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Il restauro nel XX secolo G. Giovannoni e la nascita del restauro scientifico

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Il restauro nel XX secoloG. Giovannoni e la nascita del restauro scientifico

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Restauro scientifico

� Monumento come documento ‘d’arte e di storia’.

� Contro ogni forma di falsificazione stilistica.

Per decenni l’approccio si fonda su un gran rigore, man mano i suoi postulati sono stati messi in discussione, sia dalla drammaticità del secondo conflitto mondiale, sia dalle nuove acquisizioni del pensiero sull’arte, e quindi sull’architettura, evidenziandone i seguenti limiti:

1. Metodo insufficiente – secondo B. Croce – ai fini di una profonda comprensione storica del monumento, che richiede tutto un ‘lavoro ulteriore’ di ripercorrimento critico globale e di apprezzamento estetico;

2. Delle due istanze, la storica e l’estetica, insieme al restauro filologico, finisce col privilegiare solo la prima;

3. Inadeguatezza delle proposte operative dal punto di vista della creatività (stile semplificato, integrazioni neutre).

Di certo va riconosciuto anche il merito di aver promosso il rispetto del monumento, inteso come difesa della sua complessa integrità contro i rischi, sia dell’abbandono, che dell’artificiale rovina provocata da falsi restauri e inganni stilistici.

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Apporti innovativi a inizio secolo

� Nuova definizione di monumento, inteso non più come edificio eccellente per dimensioni o qualità storico-artistiche, ma come “qualunque costruzione del passato, anche modesta (…) che abbia valore d’arte e di storica testimonianza”, ivi comprendendo “le condizioni esterne costituenti l’ambiente” naturale o urbanistico

�L’ambiente (ambiente dei monumenti) viene ad essere considerato, almeno concettualmente, inscindibile dall’episodio emergente del quale costituisce la ‘cornice’, e viene ad essere poi apprezzato anche per i suoi specifici valori (monumento d’ambiente), e non soltanto per la sua connessione con i singoli prodotti architettonici eccezionali e più rappresentativi

→ Influenza di Camillo Sitte

→ Influenza di Pugin, Ruskin, Morris

Nasce una più estensiva concezione di monumento → parallela attenzione per gli episodi più modesti, di ‘architettura minore’

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

� Storico, critico, ingegnere, architetto, restauratore, urbanista.

� Seguace di C. Boito ed iniziatore del cosiddetto restauro scientifico.

� Attivo sia a livello accademico che professionale.

� Grande studioso, concentrandosi su temi di architettura romana, medievale, rinascimentale.

�Promotore della prima Facoltà di architettura italiana a Roma, dove insegna rilievo e restauro dei monumenti.

� La sua attività professionale si concentra soprattutto negli anni della giovinezza, dedicandosi in particolare alla progettazione di strutture destinate ad attività produttive, residenze, piani regolatori (il suo pensiero trovò scarsa applicazione, ma influenzò i piani per il quartiere Salicotto a Siena, Bergamo Alta, il quartiere del Rinascimento a Roma, Bari, Brescia, Forlì).

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

Il suo pensiero è sintetizzato in numerose pubblicazioni, che ne lasciano cogliere anche l’evoluzione, fino alla piena maturità, con la sua opera del 1945

Pubblicazioni

Vecchie città edilizia nuova_1913

La tecnica delle costruzioni presso i Romani_1925

Questioni di architettura nella storia e nella vita_1925

Saggi sull’architettura del Rinascimento_1931

Voce “Restauro” per l’Enciclopedia Italiana_1937

Restauro dei Monumenti_1945

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

� Rifiuto del restauro stilistico → tale rifiuto parte da un concetto di storia inteso come evoluzione di tipi e forme, mentre il restauro stilistico vuole ricondurre ad unità stilistica ciò che la storia ha creato e trasformato in molteplice e complesso.

� Rifiuto della teoria modernista → ovvero dell’architettura contemporanea e della sua positiva capacità di intervenire nell’opera di restauro. Essa, per quanto risponda ai principi di distinguibilità, non garantisce armonia con l’antico.

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

La costruzione è da studiare seguendo 3 fasi:

1. Lettura di documenti ‘diretti’ e ‘indiretti’

2. Rilievo accurato, sull’anatomia della fabbrica e sulla comprensione dell’organismo strutturale

3. Raffronti stilistici

Ciò allo scopo di poter giungere con vera cognizione di causa ad ipotesi restitutive, ovvero, con la necessaria mediazione teoretica e tecnica, alla proposta di restauro.

Bandendo il restauro stilistico, afferma che esso è antiscientifico e falsificante. “E se il restauro riesce bene, crea dubbi e confusioni negli studiosi, che non possono più distinguere quello che è autentico da quello che è nuovo” (così come affermava anche Boito).

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

Restauro dei Monumenti_1945

• Monumento non più come edificio eccellente per dimensioni o qualità storico-artistiche, ma come “qualunque costruzione del passato, anche modesta (…) che abbia valore d’arte e di storica testimonianza”, ivi comprendendo “le condizioni esterne costituenti l’ambiente” naturale o urbanistico.

• Importanza della fase conoscitiva dell’opera, sulla base di documenti ‘diretti’ ed ‘indiretti’, e del rilievo, ai fini della conoscenza dell’anatomia della fabbrica e del modello strutturale, dei caratteri stilistici. Ciò come premessa per una valida proposta di restauro.

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Il monumento, oltre agli episodi emergenti, deve comprendere anche “l’insieme delle cose, d’importante interesse, che hanno valore collettivo”, e che, di fatto, costituiscono la prosaarchitettonica degli insediamenti urbani.

In tale prospettiva affronta anche il rapporto tra antico e nuovo, ovvero tra edilizia storica e sviluppi contemporanei → propone di soddisfare le necessità attuali mediante adeguamenti funzionali tali da non ledere i caratteri degli impianti storici → è convinto che una “città sopravvissuta” non possa diventare centro della “città nuova” se non attraverso innaturali e profonde trasformazioni.

E propone la teoria del diradamento, assunta come principale strumento per contrastare la pratica diffusa degli sventramenti →“demolire in piccoli tratti staccati lasciando aree libere e ricostruendo poco o nulla”, aprire nuove visuali, portare aria e luce fra gli isolati “più folti e più luridi”, e provvedere all’“abbellimento stradale”.

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Teoria del diradamento

� Vive in un momento in cui si verifica un crescente interesse per la città, il contesto urbano, l’ambiente, soffermandosi su tale tematica e opponendosi apertamente alla demolizione della ‘Spina di Borgo’ in Roma, oggi via della Conciliazione.

�La pratica del diradamento si pone come atto di microchirurgia, volto a migliorare le condizioni di vivibilità e visibilità di un monumento, attraverso puntuali e controllate operazioni.

� Tra gli obiettivi principali vi è quello di garantire condizioni igienico-sanitarie migliori e di promuovere l’abbellimento delle strade, senza porsi il problema dell’integrazione tra parti disomogenee della città.

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‘Spina di Borgo’ in Roma

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� Il restauro non è riconducibile a criteri generali; è operazionescientifica – in continuità col pensiero del restauro filologico, e soprattutto storico – volta a conservare tanto il monumento quanto l’ambiente monumentale

� Il restauro assume dunque una funzione mediatrice →‘posizione intermedia’ (ripresa da Boito), cercando di porre una condizione di equilibrio tra le ragioni della storia e quelle dell’arte, ovvero tra le tendenze puramente conservative esemplificate dalla corrente archeologica che sostiene il mantenimento dello statu quo e gli atteggiamenti stilistici

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�Nel restauro applica un personale metodo deduttivo, fondato sia su aspetti costruttivi che stilistici, sulla base di un attento esame del monumento e sull’analisi delle fonti (ripresa dei metodi dell’archeologia ottocentesca → impostazione positivistica), che conferisce unità alla sua opera, ma che ha come risvolto negativo il fatto che egli non riesce ad interessarsi alle tendenze storiografiche ed ai più recenti orientamenti critici

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

Teoria intermedia

� Favorire le opere di manutenzione, riparazione, restauro, consolidamento, anche attraverso l’utilizzo della tecnica moderna

� Ridurre gli interventi di rinnovamento, effettuare il minimonecessario e garantire l’autenticità delle strutture

� Considerare tutte le stratificazioni che contraddistinguono un’opera

� Nelle aggiunte indicare chiaramente le date

� Adoperare linee di carattere semplice, proponendo un’integrazione di massa più che un abbellimento decorativo

� Seguire negli eventuali completamenti dati assolutamente certi

� Avere cura per l’ambiente in cui è inserito il monumento

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

Come Cloquet, distingue i monumenti in ‘vivi’ e ‘morti’

• Monumenti morti → esclude ogni pratica utilizzazione

• Monumenti vivi → ritiene opportuna una destinazione d’uso non troppo dissimile dalla primitiva

Considera la funzionalizzazione come strumento per la conservazione del monumento

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Gustavo Giovannoni_1873-1947

Divide il restauro in 5 categorie:

1. Consolidamento → intervento da compiere tramite le risorse della tecnica

2. Ricomposizione → anastilosi con eventuali integrazioni distinguibili

3. Liberazione → eliminazione di ‘masse amorfe’ che danneggiano le preesistenza

4. Completamento → prevedendo aggiunte, seppure limitate, ed escludendo rifacimenti e inserzioni attuali

5. Innovazione → rendendo lecita anche l’aggiunta di parti di nuova concezione ed il rinnovamento di quelle esistenti

Spesso, però, nella pratica prevede interventi di ripristino ed in cui le componenti innovative predominano sulle esigenze conservative. Dimostra di essere più architetto che restauratore-filologo.