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La società GE.R.S.A. si è sciolta Progetto E-Dignities: in Francia anche i ragazzi di “ABS” Inaugurato il nuovo nido “Giovannino” Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 34 dicembre 2011 [email protected] - www.cadiai.it [email protected] - www.cadiai.it Il Giardino dei Ricordi Prima esperienza di giardino sensoriale nei Centri Diurni Il Giardino dei Ricordi Prima esperienza di giardino sensoriale nei Centri Diurni numero 34 dicembre 2011 [email protected] - www.cadiai.it [email protected] - www.cadiai.it

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La societàGE.R.S.A.si è sciolta

Progetto E-Dignities:in Francia anchei ragazzi di “ABS”

Inauguratoil nuovo nido“Giovannino”

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)art. 1, comma 2, DCB BO

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Il Giardino dei RicordiPrima esperienza di giardinosensoriale nei Centri Diurni

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numero 34dicembre 2011

Al lavoro nel Giardino dei Ricordi

sommario1 Editoriale

Battesimi, compleannie anche un funeralemolto allegro.

2 In copertinaIl Giardino dei Ricordi

6 CooperazioneLa società GE.R.S.A.si è scioltaRevisione cooperativaannuale

7 Rinnovato il CCNLdelle cooperative socialiI prodotti di Libera Terrain Cadiai

8 Cadiai amplia i suoi spazi9 Pari opportunità

Politiche di conciliazionefra lavoro e impegno di cura.Dalle parole ai fatti.

10 Attività socialeAssemblea dei socidi fine anno

11 Il consorzio Kedosavvia la propria attività

12 Tutti in FranciaappassionatamenteI ragazzi di “ABS”in visita sui Vosgi

15 Sofferenza psichica ecambiamento in adolescenza

16 S. Isaia 96 - Una casaper uscire

17 Disseminandobuone pratiche

18 MonografiaNido d’infanzia Gatto Taletedi Castel Maggiore

20 ServiziBenvenuto Giovannino!

21 Attività socio educativerivolte a minori sinti

22 Settima edizionedei Giochi dell’Amicizia

23 1971: nascono gli asili nido24 L’Atelier “Il Maggiociondolo”.

Occasioni per esprimersi.25 Percorsi di integrazione:

10 anni di esperienzea Casa San Biagio

26 Vent’anni di Casa Rodari27 Nozze di diamante

a Granarolo28 11° Concorso di Poesia

e Racconti brevi29 Granarolo in festa30 Come ti organizzo il Natale32 Musicoterapia al laboratorio

“Pinguino blu”33 Liber Libero

Che animale sei?34 Lettere35 I ritratti di Lele

Mauro36 Rubriche

Convenzioni e vantaggiper i SociDiamo i numeriDono-Presto-CercoLa vignetta di AlexNati in CADIAIPillole Verdi

Periodico trimestrale di CADIAIRegistrazione Tribunale di Bologna:n. 7703 del 18/10/2006

Direttore Responsabile:Gianluca Montante

Comitato di redazione:Ornella Montanari, Gloria Verricelli

Proprietario ed Editore:CADIAI Cooperativa Socialevia Boldrini 8 - 40121 Bologna

Direzione e Redazione:via Boldrini 8 - 40121 BolognaTel 051 74 19 001Fax 051 74 57 288

Coordinatrice di redazione:Giulia Casarini

Collaboratori:Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini,Anna Soccorsa Antonelli, Annalita Bellei,Monica Bernabiti, Silvia Bonazzi,Lucia Cardone, Nicola Cucca,Francesca De Fazio, Anna Di Lucia,Sonia Liberata Fabiano, Lisa Lambertini,Imma Massesio, Caterina Mastrosimone,Raffaele Montanarella, Laura Piana,Maria Angela Piccinelli, Giuseppina Reto,Giada Roma, David Rossi, Rosaria Tessier,Veronica Trauzzi, Sandra Varani, DeborahVenturoli, Laura Zarlenga.

Progetto grafico Impaginazione:Service Group - Galleria dei Notai, 140124 Bologna

Stampa:Casmatipolitovia Provaglia 3/b, 3/c, 3/d40138 Bologna

Questa rivista è stata stampata su cartariciclata 100% ecologica che ha ottenutoil marchio Greenlabel dell’Unione Euro-pea riservato ai prodotti a minor impattoambientale.

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editorialeBattesimi,compleannie anche un funeralemolto allegro.Tra le molte cose che sono successedurante questo ultimo trimestre del2011, mi piace ricordare le feste cheabbiamo fatto, le ricorrenze cha ab-biamo celebrato. Non per vanità o peramore delle cerimonie ma per il signi-ficato importante che questi eventimanifestano.Ai primi di Settembre abbiamo “bat-tezzato” due nuove residenze per an-ziani: l’RSA “Parco della Graziosa” aManzolino, località di Castel Francodell’Emilia, e l’RSA “Parco del Navile”a Bologna: la nostra struttura di puntanel settore residenze anziani. Pochigiorni dopo è stata la volta del “Gio-vannino” ultima creatura Karabak, unnido aziendale collocato nel parcodella sede di Viale Roma dell’ASP Gio-vanni XXIII.Poi ci sono stati i compleanni: hanno fe-steggiato dieci anni di vita l’RSA e ilCentro Diurno San Biagio di Casalec-chio di Reno e vent’anni di vita la resi-denza socio riabilitativa per disabili“Casa Rodari”.Infine il funerale, di quelli jazz, contanto di orchestrina e festeggiamentivari: nel 2011 si è infatti conclusa piùche positivamente l’esperienza diGERSA, società mista pubblico-privatoper la gestione di RSA, nata nel 1998 evenuta a naturale scadenza nel 2010.Era infatti previsto fin dalla sua costitu-zione che la società si dovesse scio-gliere dopo dodici anni di attività. Nelcorso del 2011 gli uffici amministratividi Cadiai sono stati impegnati nella pro-cedure necessarie alla messa in liqui-dazione della società e ai primi di No-vembre è stata fatta l’ultima assembleadei soci. La società ha chiuso in attivo eil capitale investito dai soci è stato re-

stituito con un valore quasi doppio ri-spetto a quello inizialmente versato.Davvero un funerale con i fiocchi.Ci sono stati anche alcuni eventi cultu-rali importanti: la presentazione del li-bro “Sofferenza psichica e cambia-mento in adolescenza” (pubblicato suiniziativa Cadiai dalla casa editrice Erick-son) dedicato alle problematiche psi-chiatriche in adolescenza, presso la li-breria Ambasciatori; la presentazionedel Quaderno dell’atelier Maggio-ciondolo alla sala polivalente di ViaMentana e la selezione del progettodel Caffè San Biagio tra le buoneprassi indicate dalla Regione Emilia Ro-magna nella sua ricerca su “Un altrowelfare: Esperienze generative” comeattività che favorisce il mantenimentodella coesione sociale nel territorio.Mi soffermo su quest’ultimo puntoperché si tratta di un riconoscimentoimportante, che cerca di mettere afuoco la funzione sociale estesa chepossono svolgere i servizi una voltache sono pienamente consapevolidelle loro potenzialità.Si tratta di comprendere e poi met-tere a frutto il fatto che i servizi so-ciali, come sono appunto l’RSA e ilCentro Diurno San Biagio, o l’atelierMaggiociondolo o Casa Rodari, con illoro operare non si rivolgono unica-mente ai diretti interessati, ovvero agliospiti dei servizi ed alle loro famiglie,ma svolgono anche una funzioneimportante per tutta la comunità:garantiscono lavoro agli operatori;creano occasione di lavoro per altrerealtà produttive (basta pensare ai pa-sti, ai farmaci e parafarmaci, alla ma-nutenzione); diventano luogo di ag-gregazione, dove le persone possonoincontrarsi e condividere le proprieesperienze; diventano luogo di culturaperché possono diffondere cono-scenze in merito alla salute e alla curadegli utenti o sostenere le politiche diintegrazione sociale. L’iniziativa delCaffè San Biagio aveva proprio questo

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EDITORIALE

scopo e con la presentazione del Qua-derno che racconta l’attività dell’ate-lier Maggiociondolo abbiamo fatto dinuovo diffusione culturale.Certo, perché queste potenzialitàsiano espresse e messe al serviziodella comunità è necessario che sianopromosse attivamente e questo ri-chiede impegno, responsabilità, unaforte intenzionalità, che è quella che,ci sembra di poter dire, ha sempre ani-mato Cadiai.Prendendo spunto dal titolo dato al-l’iniziativa del decennale di San Biagio,possiamo dire che sono percorsi di inte-grazione, integrazione del servizio nelterritorio, sviluppo del servizio come ri-sorsa del territorio, azione di responsa-bilità sociale verso il territorio.La responsabilità sociale è un’espres-sione oggi molto usata: se ne parla ognivolta che si vuole richiamare le aziendeo altri soggetti attivi nella società allaforte responsabilità che hanno nel de-terminare, con i loro comportamenti,la qualità della vita della comunità incui agiscono.In alcuni casi se ne parla a spropositoo in modo strumentale: un sempliceatto di beneficenza, come una dona-zione o il finanziamento di un’iniziativaculturale, viene proposto come atto diresponsabilità sociale che risolve que-sto impegno una volta per tutte, men-tre se mai, nell’azione quotidiana, simantengono comportamenti scorrettiche hanno ricadute negative sul con-testo. È quello che succede quando, adesempio, un’industria chimica continuaserenamente a scaricare gas nocivi nel-l’aria ma ritiene di esercitare comun-que positivamente la propria respon-sabilità sociale perché ha finanziato unavolta il restauro di un’opera d’arte.Cadiai interpreta la propria respon-sabilità sociale in modo del tutto di-verso, esercitandola consapevolmentenelle scelte che fa ogni giorno nella ge-stione dei propri servizi: per questopuntiamo molto alla qualità dei servizi,

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dino terapeutico interamente gestitoe curato dagli anziani della struttura.Si tratta di un progetto innovativo,sperimentale, terapeutico in continuaevoluzione: una forma di cura volta almiglioramento fisico e psicologico del-l’individuo tramite l’interazione attiva,o anche solo visiva, delle piante, ba-sandosi sul presupposto, dimostratocon varie ricerche scientifiche, che lavista di un paesaggio verde diminuiscail livello di stress nell’individuo, mi-gliorandone l’umore.

Il Giardinodei RicordiIl Centro Diurno“I Tulipani” inaugura ilprimo Giardino terapeuticoCadiai per anziani.

Il 30 Settembre di quest’anno il CentroDiurno Cadiai“ITulipani” del QuartiereSan Donato ha inaugurato il suo giar-

Importanza di un ambientesensoriale per l’anzianoLe ultime ricerche condotte in ambitointernazionale relativamente agli an-ziani, soprattutto se affetti da demenza,hanno dimostrato come lo spazio fisicopossa assumere un valore terapeutico,svolgendo nei confronti dell’anzianouna funzione “protesica”: la progetta-zione dell’ambiente, quindi, diventaparte integrante dell’approccio glo-bale alla cura e all’assistenza dellepersone con demenza.

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alla qualità del lavoro, alla creazione direti sociali attive intorno ai servizi chegestiamo; per questo pubblichiamo iQuaderni Cadiai e a volte anche dei li-bri che diano conto, testimonino laqualità del lavoro svolto dagli opera-tori, un lavoro prezioso per tutta la co-munità ma troppo spesso svalorizzato,sul piano culturale, e insidiato, sul pianodelle tutele, dal diffondersi di forme dilavoro irregolare.Cadiai interpreta la propria responsa-bilità sociale come impegno protrattonel tempo, lo dimostrano i comple-anni citati all’inizio, ma è più difficileesercitare la propria responsabilità nelcorso del tempo, perché se resti, secontinui ad essere presente, semprepiù sarai chiamato a dar conto diquello che fai.Avete mai pensato al perché le stazionidei treni o degli autobus sono luoghicosì degradati? In primis lo sono per-ché lì non si ferma nessuno: chi buttaper terra una cartaccia, chi sporca unsedile, che scrive su di un muro, im-mediatamente dopo se ne va e nes-suno potrà chiedergli conto di quelloche ha fatto. Inoltre chi eventualmenteassiste a questo comportamento ne-gativo, difficilmente interviene perchéanche lui se ne andrà e quindi non su-bisce un danno permanente da quelcomportamento. Il risultato è che tutti

ci muoviamo in stazioni sporche e pe-ricolose e nessuno si ritiene responsa-bile di questo.Restare, mantenere la propria pre-senza su di un territorio, ti sollecitainvece ad assumere un comporta-mento responsabile e se interpretiquesta responsabilità come un onore,oltre che un onere, allora è possibileproporsi come risorsa attiva per tutti enon solo per quelli che direttamentehanno a che fare con te.È possibile proporsi come risorsa at-tiva soprattutto per la Pubblica Ammi-nistrazione che, in virtù della solidità edella reputazione maturata nel tempo,può vedere in noi un partner affida-bile e capace.Nel distretto di Casalecchio di Reno, adesempio, ciò ha voluto dire per Cadiaiaccettare di intervenire, su mandatodell’ASC Insieme e in strettissima colla-borazione con essa e con l’Azienda ASL,presso Nuova Villa Fiore, quando quellastruttura si trovava in un grave stato didisagio, per riportarla ad un livello digestione qualificato e per assicurareagli ospiti le cure e i servizi dovuti. Iltutto senza maturare per questo alcundiritto o alcun requisito ulteriore perpartecipare all’asta che ne avrebbe as-segnato definitivamente la gestione.Tant’è che l’assegnazione è andata adun altro soggetto.

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Per Cadiai, su quel territorio ma an-che sul territorio di Bologna, eserci-tare la propria responsabilità socialedi impresa ha voluto dire farsi caricodell’assunzione di oltre cinquantaoperatori della Cooperativa GECO,che erano senza stipendio da oltretre mesi, assumendoli tutti con con-tratto a tempo indeterminato, per ga-rantire continuità all’erogazione deiservizi socio educativi e di sostegnoscolastico rivolto ai minori.Certo, nel fare questo Cadiai ha an-che acquisito lavoro, attività, fattu-rato e questo è normale, siamo ap-punto un’impresa, anche se sociale.Ci sembra di poter dire però che imodi ed i tempi con cui abbiamo at-tuato questi interventi testimonianoanche la nostra volontà di salvaguar-dare e difendere alcuni principi chesono nostri ma vanno beneficio ditutti: la qualità dei servizi, la tuteladel lavoro, l’integrazione attiva nelterritorio. Ci impegniamo ogni giornoper questo e oggi, in un contesto so-cio economico così difficile, ci ren-diamo conto che queste nostrescelte, questi nostri valori non sonoun peso, sono una risorsa.

Franca GuglielmettiPresidente di Cadiai

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Deve essere, perciò, strutturato in fun-zione delle ridotte capacità cognitivedell’anziano e del suo disagio quoti-diano, deve essere in grado di inter-pretare le particolari esigenze di per-sone che hanno perso il rapportocanonico con il mondo e deve offrireloro la possibilità di recuperarlo attra-verso canali di comunicazione diversi,coerenti con le loro residue capacità dicomprensione.Infatti è ormai da tempo recepito, a li-vello di attività di riabilitazione,quanto sia importante suscitare nellepersone con disabilità intellettive l’in-teresse per il mondo esterno; la cuipercezione si struttura in genere suicanali uditivi e visivi, ma anche tra-mite altri sensi che, spesso sottovalu-tati, rivestono invece per queste per-sone un’importanza rilevante. Infunzione di ciò, diventa centrale la pro-gettazione di spazi che facilitino la sti-molazione sensoriale: i colori, gliodori, i rumori riconnettono l’an-ziano con l’ambiente esterno diven-tando strumenti terapeutici.La caratteristica più innovativa di que-sti centri è la presenza di uno spazio

aperto opportunamente studiato af-finché l’ospite possa muoversi libera-mente ricevendo stimolazioni conti-nue, ma “soft”, dei sensi, considerateuna vera e propria terapia.L’Inghilterra, per esempio, è stata laprima ad inaugurare spazi esterni perl’orticultura riconoscendone la validitàdal punto di vista terapeutico.È ormai riconosciuta anche in Italia l’im-portanza di uno spazio aperto per gliospiti: in particolare è stata notata unaforte diminuzione dell’aggressività, alcontrario di quanto accadeva nei centrisenza spazio esterno in cui l’aggressi-vità era addirittura aumentata.Il primo giardino sensoriale inauguratoa Roma nell’Aprile del 2004 è un giar-dino sensoriale realizzato presso il cen-tro diurno per malati Alzheimer. Il giar-dino, creato intorno ad un percorso adandamento per lo più circolare, ha lafunzione di stimolazione sensoriale de-gli ospiti presenti nel Centro; non cisono gradini, superfici scivolose, ma ilpercorso stesso diventa una stimola-zione continua.La stimolazione dell’olfatto avviene conla presenza di piante profumate, quali

rosmarino, salvia, lavanda. La stimola-zione visiva è ottenuta con la creazionedi aiuole con diverse varietà di fiori,tutti molto vivaci.Il giardino sensoriale deve essere rea-lizzato in uno spazio ben delimitatoche consenta all’anziano una passeg-giata all’aperto, ma in condizioni di si-curezza. Elemento fondamentale è ilpercorso che deve rappresentareuna guida; deve essere apposita-mente studiato in modo da non per-mettere all’anziano di perdersi, diprovare stati di ansia o di incertezza.

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Deve avere un andamento sinuoso,senza bruschi cambi di direzione,senza incroci che possono dare diso-rientamento e incertezza nella sceltadella strada da percorrere.

Descrizione del giardinodei ricordi

È proprio a partire da queste conside-razioni che ho concepito l’anno scorsol’idea di mettere in atto un progettoper un giardino sensoriale e terapeu-tico pensato per gli ospiti del CentroDiurno“I Tulipani”, avendo già la dispo-nibilità di uno spazio verde circostantela struttura, ma che non era comunquepensato per questo scopo, riadattan-dolo e rivalutandolo opportunamenteper l’anziano.Per questo si è realizzato un vero e pro-prio percorso guidato dove l’anzianoera interamente partecipe partendodalla decorazione stessa di grandi vasi,al travaso delle piante, all’innaffiatura,concimazione e altre cure necessarieper la pianta. Sono state sfruttate lepanchine di legno già preesistenticome aree di sosta al fine di assecon-dare le persone con problemi di deam-bulazione e affaticamento.Si è avuta l’opportunità di avere il sup-porto tecnico del dottor Roberto Casa-dei, specializzato in progettazione digiardini per anziani della facoltà diAgraria, che ci ha permesso di attuareuna scelta precisa ed accurata dellepiante sia in relazione al clima che al-l’utenza, e allo spazio disponibile. In-fatti nelle piantumazioni devono es-sere accuratamente evitate piantenocive (a volte questi anziani mettonoin bocca ciò che capita, quasi senza ac-corgersene) e privilegiati alberi stagio-nali che stimolano l’osservazione deicambiamenti nelle varie stagioni; tipo-logie di arbusti che attirano gli uccelli.La scelta di fiori molto colorati (le sfu-mature di colore non vengono perce-pite chiaramente dagli anziani) e molto

diversificati può essere di aiuto perl’orientamento e la delimitazione di al-cune zone, oltre che come stimolazionedella vista; mentre piante aromatiche eprofumate stimolano l’olfatto.Gli anziani hanno piantato per primacosa prima cosa le piante aromatiche divaria specie e di diverse proprietà tera-peutiche: salvia, rosmarino, basilico,menta, dragoncello, ruta, timo, melissa

ecc. e successivamente, in primavera, lepiante fiorite: begonia, margherite, im-patiens, surfinia e altre.Annusare il terriccio, toccare la terra perfare il solco, travasare le piante rievocain loro ricordi del passato ormai di-menticati: un’aratura nei campi, la rac-colta, la semina condivisa con parentied amici in definitiva l’odore dellaterra… L’attività manuale di cura

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della pianta contrasta così la passi-vità, stimola l’attenzione e l’osserva-zione delle trasformazioni, riduce ilsenso di inutilità dell’anziano, sti-mola il ricordo attraverso la riattiva-zione percettiva.Ho pensato che fosse interessanterealizzare un percorso anche “didat-tico” per ogni pianta ricercando cu-riosità e leggende, aspetti tera-

peutici, e una ricetta culinaria al-l’interno di etichette piantate inogni vaso, anche per gli alberi e ar-busti preesistenti nel giardino dellastruttura, in modo che a leggere fossenon solo l’anziano stesso ma chiun-que volesse venire in visita nel nostrogiardino.Alcune piante inoltre sono state uti-lizzate da operatori e anziani per la

creazione quest’anno dei biglietti diauguri natalizi, il rosmarino con bril-lantini dorati può essere davvero unalbero di Natale originale, la mentautilizzata per aromatizzare il thè be-vuto la mattina, mentre la lavandapuò essere raccolta in sacchetti perprofumare i cassetti.Durante la festa d’inaugurazione ac-compagnata dal sottofondo musicaledel gruppo Players, i parenti e gli an-ziani hanno potuto godere dello spa-zio verde, ammirare i colori del giar-dino, annusare le piante mentre glianziani hanno letto alcune curiositàsulle piante tutto in una cornice se-rena e rilassata.Questo progetto “multidisciplinare” haun avuto inizio ma non ha un vero eproprio compimento, è un percorsoin continua evoluzione, trasforma-zione e cambiamento, come lo sono icicli stagionali delle piante, la natura,e d’altronde com’è la stessa vita edevoluzione della specie umana.

Anna Chiara Achilli

Bibliografia:

M. Roncaglia, D. Mantovani, L. Espanoli(a cura di) 2008 “Alzheimer e ambiente”,Maggioli Editore

G. Guerrini, G. Giorgi Troletti (2008)“Alzheimer in movimento”, Maggioli Editore

M.R. Motolese (2008) “Il giardino dellestagioni”, da Assistenza Anziani, Mag- Giu

R. Pomposini (2004) “Il giardino sensorialeterapia anti Alzheimer” da AssistenzaAnziani, 146: 16-19

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Comuni circostanti, accogliendo, neiquattordici anni di attività, 6613utenti e facendosi apprezzare per laqualità dei servizi offerti, resi dalle duecooperative sociali CADIAI e CIDAS,che, anche in virtù delle procedure diaccreditamento, hanno tuttora man-tenuto la gestione dei servizi.Nel corso di questa esperienza il capi-tale sociale versato dai soci, grazie al-l’attenzione degli amministratori e allagrande “flessibilità“ ed elasticità dellastruttura organizzativa complessivadella società, ha prodotto anche un si-gnificativo risultato economico, asso-lutamente non scontato.Infatti ad oggi i soci rientrano in pos-sesso di una quota di patrimonio dellasocietà che risulta quasi doppia diquella versata, oltre ai dividendi chesono stati erogati nel corso di alcunianni per una quota pari al 32% del ca-pitale sociale.Anche la procedura di liquidazione,iniziata il 31/12/2010, è stata gestitacon la massima attenzione all’ottimiz-zazione dei tempi per non gravareeconomicamente sulla società in li-quidazione.Oggi questa realtà si chiude definiti-vamente, ma vogliamo che abbia ilgiusto risalto un esempio positivo dicome la condivisione di un obiettivo ela messa in campo delle migliori com-petenze, pubbliche e private, possanorispondere con migliore efficienza albisogno di Welfare locale.

La societàGE.R.S.A.si è scioltaConclusa con successoun’esperienzamolto positiva.Di questi tempi, quando si parla discioglimento di una società, si pensasubito che si tratti delle conseguenzedella crisi o l’esito di una cattiva ge-stione.Nel caso di GE.R.S.A. (Gestione Resi-denze Sanitarie Assistenziali) invecestiamo parlando di un fatto del tuttodiverso. Perché GE.R.S.A. era una so-cietà mista pubblico/privato “a tempodeterminato”, la cui durata era appuntolimitata a quindici anni, al termine deiquali la società doveva sciogliersi perpoi eventualmente ricostituirsi con al-tri partner.Così, in perfetto sincronismo con l’in-staurarsi del nuovo regime di accredi-tamento dei servizi socio sanitari, cheha di fatto garantito la continuità nellagestione dei servizi, il 3 Novembre2011, dopo che al 31/12/2010 avevachiuso la sua attività, come previstodal suo Statuto Sociale, l’Assembleadei soci ha dichiarato sciolta la societàGE.R.S.A, la prima società mista (a li-vello regionale) che si era costituita il6 Settembre 1996 con lo scopo prin-cipale di gestire le RSA di San Pietro in

Casale (BO) e di Medicina (BO).Questa innovativa esperienza si devealla visione lungimirante dell’alloraPresidente dell’Azienda USL BolognaNord, dottor Marco Palma, di bandireun concorso informale di idee perdare una risposta di qualità, ma a mi-nori costi rispetto a quelli pubblici,ad un nuovo bisogno collettivo di re-sidenzialità per anziani ad alta inten-sità assistenziale (in concomitanzacon la chiusura delle lungodegenzeospedaliere).Si trattava di creare una importantesinergia tra vari soggetti pubbliciquali l’Azienda Unitaria locale, alloradenominata Bologna Nord, oggi Bo-logna; il Distretto Pianura EST; dician-nove Comuni della provincia di Bolo-gna che sono subentrati in parte dellequote dell’Azienda USL e i soggettiprivati quali Coop. CADIAI; Coop. CI-DAS, TO Life e Coop. Gulliver (dopoARISTEA).Nel tempo la società ha risposto alla ri-chiesta di servizio dei cittadini dei Di-stretti di San Pietro in Casale, Medi-cina, Granarolo e Altedo, oltre ad altri

Revisionecooperativa annualeIl 1 Dicembre 2011 la Cooperativa èstata sottoposta alla revisione relativaall’anno 2011 svolta dal revisore con-tabile incaricato da Legacoop, dottorStefano Veratti, nell’ambito dell’eser-

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cizio della vigilanza sugli Enti Coope-rativi prevista dal D.Lgs. 2 Agosto 2002N. 220, delegato dal Ministero delleAttività Produttive. La revisione hadato esito positivo, come attestato dalcertificato di revisione, comprovandola coerenza della gestione con gliscopi statutari, il carattere mutuali-stico della società e l’adeguatezza

della gestione e dell’amministra-zione della Cooperativa.Il verbale di revisione è espostonelle bacheche della Sede Sociale divia Boldrini 8 a Bologna; copia delverbale potrà inoltre essere fornitoai soci che ne facciano richiesta.

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Rinnovatoil CCNL dellecooperative sociali

Salvaguardiadell’occupazione, innovazionie investimento sul futurolavorativo dei giovani.

Proprio sul finire del 2011 è stato fir-mato il nuovo Contratto Collettivo Na-zionale delle Cooperative Sociali, validoper il periodo 2010/2012. Riportiamo ilcomunicato stampa congiunto di tutti isoggetti firmatari:Roma, 19 Dicembre 2011 - “Un grandesenso di responsabilità, a fronte della

crisi che investe il Paese, ha condotto leparti a trovare un accordo per le lavo-ratrici e i lavoratori che operano nelsettore della cooperazione sociale e leloro famiglie”.Questo il commento al termine dellalunga trattativa che ha portato, nellaserata di venerdì 16 Dicembre, all’ac-cordo tra Legacoopsociali, Federsoli-darietà - Confcooperative, Agci Soli-darietà e le quattro organizzazionisindacali (FP Cgil, FPS Cisl, Fisascat Cisle Uil FPL) per il rinnovo del CCNL dellecooperative sociali.L’accordo prevede interessanti inno-vazioni sulla parte normativa che ne

fanno uno strumento aggiornato allenovità del mondo del lavoro che sisono susseguite sul versante dellastruttura della contrattazione. “É im-portante sottolineare” -concordano leparti che hanno firmato l’accordo-“che si tratta del primo CCNL che pre-vede l’istituto dell’apprendistato ag-giornato al nuovo Testo Unico”.Gli aumenti retributivi a regime am-monteranno a 70 euro medi mensili esono articolati in tre tranche (Gen-naio, Ottobre e Marzo 2013).“I termini dell’accordo” -aggiungono irappresentanti delle organizzazioni im-prenditoriali e sindacali-“potranno per-mettere alla cooperazione sociale disalvaguardare l’occupazione e in parti-colare di continuare scommettere sulfuturo occupazionale dei giovani”.

I prodottidi Libera Terrain CadiaiPrima esperienzadi GAS natalizioin cooperativa.Aumentare le attività in collabora-zione e a favore di Libera Terra erauno degli obiettivi che Cadiai si eraprefissa per quest’anno che si staconcludendo.Di un Gruppo di Acquisto Solidaledi prodotti provenienti dai terreniconfiscati alle mafie se ne parlavagià da un po’, consci dell’impresanon semplice che sarebbe stata at-tuarlo. Eppure…Grazie al sostegno svolto dall’agen-zia Cooperare con Libera Terra, di cuiCadiai è socia, e al lavoro fatto all’in-terno di uno dei nostri gruppi soci,quello sulla partecipazione, abbiamodeciso di tentare.Siamo stati messi in contatto diret-

tamente con chi gestisce i GAS a Pa-lermo, abbiamo confrontato come po-teva essere la nostra organizzazionecon quella di altre realtà bolognesi chegià lo avevano messo in piedi in pas-sato, come Unipol, e infine siamo par-titi, con l’idea di combinare questo“esperimento”con le festività natalizie.Poter cogliere l’occasione per fare unregalo buono da mangiare e “buono”perché intriso di un valore etico e d’im-pegno sociale, ci sembrava un’oppor-tunità che soci e dipendenti avrebberodi certo apprezzato. E così è stato.Grazie all’impegno e all’opera di sensi-bilizzazione del nostro gruppo socisulla partecipazione verso i colleghi edi altri dipendenti che già conoscevanoe compravano questi prodotti, siamoriusciti ad avere un ordine ben mag-giore a quanto richiesto per l’attiva-zione del GAS: 1.700 euro circa controi 200 che rappresentavano la base mi-nima d’acquisto.Poi è avvenuta la consegna dei pro-dotti, un momento se vogliamo buffo,in cui un angolo della cooperativa si ètrasformato, per alcuni giorni, in un pic-

colo magazzino di ceci, composta di li-moni, paté di carciofo, tarallini pugliesie varie tipologie di pasta e di vino.Ovviamente non tutto è andato comesperavamo: rispetto all’ordine fattomancavano parecchie cose a causa del-l’esaurimento nei magazzini di LiberaTerra o di consegne non andate a buonfine a causa del maltempo.Nonostante questo, abbiamo soppe-rito alle mancanze con i prodotti cheerano arrivati in più, consapevoli dicosa sia una Gruppo di Acquisto Soli-dale: non un negozio dove ognunocompera ciò che vuole, come e quandovuole, ma un’opportunità di crescita edi sostegno reciproco.

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cooperazioneCadiai ampliai suoi spaziDalla collaborazionecon la Cooperativadi abitazione Dozza,una nuova sedeamministrativa che ospiteràanche il centro dei servizidomiciliari ai privati.Si chiama complesso Hygeia e ha sedein via della Cooperazione a Bologna:un intervento residenziale realizzatodalla Cooperativa Dozza per i proprisoci al fine di fornire unità abitativecostruite “su misura” ed integrate con

servizi alla persona in grado di corri-spondere ai bisogni di nuclei familiaricompositi, in particolar modo di an-ziani e giovani coppie.Si tratta di ottanta alloggi che si affac-ciano su spazi ad uso esclusivo dei re-sidenti con sale per il tempo libero,per le feste, gli spettacoli e i giochi edaltri spazi destinati, invece, ad attivitàsocio sanitarie e a un asilo nido, que-sti ultimi rivolti anche al territorio.Ausili e sistemi di sicurezza sono pre-senti in tutti gli alloggi, i quali, inbuona parte, sono stati realizzati inmodo flessibile al fine di poter am-pliarne o diminuirne la superficie inrelazione all’evoluzione del nucleo fa-miliare.I servizi di aiuto domiciliare agli abi-

tanti del complesso sono stati forniti apartire dal 2008 dal consorzio Epta,recentemente messo in stato di liqui-dazione.Cadiai, a far data dal mese di Gennaio2012, subentrerà nella gestione am-pliandone il target e potenziandonela diffusione.Proprio a due passi dalla nuova Resi-denza Parco del Navile, il complessoHygeia sarà dotato di un Centro Ser-vizi Domiciliari quale punto organiz-zativo di un servizio professionalemulti-target in grado di fornire ri-sposte alle necessità di sostegno e as-sistenza o, ancora più semplicemente,per rispondere ai diversi imprevistiquotidiani che ogni famiglia può in-contrare.Particolarmente innovative sono leproposte relative all’attività di socia-lizzazione e di animazione di gruppo,le quali, se richieste espressamente daun numero minimo di residenti, po-tranno essere svolte all’interno deglispazi condominiali ad uso comune alfine di favorire la socializzazione fragli anziani, stimolandone anche le ca-pacità motorie.Si tratta, in sostanza, di un progetto in-tegrato che determina un nuovo con-cetto dell’abitare in cui si correlano iservizi di cura domiciliare che Cadiai èin grado di fornire.I nuovi locali, inoltre, saranno vera epropria sede decentrata della coope-rativa, nonché punto di riferimento pertutti i servizi territoriali offerti a Bolognae provincia: dal Servizio di AssistenzaDomiciliare ai Disabili agli interventiper minori e al sostegno scolastico.

Alessandro Micich

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viste due sezioni da venti bambini cia-scuna per bambini dai 6 ai 12 anni. Ilservizio sarà aperto per quindici setti-mane da Giugno a Settembre.Il progetto è innovativo e va decisa-mente incontro al bisogno di donne euomini che, impegnati nel lavoro,hanno maggiori difficoltà a gestire i fi-gli nel periodo estivo. I servizi potrannoessere aperti a bambini del territorio,qual’ora non venissero occupati tutti iposti messi a disposizione.Si prevede che i questi centri estivisiano gestiti da operatrici e operatoriCadiai.I progetti hanno durata biennale e nonpotranno essere rifinanziati; tra Marzoe Aprile 2012 sapremo se verranno fi-nanziati. Solo in questo caso po-tranno essere realizzati.Confidiamo molto nella possibilità chevenga riconosciuto il valore delle no-stre proposte perché tengono contodi un bisogno reale che ci è statoespresso da donne e uomini, dipen-denti della cooperativa, che quotidia-namente devono fare “i salti mortali”per corrispondere ai bisogni familiari elavorativi.

Vania ZanottiResponsabile per le politiche

di Pari Opportunità

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pariopportunitàPolitichedi conciliazionefra lavoroe impegno di cura.Dalle parole ai fatti.Cadiai ha presentatotre progetti al Ministerodella famiglia.

Cadiai, con la sottoscrizione della Cartaper le pari opportunità e l’ugua-glianza sul lavoro, si è impegnata adindividuare e attuare politiche azien-dali che promuovano le stesse oppor-tunità per uomini e donne e la conci-liazione dell’ambito di vita conquello di lavoro per permettere alledonne in particolare, che ancora sifanno principalmente carico dell’impe-gno di cura, di stare al lavoro con piùtranquillità.Per rendere fattibile l’obiettivo dellaconciliazione Cadiai, insieme alla coo-perativa Altercoop, ha inoltrato do-manda di finanziamento relativa a pro-getti finalizzati alla realizzazione diazioni positive per la conciliazione tratempi di lavoro e tempi di cura dellafamiglia, presentati ai sensi dell’art. 9della legge 8 Marzo 2000, numero 53.

Le azioni positive sono rivolte a lavora-trici e lavoratori Cadiai e prevedono1) interventi di flessibilità al lavoro,

attraverso l’attivazione di tre contrat-ti di telelavoro per tre dipendenti diCadiai che hanno carichi familiari;

2) servizio di fattorino aziendale, ov-vero un servizio di disbrigo delle pra-tiche utile a liberare tempo allelavoratrici e ai lavoratori e favorire laconciliazione dei tempi;

3) servizio di centro estivo azienda-le rivolto alle e ai dipendenti Cadiaie Altercoop che hanno bambini inetà sia prescolare che scolare, of-

frendo così un servizio per suppor-tare le lavoratrici e i lavoratori nellagestione quotidiana dei bambini du-rante la chiusura estiva delle struttu-re scolastiche.

Entrando nello specifico:Telelavoro: nel rispetto della norma-tiva vigente, il telelavoro viene adot-tato a fronte di una scelta volontariadel datore di lavoro e dei lavoratori o la-voratrici interessati. L’attivazione di unapostazione di telelavoro viene propostaper tre dipendenti della cooperativache abbiano particolare necessità diconciliare lavoro e impegno di cura. Iltelelavoro rappresenterà una parte del-l’attività lavorativa e, per quanto attienealle condizioni di lavoro, chi lo utiliz-zerà fruirà dei medesimi diritti garantitidalla legislazione e dal contratto col-lettivo. Il finanziamento richiesto da Ca-diai prevede il costo del noleggio delcomputer (hardware, software e acces-sori), le spese di collegamento in retetramite abbonamento a un provider el’assistenza tecnico-informatica.Fattorino aziendale: si tratta di una fi-gura preposta allo svolgimento di com-missioni e servizi quotidiani (paga-mento bollette, prenotazione visitemediche, spese, ritiro lavanderia e sti-reria, ecc.) per conto di personale Cadiaicon figli minori a carico, per permet-tere loro di recuperare il tempo che do-vrebbe essere, invece, utilizzato per ildisbrigo delle pratiche quotidiane.Cadiai individuerà persone che svolge-ranno l’attività sopra descritta in trearee cittadine: area est, ovest e centro.Centro estivo: offre un supporto nellagestione dei bambini durante la chiu-sura estiva delle strutture dell’infanzia.Il servizio sarà organizzato secondo duefasce d’età.Per i bambini in età prescolare e daasilo nido sono previste due sezionida trenta bambini ciascuna. Il serviziosarà aperto per cinque settimane a par-tire dall’ultima settimana di Luglio.Per i bambini in età scolare: sono pre-

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attività socialeAssemblea dei socidi fine annoRisultati positivianche in tempi critici.

Il 15 Dicembre si è svolta la terza as-semblea dei soci del 2011.All’ordine del giorno:- Controllo di gestione al 30 Settembre

2011 e previsione per la chiusura;- Informazione ai soci su contratti e

appalti;- Andamento base sociale;- Aggiornamento sulla trattativa per il

rinnovo del Contratto Collettivo Na-zionale di Lavoro;

- Composizione Collegio Etico e Com-missione Pari Opportunità.

Purtroppo una serie di inconvenienti(ritardi delle POSTE nella consegnadelle lettere di convocazione e scio-pero dei bus) hanno limitato molto lapartecipazione: erano infatti presentifisicamente solo 34 soci e 4 dipendenti;29 le deleghe registrate, che hannoportato a 63 i soci votanti.Peccato! Gli argomenti erano interes-

santi e soprattutto le informazioni datesono positive, cosa piuttosto rara diquesti tempi.Come da previsione Cadiai chiuderà ilbilancio del 2011 con un risultato in at-tivo, migliore di quanto preventivato(nel bilancio sociale preventivo avevamoindicato un attivo di € 104.772).Anche il fatturato è aumentato piùdelle previsioni (dovremmo chiuderea € 36.344.582 contro i € 35.175.027preventivati) mentre l’occupazione ri-mane pressoché stabile (1251 dipen-denti contro i 1247 dello scorso anno).Altri dati positivi sono: l’aumento delcapitale sociale, che è arrivato aquota € 1.419.186 di cui € 947.819 giàversato; l’aumento del numero dei soci

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che è arrivato a quota 779 corrispon-dente al 60,4% della base occupata (di-pendenti e liberi professionisti).L’assemblea è stata inoltre informatadella composizione del Collegio Etico edella Commissione Pari Opportunità:per le funzioni di questi organismi viinvitiamo a consultare il nostro sito web(www.cadiai.it), mentre i nomi dei com-ponenti sono contenuti nella docu-mentazione che ha accompagnatol’esposizione in assemblea, documen-tazione che a breve sarà disponibile intutti i servizi della cooperativa.Alla fine, come di consueto, abbiamofatto un piccolo brindisi per scambiarcigli auguri di Natale mangiando in com-pagnia una fetta di panettone.

Cadiai tra i finalistidell’Oscar diBilancio 2011Si è svolta il 1 Dicembre a Milano,presso la sede della Borsa Italiana, lapremiazione dell’Oscar di Bilancio2011, un premio organizzato e gestitodalla FERPI – Federazione RelazioniPubbliche Italiana volto alla diffusionedi una cultura della trasparenza nellerendicontazione, sulla chiarezza con-tabile e sui principi della responsabilitàsociale. Cadiai, che partecipava per laprima volta, si è qualificata tra i tre fi-nalisti nella sezione Organizzazioni NonErogative No profit.

Fatturato Cadiai: consuntivo, budget e proiezione di fine anno40.000.000

30.000.000

20.000.000

10.000.000

0consuntivo al 30/09/11 budeget al 31/12/11 preconsuntivo al 31/12/11

26.871.636

35.175.027 36.344.582

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Il consorzioKedos avviala propria attivitàPrimi passi dei due nuoviservizi del consorzio.

Si è aperta nel corso del mese di Di-cembre la prima delle due residenzegestite dal consorzio Kedos. Si tratta di“Parco della Graziosa” a Manzolino diCastelfranco Emilia.Autorizzata al funzionamento per qua-ranta posti letto in RSA e dieci posti diCentro Diurno, la Residenza si pro-pone come punto di eccellenza nel-l’assistenza agli anziani non autosuffi-cienti del territorio.Inizialmente avviata come strutturaprivata, “Parco della Graziosa”, gestitadalla cooperativa Gulliver, possiede irequisiti necessari e si propone per ac-cogliere anche utenti accreditati pro-venienti dal Distretto.Tra le peculiarità del servizio rientranol’assistenza infermieristica ventiquat-trore su ventiquattro e tratti distintiviin linea con i servizi residenziali gestitida Cadiai: un retta assistenziale com-prensiva di ogni servizio accessorio (la-vanderia, parrucchiere, barbiere, pedi-cure), l’assistenza medica e psicologica,l’apertura ai familiari in ogni momentodella giornata; la forte integrazionecon il territorio.Il numero verde del consorzio Kedos(800 502081) è a disposizione per ogniinformazione aggiuntiva e per concor-dare eventuali visite alla struttura.Lo stesso numero è al servizio dellaResidenza “Parco del Navile” a Bolo-gna che sta completando a sua voltain questi giorni l’iter autorizzativo fi-nalizzato a consentirne l’apertura al-l’utenza nei primi mesi del 2012.Anche in questo caso la struttura è dinuova costruzione, moderna ed acco-gliente; progettata per dare una ri-

fessionalità sempre aggiornate.Ricordiamo che il consorzio Kedos si ècostituito nel Giugno del 2011 ed ècomposto dalle cooperative di servizialla persona Cadiai e Gulliver e dallacooperativa di inserimento lavorativoAgriverde.

Alessandro Micich

sposta ai bisogni complessi della no-stra società e alle vari forme di nonautosufficienza che la caratterizzano.In entrambi i casi si tratta dei primipassi di due servizi che il consorziovuole offrire alle famiglie e al territoriocoerentemente con l’orientamentodelle cooperative che lo compongono:la centralità delle persone, la ricercadella qualità e l’investimento in pro-

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Tutti in FranciaappassionatamenteSul pullmino di E-Dignitiessalgono anche i ragazzidell’ABS.

Gérardmer, Francia, 18 e 19 Ottobre2011: terza tappa del confronto europeosul tema dei disabili che invecchiano.

Il progetto E-Dignities lo conosciamotutti ormai: voluto e promosso dal Ser-vizio Marketing, ha ottenuto un finan-ziamento del Fondo Sociale Europeoche copre tutte le spese di trasferta el’adesione del Settore Disabili e del Set-tore Residenze per Anziani che met-tono a disposizione, a proprie spese,know-how e risorse umane qualificate.L’obiettivo… sono almeno tre: pro-muovere a livello internazionale il la-voro dei soci e l’immagine della coo-

attività socialeSiamo alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci, anche per i progetti internazionali.I risultati ottenuti fino ad oggi sono stati molto buoni ed interessanti, crediamo peròsia giusto, come per ogni cosa, fermarsi e riflettere sul suo senso e sul perché promuovere,investire e lavorare in questa direzione.Bene, i progetti internazionali assumono per Cadiai un significato solo se sono vissutie se passano attraverso i nostri Servizi facendoli crescere e dando ai nostri utenti e aglioperatori uno spazio e diverse opportunità. Quindi, a loro la parola...

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I ragazzi di “ABS”in visita sui VosgiMomenti di scoperta masoprattutto di confronto condiversi mondi lavorativi.

Un viaggio verso il nord, non sempre èin direzione del freddo.Salvo e Riccardo, del Gruppo Apparta-mento “ABS” di via Mazzini, hanno co-minciato a riscaldare gli ambienti giàdurante il viaggio verso la Francia.Con entusiasmo e spensieratezza, conracconti e storie simpatiche hanno resopiacevole il viaggio in pullman fino atarda sera. I loro occhi erano pieni distupore e meraviglia quando si sonoritrovati a percorrere gli affascinantitornanti della Lorena Francese, com-mentando con interesse i paesaggi chericordavano tanto a loro le avventuredella più nota “Heidi”.Durante la visita guidata a “L’imagineried’Epinal”, antica copisteria francese,

hanno sperimentato con emozionel’arte dello stampare figure su perga-mena in bianco e nero e in quadrico-mia, supportati dai tecnici del luogo,dimostrandosi attenti ed interessati.Hanno subito stretto amicizia con tuttele rappresentanze europee presenti alconvegno destreggiandosi egregia-mente con l’inglese e il francese, masoprattutto con la loro arte comunica-tiva simpatica e allegra.Durante il congresso, davanti ad unpubblico attento, hanno raccontatocon passione le loro storie professio-nali e i loro percorsi di studi in Italia,esponendo anche i progetti e i sogniper un loro futuro possibile.Un momento molto interessante lohanno vissuto durante la visita alla re-sidenza per disabili, dove Riccardo hachiesto ai responsabili del posto il per-ché vi erano delle barriere e dei cate-nacci nelle porte delle camere dei ra-gazzi ospiti della struttura. Per lui erainspiegabile e continuava a ripetereche non era un metodo di conteni-mento opportuno.

Salvo è rimasto molto attratto dal Bir-rificio Artigianale gestito diretta-mente da disabili, adesso il suo so-gno è quello di aprirne uno a Bolognae dedicarsi a quest’esperienza… (ciattrezzeremo).Da quando sono tornati in Italia pen-sano soltanto a proseguire con que-ste esperienze di confronto, pensanogià all’Inghilterra e a tutto quello chepotranno vedere ed imparare. Salvo eRiccardo, al ritorno dal viaggio, hannocondiviso con i loro amici questaesperienza portando dei regali a tutti,come le famose “patate viola” rega-late da Riccardo ai colleghi del su-permercato dove lavora, e la birra ar-tigianale offerta da Salvo a tutti gliamici che vengono a trovarlo a casa.Poche parole per descrivere questimomenti realmente memorabili,istanti preziosi che non si potrannomai rimuovere dalle loro menti.

Giovanni Catrinioperatore del gruppoappartamento “ABS”

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perativa, così come avviene con altriprogetti internazionali, Ali della co-lomba e lo scambio con Tuzla, peresempio; attivare un benchmarking(valutazione comparativa, per chi comeme non ha simpatia per l’inglese) fina-lizzato allo sviluppo e all’innovazionedei nostri servizi che si rivolgono a di-sabili e anziani; mettere in comune ediffondere, almeno in Europa, le buonepratiche che in questo settore produ-cono i Paesi partner del progetto - perchi l’avesse dimenticato: Italia, Francia,Lussemburgo, Belgio, Portogallo e GranBretagna - per contribuire a migliorarela qualità di vita delle persone anzianesvantaggiate. E-Dignities ha già pro-dotto un germoglio, molto più com-plesso e operativo: un Progetto Leo-nardo, finanziato dalla ComunitàEuropea solo al secondo tentativo, cheriguarda la formazione degli operatoriche lavorano con i disabili anziani (michiedo sempre quanto sposta la posi-zione dell’aggettivo: disabili anziani èdavvero così diverso da anziani disa-bili?). Questa volta i capofila non siamonoi ma il Lussemburgo e anche i par-tner internazionali sono un po’ cam-biati, quantomeno al livello delle orga-nizzazioni coinvolte.Sarà perché continuando a lavorarciabbiamo imparato a ottimizzare gliscambi informativi, perché l’acco-glienza e l’organizzazione dei francesi

sono state praticamente impeccabili operché a questo giro abbiamo deciso dicoinvolgere direttamente due utentidel Gruppo Appartamento “ABS” e il ri-sultato è andato ben oltre le aspetta-tive, ma questa terza esperienza ci ac-compagnerà sempre come il ricordo diqualcosa che rifaremmo domani stessose ce la proponessero, perché quelloche ci aspettavamo di ottenere eramolto meno di quello che ne abbiamoriportato.L’arrivo ha definito il seguito. Eravamoin netto ritardo sulla cena, molto menodi quanto lo saremmo stati se GiovanniCatrini non fosse l’ottimo guidatore e lasolida persona che è. Ma ci aspetta-vano tutti e siamo stati subito ‘a casa’,anche i ragazzi, uguali forse per laprima volta nella loro vita, trattati con lastessa deferenza e la stessa attenzioneattribuite a Maura e Giovanni - perfettisconosciuti fino a quel momento – aDaniela, a Dali e a me, che invece ave-vamo già avuto rapporti con buonaparte dei convenuti. Ambiente superconfortevole, che Salvatore e Riccardohanno apprezzato immediatamente ea cui si sono perfettamente adeguati,chiedendo istruzioni quando nonerano certi di sapere come muoversi.La mattinata del 18 ha significato pernoi donne (Maura Lambertucci ed ioper Cadiai, Daniela Sossa e Dali Vit perAIAS) approfondire la conoscenza della

Fédération Médico-Sociale des Vosges(FMS) che ci ospitava: 400 salariati (chesono per loro gli utenti inseriti piena-mente in attività lavorative) e circa7000 utenti nel Dipartimento dei Vosgi.Gestiscono attività diversificate, resi-denze miste per disabili e anziani, resi-denze per disabili gravissimi, centri perl’occupazione dei disabili, servizi rivoltiai marginali e alle persone con dipen-denze di varia natura (dal tabacco alsesso, passando per la droga e l’alcool),servizi residenziali di appoggio per i la-voratori ‘speciali’ inseriti nelle loro atti-vità produttive, servizi per l’accompa-gnamento alla vita autonoma didisabili psichiatrici.Giovanni e i ragazzi si sono invece go-duti una visita guidata alle stamperie diÉpinal, vanto storico dell’editoria fran-

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Begli spazi, ma senza vita.Il pranzo al Centro per il lavoro ‘La portede la forêt’, invece, ha colpito tutti. Unottimo ristorante-bar completamentegestito da persone con disabilità intel-lettiva e normalmente aperto al pub-blico. Il ristorante impiega la verdura ela frutta coltivate biologicamente daaltri disabili nelle serre del Centro -comprese le famose patate viola cheRiccardo si è voluto portare in Italia permostrarle ai suoi colleghi del repartoortofrutta del Conad - e serve anchel’ottima birra prodotta nella braseriedel centro che abbiamo visitato al mat-tino. Cibo eccellente, servizio efficientee prezzi ragionevoli. Imperdibile l’oc-casione di una foto di gruppo con tuttala squadra, dopo i doverosi e merita-tissimi complimenti!

Marie Christine Melon

attività sociale

cese e ne sono ritornati entusiasti.Nel pomeriggio siamo rimasti tutti as-sieme per la presentazione delle rela-zioni dei diversi Paesi. C’erano in saladue interpreti simultanee e questo hafacilitato molto la comprensione.Quasi tutte le delegazioni hanno coin-volto attivamente gli utenti nella pre-sentazione, tranne il Belgio, che si èdichiarato decisamente contrario. Sal-vatore e Riccardo hanno raccontato atutti i loro percorsi di avviamento al la-voro e anche di formazione: molto nelruolo, competenti ed efficaci, e moltomolto applauditi.Mattinata del 19: visita a due centri perl’inserimento lavorativo dei disabili, im-pressione superpositiva. Funzionano.Sono vere attività produttive che si au-tomantengono e si vede proprio che lepersone sono orgogliose di lavorarci.Raramente ci è capitato di osservarelavoratori così soddisfatti di quello

che fanno e di poterlo mostrare ad al-tri. Il lavoro è organizzato per piccoleunità operative (quattro o cinque per-sone), ognuna con un responsabileche organizza la linea di produzione inbase alle capacità proprie e dei com-pagni di squadra. Ogni squadra licen-zia un prodotto finito, così anche chi èin grado solo di sgrossare assi di legnogrezzo può riconoscere nel pallet chela squadra ha prodotto il frutto delproprio lavoro. Di fronte al laboratoriodegli assemblaggi industriali Salva-tore e Riccardo si sono detti: “Se Gian-carlo potesse lavorare qui invece che alCAP sarebbe sicuramente più felice an-che lui!”.Abbiamo visitato anche una resi-denza specializzata per disabili gra-vissimi: ci è piaciuta molto meno. Aparte i chiavistelli alle porte (chehanno letteralmente sconvolto Ric-cardo), sembrava un guscio vuoto.

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qualità, in particolare alla luce dei datistatistici che ci riportano come la de-vianza di ieri, oggi sia considerata solo“soglia di allerta” e si siano quindi ab-bassati gli standard che rivelano “si-tuazioni di criticità” in un’adolescenzache cambia.

Lara Furieri

Sofferenza psichicae cambiamentoin adolescenzaPresentato il libroedito dalla Ericksonalla libreria Ambasciatori.

Il 26 Ottobre è stata presentatapresso la libreria Coop Ambasciatorila nostra ultima pubblicazione “Sof-ferenza psichica e cambiamento inadolescenza”. L’evento è stato indiriz-zato ad un pubblico molto vasto checomprendeva dirigenti scolastici, in-segnanti, genitori e, naturalmente,professionisti che lavorano nel set-tore, educatori e clinici.Si è parlato di adolescenza come unmomento di crescita nel quale, in ge-nerale, emergono potenzialità e pro-blematiche nuove che, nel caso di ra-gazzi con specifiche difficoltà relazionalio psicopatologiche, necessita di un’at-tenzione e di una cura particolari.Proprio questa “particolare attenzionee cura” è stata il frutto di una sinergiapositiva ed efficace che si è sviluppatanella collaborazione tra il privato, lacooperativa Cadiai ed il Servizio Pub-blico, l’Azienda USL di Bologna.Il percorso inizia quando Cadiai si ag-giudica l’appalto per la gestione dellasemiresidenza di via degli Orti e iniziaun lavoro di rete che vede la collabo-razione degli educatori di Cadiai e deiclinici dell’Azienda USL che, pur conprofessionalità molto diverse maugualmente valide e necessarie, defi-niscono gli interventi che caratteriz-zano la qualità del servizio della Se-miresidenza.A moderare l’incontro Giovanni Ma-ria Mazzanti, professore a contrattopresso la facoltà di Economia dell’Uni-versità di Bologna, “perché un econo-mista?” il numeroso pubblico si saràchiesto; il dottor Mazzanti ci ha aiu-

tato a capire perché un investimento,anche economico, fatto oggi su unadolescente cosiddetto “a rischio” puòessere per la comunità il risparmio didomani, ma soprattutto come questitipi di investimenti siano destinati aun “capitale umano” sul quale si scom-mette per un futuro migliore.Proprio per questo, ha sottolineato ildottor Rigon, anche in un momento dicarenza di risorse è comunque oppor-tuno mantenere alto lo standard di

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S. Isaia 96 -Una casa per uscireNuovamente in mostrala storia del gruppoappartamento.

Per i bolognesi è sempre stato “il 90”, eSant’Isaia la via dell’Opedale Psichiatricoda quando, dal 1869, dopo anni di po-lemiche e tensioni, ed in piena epidemiadi colera, i “pazzi” furono trasferiti periniziativa di Francesco Roncati dal San-t’Orsola al Corpo Amministrativo degliSpedali della Provincia, in via Sant’Isaia.Da allora, e per quasi trecento anni, viaSant’Isaia è stata associata dai bolognesiai personaggi coloriti ed eccentrici che vipasseggiavano e a un’idea di psichiatriae di malattia mentale intese come isola-mento ed esclusione.“Resitituzioni - La salute mentaleincontra la città”, dal 22 Ottobre2011 all’8 Gennaio 2012, è un riccoprogramma di eventi culturali, pro-mosso dalla Azienda USL di Bologna,dalla Provincia, dall’Istituzione “GianFranco Minguzzi” e da Cadiai, voltoa ricordare che, dopo il lungo per-

corso di restauro e riqualificazione, unpezzo della città è ritornato ad essereparte vitale del suo tessuto e a superarel’idea che i servizi di salute mentalesiano presidi sociali per isolare.Proprio all’interno di questa rassegnasi colloca la riproposizione della mo-stra di Cadiai “S. Isaia 96 - Una casaper uscire” che racconta la storia delGruppo Appartamento situato in viaSant’Isaia n. 96, aperto nel Giugno del1986, che accoglieva cinque personedisabili provenienti dall’ex OspedalePsichiatrico “Francesco Roncati”, doveavevano trascorso gran parte dellaloro vita.Attraverso le fotografie di OrlandoStrati e Gilberto Veronesi non vienesolo raccontata la storia delle personeche lì abitano o hanno abitato, ma an-che del servizio stesso che, nel corsodegli anni, ha subito varie modifiche:pur avendo mantenuto lo stesso nome,si è trasferito presso il Centro Speri-mentale Polifunzionale“Alessandro An-cona”, in via Portazza n. 5, e ospita per-sone molto diverse da quelle di allora: sitratta di giovani con lievi disabilità, chehanno la possibilità di uscire dalle lorofamiglie di origine, proprio come fannotante altre persone ad un certo puntodella loro vita, diventando così auto-nomi, seppur con qualche aiuto e so-stegno da parte degli operatori.In questo contesto di restituzione cisembrava importante che parteci-passe anche Cadiai che, nei lontani

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anni Novanta, ha avuto un ruolo im-portante nel percorso di chiusura del-l’allora manicomio: riproporre “S. Isaia96” proprio nella corte dell’ex Ospe-dale Psichiatrico chiude un percorso, lìdove tutto è cominciato.

attività sociale

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Educazione alla Salute dell’Asl di No-vara, il confronto è stato certamenteutile per i coordinatori coinvolti nelprogetto, ma ha anche messo in luceil fatto che a Novara c’è ancora moltoda costruire e da inventare riguardoalla cura dei malati di demenza.Forse anche per questo motivo gli ope-ratori presenti in sala e gli organizzatorihanno accolto con entusiasmo le atti-vità proposte da Coopselios – unasplendida cucina Alzheimer allestita inuna struttura di Piacenza – e da Cadiai,che ha presentato l’Attività Assistitadall’Animale e l’arteterapia sperimen-tate a San Biagio e l’attività riabilita-tivo-musicale inventata dai fisioterapi-sti di Virginia Grandi.Ci è sembrato che il pubblico abbiaapprezzato, in particolare, il senso diun approccio alla cura che non perdemai di vista la globalità della personae che cerca di superare il limiti ogget-tivi dell’intervento con il rigore pro-gettuale, con la continuità dell’impe-gno e anche con un po’ di fantasia.

Marie Christine Melon

Disseminandobuone pratiche

Cadiai in trasfertaa Novara per raccontarela propria esperienzanella cura degli anzianicon demenza.

Il lavoro di cura con le persone affetteda demenza richiede l’esercizio di nu-merose competenze tecniche e rela-zionali.Capita, però, che nel contatto quoti-diano con la malattia gli operatori ad-detti alla cura perdano la percezionedi quanto è in loro potere fare per mi-gliorare la qualità di vita dei malati edei loro familiari e si sentano perva-dere da un senso di impotenza.Il confronto con altri impegnati nellostesso difficile compito e lo scambio diesperienze e di buone prassi diventaallora fondamentale per il recuperodella motivazione e della capacità diripensare il proprio impegno quoti-diano in termini propositivi.Di questo si è discusso martedì 25Ottobre a Novara, al convegno Al-zheimer e lavoro di cura: sono pos-sibili nuove proposte?, organizzatodalla Provincia e dall’Azienda Sanita-ria Locale con il supporto del CentroMaderna.Durante il convegno sono stati pre-sentati i risultati del progetto "Ridise-gnare la relazione di cura con i pazientiaffetti da demenza e Alzheimer" che,attraverso il confronto guidato e loscambio sulle azioni di cura messe inatto nei servizi residenziali, semiresi-denziali e domiciliari di Novara e pro-vincia, si proponeva di far emergereesperienze e pratiche innovative dadisseminare sul territorio.Come ha sottolineato il dottor Lo-renzo Brusa, dirigente medico e re-sponsabile del servizio Promozione ed

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pomodorini, insalata, zucchine e altroancora: un progetto di cui andiamomolto fiere!I nonni del Centro Sociale, che gesti-scono anche la zona ortiva “Area dellaSaggezza” presso il parco di via Lirone,ci aiutano periodicamente nella van-gatura, zappatura e ci procurano qual-che pianta.Tra le iniziative proposte alle famiglie,“leserate a tema”tenute dalla pedagogistaDaria Quaglia. Occasioni per le famigliedei bambini di incontrarsi e parlare delloro quotidiano rapporto coi figli, deiproblemi che ne emergono, aiutati dauna valida professionista del settore.Nei primi anni il nido era chiamato“Centro Infanzia Bondanello” (nomedella zona in cui sorge) ed oltre al ser-vizio nido veniva messo a disposizionedei bambini tra gli 0 e i 5 anni, uno spa-zio ludico gestito da un educatriceesperta nell’insegnamento della mu-sica ai bambini in età prescolare.Le attività svolte dal centro sono statemolto apprezzate, la partecipazione deigenitori nell’organizzarle era sempremolto vivace. Tra le diverse esperienzeche meritano di essere ricordate c’è an-che un laboratorio teatrale.La seconda gara d’appalto per gli annieducativi 2004/05, 2005/06, svoltasi nelLuglio del 2004 viene vinta di nuovodalla nostra cooperativa (con l’opzionedi riconfermare per altri due anni la ge-stione, cosa confermata nel 2006 per al-

monografiaNido d’infanziaGatto Taletedi Castel MaggioreLa coopertiva Cadiai si affaccia per laprima volta sul territorio di Castel Mag-giore nel 2002: vince la gara d’appaltoper la gestione di servizi nido per glianni educativi 2002/2003 e 2003/2004.In particolare le sono attribuiti le sosti-tuzioni presso il già esistente nido co-munale “L’Anatroccolo” e l’apertura diuna nuova struttura nido di proprietàcomunale (che avrà due sezioni), ancoralontana dal chiamarsi “Gatto Talete”.La sezione di cui ci è stata affidata la ge-stione inizia la sua attività in mezzo adun vero e proprio cantiere edile.I bambini da inserire sono quindici, icolloqui preliminari coi genitori si svol-gono presso gli uffici del Comune, pro-prio per dare la possibilità agli operai difare gli ultimi ritocchi e poter aprire lasezione in sicurezza.Tre educatrici, due collaboratrici, unacoordinatrice gestionale e la pedago-gista faranno parte dell’equipe.Questa struttura ha tutte le potenzialitàper diventare, in un futuro non troppolontano, un luogo bello ed accogliente.L’edificio è stato ricavato dalla ristrut-turazione di una vecchia stalla con fie-nile, annessi alla casa colonica che, unavolta ristrutturata, diverrà la scuola del-l’infanzia “Cipì”.Gli edifici sono circondati da un ampiospazio verde immerso a sua volta nelparco urbano Iqbal Masih. Per due anniconsecutivi il nido funziona con la solasezione “Luna”, al piano terra. Il recu-pero della struttura è avvenuto con-servando le precedenti caratteristicheinterne che sono state sfruttate per ot-tenere una interessante organizzazionedegli spazi. Così, ad esempio, le co-lonne ci hanno dato la possibilità dicreare spazi circoscritti e accoglienti edi avere un atelier, separato da una ve-trata, all’interno della sezione. Un si-

stema di porte scorrevoli consente diaccedere direttamente sulla verandacoperta e sul giardino. La presenzadella veranda è essenziale, perché dà lapossibilità di rimanere all’esterno an-che quando piove.Il punto di forza del progetto educa-tivo fu di agevolare il più possibile lafruizione del servizio andando incon-tro, sempre rimanendo in linea con leregole istituzionali, alle esigenze dellefamiglie. Si è cercato di facilitare e au-mentare i momenti di incontro tra ilservizio e i genitori dei piccoli, unagrande innovazione che ha avuto eha tuttora molto successo con le fa-miglie. In questa ottica “nascono” il la-boratorio per la costruzione del gio-cattolo di Natale e la festa con BabboNatale che avvengono con il coinvol-gimento delle famiglie dopo l’orario diservizio del nido. Nasce in questi annianche la collaborazione con il CentroSociale “Sandro Pertini”.Gli anziani del centro sono sempremolto disponibili a venire a recitare ilruolo di Babbo Natale alla festa ed unodi loro, suonatore di cornamusa, allietala festa e ne aumenta lo spirito natali-zio. Un'altra attività che vede gli an-ziani “in prima linea” è l’aiuto nella la-vorazione della terra dell’ “Orto diTalete”, come abbiamo chiamato unpiccolo spazio nel giardino dove, conil permesso dell’amministrazione co-munale, i bambini possono coltivare

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meglio la struttura educativa : nel com-plesso le educatrici diventano cinque acui si aggiungono tre collaboratrici.Inizia la ricerca del nome per l’intitola-zione e si dà il via ad un piccolo son-daggio. Alla fine il nome che sarà giu-dicato più adatto e più simpatico èquello proposto dalla pedagogista Da-ria Quaglia: “Gatto Talete”.A questo punto il nido, per gli amici, il“Gatto”, conta due sezioni:“Farfalle”con24 bambini iscritti dove lavorano treeducatrici comunali, una educatricepart-time di Cadiai in supporto alla se-zione e una collaboratrice, e “Arcoba-leno” con 28 bambini seguiti da cinqueeducatrici (di cui quattro part-time euna tempo pieno). Il personale ausilia-rio conta quattro collaboratrici (una atempo pieno e tre part-time).La terza gara d’appalto, svoltasi nel-l’estate del 2008, vede ancora una voltavincitrice la cooperativa Cadiai, che siaggiudica la gestione dei tre anni edu-cativi dal 2008 alla fine del 2011.L’ultima gara svoltasi nel Luglio del 2011è storia di oggi e vede Cadiai aggiudi-carsi la gestione totale del nido, per glianni scolastici 2011/12 e 2012/13.Il Gatto Talete conta ora 49 bambini, 28per la sezione “Arcobaleno” e 21 per lasezione “Farfalle”, vi operano otto edu-catrici e quattro collaboratrici, una pe-dagogista e la coordinatrice gestionale.

Non si può negare che, in un primo mo-mento, il personale della cooperativaabbia dovuto lavorare in modo da farsiapprezzare dal personale comunale, esfatare così i pregiudizi sulle capacitàprofessionali degli operatori. Ma, conuna punta di orgoglio e di presunzione,possiamo affermare che il personaledella nostra cooperativa è altamentequalificato, e quello che ha lavorato elavora per il Comune di Castel Mag-giore è sicuramente tra questi, così an-che i più dubbiosi e ritrosi, vengonopresto smentiti.Intanto la struttura del “Gatto Talete” èfinalmente finita e comincia ad abboz-zarsi anche il giardino.Il numero degli iscritti aumenta e diconseguenza anche il numero del per-sonale necessario per far funzionare al

tri due anni consecutivi) e a Settembredel 2004, al piano superiore dell’edifi-cio, l’ex fienile, apre la sezione“Arcoba-leno”. Nello stesso anno all’interno del-l’attigua ex casa colonica apre la scuoladell’infanzia “Cipì”, con tre sezioni ge-stite da personale statale della Dire-zione Didattica di Castel Maggiore.La sezione “Arcobaleno” è un ampioopen-space, un alto soffitto con travi avista e una vetrata immensa che dà sulgiardino. Sarà gestita da personale co-munale: tre educatrici, distaccate dalnido “Anatroccolo”, per ventuno bam-bini iscritti. In questi anni aumenta lapresenza del personale Cadiai ancheal nido “Anatroccolo”: tre educatrici euna collaboratrice della cooperativasono chiamate ad integrare il perso-nale del Comune.

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nostra Presidente, Franca Guglielmetti.Tutti hanno richiamato l’attenzione sulperché si è voluto con tanta forza lanascita di questo servizio in questo par-ticolare contesto, anche per lo scambiointergenerazionale che si vuole attivarecon questo progetto e l’importanza chequesto può avere in una prospettiva diintegrazione.Infine il taglio del nastro, giro di cono-scenza del servizio e“ora tutti torniamobambini e ascoltiamo la nuvola Olga”ele canzoncine.Momento di rinfresco: vediamo aggi-rarsi tra i tavoli anche gli ospiti dell’ASPche ci fermano e ci raccontano la lorovita, ci invitano a casa loro.Si respira un’aria di festa, il giardino è

BenvenutoGiovannino!

Inaugurato il nuovoasilo nido gestitoda KarabakOtto pressol’ASP Giovanni XXIII.

Il momento che ha preceduto l’eventoè stato impegnativo, ma anche moltodivertente.Siamo un gruppo di dieci operatrici chenon hanno mai lavorato insieme; dapoco più di due mesi avevamo avviatoil servizio e il 22 Ottobre dovevamo af-frontare la sua inaugurazione.L’aver preparato insieme questo eventoci ha dato modo di conoscerci meglio.Per l’occasione avevamo scelto di rap-presentare una lettura animata. Lascelta è caduta sulla “Nuvola Olga”, unracconto di Nicoletta Costa.Ognuna di noi doveva rappresentarneun personaggio. Durante le prove cisiamo messe in gioco, l’autoironia è ser-vita a creare un bel clima, il condividerela fatica e la voglia di dare il massimoperché tutto riuscisse nel migliore deimodi ha unito il gruppo di lavoro.Anche esternamente, come succede inun alveare, il personale del GiovanniXXIII era all’opera (giardinieri, fale-gnami, manutentori, muratori...) ga-rantendoci il massimo supporto per lariuscita dell’evento.22 Ottobre ore 8.30, siamo tutte tese:“Verrà tanta gente... il Sindaco... forse, ivari rappresentanti istituzionali”.Ore 10 ecco arrivare i primi ospiti... Sa-luti presentazioni... la coordinatrice la-scia trapelare un po’ di tensione...Poi i discorsi ufficiali: Giovanni De Plato,Presidente dell’ASP Giovanni XXIII, l’As-sessore del Comune di Bologna, Mari-lena Pillati, Anna del Mugnaio, Dirigentedel Servizio Politiche Sociale e per la sa-lute della Provincia, Virginia Gieri, Presi-dente del Quartiere Savena ed infine la

splendido, è uscito il sole che con il ri-verbero del verde prato entra dalle ve-trate illuminando le sezioni, noi ci guar-diamo sorridendo e senza dirci nullastiamo pensando la stessa cosa: è stataproprio una bella giornata.Qualche settimana più tardi è venuta atrovarci anche Amelia Frascaroli, As-sessore alle politiche sociali del Co-mune di Bologna, che ci ha fatto i com-plimenti per la funzionalità e l’eleganzadel servizio.Lo sappiamo che forse non dovremmodirlo, ma quanti di noi hanno la possibi-lità di recarsi al lavoro e godere del sus-seguirsi dei cambiamenti della naturache si distende davanti la nostra vista,durante tutto l’arco della giornata? Ed è

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Attività socioeducative rivoltea minori sintiSostegno scolasticoe integrazionea Borgo Panigale.

In data 25 Ottobre 2011 Cadiai si èaggiudicata la procedura che pre-vedeva l’affido di attività socio edu-cative rivolte a minori sinti, da svol-gersi all’interno del Quartiere BorgoPanigale.L’appalto è relativo all’intervento diun’educatrice e di un educatore, giàprecedentemente impegnati sul ser-vizio con la Cooperativa GECO,presso locali messi a disposizione dalQuartiere, ed è rivolto ad un gruppodi 15 massimo 20 minori, residentinel campo sosta del Quartiere me-desimo, frequentanti le scuole delterritorio, e provenienti da famigliemulti problematiche.L’attività del gruppo socio educativo,è finalizzata alla promozione diazioni volte a sostenere percorsi dicrescita dei bambini ed adolescenti,e a prevenire eventuali situazioni dimarginalità e devianza.Saranno previste attività di sostegnoscolastico e laboratoriali, da svolgersinei locali sede del Gruppo; quindiattività di interazione con il territorioaccedendo agli impianti sportivi, bi-blioteche, spazi aggregativi; parte-cipazione a feste ed eventi ricreativiin generale; organizzazione di gite esoggiorni e uscite sul territorio.L’appalto ha valenza annuale e scadeil 31 Luglio 2012.

Roberto RinaldiResponsabile Settore Educativo

così che ci accolgono i raggi del sole e ilverde delle foglie degli alberi o la neb-biolina fitta che lascia intravedere i ramiappena spogliati e piano piano si alza ola pioggia che li ricopre di sudore; tuttoquesto si sussegue mentre i bambini si

affacciano a questo mondo passo dopopasso scoprendone le sue bellezze.

Il gruppo di lavoro

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Settima edizione deiGiochi dell’AmiciziaMusica e fiori alla CasaResidenza di Granarolo.

Il 16 Settembre 2011 la Casa ResidenzaCentro Integrato Anziani di Granaroloha aperto le porte per l’annuale edi-zione dei giochi dell’amicizia.Per il tema di quest’anno si è pensatoall’Italia in musica e in fiore.Ogni invitato è stato accolto con unfiore creato dagli ospiti della strutturada applicare fra i capelli, per le signore,e nel taschino, per i signori.Tutti i presenti sono stati accompagnatinel grande salone allestito per l’occa-sione dove, dopo essersi presentati econosciuti, hanno cantato, ballato egiocato con la musica.Subito prima di pranzo i responsabilidelle varie strutture hanno intonatol’Inno di Mameli, sventolando unagrande bandiera tricolore e coinvol-gendo tutti gli ospiti nel festeggia-mento dei 150 anni dell’Unità d’Italia.Lo spirito patriottico così rinvigorito ciha accompagnati nel giardino esternodove si è svolto un gradevolissimo egustosissimo pranzo con i colori e labrezza di fine estate.

Dopo pranzo ci siamo salutati con unpiccolo dono profumato in ricordodella bella giornata trascorsa insieme.In attesa dell’ottava edizione dei Giochidell’Amicizia ringraziamo tutti gli ospiti,gli operatori e i familiari che hanno par-

tecipato, rendendo speciale questogiorno di fine estate.

Brunella PatelliAnimatrice

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Comuni della provincia sono stati alle-stiti eventi, feste, mostre e banchetti in-formativi per sensibilizzare la cittadi-nanza sull’ argomento.La nostra cooperativa ha organizzatoall’ interno dei suoi servizi parecchie ini-ziative di diverso genere: laboratori ge-nitori-bambino, mostre fotografiche eletture animate.Cogliamo l’occasione per sottolineare laduplice importanza dei servizi nido: fa-cilitare le mamme nel lavoro e dare ini-zio alla prima esperienza educativa deibambini nell’ambito sociale.

Laura Zarlenga e Veronica TrauzziEducatrici del nidoMaria Trebbi

1971: nasconogli asili nidoFeste e attività negli asiliper ricordare la Legge 1044del 2 Dicembre.

Il 2 Dicembre di quest’anno la legge1044 ha compiuto quarant’anni; è lalegge che istituisce gli asili nido comu-nali, nata da una grande battaglia delledonne per conciliare lavoro e maternità.Al fine di realizzare, nel quinquennio1971-76, la costruzione e la gestionedi almeno tremilaottocento asili nido,lo Stato assegna alle Regioni fondispeciali.Inoltre la Regione fissa alcuni criteri ge-nerali per la costruzione, gestione e con-trollo degli asili nido come ad esempio:- essere dotati di persone qualificate e

idonee e garantire l’assistenza sanita-ria e psico-pedagogica del bambino;

- possedere requisiti tecnici, edilizi edorganizzativi tali da garantire l’armo-nico sviluppo del bambino.

In Emilia-Romagna sono 1217 le strut-ture che offrono servizi educativi per laprima infanzia. Nel dettaglio, i servizieducativi comprendono nidi d’infanziae micronidi, per 935 strutture comples-sive. Si tratta di servizi educativi e socialidi interesse pubblico, aperti a tutti ibambini e le bambine in età compresa

tra 3 mesi e i 3 anni.La Provincia di Bologna, l’Anci, Legau-tonomie, la Regione Emilia-Romagna, iComuni del territorio e il Coordina-mento pedagogico provinciale hannoaderito all’iniziativa “1044 piazze per i40 anni della 1044”.L’iniziativa intende stimolare una mo-bilitazione nazionale sui servizi per l’in-fanzia, nell’attuale situazione di tagli allerisorse e di minaccia alla loro sopravvi-venza, focalizzando l’attenzione sulledifficoltà degli enti locali a garantirli esulle necessità di un piano di finanzia-mento nazionale per la loro gestione eil loro incremento.In occasione di questa giornata, in vari

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L’Atelier“Il Maggiociondolo”.Occasioniper esprimersi.Si è tenuta il 15 Novembrela presentazionedel quattordicesimoQuaderno Cadiai.

Quando, dopo più di un anno che “acucci e spintoni” lavoravamo alla crea-zione di questo Quaderno, ci è statocomunicato che sarebbe stato stam-pato, siamo stati molto felici. Maquando ci è stato comunicato che do-vevamo anche presentarlo davanti adun pubblico, abbiamo cominciato apreoccuparci.Nessuno voleva neanche pensare di par-lare ad un microfono e davanti alle Au-torità; poi piano piano sono uscite delleidee come la creazione di un video chepresentasse le nostre attività o la letturadi alcune frasi per noi significative.E come spesso accade all'Atelier, il la-voro di gruppo paga e aiuta a superareanche quelle che sembrano difficoltà.Un po’ alla volta ci siamo convinti diciò che volevamo ottenere da questoevento e come ci sarebbe piaciutofarci conoscere.Prima di tutto far emergere quelli che

sono i veri protagonisti dell'Atelier: i ra-gazzi (termine assai appropriato vistoche trattasi per la maggior parte di baldigiovani dai diciannove ai quarant’anni).Per l'Atelier sono intervenuti la peda-gogista Laura Morini e Arlene Dalolio,educatrice professionale. A seguire,Bianca Tassinari (Maestra D'Arte inseritapresso l'Atelier come borsa lavoro), masoprattutto i nostri ragazzi, Roberto edElena che, microfono alla mano, hannoillustrato il loro operato e si sono messia disposizione per eventuali domandedel pubblico. Bravissimi! Dopo un primomomento di emozione, tutto è filato li-scio mostrando che le vere star del ser-vizio sono proprio loro! Lucia, Manuela,Michele, Giulia e Daniela, oltre ad alle-stire la sala con i Batik e a curarne lascenografia, si sono incaricate di offrireuna lauta merenda nel finale. Superbi!

Da sottolineare gli interventi “dal po-sto” di Alba Garibaldi (educatrice pro-fessionale Atelier) e Teresa Turrini (USSIDisabili Adulti).Importante è stato anche sottolineareuna delle maggiori caratteristiche delMaggiociondolo che è quella dell'es-sere un servizio aperto: aperto a nuoveesperienze e alla sperimentazione, al-l'ospitare persone da fuori e a portareall'esterno i propri lavori, diventandoparte integrante del territorio.La giornata è stata anche un’ottima oc-casione per mettere a confronto l'espe-rienza dell'Atelier “Il Maggiociondolo”con quelle di altri servizi laboratorialigestiti da ANFFAS, COPAS e AIAS percondividere la grande valenza educa-tiva e rimarcarne l'importanza sociale.

Il gruppo di lavoro

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Percorsidi integrazione:10 anni di esperienzea Casa San BiagioFesteggiato il decennaledella Casa Residenzae Centro Diurnoa Casalecchio di Reno.

Il 17 Dicembre si è celebrato il decimoanniversario della Casa Residenza eCentro Diurno di San Biagio.Durante la mattinata sono intervenutiil Sindaco di Casalecchio di Reno, Si-mone Gamberini, la Presidente dellaCooperativa, Franca Guglielmetti, eper l’Azienda Usl di Bologna, il Diret-tore del Distretto di Casalecchio, ladottoressa Francesca Isola.Nel corso degli interventi, il coordina-tore responsabile della struttura, Gra-ziano Santoro, ha illustrato gli obiet-tivi e la filosofia del servizio che trovasuo fondamento nella centralità del-l’utente. Vi è la necessità di gestire unservizio socio-assitenziale conside-rando l’anziano non auto-sufficientecome una persona di cui prendersi curama anche da valorizzare nelle sue com-petenze, un modo in un certo senso di“fare e costruire società”. Questa co-struzione avviene di giorno in giornonella residenza che è aperta all’esternoe cerca di fare inclusione sociale e in-terazione territoriale.Sabrina Stinziani, psicologa dellastruttura, ha presentato alcuni dei mol-teplici progetti che si sono sviluppatinell’arco di questi dieci anni: dall’Atti-vità Assistita con Animali, al memorytraining, al progetto “il giardino dei ri-cordi” fino al Caffè San Biagio.Al termine dell’incontro è stato pre-sentato un video che ha ripercorso al-cuni dei progetti illustrati, presen-tando l’iniziativa in programmazione

per Gennaio: i bambini della scuolamaterna incontrano gli anziani.Sempre in quest’occasione è statopresentato il quindicesimo Qua-derno Cadiai “Le immagini raccon-tano - Arteterapia e anziani” che illu-stra proprio l’esperienza di ateliersvolta a San Biagio.

Sabrina Stinziani

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Vent’annidi Casa RodariUn compleannoall’insegna dei ricordie rivolto al futuro.

Mercoledì 21 Dicembre si è celebratocon un convegno il ventennale dellaresidenza socio riabilitativa Casa Ro-dari, presso il Centro di Documenta-zione per la Cooperazione e lo Sviluppodi Via Mentana.All'incontro, che aveva come titolo,"Vent’anni di Casa Rodari" hanno parte-cipato alcuni dei principali interlocutorie referenti istituzionali con cui Cadiai sirapporta, i cui interventi si sono focaliz-zati appunto sullo scenario in cui si col-loca la struttura oggi, scenario ben di-verso da quello di origine, vent’anni fa.Infatti il tema di apertura non potevache essere il sistema di accreditamentodei Servizi voluto dalla Regione Emilia-Romagna il cui obiettivo è quello diuniformare i parametri tariffari perl'erogazione delle rette in tutte le pro-vince, dove in passato esistevanogrosse disparità.A Bologna, con l'accreditamento deiServizi purtroppo si è dovuto fare iconti con l'abbassamento generaledelle risorse economiche legate allaclassificazione degli utenti e, di conse-guenza, alla valutazione del bisognoassistenziale degli stessi. In questa fasedi cambiamenti, ripensare i Servizi si-gnifica ripensarli non solamente a par-tire da quelli che sono i bisogni degliutenti, ma anche da quelle che sono ledisponibilità economiche attuali, chenon coincidono con il passato.La seconda parte dell'iniziativa, “Vocida Casa Rodari”, è stata dedicata allapresentazione del sedicesimo Qua-derno Cadiai che ripercorre la storia diquesto servizio.Oltre alla rievocazione storica di quelloche fu la dimissione di quindici per-

sone dall'Ospedale Roncati ed il loroinserimento a Casa Rodari, l'11 No-vembre 1991, nel corso del pomerig-gio sono state ascoltate le voci di ope-ratori di ieri e di oggi ed è statoproiettato un filmato girato in occa-sione di una recente gita di strutturapresso “Le Navi” di Cattolica.All'iniziativa hanno preso parte anche ildottor Angelo Fioritti, Direttore del Di-partimento di Salute Mentale che al-l'epoca del superamento dell'OspedalePsichiatrico Roncati era responsabiledei Reparti 3 e 7H da cui provenivano i"ragazzi" poi inseriti a Casa Rodari, ed ildottor Andrea Mariani, attuale consu-lente psichiatra della residenza.In particolare l'intervento del dottorFioritti ha posto l'attenzione sull'au-spicata multidisciplinarietà degli in-terventi e sull'integrazione tra servizipsichiatrici e servizi per la disabilità,sottolineando che purtroppo vige unsistema di finanziamento che disin-centiva la collaborazione, mentre oc-correrebbe un sistema che spinga lediscipline ad una maggiore collabo-razione.

Laura Morini

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Nozze di diamantea GranaroloNeves e Sergio:sessant’anni insieme.

Neves e Sergio sono ospiti della CasaResidenza Centro Integrato Anziani diGranarolo ma prima di tutto sono ma-rito e moglie e sono sposati da ben ses-sant’anni… le Nozze di Diamante, untraguardo straordinario!Per noi è stato un onore essere pre-senti e testimoni di questo amore cheha passato il mezzo secolo.

infatti il 9 Ottobre, insieme ad ospiti efamiliari, siamo andati in Comune percelebrare l’anniversario con il Sindacodi Granarolo e, in seguito, sabato 19Novembre, abbiamo festeggiato in al-legria con un fastoso pranzo organiz-zato in struttura, accompagnato da de-licate rose bianche e bomboniere.

Ringraziamo Neves, Sergio e la figliaFranca per averci fatto vivere que-st’emozione ricca di valori intramonta-bili e sapori antichi.

Barbara CuoghiResponsabile di Struttura

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11° Concorsodi Poesiae Racconti breviI Centri Diurni “Tulipani”e “Cà Mazzetti” in prosae in versi.

Anche quest’anno siamo stati invitatidalla Casa Residenza“Il Corniolo”, con lacollaborazione del Comune di Baricella,a partecipare all’11° Concorso di Poesiae Racconti brevi.Il tema sul quale si dovevano cimen-tare gli utenti dei nostri centri diurni ri-guardava “il ringraziamento… a chi...a qualcuno... perchè... grazie ad unevento... ad una persona cara...”.Si poteva scrivere in rima, in dialetto,sotto forma di breve racconto o di pic-coli pensieri.Le testimonianze scritte sono statepoi esposte al pubblico nell’atrio delMunicipio per un’intera settimana ela premiazione è avvenuta sabato22/10/2011 nella Sala Consiliare delComune di Baricella.Un operatore del Centro Diurno “Tuli-pani” con un gruppo di utenti ha par-tecipato alla premiazione, ritirando ilpremio anche per il Centro Diurni “CàMazzetti”.A lato la poesia “Il Mare”, vincitrice delprimo premio poesia per il CentroDiurno “Tulipani”, scritta da un’utentefrequentante il centro già da moltianni, ed il racconto intitolato “Il gat-tino” della vincitrice del secondo pre-mio per il Centro Diurno “Cà Mazzetti”.Ringraziamo “Il Corniolo” per avercidato l’opportunità di partecipare aquesta splendida iniziativa, auguran-doci di poter produrre per l’anno pros-simo altri “capolavori”!

Paola PettazzoniCoordinatrice dei Centri Diurni

“Tulipani” e “CàMazzetti”

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Granarolo in festaAnche quest’anno gli anziani e tuttolo staff del Centro Integrato Anziani,Casa Residenza – Centro Diurnohanno partecipato, insieme all’Asso-ciazione “Amici della Casa Protetta”,alla grande festa del Toro che, comeogni anno, si tiene il secondo fine set-timana di Ottobre.L’associazione ci ha deliziato il palatocon tigelle, frittelle di riso, casta-gnacci, caldarroste, polenta fritta edha organizzato una ricca pesca di be-neficienza.La Casa Residenza ha allestito un ban-chetto con i manufatti eseguite dagliospiti insieme a Brunella e Anna, il ri-cavato verrà utilizzato per acquistareoggetti o attrezzatura per gli ospitidel Centro Integrato Anziani.Come Responsabile del Servizio vor-rei ringraziare lo staff dell’Associa-zione“Amici della Casa Protetta”per ilgrande impegno, le idee e per il pia-cere del lavoro condiviso; Brunella edAnna per l’allegra creatività chehanno trasmesso agli anziani e tuttigli Operatori Socio-Sanitari ed Infer-mieri per la professionalità e volontàche hanno dimostrato.Grazie a tutti!

Barbara CuoghiResponsabile di Struttura

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Come ti organizzoil NataleProcedura Operativa“Natale dietro le quinte”(revisione Auguri a tutti!).

“Lo facciamoanche quest’anno il pranzodi Natale?”.Ovvio che lo facciamo! Natale tutti in-sieme - anziani/figli/nipoti/amici/vo-lontari/operatori e tutti quelli che hannovoglia di starci – è forse la cosa più bellache le residenze per anziani hanno pro-dotto in questi anni. Ne usciamo tutti unpo’ frastornati, perché la musica, lagente, i colori, un po’di vino (ebbene sì,non ci facciamo mancare proprioniente), i profumi, il presepe, i ricordi dialtri Natali… E ne usciamo tutti più ric-chi, anche se è sabato o domenica e lasettimana ricomincia subito.“Avete fattouna cosameravigliosa - ci hadetto la signora Nicoli - siamo stati tuttibenissimo.Ma la cosa più bella che avetefatto è tutto il lavoro che deve esservi co-stato”. È questo lavoro che voglio rac-contare, l’impegno che riempie lo spaziofra un’idea che nasce e la festa che riesce.Voglio parlare di un’organizzazione a cuitutti collaborano con entusiasmo e inparte a titolo volontario. Di un sistemache integra l’efficienza ‘svizzera’ che or-mai i nostri servizi richiedono con ilcaldo cuore della bassa padana, chetanto contribuisce alla riuscita dei nostriprogetti. Dei nostri operatori che ven-gono volentieri a lavorare prima del loroorario o anche fuori orario, per il solopiacere di condividere la festa e i sorrisidegli anziani. Dei raa, che sono un veromiracolo di competenza e di efficienzae che fanno un magnifico lavoro di in-tegrazione. Degli infermieri, che quandooccorre si trasformano volentieri anchein barman e sono così professionali dasaper gestire un ricovero in emergenzain piena festa senza creare allarmismi esenza che nessuno ne risenta. Delle ad-

dette ai servizi generali, che hannomolto più lavoro nei giorni di festa enon se ne lamentano, coccolano gli an-ziani come sempre e riparano pronta-mente agli inevitabili incidenti. Quantoai coordinatori, in queste occasioni illoro impegno è globale, da manager afacchino senza soluzione di continuità.Gli esempi che seguono si riferiscono aVirginiaGrandi, ma la procedura è più omeno la stessa in tutte le residenze.Obiettivo: organizzare un pranzo di Na-tale “in famiglia”.Azioni:1. Pensiamo al menù. Diverso da quel-lo degli anni scorsi, con piatti comun-que tradizionali, compatibile con leesigenze masticatorie e dietetiche deinostri anziani, ma anche appetibile peri loro familiari, non troppo difficile daporzionare e da servire. Lunghe telefo-nate di Carmen con Felsinea per arriva-re all’ottimo. Dura contrattazione diArnaldo sul prezzo, perché non spen-diamo soldi nostri: vogliamo il megliopossibile al minimo costo possibile.2. Pensiamo agli ospiti. Quanti anzia-ni parteciperanno (quasi tutti, per for-tuna, tranne pochi casi gravi). Quantipossono mangiare in sala, quanti man-geranno un po’prima il frullato e poi pi-luccheranno qualcosa insieme aifamiliari in sala. Quanti non potrannovenire in sala (sempre pochissimi, perfortuna) e quanti operatori servono pergarantire l’assistenza nei nuclei.3. Pensiamo ai parenti. Quanti verran-no? Dobbiamo accontentare tutti e nelcontempo contenere il numero entro li-miti sopportabili, sappiamo che sopra i

centoventi convitati diventa difficile ge-stire gli spazi. Lucia pensa e stampa gliinviti, carini, con le foto dei Natali scorsi.Carmen, Grazia e Lucia coinvolgono i fa-miliari e si annotano le adesioni. Ap-pendiamo locandine in struttura. Dopoqualche giorno Lucia richiama tutti i fa-miliari per rinforzare l’impegno.4. Pensiamo a chi ci aiuta. Sono tantii volontari che ci danno una mano, li in-vitiamo tutti, raccogliamo le adesioni eprogrammiamo per tutti un regalospeciale. I bambini dell’oratorio faran-no due visite successive domenicamattina, per portare un sorriso e bi-gliettini di auguri agli anziani. Bisognaprevedere un piccolo rinfresco ancheper loro. Anche la Pubblica Assistenzafarà il suo consueto giro di auguri e re-galini il giorno prima: bisogna fare inmodo che la maggior parte degli an-ziani siano alzati quando arriva il Bab-bo Natale della Pubblica.5. Pensiamo ai regali. Lucia realizza ilCalendario 2012. Tema: ‘I nostri amicianimali’. Obiettivo: spezzare una lanciain favore degli animali che vengono ab-bandonati in strada ogni estate. Tutti glioperatori contribuiscono portando lefoto dei loro animali da compagnia. Nelfrattempo Lucia organizza il lavoro di al-cuni anziani: ha progettato angioletti re-galo per i familiari, servono capelli dilana e faccine espressive. La dottoressaZecchini, Daride per gli amici, si occupadelle faccine; Norma, Maria 1, Maria 2 eAlessandrina dei capelli di lana. Conl’aiuto non dichiarato di Vittorio. Altri an-ziani producono i bigliettini di auguriper gli anziani ospiti e per gli esterni. Al-

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cuffia. Non ditelo a Ylenia e Vania!Dato il numero dei partecipanti è pre-vedibile una certa confusione nella di-stribuzione ai tavoli. Le raa si inventanoun maitre di sala che dirigerà il traffico.Zamfira, Giorgia e Fatima si dividono ilcompito egregiamente. Zamfira rivele-rà anche un insospettato talento di ven-ditrice, con il ricavato del mercatino cipaghiamo le prossime due gite.Tutto a posto? Non proprio. All’ultimominuto Carmen si rende conto che sa-ranno presenti tre operatori musulma-ni: dovranno guardare i loro colleghimangiare le lasagne senza poterne ap-profittare? Nella ‘bassa’ è un pensieroquasi blasfemo! Veloce telefonata allaFelsinea che gentilmente ci fornisce treporzioni di lasagne senza maiale. Anno-tare in agenda per il prossimo anno.8. Esito. Abbiamo messo a tavola cen-totre persone, più gli operatori presen-ti, che si sono mischiati a chi festeggiavanelle pause fra una portata e l’altra. Lafelicità di tutti si legge nelle foto.

ChristineBefana onoraria 2011

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tri si occupano delle confezioni.6. Apparenza. Per Natale tutti belli! Or-ganizziamo gli accessi della parrucchie-ra per arrivare tutti in ordine a domenica18, ma senza troppo anticipo, sennò lamessa in piega non regge. AttiviamoOss tutor e addette al guardaroba perl’abito della festa.7. Sostanza. Organizziamo gli spazi, te-nendo conto dei percorsi con le carroz-zine, dei carrelli per la distribuzione edella mostra fotografica allestita dal si-gnor Serra. La signora Lucia ha allestitoanche quest’anno il suo fantastico Pre-sepe, con l’aiuto di Salvatore.Pensiamo a chi può resistere a tavolaper tutto il tempo e a chi avrà bisogno dimuoversi prima e dovrà poterlo faresenza disturbare gli altri. Carmen o Gra-zia chiamano la parrocchia per avere itavoli e le sedie in prestito (cento e piùpersone devono poter mangiare como-de). Con l’aiuto dei maschi di buona mu-scolatura sistemiamo i pesantissimitavoli parte nella sala polivalente, partenell’atrio. Definiamo la ‘zona aperitivo’.Trasformiamo il collettivo del mercole-dì in un comitato organizzativo: un sot-

togruppo si occupa di studiare gli abbi-namenti a tavola, un altro di calcolareesattamente il fabbisogno di tovagliati estoviglie, il terzo di studiare la ‘linea didistribuzione’.Carmen concorda con il lava-nolo l’inviodi tovaglie rosse damascate e con Felsi-nea il format e il numero delle stovigliee del pane (c’è chi ama la crocetta ferra-rese, chi la spoletta o il barilino). Pensia-mo anche agli anziani (pochi) che nonusciranno dai nuclei e concordiamo coni parenti le soluzioni più opportune. Or-diniamo per loro lo stesso menù, peròfrullato. Mangeranno prima per esseresicuri che si nutrano, staranno comun-que a tavola con noi, quelli che posso-no, e potranno assaggiare qualcosa selo desiderano, con l’aiuto del familiare.Il clima del pranzo in famiglia ci prendela mano e in alcune fasi della prepara-zione nessuno indossa il paragrembo,così come nessuno indossa la cuffia du-rante la distribuzione (i guanti però sì!) etutti abbiamo scelto di non mettere ilcartellino, che portiamo sempre. È ungiorno speciale, è festa e siamo a casa.Nessuno a casa serve in tavola con la

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Musicoterapiaal laboratorio“Pinguino blu”Sperimentare il suonocome espressione di sénell’incontro dell’altro.Tutte le attività socio educative, gestiteda Cadiai, sono funzionalmente inte-grate e fanno riferimento a un'unicaprogettazione e programmazione co-ordinata dagli operatori dell'USSI disa-bili adulti di Bologna.Il percorso di musicoterapia attivatonell'anno 2007/2008 presso i centridiurni Fava e Boschini è inserito inun progetto più ampio denominato"Pinguino blu" che si sviluppa su cin-que giornate.Il laboratorio si svolge al Fava un po-meriggio a settimana ed è organizzatoin due momenti: l’accoglienza al centro

e l’incontro di musicoterapia.Il momento dell’accoglienza vuole of-frire uno spazio, da condividere conun’educatrice, in cui i sette partecipantipossono sperimentare il desiderio diraccontarsi e di ascoltare l’altro. Arri-vano al centro direttamente dal luogodi lavoro o da casa a orari diversi. È abi-tudine consolidata la preparazionedel tè con biscotti, che coinvolge cia-scuno di loro.Riuniti attorno al tavolo comincia unmomento di condivisione della gior-nata o della settimana appena tra-scorsa: fatti che riguardano il quoti-diano (lavoro, amici, famiglia), maanche di pensieri e stati d’animo delmomento.Poi si passa nella stanza in cui si svolgel’incontro di musicoterapia condottodall’esperta esterna con la presenzadell’educatrice.Ogni incontro ha un’organizzazione benprecisa: si inizia con l'ascolto di unbrano musicale, per poi procedere alla

presentazione cantata di ciascuncomponente del gruppo. Seguonomomenti di rispecchiamento musicalecon gli strumenti, e infine si giunge al-l’improvvisazione di gruppo.La costruzione di questi momenti di li-bera espressione musicale è stata gra-duale negli anni: da dialoghi sonori adue si è arrivati a piccole improvvisa-zioni di tre o quattro persone per poiriuscire a suonare tutti insieme.All’interno di ogni incontro le attivitàche precedono il momento d’improv-visazione di gruppo sono funzionaliall’acquisizione delle caratteristichenecessarie per poter interagire con glialtri attraverso il linguaggio musicale.In particolar modo si lavora per atti-vare l’ascolto, senza il quale non siavrebbe la giusta condizione per farmusica: suonando insieme senza unabuona condizione d’ascolto si produr-rebbe infatti solo “rumore” cioè tantisuoni senza reciproca relazione, conun risultato sonoro probabilmente

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liber liberoLa rubrica dedicata ai suggerimentidi lettura è uno spazio a disposizionedi tutti.Chiunque volesse scrivere un com-mentooun’impressione suun libro chesi è apprezzato e che si vuol condivi-dere con gli altri, può contattare la re-dazione allo 051 7419001 o scrivendoa [email protected]

Cheanimalesei? Storiadi unapennuta

PaolaMastrocolaGuanda, 2005Collana Narratoridella Fenice

Una storia buffa e che si legge veloce,le parole scivolano via come niente.Se non fosse per le domande che la-sciano.Le domande sono semplici, sonoquelle che fanno i bambini: chi sonoe come va il mondo.Domande semplici a cui non c’è ri-sposta.E questa è una favola scritta appostaper raccontarlo, perché quando si na-sce nessuno ti dice chi sei e, in fondo,nessuno forse se lo chiede davvero.La protagonista di questa storia è unapennuta, una piccola papera, che nonsa di esserlo: è nata da un uovo, roto-lando per sbaglio giù da un camion incorsa, si è ritrovata sola e, per colmarela solitudine, ha scambiato una vec-chia pantofola abbandonata per la suamamma.La coccola, ci gioca, la ama, ma c’è qual-cosa che non va, che la delude.E questo qualcosa emerge lampantequando un castoro le chiede “Che ani-male sei?”, dimostrandole che no, pro-

sgradevole all’udito.La musica nasce invece dall’organizza-zione ritmica e melodica dei suoni pro-dotti dalle diverse persone attraversol’utilizzo degli strumenti musicali odalla voce.Ogni ritmo e melodia espressa rap-presenta il modo d’essere di chisuona.Spesso tra chi utilizza dei parametrimusicali simili (per esempio ritmi vi-vaci o melodie delicate o stessa inten-sità del suono, ecc…) nasce il bisognodi incontrarsi musicalmente. Così l’in-contro musicale di poche persone puòsfociare nel graduale coinvolgimentodi tutto il gruppo, creando momenti dicondivisione in cui inizialmente cia-scuno porta un modo d’essere con unmodo di suonare e questa sonorità siintegra perfettamente con il suono del

gruppo, consentendo di realizzare unmomento musicale unico, nel qualetutti sono in perfetta sintonia.L’espressione di sé in armonia con ilgruppo crea momenti piacevoli di mu-sica.Così lo sguardo non è più rivolto versoil proprio strumento, ma si stabilisconocontatti visivi anche con gli altri, na-scono sorrisi spontanei e spesso l’esi-genza di muoversi con tutto il corpoper seguire il travolgente ritmo che sca-turisce da questi incontri sonori.Si aprono nuove possibilità di comu-nicare in maniera semplice e sponta-nea (nonché divertente!), senza utiliz-zare la parola, ma ascoltandosi edesprimendosi come in una conversa-zione, nel rispetto dei tempi di cia-scuno, valorizzando e accogliendo leproposte di tutti con una possibilità in

più rispetto all’espressione verbale, cheè quella di “accavallare” i discorsi musi-cali nella piacevole ricerca di una sin-tonia con l’altro per la costruzione di undialogo insieme, alla ricerca di untempo da condividere.Si sperimenta il suono come espres-sione di sé nell’incontro dell’altro,per la costruzione di una relazionepositiva con un gruppo.Questo è quello che accade negli in-contri di musicoterapia.Piccoli esperimenti di vita quotidiana…

Valentina VenezianoReferente del progetto

Laura FancavigliaMusicoterapista

Maria Teresa ToluEducatrice

prio non è una pantofola.Inizia così un viaggio in cui la nostrapennuta incontrerà molti amici, si im-batterà nei pregiudizi, troverà altrianimali che troppo spesso le dirannocosa non è invece di quello che è finoad arrivare alla maestra Tolmer, cheha una profonda convinzione: tuttoa questo mondo passa, anche le do-mande.Ed è una grande verità: le domandepassano, ma se si riesce a trovare unarisposta.Una metafora della vita, dei quesitiche spesso ci poniamo, le cui risposte,alle volte, non sono le più scontate.Per chi vorrà, potrà vedere chiara-mente l’intento e il valore pedago-gico di questo libro.A prescindere da questo, resta unalettura bella davvero, magari da con-dividere anche con i bambini.

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lettereRiceviamo e pubblichiamoalcune lettere dei familiaridi ospiti del CentroIntegrato Anzianidi Granaroloe della Casa-Residenza“Virginia Grandi”.

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di LeleI ritratti di LeleMauro"Tifi Bologna? Lo sai che ioho costruitolo stadio?"

Scuoti la testa pensando che uno deiprimi anziani con cui parli, durante iltuo primo giorno di lavoro, sia già inprogressione di demenza.Nadia, la tua collega, ti sorride e an-nuisce.Tu ti schernisci dicendo che il BolognaFootball club è la tua squadra delcuore e sai benissimo che lo stadio Re-nato Dall'Ara è stato inaugurato nel1927.Mauro all'epoca aveva 25 anni.Faceva il manovale sotto la torre diMaratona, dove oggi capeggia la fotoimmensadel capitanoGiacominoBul-garelli.Perché è così.Quel nonno, sempre sorridente e bef-fardo nei confronti della vita, è natonel 1902 a Crevalcore.

Ottavo uomo più anziano d'Italia se-condo Wikipedia, ma certamente tra iprimi per quanto riguarda la luciditàmentale.

Per anni, giocando con lui, gli hai chiestoil suo segreto, mentre lui rispondeva cheera solo fortuna.Fino a quel giorno.Ungiorno ti guardò con i suoi occhi furbidicendo:

"Caromio non c'è un solo segretoma tre!Uno:Nonmi sonomai fattomancareduedita di rosso a tavola.Due: Nonhomai puntato la sveglia, per-chépreferivoandarea lettoun 'oraprimae svegliarmi da solo… perché, ricorda,ogni sveglia è un piccolo infarto.E tre: Non ho mai avuto paura di cam-biare! Cosa? Cambiare casa, lavoro,donne e vita.È così che son arrivato fin qui".

100 di questi giorni, che tu possa cam-par 100 anni e via discorrendo.Il limite della vita umana, della sua na-

tura mortale e il suo miraggio di cam-pare un secolo intero.Come se campare 100 anni, volesse si-gnificare un'estensione della felicità.Ma il sopravvivere all'amore, ai figli e agliamici non vienemai compreso in questoaugurio.

Mauro se n'è andato ora.Ma laMorte non è venuta a prenderlo.Lui si è lasciato andare, correndole in-contro e ricordandole la sua fortunatadimenticanza.

Stavolta la sveglia l'hai puntata nonno,ma le due dita di vino, cambiando lamiavita, le bevo io.Per te.CiaoMauro.

Raffaele MontanarellaOperatore del SAD Anziani

di San Lazzaro di Savena

Un auguriodi feste serenee in allegriadai cinni dellaneuropsichiatria!

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rubricheConvenzioniin favore dei sociAssicoop Sicura - Agente UNIPOLUGF assicurazioni - UGF BancaConvenzione assicurativa e banca-ria per i soci CADIAI e familiari con-viventi. Condizioni di miglior favoree di sconti sulle principali polizze (adesempio: R.C. Auto, polizze per lapersona, la famiglia e la casa, polizzevita e gestione del risparmio, Unisa-lute - piani di assistenza sanitaria) esui prodotti e servizi bancari UGFBanca (conti correnti, mutui, prestitipersonali).

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Ferred - Prodotti sostenibilitàper l’infanzia e la collettivitàIn tutti i servizi è consultabile un listinocon tutti i prodotti e i prezzi vantag-giosi espressamente rivolti ai soci diCADIAI.

Diamo i numeriA fine 2011 sono 16 i Quaderni Cadiaiche illustrano esperienze e buoneprassi della Cooperativa messe in attonei servizi:

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Libreria “Mel Books”Via Rizzoli, 18 - BolognaTel. 051 220310Si applicano i seguenti sconti:7% sui libri scolastici, 10% sui librinuovi, 15% sui dizionari, 10% sui dvd.

Nuovo Ambulatorio FelsineoVia F.lli Cairoli, 2 - BolognaTel. 051 4210644Ai soci che si rivolgeranno all’ambu-latorio per attività diagnostiche e diterapia fisico-riabilitativa, verrà ap-plicato un prezzo vantaggioso ri-spetto a quello di listino.

Ottica GaragnaniIn tutti i negozi a Bologna:Via Montegrappa, 3/2b -Tel. 051 222622Via Mazzini,146p - Tel. 051 397302Via S. Stefano, 38 - Tel. 051 222487Sconto del 20% su qualsiasi acquistodi occhiali, lenti a contatto e accessori.Valido anche per i familiari dei soci.

Teatro “Arena del Sole” di BolognaViene applicato lo stesso sconto del20% sui biglietti di ingresso così comeprevisto per tutti gli associati dellecooperative aderenti a Legacoop.

novità

novità

novità

3 del Settore Educativo7 del settore Residenze Anziani4 del Settore Servizi ai Disabili2 che vedono approfondimenti tema-tici specifici non inerenti strettamenteai Settori.

Tutti i Quaderni sono consultabili escaricabili dal nostro sito o si possonorichiedere in formato cartaceo allaCooperativa.

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Nati in CADIAICongratulazioni alle neo mammeErika BagnoliLucia BocchiNicoletta BusoliMartina CastelliValentina CavanaSimona FazioFatiha LaouibiFederica ManganelliEmanuela MannaEmanuela OrticelliStefania Pellegrino

Pillole verdiPiccoli consigli di sostenibilità ambientale: ricordiamoci di spegnere le luci e anche i led deidispositivi elettronici: il monitor del nostro PC, la stampante, il fax, lo scanner, la TV... È un risparmioenergetico e anche economico!

Dono-Presto-CercoLa rete di CADIAIper mettere in contattole persone e incrociarei loro bisogni.

Il DONO-PRESTO-CERCO è una mo-dalità di donazione e/o prestito, frai soci e i dipendenti della coopera-tiva, di quegli oggetti che hannoper i singoli terminato la propriautilità.È prevista anche la possibilità diCHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’èqualcuno che ce l’ha?”), perché il bi-sogno di qualcuno può far ricordaread altri di avere degli oggetti inuti-

lizzati e magari sollecitare la disponi-bilità a prestarli o donarli.

Come funziona?Chi vuole donare, prestare o cercare, fala propria segnalazione ad uno dei se-guenti referenti*, contattandoli diret-tamente presso i servizi in cui lavorano:• Cristina Anteghini, Monica Bernabiti,

(Residenza per disabili “La Corte delSole” di San Giovanni in Persiceto);

• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gat-to Talete” di Castel Maggiore);

• Giulia Casarini (uffici della sede);• Roberta Meotti (Casa protetta “Tor-

re di Galliera”);• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bo-

logna);• Giuseppina Reto (“Balenido” di Ca-

salecchio).

Questa lista di persone è natural-mente aperta ad altre che vi si voles-sero aggregare.Le segnalazioni vengono espostenelle bacheche dei servizi e ripor-tate in una apposita pagina del sitowww.cadiai.it

Il DONO-PRESTO-CERCO è una reteinformativa che mette in contattole persone e le loro disponibilità edesigenze.Non è prevista alcuna modalità distoccaggio o deposito degli oggetti:le persone si accordano autonoma-mente per le consegne.

La vignetta di Alex

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Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all'indirizzo [email protected] per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna

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