Il.Fatto.05.11.2015

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Giovedì 5 novembre 2 01 5 Anno 7 n° 305 e1,50 Arretrati: e3,00 Redazione: via Valadier n° 42 00193Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 fax+3906 32818 .230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +\!#!#!z!, pLa titolare della Salute lancia il Partito della Nazione nell operazione Campidoglio: Io non mi candido, ma andiamo insieme su Marchini: si può fare . E l imprenditore ci sta, vuole essere il candidato del ballottaggio . Nella speranza che questo basti a evi- tare l avanzata del Movimento Cinque Stelle, pronto a intercettare il voto di protest a nella città di Mafia Capitale, dove oggi si apre il maxi-processo a Buzzi, Carminati e soci q CAPORALE E ZANCA APA G.8- 9 pLo scandalo dei c accia- tori di miracoli : tariffa me- dia di 500mila euro a caso. Il banchiere Nattino sotto indagine per riciclaggio con l  Apsa, amministrazio- ne del Patrimonio della Santa Sede. Bambin Gesù,  bocciato il bilancio q BARBACETTO, D ESPOSITO E PACELLI APAG.2- 3 Padre Georg e Francesco  Ansa q TECCE A PAG. 3 L AMM UCCHIATA La ministra Lorenzin: Pd, FI e Ncd uniti a Roma per batter e M5S Nasce il TCG: t utti contro Grillo Il fatto sussiste » MARCO TRAV AGLIO O ra che è stato assolto in primo grado dallaccu- sa di violenza o minac- cia a corpo politico per la trat- tativa Stato-mafia, Calogero Mannin o ha dinanzi a due stra de. Gridare come fanno tutti al complotto e accusare di persecuzione politica i pm che hanno avviato il processo e i giornal isti che lhanno rac- contato. Oppure scegliere una strada più intelligente e utile: dire finalmente tutto ciò che sa del la sta gione in cui la maf ia massacrava e lo Stato trattava, e inte rroga rsi, da quel la testa poli tica fini ssima che è, sull e ragioni che da 25 anni portano innumerevoli m agistrati il primo fu Pa olo Borsellino a sos pet tare di lui (pr ima per i suoi rapporti con noti mafiosi, poi per il suo presunto ruolo nella trattativa). Ieri, a botta calda, ha scelto comprensibil- mente la prima opzione. Se l è presa con Ingroia e Di Matteo, con accuse scomposte e calun- niose.Eanchecon ilsottoscrit- to, reo di avere raccontato quei fatti i n vari arti coli e in un re- cital teatrale poi confluito in un libro:  Ai pm non interessa avere portato in unaula giudi- ziaria Napolitano , a l oro inte- ressa lo spettacolo che un guit- to hafatto inalcuni cinemain cui impartiva loro gli indirizzi relativi al processo. Dico subito da guitto che da quegli articoli, da quel reci- tal e da quel libro la sentenza di ieri non spos ta un monos ill a-  bo: li rifarei identic i, aggiun- gendovi ovviamente l esi to (ancora provvisorio ) del suo processo. Perché  come ho detto infinite volte a me i n- teressano poco i reati e molto i fatti, scolpiti nella cronaca e nella storia a prescindere dal giudizio dei tribunali sulla loro rilevanza penale. Quanto a Na- politano, è stato lui stesso a in- filarsi nel processo, traffican- do con Nicola Mancino per o- stacolare i pm che lo stavano istruendo. Ringrazio Mannino per attribuirmi doti di persua- sore occulto ai confini dell ip- nosi, ma voglio tranquillizzar- lo: sele mie parol e avesseroil potere di indirizzare la magi- stratu ra, ne appro fitte rei per pers onagg i un popiù impor- tanti di lui. Forse è il caso che si rassegni allidea che, se è finito tante volte nei guai per mafia, è perché la mafia l ha conosciuta molto da vicino, come ha sta-  bilito la Cassazio ne nel 2014 respingendo la sua richiesta di risarcimento per ingiusta de- tenzione. I supremi giudici ri- cordano che Mannino aveva accettato consapevolmente lappog gio el ettora le di un e- sponente di vert ice dell asso- ciazione mafiosa (il boss Anto- nio Vella, ndr  ) e, a tale fine, gli aveva dato tutti i punti di rife- rimento per rintracciarlo in qualsiasi momento. SEGUE A PAGINA 24 L EX PD ALLUDE È la Boschi o la Ascani? q DE CAROLIS E RANIERI A PA G.6  La cattiver ia  L  attico di Bertone ristrutturato con soldi destinati ai bambini.  Però possono andarci a giocare quando vogliono WWW.SPINOZA.IT ERIC JAROSINSKI L intellettu ale fallito diventa t weet-filosofo q MUSOLINO A PA G.21 Mineo: Renzi è succube di una bella donna... BERTONE Per l at ti co Bergoglio mi ha dato l ok VATICANO SPA Lo stop per l ex segretario di Ratzinger ordinato dal Papa Padre Georg, conto bloccato per la Fabbrica dei Santi Il procuratore capo d i Udine spiega la riforma Renzi dei reati fiscali: Prima inseguivamo gli evasori pe r indagarli, ora per restituire loro il malloppo TEST INVALSI In quinta elementare alle prese con Elias Canetti IL BIMBO E LA CUGINETTA DA UCCIDERE » VERONICA TOMASS INI F orse partiamo con un pre- giudizio: ma un tempo le let- tur e per raga zzi o le favo le an- cora meglio non detenevan o la saggezza sul finale, la lezioncina morale? Non era quello il senso di tutt o? Chi può cispieghiper favore la scelta di un testo dello scritt ore bulgaro Elias Canetti,  La lingua salvata (edizione A- delphi), da cui è tratta la prova di italiano per i bambini di scuola elementare, quei test che finiscono nella rubrica Prove Invalsi. Parliamo di u- na lett ura destina ta ai  bambini della scuola ele- mentare, classe quinta. Direte: e allora? Allora eccov i servi ti la tra ma del brano in ques tione: due cuginett i giocano insieme, Laurica e il bambino che sareb-  be l io narrante, lo scrittore in definitiva, giacché pare che il testo sia autobio- grafico; Laurica, quat- tro anni più grande, co- mincia la scuola, impa- ra a legg ere e a scr iver e; sicché il cuginetto supplica Laurica di iniziarlo al misterio- so mondo dell e paro le, Laurica rifi uta, sempr e più dispett osa, finché la storia ha un epilogo im- prevedibile. SEGUE A PAGINA 17 SINAI, GLI 007 USA Il jet russo abbattuto da una  bom ba del l Isis q SOFFICI A PAG. 19 STATO-MAFIA Mannino assolto, ma la T rattativa ci fu ed è un reato q RIZZA A PA G.11 pIl senatore: È debole, rischia di rimettere in que- stione il suo stesso ruolo al governo. Deve stare atten- to perché io so... Lui ha voluto infangarmi, io gli ho detto non sono come te, ma hai tutto da perdere

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Il.Fatto Quotidiano.05.11.2015

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Giovedì 5 novembre 2 01 5 – Anno 7 – n° 305 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax+3906 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

y(7HC0D7*KSTKKQ( +\!#!#!z!,

p La titolare della Salute lancia il Partito della Nazione nell’operazione Campidoglio:“Io non mi candido, ma andiamo insieme su Marchini: si può fare”. E l’imprenditore ci

sta, vuole essere “il candidato del ballottaggio”. Nella speranza che questo basti a evi-tare l’avanzata del Movimento Cinque Stelle, pronto a intercettare il voto di protest anella città di Mafia Capitale, dove oggi si apre il maxi-processo a Buzzi, Carminati e soci

q CAPORALE E ZANCA AP AG . 8- 9

p Lo scandalo dei “c accia-tori di miracoli”: tariffa me-dia di 500mila euro a caso.Il banchiere Nattino sottoindagine per riciclaggio

con l’ Apsa, amministrazio-ne del Patrimonio della

Santa Sede. Bambin Gesù, bocciato il bilancio

q BARBACETTO, D’ESPOSITO

E PACELLI AP AG . 2 - 3 Padre Georg e Francesco  Ansa

q TECCE

A PAG. 3

L’A M M U C C H I ATA La ministra Lorenzin: “Pd, FI e Ncd uniti a Roma per battere M5S”

Nasce il TCG: tutti contro Grillo

Il fatto sussiste

» MARCO TRAVAGLIO

Ora che è stato assolto inprimo grado dall’accu-sa di violenza o minac-

cia a corpo politico per la trat-tativa Stato-mafia, CalogeroMannino ha dinanzi a sé duestrade. Gridare – come fannotutti – al complotto e accusaredi persecuzione politica i pmche hanno avviato il processo ei giornalisti che l’hanno rac-contato. Oppure scegliere unastrada più intelligente e utile:dire finalmente tutto ciò che sadella stagione in cui la mafiamassacrava e lo Stato trattava,e interrogarsi, da quella testapolitica finissima che è, sulleragioni che da 25 anni portanoinnumerevoli m agistrati – ilprimo fu Paolo Borsellino – asospettare di lui (prima per isuoi rapporti con noti mafiosi,poi per il suo presunto ruolonella trattativa). Ieri, a bottacalda, ha scelto comprensibil-mente la prima opzione. Se l’èpresa con Ingroia e Di Matteo,con accuse scomposte e calun-niose. E anche con il sottoscrit-to, reo di avere raccontato quei

fatti in vari articoli e in un re-cital teatrale poi confluito inun libro: “ Ai pm non interessaavere portato in un’aula giudi-ziaria Napolitano, a loro inte-ressa lo spettacolo che un guit-to hafatto inalcuni cinemaincui impartiva loro gli indirizzirelativi al processo”.

Dico subito–da guitto–cheda quegli articoli, da quel reci-tal e da quel libro la sentenza diieri non sposta un monosilla-

 bo: li rifarei identic i, aggiun-gendovi ovviamente l’esito(ancora provvisorio) del suoprocesso. Perché  – come hodetto infinite volte – a me in-teressano poco i reati e molto ifatti, scolpiti nella cronaca enella storia a prescindere dal

giudizio dei tribunali sulla lororilevanza penale. Quanto a Na-politano, è stato lui stesso a in-filarsi nel processo, traffican-do con Nicola Mancino per o-stacolare i pm che lo stavanoistruendo. Ringrazio Manninoper attribuirmi doti di persua-sore occulto ai confini dell’ip-nosi, ma voglio tranquillizzar-lo: sele mie parole avesseroilpotere di indirizzare la magi-stratura, ne approfitterei perpersonaggi un po’ più impor-tanti di lui. Forse è il caso che sirassegni all’idea che, se è finitotante volte nei guai per mafia, èperché la mafia l’ha conosciutamolto da vicino, come ha sta-

 bilito la Cassazio ne nel 2014

respingendo la sua richiesta dirisarcimento per ingiusta de-tenzione. I supremi giudici ri-cordano che Mannino aveva“accettato consapevolmentel’appoggio elettorale di un e-sponente di vertice dell’asso-ciazione mafiosa (il boss Anto-nio Vella, ndr ) e, a tale fine, gliaveva dato tutti i punti di rife-rimento per rintracciarlo inqualsiasi momento”.

SEGUE A PAGINA 24

L’EX PD ALLUDE È la Boschi o la Ascani?

q DE CAROLIS E RANIERI A PAG.6

 La cattiveria

 L’ attico di Bertone ristrutturatocon soldi destinati ai bambini. Però possono andarci a giocare quando vogliono

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ERIC JAROSINSKI

L’intellettu alefallito diventat weet-filosofo

q MUSOLINO A PAG.21

Mineo: “Renzi è succube

di una bella donna...”

B E RTO N E

“Per l’at t i c o

Bergoglio miha dato l’ok ”

VATICANO SPA Lo stop per l’ex segretario di Ratzinger ordinato dal Papa

Padre Georg, conto bloccatoper la Fabbrica dei Santi

Il procuratore capo d i Udine spiega la riforma Renzi dei reati fiscali: “Prima

inseguivamo gli evasori pe r indagarli, ora per restituire loro il m a l loppo”

TEST INVALSI In quinta elementare alle prese con Elias Canetti

“IL BIMBO E LA CUGINETTA DA UCCIDERE”

» VERONICA TOMASSINI

Forse partiamo con un pre-giudizio: ma un tempo le let-

ture per ragazzi o le favole an-cora meglio non detenevano lasaggezza sul finale, la lezioncinamorale? Non era quello il sensodi tutto? Chi può cispieghiperfavore la scelta di un testo delloscrittore bulgaro Elias Canetti, La lingua salvata (edizione A-delphi), da cui è tratta la prova di

italiano per i bambini discuola elementare,quei test che finiscononella rubrica ProveInvalsi. Parliamo di u-na lettura destinata ai bambini della scuola ele-mentare, classe quinta. Direte: eallora? Allora eccovi serviti latrama del brano in questione:due cuginetti giocano insieme,Laurica e il bambino che sareb- be l ’io narrante, lo scrittore in

definitiva, giacché pareche il testo sia autobio-grafico; Laurica, quat-tro anni più grande, co-mincia la scuola, impa-

ra a leggere e a scrivere;sicché il cuginetto supplica

Laurica di iniziarlo al misterio-so mondo delle parole, Lauricarifiuta, sempre più dispettosa,finché la storia ha un epilogo im-prevedibile.

SEGUE A PAGINA 17

SINAI, GLI 007 USA

“Il jet russoabbattuto da una bomba dell’Isi s”

q SOFFICI A PAG. 19

S TATO - M A F I A

Mannino assolto,ma la Trattativaci fu ed è un reato

q RIZZA A PAG.11

p Il senatore: “È debole, rischia di rimettere in que-stione il suo stesso ruolo al governo. Deve stare atten-to perché io so... Lui ha voluto infangarmi, io gli hodetto ‘non sono come te, ma hai tutto da perdere’”

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2» PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

Padre Georg: stop al contotra milioni, santi e sigarette

» VALERIA PACELLI

Il primo atto del nuovo consigliodirettivo del Bambin Gesù– l’o-

spedale romano travolto dalloscandalo Vatileaks 2 – è statoquello di non approvare il bilan-cio del 2014. Troppi punti oscurida chiarire, troppe cifre chenon tornano. Tanto che imembri del consiglio – ap -

pena nominati–

hanno in-tenzione di chiedere unadili gence per capire comenegli anni passati sia statogestito quell’ospeda-le. Un nuovo corsoper “trasformare ilBambin Gesù in u-na grande opera dicarità”per dirla conle parole del cardi-nale Pietro Parolin.Proprio dalla segre-

taria di Stato del Vaticano due set-timane fa sono partite le telefona-te ai nuovi membri del consigliodirettivo. Sono stati scelti l’ex di-

rettore del Corriere della Sera,Ferruccio de Bortoli, l’ex pre-sidente Rai Anna Maria Ta-

rantola e Maria Bianca Fari-na, manager di Poste italianee nominata da Bergoglio

nell ’istituto vaticanoper la prevenzionee il contrasto al ri-ciclaggio.

G l i a l t r i t r em e m b r i s o n oPietro Brunetti,ex manager AtmMilano, CaterinaSansone, della se-

greteria di Stato, e il diplomatico Anto nio Zana rdi Land i. Nuov iconsiglieri, nuovo statuto e nuovamissiondunque per cercare di su-perare anche l’immagine venutafuori dopo le rivelazioni sulla ge-stione dell’ospedale nel libro di

Emiliano Fittipaldi Avarizia .

A PARTIRE dai 200 mila euro de-stinati alle cure dei bambini ma-lati, ma che – stando alle rivela-zioni del giornalista de l’  Espresso– sarebberostati utilizzati per ri-strutturare l’attico dove vive ilcardinale Tarcisio Bertone. Nel li- bro però ci sono altre spese del ric-co bilancio dell’ospedale (nel2012 solo le donazioni ammonta-no a oltre 3 milioni di euro). Come

le centinaia di migliaia di euro bruciati in consulenze per proget-ti mai realizzati. Per l’ipotesi di ac-quisto dell’ospedale San Raffaeledi Olbia sarebbero state pagate lespese per le consulenze dell’ac-cordo commerciale anche se l’af -

fare non è andato in porto. Rivelatianche i conti del Bambin Gesù a-perti allo Ior e all ’ Apsa: 427 milio-ni di euro di patrimonio finanzia-rio. E tra i titoli del suo portafoglioci sono quelli della multinaziona-le del petrolio Exxon, del colossoamericano del settore chimicoDow Chemical e di Pepsi. Nonproprio missioni di carità, insom-ma.

@PacelliValeria© RIPRODUZIONE RISERVATA

» FABRIZIO D’ E SP OSITO

S

enza soldi non si di-

venta santi. È stato trelustri fa, che con il suo L’ ora di religione, Ser-

gio Castellitto protagonista,Marco Bellocchio denudòcrudelmente il commerciovaticano sulle canonizzazio-ni, raccontando la storia di u-na famiglia romana decadutache cerca di risollevarsi eco-nomicamente investendotutto sul processo di santitàdella mamma morta. Ed èpropria la causa per la cano-nizzazione il segreto permoltiplicare il denaro. Inmerito, uno dei libri del nuo-vo Vatileaks, quello di Gia-nluigi Nuzzi, Via Crucis(Chiarelettere) contiene unanotizia clamorosa.

Quattrocento contiper 40 milioni di euro

Quando papa Bergoglio, ap-pena eletto, dispone un’i n-chiesta sui traffici milionaridella Congregazione che sioccupa di portare sugli altariuomini e donne di fede – eretta da un fedelissimo ber-toniano, il cardinale AngeloAmato– la neocommissioneper la riforma delle finanze(la fatidica Cosea) ordina il

 blocco di 409 conti dello Ior,la banca vaticana, per un to-tale di 40 milioni di euro. Traquesti c’è anche un nome pe-santissimo, quello di monsi-gnor di Georg Gänswein,storico segretario di Bene-detto XVI e rimasto al servi-zio di papa Bergoglio. Il nu-mero dell’importante clien-te, presso la banca vaticana, è29913. Scrive Nuzzi: “La di-sposizione dunque coinvol-ge anche il conto corrente dimonsignor Georg Gänswein,già segretario personale diBenedetto XVI e ora prefettodella casa pontificia. C’è an-che il conto corrente di pa-dre Antonio Marrazzo, po-stulatore per la beatificazio-ne di papa Paolo VI, Giovan-ni Battista Montini; e quellodi monsignor Vincenzo Pa-glia, presidente del Pontifi-cio consiglio per la famiglia.Si rischia un incidente diplo-

matico già dopo i primi passidella commissione”. Alla fi-ne del 2013, la Cosea fa sbloc-care 114 dei 409 depositi.

Diventare santie fatturazione

Il processo per diventaresanti è particolarmente lun-go, anni se non decenni. Lafigura chiave è il cosiddettopostulatore, una sorta di pmche deve indagare sulla pre-

SANTITÀ E IORAffari Sono le causeper le canonizzazioniil trucco per moltiplicareil denaro: la beatificazionedel telepredicatore Sheenè lievitata a 332 mila euro

sunta santità e mostrarne leprove sotto forma di miraco-li. In Vaticano sono due av-vocati laici ad avere il mono-polio delle cause. Il più notoe prestigioso si chiama An-drea Ambrosi ed è un legaleche fa solo questo. Per avereil patentino di postulatorec’è un corso parauniversita-rio da frequentare e supera-re. La famiglia Ambrosi, poi,è anche proprietaria della ti-pografia che stampa in e-sclusiva gli atti delle cause. Sitratta di montagne di carta,un altro affare a tantissimizeri. Insieme allo studio Am-

 brosi, altra postulatrice è Sil-via Correale. In media, lasantità costa tra i 400mila e i

500mila euro. Per il filosofoAntonio Rosmini, si è arriva-ti a ben 750mila euro, di cui lametà solo per organizzare lacerimonia di beatificazionein piazza San Pietro. Avviareuna causa presuppone già unanticipo di 20mila. Poi ci so-no i costi di trasferte e di stu-dio di documenti più la tra-duzione della mole di atti in

latino, lingua ufficiale dellaSanta Sede.

Mezzo milioneper la beatificazione

Nel secondo libro che esceoggi, quello di Emiliano Fit-tipaldi, Avarizia (Feltrinel-li), c’è un ampio elenco dicause costate centinaia dimigliaia di euro. A gestire i

soldi sono i postulatori, conconti dello Ior, e quando laCosea ha chiesto i bilanci oun rendiconto delle spese,ilcardinale Amato ha rispostoche questa certificazionenon esiste. Un pozzo senzafondo. Nell’autunno di dueanni fa, per esempio, unacongrega spagnola di Palmadi Maiorca ha messo 482.693

euro sul conto della bancavaticana per la canonizza-zione della beata FranciscaAna de los Dolores. La fab-

 brica dei santi, nata nel 1588su impulso di Sisto V, ha ri-cevuto un formidabile im-pulso alla produzione sotto ilpontificato dell’ultimo papamagno, Giovanni Paolo II:1.338 beati e 482 santi pro-clamati in 27 anni di regno. Ipiù attivi e dispendiosi sonogli americani. Solo dal 2008al 2013, la beatificazionedell’arcivescovo e telepredi-catore Fulton John Sheen èlievitata a 332mila euro, pa-gati da una fondazione inte-stata all’“esaminando”. Ilgrosso della cifra rappresen-

L’accordo in fumo

L’intesa segreta

con la Philip Morris:

compensi per vendita

di sigarette

Al fianco

di Benedetto

Padre Georg

Gaenswe i n,

già segretario

personale

di papa

Rat zi nger

La Presse

Ta ra ntol a

e Zanardi

Landi. A sin.,

De Bortoli

Le nomine Da De Bortoli alla Tarantola: i membri convocati dalla Segreteria di Stato

Bambin Gesù, il primo atto del nuovoconsiglio: non approva il bilancio 2014

L’OSPE DA L E

SVENDIT E

Anche Cosentinocomprò a buon prezzoda Propaganda Fide

qANCHENICOLACOSENTINO, exsottosegretario all’Economia del

governo Berlusconi – per anni tra i padri epadroni di Forza Italia e del Popolo dellalibertà in terra campana, deputato perquattro legislature consecutive dal 1996 al2008–arrestato per presunti rapporti conesponenti della camorra, èci tato nel librodel giornalista Emiliano Fittipaldi, Ava r i z i a,

tra quanti hanno acquistato un apparta-mento da Propaganda Fide, la congrega-zione vaticana proprietaria di un vasto pa-trimonio immobiliare. “Una casa di 150metri quadrati a 630 mila euro”, si leggenel volume  “in una via elegante del quar-tiere Prati dove i prezzi rischiano di esserequasi doppirispetto a quelli pagatidal po-l iti co”.

 Ava r i z i a riferisce poiquanto spiegatodallostesso Cosentino in un’intervista: “È vero,mia moglie è titolare dell’appar tamentoche stiamo ancora pagandoattraverso unmutuo. Respingo qualunque insinuazione,non èvero che quella casa mi èstata ven-duta a un prezzo di favore, a metà del va-lore. Me la segnalò un conoscente di Ca-ser ta”.

Dal libro di Nuzzi

Via Crucis: “Il blocco

coinvolge anche l’ex

segretario personale

di Benedetto XVI”

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 3

Palazzo San Carlo I 700 mq con giardino dell’ex segretario di Stato

“L’attico? Bergoglio era d’a c c o rd o”

CASE IN CENTRO

ta gli onorari di Ambrosi, chesi è giustificatocosì nel gen-naio del 2014: “La stesuradella positio (la relazione fi-nale,ndr ) si basa sullo studioe l’elaborazione di oltre set-tanta volumi. Essendo poistato monsignor Sheen unodei più fecondi scrittori diGesù e Maria, ho dovuto far-mi mandare e leggere - pert r ov a r e sp unt i a g g i unt isull’esercizio virtuoso - lasua opera omnia, ammon-tante a ben ottantatré volu-mi”. La vita dei “cacciatori dimiracoli”è senza dubbio du-rissima. Iniziata nel 2002, la bea tif ica zio ne di She en èstata sospesa a tempo inde-

terminato perché l’arcidio-

cesi diNew York non ha vo-luto spostare le spoglie delmonsignore nella sua cittànatale, Peoria.

Le trattative

con i re del tabacco

Dai santi alle sigarette, la di-sinvoltura della curia vatica-na non ha confini. Nuzzipubblica una bozza di accor-do segreto tra la Santa Sede euna multinazionale del ta- bacco, la Philip Morris in cuiquest’ultima si impegna adare compensi per la promo-zione della vendita delle si-garette tra le mure leonine,dove c’è un autentico duty free.

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» CARLO TECCE

 All’ultimo piano di palazzo SanCarlo in Vaticano, un attico

con un giardino rigoglioso, c’èl’appartamento del cardinale Tar-cisio Bertone. Il salesiano spiegache l’ha ricevuto “d’accordo conpapa Francesco”. Con l’uscita deilibri Avarizia e Via Crucis, il ritiro

dorato da 700 metri quadrat idell’ex segretario di Stato è diven-tato quello ristrutturato con i soldidei malati dell’ospedale BambinGesù, mentre Jorge Mario Bergo-glio non va oltre i 50 mq di SantaMarta.

Ma è proprio l’ex primo mini-stro di Ratzinger a chiamare dinuovo in causa Bergoglio attra-verso un comunicato che sarà dif-fuso oggi: “Quanto all’apparta-mento assegnato al sottoscritto

d’accordo con Papa Francesco econ i Superiori del Governatora-to, mi è stato comunicato che nonessendo stata quell’annomessa a

 bilancio alcuna somma pe r la ri-strutturazione, avrei dovuto so-stenere io le relative spese. I lavorifurono quindi affidati alla ditta

Castelli (...). Avanzandoi lavori earrivando via via le fatture da pa-gare alla Ragioneria del Governa-torato, fui invitato dal Governato-rato stesso a saldare le fatture e ef-fettivamente, come risulta da pre-cisa documentazione, ho versatodal mio conto al Governatorato la

somma richiesta.Ho saputo successi-

vamente che eranostate presentate del-le fatture anche alla‘Fondazione Bam-

 bino Gesù ’. Escludoin modo assoluto diaver mai dato indi-cazioni o autorizza-to la ‘Fond azio neBambino Gesù’ adalcun pagamento.Ho dato istruzioniall’avvocato Miche-

le Gentiloni Silveri di svolgere in-dagini per verificare cosa sia real-mente accaduto”.

Bertone è ormai un cardinale inpensione, non ha più caric he e nonentrerà più in Conclave. Ha fe-steggiato gli 80 anni con una rice-vimento vip in terrazza, vino delleLanghe e tartufo di Alba, prodottitipici piemontesi (è un salesiano

di Romano Canavese, provincia diTorino). Ai tempi di Ratzinger,Bertone gestiva la Curia, lo Ior, gliaffari, la politica. Poi il duello connumerosi cardinali e le carte diVatileaks l’hanno distrutto. Anco-ra pochi cardinali bertoniani re-sistono ai vertici del Vaticano. Equesta nota, allora, non è soltantouna precisazione per la stampa,ma un messaggio per la Santa Se-de.

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» GIANNI BARBACETTO

G

li investigatori del Vatica-no hanno messo sotto in-dagine, dal febbraio 2015,Giampietro Nattino, pro-

prietario della Banca Finnat, che,non senza complicità interne, a-vrebbe usato l’Apsa (l’Amministra-zione delPatrimonio della Sede A-postolica) come fosse una sua filia-le, per operazioni di riciclaggio, in-sider trading e manipolazione deimercati. È una svolta. È la prima in-chiesta che l’Aif (l’Autorità di Infor-mazione Finanziaria del Vaticano)rende pubblica e che non riguardaecclesiasticio organizzazionidellaChiesa cattolica. Le autorità giudi-ziarie vaticane hanno coinvolto an-che quelle italiane e svizzere.

SECONDO un report vaticano, Nat-tino avrebbe utilizzato conti Apsa

per transazioni personali sul merca-to azionario italiano, con un saldo dioltre 2 milioni di euro spostato inSvizzera nel momento in cui i contierano stati chiusi, alcuni giorni pri-ma che il Vaticano introducesse re-gole più severe contro il rici-claggio. Nattino è stato tito-lare, dal 22 maggio 2000 al29 marzo 2011, della “Ru-

 brica 339”, che consistevain quattro conti bancari. Ilrapporto parla di “dubbiaorigine e dubbia destina-zione finale dei fondi allachiusura della Rubrica339” e si chiede perché aNattino fosse consentito,contro le regole, di avereconti in Apsa. La sede diFinnat, a Roma, è nello

splendido barocco di Pa-

lazzo Altieri, dimora della famigliadi papa Clemente X. La boutique fi-nanziaria della famiglia Nattino è u-na delle griffe storiche del privatebanking a Roma: Banca Finnat Eu-ramerica nasce nel 1998, ma era il1898 quando “Pietro Nattino diedeinizio all’attività finanziaria che èstata poi proseguita dalle generazio-ni successive fino ai giorni nostri”.

PRIMA finanziaria, poi commissio-naria di Borsa, poi ancora societàd’intermediazione mobiliare, infine

 banca. La famiglia Nattino ha sem-pre controllato il business, con unsolo socio di rilievo, il Banco di Si-cilia, che ha poi passato la sua par-tecipazione alla Banca di Roma. E-rano gli anni della Prima Repubblicae Giampietro Nattino era conside-rato molto vicino al potere andreot-tiano, dunque anche vaticano. Nelsuo salotto finanziario s’incontra -

vanoi palazzinari e gliimmobi-liaristi romani, i Caltagirone, ifratelli Toti, ma anche gli eredidella nobiltà nera capitolinache si facevano amministrare il

patrimonio e i prelati del Vati-cano che avevano da far girare

i soldi della Chiesa. France-sco Gaetano Caltagironeè da sempre vicino allafamiglia, tanto da esserestato anche nel consigliod’amministrazione diBanca Finnat. Erano glianni di Michele Sindonae Paul Marcinkus quan-do monsignor Sergio Se-

 bas tia ni chi amò il pa-triarca della famiglia

Nattino tra i consultori del-la Prefettura vaticana per

gli affari economici. Erano

tempi in cui si moltiplicavano lechiacchiere secondo cui la masso-neria aveva messo radici in Vaticanoe Cosa nostra saliva a Roma a rici-clare i suoi soldi.

Stefano Ricucci, l’immobiliaristache creò la formula dei “furbetti delquartierino”, esagera sempre un po’,ma quando fu interrogato dai magi-strati di Roma sulle avventure piùsegrete dei “furbetti”, a un certopunto sbottò:“Perché queste cose lechiede a me? Chiami la Banca Finnate Giampietro Nattino... Sa che cos’èla BancaFinnat? Chi è Nattino?”. Ilmagistrato scosse la testa e Ricucciesplose: “Ma lei vuole che a me miuccidono stasera qui dentro. Lei for-se non si rende conto di chi sta a toc-care lei... Mi faccia la cortesia, lasciperdere questo, dottore... Io lo dicoper me; poi, se lei vuole andare avan-ti, lo faccia. Lei ci ha 600 persone chela proteggono, ma a me chi mi pro-

tegge? Nessuno, su’sta robba...

”.

ORA FINNAT torna alla ribalta per leaccuse di riciclaggio e altri reati fi-nanziari realizzati attraverso i cana-li finanziari del Vaticano. SecondoReuters, che ha rivelato l’esistenzadel report vaticano, a indigare sullaFinnat sarebbe anche la procura diMilano. Nattino era stato chiamatoin causa già nell’estate 2013 da mon-signor Nunzio Scarano, un contabi-le dell’Apsa arrestato con l’accusa dicorruzione per un’operazione dirimpatrio dalla Svizzera di 20 milio-ni di euro. Secondo Scarano, Giam-pietro Nattino realizzava operazio-ni finanziarie con banche italiane edestere e, tramite l’Apsa, vendeva e ri-comprava titoli Finnat per farne sa-lire il valore.

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La difesa

“Non ho mai dato

i ndicaz ioni

o autorizzato

la Fondazione

Bambin Gesù ad

alcun pagamento”Tarcisio Bertone

LaPresse

 Pe rch é queste cose le chiede a me? Chiamila Banca Finnat e G i a m p ie tro NattinoSa chi è  Nattino? 

S. RICUCCI

AI PM

Il sonetto

Le monetone de Bertone

n SE RIMANESSI sola co’  Ber tone

 je direi du’  parole da omo a omo je direi monsignor, le monetone

Quelle de li poveri che hai in dono

n TE LE TURNO in papagne là, sur muso

Non dico no che tocca fa’  un mascelloCe mancherebbe sol, n’ è mica bello

Menà un signore anzian, promesso ‘ n suso

n PE’ CHI CE CREDE, cioè ner ParadisoLà dove l’ angioli, l’ ho visti in viso

So tutti regazzini, va’ 

in giulebbe!

n E ADESSO sto in ambasce a fa’  la rima

Ma me sa tanto che me toccherebbePi a’  le cose mia e scappà pe’  prima

“Ric iclag gio”, la Santa Sedeaccusa il banchiere dei papi

GIAMPIETRO NATTINO È pubblica la prima indagine di Oltretevereche non riguarda ecclesiastici o organizzazioni della Chiesa cattolica

STATUTO VIOLATO

Banca Vaticana,i pm indagano su 40correntisti laici

qUN NUOVO elenco con 40 nomi diclienti laici correntisti dello Ior, nono-

stantelo statutodella BancaVaticana non lo

preveda, sonofiniti nel mirino dellaProcura diRoma. L’elenco è stato trasmesso dall ’Aif, l’au-

torità di informazione finanziaria della SantaSede, all’Unità di Informazione Finanziaria per

l'Italia (Uif) che a sua volta le ha inviateallaprocura. Si tratta di 40 correntisti, i cui rapporti

bancari sarebbero stati chiusi, sui quali peròpartiranno gli accertamenti de l pm Stefano Fa-

va, già titolare di un ’inchiesta sulla vecchia ge-

stione dello Ior. Tra i nomi individuat i, anche unpersonaggio in passato indagato per banca-

rotta. La lista però sembrerebbe avere delle l a-cune: mancano nomi di laici sui cui conti e rano

stati già fatti accertamenti. Questo vuol dire oche lalista è incompleta oche quei laici con-

tinuano a operare Oltretevere. Intanto conti-nuanole indaginidella gendarmeriaVaticana

su quella che è definita Vatileaks 2. Sono in

programma nuovi interrogatori, anchese Pa-dre Lombardi(in foto)ha precisato che ora non

ci sono “altri indagati”. Tuttavia la Gendarme -ria sta cercando di capirese esiste una rete di

persone che abbia aiutato i due indagati.

 VAL. PAC.

DANIELA RANIERI

Il banchiere

Gi ampietro

Nat t i no

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 4/24

4 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

ILMINISTRO Sempre pronto a cambiare idea

» STEFANO FELTRI

Ormai è chiaro: senzaPier Carlo Padoan,Matteo Renzi sareb-

 be già stato travoltodai buchi nei bilanci, dalle va-langhe delle clausole di salva-guardia sempre incombenti,dalle rigidità di Bruxelles su-gli zero virgola, e soprattuttodalle contraddizioni. Ma perfortuna del premier c’è il mi-nistro dell’Economia che ha iltalento di tradurre in linguag-

gio tecnico, austero, gli impe-rativi politici del presidentedel Consiglio.“Si può avere ungiudizio negativo o positivo diquesta legge di Stabilità, maun giudizio che prenda in esa-me singole misure in modo i-solato è un giudizio che ri-s c h ia d i e s s er e d i s to r to oquantomeno incompleto”, haspiegato ieri Padoan alle com-missioni economiche dellaCamera, nell’audizione sullamanovra 2016-2019.

NIENTE OBIEZIONI. Grande e-ra la curiosità di capire comeavrebbegiustificato le misureche incoraggiano l’evasione fi-scale (aumento del tetto all’u-so del contante, abolizione

dell’obbligo di pagare gli affitticon bonifico bancario), l’abo-lizione della Tasi sulle primecase criticata dalla Commis-sione europea e da quasi tuttigli economisti, l’assenza dellaspending review, tutti i tagli ri-mandati di un anno. Padoannon offre risposte, spiega chela domanda è stupida: non sipossono valutare le singolemisure, solo la manovra nelsuo complesso, che è ovvia-mente perfetta così.

MINISTRO DI PONGO. Padoanpare convinto che la sintesi diaautorevolezza. Così nei giorniscorsi ha spiegato perché hasmesso di essere contrarioall’aumento del tetto al con-tante ed è diventato favorevo-le: “Ho cambiato idea, non c'ècorrelazione tra l'uso dei con-tanti e l'evasione fiscale”. E ba-sta. Sul sito del ministerodell’Economia, come ha rive-latoil Fatto, c’è ancora uno stu-diodel 2011 che invecequellacorrelazione la vede. Ma an-che se fosse vero quello che di-ce Padoan, cioè che manca laprova che ci sia più evasionequando ci sono più banconotein giro, non sarebbe comun-que una ragione sufficienteper alzare da 1.000 a 3.000 eu-ro il limite alle operazioni cash.Ma il ministro della sintesi nonha sentito la necessità di det-tagliare il suo pensiero.

OTTIMISMI. La caratteristicadi Padoan è l’assenza di e-spressioni facciali, di incrina-ture nella voce, di tic nervosi.Resta serissimo mentre riescea sostenere nello stesso tempoche le cose vanno male  – de -flazione, frenata dei Paesi e-mergenti, disoccupazione ele-

 vata – e dunque l’Italia deverinviare il pareggio di bilancio,ma vanno anche benissimo –

Padoan senza argomentiper difendere la manovra Alla Camera: “ Non si può dire che un provvedimento è sbagliato, guardate l’ insieme” 

Spesso ci

rip e ns a Il mi-

nistro Pier

Carlo Padoan

LaPresse

M E DICI NA

Non lasciatele linee guidasanitariesolo agli esperti

» LUCA CARRA

Tu tto parte dal laCommissione par-l a m e n t a r e d ’ i n-

chiesta sugli errori sanita-ri, che ha stima-to in 10 mi-liardi an-nui i costi

della me-dicina di-fensiva at-tiva, presta-zioni inutili (odannose) che i medici pre-scrivono solo per ridurre ilrischio di un contenziosolegale. Da qui l’idea di Fe-derico Gelli, parlamentareresponsabile sanità del Pd,che per contrastare questapiaga propone emenda-menti al disegno di leggesulla responsabilità pro-fessionale dei medici in di-scussione alla Camera, al-cuni diq uesti dispongonocheil mediconon sia per-seguibile se si è attenutoalle “ buone pratiche e alle

linee guida adottate dallesocietà scientifiche iscrit-te nell’apposito albo”.

Medici ed esperti di sa-nità pubblica coordinatida Alberto Donzelli (AslMilano), scrivono a Gelli:è un errore attribuire perlegge alle Società scienti-fiche il compito di dettarelinee guida cogenti rivol-te a chi lavora nel Sistemas a n i t a r i o n a z i o n a l e .“Condividiamo l’intentodi contrastare la medici-na difensiva”, scrivono,ma “molti medici oggiprescrivono test diagno-stici e interventi sanitariin eccesso ( … ) spesso pro-prio perché influenzatida linee guida specialisti-che, spesso condizionateda: a) logiche autorefe-renziali; b) modelli di re-munerazione degli attoriin sanità che creano para-dossali conflitti d ’inte-resse con la salute; c) re-lazioni finanziarie con iproduttori di farmaci, di-spositivi, diagnostica”.S a r e b b e i m p o r t a n t e ,quindi–secondo gli auto-ri della lettera – far ripar-tire un programma nazio-nale coordinato da un en-te pubblico come l’Iss ol'Agenas, in modo da lavo-rare a nuove linee guidaanche, ma non solo, con

specialisti e società scien-tifiche, recuperando lametodologia basata sul

 vaglio del le prove di effi-cacia e sull ’approcciomultidisciplinare che a-

 veva caratteriz zato il Pro-gramma nazionale lineeguida avviato dall’Istitu-to superiore di sanità.

 Il testo integralesu www.scienzainrete.it

BANKITALIA(SOGLIA PER IL CONTANTE)

Un limite, anche basso, va mantenuto L’ esistenza di effetti macroeconomicinon è sorretta da evidenza empirica. Per latracciabilità, più è bassa la soglia meglio è 

UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO(IMU E PREVISIONI)

 In termini assoluti il beneficio affluisce alle famiglie con redditi più alti. Sulle 

 stime c ’ è stata scarsa prudenzialità. Dal 2017 c ’ è qualche motivo di preoccupazione 

CORTE DEI CONTI

(CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA E CONTRATTI PA)

Sconta il carattere temporaneo di alcune coperture: dal 2017saranno necessariconsistenti tagli di bilancio o aumentidi entrate. Statali: servivano 2,5 miliardi

I STAT

(EFFETTI SUL PIL)

 La manovra inciderà sulla crescitain maniera lieve nel 2016, +0,1 per cento

e più rilevante nel 2017, + 0,3. Evoluzione  positiva del quadro, ma di tipo moderato

TECNICI DEL SENATO(IVA, SANITÀ E TURNOVER)

 Per il 2017 il gettito dell’ aumento Ivaè sottostimato. Non portare il fondo del Ssna 113 miliardi creerà tensioni. Con il b loccodel turnover a rischio i servizi

 Limitare lacircola z ione del le ban co note  fa emergere il sommersoe serve acontra s t are ri ci cl ag gioed evasione 

19/11/ 2014

Piove sulla Stabilità spread basso, fiducia dei mer-cati, Pil superiore al previsto–

e quindi l’Italia può spenderein deficit e scommettere sullaripresa. “Il governo Renzi ap-plica politiche di destra finan-ziandole come piace alla sini-stra, cioè a debito”, è la sintesidi Renato Brunetta, Forza Ita-lia.

E LA LOCAL TAX? A marzo, Pa-doan spiegava l’importanzadella local tax per mettere or-dine nei tributi locali, poi è ar-rivato Renzi a to-gliere la Tasi el’autonomia im-positiva ai Comu-ni, addio local tax.Ma Padoan non siscompone, anzi,alla Camera spie-ga che togliere laTasi “mira a mo-dificare le aspet-tative delle fami-glie e le relativedecisioni di con-sumo” (in agosto,in un’inter vista,ricordava però che le aspetta-tive non cambiano se le coper-ture non sono garantite per glianni a venire). Senza alzare unsopracciglio, Padoan spiegache la “clausola migranti” ser -

 ve a poter spend ere in deficitper reggere i costi degli sbar-

chi, ma in realtà quelle risorse(3,3 miliardi) sono in parte giàimpegnate per abbassare l’I-res, la tassa sugli utili delle im-prese.

I SILENZI. Sui conti pubbliciPadoan trova sempre la for-mula giusta per dare una pa-tina di serietà alle mosse tuttetattiche del premier. Nellequestioni di potere e poltrone,invece, preferisce tacere, forse

non avendo abbastanza argo-menti. Non una parola sugli at-tacchi del suo sottosegretarioEnrico Zanetti al capo dell’ A-genzia delle entrate RossellaOrlandi. Solo un comunicatoufficiale del ministero (che lostesso Zanetti rivendica di a-

 ver ispirato). Non un fiato sullasostituzione dei vertici dellaCassa depositi e prestiti, che èpur sempre il braccio operati-

 vo del Tesoro, anche se nessu-no ha mai giustificato il licen-ziamento di Franco Bassanini

e Giovanni Gor-no Tempini. Po-chi monosillabisulla bad bank,cioè l’inter ventopubblico per ri-pulire i bilancidelle banche daicrediti a rischio.L o h a d a to pe rpronto un paio di

 volte poi, viste leresistenze euro-pee, se può evital’argomento.

ULTIMA TRINCEA.Resta il pro- bl em a pe ns io ni . Re nz i saquanto sarebbe popolare (e u-tile a molte aziende, anchepubbliche) allargare le magliedella riforma Fornero e pen-sionare un po’ di sessantenni.Padoan non vuole scaricare di

nuovo sui contribuenti scontiprevidenziali di pochi. E ieri,presentando la manovra, ci hatenuto a dire: “Sottolineo chenon viene depotenziata la ri-forma del sistema pensionisti-co”. Ma Renzi sembra deter-minato. Padoan starà già cer-cando buoni argomenti tecni-ci, o almeno dialettici, perspiegare anche questa caprio-la.

© RIPRODUZ IONE RISERVATA

G i ravolte

Non spiega

perché serve

più contante

o come mai ora

si può rinunciare

alla local tax

PI NO CCH IO

MATTEO E LA SALUTE:

OPINIONI E NUMERI

» FQ

,LA MATEMATICA non è un’opinio-ne”. In politica, la linea che separa le

inesattezze dalle menzogne spesso è sottile,ma con Matteo Renzi le due cosequasi semprecoincidono. Prendiamo i tagli sulla Sanità. Le Regioniprotestano, ma per il premier“dicono bugie”:“La que-stione è semplice: lo scorso anno, nel 2014, i fondistanziati erano 109 miliardi, quest’anno sono 110 el’anno prossimo saranno 111. Ènormale che le Regioni

desiderino di più, main un bilancio delloStatonoi abbiamo messo un miliardo in più l’anno, che

ci sembra una bella cifra. La matematica non èun’opinione. Questi soldi, però, li spendano bene

perché ne vadi mezzo la salute dei nostri concitta-dini”.Cheinfattimeriterebbero piùrispetto.Sìperchéil Fondosanitario, secondo gli stessi documenti di bi-lancio firmati a settembre da Renzi sarebbe dovuto es-sere di 115 miliardi. Poi peròs’è accorto che la coperta

per la sua manovra elettorale era troppo corta, è haabbassato l’asticella a 111. Peccato che secondo un ’in-dagine delleCamere il settoreha bisogno diun incre-mento minimo di risorse pari al 2% annuo. Invece Ren-zigli sfila 2miliardi, ealtrettantoaveva fattonelluglioscorso, promettendoperò che sarebbe stato l’ultimotaglio. E dal 2017 al 2019 leva alle Regioni altri 17 mi-liardi. Nei loro bilanci la Sa nità pesa per il 75%. Dove siscaricheranno questi tagli?

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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6» POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

L’I N T E RV I STA

“Renzi subalterno a una donnaPuò costargli la carriera...”

CorradinoMineo Il senatore ex-Dem contro il premier: “ Io so,per presa visione. Lui infanga per paura di essere infangato” 

» LUCA DE CAROLIS

R enzi non si permetta,perché io so.Certi li-miti potrebbero co-stargli lacarriera po-

litica, colui che si mette sulpiano di chi svela conversa-zioni private ha tuttoda per-dere...”. L’ex senatore del Pd

Corradino Mineo è una furia.Avverte Matteo Renzi, con u-na formula strappata a Paso-lini: “Io so”. Ma a differenzadell’intellettuale pare con-vinto di avere le prove. L’exdirettore di Rai News si sca-tena alle 17 e 21 della sera, conun comunicato che è glicerinapura: “Renzi non si fa scrupo-li, rivela conversazioni priva-te, infanga per paura di essereinfangato. E sa che io so. Soquanto possa sentirsi subal-terno a una donna bella e de-cisa, fino al punto di rimetterein questione il suo stesso ruo-lo al governo. Io so, ma non ri-velo i dettagli di conversazio-ni private. Non mi chiamoRenzi, non frequento Verdi-

ni, non sono nato a Rignano”.Il  Fatto lo chiama al telefono

pochi minuti dopo. Mineoracconta, spiega. E avverte.

Senatore, perché una notacosì dura?

Lui è stato scorrettissimo: ti-ra fuori un sms privato un an-no dopo, in un libro di BrunoVespa, per sostenere che iomi dovevo dimettere già a suotempo.

C h e c o s a c ’e r a s c r i t t onell’s m s?

La storia è questa: subito do-po le Europee del 2014, io de-finii Renzi autistico, ma nonvolevo offenderlo. Intendevosolo dire che, come un bimboche pare debole per quel pro- blema ma poi risolve le equa-zioni, lui era molto bravo inpolitica nonostante alcuni li-miti personali. Renzi però u-sò quelle parole per attaccar-mi in modo violentissimo inun’assemblea del Pd, accu-sandomi di essere uno che of-fende gli autistici e le personecon handicap. Io, nauseato,gli mandai un sms: ‘Basta, hosbagliato anche io, mi dimet-to’. Poi alcuni amici, tra cuiGianni Cuperlo, mi convinse-ro a non dimettermi. E lui orache fa? Racconta tutto a Ve-spa.

Così si arriva al suo comuni-ca to.

Il senso della nota è questo:‘Io sono una persona perbe-

ne, per fortuna tua’

.Perché per fortuna sua?Leicosa sa, Mineo?

Ho detto che sa fare solo quel-lo, sa solo organizzare loscontro per asfaltare e piega-re. Fuori di quell’ambito è unapersona che si sente limitata epiena di dubbi.

Lei scrive di “una donna bel-la e decisa”a cui il premier èsubalterno. Va dritto.

Vado dritto, sì.

La biografia Vita, opere e miracoli della Boschi, la ministra che non si spettina mai

La “Mar i”, tacco 12 e “capelli scolpiti”

IL LIBRO

» DANIELA RANIERI

Chi è davvero Maria ElenaBoschi?”. C ’è da non dor-

mircila notte. Senon vi hannosoddisfatto le interviste e i ser- vizi a lei dedicati da Oggi, Pl a- yboy, Vanity Fair, Famiglia Cri-stiana e Chi (da cui pure sorti-rono informazioni essenzialicome “Ho preso due chili”, “Ilministro Varoufakis non è il miotipo”, “Stiro, lavo, puliscocasa,faccio la spesa”, “Roma è unacittà stupenda”, “Sogno uncompagno e tre figli” ), oggi un

libro vi soccorre nell’a m b a-scia.

LA BIOGRAFIA che Alberto Fer-rarese e Silvia Ognibene dedica-no alla ministra delle Riforme( Una tosta. Chi è, dove arriverà MariaElena Boschi, ed. Giunti) va letta tutta d’un fiato: solo così,come il ciceone introduceva aimisteri eleusini, può condurci alcuore della vestale renziana. Il viaggio sul pianeta “Mari” è u-

 briacante, ebbro come una dan-

za dionisiaca, armonico comestatua di apollinee fattezze. Siconsiglia l’apnea: “Pantaloni verdi attillati, camicetta e tacchialti”, “alle 10, Boschi arriva allaCamera, attraversa veloce ilTransatlantico ed entra in aula”;del resto “alla Leopolda 2012 èsalita sul palco con passo fintroppo deciso, tubino nero e sti- vali”, o “giacca rosa shocking e jeans e tacco 12 leopardato”; equando“presta giuramento nel-

le mani di Napolitano, salendo alQuirinale con un tailleur blu e-lettrico”?

D’altra parte, “tubino nerocorto e scarpe fucsia per l’incon -tro in ambasciata, tailleur ghiac-cio e tacchi rossi per gli appun-tamenti più istituzionali”. I nfondo quando Matteo la misenel Cda di Publiacqua“ visitava icantieri indossando scarpe tac-co 12”e“magari a un’afosa festadell’Unità, appare perfettamen-te truccata e pettinata comequando esce di casa al mattino”

per andare a fare la Costituzio-

ne, con “

tempra di ferro e me-todo militare”,“ma anche sorri-so rassicuranteda fatina buonacon i capelli biondi e gli occhioni blu. E performance da red car-pet con tacco e abito fasciante”.Del resto,“pare che i capelli diBoschi siano scolpiti nel marmodi Carrara: chi la segue da vicinogiura che non porta mai il pet-tine nella borsetta”. Chi pensache questo non basti a farne unapotenziale statista dovrà ricre-

dersi, le imprese di Barbie Rifor-me non finiscono qui. I biografiriportano: “‘Era bravissima ascuola… afferma la sua inse-gnante di educazione fisica”, e“dettaglio [non] da poco, sa l’in-glese”.

A PROPOSITO, significativa ladialettica psichiatrico-mitolo-gica col pigmalione Matteo, dicui è “ vice in pe ctore”: se lui“provoca, procede per slogan,mostra la caparbietà di un arie-te”, lei, acquario, “è pacata nellamimica e nell’eloquio” (come

quando accusò i critici delle“ri-forme” di avere “le allucinazio-

ni” ). Ne siamo talmente inna-morati che stavolta la elegge-remmo pure senza Porcellum.Oggi “praticamente lavora ven-tiquattr’ore al giorno”, per esse-re, magari, Lady premier nel2023. Dove arriverà MariaEle-na Boschi? A occhio, tanto in al-to quanto in basso arriverà la po-litica.

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Parliamoci chiaro: lei si rife-risce a uno dei ministri don-na? O a una parlamentaremolto vicina al presidentedel Consiglio?

Non entrerò su questo piano.Quelle conversazioni non leho raccontate e non le hoscritte in libri. Davanti allavergogna di questo sms divul-gato , ho avvisato Renzi :‘Guarda ragazzo, io non sonocome te: a mettersi su questopiano ci si può solo rimettere’.Ha fatto un'infamia, ha cerca-to di sostenere che io sono at-

taccato alla poltrona.Lo avverte: se insiste, leiparlerà.

Io nonlo farò mai, mi hannoinsegnato da bimbo che leconversazioni private devo-no restare tali. Gli ho solo det-to: so quanto sei debole, ti co-nosco bene.

Io però devo chiederle a qua-li conversazioni fa riferi-mento, senatore...

Non glielo dirò, mi fermoqui.

È già scattato il totonomisulla donna che lei cita.

A me non interessa, io dovevodire: basta. Non voglio met-termi sullo stesso piano diRenzi.

Ma questo è un avviso ai na-vi ganti.

È un avviso a lui. Lo ripeto: avoler sempre asfaltare tutti, si

finisce con il danneggiare sestessi.Lei fa capire che nei compor-tamenti al di fuori della sce-na politica Renzi ha dei limi-ti.

Assolutamente sì, fuori dellascena ha limiti grossi. Questolo dico.

Sono limiti che potrebberopregiudicargli la carrierap o l i t i c a?

Assolutamente sì. Renzi è bravissimo nel gioco politico,assolutamente incerto quan-do si tratta di altre cose. E per

un capo del governo questorappresenta un difetto moltograve.

Lei parla della vita privata diRe n z i .

Su questo non mi strapperà u-na sillaba.

Ma lei come fa a formularequeste riflessioni? Ha assi-

stito a episodi, ha appresoda racconti diretti?Si tratta di fatti riguardo aiquali ho un’idea molto preci-sa.

Ne parla per presa visio-ne...

Per presa visione, esattamen-te.

Ora la stanno attaccando intantissimi. La accusano di a-ver scritto un pizzino.

È davvero buffo, ora io che so-no la vittima vengo dipintocome un carnefice.

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M icrofononoto

Cor radino

Mi neo,

65 anni. Ex

Pd, è appena

passato nel

Gruppo Misto

LaPre sse

ToscanaMaria Elena Boschi  Ansa

COSA ROSSA

Altri tre via dal PdOggi la Carta di intentidella sinistra

qLORODICONO “non chiamatela cosa

ro ss a”.Per il nomebisogneràaspettare

sabato quando, al Teatro Quirino di Roma, ci

sarà l’avvio ufficiale del nuovo soggetto poli-

tico che vedrà uniti Sel e i fuoriusciti dal Pd: “La

sinistra che cambia”. Il primo passo sarà la for-

mazione diun unico gruppo parlamentare alla

Camera. Con i deputati di Sel chesi uniranno

agli ex Pd: Stefano Fassina, Monica Gregori, Al-

fredo D’Attorre, CarloGalli e VincenzoFolino.

Questi ultimitre ieri, in una conferenza stam-

pa, hanno dato l’addio ufficiale al Pd. In Senato,

invece, ci sarà Corradino Mineo, che si aggiun-

gerà allacomponente di Sel nelgruppo misto.

Ma forse altri arriveranno (Ignazio Marino?).

“Orachi non vuole staresotto lo stesso tetto

con Renzi avrà una casa dove andare”, osserva

D’Attorre. All’incontro c’è anche l’ex no global,

Luca Casarini,oggi in Sel.Mentregrande as-

sente è Pippo Civati. “Per oraha decisodi te-

nere separata la sua strada, ma sono certo che

più avanti i nostri percorsi si incroceranno”,

continua D’Attorre. La nascita del nuovo par-

tito è prevista a gennaio. Oggi a Roma la firma

della carta d’intenti. Obiettivo, le amministra-

tive di primavera.

GIANLUCA ROSELLI

Il libro

l Una tosta A. Ferrarese

e S. Ognibene

Pagine: 128

Prezzo: 10e

Editore:Giunt i

Chi è

Co r ra d in oMineo, 65

anni, è nato a

Par tanna( Tra p a n i ) .

G iornali sta,inizia nel

1971 al

M an ifesto.Nel 1978

entra in Rai,e nel 1987

viene

chiamato alTg3 da

Sandro Curzi.

Nel 2006viene

n ominatodirettore di

Rai News. Viresta fino alfebbra io

2013, quando

viene elettoal Senato per

il Pd.Diss idente

rispetto alla

lineare n zia na ,

la settimanascorsa è

uscito dal

par tito

 Di quale donna parlo?  Non entro su questo

 piano, ma avviso

 Matteo: se svela

colloqui privati ha

tutto da perdere...

 Fatto a mano

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 7/24

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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8» POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

Roma, la Lorenzinci prova: tuttiuniti contro il M5SIl ministro: “ Pd e Forza Italia sostengano Marchini” 

Renzi tace (ma intanto pensa di cambiare l’ Italicum)

» PAOLA ZANCA

 APalazzo Chigi giurano dinon saperne nulla. E an-zi, fanno intuire che nonsono propriamente en-

tusiasti del fatto che un ministro,romano, si sia presentato davantialle telecamere delCorriere.itper

 buttare lì l’idea che nella Capita-le, alle prossime Comunali, trion-fi il partito della Nazione. Quello

 vero: da Forza Italia al partito De-mocratico, sogna Beatrice Lo-renzin. Tutti insieme con Alfio

Marchini, il “civico” corteggiatoda destra e sinistra. L’unico, so-stiene il ministro della Salute, chepuò fermare “una deriva M5S”.

La Lorenzin, va detto, in que-sti giorni è stata una delle ipotesisul tavolo: donna, moderataquanto basta, perfetta incarna-zione del renzismo, variante N-cd. Si è pensato anche a lei, per ilCampidoglio. Ma il ministro fasapere di non essere interessataalla faccenda. Così, azzarda la so-luzione che, sottovoce, molti so-stengono. Lasciar perdere i can-

didati di bandiera, che tanto a Ro-ma - con il processo a Mafia Ca-pitale che si apre oggi e accom-pagnerà la campagna elettoraleintera - nessun simbolo può spe-rare di riuscire ad appassionare icittadini romani.

IL GRAN MISCHIONE non è più ta- bù. La settimana scorsa ha già sfi-lato unito davanti al notaio, vistoche il Pd, per riuscire a far cadereIgnazio Marino, ha avuto bisognodel sostegno del centrodestra esoprattutto dello stesso Marchi-

ni, richiamato di corsa da Milanodove era per lavoro: i consiglieridemocratici non hanno volutofirmare le dimissioni di massa fi-no a che non l’hanno visto com-parire sotto al Marc’ Aurelio.

Eppure, per quanto MatteoRenzi al momento non abbia al-cuna voglia di esporsi, l ’uscitadella Lorenzin è anche un modoper testare il campo: pronunciarel’impronunciabile per vederel’effetto che fa. Ieri, tolta la pre-

 vedibile replica dei Cinque Stelle,l’azzardo non ha suscitato un

granché di indignazione. Tace ilPd, tace Forza Italia, si arrabbiasolo Sel (che comunque pensa giàa un candidato a sinistra: o Stefa-no Fassina oppure lo stesso Ma-rino, se dovesse ripresentarsi).Renzi, in compenso, apre la par-tita nazionale e fa sapere al solitoBruno Vespa che cambiare l’Ita -licum (premiare la coalizione an-ziché la lista) non è più, sorpresa,un “totem ideologico”.

LUNEDÌ AL NAZARENO si incon-treranno gliesponenti del Pd la-ziale. Tutti, Renzi compreso, almomento viaggiano “a fari spen-ti”, per dirla con uno dei parteci-panti alla prossima riunione. L’u-nica missione da portare a termi-

ne al momento è  “

dimenticareMarino”. Si cominciacon i soldi,parecchi, che verranno sbloccatila settimana prossima, standoall’annuncio del sottosegretario apalazzo Chigi Claudio De Vin-centi. Se poi i tecnici lavoreranno

 bene (e la cassa piena, in questo,aiuterà) all’ombra del Campido-glio non escludono che il progettopossa anche cambiare binario. IlGiubileo sarà già una grossa granada gestire per la città. Tutto som-mato, spiegano, a Roma la gazzar-ra delle urne aperte si potrebbepure rinviare.

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Ministro Ncd Beatrice Lorenzin guida la Salute La Press e

La scheda

n IL VOTO

Dopo loscio glimento

del consigliocomunale di

Roma, si

d ovre bb etornare al

voto inp r i mavera

n I NOMI

Nessuno dei

partiti per oraha candidati

in campo.L’unico che

certamente si

presenterà èl’im p re n d i to re

Alfio

Marchini, acapo di una

lista civicasimboleggiata

da un cuore

A DESTRA

Fini e Alemanno

tornano insieme

E rifanno An

qLA DESTRA è più che mai in ebolli-

zione. Mentre Giorgia Meloni lancia ilcontenitore “Terra nostra”, un movimento

per andareoltre Fratelli d’Italia, GianfrancoFini e Gianni Alemanno resuscitano An. L’a-

cronimoè una furbata, perché il nome del

nuovo movimento, che verrà lanciato lunedìa Roma, sarà Azione Nazionale. An, dunque.

Operazione nostalgia. Della partita sono i

“q u ara n te n n i”dell’omonima mozione all’ul-

tima assemblea della Fondazione An, uscitasconfitta grazie alla ritrovata alleanza tra La

Russa e Gasparri. I “q u a ra n te n ni” vol eva n odare vita a una nuova formazione a destra. E

quindi eccola qua. Dietro di loro –Sabina Bo-

nelli, Michele Facci, Andrea Santoro, Ales-sandro Urzì, e altri–ci sono però gli uomini di

Fini e Alemanno. Tra questi Italo Bocchino,

Roberto Menia, Carmelo Briguglio. L’ex pre-

sidente della Camera si terrà un passo in-dietro, non parteciperà attivamente, ma ci

sarà. “Fini e Alemanno tornano insieme? MaHalloween non è passato?”, sichiede ilsito

L’ ultima ribattuta, diretto da un ex finiano di

ferro come Guido Paglia, un tempo il pleni-potenziario di An a Viale Mazzini.

GIANLUCA ROSELLI

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 9

» ANTONELLO CAPORALE

Il primosindaco del par-tito della Nazione saràlui. Un metro e ottanta-nove centimetri per set-

tantanove chilogrammi dipeso, per sei anni (2003-2010) il giocatore di polo nonprofessionistico più forte almondo. Lui è Alfio Marchi-ni, cinquantenne, l'impren-ditore romano che sul ce-mento e dal cemento – il ce-mento unisce–avanza comeinterprete della politica delfare, il verbo che cuce ama-

 bilmente il ventennio berlu-sconianocon l’età renziana.Lui dice:  “Di qua noi, di là icinquestelle”. La  joint ven-ture tra Pd e Forza Italia chela ministra Beatrice Loren-zin ipotizza per far fronte al-la“deriva”grillina nella qua-le potrebbe essere trascinataRoma, capitale d’Italia e se-de del Papato, simboli di unacrisi drammatica e conte-stuale, è alle porte.

ALFIO GONGOLA:   “Già treanni fa immaginavo, appenaho messo piede nel campodella politica, che avesse alcentro un confronto demo-

cratico tra il movimento diGrillo e un movimento chesapesse coniugare civismo eideali, bandiere della nostrastoria e modernità. Siamo a-desso giunti al punto di svol-ta, bisogna sostituire al con-sociativismo un nuovo bipo-larismo: noi da una parte, icinquestelle dall'altra”. È piùdi un patto del Nazareno inversione capitolina, è la for-mula che dà concretezza aquel vettore politico che puòconiugare gli interessi delcentrosinistra e del centro-destra, risolvere le antitesi earrivare alla sintesi: il potere.“Quel patto del Nazareno hamiseramente fallito a Roma.Sarebbe un onore per me es-

sere considerato uno che

C A NDIDAT I

La scommessa di Alfio:“Io, unico argine a Grillo”L’ imprenditore prepara la corsa e parla già da sindaco del partito della Nazione

può aggregare, anche se sen-to forte la puzza di un trap-polone. Essere l'unico candi-dato in campo è un oggettivorischio del tiro a piccione.Siamo al punto che persino lanomina dei sub commissari,che devono traghettare Ro-ma alle elezioni per qualchesettimana, diviene un partodifficile. In queste condizio-ni i falchi si avventano su dime, ma io rassicuro tutti: nonuserò le sigle politiche cometaxi. Rispetterò i partiti ma

risponderò al desiderio dei

romani di essere convocatialle urne non per arrovellarsisu chi sia di destra o disini-stra. I romani vogliono unoche risolva i problemi, mettaa posto le strade, faccia fun-zionare i treni, la metro, i bus.Conosca Roma come le suetasche e sia dentro il senti-mento popolare. Questo saròio”. E infatti l'identikit corri-sponde all'idea renziana delgoverno: nessun colore matutti i colori possibili.“Sarà ilcandidato del Pd al secondo

turno”, ha detto Giorgia Me-

loni. E Marchini: “L'unicacosa che so è che non mi vo-terà la destra che sta con laMeloni e la sinistra che già èpassata tra le braccia dei cin-questelle. Ho onorato il man-dato chei romani mi hannodato in questi due anni con

 batta glie come quel le chehanno svelato la svendita delpatrimonio immobiliare evoglio meritare il loro votocon una proposta che senzanegare le differenze dellesingole storie possa consen-tire il rinnovamento di que-

sta città”.“Berlusconi - ha sintetiz-

zato alle colleghe forziste ladeputata Laura Ravetto –

punta per Roma e per l'Italiaa uno che ha la grana”. Mar-chini è perfetto. Anche il Pdgli deve parecchio. Se non siè schiantato al suolo, se nelconfronto drammatico e fi-nale con Ignazio Marino èriuscito a spuntarla, è perchèAlfio gli ha dato non unamatutte e due le mani. Dei di-ciannove consiglieri rin-

chiusi prima al Nazareno e

poi al Campidoglio (in unastanza senza finestre) noveerano pronti all'ammutina-mento. Avrebbero sotto-scritto le dimissioni solo seMarchini avesse garantito dipersona che i suoi eranopronti a sommarsi. Qualeprefetto, quale dream team!Mancano quindici settima-ne all'apertura della campa-gna elettorale e il partito èpreda a una crisi di nervi.L'altra sera gli iscritti al cir-colo di Trastevere hannoprocessato l'incolpevole Fa-

 brizio Barca, l'unico che an-cora mette piede nelle sezio-ni, chiedendo a lui conto diOrfini, di Renzi, del modo incui è stato licenziato il sinda-co. Sono i giorni della grandefuga: la sinistra si ritroveràcon Fassina, sempre che I-gnazio Marino non decida dicorrere. La destra con Melo-

ni. Lo spurgo benefico checonduce al punto esatto incui Marchini vuol farsi tro-vare: il centro del centro delcentro. “Non ho dubbi che iCinquestelle andranno al

 ballottaggio”, sentenzia lui.E dubbi non sembra avernesulla sua capacità di superareil primo turno. La coppia difatto Pd-Forza Italia si trove-rà non apparentata ma con-vergente sull'uomo che, co-me dice la Lorenzin, “potràessere il baluardo per ferma-re la deriva grillina”. Il par-tito della Nazione si realizze-rà per desistenza assistita.Un voto confluente e con-senziente. In nome di Roma,naturalmente.

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Ricandidato Alfio Marchini due anni fa a Roma prese il 9,48%

Q uarantasei imputati, unesercito di sessanta av-

vocati, oltre 130 udienzepreviste fino a luglio. Mi-gliaia di intercettazioni ecentinaia di documenti de-positati. Sono i numeri delmaxiprocesso a Mafia Capi-tale, la presunta associazio-ne a stampo mafioso capita-

nata secondo la procura diRoma, dall’ex Nar MassimoCarminati.

SI PREPARANO al processoche inizierà oggi soprattut-to gli imputati, una quindi-cina solo quelli detenuti invarie parti di Italia, che nelpomeriggio di ieri sono statitrasferiti nel carcere di Re-

 bibbia in mododa poter es-sere presenti dalla seconda

udienza in poi al processo.Compariranno nelle celledell’aula bunker di Rebibbiadal prossimo 10 novembrementre ciò che accadrà oggiin aula lo potranno seguirein videoconferenza.

Non potranno, invece,mai essere presenti al pro-cesso tre imputati eccellentiche avranno solo il video co-me opzione per seguire le

varie udienze. A partire daCarminati, l’ex terrorista at-tualmente detenuto in regi-me di 41 bis a Parma. È lui –secondo i pm Paolo Ielo, Lu-ca Tescaroli e Giuseppe Ca-scini titolari dell’inchiesta–

il capo “dell’associazione distampo mafioso operante suRoma e sul Lazio”. Non po-tranno seguire le udienzeneanche Salvatore Buzzi, il

ras dellecooperative e rite-nuto braccio operativodell’organizzazione e Ric-cardo Brugia, uomo legato aCarminati.

POTRÀ ESSEREinvece in au-la, Luca Odevaine, l’ex brac-cio destro di Veltroni dete-nuto per un anno con l’accu-sa di corruzione ma che duegiorni fa è finito ai domici-

liari. Con lui quindi sarannopresenti altri 22 imputati,tutti quelli raggiunti daprovvedimenti cautelari aidomiciliari. Tra loro alcuniex amministratori locali tracui Mirko Coratti, già presi-dente del Consiglio comu-nale, e GiordanoTredicine,consigliere comunale.

Intanto il gip ha stabilitola data per l’udienza preli-minare che riguarderà laposizione di Gianni Ale-manno: i pm hanno chiesto ilprocesso per corruzione(l’accusa iniziale di associa-zione mafiosa sarà archivia-ta), ma l’11 dicembre il gipdeciderà se mandare o me-no a processo l’ex sindaco diRoma.

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NumeriOggi la prima di 130 udienze, 46 gli imputati. Carminati non sarà in aula

Mafia Capitale, Roma alla sbarraIL PROCESSO

Protagonisti alla sbarra Da sinistra, Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Luca Odevaine

 Lo penso da 5 anni,

ora siamo alla svolta:

costruiamo un nuovo

b i pol ari smo:

noi da una parte,

i 5Stelle dall’ altra

OGGI SIT IN DI NO BAVAGLIO

Giornalisti, nel Lazioil primato delleminacce mafiose

qLAREGIONE conil più alto numero diminacce subite dai giornalisti è il Laz io.

Lo ha reso noto ieri l’Associazione stampa ro-

mana nel corso del dibattito  “Diritto di cro-naca e lotta alle mafie”. L’anno chiave è il 2013,

quando nella speciale classifica stilata da“O ssigeno” si raggiungono le 105 minacce.

Saranno 93 nel 2014 e ben 163 nel corsodell’anno ancora in corso dic ui 97 solo per la

denuncia della Camera Penale di Roma rela-tiva all’inchiesta di Mafia Capitale. Proprio

per questo, la Fnsi e il comitato No Bavaglio

terranno un sit in questa m attina al Tribunale:"Noistiamo coni giornalisti denunciati- so-

stiene il Comitato - contro il ddl sulle inter-cettazioni e inuovi attacchi all’i nfo rmaz i o ne .

Cosìcome nel2010 controil ddlAlfano, oggisiamo pronti a mobilitarci contro il ddl del go-

verno Renzi".“Fino aqualche anno fa - dice ilsegretario di Assostampa, Lazzaro Pappagal-

lo - le minacce eranoin Campania, Calabria,

Puglia e Sicilia. L'inchiesta ‘mondo di mezzo’esentenze come quella di Ostia, hanno invece

evidenziato una nuova realtà”. A finire nel mi-rino della malavita“giornalisti che lavorano in

testate prestigiose, ma soprattutto il “sotto-bosco del freelance, del preca riato più duro”.

I COMMISSARI

L’ossessioneper le spesedel “ grey team”

di Tronca

Se a Roma avremo undream team c’è an-cora ancora da at-

tendere. Non arriverà pri-ma di venerdì prossimo ildecreto sul Giubileo, chedovrebbe darem a g g i o r ip o t e r i a lp r e f ettoF r a n c oGab ri el lie formareu n a s q u a-dra, appu nto,per accompagnarlo nellagestione dell’ Anno Santoormai alle porte. Ma in at-tesadel dream team “ab-

 biamo un grey team”, unasquadra grigia, per dirlacon un attento osservato-re di cose romane.Così ilprefetto Francesco PaoloTronca, neocommissa-rio, da ieri sera ha sei sub-commissari, tutti prefet-tizi. Sono Clara Vaccaro(v icaria di Gabriel l i inPrefettura) Iolanda Rolli(viceprefetto, attuale ca-

po di gabinetto del dipar-timento dei Vigili del fuo-co che fu guidato da Tron-ca), Giuseppe Castaldo(viceprefetto), Livio Pa-nini d’ Alba (vicepr efetto,c o n i n c a r ic o s p e c i a lepresso la prefettura di Mi-lano per Expo 2015), UgoTaucer (viceprefetto, at-tuale capo di gabinettodella prefettura di Mila-no), Pasqualino Castaldi(dirigente di I fascia dellaRagioneria generale delloStato). Una cosa è certa,costeranno poco. Moltomeno di sindaco, assesso-ri e consiglio comunale. Ilcommissario, oltre allostipendio di prefetto, per-

cepirà un’indennità parialla metà degli emolu-menti del sindaco: vuoldire circa tremila euronetti al mese. Compensipiù bassi, la metà degli as-sessori, peri sei subcom-missari nominati ieri condecreto del prefetto Ga-

 briel li. Quan to al Giubi -leo, i tempi si allungano. Ilsottosegretario alla Pre-sidenza del Consigl ioClaudio De Vincenti pre-figura un decreto estesoanche a “Bagnoli, Terradei Fuochi, il futuro di E-xpo e il rafforzamentodelle funzioni di Gabriellie del prefetto Tronca”.

Girano i nomi di MarcoRettighieri supermana-ger di Expo per i trasporti,di Carlo Fuortes sovrin-tendente Opera di Romaalla cultura e del presi-dente del Coni GiovanniMalagò. La questione giu-ridica dei rapporti tra ledue squadre, ha ammessoGabrielli,“non è chiara”.

 A. MAN.

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10» CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

» FERRUCCIO SANSA

E CARLO TECCE

Carlo Tavecchio nonè un dilettante delpotere. Ha capitoche per conquistare

il timone del calcio italiano bisogna avere proprio l’ap-poggio della Lega Naziona-le Dilettanti (Lnd). Da quiha compiuto il grande salto verso la presid enza dellaFigc. Ma pochi sanno che indue società controllate dal-

la Lnd siede ancora comepresidente. Insomma, haconservato due poltronenella vecchia sede che gli hagarantito l’elezione nellaFederazione. Quasi fosse ri-masto un po’ elettore di sestesso. “Qualcuno potrebbeconsiderarlo un conflitto diinteressi. Altri forse potreb- bero dire che così si tienestretto quell’ambiente che èil suo zoccolo elettorale gui-dando la società che gesti-sce promozioni, sponsoriz-zazioni e marketing dellaLega dilettanti. Che ha unpatrimonio di strutturesportive di qualche decinadi milioni di euro”, sussurraun suo ex amico.

MALIGNITÀ? Una cosa ècerta. Non si diventa presi-denti della Figc senza l’ap -poggio dei Dilettanti. QuiTavecchio ha regnato in-contrastato come presiden-te addirittura dal 1999. Per battere il rivale Demetrio Albertini alle elezioni del2014 è partito proprio daqui. Bastano i numeri per ca-pirlo: i voti sono 278. DallaSerie Ane arrivano solo 20,dalla B 21, mentre la LegaPro ne porta in dote 60. Met-teteci pure i 26 degli allena-tori e i 9 degli arbitri. Masenza i 90 della Lega Dilet-tanti non vai da nessuna par-te. Del resto alle spalle dellaLnd ci sono 1,3 milioni di tes-

CALCIO E AFFARI

Così Tavecchio gestiscela “c assa” dei DilettantiPresidente della Figc, guida ancora due società della Lnd che l ’ ha eletto

serati, per 15 mila società e70 mila squadre. Dopo la fi-ne dell’epoca Tavecchio eratoccato a Felice Belloli, con-siderato un fedelissimo delgrande capo. Risultato? Sfi-duciato dopo sei mesi. An-che Belolli vittima di se stes-so e di frasi più che politica-mente scorrette:  “Basta da-re soldi a quattro lesbiche”,avrebbe detto – lui smentì,ma i verbali confermarono -

durante un’assemblea deldipartimento di calciofem-minile. E pensare che allorasi disse: c’è Tavecchio dietroil siluramento di Belloli, è l’i-nizio di un’opera di rinnova-mento.

SE INVECE fosse stata unalotta di potere? Di sicuro ec-co che i Dilettanti finisconoin mano ad Antonio Cosen-tino, altro delfino del presi-

dente Figc. Ma intanto, pro-

prio questo è il punto, Ta- vecchio mantiene un piedenella Lega Dilettanti. Anzidue. Come dimostrano le vi-sure camerali e le carte inmano al  Fatto Quotidiano.La Lega infatti controlla duesocietà dai nomi quasi im-pronunciabili: Lnds (LegaNazionale Dilettanti Servizisrl) e Lndi (che dovrebbe oc-cuparsi di immobili).

EMERG Eche alla guida di en-trambe c’è la stessa persona.Proprio il presidente FigcCarlo Tavecchio, che in teo-ria non dovrebbe avere piùnulla a che fare con i Dilet-tanti. Non basta. La primasocietà, la Servizi, si occupaappunto di marketing,

sponsorizzazioni e com-mercializzazione di dirittitelevisivi. Insomma, ha inmano tante carte importantiper la sopravvivenza dei

piccoli club. E in bilancio vant a q uasi 26 milioni di“immobilizzazioni mate-riali”. Ma sono altri i puntidel bilancio che suscitanodomande: si parla di 1,2 mi-lioni l’anno di consulenze,ma non si capisce bene chine siano i destinatari. Anco-ra, per dire: si fa cenno a91.794 euro l’anno di com-pensi per gli amministrato-ri. Cioè chi? Dai documentiufficiali sembrerebbero es-sere quattro persone. Ai pri-mi due posti Tavecchio(presidente) e ancora Co-sentino (suo vice).

NON BASTA: la Lega Dilet-tanti ha anche una società

che dovrebbe gestire i suoiimmobili. Sui documentidella Camera di Commerciola società risulta avere zerodipendenti. A gestirla sol-tanto due amministratori:Tavecchio e Cosentino. An-cora loro.

Il Fatto Quotidianoieri hacercato Carlo Tavecchio perchiedergli quanto sia il suoreddito come presidentedelle società e se non ritengainopportuno mantenere ca-riche nella Lega che deve votare la sua elezione. Uncollaboratore di Tavecchiosi è limitato a rispondere:“Sitratta di società private e co-munque il presidente ha al-tri problemi da risolvere”.

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Le elezioniÈ arrivato ai verticigrazie ai voti dei clubpiù piccoli, 90 controi 101 di A, B e Lega Pro

Il numero uno del pallone Carlo Tavecchio, eletto alla presidenza della Figc nell’agosto 2014 LaPress e

 Abuso edilizio, sindaco M5s nella buferaNapoli Il Pd diffonde un dossier su presunte irregolarità

della casa di Rosa Capuozzo, primo cittadino di Quarto

» VINCENZO IURILLO

Napoli

Senza mettere in discussio-ne l ’onestà del sindaco

M5S di Quarto(Napoli), l’av- vocato Rosa Capuozzo, che sidichiara vittima di   “un ro-manzo di fantasia”, provate aimmaginare che caciara a-

 vrebbero fatto i grillini se fos-sero all’opposizione in un co-

mune dove il primo cittadino eil suo coniuge vivono e lavo-rano in una palazzina sottocondono edilizio, la pratica èseguita da un tecnico implica-to in un’indagine sul ruolo deiclan nelle speculazioni immo-

 biliari, e il coniuge del sindacoha continuato a essere il tipo-grafo dei manifesti dell’a m-ministrazione. Precipitereb-

 bero una valanga di interroga-zioni e di richieste di dimissio-

ni, e forse accorrerebbe Grillo.Invece nel mondo di Sottoso-pra di questa città uscita dal

 buio di uno scioglimento percamorra, accade che le inter-rogazioni le firmi un deputatodi Sel, Arturo Scotto.

E A CHIEDERE“chiarezza”sul-la denuncia-dossier di un cit-tadino su presunte irregolari-tà nella domanda di condonodell’immobile della famigliadel sindaco, una palazzina checomprende casa, tipografia estudio legale, sia il segretariodel Pd di Napoli VenanzioCarpentieri. Sì, proprioi demche non sono riusciti a presen-tare una lista a Quarto (banna-

ta dal Consiglio di Stato per vi-zi formali), e che non hannofatto una piega alla candidatu-ra a Governatore del “loro”

 Vincenzo De Luca, condanna-to per reati contro la pubblicaamministrazione, ora gridano

allo scandalo su situazioni cheal confronto fanno sorridere.Grillo ha aperto il suo blog 

alla replica della Capuozzo,primo e unico sindaco penta-stellato in Campania. “Sono

 venuta in possesso di q uestoincartamento contenente unalunghissima serie di illazioni,affermazioni infamanti e ca-lunnie a profusione. La primacosa che ho fatto è stata di pre-sentarmi dai carabinieri per

chiedere di compiere tutti gliaccertamenti. Quanto all’au-tore di questo romanzo di fan-tasia, composto da documentitrafugati, dovrà rispondernein tutte le sedi”.

SEGUE ANNUNCIO di querelaai giornalisti che hanno rac-contato il caso. Ma il primo adandare dai carabinieri è stato ilconsigliere Luigi Rossi. L’in -terrogazione di Scotto chiedeal ministro dell’Interno di pro-teggere Rossi dalle minaccedel sindaco. La storia: l’espo -nente di opposizione sarebbestato intimidito su Fb da untesserato della società calcisti-ca locale prima della discus-

sione di una sua interpellanzasullo stadio. E sul social è statapubblicata una chat in cui laCapuozzo avrebbe scritto“non sarebbe male vedereRossi spaventato”. Le minac-ce a Rossi, dice Scotto,   “sonoarrivate dopo questa conver-sazione tra il sindaco e lo sco-nosciuto”.

© RIPRODUZ IONE RISERVATA

1,2Milioni in consulenze

Ignoti gli assegnatari

di incarichi e prebende

SPI F F ER A I

LA SPINA 

DI RAINEWS

E LE COLPE

DI MAGGIONI

» CAVALLO MORENTE

Monica Maggioni èuna donna furba,ma non troppo, u-

na presidente potente, manon troppo, una giornalistalegata al centrodestra, mano n tro ppo . Q uel l o ch emanca a Monica è quello

checonta. Comeha gestitoda Viale Mazzini la vicendadi Rainews–ex dimora del-la regina in quel mesto luo- go di Saxa Rubra – è da ma-nuale dei perfetti dilettanti. E non lo dico io ch e, sign orimiei, guardo i direttori ge-nerali passare e le Maggio-ni evaporare, e poi resto in-toccabile a fumare nelmio ufficio di Viale Mazz ini. La primaspina per An-tonio Campo Da ll'Orto,il renzianoch e h a già r innega to i ltriennio di Luigi Gubitosi eanzi teme l'eredità nasco-sta (tipo le indagini interne

bloccate da un anno), viene propri o da Raine ws. Dovenon protestano perché rim- piang ono la parten za dell a Magg ioni, ma perché da tremesi vanno avanti con l'in-terim di un vicedirettore,ma temono che adesso nearrivi un altro senza unasoluzione definitiva. Oggi ilCda dovrà risolvere il rebuscon la pressione addosso –non soltanto mediatica –

addirittura del comitato diredazione di Rainews che farà un presi dio all' ingre s-so di Viale Mazzini. E per fortu na che Matt eo Renz inon ha concesso a Gubitosiqualche mese in più di per-manenza,quel tempo utile per reg alar e alla prot ett a M on ic a la d ir e zi on e diTg3-Tgr e ancora di Raine-ws, accorpate sotto un'uni-ca testata. Mi domando,mentre ordino un paio diuova sode come fa una miacollega molto vicina allavecchia gestione: perché l'azienda non nomina undirettore per Rainews e, percalmare il cdr,dà la sensa- zione di non voler mollar euna scialuppa che accoglie poche decin e di mi gliaia ditelespettatori? Ora se nonl'avete capito, mi spiace pervoi, ma siccome sono gen-tile ve lo spiego: Cdo vuoled e c id e r e d a s o l o, s e n z a

coinvolgere la Maggioni,come adesso gli impone lalegge. Aspetta dicembre,quando da rospo direttore gene rale , p er mer ito dellariforma, si trasformerà indespota amministratoredelegato. E la Maggioni po-trà continuare a farsi i sel- fie, come dom enica all'u lti-ma festa di Expo.

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Nel mirino Rosa Capuozzo

 Lo sberleffo

SARDI #STATESERENI

CI PENSA SEVERGNINI

» GIORGIO MELETTI

,SULNEWYORKTIMES, in perfet-

to inglese, BeppeSevergnini ha enu-

cleato una teoria intraducibile in italiano. Per

risolvere il problema degli immigrati,he says,

basta assegnare loro terre incolte in qualche

peaceful Italian village, come faceva l'imperatore ro-

mano Settimio Severo (in English Septimius Severus)

con i veterani di guerra, attraverso le note centuria-

zioni (ce n t u r i a t i o n s). Destinazione ideale laSardegna

dove, he affirms, l'83 per cento delle persone

vivono ancora immerse inuna civiltà rupestre,

in small settlements con menodi5 milaabitanti

che si stanno spopolando. Purtroppo l'amba-

sciatore dellabellezza italiana ha lettomale le

tavole Istat checita, scritte in banalissimo italiano (I-talian). In Sardinia la popolazione è in crescita e vive

quasi tuttaattorno agli agglomerati urbani:basta an-

dare una volta a Cagliari( in English Casteddu) anziché

in Costa Smeralda to learn it. E le terre che sembrano

incolte si chiamano pascoli (grazing lands) e servono

ad allevare le pecore (s h e e p). In Sardegnaci sono1,6

milioni di abitanti dei quali250 mila disoccupati. Se ci

fossero terre da coltivare in modo economicamente

dignitoso ci avrebbero già pensato loro, senza aspet-

tare la genialata del New York Times. Severgnini, in in-

glese, così lo può riferire agli americani senza errori:

Sardinians are actually very poor but not yet totally idiot.

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 11

PALERMO Prima sentenza con il rito abbreviato, prove insufficienti contro l’ex ministro Dc

“Non ha commesso il fatto”: la formula lascia aperto il processo a politici, boss e ufficiali dell’Arma

» SANDRA RIZZA

Pa l e r m o

Lo Stato processa sestesso, ma scagionaCalo ge r o “Li l l o”

Mannino, che i pm diPalermo hanno finora consi-derato l’ispiratore della trat-tativa Stato-mafia, indican-dolo come la sponda politicadel dialogo sotterraneotra i

 boss e le istituzioni, almenofino alla comparsa di Mar-cello Dell’Utri. Il giudicedell ’udienza preliminareMarina Petruzzella, dopoquasi due anni di rito abbre-

 viato e un’ora di camera diconsiglio, ha assolto l’ex mi-nistro Dc“per non aver com-messo il fatto”, citando neld is p o s it ivo i l co m m a 2dell’articolo 530, tirato in

 ballo quando manca o è in-sufficiente la prova del coin-

 volgimento dell’imputato.Mannino, dunque, con la

trattativa non c’entra. Esultail suo difensore Nino Caleca:“La sentenza dimostra che iprocessi non sono i luoghi

più adatti per ricostruire lastoria d’Italia”. No com-ment, invece, dai pm del poolStato-mafia Nino Di Matteoe Roberto Tartaglia, accom-pagnati in aula dall’aggiunto

 Vittorio Teresi, che avevanochiesto la condanna a 9 annie adesso si limitano a dire:“ Andiamo avanti. Impugne-remo la sentenza”. Anche seil procuratore di PalermoFrancesco Lo Voi frena:“ Va-luteremo se impugnare lasentenza solo dopo aver let-to le motivazioni”.

IL PRIMO VERDETTO sullatrattativa, insomma, “salva”

l’unico ministro siciliano delgoverno Andreotti VII, quel-lo che secondo la ricostru-zione dell’accusa, dopo l’uc-cisione di Salvo Lima, avviòincontri con ufficiali dei ca-rabinieri e uomini dei servizisegreti, lanciando le basi delpatto scellerato tra le istitu-zioni e Cosa nostra.

Ma senza l’input politico,la trattativa rimane un’ini-ziativa ascrivibile esclusiva-mente agli apparati investi-gativi: una tesi analoga aquella a suo tempo sostenutada Beppe Pisanu, ex presi-dente della Commissione

 Antimafia, che nella sua re-l a z io n e s u ll e s t r a gi d e l’

92-’

93 definì l’

interlocuzio-ne tra Stato e mafia “un’ar-dita operazione investigati-

 va”, scaricando sui carabi-nieri l’intera responsabilitàdell’accordo con Vito Cian-cimino. Al punto che MarioMori replicò:“Un colonnellodei carabinieri che da solo,senza le spalle coperte, avviauna trattativa con Cosa No-stra? Sarei stato un pazzo”.

C’è da chiedersi ora che ri-

Corte costituzionale Tra i possibili giudici il deputato Sisto: ha difeso anche B.e Fitto

Per la Consulta c’è l’avvocato di Verdini

NOM I N E

» ANTONELLA MASCALI

Mancano due settimane al-la ventottesima votazio-

ne per l’elezione di tre giudicidella Corte costituzionale daparte del Parlamento, ma nonc’è ancora un’intesa tra i par-titi che possa garantire allaConsulta di lavorarecon l’or-ganico completo. Mai accadu-to un blocco simile.

CI AVEVA PROVATO GiorgioNapolitano, ci ha provato neigiorni scorsi il presidente Ser-

gio Mattarella a scrollare ilParlamento, ma i giochini dipotere, usati anche per altrepartite, sono più forti dellaperdita della faccia di fronte auno stallo del genere che co-stringe la Consulta a lavorare aranghi ridotti, 12 giudici su 15.Un numero pari che, in caso dispaccatura a metà della Corte,ha come conseguenza u nasentenza determinata dal va-lore doppio del voto del pre-

sidente.Nelle ultime ore, sono tor-nati a circolare i nomi del co-stituzionalista Augusto Bar-

 bera, per il Pd e dell’avvocatoFrancesco Paolo Sisto, depu-tato di Forza Italia. Ma, so-prattutto Sisto, sembra diffici-le che la spunti.

Impossibile riesumare ilpatto del Nazareno per questaelezione, non ci sono i numerie di fronte allo sgretolamento

del centrodestra e allo scontrointerno al Pd i 130 voti di M5spesano come macigni.

“MA AL MOMENTO”, assicuraal  Fatto Danilo Toninelli, de-putato di M5s in commissione

 Affari costituzionali, “non ci èstato proposto alcun nome.Barbera e Sisto per noi solo so-lo indiscrezioni”. Li votereste?“ Aspettiamo proposte forma-li, però, una cosa la posso diresubito, Sisto è invotabile, lega-to mani e piedi alla politica equindi privo dei requisiti per

andare alla Consulta”

.M5s una rosa di nomi l’hapresentata già l ’11 giugnodell’anno scorso e quella rima-ne: Franco Modugno, profes-sore emerito di diritto costitu-zionale alla Sapienza di Roma,Silvia Niccolai, professoressaordinaria di diritto costituzio-nale a Cagliari e l’avvocato Fe-lice Besostri, tra i legali chehanno vinto la battaglia controil Porcellum.

Per i grillini tutti e tre i nomi,ci dicono in diversi, pari sono edunque, sono disponibili acandidare uno fra loro tre che

 venga accettato dalle altre for-ze politiche. Dal canto loro,non appena rice-

 veranno una pro-posta dalla mag-g i o ra n z a e d aForza italia “manon uno come Si-sto, invotabile”,ribadisce Toni-nelli, lo sottopor-ranno al giudizio

online.Il deputato è“ o t t i m i s t a ”

sull ’esito dellasoffertissima ele-zione e ci spiegaperché: “I nostri voti sono di-

 ventati necessari e dunque, sa-ranno costretti a proporre no-mi credibili”. Se ha ragione, Si-sto, uno dei legali di Silvio Ber-lusconi, Raffaele Fitto e Denis

 Verdini non potrà farcela. Non

solo per il veto del M5s, ma an-che per i mal di pancia – aquanto ci risulta – di alcuni e-sponenti del Pd.

In Parlamento dal 2008, expresidente della commissione

 Affari costituzio-nali, Sisto, dopola rottura del pat-to del Nazarenos i è d i me ss o d arelatore della ri-forma costitu-zionale. Ma il 22settembre, primadel voto sulla de-

lega in bianco algoverno in mate-ria di intercetta-zioni, rivendicaquel patto: “Noiquesta riforma

abbiamo cercato di farla inpassato, ma non ci è stato con-sentito. L’arrivo in aula di que-sto tema è un riconoscimentoal lavoro svolto in passato daForza Italia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

caduta potrà avere la senten-za di ieri sul dibattimentoprincipale, in corso davantialla Corte d’assise di Paler-mo, che giudica gli altri po-litici Dell’Utri e Mancino(quest’ultimo accusato solodi falsa testimonianza) e gliex ufficiali del Ros Subranni,Mori e De Donno, oltre ai

 boss Riina, Bagarella, Cinà,al pentito Brusca e a Massi-mo Ciancimino.

QUALCUNOha già scritto chel’assoluzione di Mannino èun colpo durissimo all’i m-pianto accusatorio dell’inte-ro processo sul dialogo Sta-to-mafia, anche se il ruolodell’ex ministro Dc, in realtà,riguarda il cosiddetto  p r e-quel della trattativa, nata su

ispirazione di chi aveva uninteresse personale: quellodi salvarsi la vita dal piombomafioso. Ma gli addetti ai la-

 vori fanno notare che fra letre formulazioni dell’artico-lo 530 che disciplina l’asso -luzione, quella scelta ieri dalgup per Mannino sembra lapiù favorevole alla “tenuta”

del famigerato articolo 338del codice penale, il capod’imputazione che conden-sa l’accusa contestata dai pmdi Palermo ai protagonistidella trattativa: la minaccia a

un corpo politico dello Stato.Il giudice, infatti, non ha sta- bilito cheil “fatto non sussi-ste” o che “non costituiscereato”, enunciazioni che a-

 vre bbero sign if ic at o un a bocciatura in toto della rico-struzione accusatoria o un’a-desione al giustificazioni-smo del giurista GiovanniFiandaca. Con la formulascelta per Mannino, assolto“per non aver commesso ilfatto”, sembra che il gup si li-miti a salvare la posizionedell’ex ministro Dc (quella

forse più indiziaria dell’inte-ra ricostruzione) perché laprova del suo coinvolgimen-to non è sufficiente. La trat-tativa però è esistita ed è rea-to, solo che a commetterlofurono altri.

QUELLA DI IERIè la quinta as-soluzione per Mannino, tito-lare di un vero e proprio re-cord di vittorie giudiziarie.Coinvolto tra il’94 e il 2010 inun processo per concorso inmafia, l’ex ministro venneassolto in primo grado, con-dannato in appello e poi as-solto in Cassazione, assoltonel nuovo appello e definiti-

 vamente dalla Suprema Cor-te. Entusiasta per l’ultimosuccesso, ieri il politico hasparato a zero contro il pool

Stato-mafia, dicendo che Antonio Ingroia“è fuggito”eche Di Matteo  “è assuefattoall’ostinazione accusatoria,come ha dimostrato a Calta-nissetta”. E alla fine se l’èpresa pure con un giornali-sta: “ Ai pm interessa solo lospettacolo che un guitto hafatto in alcuni cinema, im-partendo gli indirizzi relativial processo”. Il nome non loha detto, ma poi ha ammessodi riferirsi al direttore del

 Fatto, Marco Travaglio.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Input e coperture

Torna la tesi che limita

le responsabilità ai

carabinieri. Mori disse:

“Sarei stato un pazzo”

Stato-mafia, Mannino assoltoMa la Trattativa è un reato

ImputatoCalogero Mannino; sopra, Totò Riina Ansa

DI M IS SION I

Rai, dopo lo scandalolascia Lo Giudice,capo degli Affari legali

qDA UNA PARTE si pensa a un rinno-vamento rispetto alla vecchia gestione,

dall’altra che le dimissioni di Salvatore Lo Giu-

dice da direttore Affari Legalidella Tvdi Statosianouna conseguenzadella vicenda relativa

agli audit su una serie di appalti irregolari nontrasmessi negli anni scorsi in Procura. In ogni

modo, ieri ha lasciato il proprio incarico l’av -vocato milanese, arrivato in Rai durante la ge-

stione di Mauro Masi, figlio del difensore diBettino Craxi e inpa ssato consulente legale a

palazzoChigi.Viale Mazziniinizialmentenon

hacommentatola vicenda, perpoi faruscireun comunicato in cui si ringraziava“l’avvoc ato

per il lavoro svolto in questi anni”. La questionesarà discussa nel cda in programma oggi dove

si saprà se realmente le dimissioni siano statechiestedal dg Antonio Campo Dall’Orto per

rompere con il passato o se invece, come scri-ve l’Huffington Post   – siano la conseguenza

dell’accusa di omissioni (non confermata dal-

la Rai) a Lo Giudice: ossia di non aver inviato aipm gli audit interni che rilevavano una serie di

irregolarità in forniture e appalti date alle so-cietà di David Biancifiori, l’imprenditore accu-

sato di corruzione con altri per aver pagatomazzette alla Rai e non solo.

La scheda

n G I U D I C ATO

DA SOLO

L’ex ministroDc Manninoera accusatodai pm di“aver istigatoper primo icontatti conRiina”. È statoassolto iericon il ritoa b b rev i a to

n IN CORTE

D’ASSISE

Prosegue il

p ro ce ss oprincipale perminaccia acorpo politicocontro Riina eBagarella, gliufficiali delRos Mori eDe Donno e ipoliticiDell’Utri eMancino(solo perfa lsatestimoni an za)

Posti vacanti

Tre sedie vuote

su 15, attesa

la votazione

numero 28. Pd,

avanza Barbera

Il peso del M5s

Francesco Paolo Sisto (FI)  Ansa

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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12» | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

 P    rande G iazza Inviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42 - [email protected]

Renzi, una carrierada abbindolatore di masse

Chi vuole si sta sempre più accor-gendo che, quella che era la sini-stra, sino a due anni fa avrebbe di-sapprovato qualunque personag-gio che dava segni evidenti di setedi potere inducendosi, di contro, apromuovere palesi disapprovazio-ni e scioperi a oltranza. Renzi, so-stenuto da una carriera da abbin-dolamento delle masse che gli haprodotto lo stesso consenso versoil venditore di pioggia Starbuckche, in un vecchiofilm, promette- va a un villaggio di rimediare allasiccità in cambio di denaro, in que-sta veste da mago dei sogni sbaglia-ti è riuscito persino a mettere inconfusione estatica persino i sin-

dacati. Non si riesce a capire comesia stato e sia possibile. La stampa,soprattutto quella ridondante dicultura, gli dedica commenti, in-terviste, foto e il caro “autoscatto”

(che presto riprenderà il posto del-l'equivoco“fai da te”del selfie). I tg aprono col nome “Renzi” o lascia-no nell'angoscia del prima o poisentirlo nominare. Il presidenteMattarella, che ha annunciato lasua visita “imprenditoriale” in Vietnam e Indonesia, viene ormaipenosamente relegato alle ultimenotizie e alle ultime pagine. Renziavrebbe avuto la prima, con codaz-zo all’interno dei servizi e anche laagognata informazione su cosa hamangiato oggi. Cose, a questo livel-lo, mai viste nemmeno nelle terredi mezzo e nel regno del mai. Ma

una ragione c’è. Sta nel cognome.

Uno che al governo si fosse chia-mato“ Artigianenzi” o“Poverocri-stenzi”non avrebbe scatenato tan-ti... reverenzisti. Ma uno che, nelchiamarlo, si pronuncia innanzi-tutto “Re...”, qualcosa deve certostravolgere nell'animo umano!Forse un sottomesso senso di “suamaestà” che sta tra un reconditosubliminale monarchico e la vogliamatta di essere sudditi di qualcunoo di qualcosa? Però, accidenti, tal-mente capace da permettere al redi essere al contempo anche giul-lare se, tra il tanto e tanto altro par-torito dalla sua regale sponte, difronte alla carneficina di tagli allasanità pubblica gestita dalle Regio-ni, Renzi, anzi Re Renzi, si permet-ta una frase come “...adesso, con leRegioni, ci divertiamo sul serio!”.E tutte le fedeli corti ad applaudir-lo e a divertirsi come si conviene sesi diverte il re... Per quanto riguar-da lo spacciatore di pioggia, il cuinome “Starbuck” aveva anch'essoun senso e si traduceva più o menoin “Manna dal cielo”, al primo ac-quazzone che arrivò, ma solo dopo

settimane di sole cocente e coi rac-colti marciti, venne duramentecacciato dagli abitanti del villag-gio. E se ne andò sotto un diluvioche il film mostrò con le immaginidi una devastante tregenda.

GIANNI BASI

 Arriva il commissario Tronca

Chiuso in una conca A Roma si è insediato ilcommissario Tronca/ che sitroverà chiuso in una conca;/ costituita da una cerchia dipolitiche bigotte,/ strette tra lorocome doghe di una botte./ Chegli impediranno di vedereintorno/ quel che si dovrebbefare di notte e di giorno./ gliimpediranno di fare le riformedovute,/ in tutte le opere, nelsociale, la salute./ Perché ipolitici hanno bisogno di disagioe malcostume./ E quindi Roma èdestinata a rimaner nelmarciume.

PIETRO NARDINI

DIRITTO DI REPLICA

Furio Colombo ha stigmatizzato ilnostro saggio usando, come d'abi-tudine, l'accusa di antisemitismo,con argomentazioni prive di alcunriscontro nel libro. Una ripetizio-ne delle litanie contro chiunquecritichi i governi israeliani. Abbiamo dedicato un capitolo alla violenza della menzogna israelia-na, che recenti e avventate ester-nazioni storiche di Benjamin Ne-tanyahu hanno clamorosamenteconfermato. Colombo non solo ci bolla col marchio dell'antisemiti-smo, “un libro uscito dalla fonte i-nesauribile dell'odio... contro gliebrei”, ma, peggio, sostiene che “iltesto è scritto con un evidente ri-chiamo al documento I protocollidei Savi di Sion, un falso antisemitadella polizia zarista di inizio '900,ma pur ammettendo che non alte-riamo i fatti (fatti che sono pietre,come la pulizia etnica della Pale-stina, Piombo Fuso o MargineProtettivo), egli ci accusa di “as-

semblarli come un film nel qualeHamas, una delle più importantifiliali di terrorismo del mondo, viene vista come associazione disolidarietà e mutuo soccorso”

[sic!], tesi che contrasta con il giu-dizio su Hamas di Avi Shlaim danoi citato a pag. 140. Si parva licet,a che cosa si sarà richiamato IlanPappé nello scrivere La Pulizia Et-n i ca della Palestina? o nel parlaredi “genocidio incrementale a Ga-za”? o Avi Shlaim per Il Muro diFerro? Questi autori sono tutti e- brei che odiano se stessi?Come non riconoscere che laguerra permanente contro Gazaserve a presentare nuove armi sulmercato globale, testate in corpo-re vili, quando essa è oggetto di vanto tra i mercanti di guerra i-sraeliani? Barbara Opall-Rome,responsabile per Israele della rivi-sta Us News Defense, ha dichiaratoche per l’industria militare israe-liana l’operazione Margine Pro-tettivo ha rappresentato una occa-

sione per fare grandi profitti:   “Ilcombattimento rappresenta il piùalto marchio di qualità per quantoriguarda i mercati internazionali.Ciò che è stato testato in battagliaè molto più facile da vendere”. Avner Benzaken, capo della divi-sione tecnologica e logistica del-l'esercito israeliano, ha spiegato,alla rivista tedesca Der Spiegel, i vantaggi del laboratorio Palestina:“Se sviluppo un prodotto e vogliotestarlo sul campo, devo andaresolo a cinque o dieci chilometridalla mia base, e posso osservare e vedere ciò che avviene con l'at-trezzatura”.

GLI AUTORI: A. D. ARCOSTANZO, E. BAR-

TOLOMEI, D. CARMINATI E A. TRADARDI

Gli autori (due di essi) non gradisconole opinioni espresse su ciò che hannoscritto, come l'opinionista non gradisceil loro libro. Ma, quegli stessi autori nonsono in grado di sostenere che vi sianoriferimenti falsi o anche solo distorti. Lamia obiezione al testo comincia dal ti-tolo dell'opera, “ L'industria israelianadella violenza” . Il titolo avverte subitodell'impegno del volume: dimostrareche tutto il male viene esclusivamenteda Israele e, anzi, è un grande esperi-mento per testare nuove atrocità enuove armi. E poiché Israele è lo Statodegli ebrei, il sillogismo è inevitabile:tutto il male del mondo viene dagli e-brei. La mia citazione dei “ Protocolli deiSavi di Sion” è propria. Quel documen-to si basa sull’ espediente di collegareogni evento che affligge o affliggerà ipopoli, con una segreta operazione e-

brea di dominio sul mondo. I Protocollisono apparsi popolari e credibili perchésciagure, guerre, rivoluzioni, stragi av-venivano davvero, ed era un sollievosapere che c’ era una causa e un colpe-vole. L'operazione del libro “ L'industriaisraeliana della violenza” è la stessa.Oggi il Medio Oriente è sconvolto daun mare di orrore, dagli sgozzamentialle crocifissioni, dalle autobombe(cento morti occasionali alla volta) aibambini assassini. Perché non trovareun punto d'origine di tutto nello Statodegli ebrei? Gli autori credono di poter-lo fare citando anche voci israeliane.Non si rendono conto che un Paese checonosce il dissenso e forti opposizionipolitiche ai governi (che nei Paesi de-mocratici cambiano) non può essere lafonte del male assoluto che essi descri-vono. E vogliono che ci dimentichiamo

che un mondo ricchissimo di potentatiarabi assedia da decenni Israele in cer-ca di una guerra finale in cui i palesti-nesi saranno il materiale umano da sa-crificare per cancellare definitivamenteIsraele. Gli autori possono non gradirequesto giudizio. Ma non possono affer-mare che non sia ciò che hanno scritto.( F.C . )

A DOMANDA RISPONDO FURIO COLOMBO

Vladimir Putin, lo zardi Russia dal doppio potereCARO FURIO COLOMBO, il presidente russova e vieneda audaci imprese diplomatiche (con qualche occasio-nale uso delle armi), sfiora le crisi e ne esce indenne. Masempre più potente. Il presidente Obama oppone unnobile rifiuto alla guerra. Ma appare ogni volta un po’piùdebole. Il resto del mondo registra e si adatta. Dobbia-mo dire che va bene così?

 VIERI

IL CASO PUTINdiventa sempre più interessante. L’ uo-

mo è gelido, non simpatico, potente (nel senso che de-cide lui il suo potere). A lui risalgono, senza conferme esenza smentite, innumerevoli progetti di morte, di

 gruppo e individuali. I suoi nemici, se non vanno inesilio (e non sempre si salvano) non hanno mai vitalunga. ‘ 'insieme deisuoi misfatti verie di quelli che glivengono attribuiti bastano per creare un abile e audaceeroedel male, a cuisi deveattribuire anche coraggioeintelligenza strategica. Il suo “ come e quando”  inter-venire, a volte col veleno,a volte con una intelligentemossa politica, a volte con le polizie, a volte con le trup-

 pe, lo spinge sempre più al centro della scena. Quando,in un evento internazionale, arriva Putin, puoi dire chearrivano due persone, un uomo sfuggente, di basso pro-

 filo e di grande efficienza, poco notato (chissà che cosavuole? chissà che cosa pensa? ) e certamente temibile,

 primaancora di sapere perché. L’ altro Putinè il capodel Cremlino, l’ uomo di poche parole che stringe le ma-ni in linea retta (una tecnica per tenere lontano l'in-terlocutore), dice poche cose che non invitano alladi-scussione, lascia intravvedere alleanze e collaborazio-

nie nonfirma nulla,pernon bloccarela stradadell’ al -tro Putin. Il punto di raccordo fra idue è che,alla fine,non sai mai se e che cosa hai concluso, se porti a casa un

 punto segnato o una sconfitta. Adesso uno dei Putin è inUcraina, o almeno impegnato a tenere d'occhio la guer-rasotto traccia,le cui bracisi vedonoappenama nondevono spegnersi. L’ altro è in Siria come capo di Stato,come capo delle forze armate, come diplomatico agile erapido, come consigliere strategico molto fantasioso,come forze speciali senza regole o limiti. Salva, uccide,

sorvola, viola spazi, invita capi (Assad) che sono sul-l'orlo della fine (o così sembra), li rimettein piediper-chési possanoabbattere, e poiché non ha probleminé con il salvare né con l’ uccidere, senza dubbio ha potere.

 Ha notato per tempo che poteva profittare (e lo sa farebenissimo) dello spazio che gli lascia il rifiuto di Obamadi iniziare o di allargare una guerra. Obama si fa caricodel dolore e questo per Putin è un trionfo. Ha pron-tamente occupato lo spazio libero, omicidio, strage,

 guerriglia, guerre locali. E sosta senza angosce o tor-menti sul bordo del cratere (che lui, non turbato dascrupoli, vede benissimo) di una possibile guerra to-tale. Come in unatetra fiaba nibelungica, Putinha di-stillato l'acqua pura del potere che davvero, nel suocaso, è limpidamente priva di ideologie e dunque man-ca del tutto di scopi e di limiti. È l’ eroe del nostro tem-

 po.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42l ettere@ilfattoquotidia no.i t

PRO GRA M M ITV

10:00 Storie Vere11:10 A conti fatti - La parola a

voi12:00 La prova del cuoco13:30 Tg114:05 La vita in diretta15:00

Torto o ragione? Il ver-detto finale16:30 Tg116:40 La vita in diretta18:45 L'Eredità20:00 Tg120:30 Affari tuoi21:20 È arrivata la felicità - 5 pt23:22 Tg1 60 Secondi23:30 Porta a Porta01:05 Tg1 NOTTE01:40 Italia Viaggio nella bellez-

za Fortuna Primigenia02:30 Sottovoce03:00 FILM Galantuomini

11:00 I Fatti Vostri13:00 Tg2 GIORNO13:30 Tg2 Tutto il bello che c'è14:00 Detto Fatto16:15 TELEFILM Senza Traccia18:00 Tg Sport18:20 Tg218:50 TELEFILM Hawaii Five-019:40 TELEFILM N.C.I.S.20:30 Tg2 20.3021:00 LOL ;-)21:15 Virus - Il contagio delle

idee23:50 Tg200:05 Obiettivo pianeta specia-

le montagna01:00 Numero 101:35 FILM Memento03:20 Swamp Shark04:45 Videocomic Passerella di

comici in tv05:20 Detto Fatto

12:00 Tg312:45 Pane quotidiano13:10 Il tempo e la Storia14:20 Tg315:10 TELEFILM La casa nella

prateria15:55 Aspettando Geo16:40 Geo19:00 Tg320:00 Blob20:15 Sconosciuti La nostra

personale ricerca dellafelicità

20:35 Un posto al sole21:05 FILM Rocky23:15 Gazebo00:00 Tg3 Linea notte01:15 Viaggio nell'Italia del Gi-

ro Tappa 16. Pinzo-lo-Aprica

01:45 Fuori Orario. Cose (mai)viste

09:10 Cuore Ribelle09:40 Carabinieri 310:45 Ricette all'italiana11:30 Tg412:00 Detective in corsia13:00 La Signora in giallo14:00 Lo Sportello di Forum15:30 Hamburg Distretto 2116:35 Obiettivo "brass"18:55 Tg419:30 Tempesta d'amore 9 -

Prima Tv20:30 Dalla vostra parte21:15 FILM Sceriffo extraterre-

stre poco extra e moltoterrestre

23:17 Infelici e contenti00:20 Wallander II02:22 Media Shopping02:46 La Ragazza Fuoristrada04:16 Ieri e oggi in Tv Special05:35 Help/i

07:59 Tg508:45 Mattino Cinque

11:00 Forum

13:00 Tg5

13:41 Beautiful

14:10 Una Vita I - Prima Tv

14:45 Uomini e donne16:00 Grande Fratello - Day

Time

16:10 Il Segreto XIII - PrimaTv

17:00 Pomeriggio Cinque

18:45 Avanti un altro

20:00 Tg5

20:40 Striscia La Notizia

21:10 Grande Fratello

00:01 Voce del verbo amore

01:35 Tg5

02:04 Striscia La Notizia

02:20 Uomini e donne

08:25 Settimo Cielo10:25 Royal Pains12:25 Studio Aperto13:05 Sport Mediaset13:45 Grande Fratello 201514:05 I Simpson

14:30 Futurama14:55 Big Bang Theory15:25 2 Broke Girls15:50 E alla fine arriva mamma!16:40 La vita secondo Jim17:35 Mike & Molly18:12 Camera Cafè18:30 Studio Aperto19:25 C.s.i. - Scena del crimine21:10 Colombiana23:20 Doa: Dead or Alive00:45 Premium Sport News01:10 Studio Aperto

- La Giornata

06:30 Omnibus News (live)

07:30 Tg La7

07:55 Omnibus La7 (live)

09:45 Coffee Break (live)

11:00 L'aria che tira (live)

13:30 Tg La7

14:00 Tg La7 Cronache

14:20 Tagadà

16:15 Delitti D.O.C.

18:05 L'ispettore Barnaby

20:00 Tg La7

20:35 Otto e mezzo

21:10 Piazzapulita (live)

00:00 Tg La7

00:10 Otto e mezzo

00:45 Tagadà

02:40 Coffee Break

03:55 L'aria che tira

18:35 Il giovane favoloso

21:00 Sky Cine News

21:10 Il nemico alle porte

23:25 Testament of Youth

01:40 Andiamo a quel paese

03:20 Step Up 3

05:05 Basilicata coastto coast

15:10 Spartacus

16:10 The Pacific

18:15 I Borgia

19:15 Spartacus: La vendetta

20:15 I Soprano

23:10 Aquarius

00:50 The Pacific

01:50 Spartacus

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 13

minciare sin d’ora a riunire, or-ganizzare e “coagulare” in Par-lamento tutte le opposizioni algoverno, per far sì chela richie-sta del referendum provenganon dal governo, ma dalla vocedell’opposizione ad esso. Unconto, infatti, è che il referen-

dum si faccia su richiesta di Ren-zi stesso, come a dire: sono diret-

tamente io che vichiamo al voto sudi me, sono ios t e s s o c h e v ichiedo di appro-vare o no quelloche ho fatto pervoi. Un altro, in-vece, è che sianole opposizioni achiamare il popo-lo alle urne, adanticipare Renziper costringerlo

ad adeguarsi ad un referenduminevitabile, anziché a far finta dipromuoverlo lui stesso.

MA, DA SOLO,il M5S non ha i nu-meri per promuovere il referen-

dum: 116 parlamentari alla Ca-mera e 36 al Senato non bastano.Occorre, dunque, raggiungereun“accordo di scopo”con le altreopposizioni. E in questo modo ilM5S diventerebbe il vero e prin-cipale sfidante del governo nelprossimo referendum e in pro-spettiva nelle prossime elezionipolitiche.

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IL MALE PUBBLICO,GENESI DI UN’EPIDEMIA

» ROBERTA DE MONTICELLI

NON LASCIAMO

 A RENZI ANCHE

IL REFERENDUM

 Pubblichiamo un estratto di“  Al di

qua del bene e del male” (Einaudi),saggio di Roberta de Monticelli

C’è un aspetto profon-do della nostra con-dizione cui si faticaa trovare un concet-to adeguato. Ha a

che vedere con quello che succe-de in un luogo invisibile all ’oc-chio delle scienze naturali e so-ciali: la coscienza degli individui.Più esattamente, con la coscien-za degli individui relativamentealle istituzioni della vita associa-ta.

Di questo aspetto della condi-zione umana ebbi una lancinanteimmagine visitando una mostra aPalazzo Strozzi, dedicata ai duegiganti del Manierismo, RossoFiorentino e Pontormo. Fu ungrande dipinto del Rosso a offrir-mi quell’immagine del grande e-nigma su cui questo libro verte:l’origine del male pubblico. Oc-corre, per dare il sensodi quella sorta di rive-l a z i one ch e ce r t a-mente ho condivisocon molti visitatori diquella mostra, un cen-no almeno alla situa-zione in cui si trovavaquella tela del Rosso,la Deposizione del1527-28, provenientedalla Chiesa di SanLorenzo a Sansepol-cro. Composta subitodopo il Sacco di Roma.

Era nella penultimasala. Nell’ultima ti av-volgeva un gelo sorri-dente e indifferente.Alle pareti arazzi e al-tre decorazioni in cui

la grande Maniera è arrivata allasua ultima destinazione, al servi-zio dei re di Francia. Un paio dicapolavori del nulla: una scena didei amorosi, certamente Veneree Marte, che sembrano appena u-sciti da una fitness di lusso, di una bellezza perfetta quanto gelida, euna Passione che sembra una pa-lestra di esercizi di torsione, dovela cosa più in vista sono i boccoli biondi, da gran coiffeur barocca ecortigiana, di un improbabileSan Giovanni. La sapienza degliorganizzatori della mostra avevamesso sotto gli occhi di tutti la re-pentinità dei tracolli di civiltà.

SONO ALL’INIZIOforse solo franeimprovvise e leggere nell’animoignaro dei geni, e solo a poco a po-co diventano visibili a tutti. Nellapenultima sala, infatti, si trovava-no in due pareti contigue la Visi-

tazione del Pontormo, che pro-priamente è il quadrato dellaGrazia e della Bellezza (con ladanza a quattro, per così dire, del-le due Donne in attesa riflesse neidoppi delle due Ancelle) e quellaDeposizione delRosso che è l’e-stremo opposto: l’immagine ve-ramente lancinante della Bestiain cui si stravolge la Forma–cosìmi parve  – col subitaneo cedi-mento e crollo di tutto ciò che eraalba di civiltà moderna: Libertà,Ragione, Humanitas. Era tuttonel volto ferino del soldato roma-no con la lancia: una metamorfosiancora pienamente in atto, che sivede mentre si svolge. Una facciaumana che si sta imbestiando.

Non saprei mettere provviso-riamente a fuoco, meglio che conquesta immagine, quella meta-morfosi interiore inconsapevole,invisibile a chi la subisce (o vi ce-

de, ma come senzaprenderne atto) che èl’auto- de st ituzionedel soggetto morale innoi, quella che prelu-de alle involuzioni diciviltà, qualunque siala loro forma: apoca-littica, tragica, comefu la prima metà delNovecento europeo, ouna felpata distruzio-ne di senso e di beneancora compatibilecon l’ornato del nulla,

come nell’ultima saladi quella mostra. Enon sappiamo a qualedelle due situazioni lanostra attuale somiglidi più.

È questa sempre possibile me-

tamorfosi interiore l’aspetto del-la nostra condizione dal qualevorrei partire per delimitare ilsenso della questione dell’origi -ne del male pubblico.

È QUALCOSAche accade nelle no-stre menti ( ….) Una mutazione i-nafferrabile sì, ma comunissima,e tale che in certi momenti diven-ta una sorta di epidemia senzadiagnosi – anzi, uno deisuoi piùriconoscibili effetti è l’ostraci-smo nei confronti di chi se ne al-larma. Cassandre, profet i disventura, irresponsabili, giusti-zialisti, moralisti, gufi… Eppureper causa sua implodono le re-pubbliche, si suicidano le demo-crazie.

E allora conviene anzituttoprecisare da cosa a cosa questametamorfosi interiore è un pas-saggio, apparentemente. Ecco:non dal bene al male, almeno nonconsapevolmente. Del resto sevedessimo tutti chiaro, e tutti allostesso modo, sulla questione diche cosa sia bene e cosa male, laquestione neppure si porrebbe,né sarebbe nei secoli rimasta cosìoscura.

Si tratta piuttosto di un muta-mento di preferenze e di un re-in-vestimento di adesioni, diciamocosì, dall’ideale al reale. O meglio,di un trasferimento di partecipa-zione, dall’incertezza di un pos-sibile magari sognato, “miglio-re”, alla certezza di una realtà“vincente”. Da un’impotenza, a

una partecipazione di potere. ( … )La metamorfosi in questione nonè una conversione al male, ma una(caratteristica) conversione allarealtà.

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L’approvazione in se-conda lettura del di-segno di legge di revi-sione costituzionale èormai cosa fatta. È

soltanto questione di tempo, mala riforma costituzionale si farà.È per questoche, già ora, Renzi

stesso pensa al referendum conil quale i cittadini saranno chia-mati a decidere se la modificadella Costituzione merita o me-no la loro approvazione.

L’art. 138 della Costituzioneprevede, infatti, che le leggi direvisione costituzionale sonosottoposte a referendum popo-lare, quando, entro tre mesi dallaloro pubblicazione, ne faccianodomanda un quinto dei membridi una Camera o 500 mila elet-tori o cinque Consigli regiona-li.

Come è stato già osservato,Renzi sarà lesto ad intestarsi an-che il referendum. Ossia: farà ditutto per convincere gli italianiche l’oggetto del referendum

non sia tanto una legge di revi-sione costituzionale, quanto luistesso. I cittadini saranno chia-mati a giudicare lui e il suo go-verno, ancor prima che il meritodella riforma costituzionale.

QUESTO È IL RISCHIO: t r a sfo r-mare un referendum costituzio-nale in un plebiscito a favore ocontro Renzi. Questo è, però, an-che il vantaggio, e la vera “postain gioco”, perché la riforma co-

GI U STA ME NT E

Un giudice puòdecidere beneanche se ha “ide e”

» BRUNO TINTI

Il Consiglio di Stato ha ritenuto ille-gittima la trascrizione dei matrimo-ni gay contratti all’estero in apposito

registro istituito presso alcuni Comuni.Il giudice (amministrativo) che ha scrit-to la sentenza, Carlo Deoda-to, è notoriamente impe-gnato in un contesto so-ciale che disapprova lefamiglie gay e in parti-colare le adozioni daparte di gay. I favorevolialla trascrizione dei ma-trimoni gay hanno ovvia-mente criticato la sentenza. Ma soprat-tutto l’hanno attribuita a un pregiudiziodel giudice relatore ed estensore: un al-tro giudice non prevenuto avrebbe de-ciso in maniera diversa. Hanno torto.

Le convinzioni personali del giudiceDeodato non hanno influito sulla deci-sione. Non è un’opinione, è un fatto. IlConsiglio di Stato giudica con 5 giudici.Ammesso che uno di essi abbia opinionipreconcette e non giudichi in modo im-parziale, gli altri quattro lo metterebbe-ro in minoranza. Sicché attaccare la de-cisione facendo leva su un preteso pre-giudizio del giudice è una sciocchezza.

Pretendere che il giudice non abbiaconvinzioni personali è ugualmente stu-pido. Nessuno, nemmeno il più rozzo eincolto degli uomini, ne è privo: in realtà,tanto piùla persona è intellettualmenteevoluta, tanto più è in grado di superarele sue pulsioni primarie e i suoi giudizisuperficiali, filtrando i propri compor-tamenti e le proprie decisioni attraversoun autocontrollo culturale e sociale. Apensarci bene, chi accusa un giudice diaver deciso in un certo modo perché so-

stenitore di una ideologia di un qualchetipo sta semplicemente dimostrandoche lui, al posto di quel giudice, avrebbeagito in questo modo; ma che la sua na-tura sia così poco evoluta non dimostracertamente che anche altri gli siano si-mili.

SE L’ESISTENZAdi culture, ideologie, si-tuazioni personali dovesse essere motivodi sospetta parzialità, la maggior partedei processi non potrebbe essere cele-

 brata. Una giudice donna non dovrebbepoter giudicare di una violenza carnalecommessa contro una donna; ma nem-meno un giudice uomo che abbia una fi-glia o una moglie passata attraverso que-sta triste esperienza. E un giudice studio-so di teorie politiche, noto per i suoi studie saggi sul marxismo-leninismo, non do-vrebbe garantire imparzialità in un giu-

dizio a carico di esponenti politici delladestra. Così come un giudice noto per lasua passione per le corse di automobili eche avesse riportato un certo numero dicontravvenzioni per eccesso di velocitàdovrebbe essere considerato inaffidabilein un processo per omicidio colposo sullastrada.

Per finire, si dovrebbe impedire a ungiudice di famiglia cattolico di occuparsidi un divorzio con relativo contenziosotra un coniuge cattolico e uno musulma-no. Ma naturalmente nulla di tutto ciò sa-rebbe ragionevole. In un processo si ap-plica la legge, non c'è spazio per auto af-fermazioni personali. E, quand’anche ciòcapitasse, il sistema è costruito per porvirimedio attraverso i gradi di impugnazio-ne e, nel caso di giudizio collegiale, con ladecisione comune.

Questo tipo di reazioni alle sentenze,attribuite alla parzialità del giudice, sonopurtroppo molto frequenti nel nostroPaese. Ha cominciato Berlusconi con i“giudici comunisti”. E purtroppo ha fattoscuola: ormai non c’è sentenza che nonsia attribuita a quello che, alla fine, sareb-

 be un vero e proprio abuso d’ufficio delgiudice. In Italia, ormai, sono pochi quelliche hanno fiducia nell’esistenza di “ungiudice a Berlino”.

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ART. 138 La revisionecostituzionale è cosa fatta La parola passerà ai cittadini e il premiercercherà di trasformareil voto in un plebiscito

Il Palazzo L’aula di Montecitorio LaPre sse

» PAOLO BECCHI

stituzionale non è che il precipi-tato di una ancor più profonda“svolta” che Renzi ha impressoall’assetto istituzionale, politico,economico e sociale del nostroPaese. Sarà quindi giusto così:pro o contro Renzi, non c’è alter-nativa.

Per questa ragion al Movi-mento 5 Stelle spetta, fin da oggi,un compito difficile: quello di co-

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 14/24

14» CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

Il Medioevo Ovunque l’ infezione informatica viene fermata facilmente, da noi ha paralizzato i pc dei Tribunali

UN BANALE VIRUS. E LA GIUSTIZIA SI BLOCCA

ALL’ITALIANA

» BRUNO TINTI

Tre giorni fa, un giudicedi pace di Roma ha ri-cevuto una email con

un allegato. Lo ha aperto. C'e-ra un virus, relativamentenuovo ma già diffusosi in tuttoil mondo e regolarmente bloc-cato. A Roma rischiava di in- fettare un software importan-te, Sicp, i Registri Generali Pe-nali che gestiscono tutta l'at-tività del settore penale: senza Sicp Procura, Tribunale e Cor-te d'Appello non possono lavo-

rare. Non solo. Sicp comunicacon Tiap, il software che digi-talizza i fascicoli del Pm: inTiap c'è tutto, chi ci entra silegge qualsiasi cosa. Che fare? I tecnici hanno spento tutto e gli uffici si sono paraliz zati. Dopo tre giorni di lavoro fre-netico, oggi stanno provando ariaccendere. Al momento, sui pc del distretto del Lazio, quel-lo interessato dalla crisi, Word non funziona: per garantire la

no ogni volta: per scaricare undispositivo di sentenza ci va

mezz'ora. Una cosa folle. Masoprattutto è vulnerabile. Enon c'è nessuno che sappia be-ne cosa fare. Fino a qualcheanno fa, la Giustizia aveva ac-cordi con le principali softwa-re house: Microsoft, Oracle.Quando c'erano problemi in-terveniva gente che sapevadove mettere le mani, anche pe rch é ave va aff ron tat o lostesso problema in altre partidel mondo: in poco tempo tut-

to si risolveva. Adesso si è scel-to il fai da te: è il risultato è

quello che è successo. Ma c'è di più. La Giustiz ia, in un'epocadi web, app, smartphone, staancora a progettare pesantis-simi software proprietari, cherichiedono server micidiali econtinua, costosissima e com- plicata manutenzione. Queste fuo ris eri e de ll' in for ma ti cacolloquiano con moderni pcmessi a disposizione dei giudi-ci. Moderni ma dotati di siste-mi operativi vecchi come il

cucco: girano ancora conWindows Xp. In realtà ogni PC, quando è stato comprato,aveva il suo bravo Windows 8. Ma Sicp, vecchio com'è, non gira sui si stemi operativi piùrecenti e quindi sono stati di-sinstallati e sostituiti da Xp. Peccato ch e Microsoft non losupporta più, è uscito di pro-duzione da troppi anni. Così,quando succede qualcosa, nonc'è nessuno che sappia bene

cosa fare. D'altra parte, anchese lo si sapesse, più che far fronte all'emergen za no n sa-rebbe possibile. È il sistemacomplessivo che è progettatomale. Come un grattacielo co-struito sulla sabbia. Lo si vedee sembra bellissimo; ma, gior-no dopo giorno, affonda. Tan-to più in quanto lo si alza sem- pre di più: un altro piano, u-n'altra piscina; come un altrosoftware, un'altra funzionali-tà. Alla fine tutto crolla. Per u-na volta, è probabile che nonsia colpa della politica ma del

management. Un ammini-stratore non deve essere ne-cessariamente un ingegnere;ma deve consultarli e sforzar-si di capire quello che gli spie- gan o: l'i nco mpe ten za ass o-ciata alla presunzione è defla- grante. L'innovaz ione tecno-logica è la chiave di volta perl'efficienza della Giustizia;ma è uno strumento complica-to: può esserne il sepolcro.

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Un banalissimo virus ha bloccato i computer dei Tribunali  Ansa

sicurezza hanno eliminato i fi-le temporanei e Word ne ha bi-sogno. Sicché nessuno puòscrivere. Un disastro totale. Ladomanda è: perché un virusche gira in tutto il mondo senza provo care parti colari dann iha causato un pandemonio del genere nel distretto del Lazio edunque nei palazzi di giustiziadi Roma? Risposta facile: per-ché il sistema informatico del-la giustizia italiana è mal pro- gettato e peggio assistit o.

 Sicp è stato progettato mol-ti anni fa ed era pronto da 10.

 L'hanno in trodotto qu est'an-no. Presentava enormi pro-blemi di funzionalità (lentis-simo) e soprattutto di sicurez- za. Per ò alla fine dov eva no pur giustificare i milioni di eu-ro che avevano speso. È così lohanno installato nel DataCenter della Balduina; da làcolloquia con i pc del distretto. I giudici e i cancellieri lo usa-no: sono costretti, senza non si può lavorare. Ma bestemmia-

» GIANNI BARBACETTO

Milano

La sintetizza così:“Dainseguitori siamo di-ventati inseguiti”. Èil procuratore della

Repubblica di Udine, Anto-nio De Nicolo,a raccontareche cosa è successo nella sua

procura–

ma in realtà anchein tutte le altre procure d’I-talia – il 22 ottobre.“Fino aquel giorno inseguivamochi evadeva l’Iva o non ver-sava al fisco le ritenute d’im-posta trattenute ai propridipendenti. Ma ora siamonoi a inseguire gli evasori,per restituire loro i beni cheavevamo sequestrato”.

Erano evasori, oggi sonocreditori. Solo nella piccolaProcura di Udine stanno peressere restituiti ben 7 milio-ni di euro. Impossibile per o-ra sapere quanti sono in tut-ta Italia.

Che cosa è successo il 22ottobre?“È entrata in vigorela riforma dei reati tributa-

ri”, spiega De Nicolo,

“cheha aumentato le soglie sotto

le quali non scatta più il rea-to”. Prima le soglie erano 50mila euro all’anno. Ora è tri-plicata – 150 mila euro –

quella delle ritenute fiscaliin busta paga non versateall’erario dagli imprendito-ri, “per effetto dell’articolo10 bis”, puntualizza il pro-curatore.È salita addirittu-ra a 250 mila euro la sogliadei mancati versamenti Iva,“grazie all’articolo 10 ter”.

Un bello sconto, per il fu-

turo. Per il presente, scatta

subito la restituzione dei be-ni già sequestrati nei proce-dimenti in corso. “Negli ul-timi due anni la Procura diUdine ne ha aperti circa 70,e ha chiesto e ottenuto daigiudici dell’indagine preli-minare il sequestro per e-quivalente di beni per oltre 7milioni di euro. Non è tuttala cifra evasa di Iva e ritenu-te fiscali, perché alcuni in-dagati sono risultati nullate-nenti. Ma il sistema funzio-nava ed era un buon deter-rente: molti pagavano, per

non avere soldi o beni se-

questrati o per sbloccare isequestri e per non avere bloccate le loro attività”.

Ora invece è la Procurache cerca gli indagati per re-stituire i soldi e i beni seque-strati dal giudice.“Abbiamorevocato i provvedimenti disequestro, perché noi dob- biamo obbedire alla leggesenza se e senza ma. Non vo-gliamo mettere in discus-sione le scelte del legislato-re. Certo che gli effetti sonocuriosi. Io ho chiesto di faresubito le restituzioni, per-

ché ora quei sequestri sonoillegittimi.Chi ha evaso Ivasotto le 250 mila euro o ri-

tenute fiscali sotto le 150 mi-la non è più autore di un rea-to”.

I 70 procedimenti da ar-chiviare e i 7 milioni da re-stituire a Udine sono soloquelli che si riferiscono alleindagini in corso della Pro-cura. Sono poi da aggiunge-re quelli che– in Friuli comenel resto d’Italia–sono già aprocesso, in primo grado, inappello o in Cassazione.  “Èun caso nazionale”, conti-nua De Nicolo,   “suppongoche ogni procura stia lavo-rando per risolverlo. È un la-voro, oltretutto, che rallentale altre indagini e sottraetempo ai lavori che abbiamoin corso. Ma ripeto: noi non

possiamo fare obiezione dicoscienza, la legge è statacambiata così e noi la dob- biamo attuare”.

“Pur trattandosi di debiticerti verso lo Stato”, dice ilprocuratore, “non possia-mo fare altro che disporrerevoche in tutti i casi finiti,da un giorno all’altro. Dob- biamo anche farlo in fretta,distraendo il nostro perso-nale dall’orario di servizio eusando quel poco di benzinache ci resta a disposizione,per correre dietro agli eva-

sori”. Il primo allarme lo halanciato sulle pagine delquotidiano locale, il  M e s-

saggero Veneto. “

Siamo co-me Penelope con la sua tela:disfiamo anni di fatica inve-stigativa. La legge, peraltro,non prevede la conversioneautomatica del sequestro afini penali, in quello ai finidell’illecito tributario”.

Ci dovrà pensare l’Agen-zia delle entrate, organo am-ministrativo dotato di pote-ri meno efficaci di quelli giu-diziari.

“L’amarezza è tanta, nonlo nego”, conclude De Nico-lo, “ma siamo magistrati eobbediamo alle leggi decisedal governo. Certo pensoche in altri Paesi le cose van-no diversamente. Al rientroda una visita alle carceri de-

gli Stati Uniti, un mio colle-ga mi raccontò che metà deidetenuti stava scontandopene per violazioni fiscali.Di fronte al mio stupore, mispiegò: quei detenuti sonoconsiderati persone chehanno tradito la fiducia delpopolo americano. Da noinon è così. L’evasione non èpercepita come un reatograve. Chi lo compie, finisceper essere guardato, in fon-do, con simpatia e perfinocon invidia”.

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IL DOSSIER OXFAM

“La Ue non deve esserecomplice dei gruppiche eludono il fisco”

qAUNANNO dallo scandalo LuxLea-ks, che ha scoperto i trattamenti fi-

scaliconcessi trail 2002 e il 2010 dal Lus-semburgo (guidato all’epoca dall’attualepresidente della Commissione europeaJean Claude Juncker) a più di 300 multina-zionali del calibro di Pepsi, Ikea, DeutscheBank e Apple, Oxfamdenuncia in un nuovodossier quanto resti da fare per combattere

l’elusione fiscale dei grandi gruppi. “L’elu-sione fiscale -si legge nel dossier- sottraeallecasse pubblichea livello globalealme-no 240 miliardi di dollari l’anno. Chiediamoall’Europa di smettere di essere complice dipratiche di pianificazione fiscale aggressi-va perpetrate dalle multinazionali. Le auto-rità fiscali devono rendere pubblici gli ac-cordi fatticon le corporation".Oxfam chie-

de perciò di adottare un quadro generaleche promuova maggiore trasparenza nellarendicontazione delle grandi multinazio-nali operanti in Europa, per accertare se pa-gano le tasse laddove ha realmente luogo laloro attività economica. È indispensabile i-noltre potenziare la cooperazione a livelloeuropeo e introdurre un modello di tassa-zione unitaria per le multinazionali.

L’I N T E RV I STA

“Prima inseguivamo gli evasoriper indagarli, ora per risarcirli”

Antonio De Nicolo Il procuratore di Udine sulla riforma fiscale di Renzi:“  Soglie triplicate e quintuplicate su imposte e Iva: gli restituiamo i sequestri” 

 Ave vamoaperto 70 procedimenti ,con bloccodei beni per 7 milioni. Il sistema f u n z i o n a va :li spingevaa mettersiin regola

Chi è

Antonio De

Nicolo, 61anni, di

Gorizia, è

d i ve n t atopro c urato re

di Udine nel

giugno scorso

La carriera

Dal 2010 è

sta tosostitutopro c urato re

generale a

Ve n e z i a .Prima era

giudice dellaCor te

d’appello di

Trieste

TOGHE (POCO)

H I -T EC H

 Il software che usano

 giudici e pm è costato

milioni, però è vecchio

e pesante: funziona

 solo con Windows Xp,

 sistema operativo fuori

 p ro du z i o n e 

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 15/24

Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 15

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Catania, gli scontrini di Bianco: biglietti aerei e spese anonime

» GIUSEPPE GIUSTOLISI

Catania

La sezione “A mm i n i-strazione trasparente”

del sito del Comune diCatania della traspa-

renza non pare essere nem-meno lontana parente. E sì cheil sindaco Enzo Bianco dellatrasparenza ha sempre fattoun vanto, ma basta un minimomonitoraggio del sito per ac-corgersi che mancano le mo-t ivazioni di molte spesedell’amministrazione comu-nale. Il meet-up M5S PiazzaGuardia di Catania ha volutovederci chiaro e ha fatto ri-chiesta di accesso agli atti, se-guendo uno schema già adot-tato per i comuni di Roma e Fi-renze (il sindaco Nardella pe-rò finora ha risposto picche al-

la richiesta). Gli attivisti dei5Stelle di Catania ipotizzanoinfatti un nuovo capitolo dispese incontrollate ed è perquesto che “chiedono un pro-spetto” di tutte le uscite “so-stenute dal sindaco di Cataniadal giorno del suo insedia-mento con relativa copia ditutti i documenti fiscali e nona riscontro degli importi”.

La Direzione Economato

e il Gabinetto

Quello che infatti si notasubito andando a monito-r a re i l s i to s u l le s p es edell’Amministrazione è chemanca qualsiasi riferimen-t o a f a tt u re e c h e s p e ss omanca la spiegazione delle

singole voci. In un caso addi-rittura manca pure il conte-nuto del provvedimento, maè disponibile solo l’oggetto. Èil caso di un provvedimentodella Direzione Economato,emesso il 23 gennaio 2015,che ha come oggetto la costi-tuzione di un fondo di ben 131mila euro a favore del Prov-veditore, per le spese di cuiall ’art icolo 48 del regola-mento Provveditorato – E c o-nomato (si va cioè dalle spesed’ufficio a quelle di rappre-sentanza). Intanto manca lafirma del Ragioniere Genera-le (e questa non è l’unica vol-ta), ma la vera sorpresa è cheprovando ad aprire il docu-

mento relativo appare un fo-glio bianco. Una dimentican-za?

Due settimane più tardi, il4 febbraio 2015, la stessaDi-rezione Economato emetteun provvedimento di appro-vazione del rendiconto di 133mila euro di spese varie rela-tive al quarto trimestre 2014parziale, specificando che ilrendiconto stesso va allegatoal provvedimento di cui –

L’I NC H I E STA

Trasparenza? Dal fondo di 133mila euro senza rendiconto aquello di 131 mila senza firmadella Ragioneria. La Cortedei conti: “Pratiche contabiliin contrasto con le norme”

viene specificato  – “formaparte integrante e sostanzia-le”. Il rendiconto in allegatoperò non c’è.

E poi ci sono i provvedi-menti per le spesedel signorsindaco. Anche queste privedi motivazione. Prendiamo-ne uno a caso peraltro recen-te: il provvedimento della Di-rezione Gabinetto del Sinda-co, emesso il 29 settembre2015 che prevede un’ant ic i-pazione speciale al Provvedi-tore per spese relative all’at-tività istituzionale di EnzoBianco. Il provvedimento

impegna unasomma di 4995euro, “attingendo alle risorseprontamente disponibili –

recita il contenuto – tramitelo strumento dell’anticipa-zione, nell’immediatezza dideterminate esigenze e invirtù del prestigio dell’A m-ministrazione stessa”. Qualisiano queste urgenze non èdato sapere. La cosa singola-re è che con questo provvedi-mento, viene precisato nello

stesso, si revoca un prece-dente provvedimento, sipresume di uguale tenore,che era stato restituito dallaRagioneria generale senzaadempimenti. Perché la Ra-gioneria lo restituì?

Rimanendo in tema spesedel sindaco c’è poi il capitolo biglietti aerei per i viaggi delsindaco. In un caso è l’am -

ministrazione stessa che sirivolge direttamente a un’a-

genzia di viaggi (la stessa a-genzia che ricorre anche in al-tri casi) per l’acquisto di un bi-glietto per Roma e senza alcun

 bando. Spesa 500 euro. La ci-fra lievita di molto nel caso diun provvedimento della Dire-zione Economato, emessogiorno 8 giugno 2015, che hacome oggetto il rendicontodella cifra di 4000 euro perl’acquisto di biglietti per il sin-daco. Anche in questo caso siutilizza lo strumento dell’an -ticipazione speciale a favoredel Provveditore. Ora, ipotiz-zando che non dovrebbe trat-tarsi di un volo transoceanico,non si capisce dove il sindacodoveva volare in quei giorni econ chi. Il provvedimento non

lo dice. Certo è che stando alsito soldi pubblici “the fool.it”

Catania risulta essere il quartocomune d’Italia con la spesapiù alta dopo Roma, MilanoNapoli e Torino, con oltre unmilione di euro e il primo peranticipazione di cassa (dati re-lativi all’ultimo anno).

 Amministrazione

col buco: 169 milioni

E la stessa Corte dei conti,che già nel giugno 2015 aveva

 ba cc he tt at o il Co mu ne diCatania, perché non dice laverità sulla reale situazionedebitoria e per l’uso di “p r a-tiche contabili non consenti-te e palesemente in contra-s to c on l e n or me d i r if er i-mento”, qualche giorno fa, altermine dell’audizione se-

mestra le sullo stato dellecasse, ha rincarato la dose

sottolineando come il disa-vanzo d’amministrazionedegli ultimi due anni sia cre-sciuto da 143 a 169 milioni dieuro, mettendo anche nelmirino le partecipate e il bi-lancio di previsione non an-cora approvato. Come direche la Giunta Bianco non èper nullaandata in disconti-nuità rispetto alla gestione

allegra delle casse comunali© RIPRODUZIO NE RISERVATA

Il sindaco

Enzo Bianco

è stato eletto

sindaco di Ca-

tania la prima

volta nel 1993

e poi di nuo-

vo nel 2013

 Ansa

Il sito del Comune

Nessun riferimento

alle fatture, spesso

manca la spiegazione

delle voci di esborso

NELTORINESE Le polemiche dei genitori: “Violata la privacy”

qPROFESSORI mess ialla berlina su What-

sApp eInstagram. Èaccadu-to in una scuola me dia del To-rinese, la statale  “Mario Co-sta”di San Francesco al Cam-po dove sono scattati provve-dimenti disciplinari per 22 al-lievi. Immediata la reazione

dei genitori, alcuni dei quali parlano diviolazione della privacy. A far scopp iare ilcaso,che risalea metàottobre, è statou-no dei docenti che, accortosi di alcuni stu-denti che lo deridevano, ha sequestrato losmartphone ch e avevano tra le mani.Dal controllo di questo e altri telefoninisono emersivari filmatie immaginicor-redate da commenti canzonatori dei ra-gazzi. Sembra fosse una loro abitudine:con i cellulari filmati gli insegnanti du-rante le lezioni, poifacevano circolareil

video su WhatsApp e, in alcu-ni casi, condividevano su In-stagram le foto. Alcune ra-gazze hanno anche postato u-na foto scattata nello spoglia-toio di educazione fisica.Dei 22 alunni, di età compresatra gli 11 e i 15 anni, 8 sono statisospesi per un giorno dalla di-

rigente Adriana Veiluva, gli altri 14 allon-tanati dalla classe nell’imminenza delfatto e poi obbligati a frequentare corsisui comportamenti corretti da tenere inclasse. Sono stati inform ati i carabinieri, ilsindaco del paese e, soprattutto, i geni-tori. Sono stati questi ultimi a non gradirei provvedimenti. Alcuni contestano l’ar-bitrarietà di sequestrare telefonini e vi-sionarne i contenuti, altri si sarebbero la-mentatisolo per nonesserstatiavvertitiprima della sospensione.

I PRECEDENTI

M AT T EO

RENZI

Al setacciole sue notespesequandoera sindacodi Firenze

IGNAZIO

MARINO

Note spesefa t a l ial sindacodi Roma,d im essosiven erd ì

Professori filmati e derisi su WhatsAppSospesi 22 alunni delle medie

“Accesso agli atti”

La richiesta del meetup

M5S: “Dateci copia dei

documenti e riscontri

per gli importi”

EX ASSESSORE DI FORMIGONI

‘Ndrangheta e votodi scambio, i pm:“10 anni a Zambetti”

q“UN "GRAVE PATTO di scambiop oli t i co- ma fi o so” stretto da “un e-

sponente di spicco della Regione Lombar-dia”, l’ex assessore alla Casa della GiuntaFormigoni Domenico Zambetti, con i pre-sunti affiliati alla 'ndrangheta Eugenio Co-stantino e Giuseppe D’Agostino, ha“fa l s a toil risultato delle Regionali del 2010”. Questala ricostruzione del pm della Dda di Milano

Giuseppe D’Amico, che al termine di unarequisitoria durata 5 udienze, hachiesto lacondanna a 10 anni di carcere per Zambettie a pene fino a 17 anni di reclusione per altri5 imputati.Si avvia così verso le battute finali il proces-so scaturito dall’inchiesta sulle infiltrazionidellecosche in Lombardia chenell’ottobre2012 provocò un terremoto al Pirellone, con

un rimpasto nella Giunta Formigoni prelu-dio della crisi che portò alle elezioni anti-cipate vinte da Roberto Maroni. Zambetti,all’epoca esponentedel Pdl, era stato arre-stato con l’accusa di aver comprato un pac-chetto di 4milapreferenze -decisivoper lasuaelezionecon 11.217voti nelleRegionali2010 - pagando 200 mila euro a due collettibianchi della ‘n d ra n g h e t a .

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 17

» MARCO LILLO

Gianni Vittorio Ar-mani ieri ha pre-sentato alla Came-ra la sua nuova A-

nas. Nella sua audizione da- vanti alla Commissione La- vori pubblici, presieduta daErmete Realacci, ha annun-ciato che avvierà le proce-dure per fare uscire dall’ A-nas 50 dirigenti su 196 in treanni e ha parlato di etica inazienda. “Io chiedo sempre- ha detto - se i dirigenti han-no fatto il militare e come lohanno evitato”. Nessuno gliha fatto domande sull’eticadegli uomini forti della nuo- va Anas. Il Fatto lo ha inter- vistato.

Presidente Armani, Anto-nella Accroglianò a maggiosostiene di essere andata aparlare con Maurizio Ga-sparri, già collega di parti-to di suo padre, Pietro, peressere raccomandata. Leipuò negare di avere ricevu-to sollecitazioni sulla Da-

m a n er a d a G a sp a rr i odall’area di An?No, non lo nego. Però devodire che ne ho ricevute tanteanche da altre persone. La Accroglianò era considera-ta una che risolve i proble-mi. L'avranno raccomanda-ta in perfetta buona fede.

La Dama nera era al suo po-sto a 5 mesi dal suo inse-diamento. L'ha tenuta lìper le raccomandazioni?

 Assolutamente no. La veritàè che non avevo ancora ri-cevuto il report della societàdi head hunting Eric Sal-mon. Me lo hanno conse-gnato in bozza da poco e leifigura alle ultime posizioni.L'avrei rimossa ma sono ar-

rivati prima i magistrati.Il superiore diretto dellaAccroglianò, Alfredo Bajo,è indagato per abuso di uf-ficio. Spinge per pagareTecnis e altre imprese carea Luigi Meduri e alla Accro- glianò. È appena andato inpensione ma lei lo ha la-sciato ad amministrare A-nas International, una so-cietà con meno controlli diAnas Spa. Perché?

Non basta essere indagato.Io guardo ai comportamen-ti. Anche il Gip nell’o r d i-nanza scrive che il compor-tamento di Bajo non è rile- vante. All’opposto se ci fos-sero nelle carte a carico suo

comportamenti gravi, an-che se non fosse indagato, losanzionerei. Certo, io nonmi sarei tenuta la Accroglia-nò sotto di me perché non mipare avesse grandiskillsma-nageriali.

Insomma vuole essere ga-ra n ti st a .

Non me ne frega niente diessere garantista. Io ho av- viato le procedure di licen-ziamento anche su dipen-

denti che non hanno conte-stazioni penali.

E le pressioni di Bajo a fa-vore dei pagamenti ad al-cune società come Tecnis,care all’ex sottosegretario

Meduri?

Lì è un po’diverso, Bajo ha laresponsabilità di mandareavanti il cantiere di Tecnis.Si tratta di un pagamentodovuto a un’azienda in statopre-fallimentare che anda-

 va sbloccato nell ’interesse

di Anas. A me non piace soloche si sia attivato dopo unasollecitazione della politicama il problema nel meritoc’era e andava risolto.

Lei ha promosso a capo diuna direzione importan-tissima l’ingegnere Stefa-no Liani. Ha letto le cartedell’ordinanza di arresto diFirenze del Capo comparti-mento Toscana AntonioM azze o?

Sì, le ho lette. I tre arrestatisono stati da me già licenzia-ti. Altri cinque coinvolti neifatti di Roma invece sonostati sospesi perché ci vo-gliono tre settimane per ul-timare la procedura.

Stefano Liani è il direttore

centrale progettazione e

realizzazione di tutta l’A-nas, grazie alla sua promo-zione. Il fratello Marco, unex funzionario dell’Anas diMilano è stato arrestatonel 2003 e condannato a10 mesi. Ora è socio di unaSrl che fattura 6 milioniall’anno e ha vinto un ap-palto da 86 mila euro senza gara all’Anas di Firenze.Entrambi non sono indaga-ti ma il Gip dice che biso- gnerebbe fare chiarezz asui loro rapporti con l’arre-stato Antonio Mazzeo, ilquale in una telefonata di-ce di avere parlato con ‘idue fratelli’. Lei che dice?

Noi non abbiamo un model-lo di gestione del conflitto diinteresse. Stefano Liani èstato tanti anni fa a Firenze eoggi non è nemmeno il su-

periore di Antonio Mazzeo.Io penso che tutti abbiamoparenti ma non è detto chedebbano lavorare con l’ A-nas. Peraltro dicono che fos-se il primo appalto senza ga-ra a quella società. Liani co-munque mi ha detto che nonricordava di aver parlatocon Mazzeo.

Avete fatto un audit?No... è in corso.

Antonella Accroglianò so-stiene che Liani è vicino aRenzi. Non sarà per questoche lei lo ha promosso?

Renzi non mi ha sponsoriz-zato mai nessuno, né Lianiné tanto meno Mazzeo. Ilmio mandato è solo quello difare pulizia in azienda.

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SEGUE DALLA PRIMA

» VERONICA TOMASSINI

Elias rincorre la cuginet-ta, la blocca al muro, Lauric a non intende mo-

strargli i quaderni con le paro-le; Elias è nervoso, raggiunge lacucina, agguanta un’ accetta etenta di uccidere la bambina,mormorando “ adesso ucciderò Lauric a” .

 La bambin a urla disp erata, El ia s br an di sc e la te rr ib ilescure, la tragedia viene evitata

 per l’ intervento del nonno chesottrae l’ arma al nipote. Lau-rica è salva. Ecco, questa è lastoria, seguono le domande sul

Nuovo corso

Gianni

Armani è il

nuovo presi-

dente Anas,

l’azienda pub-

 blica travolta

dal l’inchiesta

della Procura

di Roma  Ansa

L’I N T E RV I STA

“Tangenti, caccio anchechi non è sotto indagine”

Anas, cosa cambia Il presidente Gianni Armaniha presentato la sua idea di azienda a Montecitorio

Test Invalsi Alle elementari “ La lingua salvata”  di Canetti

LA CUGINA E L’ ASCIA DI ELIASI BAMBINI NON FANNO PIÙ OH!

QUALI LETTURE

testo, una in realtà.Chi era Laurica? Lacugina? La com-

 pagn a d i gioc hi? La sorell a? P un-to. E la lezioncinamorale? Usa la

scure se vuoi, pur-ché l’ obiettivo sian o bi l e e n o n h a i u nnonno tra le scatole? Cioèseihai unascuree vuoi impa-rare a leggere e scrivere: usala!Comunque alla fine del brano,il narratore tiene a precisareche i rapporti tra Laurica e ilcuginetto si interrompono daquell’ episodio in avanti. E cimancherebbe. Tuttavia Eliasviene rimproverato. Giusto.

 La mamma però loconsola: tranquil-

lo, un giorno im- parer ai anche tua leggere e a scri-vere. Fiuuu. Me-no male, erava-

mo preoccupati .Quante altre cuginea vrà Elia s? Ci sono

ancora forche roncole spa-de sguainate lasciate in corti-le? No, per carità, ci fidiamo, èche non si sa mai, non vorrem-mo che il nonno si sia appiso-lato e allora addio. La nostralezioncina morale è: togliete dimezzo le forche, se ne avete incasa, soprattutto in presenzadi bambini di nome Elias. In-

teressante la prova su cui gli a-lunni si sono poi cimentati:

 Lauri ca? La urica è la cugin a. Finita lì. Sappi amo dell ’ indi- gnazi one (sì indig nazion e, n-dr)di qualche bambino, a let-tura conclusa.

 Il motivo: qua ndo due cug i-netti litigano tra di loro, uno poi può uccide re l’ altro? Solo per tentati vi e se avete ronc olein casa e nonni a disposizione,

 pr ov at ec i pu re . Er an o be ll iquei tempi in cui i bambini fa-cevano oh. Oh con un esclama-tivo dolce, non oh con esclama-tivo duro del tutto simile a quelq u a d ro d i M u n c h, s a p e te ,

 L’ urlo. Oh.© RIPRODUZIONE RISERVATA

CALCIO E DROGA

Ultrà e trafficanteGenny ‘a Carognaora è anche latitante

qCAPOULTRÀ e trafficante, Genny‘  a Carogna lo era da tempo, ancora

prima di comparire sulle balaustre deglistadi e in tv. Questo raccontano le carte

dell’inchiesta che ha portatoieri all’emis-sione di sei misure cautelari, tra cui una nei

confronti di Gennaro De Tommaso, 39 an-

ni,detto Genny'a carogna, che èsfuggitoal blitz dei carabinieriinsieme conun cu-

gino che porta il suo stesso nome. Nel cor-so dell’operazione dei carabinieri sono

stati arrestati quattro esponenti della fa-miglia; gli zii Giuseppe De Tommaso, alias

Peppe l’assassino, e Gaetano, e RosarioDe Tommaso, rispettivamente di 56, 68 e

33 anni. I fatti contestati risalgono al 2010,

quattro anni prima delle vicende che por-tarono Genny 'a Carogna alla ribalta na-

zionale e non solo, quando in diretta tv,durante la finale di Coppa Italia Napo-

li-Fiorentina del 5 maggio 2014, parla-mentò con calciatori e responsabili

dell’ordine pubblicoper calmaregli animiaccesi degli ultras del Napoli dopol’ucc i-

sione, avvenuta poco prima nelle vicinan-

ze dell’Olimpico, del tifoso azzurro Ciro E-sposito.

 Non me ne frega nulla

di essere garantista, ho

avviato procedure 

di licenziamento pure 

 su chi non ha avuto

contestazioni penali

 Per poter capire la

 personalità io chiedo

 sempre se i dirigenti

hanno fatto il servizio

militare, se no come 

lo hanno evitato

L AGIOR NATA

DI CRONACA

A ST I

Ceste, 30 annial marito:“Ucciseper educarla”

ePENA ESEMPLARE

t re n t’anni di galera.

Questa la decisione delTribunale di Asti che mette

un primo punto fermo nelcaso di Elena Ceste. Per il

giudice Roberto Amerio èstato il marito, Michele

Buoninconti, a ucciderla e aoccultarne il cadavere. Per il

tribunale è stato lui ad

assassinare la moglie,madre dei suoi quattro figli,

ritrovata senza vita soltantonove mesi dopo. Il corpo di

Elena Ceste è statorecuperato nel rio Mersa, a

Isola d’Asti, nell’o ttobre2014. Un delitto, come si

legge nelle carte

dell’indagine, provocatodall’odio verso quella

moglie "inadeguata" e“infedele" da “ra d d rizza re”.

ROM A

Massacròla fidanzata.Pena scontata di4 anni in appello

eL’AVEVA p i cc hiatase l vagg i am en te ,

sbattendole più volte la

testa a terra. Poi calci epugni finché non l’ha vista

esanime. E aveva tentatoanche di discolparsi

parlando di una caduta.Chiara Insidiosa Monda

aveva 19 anni quando il suocompagno la ridusse in fin di

vita. Ieri Maurizio Falcioni,condannato in primo gradoa 20 anni, ha ottenuto uno

sconto di pena in appello a16 anni. Chiara, uscita dal

coma dopo 11 mesi, invece"è condannata a vita", ha

detto la madre Daniellepiangendo e inveendo

contro i giudici al grido di

"vergogna". Alla letturadella sentenza scoppia il

caos in Tribunale. Alle urladella madre si aggiungono

quelle degli amici di Chiara.Il padre, Maurizio, dopo la

sentenza si è sentito maleed è finito in ospedale.

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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18 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

LIBIA ONU, KOBLER AL POSTO DI LEON

In Libia non c'è ancora l ’accordo sul governo di unità

nazionale proposto dall’Onu, ma nel frattempo è ar-rivata la scadenza del mandato dell ’inviato speciale

Bernardino Leon. Il segretario generale Ban Ki-moonha confermato il nome del tedesco Martin Kobler al

posto dello spagnolo che andrà ad Abu D habi all’Ac-

cademia Diplomatica. Il passaggio di consegne do-vrebbe avvenire entro la fine del mese.  Ansa

SPAGNA EX CAPO DIFESA CON PODEMOS

In netto calo di consensinei sondaggiil partito po-st-indignado spagnolo Podemos ha annunciato un

colpo grosso nella selezion e dei candidati per le po-

litiche del 20 dicembre in lista come numero 2 a Sa-ragozza l’ex-capo di stato maggiore della Difesa il

generale Julio Rodriguez, 67 anni, durant e il governo

Zapatero, quando il ministero della Difesa era statoassegnato a una donna, Carme Chacon.

La strage di Halloweene la scusa perfetta di Ponta

ROMANIA Il premier rumeno si dimette adducendo la rabbia popolare

dopo i morti della discoteca. Ma è la corruzione a essergli stata fatale

Ben Carson Supera Trump nei sondaggi, ma i suoi pazienti lo hanno denunciato otto volte

 Altro che medico, voglio essere presidente

STATI UNITI

» GIAMPIERO GRAMAGLIA

Che Donald Trump ballasseun’estate in testa ai son-

daggi per la nomination re-pubblicana, non è nella logicadelle cose, ma ci può stare: ilmagnate dell’immobiliar e è u-no showman capace d’attiraresu di sé le attenzioni. Ma che

l’autunno fosse la stagione diBenjamin ‘Ben’Carson, 64 an-

ni, ex neuro-chirurgo, l’uniconero del folto lotto di candida-ti repubblicani, non l’avrebbeproprio detto nessuno. Car-son non ha vinto nessuno deitre dibattiti in diretta televisi-

 va: quando sta sul palco, pareassista ad una partita di tennis,limitandosi a girare la testa

 vers o chi par la e d icen do ilmeno possibile. Eppure, que-

st ’altro campione dell ’a n-ti-politica è ora balzato in te-sta ai sondaggi scavalcandoTrump e conquistando quasiil 30% delle preferenze dei po-tenziali elettori repubblicani.

Certo, le cose vere comin-ceranno a febbraio, con l’ini-zio delle primarie. E i politicidi professione, intanto, stan-

no scremando il loro lotto: vengono avanti Marco Rubio,che nei pronostici ragionatifatti da UsaToday è ora il fa-

 vori to, men tre Jeb Bush vasempre più giù.

MA LO STRANO è che Carsonnon solo batte oggi tutti i suoirivali conservatori, ma, secon-do un rilevamento Nbc/WSJ,tiene pure testa a Hillary Clin-ton. Il dottor Carson, che viene

da Detroit, ha una storia pro-fessionale eccezionale, manon ha storia politica: comeTrump, è la prima volta che sicandida a qualche cosa in vitasua e non ha mai amministratola cosa pubblica. Talento pre-coce, dotato di una straordina-ria coordinazione tra occhio emano, divenne direttore della

neurochirurgia pediatrica alJohns Hopkins Hospital pri-ma di compiere 34 anni, nel1977 (emantenne il posto per36 anni). Nel 1987, Carson en-trò nella storia della medicinaseparando una coppia di ge-melli siamesi tedeschi unitiper la testa: prima di allora,nessuno ci era mai riuscito e

molti avevano preferito nonprovarci. Vinto un cancro allaprostata, Carson, sposato conCandy dal 1975, tre figli, co-minciò a girare l’ America e letv, tenendo discorsi motiva-zionali rivolti ai giovani ed e-laborando la sua visione diThink Big, ‘Pensa in grande’,dalle iniziali in inglese di ta-

lento, o tempo, speranza, di-scernimento, gentilezza, co-noscenza e libri, approfondi-mento, dio. E già, perché l’a-spetto religioso non potevamancare in questo ultra-con-servatore che piace molto alladestra fondamentalista: ap-partiene alla Chiesa avventi-sta del settimo giorno, un mo-

 vim ent o rel ig ios o nat o ne lXIX Secolo, proprio nel Mi-chigan, seguendo la sua profe-

tessa Ellen Gou ld W hite .Trump, che non è proprio un

 baciapile, ci ironizza su. Adesso che è sotto i riflettori

di Usa 2016, la stampa fruganel suo passato. The Daily Bea-st scopre che il dottor Carson èstato denunciato almeno otto

 volte per error i m edici –manegli Usa la pratica è molto più

diffusa che da noi - e i suoi ri- vali non gli perd onano l’ap-prossimazione dei suoi pro-grammi economici, anchequando si parla d’assistenzasanitaria. Lui, più cerca dispiegarsi più s’ingarbuglia:per questo, forse, nei dibattiti,se può, sta zitto; e ruota la testaora a destra ed ora a sinistra.Con l’aria di chi la sa lunga; onon sa bene dov ’è.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Repu b blica-

no di colore

Ben Carson è

un neurochi-

rurgo alla

sua prima

esperienza

in politica

 Ansa

» ANDREA VALDAMBRINI

 A

lla fine Victor Pon-

ta ha mollato. Contutto il governo.Settimane, anche

mesi di scandali non erano bastati per far rassegnare ledimissioni al 42enne primoministro rumeno, esponen-te di un partito socialdemo-cratico che negli anni nonsembra essersi troppo di-stanziato dal ricordo di Ce-ausescu, in termini di cor-ruzione.

Per farlo dimettere c’è voluta l’indignazione popo-lare esplosa dopo l’incendioin un locale notturno di Bu-carest, che la settimanascorsa ha fatto più di 30 vit-time. E soprattutto una ma-nifestazione di protesta con

numeri che non si vedevanoda tempo: 20mila persone inmarcia contro la politica, ri-tenuta la responsabile di u-na tragedia evitabile.

IL ROGO si è sviluppato loscorso venerdì notte quan-do circa 400 persone si era-no raccolte al Collectiv –

questo il nome del locale diBucarest – per un concertorock gratuito. I fuochi d’ar-tificio esplosi all’interno du-rante l’esibizione della bandavrebbero innescato l’i n-cendio; l’unica uscita di si-curezza ha creato un imbutoin cui è confluita la calca, edalla fine ci sono stati 32 mor-ti e 180 feriti. La polizia haarrestato i tre proprietari

del locale, responsabili delsovraffollamento e del man-cato adeguamento delle u-scite di emergenza. Ma la

tragedia del locale notturnoè l’ultimo atto di uno scontrofra Ponta e il presidente

Klaus Iohannis che ne invo-cava le dimissioni. Iohannisnon aveva gradito che Pontafosse finito nel mirino dellaprocura per la vicendadell’ex ministro Sova di cuiera stato legale dal 2007.Scriveva la Procura: “Da

premier Ponta ha nominatoDan Sova-Coman, ad agosto2012 come ministro per irapporti con il parlamento,

nel dicembre 2012 come mi-nistro delegato per i progettiinfrastrutturali e investi-menti nazionali ed esteri,nel febbraio 2014 come mi-nistro ad interim dei tra-sporti e, infine, nel mese dimarzo 2014 come ministrodei trasporti; in passato haricevuto da parte di So- va-Coman denaro per un to-tale di circa 250mila Lei -circa 56mila euro - e il dirittoad uso gratuito di una vettu-ra”. Oltre al rapporto pocochiaro con Sova, Ponta erasulla graticola per frode, e- vasione fiscale e riciclaggiodi denaro. La corruzionesembra un problema ende-mico della politica rumena.Lo sa bene Kodruta Koevesi,

procuratore capo (e coeta-nea di Ponta) che coordinauna squadra di magistratianti-corruzione. “Prima del

2005 la giustizia rumenanon era indipendente - hadichiarato in un’inter vistaal quotidiano britannicoGuardian - per questo nonc’era il coraggio di aprire in-chieste contro funzionari dialto livello”.

SOLO L’ANNO scorso l’agen -zia ha processato 24 sindaci,cinque parlamentari, due exministri ed un ex premier.Quest’anno le indagini han-no riguardato 12parlamen-tari di cui 2 ex ministri e dueministri in carica.

“Rimetto il mandato, midimetto. E implicitamentetutto il governo con me”, hadichiarato ieri Ponta.   “Miauguro che l’addio del go-

 verno potrà soddisfare lepersone che sono scese inpiazza a protestare”. Per lagioia anche dei suoi opposi-

tori, come il leader del par-tito liberale all’opposizioneCatalin Predoiu, che ha par-lato di“ vittoria della strada,una lezione per tutti i poli-tici”. Adesso si potrebbe an-dare verso la formazione diun nuovo governo, come vorrebber o i socialdemo-cratici, o alle elezioni anti-pate, come spera l’op pos i-zione. Ma in questa piccolagrande rivolta improvvisadel popolo rumeno, una le-zione il politico di turno l’haimparata. “Posso portare a- vanti ogni battaglia politi-ca”, ha detto il premier di-missionario, “ma non com- battere contro il popolo”.

@andreavaldambri© RIPRODUZIONE RISERVATA

I due nemici

Il presidente

Iohannis, l’ex

premier Victor

Ponta e i soc-

corsi dinanzi

alla discoteca

 bruciat a

 A n s a /Re u te rs

IL PRO C UR ATOR E

Laura Kodruta KoevesiÈ il procuratore capo che hadichiarato guerra allacorruzione in Romania; ha 42anni ed è a capo della Dna,fondata nel 2003. Koevesicoordina il lavoro di 120procuratori impegnati in 6milainchi este.

Braccio di ferro

Il presidente Iohannis

da mesi voleva la testa

del primo ministro

ormai indifendibile

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 19/24

Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 19

U SA FORBES: ANCORA PUTIN IL PIÙ POTENTEVladimirPutin resta l’uomo più potente della Terra

per il secondo anno consecutivo. Secondo la classi-fica della rivista Fo r b e s, ilpresidenterussosi piazza

davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel, alpresidente Usa Barack Obama e papa Francesco. Al

quinto posto il presidente cinese Xi Jinping. Per For -

bes “Putin è uno dei pochi uomini al mondo tanto po-

tente da fare quello che vuole. E cavarsela”. Re u te rs

REGNO UNITO THATCHER, MOSTRA SI FARÀIl Victoria & Albert museum torna sui suoi passi. Do-

po aver detto “n o”alla mostra dedicata a MargarethThatcher (350 fra vestiti, borse, oggetti minori) p er-

chè non di interesse artistico, la direzione cambia i-dea. Il Te l e g ra p h scrive che la mostra si farà, e dunque

gli oggetti della “lady di ferro” non andranno all’astae a collezionisti privati. Il rifiuto aveva ricevuto d iver-

se critiche dai conservatori inglesi. LaPress e

SINAI

“ Valigia-bomba dell’Isi s”Stop ai voli inglesi da SharmLondra e Washington confermano: Il Metrojet russo abbattuto da un attentato

» ROBERTA ZUNINI

Dopo un'attesa durata 4 an-ni, l'Italia potrà armare,

previo esborso di ben 129,6milioni di dollari, 2 dei 6 droni Reaper di cui dispone. Il go-verno statunitense ha accet-tato la richiesta dell’Italia -fatta dal governo Berlusconi

nel 2011 - di acquistare da unail cosiddetto kit costituito damissili terra-aria, bombe aguida laser e altre munizioniper rendere “combattivi” 2General Atomics MQ-9 Rea- per. L’Italia è a questo punto ilsecondo Paese a cui l'esecuti-vo Usa ha dato l’ok dopo laGran Bretagna, che li utilizzadal 2007.

Lo ha svelato la Reutersdo-po averne avuto conferma da

funzionari americani. Il Pen-tagono avrebbe informato ilCongresso che non vi eranopiù ostacoli. “Finora gli Usanon avevano dato il via liberaper vari motivi. In primis nonvolevano condividerela pro-pria tecnologia con nessu-n'altro tranne l'Inghilterra,partner storico.

INOLTRE NON AVEVANO biso-gnodi blandirci o di darci al-cun contentino perchè, quan-do ne facemmo richiesta, la si-tuazione mediorientale nonera ancora del tutto precipita-ta nel caos attuale. Terzo: que-sta tecnologia diventerà pre-sto obsoleta, visto che ne stan-no sviluppando già una moltopiù efficace e avanzata e quin-di la società statunitense che

ancora produce quelli in uso sitroverà presto senza commes-se. Questo acquisto fa comododi conseguenza all'industria bellica americana mentre pernoi cambia poco”, spiega al Fatto il generale Fabio Mini.La vendita all’Italia dovrebbeincludere missili Hellfire II,costruiti dalla Lockheed Mar-tin Corp, oltre a bombe a guidalaser e satellitare.

Fonti della Difesa Usa con-

Reap e r

Un drone a-

mericano in

dotazione alle

forze britanni-

che Ansa

fermano l’

autorizzazione, masottolineano che si tratta di unvia libera generico, che non ri-guarda una specifica missioneall’estero. “Siamo di fronte auno scambio, ma non alla pari- prosegue Mini, generale e a-nalista militare tra i più esperti- perchè armare solo 2 dronicosta molto e allo stessotem-po non è determinante ai finidi un aumento reale della ca-pacità di difesa del nostro pae-

se. Spero non verranno utiliz-zati in campo libico perchè ciesporrebbero solo a problemisenza risolvere nulla. Proprionegli Usa c’è un detto di cui do-vremmo tenere conto: ‘atten -to a quello che chiedi perchèpotresti ottenerlo’”.

SECONDO IL GENERALE, l'uni -

co motivo per cui li abbiamovoluti è, in un certo senso, lavanità:“Pensiamo di fare bellafigura, di essere saliti nellascala degli alleati consideratipiù fedeli dagli Usa. L’unicacosa positiva è che ci permet-teranno di reagire immediata-mente senza coinvolgere uo-mini”. Ci vorranno mesi primache i droni armati siano prontia  “difenderci”. Anche la Tur-chia, membro Nato, ne ha fatto

richiesta: l’esercito turco è u-no dei più potenti al mondo,ma il presidente Erdogan, perora, non è considerato dalPentagono affidabile comenoi, a causa dell’ambigua con-dotta nei confronti dell'Isis.

© RIPRODUZION E RISERVATA

» CATERINA SOFFICI

Lo nd ra

Londra non si fida degliegiziani. Nel pome-riggio di ieri Downing Street ha diramato u-

na nota con cui informavache i voli diretti tra la GranBretagna e il Mar Rosso sonosospesi fino a ulteriori comu-nicazioni. L’aereo russo ca-duto inEgitto sabatoscorso,si legge,“potrebbe essere sta-to abbattutoda una bomba”.È in quel “potrebbe”, in per-fetto stile inglese, che si celala quasi certezza dell’even-tualità.

La decisione è stata presadopouna lunga riunione delprimo ministro David Came-ron con ilCobra, ilcomitatodi sicurezza nazionale (leggii servizi segreti). Quindi tuttii voli sono stati sospesi, come“misura precauzionale” hadetto un portavoce di DavidCameron, finché “non ver-ranno alla luce maggiori in-formazioni”. In serata è arri-

vata la conferma da oltreo-ceano. A far esplodere l’aereorusso precipitato nel Sinaisarebbe stata una bombapiazzata dentro una valigia oun bagaglio a mano. Lo han-no riferiscono fonti dell’in-telligence americana citatedalla Cnn. Fonti che precisa-no come l'attentato potrebbeessere stato portato a termi-ne dall’Isis o da un gruppo af-filiato. Secondo la fonte, l’i-potesi è stata formulata guar-dando i rapporti raccolti pri-

ma dell’incidente aereo, e ciò

che i servizi avevano raccoltodopo lo schianto. L’i n t el l i-gence, sostiene laCnnnon haprove credibili o verificate diuna minaccia specifica primadell’incidente, tuttavia pri-ma della tragedia“vi era statauna attività nel Sinai che ave-va catturato la nostra atten-zione”.

Tre aerei in partenza daSharm-el-Sheik csono stati bloccati, m entre un t eam diesperti dell’aviazione ingle-se, spediti dal governo, han-no controllato le misure di si-curezza degli aeroporti egi-ziani, sospettando gravi ca-renze.

UNA DECISIONE senza prece-denti. E al limite delle crisi di-plomatica, perché, sempre inperfetto stile inglese, signifi-ca che i britannici non si fida-no delle indagini condotte dal

governo egiziano e da quellorusso, i cui risultati erano at-tesi per la nottata di eri. Se-condo l’esperto di sicurezzaaerea Chris Yates, quella delgoverno inglese è una mossainaspettata: "Non ho mai vi-sto niente di simile prima.Hanno chiaramente avutoqualche tipo di prova per ipo-tizzare che si tratta di una bomba. E penso che abbianofatto bene a fermare tempo-raneamente i voli. La cosa piùimportante è assicurare la si-curezza dei passeggeri”.

Dal canto suo il servizio disicurezza nazionale aveva giàallertato il governo la setti-mana scorsa. Secondo An-drew Parker, capo dell’MI5,

le ultime valutazioni di intel-

ligence indicano un crescen-te interesse da parte di gruppiterroristici, Isis in prima fila,nel pianificare attacchi spet-tacolari con un gran numerodi vittime. Il presidente egi-ziano al-Sisi è a Londra e oggidovrebbe incontrare il primoministro inglese. Le ultimerivelazioni negherebberoquanto al-Sisi ha detto findall’inizio, e cioè che un at-tentato era da escludere e chel’aereo russo con a bordo 224passeggeri sarebbe cadutoper cause tecniche.

LA PREOCCUPAZIONE di nondare una ulteriore mazzata alturismo egiziano sarebbeprioritaria, per al-Sisi, rispet-to alle questioni di sicurezza.Dopo la dichiarazione di Do-wning Street, Easy Jet ha ri-t ar d at o i s u oi d u e v ol i d aSharm-el Sheik: uno era di-

retto all’aeroporto londinesedi Gatwick, l’altro a Luton.

L’altro volo rimasto a terraè della Thomson, diretto aManchester. I passeggeridella British Airways ieri seranon hanno subito cancella-zioni, perché il volo è previstoper oggi. In attesa di ulterioricomunicazioni da parte delgoverno inglese, l’inviato del-la Bbc in Egitto parla di 2milacittadini britannici attual-mente in vacanza solo aSharm-el-Sheik.

In tutto l’Egitto dovrebbe-ro essere trai 10 e i 15mila.Enon è chiaro ancora se la si-tuazione andrà a migliorare opeggiorare, nelle prossime o-re.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno dei reattori dell’Airbus nel deserto del Sinai LaPress e

NEWYORK L’aggressore aveva il volto coperto da una maschera

L’Intifada dei coltelli arriva a Brooklyn

ebreo ortodosso ferito al collo

qL’INTIFADA dei coltelli arriva

anche nelle strade di Brooklyn, ilpiù popoloso quartiere di New York.

Martedì sera un ebreo ortodosso è sta-to accoltellato al collo, mentre passeg-

giava lungo Eastern Parkway, nel quar-tiere di Crown Heights; l'aggressore,

chenascondevail voltocon u-na maschera di Halloween, è

fuggito subito dopo aver sfer-

rato l'attacco e non è ancorastato identificato. La vittima si

chiama David Katz edè mem-brodi Hatzalah, un servizio di

emergenza volontaria ebrai-ca; la vittima è fuori pericolo.

Gli abitanti della zona sonopreoccupati di questo clima

d'odio antisemita, sulla sciadell'Intifa-

da dei coltelli, ovvero i recenti attacchidei palestinesi contro gli israeliani in Ci-

sgiordania e a Gerusalemme Est. “Cisono un sacco dipersone che ci odiano

e che hanno intenzione di usare ogniscusa e modo possibile per recare dan-

no alla comunità ebraica”, hadichiarato Zaki Tamir, presi-

dente del ConsiglioEbraico di

Crown Heights. Nel frattem-po, gli scontri in Cisgiordania

proseguono: due israeliani, tracui una guardia di frontiera, so-

no stati travolti da un veicolo aHalhul. L'autista, un ragazzo di

22 anni è stato ucciso dalle for-ze di si curezza.

Ortodosso

LaPresse

Pre c a u z i o n i

Londra ritiene

che il regime egizianonon sia in grado di

garantire la sicurezza

Richiesti da 4 anni Arriva l’ok per monta re missili e bombe sui velivoli in dotazione all’A e ro n a u t i c a

Contentino americano: due droni armatiUSA-ITAL I A

Le tappeSabato

l’AirbusM e t ro j e t

S ha r m -S anPietroburgo si

schianta neldeserto del

Sinai una

ventina diminuti dopo il

decollo: 224le vittime.

IsisMiliziani

dello Stato

is la m i co

r ivend ic a n o

l’“abbattime-

nto” del

ve l i vo l o

r u sso.

Smentitedel Cairo e

Mosca

IpotesiCon lo studio

dei detriti,l’inchiesta si

co n ce n t rasempre più

sull’esplosioneinterna di un

ordigno, piùche un

miss i le

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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20» | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

 Secondo Te m p o

P» ANDREA SCANZI

rima che una caviglia dannatalo costringesse a l r itiro aneanche trent’anni, la piùmaestosa espressione di Este-tica applicata al calcio – Mar-co Van Basten, professioneArtista – rischiò la vita. Era il26 febbraio 1992. Torino-Mi-lan, ritorno dei quarti di Cop-pa Italia. Il suo marcatore, Pa-squale Bruno detto sobria-mente O’  Animal , lo tartassò

di falli. Poi Bruno fece auto-gol.Van Basten, mentre l’av-versario era a terra, gli andòsopra, allargò legambe e mi-mò un balletto di scherno. Inquel preciso istante rischiò lavita. Lo salvò Fabio Capello,che lo sostituì dopo due minu-ti (mentre in campo succede-va di tutto), ma più che altro losalvò la psiche di Bruno. Laquale, frastornata dall’um i-

liazione per l’autorete, non siaccorse del balletto di Van Ba-sten. Non subito, almeno.

La definizione più lucidasu Pasquale Bruno, 53 anni daSan Donato di Lecce, è di A-dalberto Bortolotti: “Non èstato un violento, ma un esi-

 bi zi on is ta de lla vio le nz a”.Buon difensore, ostentata-mente roccioso, venerato da-gli ultras delle squadre in cuigiocava (del Toro in partico-lare) e odiato dagli avversari.Molti sono rimasti compren-sibilmente sgomenti di frontealla sua ultima intemerata.Non potendo più dareil cat-tivo esempio in campo, Brunofa come le comari che detesta-vano Bocca di Rosa: si prendeciclicamente la briga, e di cer-to il gusto, di dare a tutti il con-siglio giusto.

Nello specifico, due giornifa ha dispensato le sue lezionidi vita a un giornalista di Tut-tomercatoweb.com.  “DuranteJuve-Toro vedere Bonucciprotestare mi ha fatto pensare.Vederlo così tanto eccitato,pronto a protestare sempre,mi ha fatto immaginare Pa-squale Bruno nel tunnel che dàun pugno in faccia a Bonucci,gli spacca il labbro con cinque

punti di sutura e così non parlaper cinque mesi. È insoppor-tabile per il suo comporta-mento”. Chi guarda il videopuò facilmente contestualiz-zare l’intervista: un ristorante,le bottiglie di vino finite, un a-mico che gli fa cenno di fer-marsi – conscio delle polemi-che che quelle parole avrebbe-ro scaturito – e il giornalistache, dopo avergli parlato ma-gari a pranzo, lo stuzzica pun-

POST DERBY “A Bonucci avrei tirato un pugno in faccia”

in carriera, Bruno gli disse chequel giorno non aveva voglia dicorrere. Traduzione: non pro-vare a fregarmi, altrimenti titrito. Raducioiu non ci credet-te e Bruno fu di parola.

Gli squarciò letteralmentela gamba sinistra con un tac-kle. Nove punti di sutura equattro mesi di assenza. Brunoci rise sopra e disse che in tascaavevaanche “una pistola, unalupara e la magnum”. La Figcaprì un’inchiesta e il presiden-te del Torino Goveani non glirinnovò il contratto. Il confinetra gladiatore e macellaio, nel

tualmente sui temi “sensibili”toccati a telecamera spenta.Bruno sembra non voler ri-spondere ( “Che bastardo!” ),ma poi esonda. È verosimileche non si sia pentito, anzi sidivertirà un mondo a leggerele polemiche. Molti lo condan-nano, altri – facendo levasull’antipatia che ha spessoBonucciin campo  – gli dannoaddirittura ragione. Il trucco,

in casi simili, è derubricarequeste esternazioni – che aprenderle sul serio sarebberoda arresto immediato   – perquel che sono:cazzeggio spe-ricolato da bar.

È LA PRASSI che adottano an-che gli autori di  “Delinquentidel pallone”, 490 milafans suFacebook, che si divertono anarrare–peraltro benissimo–

le gesta dei picchiatori del cal-cio. Ce ne sonostati tanti, al-cuni di professione e altri per-ché privi di talento (e in qual-che modo dovevano sopperi-re). Se Bruno fosse un perso-naggio cinematografico, sa-rebbe un duro minore da we-stern, uno di quelli che muoio-no a metà film dopo aver la-sciato alle spalle tanti caduti equalche massima memorabi-le. Su Massimo Crippa: “Sepossedessi un asino come lui,non gli darei nemmeno damangiare, lo lascerei morire difame”. Su Chiellini: “Quelloche mi ha urtato di più è statol’atteggiamento da fighetta i-sterica di Chiellini: uno col suofisico non può fare scene così.Ha simulato varie volte, si è la-mentato tutta la partita. Se fos-si stato Suárez gli avrei dato unpugno in faccia, altro che mor-so”.

Bruno non è stato solo un bul lo ino ffe nsi vo. Dop o underby con la Juve, arrabbiato

per la sconfitta e per un vaffa diPaolo Di Canio, entrò nel tun-nel e prese a cazzottiil primo

 bianconero che trovò. Era Di-no Baggio, l’unico amico ju-ventino che aveva. Quando sene accorse ci rimase male echiese scusa, però due giornidopo (tramite intercessione diLuca Fusi). Andò molto peggioa Florin Raducioiu. Nel tunneldegli spogliatoi, dove ha pro-

 babilmente dato il meglio di sé

calcio, è labile. Ed è un confinetremendo, perché il calcio puòessere drammatico. Chiederead Alvise Zago, che ha inter-rotto la carriera a 20 anni. AGiancarlo Antognoni, che ri-schiò la vita per un interventoallucinante del portiere Mar-tina. A Maradona, che uscì conla gamba tritata dopo un inter-vento indegno di Goigoetxea.O al povero Impallomeni, oggigiornalista, costretto al ritiroper un fallo insensato di Costa-curta (in un’amichevole). ABruno, che quel confine lo co-nosce e a volte l’ha oltrepassa-

to, piace la parte del duro. Ciperdonerà – si spera: altri-menti rischiamo grosso– se lopreferiamo come battutistasalace. Esempio 1:  “In campomi dicevano di tutto: terrone,africano, ignorante. Sull’igno-rante, in effetti, non si sbaglia-vano”. Esempio 2: “Tanti mieicolleghi pensano solo a soldi,donne, auto e orologi. Credo-no che Rossana Rossanda siauna caramella, Pil Pot un piat-to tipico piemontese e Clintonuna pistola”. Notevole. E  “PilPot” non è un refuso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pa ss ato

e presente

Pas q u a le

Bruno, 53

anni, il giorno

del centena-

rio del Torino

nel 2006.

A fianco, Leo-

nardo Bonuc-

ci della Ju-

ve nt u s La Pre sse

Bruno “Bocca di Rosa ”

e i delinquentidel pallone

» LUCA PISAPIA

Garde à vue , let tera lmente“guardato a vista”, legalmente

“in stato di fermo”, così si è trovatoieri mattina Karim Benzema nei lo-cali della polizia giudiziaria di Ver-sailles. L’attaccante del Real Ma-drid secondo l’avvocato si è pre-sentato spontanea-

mente per chiarire lasua posizione nell’af- faire Valbuena: il ri-catto a luci rosse chesta sconvolgendo laNazionale francese. Agiugno Mathieu Val-

 buena , oggi al Lione ,aveva denunciato untentativo di estorsio-ne ai suoi danni: 150mila euro per non ren-dere pubblico un vi-

deo,girato col suo stesso telefoni-no, in cui losi vede fare sesso conuna ragazza. Per questo sono statearrestate tre persone, tra cui AxelAngot, il dipendente dell’Olympi-que Marsiglia che avrebbe rubato iltelefonino a Valbuena quando que-sti giocava in Provenza. Poi a otto-

 bre era stato posto in stato di fermoe subito rilasciato l’al-

tro nazionale franceseDjibril Cissé, un brevepassaggio alla Lazio.

SEMPRE a ottobre, du-rante la pausa delleNazionali , in molt ihanno visto Valbuenae Benzema discutereanimatamente dellafaccenda. Secondol’avvocato, l’attaccan-te del Real stava con-

sigliando il compagno di squadra sucome comportarsi, ma il canale te-levisivo francese M6 ha riferito co-me il numero di telefono di Benze-ma sia stato contattato più voltedalle utenze degli estorsori, e che instato di fermo sarebbe anche un a-mico di suo fratello. A questo puntogli inquirenti devono appurare se ilcalciatore del Real, che infortuna-

tosi proprio con la Nazionale mar-tedì non è sceso in campo contro ilPSG, sia direttamente coinvolto ose i ricattatori cercassero in lui uncontatto vicino a Valbuena. Sta difatto che non è il primo scandalo aluci rosse in cui finisce Benzema,già indagato e poi prosciolto nelpresunto caso di sfruttamento del-la prostituzione minorile che coin-volse anche l’altro nazionale fran-cese, Franck Ribéry.

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Benzema, attaccante

del Real Madrid  Ansa

VIDEO HOT L’attaccante del Real Madrid fermato a Parigi per tentata estorsione

Pornoricatto, nei guai Benzema 

“O’ A N I M A L”

L’ex difensore, ultimo diuna serie di “cattivi” da manuale, sbraca sul web

contro lo juventino. Ma forse aveva bevuto un po’

P illola

n A RTI SS I -

MA AL LIN-

G OT TO

Si apre do-

mani a Torino

“Artissima”

la principale

fiera d’arteco ntem p ora-

nea in Italia,cui parteci-

pano ogni an-

no quasi due-cento gallerie

da tutto il

mondo. Ar-tissima si

compone an-che di tre se-

zioni artisti-

che dedicate

agli artistieme rgen t i ,alla perfor-

mance e alla

riscopertadei grandi

pionieri

dell’arte con-tem p oranea.

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

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Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 21

» FRANCESCO MUSOLINO

Stufo di spendere lapropria vita sui testifilosofici, ormai in-capace di trovare lapropria voce, la ra-

gione stessa di tutto quel la- voro fra i grandi pensatori delpassato, Eric Jarosinski hacercato una via di fuga tecno-logica. Senza rinnegare nulla.Ed è stata la sua fortuna.Do-cente di letteratura e culturatedesca moderna e di teoriacritica, ha abbandonato l’i n-segnamento, creando nel2 0 1 2 l ’ a c c o u n t t w i t t e r@ NeinQu arterl y ( “un com-pendio di negazione utopi-ca” ), infon dend o nel dora tomondo dei social un po ’ di sa-no pessimismo di stampo ger-manico e raggiungendo un

successo impensabile, tantoda superare la soglia deicen-tomila follower.

I suoi tweet funzionanodavvero perché, oltre a essereirriverente ( “Da Starbucksordino con il nome Godot epoi vado via”;  “Weekend: idue giorni della settimana incui l’alienazione è tutta perte” ) h a sap uto mes col are iltutto con cinica ironia. Lo di-mostra anche il logo scelto: unprimo piano st i l izzato diTheodor W. Adorno, con ilmonocolo. Come dire, ti por-go un omaggio, ma non pren-diamoci troppo sul serio.

Eric Jarosinski nei giorniscorsi ha fatto tappa anche inItalia per promuovere la sua

raccolta, Nein. Un m anifest o

(Marsilio). Studioso del lin-guaggio– si descrive come unautore di aforismi su internet–Jarosinski non è preoccupa-to dal futuro del giornalismonell’era dei social ma teme perle sorti di Twitter che rischiadi smarrire se stesso per fre-nare la fuga dei suoi utenti…

Professor Jarosinski, dopoanni di “think positive”, èvenuto il momento di farespazio a un po’ di razionalepessimi smo?

Penso che quel tempo sia ar-rivato molto tempo fa. Ma me-glio tardi che mai.

Su Twitter si definisce  “ i n-tellettuale fallito” ma è con-siderato un influencer dis u c c e s s o . C o m ’ è n a t o@NeinQuar terly?

Il mio account Twitter è statoil risultato di una grande

quantità di frustrazione accu-mulata quotidianamente conla scrittura accademica. Nonriuscivo più a sopportare lalingua della mia disciplina, iostesso ero incapace di trovarela mia dimensione. Twittermi ha dato la possibilità di tro-

 vare la mia voce .Come logo ha scelto una ca-ricatura di Theodor W. Ador-no con il monocolo logo…

Mi piace pensare che avrebbereagito bene, dimostrandosenso dell’umorismo. Ma luinon l’avrebbe mai indossato.

Nella prefazione scrive che“Nein non è un semplice no”.Desacralizzare la filosofia èla via del maestra nella cul-tura pop?

Penso che molte persone sia-

no interessate alle questionistrettamente filosofiche e alledomande che pone ma sonoaltresì spaventate dalla filo-sofia stessa. Non c’è alcun bi-sogno di rendere popolare lafilosofia o di semplificarla as-surdamente, sino a banaliz-zarla. Ma la filosofia ha dav-

 vero bis ogno di essere dem i-stificata.

Cosa c’è dietro un tweet disuccesso? Si tratta di unasfida, un gioco di contraddi-zioni?

Tutto dipende da come si mi-sura il successo. Ma, in gene-rale, sì: il segreto sta nel giocodi contraddizioni. Un tweetha bisogno di creare una ten-

sione per poi fare qualcosa di

inaspettato con essa.È in atto una copiosa fuga diutenti da Twitter. Fra le ipo-tesi al vaglio anche la rinun-cia ai fatidici 140 caratteri.Cosa ne pensa?

Credo che rinunciare al limitedei 140 caratteri sarebbe ungrave errore. Anche se la mag-gior parte degli utenti può es-serne inconsapevole, sonoproprio la brevità e l ’im m e-diatezza a rendere Twitterciò che è.

Come si svolge nel quotidia-no lagiornata di un influen-cer ovvero come nascono isuoi tweet?

Purtroppo ormai ho davveropoca routine nella mia vita. Le

mie giornate sono scandite

dal flusso di notizie che devoseguire molto da vicino poi-ché ho delle rubriche fisseinGermania per il settimanale

 Die Z eit e in Olanda su NRC Handelsblad , scrivendo pre- valentemente di politica. Manon solo. Durante l’ultimo an-no ho trascorso molti, moltigiorni in viaggio, partecipan-do a conferenze, letture e altrieventi. Io l’ho ribattezzato il“ t o u r d i b u o n a v o l o n t àdell’intellettuale fallito”.

Il giornalismo del futuro sa-rà fatto da periodi compostida singole frasi lunghe appe-na un tweet?

No, io non la penso così. Pensoche alla gente piaccia ancoraleggere e in futuro continue-ranno a voler leggere articolipiù approfonditi ma la com-petizione è sempre più dura.

Chiunque abbia intenzione discrivere reportage o pezzid’opinione dovrà essere capa-ce di raccontare bene la suastoria.

Al giorno d'oggi è possibileacquistare migliaia di follo-wer con pochi clic. In fondosiamo tutti alla ricerca di unpalcoscenico e di una follache ci ascolti, anche se vir-t u a l e?

Forse è così. Il primo passo èquello di stabilire un tipo di le-gittimità che deve riguardaretanto noi stessi che tutto ciò dicui abbiamo intenzione di t-wittare. Ma le persone non so-no stupide. Se nonhai nienteda dire, tutti se ne renderannoconto molto rapidamente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» CARLO BORDONE

No m i n a s u n t c o n s e-quentia rerum. Clubto Club, il festival in-

ternazionale che porta a To-rino il meglio di quell’uni ver-so variegato che va sotto la di-citura un po’generica di “mu-sica elettronica”, trasmette

già dal nome–

abbreviatonell’hashtag #C2C, più sveltoe moderno – la sensazione dimovimento e nomadismo checerti suoni, nonché il modo di

 vive rli e asso rbir li, port anocon loro. Sembrerebbe para-dossale che una delle rasse-gne “electro” più quotate inambito europeo sia nata in u-na città i cui abitanti si au-to-definiscono “ bogi anen”

(termine che in piemontese

indica quelli chenon si muo- vono neanche se gli spari). Loè un po’ meno se ci si ricordadei fermenti che si agitavanoal l’ombra della Mole negli

 Anni 90, dai quali C2C è ger-minato spontaneamente all’i-nizio dei 2000.

In questo weekend il festi- val celebra la sua qui ndicesi-

ma edizione, e farà muoverequarantamila persone  – l’au-dience stimata sulla base del-le prevendite–sfoderando uncast d’eccezione che coinvol-ge un centinaio di musicisti,dj, produttori. Si va dal leaderdei Radiohead Thom Yorke –

propostosi egli stesso al festi- val, dove terrà una delle po-chissime date da solista a li-

 vello mondia le – al padre no- bile della techno detroitian a

al siriano Omar Souleyman.Con le serate già quasi tuttesold out, la cifra tonda dell’e-dizione fornisce l’occasioneper fare un punto simbolicosu presente e futuro di C2C.

“Stiamo imboccando unpercorso sempre più veloce emultiforme – spiega il diret-tore artistico Sergio Ricciar-

done–

slegandosi da catego-rie rigide come ‘elettronica’ e‘dance ’ per abbracciare unimmaginario sonoro più va-sto, che pur provenendo sem-p r e d a l l ’ a v a n g u a r d i a edall’underground può esseredefinito ‘nuovo pop’”. Il chenon significa rassegnarsi almaistream e ai frullati cultu-rali, insapori e inodori, tipicidi troppe manifestazioni par-tite con lo stesso spirito e poi

annacquatesi nel corso deglianni. Anzi, assicura Ricciar-done, la specificità di C2C ri-marrà inalterata, a costo di ri-nunciare a una crescita chepuò in prospettiva rivelarsidannosa per un festival il cui

 budget dell’anno scorso era di800 mila euro, coperti al 90%da biglietteria e sponsor. Tor-

niamo al nome: le due C stan-no per “club culture”, ma an-che per “contemporaneità”,“cultura” e soprattutto “cit-tà”.  “La progettazione inten-de toccare con le location treanime di Torino: quella regale(Conservatorio e Carignano)post-industriale (Lingotto) equella delle feste di quartierea San Salvario”. Alla faccia deibogianen, insomma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Jeff Mills, dalla rivelazione diquest’anno Jamie XX e quelladell’anno passato Todd Terjea nomi consolidati come Ap-parat, Kode9 e Four Tet, dalladubstep di Shackleton al po-st-rock dei Battles, dagli ita-lianissimi (nonostante i no-mi) Ninos du Brasil e De Niro

Thom Yorke

Il leader

dei Ra-

diohead

si esibirà ve-

nerdì 6 no-

ve m bre

La Presse

Centomila follower Ex docente di letteratura e cultura tedesca moderna

ERIC JAROSINSKI Un ex docente di letteratura tedesca crea l’account @NeinQuarterly e diventa tweetstar a colpi di massime filosofiche: “Il risultato di una grande quantità di frustrazione accumulata ”

“Sono un intellettuale fallitoQuindi rinasco su Twitter”

SOTTO LA MOLE Al via la 15esima edizione del più importante festival italiano del settore

“Club To Club”, il cielo elettronico su Torino

L’EV EN TO

Finoall’8/ 1 1 At t e s e40 mila persone:il budget,copertoal 90%da bigliet-

ti e spon-s o r,è di 800mila euro

Mangia riparte da Ascoli

Devis Mangia è il nuovo allenatoredell’ Ascoli. L’ex ct della NazionaleUnder 21, presentato ieri, prendeil posto di Mario Petrone

“Robin Williams era malato”

“ Aveva gravi problemi di salute chelo avrebbero ucciso entro tre annise non avesse deciso di suicidarsi”.Lo ha rivelato la moglie Susan

Union Berlin per i rifugiati

L’Union Berlin, club della serie Btedesca ha messo a disposizione la sua Fanhaus vicino allo stadio, perospitare i rifugiati durante l’i n ve r n o

Il libro

l Nein. Unm a n i fe sto Eric 

 Jaro sin sk i 

Pagine: 14 4Prezzo: 12e

Editore:

M ars i l io

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 22/24

22» SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

IL FILM

DA VEDERE

“45 anni”, il lungo matrimonio tra due settantenni turbatodal cadavere di una giovane donna restituito intatto da un ghiacciaio

Il passato, anche se congelato,torna sempre a farci visita 

C i ne m a

L» FEDERICO PONTIGGIA

e decisioni, quelle importan-ti, si prendono solo da giova-ni? L’età avanzata, la terza ola quarta, è un consegnarsiper inerzia alle scelte fattedecenni prima? Ancora, chene è del matrimonio dopo lu-stri e lustri passati insieme? Eche cos’è il matrimonio, cer-tificazione di una relazione a

due o sanzione sociale? Ecco,che interrogativi simili non vengano da un dibattito se-rioso o una conferenza noio-sa, bensì sortiscano dai 93 mi-nuti di un film costruito comeun Kammerspiel coniugale earredato come un thriller dicoppia è un ineludibile pre-gio da ascrivere a 45 anni (45Years).

IL SUOREGISTA e sceneggia-tore Andrew Haigh restitui-sce al cinema la capacità didialogare senza immagini eparole fatte con la società el’individuo, di riflettere lacomplessità esistenziale delnostro stare qui e ora: per dar- vi un’idea, sembra un film

scritto da Ingmar Bergman egirato da Mike Leigh. No, nonesageriamo: sono Scene da unmatrimonio piene di Segreti ebugie, affidate a due interpre-ti eccelsi e in stato di grazia,Charlotte Rampling e TomCourtenay. Sono stati en-trambi premiati all’ultimaBerlinale, primo riconosci-mento dei tanti attribuiti a 45anni, tra cui le sei candidatureai BIFA inglesi: non c’è dav- vero da sorprendersi, perchénelle sue inquadrature ri-mangono liberamente in-

trappolati le sensazioni, le e-mozioni e i sentimenti di quelcodice binario che è il matri-monio e, per esteso, la vita dicoppia. Kate (Rampling) eGeoff (Courtenay) conduco-no quella che credono, e forse

è, una vita tranquilla nellacampagna inglese: lui ha avu-to un  “colpetto” cinque anniprima, quando avrebbero do- vuto festeggiare i 40 di matri-monio. Il suo bypass si presela scena, ma ora è tempo di ri-mediare e brindare, con i pez-zi musicali, gli amici e i ricor-di di una vita. Manca una set-timana scarsa all’anniversa-rio, ma non sarà una settima-na qualunque: all’orecchio diGeoff arriva una notizia – let-teralmente – scongelata dalpassato. I cambiamenti cli-

matici, meglio, l’innalzamen-to della temperatura globalehanno riportato alla luce il ca-davere di Katya, la sua primafidanzata, tragicamentescomparsa in un’escursionealpina negli Anni Sessanta: il

ghiacciaio svizzero che la cu-stodiva s’è sciolto, il corpo èperfettamente conservato, lasua assenza presente pure.Da quel momento, Kate eGeoff nonsono piùdi due u-no, ma volenti o nolenti devo-no triangolare con Katya, ladonna che rivenne dal fred-do. Geoff, gli chiede Kate, a- vrebbe sposato Katya se nonfosse caduta nel dirupo? No-tare l’assonanza, forse, l’in-tercambiabilità tra Kate e Ka-tya e  – altra finezza di scrit-tura – la non piena autosuf-

ficienza dell’uomo: non puòguidare, soprattutto, non po-trebbe recarsi da solo in Sviz-zera per ricono-scere, diciamocosì, quel cada- ver e vivi ssi mo.

Ma non se r v epartire, già rima-nere è fonte didolore: per Katecrolla l’illusioneche il passato delpartner sia indif-ferente e non ri- v e r b e r i s u l l aconvivenza, seb- bene Geoff aves-se frequentatoKatya prima di conoscere lei.Per entrambi, va in frantumila convinzione che dopoquattro decenni passati in-

sieme non ci si possa–e non cisi voglia – far più male: no, sipuò. Del resto, si può ancheriprendere a fumare. Ma cosìil paso doble si disarmonizza:c’è chi “porta” e chi fa il mor-to, e noi spettatori capiamo bene, comprendiamo intima-mente tutto.

PERCHÉ Kate e Geoff siamonoi, noi a qualsiasi età: la pro-

spettiva di Kate, secondo cuiseguiamo la storia, non esclu-de nessuno, bensì ci invita asvelarci, ad aprirci, a com-pa-tire quei due splendidi set-tantenni. “Credo ci sia qual-cosa di culturalmente e poli-ticamente conservatore negliinglesi che li spinge a nascon-dere i propri sentimenti permantenere lo status quo. Ed ècertamente il caso delle classimedie”, ha detto Haigh, manon si creda che l’indicazionegeografica e sociale preserviqualcuno: quale baule, qualefoto nascondiamo in soffitta?

Quali scheletrinel ghiacciaio? Eperché non nep a r l i a m o? La

Rampling subli-me per eleganzae bravura, sen-s u a l i tà e p r e-stanza (69 anni),il 78enne Cour-tenay all’altezza,45 anni non è unfilm che va solo visto, ma vissu-to. E pazienza sedoveste ripren-

dere a fumare: per riprenderea vivere, talvolta, tocca farsidel male. Non perdetelo.

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Protagonisti

Gli interpreti

del film,

Tom Courte-

nay e Charlot-

te Rampling,

1BELLI

DI PAPA’

1 .475.940

euro

Tot. Id. in 4gg.

2THE LAST

W I TC H

HUNTER

1. 351. 362

euro

Tot. Id. in 4gg.

3IO CHEAMO

SOLO TE

892.485 euro

Tot 2.538.387 

euro in 2 sett.

4HOTEL

TRA NSY

LVANIA 2

741.725 euro

Tot. 8.910.673

euro in 4 sett.

Box Office

La fidanzatadi un tempo

Kate e Geoff

non sono più

gli stessi, devono

tr ia ngola re

con Katya

NELLESA L E L’ultimo episodio della saga (con Monica Bellucci nei panni della Bond Lady) non vale il precedente “Skyfal l”

Agente Daniel Craig, 007 per inerziacontro la palpebra che s’abbassa

S p e c t reRe g i a : Sam MendesAttori principali: Daniel Craig, Léa SeidouxD u ra t a : 149 min.,,,,,

SECONDO per Mendes e quarto per Craig, il 24°

film di 007 ci porta dal Messico a Roma, dall ’Au-

stria a Londra, passando per Tangeri: James Bondritrova il Martini agitato non mescolato e la Spec-

tre, l’associazione terroristica partorita da IanFleming. Ovvio, non gli mancano nemmeno le

donne – la prima Bond Milf della storia, Lucia

Sciarra (Monica Bellucci), e la fatale

Madeleine Swann (Seidoux)–

e lanemesi, Oberhauser (Christoph

Waltz), che vuole controllare ilmondo con un Echelon 2.0. Superba

(piano)sequenza iniziale al Dia de

los Muertos, collegamento tra fiction

e realtà (NSA, Snowden), adrenali-

na intermittente: S p e c tre non èma-le, ma non vale il precedente S ky fa l l,

perché sia Mendes che Craig paio-no annoiati e procedono per inerzia.

C’è da capirli: nella seconda parte

del film, il vero antagonista è la pal-

pebra che cala. Ottima presenza scenica dellaSeidoux, solito villain per Waltz, il capolavoro, di

astuzia, è della nostra Monica: ha poche pose,ma ha saputo vendersi mediaticamente come

nessuna. In epoca renziana, merita un ministero,

per esempio il MiBACT: avvisate Franceschini.

FED. PONT.

Corpi

Re g i a : Malgorzata SzumovskaAttori principali: Janusz Gajos, Maja Osta-szewska

D u ra t a : 90 min.,,,,,

UN PROCURATORE di polizia e sua

figlia Olga stentano a elaborare il

lutto di moglie e madre deceduta daun anno. Olga è malata di anoressia

e frequenta una terapia di gruppo

guidata da Anna, una psicologa convelleità paranormali. La donna, in-

fatti, si considera una medium ingrado di dialogare coi morti. Nulla

sembra accadere per caso e Anna si

propone a Olga per far “ r ivi ve re” la

cara estinta, a modo suo. Sulla carta sembra un

horror, in realtà Co r pi è una commedia nera conspunti di dramma esistenziale raccontata con no-

tevole ironia. L’uso dell’anoressia quale metaforadi una non accettazione di se stessi, ma su più li-

velli, funziona nella leggerezza non superficiale

che caratterizza il tono del film. La ricerca di un

altrove appartiene a tutti noi, come questo filmche – seppur molto “femminil e” – può trovare un

plauso trasversale. Premiato per la regia a Berli-nale 2015.

 ANNA MARIA PASETTI

Ala ska

Re g i a : Claudio CupelliniAttori principali: Elio Germano, Astrid Ber-ges - Fr i s b eyD u ra t a : 125 min.,,,,,

UN SAPORE di ruggine e ossa all’italiana? Glipiacerebbe, a Cupellini. Il regista di Lezioni di cioc-co lato strizza l’occhio al film di Jacques Audiard

del 2012 ed espande in chiave mélo il dramma dacamera d’albergo del cameriere Elio Germano e

della wannabe modella Astrid Berges-Frisbey:

sorpresi in una suite, volano gli schiaffi, lui finiscein carcere, lei fa carriera. Si ritroveranno, ma il

film si perde: se Cupellini gira con qualche digni-tà, la sceneggiatura è imbelle, imbarca colpi di

scena puerili e, soprattutto, riesce a non farci ap-

passionare minimamente ai personaggi e ai loromutevoli e intrecciati destini. Si capisce, per un

mélo è un peccato capitale: Germano meno con-

vincente e più disinteressato del solito, Binasco eRadonicich macchiette, la Berges-Frisbey bella

ma non balla. Del resto, già il titolo Alaska è ri-velatore: forse fa figo, ma non c’entra quasi nul-

la.

FED. PONT.

F re e he l d

Re g i a : Peter SollettAttori principali: Julianne Moore, Ellen PageD u ra t a : 103 min.,,,,,

LA DETECTIVE Laurel Hester combatte il crimi-

ne nello stato del New Jersey affiancata dal so-dale Dane. Quando incontra la giovane Stacie,

meccanico d’auto, decide di “metter su famiglia”

formalizzando con lei una coppia di fatto. Pur-

Bond Daniel Craig,

Agente 007

Premiato a Berlino “Corpi”, film

di Malgorzata Szumovska

 

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 23/24

Giovedì 5 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 23

troppo la sorte le è avversa e poco dopo le vienediagnosticato un cancro al polmone di rara ag-

gressività. Sapendo di morire presto, si adoperaper passare la reversibilità della pensione alla

compagna che le sta sempre accanto accuden-dola. Il gruppo dei   “f re e h o l d er” – funzionari del

New Jersey incaricati di far rispettare le leggi   –

però le si oppone, così come una buona parte del-

la comunità locale benpensante che rifiuta l’o-mosessualità. Con l’appoggio del distretto di po-

lizia e di un attivista ebreo, le due donne riescono

nell’impresa alla vigilia della morte di Laurel. Sto-ria drammaticamente vera, quella di Laurel He-

ster ha rappresentato un prezioso tassello nelraggiungimento dei diritti civili nella comunità L-

GBT, di cui la coprotagonista del film, Ellen Page,

fa orgogliosamente parte. Purtroppo il film èquanto di peggio Hollywood sappia esprimere

per retorica, agiografia e piattezza registica: nep-pure la brava Julianne More riesce a sollevarlo.

 AM PAS.

Drammatico Julianne Moore,

Ellen Page in “Freeheld”

Teat ro

CIAKSIGIR A Marleen Gorris (“L’albero di Antonia”) in Puglia per “Tulips”, storia di famiglia e mafia

 Walter Veltronici ha presogusto: Villeneuvedopo Berlinguer

» FABRIZIO CORALLO

La regista olandese Marleen Gorris,vincitrice dell'Oscar per il migliorfilmstraniero nel 1996 con L’ albero

di Antonia, ha iniziato a girare da qualchesettimana in Puglia (tra Ginosa, Ruvo e Ba-ri)Tulips, una coproduzione italiana, olan-dese e canadese che prevede nel cast Do-natella Finocchiaro, Lidia Vitale, MicheleVenitucci, Giorgio Pasotti e GiancarloGiannini. Il film racconta le vicende di unadonna, Anna, che negli Anni 80 arriva dalCanada nell’Italia del Sud con lo scopo diriportare a casa le ceneri della madre, o-riginaria di quelle terre, e scopre veritàsconvolgenti sulla sua famiglia e l'identitàdei suoi veri genitori che 25 anni prima a-vevano combattuto la mafia locale.

LA STAR

diThe ArtistJean Dujardin è il pro-tagonista con Elsa Zylberstein di Un plus u-ne, la nuova commedia di Claude Lelouchscritta dal 78enne regista francese con Va-lérie Perrin e in uscita a dicembre. In scenale vicende di un celebre compositore cheparte per l’India per comporre la colonnasonora di una versione indiana di  Romeoand Juliet e incontra la moglie dell’amba-sciatore francese con cui avvia una compli-cata relazione. Dujardin ha interpretato in-tanto anche con Virginie Efira Up for Love,

una commedia romanticadiretta da Laurent Tirard(già autore di Le Petit Nico-las ) pre vis ta nei cin emafrancesi a metà del 2016. È lastoria di un’avvocatessa dapoco tornata nubile che ri-ceve una chiamata da un fa-

scinoso architetto scono-sciuto che ha ritrovato il suocellulare perduto. I due par-lando al telefono si piaccio-no e decidono di incontrarsima il loro primo appunta-mento non andrà come pre-visto.. L’impegno più recente per l’attorefrancese è infine Brice de Nice 3, j'ai cassé le 2, il sequel (realizzato dallo stesso regista,James Huth) di «Brice de Nice », una com-media di successo di dieci anni fa da lui an-

che sceneggiata che lo vede impegnato inquesti giorni in Costa Azzurra nei panni diun surfista insieme a Clovis Cornillac e Al- ban Lenoir.

SONO INIZIATE in questi giorni le riprese di Romanzo Familiare, una nuova serie tv insei puntate realizzata da Francesca Archi- bugi per Wildside e Raifiction e destinata aRaiuno che la trasmetterà in primavera.Racconterà le vicende di una famiglia molto

giovane di Livorno, compostada una mamma di 32 anni edalla figlia sedicenne che ri-mane incinta da adolescenteproprio com’era successo asua madre anniprima. Il pro-getto viene annunciato comeun affresco della società del2015 raccontato attraverso gli

occhi di due donne di genera-zioni diverse e attraverso ilpregiudizio che ancora per-mane in tanti uomini e don-ne.

WALTER VELTRONI sta lavo-rando ad un docufilm sulla vita e le impresesportive del pilota Gilles Villeneuve che sa-rà prodotto da Sky come i suoi precedentiQuando c’ era Berlinguer e I bambini san-no.

Uno dei più grandi Gilles

Vi l le ne uve  Ansa

D

» GIORGIO CERASOLI

imenticate Bizet. Anzi an-

che no. Perché rispetto al Flauto Magicomozartiano–già oggetto di una preceden-te rivisitazione– la sua Car-men comunque possiedequella componente passio-nale e quel sapore gitano chehanno irresistibilmente ca-lamitato la creatività di Ma-rio Porta, al quale si devonoregia e direzione artistica.

Ne è nata la Carmen diGeorges Bizet secondo l’Or-chestra di Piazza Vittorio, inun nuovo allestimento cheha inaugurato la stagione2015-2016 dell’AccademiaFilarmonica Romana. Sulpalcoscenico del Teatro O-limpico è andata in scenadunque non un’opera ma u-na sorta di musical, oltretut-to alla maniera di PiazzaVittorio.

LIBERO E DISINVOLTO usodella partitura del francese,arrangiamenti e interpola-zioni musicali, adattamentodelle scene e così via. Ope-razione che andava a ridur-re ragionevolmente la dura-ta dello spettacolo rispetto aquello che si è soliti vederein un teatro d’opera, ma con-sentiva soprattutto di passa-re con disinvoltura dalla li-rica al flamenco, dal blues altango, dal reggae fino a so-norità di matrice araba.

Il carattere multietnico

del gruppo di musicisti, can-tanti, attori e ballerini che faparte della compagine, con-tinua irresistibilmente–so-prattutto nell’approcciomulticulturale–a riflettersicontenuti musicali dei lorospettacoli.

Catturare l’attenzionedel pubblico già primadell’ingresso della carovanadi migranti composta damusicisti e ballerini, che poiva a dar vita, nelle piazze enei locali della città di Sivi-glia, a un chiassosa serie di

canti popolari. Come? Sem-plice, con la body percussionproposta da due baldi giova-ni, migranti o cittadini di Si-viglia che fossero poco im-porta, il punto è che MarioPorta subito riesce a velo-cizzare il ritmo dello spetta-colo e coinvolge lo spettato-re, prima di catapultarlonella vicenda dell’a f f as c i-nante Carmen e della suadrammatica storia con DonJosé. Due protagonisti che

sono stati fortemente carat-terizzati dai rispettivi inter-preti, iniziando con la giova-ne Mama Marias – artistapugliese con già alle spalleforte esperienza nel reggaee interessanti collaborazio-ni, da Paolo Fresu ai 99 Pos-se – dotata di una vocalitàsenza dubbio assai sensuale,grazie anche alla tessituraparticolarmente grave incui s i poteva sping ere .Quanto a Don José, Evandro

Dos Reisha ben resoil per-sonaggio che, sedotto daCarmen e perdutamente in-namoratodella donna, fini-sce col disertare e col rinun-ciare alla propria fidanzataMicaela.

Soprattutto, con i suoisuadenti ritmi (e parole) brasiliani ha dato un primofondamentale contributo arealizzare musicalmentequella multietnicità chel’Orchestra di Piazza Vitto-

rio porta nel proprio Dna.Per contrasto–giusto per

sottolineare il ruolo antago-

nista del torero Escamillo –il tunisino Houcine Ataa hamesso in gioco l’intensitàdelle melodie arabe nella di-sputa per conquistare l’a-more di Carmen.

Ingrediente originale percondire ulteriormente l’e-secuzione musicale la pre-senza di una coppia di inna-morati ignoti, unici due per-sonaggi affidati a dei can-tanti lirici, che a turno sonoandati a raddoppiare, a con-trappuntare, ad arricchiretimbricamente le voci deglialtri interpreti. Soluzioneinteressante, coinvolgentesoprattutto per le arie diCarmen (a cominciare dallacelebre L’ amour est un oise-au rebelle ), con i bravi Her-sjana Matmuja e Dario Cio-toli in questo ruolo di con-trofigure vocali, efficaci maun po’ penalizzati dall’am-plificazione, che evidente-mente si adattava egregia-mente alle altre voci ma dif-ficilmente funziona nella li-rica.

L’ORCHESTRA, guidata daLeonardo Piccioni, si pre-senta come sempre con tut-to il suo armamentario stru-m e n t a l e e t-no-rock-jazz-blues e lospettacolo–che resta in car-tellone fino al prossimo 8novembre– mantiene sem-

pre un proprio peculiare fa-scino musicale.Più debole resta non tanto

l ’allestimento scenicoquanto la regia, a soffrirnemaggiormente non sono lecolorite e fragorose scened’insieme bensì quelle d’in-trospezione. Quello dellaregia, se l’Orchestra intendeaffrontare altri capolavoriteatrali, resta un aspetto sucui, in effetti, ci possono es-sere buoni spazi di migliora-mento.

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Rica rica

n L’AVA RO

DI FERRINI

Di Arpagone,a Jurij Ferrini

non interessasolo la pro-

verbiale ava-rizia ma so-

prattutto lasterilità, l’ari-

dità nei con-

fronti dei fi-gli. Il suo

Molière è una

“com media

generaz i on a -le”, cupa per

parte di pa-dre e rock

per parte diprole. L’ava-ro,

in scena finoa domenica

al Gobetti diTorino, “è un

vecchio cheper egoismo

co ndan na

all’infelicità igiovani: vedo

in tutto que-sto qualcosa

di familiare”.

AL TEATRO OLIMPICO Un nuovo allestimento dell’opera di Georges Bizet (regia e direzioneartistica di Mario Porta) ha inaugurato la stagione 2015-2016 dell’ Accademia Filarmonica Romana 

Carmen, il musical“libero” dell’Orchestra di Piazza Vittorio

 Messa 

in scena 

Lo spetta-colo è piùbreve ri-spetto allostandarddel teatrod’opera 

7/21/2019 Il.Fatto.05.11.2015

http://slidepdf.com/reader/full/ilfatto05112015 24/24

24» ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 5 Novembre 2015

Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Se, dopo un’altalena di ver-detti contrastanti, fu poi as-

solto è perché la Cassazionecambiò la giurisprudenza sulconcorso esterno. Ma ciò nonsignifica che fosse stato arre-stato ingiustamente: diversi ri-

scontri “giustificavano, secon-do la corte territoriale, il con- vincimento che il Mannino a- vesse consapevolmente intrat-tenuto rapporti con il mafioso Vella per motivi elettorali e a- vesse, in particolare, a ccettatoche costui divenisse un suo pro-cacciatore di voti, con l’effettodi ingenerare nella mafia agri-gentina la convinzione che eglifosse soggetto disponibile pergli interessi dell’organizzazio-ne”. Il patto di Mannino con lamafia fu accertato, ma non lacontropartita. Vedremo dallemotivazioni perché è stato as-solto per la trattativa. Il “non a- ver commesso il fatto”, unito alcomma 2 dell’art.530 Cpp (cheassorbe anche la vecchia insuf-ficienza di prova) vuol dire chesussiste il fatto-reato (violenzao minaccia a corpo dello Stato):cioè la trattativa è un delitto, mal’hanno commesso altri, o me-glio non ci sono abbastanzaprove per dire che l’abbia com-messo anche lui. Il che salval’impianto accusatorio del pro-cesso principale che vede allasbarra, appunto, gli “altri”:Dell’Utri, i Ros Subranni, Morie De Donno, e (per falsa testi-monianza) Mancino, accanto ai boss corleonesi e ai loro postini,tutti raggiunti da prove più so-lide di quelle su Mannino.

Difficilmente il Gup potràcancellare fatti ormai assodatiin documenti e testimonianze

su una trattativa tutt’altro che

presunta, vistoche ad ammet-terla e a chiamarla così sonomolti dei protagonisti: da Morie De Donno ai mafiosi pentiti,che negano la sua rilevanza pe-nale, non certo la sua esistenza.E proprio quei fatti i pm hannodoverosamente sottoposto al vaglio del giudic e ( dopo aversuperato quello dell’udienzapreliminare: tutti gli imputatirinviati a giudizio). Uomo in-telligente, Mannino in cuorsuo lo sa benissimo. Altrimentinel febbraio '92, dopo le con-danne del maxi-processo inCassazione, non avrebbe con-fidato all’amico marescialloGuazzelli che la mafia si sareb- be vendicata proprio su di lui

( “o uccidono Limao uccidonome” ). E, dopo il delitto Lima,non avrebbe detto a Mancino“ora tocca a me” e a Padellaro(allora all’ Espresso )  “sono sul-la lista nera”, proprio mentreBrusca lo pedinava per fargli lapelle. E magari avrebbe denun-ciato alla Procura le intimida-zioni che subiva (crisantemi adomicilio, croci nere sulla por-ta del suo studio, due incendinel suo ufficio), anziché par-larne aumma aumma col capodella Polizia Parisi, conquellodel Ros Subranni e col numero3 del Sisde Contrada.

La fine è nota: il Ros iniziò atrattare con Riinae Provenza-no tramite Ciancimino, l’atten-

tatoa Mannino fu revocato, lalista nera dei politici  “tra dito-ri” fu cestinata e nel mirino en-trò Borsellino, che guardacasoaveva saputo della trattativa e vi si opponeva. Non c’è senten-za che possa cancellare questifatti Si può tentare di rimuo-

Come mai Pasolini detestava tan-to la Tv e amava altrettan to il ci-nema? Viene da chiederselo in

questi giorni in cui si mangia pane e Pa-solini e assistiamo al fronteggiarsi tra ilpoeta e la sua icona. Nel giorno del qua-rantennale dallamorte sono andati inonda due toccanti documentari; lospeciale realizzato da RaiTeche Paso-lini, il corpo e la voce (Rai Uno), e il piùautoriale Maestro corsarodi Emanue-

la Audisio (Sky Arte). In entrambi ab- biamo visto PPP agitarsi traboccante vitalità sui set dei suoi film, teorizzare

la nascita del “cinema di poesia”;e in entrambi è passata la celebreintervista in cui Pasolini, ospitedi Enzo Biagi, denuncia il rap-porto di sudditanza tra chi sta davantie chi dietro il video, e bolla la Tv come“un medium oggettivamente antide-mocratico”.

Resistiamo dal trarre ovvie conclu-sioni sull'attaccamento morboso deinostri politici alla visibilità televisiva,

e torniamo al punto. Perché tanto a-more per il cinema e tanto od io per laTv? Pasolini stesso lo teorizza; l'una

gli appariva il braccio armatodella nuova società dei consu-mi, l'altro la nuova frontiera,l'ultimo rifugio della poesia.

Può sembrare incredibile quaran-t'anni dopo, ora che il linguaggio uni-co del piccolo schermo ha vinto sututti i fronti; ma è proprio questa ir-realtà a trasformare l'analisi in profe-zia. Oggi quella Tv è ovunque, quel ci-nema non esiste più. Crediamo di

commemorare Pasolini, ma forse èpiù vero che commemoriamo la poe-sia.

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

La tv ha vintoe s’è mangiata tutto, perfino

Pa s o l i n i

» NANNI DELBECCHI