IL TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TEV)...Tipologie e intensità dei trattamenti anticoagulanti tradizionali...

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DVT TEV PE IL TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TEV)

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  • DVT

    TEV

    PE

    IL TROMBOEMBOLISMO VENOSO (TEV)

  • Il tromboembolismo Venoso (TEV)Patologia caratterizzata dalla formazione di trombi all’interno del corrente circolatorio venoso

    Con il termine TromboEbolismo Venoso si comprende:

    • Trombosi Venosa Profonda (TVP)

    • Embolia Polmonare (EP)

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    EP

    TVP

  • • Terza malattia cardiovascolare in ordine di frequenza

    • Incidenza annuale di 100-200 casi per 100.000 abitanti

    • 1% va incontro a EP fatale: 1/10 decessi in ospedale dovuto a EP

    • 1/3 dei casi non fatali vanno incontro a recidiva fatale in 4-6 settimane

    • 11 % dei pazienti muore entro un’ora dall’evento

  • Definizione di trombosi venosa profonda TVP

    Ostruzione trombotica che interessa le vene degli arti inferiori ed addomino-pelviche per un’attivazione intravasale

    dei meccanismi della coagulazione

  • Fattori di rischio predisponenti a TVPFattori di rischio predisponenti a TVPFattori di rischio predisponenti a TVPFattori di rischio predisponenti a TVP

    Fattori di rischio permanenti

    • Deficit di proteina C

    • Deficit di proteina S

    • Deficit di antitrombina

    • Resistenza alla prot C attivata

    (fattore V Leiden)

    • Mutazione del fattore II

    • Anticorpi antifosfolipidi e anti-cardiolipina

    • Trombocitopenia indotta da eparina

    Fattori di rischio temporanei

    • Traumi chirurgici e non chirurgici

    • Pregressa tromboembolia venosa

    • Immobilizzazione

    • Neoplasie

    • Cardiopatie

    • Paralisi alle gambe

    • Età > 40 anni

    • Obesità

    • Estrogeni

    • PartoGeerts WH, et al. Chest. 2008;133:381–453.Blann AD, et al. BMJ. 2006;332:215–219.

    Goldhaber SZ. Circulation. 2004;110(24 Suppl 1):IV20–IV24

  • Malattie trombotiche occlusive delle vene

    Vene Superficiali Tromboflebiti Superficiali

    Vene Profonde Trombosi Venose Profonde

  • Tromboflebiti Superficiali

    •Malattia benigna in assenza di fattori di rischio

    trombofilico

    • Generalmente sono una complicanza di vene

    varicose

    •Raramente evolvono in embolie polmonari e

    sono fatali

  • Segni e sintomi

    • dolore spontaneo o provocato dallo stiramento dei muscoli,

    • rossore,

    • cianosi,

    • aumento della temperatura cutanea,

    • crampi,

    • aumento delle dimensioni dell’arto, edema franco,

    • sviluppo di circoli collaterali,

    • phlegmasia alba dolens.

  • L’embolia polmonare

    • si verifica quando un trombo raggiunge il circolopolmonare, ostruendo l’arteria polmonare principaleo una delle sue ramificazioni

  • Caso clinico

    • Infermiera di 64 anni obesa, ipertesa

    • Già nota patologia varicosa arti inferiori con probabili pregressi episodi di trombosi venosa profonda

    • Da circa una settimana dispnea ingravescente, dolore sottoscapolare a destra di tipo pleuritico

    • Trasferita presso il nostro Centro per sospetta SCA (T negative a sede anteriore, troponina aumentata)

  • • Paziente sofferente, ansiosa, tachicardica 110 (bpm), polipnoica, PA 160/100

    • Obiettività cardiaca negativa, al torace rantoli crepitanti alla base di destra, ronchi diffusi

    • Ad entrambi gli arti inferiori evidenti vene varicose, alla palpazione dei polpacci dolore più a destra, lievi edemi alle caviglie

    • Emogas arterioso Ph 7,52, ipossiemia PO2 50, ipocapnia PCO2 26

  • Segni ecg indicativi di sovraccarico del ventricolo destro

    • T invertita da V1 a V4

    • Aspetto S1Q3T3

    • BBDx sia completo che incompleto

  • Esami di laboratorio

    Troponina I 0,02 pg/dlAP 91%INR 1,07Fibrinogeno 375 mg/mlPTT 2,03Anttrombina III 110,04

    D-Dimero 713,66 μg/l• D-dimero (prodotto di degradazione difibrina stabilizzata ad opera della plasmina)– Valore decisionale di 500 μg/l– Sensibilità 96%, specificità 47% (ELISA)

  • Indice di Severità dell’Embolia Polmonare (PESI)

  • Caso clinico Embolia Polmonare

    Terapia

    Giorno 1 Ricovero

    � Bolo di Eparina non frazionata 5000 U

    � Infusione di eparina non frazionata 25000 U/500

    ml 21 ml/h

  • Giorno 2 - 3

    � Continua eparina in infusione

    � Rivaroxaban 15 mg x 2

    Giorno 4

    � Stop eparina

    �Rivaroxaban 15 mg x 2

  • Terapia standard del TEV

    Tipologie e intensità dei trattamenti anticoagulanti tradizionali

    UFH, EBPM, fondaparinux

    Almeno 5 giorni

    Dose terapeutica iniziale parenterale

    VKA INR 2.0–3.0 o 1.5–1.9

    >3 mesi/anni/indefinito

    Almeno 3 mesi

    VKA INR 2.0–3.0

    Mantenimento esteso dell’anticoagulazionePrevenzione secondaria

    Mantenimento precoce/prevenzione secondaria

    AVK

    EBPM/Fondaparinux sc

    Per almeno 3 mesi,Giorno1 Giorno 5

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    Rivaroxaban

    Rivaroxaban

    Xa

    IIa

    X IX

    IXaVIIIa

    Va

    II

    FibrinFibrinogen

    TF/VIIa

    Adapted from Weitz JI et al, 2005; 2008.

    �Principali caratteristiche del farmaco:

    • Inibitore orale diretto del Fattore Xa

    • Inattiva il Fattore Xa, libero e legato alla fibrina nel complesso protrombinasi

    • Nessun effetto su aggregazione piastrinica ed emostasi primaria

    • Modesta variabilità di risposta inter- e intra-soggetto

    • Biodisponibilità prevedibile

    • Basso potenziale di interazione con farmaci e alimenti

  • Impossibile v isualizzare l'immagine.

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    Rivaroxaban fase III

    Programma di Studi EINSTEIN VTE

  • Trattamento del TEV

    - trattamento della fase acuta (primi 7 gg)

    - trattamento della fase post-acuta (7 – 90 gg)

    - trattamento oltre 3 mesi e prevenzione delle

    recidive

  • “Approccio ibrido” proposto per una corretta gestione della terapia anticoagulante in pazienti colpiti da VTE

  • Fattori di rischio per la ricorrenza di VTE

  • Recommendations for duration of anticoagulation after pulmonary embolism

  • CONCLUSIONI

    • IL TEV è una malattia frequente e a volte letale

    • La diagnosi si giova di algoritmi suggeriti dalle

    linee guida senza tuttavia trascurare il giudizio

    clinico

    • A volte la terapia va iniziata ancor prima di aver completato l’ iter diagnostico

  • CONCLUSIONI

    • Lo sviluppo e l’approvazione per l’uso clinico delrivaroxaban rappresenta una importante innovazione

    nella gestione del TEV.

    • Il programma EINSTEIN supporta l’utilizzo delrivaroxaban come interessante trattamento di prima

    linea in molti Pazienti affetti da EP e/o TVP

    • Ulteriori indagini sono necessarie validare l’uso in

    sottopopolazioni specifiche