IL Vaglio OTT - NOV 2013

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Fondato da Giuseppe Pisano Registrazione Tribunale di Avellino n. 6/12 del 19.06.2012 Ottobre - Novembre 2013 EDITORIALE Luigi Pisano Dall’ultima uscita di questo giornale, due tragedie hanno colpito la comunità di Mon- tefredane. Più o meno ad inizio estate, Au- relio Rauseo, montefredanese d’adozione ma trapiantato qui da anni, è stato ritrova- to senza vita penzolante dal soffitto della cantina del palazzo dove risiedeva con la famiglia. Suicidio? C’è un’indagine in cor- so perché è stato riaperto il caso, dopo le forti pressioni dei familiari, ancora incredu- li, per una serie di ragioni e per mille motivi che non stiamo qui ad elencare, difronte all’agghiacciante decisione di consumare l’insano gesto. Poche settimane fa, invece, un montefredanese purosangue, Antonio Dente, ha perso la vita in un tragico inci- dente stradale, in una maledetta notte di un autunno ancora caldo. Aurelio e An- tonio erano due figli di questa terra, che hanno lasciato non solo un vuoto enorme, ancora più forte ed evidente perché in una realtà piccola come questa ci si incontra spesso, ma hanno pure abituato la cittadi- nanza a dover fare i conti da vicino con la “cronaca nera”, come si dice in gergo gior- nalistico, dura e pura, quella che di norma occupa le pagine dei quotidiani nazionali o finisce nelle cruente immagini dei tele- giornali. Già, stavolta è successo anche a Montefredane. Aurelio lo conoscevo bene e tra noi c’era una grande stima reciproca, Antonio era un amico d’infanzia e faceva parte di quella generazione - quasi tutti nati a metà degli anni ‘70 - che si affacciava alla vita nel periodo allegro e spensierato dei primi anni Ottanta. Corse in bici infarci- te di cadute e risate e partite di calcio in- terminabili, senza arbitri né ruoli tattici ben definiti, tanto l’importante era segnare e vincere perché allora l’Avellino era in serie A e i nostri idolierano Diaz, Colomba, Juary. A pochi mesi di distanza, due gravi lutti hanno lasciato ferite impossibili da rimar- ginare in questo piccolo paese collinare. E tutto ciò deve fare riflettere. Specialmente quando si decide di eliminare il saluto o si sceglie improvvisamente di raffreddare il rapporto di amicizia con un dirimpettaio o un amico di vecchia data in virtù, molto probabilmente, di un astio inutile che non ha basi su cui poggiare, magari dettato da una scelta politica non condivisa che già appartiene al passato e, peraltro, è rico- perta di polvere. Sì, perché anche qui in collina il tempo passa in fretta ed è arrivato il momento di ricucire e ricompattare tutto. Di questo passo, il senso di comunità rischia di scomparire definitivamente. A MONTEFREDANE VISITATORI DA TUTTA LA CAMPANIA FESTE ESTIVE COME SVILUPPO DEL TERRITORIO LE ASSOCIAZIONI: “PIU’AIUTO DALLE ISTITUZIONI” Un piccolo spicchio di Irpinia che, negli anni, è riuscito a raggruppare e a valorizzare al- cuni dei maggiori appuntamenti dell’estate in provincia, molti ormai a carattere region- ale. Tutto questo può costituire un punto di partenza per un reale sviluppo del territorio. Anche quest’anno Montefredane ha rinno- vato la spensierata marcia delle feste ed è arrivato il momento di dare la parola ai protagonisti delle principali manifestazioni. Ma andiamo con ordine. Renato Quatrano, presidente del Comitato Sagra del Fusillo e del Pezzente, commenta: “Con il tempo ci siamo resi autonomi acquistando strutture e materiali, però, vorrei che ci fosse una mag- giore vicinanza a questa festa: non è mia, ma del paese. Noi non ci guadagniamo nul- la e faccio presente che abbiamo sempre devolu- to parte degli incassi per fini di solidarietà. Devo dire con soddisfazione che la nostra sagra è oggi tra le più conosciute della provincia”. Elvira Micco, presidente della Pro Loco e organizzatrice del Fiano Festival, fa notare: “Siamo alla prima edizione, ma l’intento è quello di promuovere un pro- dotto tipico del nostro paese, il Fiano. Con l’incasso abbiamo coperto le spese, ma si- amo soddisfatti per com’è andata, speran- do di far crescere la manifestazione anno per anno. Abbiamo dato spazio alle nostre aziende, note a livello nazionale, per pun- tare alla valorizzazione del territorio”. Avanti un altro. Marco Trasente, presidente dell’as- sociazione che promuove Wine Fredane, afferma: “Questa è stata la 2ª edizione e siamo stati i primi ad organizzare un evento enoculturale a Montefredane, coinvolgen- do ben 70 aziende, con vini provenienti da tutta la Campania. Anche se non abbiamo coperto le spese, siamo contenti. Speriamo che le istituzioni ci siano più vicine. Certo, pagare 320 euro al giorno per il Castel- lo con apertura fino a mezzanotte è stata una norma penalizzante. Io penso che ci sia ancora tanto da fare per migliorare la co- municazione del vino a Montefredane, a partire dalla segnaletica stradale”. Quindi, Gerardo Trasente, presidente Associazione Fredane in Borgo: “Noi ci sosteniamo con i proventi della vendita dei prodotti gastro- nomici. Pur avendo presentato dei proget- ti alla Regione, non abbiamo avuto alcun finanziamento. Questa non è una festa di parte, ma è patrimonio di Montefredane. L’amministrazione, con cui non ho mai avu- to alcun tipo di problema, dovrebbe trasfor- marla in un evento del paese. Attraverso la creazione di un progetto, le manifestazioni andrebbero raccordate. Penso, ad esem- pio, alla costituzione di cooperative di par- cheggiatori o atte a fornire strutture e servizi. L’incasso ha superato i 60 mila euro. Da tale somma dobbiamo togliere le spese e ciò che rimane lo reinvestiamo nella prossima edizione”. Più duro, invece, Elio Spagnuolo, presidente Associazione Culturale Festival di Montefredane: “Fermo restando che ques- ta 27ª edizione è l’unica in Campania inser- ita nel circuito dei Grandi Festival Italiani, attorno a questa festa non vedo più l’entu- siasmo di un tempo. Rilevo con dispiacere un’evidente assenza istituzionale. Mi sento confinato nell’isolamen- to, non solo economico. Ecco perché chiedo all’amministrazione co- munale di starci vicino. Le spese sono tante e anche quest’anno abbiamo chiuso con il bilancio in passivo”. Tonino D’Ambrosio, pro- motore con Gaetano Airone e Vittorio Cerullo de “La Festa del Porcello”, dice: “Quest’ap- puntamento, giunto alla 3ª edizione, ha uno scopo ben preciso: contribuire al manteni- mento del Circolo Tennis Club di Arcella, unico punto di ritrovo per la gente del pos- to. La nostra è stata definita “la sagra low cost d’Italia” perché le pietanze sono assai economiche”. Cultura ed enogastronomia, ma anche sano sport. Jean D’Argenio, pro- motrice della manifestazione “Corri tra i bo- schi”, assicura: “Questi 3 giorni all’insegna della salute e dello sport li abbiamo organiz- zati noi dell’associazione Run For Life, fonda- ta da Carmine, mio marito, con il Presidente Giuseppe Belfiore e il Forum dei giovani di Montefredane. In effetti, sosteniamo molte spese e avremmo bisogno di un aiuto an- che economico. Speriamo che l’amminis- trazione ci sostenga in futuro”. Infine, Rocco Cringoli, membro del Comitato della Festa della Protezione Civile “Montefredane in Festa”, sostiene: “L’idea di questa manifes- tazione è nata da un gruppo di amici con lo scopo di reperire fondi per la costituzione della Protezione Civile nel nostro paese. L’in- casso ottenuto è di 11mila e 500 euro. Con il guadagno che rimarrà, una volta sottratte le spese, vogliamo costruire un altro portica- to di circa 12 metri lineari uguale a quello già esistente”. Monia Gaita IL V aglio

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Periodico di informazione politico-culturale a distribuzione gratuita a cadenza mensile, con distribuzione a Montefredane (AV) ITALY.

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Fondato da Giuseppe Pisano Registrazione Tribunale di Avellino n. 6/12 del 19.06.2012Ottobre - Novembre 2013

EDITORIALE

Luigi Pisano

Dall’ultima uscita di questo giornale, due tragedie hanno colpito la comunità di Mon-tefredane. Più o meno ad inizio estate, Au-relio Rauseo, montefredanese d’adozione ma trapiantato qui da anni, è stato ritrova-to senza vita penzolante dal soffitto della cantina del palazzo dove risiedeva con la famiglia. Suicidio? C’è un’indagine in cor-so perché è stato riaperto il caso, dopo le forti pressioni dei familiari, ancora incredu-li, per una serie di ragioni e per mille motivi che non stiamo qui ad elencare, difronte all’agghiacciante decisione di consumare l’insano gesto. Poche settimane fa, invece, un montefredanese purosangue, Antonio Dente, ha perso la vita in un tragico inci-dente stradale, in una maledetta notte di un autunno ancora caldo. Aurelio e An-tonio erano due figli di questa terra, che hanno lasciato non solo un vuoto enorme, ancora più forte ed evidente perché in una realtà piccola come questa ci si incontra spesso, ma hanno pure abituato la cittadi-nanza a dover fare i conti da vicino con la “cronaca nera”, come si dice in gergo gior-nalistico, dura e pura, quella che di norma occupa le pagine dei quotidiani nazionali o finisce nelle cruente immagini dei tele-giornali. Già, stavolta è successo anche a Montefredane. Aurelio lo conoscevo bene e tra noi c’era una grande stima reciproca, Antonio era un amico d’infanzia e faceva parte di quella generazione - quasi tutti nati a metà degli anni ‘70 - che si affacciava alla vita nel periodo allegro e spensierato dei primi anni Ottanta. Corse in bici infarci-te di cadute e risate e partite di calcio in-terminabili, senza arbitri né ruoli tattici ben definiti, tanto l’importante era segnare e vincere perché allora l’Avellino era in serie A e i nostri idolierano Diaz, Colomba, Juary. A pochi mesi di distanza, due gravi lutti hanno lasciato ferite impossibili da rimar-ginare in questo piccolo paese collinare. E tutto ciò deve fare riflettere. Specialmente quando si decide di eliminare il saluto o si sceglie improvvisamente di raffreddare il rapporto di amicizia con un dirimpettaio o un amico di vecchia data in virtù, molto probabilmente, di un astio inutile che non ha basi su cui poggiare, magari dettato da una scelta politica non condivisa che già appartiene al passato e, peraltro, è rico-perta di polvere. Sì, perché anche qui in collina il tempo passa in fretta ed è arrivato il momento di ricucire e ricompattare tutto. Di questo passo, il senso di comunità rischia di scomparire definitivamente.

A MONTEFREDANE VISITATORI DA TUTTA LA CAMPANIAFESTE ESTIVE COME SVILUPPO DEL TERRITORIO

LE ASSOCIAZIONI: “PIU’AIUTO DALLE ISTITUZIONI”Un piccolo spicchio di Irpinia che, negli anni, è riuscito a raggruppare e a valorizzare al-cuni dei maggiori appuntamenti dell’estate in provincia, molti ormai a carattere region-ale. Tutto questo può costituire un punto di partenza per un reale sviluppo del territorio. Anche quest’anno Montefredane ha rinno-vato la spensierata marcia delle feste ed è arrivato il momento di dare la parola ai protagonisti delle principali manifestazioni. Ma andiamo con ordine. Renato Quatrano, presidente del Comitato Sagra del Fusillo e del Pezzente, commenta: “Con il tempo ci siamo resi autonomi acquistando strutture e materiali, però, vorrei che ci fosse una mag-giore vicinanza a questa festa: non è mia, ma del paese. Noi non ci guadagniamo nul-la e faccio presente che abbiamo sempre devolu-to parte degli incassi per fini di solidarietà. Devo dire con soddisfazione che la nostra sagra è oggi tra le più conosciute della provincia”. Elvira Micco, presidente della Pro Loco e organizzatrice del Fiano Festival, fa notare: “Siamo alla prima edizione, ma l’intento è quello di promuovere un pro-dotto tipico del nostro paese, il Fiano. Con l’incasso abbiamo coperto le spese, ma si-amo soddisfatti per com’è andata, speran-do di far crescere la manifestazione anno per anno. Abbiamo dato spazio alle nostre aziende, note a livello nazionale, per pun-tare alla valorizzazione del territorio”. Avanti un altro. Marco Trasente, presidente dell’as-sociazione che promuove Wine Fredane, afferma: “Questa è stata la 2ª edizione e siamo stati i primi ad organizzare un evento enoculturale a Montefredane, coinvolgen-do ben 70 aziende, con vini provenienti da tutta la Campania. Anche se non abbiamo coperto le spese, siamo contenti. Speriamo che le istituzioni ci siano più vicine. Certo, pagare 320 euro al giorno per il Castel-lo con apertura fino a mezzanotte è stata una norma penalizzante. Io penso che ci sia ancora tanto da fare per migliorare la co-municazione del vino a Montefredane, a partire dalla segnaletica stradale”. Quindi, Gerardo Trasente, presidente Associazione Fredane in Borgo: “Noi ci sosteniamo con i proventi della vendita dei prodotti gastro-nomici. Pur avendo presentato dei proget-ti alla Regione, non abbiamo avuto alcun finanziamento. Questa non è una festa di parte, ma è patrimonio di Montefredane. L’amministrazione, con cui non ho mai avu-

to alcun tipo di problema, dovrebbe trasfor-marla in un evento del paese. Attraverso la creazione di un progetto, le manifestazioni andrebbero raccordate. Penso, ad esem-pio, alla costituzione di cooperative di par-cheggiatori o atte a fornire strutture e servizi. L’incasso ha superato i 60 mila euro. Da tale somma dobbiamo togliere le spese e ciò che rimane lo reinvestiamo nella prossima edizione”. Più duro, invece, Elio Spagnuolo, presidente Associazione Culturale Festival di Montefredane: “Fermo restando che ques-ta 27ª edizione è l’unica in Campania inser-ita nel circuito dei Grandi Festival Italiani, attorno a questa festa non vedo più l’entu-siasmo di un tempo. Rilevo con dispiacere un’evidente assenza istituzionale. Mi sento

confinato nell’isolamen-to, non solo economico. Ecco perché chiedo all’amministrazione co-munale di starci vicino. Le spese sono tante e anche quest’anno abbiamo chiuso con il bilancio in passivo”. Tonino D’Ambrosio, pro-motore con Gaetano Airone e Vittorio Cerullo

de “La Festa del Porcello”, dice: “Quest’ap-puntamento, giunto alla 3ª edizione, ha uno scopo ben preciso: contribuire al manteni-mento del Circolo Tennis Club di Arcella, unico punto di ritrovo per la gente del pos-to. La nostra è stata definita “la sagra low cost d’Italia” perché le pietanze sono assai economiche”. Cultura ed enogastronomia, ma anche sano sport. Jean D’Argenio, pro-motrice della manifestazione “Corri tra i bo-schi”, assicura: “Questi 3 giorni all’insegna della salute e dello sport li abbiamo organiz-zati noi dell’associazione Run For Life, fonda-ta da Carmine, mio marito, con il Presidente Giuseppe Belfiore e il Forum dei giovani di Montefredane. In effetti, sosteniamo molte spese e avremmo bisogno di un aiuto an-che economico. Speriamo che l’amminis-trazione ci sostenga in futuro”. Infine, Rocco Cringoli, membro del Comitato della Festa della Protezione Civile “Montefredane in Festa”, sostiene: “L’idea di questa manifes-tazione è nata da un gruppo di amici con lo scopo di reperire fondi per la costituzione della Protezione Civile nel nostro paese. L’in-casso ottenuto è di 11mila e 500 euro. Con il guadagno che rimarrà, una volta sottratte le spese, vogliamo costruire un altro portica-to di circa 12 metri lineari uguale a quello già esistente”.Monia Gaita

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La realizzazione del PUC, caposaldo del programma elettorale di “Al-ternativa Democratica”, resta uno degli impegni principali del sindaco Valentino Tropeano. Approvato in giunta il preliminare di Piano, entro la fine del 2013 Montefredane avrà finalmente il suo Piano Urbanistico Comunale. Il primo cittadino, sia in qualità di amministratore che di tec-nico per motivi squisitamente professionali, sta lavorando ad un Puc che possa soddisfare appieno le esigenze di una intera comunità. Del resto, in questo piccolo paese, il Piano Urbanistico Comunale manca da circa quarant’anni. Il territorio di Montefredane, infatti, era ancora legato al vecchio Piano di Fabbricazione dei primi anni ’70. Ora, però, ultimato ufficialmente questo passaggio fondamentale, l’obiettivo è poter ad-ottare il nuovo strumento urbanistico nel minor tempo possibile. “Un grande traguardo per Montefredane – commenta con soddisfazione Valentino Tropeano - perché questa, a conti fatti, rappresentava la fase più delicata di tutto l’iter generale del Piano Urbanistico Comunale. Per-altro, con i progettisti del Puc abbiamo definito un cronoprogramma delle attività che si dovranno concludere entro fine anno. In pratica, ad inizio 2014 si potrà davvero iniziare a parlare in maniera decisamente concreta di Piano Urbanistico Comunale, per Montefredane. Sostan-zialmente siamo alle battute finali, perché poi si dovrà solo procedere all’adozione definitiva del PUC. Un lavoro intenso e arduo, ma alla fine stiamo raccogliendo i frutti. Certo, scontiamo un ritardo di oltre 40 anni di assenza di pianificazione urbanistica, ma questa amministrazione si è impegnata duramente e i lavori stanno procedendo bene. Ringrazio, quindi, il coordinatore scientifico, il professore Roberto Gerundo, coa-diuvato da Raffaella Petrone e Michele Grimaldi”. Un Piano Urbanistico Comunale che nasce anche grazie al contributo dei cittadini. Il sinda-co Tropeano ha, infatti, gettato le basi per il Puc tenendo conto an-che dei pareri e dei consigli della comunità, raccogliendo impressioni ed indicazioni utili durante le varie riunioni pubbliche svolte con tutta la cittadinanza; anche per non spezzare il legame con quel principio sposato in campagna elettorale, ovvero gestire la cosa pubblica attra-verso un’amministrazione partecipata, quindi, con il coinvolgimento dei cittadini: “Probabilmente – prosegue Tropeano – c’è da registrare un leggero ritardo sui tempi fissati agli inizi dell’insediamento, ma ciò è am-piamente giustificato dai numerosi incontri fatti con la cittadinanza e le

Il Gruppo di opposizione, “Impegno per Montefredane”, attraverso una interrogazione scritta al sindaco del paese, Valentino Tropeano, al prefetto di Avellino, ai vertici regionali e nazionali della Uil, al Ministe-ro del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero dell’Interno, chiede maggiore chiarezza sulla vicenda della “banca dati” dei cittadini disoc-cupati e inoccupati residenti nel Comune di Montefredane, presentata dal capogruppo della maggioranza nonché segretario provinciale del-la Uil Metalmeccanici, Nino Altieri. Questi, peraltro, aveva provveduto personalmente alla raccolta dei curricula dei cittadini presso la casa comunale. Nella fattispecie, la minoranza, composta da Vera Trasente, Antonio Grossi e Carmine Troncone, vuole capire se il rapporto con le imprese sia gestito direttamente dal sindaco o dal consigliere Altieri, per giunta impegnato anche nel ruolo di sindacalista, se siano state eser-

citate pressioni sulle aziende presenti sul territorio comunale, i nomi dei cittadini che, ad oggi, sono stati assunti – con contratti a tempo determinato o inde-terminato – dalle imprese che operano qui. Inoltre, “Impeg-no per Montefredane” vuole conoscere i criteri adottati nella scelta di eventuali assunzioni e se la costituzione della banca dati sia un’iniziativa legittima o

si possa ravvisare un’operazione di “voto di scambio”. Questo, in prat-ica, il contenuto del documento ufficiale presentato dal capogruppo della minoranza, Vera Trasente, la quale tiene a precisare: “Lo slogan di questa attuale amministrazione, in campagna elettorale, è stato quello della trasparenza e della partecipazione con il totale coinvolgimento di tutti i cittadini. Ma, a conti fatti, sembra che la realtà sia ben diversa, visto che si decide tutto nelle stanze del potere. Anche piccole opportu-nità di lavoro vengono elargite su parenti, amici o fedelissimi, quindi, con molta franchezza, non vedo trasparenza né partecipazione da parte della cittadinanza. Siamo stati accusati e denunciati per la ben nota vicenda legata a quei due ragazzi, ma noi non vogliamo arrivare, come hanno fatto loro, alle denunce alle Procura della Repubblica. Debbo, però, sottolineare la faziosità e la partigianeria di chi sta amministrando. Tutto questo non si era mai visto prima. Si va avanti con contentini e dis-petucci. Per non parlare dell’attività amministrativa, ridotta a livello zero. In due anni e mezzo, da parte loro, non hanno messo una pietra: stanno gestendo ancora finanziamenti nostri, peraltro, bloccati. Noi non abbia-mo lasciato nulla di ciò che dice Tropeano. Del resto, le carte stanno lì. Forse dovremmo essere noi a scrivere alla Corte dei Conti”.

L. P.

IL GRUPPO DI OPPOSIZIONE SUL PIEDE DI GUERRA“IMPEGNO PER MONTEFREDANE” SCRIVE AL PREFETTOTRASENTE: “AMMINISTRAZIONE POCO TRASPARENTE”

Vera Trasente

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associazioni, con le quali abbiamo voluto confrontarci nonostante non sia previsto dalle attuali norme. Ho agito in virtù della filosofia adottata in campagna elettorale, dando a tutti la possibilità di partecipare all’attiv-ità amministrativa. Sono queste le risposte che una amministrazione seria preferisce dare ad una minoranza debole e a tratti assente, abituata ormai a trincerarsi dietro il pettegolezzo e la polemica sterile. Come ho già annunciato in Consiglio Comunale, davvero non risponderò più alle accuse infamanti del corvo, ma mi muoverò in un’altra direzione: inizierò a mandare fascicoli alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Con-ti, per far conoscere finalmente l’eredità, tanto per usare un eufemismo, che mi hanno lasciato coloro che amministravano prima di me. Così la comunità capirà chi è il vero dittatore”.

Luigi Pisano

V. Tropeano sindaco di Montefredane

A BREVE, IL NUOVO STRUMENTO URBANISTICOPUC IN DIRITTURA D’ARRIVO

IL SINDACO TROPEANO: “MANCAVA DA QUASI 40 ANNI”

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Lo scorso 22 giugno la Pro Loco ha concretizzato uno dei progetti che si era impegnata a realizzare nel momento del suo insediamento: la pri-ma edizione del premio di poesia e giornalismo intitolato all’illustre cittadino “Giuseppe Pisano”. L’in-iziativa ha rappresentato il mo-mento più importante di un per-corso che, iniziato circa un anno fa, ha spinto la Pro Loco ad un tentativo di promozione e valor-izzazione della cultura nel nostro paese. Molti gli eventi che hanno preceduto questo premio: la declamazione di poesie di poeti locali e la presentazione di libri di poesie. E’ stato pertanto naturale giungere alla realizzazione di un premio autorevole che ha coinvolto e raggruppato personaggi di grosso spessore del mondo dell’informazione, della prosa e della letteratura. Il Premio, distinto in tre sezioni, poesia, giornalismo e cultura, vuole valorizzare quest’ultima nella convinzione che essa si configuri quale strumento privilegiato e prezioso per l’emancipazione individuale e collettiva. A questo importante obiettivo si affianca la vo-lontà di proiettare la nostra Irpinia, e quindi Montefredane, ad un livello più alto, fuori da un chiuso provincialismo, e ad un’idealità più ampia, quindi, non circoscritta in stretti confini territoriali. Con il Premio si è voluto celebrare non solo la poesia, il giornalismo e la scrittura, ma anche gli artisti che hanno prodotto tutto questo. Chi meglio del nostro compian-to concittadino Giuseppe Pisano poteva, dunque, interpretare lo spirito di questo premio? Peppino è stato poeta, giornalista, uomo delle istituz-ioni e soprattutto amante sincero e disinteressato del nostro paese: un

LA PRO LOCO RICORDA L’ILLUSTRE CITTADINOPRIMA EDIZIONE DEL PREMIO “GIUSEPPE PISANO”

IL PRESIDENTE, ELVIRA MICCO: “UN IMPEGNO PARTITO DAL CUORE”figlio di questa terra a cui tutti siamo legati da un forte vincolo di affetto. Ancora più robusto e profondo è il ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, di nutrirsi dei suoi scritti, dei suoi resoconti giornalistici, delle sue critiche sempre finalizzate a costruire, mai a demolire. Con questo premio, dedicato ad uno dei cittadini più illustri di Montefredane, si è voluto premiare chi, a livello nazionale e anche fuori dai confini nazion-ali, si è distinto nel campo della poesia, del giornalismo e della cultura in genere. Sono stati premiati, nella prima edizione del concorso, insigni poeti e giornalisti, previamente designati da una giuria autorevolmente qualificata, composta da valenti poeti e giornalisti, tutti impegnati nel proprio settore: Antonietta Gnerre, poetessa e critica letteraria; Mario Fresa, poeta, critico e direttore di collana della casa editrice “L’Arca

Felice”; Cosimo Caputo, poeta e critico letterario; Annibale Disce-polo, giornalista de Il Mattino di Avellino. Il compito di presiedere la giuria è stato affidato ad Aldo Balestra, direttore de Il Matti-no di Caserta. I premiati, per la poesia, sono stati il direttore del-la casa editrice Passigli, Fabrizio

Dall’Aglio, e la poetessa Mariagrazia Calandrone; per il giornalismo, Vittorio Dell’Uva, protagonista di interessanti esperienze di cronista dai luoghi teatro di conflitti bellici. Infine, per quanto concerne la cultura, lo scrittore Franco Arminio, appassionato studioso dei nostri paesi.

Elvira Micco, Presidente Pro Loco di Montefredane

G.Pisano

LA STORIA DELLE CONGREGHE DI MONTEFREDANEASSOCIAZIONI LAICHE CHE PRATICAVANO CULTO E CARITÀ

Sarebbe più coerente denominarle “Confraternite”, in quanto questo termine rispecchia più fedelmente le ragioni, il ruolo e le finalità della loro esistenza. Il termine “ Congreghe”, da noi erroneamente usato per ricordare quelle locali, si presta, talvolta, come generico riferimento per indicare quella unione di persone volte ad un fine comune, non di rado anche riprovevole. In gergo politico, simile termine sp-esso viene prelevato anche per classi politiche moral-mente non sempre brillanti. Per quanto concerne le origini delle Confraternite, allora, esse risalgono ai primi secoli del Cristianesimo e la loro diffusione è accertata dal XIV secolo in poi, in tutta l’Europa. Esse erano delle Associazioni di laici governate da statuto interno ed approvate dall’Autorità Ecclesiastica ed esercitavano pratiche di pietà, di carità e di culto. Da una ricerca storica sulle opere pie istituite a Montefredane nel tempo risulta che, orig-inariamente, come esistevano più luoghi di culto, così esistevano anche più istituzioni di opere pie. Ma, con la realizzazione di una autonomia par-rocchiale della Chiesa Santa Maria del Carmine, le Confraternite religiose locali erano solo due: quella dell’Addolorata e quella del Sacro Cuore. Quella dell’Addolorata aveva come sede l’ex Cappella del Rosario, lato nord di piazza Municipio, poi trasformata in sede consiliare in memoria di Giuseppe Pisano, illustre poeta, letterato e giornalista, cittadino di Mon-tefredane. L’altra, quella del Sacro Cuore, aveva come sede la chieset-ta sita in Largo Pasquale Stanislao Mancini, fine giurista e uomo politico irpino del 1800. I soci. Gli iscritti venivano chiamati rispettosamente “ i Fratelli”, perché partecipavano attivamente alla vita religiosa della Co-

munità, e nelle processioni e nei cortei funebri, procedendo in prima fila. L’eventuale ricompensa ricevuta era devoluta in fini benefici. Ogni Con-fraternita veniva amministrata dal Priore e da due consiglieri ed era reg-olamentata da un rigoroso statuto che prevedeva, tra l’altro, l’iscrizione solo agli adulti o a chi avesse compiuto il sedicesimo anno di età, però,

con il consenso scritto dei genitori. Lo statuto non pre-vedeva l’iscrizione a persone di sesso femminile, ma le stesse potevano aderirvi solo per guadagnare le indul-genze con le preghiere dei Fratelli. Chi faceva fatica a memorizzare il nome delle due Confraternite risolveva con una denominazione tutta logistica, cioè quella di sopra, con i vestiti di colore bianco e nero, e quella di sotto con gli abiti bianco e rosso. La loro convocazione era annunciata dal suono della campana di ciascuna

Sede. Avevano anche due stendardi-simbolo, molto alti, che spesso urta-vano durante le processioni contro i fili della rete elettrica, allora presenti trasversalmente sul percorso. L’esistenza delle Confraternite a Montefre-dane si è estinta negli anni ‘60, in seguito ad una evidente riduzione del loro ruolo, ma persone rappresentative come Angelo Marino, Masto Ciro Ficuciello, Saverio e Macinola, Antonio Verdile, Nicola Cerra, Peppo e Scarpariello, insieme a tanti altri, non si possono mai dimenticare. Furono uomini di fede che animavano la processione con preghiere e con ordi-nata partecipazione e furono anche persone che fuori della Confraterni-ta furono esempio di operosità, di onestà, nonché messaggeri, è proprio il caso di dirlo, di fratellanza.

Italo Giordano

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Inchiostro e Pennino

Conosco ciò che mi porta da nessuna parte. Questi anni sembra-no non finire, in un tempo d’attesa senza traguardo. Molti si chiedono se s’intraveda una luce, la luce, nel fondo del cammino di lunga, buia galleria. Momenti, di svago e di ozio senza sorriso. Sono l’alzarsi tardi, la mattina, e, senza nessuna premura, attardarsi allo specchio senza vedere più neanche il volto conosciuto, o l’intercettare una chiamata, che mai arriva, il decidere tra riassettare in cucina o pas-sare a volo “la folletto”, tanto per dare almeno una mano alle fac-cende di casa. Conosco il vuoto senza tempo nello sfogliare le stesse pagine di un libro, già letto, e del tutto dimenticato. Quanti anni sa-ranno passati? Tanti. Passano in fretta, fuggono e non li trattengo. Conosco la disperazione, quando non è ricambiato un amore o non mi prendono all’impiego dopo l’ennesimo colloquio. Gli altri vanno avanti e io sto fermo a questo tavolo di bar in compagnia di noccioline, sa-latini e dell’aperitivo; prendo, sgranocchio e dimentico. Il biondo del bicchiere mi rasserena. Guardo la piazza: smontano le bancarelle del mercato. Forse non tornerò a casa per pranzo, con mia madre che spinge nel darmi da fare, tentare, cercare comunque un’occupazi-one e, in mancanza, anche una donna, che mi aiuti a mettere senno. Come se non tentassi, non volessi!Non pulisco più le scarpe con Brill. Uso queste sportive, che non richie-dono cura e impegno, forse come me, e, con me, salgono e scendono scale che non portano da nessuna parte. Sanno bene le mie scarpe come passo la giornata nella speranza di fare anch’esse un salto d’ hurrah. Passi senza smalto.

Conosco lo scorno di girare con due euro in tasca, né mi va di chied-erne altri, quando finiscono in fretta i dieci o i venti che mi danno i miei vecchi, affranti. Non so se basteranno, questi che rimangono, almeno, per un panino con la mortadella e una birra, se non voglio tornare a casa. “ Fai la valigia e vai a spaccare le pietre nelle cave, dannato!” sbraita mio padre senza forze, al sommo di discussioni infiammate, e non sa che mi tocca vederlo stare male.Non torno a casa. Continuo a guardare la piazza. Vanno via gli am-bulanti e giungono gli spazzini roteando in frettoloso gioco di danza le grandi scope, perché li aspettano a pranzo. Quanto spazio si apre quando tutti vanno via. Resto solo a guardare. Mi conforta il luogo. Risplende la luce traversa. Qualche ragazzo porta il pallone e subito altri inventano porte con zaini e panni. Respiro piano, annuso l’aria, assaporo lo schiamazzo contento di gara. Non penso più. Non sono più solo. Guardo i portici nel fondo e la chiesa dei frati sul lato. E’ pace dell’anima. Magari, non finisca mai!“ Vieni con noi, questa sera? Andiamo a cena sui colli…” mi chiama Renato, rombando con l’auto importante, il figlio del noto avvocato del centro città. “Dai, una bella bicchierata e una ricca mangiata…”“ Ci stavo proprio pensando, ci puoi contare.” Rispondo io, senza cor-aggio. Conosco la disperazione.

proprietà letteraria riservata

DISPERAZIONE

OMAGGIO AUTUNNALE AL NETTARE DI BACCO

In questo periodo dell’anno, un pò tutti hanno già raccolto ormai i grappoli delle nostre uve preziose. Chicchi con tanto di marchio uf-ficiale che ne garantisce l’origine, vanto delle campagne di Montefredane. La vendemmia affascina. E’ tradizione, cultura. Tutto in-izia con la vite che, religiosamente parlando, racchiude il senso della vita. Ecco una bella e “gustosa” poesia del nostro caro concit-tadino, il professore Gabriele De Masi, sempre attento e generoso nell’offrire su queste pagine i sui versi, dedicata a sua maestà il vino Fiano.

Fiano

Coda di volpe, sciascinoso, sangiovese,aglianico, piedirosso, fragolino,

sanginella, aleatico, greco solforoso… Si trancia , fine mese porta sorprese a filarinobili di pigne, fende l’aria in bassa schiera

i tralci d’autunno, sgravidano peso di pancia,abbonda la terra con messe d’acini colti

in secchi colmi di vendemmia.Valle del Sabato, fiume del Terminio,dolci gobbe di castagni, noci, noccioli,e tanti chicchi biondi, serrati stretti,per caso d’amore con danza a corolla

d’api indaffarate che ne danno il nomeantico Apianum, Fiano d’Abellinum,

bacche per morsi di bocche, succoa labbra di fanciulle con collane

di perle a nocèlla, sarnese, cambotica,mortarella, valle tagliata sotto Serra

e lì scompare a Beneventoe non nasce più tra gole d’antiche

battaglie caudine quando, a crescenza di luna settembrina, è in cantina

a farsi pigiare, sprizza oro, borbottamosto, farfalla da bruco, gialla, radiosa,

posata dai tini in alti calici,in trasparenza per umiltà d’evento.

Batte le ali. S’eleva tra bagliori:incanto, profumi, sapori …

E’ il Fiano, d’Avellino. Il vino.

Gabriele De Masi

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n. 6/12 del 19.06.2012

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