Il Sommelier Veneto n.3-2013

68
Anno 15 - Numero 3 - Ottobre 2013 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.p.A./Sped.A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - art.1 comma1 - NE/TV - Contiene I.P. - Prezzo di copertina 2,5 03/13 veneto Periodico informativo dell’Associazione Italiana Sommelier del Veneto www.aisveneto.it Cosa succede quando le aziende vinicole venete decidono di produrre vini fuori dal Veneto? Ce lo raccontano i protagonisti di questa avventura imprenditoriale, fra business e passione A Isola della Scala vince la delegazione Ais di Verona RISOTTO DEL SOMMELIER I sommelier si raccontano: il padovano Daniel Marzotto UNO DI NOI VALLE DEL DOURO Viaggio nella regione di Re Porto da conquista Veneti

description

Rivista ufficiale dell'Associazione Italiana Sommelier del Veneto.

Transcript of Il Sommelier Veneto n.3-2013

Page 1: Il Sommelier Veneto n.3-2013

Anno 15 - Numero 3 - Ottobre 2013 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.p.A./Sped.A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - art.1 comma1 - NE/TV - Contiene I.P. - Prezzo di copertina 2,5

03/13

ven

eto

Periodico informativo dell’Associazione Italiana Sommelier del Veneto • www.aisveneto.it

Cosa succede quando le aziende vinicole venete decidono di produrre vini fuori dal Veneto? Ce lo raccontano i protagonisti di questa avventura imprenditoriale, fra business e passione

A Isola della Scala vince la delegazione Ais di Verona

RISOTTO DEL SOMMELIER

I sommelier si raccontano: il padovano Daniel Marzotto

UNO DI NOI

VALLE DEL DOURO

Viaggio nella regione di Re Porto

da conquistaVeneti

Page 2: Il Sommelier Veneto n.3-2013

via Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) | T +39 0422 815 518 | F +39 0422 716 302

www.pololab.com | www.bioenologia.com | www.atecnos.com | [email protected] | [email protected] | [email protected]

Laboratorio Polo, Bioenologia 2.0 e Atecnos, tre realtà sorte come evoluzione di un concetto cardine che sta alla base della

nostra cultura professionale e scientifica: niente può essere migliore di quanto esista già in natura. Per questa ragione

orientiamo i nostri sforzi verso il perfezionamento continuo di metodi e strumenti che ci consentano di replicare i processi

naturali, offrendo la più completa competenza enologica: analisi accurate ed uniche, consulenza enologica ed agronomica,

prodotti naturali e lieviti attivi in crema. Esiste un nuovo modo di fare enologia? Naturalmente sì e solo naturalmente.

NATURALMENTE SÌ.

VI STATECHIEDENDOSE ESISTEUN nuovomodo DI FAREENOLOGIA?

ipso

fact

ory

.it

Siamo presenti alla25° Edizionedel SIMEIFiera Milano (Rho)12–16 novembre 2013Pad.11 | Stand L21 M22

Page 3: Il Sommelier Veneto n.3-2013

l’app

untodi Eddy Furlan

[email protected]

L’estate è alle spalle ma la squadra di Ais Veneto non ha fatto vacanza: luglio, agosto e settembre

sono stati mesi intensi di lavoro: ristrutturazione, programmazione, riunioni e consultazioni di ogni

genere; attività non immediatamente appariscenti né percettibili nei loro effetti, ma che hanno

consentito alla nave incagliata di rimettersi perfettamente in rotta.

Siamo partiti dall’istituzione di una segreteria amministrativa, con l’individuazione di un’opportuna

sede, un progetto e un metodo di lavoro, e l’assunzione di una figura qualificata che ne sarà la

responsabile operativa. Sabina Mazzolato, giovane e dinamica signora con sedici anni di esperienza

nel settore finanziario ed amministrativo, è la prima nuova componente della nostra squadra orga-

nizzativa. Il suo recapito è: [email protected].

Sono stati programmati _ e già decollati _ 23 corsi, distribuiti capillarmente nelle nostre sette pro-

vince. Tra ottobre e novembre svolgeremo i fondamentali seminari per Degustatori Ufficiali e sulla

Comunicazione tenuti dagli specializzati relatori della sede centrale.

Un altro grande progetto a cui un’apposita commissione sta già lavorando è la ristrutturazione del

nostro sito web: l’obiettivo è farlo diventare un vero e proprio “navigatore del sommelier” con infor-

mazioni in tempo reale sulla vita associativa e sulle opportunità offerte a chi desidera avvicinarsi al

nostro meraviglioso mondo. Attraverso un’articolata esposizione dei nostri campi di operatività il

visitatore potrà conoscere esattamente cosa realizziamo, e, se lo vorrà, potrà iscriversi ad un corso,

individuare la sede più consona per accedere al tipo di livello, e infine, anche (eventualmente)

pagare on line fornendo un unico passaggio tutti i dati richiesti.

Il lavoro per le degustazioni e per l’organizzazione dell’evento Il Veneto al 300x100, in programma

per il prossimo marzo 2014, è già iniziato con rinnovato e sentito senso dell’impegno da parte delle

commissioni preposte. Siamo stati e saremo sempre più presenti nei grandi eventi della comunica-

zione del vino, dell’enogastronomia e del settore agroalimentare, con l’obiettivo ambizioso di farlo,

appena pronti, anche in alcuni territori europei a noi più vicini.

Prioritaria l’attività di sviluppo dei progetti di delegazione anche con l’obiettivo di inserire nell’or-

ganico operativo nuove e ben motivate risorse, soprattutto giovani, così come definito nei nostri

incontri dello scorso giugno.

Abbiamo ripreso con serenità la navigazione; non è stato facile, ma il sentire ognuno di voi vicino

(anche con critiche costruttive) ha creato nel direttivo ed in me stesso un ritrovato entusiasmo per

puntare con ottimismo a lidi lontani.

Abbiamo ripreso con serenità

la navigazione. Sentire ognuno di voi

vicino (anche con critiche costruttive)

ha creato nel direttivo ed in me stesso

un ritrovato entusiasmo per puntare con

ottimismo a lidi lontani

Un rinnovato entusiasmo

3il Sommelier Veneto • 03/13

via Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) | T +39 0422 815 518 | F +39 0422 716 302

www.pololab.com | www.bioenologia.com | www.atecnos.com | [email protected] | [email protected] | [email protected]

Laboratorio Polo, Bioenologia 2.0 e Atecnos, tre realtà sorte come evoluzione di un concetto cardine che sta alla base della

nostra cultura professionale e scientifica: niente può essere migliore di quanto esista già in natura. Per questa ragione

orientiamo i nostri sforzi verso il perfezionamento continuo di metodi e strumenti che ci consentano di replicare i processi

naturali, offrendo la più completa competenza enologica: analisi accurate ed uniche, consulenza enologica ed agronomica,

prodotti naturali e lieviti attivi in crema. Esiste un nuovo modo di fare enologia? Naturalmente sì e solo naturalmente.

NATURALMENTE SÌ.

VI STATECHIEDENDOSE ESISTEUN nuovomodo DI FAREENOLOGIA?

ipso

fact

ory

.it

Siamo presenti alla25° Edizionedel SIMEIFiera Milano (Rho)12–16 novembre 2013Pad.11 | Stand L21 M22

Page 4: Il Sommelier Veneto n.3-2013

4 il Sommelier Veneto • 03/13

altitudini. A guidarla sono Gianni Strazzacappa e la moglie Elena che, dopo aver riconvertito i vigneti di famiglia, si sono posti da subito l’obiettivo di produrre uve di alta quali-tà secondo un progetto innovativo che coniughi tradizione e modernità.

Sfruttando la ricchezza dei terreni calcarei tipici della zona, che consente l’op-portunità di coltivare in modo orientato e mirato le diverse varietà di vite, è stata, infatti, aumentata la densità di ceppi per ettaro per favorire la competizio-

L’azienda Vigna Ròda, nata nel 2000, è una delle realtà emergenti dei Colli Euganei, terra generosa e molto mediterranea, parti-colarmente vocata alla viticoltura, che riesce a trasmettere ai vini, nei rossi in particolare, una solarità insolita a queste

Vigna Ròda: la tradizione

dei Colli Euganei

ne naturale tra le singole piante e la conseguente produzione di una minore quantità di grappoli, con-dizione essenziale per ottenere uve perfette. L’azienda coltiva 18 ettari a vigneto, con varietà come gli autoctoni Fior d’Arancio e Serprino oltre agli internazionali Merlot, Cabernet e Chardonnay, per una produzione annua di 70 mila bottiglie, molte delle quali destinate all’export, con mercati principali come Austria e Germania, e di recente con aperture di nuovi contatti anche verso il promettente Giappone. “Pur essendo considerata un’azienda di tipo convenzionale – spie-

ga Gianni Strazzacappa –, dove parte delle uve vengono acqui-state da fornitori della zona, curia-mo con molta attenzione il lavoro in vigna, con con-cimazione a base

di letame, la lotta integrata e riducendo al minimo il ciclo dei trattamenti fitosa-nitari in modo da coltivare la vigna sempre a bassissi-mo impatto ambientale. Vengono ridotte al minimo anche le operazioni di cantina, perché siamo con-vinti che il vino di alta qualità si ottenga prima di tutto in vigneto”.Vigna Ròda produce vini tipici della zona dei Colli Euganei, come il Fior d’A-rancio, nelle varietà spu-mante e passito, il Moscato

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Una realtà emergente del territorio, che coniuga la ricchezza di terreni particolarmente vocati alla viticoltura con un lavoro attento e curato sin dalla vigna

Azienda Vitivinicola Strazzacappa GianniVia Monte Versa, 156935030 VO’ (PD)Tel e Fax 049 [email protected]

secco, il Serprino, nonché vini con uve di vitigni internazionali con cui pro-duce lo Scarlatto (Merlot 60%, Cabernet 40%), vino di punta dell’azienda, e il Ca’ Zamira (Chardonnay). “La nostra necessità attua-le – continua Strazzacappa – è quella di potenziare la vendita sui mercati esteri, sia quelli nuovi come il Brasile che quelli dell’est Europa come Polonia, Ungheria e Slovacchia. Per questo saremo presenti quest’anno al Vinitaly ed il prossimo all’International Wine Festival in Austria. In ambito locale, invece, puntiamo molto sull’effetto trainante offerto sia dalla vicina zona turistico-ter-male di Abano e Montegrotto che dallo splendido scenario natura-le del Parco dei Colli Euganei e per questo due anni fa abbiano aperto per i nostri ospiti una nuova sala di degustazione dove offriamo agli eno appassio-nati i nostri prodotti assie-me a specialità del posto come il prosciutto di Montagnana ed il Grana Padano dop”.

Page 5: Il Sommelier Veneto n.3-2013

venetoottobre

in questo numero

Le OpinioniL’appunto di Eddy Furlan 3

AssociazioneI top a Cortina 12

Un Vino Vip con tante news 14

Il risotto che non t’aspetti 16

I dieci anni della Prosecco Cycling 20

Ais Veneto al tuo servizio 24

FocusFuori luogo di Paolo Colombo 26

Pagine AISNotizie, avvenimenti, curiosità dalle Delegazioni territoriali venete 35

Cronache dal Gusto Alla scoperta di… Nella valle del Douro di Carlos Veloso dos Santos 60

RubricheLa bacheca 6

Enovità a cura di Paolo Bortolazzi 8

Mondo Olio a cura di Fabio Poli 11

Uno di noi: Daniel Marzotto, sommelier made in England 22

Il Goloso Curioso: L’artigiano gourmet di Morello Pecchioli 57

Lavorincorso: Vendemmia 2013, viti sotto stress, ma risultati promettenti

di Stefano Soligo ed Emanuele Serafin 58

03/13

IL SOMMELIER VENETOPERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE

ITALIANA SOMMELIER DEL VENETO

PROPRIETARIOASSOCIAZIONE ITALIANA

SOMMELIER DEL VENETOVIA ROMA, 45/2

31044 MONTEBELLUNA (TV)

DIRETTORE EDITORIALE EDDY FURLAN

DIRETTORE RESPONSABILEDINO MARCHI

EDITORE E CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA EDIMARCA SAS

STRADA COMUNALE DELLE CORTI, 5431100 TREVISO

TEL 0422 305764FAX 0422 426343

[email protected]

IN REDAZIONE PAOLO COLOMBO

[email protected] 347 6987498

LAURA [email protected]

TEL. 338 3162365

GRAFICA MARIKA REGINATO

IMMAGINI FOTOGRAFICHETUTTI GLI ENTI E I CONSORZI

CITATI NEI TESTI, GARDIN&MAZZOLI ANTONIO CAMPANELLA

ANNO 15 - OTTOBRE 2013PERIODICO TRIMESTRALE

REGISTRAZIONE TRIBUNALE TREVISO N. 1042 DEL 23 OTTOBRE 1997

ISCRIZIONE R.O.C. N. 14021POSTE ITALIANE S.P.A.

SPED. A.P. D.L. 353/2003(CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46)

ART. 1 COMMA 1 NE/TV

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Page 6: Il Sommelier Veneto n.3-2013

6 il Sommelier Veneto • 03/13

LABACHECA

PRANZO DEGLI AUGURI A VILLA DE WINCKELS Per festeggiare insieme l’an-no appena concluso, Ais Veneto organizza il consueto appuntamento aperto a tutti in un prestigioso ristorante del territorio, che quest’an-no si terrà il 24 novembre al Ristorante Enoteca Villa de Winckels di Marcemigo di Tregnago (VR). Gestito dalla famiglia Merzari dal 1992, dopo il restauro dell’antica villa costruita tra il 1100 ed il 1400, il ristorante propone piatti della tradizione locale e veneta ben interpretati e, fra l’altro, è risultato vincito-re all’ultima edizione del concorso “Il risotto del sommelier” (vedi articolo a pag. 16). Rispetto agli altri anni, per la prima volta è stata scelta la formula del pranzo anziché della cena, anche per agevolare i trasferimen-ti di chi si viene da molto lontano e poter rientrare in un orario più consono.L’appuntamento è quindi fissato alle ore 12. Menù e costi sono in via definizione, per i vini invece la scelta (anche per stare “sul pezzo” con il nostro focus che potete leggere a pag. 26) cadrà su vini di produttori veneti ma fatti fuori dal Veneto. Informazioni e iscrizioni pres-so le rispettive delegazione.Ristorante Enoteca Villa de Winckels, Via Sorio, 30 - Marcemigo di Tregnago (VR); tel. e fax: 045/6500133.

A TREVISO L’ARTE NEL PIATTO E COCOFUNGOFattorie didattiche, mostre, cicchetterie, cooking show, gare di cucina, orti urbani, degustazioni guidate e una cena da non per-dere dedicata all’Arte nel Piatto. Ci sarà tutto questo e molto altro nelle piazze del centro storico di Treviso durante “Treviso: Dripping Taste 2013”. L’evento in program-ma il 19 e 20 ottobre 2013, organizzato dal Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana (Unascom-Confcommercio), trasformerà l’e-nogastronomia di qualità in un divertimento per grandi e piccini all’insegna dell’arte. Piazze, salotti e atelier permetteranno di assaggiare o acquistare i prodotti a Km Zero in tutte le loro forme, seguendo un vero e proprio itinerario del gusto che attraverserà il cuore del capoluogo della Marca.Il fungo è invece l’indiscusso protagonista della storica rassegna gastronomica Cocofungo, organizzata dai ristoranti del Cocofungo, che fanno parte del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana (Unascom-Confcommercio). Grazie ad un fitto calendario di serate, partito il 2 ottobre, i sei ristoranti del gruppo (Da Celeste, Barbesin, Miron, Gigetto, Sansovino di

Castelbrando da Palazzi e l’Oste-ria Der Katzlmacher) racconte-ranno le infinite peculiarità di uno degli ingredienti più gustosi della tradizione veneta. Ma il fungo diverrà anche la “materia prima” di una serie di opere cre-ate dall’artista Enrico Benetta che rielaborerà il fungo attraver-so la propria sensibilità, dando vita ad un gioco continuo tra reale ed irreale e tra diverse forme d’arte. Prossimi appunta-menti: il 16 e 17 ottobre all’Oste-ria Der Katzlmacher di Monaco di Baviera (tel. +49 0 89333360), il 18, 19 e 20 ottobre al Ristorante Miron di Nervesa della Battaglia (tel. 0422/885185) e il 21, 24 e 25 ottobre al Ristorante Da Gigetto a Miane (tel. 0438/960020). Per informa-zioni: www.cocofungoradicchio.it.

Page 7: Il Sommelier Veneto n.3-2013

7

PEDEMONTANA VENETA: NASCE IL NUOVO BRAND TURISTICODal progetto regionale realizzato dal Ciset, nasce il nuovo logo turistico ufficiale per la Pedemontana Veneta, area riconosciuta dalla recente Legge sul Turismo fra i tema-tismi veneti che dalla Lessinia arriva al Montello passan-do anche per i Colli Euganei. Una miniera d’oro turistica che il Veneto punta a valorizzare. Il primo passo di que-sto nuovo progetto è stata la realizzazione di un concorso di idee per il logo della Pedemontana. Il vincitore è

SAPORI ITALIANI, A LONGARONE

VETRINA DELLE TIPICITÀ

Dal 12 al 14 ottobre la Fiera di

Longarone ha ospitato l’atteso salone dei prodotti

agroalimentari tipici e della gastronomia. Anche quest’an-

no i sommelier bellunesi sono stati in prima linea, a “Sapori italiani e alpini”, per comunicare con la complessa organizzazione del concorso enologico. E non sono mancati momenti dedicati alle degustazioni guidate per far conoscere il meglio della produzione enologica del Veneto. Imperdibili, poi, gli approfondimenti sulle produzioni in vetri-na con interessanti convegni a tema. Un appuntamento che

riscuote di anno in anno un successo sempre crescente da parte di critica e pubblico, cui vi rinviamo per

un servizio più dettagliato al prossimo numero del nostro giornale.

il Sommelier Veneto • 03/13

LABACHECA

Mauro Caoduro, graphic designer, 33 anni, lavora a Milano ma è vicentino di nascita. La sua proposta, che ha sbaragliato gli altri 1665 progetti concorrenti, punta sulla semplicità: la diagonale Pedemontana diventa segno gra-fico, si arriccia e si colora per spiegare il carattere colli-nare e polivalente dell’area e delle sue ricchezze territo-riali. Dopo aver individuato il brand con il nuovo logo, la “fase due” del “progetto Pedemontana Veneta” si rivol-gerà alla raccolta di idee imprenditoriali innovative, con priorità per l’imprenditorialità giovanile. I temi del nuovo contest saranno la diffusione della cultura d’impresa turistica nel territorio della Pedemontana e la valorizza-zione turistica e l’aumento della domanda turistica qua-lificata. Tre i filoni imprenditoriali: cultura e territorio, enogastronomia e sport-cicloturismo. La commissione esaminatrice sarà composta da tre imprenditori che asse-gneranno i premi di tremila euro ciascuno all’azienda che adotterà l’idea selezionata per garantire la realizzazione effettiva del progetto.

Page 8: Il Sommelier Veneto n.3-2013

8 il Sommelier Veneto • 03/13

PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

GROPPELLO 2011 Igt Rosso del Veneto - Ca’ BiasiL’azienda sorge sulla strada che porta all’altopiano di Asiago, immediata-mente a nord di Breganze; Innocente, il titolare, è un vignaiolo di esuberan-te cordialità di cui si percepisce da subito la grande esperienza e compe-tenza tecnica. E’ sabato mattina e in cantina è un continuo via vai di acquirenti: non abbiamo difficoltà a credere quando ci racconta di non utilizzare distributori, ma di vendere il vino prodotto nei 12 ha di vigneto di proprietà e tutti in zona collinare a estimatori e ristoratori. Degustiamo tutti i vini dell’azienda, il Goggio 2012, un intrigante Charmat lungo da uve pinot bianco e incrocio manzoni, il Vespaiolo 2012 e infine tre annate di Torcolato (2007, 2008, 2009). Ciò che però ci colpisce sono i vini rossi

prodotti da uve autoctone, il Refosco e il Groppello. Il Groppello (nulla a che vedere con il groppello della riviera bresciana), che è vinificato sia nella versione secca, sia in quella passita (in uvaggio con il cabernet), è un vino che Innocente definisce schietto e tannico, ma grazie a un’attenta scelta vendemmiale nella ricerca della piena maturazione fenolica i tannini sono invece polimerizzati e setosi pur di fronte ad un 2011. I sentori sono di prugna essiccata, di ginger, di pepe bianco, di cardamomo e d’intensa mineralità. Sentori che si confermano in bocca, dove si scopre avvolgente, fine e con una lunga persistenza. Un vino che emoziona come emoziona il Sojo rosso, (la versione passita), Igt. Veneto di 14%, mai stucchevole.Prezzo: 4,80 € Ca’ Biasi di Innocente Dalla Valle Via Fratte, 22 - 36042 Breganze - VITel. e Fax: 0445 851069www.myspace.com/ca_biasi

VALPOLICELLA SUPERIORE RIPASSO 2010 - Corte CavediniViticoltori da sempre, nonno e padre vendevano il vino sfuso per le osterie della città, il signor Umberto Cavedini con i figli Marco, studente d’agrono-mia, ed Elena, giovane enologa, ha deciso di valorizzare meglio la sua figura di produttore e nel 2011, in piena crisi economica, è uscito con la prima annata di Corte Cavedini. Sono cinque gli ettari coltivati, tutti a bacca rossa tranne 4mila mq di vecchie vigne di garganega, testimoni di un’antica tradizione anche nei bianchi. Abbiamo assaggiato tutta la produzione, anche le botti con le prossime annate, per

a cura di Paolo BortolazziProsegue il nostro viaggio nel variegato mondo della produzione veneta. Le aziende che desiderassero segnalare i propri prodotti possono contattare i delegati provinciali o il curatore della rubrica. Hanno Collaborato: Alessandro Fiorini, Claudio Serraiotto, Fabio Poli, Matteo Guidorizzi

individuare le costanti date dal terre-no calcareo, quindi la mineralità e sapidità, il sentore di cipria, sempre l’ottimo e attento uso dei legni, la complessità, l’eleganza dei tannini e la finezza piuttosto che la potenza del corpo. Segnaliamo questo fascinoso ripasso 2010, grande speziatura in un corpo nervoso e snello che regge senza incertezze i 14,5 gradi alcolici, un frutto che tende ad aprirsi quanto più sta nel bicchiere, per accentuare così le note morbide, molto lungo e persistente. Buono anche l’Amarone 2008 (21,00 €), quasi didattico per comprendere le caratteristiche di questa vallata dell’est veronese. Segnaliamo anche con simpatia la vitalità di chi guarda lontano e fa squadra con le giovani generazioni, come pure testimoniamo per quest’a-zienda bambinella un rapporto quali-tà-prezzo davvero conveniente. Prezzo: 10,00 €Az. Agricola Cavedini UmbertoVia Sottoriva 15 Marcellise 37036 San Martino Buon Albergo - VRTel. e Fax: 045 [email protected]

Page 9: Il Sommelier Veneto n.3-2013

PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

»9il Sommelier Veneto • 03/13

rubino vivace, olfatto fine e fragrante con sentori di fiori (rosa rossa, gera-nio e viola), frutta (pesca noce) e una gentile nota verde che bene si sposa con la mineralità del vino. Al gusto è secco, abbastanza caldo e di piacevo-le morbidezza; ma la particolarità che lo rende elegante e armonico è indub-biamente l’equilibrio tra freschezza, sapidità e frutto.Prezzo: 5,00 €Società agricola Latium Morini:37030 Mezzane di Sotto - VR Tel.: [email protected]

IL MIO FRANC 2012Doc Breganze Le Vigne di RobertoRoberto Benazzoli nasce a Sandrigo (VI) da una famiglia con antiche tradizioni contadine, dopo gli studi e l’esperienza lavorativa come promo-tore Olivetti avvia una propria azienda nel mondo del software diventando, di lì a poco, un leader nel settore. Nel 2006 la svolta,

Roberto decide di tornare alle origi-ni, vende l’attività e, nel 2010, intraprende e sviluppa quel piccolo sogno da sempre racchiuso nel cas-setto. Nasce l’azienda agricola “Le Vigne di Roberto”, 3 ha di terreno dislocati a San Giorgio di Perlena, in provincia di Vicenza, terra di confine tra i comuni di Breganze e Fara Vicentino, nel cuore della Doc Breganze. Posizione ottimale per la coltivazione della vite, ben arieg-giata e riparata a nord dalla catena montuosa. La morfologia del terreno si articola con formazioni vulcani-che minerali sulle colline e strati alluvionali verso valle. Le varietà che attualmente Roberto coltiva sono: vespaiola, chardonnay, caber-net franc e pinot nero. In degusta-zione abbiamo preso in esame “Il Mio Franc”, cabernet franc in purezza, affinato in acciaio. Rosso rubino intenso, abbastanza consi-stente, con olfatto fine e fragrante. Sentori floreali e vegetali (geranio, viola mammola e peperone rosso) accompagnati nel finale da una sot-tile nota fruttata (ribes, marasca). Al gusto si ritrova tutto: secco, abba-stanza caldo e abbastanza morbido. Buona la freschezza e il tannino che, se pur in evidenza, non distur-ba perché in armonia con mineralità e sapidità. Ottimo l’abbinamento con una tagliata al naturale. Prezzo: 6,00 €Le Vigne Di Roberto è un Brand di Emmesse Società agricola Via Perlena - Fara Vicentino - VITel.: 345 [email protected]

VALPOLICELLA 2012Valpolicella Doc - LatiumDuemila anni di storia a testimo-nianza che già i Romani, i “Latii” (Laziali) per i residenti di Illasi, intrapresero una fiorente attività di coltivazione di alberi da frutto, tra cui la vite. Ecco svelato il nome della cantina “Latium”, situata a Mezzane di Sotto (VR) da circa cin-quant’anni. Oggi, a portare avanti la

tradizione di famiglia, sono cinque fratelli e due cugini. 40 ha di terreno vitato, 12 dei quali adiacenti alla cantina e i restanti suddivisi tra i comuni di Grezzana e Illasi. I sistemi di allevamento principali sono il ten-done e il guyot, anche se negli ultimi anni si sta affermando sempre più la spalliera con un sistema d’impianto vicino ai 10.000 ceppi/ha e una pro-duzione media di 7 hg per pianta. Tre le linee di produzione: Soave Doc, Valpolicella Doc (naturalmente con Superiore, Ripasso e Amarone) e i passiti. In cantina le fermentazioni avvengono esclusivamente in tini di acciaio con sosta sui lieviti e baton-nage per i bianchi, movimentazione delle bucce, ossigenazione e rimon-taggio per i rossi. In degustazione ci ha piacevolmente sorpreso il Valpolicella Doc 2012. Colore rosso

Page 10: Il Sommelier Veneto n.3-2013

CUVÉE DEL FONDATORE MONTPRÉ 2009Spumante Brut - Tenuta ChiccheriIn una lingua di Lessinia che si pro-paga fino alla pianura, si può caval-care da Colognola ai Colli in direzio-ne nord, oltrepassando casa Trabucchi, il castello di Illasi, Capitel S. Anna, ancora su, fino ad arrivare alla tenuta Chiccheri. Sul

versante est troviamo i vigneti di Valpolicella, più in alto, a 500 m, quelli di chardonnay e pinot nero, volgendo poi il capo a ovest si apre la vista su una gola profonda che funge da scambiatore di calore. Tenuta Chiccheri, 16 ha per il ritiro estivo di un imprenditore veronese, il sig. Ruffo uomo di poche parole ha modi semplici e una mente veloce, precisa e pragmatica, da ingegnere. La pas-sione per il vino nasce quasi per soddisfare un proprio sogno, ma poi si concretizza in 10 ha vitati e due enologi di rilevo, Bernabei per i vini Valpolicella e Cesare Ferrari per gli spumanti metodo Classico, nulla è lasciato al caso. In questi ultimi anni l’azienda ha attuato parecchi cam-biamenti e tutti volti alla ricerca della qualità e dell’eleganza, nella nostra ultima visita ci ha colpito il nuovo metodo Classico, per il quale

abbiamo riscontrato un cambio di passo netto e deciso. Il vino si pre-senta nel bicchiere di un bel giallo paglierino con riflessi platino, con naso snello e fine, caratterizzato dalle note di fiori bianchi, piccola pastic-ceria e agrumi canditi. Il sorso è fre-sco, minerale e delicatamente fruttato per una bevibilità diretta, precisa e molto piacevole. Potenza e grazia anche per il Montpré brut Rosè, 100% pinot nero.Prezzo: 17,00 € Tenuta Chiccheri - Località Chiccheri, 1 37039 Tregnago - VRTel.: 045 8774333Fax 045 [email protected]

ALTEMURA 2010Primitivo di Manduria Doc - ZoninNove realtà situate in sette regioni con alta vocazione vitivinicola in Italia, alle quali si aggiunge la pro-prietà Barboursville Vineyards in Virginia – USA, questi i numeri di Casa Vinicola Zonin, una realtà che ha saputo interpretare, valorizzare e

fare cultura nel mondo del vino. Ultimo tassello dell’azienda è la Masseria Altemura, situata nel cuore del Salento nel territorio di Torre Santa Susanna in Puglia, equidistan-te tra i mari Ionio e Adriatico. Nei 130 ha vitati dei 300 complessivi si coltivano esclusivamente vitigni autoctoni quali, primitivo, negro amaro, aglianico e fiano, secondo il principio “ad ogni regione la sua tradizione, ad ogni regione il suo vino”. Terreni di origine calcarea, nei quali, attraverso la tecnica della “frantumazione”, i blocchi calcarei sono stati triturati e mescolati alla terra. Dei sette vini prodotti ci ha particolarmente colpito l’Altemura 2010, un’interpretazione in chiave moderna del vino simbolo dell’enolo-gia pugliese, il Primitivo. Le uve raccolte a maturazione avanzata ven-gono diraspate e pigiate delicata-mente e dopo la fermentazione il vino matura per 14 mesi in tonneaux da 350 l e in seguito per otto mesi in bottiglia. Di colore rosso intenso, si fa ricordare per le note delicate e decise di rosa rossa, geranio e com-posta di miele di castagno e fichi. Il sorso caldo e avvolgente è imprezio-sito dal frutto scuro e dalla frutta secca. Tannino morbido, setoso e ancora vivo per un vino che fa della finezza e dell’eleganza le sue carat-teristiche principali.Prezzo: 16,00 €Casa Vinicola Zonin spa Via Borgolecco, 9 - 36053 Gambellara - VITel.: +39 0444 [email protected] www.casavinicolazonin.it

PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

10 il Sommelier Veneto • 03/13

Page 11: Il Sommelier Veneto n.3-2013

PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

NOVITÀ E APPROFONDIMENTI SULL’EXTRAVERGINE D’OLIVA

Hanno Collaborato: Matteo Guidorizzi

OLIO DI ROSSOOlio Extravergine di Oliva - Diesel FarmSiamo sulle ripide colline a nord di Breganze, un susseguir-si di saliscendi ricoperti di fitti boschi dai molti colori d’au-tunno. Ecco Diesel Farm, 100 ettari in un unico corpo solo in parte coltivati, sei ettari a vigna, ancora meno a olivo, in pic-cole porzioni ben esposte alla luce del sole. É quasi un ritorno alle origini di Renzo Rosso, quando i suoi genitori face-vano i contadini, un tributo alla natura e alle tradizioni della campagna, con la fedele ristrutturazione della casa padronale, il ripristino dei pascoli per i bovini, le piante da frutto e l’orto.Le cultivar di olivo sono soprattutto di leccino, poi frantoio e ascolana, su declivi a forte pendenza a circa 300 m di altitudine. L’azienda produce anche un olio “Riserva” con solo grignano. L’Olio di Rosso ha spiccato profumo di verde al naso, poi note balsamiche e fresche che richiamano la menta, un fruttato medio-leggero. In bocca un amaro di media intensità e un piccante ampio e piuttosto lungo, ma non pungente, che insieme con la frutta secca costruiscono una buona persistenza.Prezzo: 21,00 € - 500 mlDiesel Farm Società Agricola s.r.lVia Angarano, 2236061 Bassano del Grappa - VIwww.dieselfarm.it

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA PIANETTO 2012Baglio di PianettoSiamo in Sicilia, in una piccola “colonia” dell’imprenditoria veneta, i Marzotto di Vicenza. Sono 3 ettari di oliveto e circa 80 di vigneti sulle montagne a sud di Palermo, ad un’altitu-dine di circa 600 metri con discrete pendenze, sbalzi termi-ci e ventilazione eccellente. Le cultivar sono la Biancolilla e la Cerasuola, l’età media delle piante circa 30 anni. In questo ambiente, lontano dall’inquinamento della civiltà urbana e industriale, solo l’imperizia umana può dare un olio discreto, ma in questa Sicilia vicentina niente è affidato

al caso: raccolta anticipata e manuale, frantoio di proprie-tà. L’olio è un fruttato medio, con una nota verde da frutto e foglie, leggermente speziato con ritorni di erbe aromati-che. L’ingresso in bocca è di mandorla dolce e nocciola, un amaro leggero ed un piccante rotondo, educato e non pun-gente, lungo e persistente, un olio davvero elegante in que-ste zone di frequenti carri armati.Prezzo: 10,00 € - 500 mlBaglio di Pianetto S.r.l.Contrà del Monte, 13 36100 Vicenza - ItalyTel.: 0444 32 36 88Fax: 0444 32 34 [email protected]

“MondoOlio” è realizzato in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it

a cura di Fabio Poli

11il Sommelier Veneto • 03/13

Page 12: Il Sommelier Veneto n.3-2013

12 il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

E’E’ stata Maria Pia Montanari, visibilmente commossa, a dare il via, con la conferenza stampa all’Hotel de la Poste, alla seconda edizione di GustoCortina. L’evento ha coinvolto il meglio dell’alta enogastronomia made in Italy, riunendo una cinquantina di produttori di vino e le più autorevoli firme dei media italiani e stra-nieri del settore. La manifestazione di Golden Moon ha coinvolto, oltre all’Hotel de la Poste, il Vittoria, con i banchi d’assaggio di etichette italiane d’eccellenza, talvolta provenienti da viticoltura eroica, come quelli delle Cinque Terre, ma anche del giovane produttore bellunese De Bacco e Vigna 1350 di Cortina che, secondo l’enologo Fabrizio Zardini, quest’anno potreb-be arrivare alla prima micro vinificazione (menzione speciale nei premi di GustoCortina).Nell’area food gli artigiani del gusto, produttori e sele-zionatori, hanno messo a disposizione del pubblico ricercati prodotti di nicchia. Un’area è stata dedicata all’enoturismo, ma la novità di questa edizione è stato il premio di architettura destinato ai progetti delle cantine meglio integrate nel paesaggio agrario. Una due giorni, dunque, vetrina delle migliori espressioni del made in Italy, che ha visto, oltre alle degustazioni, con la presen-za di Thibault Nguyen, direttore della pagina enologica di Le Figaro Vin, incontri e seminari correlati, cui hanno partecipato imprenditori del settore turistico e operatori commerciali dei mercati esteri, in primis Russia e Cina. Alla cerimonia d’inaugurazione era pre-sente il senatore bellunese Giovanni Piccoli. L’evento è stato patrocinato da Regione Veneto, Comune di Cortina, Regole d’Ampezzo, Università Ca’ Foscari di Venezia e Expo 2015. Un momento particolarmente

Seconda edizione di GustoCortina

con pregiate degustazioni, incontri

e seminari e la novità del premio

di architettura

di Mario De Pra

I top a Cortina

felice l’Open House Gala, la serata nelle case private di Cortina, con i vini in concorso e i piatti creati dagli chef con i prodotti delle aziende partecipanti. Alla serata erano presenti Graziano Prest del Tivoli, Daniele Zennaro del Vecio Fritoin di Venezia, Maurizio Alluotto, Gianfranco Faustini e Marco Balducci degli Hotel Europa, de la Poste e Cristallo, Alessandro Menardi di Baita Fraina, Fabio Pompanin de Il Camin e Gigi Da Riz del ristorante Da Aurelio. GustoCortina ha ottenuto il meritato successo, ma il suo punto di forza, a parere del sommelier che scrive, sono state le straordinarie degustazioni volute da Ian D’Agata, che firma gli articoli sul vino su Le Figaro Vin, e dal direttore della prestigiosa testata. Analogo successo e importanza per quelle curate dal sommelier Alessandro Scorsone. Una chicca: la degustazione guidata da Egle Pagano del Secolo XIX, “Vini no limits”, dove è stato presentato il vino del produttore spagnolo Lorenzo Valenzuela, il rosso Bodega Barranco Oscuro, da vigne-ti coltivati in Andalusia oltre i 1.300 metri. Pietro Lugano ha presentato il suo Abissi, metodo classico, affinato a 60 metri di profondità nella riserva marina di Portofino. Gianluca Bisol ha portato il suo Venissa, pro-dotto nell’isola veneziana di Mazzorbo, dove i vigneti di Dorona sono spesso sommersi dalla acque.

I titolari dell’azienda MaronetaDa sinistra Roberto Ferro, Maria Pia Montanari, Alessandro Scorsone, Gerry Gaspari e Cristina Lot

Page 13: Il Sommelier Veneto n.3-2013

13il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

I PREMI DI GUSTOCORTINAA GustoCortina anche un premio di architettura per gratificare le realtà architettoniche più significative per la capacità di integrare architettura, enologia e paesaggio agrario. Due le sezioni del premio intitolato “La cantina di Prometeo: spazio del lavoro e processi di vinificazione”. Nella sezione “architettura” il primo premio è stato assegnato ad Augusto Romano Burrelli e a Gianfranco Roccatagliata dell’Università di Venezia per il progetto della Cantina Perusini di Ronco di Rosazzo (UD); il secondo è andato alla can-tina “Dei” di Montepulciano su progetto di Alessandro Bagnoli ed il terzo alla cantina Bortolomiol di Valdobbiadene su progetto di Wally Tomè. Nella sezio-ne “paesaggio”, premio agli architetti Giorgio e Luca Pedrotti con il maestro Pomodoro per il progetto della cantina Castelbuono di Montefalco. Secondo classifi-cato il progetto della cantina Rondover di San Simone di Brisotto di Porcia (PN), realizzato dall’architetto Massimo Augusto Redigonda, terzo il progetto della cantina Poggio San Polo di Montalcino degli architetti Dal Piaz e Giannetti.

I VINCITORI DEL CONCORSO ENOLOGICOIl miglior spumante è il Ferrari Perlè 2006, miglior vino bianco il Friulano 2012 dell’azienda Tomasella, miglior rosso il Pinot Nero Iperbole riserva 2008 della cantina Cà Boffenisio. Il premio per il miglior vino dolce è andato a pari merito a Sciacchetrà 2010 di Buranco e a Elba Aleatico Passito 2011 della cantina Cecilia.

LE DEGUSTAZIONI DI GUSTO CORTINANella terrazza viennese dell’Hotel Ancora le grandi, si sono tenute le grandissime degustazioni messe in campo da Ian D’Agata, wine writer e critico enologico, che ha voluto peraltro mettere a confronto Francia e Italia in due verticali storiche: la prima di Bordeaux, con sette annate di Chateau Branaire-Ducru, prove-nienti da vigneti di circa 45 anni, 70% di cabernet sauvignon, 22% di merlot, 5% di cabernet franc e 3% di petit verdot (annate 2010-2005-2003-2001-2000-1998-1995); la seconda con 15 annate di Brunello di Montalcino dell’azienda Maroneta con la presenza del produttore Alessandro Mori, che ha messo in degusta-zione tutta la sua straordinaria produzione. Parimenti di livello la degustazione con Marcello Lunelli, “Lo chardonnay secondo Ferrari”, dove le bollicine trenti-ne, peraltro vincitrici del premio per il miglior spu-mante, hanno trovato la massima espressione con la Riserva Ferrari 1995, definita annata del secolo dal produttore, con i suoi 18 anni sui lieviti.Nondimeno emozionanti le degustazioni di Alessandro Scorsone, con “L’Amarone e le sue declinazioni”, un itinerario attraverso le aree di produzione nei 19 comuni in provincia di Verona. In rassegna Amarone Speri 2008, Corte Sant’Alda 2009, Campo Morar 2006, Ambrosan 2006, Massimago 2009, Venturini 2008 e Buglioni 2007. “Un francese dal cuore italia-no” il titolo della degustazione di champagne Encry proposta dal celebre sommelier Enrico Baldin della Maison Veuve Blanche Estelle, prodotto a Mesnil sur Oger, comune classificato Gran Cru Blanche a 20 chilometri da Epernay. In degustazione: Grand Rosé, Brut; Millesimè 2005 e Zero Dosage. Bella anche la storia raccontata dal produttore sulla sua maison. Un plauso ai sommelier bellunesi è stato pubblicamente fatto da Ian D’Agata, da Alessandro Scorsone e Adua Villa, che a Cortina ha presentato il suo libro “Una sommelier per amica”.

I titolari dell’azienda De Bacco con Alessando Scorsone e Dino Marchi

Ian D’Agata e a destra Thibault Nguyen

Thibault Nguyen e Ian d’Agata con i sommelier di Belluno

I sommelier Ais con Adua Villa e Alessandro Scorsone

Da sinistra il senatore Giovanni Piccoli, Gherardo Manaigo e Maria Pia Montanari

Page 14: Il Sommelier Veneto n.3-2013

ASSOCIAZIONE

14 il Sommelier Veneto • 03/13

IInnovazione: questo è il tema di fondo della 9ª edizio-ne di Vino Vip, e non solo per quanto riguarda il vino, ma anche per le numerose novità messe in campo da Alessandro Torcoli, di Civiltà del bere, organizzatore dell’evento. Innanzitutto lo spostamento della manife-stazione a metà luglio e, oltre ai consueti momenti di “Vino Vip classic”, da quest’anno si sono aggiunti “Overture champagne”, “Vino Vip Challenge” e la “Blind tasting competition”. Quindi, dal Rifugio Faloria, sede storica del Tasting delle Aquile, all’altro versante, sulle Tofane, con gli champagne protagonisti con nove aziende e ben 25 tipologie, hanno di fatto dato il benvenuto al Rifugio Col Drusciè. E ancora più in alto, fino ai 2.550 metri del Rifugio Ra Valles, con

lo splendido panorama sull’anfiteatro della conca ampezzana, le sfide dell’enologia ita-liana, con aziende novi-tà di questi ultimi anni. Anche qui nove produt-tori hanno fatto degu-stare i loro vini ai numerosi appassionati. Ancora sabato, le cene di “Vino Vip gourmet”, con il ristorante Tivoli del sommelier Graziano

Innovazione dalla vigna al marketing, il leit

motiv di questa nona edizione. E molte le

nuove proposte

di Mario De Pra

Un Vino Vip con tante news

Prest in trasferta a Col Drusciè e poi a Baita Fraina, a Il Campanile (Golf Cortina) e al Vip Club dell’Hotel Europa. Qui i vini, con produttori e ospiti, hanno incontrato il meglio della proposta culinaria della provincia di Belluno. Domenica 15 si è aperta con l’altra novità di questa edizione: “Blind tasting competition”, la degustazione alla cieca con pochissime indicazioni prima della gara. Un gioco, secondo Alessandro Torcoli, per evi-denziare la propria abilità di assaggiatori. Tra i cin-quanta partecipanti il premio è andato ai tre che hanno individuato le maggiori caratteristiche dei vini, per esempio la tipologia delle uve, l’area di provenien-za, ecc. Contestualmente si teneva nella Sala cristallo dell’Hotel Miramonti il convegno “La futura vita della vite” a cura dell’Accademia italiana della vite e del vino, con l’intervento del presidente, Antonio Calò. Nel pomeriggio, nel salone delle feste dello storico hotel, l’inaugurazione ufficiale della kermesse, con l’intervento delle autorità e a seguire il talk show, con Jancis Robinson, una delle firme critiche più rispetta-te del mondo del vino. Ad assistere moltissimi produt-tori e la stampa internazionale. La cena di gala ha visto la consegna del premio “Pino Khail” a Lucio Tasca d’Almerita, per i suoi meriti nella diffusione della cultura enologica italiana nel

Jancis Robinson

Alcuni sommelier con Alessandro Lunelli di Ferrari

A destra Luigi Pizzolato, delegato di Val D’Elsa e vice presidente di Ais Toscana

Page 15: Il Sommelier Veneto n.3-2013

15il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

Innovazione dalla vigna al marketing, il leit

motiv di questa nona edizione. E molte le

nuove proposte

confronto un Frappato 2011 a fermentazione sponta-nea e uno con il lievito candida z. Lo stesso ha riguar-dato vini da uve Nero d’Avola. Il progetto “Valorizzazione di Linosa” ha focalizzato l’attenzione sulla reintroduzione di vitigni nell’isola e in questo ambito è stato possibile degustare lo Zibibbo passito frutto di un apposito studio, che ha ottenuto l’unanime plauso dei presenti. Poi via verso il Rifugio Faloria per la conclusione straordinario Tasting delle Aquile, con il meglio dell’enologia italiana.

L’INTERVENTO DI JANCIS ROBINSON La master of wine Jancis Robinson, uno dei massimi esperti mondiali del settore, ha introdotto il suo talk show sull’equilibrio tra “innovazione e tradizione”. Innovazione, il filo conduttore di questa edizione, e alcune regole fondamentali cui devono attenersi oggi i produttori, sia in cantina, che nel mercato globale. Prima di tutto più qualità e minor quantità: questo il concetto sottolineato più volte dalla Robinson, con estrema attenzione alla costruzione del vino in vigna, anziché in cantina. L’utilizzo di importanti innovazioni tecnologiche, come il controllo satellitare, che consen-te la mappatura completa dei vigneti. La tecnologia consente precisione e risparmio nella produzione del vino, senza dimenticare però modifiche che possono apparire banali, come l’utilizzo delle cassette di plasti-ca al posto delle meno igieniche di legno. Basta, dun-que, con le fermentazioni forzate, con i vini trasformati da lieviti da poco prezzo o dalla malolattica per la maturazione precoce del vino. E qui un plauso al vino italiano, che non viene messo in commercio prima del tempo. La Robinson ha poi continuato affermando come globalmente si assista a una importante riduzio-ne dell’uso del legno per la maggior parte dei vini, specificando che con la tecnologia anche i vini giovani possono risultare eccellenti. L’importanza dell’etichetta per informare il consumatore e della retro-etichetta quale biglietto da visita dell’azienda, dove il produttore può raccontare la storia sua e del vino. L’avvento dell’utilizzo del Dna, ha sottolineato l’esperta, ha con-sentito l’individuazione delle varietà– 377 vitigni sui circa 2.000 sono italiani – per rispondere al consuma-tore sempre più istruito, anche se giovane. Una parte dell’intervento ha riguardato i vini naturali, dei quali la Robinson ha precisato non essere fanatica, afferman-do che “un vino dev’essere innanzitutto buono, meglio se biologico o biodinamico”. Ha concluso il suo inter-vento affermando che il produttore italiano deve viag-giare molto per raccontare il suo vino, utilizzando inol-tre i nuovi mezzi di comunicazione, sottolineando l’im-portanza del marketing aziendale.

mondo; a Silvia Baratta di Gheusis e a Tiziana Mori del Gruppo Italiano Vini, il premio “Who’s who in wine” per la miglior comunicazione sul vino. Il som-melier Luigi Pizzolato, delegato di Val D’Elsa e vice presidente di Ais Toscana si è aggiudicato il premio “Blind tasting competition”, mentre al secondo e terzo posto della degustazione alla cieca si sono piazzati rispettivamente Maria Gerari, studente del Master of wine, e il giornalista Luigi Salvo. In centro a Cortina, nel tardo pomeriggio alle enoteche di Gerry Gaspari e Sergio Manaigo, le degustazioni di vini naturali Riesling, Nikolaihof e Orange wines di confine (appro-fondimenti nella sezione del giornale dedicata della delegazione di Belluno).Il lunedì mattina era in programma il seminario-degustazione in collaborazione con l’Irvos, guidato dall’enologa Graziana Grassini e da Daniele Oliva, responsabile delle biotecnologie dell’Istituto regionale della vite e dell’olio di Sicilia dal titolo “Tre ricerche sui solfiti, sui lieviti indigeni e su nuovi territori”. Dunque, ancora la Sicilia protagonista del Masterclass. La prima parte della degustazione ha riguardato vini senza solfiti da uve Grillo e Nero d’Avola. La seconda parte ha riguardato la ricerca sull’impiego nella pro-duzione dei vini, del lievito candida zemplinina; a

Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, a sinistra, Roberto Ferro delegato Ais di Belluno

Page 16: Il Sommelier Veneto n.3-2013

ASSOCIAZIONE

16 il Sommelier Veneto • 03/13

HHa vinto la creatività, la voglia di tentare nuove strade e nuovi sapori. E, per una volta tanto, ha messo d’accordo tutti quanti. Alla terza edizione de “Il risotto del sommelier”, lo scorso 15 settembre durante la 47ª Fiera del Riso di Isola della Scala, forse anche un po’ a sorpresa, il risotto migliore è stato quello proposto dai padroni di casa della delegazione veronese, con la complicità dello chef Roberto Merzari del Ristorante Villa De Winckels di Marcemigo di Tregnago (VR). Un risotto alle castagne di San Mauro, stracul di maiale e Grana della Lessinia, sapori molto diversi fra loro ma che

Ais Verona vince la terza edizione

de “Il risotto del sommelier”, evento

clou della Fiera del Riso di Isola

della Scala, con un piatto innovativo

che ha conquistato sia la giuria

tecnica che quella popolare

Il risotto che non t’aspetti

Roberto ha saputo amalgamare sapientemente e che hanno colpito alla stesso modo la giuria tecni-

ca, presieduta da Giancarlo Mondini (Ais Romagna) e composta da Mariano Francesconi, Fiorenzo Detti, Morello Pecchioli, Lucio Salgaro, Luciano Merlini e Lucio Ferrani, quella popolare del folto pubblico di appassionati. Poche, comunque, le differenze, fra il vincitore e gli altri, come ha spiegato Mondini, “dimostrazione della grande professionalità degli chef partecipanti, tutti orientati su risotti di ricerca, non convenzionali”. Presentazione, fran-chezza ed armonia dei profumi, cottura,

Lo chef vincitore Roberto Merzari

Page 17: Il Sommelier Veneto n.3-2013

17il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

»

Ais Verona vince la terza edizione

de “Il risotto del sommelier”, evento

clou della Fiera del Riso di Isola

della Scala, con un piatto innovativo

che ha conquistato sia la giuria

tecnica che quella popolare

armonia dei sapori, originalità e creati-vità della proposta: questi i cinque para-metri della scheda di valutazione dei piatti della giuria (con voti da 1 a 10, ed il vincitore per la cronaca ha totalizzato 279 punti, una media di 7,9 per ogni parametro). “Abbiamo voluto presentare un piatto che riuscisse ha conservare i sapori – ha spiegato lo chef Roberto – utilizzando però solo prodotti del territo-rio”. L’altro premio delle kermesse, quello dedicato al miglior abbinamento, è stato vinto dalla delegazione venezia-na, che ha proposto assieme al risotto “San Marco” al ragout di faraona e mor-bido di Casatella preparato da Marco Salin del Ristorante alla Crosarona di

PIATTI E VINI IN GARA AL RISOTTO DEL SOMMELIERDELEGAZIONE DI BELLUNO“Risotto ai sapori dei laghi dolomitici” del Ristorante La Buona Tavola 2 (BL)Abbinamento: Col di Pietra 2011 igt delle Dolomiti di De March

DELEGAZIONE DI PADOVA“Risotto al Tartufo Scorzone dei Colli Euganei e Serprino doc” dell’Antica Trattoria Ballotta di Torreglia (PD)Abbinamento: Friularo “Ambasciatore” doc 2008 di Conselve Vigneti e Cantine

DELEGAZIONE DI ROVIGO“Risotto con le rane” della Trattoria al Ponte Lusia (RO)Abbinamento: Vino da tavola Mattarella dell’Azienda Agricola Campioni

DELEGAZIONE DI TREVISO“Risotto alle ortiche del Sile e ricotta stagionata di malga” del Hotel Ristorante Fior di Castelfranco Veneto (TV)Abbinamento: Valdobbiadene Superiore di Cartizze Dry docg di Ruggeri

DELEGAZIONE DI VENEZIA“Risotto San Marco di Isola della Scala, al ragù di faraona di cortile, mantecato al basilico, morbido di Casatella dop e polvere di olive nere” del Ristorante alla Crosarona di Scorzè (VE)Abbinamento: Pinot Grigio Lison Pramaggiore doc 2011 di De Stefani

DELEGAZIONE DI VERONA“Risotto alle castagne di San Mauro, stracul di maiale e Grana della Lessinia” del Ristorante Villa De Winckels di Tregnago (VR)Abbinamento: Barricaia Brut Riserva Privata Rinaldo Rinaldi 1994 di Villa Rinaldi

DELEGAZIONE DI VICENZA“Risotto al toresan” di Trattoria dalla Nana di Romano di Ezzelino (VI)Abbinamento: Breganze Marzemino igt “Cornorotto” 2011 di Maculan

Page 18: Il Sommelier Veneto n.3-2013

18

ASSOCIAZIONE

il Sommelier Veneto • 03/13

Scorzè (VE), un Pinot Grigio 2011 Lison Pramaggiore Doc dell’azienda De Stefani.Ma i premi sono solo il corollario di una manifesta-zione che ha tutti gli ingredienti per continuare su questa strada, ossia la valorizzazione di un grande prodotto di pregio come il Riso Nano Vialone Veronese Igp. “Si tratta di uno degli eventi più belli e più alti della nostra fiera”, ha confermato il presidente dell’Ente Fiera di Isola della Scala Massimo Gazzani. Grande merito, dunque, al lavo-ro ed allo spirito delle sette delegazioni venete di Ais, degli chef coinvolti, tutti giovani e preparati (fra cui anche una donna, Antonella Dal Bello della Trattoria dalla Nana di Romano d’Ezzelino, portata qui fra l’altro dalla delegazione più “rosa” della regione, quella vicentina capitanata da Roberta Moresco, nuova erede di Mariucia Pelosato), segno che la nostra ristorazione ha le carte in regola per crescere e modernizzarsi, e dei vignaioli che hanno portato qui i loro vini in abbi-namento, spesso preparati proprio per l’occasione. Come, ad esempio, il Barricaia Brut 1994 della Riserva Privata di Rinaldo Rinaldi abbinato al piatto vincitore, un 60% pinot grigio e 40% char-donnay, passato poi per 30 mesi in barrique a bassa tostatura e sboccato poi al volo: una rarità, portato qui ad hoc da Rinaldo, che ha riscosso molti consensi. In chiusura, a suggellare una gior-nata davvero riuscita, c’è da segnalare anche l’af-

210x148,5_06-2013.indd 1 29/05/13 10:30

Il vincitore: “Risotto alle castagne di San Mauro, stracul di maiale e Grana della Lessinia” del Ristorante Villa De Winckels di Tregnago (VR)

Premio al miglior abbinamento: “Risotto San Marco di Isola della Scala, al ragù di faraona di cortile, mantecato al basili-co, morbido di Casatella dop e polvere di olive nere” del Ristorante alla Crosarona di Scorzè (VE) con Pinot Grigio Lison Pramaggiore doc 2011 di De Stefani

Page 19: Il Sommelier Veneto n.3-2013

ASSOCIAZIONE

fettuoso applauso che ha ricevuto l’ex-presidente di Ais Veneto Dino Marchi, presente in sala, a ringraziamento del suo grande impegno e lavoro svolto negli ultimi anni per valorizzare la profes-sionalità e far crescere così il riconoscimento verso i sommelier veneti.

210x148,5_06-2013.indd 1 29/05/13 10:30

La premiazione del miglior risotto del sommelier va alla Delegazione Ais di Verona

Il premio come miglior abbinamento. Vince la Delegazione di Venezia

Page 20: Il Sommelier Veneto n.3-2013

ASSOCIAZIONE

20 il Sommelier Veneto • 03/13

UUn brindisi con i sommelier di Ais Veneto per festeggiare la decima edizione della Prosecco Cycling. La manifestazione che dal 2004 coniuga, in grande stile, ciclismo e promozione del territorio e che quest’anno, nonostante la pioggia che ha causato qualche defezione dell’ultima ora, ha visto lo scorso 29 settembre la partecipazione record di oltre 1.700 iscritti, provenienti da 18 nazioni. Per la cronaca, nel percorso lungo (114 chilometri) vittorie del veneziano Igor Zanetti, al suo primo successo, e Maria Cristina Prati. Nel corto (71 chi-lometri) successi del trevigiano Alessandro Bianchin, punta di diamante del team Prosecco Cycling, e di Michela Giuseppina Bergozza. Ma oltre all’aspetto sportivo la Prosecco Cycling ha dimostrato soprattutto di essere un grande spetta-colo che ha mescolato coriandoli e canzoni, bollici-ne e grandi ospiti, passione per la bicicletta e pro-mozione del territorio. Dove i sommelier di Ais non mancano mai, ed anche quest’anno erano presenti sia nel brindisi finale che nelle varie attività eno-

Grande spettacolo sulle colline

valdobbiadenesi per l’edizione,

da record di iscritti, del decennale,

che mescola bollicine, servite

dai sommelier di Ais Veneto,

e promozione del territorio

I dieci anni della Prosecco Cycling

gastronomiche correlate all’evento.La mattinata della Prosecco Cycling è iniziata da Valdobbiadene con una torta e dieci candeline. E con i ciclisti ad alzare le mani, bene aperte, sulla linea di partenza: dieci dita per sintetizzare la voglia di esserci. Per contribuire a scrivere, ognu-no, la decima pagina di un evento che ormai rap-presenta il simbolo sportivo, e non solo, di un territorio sempre più legato alle due ruote. E dove, al termine della salita più attesa e temuta, il miti-co Muro di Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto, capita di essere accolti da un campione come l’o-limpionico della ginnastica Igor Cassina. Un testi-monial d’eccezione per un ristoro d’eccezione: fasolari e Prosecco, il mare e la collina. Nulla di

Il brindisi al via con i sommelier Ais (photo: FotoStudio3)

Un passaggio davanti al castello di San Salvatore (photo: Francesco Galifi)

Page 21: Il Sommelier Veneto n.3-2013

21il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

Grande spettacolo sulle colline

valdobbiadenesi per l’edizione,

da record di iscritti, del decennale,

che mescola bollicine, servite

dai sommelier di Ais Veneto,

e promozione del territorio

sorprendente, in fondo, nel cuore del “Giardino di Venezia”. Dove quest’anno è transitato anche il Giro d’Italia. La Prosecco Cycling è stata anche una passerella per alcuni ospiti noti. Tra questi il vicesindaco di Valdobbiadene, Pietro Giorgio Davì, il britannico Tony Purnell, ex amministratore delegato dei team di Formula 1 Jaguar e Red Bull ed ora consulente tecnico per la federazione ciclistica del suo paese, l’olimpionico di canottaggio Rossano Galtarossa e l’entusiasta presidente di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato. “Una corsa stupenda anche con la pioggia, un’esperienza che consiglio a tutti”, ha

detto sul traguardo Moretti Polegato, torna-to alla Prosecco Cycling dove nel 2012 aveva fatto il suo debutto in bicicletta. Dall’estero poi sono giunti anche Mark Garnish e David Best, premiati con una pregiata opera in vetro di Murano, in rap-presentanza del folto gruppo di partecipan-ti (una settantina di ciclisti) provenienti dalla Gran Bretagna. Che conferma come la Prosecco Cycling, grazie anche alla vivace partnership con il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, goda di fama crescente all’estero. Il gran finale di stagione, per moltissimi appassionati, non solo italiani, è qui: tra vigneti e canti-ne, tra saliscendi mai troppo impegnativi e la sincera ospitalità della gente. Qui, dove se pedali troppo forte, puoi rischiare di

vincere, ma pure di smarrire la vera essenza di una domenica da assaporare a piccoli sorsi, come si farebbe con un buon calice di Prosecco. Poi, per tutti, chiusura in bellezza al Palagusto, il grande salone delle eccellenze enogastronomiche a km zero, sviluppato nell’accogliente cornice di Villa dei Cedri. Mentre, per gli stranieri, ha esordi-to, con successo, la Prosecco Lounge, un’area riser-vata, in Piazza Marconi, in cui si sono mescolate lingue e pensieri, con le bollicine del frutto più pregiato delle colline trevigiane a rendere tutto più frizzante. E indimenticabile. Arrivederci al 2014, con nuove emozioni.

Passaggio sul Colle della Tombola (photo: Francesco Galifi)

Ciclisti con i sommelier Ais (photo: FotoStudio3)

Igor Cassina, Alberto Stocco e i ciclisti sul Muro di Ca’ del Poggio (photo: FotoStudio3)

Page 22: Il Sommelier Veneto n.3-2013

22 il Sommelier Veneto • 03/13

UNO DI NOI

PPadova-Londra e ritorno. La strada professionale di un sommelier di successo passa anche da qui. Attraverso esperienze sempre più gratificanti ed importanti, dove i contatti con altre realtà ed som-mellerie sono il cardine su cui espandere la propria crescita personale nel mondo del vino. Lui è Daniel Marzotto, classe 1980 da Casalserugo, comune a poco più di dieci chilometri a sud di Padova. Dalla piccola trattoria di famiglia, dove ha iniziato come cuoco dopo aver frequentato l’alberghiero di Abano, è diventato chef sommelier in un ristorante stellato londinese. Ed oggi è riuscito a coronare il suo sogno: aprire, insieme all’amico Marco Volpin, un proprio ristorante a Saonara, Padova. L’avvicinamento al mondo del vino, come spesso accade, arriva sotto la spinta di suo padre, che già aveva frequentato i corsi Ais fra il 1997 e il 1998. Daniel li frequenta dal 2003 al Ristorante “Il Bosco”

L’avventura professionale di

Daniel Marzotto, da Padova sino

ai più prestigiosi ristoranti londinesi,

un percorso di formazione

a tutto tondo

Sommelier made in England

di Montegrotto, seguito dal delegato Ais di Padova Bruno Maniero, già professore anche presso l’alber-ghiero, e termina il terzo livello a maggio del 2005. “Da lì è iniziata la mia vera carriera, prima con l’attività in sala del ristorante di famiglia poi, quando è stato venduto al “Tinello” di Padova, dove ho cominciato a scrivere le mie prime carte dei vini”. Ma il vero salto di qualità arriva nell’estate del 2005 quando, assieme all’amico Marco, si trasferisce a Londra per lavorare. “Non sapevo una parola d’in-glese, così ho iniziato a lavorare in ristoranti italiani, prima come aiuto cameriere poi come vero e proprio sommelier. Ho lavorato per un anno e mezzo al Ristorante Fiore, a St. James, con una carta dei vini composta sia di grandi nomi che di piccole realtà

Marco Volpin e Daniel Marzotto

Page 23: Il Sommelier Veneto n.3-2013

23il Sommelier Veneto • 03/13

UNO DI NOI

rato. Prima a “La Cova” a Padova, come base di partenza, e poi, finalmen-te, con l’apertura del Ristorante “Le Tentazioni”: Daniel in sala e Marco in cucina. “Curerò, ovviamente, la carta dei vini e speriamo di poter ottenere un buon risultato al concorso di Ais Veneto. Ho già partecipato con carte preparate da me nel 2009 per il Ristorante “Qui per caso”, arrivando terzo, e nel 2010 e 2011 per “La Cova”, ma arrivando lontano dal podio”. Daniel ci tiene molto a sottolineare il suo stretto rapporto con l’Ais, anche quando si trovava a Londra. “Ho sem-pre cercati di mantenere i legami con l’associazione, tanto che per molti anni mi sono assentato per una settimana

per fornire il mio aiuto nell’attività di servizio al Vinitaly dal 2006 al 2011, dove ho servito il presi-dente Napolitano e il governatore Luca Zaia, e anche nel 2008 per il varo della Costa Pacifica. E l’Ais mi ha sempre appoggiato, grazie anche al sup-porto di Maristella Mangiarotti di Ais Milano. Qualche anno fa ho dato una mano ad organizzare persino i primi esami di terzo livello realizzati pro-prio qui a Londra”. E ha anche portato un tocco di Ais anche nei suoi rapporti di lavoro. “Il metodo Ais è molto diverso da quelli utilizzati da altre som-mellerie. Quella francese, ad esempio, segue l’ab-binamento tradizionale, a differenza del nostro che si basa invece sulle contrapposizioni e le congruen-ze fra cibo e vino. Tanto che spesso ero visto dai miei colleghi un po’ come un marziano. Però tutto questo è servito molto anche a confrontarmi con altre realtà ed alla fine, facendo capire che il meto-do Ais si basa su studi molto precisi, ho ricevuto anche molti apprezzamenti”.Ma ora che è tornato in Italia, cosa pensa Daniel della sua esperienza? “Sicuramente è stata fonda-mentale per la mia crescita. Anche perché all’este-ro alla figura del sommelier è data molta più impor-tanza che qui da noi. I ristoranti stellati sono molti di più all’estero, mentre da noi prevalgono le picco-le realtà. Ma non è detto che questo sia un male, anzi. Lavorando in queste ultime si è spesso costretti ad occuparsi di attività anche diverse dalla sola sommellerie e questo aiuta a formare un’espe-rienza lavorativa a tutto tondo”.

vinicole. Da qui sono poi passato in un ristorante stellato, lo Sketch, considerato uno dei migliori di Londra, dove head chef era il celebre cuoco francese Pierre Gagniere. Nel ristorante operavano circa una dozzina si sommelier ed io ero l’unico italiano, fra francesi, spagnoli e scozzesi. Da semplice sommelier di sala pian piano sino a diventare chef sommelier e quindi maître. In pratica, conducevo io la brigata e stendevo la carta dei vini, che puntava molto soprat-tutto su vini francesi, Champagne e Bordeaux in particolare. Degli italiani c’erano solo Chianti, Barolo e Pinot Grigio, ma con la mia esperienza e conoscenza sono riuscito a dare una bella spinta anche ai vini di casa nostra. Tanto che nel 2008 è stata eletta come miglior carta d’Inghilterra”.L’esperienza allo Sketch di Daniel non è servita solo a farlo crescere professionalmente, ma anche ad arricchire il suo bagaglio di conoscenze del mondo del vino. “Sicuramente il confronto con vini e sommelier di altri paesi mi è servito per comple-tare la mia preparazione. Ho imparato a conoscere meglio i vini francesi e quelli europei ma, grazie anche a un sommelier australiano, anche quelli emergenti del Nuovo Mondo”. Dopo lo Sketch è la volta di una nuova esperienza londinese, presso l’Osteria dell’Angolo, nei pressi di Westminster, a fianco di un altro grande chef, Michele Brogi, ex Pinchiorri. E in quest’occasione vince, grazie alla sua carta dei vini, il Premio Internazionale Innovazione alla Professione. Quindi, nel 2009, il ritorno in Italia, per mettere in pratica quanto impa-

Page 24: Il Sommelier Veneto n.3-2013

24 il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

Fra le attività principali di Ais Veneto

c’è quella dei servizi, dove i nostri soci

diventano il partner ideali e professionali

per eventi speciali

Ais Veneto,al tuo servizio

Page 25: Il Sommelier Veneto n.3-2013

25il Sommelier Veneto • 03/13

ASSOCIAZIONE

DDa sempre gli incontri importanti si concludono a tavola. Che si tratti di un contesto pubblico o priva-to, istituzionale o d’affari è assolutamente necessa-ria la professionalità del servizio. Ais Veneto è in grado di garantire un intervento puntuale, efficien-te, ordinato. Grazie ai suoi sommelier, tutti di altis-simo profilo professionale ed umano, in grado di trasformare ogni incontro in un evento speciale. Anche con un sorriso. L’attività di sevizio di Ais Veneto vanta un succes-so che trae origine da una solida tradizione. L’associazione, infatti, è parte della grande fami-glia dell’Associazione Italiana Sommelier, l’orga-nizzazione di settore più rappresentativa del nostro paese, con quarant’anni di storia e oltre 30 mila soci. In Veneto si contano più di 4 mila iscritti, costantemente impegnati in attività di aggiorna-mento e formazione professionale. Da oltre trent’an-ni Ais Veneto è attiva nell’organizzazione di even-ti, approfondimenti tematici e iniziative editoriali e si pone come il principale diffusore della cultura enologica e gastronomica veneta e del suo territo-rio: un vero punto di riferimento per tutti gli appas-sionati e gli operatori. Per richiedere i servizi di Ais Veneto è necessario contattare, in forma scritta, a mezzo fax, e-mail o posta ordinaria, il Delegato o il Responsabile dei Servizi di ciascun territorio provinciale. Per la pre-stazione verrà rilasciata fattura secondo uno specifi-co tariffario stabilito a livello regionale. Non è con-sentita alcun’altra forma di compenso. L’impegno del servizio è inteso fino a 6 ore giornaliere oltre le quali

I SERVIZI OFFERTI• Preparazione e servizio dei vini• Servizio dei distillati• Consulenza nella stesura e compilazione della Carta dei Vini• Conduzione di degustazioni• Organizzazione di visite aziendali o presentazioni di prodotto

Grazie all’esperienza maturata in ambito internaziona-le, Ais Veneto è in grado di fornire i propri servizi anche nelle principali lingue straniere.

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONIBELLUNO Roberto Ferro - tel. e fax 0437/30673 cell. 333/5390369 - [email protected]

PADOVA Bruno Maniero - tel. e fax 049/812038 cell. 333/5286277 - [email protected]

ROVIGODante Brancaleoni - tel. e fax 0425/701307cell. 335/8138325 - [email protected]

TREVISOArno Galleazzi - tel. e fax 0423/261385 cell. 349/4975311 - [email protected]

VENEZIAPaolo Chinellato cell. 348/3040474 - [email protected]

VERONA Marco Aldegheri cell. 392/9621016 - [email protected]

VICENZA Roberta Moresco cell. 335/7076689 - [email protected]

www.aisveneto.it

va concordata una tariffa per prestazione straordina-ria. Per un ottimale funzionamento del servizio, Ais Veneto invita a rispettare un adeguato rapporto tra sommelier e commensali. Ai sommelier è fatto divie-to di accettare qualsiasi servizio individuale al di fuori della procedura sopra indicata, pena sanzioni previste dall’art. 14 dello statuto Ais.

Page 26: Il Sommelier Veneto n.3-2013

26 il Sommelier Veneto • 03/13

focu

s

Per scelta, per convenienza, ma soprattutto

per passione e amore del vino e dei suoi territori.

Ecco le storie dei produttori veneti che

hanno deciso di investire in tenute al di fuori

della regione, per produrre vini di pregio

e allargare il proprio business

Fuoriluogo

di Paolo Colombo

Page 27: Il Sommelier Veneto n.3-2013

IIn termini di strategia aziendale si chiama diversificazione. Ossia, allargare la propria gamma con nuovi prodotti con lo scopo di ampliare il mercato e incrementare le possibi-lità di scelta dei propri clienti. Nel caso del vino questa scelta si traduce spesso nell’ac-quisizione di nuove tenute in zone vocate, spesso anche molto lontane e diverse da quella che è l’area storica di produzione ori-ginale di un’azienda. Al primo posto la Toscana, ovviamente, ma anche in Sicilia, Puglia, Piemonte, Trentino. Per le aziende venete è una strategia di espansione che ha radici lontane, ma che oggi si sta via via svi-luppando. E’ così che sono nati i grandi gruppi vinicoli, vere e proprie “holding”, tra-sformatesi negli anni in colossi enologici di tutto rispetto e fra le prime aziende italiane del vino. Nel Veneto è il caso del Gruppo Italiano Vini, che ha sede a Villa Belvedere sul Lago di Garda, prima azienda vitivini-cola italiana e tra le prime aziende al mondo, proprietaria di 15 cantine per 1340 ettari di vigneti di proprietà situa-ti nelle zone vitivinicole più prestigiose d’Italia, senza contare le moltissime società partecipate, per 87 milioni di bottiglie prodotte l’anno. Ma anche del vicentino Gruppo Zonin: 10 tenute in 7 regioni italiane ed una anche in Virginia, negli Stati Uniti, per 2000 ettari di vigneto, capaci

di produrre 40 milioni di bottiglie l’anno. E a Fossalta di Portogruaro c’è il Gruppo Vinicolo Santa Margherita della Holding Zignago: 9 tenute per 16 milioni di bottiglie. Oltre a que-sti imperi del vino, anche le aziende medio-piccole stanno pian piano capendo che la

strada delle acquisizioni può essere l’idea giusta per allargare i propri mercati e, quindi, la propria offerta. Certo, parlando del prodot-to vino, ossia di un prodotto dietro al quale non ci può essere solo una mera strategia aziendale decisa a tavolino, ma anche tanta passione, amore per la terra, sacrificio e soprattutto la capacità di adeguarsi e relazio-narsi con terroir diversi, differenti metodi di coltivazione e produzione, e anche regole diverse, le cose non sono né così semplici né così immediate. Passare dal Veneto alla Toscana, o al Sud Italia, non è cosa da tutti. I terreni, il clima, le stesse persone sono total-mente differenti. Cosa spinge, quindi, un’a-zienda veneta a produrre vini fuori dalla pro-pria regione? Quali sono gli obiettivi e le strategie dietro questa scelta e, soprattutto, quali le difficoltà ed i risultati ottenuti? Abbiamo fatto queste domande ad un vero e proprio esperto del mondo del vino, veneto di nascita (è di Bassano del Grappa) ma tosca-no d’adozione, con alle spalle numerosissime collaborazioni con cantine di ogni parte d’Ita-lia (e anche con l’estero), il winemaker Roberto Cipresso, e a tre casi esemplari di aziende che hanno diversificato la propria produzione acquisendo tenute fuori regione: Il Gruppo Zonin, nella voce del suo vicepresi-dente Domenico Zonin, anche neo presiden-te dell’U.Vi.Ve, il conte Paolo Marzotto, presi-dente della holding Zignago-Santa Margherita, dalla cui passione per il vino siciliano ha voluto creare nel 1997 sulle colline della pro-vincia di Palermo la Baglio di Pianetto, e Pier Giorgio Tommasi, direttore commerciale della celebre azienda veronese Tommasi, proprie-taria di due tenute in Toscana.

27il Sommelier Veneto • 03/13

focus

»

luogo

Page 28: Il Sommelier Veneto n.3-2013

situazioni agronomiche e di comporta-menti fisiologici e produttivi da parte dei vigneti. Anche dal punto di vista econo-mico, una variabilità negli investimenti vitivinicoli permette di tutelarsi in una certa misura dalle oscillazioni della domanda che le diverse varietà e le diverse tipologie di vino possono subire. Un tempo fare scelte di questo tipo era molto complesso. I numerosi progressi che negli ultimi decenni hanno interes-sato i fattori tecnici legati alla produzio-ne e alla trasformazione hanno invece permesso di semplificare notevolmente i processi di diversificazione. Ad esempio, non è neppure necessario avere una can-tina in ogni distaccamento aziendale, ma è sufficiente una unica struttura di tra-sformazione; l’uva può esservi condotta anche da vigneti situati a notevole distan-za grazie alla possibilità di disporre di ghiaccio secco, e di impiegarlo per man-tenere gli acini perfettamente integri durante il trasporto. Resta comunque la necessità di lavorare con molta passione, con curiosità, con spirito di avventura e di ricerca, nonché con una buona dose di adattabilità agli ambienti diversi, alle condizioni dei suoli e dei climi, alle rego-le in gioco e alla natura delle persone.

CONTE PAOLO MARZOTTO,titolare Baglio di Pianetto

focus

“ROBERTO CIPRESSO, winemaker

Passione, curiosità, ricerca gli elementi base per diversificare la produzioneInvestire in altri territori ed altri vini. E’ una strategia di mercato scelta sempre più spesso dalle aziende vinicole, ma che per quelle venete assume connotati e motivazioni particolari. Il Veneto è anzi-tutto una regione con terreni in cui il lavoro viticolo è difficile - per ciò che riguarda soprattutto i fattori climatici - e le possibilità di scelta sono limitate. A ciò, va poi aggiunto che gli imprenditori veneti sono personalità complesse, inquiete e frenetiche, sempre pronte a mettersi in discussione e costantemente alla ricerca di nuovi stimoli. Una volta conquistato un mercato, cercano subito di svilupparlo anche al di fuori della pro-pria regione, per variare la produzione inserendo vini con requisiti diversi, ed ampliando così l’offerta da proporre alla propria clientela; la diversificazione dei vitigni coltivati e dei territori esplorati permette poi contemporaneamente di arricchire il proprio “know how” ed il bagaglio di esperienze, attraverso il con-fronto con una più grande varietà di

28 il Sommelier Veneto • 03/13

focus

Page 29: Il Sommelier Veneto n.3-2013

»

focusEssere imprenditori significa avere delle responsabilità nei confronti del tessuto sociale nel quale si operaBaglio di Pianetto nasce come una grande storia d’amore: prima ti innamo-ri, magari per caso, poi c’è la fase di corteggiamento e poi, se è amore, arriva il matrimonio. La mia prima volta in Sicilia fu da bambino con mio padre, per cui ne ho un ricordo affettuoso. Poi ci tornai altre due volte da giovane pilo-ta per correre il giro di Sicilia. Quando poi mi sposai con mia moglie Florence, la Sicilia fu uno dei tanti posti che le feci conoscere della nostra bella terra, ma certamente tra quelli che più la appassionarono. Cominciammo a tor-narci sempre più spesso, anche per ammirarne gli straordinari capolavori della storia, che sostenevamo con il gruppo di amici dell’Arpai (Associazione per il restauro del patrimonio artistico italiano). Quindi, data la passione per il vino e l’esperienza maturata, quando decisi di costruirmi il mio piccolo “cha-teau” vinicolo, mi sembrò molto natura-le unire due amori in un luogo. Che la Sicilia avesse un terroir particolarmen-te vocato, si sapeva da sempre, e final-mente lo si iniziava a vedere con le belle bottiglie che alcuni grandi pro-duttori stavano dando al mercato inter-nazionale.Certamente l’esperienza con Santa Margherita, l’azienda fondata dalla mia

Page 30: Il Sommelier Veneto n.3-2013

famiglia, è stata molto importante per approfondire una conoscenza del setto-re, ma la Sicilia è stato un desiderio mio: ho fatto la scelta precisa di andare al cuore di quella terra a raccoglierne i frutti, e non, viceversa, di “travasarla” altrove. Quindi diversificazione sì, ma nel senso di esaltazione delle differen-ze e specificità di un territorio nella sua completezza, dall’aria, all’acqua, alle persone. Continuando infatti una tradizione di famiglia, non ho mai dimenticato che essere imprenditori significa anche avere delle responsabi-lità nei confronti del tessuto sociale nel quale e con il quale si opera. Comunque la parola diversificazione è stata la chiave fin dalla scelta delle tenute: quella di Pianetto (100 ettari circa in

focus

L’Officina A.R.I.R. presente sul mercato dal 1968 è specializzata nell’ideazione, produzione e personalizzazione di secchielli, spumantiere, termobottiglie e accessori “Made in Italy” indispensabili per servire il vino, lo spumante o lo champagne.

14010 Antignano - AT - ITALYTel. +39 0141 205135/205626 - Fax +39 0141 205281www.arir.com - [email protected]

provincia di Palermo) che con i suoi 650 metri di altitudine, le sue impor-tanti escursioni termiche (giorno-notte, estate-inverno) e il suo terreno argillo-so è l’ideale per i bianchi – come gli autoctoni Insolia e Catarratto ma anche il Viognier – e per rossi che hanno bisogno di molta acqua, come il Merlot, ma anche di molto sole per ammorbidi-re i tannini, come il Petit Verdot. La tenuta di Baroni, invece, 60 ettari circa a pochi chilometri da Noto, è zona vocata per gli autoctoni Nero d’Avola, Moscato e Syrah. Insomma, diversifica-zione pedoclimatica, mare e montagna, ma anche varietale, Sicilia e Francia.Per un imprenditore la rete di persone e di servizi, è la base di appoggio, il “ter-roir” per costruire e sviluppare la pro-

Page 31: Il Sommelier Veneto n.3-2013

focus

»

PIER GIORGIO TOMMASI, direttore commerciale Italia Tommasi Viticoltori

Mantenere la riconoscibilità del brand con investimenti in aree mirateLa nostra famiglia lavora da quattro generazioni in Valpolicella, dove è stata

L’Officina A.R.I.R. presente sul mercato dal 1968 è specializzata nell’ideazione, produzione e personalizzazione di secchielli, spumantiere, termobottiglie e accessori “Made in Italy” indispensabili per servire il vino, lo spumante o lo champagne.

14010 Antignano - AT - ITALYTel. +39 0141 205135/205626 - Fax +39 0141 205281www.arir.com - [email protected]

pria impresa in altre regioni. “Esportarsi” come imprenditore è un po’ come rico-minciare da capo. Ma le sfide mi hanno sempre attirato. Certo non si può negare che le differenze tra due regioni come il Veneto e la Sicilia ci siano e influiscano sul fare impresa: basti pensare che per consegnare della merce da Aosta a Reggio Calabria servono 2 giorni, men-tre per consegnarla in Sicilia 1 giorno in più. Ma, come dicevo prima, se si crede nel “terroir” siciliano per un vino sici-liano, allora non si può che venire qui. In conclusione, il vero vantaggio di essere qui alla fine è che il sole non lo devi andare a cercare per importarlo ma te lo trovi lì fuori dalla porta di casa, già pronto ad aiutarti a fare delle tue uve un gran vino.

Page 32: Il Sommelier Veneto n.3-2013

focusfondata nella zona classica nel lontano 1902. Nel ’97 abbiamo acquistato un ter-reno di 80 ettari a cordone speronato a Pitigliano, nella Maremma toscana in provincia di Grosseto, dove produciamo quattro varietà: Alicante, Rompicollo, che è una varietà del sangiovese, Cabernet sauvignon e Vermentino. L’idea è nata dal fatto che la nostra azienda disponeva già di una solida e ben strutturata rete com-merciale, forte sia in Italia ma soprattutto all’estero dove esportiamo il 70% della produzione, con un’esperienza nel merca-to statunitense che dura da ben 40 anni. Vista l’importanza della Toscana nelle esportazioni vinicole, dove occupa il primo posto fra le regioni italiane, abbia-mo scelto questo territorio per espandere la nostra produzione. Abbiamo fatto diversi sopralluoghi, fra Montalcino e Chianti, ma alla fine abbiano scelto la Maremma perché la riteniamo una zona in crescita e dalle forti potenzialità. La conduzione dell’azienda è fatta diretta-mente da noi, sfruttando anche la caratte-ristica della nostra famiglia, che è molto numerosa, composta da quattro genitori e 9 figli. Per mantenere la riconoscibilità del nostro brand abbiamo aggiunto una fascetta indicante “Tommasi di Toscana”. A questo nostro primo investimento in altre aree produttive, successivamente ne abbiamo avviati altri due, sempre con lo stesso obiettivo. Tre anni fa abbiamo acquisito una tenuta nella zona del Prosecco Superiore, a Miane, dove però abbiamo declassato la produzione da Docg a Doc. E sei anni fa, ancora in Toscana, abbiamo acquisito un vigneto di 8 ettari a coltivazione biologica, la tenuta Doganella, dove produciamo il Tintorosso, da sangiovese e merlot, e il Cavaliere, 90% di vermentino e chardonney. Il bilancio di questi investimenti è sicura-mente positivo, anche perché siamo riu-

sciti fortunatamente a trovare terreni in vendita, cosa già molto difficile. E’ stato comunque in investimento che ha richie-sto uno sforzo non indifferente: in Maremma abbiamo dovuto sbancare quasi un’intera collina, rimettendo a posto tutto da zero. In più abbiamo aggiunto anche la disponibilità di nove camere per l’ospita-lità, vista la grande attrazione che la Toscana ha sul versante enoturismo.

DOMENICO ZONIN, vicepresidente Gruppo Zonin e presidente U.Vi.Ve.

Produrre vini che siano espressione autentica dell’identità del territorioLa scelta di produrre vini in tenute diver-se in tutta Italia, dal Friuli, al Piemonte fino alla Sicilia, e anche una negli Stati Uniti in Virginia, ci dà l’opportunità di allargare la nostra offerta e rappresenta da sempre un punto di forza per il nostro gruppo vinicolo. Le tenute della famiglia Zonin si estendono complessivamente su oltre 4000 ettari di terreno, di cui circa 2000 coltivati a vigna. Altri 500 ettari, di cui 90 vitati, si trovano negli Stati Uniti, a Barboursville Vineyards, Virginia. Questa strategia ci permette di offrire

focus

32 il Sommelier Veneto • 03/13

Page 33: Il Sommelier Veneto n.3-2013

focusalla nostra clientela un vasto ventaglio di vini. Rispetto a molte aziende, noi abbia-mo sempre preferito controllare diretta-mente in zona tutti i processi produttivi, imbottigliando nelle stesse tenute di pro-duzione. Tutti i vini prodotti dalla Casa Vinicola Zonin si ispirano a questo prin-cipio, sono rappresentativi dei singoli territori e ne custodiscono fortemente l’identità. I numerosi riconoscimenti ottenuti in questi ultimi decenni premia-no la validità di questa filosofia azienda-le. Si tratta di una filosofia che abbiamo sempre sposato, ossia di commercializza-re con i marchi delle stesse tenute. La mano, comunque, rimane sempre quella Zonin, grazie anche all’apporto dell’eno-logo francese Denis Dubourdieu, già professore di Enologia all’Università di Bordeaux, che lavora con noi in tutte le nostre aziende, e al direttore tecnico Stefano Ferrante. Ma sempre nel totale rispetto dei diversi territori in cui operia-mo, dello stile e della cultura dei vini, senza imporre nulla. Ad ogni modo, in ogni investimento l’aspetto importante è che il territorio deve piacere, bisogna sentirselo un po’ già proprio. Del resto la nostra azienda fu la prima in Italia a ope-rare scelte di questo tipo, quando mio padre a metà degli anni Settanta acquistò delle vigne in Friuli e in Virginia. Siamo stati fra i primi a differenziarci, prose-guendo poi con questa filosofia e facendo da esempio a un certo tipo di enologia. Certo si tratta di una strategia molto com-plessa e costosa, e non è sempre detto che i risultati attesi siano quelli previsti. Sono invece pochi i casi di investitori stranieri che acquistino in Veneto. La zona più appetibile, ovviamente, resta quella del Prosecco, dove hanno acqui-stato aziende la Henkell (Mionetto), la Schenk ed un imprenditore russo (Contarini Vini).

Page 34: Il Sommelier Veneto n.3-2013

Il buongusto. O c’è l’Ais,o non ce l’Ais.

corsodiformazionedelSommelier

Scopri come diventare Sommeliersu www.aisveneto.it

Page 35: Il Sommelier Veneto n.3-2013

Notizie, avvenimenti, curiosità dalle delegazioni territoriali venete Pagine

AIS

AIS

BELLUNO Il vino nell’autunno bellunese • I vip del

vino • A lezione dai Cecchetto PADOVA Germania,

terra di vini ROVIGO Indimenticabile Portogallo

• A lezione in cantina TREVISO Sua maestà,

il Sangiovese di Romagna • Pinot grigio, un mondo

da scoprire VENEZIA Un sommelier sul palco

con la Dandini • Venezia, ecco i neo sommelier

• La passione oltre l’ostacolo VERONA Risotti

a gogò • Tintilia: l’altro Molise VICENZA Intensi

sapori mediterranei • Un saluto all’estate

35

P. Ruggeri

Page 36: Il Sommelier Veneto n.3-2013

36 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISBELLUNO

BellunoDelegato Roberto Ferroc/o Ristorante La Buona Tavola 2 Via Martiri del XIV Settembre 1944, 2432100 BellunoTel./Fax 0437/[email protected]

»

Straordinario l’impegno dei Gruppo Servizi, guidato di Nicoletta Ranzato, con l’ausilio di Ivan Del Puppo, a “Gustocortina”, lo scorso giugno. La manifestazione, alla sua seconda edizione, è stata voluta da Maria Pia Montanari e da Gherardo Manaigo, titolare dell’Hotel de La Poste. Per i sommelier è stato un momento di confronto, soprattutto durante le importanti degustazioni tenute nella terrazza viennese dell’Hotel Ancora da Ian D’Agata de “Le Figaro Vin” e da Alessandro Scorsone. Proprio da loro è giunto il plauso pubblico per la prepara-zione e la professionalità dei sommelier di Belluno. I servizi hanno riguardato, oltre l’Hotel Ancora, per le degustazioni tema-tiche della due giorni del gusto, l’Hotel de la Poste, sede principale dell’evento, che con il Park Hotel Victoria, ha ospitato i banchi di degustazione dei vini dei nume-

“di Roberto Ferro

Il vino nell’autunno bellunese

rosi produttori presenti e della parte “food”, con straordinari prodotti di nic-chia della penisola, dal tartufo al caviale, dai formaggi ai salumi, alla cioccolata. Analogo successo per la 9ª edizione di “Vino Vip”, voluto da Alessandro Torcoli di “Civiltà del bere”, quest’an-no spostata a luglio; molto innovata, ha moltiplicato gli eventi, aggiungendo al tradi-zionale “Wine tasting delle aquile” al Rifugio Faloria, “Overture champagne” e “Vino Vip challenge” sulla Tofana. La partecipazione alla 3ª edi-zione del “Riso del somme-lier”, a Isola della Scala, nell’ambito della notissima fiera dedicata a questo cereale, ha dato inizio alle attivi-tà autunnali della delegazione. Quest’anno abbiamo scelto di partecipare con un piatto a base esclusivamente di prodotti della provincia di Belluno “Il riso ai sapori dei laghi dolomitici” sapientemen-te preparato dallo chef Franco Pavei con la collaborazione dei sommelier Lara Saviane, Denise Casanova e Massimo Favat: persico reale, pescato nei laghi del Cadore, e i gamberi di fiume delle acque del Nevegal in abbinamento con lo char-donnay dell’azienda De March di Cornolade di Ponte nelle Alpi. Sempre i vini bellunesi sono stati i prota-gonisti della “Festa dell’uva” di Fonzaso, dove l’Ais Veneto ha giocato un ruolo fondamentale. Vero momento d’incontro per i produttori che in questi anni sono

riusciti a portare la vite, un tempo princi-pale attività degli agricoltori soprattutto nell’area del feltrino, a livelli moderni, senza perdere di vista il rispetto della natura. Alcune aziende sono entrate nel mercato vinicolo, anche se con numeri ancora ridotti. Le forze sono state poi dirette alla preparazione del concorso enologico della “Fiera dei Sapori Italiani” di Longarone, dedicato ai produttori del Triveneto. In tale contesto la delegazione di Belluno ha allestito un apposito stand per le degustazioni tematiche, con una giornata riservata ai prodotti del territorio. Inoltre, un padiglione è stato allestito per i produttori che hanno voluto esibire i loro vini direttamente al pubblico. Come sem-pre rinnoviamo l’invito a partecipazione alle consuete “degustazioni del lunedì” e agli eventi organizzati da Ais Veneto. •

Dalla Festa dell’uva di Fonzaso alla Fiera dei Sapori a Longarone, ripartono a pieno regime le attività della delegazione

Al centro Franco Pavei e Roberto Ferro con Lara Saviane e Denise Casanova

Da sinistra Nicoletta Ranzato, Alessandro Scorsone e Ivan Del Puppo

Risotto ai sapori dei laghi dolomitici

Roberto Ferro ritira l’attestato di partecipazione al concorso “Il risotto del sommelier”

Page 37: Il Sommelier Veneto n.3-2013

37il Sommelier Veneto • 03/13

Nella tre giorni del vino che ha invaso la regina delle Dolomiti a metà luglio, alla sua IX edizione, diverse le novità volute da Civiltà del Bere. Vino Vip, nello spirito evidente di coinvolgere quanto più possibile le realtà locali, ha organizzato, nella storica enoteca Cortina di Girolamo Gaspari (Gerry), una straordinaria verticale di Riesling austriaci di Nikolaihof (Wachau). L’area vitivinicola da cui provengono i vini è particolarmente vocata e situata lungo il corso del Danubio, circa 80 chilometri a nord ovest di Vienna e proclamata patrimonio mondiale dell’Unesco. Protagonisti della degu-stazione: Riesling Vom Stein Federspiel 2011, Riesling Vom Stein Smaragd 2009, Riesling Steiner Hund 2004, Riesling Klausberg 2005 e Riesling Vinoteque 1995. Ben 17 anni di affinamento per questo ultimo cam-

“di Mario De Pra

L’incontro con il Riesling e con quattro produttori innovativi, ma nel rispetto delle tradizioni

I vip del vino

pione, a dimostrazione della straordi-naria capacità di invecchiare questa varietà prodotta dalla storica cantina Nikolaihof, che sorge sull’antica for-tezza romana di Flavinis.

All’enoteca Brio di Vino del sommelier Sergio Manaigo abbiamo potuto incon-trare, in un’occasione irripetibile, il meglio dei produttori di quello che oggi si ama definire “orange wine”, ovvero il quarto colore del vino. La tipologia prodotta nella zona di confine italo-sloveno, sul Collio, che vede la vinifi-cazione di uve a bacca bianca con lun-ghe fermentazioni sulle bucce, come in quella in rosso. Un ritorno al passato, viene da pensare, ma entrando nella degustazione e nel dialogo con i produt-tori, si scopre che i vini sono frutto di attenta sperimentazione e innovazione. Niente lieviti selezionati e riduzione della solforosa fino a zero e, nel rispetto dell’ambiente, esclusione dell’uso di concimi chimici. Il colore spesso vicino all’ambra e all’arancio, un naso estre-mamente complesso e un gusto persi-stente e sconosciuto fanno la differenza tra questi e i vini tradizionali. Ma

pagine AISBELLUNO

veniamo all’incontro con Stanko Radikon dell’omonima azienda di Oslavia, in prossimità di Gorizia, verso il colle di San Floriano, che dal 1995 mette in bottiglia i classici friulani pro-dotti con tini tronco-conici per le mace-razioni delle uve bianche, già utilizzati dai suoi avi per la produzione di vini. Stefano Novello di Ronco Severo, azienda di Prepotto (UD) ci racconta come sia nata la sua passione di pro-duttore e come dopo il reimpianto del vecchio vigneto ha iniziato la produzio-ne di vini naturali con l’intento di tra-smettere nel bicchiere l’emozione del suo lavoro in vigna. Paraschos Evangelos coltiva la vite tra il Collio italiano e sloveno, su terreni con micro-climi ideali. Equilibrio nella vigna e attenzione estrema in cantina sono la sua filosofia. Le cantine Movia, al con-fine tra il Collio e la ZGP Brda slovena, dal 1820 si estendono peri 22 ettari. Alex Movia ci racconta dei suoi vini, serviti in ampolle di vetro, della scelta di non effettuare filtrazioni e del suo spumante “puro”, metodo classico alla sua maniera, senza aggiunta di prodotti chimici o conservanti. Il filo conduttore per tutti è il profondo rispetto della natura nella coltivazione della vite e altrettanto rispetto dell’uva in cantina, con riduzioni quasi maniacali di appor-ti esterni al vino. Esperienza davvero interessante incontrare assieme questi quattro produttori, i loro vini, i loro racconti di innovazione e allo stesso tempo di ritorno al passato. •

Gerry e lo staff di Enoteca Cortina

Evangelos Paraschos con Mario De Pra, a destra

Da sinistra Alex Movia, Stefano Novello, Paraschos Evangelos e Stanko Radikon

Page 38: Il Sommelier Veneto n.3-2013

38 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISBELLUNO Rosa Bruna spumante brut metodo

classico. Colore rosa antico, brillante, con sentori di piccoli frutti di bosco, pulito ed elegante; davvero un altro modo di bere il Raboso, come aperitivo o a tutto pasto.

Manzoni Bianco igt 2012. Con breve macerazione a freddo nelle bucce; deli-cato, floreale e delicato, con un bell’e-quilibrio tra morbidezze e freschezze.

Raboso del Piave doc 2009, 13%, da uve con lieve surmaturazione, in parte in barrique, in parte in botti da 30 hl., danno al vino un colore rubino intenso e sentori di marasca e mora; austero, con tipica acidità e tannicità.

Sante Rosso igt delle Venezie 2010, da uve con leggera surmaturazione in pianta e macerazione in tini di rovere per 10 giorni in questo grande Merlot, dai sentori di prugna e ciliegia, persi-stente e armonico. Meritatamente al primo posto in diversi concorsi nazionali.

Gelsaia 2009, 14%, raboso 100%, colore rubino fitto, con riflessi granati, molto consistente, si sente l’appassi-mento delle uve e la nota del legno, che conferiscono sentori di confettura di ciliegia, di cacao, di spezie, in un’e-leganza unica. Meritati i numerosi rico-noscimenti tributati a questo eccezio-nale rosso.

I VINI DEGUSTATI

Portare gli allievi del corso di primo livello in cantina è sempre un momento particolare e la scelta dell’azienda agri-cola di Giorgio Cecchetto è risultata particolarmente felice per la disponibi-lità del titolare con il quale Ais Veneto e la delegazione di Belluno hanno un

“di Mario De Pra

Visita in azienda per gli allievi del primo corso. Dalla teoria alla pratica, un importante momento formativo

A lezionedai Cecchetto

rapporto privilegiato. Giorgio Cecchetto, infatti, si può definire il “padre” del Raboso, avendolo accompagnato nella sua evoluzione: da vino duro qual era all’eccezionale prodotto che oggi pos-siamo degustare, giungendo al Gelsaia, preziosa perla nata nell’ambito del pro-gramma “Borgo Malanotte”, che ha portato il vino principe del Piave alla Docg. Il titolare Cecchetto e il figlio Simone sono piaciuti ai partecipanti soprattutto per la pazienza, la professio-nalità e l’attenzione dedicata, prima nel vitigno, poi in cantina, dove si è tenuta una lezione completa sul metodo classi-co: quel “Rosa Bruna”, declinazione dello spumante da uve Raboso, secondo i metodi “Cecchetto”. La degustazione che è seguita è stata un continuo di

AL VIA ALTOGUSTO

La cucina bellunese nella sua massima espressione trova riscontro nello splendi-do programma di Altogusto, che da otto-bre a giugno coinvolge l’intera provincia. Ristoranti stellati con chef di livello, spesso sommelier, e altri che la stella la meriterebbero, dando lustro all’interpre-tazione del buon cibo, abbinato a vini delle migliori cantine della penisola. Il tema voluto da Mario Agostini quest’an-no è: “Ciak, si gira. Il cinema in cucina”. Le serate si svolgono il venerdì: il 15 ottobre al “Mondschein” di Sappada (tel. 0435/469585), il 15 novembre “Al Borgo” di Belluno (tel. 0437/926755), il 29 novembre “Al Capriolo” di Vodo di Cadore (tel. 0435/489207), il 13 dicem-bre al “Tivoli” di Cortina (tel. 0436/866400), il 24 gennaio 2014 “Da Aurelio” Passo Giau 5, Colle S. Lucia (tel. 0437/720118), il 7 febbraio al “Dolada” di Plois di Pieve d’Alpago (0437/479141), il 14 marzo al “Baita Fraina” di Cortina d’Ampezzo (tel. 0436/3634), il 4 aprile “Alle Codole” di Canale d’Agordo (tel. 0437/590396) il 9 e 10 maggio “Al Laite” di Sappada (tel. 0435/469070). Ultimo appuntamento il 6 giugno al “San Lorenzo” (tel. 0437/454048).

EVENTI

domande da parte dei corsisti e di risposte puntuali ed esaustive, che hanno trasformato la lezione in una festa in famiglia.. •

Giorgio Cecchetto e Roberto Ferro

Page 39: Il Sommelier Veneto n.3-2013

39il Sommelier Veneto • 03/13

Pfalz, Rheinessen, Rheingaue, Nahe, le regioni vitivinicole più importanti e antiche della Germania, protagoniste del viaggio organizzato dalla delegazio-ne di Padova. Quattro giorni impegnati-vi che ci hanno permesso di conoscere il Riesling in tutte le sue espressioni. E’ un vitigno antico, che risale all’anno Mille, ma di cui si parla già dal IV-V secolo, che viene usato in prevalenza per produrre vini bianchi secchi, ma anche per amabili e dolci. Il terreno che lo nutre è ricco di ardesia e presen-ta zone di ossidiana e ferro che danno una forte personalità e mineralità a tutti i vini della zona. Quasi la metà dei vigneti si trovano su terreni con pen-denze superiori al 30%. Il vitigno esprime, in modo specifico e comples-so, composizione, natura, clima, carat-tere, storia, e habitat, che permettono di realizzare vini con uno stupefacente

“di Caterina Bazza

Immersione totale nella tradizione enologica tedesca, alla scoperta del loro gioiello: il Riesling

Germania, terra di vini

equilibrio nell’intreccio tra grande aci-dità, basso volume alcolico e residuo zuccherino naturale.

DREIDESHEIM, LA CAPITALE DEL RIESLINGPrima tappa Heidelberg, sulle rive del Neckar, definita città “sopravvissuta alla morte degli incanti”, per i colori, la vivacità delle piazze, le chiese, i giardi-ni e per il meraviglioso castello costruito con mattoni rossi, simbolo del romanticismo tedesco, Dopo il pranzo trasferimento a Dreidesheim, nella regione di Pfalz, un piccolo gioiello ben conservato con la sua adorabile piazza del mercato, il municipio del XVI secolo e la bel-lissima Chiesa in stile gotico. Dreidesheim è giustamente conside-rata la capitale del vino della Germania. Primo incontro con il Riesling, nel giar-dino della cantina Von Winning, fonda-ta nel 1849. Alexander Huetwohl ne ha illustrato la storia, facendoci degustare due tipologie di Riesling: Dr. Deinhard, dove la fermentazione avviene solo in cisterne di acciaio, e i vini Von Winning, che prevedono la fermentazione in botti di diverse dimensioni. Un vino carisma-tico elegante e allo stesso tempo maestoso. Giallo paglierino brillan-te, al naso il bouquet, complesso di aromi fruttati e floreali. Bella l’aci-dità senza eccessi alcolici. Nel pomeriggio siamo stati accolti dal sindaco di Dreidesheim, Manfred Dörr, che ci ha offerto una simbolica coppa di Riesling che ha voluto condividere con tutti noi in

pagine AISPADOVA

PadovaDelegato Bruno Maniero Via Malachin, 5 35031 Abano Terme (PD)Tel./Fax 049/812038Cell. 333/[email protected]@aisveneto.it

»

segno amicizia e benevolenza. Dalla stessa coppa hanno bevuto i grandi della terra: Reagan, Thatcher, Gorbaciov, Eltsin. Questo perché Helmut Kohl, nato nella vicina Ludwigshafen, amava incontrarli qui. L’incontro successivo è stato con Steffen Christmann, presidente del VDP, asso-ciazione di viticoltori nata nel 1904 per preservare la qualità dei loro vini dall’industrializzazione di massa. Christmann ci ha parlato della volontà di produrre in modo biodinamico rispet-tando così la natura. Abbiamo assaggia-to tre dei suoi vini. Il Pfalz Riesling 2012, classificato come VDP, il Königsbach 2011, classificato come VDP Ortswein e prodotto con uve pro-venienti solo da zone specifiche, e per ultimo un Pinot Nero Idig 2008, classi-

»

Page 40: Il Sommelier Veneto n.3-2013

40 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISPADOVA

ficato come VDP Grosse Lage che si poteva tranquillamente considerare come un Grand Cru. In Germania la cultura biologica e biodinamica è molto più diffusa che in Italia. Il secondo giorno visita all’Abbazia di Eberbach nella regione di Rheingau. E’ uno dei più importanti monumenti fon-dato dai cistercensi nel 1136. Qui si è sempre prodotto il vino fin dai tempi dei Benedettini. La degustazione qui è avvenuta a lume di candela, condizione non ottimale per fare una valutazione visiva del vino, ma sicuramente molto suggestiva. Il filo conduttore tra tutti i Riesling che abbiamo assaggiato è la sapidità e la freschezza. I sentori sono di frutta tropicale, agrumi e fiori di gel-somino, in bocca piacevolezza eleganza e persistenza.

IL MITO JOHANNISBERGDall’abbazia di Eberbach siamo giunti a Schloss Johannisberg. Fondata come monastero benedettino, l’abbazia

Johannisberg è diventata rapida-mente il fulcro dell’attività vitivinicola della regione del Rheingau. Nel 1775, era consuetu-dine inviare un corriere ad ufficializza-re l’inizio della vendemmia. Proprio in quell’anno il corriere arrivò con due settimane di ritardo, pertanto le uve furono attaccate dalla botritis cinerea. Ciò nonostante il cantiniere le vinificò e da qui nacque il famosissimo riesling ottenuto da vendemmia tardiva che ha reso Schloss Johannisberg famoso in tutto il mondo. Nel 1816, sulla scia della secolarizzazione napoleonica delle proprietà ecclesiastiche, il palazzo fu ceduto al cancelliere di stato dell’im-peratore austriaco Clemens Wenzel Lothar Fürst von Metternich, per il suo servizio al Congresso di Vienna l’anno prima. Da questo momento fu stabilito che un decimo del raccolto annuale deve essere consegnato alla Casa d’A-sburgo o ai suoi successori legali. La

forza del Riesling di Johannisberg è data dal connubio di belle sfumature di aromi e sapori, dal piccante alle erbe dolci, agli agrumi e alla frutta gialla. Inoltre, vi è un grande gioco di aci-dità pronunciata ed eleganti note minera-li. Ha bisogno di

tempo per esprimere al meglio la sua grandezza ed eleganza. Ancora oggi, in molte regioni viticole del Nuovo Mondo, il nome di “Johannisberger” è

sinonimo di Riesling. Cinque i vini in degustazione, presentati da R. Philip: un Schloss Johannisberg Riesling Gelblack Qualitätswein 2012, un Schloss Johannisberg Riesling Silberlack “Erstes Gewächs” 2010, un Schloss Johannisberg Riesling Gelblack Qualitätswein 2011, un Schloss Johannisberg Riesling Grünlack Spätlese 2011 e per finire un Schloss Johannisberg Riesling Rosalack Auslese 2010. Assaggiando questi vini abbiamo avuto la fortuna di conoscere una realtà vitivinicola che, nonostante si possa definire un’industria per il numero di bottiglie prodotte, è riuscita a mantenere la sua identità e personalità. Dopo pranzo ci siamo trasferiti a Rudeshaim per un giro in battello lungo il Reno. Belli e maestosi i castelli che sorgono lungo le rive del fiume. Alcuni sono visitabili, altri sono stati trasfor-mati in alberghi. Al ritorno dalla gita in battello ci siamo trasferiti a Nierstein am Rhein dove abbiamo incontrato Felix Peters della cantina St. Antony. Abbiamo degustato dieci vini di cui quattro Riesling St. Antony del 2012 prodotti in zone diverse. Abbiamo ini-ziato con Rotschiefer Riesling QbA secco che prevede la fermentazione del 90% in acciaio e del 10% in botti gran-di, le uve utilizzate per la produzione di questo vino provengono da cinque zone distinte; il secondo vino era un Niersteiner Pettenthal Riesling Grosses Gewächs prodotto da viti di 35 anni e fermentato in acciaio; 10morgen Riesling, la zona di produzione di que-

Incontro col sindaco di Dreidesheim Manfred Dörr

Page 41: Il Sommelier Veneto n.3-2013

41

pagine AISPADOVA

sto Riesling è ricca di calcare e anche per questo vino la fermentazione avvie-ne in acciaio. L’ultimo Riesling in degu-stazione è stato Nierstein Orbel Riesling Grosses Gewächs 2012, un Riesling Gran Cru ottenuto dalla vinificazione di uve di una zona particolarmente vocata. Al gusto presentavano tutti una forte acidità e sapidità anche se le differenza tra le varie zone, soprattutto per quanto riguarda il terroir, erano percettibili. La degustazione è continuata con l’assag-gio di due Riesling Heyl zu Herrnsheim. In questo caso la classificazione era la stessa e cioè Grosse Lage; il primo pre-sentava le caratteristiche tipiche che si cercano in una vendemmia tardiva pur accompagnata da un basso residuo zuc-cherino, il secondo, ottenuto da viti di 30 anni, era più rotondo e con un resi-duo zuccherino superiore. A seguire due Pinot Nero St. Antony il primo del 2011 e il secondo 2011 Riserva. Questi due assaggi ci hanno sorpreso non poco. Il Pinot Nero è un vitigno che viene definito “l’enfant terrible” per la sua difficoltà di adattamento ciò nono-stante qui ha dato risultati sorprenden-ti. La degustazione è terminata con l’assaggio di due Blaufraenkisch del 2011; il secondo, una riserva, ottenuto da viti di 34 anni.

BIRRA E RIESLINGIl giorno successivo ci siamo spostati nella zona del Rheinessen dove siamo stati ospitati da Günter Wittmann che ci ha illustrato la sua cantina costruita nel

1663, passata di genera-zione in generazione. La proprietà è costituita da 30 ettari di cui due terzi coltivati a Riesling e i rimanenti a Sylvaner e Chardonnay. Dal 1839 utilizzano botti in legno

grandi e lavorano ogni vigneto separata-mente. Nel Medioevo questa cantina era una prigione. Sette i vini degustati di cui due Sylvaner, interessanti al naso per il forte sentore di pietra focaia. La giornata è proseguita visitando un pro-duttore di birra. Siamo nella regione della Nahe e la birreria che ci ha ospi-tato si chiama Brauwerk. Dieter Stock ci ha illustrato le varie fasi per la prepa-razione della birra. Tre i tipi di birra degustati, abbinati a piatti tipici della zona. Nel pomeriggio il viticoltore Georg Rumpf ci ha accolto nel suo risto-rante adiacente alla cartina per farci degustare 7 vini. Abbiamo iniziato con il primo vino, un Weisser Burgunder trocken del 2012 che prevede la fer-mentazione dell’80% in acciaio e il rimanente 20% in botti grandi. Un vino minerale fresco e persistente. Il secon-do vino era un Quarzit Riesling trocken, 90% in acciaio e il rimanente 10% in botti grandi. Il terreno ricco di quarzo da a questo vino una forte sapidità che lo rende quasi citrino. Il terzo era un Dorsheimer Riesling trocken, vinificato al 100% in botti di legno ma ciò nono-stante estremamente fresco e sapido. Quindi un Pittersberg Riesling trocken del 2012, 50% acciaio e 50% legno, e un Dautenpflänzer Riesling feinherb 2011, che però risultava disarmonico con le durezze che dominavano e non si armonizzavano con le morbidezze. La fermentazione avviene in botti di legno ottenuto con uve piantate in un suolo vulcanico. La degustazione è continuata con l’assaggio di Dautenpflänzer Riesling Spätlese per finire con un Pittersberg Riesling Auslese 2011. L’ultimo giorno del tour inizia visitando Neustadt di origine romanica e molto rinomata per le sue sorgenti d’acqua salata. Dieci i vini qui degustati, con Riesling, Pinot Nero e Eiswein di diver-

il Sommelier Veneto • 03/13

APPUNTAMENTI AUTUNNALI di Bruno Maniero

Cari soci, mi auguro che tutti abbiate trascorso una bella e felice estate. Desidero ringraziare il past president, Dino Marchi, per il lavoro svolto e per il lungo tempo trascorso assieme e fare i migliori auguri al nuovo presidente Eddy Furlan. Passiamo ora agli eventi autun-nali, appuntamenti importanti, ricchi, imperdibili, con personaggi e relatori a livello nazionale. Si è cominciato giovedì 26 settembre al Rifugio Monte Rua di Torreglia con “Degustare e Incontrarsi”, ben sette spumanti a base Pinot Nero, una serata condotta dal presidente Furlan. Il prossimo incontro è in scaletta il 18 ottobre con la 2ª edizione di “Grandi Formaggi e Grandi Vini” al ristorante Da Ballotta a Torreglia con sette vini e altrettanti strepitosi formaggi. Conducono Bruno Piccioni e Enrico Pansaraza. Serata da non perdere quella del 14 novembre al ristorante La Bulesca di Rubano per un entusiasmante incon-tro tra nove Pinot Neri francesi, tedeschi e italiani con Paola Tonello, Franck Martin e Roberto Gardini. E per finire venerdì 6 dicembre, la cena del “Grande Spiedo di Natale”. Non mancate.

DAL DELEGATO

se cantine, per capire come le diverse tipologie di terroir determi-nino la personalità dei vini pur partendo dallo stesso vitigno.

Terminata la degustazione ci siamo tra-sferiti nella cantina di Barbara Acham-Magin. Qui la vite parla al femminile e la grinta e l’eleganza di Barbara si ritrovano nei suoi vini con un equilibrio sapientemente dosato. I vini in degusta-zione davano emozioni. Equilibrati e armonici pur rispettando la natura di questo vitigno che ama il freddo. Infine un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza: il delegato Bruno Maniero, la nostra guida in Germania Paola Tinello, Martin Franck per la competente assistenza enologica e l’autista Massimo Giannati. •

Page 42: Il Sommelier Veneto n.3-2013

42 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISROVIGO

Primi di maggio: indimenticabile viaggio quello che Ais Veneto ha organizzato sulle coste dell’Atlantico alla scoperta di “quintas”, cantine e bellezze portoghesi. Partenza dall’aeroporto di Bologna, desti-nazione Oporto, la seconda città del Portogallo, da cui deriva il nome Portogallo e del famoso vino Porto. Si trova sulla riva settentrionale del fiume Douro, che solchiamo per ammirare i maggiori monumenti della città. In serata visita all’antica azienda “Taylor 1642” a Vila Nova de Gaia, scoprendo da subito l’enogastronomia locale. Sorseggiando un aperitivo a base di Porto (bianco extra dry), ci siamo accomodati nell’elegante ristorante per gustare le prelibatezze culi-narie, continuando a sorseggiare “bran-co” con gli antipasti e “tinto” con il piatto a base di carni. Il secondo giorno, visita ad alcune aziende, iniziando da “Quinta

“di Maristella e Alessandro Cibotto

Un viaggio organizzato da Ais Veneto nella terra del Porto, alla scoperta di vini eccellenti e di paesaggi da favola, fra storia e cultura

giusto in tempo per salutare al tramonto le onde dell’Oceano e cenare in un risto-rantino non lontano dal lungomare.

VINO E STORIA NELLA VALLE DEL DOUROSeconda giornata dedicata alla visita della Valle del Douro, dove si produce il celebre Porto. Tra tutti il momento più magico e indimenticabile è stato raggiungere la località che ospita la Quinta da Pacheca, antica azienda vinicola dove, oltre al pran-zo, abbiamo visitato la fattoria e scoperto alcuni segreti della produzione dell’ottimo vino. Siamo rientrati per Pinhao e Villa Real, che ospita il palazzo barocco del XVIII secolo che oggi figura in tutte le etichette del noto rosé della zona, il Mateus. La mattina del terzo giorno, visita a Oporto con la stazione di San Bento, famosa per i suoi splendidi azulejos (maio-liche), la bella Cattedrale dalle Torri Quadrate, le vivaci vie del centro come via Santa Caterina dove è d’obbligo una pau-sa-caffè nel rinomato “Majestic”, storica caffetteria dai particolari e caratteristici arredi di cuoio intarsiati. La visita è prose-guita al Museo Etnografico del Vino. Dopo il pranzo in un caratteristico localino del quartiere in riva al fiume, abbiamo saluta-

da Aveleda” a Penafiel dove abbiamo assaggiato alcuni formaggi di propria produzione sorseggiando il famoso “Vino Verde”. Appena lasciato Penafiel tappa a Cambres dove ci hanno accolto i caratte-ristici appezzamenti di terreni più o meno vasti, incorniciati dai boschi di eucalipti e pini marittimi, contornati da ginestre e adibiti a vigneti dalle particolari coltiva-zioni “in verticale”. Un panorama indi-menticabile: terrazzamenti ordinatamente coltivati a vigneti dove, durante la ven-demmia, c’è la “festa” del raccolto per le aziende più grandi che producono il vino della Valle del Douro. All’arrivo alla “Quinta da Pacheca”, circondati dai ter-razzamenti adibiti a vigneti, sorseggiamo il “branco” e il “tinto” veramente ottimi, che hanno accompagnato e valorizzato nel sapore delle carni alla griglia. Un magnifico Porto bianco ha accom-pagnato una mor-bida “crema al caramello”. Nel pomeriggio abbia-mo raggiunto la Quinta do Seixo a Tabuaco, dove abbiamo conosciuto le attrezzature d’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la pigiatura dell’uva, della Cantina Sandeman dove abbiamo degustato il rinomato Porto bianco e rosso. Inebriati dai profumi della vegeta-zione circostante siamo rientrati a Oporto,

RovigoDelegato Dante Brancaleoni Via Carducci, 11345027 Trecenta (RO)Tel./Fax 0425/701307Cell. 335/[email protected]@aisveneto.it

»

Indimenticabile Portogallo

Page 43: Il Sommelier Veneto n.3-2013

43

pagine AISROVIGO

il Sommelier Veneto • 03/13

to questa grande città cui centro storico è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, per inoltrarci nella regione di Bairrada, storica zona di produzione di vini. Il viaggio ci ha portato all’interno di un bosco di 450 ettari situato a 400 metri sul livello del mare, e in serata siamo arrivati davanti ad un’antica dimora di caccia dell’ultimo Re Portoghese, che ha ospitato, tra l’altro, un convento di carme-litani scalzi e che oggi è una struttura alberghiera di grande charme. Dopo un’in-teressante visita alla cantina privata del “Bussaco Palace”, cena nella sala risto-rante molto elegante e suggestiva che ci ha riportati ai tempi della nobiltà portoghese. La cena è stata esaltata dalla scelta di due vini riserva della produzione vinicola di casa, “Sao Domingo” bianco per accom-pagnare una delicata minestra di asparagi e un “tinto” omonimo per assaporare un secondo composto da riso e prelibate polpe di anatra selvatica. Infine degusta-zione di un Porto doc “Vintage 2000”, gentilmente offerto da un socio per festeg-giare un importante anniversario.

DEGUSTAZIONIALL’ALIANCASabato mattina raggiungia-mo la vicina tenuta “Caves

Alianca”, il cui proprietario è uno dei più grandi esportatori di vino del paese. Inserita nella zona vitivinicola di Bairrada, la loro produzione abbraccia anche le Doc di Alentejo, Dao Douro, Palmela, Beiras ed Estremadura con tenute sparse in tutte queste regioni. La visita è stata guidata dalla professionale e simpatica enologa Silvia, che ci ha condotti lungo un percorso di attente degustazioni di almeno cinque vini: “Angelus Escolha Branco Bairrada” “Angelus Escolha Tinto Bairrada” “Alabastro Branco Alentejo” “Alabastro Tinto Alentejo” e un particolare vino “con bollicina” dall’originale nome “Danubio”, che ben si è accostato ai deliziosi antipasti proposti a buffet, a base di carne, baccalà e gustose sardine fritte. Prima di pranzo, visita ad un parti-colarissimo museo inframmezzato alle cantine che gelosamente custodiscono le produzioni dell’azienda Alianca. Al ter-mine pranzo a base di specialità locali, in particolare dell’ottima “porchetta” sapientemente preparata con l’accompa-

gnamento di una salsa “pepata”, hanno reso anche questa visita prettamente di studio una sosta piacevolissima e cultu-ralmente esaltante. Alla partenza una “chicca”: un prelibato “Moscatel de Setubal”. Mantenendo alta l’attenzione per la storia, la nostra guida Matilde ci ha portato nella vicina Coimbra, ridente località nota per l’Università, una delle più antiche d’Europa.

TUTTO IL FASCINO DI LISBONAProseguiamo il nostro viaggio per rag-giungere la capitale del Portogallo: Lisbona. Pernottamento in un prestigioso hotel del centro, non lontano dall’Aveni-da de la Libertà che attraversa la città con i suoi viali alberati e parchi cittadini. La cena, in un caratteristico ristorante circondato da suggestivi ulivi e dalla struttura architettonica decisamente moderna e originale, ma dall’anima tipi-ca della tradizione culinaria portoghese, particolarmente curata nella preparazio-ne di piatti a base di pesce. La domenica è dedicata interamente a Lisbona, consi-derata una delle città più affascinanti d’Europa. Poggia su 7 colli lungo il fiume Tago (Tejo). Suddivisa in tre maggiori quartieri: il quartiere basso, il quartiere

alto e il quartiere antico. I suoi colli rendono la città un susseguirsi di disce-se e salite tra antiche e strette stradine, dalle quali si intra-vede la foce del fiume nelle acque dell’oceano.Raggiungiamo lo strategico quartiere di Belem sulla riva

destra del fiume Tejo (Tago). Tappa vera-mente suggestiva al planisfero che deco-ra lo spiazzo vicino al monumento, e riporta tutte le date delle esplorazioni portoghesi nel mondo. Per il pranzo deci-diamo di immergerci completamente nelle atmosfere portoghesi, per la parti-colarità di questo locale dall’aspetto

»

Page 44: Il Sommelier Veneto n.3-2013

44 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISROVIGO

molto rustico ma altrettanto ambito. Degustiamo le loro specialità: i “mari-scos” (frutti di mare). Freschissimi, pre-parati con gusto e ottimi da assaggiare nelle caratteristiche pentole di rame (irresistibile il sughetto che si sposava bene con il pane fragrante e casereccio propostoci), per non parlare della delizio-sa portata di gamberi, scampi e aragosta accompagnata da una salsina locale. Chiusura in bellezza con un “moscatel” locale veramente delizioso. Lisbona ha saputo sorprenderci con le sue atmosfere, un misto di antiche culture che insieme hanno plasmato la sua gente, rendendola una delle capitali più ricercate d’Europa. Ringraziamo Matilde la nostra guida, Tiziana l’organizzatrice e tutti i nostri amici di viaggio. •

Come di consueto, l’ultima lezione del primo corso per diventare sommelier, si tiene direttamente in cantina, che per l’occasione è l’azienda Borin “Vini & Vigne”, a Monticelli di Monselice (PD). Fondata nel 1963, dispone di circa 30 ettari vitati, dislocati nella zona più a sud dei Colli Euganei, fra Monticelli e Arquà Petrarca. Amore per la vigna, regole agronomiche rispettose dell’am-biente, cantina ineccepibile, osservan-za di norme riconosciute internazional-mente, i valori che ispirano quest’a-zienda a conduzione familiare.Il padrone di casa, Gianni Borin, agro-nomo ed enologo, ha ospitato cordial-mente e con ineccepibile competenza professionale lo staff della delegazione, gli allievi in particolare. Il professor Borin ha illustrato con cura, diretta-mente in cantina, tutto il processo pro-duttivo dell’azienda, dalla vigna alla cantina, con l’obiettivo di trasmettere l’intenso lavoro di un’intera famiglia, impegno che consente di ottenere uve superiori da cloni selezionati, miglio-rando e perfezionando la tecnica di vinificazione, introducendo un uso moderato della barrique, senza mai dimenticare le origini e le tradizioni vinicole proprie della zona. L’azienda produce numerose tipologie di vino, utilizzando le uve tipiche della regione, come cabernet sauvignon e franc, mer-lot, chardonnay, pinot bianco, moscato

“di Federica Fenzi

La formazione dall’aula si sposta in azienda. Ospiti della famiglia Borin, gli allievi del primo corso

A lezione in cantina

giallo, prosecco, incrocio Manzoni 6.0.13. Gli studenti hanno partecipato attivamente alla meticolosa lezione, cogliendo aspetti di un vissuto frutto di esperienza, professionalità e passione, il legame profondo col territorio e le radici storico-culturali di una famiglia, profondamente impegnata. Elementi che a volte possono sfuggire durante la tradizionale didattica in aula, ma che costituiscono un importante arricchi-mento del bagaglio formativo, grazie alla verifica sul campo di tutti quei fattori che possono influire positiva-mente e negativamente rispetto al rag-giungimento della qualità dei vini. Fra i vini degustati: Fiore di Gaia 2010 (moscato secco), Corte Borin 2009 (Manzoni bianco), Vigna Bianca 2009 (chardonnay), Syrah, Zuan 2009 (caber-net sauvignon 50%, cabernet franc 35%, Merlot 15%), Fior d’Arancio Spumante Docg (moscato giallo). •

Page 45: Il Sommelier Veneto n.3-2013

45il Sommelier Veneto • 03/13

Un’appassionante serata a Villa Braida per il tradizionale appuntamento con la “Degustazione del lunedì”, ancora una volta con un protagonista della viticol-tura italiana, anzi un re: il Sangiovese. Ci accompagna in quest’avventura un grande amico e relatore Ais dell’Emilia Romagna: Bruno Piccioni. “Vita, musica, allegria e gusto” sono le caratteristiche umane della Romagna. Raccontare il sangiovese per me è pas-sione, è cultura, è pane”. Con queste parole Bruno Piccioni ci introduce nel cuore della Romagna, in un percorso emozionante. Il Sangiovese è il re incontrastato dei vini rossi del centro Italia dove è praticamente presente in ogni zona, e nelle sue diverse varietà

“di Marco Visentin foto di Ferdinando Trevisan

Con Bruno Piccioni ad una “Degustazione del lunedì” a Villa Braida per conoscere uno dei protagonisti della viticoltura italiana

Sua maestà, il Sangiovese di Romagna

pagine AISTREVISO

TrevisoDelegato Arno Galleazzi Via Cirenaica, 1331100 TrevisoTel./Fax 0422/[email protected]

»

clonali continua a dare prova della qualità gra-zie anche alle varie espressioni dei territori in cui viene coltivato. L’origine e la provenien-za del Sangiovese è incerta: le notizie sono frammentarie. Le prime informa-zioni risalgono al XVI secolo, quan-do Gioanvettorio Soderini nel 1590 descrive il “ S a n g i o g h e t o come vitigno sugo-so e pienissimo di vino”, ma si ritie-ne che fosse già noto oltre 2000 anni fa, al tempo degli Etruschi. Anche l’origine del nome è incerta e le ipotesi sono molte: chi dice che derivi da San Giovanni, chi da forme dialetta-li come “san giovannina”, uva primaticcia, e chi invece affer-ma possa discendere da sangue di Giove (Sanguis Jovis). Bruno ci racconta che la Romagna è il centro dell’ospitalità e il vino ha in questo popolo antiche origi-ni: da Verucchio a Bertinoro la

civiltà etrusca caratterizza l’origine della viticultura. Recentemente ne dà testimonianza la scoperta archeologica sul greto del fiume Tavollo di innume-revoli anfore e antichi contenitori di vino. Romagna significa piccola Roma centro dell’accoglienza della gastrono-mia e del vino, ma anche Rimini ha origini antichissime e addirittura si ipotizza l’antichità di Noè. Il suffisso “iano” in greco significa vino ed è presente in molte località: Coriano,

Da sinistra Eddy Furlan presidente Ais Veneto, Bruno Piccioni relatore Ais dell’Emilia Romagna, e Arno Galeazzi delegato di Treviso

»

Page 46: Il Sommelier Veneto n.3-2013

46 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISTREVISO

Vergiano, Morgiano e molte altre. La tradizione del vino in Romagna ha quindi “radici profonde”. Nel 1970 le normative sul vino cambiano e tutta l’Italia esce da un periodo di sofistica-zioni e frodi ma per la Romagna inizia una nuova era. Nel 2005 una genera-zione di giovani enologi introduce la Romagna in vetta alle classifiche dell’eccellenza del vino. Diventa, dun-que, fondamentale il rispetto della natura, l’eliminazione dei pesticidi, la cura maniacale del vigneto come un orto botanico, le rose abbelliscono i filari e la musica classica e gregoriana entra nei poderi e nelle stalle: il nuovo stile dell’agricoltura in armonia con la natura prende il sopravvento sulla quantità. Rese basse, scelte strategi-che, mappatura dei terreni; la Romagna caratterizzata da Doc molto estese introduce e valorizza le sottozone: Serra, Brisighella, Marzeno Oriolo Predappio Bertinoro, sono solo alcune delle località della Romagna che oggi producono il vino d’eccellenza.

ECCO I SANGIOVESEArriva il momento di assaggiare i vini e in sala c’è molta attesa e curiosità. Otto i campioni in degustazione con un cre-scendo di profumi, colori ed eleganza. I vini presentati si caratterizzano con colori che virano dal rosso rubino fino al granato con sfumature che assumono

anche tonalità aranciate. I profumi sono orientati ai frutti rossi e neri come l’a-marena, la mora e la prugna. Fra gli aromi floreali spicca la violetta che risulta il profumo più caratteristico seguito dalla rosa. Poi un’elegante pro-gressione di ribes, fragola, ciliegia, lampone e mirtillo. Eleganti speziature con vaniglia e liquirizia, leggere tosta-ture come il caffè e il cioccolato. Negli ultimi 4 campioni emergono le note di tabacco, sottobosco con aromi di cuoio e pelle a cui seguono l’humus, le spezie dolci e la china. Gli aromi balsamici aleggiano nel bicchiere con eucalipto, mentolo, timo e il mirto, con evoluzioni finali di graffite ed elegante mineralità. Infine i vini diventano strepitosi per moderna qualità, eleganza gusto olfatti-va e potenza. Per finire il nostro relato-re ci riassume il territorio con le “carat-teristiche G romagnole”: Gentilezza, Generosità, Gioia, Gola, Gourmet, Golosità, Ghiottonerie e Gusto. Qualcuno chiede: “Qual è il confine tra l’Emilia e la Romagna ?” con simpatia Piccioni risponde ricordando che “se si scende da Bologna e si chiede da bere, in Emilia ti daranno dell’ac-qua mentre in Romagna ti daranno del vino: il Sangiovese che è il re della Romagna”. •

Sangiovese colli di Rimini Superiore 2012 Doc “Montetauro” (vino bio) - Podere Vecciano, Coriano (RN)

Sangiovese di Romagna Superiore 2010 Doc “Assiolo” - Costa Archi, Castel Bolognese (RA)

Sangiovese di Romagna Superiore riserva 2010 Doc “Thea”

- Tre Monti, Imola (BO)Sangiovese di Romagna Superiore riserva 2009 Doc “Le Grillaie”

- Celli, Bertinoro (FC)Sangiovese di Romagna Superiore riserva 2009 Doc “Quartosole”

- Tenuta Casali, Mercato Saraceno (FC)Sangiovese di Romagna Superiore riserva 2009 Doc “Michelangiòlo” - Callonga, Forlì

Sangiovese di Romagna Superiore riserva.2009 Doc “Predappio

di Predappio” - Vigna del Generale, Casetto dei Mandorli, Predappio (FO)

Sangiovese di Romagna Superiore riserva 2009 Doc “Domus Caia”

- Ferrucci, Castel Bolognese (RA)

I VINI DEGUSTATI

Page 47: Il Sommelier Veneto n.3-2013

47il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISTREVISO

Molti avranno esclamato: “Degustazione di Pinot Grigio?”. Una proposta diver-sa, in effetti, ma crediamo che solo l’Ais, grazie alla sua “mission” di comunicare conoscenza senza distin-zione, tralasciando quindi mode e grif-fe, possa organizzare degustazioni alternative e originali e non solo per distinguersi dalla giungla di proposte. Se poi la degustazione è condotta dal nostro amico Dino Marchi, dinamico, competente e ancora presidente nel cuore di tutti, la differenza è evidente. La risposta degli associati è stata netta: tutto esaurito nella sala “Doge” di Villa Braida. Autentico sommelier colui che è capace di cogliere e amalgamare per finalità degustative quel che la storia, i territori e la tecnica tracciano in ogni vino. E Dino, se necessario, ha confer-mato con la sua esperienza e schiettez-za tutto questo, inorgogliendoci. Ed eccolo dunque, ricordare la nascita di questo vitigno da una mutazione gem-maria del Pinot nero della Borgogna e il suo diffondersi serenamente quasi come precursore dell’Unione Europea. Lo troviamo, dunque, in Ungheria come Szürkebarat, in Germania come Ruländer, nel Vallese come Malvoisie, Pinot gris in Francia e grigio in Italia. Si è ben accasato in zone dal clima

“di Wladimiro Gobbo foto di Ferdinando Trevisan

“Degustazione del lunedì” da tutto esaurito. Villa Braida, un interessante appuntamento-lezione con Dino Marchi

Pinot grigio, un mondo da scoprire

abbastanza freddo, dove ha potuto esprimere le sue caratteristiche pur adattandosi alle diverse interpretazioni della vinificazione, non escludendo la macerata in rosato. Richiesto e molto apprezzato nel nord America, tanto da essere rivalutato anche nella vecchia Europa. Ricca e variegata la selezione cosmopolita, ben undici proposte, sapientemente scovate da Ferdinando Trevisan e servita con la consueta pro-fessionalità dal gruppo servizi di Treviso in abbinamento ad appetizer. Versioni dall’ineccepibile equilibrio tecnologico, ferme, ma anche spumante metodo classico. Dal taglio istituzionale le versioni d’Oltralpe del Baden e del Balton; ammor-bidite come da tradizione le proposte Alsaziane sia la secca che la “Tardiv”, comunque dall’impatto olfattivo importante. Altra nota per i due friulani, sia per quello in veste “ance-

Pinot Grigio Metodo Classico Brut A.A. Doc 2010 - S. Margherita, Fossalta di Piave (VE)

Pinot Grigio A.A. Doc 2012 “Impronta del Fondatore” - S. Margherita, Fossalta di Piave (VE)

Pinot Grigio A.A. Doc 2011 - C. Waldthaler, Ora (BZ)

Pinot Gris V.D.A. Doc 2011 - Caves Coop. De Donnas, Donnas (AO)

Pinot Grigio V.G. Igt 2009 “Not” - Paraschos, San Floriano del Collio (GO)

Pinot Grigio Collio Doc 2011 Russiz Superiore - M. Felluga, Capriva del Friuli (GO)

Grauburgunder Spat. 2011 “Vum Steinriensen” - Franz Keller, Vogtsburg, Baden

Pinot Gris Cuvée Réserve A. AOC 2011 - M. Schaetzel, Ammerschwir, Alsace

Pinot Grigio Vend. T. Doc “Dernier Soleil” - Caves Coop. De Donnas, Donnas (AO)

Pinot Gris Vend.Tardives A. AOC 2011 - M. Schaetzel, Ammerschwir, Alsace

I VINI DEGUSTATI

strale” molto bevibile e paradossal-mente originale sia e per la ricchezza di spessore superiore dell’altra. Serata interessante piacevole e dalla lunga persistenza. •

Arno Galeazzi e Dino Marchi

Page 48: Il Sommelier Veneto n.3-2013

48 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISVENEZIA

“di Gianpaolo Breda

L’Ais Venezia incontra il mondo dello spettacolo nell’ambito di “Sorsi d’autore”, nello splendido scenario di Villa Venier Contarini

Un sommelier sul palco con la Dandini

Polesini (RO) e, per quest’ultima edi-zione, è stata scelta Villa Venier Contarini, a Mira (VE).La manifestazione, svoltasi lo scorso 8 luglio, ha visto come protagonista Serena Dandini, nota conduttrice, autrice televisiva e scrittrice che con grande simpatia ha intrattenuto il pub-blico presentando il suo ultimo lavoro editoriale in cui affronta temi di grande spessore, come il femminicidio. Responsabile del “sorsi”, invece, Gianpaolo Breda, relatore Ais, che ha aperto la serata descrivendo i vini in degustazione e trovando il connubio tra i “sorsi” e l’“autore” nel carattere spu-meggiante della serata. La scelta dei vini si è orientata su due spumanti dell’azienda Bisol: la cuvée Jeio brut, da uve glera, chardonnay e sauvignon, e il Conegliano e Valdobbiadene Prosecco Superiore docg Salis. Il primo, un prodotto che cerca il gusto nell’es-senza, solo 6 gr./l. di zucchero, con nette sfumature fruttate, freschezze

VeneziaDelegato Paolo Chinellato Via Bambane, 14/p30030 Martellago (VE)Cell. 348/[email protected]@aisveneto.it

»

“Sorsi d’autore”, giunta alla 14esima edizione, ha ormai assunto un impor-tante carattere regionale valorizzando il territorio attraverso attività di promo-zione culturale, storica, paesaggistica ed enogastronomica. Suo obiettivo è la riscoperta delle origini e delle tradizio-ni venete, resa possibile dal connubio tra l’arte vitivinicola, che caratterizza da sempre la tradizione storica e cultu-rale del Veneto, e il patrimonio archi-tettonico e storico rappresentato dalle sue famose ville. Nel corso dell’ultima edizione sono stati ospitati personaggi della cultura nazionale all’interno di alcune prestigiose dimore come Villa Mosconi Bertani di Arbizzano di Negrar (VR), Villa Caffo di Rossano Veneto (VI), Villa Badoer di Fratta

agrumate evidenti e un finale piacevol-mente vegetale. Il secondo, il principe delle terre della Marca trevigiana, accarezza il palato con suadenti note floreali e fruttate e una bollicina briosa fusa in una piacevole rotondità tipica della tipologia “dry”.La kermesse è proseguita poi discuten-do sulla scelta del vino, sulle preferenze della nostra ospite verso i vini rosati, sul suo interesse per i vini naturali o biolo-gici, sul modo in cui il sommelier degu-sta. Si è trattato di appuntamento carat-terizzato da un modus operandi che esula dalla didattica tipica della scuola Ais, e che ha dato ampio spazio all’im-provvisazione e agli interventi del pub-blico, rendendo la serata unica e irripe-tibile. Un grazie quindi alla Regione del Veneto, all’Istituto Regionale Ville Venete, all’Associazione Ville Venete e alla Fondazione Aida, che ha reso pos-sibile quest’appuntamento e un arrive-derci alla prossima edizione. •

Page 49: Il Sommelier Veneto n.3-2013

49il Sommelier Veneto • 03/13

Nella consueta e amichevole cornice della splendida azienda Berlucchi, i nuovi sommelier della provincia di Venezia, accompagnati dai colleghi di Verona, hanno ricevuto il sospirato diploma dalle mani del delegato Paolo Chinellato e, in rappresentanza dell’a-zienda, da Marcello Avigo. Sono stati accompagnati a questo importante tra-guardo dai direttori e dagli assistenti dei corsi, ma anche da parenti e amici che si sono uniti alla loro gioia e sod-disfazione. Nel salutare i neo diploma-ti, il dottor Avigo ha evidenziato il ruolo e l’importanza della figura del sommelier, vero professionista della

Consegna del diploma, come sempre alla Berlucchi. Una festa con momenti di autentica commozione

Venezia, ecco i neo sommelier

comunicazione del mondo del vino e punto di riferimen-to delle aziende per migliorare e allar-gare i propri oriz-zonti e la qualità dei prodotti. “Da questa collabora-zione – ha sottoli-neato l’esponente della Berlucchi – può nascere una nuova sinergia, certamente molto posi-tiva per lo sviluppo dell’intero settore”. Anche il delegato Paolo Chinellato si è associato ai complimenti, ribadendo

che il diploma non è un punto di arrivo, bensì di partenza verso nuove e impor-tanti esperienze di approfondimento e collaborazione con la delegazione, ma anche di crescita nella prospettiva di raggiungere sempre nuovi traguardi. Questo perché, risa-lendo alla sua espe-

pagine AISVENEZIA

rienza di studi, Chinellato ha voluto evidenziare che non si vive di sola rendita e che l’aggiornamento oggi è più che mai necessario per non rende-re vana la fatica e l’impegno profusi durante il percorso formativo. In quest’ottica le manifestazioni organiz-zate dalla delegazione rivestono un ruolo fondamentale e sono di stimolo per ulteriori approfondimenti. La ceri-monia di consegna dei diplomi è stata, come sempre, una vera festa con momenti anche di commozione since-ra, a suggellare un’esperienza impor-tante che premia l’impegno e la passio-ne che hanno accompagnato i corsisti in tutto il loro percorso e che continue-ranno ad animarli, ne siamo convinti, anche negli anni a venire. •

Page 50: Il Sommelier Veneto n.3-2013

50 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISVENEZIA

“di Paolo Chinellato

La passioneoltre l’ostacolo Due non vedenti, protagonisti al corso di primo livello. Un esempio per tutti di come una passione possa far superare ogni ostacolo

E’ bello poter andare in controtendenza quando la situazione generale in cui stiamo vivendo non offre di certo segna-li rassicuranti in termini di serenità e prospettiva. Questo è quanto successo a Venezia con l’avvio del nuovo corso di primo livello, corso che ha registrato la partecipazione di oltre sessanta corsisti molto attenti e motivati ad approfondire conoscenze ed esperienze dell’affasci-nante mondo del vino. Tra i nostri corsi-sti quest’anno abbiamo il piacere di annoverare anche due nostri amici che con coraggio e determinazione si approc-ciano a questo mondo malgrado un loro handicap, ma che hanno deciso che ciò non pregiudicherà una loro passione.La vita per un non vedente non è di certo semplice, ma per questi due amici le loro motivazioni sono sempre state una forza fondamentale che li ha anche portati a raggiungere un impor-tante traguardo lavorativo: sono stati fisioterapisti nell’Ospedale di Noale (VE), acquisendo anche notevoli espe-

rienze in numerosi viaggi all’estero, anche in terre lontane come il Perù e, prossimamente, il Madagascar. In que-ste terre hanno anche avuto l’occasione di conoscere e apprezzare le innumere-voli sfaccettature del mondo del vino.Accompagnati dal loro fedele cane-guida, hanno superato le inevitabili difficoltà con spirito e determinazione esemplari. Sappiamo che uno degli aspetti della degustazione è quello visi-vo che naturalmente non sarà da loro approfondito. Ma è anche vero che la sensibilità sviluppata nell’ambito olfat-tivo e gusto-olfattivo e la collaborazione dei nostri assistenti, saranno in grado di offrire loro un valido supporto nel loro percorso formativo: anche per noi un riferimento per acquisire nuove e importanti sensibilità. La loro presenza costituisce per tutti noi uno stimolo ed è stato bello aver assistito al loro ingres-so in sala assieme ad Asia, il loro cane-guida sempre tranquillo ed efficiente che si è accomodato ai loro piedi con

assoluta naturalezza, mentre loro parte-cipano attivamente alla lezione. Grazie amici per quello che ci state facendo provare e per l’esempio di come un’au-tentica passione sappia far superare anche ostacoli significativi Avete sapu-to inserirvi con naturalezza nel nostro corso, diventando un esempio di impe-gno e attenzione per tutti, superando le barriere che spesso sono solo mentali. Ci avete anche ricordato che il mondo della sommellerie sa anche essere un mondo di solidarietà. •

Page 51: Il Sommelier Veneto n.3-2013

nica è andato alla Trattoria dal Mantoan di Gazzo Veronese con il “Risotto man-tecato con germano reale e porcini”, piatto equilibrato e di tradizione, abbi-nato al Valpolicella Ripasso Campo dei Ciliegi 2010 dell’Azienda Latium. Il premio per il miglior abbinamento cibo-vino è andato infine alla Trattoria La Mola di Casaleone con il “Risotto al porro e Taleggio al sapor di liquirizia” in abbinamento al Lugana del Lupo V e n d e m m i a Tardiva 2010 dell’Azienda Cà Lojera, un abbi-namento davvero riuscito per equi-librio e sapore complessivo. Molto buoni e con abbinamenti c o n v i n c e n t i

51il Sommelier Veneto • 03/13

La collaborazione della delegazione veronese con la Fiera del Riso di Isola della Scala, giunta alla 47ª edizione, anche quest’anno si è concretizzata nell’organizzazione del Concorso Gastronomico, Risotto d’Oro dell’I.G.P, che si è tenuto lo scorso martedì 12 settembre. Massimo l’impegno dei nostri sommelier, sia nel servizio sia nella fase preparatoria, con lo studio degli abbinamenti ai risotti preparati dagli chef di numerosi ristoranti del territorio. Due le giurie del concorso: una tecnica, formata da giornalisti, cri-tici gastronomici e ristoratori e l’altra popolare, formata dai commensali pre-senti alla serata.Il premio della giuria popolare è andato al Ristorante Peccati di Gola di Nogara con il “Risotto con mele e formaggio Cimbro Dop”, un piatto innovativo e caratterizzato da sapidità e freschezza, in abbinamento con il Bardolino Chiaretto 2012 dell’Azienda Cavalchina. Il premio della giuria tec-

“di Maria Grazia Melegari

Risotti a gogò

pagine AISVERONA

VeronaDelegato Marco Aldegheri Via Sasse 43A 37132 VeronaCell. 392/[email protected]@aisveneto.it

»

A Isola della Scala in scena il concorso Risotto d’Oro dell’Igp, una serata di riusciti abbinamenti tra riso e vino

anche gli altri risotti in gara: il Ristorante il Ventaglio di Buttapietra ha presentato il “Risotto con melanza-ne, porri e scamorza affumicata con aggiunta di porri e melanzane croccan-ti”, abbinato al Soave 2012 dell’Azien-da Corte Adami, il ristorante di Tenuta Albertini di Zevio ha preparato il “Risotto al sedano di Verona mantecato al formaggio Stracon con ragù di agnel-lo di pecora Brogna e ristretto di corvi-na veronese”, in abbinamento a Cuvée Etichetta Bianca Metodo Classico 2009 dell’Azienda Fongaro. Infine, fuori con-corso non poteva mancare il tradiziona-le “Risotto all’isolana”, in abbinamento al Marzemino Vallagarina 2012 dell’A-zienda La Prebenda. •

Page 52: Il Sommelier Veneto n.3-2013

pagine AISVERONA

52 il Sommelier Veneto • 03/13

La Tintilia del Molise è stata per una sera la prestigiosa protagonista di una degustazione che si è tenuta lo scorso maggio per la delegazione Ais di Verona presso l’Agriturismo San Mattia sulle colline veronesi. L’evento ha offerto la possibilità di apprezzare ben nove Tintilie, selezionate tra le eccellenze regionali dalla sommelier molisana Francesca Baranello. L’analisi senso-riale è stata condotta dalla presidente Ais Molise Giovanna di Pietro, che ha guidato i presenti attraverso i colori, i profumi e i sapori della Tintilia decli-nata in tutte le sue versioni, dallo spu-

“di Francesca Baranello

Una serata di degustazione di nove Tintilie autoctone molisane, presentate in tutte le possibili varianti, vini decisi e dalla forte aromaticità

Tintilia: l’altro Molise

mante al passito, dall’affinamento in acciaio a quello in legno. La degusta-zione ha evidenziato la versatilità e la complessità di un vitigno che rischiava di scomparire a causa della sua bassa produttività e che rappresenta attual-mente, uno dei vitigni di punta della regione, grazie al lavoro attento ed appassionato di produttori ed enologi molisani, rappresentati all’evento da Angelo D’Uva, vignaiuolo in Larino.E’ stata un’occasione unica per pro-muovere e far conoscere le caratteristi-che tecniche e ampelografiche del viti-gno, grazie agli interventi del professor Massimo Iorizzo, agronomo e ricercato-re presso l’Università del Molise e del dottor Francesco Iapaolo, sommelier. L’intervento della dottoressa Alessandra Capocefalo, archeologa molisana, ha permesso inoltre di rileggere, in chiave inedita, culture umane, paesaggi e siti archeologici molisani. Fino ad un decennio fa, intorno all’origine e alla genetica di questo vitigno, c’erano solo incertezza e confusione. Interessanti ricerche storiche e recenti studi sul

Dna hanno stabilito una peculiare identità genetica esclusiva e autoctona della regione Molise, rafforzandone

quindi il legame con il territorio. Coltivato principalmente lungo la fascia costiera della regione, il tintilia è un vitigno rustico, resistente al freddo e alle malattie, di media vigoria e produt-tività discreta, buccia pruinosa e spessa di colore nero-bluastro. La produttività per ettaro è piuttosto bassa con medie inferiori agli 80 q.li/ettaro. I vini degu-stati hanno mostrato grande intensità di colore, decisa aromaticità e consisten-za, e un distinto profilo olfattivo caratte-rizzato da note di frutta sotto spirito, sentori minerali, sensazioni erbacee e note floreali. La trama tannica risulta marcata e vigorosa ma ben supportata e resa elegante dalla notevole componen-te alcolica e di struttura. Un sapiente affinamento in legno ha arricchito il bouquet con note di tabacco dolce, liquirizia, note speziate di pepe nero e soffi balsamici. Vini quindi di decisa personalità, sui quali scommettere in un interessante potenziale evolutivo. •

Noviss Spumante Brut Rosé - Cantina Catabbo

Tintilia Del Molise Angelo D’Uva 2009 - Cantina Angelo D’uva

Tintilia Principe Delle Baccanti 2010 - Cantina Palazzo

Embratur 2010 - Cantina ValtappinoUvanera Tintilia Del Molise 2009

- La Cantina di RemoTintilia Macchiarossa 2008

- Cantina CipressiTintilia Del Molise Rutilia 2008

- Cantine SalvatoreTintilia Tenute Di Giulio 2008

- Cantine Di GiulioPassito Dulce Calicis 2006

- Cantina Cipressi

I VINI DEGUSTATI

Da sinistra: Giovanna di Pietro, presidente Ais Molise e Francesca Baranello Ais Verona

Da sinistra: Angelo D’Uva (produttore), Marco Aldegheri (delegato Ais di Verona), Massimo Iorizzo, agronomo e ricercatore dell’Università del Molise, Francesco Iapaolo, agronomo e sommelier, Giovanna Di Pietro, presidente Ais Molise, Francesca Baranello Ais Verona

Page 53: Il Sommelier Veneto n.3-2013

53il Sommelier Veneto • 03/13

Napoli e la Campania sono state le destinazioni di un esaltante, e per qual-che verso indimenticabile, viaggio stu-dio. Prima tappa la Premiata Distilleria Russo di Cava de’ Tirreni, famosa per il limoncello, i liquori e i distillati a base di frutta, noci e tutte le delizie da cui la sapiente maestria dei distillatori riescono ad estrarre e concen-trare lo spirito, dove siamo stati accolti con un occhio di riguardo ed una grande profes-sionalità. Ne siamo usciti arricchiti di informazioni su alcu-ni prodotti che degustiamo normalmen-te, a volte con un po’ di sufficienza, ma soprattutto ci sono anche stati svelati

“di Michael Flanigan

Viaggio studio in Campania, alla scoperta delle sue prelibatezze enogastronomiche, con tappe nelle migliori cantine del territorio

Intensi sapori mediterranei

dei segreti per apprezzarne le doti più nascoste e a volte irriconoscibili.Migliorati dallo “spirito” e nello spirito, siamo giunti a Gragnano per visitare “La Fabbrica della Pasta”, una delle tante strutture che in loco

si occupa di questo prodotto. Paludati di indumenti di protezione, come medi-ci che entrano in sala operatoria, abbia-mo scoperto la vera essenza della gastronomia italiana, auscultato il sordo rumore delle impastatrici, il sibilo delle essiccatrici, il lento procedere di quella possente massa di acqua e farina di grano duro verso le trafile di bronzo, dove avviene il miracolo della trasfor-mazione nelle centinaia di formati che ogni buon pastificio crea e manipola sapientemente. Il pranzo non poteva che essere consumato lì, nel regno dell’alimento più buono del mondo. Poi via verso nuove avventure. Percorriamo strade e stradine, nelle quali si potreb-be quasi perdere la testa travolti dalla tortuosità dei percorsi, e come d’incan-to arriviamo a Furore, “il paese che non c’è”, incastonato tra i pendii della

pagine AISVICENZA

»VicenzaDelegato Roberta Moresco Cell. 393/[email protected]@aisveneto.it

»

costiera Amalfitana. La citazione è parte di un libro di curiosità, storia e leggende, scritto dal primo cittadino del piccolo comune posto sulla parte meridionale della Penisola Sorrentina, volumetto che ci è stato regalato dalla Cantina di Marisa Cuomo al termine di una visita guidata e di una degustazio-ne di vini e chicche gastronomiche che

personalmente reputo veramente di grande prestigio e di forte intensità. Dai terrazzamenti di viticoltura davvero eroica, ricavati da pareti di grande pen-denza, dove dissodamenti e ingegnosità hanno creato nella roccia gli spazi dove vitigni di Falanghina e Biancolella tra i bianchi e Aglianico, Per’ ‘e Palummo (Piedirosso) e Sciascinoso tra i rossi alimentano la leggenda vitivinicola della sottozona di Furore, parte di quel-la meravigliosa e ineguagliabile Costa di Amalfi Doc dove, per citare Veronelli, c’è “un vino appassionato che sa di roccia e di mare”. La roccia, appunto, dov’è stata scavata a colpi di piccone, di sudore e lavoro la cantina “grande tesoro” dei Cuomo. Qui, protette dal buio e dalla natura, riposano le botti dei loro pregiatissimi vini, per niente infastidite dall’eco dei colpi di piccone

»

Page 54: Il Sommelier Veneto n.3-2013

54 il Sommelier Veneto • 03/13

pagine AISVICENZA

che trafiggono ancora la memoria e il silenzio surreale che questa basilica del “fare” umano conserva gelosamen-te. Ospitalità, disponibilità, sorrisi: non si può non restarne in qualche modo colpiti. Prodotti della terra e del mare sapientemente legati da creatività e tradizione. Tra le mille sfaccettature alimentari che ci hanno incuriosito rammento una particolarissima “cola-tura di alici”, una sferzata di minerali-tà, di salino, di mare e di pesce, un grande “insaporitore” che traccia un solco particolarissimo nel panorama dei sapori mediterranei.

NEL REGNO DEL TAURASISul fare del tramonto, con gli occhi pieni del panorama ineguagliabile della Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina, con i sensi del gusto eccita-ti dalle ricchezze enologiche e gustative della prima giornata di viaggio, ci siamo fermati a Castellamare di Stabia, quartiere designato al nostro riposo. Il secondo giorno era dedicato ad Avellino e al Taurasi, con spostamenti rapidi e mirati nel cuore vitivinicolo della Campania. Partendo da Taurasi, la cit-tadina rupestre che ha dato i natali a questa magnifica Docg, con visita alle Cantine Lonardo. Qui abbiamo potuto affrontare una degustazione verticale della produzione, di un 2008 ancora giovane ma promettente, con i tannini bisognosi ancora di essere levigati ma già sul percorso della strada maestra, un 2007 nato da una stagione di matu-

razione quasi perfetta, un 2005 invece in pieno antagonismo, figlio di una piovosità che ne ha selezionato troppo la produzione, ed infine un 2003 che ci ha svelato cosa vuol dire un vino di vite vecchia coccolata dal vento costante, dove la lenta macerazione e l’utilizzo di tecniche tradizionali hanno conferito una delicatezza di sapore dagli esiti in bocca di grande intensità, velati da tocchi di cioccolato.Un’esperienza totale di Aglianico, un vitigno e un territorio diverso, comple-tamente diverso, a poco più di un’ora di strada dalla costiera Amalfitana, che il giorno prima ci aveva così affascinato, un micro cosmo del vino con particolari diversità e caratteristiche. Seconda tappa all’azienda Mastroberardino, la principale della zona. Durante il pranzo e il primo pomeriggio, dopo aver visita-to questo gioiello di tecnologia e tradi-zione, siamo rimasti particolarmente colpiti dalle “confidenze”, dall’espe-rienza, dalla sapiente maestria di Antonio Mastroberardino che ci ha raccontato la leggenda eroica della sua azienda, fondata dai suoi progenitori nel 1878 e riconosciuta in tutto il mondo, o per lo meno in quella parte che possiede il “sapere” del vino. Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, di getto, come recitati davanti ad un attento esaminatore, descritti, assaporati e assimilati, con in parallelo un percorso alimentare e gustativo esperto e soddisfacente, naturale e tra-dizionale come richiedono le regole del

“buon vivere” mediterraneo. Appunto il buon vivere mediter-raneo nella sua massima espres-

sione: una cena indimenticabile, al ristorante “Ai 4 Passi” di Massa Lubrense. Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo assapo-rato, non c’è sintesi possibile per descrivere l’incessante e progressiva assuefazione che si creava in noi con le prelibatezze, preparateci dalla brigata di cuochi capitanata dallo chef Tonino Mellino. Sublime e divino sarebbero forse i soli termini utilizzabili per ogni piatto servitoci, dall’aperitivo fino ai dolci. E quella cantina, un sogno, una raccolta di etichette e di bottiglie, che non credo di aver mai visto se non lì, tutte in una volta e tutte insieme.Il nostro pluripremiato collega Giancarlo Marena, maestro di cerimo-nia e sommelier di quest’angolo di paradiso, ci ha letteralmente tramortiti con la visita alla cantina, con il servizio e le descrizioni impeccabili, con la maestria che a persone come lui nasco-no naturali e sono decisive. Prima di intraprendere la via di casa, una breve e fugace visita al museo all’aria aperta più grande del mondo: gli scavi di Pompei. Un fuori programma in una giornata di sole campano. Un viaggio indimenticabile insomma, con un grup-po di persone che, partite alla spiccio-lata, sono diventate un gruppo coeso di amici e di irresistibili compagni di viaggio. Complici Napoli e la Campania, complici le sfogliatelle che hanno crea-to un effetto aggregante e partecipativo. Jamme, ia! •

Page 55: Il Sommelier Veneto n.3-2013

55il Sommelier Veneto • 03/13

Un saluto all’estateScatti a base di Lambrusco e Tigelle per salutare l’arrivo della bella stagione

Album ricordo della festa organizzata dai sommelier vicentini per dare il ben-venuto all’estate. “Tigelle e Lambrusco”, il titolo dell’evento che è andato in scena lo scorso 14 giugno a Villa Mascotto, ad Ancignano di

Sandrigo. Serata all’insegna dei prodot-ti tipici dell’Emilia Romagna. Il Lambrusco di Sorbara e di Grasparossa ha ben accompagnato salamino, Parmigiano Reggiano e le Tigelle farci-te di squaquerone, stracchi-

no, prosciutto crudo di Parma, salame felino, mortadella. A rallegrare la serata, musica dal vivo e karaoke. •

pagine AISVICENZA

Page 56: Il Sommelier Veneto n.3-2013

CONEGLIANO VALDOBBIADENEPROSECCO SUPERIORE

L’Academy è uno strumento di conoscenza. La conoscenza è la via per comprendere ed apprezzare le differenze che rendono unico il Conegliano Valdobbiadene. Frutto dell’unione perfetta tra preziosa composizione del terreno, del clima e sapienza degli uomini che hanno modellato nei secoli queste colline. Per conoscere il Prosecco Superiore e l’origine di questo straordinario vino partecipa al primo corso on line della Conegliano Valdobbiadene Academy visitando il sito www.coneglianovaldobbiadene-academy.it

CONOSCERE LA DIFFERENZA

www.prosecco.it

Page 57: Il Sommelier Veneto n.3-2013

57il Sommelier Veneto • 03/13

FFino a 25 anni era astemio, poi si è convertito sulla via del Borgogna. Remo Pasquini, 48 anni, superla-tivo artigiano del legno di Bovolone, in provincia di Verona, adora Bordeaux, Chablis e Champagne. Ma ama pure i vini italiani, quelli di altissima qualità, a parecchi dei quali rimprovera però di essere diso-nesti, per il prezzo gonfiato, a paragone dei pari grado transalpini. Pasquini, che è anche un gastro-nomo sopraffino, ha una memoria incredibile per i vini che gli hanno regalato emozioni. Ne ricorda i nomi, le annate, le etichette, le aziende produttrici e perfino le curve della strada che ha fatto per rag-giungerle. “Dall’astemia si può guarire – afferma – la vita riserva sempre sorprese ed è troppo breve per bere male”. Il papà di Remo, Marino Pasquini, produceva mobili in stile. Quando morì 26 anni fa l’azienda passò nelle mani di Remo e della sorella Paola che la rivoluzionarono: stop a poltrone e tru-meau d’imitazione, sotto con la produzione di raffi-natissimi oggetti in legno per l’alta ristorazione. Un’intuizione vincente, grazie alla quale i due gio-vani fratelli imprenditori (a completare il tris d’assi si è aggiunta Giovanna moglie di Remo) si sono fatti un nome in tutto il mondo. Il loro è un altro dei miracoli del mitico nord est. La bottega artigiana dei Pasquini produce cantine, arredamenti, taglieri,

morse per pro-sciutto, vasella-

Il Goloso Curioso

di Morello Pecchioli

Alla scoperta della bottega del veronese Remo Pasquini,produttore di oggetti d’arredamento in legno per l’alta ristorazione fatti su misura

me di grande originalità e razionalità, leggiadri carrelli portaformaggio, signorili e tecnicamente perfetti bauletti humidor – anche da viaggio – per appassionati di sigari e scrigni porta tartufi, costru-iti gli uni e gli altri, senza colla per non rovinare gli aromi del tabacco o del tuber magnatum. I gioiellini firmati a fuoco con la “P” di Pasquini, sono divenuti status symbol. Ma non irraggiungibili. Certo, costano più degli oggetti industriali, ma sono alla por-tata di chi ama il bello anche senza essere un nabab-bo. Nascono su misura. Uno chef chiede un portafor-maggi esclusivo? Marino ne interpreta l’esigenza e lo costruisce. Un gourmet amante del prosciutto chiede di tagliare la coscia dall’alto anziché in orizzontale? Pasquini crea la morsa che gira a 360 gradi. Nascono così il tagliere in korean (impasto vegetale e rovere), la tavolozza dei salumi, le scatole di sigari da passeg-gio, il coppo da forno. In legno, naturalmente. “Quella del coppo in terracotta – racconta – è una cottura storica. Io l’ho fatto in un rosso legno tenero, il tiglio, molto elastico, senza odori né colle. Resiste bene in forno a 180 gradi. In sette minuti si cuociono perfetta-mente aragoste, scampi, verdure. Credetemi, è tutto un altro sapore”.

L’artigiano gourmet

CONEGLIANO VALDOBBIADENEPROSECCO SUPERIORE

L’Academy è uno strumento di conoscenza. La conoscenza è la via per comprendere ed apprezzare le differenze che rendono unico il Conegliano Valdobbiadene. Frutto dell’unione perfetta tra preziosa composizione del terreno, del clima e sapienza degli uomini che hanno modellato nei secoli queste colline. Per conoscere il Prosecco Superiore e l’origine di questo straordinario vino partecipa al primo corso on line della Conegliano Valdobbiadene Academy visitando il sito www.coneglianovaldobbiadene-academy.it

CONOSCERE LA DIFFERENZA

www.prosecco.it

Page 58: Il Sommelier Veneto n.3-2013

58 il Sommelier Veneto • 03/13

(disformità), alla fioritura (acinellatura dei grappo-li) ed all’invaiatura (particolarmente lunga per le varietà a maturazione precoce). Lo stato sanitario ha destato allarmi per la peronospora che, viste le

lavori in corso

di Stefano Soligo ed Emanuele Serafin - Veneto Agricoltura

Vendemmia 2013: viti sotto stress, ma risultati promettenti

Clima poco favorevole alle

coltivazioni, ma migliore dell’anno

precedente, che però non ha

intaccato le promesse per una

produzione di qualità

viticoltori ad un’attenta difesa verso le crittogame, in particolare contro la peronospora. Generalmente da luglio si è assistito ad un aumento delle tempe-rature, particolarmente evidenti nella provincia di Venezia, ed una drastica riduzione della piovosità. Il fenomeno ha causato in alcune zone problemi di stress idrici. Sono avvenute, in zone circoscritte ma di tutte le provincie, grandinate intense special-mente verso ferragosto.Il comportamento stagionale ha però influenzato meno dell’annata 2012 la fisiologia della vite a parte alcune segnalazioni al germogliamento

L ’L’andamento stagionale ha evidenziato anche in quest’annata un evolversi non eccezionalmente favorevole per la coltivazione della vite. I periodi invernale e primaverile si sono caratterizzati per una forte piovosità e temperature particolarmente basse che hanno da una parte ritardato, rispetto al 2012, le fasi fenologiche e dall’altro impegnato i

Page 59: Il Sommelier Veneto n.3-2013

59il Sommelier Veneto • 03/13

LAVORINCORSO

condizioni climatiche, ha obbligato i viticoltori ad una faticosa lotta per la difficoltà ad intervenire tempestivamente. Oidio e botrite sono state spora-dicamente segnalate ma controllate con facilità dai consueti interventi. Molto più preoccupanti invece sono i sintomi a carico di Giallumi della vite (segnalati specialmente nel padovano e nel bellu-nese), ovunque si sono manifestati grossi problemi Escoriosi (per le basse temperature primaverili) e di di Mal dell’Esca (per le alte temperature estive). In ogni caso alla vendemmia, cominciata nella prima settimana di settembre, lo stato sanitario delle uve era buono. Come momento di raccolta si manifesta un 10-15 giorni di ritardo rispetto al 2012 con, mediamente, una resa invariata per le uve rosse ed un incremen-to, quantificabile nel 5-10% per le uve bianche. Le gradazioni zuccherine sembrano confermarsi leg-germente inferiori rispetto al 2012 ma entro la norma di una vendemmia promettente, specialmen-

te per quanto riguarda i vitigni a bacca rossa. I valori aromatici, vista la maggior escursione termi-ca dell’ultimo mese di maturazione, sembrano esse-re più netti e marcati quale frutto di un accumulo superiore da parte della vite nella bacca. Una con-siderazione finale va fatta in merito alle condizioni meteo: seppur molto diverse dalla scorsa annata, hanno posto le viti in condizioni più critiche rispet-to al classico andamento fisiologico.Indipendentemente dall’attenzione alla lotta fitosa-nitaria, sembra quindi necessario apporre molta considerazione sull’uso dell’irrigazione, alla difesa dei grappoli dall’eccessivo calore, che influisce specialmente nella sintesi di alcuni composti tra cui aromi e sostanze coloranti, e alle tecniche agronomi-che in grado di conservare l’umidità del terreno. Si conferma come interventi di post raccolta potrebbe-ro diventare consuetudine per ripristinare le riserve all’interno della pianta “provata” dalle situazioni ambientali estreme a cui è sottoposta.

Page 60: Il Sommelier Veneto n.3-2013

60 il Sommelier Veneto • 03/13

ALLA SCOPERTA DI…

LLa Valle del Douro, situata nel nordest del Portogallo, è uno dei luoghi più incantevoli del paese ed è considerata da diversi anni patrimonio mondiale dell’Unesco. È considerata una zona di viticoltura eroica, con i suoi vigneti terrazzati dove è impossibile introdurre qualsiasi tipo di meccaniz-zazione. In totale ci sono circa 33.000 viticoltori con una media di 1 ettaro per produttore. Questa valle si trova circa a 100 chilometri della città di Porto e si estende per 250.000 ettari, suddivisi in tre regioni minori: Basso Corgo, Cima Corgo e Douro Superiore (sotto regione che confina con la Spagna). È una valle con caratteristiche uniche, circondata da montagne che le danno caratteristi-che morfologiche e climatiche particolari. La cate-na montuosa del Marão impedisce il passaggio delle correnti d’aria provenienti dall’Oceano Atlantico rendendo questa valle molto calda d’esta-te e fredda d’inverno. La temperatura varia durante

l’anno da -2 a +45ºC. Queste condizioni, alleate alla natura del suolo, predominantemente scistoso e granitico e a una bassa piovosità, contribuiscono in modo determinante alle caratteristiche del vino di Porto. Basti pensare che le radici delle vigne vec-

Viaggio nella storica terra del vino

di Porto, uno dei più noti vini al mondo,

in un territorio che è diventato una

delle mete enoturistiche più apprezzate

di Carlos Veloso dos Santos

Nella Valle del Douro

chie arrivano a toccare fino a 25 metri di lunghezza. Questo fattore risulta determinante per la qualità del prodotto perché, nonostante il caldo torrido, la radice resta sempre fresca.

IL VINO DI PORTOIl vino di Porto è stato reso famoso con l’arrivo degli inglesi che, in guerra con francesi e olandesi, erano alla ricerca di nuovi paesi produttori di vino. Per questo sono arrivati in Portogallo ma non solo, anche in Spagna, nell’isola portoghese di Madeira ed in Sicilia. Questa tipologia di vino inizia ad esse-

re prodotta a fine Settecento inizio Ottocento. Uno dei più vecchi trattati commerciali tra i due stati europei è il Trattato di Methuen del 27 dicembre 1703 che prevedeva anche lo scambio di merci: il Portogallo importava i tessuti dell’Inghilterra ed in

Page 61: Il Sommelier Veneto n.3-2013

61il Sommelier Veneto • 03/13

ALLA SCOPERTA DI…

invece, è diventata un’attrazione turistica per le migliaia di turisti che ogni giorno arrivano in questa bellissima città, dove si intrecciano quasi 1000 anni di storia e una tradizione culturale e enoga-stronomica unica nel suo genere.

LE CARATTERISTICHEIl vino di Porto è un vino fortificato. La logica della fortificazione nacque per evitare che il vino si rovi-nasse durante tutto il tragitto in barca dalla città di Porto fino ai porti inglesi. Si pensa che siano stati gli arabi intorno al decimo secolo ad introdurre l’utilizzo dell’alcol per evitare che l’acqua potesse marcire con il tempo. Due secoli dopo, nella Catalunya francese, anche un produttore vinicolo pensò di utilizzare l’alcol per assicurare una miglior conservazione del vino dando origine a questo metodo. L’aggiunta di acquavite per arresta-re la fermentazione ha conferito a questo tipo di vino un carattere dolciastro, particolarmente

Viaggio nella storica terra del vino

di Porto, uno dei più noti vini al mondo,

in un territorio che è diventato una

delle mete enoturistiche più apprezzate

cambio forniva il pregiato “vino fino” agli inglesi. A metà dell’800 il Marchese di Pombal, primo mini-stro del Portogallo, responsabile per la ricostruzio-ne di Lisbona dopo il devastante terremoto e mare-moto del 1755, decise di creare l’anno seguente, seppur inconsapevolmente, la prima Doc al mondo. Lo fece per mettere ordine a tutta una serie di truf-fe, perché ormai il vino di Porto veniva prodotto indiscriminatamente in tutto il paese. Così il 10 settembre 1756 istituì la Compagnia Generale di Agricoltura dei Vigneti dell’Alto Douro col compito di definire le regole su quali fossero i territori adat-ti alla produzione del “vino fino”, delimitando la zona con 335 blocchi in pietra. Tuttavia l’arrivo della filossera e dell’oidio sterminarono quasi com-pletamente la vigna in questa regione e l’unica soluzione fu di estendere la regione fino ai confini con la Spagna, limiti che ancora oggi sono rispetta-ti. Approfittando dell’importante richiesta di questa tipologia di vino, anche altri paesi cominciarono a produrre vino di Porto. Tipologie come Hamburg Port, French Port o Tarragona Port erano abbastan-za comuni all’epoca.È importante notare che il nome “vino di Porto” induce il consumatore che è un vino prodotto a Porto, invece deve il suo nome solo perché veniva spedito dalla città omonima. I magazzini dell’altra sponda del Douro, il terzo fiume più lungo della Penisola Iberica con 897 chilometri di lunghezza, servirono per due secoli come punto di stoccaggio e imbottigliamento. Dalla fine del secolo scorso,

»

Page 62: Il Sommelier Veneto n.3-2013

62 il Sommelier Veneto • 03/13

ALLA SCOPERTA DI…

apprezzato dagli inglesi. È per questo motivo un vino con una gradazione alcolica tra 19 e 22 gradi anche se la maggior parte dei vini ha 20 gradi.Pochi sano che il vino di Porto non è solo rosso ma anche bianco e rosato. Il vino di Porto bianco è da sempre usato come aperitivo nelle sue versioni secco e dolce. Uno dei cocktail di aperitivo più conosciuti nel nord del Portogallo è il Porto Tonic, 1/3 di Porto Seco, 2/3 di acqua tonica, ghiaccio, qualche goccia di limone e un foglio di menta. Tuttavia nella sua versione bianca viene consumato puro, ma sempre a bassa tempe-ratura. La versione rosata è adottata da poche cantine ed è destinata a nuovi mercati. il prodotto rosé è particolarmente apprezzato dal mondo fem-minile e anche l’industria del Porto si è adeguata a questa nuova tendenza.

LE VARIETA’Quando parliamo di Porto parliamo soprattutto di varietà rosse. Le varietà usate nel vino di Porto sono 76, quasi tutte autoctone. Quelle maggiormente consigliate sono 29, quindici rosse e quattordici bianche. Le tipologie principali sono Touriga Nacional, Touriga Franca, Tinta Roriz, anche cono-sciuta come Tempranillo, Tinta Barroca e Tinto Cão. La più pregiata è senza dubbio la tipologia Touriga Nacional. Parlare di vino di Porto non vuol

dire parlare di un unico vino ma di una serie di prodotti molto complessi. Si dividono in due grande famiglie di vini rossi. Lo stile “Ruby”, vino di una singola annata prodotto in riduzione perché tutto il suo affinamento avviene nelle grandi vasche in acciaio o in legno, dove si notano di più i frutti rossi, frutti di bosco, lamponi, more e cioccolato. E lo stile “Tawny”, prodotto in ossidazione, messo in barrique da circa 560 litri dove viene favorito il contatto con l’ossigeno. In questo caso parliamo in generale di un blend di varie annate che vengono commercializzate come vini con indicazione di età 10, 20, 30 e 40 anni. Esiste anche la tipologia “Colheita” che corrisponde ad un vino di annata ma invecchiato nelle barrique di 560 litri,Alla domanda frequente di quale sia la miglior categoria di vino di Porto la risposta più corretta è il Vintage. In ogni decade una cantina può produr-re al massimo 2/3 annate Vintage e spetta all’Isti-tuto del Vino di Porto l’ultima decisione. Il Porto Vintage è un vino di una sola annata, e a volta di un’unica tenuta, che invecchia per circa due anni nei grossi tini e viene messo in bottiglia subito senza filtrazione. Tranne qualche eccezione è l’u-

Page 63: Il Sommelier Veneto n.3-2013

63il Sommelier Veneto • 03/13

ALLA SCOPERTA DI…

nico Porto che invecchia in bottiglia e dovrebbe essere consumato dopo circa 10/12 anni dell’anna-ta dichiarata. Ma Porto non vuol dire solo tradizio-ne. Giovani e dinamiche aziende nel panorama vinicolo della Valle del Douro stanno cercando di dare una nuova veste a questo prodotto pregiato. Il Clã è un buon esempio di qualità di prodotto alle-ato a un packaging accattivante e più internaziona-le. Si tratta di un Ruby Reserve offerto al mercato con tre “vestiti” diversi.

L’ENOTURISMOComunque la Valle del Douro oggi è molto di più del solo Vino di Porto. Negli ultimi 10 anni sono nate nuovi tipologie di vino che stanno conquistan-do i mercati internazionali. Vini Doc Douro bianchi e rossi dove spuntano i mono-vitigni come il famoso Touriga Nacional. Inoltre la Valle sta avendo un enorme successo a livello dell’enoturismo. Realtà come Quinta Nova de Nossa Senhora do Carmo si sono moltiplicate negli ultimi anni. Un’altra realtà turistica che ha avuto un’enorme sviluppo negli ultimi anni è il turismo fluviale. Ci sono diverse aziende ben strutturate che offrono delle crociere lungo il fiume Douro che possono aver una durata fino a sette giorni. Di recente sono state battezzate due nuovi nave dalle star hollywoodiane Sharon Stone e Andy MacDowell. Nell’ambito dell’enoturi-smo le aziende locali hanno a disposizione dei pacchetti fatti su misura dove è inclusa anche la

vendemmia durante i mesi di settembre ed ottobre. La gastronomia della regione è particolarmente ricca, dove imperano i piatti di carne e cacciagione. Una delle specialità più presenti è il famoso “cabri-to assado”, il ben conosciuto capretto che è confe-zionato nel forno a legna e servito con le patate arrosto e le verdure.

Page 64: Il Sommelier Veneto n.3-2013

MARINÒ ROSSO IGT

Il nome del vino richiama quello di Marino Cecchetto, da cui è nata la prima forma dell’azienda attuale. E’ un blend di merlot (50%), cabernet sauvignon (30%) e raboso (20)%, quest’ulti-mo con appassimento in fruttaio. L’ultima annata, il 2010, è stata lavorata lasciando un maggior residuo zuccherino. Le uve sono vinificate separatamente, prima con fermentazione sui tini e poi in acciaio, con malolattica e alco-lica separata, per finire con l’affi-namento di 12 mesi in botti di legno per cabernet e merlot e di 14-16 mesi in barrique per il raboso passito.

LE DEGUSTAZIONIAnnata 2010 - Di colore rosso rubino acceso, vivace ed omoge-neo; poco trasparente per estrazio-ne convincente di materia coloran-te. Forma fitti archetti sul bicchie-re con goccioline spesse, segno di buona consistenza. Morbido/acido al naso, di concreta intensità, denota complessità di aromi secondari. Erbaceo e fruttato, viaggia fra piccole more, mirtillo rosso e vegetale maturo, sorretto da una sapiente mineralità e leg-geri ricordi speziati. In bocca si presenta secco con una vena di freschezza contenuta; abbondante il tannino, ma non aggressivo. Il carattere è di media morbidezza; la sua persistenza aromatica deno-ta subito quanto già si era percepi-to all’olfatto. E’ un vino pronto,

Il rosso di nonno Marino

sostenuto da un grande tenore alcolico che troverà la sua piena armonia in divenire. Adatto soprattutto con carni rosse e selvaggina nobile, piccione, fagia-no al forno o al melograno, petti d’anatra.La verticale (2006, 2007, 2009) - Per capire l’evoluzione del Marinò abbiamo degustato anche le annate precedenti, che denotano la strada quali-tativa intrapresa. Il 2006, lavorato con un maggior

Grande corpo, ma non aggressivo, per il blend di merlot, cabernet sauvignon e raboso di Ca’ di Rajo. Ecco nel dettaglio la degustazione realizzata da Ais Veneto

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Simone Cecchetto

64 il Sommelier Veneto • 03/13

Page 65: Il Sommelier Veneto n.3-2013

Non venditori di vino, ma di territorio. E’ questa la filosofia di Ca’ di Rajo, azienda familiare di origini antiche ma che con l’ultima generazione ha dato una svolta moderna alla produzione, che si concentra soprattutto con gli autoctoni Raboso e Manzoni Bianco. L’azienda si trova a Rai di San Polo di Piave, in un antico borgo medievale e dispone di 25 ettari di vigneti di pro-prietà, cui si aggiunge il lavoro di vari conferitori di uve. Annualmente pro-duce circa 800 mila bottiglie distribuite nel canale HoReCa. Molto forte la fetta dell’export, che arriva al 60%, con un orientamento soprattutto verso i nuovi mercati asiatici, quali il Giappone (che rappresenta lo sbocco princi-pale per l’export), la Cina, Hong Kong, l’Indonesia e la Corea, ma con pre-senze importanti anche in Europa (in particolare in Svizzera) e nelle Americhe (Usa, Canada, Brasile e Messico).I PRODOTTILa gamma di produzione prevede sia vini bianchi che rossi. Si tratta principal-mente di vini che derivano da uve tipiche dell’area del Piave, cabernet sauvi-gnon e franc, merlot, chardonnay e pinot grigio, con una produzione importan-te anche di Prosecco, sia Doc che Docg. Ma i “gioielli” dell’azienda sono quelli prodotti con i vitigni autoctoni: Raboso Piave, realizzato in due versioni, una classica e una più moderna, e Manzoni bianco. Il fondamento della mis-sion aziendale, infatti, si basa soprattutto sulla valorizzazione delle espressioni più tipiche del territorio. Ed è su questa strada, che lega storia, territorio e prodotti di qualità, che Ca’ di Rajo punta per espandersi, soprattutto in quei mercati emergenti dove il vino sta diventando una forma di status symbol.LA STORIALa storia della Ca’ di Rajo parte da radici lontane, iniziate dalla famiglia Cecchetto, viticoltori da generazioni. Una prima svolta avviene negli anni Settanta quando, sfruttando le possibilità offerte dalla mezzadria, vengono acquistati 15 ettari di terreno di proprietà dall’azienda Giol, per la quale i Cecchetto lavoravano appunto come mezzadri. Da lì si muovono i primi passi dell’attività di produzione diretta, grazie soprattutto a Marino Cecchetto, classe 1931. Solo in anni più recenti si è concretizzato l’acquisto di altri 10 ettari nel 2000 e la ristrutturazione dell’azienda con i nuovi impianti di vini-ficazioni, affinamento e imbottigliamento del 2005. Sfidando la crisi, ulterio-ri investimenti per migliorare le potenzialità produttive arriveranno nel 2013, con un nuovo impianto d’imbottigliamento, la creazione di una nuova ala per l’affinamento in legno e un’altra come centro di appassimento. Oggi in azien-da lavora la terza generazione dei Cecchetto, con i figli Simone, Alessio e Fabio, che hanno dato impulso all’espansione produttiva portandola a diven-tare una delle più interessanti realtà vinicole della zona del Piave. GLI EVENTINella sua strada per esprimere al meglio la sua forte presenza territoriale, Ca’ del Rajo ha sviluppato anche una forte attività di comunicazione, che si è concretizzata nella realizzazione di una serie di eventi periodici, prima fra le aziende della zona, quali l’organizzazione in cantina di mostre d’arte. L’obiettivo di questo stretto legame fra arte, territorio e vino è di far compren-dere alla clientela che l’azienda non è solo limitata alla produzione di vino ma è parte vitale del tessuto culturale ed economico dell’area del Piave. Questo modo di presentarsi sul mercato si rispecchia in pieno sulla struttura aziendale, racchiusa nell’antica borgata medievale di Ca’ del Rajo, da cui l’azienda prende appunto il nome. Oltre a questo l’azienda per promuovere i propri prodotti partecipa a numerose fiere di settore in tutto il mondo.

appassimento delle uve, testimonia già della longevità di questo vino, mante-nendo le sue caratteristiche fruttate, di ottimo equilibrio nella sua maturità. Nel 2007 e 2009, dove l’appassimento è stato meno evidente, si dimostra un per-corso verso vini dinamici, evidenziando ancora di più tutte le caratteristiche territoriali dei vitigni usati. Un cambio di rotta estremamente positivo.

Azienda Agricola Ca’ di Rajo di Cecchetto Bortolo & S. s.s.Via del Carmine, 2/2 - 31020 San Polo di Piave (TV)

Tel 0422 855885 - Fax 0422 805627 - [email protected] - www.cadirajo.it

65il Sommelier Veneto • 03/13

Page 66: Il Sommelier Veneto n.3-2013

P. La Tipografica

66 il Sommelier Veneto • 03/13

sotto i ruderi dell’Abazia dove, tra il 1551 e il 1555, Monsignor della Casa scrisse il Galateo, nei ter-ritori della Serenissima

Francesco Serafini e Antonello Vidotto, enologi e agricoltori, fondano l’a-zienda agricola nel 1986 a Nervesa della Battaglia,

Serafini & Vidotto:

la viticoltura intelligente

Repubblica di Venezia, da sempre votati alla produ-zione di vini rossi. La par-ticolare costituzione del terreno e la fortunata espo-sizione climatica hanno generato condizioni idro-geologiche ottimali per la cultura dei grandi vigneti di Cabernet, Merlot e Prosecco, che disegnano pendii e pianure dell’area. Qui, Serafini & Vidotto coltivano i loro vigneti secondo etica, ricercando il gusto, osservando i ritmi e i criteri di un’agricoltura compatibile e intelligente.

Dal 1986 nei 25 ettari dell’azienda danno il loro frutto le migliori uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot. Dal 2004, nelle vigne sulla collina vicina all’azienda, viene coltivato il Prosecco per il “Progetto Bollicine”, implementato grazie alla partnership con Eataly. È proprio dall’attento lavoro in vigna che nasce la qua-lità del vino: uve mature e sane, grazie alla giusta densità d’impianto (circa 6 mila piante/ettaro) e basse rese, più o meno una botti-glia per ceppo. Vengono prodotte circa 120 mila bottiglie di vini rossi all’anno e circa 14/15 mila bottiglie di vini bianchi, a seconda delle annate. A queste si aggiungono 180/200 mila bottiglie di Bollicine di Prosecco e Bollicine Rosé.

Da sempre attenti al terri-torio e all’ecosistema, in Serafini & Vidotto si è ini-ziato un percorso virtuoso verso un sistema naturale di coltivazione delle uve e

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Dal 1986 l’azienda di Nervesa della Battaglia produce vini eco-compatibili nel modo più naturale possibile, unendo ricerca, sperimentazione e qualità delle uve

Serafini & Vidotto Via Luigi Carrer, 8/12 31040 Nervesa della Battaglia (TV) Tel. 0422 773281Fax 0422 879069 [email protected]

di vinificazione. Da diversi anni si sperimenta l’utiliz-zo delle micorrize per sti-molare il sistema di autodi-fesa della pianta e due ettari e mezzo di vigneto di Cabernet Franc, Sauvignon e Merlot vengono coltivati con il metodo della filiera con micorrize. Il procedi-mento consiste nell’inietta-re alle radici della vite un “consorzio” di microrgani-smi, ognuno con una pro-pria funzione, per favorire lo sviluppo nell’apparato radicale della pianta e sti-molare le autodifese. Il metodo, ad oggi in fase di ricerca e sperimentazione, ha permesso di ridurre l’impiego della chimica del 90%, semplicemente rico-struendo l’equilibrio che la natura avrebbe fatto da sola, prima dell’intervento della mano dell’uomo. Serafini & Vidotto fa parte di VinoLibero, il progetto che riunisce quelle aziende che coltivano la vigna e producono vino nel modo più naturale possibile, cer-cando di ridurre al massi-mo i sistemi e i processi chimici della produzione più convenzionale, adot-tando tecniche naturali per abbattere anche l’uso dei solfiti. Tutto questo per riscoprire la vera natura del vino Serafini & Vidotto.

Page 67: Il Sommelier Veneto n.3-2013

P. La Tipografica

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Page 68: Il Sommelier Veneto n.3-2013