IL BURNOUT DEL PRESBITERO Angelo Brusco Lucera, 25 febbraio 2010.
Il vissuto degli insegnanti in relazione al fenomeno del burnout · 2017. 5. 17. · Il vissuto...
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Il vissuto degli insegnanti
in relazione al fenomeno del burnout
Prof. Ing. Federico Paolinelli
Dott. In Scienze Psicologiche Applicate
Diplomato I.I.F.A.B (Istituto Italiano di Formazione in Analisi Bioenergetica)
Una definizione e una mini-teoria
• Freudenberger definisce il burnout come:
«stato di frustrazione nato dalla devozione ad una causa, da
uno stile di vita, da una relazione che ha mancato diprodurre la ricompensa attesa».
Le discrepanze (Δ)
C. Maslach e M.P. Leiter individuano [Maslach e Leiter, 2014] sei aree di discrepanza tra
individuo ed organizzazione che ritengono alla base della sindrome del burnout:
1. sovraccarico di lavoro;
2. mancanza di controllo;
3. remunerazione e gratificazione insufficiente;
4. crollo del senso di appartenenza comunitario;
5. assenza di equità;
6. valori contrastanti.
Il vissuto dell'insegnante
• L'insegnante in aula è sempre più solo (mancanza del sensocomunitario).
• L'insegnante vive una disgregazione della propria identitàlavorativa (Sé lavorativo) dovuta alla proliferazione di ruoli e dicompiti non inerenti alla didattica.
Il vissuto dell'insegnante
• L'insegnante spesso vive la mancanza di ricompensa dallarelazione didattica: studenti indisciplinati, disinteressati,demotivati, irrispettosi.
• L'insegnante vive l'impotenza di poter modificare i fattoriorganizzativi che determinano il quadro all'interno del quale sicolloca il proprio insegnare.
Il vissuto dell'insegnante
• L'insegnante subisce le politiche scolastiche.
• L'insegnante è impossibilitato a far carriera.
Il vissuto dell'insegnante
• L'insegnante spesso ritiene il suo trattamentoeconomico non corrispondente al carico di lavoro ealla qualità del suo lavoro.
• La routinarietà delle mansioni a volte minaccia lasoddisfazione lavorativa.
L'insegnamento: una professione high-touch
Un docente medio deve relazionarsi settimanalmente con:
• Molti alunni
• Altri docenti
• La dirigenza
• I collaboratori
• I genitori
E l'autorealizzazione?
• «[...]Difficile oggi fare l'insegnante di lettere. Quando lo dico ingiro, molti mi guardano perplessi. Secondo me, chi è fuori dallascuola non può sapere come stanno le cose [...] Sono un'insegnantedi lettere e vorrei continuare a fare il mio mestiere. Fino a sette ootto anni fa riuscivo, adesso non più. Peccato, perché era un belmestiere.»
Da "La scuola raccontata al mio cane" di Paola Mastrocola.
E l'autorealizzazione?
E l'autorealizzazione?
• A mio avviso l'insegnamento è una delle
professioni in cui è alta l'aspettativa di soddisfare il
bisogno di autorealizzazione, l'ultimo nella scala
di "prepotenza" di Maslow.
E l'autorealizzazione?
• Il bisogno di autorealizzazione si soddisfa quando unapersona mette in atto un'azione che è fonte essa stessadi motivazione.
• Quando si è intrinsecamente motivati si è autorealizzati. Lasoddisfazione sta nel fare la cosa e il lavoro che si svolge èintrinsecamente motivante.
E l'autorealizzazione?
•Negli ultimi anni il mestiere dell'insegnante è
cambiato molto. Quello che si deve fare in
classe e fuori è molto diverso dal passato.
L'importanza della relazione didattica
• L'insegnante, sebbene debba svolgere numerosi compiti collaterali
all'insegnamento, e sia coinvolto in attività differenti dalla didattica
(riunioni, collegi, organizzazione, correzioni, esami) vive il suo vissuto
più importante (quantitativamente e qualitativamente) in classe.
• La caratteristiche della relazione con gli studenti hanno un' importanza
fondamentale nell'eziologia della sindrome del burnout.
La possibile patogenicità della relazione didattica
• Come in una psicoterapia la relazione terapeutica è di per sé un elemento
curativo, così in aula, la relazione didattica con gli studenti può essere
patogenica di sintomi patologici se assume (o non assume) determinate
caratteristiche.
• Se viene meno l'alleanza didattica, il sentire di perseguire un percorso e degli
obiettivi condivisi con gli studenti le conseguenze a lungo termine possono
essere devastanti sul piano psicologico per il docente sui seguenti aspetti:
La patogenicità della relazione didattica
• Autoefficacia-percepita
• Stima di sé
• Soddisfazione sul lavoro
• Motivazione
• Autorealizzazione
• Benessere (fisico, psicologico)
I mediatori del vissuto
• La personalità: nevroticismo, estroversione, apertura mentale, amabilità,
coscienziosità (Big Five).
• Lo stile attributivo interno versus esterno (di eventi positivi e/o negativi).
• La resilience: la resistenza ai "colpi della vita", allo stress.
• La self-efficay: la percezione di essere competenti in un compito.
• Il sense of mastery (senso di padronanza): la percezione di competenza globale.
• Le strategie di coping: centrate sull'emozione e/o centrate sul problem solving.
L'investimento sull'oggetto
Un insegnante mediamente ha:
1. Studiato i canonici 5+3+5 = 13 anni.
2. Studiato 5 anni per conseguire la Laurea (18).
3. Effettuato un corso di abilitazione (TFA, SSIS) di almeno 1/2 anni sostenendo costi, prove di accesso
(quiz, prova scritta, prova orale).
4. Partecipato ad un Concorso per accedere al ruolo (sostenendo 2/3 prove).
5. Effettuato anni di insegnamento da precario (mediamente circa 10, alcuni arrivano al pensionamento
un anno dopo la nomina in ruolo!).
TOTALE = circa 30 anni
Una triangolazione...
L'insegnante si trova come in una
triangolazione edipica. Ama la scuola
ideale (lavoro ideale) ma deve scontrarsi
con la realtà di una scuola reale (lavoro
reale) verso la quale prova a volte
ostilità. Per potersi realizzare deve
rinunciare ad amare l'ideale di scuola e
rinunciare all'ostilità verso la scuola
reale.
Investire sulla scuola possibile: un delta negativo o
positivo?
• 1° modo Δ=(Scuola Reale – Scuola Ideale) ≤ 0
• 2° modo Δ=(Scuola possibile – Scuola Reale) ≥ 0
Vedere le cose nella seconda ottica significa innanzitutto accettazione della situazione emobilitazione delle capacità di coping per migliorarla.
In tal modo ogni (piccolo) scostamento vero l'obiettivo ci dà un guadagno e ci si focalizzasulle positività.
Inoltre...
• Le sfide che si pongono ad un insegnate cambiano inrelazione all'ordine, grado, collocazione della realtàscolastica nel territorio.
• A tal riguardo non vi è né adeguata considerazione nédiffusa sensibilità...
Concludendo
• A fronte di discrepanze tra il lavoro ideale e quello reale, di problemiorganizzativi del contesto lavorativo, il vissuto dell'insegnate può portare aburnout.
• La formazione sulla tematica, l'informazione e l'accettazione possonoessere validi aiuti, non dimenticando che una buona strategia è sempre:
"Fare il meglio con quello che si ha"