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IL ROMANICO IN ITALIA MERIDIONALE Il Romanico dell’Italia meridionale mostra influenze artistiche e culturali bizantine, arabe e normanne che si sono variamente mescolate in seguito alle rispettive dominazioni. L’arte romanica in Sicilia Territori conquistati dagli Arabi tra il VII e il IX sec Conquiste normanne tra X e XI sec. La conquista normanna dell'Italia meridionale culmina con la sconfitta dei Bizantini a Bari (1071), dei Longobardi a Salerno (1077) e degli Arabi in Sicilia (1091). L'incoronazione di Ruggero II a re di Sicilia nel 1130, suggella il potere della dinastia degli Altavilla su tutta l’Italia meridionale. Con Ruggero II si apre un grande periodo di committenze in cui emerge il fascino del sovrano per l'arte islamica. Egli, infatti, assumerà alle proprie dipendenze artisti arabi che importeranno lo straordinario soffitto a muqarnas (alveoli e stalattiti), una particolare decorazione plastica di grande effetto che orna i soffitti di molti edifici siciliani. Cappella Palatina del Palazzo Reale normanno Torre Pisana del Palazzo Reale normanno a Palermo, muqarnas a Palermo, muqarnas

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IL ROMANICO IN ITALIA MERIDIONALE

Il Romanico dell’Italia meridionale mostra influenze artistiche e culturali bizantine, arabe e

normanne che si sono variamente mescolate in seguito alle rispettive dominazioni.

L’arte romanica in Sicilia

Territori conquistati dagli Arabi tra il VII e il IX sec Conquiste normanne tra X e XI sec.

La conquista normanna dell'Italia meridionale culmina con la sconfitta dei Bizantini a

Bari (1071), dei Longobardi a Salerno (1077) e degli Arabi in Sicilia (1091).

L'incoronazione di Ruggero II a re di Sicilia nel 1130, suggella il potere della dinastia

degli Altavilla su tutta l’Italia meridionale. Con Ruggero II si apre un grande periodo di

committenze in cui emerge il fascino del sovrano per l'arte islamica. Egli, infatti, assumerà

alle proprie dipendenze artisti arabi che importeranno lo straordinario soffitto a muqarnas

(alveoli e stalattiti), una particolare decorazione plastica di grande effetto che orna i soffitti

di molti edifici siciliani.

Cappella Palatina del Palazzo Reale normanno Torre Pisana del Palazzo Reale normanno a Palermo, muqarnas a Palermo, muqarnas

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La committenza normanna in Sicilia si avvalse anche di maestranze orientali bizantine,

soprattutto per la realizzazione di mosaici. Come a Venezia, la scelta è di carattere, oltre

che estetico, ideologico e mira a riproporre la dimensione imperiale della corte bizantina

anche per le corte normanna.

In Sicilia l'arte romanica nasce quindi coordinando elementi arabi (la Sicilia è stata sotto il

dominio arabo dall’827) e elementi normanni, dando luogo a quella tendenza artistica

che è detta "arabo-normanna".

Nell'arte islamica l'architettura all'esterno presenta le seguenti caratteristiche:

dilatazione in orizzontale;

tetti piani;

forme geometriche, queste ultime legate allo spirito matematico degli Arabi;

cupole rialzate;

All'interno, invece, emerge la fantasia delle decorazioni.

Nell'arte normanna prevalgono i seguenti elementi:

verticalismo delle masse;

facciata serrata da due torri.

La moschea di Qayrawan 670-875 (Tunisia) Il duomo di Sant’Etienne a Caen 1068-1081(Normandia)

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Il duomo di Cefalù

Duomo di Cefalù 1131 (Sicilia), commistione di elementi arabi e normanni

Un esempio di commistione tra elementi arabi e elementi normanni è il duomo di Cefalù,

fatto costruire da Ruggero II nel 1132 come mausoleo della dinastia. L’edificio è

preceduto da un ampio sagrato a terrazzo che svolgeva la funzione di cimitero.

Il portico d’ingresso è fiancheggiato da due possenti torri, come nelle chiese del nord,

alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel

Quattrocento.

Presenta una pianta a croce latina, diviso in tre navate da due file di colonne di spoglio.

Due grandi capitelli figurati reggono l’arco trionfale.

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Il transetto ha un’altezza maggiore rispetto alle navate ed uno slancio ancora maggiore

era previsto nel progetto originario.

Duomo di Cefalù, mosaico del catino absidale (XII sec.)

Il soffitto è a capriate e l’abside ospita un mosaico che raffigura il Cristo Pantocratore

che, con la destra alzata, mostra i suoi attributi cristologici, indicanti le due nature

inseparabili del Cristo (quella divina e quella umana) e il mistero della Trinità, e con la

sinistra regge il Vangelo aperto. Al centro, nel registro inferiore, è raffigurata la Vergine

orante scortata dai quattro arcangeli. Nel secondo e terzo registro, ai lati del finestrone

centrale, sono rappresentate alcune figure di apostoli ed evangelisti.

La decorazione musiva era forse prevista per tutto l’interno, ma fu realizzata solamente

nel presbiterio e ricopre attualmente l’abside e circa la metà delle pareti laterali. Per la sua

realizzazione, Ruggero II chiamò maestri bizantini di Costantinopoli che adattarono ad

uno spazio architettonico per loro anomalo, di tradizione nordica, dei cicli decorativi di

matrice orientale.

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La Cappella Palatina del Palazzo Reale normanno di Palermo

Il Palazzo Reale normanno di Palermo

La prima costruzione del Palazzo Reale di Palermo risale al periodo della dominazione

araba (IX secolo). I Normanni trasformarono il precedente edificio arabo in un centro

complesso e polifunzionale che doveva dimostrare la grandezza e la potenza della

monarchia. Vennero così realizzati laboratori tessili e di oreficeria collegati tra loro da

portici e giardini, le sale di rappresentanza furono rivestite di marmi e i maestri bizantini

rivestirono pareti e soffitti di mosaici con figure di animali e scene di caccia. Infine, sotto

Ruggero II, tra il 1132 e il 1140, venne anche edificata al suo interno la Cappella

Palatina.

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La Cappella Palatina ha un impianto basilicale a tre navate ed è dedicata a San Pietro e

San Paolo. Le tre navate, terminanti in tre absidi, sono separate da colonne romane di

spoglio in granito e marmo cipollino che sorreggono una struttura di archi acuti.

Tutto l’edificio è decorato da uno scintillante tappeto musivo e da marmi preziosi. I

mosaici, eseguiti da un gruppo di mosaicisti bizantini, raffigurano storie del Vangelo.

I mosaici dell’abside sono dominati dall’imponente immagine del Cristo Pantocratore. Il

soffitto in legno della navata centrale è a lacunari (cassettoni), con stelle lignee in cui vi

sono raffigurati animali, danzatori e scene di vita della corte islamica, e muqarnas. Le

travature delle altre navate sono decorate con intagli e dipinti sempre di stile arabo.

Strettamente legati al medesimo gusto ornamentale islamico sono i mosaici profani con

scene venatorie della Sala di re Ruggero, situata anch'essa nel Palazzo Reale.

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In una delle scene del mosaico parietale si possono osservare, ai lati di una palma, due

centauri che si affrontano tendendo un arco. Una cornice separa l'ordine superiore del

mosaico da quello inferiore dove vi sono rappresentati alternati pavoni, alberi esotici e

leopardi, questi ultimi disposti simmetricamente.

La chiesa di san Giovanni degli Eremiti a Palermo

La cultura araba trova riflesso anche nella chiesa di San Giovanni degli Eremiti, edificata

nel 1132.

Più che a una chiesa cristiana, questo edificio rimanda a una moschea islamica e tale

richiamo all’Oriente viene ancor più enfatizzato dalle cupole emisferiche di colore rosso

acceso.

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La chiesa, le cui origini risalgono al VI secolo d.C., durante la dominazione araba fu

trasformata in moschea per essere poi nuovamente consacrata all’antico culto cristiano

da Ruggero II.

Si tratta di un complesso monumentale che comprende, oltre alla chiesa, il chiostro del

monastero e un corpo quadrato anteriore, forse della moschea.

Orientata verso est, la chiesa ha un impianto a croce commissa (cioè una pianta a forma

di T) e una rigorosa forma geometrica, sulla quale spiccano le 5 cupolette emisferiche di

colore rosso.

Il campanile, che si sviluppa sul braccio occidentale del transetto, ha tre ordini di finestre.

Il modulo costruttivo interno della chiesa è dato da una struttura cubica sormontata da una

cupola. Tale modulo si ripete cinque volte: due nelle campate dell'unica navata, tre nel

transetto. L'accostamento del quadrato, che rappresenta la terra, al cerchio, che

rappresenta il cielo, ricorre sia nella cultura islamica fatimita sia in quella bizantina.

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Nelle volte la struttura quadrata trapassa nella cupola semisferica per mezzo di piccole

nicchie angolari. Persi gli intonaci originali, queste nicchie a triplice incasso restano il solo

elemento decorativo di un interno lineare e semplicissimo.

Il paramento murario è costituito da blocchi compatti di parallelepipedi in conci di tufo

squadrati, dai quali emergono i volumi rossi delle cinque cupolette poste in corrispondenza

delle cinque campate interne.

Il chiostro, abbellito da un lussureggiante giardino, è la parte conservata meglio del

convento antico; spiccano per bellezza e leggerezza le colonnine binate

con capitelli a foglie d'acanto che reggono archi ogivali a doppia ghiera.