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Il restauro nel XX secolo Il restauro critico: R. Bonelli, R. Pane, C. Brandi

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Il restauro nel XX secoloIl restauro critico: R. Bonelli, R. Pane, C. Brandi

La nascita del restauro critico

Presupposti

� Fallimento dei principi del restauro scientifico.

� Sconfinamento, per necessità, dei principi del ‘minimo intervento’.

� Influenza del neoidealismo e della filosofia estetica.

Neoidealismo e filosofia estetica

Studio applicato a tutti i fenomeni del bello e dell’arte, che, rispetto alle scienze, presuppongono, nel fenomeno di partecipazione e di conoscenza, la percezione sensibile (l’opera d’arte è immagine), in contrapposizione al positivismo e alla vena classificatoria.

KantNascita dell’Estetica → Teoria della conoscenza sensibileIdealismo → La conoscenza è filtrata dalla soggettività.I giudizi estetici sono soggettivi (dimensione critica).

Il soggetto ‘seleziona’ in base alle proprie conoscenze → “L’opera si configura come risposta a un interrogativo”.

Neoidealismo e filosofia estetica

Benedetto Croce �Soggettività: “ogni storia è storia contemporanea”.�L’arte dev’essere considerata come attività autonoma rispetto all’etica e alla logica, se si vuole evitare il didascalismo e l’allegorismo.

Filosofia / RestauroIdealismo → Importanza della conoscenza e della storia → Alla Storia si affianca l’Estetica → Restauro = si basa su particolari significati, in relazione al riconoscimento del valore artistico e storico del documento. Atto del proprio tempo, ed in quanto tale strettamente legato alla storia del suo tempo.

Fenomenologia

→ Studio e classificazione dei fenomeni, così come si presentano allo spettatore.

→ Analisi delle apparenze.

→ Per Hegel la fenomenologia dello spirito è la descrizione dei diversi stadi attraverso i quali lo spirito giunge alla conoscenza universale partendo dalla coscienza immediata e sensibile.

Filosofia / Restauro Fenomenologia → Conoscenza dell’opera

Scuola di Francoforte (1930)

Horkeimer – Marcuse → critica alla società contemporanea nell’ottica dell’emancipazione dal dominio (economico, del totalitarismo). Società alienata (sfruttamento della classe operaia).

→L’arte è una forma di liberazione da tale processo di alienazione.

Filosofia / Restauro Restauro → Intervento creativo

Strutturalismo (Francia 1950-60)

Gestalt-psychologie → Gestalt = struttura, configurazione.Studi sulla percezione: quando si guarda un’opera se ne coglie innanzitutto l’effetto di totalità. Il tutto non è somma di parti.

Filosofia / RestauroStrutturalismo → Riconoscimento dei valori / Concetto di unità brandiano / Un’opera architettonica non è solo documento, ma anche atto che nella sua forma esprime un mondo spirituale (Bonelli)

Filosofia / Restauro

Il pensiero filosofico influenza fortemente la dottrina del restauro, con mutamenti anche nella terminologia:

Pane (Croce) → Poesia / Prosa → Edilizia minore / Emergenze

Brandi → Fenomenologia / Strutturalismo / Idealismo

Concetto di storia

E’ lo storico a fare i ‘fatti storici’, è lui, in base alla sua interpretazione, a stabilire quali siano o meno fatti storici.

Si tratta di un atteggiamento opposto a quello ottocentesco, di matrice positivista, secondo cui fare storia significava elencare il maggior numero di fatti oggettivi e inconfutabili.

Ora, invece, il compito dello storico sta proprio nel selezionare, nel capire quali fatti storici siano veramente importanti →B. Croce: lo storico guarda il passato con gli occhi del presente.

Compito dello storico non è quello di classificare i fatti, bensì di darne un giudizio selettivo.

Il restauro critico

XIX sec. (positivismo) → Storia = Scienza → Restauro = operatività della storia (dipende dalle regole della storia)

Inizi XX sec. (influenza crociana) → Storia ≠ Scienza→ Restauro = processo selettivo basato sulla conoscenza storica, ma che diventa interpretazione dell’opera, sulla base del riconoscimento di valori e di un giudizio critico

Restauratore = storico, filologo, critico.

Il restauro critico

STORIA = Riconoscimento + valutazione → CriticaRESTAURO = Atto critico (‘braccio secolare della storia’ / Bonelli)

Tale atto critico si basa sulla dialettica di 2 istanze, storica ed estetica, poiché l’opera viene vista nella sua bivalenza di:- materia / immagine;- documento / prodotto artistico.

L’intento del restauro critico è quello di liberare l’immagine dell’opera (non quella originale) seguendo un processo critico.

Il momento preliminare di tal processo consiste nel RICONOSCIMENTO dell’opera (soggettivo, ma non arbitrario, perché basato sui dati storici), per proseguire con l’emissione del GIUDIZIO e finire con l’INTERVENTO.

Il restauro critico

Il restauro non si basa più su regole fisse, ma su valutazioni ‘caso per caso’.

Inoltre, al fine di liberare l’immagine dell’opera, esso diventa ATTO CREATIVO, facendo subentrare la fantasia, che da evocatrice diventa produttrice.

A tal scopo, l’architetto/restauratore deve possedere:1) Preparazione storica, artistica e architettonica2) Competenza tecnica3) Umiltà

Si nega l’abbellimento dell’opera. Scopo del restauro è quello di tramandarla nel futuro, nel rispetto delle sue stratificazioni.

Renato Bonelli (1911-2004)

Biografia(da Enciclopedia Treccani_a cura di F.P. Fiore)

1962-65: Professore ordinario di Storia dell'arte e Storia e stili dell'architettura nell'università di Palermo1965: Chiamato all'università "La Sapienza" di Roma1964-67: Segretario generale dell'associazione Italia Nostra, sostenendo la necessità di una difesa non passiva del patrimonio architettonico, in polemica con le Soprintendenze

Storico dell’architettura, le sue ricerche si sono rivolte all'architettura medievale e soprattutto all'architettura romanica e degli Ordini mendicanti, sottolineando la lettura critico-figurale e la comprensione dell'organismo chiesastico quale forma-struttura-immagine.

Bibliografia principale(da Enciclopedia Treccani_a cura di F.P. Fiore)

Storia dell’architettura- Il Duomo di Orvieto e l'architettura italiana del Duecento-Trecento (1952)- Da Bramante a Michelangelo (1960),

Restauro- Architettura e restauro (1959)- voce Restauro architettonico e urbanistico nella Enciclopedia universale dell'arte (xi, 1963),

RivisteDirettore della Rivista Architettura, storia e documenti

Il concetto di opera d’arte

Nel 1947 critica alcuni enunciati della Carta del 1932, cheimponevano il rispetto di tutti gli elementi aventi carattere d’arte odi testimonianza storica. Rispetto che induceva talvolta adimpedire «la visione di sublimi architetture».

Confuta, quindi, la definizione di interesse testimoniale,dichiarando che il valore storico di un’opera d’arte si identifica conquello espressivo.

Il concetto di restauro

A partire dal 1946 concepisce una sostanziale revisione teoricadella disciplina → restauro come momento dialettico tra attocreativo e processo critico.

Influenza dell’estetica idealistica, che lo induce a criticare i principiclassificatori e tipizzanti della storiografia positivista, che avevanoescluso dall’analisi le qualità artistiche proprie dei monumenti.

Scopo del restauro, rifiutando il ritorno all’unità di linea, era larestituzione del monumento «ad una rinnovata unità artistica».

Effettuando una netta distinzione tra architetture e episodi edilizi,la qualificazione storico-critica si poneva come momentofondamentale, condizionante gli sviluppi metodologici successivi,sostenendo che, di fronte a valori figurativi di forte potenzaespressiva, quelli testimoniali erano trascurabili, conferendo aiprimi rilievo assoluto.

Il concetto di restauro

Deprecando il ripristino stilistico, compito del restauratore (chedeve essere dotato di capacità artistiche, critiche e storiche,necessarie per la comprensione del significato universaledell’arte) è quello di un ritorno all’unità figurativa, regolato dallacoerenza estetica, dando dunque prevalenza ai valori formali esubordinando ad essi il rispetto delle fasi costruttive e dievidenziazione delle aggiunte.

Per le fabbriche di non particolare rilievo formale è ammesso,invece, l’intervento di diversi criteri, pur mantenendo la centralitàdei valori figurativi.

Il concetto di restauro

Da tali riflessioni derivano nuove norme, che consentono didistruggere senza esitazioni sovrapposizioni ed aggiunte, anchedi pregio, qualora esse intacchino l’integrità architettonico-figurativa dell’opera.

Inoltre, il restauro dell’architettura-opera d’arte, legittimo solo inpresenza dei tratti essenziali della figurazione, si configura comeatto creativo, benché condizionato dalla preesistenza.

Nel caso in cui, invece, non vi siano tracce per ricreare la formaoriginaria, la nuova opera si deve porre come frammento,attraverso l’uso del linguaggio moderno.

Il concetto di restauro

Al valore artistico è data la prevalenza assoluta rispetto agli altri aspetti e caratteri dell’opera.

Il restauratore deve innanzitutto individuare e riconoscere la qualità artistica del monumento onde operare per “reintegrare e conservare il valore espressivo dell’opera”.

Ciò per recuperare la “vera forma”, o forma compiuta, cosa ben diversa dalla forma originaria. Si tratta di una forma che può non essere esistita al momento della genesi storica del monumento, ma essere invece emersa in un secondo momento, attraverso una complessa e singolare elaborazione di parti, anche cronologicamente distinte, in un’immagine nuova, a sua volta successivamente rifusa.

Opera d’arte e restauro

A tal fine occorre eliminare quanto la deturpi e la sfiguri, ricomponendo le parti mancanti (lacune) attraverso un atto di fantasia criticamente controllato.

Il puro interesse testimoniale è dichiarato inaccettabile perché “un’opera architettonica non è solo un documento, ma è soprattutto un atto che nella sua forma esprime totalmente un mondo spirituale (…). Essa rappresenta per la nostra cultura il grado più alto proprio per il suo valore artistico”.

Voce Restauro (1963)“Restauro come processo critico e restauro quale atto creativo sono legati da un rapporto dialettico, in cui il primo definisce le condizioni che l’altro deve adottare come proprie intime premesse”.

Opera d’arte e restauro

I valori ambientali

Il pensiero di Bonelli, nonché di Pane, è di grande interesse ancheper quanto concerne le novità apportate con riferimento alladefinizione dei valori ambientali.

Bonelli esclude la possibilità di assimilare gli insiemi edilizi alleopere d’arte, in quanto, a differenza di esse, privi di quell’unitàformale che conferisce loro il carattere di espressione totale ecompiuta, riconducendoli, tuttavia, al mondo dello spirito.

Distingue:1) architetture: opere d’arte in senso proprio2) edilizia diffusa: prodotti di un’attività estetica coniugata ad

un’attitudine pratica, in cui il tentativo di creazione artistica nonsi è totalmente compiuto, ma che sono espressione di un«linguaggio architettonico»

3) contenitori edilizi: realizzati per fini meramente utilitari,caratterizzandoli come «anti-architettura».

Roberto Pane (1897-1987)

Biografia(da Enciclopedia Treccani_a cura di F.P. Fiore)

Sin da giovane si applica al disegno e all'incisione (nel 1912 frequenta a Napoli lo studio dello scultore V. Gemito), e in seguito alla fotografia di architetture e complessi ambientali.

1919: Si iscrive al neo Istituto superiore di architettura di Roma, dove è tra i primi laureati di quella scuola nel 1924.

1942: Professore ordinario di Storia dell'architettura dal 1942 presso la facoltà di Architettura di Napoli.

1949: Chiamato come esperto di restauro architettonico presso l'UNESCO e membro della commissione tecnica dell'Istituto centrale del restauro. Fu anche membro del Consiglio superiore del ministero dei Lavori pubblici.

Bibliografia principale(da Enciclopedia Treccani_a cura di F.P. Fiore)

Storia dell’architettura- Architettura del Rinascimento in Napoli (1937)- Architettura dell'età barocca in Napoli (1939)- Il Rinascimento nell'Italia meridionale (i-ii, 1975-77)In queste opere segue l'estetica di Croce, introducendo nella storia dell'architettura il metodo storico-critico, e abbandonando le posizioni di G. Giovannoni, suo maestro a Roma

Biografie- Palladio (1948 e 1961)- Bernini architetto (1953)- Ferdinando Fuga (1956) - Antonio Gaudì (1964 e 1982)

Letture di architetture senza autore - Napoli imprevista (1949)- Capri (1954) - I mausolei romani in Campania(1957)

Bibliografia principale(da Enciclopedia Treccani_a cura di F.P. Fiore)

Restauro- Architettura rurale campana (1936)- Architettura e arti figurative (1948)- Città antiche edilizia nuova (1959) - Carta di Venezia (1964)

RivisteNel 1961 fonda e dirige la terza serie della rivista Napoli Nobilissima, già diretta da Croce

Raccolta di suoi testiAttualità e dialettica del restauro: educazione all’arte, teoria della conservazione e restauro dei monumenti, a cura di M. Civita (1987)

Il concetto di monumento

Pur muovendo anch’egli dai principi dell’estetica neoidealistica,assume una posizione più cauta.

Come Bonelli, critica alcune prescrizioni della Carta del ’32,seppure per questioni diverse, ovvero perché essa sosteneva chela conoscenza storica e la competenza tecnica fossero sufficientia dettare le modalità esecutive.

A suo avviso, la dottrina del restauro necessita di una revisionecritica: ogni monumento deve essere visto come un caso unico, difronte al quale il restauratore dovrebbe operare attraverso lacollaborazione tra cultura, tecnica e gusto, non senza capacitàcompositiva.

Il concetto di opera d’arte

Evidenzia, introducendo sostanziali differenze concettuali edoperative rispetto agli epigoni del restauro critico, in particolarmodo a differenza di Bonelli, la sua attenzione per la consistenzamaterica delle opere.

A tal proposito critica gli assunti brandiani e gli interventi cheprescindevano dallo stretto legame tra l’immagine dell’opera e lamateria in cui essa è inverata.

In ciò riprende il concetto di estetica secondo Croce, per il qualel’arte è sintesi perfetta tra contenuto e forma.

Il concetto di restauro

Di conseguenza, sostiene che, non potendo il restauro fondarsiesclusivamente su concetti critici e storici, ma è subordinatoall’attività del gusto e della fantasia, è esso stesso opera d’arte.

Ricostruire le immagini architettoniche del passato è un’illusione.

Piuttosto, le integrazioni devono partecipare al simulacrodell’antica forma attraverso espressioni nuove.

RESTAURO = Prima di essere una tecnica, dev’essere una filosofia.

� Contro il ripristino.

� Unità metodologica e concettuale del restauro (pittura, scultura, architettura).

� “Occorre (…) riconoscere che l’opera del restauratore non può compiersi con il solo ausilio dell’esperienza critica e storica, e che la creazione di una nuova unità estetica esige l’intervento del gusto e della fantasia” (1950).

� Non possono dettarsi regole fisse, poiché “ogni monumento (…) deve essere visto come un caso unico, perché tale è in quanto opera d’arte e tale dovrà essere anche il suo restauro”.

Il concetto di restauro

�“(…) si dovrà sempre giudicare se certi elementi abbiano o no carattere di arte, perché, in caso negativo, ciò che maschera o addirittura offende immagini di vera bellezza sarà del tutto legittimo abolirlo” (1944).

Critica il fatto che si sia puntato principalmente sui valori estetici e storici, senza considerare aspetti sociali, civili, economici → “si è privilegiato il fiore e il frutto senza darci pensiero dell’albero”. L’urbanistica è fondamentale per risolvere i problemi della città e l’inserimento delle nuove aggregazioni.

Si sono distrutti i valori ambientali. Essi esprimono la continuità della stratificazione. Importanza dei valori corali → “il vero uomo è l’umanità intera”.

Opera d’arte e restauro

I valori ambientali

Nel 1948 Pane, stimolato dalle polemiche del dopoguerra sullaricomposizione dei tessuti urbani devastati nel corso del conflitto,riprende le categorie crociane di poesia e letteratura estendendoleall’architettura, definendo l’edilizia, come una qualità espressivaautonoma rispetto alla prima, frutto dell’attività spirituale.

Il tessuto edilizio minore è «espressione della società, così comelo è la letteratura, specchio della vita civile, morale, religiosa eintellettuale».

I valori ambientali

Tuttavia, non tutta la produzione letteraria è letteratura, spessorispondendo a sole ragioni pratiche, così come non tutto ilcostruito è edilizia.

A dimostrare il significato di quest’ultima era il riconoscimento delfatto che «non sono i pochi monumenti a creare l’ambiente dellenostre antiche città ma le tante opere che contribuiscono adeterminare un particolare carattere locale», manifestazioni di undeterminata civiltà e cultura.

I valori psicologici

Esprime un fondamentale concetto, che dovrebbe indurre alla conservazione di ogni testimonianza della nostra memoria storica: «negli spazi del passato noi ci sentiamo come dilatati ed espansi nelle forme che ci circondano, appunto perché esse sono come “un’estensione del nostro corpo”».

La stratificazione storica si dimostra cioè «profondamente vitale e non estrinseca; essa si rivela come formatrice - insieme remota ed attuale - della nostra struttura psichica e quindi necessaria alla nostra più favorevole evoluzione futura».

Lo spazio esistenziale e l’istanza psicologica

Anni cinquanta e settanta del Novecento → in conseguenza della crisi dei valori morali, estetici, sociali, spirituali → impegno di intellettuali afferenti a svariate discipline, quali la sociologia, la psicologia, l’antropologia, la filosofia e la semiologia → proficuo incontro tra esponenti del settore della psicologia analitica, della progettazione architettonica e del restauro.

R. Pane rileva la consonanza esistente tra il pensiero della scuola di Francoforte, in particolare di Adorno e Horkheimer, e quello di Jung, relativamente alla messa in crisi, nel panorama contemporaneo, dei menzionati valori, causa dell’impoverimento della vita psichica dell’uomo.

Negli anni sessanta denuncia che i danni prodotti dalla speculazione edilizia ai beni culturali fossero, non soltanto di tipo economico, storico ed estetico, ma anche di ordine esistenziale, interessando la sfera psichica dell’uomo.

Afferma, infatti, che «Esiste un’antichità che è stratificata in noi stessi e che va considerata come premessa e condizione di ogni nostro divenire. Ora, si può dire che la nostra stratificazione psicologica trovi la sua testimonianza o, se si preferisce, il suo riflesso, in quella del centro antico. Così la vera e più intima ragione del nostro amore per le testimonianze del passato nasce proprio da questa immedesimazione e non da un estrinseco compiacimento verso immagini irripetibili. Perciò è stato giustamente detto che la città ha bisogno di conservare la memoria di sé stessa, allo stesso modo che ne ha bisogno il singolo uomo».

Lo spazio esistenziale e l’istanza psicologica

Intuisce che per salvaguardare insieme l’equilibrio psichico dell’uomo e il patrimonio culturale e di natura è indispensabile una piena collaborazione tra architetti, urbanisti, psicoanalisti e sociologi. «In tal modo, le ragioni dell’arte, degli ambienti storici e delle bellezze di natura troveranno il loro più valido fondamento in qualche cosa che preesiste ad ogni considerazione pratica o estetica perché ha radice nella nostra stessa interiorità».

Nel 1978 organizza a Napoli, con Aldo Carotenuto, un convegno intitolato Uno spazio per esistere: urbanistica ed architettura nella psicologia del presente.

Lo spazio esistenziale e l’istanza psicologica

Cesare Brandi (1906-88)

Biografia(da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)

1928: Laurea in Lettere all’Università di Firenze

1938-1961: Fondatore dell’Istituto Centrale del Restauro (oggi Istituto superiore per la conservazione ed il restauro)

- Scrittore, teorico e critico d'arte

- Accademico, oltre che dei Lincei, dell'Accademia di San Luca di Roma, di quella Clementina di Bologna e di quelle Cherubini e delle Arti del disegno di Firenze

Bibliografia principale(da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)

Storia dell’architettura- Struttura e architettura (1967)- La prima architettura barocca. Pietro da Cortona, Borromini, Bernini (1970)

Storia dell’arte- Scritti sull'arte contemporanea, 2 voll. (1976, 1979)- Disegno della pittura italiana (1980)- Disegno dell'architettura italiana (1985)- Giotto (1983)

Bibliografia principale(da Enciclopedia Treccani_a cura di R. Zuccaro)

Restauro- Teoria del restauro (1963 e 1977)- Carta del restauro del 1972

RivisteHa fondato e diretto:- L'immagine (1947-51)- Bollettino dell'Istituto Centrale del Restauro (1950-59)- Annuario dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Roma (1973-76)

Cesare Brandi

1) Influenza del pensiero di Croce → L’opera d’arte è intuizione ed espressione. Quest’ultima si concretizza in materiale fisico.

2) L’opera è realtà pura, incorruttibile, a differenza della materia, che può degradarsi → essa è l’epifania dell’immagine → per tale ragione “si restaura solo la materia dell’opera d’arte”.

3) L’opera d’arte è indivisibile, è unità nella varietà → “l’opera d’arte è un intero, non un totale” (strutturalismo). Di conseguenza, di fronte al danno, si può effettuare un ripercorrimento critico, risalendo dall’opera all’intuizione, proprio attraverso il dato fisico, che rappresenta il punto di incontro tra il processo creativo e quello critico.

4) Così come il romanzo storico può avere maggior valore storico di una storia, così il restauro critico può condurre a risultati più significativi rispetto a quelli raggiungibili tramite il restauro filologico-conservativo.

Cesare Brandi

RESTAURO

1. Il restauro è atto critico. Va inteso come “momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro”.

2. Nell’opera d’arte va privilegiata l’istanza estetica (perché è la sua artisticità a renderla ‘opera d’arte’).

3. Occorre salvaguardare le condizioni ambientali dell’opera, in quanto essa è inserita in un contesto.

Statua di Domiziano/Nerva_P. Martellotti

Statua equestre di Domiziano/Nerva (I sec. d.C., Napoli, Castello di Baia.L’intervento conservativo sui frammenti bronzei rinvenuti nel 1968 a Miseno assume un nuovo e più ampio significato grazie all’invenzione, propriamente di restauro, del supporto espositivo, opera dell’arch. P. Martellotti, fondato su una concezione realmente critica e creativa del restauro.

Cesare Brandi

LACUNA

Interruzione del testo figurativo (Gestalt)

1. Metodo della tinta neutra → è insufficiente, perché comunque influenza la distribuzione cromatica del dipinto.

2. Occorre fare in modo che la lacuna diventi fondo su cui il dipinto è figura. A tal scopo occorre renderla distinguibile (rigatino o tratteggio) → ricostruzione dell’unità figurativa giocando sul colore, sul tono, sulla luminosità e sull’arretramento del piano della lacuna stessa.

1977_Vergine col Bambino, Tuscania (VT)_P. e L. Mor a, P. Philippot

Reintegrazione delle lacune, in fase di esecuzione, con la tecnica del ‘ tratteggio ’ o ‘rigatino ’.

S. Maria della Pietà, Viterbo

Restauro degli affreschi di Lorenzo da Viterbo, cons istente nella ricomposizione dei frammenti d’intonaco , a cura dell’ICR, e nella reintegrazione pittorica delle lacune con la tecnica del ‘rigatino’.

Madonna, S. Maria a Ricorboli, Firenze

Situazione prima e dopo il restauro. La tavola d’età gotica è stata tagliata in alto e in basso per ricondurla alle proporzioni consuete di un quadro rinascimentale. Senza nulla toccare dell’antico, si sono effettuate le reintegrazioni necessarie per ridare alla tavola le sue giuste proporzioni e l’ori ginaria terminazione a ghimberga. Si tratta di un raffinato caso di ‘ reintegrazione delle lacune ’.

Madonna in trono tra angioli, S. Maria a Ricorboli (FI), dipinto della bottega di Giotto.

1978_Crocifisso del Cimabue_U. Baldini

Cimabue (fine XIII sec.), Crocifisso (Firenze, Muse o dell’Opera di Santa Croce). Particolare con la Vergine, dopo il restauro di reintegrazione eseguito col criterio della ‘ selezione cromatica ’. Nessuna imitazione o ‘competizione’ nei confront i del tessuto originale, ma subordinazione a quest’ultimo e al suo ductus pittorico , ricurvo e avvolgente nell’aureola, disteso e piano sul panneggio, che induce un corret to ed efficace equilibrio tra il carattere filologicamente ‘diacritico, cioè distintivo, dell’ intervento e il rispetto della complessa figuratività dell’opera. Ciascuna pennellata è portatrice di un colore che a ndrà a comporsi divisionisticamente con gli altri colori selezionat i per ottenere l’effetto cromatico voluto . Tecnica, questa, molto diversa dal ‘rigatino’ brand iano.

1972_Vergine con Bambino_U. Baldini

Maestro della Maddalena (XIII sec.), Vergine col Bambino (Firenze, Depositi della Galleria).Il dipinto ha subito due completi rifacimenti tra il XVIII e il XIX sec.Si tratta di un esempio emblematico del problema della ‘ rimozione delle aggiunte ’. Illustra una fase del lavoro che esibisce la compresenza ‘sincronica’ delle tre fasi pittoriche , mentre con l’uso del bisturi, a secco e con l’ausilio della microspia si sta riscoprendo la primitiva stesura cromatica.

1959-63_Chiesa dei francescani, Sarrebourg_M. Chaga ll

Marc Chagall è intervenuto nel deambulatorio, nella parte nord del transetto e nel triforio con piena autonomia di linguaggio ma, al tempo stesso, rispettando alcuni criteri di avvicinamento all’antico , come la scala delle aperture, la gamma cromatica, la composizione generale e la sua articolazione.

Castello di Nedde (Francia)

Integrazione dell’avancorpo verso sud del castello, esempio di attualità espressiva . Rifiutando ogni integrazione imitativa, la parte mancante del volume è suggerita da una struttura in ferro e vetro.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977I. Il concetto di restauro

1. Concetto di Restauro

“intervento volto a rimettere in efficienza un prodotto dell’attività umana”.

2. Tipologie di restauro

- Relativo a manufatti industriali → restituzione, ripristino della funzionalità;- Relativo alle opere d’arte → riconoscimento della stessa nella coscienza → Il restauro deriva dal riconoscimento dell’opera d’arte ed è da essa condizionato.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977I. Il concetto di restauro

3. Opera d’arte

Si offre alla conoscenza con una bipolarità:

- Istanza estetica: artisticità per cui l’opera è opera d’arte (aspetto preminente all’atto del riconoscimento);

- Istanza storica: prodotto umano attuato in un certo luogo e in un certo spazio.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977I. Il concetto di restauro

4. ConservazionePuò essere effettuata in svariati modi, purché basati su sussidi scientifici.

Fondamentale è conservare al futuro il manufatto, per cui la consistenza fisica acquista un’importanza primaria.

- “Si restaura solo la materia dell’opera d’arte”.

- “Il restauro deve mirare al ristabilimento dell’unità potenziale dell’opera d’arte, purché ciò sia possibile senza commettere un falso artistico o un falso storico e senza cancellare ogni traccia del passaggio dell’opera d’arte nel tempo”.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977II. La materia dell’opera d’arte

1. Concetto di materia. Bisogna definire che cosa costituisca la materia rispetto all’immagine:

- che cos’è la materia (che rappresenta il tempo e il luogo dell’intervento di restauro);

- qual è la sua costituzione fisica (conoscenza fisica della materia).

2. Materia = quanto serve per l’epifania dell’immagine:

Essa non è solo consistenza materiale, nell’opera d’arte, ma è accompagnata dall’atmosfera, dalla luce in cui è inserita:“La rimozione di un’opera d’arte dal suo luogo di origine dovrà essere motivata per il solo e superiore motivo della sua conservazione”.

Struttura (tavola lignea) Predominanza dell’aspetto sulla struttura.La mancata distinzione tra struttura e aspetto comporta la confusione tra restauro e ripristino.Aspetto (colore, pigmento)

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977III. L’unità potenziale dell’opera d’arte

1. Concetto di unità. Come intero e non come totale, che implica che l’unità sia data da più parti che compongono l’opera d’arte (Strutturalismo).

2. Unità dell’intero. Non dev’essere recepita come unità organica o funzionale, ma limitando la sostanza conoscitiva dell’immagine, il suo valore semantico, a quello che ne dà l’immagine e non oltre:“L’immagine è veramente e solamente quello che appare” (Idealismo).

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977III. L’unità potenziale dell’opera d’arte

3. Unità dell’opera d’arte.

- L’opera non può considerarsi composta da più parti e quindi, se è fisicamente frantumata, dovrà continuare a esistere potenzialmente’ come tutto.- Poiché ogni opera d’arte è indivisibile, quando essa risulta realmente divisa, si dovrà cercare di sviluppare la ‘potenziale’ unità originaria.

Con questi due corollari si viene a negare che si possa intervenire nell’opera d’arte mutilata e ridotta in frammenti “per analogia”, poiché ciò presupporrebbe come principio l’equiparazione dell’unità intuitiva dell’opera d’arte all’unità logica con cui si pensa la realtà esistenziale.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977III. L’unità potenziale dell’opera d’arte

4. Unità potenziale dell’opera d’arte.

- Deve essere ristabilita in base all’istanza storica ed estetica, con integrazioni sempre riconoscibili ad una visione ravvicinata, e invisibili ad una distanza che consenta di cogliere l’insieme.

- La materia d’arte è insostituibile, solo le strutture portanti ed i supporti possono essere sostituiti.

- Ogni intervento di restauro deve facilitare eventuali operazioni future.

1960-72_Castello di Diosgyör_Miskolc (Ungheria)

Il castello (XIII-XV e XVI sec.) con in primo piano il bastione cinquecentesco di nord-est. La moderna e leggera st ruttura in calcestruzzo è posta a suggerire la consistenza dell’a ntica massa ricurva perduta, in maniera soltanto allusiva e mai imitativa .

Particolare del bastione e della finestra rinascime ntale, dove si è utilizzato il metodo della ‘ anastilosi indiretta ’ a fini museali e didascalici, con pochi frammenti residui.

Torre Salomon_Visegrád (Ungheria)_J. Sedlmayr

Mastio del XIII sec. L’integrazione volumetrica, nec essaria per ridare alla torre il perduto valore di fulcro spaziale e paesistico, al c entro di una suggestiva ansa del Danubio, rispetta le parti antiche. Si dimostra qua le aggiunta autenticamente moderna, riecheggiando in architettura una sorta di ‘rigatino ’ a tratti paralleli, tecnica elaborata dall’ICR nel dopoguerra.

Particolare dell’interno, dove l’intervento ha mira to alla ‘ reintegrazione dell’immagine ’ delle volte tramite ‘ anastilosi indiretta ’ dei pochi pezzi superstiti.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977IV. Il tempo riguardo all’opera d’arte e al restaur o

1. Tempo rispetto all’opera d’arte

Si divide in 3 momenti:

- Durata mentre l’opera viene formulata dall’artista creatore;

- Intervallo tra la fine del processo creativo e il momento in cui la nostra coscienza attualizza in sé l’opera d’arte;

- Attimo di questa folgorazione nella coscienza, ovvero momento della ‘ricezione’ personale.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977IV. Il tempo riguardo all’opera d’arte e al restaur o

2. Tempo rispetto al restauroIn nessun modo l’intervento di restauro può avvenire nel momento della durata → sarebbe il reinserimento nel momento creativo, la “rifusione dell’immagine in un’altra immagine” → sarebbe “la più grave eresia del restauro (…) il restauro di fantasia”

Né tanto meno può avvenire nell’intervallo, in quanto significherebbe effettuare il “restauro di ripristino, che vuole abolire quel lasso di tempo”.

L’unico momento legittimo per l’azione di restauro è quello del presente della coscienza, in cui l’opera è presente storico e passato. Il restauro di ‘fantasia’ o di ‘ripristino’ considerano il tempo reversibile, quale non è. Il restauro dovrà rappresentare un evento storico ed inserirsi nel processo di trasmissione al futuro, senza eliminare la storia.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977V. Il restauro secondo l’istanza di storicità

Bisogna attenersi a principi e regole, ma si sa bene che ogni opera d’arte è un unicum e ogni intervento di restauro è caso a sé.Può essere utile, comunque, effettuare dei raggruppamenti:1. RudereInteso come cosa che è testimonianza dell’opera umana o che conserva un potenziale storico. Come tale può interessato solo da interventi di consolidamento e conservazione dello statu quo, oltre che da interventi indiretti volti alla conservazione dello spazio-ambiente in cui è inserito.2. AggiunteRappresentando una testimonianza del fare umano, hanno, secondo l’istanza storica, un valore storico, e quindi vanno conservate, mentre le rimozioni, per quanto rappresentino un gesto voluto, cancellano un segno e non documentano sé stesse, per cui, se effettuate, vanno giustificate e devono lasciare traccia di sé stesse.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977V. Il restauro secondo l’istanza di storicità

3. PatinaNon rappresentando il prodotto di un fare, potrebbe essere eliminata, ma cancellare l’antichità di un monumento significa renderlo falso. Quindi è d’obbligo la sua conservazione.

4. Rifacimenti Tendono a riplasmare l’opera, a ricrearla, rappresentano il segno del fare umano, ma hanno comunque la pretesa di abolire un lasso di tempo. In tal senso, secondo l’istanza storica, ovvero essendo frutto della coscienza umana, sono legittimi e dunque, in qualità di ‘errori umani’, non vanno rimossi, ma tutto al più isolati.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977VI. Il restauro secondo l’istanza estetica

1. RuderePuò essere considerato come opera d’arte priva di unità potenziale. Anche secondo l’istanza estetica il rudere deve rimanere tale, ovvero essere sottoposto ad interventi di conservazione e non integrazione.

2. Aggiunte L’eliminazione potrebbe far riemergere segni più significativi di quelli aggiunti, potrebbe consentire di ritornare all’unità originaria, oltre che a quella potenziale. Tali considerazioni sono in contrasto con quelle legate all’istanza di storicità, per cui la soluzione deriverà in relazione all’istanza che avrà maggior peso tra le due, attraverso un giudizio di valore.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977VI. Il restauro secondo l’istanza estetica

3. PatinaAndrebbe rimossa in quanto aggiunta, ma non è così dal punto di vista storico. Essa non va però semplicemente vista come segno di invecchiamento, in quanto spesso può costituire un arricchimento estetico, quale “impercettibile sordina” posta dal tempo all’invadente ‘novità’ della materia. In conclusione, anche secondo l’istanza estetica va conservata (contro le puliture integrali).

4. Rifacimenti Sia nel caso in cui raggiungano una nuova unità artistica, sia che compromettano, con la loro eventuale demolizione, l’unità potenziale del manufatto, devono essere conservati (si pensi al rifacimento-copia del campanile di S. Marco a Venezia o al ponte di S. Trinita a Firenze).

Nike di Samotracia

Nike di Samotracia (fine III sec. a.C.), Parigi, Museo del Louvre. Di questa statua M. Yourcenar scrive: “A volte, l’erosione prodotta dagli elementi” e quella dovuta alla “brutalità degli uomini si uniscono per creare una parvenza unica fuori ormai da ogni scuola o tempo: acefala, senza braccia, separata dalla sua mano che è recupero recente, consunta da tutte le raffiche delle Sporadi, la Vittoria di Samotracia è divenuta meno donna e più vento di mare”, (…) bellezza involontaria (…) dovuta agli effetti delle cause naturali e del tempo ”.

1985-86_Basilica di S. Pietro in Vaticano, Roma_G. Zander

La facciata della basilica, opera di Carlo Maderno (1607-12) dopo il restauro eseguito dall’arch. Zander. Questi ha eseguito un’opera di pulitura con ottimi risultati, frutto della sua preparazione teoretica e storico-critica, oltre che della sua sensibilità, grazie a ci non ha inteso sacrificare l’immagine tradizionale del monumento , che deve molto alla patina assunta nel tempo dal travertino.

Le due testate intermedie prima e dopo la recente pulitura .

Giuseppe Zander, secondo Bonelli, con quest’opera è riuscito a creare un “rarissimo esempio di una raggiunta perfezione tecnica e storico-figurale che ha fedelmente ritrovato e mantenuto colore e patina , esaltando la vera immagine chiaroscurale e cromatica della gigantesca fronte”.

Cesare Brandi_Teoria del Restauro_1977VII. Lo spazio dell’opera d’arte

1) Esame dello spazio: per definire quale spazio debba essere tutelato dal restauro.

2) Opera d’arte: ha una sua spazialità (in quanto figuratività) che va ad inserirsi in un contesto spaziale (spazio fisico).

3) Intervento: deve tendere ad assicurare che le condizioni spaziali dell’opera non siano ostacolate entro lo spazio fisico (p.e. appendere un quadro → A. definizione della spazialità dell’opera; B. fase dell’arredamento.