Il Rimpatrio dei Profitti Dalla Cina

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Volume X - Numero V In questo numero: Il rimpatrio dei profitti Il reinvestimento degli utili Amministrazione della ritenuta d'acconto Novità al regime della Business Tax I confini cinesi: Laos e Myanmar I L R IMPATRIO D EI P ROFITTI D ALLA C INA Sottoscrizione gratuita al sito: www.china-briefing.com/it Le edizioni nelle diverse lingue sono disponibili con servizio di sottoscrizione gratuita sul sito www.china-briefing.com/it Inglese Francese Tedesco Italiano Spagnolo Aggiornamenti legali e fiscali da Dezan Shira & Associates

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Se come dicono gli anglosassoni "Alla fine della giornata quello che conta è fare soldi", è fondamentale per chi opera in mercati stranieri, pianificare fin dall'inizio una solida strategia per la massimizzazione ed il rimpatrio degli utili. Tuttavia, le normative legate al rimpatrio dei dividendi o che regolano le ritenute alla fonte nei paesi in via di sviluppo possono rivelarsi complicate. Comprenderle al meglio quando si decide di avviare un'attività economica, non solo permette alle società di rimpatriare i propri capitali, ma anche di strutturarsi nel modo più efficiente possibile. In questo numero di China Briefing, ci occupiamo del rimpatrio dei profitti dalla Cina, analizzando in particolare la ripartizione corrente dei costi operativi, il reinvestimento degli utili, le ritenute alla fonte e la cosidetta "Business Tax".

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Volume X - Numero V

In questo numero:Il rimpatrio dei profittiIl reinvestimento degli utiliAmministrazione della ritenuta d'accontoNovità al regime della Business TaxI confini cinesi: Laos e Myanmar

IL RIMPATRIO DEI PROFITTI

DALLA CINA

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La copertina artistica di questo mese

La copertina di questo mese ritrae l'opera "Urban Drift 2" dell'artista Wang Xiaofei ed è riprodotta per gentile concessione dell’artista e della Fu Xin Gallery. Wang è nato a Baoying, Hainan, nel 1964 e si è laureato presso la Xinjiang University del Guangdong. Attualmente gestisce l’Ufficio per la pianificazione urbana della città di Haikou.

La Fu Xin Gallery è una galleria d’arte contemporanea che espone numerosi talenti sia locali che stranieri. La galleria è situata al numero 87 di Moganshan Road, Shanghai, Cinawww.fellinigallery.com; [email protected]

Benvenuti a questo numero di China Briefing Celebrating 10 Years 1999-2009

TenYearAnniversary

1999-2009

Se come dicono gli anglosassoni “Alla fine della giornata quello che conta è fare soldi”, è fondamentale per chi opera in mercati stranieri, pianificare fin dall’inizio una solida strategia per la massimizzazione ed il rimpatrio degli utili. Tuttavia, le normative legate al rimpatrio dei dividendi o che regolano le ritenute alla fonte nei paesi in via di sviluppo possono rivelarsi

complicate. Comprenderle al meglio quando si decide di avviare un’attività economica, non solo permette alle società di rimpatriare i propri capitali, ma anche di strutturarsi nel modo più efficiente possibile. In questo numero di China Briefing, ci occupiamo del rimpatrio dei profitti dalla Cina, analizzando in particolare la ripartizione corrente dei costi operativi, il reinvestimento degli utili, le ritenute alla fonte e la cosidetta “Business Tax”.

Questo mese diamo inoltre il via ad una nuova serie di approfondimenti che pongono uno sguardo ai confini cinesi. Con 14 paesi confinanti e circa 5.000 chilometri di frontiere, alcune ancora contese, il governo Cinese è direttamente interessato a ciò che accade al di là dei propri confini. Nei prossimi mesi analizzeremo alcune di queste aree di confine evidenziando le diversità ed i cambiamenti in corso. Questo mese ci occupiamo dei confini meridionali (della Cina) con il Laos ed il Myanmar.

L’articolo principale di questo numero è stato redatto a cura della società di consulenza fiscale e per gli investimenti diretti esteri, Dezan Shira & Associates. Per assistenza o consulenza in materia legale, contabile e fiscale, vi invitiamo a contattarci agli indirizzi indicati di seguito.

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3China Briefing

Massimizzazione e rimpatrio dei profitti in Cina

[ a cura di Jessica Hou ed Irene Zhong, Corporate Accounting Services, Dezan Shira & Associates ]

Quando si avvia un’attività in Cina, di solito ci si trova al cospetto di

una miriade di questioni complesse: dalle differenze legislative a livello locale, alla confusione in materia di adempimenti fiscali e di procedimenti burocratici. Con le numerose problematiche connesse alla costituzione della società, all’ottenimento delle licenze e alla pianificazione fiscale, viene generalmente prestata scarsa attenzione ad uno degli aspetti più importanti dell’intera pianificazione societaria: il meccanismo che permette l’efficace rimpatrio dei profitti e la massimizzazione degli stessi. Si tratta di una questione che deve essere affrontata nel corso della fase di pianificazione iniziale dell’investimento in Cina.

L’articolo seguente il lustrerà alcune problematiche che devono essere prese in considerazione quando si predispone il rimpatrio dei profitti dalla Cina e le modalità in cui le ritenute d’acconto e la cosidetta “Business Tax” andranno ad intaccare dividendi e fatturato. Comprendere

le procedure e predisporre strutture appropriate dal principio può migliorare enormemente la capacità di un’azienda di massimizzare e rimpatriare i propri profitti.

Il rimpatrio dei profittiLa riduzione dell'imponibile fiscale attraverso la fatturazione di costi operativi (cioè tutti quei costi che la sussidiaria paga alla casa madre come ad esempio le royalties) sono un elemento chiave d’ogni strategia di rimpatrio dei profitti e dovrebbero essere inserite nello statuto societario prima dell’approvazione delle licenze. Le ripartizioni sono spese caricate sulle attività in Cina, di norma direttamente dalla casa madre straniera, e si tratta di tariffe legittime per le quali è presentata fattura alla società cinese quale parte delle sue normali procedure operative.

Queste possono includere: il pagamento di royalties per marchi o brevetti di proprietà della parent company; le spese complessive per le “competenze del management straniero” o pagate per ogni dirigente o dipendente

straniero in visita in Cina (anche se per breve periodo); il pagamento di royalties per i trasferimenti di tecnologia; gli interessi sui prestiti, compresi gli interessi di mora per i pagamenti ritardati.

Come già accennato, le ripartizioni devono essere concordate ed inseritate nello statuto prima che lo stesso venga presentato alle autorità per l’approvazione della business license. Quando si addebitano tali voci su una società cinese è importante sapere che esse saranno assoggettate al regime fiscale cinese (l’ammontare è variabile a seconda del servizio), prima che l’entità cinese sia in grado di rimettere gli stessi alla casa madre straniera.

Transfer PricingIl corretto calcolo dei costi applicati tra due società collegate, registrate in giurisdizioni fiscali differenti per le transazioni infragruppo (trattato diffusamente nel numero di maggio di China Briefing), sta diventando un elemento importante nell'ottemperanza fiscale delle società multinazionali. La pubblicazione da

WithholdingTax

€BT

EIT

Re-lendingDividends

¥$

ProfitsRepatriationTransfer

Pricing

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parte della State Administration of Taxation, di una normativa in materia di transfer pricing (che ha introdotto regole precise per le procedure amministrative d’aggiustamento fiscale speciale destinate ad assicurare un alto standard ed un’elevata uniformità fra i diversi uffici locali delle imposte in Cina), mira a rendere uniforme l’amministrazione e l’applicazione delle questioni relative ai prezzi di trasferimento intragruppo. Le nuove regole del SAT fungeranno da fondamento per futuri regolamenti attuativi in merito alla materia del transfer pricing in Cina.

Quando viene scelto un metodo di determinazione del prezzo di trasferimento, si dovrà tenere conto delle caratteristiche dei beni o dei servizi coinvolti nella transazione stessa, delle funzioni e dei rischi di ciascuna delle parti coinvolte, dei termini del contratto, delle circostanze economiche e delle strategie di business.

È importante segnalare che le autorità fiscali condurranno verifiche sulle società straniere con le seguenti caratteristiche: ammontare significativo di transazioni con parti correlate; perdite a lungo termine e bassa redditività o un andamento altalenante di profitti e perdite, redditività al di sotto degli standard del settore o profitti che non corrispondono con l’attività dell’azienda, rapporti d’affari con società stabilite in paradisi fiscali, assenza o incompletezza della documentazione relativa al transfer pricing, palese violazione del principio di libera concorrenza.

Il reinvestimento degli utiliIn Cina gli interessi pagati sui finanziamenti sono fiscalmente deducibili. Questa possibilità si rivela utile nell’ottica di una strategia globale di finanziamento a lungo termine delle attività in Cina poiché permette alle società di identificare la forma desiderata di distribuzione degli utili e di utilizzare gli stessi per rifinanziare le proprie operazioni in Cina attraverso il pagamento di interessi. I soci possono inoltre fornire garanzie per il finanziamento delle attività in Cina a favore della stessa società cinese, ed essere così in grado di realizzare sia la distribuzione degli utili che il reinvestimento degli stessi, ottenendo contemporaneamente anche gli incentivi correlati.

L’e laboraz ione d i una s t ra teg ia d i massimizzazione di rimpatrio dei profitti è una questione tecnica che appartiene alla materia fiscale e legale generalmente sconosciuta alla maggioranza degli investitori. È molto importante, per esempio, prestare attenzione allo statuto societario: si tratta delle norme che regolano il funzionamento della società e che stabiliscono esattamente quali attività, la stessa può svolgere.

La gestione delle ritenute d'accontoIn seguito all’implementazione, a partire dal 1° gennaio 2008, della nuova legge sull’imposta sui redditi societari (Enterprise Income Tax Law, di seguito EIT Law), la Cina ha emanato numerose importanti circolari che regolano le trattenute d’imposta e le procedure d’imposizione preventiva sulle società non residenti.

Ai sensi dell’EIT Law, per società non residente s’intende una società costituita secondo la legge di un paese straniero la cui sede reale, cioè il centro effettivo delle attività d’amministrazione e controllo, non è situata in territorio cinese, e che però ha una presenza commerciale in Cina oppure, pur non avendo una presenza commerciale in Cina, percepisce redditi originati in Cina.

La Cina ha dato una stretta alle proprie politiche ed alle procedure relative all’imposizione preventiva delle società non fiscalmente residenti per i redditi originati in Cina.

Queste società non-residenti, con una presenza commerciale in Cina oppure no, e quelle che percepiscono redditi non effettivamente connessi a tale presenza commerciale, sono obbligate al pagamento dell’EIT sui propri redditi originati in Cina. Tra queste fonti di reddito vi sono: redditi derivanti dalla vendita di beni o dalla prestazione di servizi, corrispettivi per il trasferimento di proprietà, dividendi ed utili distribuiti, redditi derivanti da partecipazioni azionarie, interessi, pigioni, royalties, redditi percepiti a seguito di donazioni, ed ogni altro reddito non incluso in una delle categorie precedenti.

L’imposta che deve essere pagata su queste categorie di reddito percepito da società non residenti deve essere trattenuta alla fonte, e versata dal sostituto d’imposta. Il sostituto deve trattenere l’imposta dall’ammontare d’ogni pagamento effettuato o dovuto, al momento dell’effettuazione o della

maturazione dello stesso (art. 37 EIT Law); ciò significa che l’obbligo di eseguire la trattenuta insorge quando il reddito in questione è corrisposto oppure quando il debitore iscrive lo stesso a bilancio secondo i principi contabili pertinenti. In altre parole, la società cinese che provvede al pagamento per beni e servizi provenienti dall’estero sarà il sostituto d’imposta.

Calcolo dell’imposta dovuta:Imposta preventiva dovuta = reddito imponibile x aliquota d’imposta

Nel caso di dividendi, interessi, pigioni e royalties, l’ammontare di reddito imponibile è pari all’ammontare lordo prima della deduzione di qualunque imposta, inclusa la Business Tax. Se la trattenuta d’imposta e la Business Tax sono versate dal debitore, per determinare l’imponibile il reddito dovrebbe essere trasformato da netto a lordo. I dividendi pagati all’estero, non sono soggetti a Business Tax.

Per quanto riguarda i redditi derivanti da trasferimenti di proprietà (plusvalenze), l’ammontare di reddito imponibile è pari alla differenza fra l’ammontare totale del reddito ed il valore netto della proprietà.

Per gli altri redditi, l’ammontare di reddito imponibile deve essere calcolato per analogia sulla base dell’approccio utilizzato per la determinazione del valore delle due voci precedenti.

Gestione delle ritenute d’impostaLe Provisional Measures for the Administrative of Withholding of EIT for Non-resident Enterprises (Circolare 3), sono state emanate dallo State Administration of Taxation il 9 gennaio 2009 e sono entrate in vigore dal 1 gennaio 2009. (Guo Shui Fa [2009] No. 3)

E’ consigliabile per le società non residenti soggette alla ritenuta alla fonte in Cina e per i sostituti d’imposta rispettare le procedure per evitare di incorrere in possibili sanzioni. La procedura si applica ai redditi da dividendi, interessi, pigioni, royalties e trasferimenti di proprietà, originati in Cina e percepiti da società non residenti.

L’iter da seguire è abbastanza semplice. Entro 30 giorni dalla firma del contratto che dà origine al reddito imponibile, è necessario inoltrare all’ufficio delle imposte competente una copia dello stesso, il Contract Registration Record for Withholding Income Tax e gli altri documenti rilevanti. Questo procedimento si

WithholdingTax

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Massimizzazione e rimpatrio dei profitti in Cina

5China Briefing

applica anche nel caso d’eventuali revisioni, aggiunte o estensioni del contratto. Tutti i documenti, compresi quelli originalmente redatti in una lingua straniera, devono essere tradotti in cinese. Nel caso di un trasferimento di azioni societarie tra due parti non cinesi (la transazione ha luogo fuori della Cina), la società residente le cui azioni sono state oggetto di scambio, quando richiederà la modifica della propria registrazione fiscale sarà obbligata a presentare una copia dell’accordo di trasferimento. Il soggetto che vende la partecipazione dovrà provvedere personalmente, o tramite un agente, ai necessari adempimenti fiscali.

L’imposta deve essere trattenuta dal debitore dall’ammontare del corrispettivo dovuto e, entro sette giorni dalla data del pagamento, il sostituto d’imposta deve versare l’ammontare di imposta ritenuta su ogni pagamento alla Tesoreria di Stato ed inoltrare la dichiarazione d’imposizione preventiva alle autorità fiscali locali.

Nel caso in cui il corrispettivo sia corrisposto ratealmente, il sostituto d’imposta dovrebbe, 15 giorni prima di effettuare l’ultimo pagamento, riportare all’ufficio delle imposte competente i dettagli di tutti i pagamenti già effettuati unitamente alle dichiarazioni delle ritenute d’acconto precedenti ed alle prove dei versamenti fiscali al fine di completare la liquidazione dell’imposta preventiva.

Il sostituto d’imposta in Cina deve conservare i libri contabili ed i documenti relativi alle ritenute d’acconto effettuate ed un archivio dei relativi contratti, i quali potranno essere oggetto di ispezioni da parte delle autorità fiscali.

Se il sostituto d’imposta non adempie al proprio obbligo di provvedere alle ritenute d’acconto, le società non residenti dovranno dichiarare e versare l’imposta sui redditi

societari alle autorità fiscali locali del luogo in cui il reddito è stato originato entro sette giorni dalle date in cui dovevano essere effettuati la dichiarazione ed il pagamento.

Provisional Administrative Measures Govern ing Tax Collection on Contracted Projectsand Provis ion of Services by Non-resident Enterprises (Decreto19), emanate dallo State Administration of Taxation il 20 gennaio 2009. (Guo Jia Shui Wu Zong Ju Ling [2009] No. 19)

Il decreto No. 19 ha introdotto alcune regole in materia d’imposta sui redditi societari, Business Tax e IVA per le società e gli individui non residenti che forniscono progetti o servizi in appalto in Cina.

Con queste circolari la Cina sta ponendo un onere d’adempimento aggiuntivo sia sui contribuenti non residenti che su quelli residenti che esternalizzano progetti o servizi ad aziende non residenti.

Il decreto No. 19, in vigore dal 1° marzo 2009, introduce una serie di registrazioni o di requisiti di documentazione a carico dei soggetti non residenti che eseguono contratti d’appalto per la realizzazione di progetti o la prestazione di servizi in Cina, della parte contraente cinese e dell’eventuale sostituto d’imposta.

I requisiti colpiscono maggiormente i progetti che comprendono:

la concessione di lavori in appalto, compresi i lavori di costruzione, installazione, assemblaggio, decorazione ed esplorazione e le altre attività relative alla costruzione;

la prestazione di servizi, compresi i servizi di lavorazione, riparazione, trasporto, immagazzinamento, leasing, consulenza, design, i servizi culturali e sportivi,

tecnologici, educativi e di formazione, turistici, d’intrattenimento e d’altro tipo;

Il decreto No. 19 stabilisce che le imprese non residenti e le società e gli individui cinesi rilevanti debbano provvedere alla registrazione, all’archiviazione dei documenti ed alla cancellazione presso il competente ufficio delle imposte.

Le società non residenti dovrebbero registrarsi presso l’ufficio delle imposte competente per l’area in cui ha luogo il progetto entro 30 giorni dalla conclusione del contratto e cancellarsi entro 15 giorni dal completamento del progetto. I contribuenti non residenti dovrebbero presentare le dichiarazione dell’EIT con cadenza trimestrale ed annuale e liquidare il pagamento dell’imposta una volta che il progetto è stato portato a termine. Nel caso in cui i contribuenti non residenti abbiano uno stabilimento in Cina, sono inoltre obbligati agli adempimenti ed al pagamento della Business Tax e dell’IVA. Gli stessi possono, tuttavia, nominare un sostituto d’imposta che provveda agli obblighi dichiarativi ed al pagamento di quanto dovuto. Se non vi è alcun sostituto, questo ruolo dovrà essere assunto dal soggetto cinese che ha appaltato il lavoro. Se la società non residente non provvede al pagamento delle imposte entro i termini stabiliti, l’ufficio delle imposte geograficamente competente potrà raccogliere informazioni su eventuali altri redditi percepiti in Cina dal contribuente.

Le società e gli individui della Repubblica Popolare che concedono in appalto progetti o servizi ad imprese non residenti dovrebbero presentare i contratti d’appalto, i documenti relativi al servizio, il certificato di registrazione fiscale dell’azienda non residente e gli altri documenti rilevanti entro 30 giorni dalla conclusione del contratto. Questi soggetti dovrebbero inoltre riportare all’ufficio delle imposte competente l'ammontare del business

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in questione ed inoltrare i documenti rilevanti entro 30 giorni dall’ottenimento di una fattura.

Se un contribuente non residente incontra uno dei tre criteri stabiliti nell’art. 106 delle misure applicative dell’EIT Law (la durata stimata di realizzazione dell’appalto o della prestazione del servizio è inferiore ad un esercizio fiscale ed esistono prove che l’obbligazione fiscale non verrà adempiuta; non è stata eseguita alcuna registrazione fiscale, neppure temporanea, ed il soggetto non residente non ha nominato alcun sostituto d’imposta in Cina al fine di assicurare l’adempimento dell’obbligazione fiscale; oppure la società non ha adempiuto agli obblighi dichiarativi dell’EIT, compresa la presentazione di dichiarazioni provvisorie entro i termini di legge), le autorità fiscali sono autorizzate a designare quale sostituto d’imposta il soggetto obbligato al pagamento del corrispettivo per la realizzazione del progetto o la prestazione del servizio. In questo caso, alla parte nominata verrà notificata una copia dell’avviso d’obbligazione alla ritenuta d’acconto (“Notice of the Obligation to Withholding Tax”).

Se il soggetto non residente non ha nominato un sostituto d’imposta, il debitore sarà inoltre responsabile per la detrazione delle ritenute per la Business Tax e l’IVA.

Administrative Measures on Final Settlement and Payment of EIT for Non-resident Enterprises (Circolare 6), emanata dallo State Administration of Taxation il 22 gennaio 2009. (Guo Shui Fa [2009] No. 6)

Le società non residenti che hanno sedi o stabilimenti in Cina sono soggette alla liquidazione finale ed al pagamento dell’EIT indipendentemente dal fatto che esse abbiano registrato profitti o perdite. I requisiti specifici sono i seguenti:

entro cinque mesi dalla fine dell’anno, le società non residenti devono presentare la dichiarazione annuale dei redditi e completare gli adempimenti annuali dell’EIT;

Le società non residenti che cessano l’attività nel corso dell’anno devono completare e presentare la dichiarazione per l’EIT nel termine di 60 giorni dalla data di cessazione dell’attività;

I documenti che devono essere presentati per completare gli adempimenti relativi all’EIT sono:

Il modulo di dichiarazione annuale dei redditi ed i suoi allegati

I rendiconti finanziari dell’esercizio precedente

Gli altri documenti come specificato dalle autorità fiscali

Le società non residenti che soddisfano almeno uno dei seguenti requisiti non sono obbligate agli adempimenti dichiarativi per l’EIT:

Il contratto d’appalto o di servizio in Cina ha avuto una durata inferiore ad un anno ed è terminato a metà anno e tutte le imposte pertinenti sono state completamente liquidate;

Nel corso del periodo degli adempimenti annuali EIT è stata completata la procedura di cancellazione;

Negli altri casi approvati dalle autorità fiscali;

A fronte del mancato adempimento degli obblighi dichiarativi nei termini di legge da parte di una società non residente, l’ufficio delle imposte competente può imporre una sanzione da un minimo di 2.000 ad un massimo di 10.000 RMB e, contestualmente, verificare l’ammontare d’imposta annuale dovuta ed ordinare alla società il pagamento della stessa. Le società non residenti dovranno provvedere alla liquidazione dell’ammontare dovuto entro un limite di tempo stabilito.

In aggiunta a l le c i rcolar i i l lust rate in precedenza, ne esiste una della State Administration of Foreign Exchange (Huifa (2008) No. 64) in materia di rimesse di denaro, la quale stabilisce che, per ogni rimessa d’ammontare pari o superiore a 30.000 dollari americani, gli unici documenti a supporto richiesti dalla banca saranno i contratti e le fatture.

Business TaxLa Business Tax (BT) è un’imposta che deve essere pagata per un ammontare determinato in rapporto al fatturato da tutte le società e gli individui che intraprendono le seguenti attività economiche:

Prestazione di servizi imponibili, compresi i servizi di comunicazione, trasporto, costruzione, finanza ed assicurazione, telecomunicazione, cultura, intrattenimento ed i servizi del settore terziario;

Trasferimento della disponibilità di beni intangibili;

Vendita di proprietà immobiliari

Calcolo della Business Tax:La formula base è: Imposta dovuta = fatturato x aliquota d’imposta

Il 15 dicembre 2008, il Ministero delle Finanze e il SAT hanno emanato congiuntamente

le Implementation Rules for Provisional Business Tax Regulations per l’applicazione delle Provisional Business Tax Regulations come emendate dal Consiglio di Stato il 10 novembre 2008. Il nuovo regolamento applicativo, in vigore dal 1° gennaio 2009, contiene alcuni cambiamenti fondamentali dei principi applicativi della disciplina della Business Tax.

Ai sensi della normativa precedente, il fornitore di servizi era assoggettato alla Business Tax unicamente se il servizio imponibile era prestato in territorio Cinese. In altre parole, nel caso di servizi prestati da aziende straniere a clienti cinesi la cui esecuzione avveniva fuori della Cina, le aziende straniere non erano soggette al pagamento della Business Tax. La nuova disciplina estende, invece, la definizione di servizio imponibile al fine di includere i casi in cui al momento della prestazione del servizio o il fornitore dello stesso o il suo utilizzatore siano localizzati in Cina, indipendentemente dal luogo in cui il servizio sia effettivamente prestato. Nel caso in cui almeno uno fra il prestatore del servizio ed il suo fruitore sia localizzato in Cina, il servizio sarà considerato imponibile ai fini della Business Tax, senza alcuna rilevanza per il fatto che si tratti di un servizio domestico o "straniero". L’unica eccezione si verifica nel caso in cui sia il fornitore del servizio che il suo fruitore siano localizzati al di fuori della Cina.

Le istituzioni finanziarie erano già abituate ad essere assoggettate alla Business Tax per gli scambi di valute estere, titoli negoziabili e futures. Ciò non avveniva, invece, per le istituzioni non finanziarie ed i singoli individui. Ai sensi della nuova normativa, tuttavia, lo scambio di valute straniere, titoli negoziabili, futures non su merci ed altri prodotti finanziari da parte di qualunque contribuente è imponibile ai fini della Business Tax.

In precedenza, la presunzione di vendita si applicava solo alle società che trasferivano una proprietà immobiliare ad altre parti senza alcun corrispettivo. Il nuovo regolamento prevede invece che questo principio si applichi sia alle società che agli individui che trasferiscono proprietà immobiliari o diritti di uso del suolo ad altre società o individui in mancanza di un corrispettivo.

Per quanto riguarda il primo punto delle modifiche fondamentali, vi invitiamo a fare riferimento alle tabelle seguenti per meglio comprendere le variazioni introdotte. Il cambiamento del regime cinese della Business Tax ha portato all’aumento dell’ammontare di imposte versate da prestatori di servizi

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Massimizzazione e rimpatrio dei profitti in Cina

7China Briefing

di base all’estero ma con clienti in Cina. Questi dovranno considerare la possibilità di modificare i propri accordi di fatturazione con i clienti cinesi in modo da ricaricare su di loro la Business Tax versata. Suggeriamo, quando possibile, di fare in modo che l’ufficio straniero possa fatturare ed incassare direttamente da una società estera affiliata al cliente cinese.

Dezan Shira & Associates è una società di consulenza autorizzata che offre assistenza in materia legale e fiscale, di due diligence, di gestione dei libri paga e di revisione per clienti internazionali che operano in Cina, a Hong Kong, in India ed in Vietnam. Per qualsiasi domanda o per ricevere ulteriori informazioni vi invitiamo a contattarci all’indirizzo [email protected] oppure a visitare il sito www.dezshira.com/it.

Prima del 1° gennaio 2009:Scenario Fornitore

del servizioFruitore del

servizioServizio prestato

in CinaServizio prestato fuori della Cina

Soggetto obbligato al

pagamento della Business Tax

A In Cina Fuori dalla Cina

Imponibile Non imponibile Fornitore del servizio in Cina

B Fuori dalla Cina

In Cina Imponibile Non imponibile Fornitore del servizio fuori della Cina

C In Cina In Cina Imponibile Non imponibile Fornitore del servizio in Cina

D Fuori dalla Cina

Fuori dalla Cina

Imponibile Non imponibile Fornitore del servizio fuori della Cina

Dopo il 1° gennaio 2009:Scenario Fornitore

del servizioFruitore del

servizioServizio prestato

in CinaServizio prestato fuori della Cina

Soggetto obbligato al

pagamento della Business Tax

A In Cina Fuori dalla Cina

Imponibile Imponibile Fornitore del servizio in Cina

B Fuori dalla Cina

In Cina Imponibile Imponibile Fornitore del servizio fuori della Cina

C In Cina In Cina Imponibile Imponibile Fornitore del servizio in Cina

D Fuori dalla Cina

Fuori dalla Cina

Non imponibile Non imponibile N/A

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Transfer Pricing in China

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8 China Briefing

I laotiani chiamano le comunità cinesi, ad oggi residenti nel Laos, "Jin". Le ondate migratorie cinesi risalgono già alla fine dell’ottocento, quando i primi predoni a cavallo valicavano i confini in cerca di fortuna; allora, i cinesi erano conosciuti alle popolazioni locali come Haw Jin.

Il Sudest asiatico è da tempo immemorabile meta dell’immigrazione cinese e, dalla Tailandia a Singapore, fino ad Indonesia e Filippine, molte delle famiglie più potenti e benestanti della regione fanno risalire le proprie origini alla Cina continentale. L’ex primo ministro Tailandese Thaksin Shinawatra e l’ex presidente filippina Corazon Aquino sono solo due degli esempi di questo

fenomeno. In altri paesi invece, come Malesia ed Indonesia, il nazionalismo ha impedito a molti cittadini di origine cinese di ricoprire cariche pubbliche, sebbene già da tempo molti di loro fossero i commercianti ed i banchieri della regione.

Oggi, una nuova ondata di immigrazioni cinesi si sta riversando verso sud. Ben diversi dalle famiglie ricche e potenti che li hanno preceduti, questi cinesi provengono dall’interno della Cina, un area che è rimasta quasi completamente tagliata fuori della trasformazione economica delle regioni costiere dell’est. Questi cuochi, manovali, commercianti e turisti, lasciano dietro di sé regioni economicamente depresse, spesso per raggiungere mete persino più povere. Questa migrazione sta contribuendo a trasformare le economie della regione, da Laos e Vietnam fino alle Filippine ed oltre.

Alla stazione da cui partono gli autobus a lunga percorrenza di Kunming, nel sud della provincia dello Yunnan (Cina), commercianti e turisti cinesi si accalcano attorno ad un bus a cuccette diretto a Vientiane, la capitale del Laos. I bagagliai sono già carichi di scatoloni pieni di merci dirette alla capitale mentre i passeggeri si azzuffano per caricare i propri bagagli sotto le cuccette e nei corridoi.

Gestito da una famiglia cinese a Kunming (Cina) e Luang Prabang (Laos), un bus privato a cuccette parte da Kunming ogni pomeriggio verso le cinque diretto al confine Laotiano e poi a Vientiane. All’interno il pullman è diviso in tre file di cuccette, in cui, per le 40 ore di durata del viaggio, trovano posto 33 passeggeri. I passeggeri trascorrono la maggior parte del tempo restando sdraiati, in compagnia di film d’azione di Hong Kong mal doppiati per far passare il tempo. Dopo che i passeggeri si sono sistemati nelle proprie cuccette, molta altra gente sale a bordo del bus, prendendo posto sui seggiolini di plastica blu posti nei corridoi.

Al primo distributore di benzina a sud di Kunming, camion ed autobus attendono di riempire i propri serbatoi per il viaggio. La strada, quattro corsie d’asfalto nero ad

accesso limitato, corre attraverso montagne e vallate, un momento prima salendo quasi oltre le nuvole, quello dopo in una profonda gola. L’autostrada Kunming-Jinghong è una dimostrazione dell’ascesa della Cina tanto quanto la diga delle Tre Gole o la città di Shenzhen.

L’autostrada termina bruscamente dopo circa 10 ore, lasciando comunque il posto ad una tortuosa strada che si snoda lungo la regione di Xishuangbanna, nel sud dello Yunnan. Con una nuova autostrada ancora in costruzione e non percorribile, bus e camion che proseguono il proprio viaggio in Laos sono costretti a transitare per questo vecchio passaggio. Ma l'utilità dell'imminente sistema autostradale sarà resa vana dal sistema stradale cittadino (in Laos) dove i veicoli sono costretti a transitare su una carreggiata, a malapena grande da permeterre un sorpasso.

Gli uffici doganali e dell’immigrazione della Repubblica Popolare Democratica del Laos sono situati nella città di confine di Boten. Negli ultimi tre anni il posto di confine ha visto un forte aumento del traffico ed ora fornisce un servizio di visto all’arrivo per coloro che non hanno ottenuto un visto presso il consolato di Kunming.

Numerosi passeggeri sono diretti all’antica capitale reale Luang Prabang, patrimonio mondiale UNESCO. Come spiega Wang Xiaofang, un turista proveniente dalla provincia dello Henan: “Non sono solo i ricchi ad andare in vacanza. Mi sto recando a Luang Prabang perché il Laos è una nazione in cui è economico viaggiare.”

Il signor Wang ed i suoi compagni siedono intorno ad un tavolo in un piccolo ristorante che si trova lungo la strada verso sud. Viene fatta girare birra Lao ed ognuno sembra essere di ottimo umore: rimarcano le differenze fra Laos e Cina e chiacchierano allegramente su ciò che li attenderà a Luang Prabang e Vientiane. Il gruppo è stato costretto ad attendere appena dopo il confine poiché alcuni passeggeri e l’autista del bus non hanno dichiarato accuratamente i beni in importazione. I funzionari doganali laotiani

Nome completo: Repubblica PopolareDemocratica del Laos

Capitale: Vientiane Superficie: 236.800 km2

Popolazione: 6.834.942

PIL: 5,187 miliardi di U$D

Forma di governo: Stato comunista

Importazioni: 1,278 miliardi di U$D

Esportazioni: 1,033 miliardi di U$D

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Con 14 paesi contigui e circa 5.000 chilometri di confini, le frontiere cinesi stanno assumendo un’importanza sempre maggiore man mano che la Cina espande la propria influenza nella regione. Questa nuova serie analizzerà alcune di queste zone di confine, evidenziando i progressi che stanno avendo luogo e tentando di scoprire chi, tra i paesi dell’Asia emergente, sta influenzando la Cina e chi invece quest’influenza la subisce.

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interrogano l’autista per cercare di accertare il valore dei beni che si trovano sul bus.

Una volta che i camion ed i bus hanno attraversato il posto di confine laotiano di Boten, continuano il proprio viaggio lungo l’autostrada No. 1 verso Oudomxai, il più importante snodo viario del nord del Laos, che collega le strade da e per la Tailandia, il Vietnam e la Cina. Quale punto di congiunzione fra le autostrade 1,2 e 4, Oudomxai si trova a cavallo della rotta commerciale fra Cina e Laos; per questa ragione negozi, nightclub e la maggioranza degli alberghi sono gestiti da investitori Cinesi.

Ancora più a Sud, l’autostrada No. 1 si incontra con la No. 13, la grande arteria del Laos, che corre per tutta la lunghezza del paese. Passando attraverso Vientiane, questa autostrada è uno dei due principali corridoi commerciali fra Cina e Tailandia (l’altro passa per Oudomxai attraversando Chiang Khong, nella provincia nord-tailandese di Chiang Rai). Fino a tre anni fa battuto ma non ancora totalmente pavimentato, l’intero tratto dell’autostrada 13, da Oudomxai a Vientiane, è ora completamente asfaltato e, discendendo dalle montagne del Nord del Laos, permette di ridurre i tempi di viaggio.

Le merci che attraversano il confine fra la Cina ed il Laos vengono spesso trasportate sui bus di linea privati e le dimensioni relative del posto doganale di Boten riflettono i problemi che il governo laotiano incontra nel regolare le importazioni e le esportazioni. Gli autocarri in partenza dal piazzale doganale e diretti in Cina sono costantemente carichi di risorse naturali del Laos destinate al gigante economico in crescita. Nel loro percorso attraverso il confine incrociano camion e pullman diretti a sud carichi di beni di consumo cinesi a basso costo, si tratta di merci che fino a pochi anni fa in Laos solo i più ricchi potevano permettersi.

Mentre l’autobus lascia finalmente Boten, dopo aver pagato i dazi doganali, altri cinesi salgono a bordo: ritornano a Vientiane dopo un viaggio al confine per andare a prendere le merci che poi rivenderanno. “La vita in Laos è molto buona, ” afferma Chen Li, un’emigrata cinese originaria della provincia del Sichuan che ha aperto un negozio a Vientiane. “I laotiani sono gentili e qui è facile fare soldi.”. Quello che non dice è come la sua presenza e quella del resto della nuova classe mercantile cinese stia cambiando faccia al paese.

Nell’agosto del 2007 è stato ufficialmente aperto il più grande centro commerciale del Laos. Chiamato ufficialmente Sanjiang Shopping Mall, il nuovo mercato cinese, o Talat Jin, come viene chiamato dai laotiani. Il centro copre una superficie di 174.000 metri quadrati ed ospita oltre 300 spazi commerciali. Oltre 200 di questi sono stati occupati da commercianti cinesi e solo i restanti 100 ospitano attività commerciali laotiane. Il centro, costato 6 milioni di dollari, fa parte di un più ampio progetto d’investimento di 18 milioni di dollari da parte della Sanjiang Company, una società d’investimenti cinese. “Il centro commerciale riflette la relazione di cooperazione e la tradizionale solidarietà esistente tra il Laos e la Cina,” ha dichiarato Jiang Dingguo, il presidente della Sanjiang Company, nel corso della cerimonia d’apertura che ha avuto luogo nell’agosto del 2007.

Il nuovo mercato, ha commentato Mr. Jiang, è ora il “più grande centro commerciale per la vendita di prodotti cinesi del Sudest asiatico ed un punto di raccolta per i commercianti cinesi della città.”

A differenza del vecchio Morning Market dove si trovano manufatti laotiani e beni di consumo tailandesi, quasi tutta la merce venduta al Chinese Market è importata dalla Repubblica Popolare. Dagli apparecchi

audio ed elettrodomestici a basso costo all’arredamento ed ai DVD pirata, la maggior parte degli oggetti in vendita nel mercato sono stati importati dalla Cina nel medesimo modo in cui la signora Chen ha introdotto nel paese le sue due borse piene di merce: via terra e con mezzi privati.

Che si tratti di televisori economici, elettrodomestici o delle onnipresenti motociclette da 100 cc che affollano le strade di Vientiane, molte famiglie possono ora acquistare per la prima volta prodotti che fino a qualche anno fa potevano solamente sognare. I beni cinesi stanno trasformando il volto del Laos. Il problema degli standard di qualità che ha tormentato le importazioni cinesi in Occidente, è una preoccupazione lontanissima qui, in uno dei paesi più poveri dell’Asia. “È ovvio che i prodotti cinesi non sono fabbricati così bene come quelli giapponesi o tailandesi,” afferma un autista di tuk-tuk di Vientiane, “ma costano meno ed ora molte persone possono permettersi di acquistarli.”

Attraverso i confini

Il posto di frontiera situato fra Boten (Laos) e Mohan (Cina), nella provincia dello Yunnan, è l’unico valico commerciale significativo disponibile lungo i 700 chilometri di confine comune. Questo sta già assistendo ad un notevole sviluppo grazie alla firma da parte dei due paesi del “Mekong Subregion Cross-border Transport Agreement”. L’accordo, appoggiato dagli altri paesi della regione del Mekong (Cambogia, Birmania, Tailandia e Vietnam), ed in parte finanziato dalla Asian Development Bank, comprende una serie di progetti relativi all’estensione della rete autostradale tra Bangkok e Kunming, la quale dovrebbe utilizzare anche questo valico.

Le compagnie aeree China Eastern e Lao Airlines garantiscono voli regolari fra Luang Prabang e Kunming.

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Sulla carta il Myanmar (ex Birmania) si trova stretta fra due paesi emergenti: l’India, a nordovest, e la Cina, a nordest. Confina inoltre a sudest con la Tailandia, ad ovest con

il Bangladesh ed a sudovest con il Golfo del Bengala.

La sua vicinanza con le due economie emergenti più promettenti a livello globale, potrebbe fare la fortuna del Myanmar. Il paese è invece impantanato in una bolla di corruzione, oppressione ed intolleranza. Colonia britannica fino al 1962 la Birmania è da allora governata da una giunta militare.

Il Myanmar è la nazione con la superficie continentale più estesa del Sudest asiatico. La maggior parte degli antichi monumenti, delle città, delle giungle,delle montagne innevate e delle spiagge di questa nazione sono ancora inesplorate. Il paese è ricchissimo di risorse naturali, in particolare di petrolio, giada, legno di teak, gas naturale e rubini, ma rimane tuttavia disperatamente povero per colpa di un governo che male amministra i soldi pubblici invece di reinvestirli in infrastrutture ed istruzione.

Il paese è da tempo oggetto di pressioni internazionali per riformare il proprio regime dittatoriale. L’Unione Europea e gli Stati Uniti sono andati oltre ed hanno adottato sanzioni economiche che comprendono il divieto per le società occidentali di fare investimenti in Myanmar.

Particolarmente rilevante è l’assenza di Cina ed India dalla lista dei detrattori del regime birmano. Entrambi i paesi hanno deciso di rimanere silenti e di sostenere la giunta pur non appoggiando pubblicamente il regime. La Cina fornisce da anni le armi e l’addestramento militare all’esercito birmano, mentre l’India ha attivamente cercato di stringere accordi per la creazione di corridoi di transito che la colleghino al paese.

Le ragioni di questo atteggiamento risiedono nel significato storico e strategico rivestito dalla Birmania per entrambi i suoi vicini. Il

paese ha legami culturali con l’India. L’ultimo re Mughal, Bhadur Shah Zafar, ha vissuto nel paese in cui gli indiani hanno per lungo tempo prosperato. La lingua birmana è imparentata sia con quella tibetana che con il cinese, e gli immigrati cinesi hanno raggiunto ottimi risultati come commercianti.

La nazione che riuscirà a prevalere sull’altra per il dominio in Myanmar godrà del vantaggio strategico di avere accesso alla regione dell’Oceano Indiano attraverso il Golfo del Bengala ad ovest ed il Mare delle Andamane a sud.

Nel 1993 India e Myanmar hanno sottoscritto un accordo che i due paesi sperano aiuterà a mantenere tranquilli i confini. L’India ha inoltre promesso di non interferire negli affari interni del paese ricevendo in contropartita la promessa da parte del governo birmano che la Cina non potrà esercitare liberamente la propria egemonia sul suo territorio.

Attualmente, pare che la Cina stia vincendo il gioco per accattivarsi l’appoggio del governo. Nel mese di agosto la Cina ha volontariamente contribuito alla modernizzazione di alcune infrastrutture presenti sulle Isole Coco accordandosi per la costruzione di due nuovi eliporti e di sistemi per lo stoccaggio di armi, oltre alla vaga previsione di un miglioramento dei mezzi di comunicazione sull’isola.

Le Isole Coco comprendono tre piccole isole dell’Oceano Indiano situate a circa 50 chilometri a nordest delle indiane Isole Andamane. Alcune fonti sostengono che la presenza militare cinese sull’isola permetterà di monitorare l’attività indiana ed il flusso di navi fra il Golfo del Bengala e lo Stretto di Malacca.

È inoltre risaputo che l’esercito cinese sta costruendo un porto sull’isola di Ramree, situata lungo la costa birmana, a soli 96

MYANMAR

Nome ufficiale: Unione di Myanmar

Capitale: Naypyidaw

Superficie: 678.500 km2

Popolazione: 48.137.741

PIL: 13,7 miliardi di U$D

Forma di governo: Giunta militare

Importazioni: 3,589 miliardi di U$D (le cifre sono largamente sottostimate per via del valore dei beni di consumo, del carburante diesel e degli altri prodotti contrabbandati da Tailandia, Cina, Malesia ed India)

Esportazioni: 6,149 miliardi di U$D (le cifre sono largamente sottostimate per via del valore dei timbri, delle pietre preziose, dei narcotici, del riso e degli altri prodotti contrabbandati verso Tailandia, Cina e Bangladesh)

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chilometri a sud dell’insediamento indiano di Sittwe, in grado di ospitare portaerei e navi cargo. Si ritiene che Pechino voglia stabilire una propria presenza sulla costa birmana nell’eventualità in cui i fragili rapporti con l’India dovessero incrinarsi.

Un altro fattore rilevante nell’equazione birmana sono le abbondanti riserve di gas naturale del paese. Si stima che il Myanmar possa contare su giacimenti di gas naturale valutabili almeno pari a 2.500 miliardi di metri cubi, a cui si aggiungono 3,2 miliardi di barili di riserve di greggio estraibile in 19 giacimenti lungo le coste e tre in mare aperto.

Quest’anno l’industria coreana Daewoo International, che opera nei giacimenti birmani di gas naturale A-1 ed A-3, ha stipulato un accordo per la vendita ed il trasporto di gas alla China National Petroleum Corporation (CNPC). L’India detiene una partecipazione congiunta del 25,5% nel progetto attraverso la Oil & Natural Gas Corporation e la Gas Authority of India Limited, ironicamente sembra così che alla fine sia l’India a vendere alla Cina il gas che produce.

La Birmania fa inoltre parte del cosiddetto Triangolo d’Oro dell’oppio con Tailandia, Laos e Vietnam. Secondo il World Drug Report 2008, lo scorso anno la coltivazione di papaveri da oppio nel Sudest asiatico è cresciuta del 22%, questo dato va ricondotto principalmente ad un’escalation nella coltivazione d’oppio in Myanmar che ha fatto segnare più 29%. Il traffico di droga lungo il confine è controllato dall’United Wa State Army, il braccio armato del gruppo etnico Wa, ed è un enorme fonte di reddito per l’esercito birmano. È interessante rilevare che la maggior parte dei “signori della droga” del

paese sono cinesi, d’etnia cinese o di stirpe birmano-cinese.

Nello stato Shan, lo stato più meridionale del paese, la produzione di papaveri è cresciuta di qualcosa come 25.400 ettari e sono 150.000 le famiglie impegnate nella coltivazione del papavero da oppio. Si dice che la droga birmana venga in seguito trasportata nella provincia cinese dello Yunnan da cui poi raggiunge il resto del paese e viene esportata verso Taiwan, gli Stati Uniti e l’Europa.

Attraverso i confini

Il posto di confine fra Muse (Myanmar) e Ruili (Cina) è il valico più importante fra i due paesi e fa parte della vecchia Strada Birmana, costruita dalle forze alleate nel corso della seconda guerra mondiale per rifornire dall’India e dalla Birmania le truppe cinesi ed alleate che combattevano contro l’esercito giapponese. Muse si trova circa 400 chilometri ad est di Mandalay, mentre Ruili è situata 100 chilometri ad ovest di Dali e 450 chilometri a nordovest di Kunming, con la quale è collegata anche per via aerea.

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Questo valico è attualmente oggetto di un importante sviluppo sulla base di un progetto comune sottoscritto dai due paesi nel marzo 2008. Sul proprio versante il Myanmar ha istituito una zona di libero scambio, mentre la città cinese di Ruili è storicamente un centro per i commerci. In questa città ha infatti luogo il 70% degli scambi con i paesi confinanti della provincia dello Yunnan.

Benché si speri che le misure di supporto allo sviluppo di un commercio legale porteranno nel tempo ad una riduzione della dipendenza economica dal contrabbando di droga ed al traffico di esseri umani (destinati principalmente alla prostituzione), queste problematiche restano motivo di forte preoccupazione internazionale e in materia di sicurezza lungo il confine sino-birmano. Il commercio bilaterale legale ha iniziato a crescere in modo significativo da quando, nel 2005, i due paesi hanno sviluppato ulteriori collegamenti economici e commerciali. Nel 2007 gli scambi sono cresciuti del 47% fino a toccare i due miliardi di dollari.

L’o t t ava f i e ra annua le Myanmar-China Border Trade Fair, che si svolge alternativamente nelle città di confine dei due paesi e che ospita società provenienti da Tailandia, India, Bangladesh e Laos, l’anno scorso si è tenuta nella città di Muse. Non è ancora stata selezionata la città in cui avrà luogo la prossima edizione.

Vi sono altri quattro valichi fra il Myanmar e la Cina, situati a Lwejei, Laizar, Chinshwehaw e Kambaiti, quello fra Muse e Ruili è comunque di gran lunga il più grande ed il più sviluppato.

Vi è un servizio di voli regolari fra le città di Yangon e Mandalay e la cinese Kunming.

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La guida fornisce un interessante e profondo sguardo ai paesi che confinano con la Repubblica Popolare Cinese. Essa contiene un'analisi delle principali relazioni socio-economiche della regione. La guida passa in rassegna i 14 paesi confinanti con la Cina tra cui Afghanistan, India, Mongolia, Nepal, Corea del Nord, Russia e Vietnam.

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ASIA BRIEFING

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