Appunti Restauro

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Ogni epoca ha avuto diversi atteggiamenti nei confronti del passato e l’attenzione non è stata rivolta sempre ad una stessa categoria di oggetti. Il passato ha una storia e il restauro dipende strettamente da questa storia. La STORIA può aiutare a comprendere il restauro nelle finalità e nei metodi. È’ un concetto legato alla religione: la concezione cristiana (direzione temporale percorsa nei due versi) e la concezione orientale (eterno presente): passato e presente coincidono, dunque, non si conserva il passato semplicemente perché non esiste (la tradizione scintoista vuole che i santuari vengano ricostruiti ogni vent'anni nello stesso luogo per assecondare l'ideale di rinnovamento e di purezza). A seconda dellidea del passato un monumento si è rifatto, riparato, mantenuto o demolito: non si è sempre restaurato allo stesso modo, né sono sempre stati restaurati gli stessi oggetti non esiste un solo modo di restaurare. RESTAURO [ambiguità etimologica del termine: origine indoeuropea: re (ritorno) stavros (elemento verticale) e origine latina: restauro, -are (rinnovare, trasformare); re-instauro, -are (ristabilire, rifondare)]: è una disciplina dallidentità difficile, dove confluiscono molte competenze ed è in continuo movimento. Significa rinnovamento, rifacimento, rimessa in efficienza. Non è solo riferito alla produzione artistica (oggetto, utensile, edificio, forma di governo) e comporta scelte storiche e scelte estetiche. Si occupa di rimettere in ordine, col fine di arginare il processo naturale di disfacimento. I metodi possibili (2 filoni): la riconoscibilità (dal XX secolo in poi) (segni diacritici: guasti o abrasioni, aggiunte o interpretazioni) e la dissimulazione (XIX secolo). Oggi, si tende a sostituire il termine restauro con il termine conservazione. In passato si poteva distruggere e rifare senza che ciò fosse ritenuto un oltraggio. Il rapporto utilitario con il passato ad un certo punto (XVIII sec.) si è interrotto. MONUMENTO (Monumentum) (da “Moneo, ere: ammonire, ricordare un avvenimento o un personaggio): da valore di ricordo a modello artistico da imitare. Esso può avere due aspetti: testimonianza storica e testimonianza artistica. ESTETICA (da “Aestesis: senso, sensibilità, percezione): studia lorigine e la ragione del bello. Ediventato un metodo per definire il bello di ogni periodo storico. La diversa concezione del bello condiziona il restauro: Il 500: la perfezione ideale e l’ 800: il sublime e la predilezione per il rudere. CONSERVAZIONE: è volta a continuare il ricordo senza alterare uno stato. E’ tuttavia un termine velleitario, in quanto un intervento comporta sempre una alterazione. È un termine recente (del 1800) e tende ad eliminare lambiguità del restauro. La conservazione non va separata dal restauro che da essa va controllato. Con il tempo il concetto è stato esteso ad una categoria di oggetti sempre più ampia. RIPRISTINO (da re, ritorno, e dal latino pristinus, affine a primus, primo) ritorno allo stato primitivo: riporta il manufatto, attraverso aggiunte o sottrazioni, allaspetto primitivo o presunto tale. RECUPERO, RIUSO dal latino recupero, -ere; re-cipio, -ere; re-capio,-ere = riavere, riacquistare, riprendersi, riprendere lefficienza): si occupa dellaspetto funzionale. Si opera una selezione in funzione dello sfruttamento economico delloggetto. Da qui, il termine RIUSO, il cui fine è laccrescimento del valore economico a discapito del monumento. Il RIADATTAMENTO nel mondo antico: in generale, trasformazione anziché conservazione; se si conserva è per motivi devozionali o politici. Foro Romano: il tempio di Saturno (501-498 a.C.) viene rifatto più volte (IV a.C.; I a.C.; III d.C.), la Curia Senatus (VII a.C.) è riparata, ampliata e ricostruita più volte (dal 52 a.C. fino al 305 d.C.), la statua di Giano nel 46 a.C. fu modificata di modo che reggesse in una mano il n. 300 e nell’altra il n. 65. Distruzione e riutilizzo nel MEDIOEVO (V - XIV secolo): le preesistenze vengono riplasmate per motivi pratici, politici, rappresentativi. - Basso Medioevo (V-VIII sec.): invasioni barbariche, calo demografico, abbandono delle città (abbandono degli edifici, distruzioni e spoliazioni). Il tempio di Atena (Siracusa, V sec. a.C.) viene trasformato in S. Maria del Piliero nel VII sec. d. C.; il tempio Santa Maria sopra Minerva (Assisi, I secolo a. C.) viene trasformato nel VI secolo prima in chiesa di S. Donato, poi adattato a carcere ed infine riconsacrato a S. Maria e restaurata nel 1539. - Medioevo (IX-X sec.): Carlo Magno e la rinascita politica e culturale (ripresi i modelli dellAntichità classica, riproduzione di monete, riproposizione di manufatti e di fonti antiche; ma anche reimpiego di colonne, marmi pregiati, ecc.) Il tempio della Fortuna Virile (edificato da S. Tullio a Roma nel 557 a.C.) viene ricostruito nel 212 a.C. dopo un incendio, trasformato nella chiesa dedicata a Santa Maria Vergine nel IX secolo d.C. e ripristinato nel 1916 da A. Munoz. - Alto Medioevo (XI-XIV sec.): nascita dei Comuni (ampliamento e trasformazione delle città di fondazione romana, attraverso distruzione e/o adattamento di preesistenze; ma anche distruzioni, spoliazioni, reimpiego). San Pietro ad Alba Fucens (L’Aquila) costruita nel XII secolo sui resti del tempio di Apollo del II sec. a. C.

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Sintesi della Storia del Restauro

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  • Ogni epoca ha avuto diversi atteggiamenti nei confronti del passato e lattenzione non stata rivolta sempre

    ad una stessa categoria di oggetti. Il passato ha una storia e il restauro dipende strettamente da questa storia.

    La STORIA pu aiutare a comprendere il restauro nelle finalit e nei metodi. un concetto legato alla

    religione: la concezione cristiana (direzione temporale percorsa nei due versi) e la concezione orientale

    (eterno presente): passato e presente coincidono, dunque, non si conserva il passato semplicemente perch

    non esiste (la tradizione scintoista vuole che i santuari vengano ricostruiti ogni vent'anni nello stesso luogo per

    assecondare l'ideale di rinnovamento e di purezza). A seconda dellidea del passato un monumento si

    rifatto, riparato, mantenuto o demolito: non si sempre restaurato allo stesso modo, n sono sempre stati

    restaurati gli stessi oggetti non esiste un solo modo di restaurare.

    RESTAURO [ambiguit etimologica del termine: origine indoeuropea: re (ritorno) stavros (elemento verticale)

    e origine latina: restauro, -are (rinnovare, trasformare); re-instauro, -are (ristabilire, rifondare)]: una disciplina

    dallidentit difficile, dove confluiscono molte competenze ed in continuo movimento. Significa rinnovamento,

    rifacimento, rimessa in efficienza. Non solo riferito alla produzione artistica (oggetto, utensile, edificio, forma

    di governo) e comporta scelte storiche e scelte estetiche. Si occupa di rimettere in ordine, col fine di arginare il

    processo naturale di disfacimento. I metodi possibili (2 filoni): la riconoscibilit (dal XX secolo in poi) (segni

    diacritici: guasti o abrasioni, aggiunte o interpretazioni) e la dissimulazione (XIX secolo). Oggi, si tende a

    sostituire il termine restauro con il termine conservazione. In passato si poteva distruggere e rifare senza che

    ci fosse ritenuto un oltraggio. Il rapporto utilitario con il passato ad un certo punto (XVIII sec.) si interrotto.

    MONUMENTO (Monumentum) (da Moneo, ere: ammonire, ricordare un avvenimento o un personaggio): da

    valore di ricordo a modello artistico da imitare. Esso pu avere due aspetti: testimonianza storica e

    testimonianza artistica.

    ESTETICA (da Aestesis: senso, sensibilit, percezione): studia lorigine e la ragione del bello. E diventato

    un metodo per definire il bello di ogni periodo storico. La diversa concezione del bello condiziona il restauro:

    Il 500: la perfezione ideale e l 800: il sublime e la predilezione per il rudere.

    CONSERVAZIONE: volta a continuare il ricordo senza alterare uno stato. E tuttavia un termine velleitario, in

    quanto un intervento comporta sempre una alterazione. un termine recente (del 1800) e tende ad eliminare

    lambiguit del restauro. La conservazione non va separata dal restauro che da essa va controllato. Con il

    tempo il concetto stato esteso ad una categoria di oggetti sempre pi ampia.

    RIPRISTINO (da re, ritorno, e dal latino pristinus, affine a primus, primo) ritorno allo stato primitivo: riporta il

    manufatto, attraverso aggiunte o sottrazioni, allaspetto primitivo o presunto tale.

    RECUPERO, RIUSO dal latino recupero, -ere; re-cipio, -ere; re-capio,-ere = riavere, riacquistare, riprendersi,

    riprendere lefficienza): si occupa dellaspetto funzionale. Si opera una selezione in funzione dello sfruttamento

    economico delloggetto. Da qui, il termine RIUSO, il cui fine laccrescimento del valore economico a

    discapito del monumento.

    Il RIADATTAMENTO nel mondo antico: in generale, trasformazione anzich conservazione; se si conserva

    per motivi devozionali o politici. Foro Romano: il tempio di Saturno (501-498 a.C.) viene rifatto pi volte (IV

    a.C.; I a.C.; III d.C.), la Curia Senatus (VII a.C.) riparata, ampliata e ricostruita pi volte (dal 52 a.C. fino al

    305 d.C.), la statua di Giano nel 46 a.C. fu modificata di modo che reggesse in una mano il n. 300 e nellaltra

    il n. 65.

    Distruzione e riutilizzo nel MEDIOEVO (V - XIV secolo): le preesistenze vengono riplasmate per motivi pratici,

    politici, rappresentativi.

    - Basso Medioevo (V-VIII sec.): invasioni barbariche, calo demografico, abbandono delle citt (abbandono

    degli edifici, distruzioni e spoliazioni). Il tempio di Atena (Siracusa, V sec. a.C.) viene trasformato in S. Maria

    del Piliero nel VII sec. d. C.; il tempio Santa Maria sopra Minerva (Assisi, I secolo a. C.) viene trasformato

    nel VI secolo prima in chiesa di S. Donato, poi adattato a carcere ed infine riconsacrato a S. Maria e

    restaurata nel 1539.

    - Medioevo (IX-X sec.): Carlo Magno e la rinascita politica e culturale (ripresi i modelli dellAntichit classica,

    riproduzione di monete, riproposizione di manufatti e di fonti antiche; ma anche reimpiego di colonne, marmi

    pregiati, ecc.) Il tempio della Fortuna Virile (edificato da S. Tullio a Roma nel 557 a.C.) viene ricostruito nel

    212 a.C. dopo un incendio, trasformato nella chiesa dedicata a Santa Maria Vergine nel IX secolo d.C. e

    ripristinato nel 1916 da A. Munoz.

    - Alto Medioevo (XI-XIV sec.): nascita dei Comuni (ampliamento e trasformazione delle citt di fondazione

    romana, attraverso distruzione e/o adattamento di preesistenze; ma anche distruzioni, spoliazioni, reimpiego).

    San Pietro ad Alba Fucens (LAquila) costruita nel XII secolo sui resti del tempio di Apollo del II sec. a. C.

  • Il Teatro di Marcello (Roma, iniziato da Cesare e concluso da Augusto, I sec. a.C.- I sec. d.C.) viene adattato

    ad un cambio di destinazione duso: in epoca medievale viene occupato da piccole costruzioni e si trasforma

    in un castello fortificato, inizialmente di propriet dei Pierleoni, poi passato ai Faffo e quindi, dal XIII secolo ai

    Savelli, che fecero edificare da B. Peruzzi il palazzo tuttora esistente sopra le arcate della facciata. Nel XVIII

    ne divennero proprietari gli Orsini. A Lucca lanfiteatro romano trasformato in piazza del Mercato: la piazza

    del mercato sorge sui resti dellanfiteatro romano, edificato fra il I e il II secolo d.C., ma parzialmente distrutto

    durante le invasioni barbariche. In epoca medievale le casetorri furono erette sullanello perimetrale

    conservando linvaso ellittico dellanfiteatro.

    Il RIUTILIZZO dettato anche da ragioni simboliche: si riutilizzano marmi ed elementi decorativi antichi per

    nobilitare il presente, immortalare il passato autorevole in un nuovo monumento che si ammanta di potere e

    prestigio. Si reimpiega la statuaria antica, esibendola allesterno dei nuovi edifici, per attribuire autorit e

    potere alla citt medievale, come nel Palazzo dei Priori a Perugia (le due sculture bronzee, il grifone ed il

    leone, forse appartenute alla fontana degli Assetati di Arnolfo di Cambio, sono esibite sulla facciata del

    palazzo).

    Col RINASCIMENTO (seconda met del XIV secolo - XVI secolo) avvengono profonde trasformazioni nella

    vita e nel costume europeo: - passaggio dalle strutture feudali agli stati moderni - scoperte geografiche - le

    nuove invenzioni (stampa e polvere da sparo) - concezione laica della vita

    Gli studia humanitatis, volti alla conoscenza delluomo: al centro dellattenzione vi luomo con la sua libert

    e dignit. La libert creativa che riplasma la realt a misura delluomo. Trasformazione nelle arti visive:

    - naturalismo (lantico insegna come interpretare la natura: cfr. i Trattati)

    - razionalizzazione geometrica e matematica dello spazio

    - creazione artistica con gli strumenti della conoscenza matematica e fisica

    - calcolo delle proporzioni con le leggi della prospettiva

    Renovatio (mito di un ritorno alla civilt del mondo antico): riferimento ai modelli architettonici e scultorei della

    classicit e interesse per i principi teorici dellarchitettura classica (Vitruvio).

    Affinit con il mondo antico, che non imitazione, ma mimesis, che vuol dire creare e ricreare.

    Riferimento ai modelli ideali e non ad oggetti concreti. Si predilige non una forma fisica, ma un principio, una

    forma ideale. Tuttavia conosciuta la contraddizione degli artisti rinascimentali: essa sta nellattribuire

    allantico un valore strumentale, infatti i reperti antichi erano soltanto fonte dispirazione per creare, gli antichi

    originali venivano disegnati e rilevati per poi essere distrutti. Le maggiori distruzioni vengono documentate tra

    1530 e 1540 (la Basilica Emilia o il Tempio di Marte Ultore nel foro romano). I disegni sono appunti per il

    mestiere, interpretazioni, non rilievi. I reperti antichi venivano riprodotti, correggendoli e migliorandoli.

    In tale clima singolare la maturazione di interessi conservativi: a Roma, prima della fine del XV secolo,

    furono emanate dai pontefici una lunga serie di bandi e norme a tutela delle opere d'arte, atti a frenare la

    dispersione e la distruzione del patrimonio. Leone X nel 1515 nomin Raffaello Sanzio Ispettore generale

    delle Antichit e Belle Arti. La Lettera di Raffaello a Leone X (1520) unesortazione a proteggere gli antichi

    resti: le vestigia antiche sono una testimonianza, una memoria , sono fonte dispirazione per nuove creazioni.

    Spesso gli interventi sulle preesistenze si configurano come aggiornamenti e la preoccupazione quella di

    dare una funzione e una forma attuale alledificio antico. La configurazione originaria di Santo Stefano

    Rotondo a Roma fu trasformata col restauro voluto da Nicol V (1453) su progetto di B. Rossellino (egli

    chiude anche alcune finestre aprendo bifore); i Dioscuri (Castore e Polluce) in piazza Quirinale (Roma, V sec.

    a.C., rielaborazione in epoca imperiale) integrazioni di L. Somanzi, P. Olivieri e F. Vacca (fine XVI secolo): la

    reintegrazione allantica in questo caso contravviene la consuetudine di completare senza distinguere;

    La Dama con Liocorno (Raffello Sanzio,1506) trasformata nel ritratto di Santa Caterina (forse Solinai, fine

    1500) e cos conservata fino al 1927: lopera pu essere modificata tanto da cambiare perfino il soggetto.

    La prassi rinascimentale tende ad attualizzare forma e funzione: in genere, si interviene sullantico per

    trasformarlo. Prevale il gusto di abbellire, rendere nuovo, contemporaneo. Erwin Panofsky (1892-1968)

    individua 3 categorie dintervento: 1) Recupero del passato attualizzandolo 2) Intervento goticizzante (si

    tende a non variare le regole della concinnitas) 3) Intervento di compromesso

    La chiesa di San Francesco, a Rimini, viene trasformata in Tempio Malatestiano (Leon Battista Alberti,

    1450): recupero del passato attraverso un processo di attualizzazione, si punta a superare i modelli classici

    riadattando soluzioni antiche a contesti moderni. La basilica palladiana (A. Palladio, 1546-49, Vicenza):

    loriginario palazzo della ragione, realizzato a met del Quattrocento in forme gotiche, viene completato con un

    doppio ordine di logge fra il 1481 e il 1494. Due anni dopo la fine del cantiere crolla langolo sud-ovest e per

  • oltre quarantanni i vicentini dibatteranno sulle modalit della ricostruzione. La soluzione proposta da Palladio

    una struttura per cos dire elastica, in grado di tener conto dei necessari allineamenti con le aperture e i

    varchi del preesistente palazzo quattrocentesco. Il sistema si basa sulliterazione della cosiddetta serliana,

    vale a dire una struttura composta da un arco a luce costante affiancato da due aperture laterali rettangolari, di

    larghezza variabile e quindi in grado di assorbire le differenze di ampiezza delle campate. Ricostruzione del

    tepidarium di Diocleziano: il nuovo spazio della chiesa di Santa Maria degli Angeli (Roma, Michelangelo,

    1561) all'interno dello spazio voltato del tepidarium delle terme di Diocleziano, ottenuto aggiungendo alcuni

    setti murari e un profondo presbiterio, garantendo il rispetto dei resti archeologici. La chiesa ha un insolito

    sviluppo trasversale, che sfrutta tre campate contigue coperte a crociera, a cui sono aggiunte due cappelle

    laterali quadrate. Roma, chiesa di San Marco (nel 1740 Filippo Barigioni duplica i sostegni lasciando distinte

    le parti antiche da quelle moderne). Firenze, la cupola di Santa Maria del Fiore (F. Brunelleschi,1420-1436).

    il completamento di Brunelleschi, che parte dalla preesistenza arnolfiana, perseguito con libert di ideazione,

    ponendosi come esempio di artisticit e sincerit. Brunelleschi attinge ora dalla tradizione costruttiva romana,

    ora fiorentina. Il motivo della spina pesce attinge dalla tradizione veneta e orientale. La costruzione di

    arconi e vele deve procedere parallelamente su tutto il perimetro ogni strato di posa si configura come un

    anello chiuso autoportante. Si tratta infatti, nonostante la pianta ottagona, di una cupola di rotazione.

    Procedendo dal basso verso lalto diminuisce la sezione degli arconi e si passa dalla pietra al mattone

    disposto in un apparecchio a spina pesce secondo la corda blanda. Santa Maria delle Grazie (Milano, D.

    Bramante - G. A. Amadeo, 1463-1490): Ludovico il Moro intende modificare la chiesa domenicana in sepolcro

    di famiglia. Modelli ispiratori per il nuovo nucleo centrico e cubico sono la Sacrestia Vecchia fiorentina e il San

    Lorenzo a Milano . La sostituzione dellabside e del transetto con la tribuna triabsidata un esempio di sintesi

    ed armonia compositiva. Non mancano rinvii alla tradizione locale come ad esempio lalta finestra rettangolare

    con colonna centrale nel tiburio. Pur nellautonomia della concezione evidente il condizionamento della

    preesistenza a partire dalla forte dilatazione delle absidi laterali per garantire lallineamento con lampiezza

    delle navi minori. Santa Maria Novella a Firenze: il completamento di L. B. Alberti tra il 1458 e il1478,

    perseguito con continuit, non rinuncia del tutto alla novit dellideazione. Tutti gli elementi gi eseguiti

    vengono ricondotti allinterno di una nuova composizione dove prevale lordine classico, pur rispettando le

    preesistenze attraverso un accordo complessivo riconducibile al concetto albertiano di concinnitas. Loriginale

    combinazione colonna-pilastro agli estremi della facciata allargata oltre i muri perimetrali della chiesa.

    Linterruzione delle arcatelle cieche agli estremi della facciata un indizio a favore dellipotesi sulla loro

    preesistenza. Colonna antonina a Roma, criteri statici per il capitello adottati da D. Fontana (1543-1607):

    esempio di restauro di un monumento antico, inteso pi come fatto di scultura, in cui prevale linteresse

    artistico. Il Duomo di Pienza progettato da B. Rossellino (1459-62): sostituzione di un monumento romanico

    con lintento di fare unopera completamente nuova. Basilica di San Pietro a Roma: demolizione e

    ricostruzione, in questo caso listanza progettuale supera quella conservativa.

    La CONTRORIFORMA le tesi di Martin Lutero, questioni dibattute: il primato del papa, la figura della

    Vergine, il culto delle reliquie, in discussione il tema dellautenticit dei fondamenti della Chiesa, scisma e

    guerre di religione, 1548: Concilio di Trento. Riorganizzazione della Chiesa per recuperare la purezza e

    lautenticit perdute. Limpegno di cardinali ed intellettuali cattolici: - Antonio Bosio (1575-1629) (visita le

    catacombe e riscopre i simboli cristiani) - Carlo Maria Borromeo (1538-1584) (riscopre le chiese

    paleocristiane: quadriportico, nartece) - Cesare Baronio (1538-1607) (Scrive gli Annales che rappresentano

    una delle prime vere e proprie opere di storia ecclesiastica in campo cattolico, basata su una attenta e

    scrupolosa analisi critica delle fonti documentarie. Studia le cronache dei primi martiri cristiani; promuove

    restauri di molte chiese medievali: ripropone i mosaici, lambone, il pulpito, la cattedra episcopale). Attenzione

    filologica e intento apologetico. SS. Nereo e Achilleo, Roma, IX sec., XV sec., interventi di restauro e

    decorazione, 1597. Dietro l'altare c' il trono episcopale in stile cosmatesco, sul quale sono iscritte le ventotto

    omelie di papa Gregorio I. Il cardinale Baronio, ne ordin l'iscrizione, ma non sapeva della traslazione delle

    reliquie dalle catacombe, e pens dunque che fosse questo il luogo riferito da Gregorio Magno. Il seggio

    episcopale viene realizzato impiegando elementi di recupero. Il Laocoonte, Roma, Musei Vaticani, II sec. a.C.

    Il restauro del 1532 e il restauro del 1906: la ricostruzione di Giovanni Antonio Montorsoli (1507-1563), pur

    suscitando molti dubbi, incontr un ampio favore (tanto che venne mantenuta per molto tempo), sacrificando

    cos alla seduzione di un gesto tanto carico di suggestioni la consapevolezza di un errore filologico.

    Il BAROCCO (XVII secolo) Roma, il Pantheon: G. L. Bernini demolisce il campanile romanico sostituendolo

    con due campanili di gusto barocco, conservati fino al 1883, quando si decide di demolirli, in nome di un

  • ritorno allantico. Il lato sinistro del pronao viene restaurato da G. L. Bernini, il quale rimette in piedi la colonna

    dangolo (ante 1632) rifacendo il capitello corinzio segnandolo con il simbolo araldico di Urbano VIII Barberini

    e sostituisce gli altri due (1667) segnandoli con il simbolo araldico di Alessandro VII Chigi. Roma, S. Giovanni

    in Laterano (F. Borromini, 1644-1650). Innocenzo X, non volendo abbattere le antiche strutture murarie per

    non cancellare le testimonianze costantiniane, impose a Borromini il rispetto non solo formale, ma anche

    materiale delle antiche murature. In questo caso consolidamento, restauro e progettazione sono strettamente

    integrati. Borromini ingabbi le precedenti rovinatissime colonne a due a due entro grandi pilastri.

    Racchiudendo le vecchie pareti in muri doppi aperti da finestre ovali, nella navata principale pose nicchie

    incurvate verso l'esterno e le racchiuse tra i pilastri, mentre le navate laterali furono coperte con vari tipi di

    volte a botte e ribassate con cupolette. Per salvare le lapidi e le memorie medievali e rinascimentali egli oper

    nel successivo pontificato di Alessandro VII un capillare lavoro di smontaggio dei monumenti antichi,

    inserendo gli elementi caratterizzanti dei primi in monumenti commemorativi da lui creati. Le rielaborazioni

    incontravano un tale favore da essere valutate positivamente anche dai classicisti pi rigorosi, come Orfeo

    Boselli (15971667) il quale nonostante professasse una rigida obbedienza allAntico e disprezzasse

    apertamente le sculture di Bernini, ne apprezz i restauri giocati sulla combinazione di antico e moderno. I

    restauri del Bernini, infatti, mostrano la chiara tendenza ad allontanarsi dal linguaggio antico per lasciare libero

    corso allimmaginazione barocca. Roma, Ares Ludovisi, fine IV secolo: restauro di G.L. Bernini (1622).

    Roma, Hermes Loghios, copia romana delloriginale greco: restauro di A. Algardi (1631); egli integra le parti

    mancanti aggiungendo la verga del dio Mercurio nella mano destra ed un borsellino nella mano sinistra, poi

    rimossi agli inizi del XX secolo. La statua un tipico esempio di rielaborazione barocca perch completa un

    torso nella posa di antico oratore con libere integrazioni probabilmente ispirate ad un Mercurio in bronzo

    realizzato, sebbene in stile antico, nel Rinascimento.

    Il SETTECENTO un secolo di riforme e grandi trasformazioni per la nuova classe borghese, la revisione dei

    tradizionali principi e la diffusione della nuova ideologia tra vasti strati di popolazione. Unico criterio di verit ed

    elemento stabile di certezza la ragione, la verifica critica : ricerca delle leggi che presiedono alla vita

    attraverso il metodo matematico-scientifico. I dati che provengono dal passato vengono sottoposti a verifica

    critica. LIlluminismo abbraccia tutto lo scibile dalla scienza alla filosofia, si afferma una capacit razionale

    In grado di illuminare i temi cruciali della cultura contemporanea [lo stato di diritto (rivoluzione francese), la

    filosofia moderna (Kant)] Antonio Ludovico Muratori e la storia, come pubblicazione di fonti: la necessit di

    studiare il documento originale edizione filologica delle fonti. Il nuovo approccio si trasferir dalla

    storiografia agli altri campi, compreso il restauro. Eruditi, storici e antiquari cominciano a studiare lantichit

    sulla base delle fonti originali, ci si chiede se le opere da sottoporre a restauro rispettino il principio

    dellautenticit, e di conseguenza si richiede che il restauratore non sia un artista ma un tecnico per evitare

    che riplasmi lopera. In Francia nel 1751 viene pubblicata lEncyclopdie (il testo su cui si fonda la cultura

    settecentesca): lintento quello di organizzare in modo chiaro, razionale e scientifico le conoscenze raggiunte

    nelle singole attivit pratiche e fra queste larte che, dopo il Settecento, smette di essere unattivit legata alla

    capacit immaginativa del singolo artista; invece larte fatta di pennelli, colori, materia. NellEncyclopdie

    compaiono le descrizioni degli strumenti dellartista e tavole grafiche che mostrano le modalit di lavorazione.

    In architettura si cerca di capire scientificamente come stanno in piedi gli edifici e quindi anche come possono

    essere restaurati. Quanto prima era frutto di un sapere empirico, ora viene razionalizzato e compreso

    scientificamente. Larte un fenomeno che pu essere studiato e il restauro la tecnica che si inserisce in

    questo sapere razionale. Il rinnovamento settecentesco investe anche il campo dellestetica. Il filosofo

    Baumgarten pubblica Aesthetica (1750) che segna lavvento della filosofia dellarte. Giambattista Vico

    riconosce la ragione come principale strumento conoscitivo, rivendica accanto al ruolo di scienziati e

    filosofi anche quello dei poeti: si pu indagare la realt tramite la poesia e lintuizione; arte, scienza e ragione

    hanno una funzione conoscitiva. Il ruolo intuitivo dellarte nel Settecento tende ad assumere maggiore dignit

    con Immanuel Kant (Critica del giudizio, 1790): larte ha la facolt di conoscere il bello ed ha la stessa dignit

    della scienza e della filosofia (tanto che Shelling considerer larte la massima forma di conoscenza).

    La rivalutazione dellarte classica e gli scavi archeologici: Ercolano (1709), Villa Adriana (1734), Pompei

    (1748). Nel campo della storiografia artistica il rinnovamento legato a Johann Joachim Winckelmann (La

    storia dellarte presso gli antichi, 1763) il quale mostra una diversa e nuova impostazione della Storia dellArte

    (moderna): non pi biografie di artisti, ma ciclo evolutivo. W. in Italia a servizio dei cardinali Archinto e

    Albani: viene nominato Prefetto delle Antichit (1736); ordina, classifica, suddivide: epoche, artisti, opere;

    sposta lattenzione dal modello ideale allesempio concreto; distingue le culture artistiche suddividendole in

  • periodi (arcaico, dello splendore, della decadenza). Per la prima volta un oggetto darte si colloca

    consapevolmente in precise condizioni di tempo e di luogo: lapprofondimento degli studi archeologici diventa

    indagine scientifica. Winckelmann amplia la visione dellarte antica: integra la visione storica con la

    valutazione artistica e pone le basi scientifiche alla ricerca archeologica (impostazione scientifica nello studio

    dei reperti). Le opere darte sono oggetto di valutazioni storico-artistiche e diventano oggetto delle prime cure

    conservative. Da qui, il restauro moderno. Il distacco tra passato e presente: il passato ha un valore storico

    permanente (anche se pu essere sottoposto alla relativit del giudizio). Lopera del passato non pu ricevere

    ulteriori rielaborazioni formali ed ha un valore storico concluso perch documenta una cultura irriproducibile e

    quindi deve rimanere quel che . Se il valore storico permanente, si pone lesigenza della conservazione.

    Nasce il restauro modernamente inteso, che un atto distinto e storicamente autonomo rispetto al processo di

    definizione dellopera: un atto teso alla conservazione e trasmissione al futuro di unopera. Al Settecento

    risale lodierna organizzazione dei musei con accesso al pubblico e opere spesso disposte secondo un

    percorso che segue un criterio cronologico. Tra il 1739 e 1750 diventano accessibili le collezioni di opere

    darte (Roma, museo capitolino; Vaticano, museo Pio - Clementino).

    La Legislazione precisa il concetto di bene culturale: - 30 settembre 1704: editto del cardinale G. Battista

    Spinola (1681-1752) Sono importanti le antiche memorie ed ornamenti di questalma citt di Roma, quali

    tanto conferiscono a promuovere la stima della sua magnificenza e splendore appresso le nazioni straniere;

    come pure vagliono mirabilmente a conferire ed illustrare le notizie appartenenti allIstoria (attrattive turistiche,

    fonti documentarie) - 10 settembre 1733: editto del cardinale Alessandro Albani (1692-1779) questa alma

    citt, a cui sommamente importa il conservarsi in essa le opere illustri di scultura e pittura, e specialmente

    quelle, che si rendono pi stimabili e rare per la loro antichit, la conservazione delle quali non solo conferisce

    molto allerudizione s sacra che profana, ma ancora porge incitamento a forestierie d norma sicura di

    studio a quelli che si applicano allesercizio di queste nobili arti(fonti di erudizione, attrattive turistiche, fonti

    di ispirazione per artisti).

    Il RESTAURO NELLA PITTURA: il restauratore anche un tecnico, capace di proporre soluzioni scientifiche,

    non inventa pi, non ricrea la forma originaria. In pittura era consuetudine pulire i dipinti con il vino greco, per

    poi ridipingere sopra loriginale. Carlo Maratta viene incaricato del restauro degli affreschi della Galleria di

    Raffaello nella villa Farnesina a Roma, che esegue nel modo tradizionale, ovvero ridipingendo sui colori

    antichi. I colori spenti vengono ravvivati ricorrendo alla sanguigna. Le porzioni di intonaco degradate vengono

    consolidate con grappe a T. Giovanni Bottari critica il restauro perch aveva compromesso lautenticit. Egli

    chiede un atteggiamento neutrale. Luigi Crespi (1709-1779) introduce il concetto di patina (il dipinto vecchio

    ha preso la sua patina dalla calce, dallaria, dalla polvere e dallumido: la qual patina difficilissima, per non

    dire impossibile, da imitarsi); si oppone alluso del vino greco perch compromette la patina; distingue la

    conservazione dal restauro: non si possa fare altro che attendere a conservare, al meglio che si pu,

    avendosi cura, invece, di rimuovere le cause del danno; anticipa il concetto di reversibilit: Trattasi di

    unaggiunta che pu ad ogni ora levarsi a piacimento senza lesione del vecchio; supera lidentificazione

    rinascimentale dellArtista con il Restauratore: un artista pu essere perito ed eccellente nella sua maniera,

    ma incapace di ritoccare una pittura in maniera diversa dalla propria; promuove il minimo intervento: debban

    rispettarsi, n aver lardimento di mettervi mano; distingue lintegrazione dallautentico.

    Pietro Edwards (1744-1821), Direttore di un Istituto, sorto a Venezia, che si occupa della Conservazione dei

    Monumenti e dei Dipinti della Repubblica enuncia i principi cui attenersi nei lavori di restauro: cautela nelluso

    di nuovi materiali, divieto di ritoccare, integrare le lacune con materiali reversibili.

    Il RESTAURO NELLA SCULTURA: Antonio Canova (1757-1822) contrario ad ogni aggiunta integrativa

    delle opere darte antiche, e, consapevole dellalterit dellantico, si oppone alla pulitura dei marmi fidiaci del

    Partenone: un sostenitore del non-restauro. Bartolomeo Cavaceppi (1717-1799) la mano operativa di

    Winckelmann ed il pi noto restauratore di statue di fine 1700. Nel 1786 enuncia una sorta di decalogo per i

    restauratori: astinenza dal completamento in caso di dubbio; seguire la maniera antica e non il virtuosismo fine

    a se stesso; divieto di mutilare loriginale per le integrazioni; integrare con la stessa materia, ma adeguarsi allo

    stile; le commessure devono essere irregolari e casuali; divieto di lustrare le superfici corrose dal tempo.

    Il RESTAURO IN ARCHITETTURA: linteresse per i principi teorici dellarte classica e la pubblicazione dei

    trattati: Vitruvo, De architectura; Jacopo Barozzi da Vignola, Regola delli cinque ordini darchitettura;

    Francesco Milizia, Principi di architettura civile. F. Fuga (1699-1782), uno dei promotori del Neoclassicismo,

    attinge da P. da Cortona (1596-1669): aggiunge allantica facciata di Santa Maria Maggiore a Roma, decorata

    con mosaici duecenteschi, una seconda facciata che non intacca quella preesistente. Concepisce un fronte

  • aperto che unisce i due edifici adiacenti creando un diaframma al di l del quale permane lantica facciata; A.

    Galilei (1691-1736) attinge dal repertorio palladiano; G. Battista Piranesi (1720-1778) trasformazione di S.

    Maria del Priorato di Malta (1764-67): la piccola chiesa, dallimpaginato classico, evoca all'esterno il modello

    architettonico di un tempio romano, arricchito da una decorazione fortemente sperimentale: una bizzarra

    rielaborazione dellantico composta di elementi, qui fortemente simbolici, recuperati a nuova vita. Allinterno

    riecheggia soluzioni barocche: le volte a lacunari esangolari sono una chiara citazione delle celebri cupole

    borrominiane. G. Quarenghi, il rifacimento interno di S. Scolastica (1769 c.): entrato in possesso di una copia

    dei Quattro Libri d'Architettura di Andrea Palladio, Quarenghi decise di indirizzarsi verso lo studio dell'antico,

    disegnando e rilevando gli edifici di Roma antica. La chiesa medievale viene trasformata in una basilica con

    volta a lacunari e con una soluzione absidale che riecheggia gli antichi ninfei Le due colonne in marmo

    cipollino che sostengono la tribuna dingresso provengono dalla villa di Nerone. Il coro risale al XVII secolo e

    apparteneva alla precedente chiesa romanico-gotica, le cui strutture murarie risultano ben visibili dal cortile

    dellAssunta e dalla volta della chiesa attuale; Citt del Vaticano, cupola di San Pietro: fine 1600 i primi

    allarmismi e nel 1740 papa Benedetto XIV consulta architetti, capomastri e matematici, oltre a G. Poleni e L.

    Vanvitelli: Poleni e Vanvitelli affrontano il problema ricorrendo ad un metodo scientifico. Studiano lequilibrio

    ricorrendo al modello della catenaria. Registrano tutte le lesioni mettendo a punto un vero e proprio quadro

    fessurativo. Le cause vengono imputate allinvecchiamento delle malte e alla insufficiente sezione del

    tamburo. Poleni suggerisce 5 cerchiature da aggiungere alle 2 esistenti messe in opera da G. Della Porta e

    Vanvitelli traduce lidea di Poleni progettando cerchiature con un giunto a forchetta. Vengono aggiunti tiranti

    a tre occhielli per consolidare i contrafforti allaltezza del tamburo. La novit dellintervento sta nel metodo e

    nellobiettivo che consolidare conservando, dunque, evitando ogni revisione formale. Quello che conta la

    sicurezza statica.

    I RESTAURI ARCHEOLOGICI nel XIX secolo a ROMA: Quadro legislativo nello Stato Pontificio tra Settecento

    e Ottocento. 1704: Editto del cardinale G. B. Spinola (i reperti sono testimonianze storiche e attrattiva turistica)

    1733: Editto del cardinale A. Albani (i reperti sono anche fonte di ispirazione e norma da rispettare)

    1802: Editto del cardinale Doria Pamphili (chirografo di Pio VII) (ripristinata la carica di Ispettore Generale

    delle Belle Arti e Antichit; obbligo di notificare ai Commissari ed Ispettori per le Antichit i reperti rinvenuti da

    scavi archeologici) 1820: Editto del cardinale Pacca (commissioni centrale e periferiche; vincoli; tassa per le

    esportazioni; estensione della tutela agli oggetti darte e di tradizione popolare; diritto di prelazione)

    Roma, Colosseo, sottoposto a lavori nel 1806-1807: sperone orientale realizzato da R. Stern (1806-1807),

    sperone occidentale realizzato da G. Valadier (1823) (lintervento preceduto da puntellature lignee costituite

    da elementi verticali e diagonali, a 45, per contrastare provvisoriamente le spinte degli archi); Roma, Arco di

    Tito, lo scavo e il restauro di G. Valadier (1818-1824); Roma, il Tempio di Ercole Vincitore (II sec. a.C.),

    detto di Vesta. Nel XII secolo vengono tamponati gli intercolumni ed il tempio trasformato in chiesa dedicata a

    Santa Maria del Sole per interessamento dei Savelli. Durante il periodo francese (1809-1814 ) si decide il

    ripristino. Restauro di G. Valadier (1809-14): Valadier esegue il consolidamento fondale, la correzione del fuori

    piombo delle colonne, la eliminazione dei tamponamenti, la conservazione del muro della cella, la sostituzione

    delle travi lignee in copertura. Altre sistemazioni di G. Valadier: arco di Settimio Severo a Roma, tempio di

    Antonino e Faustina a Roma. Luigi Canina si occup nel 1848 degli scavi nella via Appia Antica ma anche

    della sistemazione dei resti scavati ai lati della via come passeggiata archeologica, con l'inserimento dei

    frammenti di decorazioni e sculture in nuove quinte in muratura, che riproponevano la facciata degli antichi

    sepolcri. Egli restaura il Portico degli Dei Consenti sotto il Campidoglio. Le colonne originarie vengono

    ricomposte e trattenute da cerchiature di ferro. Colonne di travertino, basi e capitelli schematici, reintegrano le

    parti mancanti.

    I RESTAURI ARCHEOLOGICI nel XIX secolo ad ATENE: I primi tentativi di valorizzazione dellAcropoli

    risalgono al 1830, ad avvenuto riconoscimento dellindipendenza dello stato greco dal dominio ottomano

    (Ottone I di Monaco di Baviera). Leo von Klenze nel 1834 traccia le linee direttrici degli interventi sullAcropoli:

    sistemazione ad area archeologica; scavi e restauri; eliminazione delle aggiunte; allestimento di un museo.

    Il tempietto di Athena Nike, 1835-36 (Ludwig Ross, Eduard Shaubert, Christian Hansen) -1844-45 (Pittakis).

    Nel 1686 il tempio di Athena Nike viene completamente demolito dai Turchi ed i suoi elementi inseriti nelle

    opere fortificate davanti ai Propilei. Nel 1833, quando vengono demolite le fortificazioni, si rinvengono

    frammenti del crepidoma, lintero basamento della cella e le basi di due colonne. Dal 1835 al 1836 i due

    architetti Shaubert e Hansen e larcheologo Ross eseguono la prima riuscita anastilosi, seppure con alcune

    imperfezioni. Le inserzioni nelle colonne sono in pentelico, evitando gli ornati, mentre le murature della cella in

  • pietra porosa. Dal 1844 al 1845 Pittakis conclude il lavoro completando le murature ovest e sud, rimontando

    parte dellarchitrave del portico. Tra il 1934 e il 1940 iniziano gli studi preparatori per una seconda anastilosi

    affidata a Balanos che inizia lo smontaggio, poi proseguito da Orlandos: si realizza un solaio in c.a. al di sotto

    del piano di spiccato inclinandolo verso ovest, si restaura il bastione integrandolo sul lato ovest e rifacendolo

    sul lato sud, i calchi in terracotta della prima anastilosi vengono sostituiti con calchi in cemento, le integrazioni

    vengono fatte impiegando in parte pentelico e in parte marmi antichi, si reintegrano fregio e cornice con

    ulteriori frammenti originali, alcuni elementi della cornice vengono collocati in maniera convenzionale (non

    essendo certa la loro posizione assoluta). LEretteo nel corso del tempo soggetto ad una serie di modifiche:

    inserito un muro con finestre negli intercolumni del lato ovest; subisce due incendi (I e III sec. d.C.); varia la

    distribuzione interna a causa della trasformazione in chiesa, con la loggia delle cariatidi adattata a battistero

    (V-VI sec. d.C.); sotto il dominio turco usato come abitazione e deposito di munizioni, il che comport il

    tamponamento del portico nord; Lord Elgin trafuga la 3^ cariatide (1801-1806), oltre ad una colonna del portico

    est. Nel corso dellOttocento lEretteo era ormai gravemente danneggiato: le murature nord e sud erano quasi

    completamente crollate, i portici compromessi. Dal 1835 al 1845 L. Ross e K. Pittakis eseguono gli scavi ,

    rimuovono in parte il tamponamento del portico nord, rinvengono frammenti di due cariatidi, avviano i restauri.

    Pittakis tra il 1837 e il 1840 ricostruisce parte dei muri sud e nord, consolida alcune colonne dei portici nord ed

    ovest, ricolloca la 4^ cariatide (4) crollata nel 2 assedio allAcropoli (1827-1833); A. Paccard tra il 1846 e il

    1847 ricompone la 6^ cariatide reintegrandola con inserti di marmo e colloca una copia in terracotta della 3^

    cariatide trafugata da Lord Elgin. Nel 1852 le tre colonne superstiti della facciata ovest crollarono a seguito di

    una violenta tempesta. Negli anni successivi proseguirono gli scavi realizzati da archeologi stranieri e

    responsabili dellEforia. Dopo il violento terremoto del 1894 i lavori dellAcropoli vengono affidati a Balanos che

    lavora allEretteo dal 1902 al 1909. Il Partenone: i primi restauri a partire dal 1834. Leo Von Klenze prevede

    per il Partenone - trasformato prima in chiesa e poi in moschea, ma sostanzialmente inalterato nelle forme - un

    restauro per anastilosi, integrandone le parti mancanti per mezzo di blocchi ben riconoscibili, oltre che la

    creazione di una zona verde attorno al tempio. Nel 1834 Leo von Klenze propone: la liberazione del tempio

    dalle aggiunte e lavvio di scavi che porteranno alla luce nuovi frammenti. Tra il 1834 e il 1898 (da L. Ross fino

    a P. Kavvadias) si proseguono gli scavi, si libera il tempio dallabside e dalla moschea e si eseguono alcuni

    restauri: 1841 (K. Pittakis esegue anastilosi di alcune colonne sulle pareti nord e sud e consolida con mattoni

    le pareti lunghe della cella), 1872 (P. Kalkos esegue un arco di scarico sopra la porta dellopistodomo e N.

    Martinelli restaura il fregio ovest ed i sottostanti architravi), 1894 (un forte sisma fa crollare larchitrave

    dellopistodomo), 1898 (N. Balanos avvia una prima campagna di restauri, smontando, consolidando,

    riassemblando, che si conclude nel 1902). I Propilei: Limmagine ottocentesca la commistione tra gli

    elementi del castello fortificato (dominazione franca, 1204-1311) e di un palazzo detto torre di Franchi

    (dominazione fiorentina degli Acciaiuoli, 1388-1458). Linsieme (vestibolo, portico est, pinacoteca) era stato

    anche compromesso dalle esplosioni in epoca turca, (1640-1687). Alla fine del Settecento erano stati demoliti i

    capitelli delle 4 colonne mediane del portico ovest. Infine, Lord Elgin trafuga un rocchio ed una cornice del

    vestibolo, sul lato sud. Nel 1834 Ottone I di Baviera e Leo von Klenze optarono per un ritorno allantico,

    nonostante alcune proposte alternative, come quella di Shinkel che prevedeva la realizzazione del palazzo

    reale proprio sullarea dei Propilei. Iniziarono le liberazioni dalle sovrastrutture, i consolidamenti e le parziali

    ricostruzioni, come la gradinata di accesso (1849). Pi tardi, viene restaurato il muro di contenimento del

    bastione (1878) e viene demolita la torre dei Franchi (1882). Nel 1909 i restauri passano a N. Balanos il quale,

    dopo lo smontaggio, affronta: 1. il restauro del portico est ricorrendo al riassemblaggio dei frammenti mediante

    il cemento (dopo aver spianato le superfici di frattura), a reintegrazioni in cemento, al riassemblaggio dei

    frammenti dellarchitrave e delle travi secondarie rinforzati con travi in ferro a doppia T inserite allinterno di

    scanalature eseguite allestradosso, annegandole nel cemento forte; 2. il restauro del vestibolo attraverso la

    reintegrazione dellultima colonna ionica a nord, riassemblando il capitello, la ricomposizione di parte della

    copertura rinforzando larchitrave e le due travi secondarie con travi in ferro a doppia T, ed i soprastanti

    lacunari con barre di ferro. Le reintegrazioni dei frammenti furono realizzate con marmo anzich cemento e

    grappe metalliche.

    I COMPLETAMENTI NEOCLASSICI Carlo Barabino (1768-1835) lAnnunziata a Genova : la chiesa, eretta nel

    1508 in forme tardo gotiche, poi radicalmente trasformata in periodo post-tridentino, rimase incompiuta nella

    facciata, il cui progetto viene messo a punto da Barabino nel 1834 riprendendo una sua prima versione

    elaborata nel 1816. Il progetto fu realizzato, con variazioni e incompleto, dallallievo Giovan Battista Resarco

    nel 1840. Pasquale Belli (1752-1833) In qualit di economo allAccademia di San Luca, P. Belli amministra il

  • lascito napoleonico legato allobbligo di restaurare opere pubbliche di belle arti e antichit. Gli incarichi per il

    completamento delle facciate delle due chiese romane sono fra le opportunit professionali avute grazie al

    rapporto con il card. Consalvi, segretario di Pio VII. S. Andrea delle Fratte: il 1 ordine di G. Guerra costituisce

    il punto di partenza per la soluzione di P. Belli che nel 1826 depura lopera dagli eccessi barocchi attraverso

    un processo di semplificazione delle forme. S. Maria della Consolazione: la difficolt aggiuntiva in questo caso

    sta nel cercare un equilibrio compositivo fra il 1 ordine ed il 2, dato il considerevole sviluppo orizzontale della

    facciata. Giuseppe Valadier (1762-1839) Roma, chiesa dei SS. Apostoli: alle doppie arcate quattrocentesche

    G. Valadier sovrappone un terz ordine dichiaratamente neoclassico; fra le diverse soluzioni approntate, V.

    sceglie quella pi dichiaratamente neoclassiche; in questo caso V. non riesce a sottrarsi alle suggestione delle

    opere palladiane.

    Le RICOSTRUZIONI NEOCLASSICHE: Roma, San Paolo fuori le Mura: il 30 dicembre 1823 Valadier

    presenta un primo progetto andato perduto, di completa riconfigurazione (ottenuta conservando solo una parte

    che si era salvata dallincendio), ma di cui si serba una lettera di accompagnamento, dove chiaro il parere

    espresso sullantico edificio giudicato della decadenza, rammantato alla meglio con strutture poco o niente

    solide. Nel giugno 1824 elabora due varianti, che in qualche modo riconsiderano il portico.

    Carlo Fea, Commissario per le Antichit, insorge contro il progetto di Valadier: il recupero di un edificio cos

    antico non pu essere lasciato a chi ha le mani callose perch lavora nei cantieri, ma deve essere affidato

    agli studiosi di antichit. Leone XII, 18 settembre 1825: nessuna innovazione dovr introdursi nelle forme e

    nelle proporzioni architettoniche, e neanche negli ornamenti del risorgente edificio, se non sia per escludere

    altra cosa che in un tempo posteriore alla sua primitiva fondazione, pot introdurvisi dal capriccio dellet

    seguente. Nel novembre 1825 G. Valadier indotto a ritirarsi. Il progetto affidato a Pasquale Belli (1825-

    1833). Luigi Poletti riprende il progetto di Pasquale Belli, proseguendolo e completandolo (1833 - 1869):

    ridisegna le colonne ad unico ordine, riproduce i medaglioni con i pontefici, inventa un soffitto rinascimentale,

    proietta lordine principale anche sulla navata estrema, regolarizza i muri, inserisce al secondo ordine paraste,

    l dove non erano mai esistite. Il portico, limitatamente alla facciata, viene messo a punto da Vespignani che

    conclude i lavori nel 1882.

    La FRANCIA tra il XVIII e il XIX secolo. 1789: la Rivoluzione francese. 1792/95: la Repubblica e la

    Convenzione Nazionale. I provvedimenti di tutela: inventariare i beni incamerati, distruggere le opere

    appartenute alla feudalit purch non abbiano valore artistico, proteggere le opere darte che non hanno

    alcuna complicit con il passato. Pubblicazione del Bollettino Monumentale: il 1 numero dedicato al

    vandalismo (il vandalismo rivoluzionario, il vandalismo imprenditoriale, il vandalismo dei classicisti). Victor

    Hugo (movimento medievalista): guerra ai demolitori. 1794: 1 provvedimento a favore della

    conservazione delle opere di propriet della nazione, su proposta di Joseph Lakanal, promulgato da Henry

    Gregorie. Le contraddizioni: sfasamento tra i principi e la prassi (la distruzione delle tombe dei Re a Saint

    Denis). Arcisse de Caumont fonda lAssociazione francese per la conservazione e la descrizione dei

    monumenti storici. La compresenza delle due diverse anime: classicista e medievalista. La formazione

    classica degli architetti. La dicotomia tra la cultura dominante (classicista) e i compiti reali da affrontare

    concretamente (monumenti medievali da restaurare). 1802: Chateaubriand: il genio (= carattere) del

    cristianesimo e il bello morale cristiano contro il bello ideale pagano. Si riconsacrano le chiese, si restituiscono

    agli edifici religiosi le sculture sottratte. In Francia non c stata una interruzione traumatica del gotico. La

    fiorentissima letteratura gotica (1700 - 1830). I monumenti medievali sono opere darte. La rinascita del gotico

    e la protezione dei monumenti. Arcisse de Caumont in un suo articolo suddivide la storia per epoche e

    classifica le architettura per modelli. Lapproccio corrente degli architetti verso i monumenti segue leducazione

    classicista ed il criterio cronologico. De Laborde, I monumenti di Francia classificati cronologicamente (1816).

    (1791-1816): A. Lenoir allestisce il Petit Augustains = museo di antichit medievali (sistema cronologicamente

    e progetta in stile lambiente), Quatremere de Quincy e la conservazione in situ. I primi documenti francesi

    parlano di manutenzione. spesso si ricorre al restauro che unoperazione permessa dal concetto di stile.

    Lunit di stile: restauro= operazione che restituisce al monumento lo stile a lui dovuto.

    Il PERIODO DELLEMPIRISMO: Parigi, Saint Denis; Rouen, chiesa di Saint - Ouen.

    Il PERIODO DOTTRINARIO: Il restauro ha inizio concretamente in Francia nel 3 decennio del 1800. Nel

    1830 lispettore dei monumenti storici visita i Dipartimenti, promuove la manutenzione, lanello di

    congiunzione con studiosi e autorit, si informa sulla dispersione degli oggetti mobili. 1830 - 1834: Ludovic

    Vitet (1 Ispettore storico) immedesimazione del restauratore nellautore, conoscenza delle tecniche del

    passato, restituire laspetto originario per severa induzione (dal frammento allunit dellopera secondo un

  • procedimento scientifico), il restauro deve passare inosservato. 1835: Prospere Merime (2 Ispettore):

    restaurare = conservare quanto esiste o, al limite, riprodurre quanto esistito, reintegrare secondo le regole

    dello stile, in assenza di tracce antiche, copiare motivi analoghi di un edificio dello stesso tempo e dello stesso

    luogo. 1840: codificazione del restauro del monumento secondo lo stile a lui dovuto. 1844: relazione su Notre

    Dame, di Leon de Melville al Consiglio Generale delle Costruzioni Civili: riprodurre una decorazione mutila o

    raddrizzare un pinnacolo vacillante significa far rivivere il monumento e non profanarlo. 1849: pubblicazione di

    una istruzione per conservare e manutenere gli edifici diocesani. Il restauro sempre una necessit

    incresciosa che pu essere prevenuta da una intelligente manutenzione. Viollet le Duc (1814 - 1879):

    distingue tra: costruire unopera nuova e restaurare unopera del Passato. Scrive lEntretiens sur larchitecture

    (1869): linteresse per il problema costruttivo e la buona architettura espressione dei principi strutturali,

    contro l'arbitrio e le convenzioni delle leggi Accademiche, linteresse per larte gotica, luso appropriato dei

    materiali nellarchitettura gotica, gli aspetti tecnici e funzionali, la coerenza tra forma e struttura nellarte gotica.

    Viollet, quando progetta ex-novo, reinterpreta il passato assumendolo come riferimento ideale. Progetta opere

    moderne. Il duplice concetto di stile in V. Le Duc: insieme di regole liberamente interpretabili, insieme di forme

    storicamente determinate da restituire filologicamente attraverso unoperazione scientifica. Nel restauro si

    restituisce uninterpretazione gi data. V. Le Duc, come teorico del restauro, 2 presupposti: umilt verso il

    monumento, immedesimazione nellarchitetto primitivo. 2 momenti: togliere le aggiunte per riportare lopera

    allorigine, colmare le lacune seguendo le regole dello stile o il principio analogico. Restaurare un edificio

    ristabilirlo in uno stato di integrit che potrebbe non essere mai esistito. Regola: restituire lunit di stile quando

    le aggiunte non costituiscono valori storici o artistici importanti. La deroga al principio dellunit di stile: in tutti

    gli altri casi si conserva lesistente (voce restauro: prevalgono le ragioni delle fasi costruttive). Per restaurare

    sono necessari: indagine storica, rilievo, conoscenza delle tecniche costruttive, fotografie. Vezelay, la

    Madeleine: 3 navate, 10 campate (6 campate romaniche, 4 campate gotiche, coro gotico): lavori di

    puntellamento, ricostruzione di parti pericolanti (volte), conservazione del coro gotico, lavori di

    sottofondazione, restauro delle parti degradate, rifacimento delle sculture, eliminazione delle tinteggiature,

    smontaggio e rimontaggio del finestrone gotico, rinuncia al completamento della torre in facciata. Parigi, Notre

    Dame, restauro (1845 - 1864): 1819: incarico a Godde, 1842: rimozione di Godde dallincarico, 1844:

    prescelto il progetto di Viollet e Lassus, 1845: inizio lavori, 1864: fine lavori. (Proponiamo il ripristino di tutte le

    sculture, perch ogni elemento importante in questo insieme unitario di statue e di bassorilievi. Non si pu

    lasciare incompleta una pagina tanto mirabile, senza rischiare di renderla inintelligibile). Malgrado lidea

    generale di non completare, si decise la ricostruzione della guglia.1792: distruzione. 1844: progetto ispirato

    alla guglia originaria, ma nella realizzazione Viollet si discost dal disegni ed aggiunse le statue degli apostoli

    e di Viollet. Viollet e Lassus inserirono alcuni elementi illustranti lo stato anteriore delledificio a titolo di

    esempio: le finestre della navata e del coro, risultato di una modifica del XIII secolo, secondo il progetto

    dovevano essere ripristinate (XII secolo); furono riaperti alcuni dei rosoni originari antecedenti alle finestre

    nella navata, nel transetto e nel coro. Altri restauri di V. Le Duc: Sainte Chapelle; cattedrale di Saint Denis;

    Carcassone; il castello di Pierrefonds. Gli epigoni di viollet le duc: Paul Abadie: Chiesa di Santa Croce

    (Bordeaux) e Cattedrale di Angoulme.

    Gli orientamenti estetici e letterari in INGHILTERRA tra Settecento e Ottocento. XVII secolo - XVIII secolo:

    Rivoluzione Industriale: lavoro minorile, inquinamento, urbanizzazione e sradicamento sociale, il prodotto

    industriale frutto di un lavoro parcellizzato, lo scalpellino del Medioevo e loperaio del XVIII secolo. Gli

    architetti inglesi mantengono un forte legame con la tradizione gotica: il gotico sempre stato lo stile

    nazionale. Christopher Wren, classicista, progetter anche in gotico (abbazia di Westminster). Kenneth Klark:

    revival gotico (riscoperta) e survival gotico (sopravvivenza). Abbazia di Westminster (Londra, XI - XV sec.)

    Progetto per il restauro del transetto nord. Wren propone la rimozione di aggiunte recenti per restituire al

    prospetto la forma originaria: interesse di restituire lunit stilistica allinsieme. La sensibilit estetica legata

    allidea del sublime. Edmund Burke, A philosophical enquiry into the origin of our ideas of the sublime and

    beautiful, 1750. Sublime: conflitto, scontro, tensione fra elementi in contrasto. Si apprezza ci che

    decadente, il rudere. Lo scontro tra lopera compiuta delluomo e linfinitezza della natura. Joseph Gandy, la

    Banca dInghilterra concepita come rovina. J. Soane colleziona frammenti architettonici e scultorei antichi

    riportati dai suoi innumerevoli viaggi allestero. E evidente nellesposizione dei reperti il gusto per il capriccio, il

    pittoresco, interpretato in chiave emotiva al contrario dello spirito razionale classificatorio riscontrato invece in

    A. Lenoir. J. M. William Turner (1775 - 1851): Ombra e tenebre. La sera del diluvio, 1843 (nella pittura si

    predilige lirregolare, lo smisurato, il colossale, lindistinto. il momento in cui le acque stanno per abbattersi

  • sulla terra per purificarla. Lincombente coltre di nubi scure e una massa globulare luminosa al centro della

    tela. La tela priva di impianto prospettico; mancano contorni e consistenza materiale). Luce e colore, il

    mattino dopo il diluvio, 1843 (il mattino dopo il diluvio il giorno della rinascita, lottimismo dellinizio, la

    speranza di un nuovo ordine di cose. Vaghe figure umane sono trascinate in un abbandono totale nel vortice

    della luce. Il colore asseconda lo stato aurorale e ne enfatizza il valore. Il rosso e il giallo danno vita ad un

    cromatismo roteante per sottolineare il potere creatore e vivificante della luce). La sensibilit estetica legata

    anche allidea del pittoresco. Pittoresco: bello malinconico, talmente bello da essere dipinto. Laggettivo

    riferito a paesaggi naturali, giardini, rovine Il giardino inglese non segue alcuna regola prospettica. Il

    progettista ricrea la natura selvaggia. In letteratura si diffonde il gusto per le gothic stories. Sono romanzi

    ambientati in castelli medievali (Sir Horace Walpole, The castle of Otranto, 1764). James Wyatt costruisce

    Strawberry Hill per H. Walpole, autore di romanzi di gusto gotico (passaggio dalle forme barocche alle forme

    neogotiche) e Fonthill Abbey per sir Beckford (si ispira ad unabbazia medievale ridotta a rudere). I materiali

    duraturi del gotico e i materiali effimeri del neogotico. XIX sec.: lInghilterra ha assorbito il gusto gotico e

    pittoresco. Si scopre una nazione con una religione secolarizzata e abbandonata. Si assiste all inurbamento e

    allabbandono di chiese e monumenti antichi. 1818: legge per la costruzione delle chiese Church building act

    (molte chiese saranno costruite in gusto gotico). John Soane (1753-1837) propone un modello di chiesa a

    pianta longitudinale a 3 navi suggerendo per gli alzati il gotico o il classico. La consacrazione del neogotico e il

    ruolo della Camden Society nella progettazione di chiese neogotiche e nel ripristino delle liturgia cattolica.

    Augustus W. N. Pugin (1812-1852): promotore del neogotico perch coincidente con la verit estetica e

    lorganicit costruttiva. Si lega alla Cambridge Camden Society che aveva fondato la rivista The

    Ecclesiologist. I temi trattati: recupero della fede, ritorno alla liturgia cattolica medievale, restauro delle chiese.

    La rivista viene chiusa perch dichiarata fuori legge e lattivit di promotore passa a Pugin. Trattato sui veri

    principi dellarchitettura ogivale ossia cristiana (sui caratteri del gotico inglese; il gotico larchitettura del

    cristianesimo; il gotico veicola il trascendente; il gotico lo stile della fede); Contrasts ( un confronto tra la

    citt inglese del XV secolo e quella contemporanea; i valori sono espressi dallarchitettura; la perfezione del

    passato e la decadenza del presente). Pugin esorta a guardare del passato non solo i ruderi ma i valori di cui

    lantica citt portatrice. Bisogna conservare la citt antica perch portatrice di valori che altrimenti andranno

    perduti. Pugin non scrive di restauro, ma sostiene lidea che conservare il passato serve a migliorare il

    presente. I restauri procedono in maniera confusionaria, molte le manomissioni. George Gilbert Scott (1811-

    1878) soffre la distinzione fra parole e fatti causata da forzati compromessi di natura professionale. Sul piano

    teorico difende la conservazione e si oppone al restauro che mina lautenticit dei monumenti. Avversa il fare

    troppo e il non sapersi fermare in tempo, come pure il preferire una fase storica rispetto ad altre. Sul piano

    operativo diventa il maggiore responsabile delle manomissioni degli antichi monumenti. La cattedrale di

    Hereford subisce due restauri (2^ met del XIX secolo e inizio XX secolo); restaurate anche la chiesa di St.

    Mary a Stafford e la cattedrale di St. Alban. John Ruskin (1819 - 1900) Seguace eccellente di A. W. N.

    Pugin, nellidea di migliorare il presente attraverso la conservazione del passato. Sostenitore dei Preraffaelliti e

    capofila del movimento neomedievale in Inghilterra: i suoi disegni sono un inno al medioevo, sono scorci,

    accenni; lattenzione si rivolge ai particolari, alle superfici, alla materia. The Stones of Venice, 1851 (le pietre di

    Venezia rappresentano i valori dei cittadini, la capacit lavorativa, la bont delle leggi) Il testo, dunque,

    unallegoria: le pietre di Venezia rappresentano, oltre che le architetture, i valori su cui si fondava la

    Repubblica. Sono qualit come il carattere, lanima, il sentimento; per cui una societ sana produce una

    buona architettura. Ispirarsi al gotico produce benfici effetti alla societ contemporanea. Mistica

    contemplazione dellopera darte; le opere del passato non ci appartengono; luomo testimone del passato

    che deve essere tramandato; conservare la natura autentica degli antichi edifici; conservare le tracce del

    tempo (la patina: sublimit parassitaria); la bellezza raggiunge la massima espressione quando ledificio porta

    i segni del tempo. The Seven Lamps of Architecture, 1848: le sette lampade, ovvero i sette principi morali che

    guidano larchitettura: sacrificio (necessario per il venerabile e il bello), verit (autenticit dei materiali),

    potenza (semplicit dei volumi e grandiosit delle masse), bellezza (ispirazione alla natura), vita (artigianalit

    delle opere), obbedienza (accettazione universale di uno stile), memoria (larchitettura serve per ricordare il

    tempo passato. Ogni architettura trasmette la memoria del passato e si fa carico dello scorrere del tempo).

    La lampada della memoria: Conferire allarchitettura una dimensione storica e conservarla (la max

    perfezione si raggiunge quando gli edifici diventano commemorativi), La terra ci stata data in consegna;

    non la possediamo, La pi grande gloria di un edificio risiede nella sua et, nella dorata patina del tempo. Il

    tempo conferisce bellezza, la quale coincide con la decadenza. Questa ben espressa dal pittoresco. Il

  • pittoresco sta nella sublimit delle fessure, delle macchie, della vegetazione, Il restauro la peggiore

    distruzione. una menzogna. Meglio demolire, sgretolare, fare zavorra delle pietre. Non abbiamo alcun diritto

    di toccare i monumenti. William Morris (1834-1896) critica i restauratori e fonda la S.P.A.B. (1877). Il

    Manifesto (1878) dal titolo Anti Restoration Movement dice di: rispettare gli edifici di ogni epoca, non alterare

    la patina, non eliminare gli strati superficiali n lintonaco antico, non eliminare le lavorazioni superficiali, non

    usare la sega elicoidale, rispettare le fasi costruttive, favorire la manutenzione per prevenire il restauro,

    ammesse le aggiunte purch non riproducano uno stile passato. RUSKIN: aristocratico e teorico; le istanze

    tecniche sono subordinate a quelle estetiche; restauro = distruzione, ammessa solo la manutenzione; non si

    sente padrone del monumento; monumento = testimonianza e simbolo di umanit e poesia

    VIOLLET le DUC: pubblico dipendente, formazione architettonica e archeologica; i problemi operativi sono

    prioritari; nel restauro il ripristino ammesso (eccezionalmente); si sente responsabile della sopravvivenza del

    monumento; importanti gli aspetti statici e duso. Marco Dezzi Bardeschi: in linea con il fatalismo ruskiniano,

    sostiene la pura conservazione: il restauro pu solo arginare la fine; il restauro non deve mai togliere, ma

    aggiungere materia; ne discende una particolare attenzione ai prodotti chimici consolidanti. Milano, Palazzo

    della Ragione: ledificio mostra tutte le sue ferite, le lacune non vengono chiuse: lintervento ha previsto il

    fissaggio degli intonaci esistenti in luogo della formazione dei rappezzi, si steso un protettivo superficiale

    trasparente su tutte le superfici. Paolo Marconi, in linea con latteggiamento retrospettivo, sostiene liper-

    manutenzione ripristino. Il restauro una manutenzione di lunga durata, volta a replicare gli strati di sacrificio.

    Ma riscoprire gli strati di sacrificio significa tornare allimmagine passata e compiere una operazione di

    ripristino formale. I monumenti ereditati dal passato non sono pi quelli originali, in quanto sottoposti a ripetute

    manutenzioni. Dal rifacimento delle superfici, si giunge al rifacimento integrale di solai, coperture, ecc.

    Un esempio di iper-manutenzione-ripristino: Villa Lante al Gianicolo a Roma, Restauro di P. Marconi

    (1980/81): Il colorito rosso mattone del la facciata era stato voluto dal precedente Direttore dell'Institutum

    Romanum Finlandiae, in ossequio al colore preferito dalla Roma umbertina fino agli anni '60 del XIX secolo,

    ricoprendo con un intonaco rustico gli stucchi originari. Si scoprono gli stucchi e gli intonaci originari.

    Lorientamento del nuovo Direttore dell'Institutum Romanum Finlandiae, l'archeologa Margareta Steinby,

    prevede di: scoprire gli intonaci originari residui, consolidandoli, e per il resto ripristinare un colorito che

    ricordasse il tono "color travertino" degli stucchi originari. La facciata dopo i lavori, in cui si nota il tono pi

    cupo degli sfondi, sul quale spiccano le paraste e gli ornati. La stesura delle tinte fu effettuata dalle stesse

    maestranze che avevano da poco lavorato a Villa Medici sotto da direzione del grande Balthus, con tocchi di

    tono freddo e caldo alternati, sulla falsariga dell'impressionismo di Seurat e Signac.

    I criteri-guida, la prassi e il dibattito architettonico in Italia nella seconda met dellOttocento

    I completamenti stilistici: Niccol Matas (1798-1872) (Firenze, S. Croce) Emilio De Fabris (1807-1883)

    (Firenze, S. Maria del Fiore. Completamento della facciata (1880-1888)

    I ripristini stilistici: Carlo Maria Maciachini (1818-1899) (Milano, S. Marco), Cesare Nava (1861-1933), Paolo

    Cesa Bianchi (1840-1920) (Milano, S. Babila), Giovanni Battista Giovenale (1848-1934) (Roma, S. Maria in

    Cosmedin), Giuseppe Sacconi (1854-1905) (Orvieto, Palazzo del Popolo (1854 - 95), Alfonso Rubbiani (1848-

    1913) (Bologna, Palazzo dei Notai, Palazzo di Re Enzo, Loggia dei mercanti, Chiesa di S. Francesco, Chiesa

    di San Domenico; Aosta, chiesa di san Michele presso santAmbrogio di Susa; Venezia, campanile di san

    Marco) Errico Alvino (1809-1872) (Amalfi, Duomo), Alfredo DAndrade (1839-1915) (Fenis (AO), castello)

    diviene Sovrintendente alle Belle Arti di Liguria e Piemonte e dirige tutti i restauri di chiese e castelli effettuati

    sino al 1915 in queste regioni. Il materiale accumulato gli permetter di curare la realizzazione del Borgo

    Medievale di Torino, al Parco del Valentino, in seno all'Esposizione generale italiana del 1884. Il Borgo

    costituisce una delle sue opere di maggiore rilievo poich in essa l'artista ha ricreato un piccolo nucleo urbano

    medievale partendo dalle esperienze architettoniche che aveva avuto modo di rilevare. Invece a Genova, a

    porta Soprana, effettua scrostamento degli intonaci delle torri, liberazione dalle aggiunte, parziale rifacimento

    del paramento lapideo, ricostruzione dei merli, sottomurazione e ricostruzione della base della torre sud.

    Federico Berchet (1831- 1909) (Venezia, Fondaco dei turchi). CAMILLO BOITO (1836 - 1914) di formazione

    veneziana, allievo di Pietro Selvatico Estense. Secondo il Maestro, il Medioevo il periodo dellunit delle

    arti, dove utilit e bellezza si collegano ed i monumenti medievali sono la materializzazione di una dimensione

    spirituale e lespressione di vita e di civilt di un preciso momento. Fu docente allAccademia di Brera (1860-

    1908), docente al Politecnico di Milano (1865-1908), membro della Giunta Superiore di BB.AA. presso il MPI

    e poeta, narratore, pubblicista. [Architettura del Medioevo in Italia, 1880 (introduzione); Ornamenti di tutti gli

    stili, 1888; Arte italiana decorativa e industriale, 1892] Lidea della verit nellarte indirizza Boito ad apprezzare

  • larchitettura lombarda che, per essere lessenza della razionalit e al tempo stesso della libera fantasia, da

    lui ritenuta compiutamente italiana. Si ispira ad un nuovo linguaggio figurativo basato sullo stretto rapporto tra

    funzione ed espressione figurativa. Il bisogno di verit diventa pi incisivo quando Boito parla di restauro: non

    ingannare n il prossimo n i posteri (1893) [Restaurare e conservare, 1893; Questioni pratiche di Belle Arti,

    1893] Il restauro basato sul concetto di monumento come documento storico, connotato dal valore

    dellautenticit. Da posizioni inizialmente prossime alla teoria di Viollet, Boito si avvicina progressivamente ai

    nuovi orientamenti prossimi alle posizioni inglesi di Ruskin e Morris fino a gettare le basi della moderna scuola

    italiana del restauro orientando il pensiero verso un metodo cauto ed equilibrato. Diviene caposcuola del

    restauro filologico: conservare senza aggiungere, rispettare le stratificazioni, rendere riconoscibili le

    intromissioni solo qualora queste fossero indispensabili. I restauri fatti bene e per tempo assicurano la solidit

    di un edificio e non ne snaturano il carattere, invece, fatti tardi e disattentamente mandano ledificio in rovina, o

    gli tolgono loriginale bellezza. Boito aderisce ad una esigenza di conservazione lontana da ogni drastico

    intervento. Reagisce contro gli arbitri interpretativi, per denuncia lo stato di abulia nei cfr. dei monumenti;

    condanna i restauri perfetti quanto ingannatori, ma al tempo stesso rifiuta la fine del monumento. Il fine ideale

    per larchitetto la conservazione: meglio consolidare che riparare, meglio riparare che restaurare. Garanzia

    per un corretto intervento lindagine filologica: convinto assertore dellindagine diretta e della ricerca storica

    ritiene che il monumento il primo documento di se stesso. Ma bisogna restituire o no la fisionomia originaria?

    Sul piano teorico cauto e prudente nella liberazione dalle aggiunte. E consapevole che: il lavorare intorno

    ad un monumento una tentazione continua: si sa dove si principia, non si sa ove si vada a finire. 1883: IV

    Congresso degli ingegneri e degli architetti. Il primo ordine del giorno articolato in otto punti: differenza di stile

    fra il vecchio e il nuovo (per le aggiunte); differenza di materiali (per le aggiunte); soppressione di sagome o di

    ornati (per le integrazioni archeologiche); mostra dei vecchi pezzi rimossi aperta accanto al monumento;

    incisione in ciascun pezzo rinnovato della data del restauro o di un segno convenzionale; epigrafe descrittiva

    incisa sul monumento; descrizione e fotografie dei diversi periodi del lavoro, deposte nelledificio o in un luogo

    prossimo ad esso, oppure descrizione pubblicata per le stampe; notoriet. I principi teorici enunciati nel 1883

    non incidono pi di tanto nella operativit boitiana, dove si registra un sostanziale ritardo. Diversamente, gli

    assunti teorici indirizzano verso un ripensamento dellorganizzazione amministrativa dellattivit di tutela e

    della normativa. Boito decide di scendere in campo nel 1879: propone la sostituzione delle Commissioni

    Conservatrici con otto Ispettorati Regionali le cui funzioni riguardano lo studio, il progetto, la catalogazione, il

    controllo; prospetta come struttura direttiva centrale il Consiglio Superiore per i Monumenti di Antichit e Belle

    Arti; si impegna perch si sottragga al Genio Civile lattivit di progettazione e restauro di edifici monumentali.

    Legge n. 185 del 1902, art. 13 Nei comuni nei quali esistono monumenti soggetti alle disposizioni della

    presente legge potranno essere prescritte per i casi di nuove costruzioni, ricostruzioni e alzamenti di edifici, le

    distanze e le misure necessarie allo scopo che le nuove opere non danneggino la prospettiva o la luce

    richiesta dalla natura dei monumenti stessi. Monumenti di importanza archeologica: Restauro archeologico

    (resti antichi) (lunico intervento ammesso lanastilosi, con minime integrazioni semplificate e distinguibili).

    Monumenti di apparenza pittoresca: Restauro pittorico (opere medievali) (si parla di restauro invisibile che

    preserva i caratteri antichi e limita la quantit di aggiunte). Monumenti di bellezza architettonica: Restauro

    architettonico (opere rinascimentali e successive) ( ammessa una maggiore libert di intervento, pur

    limitando completamenti e innovazioni). Pur fra dubbi e incertezze, la riflessione di Boito, volto a difendere

    lautenticit e loriginalit, sincentra sul rapporto dialettico, a volte contraddittorio, fra conservazione e

    restauro. La storia pu legittimare la rimozione dellaggiunta: In Questioni pratiche di belle arti (1893) Boito

    affronta, sotto forma di dialogo fra due interlocutori, alcuni nodi concettuali incentrati sulla dialettica antichit-

    bellezza. Boito concorda con A. Forcellini che ha chiuso la finestra pi lontana dallo spigolo del Palazzo

    Ducale a Venezia perch non sufficientemente antica. Leliminazione dellaggiunta in questo caso legittimata

    dalla storia. Boito ritiene sia opportuno riproporre i tamponamenti cinquecenteschi delle arcate eliminati da A.

    Forcellini, perch antichi. La conservazione dellaggiunta pu essere legittimata se questa non compromette

    lantico. Inoltre approva la rimozione dellaggiunta cinquecentesca (arco trasversale che aveva nascosto le

    colonnine binate), intrapresa da A. Forcellini, perch legittimata dallantichit e dalla bellezza e ammette il

    rifacimento (della trifora) se legittimato, come lo sarebbe in questo caso, da elementi certi. Murano, chiesa dei

    SS. Maria e Donato (1858): una delle iniziali esperienze che consentono di verificare le prime posizioni

    assunte da Boito in tema di restauro. Il fine quello di riproporre lassetto originario della chiesa.

    Losservazione diretta, anteposta qui alla ricerca darchivio e finalizzata alla ricerca degli indizi materiali certi,

    associata alla comparazione con edifici coevi ed alla conoscenza dellorganismo analizzato nella struttura e

  • nellornato. Archi, colonne, decori che suggeriscono il disegno di quanto perduto o alterato dagli interventi

    seicenteschi vanno preservati. Il restauro consiste nella eliminazione della disomogeneit stilistica e nel

    consolidamento delle strutture dissestate. Boito giudica la facciata solida ma brutta e contrastante con il

    carattere primitivo della chiesa. Mancando gli indizi certi, nellimpossibilit di ricorrere ad un criterio analogico,

    la fronte viene ideata tutta di nuovo. Il progetto non viene realizzato. Il progetto prevede un riassetto generale

    che riguarda gli accessi, i percorsi e nuovi elementi funzionali. La demolizione delle appiccicate costruzioni

    (abitazione, cappelle, sacrestia) allesterno, i rifacimenti, le aggiunte, la riproposizione di antichi elementi

    decorativi allinterno hanno pure questo scopo. Le forme restituite al monumento legano inscindibilmente

    lopera di restauro dello stile primitivo alla ricerca dello stile futuro dellarchitettura. Milano, Porta Ticinese

    (1861-65) Quando si ridisegna la viabilit urbana la porta, significativo reperto di epoca medievale, rischia di

    essere demolita. Gli ingressi al centro antico sembrano inutili e desueti ingombri. Si innesca un vivace dibattito

    fra conservatori e demolitori, che si risolve nel 1860 con la delibera di mantenimento e linizio dei lavori di

    liberazione dalle stratificazioni. Boito giudica la porta e il colonnato di san Lorenzo permanenze di epoche

    gloriose (medioevo e romanit) e riconosce alcuni indizi materiali (gli archi laterali alla base delle torri, i blocchi

    lapidei del basamento) che gli suggeriscono di ricomporre la forma prima delledificio. Boito vede nella porta

    ticinese un modello architettonico esemplificativo della tradizione medievale lombarda ed esprime il proprio

    apprezzamento per il suo carattere pregevole. Oltretutto, prosegue Boito, poich non sostenibile il suo stato

    di rudere in quanto non appartiene allet classica, legittimo riportare ledificio a quellaspetto che doveva

    presentare al tempo della sua costruzione. Per tramandare la memoria storica necessario restaurare. Per

    far conoscere la verit storica spesso non basta solo conservare ma bisogna reintegrare ci che non esiste

    pi, reintegrare sulla base di prove sicure. E questo caso mostra una quantit sufficientemente ampia di indizi

    da rendere agevole lo svolgimento del restauro. Dal punto di vista funzionale Boito decide di destinare i due

    varchi laterali al transito veicolare, aggiungere un passaggio pedonale e dare in locazione gli ambienti ai livelli

    superiori per ammortizzare i costi. La torre ovest e la parte centrale vengono coronate da merli guelfi; la torre

    est rimane incompiuta. Il paramento in mattoni e gli elementi lapidei (cornici, mostre, finestre, lastre di

    coronamento dei merli) confluiranno in quel lessico a cui Boito attinger per i progetti di architettura pubblica in

    Lombardia. Progetto ex novo del cimitero di Gallarate (Varese), 1865. Nella progettazione del nuovo, Boito

    ricerca un nuovo linguaggio figurativo che attinge dal repertorio medievale lombardo, a cui riconosce il pregio

    della sincerit costruttiva. Lessenzialit da lui ricercata perseguita attraverso volumi semplici, pareti levigate,

    uso di materiali poveri come mattoni e pietra tagliata. Le ragioni funzionali dellorganismo sono palesi

    guardando il recinto di cui sono parte integrante le cappelle. La bicromia affidata alluso del mattone e della

    pietra che consentono di attribuire espressivit alle masse murarie. Padova, progetto ex novo delle scuole

    elementari di Reggio Carrarese (1880): la chiara distribuzione interna delledificio con impianto ad L si

    manifesta in modo palese allesterno anche attraverso le aperture. Le superfici sono articolate attraverso fasce

    marcapiano e piedritti (bicromi) ribattuti nella soluzione angolare e raddoppiati in corrispondenza degli

    ingressi. Venezia, restauro di Palazzo Cavalli ora Franchetti a Campo San Vidal (1879-83) costruito nel XIV

    secolo, il palazzo subisce dei rimaneggiamenti nella seconda met del XIX secolo, che sembra abbiano

    riguardato la facciata completamente riformulata con la costruzione di una balaustra neogotica. La facciata

    viene smontata quasi totalmente e ricomposta da Boito che ristruttura e regolarizza il piano terra e

    lammezzato, elimina il poggiolo (balaustra) sulla pentafora al secondo livello, rimuove labbaino. I lavori si

    concludono con la realizzazione dello scalone donore neo-gotico collocato a nord-ovest delledificio.

    Lattenzione per i dettagli, luso di materiali pregiati, il gusto floreale nella decorazione delle pareti sembrano

    contraddire la semplicit da egli ripetutamente sostenuta. Padova, basilica di SantAntonio, Altare di Donatello

    (1893-95). Laltare, realizzato da Donatello nel 1450, fu manipolato una prima volta nel 1579-82, quando viene

    distrutta la parte architettonica e reimpiegati alcuni brani scultorei originali, ed una seconda volta, nel 1651-58,

    quando viene imbarocchito, traslato verso la cantoria e privato dei brani scultorei sparsi nella basilica. Boito,

    che conosce bene le fonti disponibili da cui estrapola notizie circa la posizione dellaltare, lidentificazione degli

    elementi scultorei, ma non la struttura architettonica dellinsieme, intende riposizionare gli elementi scultorei

    nel loro giusto punto prospettico, distribuendoli su tre livelli: le sculture a forte aggetto e di media grandezza

    in basso, i bassorilievi nella zona intermedia e le sculture a tutto tondo in alto. Dunque, una nuova

    configurazione che si ispira ai modi donatelliani attinti dalla Cantoria di Santa Maria del Fiore, dal pulpito

    esterno della Pieve di Prato, dallAnnunciazione di Santa Croce. Boito interviene laddove avrebbe dovuto

    astenersi: come nella sistemazione del Crocifisso che, pur essendo opera di Donatello colloca in una

    posizione non pertinente, e come nella posizione dellaltare che sistema sotto la cupola dellAngelo, anzich

  • nel coro. Gli ornamenti: il fregio a cerchi e conchiglie si ispira alla cantoria di Santa Maria del Fiore; mentre i

    pilastrini a cinque scanalature con base attica e capitello corinzio al pulpito della pieve di Prato. Il motivo

    decorativo della corona con le ali ed i nastri si ispirano allanalogo motivo dellAnnunciazione di Santa Croce.

    LUCA BELTRAMI (1854-1933) allievo di Boito, teorico, storico, architetto, restauratore, Beltrami ricordato

    non tanto per gli scritti, quanto per le esperienze professionali. Svolge la propria attivit con seriet scientifica

    e professionale e con impegno civile per la salvaguardia del patrimonio storico-architettonico e la costruzione

    di una efficiente amministrazione statale in questo campo (Promuove gli Uffici Regionali per la conservazione

    dei monumenti). Sostiene la verit scientifica dei dati documentari validi per la singola opera, oggetto unico e

    irripetibile. Rifiuta regole generalizzanti, si oppone alle traslazioni analogiche ed ai rifacimenti in stile delle parti

    mancanti, mentre approva regole valide per la singola opera. Ricerca fonti, segni, tracce purch sempre

    riconducibili allevento storico specifico: egli sostenitore del restauro storico. La fondatezza scientifica dei

    dati autorizza e legittima il ripristino delle parti mancanti doverano e comerano. In questo modo si argina il

    rischio della soggettivit e dellarbitrariet. Solo quando la ricerca storiografica non conclusiva, solo allora il

    restauro delegabile alle concezioni personali del restauratore che pu raggiungere, come massimo

    traguardo, la verosimiglianza. Sul piano teorico difende lautenticit attraverso un metodo basato sulla

    documentazione storicamente fedele, mentre operativamente oppone modi ripristinatori al rigore concettuale

    del criterio storico. Milano, castello sforzesco (1893-94 / 1901-05). Dalle fonti si apprende che il primo nucleo,

    di cui rimane ben poco, fu edificato in et viscontea (XIV sec.). Nel 1450 F. Sforza avvia la ricostruzione e

    lampliamento. Nel 1452 Filarete costruisce la torre sul fronte verso la citt. Pi tardi, lapporto di Leonardo e

    Bramante contribuisce a fondere in un unico organismo la fortezza con la dimora signorile. Nel 1521 la torre

    crolla a causa di un fulmine. Beltrami si oppone alla demolizione del castello, che pu essere adattato a sede

    delle Esposizioni Riunite, e redige un progetto di ricostruzione pressoch integrale sulla base del rilievo dello

    stato di fatto e una scrupolosa indagine documentaria. La fabbrica era in precarie condizioni statiche e

    compromessa da modifiche ed adattamenti. Demolisce le costruzioni giudicate prive di valore, ripristina

    paramenti, torri, reintegra profili e decorazioni, legittimando il restauro stilistico con il metodo della

    documentazione storicamente fedele. Le porte del Carmine e di Santo Spirito vengono restaurate. La torre di

    Bona di Savoia viene riportata alla sua altezza originaria. Nella corte ducale vengono ripristinate le aperture.

    La cinta sforzesca (la Ghirlanda) viene demolita, giustificando loperazione con le precarie condizioni dei resti.

    Lesperienza della ricostruzione della torre del Filarete mette in evidenza come il metodo storico selezioni i dati

    della storia reinventando (o per analogia stilistica o per documentazione filologica) parti andate distrutte

    oppure mai completate. La sola storia non pu costituire un dato assoluto poich nuove acquisizioni

    potrebbero modificarla. In questo caso Beltrami forza la storia trasformando vaghi indizi, ovverosia documenti

    iconografici, in fonti certe. La ricostruzione della torre del Filarete viene intrapresa fra il 1901 e il 1905.

    Consapevole che non riesce ad arrivare alla materiale e scrupolosa esattezza originaria della struttura,

    Beltrami esegue un ripristino il cui senso affidato al disegno dinsieme e al movimento delle masse. Nella

    piazza dArmi sono sistemati i resti di facciate di case demolite durante le ristrutturazioni urbane del XIX

    secolo. Beltrami non si preoccupa di salvare un documento materiale, quanto piuttosto di esemplificare un tipo

    costruttivo. Il luogo diventa larchivio materiale della citt. Similmente, la Pusterla dei Fabbri, appartenente

    alla cinta muraria medievale, viene rimontata reimpiegando le pietre, e posta allingresso alla Biblioteca dArte

    del Castello; non solo viene salvata materialmente, ma entra a far parte del museo didattico costituito dal

    Castello. GAETANO MORETTI (1860-1938). Venezia, Piazza San Marco (ricostruisce il campanile dopo crollo

    del 14 luglio 1902). Il restauro in Europa allinizio del XX secolo: le riflessioni di ALOIS RIEGL (1858 - 1905).

    Storico dellarte, esponente della cosiddetta Scuola di Vienna, fondatore del Museo Artistico per lArte

    Applicata: supera la tradizionale divisione fra arti maggiori e arti minori. Afferma la piena validit di tutti gli stili

    (concetto estetico del Kunstwollen) e sostiene lesistenza del solo valore artistico relativo e non assoluto. Riegl

    affronta la questione del rapporto fra l'individualit dell'artista e le tendenze stilistiche del suo tempo, tra il

    "gusto" proprio dell'artista e quello della cultura alla quale appartiene, e la risolve affermando che anche il

    grande artista parte integrante della tradizione nazionale alla quale appartiene, ma ne costituisce al tempo

    stesso la massima e pi genuina espressione. Riegl si dedica anche a studi monografici, come quello della

    ritrattistica di gruppo olandese. La formazione e gli influssi culturali: metodo storico dello studio critico delle

    fonti, germinato dal terreno della filologia; elaborazione storica basata sullo studio dei fatti materiali. Il suo

    originale apporto teorico contribu al precisarsi di una compiuta teoria della conservazione. Rivoluziona

    lapproccio al problema della tutela introducendo un nuovo concetto di monumento: il monumento viene

    connesso alla nozione di tempo, di divenire, di testimonianza storica, darte, di esperienza, di civilt.

  • Monumenti intenzionali (nati come tali) e monumenti non intenzionali (divenuti tali per le vicende della storia e

    per la loro qualit darte). Elabora una teoria dello sviluppo dei valori artistici: i valori si possono riconoscere in

    ciascun monumento e sono collegati ad un processo storico; attraverso di essi possibile apprezzare le

    qualit dei monumenti e orientare latto di tutela e restauro. I primi valori analizzati: valore storico e valore

    artistico. Ogni oggetto dellattivit umana, in quanto testimonianza, pu rivendicare un valore storico. Ma

    potremmo, indipendentemente dal valore storico, pur sempre riconoscere alloggetto antico un valore artistico

    e questo avviene quando si verifica una coincidenza fra il moderno kunstwollen (volont artistica) e lantico

    kunstwollen. In tal senso il valore artistico considerato valore contemporaneo. Siamo noi, soggetti moderni,

    che attribuiamo un senso alle opere, ai monumenti. Antichi tappeti orientali, 1891: questo scritto la prima

    pietra della sua costruzione teorica. Il tappeto una forma di espressione artistica che si comprende

    superando la distinzione fra arti maggiori e minori. fuorviante lo stesso aggettivo orientale, vista la

    continuit con larte occidentale. Riegl mette a punto unanalisi basata sulla valutazione delloggetto artistico a

    partire dai materiali. Egli mette in relazione i motivi decorativi dei tappeti, ma non solo, con i sistemi economici

    e sociali che li hanno prodotti. Affronta aspetti storici, stilistici e questioni tecniche; analizza le forme artistiche

    superando gli steccati geografici e temporali. Ma Riegl studia anche la ricezione della forma artistica da parte

    di sistemi culturali diversi da quello che ha prodotto quella forma. Problemi di stile, 1893: Riegl propone nuovi

    criteri per valutare larte ornamentale. Lo studioso parte dallesame diretto delloggetto artistico (i tessuti). La

    forma artistica determinata dal Kunstwollen=intenzione darte. Kunstwollen una capacit dellartista di

    relazionare la propria opera con la dimensione sociale e culturale in cui lartista agisce. Riegl introduce la

    teoria del valore relativo delloggetto darte. Dunque, Riegl afferma la relativit del valore artistico. Lo

    studioso dovr confrontare i due Kunstwollen, cio dovr confrontare la dimensione sociale e culturale in cui

    lartista dellopera analizzata agisce, con la dimensione sociale e culturale cui il critico appartiene. Lo storico

    deve essere storicamente neutrale. Diventa consulente per riorganizzare il servizio di tutela in Austria

    1902: Direttore della Commissione Centrale per la Conservazione dei Monumenti Storici e Artistici dellimpero

    austro-ungarico. Lobiettivo fissare i criteri cui deve uniformarsi il servizio di tutela nazionale. Il culto moderno

    dei monumenti, 1903: lo scritto il saggio introduttivo ad un progetto di legge elaborato dallo stesso Riegl per

    la riorganizzazione della tutela in Austria. Nel saggio egli affronta la questione della tutela dei monumenti

    attraverso la definizione e lanalisi di un sistema di valori. Prima di Riegl, le cui riflessioni si svolgono

    allesterno del settore operativo, la critica storico-artistica era rimasta estranea alle problematiche inerenti la

    tutela. Questa una novit e deriva dal metodo di studio del monumento, che viene inteso da Riegl

    innanzitutto come documento. E alla luce di queste riflessioni che Riegl, nella duplice veste di Storico dellArte

    e di Soprintendente della Commissione centrale per larte e i monumenti storici, affronta il problema della

    tutela dei monumenti dellimpero austro-ungarico. Il saggio diviso in tre parti: 1^ parte: analisi dei valori nei

    monumenti; 2^ parte e 3^ parte: indagine sugli effetti che i valori producono sui monumenti e studio dei conflitti

    tra i valori. Prima affronta il concetto di monumento poi individua i valori cui far riferimento in un restauro. Per

    prima cosa definisce il valore artistico di un monument