; così enti locali, enti privati, fondazione e produttori di vino non sanno più che pesci prendere”. “Ciò che intendo fare – conclude il ministro dell’Agricoltura – è dare vita ad un progetto, ovviamente assieme ai sindaci di Grinzane Cavour e di Alba e di tutti coloro che da anni seguono con interesse e passione le questioni lega-

-rizzare in ogni modo possibile un Barolo che può diventare, magari con il diretto interessamento del presidente della Repub-

blica Giorgio Napolitano, il vino simbolo delle ricorrenze previste per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Mi auguro che nes-suno abbia da ridire su di una simile can-

didatura, se non altro perché il Piemonte è il Piemonte e Cavour rappresenta per me il Risorgimento, la grande cultura politica liberale, la civiltà dell’agri-coltura intesa nel modo più alto’’. In-somma, un vino prezioso che rischia di scomparire. E la domanda sorge spontanea: cosa farebbero in Francia se avessero lo champagne della vigna di Napoleone?

ilPunto // PerBacco News

Fonte: Studiostampa G. Bertollini

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Lo scorso ottobre ci occupammo delle peculiarità del ristorante Frontemare di Ladispoli. Nell’assaggiare il

menu proposto dallo chef Corrado Correra, fummo colpiti dal delicato equilibrio di sapori, certamente frutto di accorta maestria. Ci riproponemmo pertanto il suo ingresso in Best Chef. Stupisce come a soli 26 anni Correra sia annoverato tra i migliori cuochi del territorio. Nell’intervistarlo ne capiamo il perché: nei meandri dell’alta cucina a vincere sono i migliori! Da quanto tempo pratica l’arte culinaria? Ho iniziato all’istituto alberghiero di Ladispoli e nei ristoranti qua attorno; dopo la scuola, da buon sagittario intraprendente, ho fatto varie esperienze a Roma e dintorni. Nella Capitale ho effettuato diversi stage in ristoranti di alto livello, come il Majestic di Via Veneto. A Monterotondo ho fatto esperienza con lo chef dell’anno Marco Milani, ristorante premiato da Gambero Rosso con due forchette per il miglior rapporto qualità prezzo. Insomma, di gavetta ne ho fatta tanta. E ne sono orgoglioso. Ho appreso molto nel noto ristorante Vinosteria Il dito e la luna di Roma, dove ho incontrato i miei attuali compagni di viaggio: Emiliano e Marco. Vi lavorava uno chef d’eccezione, che ora sta al Mirabelle di Porta Pinciana. In base alle sue esperienze, cosa distingue una cucina di alto livello da un’altra, per così dire, ‘normale’? Oltre che dai materiali, necessariamente freschi e di qualità, la distinzione nasce dalle basi, dalle procedure di preparazione, al fine di consentire l’esaltazione dei sapori. Per esempio, tra le mie basi vi è il ragù di pescato, in cui assolutamente il pesce deve essere fresco e la preparazione accorta. Cosa le piace di più cucinare? Soprattutto i primi, da buon

italiano. Ma anche carne, pesce, dolci e pane. La sua filosofia culinaria? Rispetto moltissimo la tradizione regionale italiana, però quando penso a un piatto, come per magia, accosto creativamente ingredienti e corrispettivi sapori. È una cosa che viene da dentro, al momento. Così nascono i menu di Frontemare. Attualmente cosa propone Frontemare? In questo ultimo periodo stiamo percorrendo una vena siciliana, la cui conoscenza ci deriva da alcune esperienze pregresse effettuate con alcuni nostri maestri. È un bel percorrere apprezzato persino da alcuni nostri clienti siciliani. Soprattutto la caponata ci dicono essere squisita. Cucina e territorio. Me ne vuole parlare? Bisogna essere consapevoli che non è la stessa cosa proporre un piatto a Ladispoli o Roma. C’è una territorialità da rispettare, una psicologia dei sapori e delle abitudini. Sta all’abilità del cuoco creare la giusta osmosi tra le parti. Cosa prepara artigianalmente? Tutto: pasta, dolci e gelati. Anche il pane, che viene preparato la sera prima e poi aromatizzato con rosmarino, oppure con pomodori secchi e così via. Frontemare rispetta anche le esigenze dei celiaci? Senza dubbio. Se il cliente si dichiara celiaco, prepariamo per lui cibi senza glutine, dolci compresi. Un consiglio per chi voglia intraprendere questo tipo di carriera. Rimboccarsi le maniche, girare, apprendere e non interferire mai mentre si apprende ma rielaborare dopo, da soli. In altre parole: osservare, ascoltare ed essere umili e creativi. In ultimo: per San Valentino e Festa della Donna cosa propone lo chef? Le delizie del ristorante Frontemare, da gustare, occhi negli occhi e a lume di candela per gli innamorati; e in allegra compagnia per tutta la nostra clientela femminile!

BESTCHEF

Ingredienti // per 4 persone4 tranci di pescespada da circa 200gr. l’uno; 2 melanzane; 300gr. di pomodorini pachino; 6/8 capperi; 100gr di olive verdi; 100gr di caciocavallo ragusano; ½ cipolla rossa; 1 pizzico di origano; 1 spicchio d’ aglio; 1 ciuffo di basilico; olio extravergine d’oliva, sale e pepe.ProcedimentoPulire il pescespada e batterlo leggermente, condirlo con olio extravergine d’oliva, sale e pepe nero, coprirlo e lasciarlo insaporire per circa mezz’ora. Nel frattempo fare imbiondire uno spicchio d’aglio e cipolla rossa; aggiungere, dopo averli sminuzzati: olive, capperi, origano e i pomodorini pachino, e cuocere per circa 8’ a fuoco lento. In seguito tagliare per lungo le melanzane in maniera da ottenerne 12 fette sottili, disporre 3 fette di melanzane sovrapponendole leggermente adagiando su di esse il pescespada, ed aggiungere il caciocavallo precedentemente fatto a scaglie (circa 25gr per involtino) e la salsa ai sapori siciliani. Avvolgere il tutto e fissarlo con gli stecchini, è ora pronto per essere infornato per circa 20’ a 180°. Appena pronto, sfornare il pescespada e adagiarlo su un piatto da secondo, aggiungere un filo d’olio extravergine d’oliva, una macinata di pepe e un pizzico di prezzemolo.VinoIn abbinamento a questo piatto dai sapori così intensi e decisi, proponiamo un vino DOC siciliano: l’YRNM Miceli. Dall’aroma suadente, vivo, fragrante, che sviluppa una naturale e immediata piacevolezza. Morbido e avvolgente, intenso e gradevole come l’uva di origine, YRNM è un vino secco di eccellente struttura e buon grado alcolico.

INVoLTINo DI PESCESPADA E MELANzANE AI SAPoRI SICILIANI CoN SCAGLIE DI

CACIoCAVALLo RAGUSANo

CORRADO CORRERATrionfo del gusto creativo

Ristorante FrontemareLungomare Regina Elena, 84

Ladispoli (RM)Tel/Fax 06.99.221.917Orario dalle 12 alle 24

[email protected]

ilPunto // Best Chef

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ilPunto...

crepes salate della sua famiglia, ideate dal padre, la cui ricetta è gelosamente custodita e blindata. Gli piace il Kebab, e se fosse un dolce sarebbe una torta Sacher, anche se pre-ferisce il salato alla cioccolata. Il suo cavallo di battaglia ai fornelli è la carbonara, che ha già sfoderato per conquistare una donna. Ma sull’esito mantiene il riserbo. Al pesce prefe-risce la carne. È lui stesso, infatti, a definirsi ‘carnivoro’. L’appuntamento con la tavola è sacro: “A tavola si mangia – ha sottolineato – I discorsi, le parole, i contratti si fanno prima o dopo i pasti”. Essendo spesso in viaggio e pur ritenendo la convivialità un aspetto im-portante della giornata, a tavola è una per-sona da ‘cotto e mangiato’. Con il vino ha un buon rapporto anche se, non essendo un esperto in materia, si affida volentieri ai con-sigli di chi ne sa più di lui. Predilige la birra, e speriamo si ricordi di noi de ilPunto che gli abbiamo fatto scoprire la bionda artigianale all’acqua dell’oceano, di cui ignorava l’esi-stenza. Ladispoli la porta nel cuore. La città balneare è stata più volte meta d’incontro con

a Tavola

VIPArticolo di Felicia Caggianelli

Francesco MontanariIntervista esclusiva a Francesco Montanari di Romanzo Criminale.Il 12 febbraio a Civitavecchia con Piccoli equivoci

Francesco Montanari, nome in codice: Libanese. Ebbene sì. Questa volta abbiamo rischiato grosso! Ci siamo

spinti nei meandri della Capitale per avvici-nare, al teatro dell’Angelo, uno degli attori più ‘pericolosi’ (si fa per dire) del momento, ossia Francesco Montanari, meglio conosciu-to nel ruolo del Libanese in Romanzo Crimi-nale, la fortunata serie tv ispirata alla storia della banda della Magliana. E siamo riusciti ad arrivare lì dove nessuno era arrivato mai. Abbiamo superato la facciata del ‘duro’ e ci siamo ritrovati a chiacchierare con un attore innamorato del proprio mestiere e supportato dalla consapevolezza dell’importanza del la-voro di squadra. Il ventiseienne romano vanta collaborazioni con attori e registi del calibro di Michele Placido, Sebastiano Somma, Car-lo Vanzina e Giorgio Albertazzi. Si ritiene molto fortunato e lavora spesso con i giovani allievi dell’Accademia: “Vorrei condividere l’avventura lavorativa con i miei amici – ha dichiarato Montanari – con giovani talenti. Mi piace lavorare con le persone, non con gli attori o i registi. Il clima di sinergia che si crea in un gruppo di amici credo sia la medicina migliore al male dei nostri giorni, che vede spesso le persone isolarsi. Social network sì ma con moderazione, meglio una partita di pallone”. Classe 1984, il nostro artista, dopo il diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’ami-co, muove i primi passi cimentandosi in cor-tometraggi e film. Ma la popolarità arriva con la serie tv ispirata alla banda della Magliana. Nonostante la facciata da duro sfoderata nel piccolo e grande schermo, Francesco Monta-nari è innamorato dell’amore. “Sono innamo-rato di una donna che non ho. Dopotutto – ha proseguito – che ben vengano i caffè, i film, le interviste, le scarpe, i cappotti; ma la cosa più importante, che ti fa sentire vivo, è l’a-more”. E come contraddirlo! Adora la cucina romana della nonna e a tavola si definisce un tradizionalista. Il suo piatto preferito sono le

Via il cioccolatodalla tavola del

Libanese!

gli amici di comitiva e dalle pagine del nostro giornale invia un abbraccio e tantissimi saluti a tutti. Per Francesco il nuovo anno si apre con numerosi impegni teatrali e televisivi. Il 12 febbraio il Libanese è impegnato con la commedia Piccoli equivoci al teatro di Ci-vitavecchia, e dal 15 febbraio al 6 marzo al Piccolo Eliseo di Roma; al cinema invece lo ritroveremo nei film Tutti al mare e Sotto il vestito niente - L’ultima sfilata.

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I l comico Luca Medici, in arte Checco Zalone, ha fatto di nuovo centro. E che centro! Dopo il successo del suo film d’esordio Cado dalle nubi, che gli è valso pure il Globo d’O-

ro come attore rivelazione dell’anno, il comico pugliese ha registrato il migliore incasso di sempre con la sua seconda pellicola Che bella giornata. Un record assoluto che ha addirittura superato La vita è bella, il capolavoro di Beni-gni. Il merito è tutto del personaggio Checco Zalone (dal dialetto barese ‘Che cozzalone’, cioè ‘Che grande cafone’), un mix divertente di beata ignoranza, irriverenza e razzista in-genuità, che consente all’attore di descrivere in maniera sgrammaticata e senza pudore l’I-talia di oggi, toccando argomenti tabù come le missioni di pace, il terrorismo islamico e persino la Chiesa e il clero (proprio come nei libri di “don Brown”, dice Checco). Nel film il protagonista si ritrova a lavorare, grazie ad una forte raccomandazione, come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano. Qui incontra Farah, una ragazza araba che si finge studentes-sa di architettura per avvicinare la Madonnina, dove me-dita di collocare una bomba per vendicare la morte della sua famiglia. Ma conoscendo più a fondo l’incompetente e raccomandato uomo della security, l’improvvisata ter-rorista cambia idea, perché capisce che la vera minaccia per il patrimonio artistico italiano è rappresentata dallo stesso Checco, la cui totale ignoranza è più distruttiva di qualunque bomba. Un sarcastico riferimento agli italiani che ignorano persino i capolavori che fanno grande l’Italia nel mondo, portando il Belpaese ad un collasso culturale e d’identità. Del resto i recenti provini del Grande Fratello hanno messo in luce una moltitudine di inconsapevoli Checco Zalone, capaci nientemeno di ri-battezzare il ‘tallone d’Achille’ in ‘tallone da killer’. Tornando al film, abbiamo trovato importanti cenni gastronomici. Esilarante la scena in cui l’ingenuo Checco offre un panino alla musulmana Farah da Il Re della Porchetta, dove risaltano i tabù alimentari e le possibili gaffe che

si possono verificare quando diverse tradizioni culturali banchettano insieme. Un’interpretazione che ritroviamo anche nella spassosa sce-

na del picnic: Checco crede che il cous-cous cucinato dall’amica sia “pastura” e lo elargisce amorevolmente alle papere del lago. Grandi risate, poi, quando Checco invita Farah ad un pan-tagruelico battesimo in stile meridiona-le; in pratica una maratona gastronomica tra i Trulli di Alberobello che fa venire la nausea all’amica araba fino a farle rimpiangere il Ramadan, il digiuno mu-sulmano. Ma la sequenza fondamentale, dal punto di vista gastronomico, è la cena tra la famiglia di Checco – il cui papà è soldato cuoco in missione di pace all’este-ro – e i terroristi islamici amici di Farah. A tavola viene servita una sontuosa impe-

pata di cozze e il padrone di casa impone agli ospiti di consumarle alla maniera “integralista”, cioè senza limone. La squisitezza della cozza tarantina conqui-sta tutti, ma dopo la cena i suoi effetti sullo stomaco disabituato dei convitatati islamici sono devastanti e gli sventurati trascorrono l’intera notte in bianco sul water. La cosa infastidisce persino Bin Laden, il quale lancia un messaggio “preoccupante” al po-polo arabo invitandolo a “non mangiare cozze cru-de”. Insomma, le diverse usanze culinarie segnano sì un confine tra i popoli ma possono anche rap-presentare un’occasione di reciproca conoscenza,

poiché il piacere della convivialità trascende ogni confine geografico, religioso e culturale. E così può anche capitare che Checco, “pugliese di madre tarantina”, si innamori di Farah, “francese di madre-bina”!

Regia: Gennaro NunzianteAttori: Checco Zalone, Rocco Papaleo, Ivano Marescotti, Nahiha Akkari, Tullio Solenghi Genere: Commedia

Che bella giornata, il secondo film del comico Luca Medici,mette a tavola i terroristi islamici e i nostri soldati per una tregua culinaria

CHECCO ZALONEUN’IMPEPATA DI COZZE SALVERÀ IL MONDO

ilPunto // Film da Gustare

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ilnuovofilm

When You’re Strange: la pellicola dedicata all’intramontabileJim Morrison arriverà nei cinema italiani la prossima primavera

E lettrico, carismatico, misterioso. Jim Morrison, anima controversa e frontman del leggendario grup-

po rock degli anni 60 The Doors, torna nei cinema con un film-documentario scritto e diretto da Tom DiCillo. When You’re Strange, questo il titolo della nuo-va pellicola – presentata lo scorso 13 no-vembre in anteprima italiana al Festival dei Popoli di Firenze – che in primavera arriverà nelle sale del Belpaese. DiCillo, regista tra i più stimati nel panorama del cinema indipendente, ripercorre in circa 90 minuti la storia della band statuni-tense utilizzando immagini d’epoca con sequenze inedite tratte da un film girato da Jim Morrison nel 1969, nonché fram-menti originali presi dai vari backstage dei concerti, focalizzandosi sul periodo che va dalla nascita del gruppo (1965) alla tragica scomparsa del bandleader (1971). Interessante la presenza di John-

ny Depp, da sempre fan dei Doors, che per l’occasione sveste i panni di attore e svolge il delicato compito di voce nar-rante declamando alcune poesie di Mor-rison. Il progetto, a differenza del film sui Doors realizzato nel 1991 da Oliver Stone, ha visto l’unanime approvazione e collaborazione dei membri del grup-po, soprattutto di Ray Manzarek e John Densmore. Del resto la storia dei Doors e soprattutto la figura di Jim Morrison han-no incontrato fin da subito delle difficoltà interpretative. La loro presenza nel pan-theon del rock è ancora oggi un’anoma-lia. Visti dai più come un prodotto della mentalità hippy o comunque del fermen-to giovanile degli anni 60, in realtà i Do-ors rappresentavano un mondo ben di-verso rispetto al sound di San Francisco all’insegna di ‘pace e amore’, nonché al folk-rock di Los Angeles e al pop in ge-nerale. Non rientravano nella British In-vasion, non erano assimilabili ai Velvet

Underground e si discosta-vano dallo stile e dal mes-saggio di Dylan, Joplin ed Hendrix. Imbevuti di cultu-ra classica, ammaliati dalla figura del trickster che dal disordine fonda un nuovo or-

dine, affascinati dalla sapienza iniziatica tradizionale, i Doors aprirono ‘le porte’ del rock alla ritualità dionisiaca e scia-manica, alle suggestioni legate alla ‘Na-scita della tragedia greca’ di Nietzsche, all’abissale profondità di poeti come Blake, Rimbaud, Baudelaire, Dylan Tho-mas, Artuad. Non a caso Jim si trovò a dire: “Mi piace guardare alla storia del rock’n’roll come si guarda al dramma greco”. E ancora: “Quando ci esibiamo partecipiamo alla creazione di un mon-do e celebriamo quella creazione con il pubblico”. È il concetto, caro agli antichi Misteri, del rito come programmazione del mondo. Da qui l’interpretazione dei concerti come riti musicali officiati dai Doors, dove Jim assumeva il ruolo di ierofante invasato, bello e terribile, sag-

gio e folle, imberbe e barbuto come Dioniso.

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L’invito era diretto: spalanca le porte del-la percezione (da cui il nome della band) e sveglia la consapevolezza. “Wake up! – gridava Jim durante i concerti – The ce-remony is about to begin” (Svegliati! La cerimonia sta per iniziare). Così iniziava la danza sciamanica di Re Lucertola, in cui Jim diveniva un personaggio mitico: l’inclinazione del collo di Alessandro Magno, la posa scomposta di Dioniso ebbro, il passo danzato dello sciamano a caccia di visioni sulla scia di C. Castane-da, il ‘buffone sacro’ dei miti tradizionali, l’aedo greco o il bardo irlandese capace di cantare storie che “rendono più saggi e più tristi”. E poi il vino e gli allucinogeni intesi come strumenti tradizionali e sacri utilizzati dall’antica élite sacerdotale per comunicare con il divino. Ma all’esterno erano in pochi a notare la portata intel-lettuale dei Doors; quello che si vedeva erano le stranezze di un bel tenebroso in-guainato in pantaloni di finta pelle nera, un sex symbol strafatto di alcol e droghe che giocava a fare il poeta e cantava ver-si incomprensibili. Il fatto è che nessuno all’epoca prese Morrison così sul serio come lui stesso. Di sicuro quello che gli mancò fu una formazione iniziatica au-tentica, ottenuta attraverso percorsi con-solidati dal tempo, lontana dall’improv-visazione arbitraria dei singoli e capace di riequilibrare gli slanci dionisiaci. Una formazione, in altre parole, che lo avreb-be reso sempre protagonista e mai vittima delle sue visioni. Tuttavia, a quarant’anni dalla sua morte, il mito di Re Lucertola appare inossidabile alla polvere del tem-po e il nuovo film di Tom DiCillo confer-ma ancora oggi l’attualità e l’unicità dei Doors. “Tomorrow we enter the town of my birth. I want to be ready” (Domani entreremo nella mia città natale. Voglio essere pronto), avrebbe detto Jim.

JIM A TAVOLADalle numerose interviste rilasciate dal leader dei Doors, noi de ilPunto abbiamo tratto l’aspetto enogastronomico. Con sommo dispiacere per i suoi fan vegeta-riani abbiamo scoperto che Jim Morrison a tavola prediligeva la carne. In un’inter-vista rilasciata a Parigi due giorni prima della sua morte (Tere Tereba, Goodbyes, su Crawdaddy!, luglio 1971), il poeta-cantante dichiarò inoltre di cedere volen-tieri alle seduzioni della cucina francese lamentando il fatto di aver preso qualche chilo di troppo. Sul versante ‘eno’ è noto che a Jim piacesse bere, e non poco. In una lunga intervista (J. Hopkins, J. Mor-rison Interview, su Rolling Stone, luglio 1969), l’artista mette l’alcol in contrap-posizione alle droghe, forse ricalcando l’opinione espressa nei Paradisi artifi-

ciali di Baudelaire, dove il poeta francese esalta il vino e svaluta l’hascisc. L’inter-vista si chiude con questa dichiarazione di Morrison: “Per completare bene una cena devi bere vino o birra”. Di certo il suo approccio con il vino non era propria-mente quello di un misurato sommelier, ma sembra che avesse un debole per i vini francesi. Sul valore della convivialità per Jim, il suo amico Frank Lisciandro, fo-tografo e regista, ha detto: “Era sempre pronto a offrire da bere e da mangiare a chiunque fosse con lui”. Chissà come sa-rebbe stato cenare con Jim Morrison!

ilPunto // Musica di Bacco

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“Questo non è un libro di cucina”. Così esordisce l’autore di questo curioso ma-nuale di gastronomia, pieno di ricette per preparare cene anticonvenzionali, a cui in-vitare commensali che amino il mangiare bene, la convivialità, l’ascolto di musica, di storie, di tradizioni, di follie. Donpasta, autore e dj gastrofilosofo, non accetta com-promessi e alle sue ricette nulla può man-care; piuttosto questo cuoco, poeta, ecolo-gista, filosofo stralunato ci sussurra come un satiro dispettoso “Se hai un problema, aggiungi l’olio”. Un ricettario come non si era mai letto prima, in cui però nulla è tra-lasciato al caso: ogni ingrediente è scelto

con estrema cura e ad accompagnare ogni piatto c’è la sua storia, un buon vino, e soprattutto la musica migliore. Un sapiente mix di profumi, suoni e sapori che attraversano il Salento, la Provenza fino al Magreb. Insomma, un libro tutto da gustare e da ballare!

PRIGIONE DI LUCILibro di esordio di Sarah Campi, giovane

autrice di Cerveteri

L’ispirazione di un desiderio che ci condu-ce lontano, dal tempo, dallo spazio, perfi-no da noi stessi. Cancellate il mondo che vi circonda, perché Sarah Campi, dicias-settenne di Cerveteri, ha deciso di cullarvi in un mondo fantastico, un universo con un cuore dai mille battiti, dai mille colori. Amore, mistero, magia. Una giovane ra-gazza, con un dono molto potente, sussurra la sua vita, tesse le nostre anime con la sua, brucia pregiudizi, innalzando la sua voce a chiunque è pronta ad ascoltarla. Samire sta per perdere la vita a causa del dittatore della città in cui vive, ma un elfo la salverà da questo destino. E tutto ciò in cui aveva sempre creduto Samire cambia, si trasfor-

ma, evolve. Gli elfi sono o non sono esseri crudeli, gli assassini dei suoi genitori? Il suo nuovo compagno di avventure la seguirà e proteggerà di nuovo, alla ricerca del vero segreto significato del suo dono. Un romanzo da bere come una cioccolata calda d’inver-no accanto al camino, una storia da ricordare e leggere ai propri figli o nipoti.

Sarah Campi(DPC editore,pp. 470)18,50 euro

A cura di Silvia Loreti

Donpasta(Kowalski Editore,pp. 192)11 euro

FOOD SOUND SYSTEMRiflessioni del gastrofilosofo Donpasta

ilPunto // Libri da Gustare

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Si dice che il vino sia ‘nettare degli dei’. Sicuramente al-lietava gli animi e l’intellet-

to di coloro che, nell’antica Gre-cia, ne traevano auspici per dotte discussioni. Platone vi dedicò il titolo di uno tra i suoi massimi capolavori, il Simposio (o Con-vivio), che letteralmente signi-fica ‘bere assieme’. Era difatti usanza che dopo il banchetto i commensali si ritirassero in symposion a conversare (cioè a cum-versare: versare insie-me, il vino come le parole) sui massimi o minimi sistemi da-vanti a un buon calice di vino. Così la sacra bevanda, bevuta ritualmente e secondo un pre-ciso codice che rifuggiva dagli eccessi, diveniva il collante ca-pace di realizzare l’incontro tra intelletti, sensibilità ed opinioni differenti. Questa funzione svolta dal vino nell’antico simposio ben si accorda con le prerogative di Eros, il più antico e il più giovane de-gli dei, che analogamente avvi-cina i dissimili grazie all’amore. Non stupisce quindi l’assonanza tra Eros e vino: come l’amore rallegra i cuori e rende sinceri, nella veritas del vino transita l’euforia. La stessa etimologia ci indica il connubio: ‘vino’ dal sanscrito vena (amare), da cui il latino Venus (Vene-re), la dea dell’amore. Non a caso i convitati al Simposio di Platone scelgono di de-

dicare i loro discorsi ad Eros, ognuno esponendo la propria teoria. Dalle varie riflessioni emerge il tratto enigmatico

del dio: celeste e terrestre, antico e giovane, sfug-gente e pandemico. Eros è figlio di Penia (po-

vertà) e Poros (passaggio), “è quindi – dice U. Galimberti – il farsi strada della

mancanza, è la ricerca dell’e-spediente per soddisfarla”. Egli è sospe-

so tra umano e divino e non

ha luogo, perché il suo essere è nell’essere tramite,

nella capacità di unire gli opposti creando un’unione che non dis-solve le differenze. “Ciò che è si-

mile – scrive B.M. d’Ippolito – non può che dare un suono monotono, inca-

pace di armonia. Eros accorda mantenen-do la differenza: è questo anche il segreto di

ogni sapere”. Ecco allora la valenza ‘erotica’ del dialogo, cioè la possibilità di unire ciò che è diverso attraverso la parola, perché i corpi e le anime che si parlano realizzano il supe-ramento della barriera fisica che tiene fuori di sé l’altro. Ancora una volta Eros, quindi, in quanto apertura all’altro da me e perenne ricerca di senso. La scelta di Platone non è perciò casuale: il vino, il conversare ed Eros consentono l’apertura verso gli altri e verso l’Altro, ossia l’incontro armonioso degli op-posti che celebra l’amore e schiude la co-scienza alla visione del bello. Così l’unione generata da Eros esercita, nel dialogo, la libertà.

Amore & Vino nel Simposio di Platone

A CENA CON EROSArticolo di Icaro Guerra

ilPunto // PreTesti Culinari

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AMICI UNITI PER LADISPOLIUna nuova associazione per rilanciare la città e aiutare le categorie più disagiate

A tu per tu con il presidente Settimio Petruzzi

Presidente: Settimio Petruzzi Vicepresidente: Giacomo Intraligi Segretario: Giuseppe Colautti Addetto stampa: Mario Chiera Soci fondatori: Luciano Morgavi,

Raffaele Imparato, Patrizio Taloni, Rossano Pignotti, Giuseppe Schillaci, Luigi De Luca, Emanuele Lai, Luigi Polignano

Di fronte a una politica spesso di-stratta, lontana dai reali bisogni della gente, che da tempo purtrop-

po non è più punto di riferimento per nes-suno, si può reagire in due modi: con la so-lita passività del “tanto sono tutti uguali e non cambierà mai niente”, oppure rimboc-candosi le maniche e cercando con umiltà e tenacia di dare un senso alla parola ‘de-mocrazia’, ossia alla partecipazione attiva dei cittadini. È proprio quanto accaduto, una sera come tante altre, ad un gruppo di amici accomunati dall’amore per la pro-pria città, i quali hanno deciso di fondare l’associazione Amici Uniti per Ladispoli. Siamo andati a conoscerli e abbiamo ef-fettivamente trovato un affiatato grup-po di amici, con grinta da vendere e idee chiare. Al loro presidente, Settimio Pe-truzzi, abbiamo rivolto qualche domanda. Signor Petruzzi, perché questa nuova associazione? Dopo aver assistito all’en-nesimo triste e inutile screzio in Comune, abbiamo pensato che era arrivato il mo-mento giusto per agire e farci sentire. Ne abbiamo parlato durante una cena tra amici, così è nata l’associazione culturale, apolitica, apartitica e senza scopo di lucro Amici Uniti per Ladispoli. Mai nome fu più adatto, visto che siamo davvero tutti amici, tutti provenienti da diverse esperienze nel campo. Da quel momento come vi siete mossi? Abbiamo regolarmente iscritto

l’associazione, l’abbiamo regolarizzata ai termini di legge ed abbiamo depositato il nostro statuto al Comune. Nel giro di ne-anche un mese abbiamo avuto un grande riscontro, decine e decine di tesserati e adesioni. Tutto questo serve, perché il no-stro fine è migliorare la vita del cittadino di Ladispoli. Come pensate di perseguire il vostro impegno? Dando sostegno a chi ne ha bisogno, soprattutto alle categorie che a nostro avviso sono le più disagiate: anziani, giovani e meno abbienti. Così, ad esempio, insieme a professor Alicicco, no-stro collaboratore, abbiamo messo su un programma di prevenzione della scolio-si per i bambini delle scuole elementari. Insomma, il nostro scopo è la realizza-zione di progetti di solidarietà sociale e l’attuazione di iniziative socio-educative e culturali. Il problema della politica di Ladispoli, come di quella italiana, è che mira all’apparire, ma poi perde di vista il vero confronto, quello con i propri cit-tadini. Ecco, noi vogliamo colmare que-sta lacuna. Quindi se qualche cittadino ha domande da rivolgere alla vostra associazione? La nostra sede provviso-ria è a Cerveteri, in Via G.B.Raimondi. Ma chi volesse può telefonare o recar-si presso il CNA di Ladispoli, in Via La Spezia 111, il lunedì, mercoledì e vener-dì. Il numero di telefono è: 06.9911127. Aspettiamo i tanti cittadini che desidera-

no, come noi, un futuro migliore per La-dispoli. Siamo disponibili per qualsiasi domanda, sia riguardante l’associazio-ne che non: è per questo che siamo nati. La nascita di una nuova associazione è sempre un bene per l’intera comunità per-ché la democrazia non è assolutismo, come qualcuno erroneamente pensa, ma plurali-smo di idee e opinioni. Diamo pertanto il benvenuto agli Amici Uniti per Ladispoli e nell’augurargli buon lavoro li salutiamo ricordando il loro motto: “Uniti si lotta, Uniti si soffre, Uniti si vince!”.

Il presidente Settimio Petruzzi

ilPunto // Associazioni del Territorio

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La palestra Olimpia Gym di Cerveteri è una realtà ben conosciu-ta nella nostra zona. Nel marzo del 2009 ha cambiato gestio-ne e con questa sono arrivate molte interessanti novità, il cui

leitmotiv è la massima competenza. Ci spiega tutto Mara Massari, non solo istruttrice di Walking Program e Indoor Cycling all’Olim-pia Gym, ma anche responsabile tecnico nazionale della disciplina per la federazione CyclingIsBack. Signora Massari, con quale im-postazione avete dato inizio a questa nuova gestione? Ci siamo proposti di portare la tecnica ai più alti livelli, mirando in primo luogo al miglioramento della salute e al benessere del cliente. Per questo abbiamo scelto come istruttori solo professionisti del settore. Che attività si possono praticare nella vostra palestra? Abbiamo innanzitutto la sala pesi con i suoi 4 istruttori, due di questi, tra cui il proprietario della palestra, Domenico Bergodi, sono perso-nal trainer. Poi offriamo numerose altre attività che vanno dalla Ginnastica posturale allo Yoga, dal Pilates all’Indoor Cycling. Ma anche Karate, Kick Boxing, Prepugilistica, fino ad arrivare alle lezioni di Salsa. Come si svolgono le lezioni? I nostri clienti hanno un’età compresa tra i 15 e i 60 anni e vengono qui per i motivi più disparati. Non possiamo fornirgli solo l’attrezzatura e lasciarli al

loro destino, magari compilandogli una mera scheda con degli eser-cizi da eseguire. Pertanto gli allenamenti sono tutti personalizzati: a monte facciamo un’anamnesi, solo così possiamo seguire il cliente e andare a lavorare proprio sui punti in cui è più carente. Proponete dei pacchetti speciali o qualche promozione? Qui non esiste la quota d’iscrizione alla palestra. Abbiamo pacchetti annuali o di 3 e 6 mesi. Incluso in ogni pacchetto c’è il servizio sauna gratuito. Al momento abbiamo un’importante promozione chiamata ‘Promozio-ne Donna 2011’ che riguarda la sala pesi, pensata appunto per le donne: 30 euro per una, 25 euro se porta con sé un’amica. Quest’an-no ho inoltre ideato insieme ad Elena Perretti, che si occupa di Fit-ness, il ‘Programma Benessere’ che consiste in un lavoro finito di tre volte a settimana tra ginnastica aerobica e potenziamento isotonico. organizzate eventi sportivi? Sì, organizziamo e partecipiamo ad eventi. I bambini ad esempio, allenati dal maestro Vitaliano Serac-chiani, hanno conquistato i primi tre posti del campionato regionale di Karate. In tarda primavera invece faremo una manifestazione di Indoor Cycling chiamata ‘12 Ore’, che consiste nel pedalare, divi-si a squadre, su biciclette stazionarie, ininterrottamente per 12 ore. Siamo inoltre centro ufficiale di Just Pump e Walking Program.

Articolo di Gianni Izzo Foto di Andriy Monastyrskyy

STAFF Domenico Bergodi

(Proprietario/Personal Trainer); Valentino Petracchiola (Sala Pesi);

Roberto Barbani (Sala Pesi/Just Pump);

Daniela Lautizi (Posturale/Pilates); Dario Musardo (Pilates/Fitness);

Daniele Bonifazzi (Fitness); Enrico Mazzorchini (Kick Boxing);

Elena Perretti (Fitness); Vitaliano Seracchiani

(Karate/V° Dan); Gabriele Risi (Salsa);

Walter Padovano (Prepugilato); Lorenzo Borgi (Sala Pesi); Catia Alfani (Segreteria);

Mara Massari (Indoor Cycling/Walking Program).

Centro Fitness OLIMPIA GYM

Più muscoli alla professionalità

V.le Manzoni, 30/a Cerveteri (Roma)

Tel/Fax 06.99552890

www.olimpiagymcenter.com

ilPunto // Associazioni del Territorio

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ilPunto... 33ilPunto // Arti & Mestieri

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SIGARI TOSCANI & GRAPPA:IN ALTO IL TRICOLORE!

di Giancarlo Bertollini

Inauguriamo questa rubrica dedicata al Gusto Italiano e all’unità nazionale con un sigaro intitolato ad uno dei più

straordinari personaggi della nostra storia: Giuseppe Garibaldi, il quale fu un grande estimatore di sigari Toscani, che preferiva tagliati a metà. Si narra che amava fumarli non solo in momenti di relax nell’intimità del focolare domestico, ma anche in occa-sioni pubbliche. Il Toscano Garibaldi nac-que dall’idea di un grande uomo di lettere, di teatro e di cinema: Mario Soldati, uno dei maggiori intenditori di sigaro Toscano. Molti anni fa i fumatori potevano acquistare i sigari Toscano, su concessione dell’Ammi-nistrazione dei Monopoli di Stato, diretta-mente dalle Manifatture di Lucca o di Cava dei Tirreni: Mario Soldati era uno di questi. Egli notò che a volte i sigari provenienti dal-le manifatture di Cava dei Tirreni presenta-vano un colore più chiaro ed un gusto meno forte e più dolce. Il motivo era che a Cava venivano impiegati tabacchi Kentucky coltivati sia in Toscana che in Campania e grazie alle diverse condizioni climatiche e pedologiche delle due aree, si ottenevano prodotti di gusto diversi. Soldati preferiva i sigari fabbricati con tabacco campano, pro-pose quindi e vide realizzata la produzione di sigari fatti di solo tabacco campano, in al-ternativa ai sigari Toscano classici. Il sigaro Toscano Garibaldi fu commercializzato per la prima volta nel 1982, anno del centenario della morte dell’Eroe dei due mondi e in suo onore così battezzato. Viene lavorato a mac-china con cura e sapienza, grazie all’ausilio di un’operatrice fasciaia che ha il compito di

SIGARO TOSCANO GARIBALDI orientare le nervature in modo da renderle parallele all’asse del sigaro una volta for-mato. Il gusto del sigaro Toscano Garibaldi è particolarmente intenso e ricco di un dolce e piacevole aroma che denota la provenien-za del Kentucky utilizzato; sia per la fascia che per il ripieno viene impiegato Kentucky nazionale coltivato nella zona di Benevento, che viene maturato e stagionato per circa 6 mesi e prodotto nella manifattura di Cava dei Tirreni. Il Toscano Garibaldi è il sigaro migliore per chi si avvicina per la prima vol-ta all’affascinante mondo dei Toscano, ed è adatto ad essere fumato in qualsiasi momen-to della giornata. Il sigaro Toscano Garibal-di è adatto ad essere accompagnato da vini dal misurato grado alcolico, ma è a suo agio anche con grappe bianche e giovani.

GRAPPA BONAVENTURA MASCHIO

RISERVA 903 BARRIQUEE PRIME UVE

La grappa è un distillato prodotto da vinacce ricavate esclusivamente da uve prodotte e vinificate in Italia o

nella Svizzera italiana e a San Marino. È quindi un prodotto tipicamente italiano che spesso si abbina perfettamente col sigaro toscano. Partiamo da una grappa dedi-cata a Bonaventura Maschio, fondatore dell’ azienda di Gaiarine, nato nel 1903, le cui ricerche e il cui lavoro hanno costituito una pietra miliare nel campo dell’attività distillatoria. Il suo metodo viene qui ri-

proposto, secondo un perfetto equilibrio tra acquaviti di vinacce diverse, distilla-te separatamente in esclusivi alambicchi di rame e poi riunite in proporzione ideale. Al palato si rivela armonica e ben struttu-rata, avendo in sé la forza e il corpo delle vinacce di uve rosse, insieme al profumo e alla leggerezza delle bianche. È ideale per chi ama la grappa affinata in legno, intensa e raffinata. Gradazione alcolica: 40% vol. La Grappa Bonaventura Maschio 903 Bar-rique è perfetta con il Toscano. Si distingue per la scelta delle materie prime e per le di-stillazioni separate delle vinacce bianche e rosse. L’estrema attenzione al blend finale e l’affinamento in barrique le conferiscono un sapore intenso, perfetto con il carattere de-ciso dell’Antico Toscano o con la ricca forza del Toscano Originale. Prime Uve Nere, ac-quavite d’uva, è contraddistinta da un affi-namento in piccole botti di rovere. Servita a temperatura ambiente, è ideale per chi cerca un distillato dal gusto pieno senza rinunciare all’intensità aromatica del frut-to d’origine. Per questa caratteristica ben si accorda alla struttura e al buon carattere dei Toscani Extravecchi e alla morbidezza sprigionata dalla fumata del Toscano An-

tica Riserva, offrendo al palato sapori e aro-mi eleganti. Grada-zione alcolica: 38,5% vol. Gli abbinamenti sono stati elaborati con la collaborazione dei Consulenti del Si-garo Toscano.

In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ilPunto propone l’abbinamento tra due prodotti d’eccellenza Made in Italy

ilPunto // Sapori d’Italia

Articolo di Giancarlo Bertollini

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35ilPunto // Ricette d’Autore

LE RICETTE DELL’AmoreRistorante L’Osteria da’ mare, LadispoliLo chef sommelier Paolo Riso regala tre ricette a tutti gli innamorati per una cena sensuale, romantica e divertente. Un inno ad Eros e Bacco, per-ché abbinare al meglio i vini con le pietanze è seducente e di sicuro appeal

Plateau RoyalIngredientiOstriche, capesante e crostaceiLa quintessenza dell’eros a tavola. Un antipasto fresco e seducente, con l’a-frodisiaca ostrica, il rosso dei crostacei che stimola il desiderio e la conchiglia delle capesante a ricordare la nascita di Venere. Da innaffiare con briose bol-licine.VinoValdobbiadene Superioredi Cartizze DOCG (Italia)Dal profumo giovane e fruttato, gusto leggero, amabile con finale asciutto. Vendemmiato a mano. Vol. 11%. Servi-re a 8 °C in un calice di media ampiezza.

Cuori di tartareper la coppiaIngredientiTartare di salmone allo zenzero con parmigiano, sedano, erba cipollina e sale affumicato della Danimarca.IngredientiTartare di spigola con lime di cocco, cioccolato al peperoncino, menta e sale rosso delle Hawaii.Un piatto colorato e profumato da con-dividere, due cuori prelibati da gusta-re insieme, due metà che rimandano all’unione degli opposti complementa-ri, del maschile col femminile. Ricetta romantica ma anche sensuale grazie a tre alleati di prim’ordine: zenzero, pe-peroncino e la dolce sorpresa del cioc-colato. VinoGewurztraminerAlsace Grand Cru (Francia)Vino di mirabile struttura e aroma de-licato floreale di fiori d’acacia e rose. Vol. 12,5%. Servire a 8-12 °C in un ca-lice a tulipano dal gambo lungo.

Dessert piccanteIngredientiTortino di cioccolato piccante con panna e amarene sciroppate.È l’apoteosi del piacere, un dolce in-trigante e divertente, un’esplosione di calda bontà che può rendere ancora più esplosiva la serata. Lasciatevi se-durre, del resto nella mitologia greca Piacere è figlio di Amore e Psiche. VinoMalvina Aleatico Passito dell’Elba DOC (Italia)Di colore rosso intenso e dal gusto dol-ce e lungo. Vol. 14%. Servire a 12 °C evitando il piccolo bicchiere che non permette agli aromi di diffondersi.

14 FebbraioCena di San Valentino(menu alla carta).

25 febbraioCena/degustazione (menu fisso). Anteprima della produzione 2010 dell’azienda vinicola La Rasenna di Francesco Gambini. Ore 21.Prenotazione obbligatoria.Posti limitati.

8 Marzo Menu specialeper la Festa della Donna.

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Amanti focosi che la notte di San Valentino volete fare bella figura e regalare al vostro partner una sera di passione: fate attenzio-ne a quello che mangiate! Tra tavola e len-zuola il passo è molto breve, i due momenti sono strettamente legati e alimentarsi bene aiuta ad avere una spinta in più nei momen-ti di intimità. Questo è quanto emerso da uno studio condotto da Vie del gusto su un campione di 100 sessuologi e nutrizionisti. Seguire la dieta mediterranea e nutrirsi ad intervalli regolari sono degli ottimi eser-cizi, sia per lui che per lei, per migliorare l’affinità di coppia. Cene abbondanti, cibi ricchi di grassi animali e di zuccheri saturi sono sconsigliati: si rischia una performan-ce poco appezzata!

RICETTA AFRODISIACA

E allora ecco a voi il massimo della sedu-zione a tavola, ciò che di più sensuale ed afrodisiaco si può pensare quando si parla di cibo. Per una serata speciale e romanti-ca come quella di San Valentino, vi do un consiglio sulla preparazione di un piatto a base di ostriche. Una prelibatezza da creare in pochissimi istanti, che darà il giusto toc-co intrigante e malizioso alla vostra serata, assicurandovi dei risvolti molto piacevoli!

Insalata di ostriche e branzino

Ingredienti. 2 filetti di branzino, minimo 12 ostri-che, mezzo bicchiere succo di limone, 1 mazzetto di prezzemolo, q.b. olio d’oliva, 2 cucchiaini aceto bianco, q.b. sale e pepe.

Preparazione. 1.Avvolgete i filetti di branzino nella carta stagnola e metteteli nel frigorifero per un gior-no. Togliete i filetti dal frigo, tagliateli a fettine sot-tili, disponeteli sopra un piatto e metteteli da parte. 2.Preparate la marinata tritando il prezzemolo e l’a-neto per 5” a vel. 7. Aggiungete olio, succo di limo-ne, aceto, sale e pepe; frullate 10” a vel. 5. Versate sui filetti di pesce la marinata e lasciate marinare per circa 1h. 3.Aprite le ostriche con l’apposito coltel-lino, sistematele sui filetti di branzino versando so-pra il liquido dell’ostrica e una spruzzata di limone. Servite con crostini di pane caldo e un bicchiere di spumante brut.

DESSERT GOLOSO E DIETETICO

San Valentino è il giorno del trionfo dell’a-more, e spesso è anche il giorno in cui ci si dedica in maniera più accurata alla pre-sentazione di un dolce. Ma anche se la fe-sta prevede cioccolatini, truffles, soufflé, tartufi, torte, cheesecake, crostate, biscotti e biscottini a forma di cuore, c’è sempre chi deve limitare l’assunzione di zuccheri. Quindi, per gli innamorati perennemente a dieta ma cultori dei dolci, suggerisco un dessert che, oltre ad essere facilissimo e velocissimo da preparare, è molto goloso, invitante e al contempo dietetico. Sì, avete capito bene, dietetico! In questa mousse, infatti, ci sono solo 30 gr. di burro e ne-anche 1 gr. di zucchero, a meno che non vogliate usare quello a velo per una guar-nizione.

Mousse di mele e ribes

Ingredienti. 750 gr. mele renette, 30 gr. burro, 1 stecca di vaniglia, 3 cucchiai acqua, 130 gr. miele, q.b. zucchero a velo (per guarnire), 50 gr. yogurt bianco intero, 4 cucchiai di salsa di ribes già pronta.

Preparazione. 1.Sbucciate e tagliuzzate finemente le mele e cuocetele a fiamma bassa con il burro, la vaniglia e l’acqua, finché si saranno completamen-te sfatte (20’). 2.Unite il miele mescolando, quindi togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. 3.Elimina-te la vaniglia, incorporate lo yogurt, amalgamate e versate in una ciotola, ponete in frigo per almeno 3h. 4.Al momento di servire, ricoprire con salsa di ribes e guarnire con un frutto fresco.

CURIOSITÀ

Cosa mangiavano i per-sonaggi della storia prima di un ap-puntamento d ’ a m o r e ? Quali cibi considera-vano afrodi-siaci? Casano-

va: simbolo dell’arte amatoria, si affidava all’effetto afrodisiaco delle ostriche e pri-ma di un incontro amoroso ne consumava ben 50. Paolina Bonaparte: ogni mattina un robusto servitore la portava in braccio, nuda, alla vasca da bagno, servendole la colazione. Ed era un primo pasto proprio a base di ostriche fresche e champagne che la preparavano alle scappatelle amorose della giornata. Cleopatra: si avvaleva del-la morbida pasta di miele e mandorle (e i suoi favoriti, si narra, perdevano il senno, se consumata secondo rituali qui irripetibi-li). Inoltre amava le noci. Attila: credeva nel potere stimolante del miele e, di con-seguenza, dell’idromele (si racconta che il giorno delle sue nozze ne avesse bevuto in tali quantità da soccombere a un attacco cardiaco!). E ancora Madame du Berry, il Marchese de Sade, Luigi XIV e napoleone ebbe-ro una fede incrollabile nelle virtù del tartufo; mentre Madame Pom-padour si limitava ad aromatizzare i suoi abiti con la vaniglia. Shake-speare consigliava le erbe aromatiche (men-ta, lavanda e rosmarino), come stimolanti per gli uo-mini di mezza età.

UN CONSIGLIO PER LUI

Le buone maniere non bisogna dimenticarle mai, perciò voglio dare qualche consiglio ai lettori che si appresta-no ad un primo appuntamento galante. E

ovviamente mi rivolgo agli uomi-ni che non devono

L’AMOR CORTESEGusto afrodisiaco e Galateo della seduzione per la festa di San Valentino

Articolo di Claudio Pace (Restaurant Manager presso il Relais Castrum Boccea)

ilPunto // Galateo a Tavola

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mai dimenticarsi di corteggiare la donna, anche quando non è la festa di San Valen-tino. Come bisogna comportarsi? Ecco un piccolo galateo per essere preparati all’ap-puntamento.

1. Cercate di essere semplici e non sfron-tati, perché quando non ci si conosce l’ar-ma migliore è la semplicità, e questo vale anche per le donne.

2. Un pizzico di autoironia fa sempre molto effetto, denota intelligenza e senso dell’umorismo. Non cercate di sforzarvi di essere ciò che non siete, ma sorridete e cercate di comunicare con gli sguardi, sintomo di sensualità.

3. Anche per il look, soprattutto ai primi appuntamenti, non esagerate! Indossate abiti semplici, magari eleganti-casual, in sintonia con il luogo che avete scelto per l’appuntamento, anche se sarebbe meglio farlo scegliere a lei.

4. Non cercate di piacerle a tutti i costi, adeguandovi al suo stile se è diverso dal vostro: rischiereste di cadere nel ridicolo.

5. Un’altra regola importan-te riguarda la conversazio-ne: evitate di parlare per ore di calcio, formula1, ecc. Non parlate molto del vostro carattere: se avete delle qualità, o altre caratteristiche, sarà

lei ad accorgersene durante la frequen-tazione. Cercate di non parlare troppo di politica, ma lasciate andare la conversa-zione: i momenti di silenzio a volte sono più eloquenti di tanti discorsi e creano complicità, soprattutto se si riesce a co-glierli e a ‘riempirli’ con un sorriso o una carezza lieve.

6. Non dimenticatevi che entrando al ristorante dovrete precedere la vostra bella e giunti al tavolo scostatele la sedia. Inoltre, prima di sedervi aspettate che lo faccia la vostra partner.

7. Prima di ordinare per voi, chiedete a lei cosa desidera mangiare. Il conto lo pa-gherete voi nel modo più discreto, dovrete essere dei veri galantuomini.

8. Ricordatevi che anche i fiori hanno un proprio galateo. Se scegliete le rose, fate attenzione ai colori. Il rosso è notoria-mente l’espressione dell’amore ardente e passionale; il rosso scuro simboleggia la costanza e l’immortalità; il bianco, colore della purezza, si usa quando si attendono nuove notizie; il giallo è associato al tra-dimento; il rosa esprime un amore appena nato. Attenti anche al numero: se regalate un mazzo di fiori della stessa specie è me-glio che il numero sia dispari, soprattutto se lei è un po’ superstiziosa. Un solo fiore è di solito indicato per la persona amata come simbolo d’affetto.

Questi sono piccoli consi-gli per rendere roman-

tica una serata a due e per vivere i

propri sentimenti dolcemente. Se ricevete più di

un rifiuto, desi-stete. Sarete più fortunati, ma al-meno ci avrete provato e non avrete rimpianti

di non averlo fatto.

UN CONSIGLIO PER LEI

Nel gioco della sedu-zione essere se stessi va bene, ma solo fino ad un certo punto. Se state co-

minciando ad uscire con un ragazzo, alla faccia della sincerità! Ricordate che non potete comportarvi con lui come fareste con la vostra migliore amica o con vostro fratello. Questo non significa mentire, ma semplicemente cercare di mostrate il lato migliore della vostra personalità. E non preoccupatevi, quello peggiore lo scoprirà in pochissimo tempo!

1. Cercate di essere sempre desiderabili per il vostro uomo: questo ovviamente non è il consiglio delle mamme di 50 anni fa, ma semplicemente un’attenzione verso il vostro compagno. Perché presentarsi a letto con i bigodini e la faccia impiastric-ciata di crema o, peggio, con il pigiamone di pile di quando avevate 16 anni? Ov-viamente nessuno sta dicendo di andare a letto in pizzi e merletti, ma un po’ di cura della vostra persona è fondamentale. Ok che lui dice sempre di preferirvi al natu-rale, proprio come quando vi ha viste la prima volta: peccato che il dolce ragazzo ignori il dettaglio che per ottenere quel look così assolutamente ‘naturale’ abbiate impiegato un’ora e mezza di seduta make up!

2. Ci sono poi cose che un uomo ignora e che dovrebbe continuare ad ignorare: met-terlo al corrente di tutti i problemi che vi ha causato l’ultima ceretta all’inguine non è affatto carino. Così come lamentarsi di non avere trovato al supermercato la mar-ca preferita di assorbenti interni o dei peli ricresciuti più folti dopo l’uso del rasoio. Semplicemente ci sono cose che è meglio che un uomo non sappia mai, punto!

3. E poi basta con l’insicurezza: aggirarsi nervose nel locale dove c’è anche lui, semplicemente perché avete visto una bionda mozzafiato, non farà altro che agitarlo. Chiariamo una cosa: anche se lui nega, gli uomini guardano le donne belle e voi non potete farci niente. Sarebbe come dire che voi a passeggio per Via del Corso non vi fermate a guardare neanche una vetrina. Fantascienza! E poi ricordate sempre: lui ha scelto di stare con voi, un motivo ci sarà, no?

Un ardente San Valentino a tutti gli inna-morati: che Cupido sia con voi!

ilPunto // Galateo a Tavola

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Pub FourX

ZeroZero Pizza

Donegan’s

Al Pub Four X spetta un primato: nato nel 1984, è il primo e il più longevo pub della

città balneare. Rivestito interamente in legno e arredato in stile marinaresco, conta 4 sale inter-ne climatizzate e uno spazio esterno per un to-tale di 220 coperti. Variegata la proposta culina-ria: dalla pizza ai panini, dalla cucina tex-mex ai primi e secondi piatti italiani. Tutta l’offerta gastronomica è anche da asporto. La regina del-le bevande è la birra: alla spina, artigianale, ma anche varietà speciali come la Birra di Natale e

Punto di ritrovo tra i più apprezzati del com-prensorio, il Donegan’s Pub Ristorante apre

i battenti nel ’97 a due passi dal centro storico di Bracciano. Diversi gli ambienti disponibili: bar al piano superiore, una sala principale con 150 coperti e un’altra più interna con 40; infine la nuovissima enoteca, con più di 600 etichette, ricavata da un’antica struttura e caratterizzata da un’architettura superba ed elegante. Su or-dinazione, è possibile cenare in questo spazio esclusivo e riservato. Inoltre, area all’aperto per

Prendendo sagacemente il nome dal tipo di fa-rina usato per la pizza, la pizzeria ZeroZero

accoglie i clienti nella confortevole sala interna con i suoi 120 coperti. Nella bella stagione è di-sponibile una splendida veranda vista lago con 50 posti. Anna, la titolare, conduce gli ospiti alla sco-perta dei sapori più autentici: partendo dalla piz-za lavorata a mano e cotta nel forno a legna, fino alle sfiziose bruschette e agli arrosticini di carne e pesce. Qui la birra di qualità è un must, con un’at-

dell’Oktoberfest. Inoltre liquori, cocktail, vini. Lo staff organizza eventi come la Festa della birra a caduta, con spillatura libera dalla botte. Possibilità di visionare gli eventi sportivi più importanti. Aperto tutti i giorni dalle 19 alle 3. Servizio cucina fino alle 2.

l’estate. La cucina spazia dalle pietanze tipiche del pub alla classica ristorazione, con preferen-za per i primi e i secondi piatti di terra. Al vino si accosta il biondo Bacco alla spina, nonché la birra del mese che cambia di volta in volta. Mu-sica live. Aperto fino all’una di notte.

tenzione particolare alla corretta spinatura. Lo staff organizza interessanti serate dedicate alle degustazioni di birra e pizza, proponendo ogni volta accostamenti innovativi e di gusto assoluto. Atmosfera rilassata e cordiale, staff premuroso e sempre disponibile a consigliare la scelta miglio-re. Aperto tutti i giorni dalle 18 alle 24.

Doc Roma Srl è una società i cui soci fondatori operano nel settore da oltre 30 anni. Importa e distribuisce importanti marchi di birra da tutta Europa, con particolare attenzione alla qualità e all’originalità dei prodotti. Commercializza 20.000 ettolitri di birra pari a 60.000 fusti: prati-

camente 10 milioni di birre dei suoi prodotti vengono bevute ogni anno, senza provocare inquinamen-to perché tutto rigorosamente vuoto a rendere. Doc Roma evade tempestivamente entro le 48ore tutti gli ordini, realizza gli impianti di erogazione birra e fornisce l’assistenza tecnica diretta. La cultura del bere consapevole è nella storia dell’azienda, che organizza corsi di formazione per informare sulle caratteristiche della birra e sui corretti metodi di spillatura. L’assortimento è poi completato da una vasta gamma di vini, bevande e liquori che vengono proposti sempre con la stessa filosofia: qualità, tipicità e servizio. Infine, Doc Roma è da sempre sensibile alle problematiche sociali e da molto tempo collabora con la Fondazione AMREF per la realizzazione di progetti di sviluppo e ricerca in Africa.

a cura di

Beer Tour è una rubrica a tutta birra, dedicata ai locali del comprensorio che propongono i marchi più prestigiosi del biondo nettare. Un itinerario di grande qualità garantito dall’a-zienda Doc Roma. Perché, come disse Goethe: “Conoscere i luoghi, vicini o lontani, non vale la pena, non è che teoria; sapere dove meglio si spini la birra, è pratica vera, è geografia!”

LADISPOLI

BRACCIANO

Foto a cura di Andriy Monastyrskyy

Doc Roma Srl: Via Melibeo, 90 Roma Tel. 06.2270221 Fax 06.22702201Coordinatore alle vendite:Marcelo Fabian Roldan,329.5904408 / [email protected]

Via del Mare, 22 LadispoliTel. 06.99222465 www.pubfourx.com

Piazza Marinai d’Italia, 3 Bracciano Tel. 06.99815203/328.1714893

Via Claudia, 2 A BraccianoTel. 06.99802208 [email protected]

ilPunto // Beer Tour

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Camelot Cafè

Salon Ristopub

Il Marchigiano

Time Out

MarienplatzNon bisogna andare a Monaco per vedere la

Marienplatz: basta entrare in questa birreria in stile bavarese nata l’8 marzo 2000. Un vero tempio della birra progettato e costruito dal ti-tolare Roberto, raffinato intenditore della bionda bevanda. Il locale conta una sala principale con 140 coperti e una sala superiore, forse l’ultima rimasta, esclusivamente per fumatori, con ben 80 posti. Tra le birre, è presente tutta la gamma HB Munchen alla spina e in bottiglia. Gastrono-mia: pizza, panini, piatti nazionali e soprattutto

Il posto giusto per chi ama la cucina piccante messicana abbinata a birre di grande pregio.

Il RistoPub Salon, aperto dal 2003, accoglie i suoi aficionados nella sala interna di 60 coperti coccolandoli con ricette tradizionali e artigiana-li della cucina tex-mex, hamburger, fritti, affet-tati, dolci della casa, insalate nazionali e non. L’attenzione alla clientela si coglie anche nella possibilità di personalizzare il proprio panino, richiedendo gli ingredienti preferiti. La birra fa bella mostra di sé in tutte le sue varietà, ma

2400 mq a disposizione del vostro divertimen-to. Sala giochi, biliardi, slot machine, maxi

schermi per le partite di calcio e naturalmente il bowling, con 12 piste. Il locale, che ha aperto il 12 luglio 1999, è adatto a grandi e piccini: si può cenare mentre i bambini giocano nell’anti-stante baby parking. Cucina gustosa e genuina, con piatti anche espressi, che predilige la carne, pizze e tex-mex. Ampio spazio alle birre di qua-lità, ma anche ai liquori e soprattutto ai cocktail preparati dal bartender Malcom. Ogni giorno lo

Nuovissimo locale, nato lo scorso 21 ottobre, il Camelot Cafè è costruito in pieno stile irlan-

dese e dispone di due spaziose sale interne clima-tizzate, nonché di un’area esterna per l’estate. Lo staff, giovane e competente, propone pizze, carni e panini, tra cui il particolare hot dog della casa: un panino lungo quasi mezzo metro! Inoltre, 6 tipi di birre alla spina con impianto di ultima generazio-ne: chiara, a doppia e tripla fermentazione, light, ambrata e rossa. L’impianto è visibile dalla vetri-

Sicuro approdo per i buongustai, il ristorante pizzeria Il Marchigiano nasce nel ’64. Da

sempre votato alla qualità dei prodotti, propone specialità marchigiane artigianali e soprattut-to eccellenti carni italiane, argentine, danesi e irlandesi. La pizza, con lunga lievitazione, ha conseguito il 5 posto nel Campionato Italiano 2007 ed è accompagnata da birre di gran gusto. Oggi il locale è diretto da Antonio (chef) e Pa-olo (sommelier), figli del fondatore Elio, i quali curano con attenzione il giusto abbinamento

specialità bavaresi. Da segnalare a tal proposito una collezione di più di 2000 bottiglie di birra provenienti da ogni singolo stato dei cinque continenti. Aperto dalle 18 alle 2 ma disponibile anche in altri orari, su prenotazione, per eventi e feste.

l’ugola può essere deliziata anche con ottimi cocktail e distillati. Lo staff, affabile e spigliato, crea una piacevole atmosfera informale. Spazio esterno estivo. Aperitivi, cucina da asporto, ser-vizio wi-fi. Aperto tutti i giorni dalle 19 all’1, tranne il mercoledì.

staff propone iniziative ed eventi: dalla musica live al karaoke, al cabaret. Molto accogliente la sala Jungle Palace, al piano superiore, riservata ai concerti e il sabato ai balli latinoamericani. Il locale è sempre aperto, tranne il lunedì, dalle 17 fino a notte fonda.

na all’ingresso. Ricca scelta di birre artigianali e commerciali. Servizio wi-fi e possibilità di vedere partite di calcio. Aperto tutti i giorni dalle 15 alle 3 di notte; happy hour con buffet dalle 18 alle 20. Ampio parcheggio. Evento a settembre: Oktober Fest con birre e specialità tedesche.

cibo-vino. La struttura comprende 3 spaziose sale interne, di cui una che diventa esterna nella bella stagione, per un totale di 280 coperti. Di-sponibile per eventi, feste e cerimonie. Sempre aperto, tranne il sabato e la domenica a pranzo.

CIVITAVECCHIA

ANGUILLARA

P.le Fucsia, CivitavecchiaTel. 0766.370199www.marien-platz.com

Via Aurelia Nord, 144 CivitavecchiaTel. 0766.560103/[email protected]

Via Maratona, 5 (Via Aurelia Km 68,800) Civitavecchia – Tel. 0766.581272

Via San Francesco, 796 Anguillara Sabazia Tel. 06.97240354/329.4223472www.camelotcafe.it

Via Anguillarese 60/B Anguillara Sabazia Tel. 06.99900600Facebook: Salon-Ristopub Anguillara

ilPunto // Beer Tour

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Il mitico Pub ‘83

T-Bone

Pizzeria del Riposo

Quintet

Quetzal Cafè

Ispirato al celebre film di Altman, il Quintet nasce nel luglio ‘98 all’interno di un edificio

antico nel cuore di Cerveteri. Meta ideale per chi ama la buona musica, non assordante, e le sonorità rock anni’70, questo pub birreria pro-pone una ricca cucina che predilige i prodotti locali e artigianali, dalla pasta alla carne fino al gelato di produzione propria. In abbinamento un’eccellente scelta di biondo nettare: dalle bir-re di grano, definite ‘pane nel bicchiere’, alla ce-leberrima Guinness irlandese. Lo staff, cordia-

Questo pub birreria, che trae il nome dal mi-tico e raro volatile del Messico, ha aperto i

battenti nel 1998. Punto di ritrovo molto apprez-zato, col tempo si è specializzato in cucina mes-sicana. Oggi è anche pizzeria e bisteccheria. In abbinamento ai piatti propone una ricca e qua-litativa lista di birre, sia alla spina sia artigia-nali in bottiglia, belghe, tedesche e austriache. A ciò s’aggiunge una buona offerta di spirits. La struttura, ideale per festeggiare eventi e com-pleanni, presenta due ampie sale interne (da 90

Storico Pub di Cerenova, aperto dal 1983, ospita fino a 180 commensali tra sala in-

terna e veranda estiva. Pub ma anche pizzeria e ristorante, predilige la genuinità del prodotto di zona scegliendo fornitori locali. La proposta gastronomica va dalla pizza ai panini, dai primi piatti italiani a pietanze estere come il gulasch ungherese e il chili. Il cuoco Jammy consiglia i richiestissimi Schiaffoni cozze e pecorino. Am-pia scelta di birre prestigiose, ma anche vini e liquori. Il locale è un buon ritrovo per vedere

A pochi mesi dall’apertura, è già tappa fissa di numerosi foodies. E la cosa non stupisce

perché il T-bone, steak-house e pizzeria, rende omaggio al buongusto con la sua raffinata sala interna di 60 coperti e soprattutto con la sua cucina. Oltre alla pizza (anche da asporto), la specialità sono le deliziose carni nazionali ed estere, tra cui angus irlandese, struzzo, bison-te, bufalo e cinghiale. Allettante il mix di sa-pori della pizza al cinghiale. Doveroso spazio alla bionda bevanda: alla spina (Paulaner, Birra

La Trattoria Pizzeria Del Riposo è un loca-le storico ma con una nuova gestione dal

2009. Il nuovo staff, esperto e professionale, ha mantenuto la storia del locale continuando a proporre una cucina di eccellente qualità. Qui è possibile gustare sia piatti di pesce che di carne, nonché specialità ai funghi porcini. La pizza è speciale: si può osservare la sua cottura grazie al forno a legna a vista. Tutti gli ingredienti corrispondono al concetto di Km zero. La bir-ra è ben presente, alla spina (Paulaner chiara e

le ed efficiente, è specializzato nella spinatura della birra, in questo caso tedesca e artigianale. La struttura comprende una spaziosa sala prin-cipale e due ambienti più piccoli sopraelevati. All’esterno una graziosa veranda per la bella stagione.

e 120 coperti) e un accogliente spazio esterno per l’estate, anche per fumatori. Grazie alla pro-fessionalità dei titolari Federica e Alessandro, l’atmosfera è accogliente e piacevole e i prezzi contenuti. Da provare i piatti tex-mex.

una partita di calcio o per ascoltare musica live grazie al pianobar e al karaoke, disponibili il martedì e il venerdì. Ideale anche per cene di la-voro, feste e battesimi. Aperto tutti i giorni, con servizio cucina funzionante fino all’una di notte.

Italia) e in bottiglia. Interessante la selezione di vini. La struttura è dotata di maxischermo e d’e-state si apre all’esterno con due ampie aree: la veranda, con i suoi 30 coperti, e il terrazzo di 300 mq, capace di accogliere 150 commensali. Aperto dalle 19:30 alle 24 tranne il martedì.

rossa) e artigianale in bottiglia. Consigliata la Appenzeller. In più, vini di alto profilo. L’at-mosfera è calda e ospitale; curati gli ambienti, costituiti da una sala interna (60 coperti) e da un mirabile portico chiuso (80 coperti). Aperta tutti i giorni, pranzo e cena, tranne il lunedì.

CERVETERI

ORIOLO ROMANO

Via F. Rosati, 23 – CerveteriTel. 338.8581181

Largo Tuscolo, 7 – CerenovaTel. 06.9902805 - [email protected]

Via delle Mura Castellane, 56 – CerveteriTel. 06.99552640

V.le Manzoni, 94 CerveteriTel. 06.99552650

Via Della Stazione 52/54 Oriolo RomanoTel. 06.99837147/328.9195130www.pizzeriadelriposo.it

42 ilPunto // Beer Tour

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Rock Island Pub

La Grolla

Ottima musica e buona tavola: questo il con-cept di Walter e Vincenzo, proprietari del

Rock Island Pub. Il locale, nato nel 1996, è situato sul lungolago di Trevignano e d’estate dispone di una grande veranda di 100 posti con vista panoramica. All’interno la struttura com-prende due sale da 50 e 30 coperti, ben arredate e dotate di maxischermo. Pregevole l’offerta gastronomica: soprattutto specialità di terra con predilezione per le carni locali; poi tex-mex con fritti aromatizzati, piatti unici, hamburger,

Inaugurato lo scorso 23 dicembre, il pub La Grolla coniuga la buona tradizione culina-

ria locale con l’offerta tipica della birreria. E il delizioso connubio consente la degustazione di affettati , formaggi e funghi porcini di zona, pri-mi piatti, fritture, panini e carne. Ottimo, poi, il celebre pane di Canale Monterano, risalente al 1500, cotto a legna e dalla fragranza irresistibi-le. Tra le bevande spicca la birra nelle sue diver-se tipologie: alla spina e in bottiglia, con marchi artigianali e commerciali, sempre di qualità.

piadine fatte in casa e superlativi dessert prepa-rati dallo chef. Il tutto da abbinare a birre d’ec-cellenza ma anche commerciali. Da provare la rossa austriaca di ben 14 gradi. Inverno: aperto tutti i giorni dalle 18:30 alle 2 tranne il lunedì . Estate: sempre aperto fino a tarda notte.

Presente anche una minuta ma accurata selezio-ne di vini. La struttura, dotata di maxischermo, accoglie 40 commensali nella sala principale e altri 20 in quella adiacente. L’ambiente è piace-vole e confidenziale, anche grazie alla cordialità dello staff. Aperto tutti i giorni dalle 18 alle 2, la domenica anche a pranzo.

TREVIGNANO

CANALE MONTERANO

CIVITAVECCHIA

CERVETERI

LADISPoLI

BRACCIANoANGUILLARA

CANALE MoNTERANo

oRIoLo RoMANo TREVIGNANo

Corso della Repubblica, 3Canale MonteranoTel. 347.6755935 [email protected]

V.le Garibaldi, 57 Trevignano RomanoTel. 06.9999709Facebook: walter vincenzo rockisland

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Tutto il sapore del Carnevale

SARTIGLIADI oRISTANo

La nobile esaltazione dei cavalli, l’eroico coraggio dei cavalieri, l’impenetrabile mistero delle maschere, la mistica esuberanza della folla: è la Sartiglia di Oristano, una delle

massime espressioni folcloristiche e di costume della Sardegna. La giostra equestre in maschera, che si corre l’ultima domenica di carnevale e il martedì successivo, ha origini remote e sembra siano stati i Crociati ad introdurla in Occidente intorno al 1200, insieme alla Quintana di Foligno e alla Corsa del Saracino di Arezzo, mutuandola dai loro nemici Saraceni. Il torneo ebbe lar-ga diffusione in Spagna, dove era già praticato dai Mori, e furo-no proprio gli spagnoli ad importare in Sardegna la loro Sortija, dal latino sorticula (diminutivo di sors, ‘fortuna’, ma anche ‘anello’), che nell’isola diventò Sa Sartiglia. La sua presenza ad Oristano, facilitata dai legami tra la Corte d’Arborea e la Corte Aragonese, risale alla metà del XIII secolo.

LA MASChERA AnDRoGInA DI SU CoMPonIDoRI

Oggi la Sartiglia è un carnevale spettacolare e di grande fascino, carico di riferimenti simbolici tradizionali. In pratica si tratta di una corsa a cavallo in cui il cavaliere deve centrare una stella a otto punte, un gesto che rievo-ca la ricerca attiva del centro universale e il conformarsi a una legge suprema dispensatrice di fertilità e fortuna. L’evento è organizzato dai gremi dei contadini e dei fale-gnami, antiche corporazioni di mestieri, il cui nome de-riva dal ‘mettersi in grembo’ (cioè sotto la protezione) di un santo patrono, nel caso specifico di san Giovanni Bat-tista e san Giuseppe. Ma il vero protagonista della gara è Su Componidori, cavaliere dalla maschera androgina,

la cui vestizione rappresenta un momento ‘magico’ e di grande suggestione. Il suo nome tradisce la provenienza ispanica: da componedor (maestro di campo), figura ti-picamente militare spagnola. La vestizione è un rito di trasmutazione: una volta ultimata il capocorsa non è più un semplice uomo ma una maschera sacrale che riassume in sé il maschile e il femminile. L’antica regola infatti gli impone di non mettere piede in terra, perché in tal caso si annullerebbe la sua sacralità.

VInI E GAStRonoMIA

Non c’è Carnevale senza dolci. A Oristano le indiscusse regine di questo periodo dell’anno sono le zippole (da non confondere con le zeppole), un dolce tradizionale fatto con farina, lievito, acqua e – in alcune varianti – con uova, latte, limone e patate. È una squisitezza che va consumata zuccherata, meglio se accompagnata da un buon bicchiere di Vernaccia d’Oristano. Altri dolci tipici della zona, che si consumano in tutte le festività, sono i mustazzolus a base di mosto concentrato, zucchero, lie-vito e farina di frumento. Secondo gli studiosi, la loro forma romboidale ricorda le sembianze stilizzate della Grande Madre. Si tratta infatti di uno dei dolci più anti-chi della Sardegna. Passando ai primi piatti è consigliato l’assaggio dei malloreddus, i tipici gnocchetti di semola di grano duro, consistenti e ruvidi, che ben si condiscono con i ragù di selvaggina e con il pecorino sardo stagiona-to. A proposito di formaggi, è d’obbligo la degustazione dell’antico fiore sardo, risalente addirittura ad epoche precedenti alla conquista romana. È prodotto in tutta la Sardegna con latte ovino intero, fresco, coagulato con

Articolo di Mario Fenu

ilPunto // Vacanze Golose

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caglio di agnello o capretto e presenta un sapore più o meno piccante a seconda della stagionatura. Per prose-guire il viaggio nei sapori di Sardegna è consigliabile una visita a Cabras, vicino Oristano, località celebre per la produzione del ‘caviale del Mediterraneo’, cioè la bottarga, e per la produzione della mrecca o merca, ossia il muggine salato, lessato e avvolto in un’erba palustre chiamata zibba. Immancabili poi le grigliate di orate e spigole e le gustose anguille. Sempre nei dintor-ni di Oristano si trova un antico villaggio di pescatori, Merceddì, dove è ancora possibile deliziare il palato con la famosa zuppa di arselle nere, in bianco o in ros-so. Per i più raffinati gourmet suggeriamo le logorittas, una specialità inserita nell’Albo Nazionale dei Prodot-ti Agroalimentari Tradizionali, nonché Presidio Slow Food. Più che una pasta di grano duro è un’autentica opera di artigianato: pensate che per ottenere un chilo di questi spaghetti a forma di anello occorrono almeno 4 ore di preparazione. Deliziosa con il sugo di galletto ruspante, si abbina di solito con gli arrosti di cinghiale. Ma non si può lasciare Oristano senza aver degustato la Vernaccia, tra i più prestigiosi vini sardi, che la leg-genda vuole originata dalle lacrime di santa Giusta, pa-trona della città. Prodotta dai vigneti della bassa valle del Tirso, ha un colore giallo dorato e ambrato con sen-tori delicati e sfumature di fiore di mandorlo e un sa-pore caldo e gradevole. Invecchia almeno per due anni in botti di castagno o di rovere e ha una gradazione mi-nima di 15,5 gradi. È un eccellente vino da fine pasto. E per chiudere in bellezza la vostra vacanza golosa si consiglia altresì la degustazione dell’ottima Malvasia di Bosa (vedi a pag.13).

SoSTE GoLoSE

AGRITURISMO IL GIGLIO

Situato nel la splendida val le del Tirso, a pochi Km da Oristano, propone una cucina nel r ispetto delle più an-tiche tradizioni sarde. Tutto r igorosamente di produ-zione propria: dal pane al la pasta, dal la carne al le ver-dure, f ino al la frutta e ai l iquori. La struttura è dotata di 8 accoglienti al loggi.

Strada Provinciale 9 Massama (OR)tel. 349.1447955 www.agriturismoilgigl io.cominfo@agriturismoilgigl io.com

BLAO RISTORANTE

Sosta golosa nel centro di Oristano, propone le spe-cial ità t ipiche locali . Tra i piatt i consigl iat i : la bottarga di Cabras, i r icci di mare e le aragoste dell ’ isola di Mal di Ventre. Carta dei vini con in r i l ievo le etichette Con-tini, Argiolas, Santadi.

Via Mazzini, 114 Oristano tel. 0783.030602www.blao.it – [email protected]

DoVE DoRMIRE

ALBERGO DUOMO ****

L’albergo si trova nel centro storico di Oristano, di fronte al la cattedrale e sul percorso dove si svolge la Sartigl ia. Le 10 camere sono confortevoli , luminose ed elegantemente arredate. L’ intero edif icio è stato di-chiarato di Interesse Storico.

Via Vittorio Emanuele, 34 Oristano tel. 0783.778061 www.hotelduomo.net

HOTEL VILLA DELLE ROSE ***

La struttura è situata a due passi dal centro cittadino. Le camere sono dotate di tutt i i comfort: cl imatizzato-re, tv, telefono, minibar, bagno, cassaforte.

Piazza Ital ia, 5 Oristano tel. 0783.310101www.hotelvi l ladellerose.com

ilPunto // Vacanze Golose

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Uno sguardo alle previsioni meteo e via. Verso nuove soste golose. Si parte per una gita con gli amici,

per un weekend in coppia, per un pranzo con tutta la famiglia. Mete vicine e lontane, ma sempre di gran gusto. Basta accendere i motori e seguire la scia di profumi e sapori, gli innumerevoli itinerari enogastronomici che ammaliano i foodies di tutto il mondo e impreziosiscono la nostra bella peniso-la. E se è vero che la meta sta nel viaggio, allora dobbiamo rendere quest’ultimo più confortevole e sicuro possibile, affidan-doci ad una vettura capace di rispondere alle nostre particolari esigenze. Tra le tante proposte suggerite dal mercato, abbiamo scelto la nuova Ford Grand C-Max (vedi pagina a fianco), versione a 7 posti e con porte posteriori scorrevoli. È l’ideale per chi ama viaggiare in compagnia senza do-ver rinunciare alla comodità: i 7 posti sono distribuiti nella configurazione 2+3+2 dove la seconda fila di sedili può essere trasfor-mata in 2 posti reclinando il sedile. Un vero salotto itinerante! In più si strizza l’occhio

all’ambiente: la vettura è infatti do-tata di motore EcoBoost, disponibi-le nelle versioni da 150 e 180 CV, che permette di ridurre del 20% i consumi e le emissioni di CO2 rispetto al tradizionale motore a benzina. Massima atten-zione anche alla sicurezza: tra gli equipaggia-menti trovia-mo il sistema di parcheggio semiautomatico, il rilevamento ostacoli nella zona cieca, le spie delle cin-ture di sicurezza per gli oc-cupanti dei sedili posteriori, le chiusure per bambini ad attivazione elettrica e l’aziona-mento elettrico del portellone posteriore. La posizione di guida è rialzata, con con-solle centrale e leva del cambio in posizio-ne elevata. Comodo il cambio automatico

powershift a doppia frizione. Nell’insieme possiamo definirla una vettura adatta a lun-ghi e confortevoli viaggi, con gli interni spaziosi e dal look gradevole. Consigliata per una vacanza golosa in comitiva!

IL GUSTO ON THE ROADViaggiare alla scoperta di nuove soste golose è l’hobby dei veri buongustai. Scopriamo le ultime proposte per un viaggio più confortevole

ilPunto // Sapori & Motori46

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EventiAPPUNTAMENTI GOLOSI AL RISTORANTE L’ISoLA DEI SAPoRI

14 – 25 febbraio / 5 marzo – 8 marzoVia Duca degli Abruzzi, 49 Ladispoli (RM)

Ancora miglioramenti per il ristorante L’isola dei Sapori, sosta golosa di Ladispoli che in poco tempo ha saputo attirare l’attenzione di numerosi gourmet. A segnare un’ulteriore crescita del locale è senza dubbio il nuovo chef John, che propone una cucina dai sa-pori equilibrati, sempre gustosa e saggia-mente creativa. Una cucina, lo assicuriamo, che conquista al primo assaggio! Ma il risto-rante ha cambiato anche look, sfoggiando un arredamento raffinato che rende ancora più accoglienti le due sale interne e regala la sensazione di trovarsi nel comodo salotto di casa. Per febbraio e marzo i due titolari, Francesca e Angelo, hanno programmato 4

imperdibili eventi proponendo la qualità ad un prezzo onesto. 14 febbraio (San Valen-tino): aperitivo di Benvenuto. Menu pesce: Antipasto Fantasia di mare, Insalata di pa-tate e gamberi al caviale rosso, Polpettine di pesce, Salmone al carpaccio, Gamberi alla salsa di cognac, Carpaccio di Polipo, Tortino di patate ai gamberoni, 4 ostriche per coppia. Ravioli all’astice. Mazzancolle alla salti in bocca. Patate al forno o insala-ta. Dolce dell’amore. Menu carne: Assaggio di formaggi misti con miele (formaggio alle noci, piccante, di pecora), Misto di salumi con salcicce di cinghiale. Riso alla fragola. Involtino di carne. Dolce dell’amore. Ani-mazione: Musica dal vivo di Fabio e Stefa-nia con canzoni a richiesta. Costo: 60 euro a coppia. Sono inclusi acqua e 1 vino della Cantina Sant’Andrea. 25 febbraio (Serata Araba): Piatti tipici arabi, Cuscus di Carne e verdura, Involtini di riso e carne, Timballo al forno, Riso con verdure e carne. Riso al latte (dessert). Animazione: Danza del ven-tre. Costo: 30 euro a persona. Sono inclusi acqua e 1 vino della Cantina Sant’Andrea. 5 marzo (Carnevale): Aperitivo di ben-venuto. Menu pesce: Antipasto dell’Isola, Carpaccio di salmone, Carpaccio di spi-gola, Ostriche, Alici marinate, Polpettine

di pesce, G n o c c h e t -ti gamberi, zucchine e rucola. Pesce spada in fantasia di Montagna. Patate al forno o cicoria. Dolce scherzoso. Menu carne: Antipasto misto di montagna con assaggi di formaggi. Orecchiette broccoli e salsiccia. Maialino di cinta senese al for-no con patate novelle. Insalata o cicoria. Dolce scherzoso. Animazione: Musica dal vivo con Fabio e Stefania. La maschera è facoltativa. Costo: 35 euro menu carne; 40 euro menu pesce. Sono inclusi acqua e 1 vino della Cantina Sant’Andrea. 8 marzo (Festa della Donna). Menu pesce: Anti-pasto fantasia di mare. Tonnarelli alla spi-gola e pachino. Filetto di orata alla salsa rosa. Dolce. Menu carne: Fantasia di sa-lumi e formaggi. Ravioli speck e carciofi. Filetto al pepe verde. Insalata di patate. Dolce. Animazione: Musica dal vivo con sorpresa finale. Costo: 35 euro menu pe-sce; 30 euro menu carne. Sono inclusi acqua e 1 vino della Cantina Sant’Andrea. Inoltre, tutti i giovedì e sabato: karaoke. INFO: 345.1164195

APERITIVI PER DUE ALL’ECCEzIoNE CAFÈ

14 febbraio, dalle 18:30 alle 20 Largo Tuscolo, 1 – Cerenova Cerveteri (RM)

I vulcanici Mirko e Carla hanno ideato due aperitivi d’eccezione per tutti gli innamo-rati, ispirati al gustoso incontro di mare e terra: il primo con crudité di pesce e ingre-dienti ideali per risvegliare Afrodite; l’altro con misto di salumi e formaggi, dedicato alla coppia gourmet . Un consiglio: provate anche i dolci fatti in casa e un calice dell’ot-tima selezione di vini e bollicine. L’appun-tamento è fissato ovviamente al 14 feb-braio, dalle 18:30 alle 20. Costo: 10 euro a coppia. Solo su prenotazione.

INFO: 329.3838799

Il Carnevale di Ronciglione è il più impor-tante e antico del Lazio. Inizia con la voce del campanone: un coraggioso campanaro si arrampica sulla torre del Comune e suo-na le campane. Poi la corsa degli Ussari

e Re Carnevale che, scortato dai cavalieri in costume, prende in consegna le chiavi della città per assicurare a tutti un periodo di baldoria. Ricche di fascino le corse dei cavalli non sellati, lanciati al galoppo senza fantino attraverso le vie cittadine. Imperdi-bile il Gran corso di gala con un’imponente sfilata di carri allegorici. Tra le maschere

anche i Nasi Rossi, confraternita di fede-li seguaci di Bacco ed espressione più autentica dello spirito carnevalesco, che offrono maccheroni in un vaso da notte: simbolo irriverente del ciclo di vita/morte/rinascita.

INFo: www.prolocoronciglione.it

CARNEVALE DI RoNCIGLIoNEDal 17 febbraio all’8 marzo Ronciglione (VT)

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SAN VALENTINO DA SOGNO AL CASTRUM BoCCEA

12-13-14 febbraio Via SS. Mario e Marta, 27 – Roma

Una location incantevole e ammaliante , una dimora storica medievale immersa nel verde della campagna romana trasformata in hotel relais grazie ad un accurato restau-ro. Castrum Boccea è la scelta giusta per vivere un San Valentino indimenticabile, una favola romantica in completo relax e buongusto. Si può scegliere una data per festeggiare al meglio, insieme alla vostra dolce metà, la Festa degli innamorati: 12, 13 o 14 febbraio. Il menu: Cestino di par-migiano, rucola, carciofi e grana; Tortelli alle patate saltate con melanzane e gam-beretti; Timballo di riso su salsa zafferano e calamaretti fritti; Filetto d’orata allo cham-pagne; Zucchine e patate farcite; Mousse alla fragola, Pozzi d’amore, Flan al cioc-colato scuro. Musica soft con Pianobar. Costo: 40 euro a persona. Inoltre: possibi-lità di cena in camera a lume di candela, pacchetti-camera e cena per la coppia a partire da 180 euro. I pacchetti sono tut-ti comprensivi di: spumante in camera al check-in, dolce omaggio della Direzione, colazione in camera la mattina seguente. Ogni pacchetto può essere personalizza-to in base alle vostre richieste. Le camere sono arredate con mobili in stile e dotate di tutti i comfort; suite con idromassaggio (vedi pp. 38-39).

INFo: 06.61597054

www.relaiscastrumboccea.it [email protected]

GUSTO E ALLEGRIA ALLA TAVERNA RoMANA (NAUTICO)14 febbraio – 5 marzo – 8 marzo Via Fratelli Bandiera, 2 Ladispoli (RM)

Con il trasferimento dell’attività presso il Nautico di Ladispoli, La Taverna Romana accoglie i clienti in un ambiente molto più spazioso e luminoso, ideale per festeg-giare ogni genere di evento. Le due sale, infatti, possono ospitare un totale di 200 commensali. La cucina mantiene le sue peculiarità caserecce e i piatti classici della

tradizione capitolina, conditi sempre dalla vivace ospitalità dello staff. Il padrone di casa Vittorio, sempre pronto ad accoglie-re i clienti come amici, propone 3 eventi di sicuro divertimento. 14 febbraio (San Va-lentino): Menu degli Innamorati con carne e pesce, Musica dal vivo con Giancarlo de La Parolaccia. 5 marzo (Serata di Carne-vale): Menu fisso, Stornellate e Balli in al-legria. Costo: 30 euro. 8 marzo (Spettaco-lare Festa della Donna): Menu di Venere, Musica dal vivo e Spogliarello Piccante! In più, tutti i venerdì e sabato Musica Live; il sabato anche Balli di gruppo. Mercoledì chiuso.

INFo: 347.5392650

RISTORANTEWINE-BARTAPPEzzERIAGRAzIELLADi originale questo locale ha già il nome. Tappezzeria graziella è aperitivo, cena e dopocena. Un’ampia cantina di vini e un menù che guarda sempre alla tradizione in un ambiente giovane, innovativo e molto accogliente. Un luogo di ritrovo per tutti, anche per l’arte del nostro litorale. Musica live, mostre di pittura e fotografia, carat-terizzano le nostre serate. La Tappezzeria Graziella rimane a disposizione per espri-mere qualsiasi tipo di arte: se sei un’artista, un musicista, una ballerina o un attore, non esitare a venire, daremo la possibilità di esprimerti e farti conoscere.

12 Febbraio: Terzo Grado 25 euro menù fissoingresso libero

14 Febbraio:San Valentino 25 euro menù fisso dedicato ingresso libero25 Febbraio:Music Live Yellow Mellow 25 euro menù fisso - ingresso libero5 Marzo:Festa di CarnevaleCena a buffet + Open bar dj set 20 euro8 Marzo:Festa della Donna25 euro menu fisso dedicato20 Marzo:Aperitif-Mostra con Elisa Fuscoe Marco MorraDj set - SOMO - Lorenzo Pompadrink + buffet no limits 8 euro

Via Milazzo 10, Ladispoli (Rm)tel. 06.9946085cell. 3393967448; 3398457755

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ilPunto...50

CoRSo SUL VINo

Dal 3 marzo al 7 aprile, ore 20Bar degli Elfi, Piazza Risorgimento, 12 – Cerveteri (RM)

L’associazione enogastronomica Figli di Bacco organizza un nuovo corso teorico e pratico sul vino. Le 7 lezioni, tenute dai professori Antonio Mizzitelli e Paolo Peira, si svolgono tutti i giovedì alle ore 20, a par-tire dal 3 marzo. Iscrizioni entro il 19 feb-braio. Costo: 185 euro più 8 euro tessera associativa.

INFo: 393.0942812 – 347.7278819www.noifiglidibacco.it [email protected]

SERATE GLAMOUR AL BAR CASSANDRI14 febbraio – 3 marzo – 8 marzo Viale Manzoni, 40 – Cerveteri (RM)

Al Bar Cassandri le serate si vestono di un look giovanile, glamour, divertente ed elettrizzante. Grazie all’intuizione e al buongusto del giovane proprietario Matteo Mercantini, il locale è considerato sempre più un luogo trendy dai ragazzi del com-prensorio. Con ben 200 mq dedicati allo svago e un’offerta di cocktail davvero al-lettante, Bar Cassandri presenta un calen-dario eventi di tutto rispetto. 14 febbraio (San Valentino): Mega Aperitivi a 8 euro con sorpresa (su prenotazione), da degu-stare in due nella confortevole sala relax a lume di candela. 3 marzo (Giovedì Gras-so): Serata Disco-Pub con allestimenti carnevaleschi e follie varie. 8 marzo: Serata musicale a sorpresa con tante festose bollicine. Tutti i venerdì e sa-bato: Serate Pre-Disco con cocktail a gogò e una fresca ondata di buona musica. Bar Cassandri è anche ta-vola calda, caffetteria, articoli da regalo, biliardi, maxi schermi, superenalotto, ricariche online, visure catastali e motorizzazio-ni, pagamenti bollette, index point e scommesse. Da pro-vare le birre artigianali italiane e belghe!

INFo: 339.7107442 Facebook; Bar Cassandri – Caffè Cassandri

SOUND EVENT AL Jo’S CAFÈ

Dal 12 febbraio al 16 aprile

Viale Manzoni, 40 – Cerveteri (RM)

Tra i locali più cool di Ladispoli, il cocktail bar e restaurant Jo’s Cafè propone una se-rie di effervescenti eventi musicali. Il calen-dario, siglato dal direttore artistico Franco Pierucci, offre un ricco ventaglio di parteci-pazioni. 12 febbraio: Popcorn acoustic duo (rock unplugged). 19 febbraio: Viva La Vida (Coldplay tribute unplugged). 26 febbraio: Tom & Jerry (Simon & Garfunkel tribute). 5 marzo: Frati Battisti (Lucio Battisti tribute). 12 marzo: U2 Celebration (unplugged U2 tribute). 19 marzo: Mark Hanna acoustic duo (rock & blues unplugged). 26 marzo: Alessandro D’Orazi acoustic duo (pop rock unplugged). 2 aprile: Statale Duo (rock unplugged). 9 aprile: Hot String (country rock unplugged). 16 aprile: Square Dance acoustic duo (country unplugged). Il locale offre anche una grande varietà di cocktail, aperitivi e gastronomia con piatti espressi. Minuta ma curata la carta dei vini. Da se-gnalare il servizio ristorante dove spiccano le ricette più gustose della cucina romana.

INFo: 06.9947442www.joscafe.it - [email protected]

CENA A LUME DI CANDELA ALL’AGRITURISMo ToRRE FLAVIA 14 febbraio – 8 marzo Via del Beccaccino, snc – Ladispoli (RM)

Tra i locali che trasmettono una paca-ta sensazione d’intimità e armonia, è giu-sto menzionare l’agriturismo Torre Flavia. Grazie alla natura che lo circonda, all’arre-damento curato delle sue comode e calde sale, all’atmosfera sognante creata dalle luci soffuse delle candele e del camino, l’agriturismo di Federico e Sara è il luogo ideale per trascorrere momenti romantici e di assoluta serenità. E poi la cucina: ricca, colorata, genuina, creativa e sempre appe-

titosa. Quindi per San Valentino (14 febbraio) un’occasione da non mancare per tutti i roman-tici buongustai: lo staff propone un’incantevole Cena a lume di candela. Ecco il menu: Antipasto misto della casa; Assaggio di pri-mi (Risotto con bresaola al profu-mo di lime; Tagliatelle al tartufo); Filetto di maiale al barolo con frutti di bosco accompagnato da tortino di spinaci e provola; Cioccolatini al fondente con crema di mascarpone e fragole. Una vera delizia! Il tutto

accompagnato da un buon calice di vino. Costo: 60 euro a coppia, bevande incluse. Lo staff organizza anche una serata specia-le per l’8 marzo, in occasione della Festa della Donna, con menu fisso e alla carta. INFo: 331.2772234 – 340.541573

www.agriturismotorreflavia.com [email protected]

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ilPunto... 51

SAPORI ROMANTICI AL RISTORANTEIL CAMoSCIo

14 febbraio – 8 marzo Via Cantagallo, 13 Ceri Cerveteri (RM)

A poco tempo dalla sua riapertura, il risto-rante Il Camoscio è di nuovo tra le mete più ambite dai buongustai che animano il litorale. E i motivi del suo successo sono semplici: una cucina dai sapori genui-ni, frutto di ingredienti di alta qualità, che offre al palato gusti nitidi e sicuri; una struttura ampia e luminosa, calda e acco-

GITA A S. GIOVANNI ROTONDO E MINICROCIERA CON SoLoMoNDo 26-27 marzo / 23-26 aprile Agenzia Viaggi SoloMondo, Via Duca degli Abruzzi, 58 – Ladispoli (RM)

26-27 marzo (Visita al Santuario di S. Pio da Pietrelcina): 26 marzo, partenza in pul-lman GT da Ladispoli per San Giovanni Ro-tondo, pranzo in hotel, pomeriggio libero, cena in hotel, serata libera, pernottamen-to. 27 marzo, colazione e visita a Monte Sant’Angelo, pranzo in hotel, degustazione di prodotti tipici, rientro nel pomeriggio. Co-sto: 149 euro. Dal 23 al 26 aprile (Minicro-ciera per Single): splendida minicrociera, andata e ritorno da Civitavecchia a Barcel-lona, a bordo della Cruise Roma (Grimaldi Lines), 4 giorni e 3 notti. Cabina doppia in-terna 295 euro. Cabina singola interna 390 euro. Cabina doppia esterna 340 euro. Cabi-na singola esterna 440 euro. J. Suite doppia 375 euro. J. Suite singola 540 euro. O. sui-te doppia con idromassaggio 415 euro. O. suite singola con idromassaggio 625 euro. L’agenzia SoloMondo, in collaborazione con i migliori tour operator italiani, organizza Viaggi di Nozze, Crociere, Villaggi, Viaggi or-ganizzati in pullman e per single. Ogni mese tante convenienti offerte.

INFo: 339.1606418 – 06.89716597 [email protected] AL RISTORANTE LAGHI DEL SALICE

14 febbraio – 8 marzo // Via Boccea, Km 15 – Roma

Laghi del Salice è una struttura imponente con ben tre ristoranti per tutte le esigenze e per ogni occasione: la Sala Blu (dove cenare e ascoltare musica live); la Sala Dancing (per mangiare e ballare in compagnia delle migliori orchestre); il Ristorante Pizzeria (dove gustare le appetitose ricette della cucina tipica). Un vero tempio dello svago all’interno di un parco con tre laghetti per la pesca sportiva. Tutti i mercoledì e venerdì lo staff pro-pone il karaoke; venerdì, sabato e domenica: balli con musica dal vivo (liscio, standard, latino americano, balli di gruppo). Menu degli innamorati, 14 febbraio (San Valentino): Turbante di prosciutto con masticanza, insalata di funghi e grana; Fagottino di crespelle alle melanzane in salsa rosa, Casarecce funghi porcini e salsiccia; Rollatina di vitello, prosciut-to, salvia con cipolline, Piselli brasati; Dolce degli innamorati con scagliette di cioccolato bianco e scuro; acqua, vino, spumante. Costo: ingresso con menu 30 euro. Inoltre: presti-giosa suite in omaggio estratta tra tutti i presenti presso il Relais Castrum Boccea. 8 marzo (Festa della Donna): Carpaccio di bresaola con puntarelle e mimosa d’uovo; Ravioli dello chef, Risotto zucchine e gamberetti; Torretta di manzo con formaggio fuso e rosa di zucchine grigliate, Zuppa di polpo e ceci; Patate al rosmarino; Dolcetto al profumo di mimosa; acqua, vino, spumante. Animazione. Costo: ingresso e menu 30 euro. Possibilità di affitto delle sale per compleanni e feste, della Sala Disco per eventi o feste di 18 anni. Si organizzano feste per bambini con animazione.

INFO: 06.61597303www.laghidelsalice.it – [email protected]

V. Duca degli Abruzzi 58, LadispoliCell. 339.1606418

Agenzia viaggi & turismogliente, immersa nel verde e con una vista magnifica sul borgo medievale di Ceri; in-fine, l’atmosfera garbata e confidenziale che si respira grazie all’ospitalità schietta di tutto lo staff. Ecco due eventi da segna-re in agenda. 14 febbraio (San Valentino): in occasione della Festa degli innamorati il ristorante resta aperto anche lunedì 14 febbraio, proponendo una Serata a lume di candela dedicata alle coppie con menu tradizionale della Casa rivisto e corretto per la ricorrenza. È previsto un omaggio alle coppie. Gradita la prenotazione. 8 marzo: una Serata dedicata a Lei, non più la classica Festa della Donna ma una sera-ta che l’uomo dedica alla propria compa-gna. Menu tipico de Il Camoscio elaborato appositamente per l’evento. Omaggio alle signore. Gradita la prenotazione.INFo: 06.99207299 – 389.1345808 www.ilcamoscio.it

Eventi

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ilPunto...52

Chardonnay IGT Lazio

Per rendere ancora più tra-volgente e sensuale la notte

di San Valentino, l’azienda vitivinicola Poggio degli Etru-

schi consiglia il suo Char-donnay IGT Lazio. Un vino ottenuto da uve Chardonnay in purezza vinificate in bian-co provenienti da vigneti dei Colli Etruschi dell’antica Agyl-

la. Dal colore giallo paglierino, dal gusto morbido e asciutto e

dal profumo intensamente frut-tato, è ideale per i menu a base

di pesce che solitamente carat-terizzano le cene romantiche nel

giorno degli innamorati. Vol. 13%, va servito fresco (10-12 °C). L’azienda

Poggio degli Etruschi, diretta dal valente winemaker Vincenzo Fedeli, è una cantina efficiente dove il profondo legame con la terra e l’indiscussa qualità del terroir per-mettono la nascita di vini dalla forte perso-nalità, come Merlot, Falanghina, Greco, S. Paolo Rosso e Bianco. A ciò s’aggiunge la produzione di olio extravergine d’oliva e di miele d’eucalipto e millefiori. Ottimo anche il vino Novello S. Leonardo.

Azienda vitivinicola POGGIO DEGLI ETRUSCHI

Via San Paolo, 2 – Cerveteri (Roma) Tel. 06.9943610

BACCo SI MASCHERA DA CUPIDoCoN IL VINo DI PoGGIo DEGLI ETRUSCHI

SI BALLA CON GUSTO AL NEVADA NEw

14 febbraio – 5 marzo – 8 marzo Via Casal dei Venti, 31 – Loc. Monte-roni Ladispoli (RM)

Grazie alla nuova gestione al Nevada New è cambiata musica. Lezioni di ballo, buona cucina, live music e soprattutto un’ampia proposta di eventi hanno determinato il

UN DOLCE SAN VALENTINO AL BAR MR. CoFFEE 14 febbraio – 3 marzo – 8 marzo Via Genova, 20/a – Ladispoli (RM)

Se amate le dolci coccole profumate della cioccolata calda, se pensate che l’antico ‘cibo degli dei’ Maya sia un romantico al-leato dell’amore, se desiderate scaldare il cuore e regalare dolcezza al vostro part-ner, la golosa proposta del bar Mr. Coffe è quello che fa per voi. Jessica e Roberta,

le briose titolari del bar, hanno preparato infatti un aperitivo di San Valentino che ha tutto il sapore del romanticismo più deli-zioso. 14 febbraio: Aperitivo dedicato alle coppie con Fonduta di cioccolata e frutta fresca. L’aperitivo diviene così un gioco sensuale, con i pezzi di frutta da immerge-re nel cioccolato fuso e la luce soffusa del fornelletto che scalda la bevanda. Per tutti gli altri giorni la fonduta è su ordinazione. 3-8 marzo: per Giovedì e Martedì Grasso lo staff propone Aperitivi Gustosi & Spirito-si con frappe e castagnole. 8 marzo: Ape-ritivo al Femminile, nel giorno della Festa della Donna, con allegre bollicine e fiori.

INFo: 06.99222608 Facebook; Bar Mr. Coffee

successo di questo bel locale situato nel quartiere Monteroni di Ladispoli. Tre serate di sano divertimento caratterizzano febbra-io e marzo. 14 febbraio (San Valentino): Menu fisso con musica dal vivo (Liscio and Soda). 5 marzo (Veglionissimo di Car-nevale): Aperitivo della Casa, Antipasto di Carnevale, Gnocchi tricolore, Pollo al curry e mandorle, Patate al forno, Insalata mista, Frappe, caffè e spumante. Musica tra-volgente con i bravi Ulisse e Sabina e tanti balli in allegria. La maschera è facoltativa. Co-sto: 20 euro. 8 marzo (Festa della Donna in maschera): Aperitivo della Casa, Antipa-

sto Nevada New, Fettuccine radicchio e speck, Scaloppine ai carciofi, Insalata mista, Torta mimosa, caffè e spumante. Musica dal vivo. Costo: 23 euro. Il locale è dotato di una vasta sala da ballo e di una spaziosa area dedicata alla ristorazione.

INFo: 389.0271169 – 389.0271119

Eve

nti

Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto

si consiglia di verificare l’evento contattando direttamente gli enti

organizzatori. La redazione non è responsabile di

eventuali modifiche delle date dei singoli eventi

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Lo scorso 5 dicembre il Village Fit-ness Club di Valcanneto ha ospitato un’importante manifestazione sporti-

va, un tripudio di tanti piccoli nuotatori, pro-venienti anche da altre associazioni sportive del territorio per gareggiare in un’atmosfera di festa e allegria. Con la guida del direttore Giancarlo Paolacci, la competizione ha la-sciato grande spazio alla promozione e alla condivisione dei diritti dell’infanzia, fin troppe volte calpestati e bruciati da quegli ‘adulti’ che, al contrario, avrebbero solo il dovere di proteggerli e farli crescere in un mondo a misura di bambino. L’innocenza dell’infanzia, che rende ogni nostro gesto un dono incommensurabile, apre gli occhi a tutti i luoghi del nostro pianeta dove la fanciullezza viene distrutta, sotto falsi ide-ali e ipocrite leggi. Insieme alla Onlus Save the Children, il Village ha deciso di fare qualcosa per cambiare direzione, per far sentire il proprio parere, per diventare parte di quello scudo che da anni tenta di difen-dere i bambini in tutto il mondo. Antonella Di tosto, psicologa e istruttrice di nuoto con ventennale esperienza, ci spiega che

QUANDO LO SPORT DIFENDE I BAMBINIMano nella mano al Village Fitness Club con Save the Children

Articolo di Aurora Cardinali Foto di Andriy Monastyrskyy

lo sport modella sì il corpo ma soprattutto lo spirito. È il senso del detto mens sana in corpore sano dei nostri Padri, cioè della cre-scente motivazione a migliorarsi per sé e per gli altri, che travalica i confini della competi-zione sportiva per andare a ritrovarsi in ogni ambito della vita. Così riconoscere i propri limiti e cercare ogni giorno di superarli, ac-cettare la sconfitta e raggiungere la vittoria, diventano solide basi morali per condivide-re principi che aprono le braccia ad acco-gliere il mondo intero, soprattutto quello che soffre. Perché lo sport è vita, e la vita di ognuno va sempre difesa.

http://www.savethechildren.it

ilPunto // Eventi & Solidarieta

Via A. Vivaldi, 1 - Valcanneto - Cerveteri - [email protected] - www.villagefitnessclub.it

Sala pesi e cardio fitnessScuola nuoto (piscine 25x12,5 mt)Bambini e adulti, nuoto libero,Pallanuoto, Sincronizzato,Baby nuoto

Corsi di:Hip-hop, Karate (bambini e adulti), MMA,

prepugilistica, Fitness, Ginnastica artistica, Spinning, Pilates, Ginnastica posturale

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Da semplice ‘stanza’ nascosta e quasi segreta, a fulcro creativo e innovativo della casa. Questa

la nuova fisionomia della cucina trac-ciata dal lifestyle più all’avanguardia, secondo cui la preparazione dei piatti si trasforma in un momento ricercato,

capace di regalare benessere e relax. La cucina diventa così non solo un sem-plice luogo fisico ma anche uno spa-zio psicologico, punto d’incontro tra l’interno della casa e l’interiorità delle persone che vi dimorano, dove la con-vivialità e il piacere di stare insieme

si armonizzano con la raffinatez-za e l’attenzione per i dettagli. Uno spazio che si apre alla con-divisione, da vi-vere in coppia o con gli amici, dove il gusto e i profumi si fondono perfet-tamente con il design e l’arre-damento, con la musica e le luci,

in un’esperienza multisensoriale e in un gioco creativo che appaga e unisce. Si tratta di un trend ormai affermato a livello internazionale che insegna un nuovo modo di vivere l’ambiente cuci-na, coniugando le più innovative e fun-zionali soluzioni d’arredo con l’idea tradizionale del focolare domestico. È l’antico oikos greco, l’ambiente in cui si vive, che si arricchisce di tutte le possibili declinazioni della modernità. È il luogo in cui esaltare la propria cre-atività, comunicando il proprio modo di essere, di vivere e di gustare. Per studiare la scelta giusta, l’abbinamento migliore tra materiali, oggetti d’arredo e la propria personalità, è importante affidarsi ad un interior designer e ad aziende di comprovata professionali-tà. Nella tua cucina allora si realizzerà il connubio perfetto tra design e cibo, tra arredamento e sapori: il buongusto come esperienza totalizzante!

Per le nuove tendenze è il vero centro trendy della vita domestica

CUCINA, BENVENUTI NEL CUORE DELLA CASA

ilPunto // Casa & Cucina

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ilPunto... 55

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ilPunto...56

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Sposi

Casa del RegaloArticoli da regalo - Liste di nozzedi Paola e Maria

Via dell’Ippocampo, 4 Ladispoli (Rm) tel 06.9911660

MichelottoAlbani

Foppa PedrettiSerafino Zani

Il 2011 sarà l’ anno dei matrimoni regali,che detteranno le regole dello stilee delle nuove tendenze

Rubrica a cura di

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“La bellezza delle coseesiste nella mente di chi osserva”Rossella Malgeri, titolare Art and Fashion

Il matrimonio più atteso è sicuramente quello di William e Kate, per il quale non è stata ancora fissata una data ma che già fa tendenza. Basti pensare all’anello di fidanza-mento donato dal principe William a Kate, appartenuto a Lady Diana, che ha fatto tornare in auge, tra i colori scelti per il matrimonio, il turchese e il blu, quest’ultimo elet-to colore dell’ anno. Blu estremamente elegante, soprattutto se il matrimonio è di sera e nei mesi invernali. Il blu è sem-

I pre una scelta vincente. Anche in questo caso vale la stessa regola degli abbinamenti: l’effetto cromatico spiccherà mag-giormente se al blu vengono abbinate le sue differenti sfuma-ture e altri colori come il grigio/argento, l’azzurro e il bianco ottico. A grande richiesta tornano anche i colori classici del matrimonio, l’avorio e il bianco, abbinati ad un più moder-no bronzo bruciato

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Tutto per gli sposidalla bomboniera

al gioiello

Idee bril lantiNella scelta della bomboniera, oltre al buon gusto, è giusto orientarsi verso qualcosa che

richiami un ideale condiviso dagli sposi. Da noi trovate tante idee per tutti i budget: dalle

creazioni in cristallo, argento e vetro diMurano fino alle prestigiose bomboniere di

Carlo PignatelliMaria Petruzzi,

titolare Preziosità - Ladispoli

ilPunto Sposi58

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ilPunto...

Come la regola vuole, una volta scelto il tema del colore,lo ritroveremo negli accessori, nelle partecipazioni,nell’ allestimento della mise en place,nelle decorazioni floreali e nelle bomboniere.Per il bouquet pensiamo a qualcosa di total white,quindi a delle rose Vendela e del Mughettoimpreziosite da piccole pietree nastri che richiamo il colore sceltocome tema principale del matrimonio

CLoreta Fiori

Ladispoli (RM) V. La Spezia, 18/G Tel. 06.9912666 Cell. 333.5889378V. Settevene Palo, 11/B Tel. 06.89014704 Cell. 345.6221497

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ilPunto Sposi 59

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Per il trucco della sposa ci ispiriamo alle variegate sfuma-ture marine e ai colori pastello della primavera! Un tocco di azzurro, il rosa in tutte le sue nuance e l’oro. Sulle lab-bra un delicatissimo gloss rosa. Per le spose very fashion si punta tutto sullo sguardo stile mediorientale. L’eyeliner per allungare l’occhio e dare profondità allo sguardo. Per un

P acconciatura glamour scegliamo un look semplice, raccolto se medio-lungo, o sciolto e ondulato se le chiome sono molto lunghe; pochi e discreti gli oggetti che lo impreziosicono, tra perline, fiori freschi e diademi, mentre il velo da sposa è il vero ritorno per il 2011, accessorio molto richiesto dalle fu-ture spose italiane

Una splendida locationimmersa nell’ambiente naturale

della campagna ceretanae disseminata di angoli incantevoli.

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Dove si realizzano i sogni

Istituto di bellezza Firenze

Via delle Rose 2/4 (ang. Campo sportivo) Tel 06.9949298 - Ladispoli (RM)

ilPunto Sposi60

Page 61: ilPunto Febbraio/Marzo 2011

Il Sommelier consiglia

Il vino degli innamorati

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R

di Giancarlo Bertollini (AES)

BBrillat-Savarin scrive: “Un pasto senza vino è come un giorno senza sole”. E questo è ancora più valido se ci riferia-mo a un banchetto nuziale. Scegliere con cura il vino giusto per il menu di nozze è infatti un altro degli elementi che con-traddistinguono una festa indimenticabile. Per un convito nel mese di febbraio, quando le temperature sono ancora basse, è preferibile un vino dalla forte personalità, capace di accompagnare un menu dai sapori robusti. Pensiamo a un rosso del Veneto, ottenuto da uve raccolte a mano nei vigneti di Negrar: il Valpolicella Le Poiane DOC Classico Su-periore dell’azienda Bolla (VR), fondata più di 125 anni fa. Colore rubino profondo, spiccato sentore di frutta matu-ra, vaniglia e pepe nero. Al gusto è caldo, pieno e avvolgen-te, con un piacevole fondo di confettura. Alcol 14%. Per-fetto con carni rosse alla brace, cacciagione, brasati, stracotti e formaggi saporiti. Va bevuto a temperatura ambiente (18 °C) come tutti i vini a lungo affinamento, meglio se decantato in caraffa. Se invece il banchetto di nozze si festeggia intorno !

In più propone anche liste di nozze con una serie di articoli da regalo come le porcellane Rosenthal, con incisioni di splendidi decori del nostro stilista italiano Versace e altre importanti ditte di porcella-ne e ceramiche

Ricci Arredamenti 1962 da quasi mezzo secolo è simbolo di qualità e onesta imprenditorialità nel territorio a nord di Roma, con vasta e qualificata esperienza nell’arredo di interni, con mobili di alto artigianato italiano e le migliori f irme del settore.

all’equinozio di primavera, cioè a fine marzo, allora la scelta può essere un vino più ‘marinaro’ proveniente dalla costie-ra grossetana, nella Maremma: il Litorale Vermentino IGT di Val delle Rose (GR). Un vino fresco dal colore paglierino dorato e con una gradevole fragranza di frutta esotica. Al palato è secco, pieno e piacevolmente fruttato. Alcol 12,5%. Eccellente con piatti a base di pesce anche ela-borati e crostacei arrostiti in salsa. Va bevuto giovane, a 12 °C. Per le bollicine, che hanno il compito di rendere ancora più effervescenti le nozze, si consiglia un Ortrugo Spuman-te Brut dell’azienda agricola Piani Castellani (PC), nata nei primi del ‘900. Esaltante la freschezza del fine bouquet che riesce a sprigionare. Il perlage è sottile e persistente, il co-lore è giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Grazie al suo sapore secco, morbido e fresco è un ottimo alleato per entusiasmare i vostri ospiti e rendere indimenticabile ogni brindisi. Vol. 11,5%. È preferibile servirlo freddo, a 8 °C, ma mai ghiacciato. In alto i calici, evviva gli sposi

ilPunto Sposi 61

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Servizi di cateringMusica di intrattenimentoDecorazioni floreali

A 500 mt. chiesetta storica del Borgo SassoCandele e suggestivi effetti di luceAnimazione per bambiniConvenzione con un piccolo albergo vicino

Sotto piante secolari un’elegante atmosfera perricevimenti, banchetti, pranzi, matrimoni...

Le Querce Incantate

Via Monte Bello 22Località Sasso, Cerveteri (RM)Tel 06.99079141Cell [email protected]

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La porta del nuovo anno si è appena aperta, febbraio e marzo ci offrono un evento che forse oggi ha perso molto

del suo significato originario. Scherzi, burle, schiamazzi, dissolutezza, caos. È il momento dell’anno in cui ognuno, mascherandosi, può essere chiunque impersonando ruoli che nella vita di tutti i giorni non gli appartengono. È la festa che abolisce la serietà e il rigore, in cui ogni scherzo vale: stiamo parlando dell’arri-vo di Re Carnevale! Ma parlando d’arte, il carnevale, con i suoi colori e la sua confusio-ne, mi fa pensare alla nostra epoca artistica, all’arte moderna e contemporanea, satura di contraddizioni che sconvolgono le forme gettando i criteri interpretativi nell’anarchia e nel caos. Sembra questo un momentaneo scioglimento dagli obblighi dei canoni stili-stici precedenti, addirittura un rovesciamento dell’ordine artistico e la conseguente messa in dubbio della ricerca dell’idea di bellezza.

Il nostro tempo mo-derno è caratterizza-to da uno stile non più ben definibile, riconducibile ad

un non-stile ‘carne-valesco’, dove tutti

IL CARNEVALE DELL’ARTE

DANZA D’OBLIOOlio su tela (80x80)

In occasione della festa di San Valentino vi pre-sento un dipinto in cui il tema della coppia può assumere varie interpretazioni. Dall’abbraccio danzato fra creature mortali all’armonioso incon-tro cosmico tra le forze metafisiche del femminino e del mascolino, dello yin e dello yang. Il regalo ideale per la festa degli innamorati.

Articolo diAndrea Cerqua (artista)

Dipinto presentato alle selezioni del premio ArteLaguna 2011

OSIRIDEOlio su tela (60 x80)

Un omaggio alla donna e al mistero dell’univer-so femminile con un dipinto che a mio avviso è un’immagine sacra e profana allo stesso tempo. Le forze generative aprono la porta al mondo manifestato e sollevano il velo dell’ignoranza di-schiudendo l’accesso ai segreti dell’esistenza. Un dono inestimabile per la donna della vostra vita.

Dipinto di copertina del libro A scuola dimagrendodi M. Paris e E. Ghezzi (Ed. Lalli).

INFo:320.1662965

[email protected]

possono fare arte ed ognuno può fregiarsi del titolo di artista. Così artista diviene colui che semplicemente compie un gesto o impone alle masse un prodotto arbitrariamente chia-mato arte. Ecco che ciò che è arte diviene irriconoscibile da ciò che non lo è: è il caos, come nel carnevale. Ma il carnevale è soprat-tutto una festa che una volta terminata rin-

nova l’ordine costituito garantendolo per un altro anno. Chissà se il nostro non-stile attua-le sia paragonabile ad una sorta di carnevale che prepara un nuovo periodo artistico, in cui i valori veri dell’arte emergeranno purifica-ti e “rivelativi di quella sostanza misteriosa che fa di una semplice cosa un’opera d’arte irripetibile e insostituibile”.

Dalby BarNuov

a

apertura

Snack bar - Caffetteria - Drink e cocktail

Sempre aperti (orario continuato)

Via Antonio Vivaldi, 39/41 Valcanneto (Cerveteri)

Aperitivi

strepitosi

Nuova

apertura

ilPunto // GustArte

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Direttrice, cos’è Corrispondenze? È una rassegna di Danza Autoria-le, che unisce coreografi e performer dell’attuale panorama della danza contemporanea italiana nella sua ac-cezione più ampia (dalle tecniche alla contaminazione, dal modern alla speri-mentazione, dal teatro/danza all’inno-vazione), con lo scopo di fornire un pic-colo ventaglio dell’immenso panorama della diversità che si nasconde dietro la parola ‘contemporaneo’, ossia ap-partenente alla nostra attuale epoca. La rassegna è patrocinata dall’AICS e vede la collaborazione dell’asses-sorato alla Cultura del Comune di Ladispoli e dell’associazione Core. Il titolo richiama alla men-te una nota poesia di Baudelai-re. Perché ‘corrispondenze’? Si riferisce alla reciprocità tra diver-se espressioni artistiche. La rassegna infatti prevede anche Incontri d’Arte, dove accanto alla danza si lascia spazio alle altre arti attraverso eventi multidi-sciplinari ad essa correlati, come mo-stre, musica live, proiezioni video, istal-lazioni, incontri e master class. Inoltre, la peculiarità di questa rassegna è

quella di affiancare artisti già affermati accanto a giovani ed emergenti, riuni-ti insieme nello Spazio Performativo Multidisciplinare Agorà (all’interno del centro Profession Dance, ndr), un pal-coscenico in simbiosi con il pubblico, dove gli artisti potranno relazionarsi tra di loro e con gli spettatori in un dia-logo-confronto-scambio avente come obiettivo la reciproca crescita. Per que-sto alla fine di ogni spettacolo è previ-sta una tavola rotonda con il pubblico. Qualche informazione per iscriversi?

La partecipazione al bando, che scade il 14 febbraio, è completamente gratui-ta. Il bando è aperto, senza limiti d’età, a Compagnie (sovvenzionate e non), coreografi, performer, artisti di arte figurativa (pittori, scultori, fotografi) e musicisti. La rassegna si svolge a marzo e aprile presso il centro Profes-sion Dance di Ladispoli e comprende 4 weekend con 8 serate di spettacoli pre-cedute da 4 eventi multidisciplinari. In-somma, un’occasione unica per vivere un’autentica festa dell’arte!

Si apre a marzo la I edizione della Rassegna di Danza organizzata dal centro Profession Dance. Ce ne parla la direttrice artistica Paola Sorressa

INFO: ACSD Profession Dance Via Nevada 5 Ladispoli (RM)

Tel/Fax 06.9912500 cell. 347.5938218

[email protected] www.professiondance.it

CORRISPONDENZE 2011ilPunto // Danza

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Un saluto agli amici lettori. In questo numero mi occuperò della situazione imposte e tasse. Si fa un

gran parlare in questo periodo di imposte e tasse, da più parti si succedono sondaggi su quali siano le tasse più odiate dagli italiani, sembra che le ‘magnifiche’ tre siano: canone Rai, bollo autovetture, imposta comunale sugli immobili. Bisogna però distinguere tra imposte e tasse. Le imposte rappresentano una prestazione coattiva, di

regola pecuniaria, dovuta dal contribuente, senza alcuna relazione specifica con una particolare attività dell’ente pubblico. Le tasse si differenziano dall’imposta in quanto applicate secondo il criterio della controprestazione, in buona sostanza, la tassa è collegata alla richiesta da parte del singolo di una specifica prestazione dell’ente pubblico. Orbene, forse il problema diventa proprio questo: il cittadino non percepisce la controprestazione dell’ente pubblico.

Non a caso, nell’indagine Censis c o m m i s s i o n a t a dai dottori c o m m e r c i a l i s t i emerge un dato contrastante con la pressione fiscale percepita dai cittadini: “Oltre il 55,7% del campione intervistato (mille persone comprese tra i 25 ed i 70 anni) preferirebbe

pagare di più ma avere più servizi”. Altro dato interessante della ricerca è dato dall’individuazione del problema dei ‘furbetti’: secondo il 44% del campione l’evasione fiscale è indicata come il problema principale del fisco. La sensazione diffusa è che sono sempre tanti quelli che, nonostante i modelli messi a punto dal fisco per stanare gli evasori, continuano tranquillamente a farla franca, sottraendo materia imponibile e facendo ricadere sui contribuenti virtuosi il peso dell’evasione. Vediamo quali sono le misure principali messe a punto dal fisco per bloccare l’emorragia dell’evasione: nuovo redditometro, scontrini fiscali parlanti per importi superiori a 3.600 euro, blocco delle compensazioni per chi ha debiti d’imposta superiori a 1.500 euro. Effettivamente, un po’ pochino per tutti i dati che hanno a disposizione gli uffici dell’Amministrazione finanziaria, che potrebbero chirurgicamente scovare gli evasori, senza ricorrere a schedature di massa, obiettivamente confliggenti con quel poco di privacy che resta nel nostro Belpaese.

Articolo di Massimo Rosati dottore commercialista www.studiorosati.com

E IO PAGO!Viaggio tra imposte e tasse: il tarlo degli italiani

ilPunto // Economia & Finanza

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SCANDALO DIOSSINA

L’ennesimo allarme alimentare, che si prepara a turbare i sonni dei consumatori europei e delle autorità sanitarie, si è manifestato con un caso clamoroso che, purtroppo, è

solo la punta di un iceberg dalle dimensioni molto più vaste. Il bub-bone, in realtà, era già scoppiato nel lontano 25 luglio 2008, quando la Commissione Europea, durante un controllo casuale sempre in Germania, scoprì una grande quantità di diossine, pentaclorofeno-lo e furano in un prodotto alimentare - probabilmente yogurt – ed il 22 agosto successivo una filiale periferica della multinazionale Danone in Romania in-terruppe bruscamente l’intera produzione di yogurt alla frutta, scatenando il panico e un’ondata di ritiri di prodotto con fermo a catena della filiera anche per altre grandi aziende. Così come ha ricostruito all’epo-ca l’inchiesta della testata Il Salvagente, la Commissione Europea scoprì che la con-taminazione era dovuta ad un additivo addensante, il guar gum o E412 (farina di guar), presente anche in numerose altre tipologie di prodotti, alimenti die-tetici destinati a persone diabetiche o celia-che, carne in scatola, gelati, dolciumi e salse, e distribuito in tutta Europa dall’elvetica Unipektin che lo impor-tava in esclusiva dall’India. Per ogni grammo di guar si trovarono 406 pi-cogrammi di diossina, mentre il mas-simo consentito dalla Commissione europea varia da 1 a 6 picogrammi, in relazione al tipo di prodotto. Il fatto più grave allora fu che le analisi rilevarono presenza consistente di diossina nel guar gum sin dal 2006. Questa volta, a soli due anni di distanza da quella crisi, in Germania sono tanti gli alleva-menti di polli, tacchini e maiali coinvolti a causa di mangimi conte-nenti la sostanza incriminata. La diossina rilevata nelle uova e nel-la carne di maiale è dovuta a un lotto di sostanze di uso industriale utilizzate illegalmente nella fabbricazione di mangime animale. È evidente l’uso criminale e premeditato di materiali di scarto da ‘ri-ciclare’ attraverso la zootecnica. A questo punto, una vera bufera si sta abbattendo sull›immagine alimentare tedesca (ricordate lo scandalo delle mozzarelle blu?) e il rischio delle contaminazioni

sembra essere diventato un vero e proprio vaso di Pandora. Si ten-ga presente che la diossina – o meglio le diossine, perché esistono anche i ploliclorobifenili, tutte sostanze che recano con sé numerosi atomi di cloro esavalente – sono sostanze chimiche estremamente pericolose per la salute, in quanto agenti cancerogeni riconosciuti. Hanno la tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi e, di conse-guenza, anche un’esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni molto seri alla salute. Nel nostro piccolo puntiamo i rifletto-ri degli operatori alimentari e della ristorazione su tre argomenti a

noi cari per la sorveglianza e la sicurezza alimentare del consumatore/cliente. Prima di tutto evitiamo ac-curatamente, se possibile, ogni tipo di additivo e ri-fiutiamo prodotti confezionati ‘ricchi’ di sostanze additive riconoscibili dalla lettera E. Secondo punto, manteniamo alta la filosofia di filiera corta: privilegia-te prodotti tipici tradizionali italiani ed a Km 0, ovvero

prodotti in zona e distribuiti in giornata. Il fresco privilegia i sapori e i profumi, esalta i valori

nutrizionali. E ricordate che tutto ciò che arriva da lontano costa poco a chi specu-

la e impoverisce di più chi lo produce! Terzo punto, leggete le etichette:

controllate zona di produzione o allevamento, verificate la data di scadenza, se vedete etichette so-vrapposte fate attenzione. Evita-te merce che viene da lontano. La

globalizzazione dei mercati avviene già da molti anni in agricoltura con danni

spaventosi alla salute pubblica e all’ecosistema ambientale per eccesso di pesticidi, antibiotici, anabo-

lizzanti, ecc. Non è filosofia spicciola, provincialismo qualun-quista: si tratta di conservare e tramandare le bellezze e le preziosità enogastronomiche della nostra terra. La legge viene in nostro aiuto, basta saperla usare. Chi si ricorda che ogni anno in azienda si deve fare, in applicazione del protocollo hACCP, l’analisi dei prodotti in entrata, fresco, crudo e surgelato? Siete sicuri che i vostri fornitori siano tutti dei galantuomini? Controllate sempre il corretto manteni-mento della catena del freddo? In ogni caso esistono aziende e strut-ture che vi consentono, a costi molto ridotti, l’analisi microbiologica e chimica sia per i prodotti che per le superfici dei contenitori. Fatela almeno due volte l’anno!Carmine Celardo risponde alle vostre domande: 345.8801533.

Articolo di Carmine Celardo(docente e tecnico esperto di Sicurezza Lavoro ed Igiene, ispettore della Agenzia Nazionale per la Sicurezza)

ilPunto // Sicurezza Alimentare

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In questo numero valutiamo la modalità tecnica di come un soggetto in regime die-tetico sia in grado di fotografare se stes-

so, acquisendo quella coscienza che lo renda attivo nel proprio percorso. Il corpo uma-no è formato da una struttura ossea, da una struttura muscolare (o massa magra) e dal tessuto adiposo (o massa grassa). Quando il tessuto adiposo ec-cede dalla quantità fisiologica di riserva di grasso, parliamo di sovrappeso o di obesità. L’obesità è causa di patologie come ipertensione, cardiopatia, insuf-ficienza venosa, gotta, ipercolestero-lemia; mentre, sul versante psicologi-co, è responsabile di conflitti interiori e di patologie come disistima, complessi di colpa, problemi di non accettazione, fino ad arrivare al rifiuto della propria immagine corporea. Possia-mo definire il peso forma come il peso ideale che coincide con il massimo dell’efficienza fisica. Negli anni passati il peso forma veni-va calcolato con delle formule semplici (es. formula di Broca e formula di Lorenz); poi si è arrivati al calcolo moderno chiamato Body Max Index (indice di massa corporea). Il concetto di peso forma è fondamentale per il dietologo, che può elaborare una dieta cal-colando la quota proteica necessaria al fab-bisogno energetico del soggetto in dieta. In

ogni momento della giornata, il nostro cor-po è soggetto a subire piccoli microtraumi; ad esempio, ogni 120 giorni i nostri globuli rossi si rinnovano e le cellule dell’epidermi-de devono essere sostituite continuamente; per intervenire, diciamo così, a queste ripara-zioni, il nostro corpo utilizza maggiormente la parte proteica. A questo punto, se il dietolo-

go non prescrive una quantità proteica giornaliera corret-ta, si rischia che il corpo utilizzi la propria massa ma-gra, cioè i muscoli e la relativa perdita di peso del sogget-to in dieta non sarà collegata al vero di-magrimento (perdita di massa grassa), ma ad un processo di auto-digestione, che potremmo definire auto-cannibalismo di difesa. Dallo

schema è possibile valutare se siamo in so-vrappeso o direttamente obesi (vedi illustra-zione in pagina). A nostro parere, preferiamo definire l’obesità grave come obesità impor-tante, in quanto la parola ‘grave’ lascia un senso di irreparabile e catastrofico, che non riteniamo essere consono nei riguardi di un processo dietetico. Un’ulteriore, piccola di-stinzione ci può aiutare a fotografare noi stes-si: esistono un sovrappeso/obesità centrale (o a mela), che riguarda soprattutto gli uomi-ni, dove l’accumulo di massa grassa si trova nella parte alta del corpo; sovrappeso/obesità

Il Dr. Massimiliano Paris e la dietista Elisabetta Ghezzi, ideatori del percorso dieteticoA scuola dimagrendo, ci aiutano a comprendere il concetto di peso desiderabile

obesità, sovrappeso e peso forma

Il Dr. M. Paris e la dietista E. GhezziRISPONDONO ALLEVOSTRE DOMANDE

[email protected]

OBESITÀ E SOVRAPPESO

Sovrappesoda 0,1 kg a 8 kg

in più rispetto al peso formaObesità lieve

da 8,1 kg a 12 kgin più rispetto al peso forma

Obesità mediada 12,1 kg a 15 kg

in più rispetto al peso formaObesità grave

da 15,1 kg in poiin più rispetto al peso forma

periferica (o a pera) che riguarda le donne, dove l’accumulo di massa grassa si trova nel-la parte bassa del corpo (vedi fianchi, cosce, glutei); sovrappeso/obesità armonica dove, come appare evidente, l’accumulo di massa grassa è distribuito uniformemente per tutto il corpo. Noi preferiamo sostituire il concetto di peso forma con quello di peso desidera-bile, che più che un numero rappresenta un ‘colore’ per vivere noi stessi in piena solarità. Al prossimo incontro prenderemo in consi-derazione la composizione degli alimenti e il loro valore calorico, ricordandovi che siamo a vostra disposizione, per qualsiasi domanda o chiarimento, sull’indirizzo e-mail della ri-vista ([email protected]). Un abbraccio a tutti i lettori da Massimiliano ed Elisabetta.

Studio dietologico A scuola dimagrendoVia dei Giacinti, 2 - Ladispoli - Tel. 06.99.12.256

ilPunto // Bellezza & Benessere

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Fortunatamente per noi, oggi la medicina e la chirurgia hanno fatto dei veri passi avanti. Nel-

la medicina la ricerca è volta alla pre-venzione di patologie croniche quali i tumori. Ultimamente nel campo della ginecologia (ed andrologia) l’attenzio-ne è rivolta all’infezione dell’HPV (Hu-man Papillomavirus),virus di cui solo alcuni ceppi sono cancerogeni, sia per gli uomini sia per le donne, che viene contratto per via sessuale. Ma andiamo per ordine e parliamo prima delle don-ne: attualmente, per ridurre il rischio del carcinoma del collo dell’utero si consi-glia di vaccinare le donne all’età di 12 anni (negli USA l’età scende fino a 9 anni), ossia prima che le donne svilup-pino un’attività sessuale. La vaccina-zione non protegge del tutto e non rende obsoleta la procedura sempre valida di sottoporsi alla prevenzione del cancro dell’utero con il Pap test (test di Papa-nicolaou). A quest’ultimo si aggiunge il test per l’HPV: ma quando eseguirlo? Il test HPV deve essere sempre fatto in associazione al Pap test. Se entrambi ri-sultano negativi, il test HPV può essere ripetuto dopo tre anni. Ma se il Pap test risulta dubbio il test per l’HPV diven-ta obbligatorio. Se quest’ultimo risulta negativo, il Pap test dà allo specialista la possibilità di individuare una terapia mirata a debellare l’infiammazione tro-vata e dovrà essere poi ripetuto dopo 12 mesi. Se invece il test HPV risulta po-sitivo, la colposcopia sarà il passo suc-cessivo da compiere. Ma l’infezione da

HPV non è solo al femminile: anche gli uomini possono contrarre l’infezione nello stesso identico modo delle don-ne. Tuttavia di rado provoca problemi, soprattutto se il sistema immunitario dell’uomo è sano, ma ciò non esclude che provochi delle lesioni cutanee (con-dilomi) talvolta impercettibili mentre altre volte visibili ad occhio nudo, pre-senti nelle regioni inguinali, anali, pe-niene e scrotali. Hanno un aspetto varia-bile, da piccole chiazze squamose fino ad essere delle vere e proprie escrescen-ze pronunciate. I condilomi possono essere curati ed anche con succes-so, ma alcuni tipi di HPV posso-no provocare il cancro del pene o dell’ano. Quindi, attenzione! La positività all’HPV nel comune pensare potrebbe significare infedeltà di coppia, ma non è così: perché l’HPV può rima-nere latente per molti anni, prima che si riveli al test, agendo in maniera simila-re come il virus dell’epatite e dell’HIV. Allora come ridurre al minimo i rischi di infezione? Limitando il numero delle partner e tra di esse scegliere quelle che si comportano sessualmente allo stes-so modo; usare il preservativo, anche se non copre tutti i genitali e quindi le parti esposte possono contrarre infezio-ne; evitare il contatto con partner con evidenti condilomi nella zona anale e

La Dott.ssa Raffaella Massari (medico) chiarisce alcuni aspetti della salute dicoppia. Ecco cosa sapere per proteggere se stessi e il proprio partner

pubica; sollecitare la propria partner a sottoporsi al test per l’HPV. Per gli uo-mini, al contrario delle donne, non esi-ste vaccino! Allora care lettrici, per San Valentino o per l’8 marzo sottoporsi a visita medica specialistica ginecologi-ca e test HPV è un vero atto d’amore che la donna fa a se stessa e al proprio compagno. Per ulteriori informazioni telefonate al 06 9904960.

hpv test:infedeltà o altro?

68 ilPunto // Bellezza & Benessere

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Eccoci qui, ancora una volta lanciati nel nuovo anno con ot-timi propositi e buone intenzioni, magari un pochino preoc-cupati se dobbiamo salire sulla bilancia, ma determinati a

perdere quei chili che il periodo natalizio ci ha lasciato come ricordo del 2010. Non perdiamoci d’animo. Di solito i chili in eccesso pre-si così velocemente sono quelli che si smaltiscono più facilmente. Basta concentrarsi su una corretta alimentazione, bere di più evi-

tando bevande gassate, superalcolici, tutti i cibi troppo elaborati. Prediligere quindi la nostra dieta mediterranea, perfetta sia per la forma fisica che per la salute. Se i chili che abbiamo preso sono da aggiungere ad un peso già eccessivo per la nostra struttura, non fate l’errore di iscrivervi in palestra e ‘massacrarvi’ in discipline che per il

momento non sono adatte alla vostra preparazio-ne atletica: potreste andare incontro a spiacevoli inconvenienti. Un bella camminata veloce, maga-ri sul tapis roulant, 30’-40’ a velocità costante, tutti i giorni, porta il vostro metabolismo dolcemente ad aumentare il suo funzionamento e vi permet-

te di brucia-re i grassi stoccati in eccesso,

e non solo

gli zuccheri a cui il corpo accede più velocemente. I centri estetici vi possono aiutare mettendo a vostra disposizione trattamenti lipori-duttori, drenanti, modellanti e tonificanti di varia natura. In un buon centro estetico non ci sono più inestetismi impossibili da trattare, sempre ovviamente con il vostro appoggio. Un’alimentazione equi-librata, la costanza nel presiedere il numero di sedute consigliato, l’utilizzo di prodotti domiciliari, tutto vi aiuterà a perdere peso in modo corretto preservando il tono della pelle e il benessere fisico. Esistono inoltre macchinari che agiscono direttamente sull’adipe, altri sulla cellulite, altri ancora sulla tonificazione: gli inestetismi più comuni possono essere trattati in molti modi diversi ed efficaci. Se non vi siete mai avvicinati ad un centro estetico, ma avete deciso di iniziare a prendervi cura di voi stessi con più attenzione, un buon modo per riconoscere un centro idoneo alle vostre necessità è si-curamente quello di parlare con gli addetti alla reception: chiedete chiarimenti sia sui trattamenti sia sulle norme igieniche seguite, pre-occupatevi di conoscere gli orari di apertura per essere certi che possano fare al caso vostro e, più semplicemente, lasciatevi guidare dal vostro istinto. In un centro estetico ci si deve sentire a proprio agio, accolti con cortesia e professionalità. Per qualsiasi chiarimen-to o curiosità v’invito come sempre a scrivermi; sarà mia cura ri-spondervi nel più breve tempo possibile. [email protected]

Wellness 2011, un nuovo anno di bellezza & benessere

Articolo di Francesca Romana Francardi(responsabile commerciale Il Sole e La Luna)

Timore di salire sulla bilancia dopo i bagordi di Capodanno?Ecco qualche consiglio per chi è alla ricerca della silhouette perduta

ilPunto // Bellezza & Benessere

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Devo perdere peso velo-cemente: meglio correre o camminare?La prima cosa che consiglio è di comprare un buon paio di scarpe da ginnastica adatte e specifiche per l’attività che si andrà a pra-ticare, questo per evitare traumi e sovracca-richi errati delle articolazioni, tendini, mu-scoli e della schiena. Detto questo, per una persona che vuole perdere peso consiglierei una camminata dinamica e non la corsa, proprio perché il peso in eccesso potrebbe stressare schiena e articolazioni durante l’appoggio del piede a terra dopo la fase di volo tipica della corsa. Camminare in ma-niera veloce è un ottimo modo per bruciare i grassi, per esserne sicuri al 100% potrem-

mo armarci di cardiofrequenzimetro (ormai in commercio se ne trovano di tutti i prezzi), per monitorare costantemente il cuore ed es-sere sicuri di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati. Se non abbiamo il ‘cardio’ potremmo fare la prova del parlare: stiamo facendo un buon allenamento ‘bruciagrassi’ se riusciamo a rispondere ad una domanda senza avere la sensazione di soffocare o di non avere fiato per farlo. L’allenamento mi-gliore potrebbe essere quello di camminare velocemente per almeno 3 volte a settimana per 50’ o tutti i giorni per 30’.Meglio bere prima, dopo o durante l’allenamento?Lo stimolo della sete è un segnale – soprat-tutto mentre si pratica un’attività sportiva – di una carenza, di una necessità che ha l’or-ganismo. Per questo sarebbe meglio bere prima dell’attività sportiva, in modo che il corpo possa arrivare allo stress dell’alle-namento adeguatamente idratato e pronto. Questo potrebbe essere utile non solo per le

persone che trovano fastidioso bere du-rante la lezione, ma anche per tutti gli altri. Bere durante la lezione sportiva non è sbagliato, ricordiamoci sem-pre però che l’ acqua (o l’integra-tore) dovrebbe essere a temperatura ambiente e non fredda di frigorifero o peggio ancora ghiacciata.Usare creme per ridur-

re cm in vita e fianchi: è utile?

Sicuramente creme e gel sono utili a ren-dere la pelle più compatta al tatto, più

elastica e in parte anche a drenare i liqui-di, ma quello che consiglio sempre ai miei allievi è di non sperare di risolvere problemi estetici (che spesso sono il segno evidente di abitudini sbagliate protratte nel tempo) solo con dei preparati del genere, anche perché la crema più costosa non conterrà mai al suo interno l’ingrediente miracoloso. Il me-

todo migliore è quello d’intervenire su più fronti: correggendo l’alimentazione, sce-gliendo un’attività sportiva adeguata, inter-venendo con cure estetiche e massaggi che possano agire in quelle zone dove il grasso è accumulato da anni, e dove solo l’attività sportiva e una corretta alimentazione non riescono a risolvere efficacemente il proble-ma estetico.Ho iniziato a fare attività sportiva, ma la bilancia in-dica che il mio peso è au-mentato.Questo dipende dall’aumento della mas-sa muscolare che a parità di volume è più pesante della massa grassa. In altre parole, se nel primo mese in cui riprendete a fare attività sportiva, di qualsiasi genere, vi ac-corgete che sulla bilancia pesate di più, non vi abbattete: non state ingrassando ma solo sostituendo al molliccio e antiestetico gras-so muscoli sodi e tonici. Consiglio sempre ai miei allievi, nel primo periodo di ripresa dell’attività sportiva, non solo di pesarsi ma soprattutto di guardarsi allo specchio, per vedere se la forma del loro corpo diviene più armoniosa e se i vestiti che portano abi-tualmente iniziano a stare più larghi. Così avranno la conferma che la bilancia non è l’unico strumento di valutazione. Certo è che l’attività sportiva non deve divenire uno stratagemma per mangiare di più (e male), altrimenti l’aumento di peso sarà reale. Il modo migliore per avere risultati duraturi, oltre a praticare sport in maniera costante, è di seguire un’alimentazione controllata e corretta consigliata da uno specialista del settore che potrà valutare con test, quali l’impedenziometria e la psicometria, la re-ale percentuale della massa grassa e magra del vostro corpo e i relativi miglioramenti.

Articolo di Bruna Bartolini (insegnante di Ed. Fisica,

direttore tecnico ASD PuraVìda)

SPORT, ISTRUZIONI PER L’USORispondiamo alle domande più frequenti che si sentono in palestra

ilPunto // Il Segnapunti - Sport 71

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ilPunto...74

ScorpioneFebbraio: Attenzione ai contrasti con i colleghi. Momenti di noia e di fastidi vari. Tensione anche nei vostri legami sentimentali ma solo nelle prime due settimane. Chi vive due storie è ora che prenda una seria decisione!Marzo: mettetecela tutta, potete realizzare grandi obiettivi nel lavoro, lasciate però da parte l’aggressività e siate più disponibili. In amore non fatevi prendere da dubbi e gelosie.Piatto delle stelle: Trota al cartoccio, patate al forno, insalata.Vino astrale: bianco fiorito e sapido (Lugana).

cApricornoFebbraio: ancora problemi economici che vi rendono nervosi, ma a piccoli passi inizierete a risollevarvi. In amore non avete voglia di prendervi responsabilità. Marzo: mese ancora tempestoso, cercate di chiudere le cose in sospeso nel vostro lavoro e siate sempre pronti a ricominciare. Niente grandi effusioni, in amore siete piuttosto freddi e distaccati.Piatto delle stelle: Pollo alla cacciatora, cacciagione, frutta a volontà.Vino astrale: rosso pieno e asciutto (Montepulciano d’Abruzzo).

AcQUArioFebbraio: finalmente, nell’ambito del lavoro, i vostri meriti possono essere riconosciuti, questo vi farà sentire più tranquilli e sereni. In amore date spazio alle vostre emozioni. Tensione molto alta.Marzo: grande voglia di muoversi , di viaggiare e di fare nuove esperienze, ma non trascurate i progetti di lavoro. Soldi in arrivo. Possibili trasferimenti dovuti a ragioni sentimentali. Incontri piacevoli e stimolanti. Salute stabile.Piatto delle stelle: Filetto alla griglia. Vino astrale: rosso dal profumo intenso (Rosso di Montalcino).

ArieTeFebbraio: fidatevi di quello che sentite e se questo vuol dire cambiare lavoro, fatelo pure senza paura! Novità in arrivo. In amore vecchie situazioni non ancora risolte tornano a galla, controllate l’aggressività. Fisicamente siete in fase di recupero ma non ancora al top.Marzo: Giove inizia a far sentire il suo benefico influsso, cambiamenti in arrivo anche se un po’ lenti. Grandi passi anche in amore, qualcuno deciderà di sposarsi o convivere, i single faranno tante nuove conoscenze. Ottima forma fisica con l’inizio della primavera! Piatto delle stelle: tutta la bontà dei bignè alla crema.Vino astrale: Alto Adige Moscato rosa.

LeoneFebbraio: ancora qualche problema di soldi a causa di errori fatti in passato. In amore sarà inutile cercare di riacchiappare una storia ormai finita. Grande stanchezza, quindi rallentate!Marzo: puntate tutto sulla vostra attività, non rimandate i vostri progetti, ricordatevi sempre di mettere da parte l’orgoglio! L’amore rimane per ora in secondo piano a causa dei troppi impegni di lavoro. Attenzione agli sprechi di energia.Piatto delle stelle: Pasticcio di maccheroni al forno, verdure crude e molta frutta. Vino astrale: rosso leggermente tannico (Grignolino d’Asti).

SAGiTTArioFebbraio: tutto gira a vostro favore quindi muovetevi e restate in prima linea. Anche in amore tutto procede bene. È indispensabile ritrovare la forma!Marzo: Il lavoro crea un po’ di nervosismo, aspettate la fine del mese prima di prendere decisioni importanti. Controllate la ribellione. Nella vita sentimentale evitate di litigare per questioni di soldi.Piatto delle stelle: Tagliatelle al ragù, scaloppine al marsala, frutta.Vino astrale: rosso fruttato e armonico (Montecucco Sangiovese).

VerGineFebbraio: Siete ansiosi di novità ma dovete aspettare ancora un po’ per quella risoluzione che desiderate! In amore tutto tranquillo. Organizzatevi meglio per non sprecare tempo e energia.Marzo: tanti progetti ma ancora niente di risolutivo, ancora un po’ di pazienza! Vi sentirete nervosi e intrattabili. Troppi problemi per pensare anche all’amore: fate finta che va tutto bene.Piatto delle stelle: Pesce con verdure cotte stufate in padella. Vino astrale: bianco asciutto e delicato (Offida Pecorino).

ToroFebbraio: il successo lavorativo è alla porta ma bisogna darsi da fare! Definite meglio le vostre posizioni ma evitate le liti. In amore aprite il vostro cuore, guardatevi intorno e soprattutto uscite e frequentate molte persone nuove. Non mancano momenti di tensione.Marzo: chiedi e ti sarà dato! Muovetevi e andate incontro alla fortuna che meritate, nel lavoro avrete solo il problema di scegliere, evitate le responsabilità che non vi riguardano. In amore favoriti i chiarimenti e i progetti. Ancora tensione e stanchezza.Piatto delle stelle: Caprese, gelato.Vino astrale: Salice Salentino Rosato.

BiLAnciAFebbraio: Venite da un periodo pesante e denso di responsabilità ancora un po’ di pazienza tutto migliorerà dopo la primavera. Amore in calo, troppi pensieri di altro tipo riempiono la vostra mente.Marzo: mese in cui sarete assorbiti da problemi di tipo finanziario, molta stanchezza dovuta a lotte continue nel lavoro, nella famiglia e nei vari rapporti personali. Anche in amore ancora alti e bassi.Piatto delle stelle: Filetti di cernia e insalata di germogli di soia.Vino astrale: bianco elegante e fresco (Langhe Arneis).

GeMeLLiFebbraio: ottimi i primi 15 giorni sfruttateli al massimo per esaminare nuove proposte di lavoro. In amore le coppie vivono momenti di noia e routine. Buona la salute, evitate di stancarvi troppo.Marzo: è il momento giusto per la vostra affermazione personale, tirate fuori tutti i vostri progetti dal cassetto! Ridimensionate comunque le spese. Favoriti i matrimoni e le unioni, per qualcuno un’amicizia si trasformerà in amore.Piatto delle stelle: Risotto al tartufo.Vino astrale: rosso di buon corpo (Nebbiolo d’Alba).

peSciFebbraio: mese molto denso di impegni e di situazioni economiche che iniziano a risolversi. Buoni i rapporti con la famiglia, in amore sono previsti nuovi incontri, datevi da fare e non siate timidi!Marzo: mese ricco di piacevoli sorprese nell’ambito lavorativo, l’importante è essere sempre chiari e onesti con tutti. Fortuna in arrivo. L’amore viene vissuto all’insegna della sensualità, passione e dolcezza. Attenzione ai piedi e alle gambe.Piatto delle stelle: Spaghetti con le vongole, insalata.Vino astrale: bianco gradevole e fruttato (San Severo Bianco).

cAncroFebbraio: pazienza nel lavoro. Un certo scoraggiamento lo avrete anche in amore: prendetela come un momento di riflessione. Riposate in attesa di tempi migliori.Marzo: Si affaccia un leggero miglioramento, ma le spese sono ancora tante e la situazione lavorativa subisce alti e bassi. Ancora pazienza! In amore sembra che vi siete chiusi, è difficile capire cosa volete. Curate di più il vostro povero stomaco!Piatto delle stelle: Carni bianche con purè di patate e verdure grigliate.Vino astrale: bianco dai sentori vegetali (Alcamo Classico).

oroscopo di Febbraio e Marzo[di Giovanni Paolo Pulina, astrologo]

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