Il Pronto Intervento Sociale: tra aspetti definitori ed...

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Angelo Lippi ottobre 2015 1 "Il Pronto Intervento Sociale: tra aspetti definitori ed esperienze progettuali” Un breve chiarimento su Lea, Liveas, Leps, ecc. I Lea sono già definiti e vengono adeguati nel tempo. I Leps - assistenziali- sono indicati, (anche se assai lontani dalla praticabilità ) nel: D. Lgs. 112/’98 (art. 129): Lo Stato definisce standard dei ”servizi sociali essenziali …per adeguati livelli di vita…e standard organizzativi dei soggetti pubblici e privati che operano…nella rete” dei servizi. (ricordare che esistono già alcuni Livelli essenziali, per la scuola, la sanità di “base”),

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"Il Pronto Intervento Sociale: tra aspetti

definitori ed esperienze progettuali”

� Un breve chiarimento su Lea, Liveas, Leps, ecc.

� I Lea sono già definiti e vengono adeguati nel tempo. I Leps - assistenziali- sono indicati, (anche se assai lontani dalla praticabilità) nel:

� D. Lgs. 112/’98 (art. 129): Lo Stato definisce standard dei ”servizi sociali essenziali…peradeguati livelli di vita…e standard organizzatividei soggetti pubblici e privati che operano…nella rete” dei servizi. (ricordare che esistono già alcuni Livelli essenziali, per la scuola, la sanità di “base”),

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E si parla di Livelli anche nel:

� D. Lgs. 229/’99 (art. 3 septies) che definisce i campi di integrazione e prescrive livelli uniformi/omogenei di assistenza (ricordare la distinzione di prestazioni sanitarie a rilevanza sociale e viceversa, e di elevata integrazione -v. 5 aree + 2)... e prevede futuri criteri per il finanziamento, definiti e applicati poi con i DPCM del 14/2/’01 e del 29/11/’01.

� Legge 42/’09 “Delega al governo in materia di federalismo fiscale” (standard, compensazioni,….)

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Nella legge 328/’00, i LEPS sono definiti:

� All’art. 22, c. 2 e c. 4, che indica livelli essenziali delle prestazioni... esigibili:

� sotto forma di beni e servizi, … nei limiti del bilancio,… secondo criteri definiti (a livello nazionale – es. prestazioni monetarie- , regionale -es.

“dopo di noi”- , locale, -es: regolamento prestazioni

economiche,- welfare comunitario, …)

� con risorse del fondo nazionale + risorse ordinarie dei comuni e EE.LL., già destinate alla spesa sociale + fondi europei, donazioni, (v. ASSIFERO),

compartecipazioni, fondazioni bancarie, ecc..

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Ancora, dalla legge quadro sul sistema integrato di interventi e servizi sociali:

� (L. 328/’00) – art. 22, comma 1: “Il sistema integrato di interventi e servizi sociali si attiva mediante politiche e prestazioni coordinate nei diversi settori della vita sociale, integrando servizi alla persona ed al nucleo familiare, con eventuali misure economiche , con la definizione di percorsi attivi per,”…. ottimizzare l’efficacia delle risorse, senza sovrapposizioni e settorializzazioni delle risposte”.

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DEFINIZIONE di LIVELLI, LEA e LEP:

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA, quindi, possono essere definiti come un …”insieme di erogazioni di beni e/o servizi sanitari, sociali, sociosanitari -appropriati ed esigibili- offerti a chi ne ha bisogno- dimensionati per rispondere a bisogni predefiniti come esigenze/diritti da soddisfare, offerti alla persona/nucleo in forma essenziale e non “minima”, ed ai quali il sistema sociosanitario e assistenziale fanno fronte in maniera uniforme, a livello nazionale, regionale, locale”(in base alle rispettive responsabilità e competenze e attraverso una organizzazione efficace) (Lippi, 2004 e 2013).

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Cosa compete definire al livello nazionale,art. 117, comma m) della Costituzione e art. 22 comma 2, L. 328/’00 e s. m. i.

� Misure contro la povertà e accompagnamento... (v. interventi per persone senza fissa dimora) + misure economiche per favorire vita autonoma a domicilio, per persone dipendenti, …

� Sostegni vari a minori e nuclei familiari,…affidamenti..

� Sostegni a responsabilità familiari (es. tempi cura/lavoro)

� Sostegno a donne in difficoltà

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Ancora, ….

� Piena integrazione disabili con varie opportunità: centri socio-riabilitativi, comunità alloggio, dopo di noi ….

� Interventi per anziani e disabili, inserimenti presso famiglie e strutture …, per particolari fragilità

� Prestazioni integrate socio-educative per contrastare dipendenze … per prevenzione, recupero, reinserimento …

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Infine:

� Informazione e consulenza a persone e famiglie (ripreso anche al comma 4)… per fruizione di servizi e promozione di Auto Mutuo Aiuto

In sintesi: i Leps sono erogabili sotto forma di beni e/o servizi, a seconda della pianificazione nazionale, regionale, zonale,… nei limiti di bilancio e utilizzando le risorse “storiche” -in integrazione progettuale e gestionale con i soggetti sociali “comunitari “ e territoriali (welfare comunitario)

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Competenze delle regioni nella definizione dei Leps (L. 328/’00, art. 22, c. 4):

� Le Leggi regionali prevedono, tenendo conto delle caratteristiche zonali,…”comunque (!!), l’erogazionedelle seguenti prestazioni”:

� Servizio sociale professionale e segretariato sociale per informazione e consulenza a singoli e nuclei, (v. anche c. 2)

� Servizio di pronto intervento sociale per emergenze personali e familiari,

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Ancora, compete alla regione, prevedere nelle leggi, l’erogazione delle prestazioni assistenziali, tramite:

� Assistenza domiciliare,

� Strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali,

� Centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario.

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Tanti problemi da affrontare e diritti da garantire con i LEP:

� Universalità di accesso, con percorsi privilegiati, risorse certe e “inesauribilità” delle stesse

� Equa distribuzione e equa compartecipazione,� Mix fra beni, servizi e titoli, con accompagnamento del servizio, o libera

scelta, con uniformità di distribuzione� Accessibilità,… “informata”, senza asimmetrie,� Finanziamento tramite fiscalità pubblica,� Integrazione fra servizi nei processi dei LEPS -contenuto e prestazioni

efficaci, e garanzia di valutazione condivisa� Definizione professionale del bisogno e responsabilità dell’”ordinatore” di

spesa, (es. RSA o AD?)� Coordinamento fra servizi e enti (URP, “ascolti”, patronati, servizi da integrare, PUA,

sportelli, iniziative “private volontarie”, prestazioni in emergenza,), ecc.

� NEL PSSIR Toscano: è superato il concetto di LEP come diritti soggettivi? verso“LEP declinati come obiettivi di servizio”:inclusione, coesione, uguaglianza, autonomia, però, vedi n° 12 e 25

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Però, in questa ultima area, si indicano (PSSIR ’12-’15) alcuni principi, mezzi, obiettivi:

� La garanzia di diritti di cittadinanza, uniformi, universali, e improntati a equità sociale

� La cartella sociale per il lavoro integrato (N. A.)

� L’accesso unitario alle prestaz. nelle varie zone

� La formazione congiunta degli operatori (N. A.)

� Sviluppo del sistema informativo sociale

� Investimenti sul Servizio Sociale Professionale, “.., potenziando le competenze oltre che nell’area dellaorganizzazione delle risposte al bisogno espresso, anchein quella della lettura dei bisogni e delle risorse presenti sul territorio,…”

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Nel contesto dei Leps detti (c. 2 e c. 4), si colloca il pronto intervento sociale: non è autosufficiente, se fuori dal sistema- E’ la seconda modalità di accesso insieme al segr. Soc.

Più difficile da realizzare, rispetto al pronto intervento sanitario, per:

� storia, cultura, finanziamenti, formazione, analisi scientifiche e ricerche: ci sono diversi pronto intervento, ambientale, veterinario,…, e pochi nel sociale

� Variabili e concause (anche personali e familiari) che intervengono nella determinazione del bisogno,

� Variabili fra le risorse fam. e comunitarie e istituzionali che rappresentano il “paniere” delle risorse/risposte,

� Carenza di norme e di modelli organizzativi, in presenza di molte differenze regionali e locali per organizzazione, disponibilità di risorse, sensibilità, opzioni,…

� Livelli di documentazioni diversi e con dati non confrontabili, per costi, impegno, per identificazione di buone prestazioni rispetto a buoni processi, per valutazione di APPROPRIATEZZA, di efficacia, ecc.

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Il pronto intervento è costituito da una relazione professionale che coordina e si avvale di prestazioni, beni, servizi,…

� Servizi destinati a coprire situazioni di emergenzapersonale o familiare, in quelle circostanze di vita imprevedibili che comportano la necessitàimprocrastinabile di soddisfare bisogniprimari di sussistenza e di relazione, di tutela della integrità della persona, in contesti di violenza, di inadeguatezza grave, di privazione, o di allontanamento dal nucleo, ed in generale in quelle situazioni che per eventi traumatici o calamitosi, richiedono un immediato “soccorso sociale” (Lippi, 2004 e 2013).

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Dunque il pronto intervento, oggi nonpresente in modo uniforme, è destinato a:

� Emergenze personali e familiari che richiedono soccorso sociale immediato,

� In contesti che minano la sopravvivenza, la dignità, il diritto di “tutela”, mettendo a repentaglio l’integrità, e l’incolumità, …

E nasce e si sviluppa in situazioni imprevedibili di abbandono, violenza, privazione del nucleo, calamità, eventi gravi,

E comporta risposte immediate a più o meno elevata protezione (anche morale, relazionale, poliziesca: v. bisogni di minori, anziani, donne, tratta, ecc.)

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Fra urgenza ed emergenza:

Il concetto di emergenza è inflazionato e viene usato per indicare: (emergenza) freddo, caldo, droga, rifiuti, immigrazione, casa, alcool, pioggia,giovani, lavoro, traffico, inquinamento, cinghiali,…

Sulle condizioni di emergenza sociale, nel lavoro sociale quotidiano, gli interventi avvengono con modalità fra loro differenti e “creative”, ma non sempre professionali ed efficaci,

Per urgenza invece, a mio parere, si intende la condizione che non mette in pericolo la sopravvivenza (v. definizione), pur richiedendo un approccio molto tempestivo,.……

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E nel sociale, … qualche “difettuccio”:

� Ogni situazione viene presentata come “normale” urgenza: alcune di queste, però potrebbero diventare emergenza (v. mariti separati, gravi privazioni,...): perché tutto è urgenza? ci sono problemi di risorse, di protocolli, di procedure, di organizzazione?

� La pronta prestazione è contestuale con la pronta relazione (e valutazione professionale)?

� La documentazione sui servizi, è disomogenea e approssimativa (in particolare sul pronto intervento),

� La valutazione di copertura assistenziale èancora lontana (è anche un criterio che consente di definire la fascia entro cui dovrebbero collocarsi i Leps, … non si dovrebbe andare al di sotto!). Può causare emergenze???.

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Problemi per decidere su quali bisogni attivare il pronto intervento sociale:

� Problema delle “categorie”, fasce, eventi da coprire con il pronto intervento sociale (e anche nel campo socio-sanitario integrato per la parte sociale),

� Problema delle integrazioni istituzionali,(responsabilità e risorse) professionali (competenze e servizi) e gestionali (rete servizi e soggetti da attivare),

� Problema del bacino su cui realizzare il servizio di pronto intervento: area vasta, USL, comune, ambito/distretto? Il PSSIR parla di livello SdS-Zona

� Quale modello organizzativo dare: 24H/24, per 365 giorni all’anno? Autonomo o in sinergia con gli altri pronto interventi esistenti? Il PSSIR prevede di andare oltre il normale orario di servizio

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Qualche input ancora, per discutere:

� Come organizzare il pronto intervento sociale, in collegamento con servizi già esistenti, come il 118, la forza pubblica, i momenti di ascolto, il pronto soccorsosanitario, la protezione civile! le opportunità del volontariato strutturato o meno,…

� Con la valutazione professionale contestuale per l’avvio alle risposte più appropriate (chirisponde, di cosa è responsabile e cosa avvia),

� Come collegare in rete le risposte del territorio, per “coprire” i bisogni emergenti:quali risposte strutturali, professionali, informali, di tutela rendere disponibili e come coordinarle, = DOTAZIONI MINIME DI SERVIZI ORDINARI E di quelli PER L’EMERGENZA.

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Attenzioni alla logica del diritto alla prestazione ed alle risorse già presenti o da attivare senza oneri particolari:

� Far funzionare i servizi ordinari con personale, orari, mezzi e strutture capaci di prevenire e di “coprire il massimo possibile”,

� L’integrazione con altri servizi: protezione civile, servizi sanitari, servizi integrati, solidarietà organizzata (es. famiglie disponibili ad affidamenti in condizioni di emergenza, o altre forme), ecc.deve comunque consentire l’esercizio del diritto all’intervento,

� Il grande problema del primo approccio (professioni e accoglienza), e del percorso di aiuto nella continuità (più precoce possibile).

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Dal diritto alle risorse: se il pronto intervento sociale “spetta”, è un costo tutto nuovo da attivare? Non del tutto, poiché …:

1. Può prevenire danni e quindi costi maggiori,

2. Può essere attivato in sinergia fra vari soggetti istituzionali, sociali, comunitari, solidali, con una condivisione di risorse, o con una loro migliore finalizzazione,

3. Essere co-organizzato con servizi analoghi già attivi (es. condivisione della “chiamata” e filtro),

4. Portare a risparmi su costi sanitari e sociali impropri (più frequenti di quanto sembra),

5. Può consentire riconversioni di spesa (ad esempio per ricoveri impropri, o ridurre costi di posti pagati con la logica del “vuoto per pieno”, ricorsività,..).

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Oggi troviamo esperienze disparate, differenti, non confrontabili:, ……

� Interventi tramite forze dell’ordine, o soggetti comunitari, o utenti con accesso diretto, (con presa in

carico nel primo giorno feriale), o tramite operatori sociali,

� O tramite un servizio specifico in pronta disponibilità, con unità mobili, personale “dedicato” (sociale, amministrativo, assistenziale),

� O con figure professionali a varia formazione nel sociale, psicologica, educativa (già presenti nei servizi, o strutture),

� O con formazione mirata (per addestrare a decisioni rapide, in

condizioni difficili), oggi non omogenea, né specifica, e con bisogno di supervisione, (per gestire ansia), o con sostegno, di/alla equipe.

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Per chi? Ipotesi della Regione Toscana, nel nuovo PSSIR 2012-2015.

� Bambini maltratti, abusati, abbandonati,

� Minori stranieri non accompagnati, attuazione di provvedimenti giudiziari improcrastinabili,

� anziani, dipendenti, immigrati, poveri, sfd, vittime di violenza

� Conflitti familiari con esiti violenti,

� Soggetti destinatari di violenze varie, (tratta, percosse,),

� Improvvisa mancanza di sostegno a persone non autosufficienti,

� Emergenze climatiche (es. per S.F.D.)

� Calamità naturali ed eventi straordinari che richiedono sostegno psicologico ed anche promozione, (es. S.S. di comunità)

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Altra ipotesi (per minori): Bologna, Parma, Roma, Siena,….

� Accoglienza minori in abbandono in strutture, in comunità, servizi diurni, (famiglie?)

� Interventi a tutela maternità, anche con contributi economici, accoglienza, situazioni di allontanamento di bambini e madre da casa, affido di madre-figlio, …

� Minori stranieri non accompagnati

� Allontanamento giudiziale del minore dal nucleo

� Assistenza a minori -e non- vittime della tratta o avviate/i alla prostituzione, alla delinquenza, o per vendita organi

� Gravi abusi, carenze e/o violenze domestiche o temporanea privazione di famiglia (incidenti e altro)

� Minori colti in flagranza di reato o che hanno compiuto reati,

� Ecc. ecc.

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Due affermazioni importanti nel PSSIR Regione Toscana 2012-2015:

� Occorre organizzare un sistema di protezione che vada oltre gli ordinari orari di accesso al servizio di assistenza sociale, garantendo un sostegno “sulle 24/h per le situazioni di urgenza/emergenza nelle quali si possano

trovare le persone più fragili”

� Il Pronto Intervento Sociale “non affronta situazioni legate al bisogno urgente di assistenza sanitaria o legate a comportamenti pericolosi ai quali sono correlati altre forme e modalità di intervento”

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E ancora: indicazioni organizzative e metodologiche (dal capitolo “Il pronto intervento sociale del

PSSIR”).

Come strategie, in collaborazione con forze dell’ordine, magistratura, soggetti comunitari,…:

� individuare “situazioni di urgenza/emergenza suscettibili di attivazione del servizio”

� Definire “un quadro di servizi e risorse umane dedicate e strutture immediatamente attivabili in,… emergenza”

� Definire “modalità di rilevazione e trattamento del caso emergenziale,.. anche tramite reperibilità e nel quale far emergere una funzione di valutazione professionale,…”

� “Attivazione del servizio di pronto intervento sociale”, (con il punto unico di accesso e il segretariato sociale in ogniZona o SdS) , anche come obiettivo per “mettere al centro la persona nella sua complessità”, ….. il pronto intervento con il sociale di iniziativa

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Angelo Lippi ottobre 2015 27

Ancora dal PSSIR , tabelle sui macrolivelli, “accessi”. Obiettivi di servizio:

� Servizio di pronto intervento in ogni Zona -Distretto (importante la rete ed il coordinamento fra Zone/regione; impossibile pensare ad autosufficienze zonali)

� Numero verde regionale articolato per territori,

� Molti enti coinvolti: (ASL, Comuni, Autoritàgiudiziarie, forze dell’ordine, consultori, principali associazioni,…)

� Si parla di presa in carico da parte della rete assistenziale, ma è da sancire bene se la presa in carico è del Servizio Sociale Professionale (1 AS per 6.000 ab. come “front line”, pag. 332)

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Qualche riferimento ad una esperienza (distretti di Treviso e di Paese-Villorba)-Rivista Studi Zancan, (PD), n. 2/2007

� Popolazione di 221.000 abitanti. Presenza significativa di immigrati. Territorio in sviluppo (all’epoca!)

� Obiettivo: sperimentare servizi in condizioni di accesso ordinario (segretariato sociale) e in emergenza ai servizi (pronto intervento).

� Fase 1: lavoro sull’offerta. Reperimento risorse, censimento, ascolto, sensibilizzazione per disponibilità all’accoglienza in emergenza.

� Sono documentati formalmente (anche fuori zona), 45 servizi/strutture disponibili: 53% del non profit, 9% del profit, 36 % dei servizi pubblici

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Angelo Lippi ottobre 2015 29

Seconda fase: studio dei “casi”.

� Si ricostruiscono, con documentazione mirata, gli accessi attribuibili a condizioni di emergenza/urgenza, occorsi in un periodo di 3mesi (presso servizi sociali, o in forma sostitutiva, soggetti disponibili, pronto soccorso, centri di ascolto, volontariato, forze dell’ordine).

� Si documentano le situazioni, attraverso una scheda comprendente le notizie essenziali sul caso (situazione personale, familiare, ecc.) e sull’intervento praticato, (tempi di risposta, ripristino condizioni di “normalità”,..)= 65 “casi”

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Angelo Lippi ottobre 2015 30

Urgenza o emergenza? 58,5 % contro il 41,5% -in 7 casi si ha ricorsività nel periodo. In Studi Zancan n.

2/’07.

41,5

58,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

emergenza urgenza

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Angelo Lippi ottobre 2015 31

Emergenze/urgenze documentate (SZ, cit.)

18,5

7,411,1

3,7

18,5 18,5

7,4

14,8

7,9

0,0

7,9

50,0

15,8

2,6 2,6

13,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

minore disabile egen. anziani

adultomultiprobl.

anziano adultodipendente

mamma e figli donnamaltrattata

salutementale

emergenza urgenza

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Angelo Lippi ottobre 2015 32

Macroaree di bisogno (SZ.cit.)

emergenza urgenza totale

N

%

N

%

N

%

Minore 5 18,5 3 7,9 8 12,3

disabile e gen. Anziani 2 7,4 0,0 2 3,1

adulto multiprobl. 3 11,1 3 7,9 6 9,2

anziano 1 3,7 19 50,0 20 30,8

adulto dipendente 5 18,5 6 15,8 11 16,9

mamma e figli 5 18,5 1 2,6 6 9,2

donna maltrattata 2 7,4 1 2,6 3 4,6

salute mentale 4 14,8 5 13,2 9 13,8

27 100,0 38 100,0 65 100,0

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Angelo Lippi ottobre 2015 33

Frequenza delle situazioni in emergenza- Molte situa zioni sono multiproblematiche (fino a 4 “bisogni”). (SZ cit.)

Situazione rilevata (emergenze) N %

Emergenza familiare 14 30,4

Emergenza abitativa 11 23,9

Abbandono 7 15,2

Vittima di violenza 5 10,9

Emergenza igienico sanitaria 3 6,5

Emergenza economica 2 4,3

Tutore per minore straniero non accompagnato 1 2,2

Problemi legali 1 2,2

Riprendere il percorso terapeutico 1 2,2

Presa in carico psichiatrica 1 2,2

Totale 46 100,0

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Alcuni dati di ulteriore inquadramento della esperienza di Treviso. (SZ cit.)

� In “emergenza” i casi si presentano: 52,6 % al mattino (quindi possono essere gestiti meglio), 26,3% al pomeriggio (idem), 15,8% la sera e5,3% la notte –

� I giorni “preferiti” sono: festivo (20,8%) e lunedì (20,8%) e venerdì in subordine (16,6%)-(altri giorni: media 4,1 %)

� La maggior parte dei casi si conosce persegnalazione, anche da parte dei servizi, enti, persone singole (questo può essere un problema,….)

� Risposte prevalenti: ospitalità (41,9%), vitto(32,3%) abbigliamento (9,7%)

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Angelo Lippi ottobre 2015 35

Fase finale dell’esperienza. (SZ cit.)

� Formazione protratta – attuazione protocolli, convenzioni e linee guida (molti bisogni richiedono risposte integrate), assegnazione di risorse (recapiti, posti di accoglienza, disponibilità economica, auto, cellulare, computer, ecc.)

� Capillare comunicazione sociale esterna e interna (grande problema per la scelta dei contenuti e destinatari!)

� Turni efficienti di lavoro ordinario e reperibilità di assistenti sociali (disponibili volontariamente), in orari non coperti (altro problema, anche contrattuale!)

� Documentazione sistematica, … verso l’attivazione di un servizio strutturato di pronto intervento allargato a varie fasce.

� Cessata l’attività dopo qualche tempo: cambio di dirigenti? documentazione insufficiente? Funzionano AS e stewart in ospedale nel pomeriggio-sera, come figure di accoglienza

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Angelo Lippi ottobre 2015 36

Esperienza Comune di Spoleto, 2007-2008.

(abitanti 38.640) (documentazione di progetto)

� Obiettivo: creare la Sala Operativa Sociale, come servizio di risposte di pronto intervento sociale

� A monte: “Firma di contratto di sicurezza” con Prefettura, per collaborazione fra SS del comune e forze di polizia” (2002)

� Il comune di Spoleto: ruolo di protagonista responsabile

� alla FZ è demandata la formazione congiunta tra i vari soggetti coinvolti: USL, Caritas, organi di polizia- CC., municipale e di Stato-, terzo settore , UEPE, Pronto soccorso, centro pari opportunità, strutture assistenziali, servizi pubblici e privati

� Corso di formazione su accessi, LEPS, Pronto intervento, con analisi di modelli e di casistica (locale e non), sperimentazione intervallare di schede, protocolli, tavoli di concertazione, e,… COMUNICAZIONE SOCIALE

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Angelo Lippi ottobre 2015 37

Ancora da Spoleto:(protocolli in atto fra Comune e soggetti impegnati)

� Pronto intervento: in orario ordinario gestito dagli AA.SS. dell’Ufficio Cittadinanza del Comune. Extra orario è gestito da una cooperativa sociale per conto del comune (La coop. gestisce molti servizi tutelari e non, nella Zona)

� 53 interventi in 4 anni (13,25 per anno.)

� Sono attivati 6 protocolli operativi per definire i passaggi dalla segnalazione alla presa in carico di varie fasce di emergenza

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Aree di bisogno coperte (protocolli cit.)

� donne sole o con figli vittime di violenza che non possono rientrare a casa, minori stranieri non accompagnati; minori vittime di violenza o in stato di abbandono; anziani e disabili soli in difficoltà; persone senza fissa dimora.

� Importante ruolo delle forze dell’ordine(con VVFF, TM, procure, Polizia municipale, ecc.), che, al bisogno, chiedono l’intervento dell’AS della cooperativa e viene deciso l’intervento e l’eventuale accompagnamento in struttura o alberghi convenzionati: la presa in carico di continuità deve avvenire prima possibile

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Angelo Lippi ottobre 2015 39

Percorso di Spoleto: sintesi del “fare”: dal percorso.

� Studio congiunto su LEPS, LEA, emergenza e urgenza: documentazione di “casi” concreti e creazione di schede identificative, di valutazione e di procedure per la presa in carico di continuità (= prassi – teoria - prassi)

� Mappare le risorse e individuare carenze da sanare

� Identificare forme organizzative efficaci, per extra-orario, strumenti di lavoro, risorse cui accedere tramite protocolli formali, def. competenze dei vari soggetti

� Condivisione sistematica con i vari soggetti coinvolti e con i rispettivi referenti istituzionali

� L’esperienza va avanti con il coinvolgimento dellacooperativa sociale che si fa carico degli extra orari.

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Molte esperienze, anche, toscane sono state realizzate, per impegno di singole zone, ….. Ad es. Comune di Siena

� Concertazione con la rete istituzionale integrata e Delibera di G. C., maggio ’04, : “Definizione sperimentale del P.I.S, come uno dei LEA municipali”, con documento progettuale articolato.

� Risposta prevalente: ospitalità in strutture, per 72 h. massimo, a favore di: minori, anziani, donne (e madri) sottoposte a violenza, tratta, adulti disabili, SFD,

� Collaborazione e co- impegno con questura, prefettura, polizia municipale, protezione civile

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Angelo Lippi ottobre 2015 41

Caratteristiche dell’esperienza di Siena:

� Intervento su bisogni ricollegabili a: difficoltà economiche, alloggiative, familiari e calamitànaturali .

� Funzionamento: giorni feriali ore 8-19presso Comune, Circoscrizioni, Polizia Municipale, Centro Direzionale del servizio sociale.

� Giorni festivi (dalle 19 del venerdì alle 8 del lunedì, o altre feste) e feriali dopo le 19, sonoreperibili: Misericordia e Pubblica assistenza –Intervento di continuità da parte del SSP: il primo giorno feriale successivo alla prestazione di PIS.

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Angelo Lippi ottobre 2015 42

Segue Siena. Accoglienza: presso –4- istituti gestiti in proprio o convenzionati,… E’ prevista una scheda per documentare il pronto intervento sociale svolto.

� Sono impegnate anche: 2 associazioni per affrontare emergenze economiche, (oltre a dormitorio per 1 notte), orientamento, accoglimento domande, Ass. Diogene per servizi leggeri, (tipo aiuto economico immediato)….

� Ancora: Telesoccorso, servizio di ascolto telefonico, “Pronto Anziani”, “Patto di solidarietà per anziani soli” (per Natale, da parte di Misericordie e Pubbliche Ass.)

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Angelo Lippi ottobre 2015 43

Altri esempi, sul tema: “dall’emergenza

all’accoglienza” (lo slogan fu scelto nel Valdarno Inf.)

Si possono scegliere e attivare:� reperibilità telefoniche di AA.SS., a cui possono accedere: CC.

Vigili, polizia, pronto soccorso

� Ricovero/appoggio (a cura della forza pubblica) in strutture convenzionate: il SSP interviene nell’arco di pochi giorni: da 2 a 4 (anche con ruolo dell’affido eterofamiliare)

� Scelta di “aree” di bisogno ritenute prioritarie fra le seguenti;minori, donne maltrattate, tratta, espianto di organi a minori, SfD, marginalità estreme, persone prive di alloggio,…

� Sono ancora da approfondire, a mio parere, il tema dell’ aiuto on line- e relative tecniche del colloquio telefonico- e il grande bisogno di intervento sociale nelle emergenze di massa!!!! (specifico, metodi, tecniche, integrazioni;…)

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A livello nazionale sono partiti il 114 (emergenza infanzia) e il 1522 (antiviolenza donna)

� Il 114, derivazione del Telefono azzurro, : 3 call center- Milano, Palermo Firenze, 24h/24 –per abusi, abbandono, autolesionismo, fughe comportamenti devianti, uso sostanze tossiche, eventi catastrofici –

� Collaborazioni con Ministeri; Interno, Istruzione e Regioni, rete telefoni dedicati, prefetture, enti locali, osservatori, T. M. ecc,

� Durante il 2012 (Ultimo dato pubblicato) = 1617 “casi”: 4,4 al giorno, - 80,6 % dei “casi” sono italiani

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Angelo Lippi ottobre 2015 45

Ancora sul 114. Interventi: Su

Segnalazione = 88,3% – Per accesso diretto = 11,7%

� Età: 0-10 = 63,7% 11-14 = 21 % 15-18 =15,3% - M. 51,5 %, F. 48,5 %Provenienza : Lombardia = 15,2%, Lazio =14,7%, Campania 12,8, Sicilia 8 %, Toscana 6 %... Casistica: Abuso fisico = 11,9%, sessuale = 3,9%Psicologico 7,4%,… inadeguatezza genitoriale = 15% (!)

problemi separazione =7,3 % richieste aiuto dell’adulto per se stesso = 11,3% (!),

Agenzie attivate: territorio: 58,4 % (di cui SS. nel 56% dei “Casi”! E forze dell’Ordine nel 49,3%) procura ordinaria e minorile 6% (si possono avere più segnalazioni per ciascun caso)

Carabinieri = 25 %Altro: VV. UU., pronto s., 118 = media 02%, scuola =2,7%

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Responsabilità e luoghi del maltrattamento/abuso:

� Madre 50,5 % padre 37,1 %� Conviventi, insegnanti, nonni, estranei = circa 2,8 %� Altro bambino = 2,1 %� Amico, conoscente, altro parente,= circa 1,5 %� Ecc, ……..

Dove? � A casa propria = 60,7 % per strada =18,3 %� A scuola 6,6%, a casa di parenti/amici = 4,1� Parco, giardini = 1,7% altro = 8 %

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Il 1522, centro antiviolenza donna per i diritti e pari opportunità (Presidenza del

Consiglio dei Ministri)- servizio multilingue.

� Funziona 24h/24 tramite un call center

� Vuole avviare una rete nazionale antiviolenza (intra ed extra familiare)

� Coinvolge EE. LL., Ministeri: Interno, Giustizia, Salute, Solidarietà oltre a Conferenza Stato/regioni, Guardia di Finanza, Carabinieri

� Già attivati 10 protocolli con 10 territori-pilota

� Offre sostegno psicologico e giuridico e orientamento verso strutture territoriali

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I dati di un mese- tipo: gennaio 2014

� 4.225 telefonate di cui 2.296 utili: le altre sono di molestia, scherzo o errore – media mensile di telefonate complessive nell’anno: circa 4.500

� Fra le telefonate utili: 86,85% provengono da donne che sono: italiane: 84,89%, straniere: 9,67%, maschi 11,11%

� Chiedono informazioni sui centri antiviolenza: 31%, (tot. 712), richiesta di aiuto da vittime di violenza:25,5%, (tot. 584), richiesta di numeri utili per chiamate fuori target: 15,81%, (tot. 363), segnalazioni casi di violenza: 7,97% (tot. 183)richiesta di aiuto vittime di stalking 5,84% (tot. 134), emergenza 1,13 (tot. 26)

� Altre richieste: informazioni legali, segnalazioni disfunzioni servizi, informazioni sul n. 1522, ecc.

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Angelo Lippi ottobre 2015 49

E’ possibile una sintesi operativa? Occorre una rete ampia: un’area modesta non basta!

� Fare il punto sulle responsabilità e competenze enti

� Evitare tanti pronto intervento per categorie !?

� Operare in forma integrata con vari soggetti e servizi a livelli vari (anche area vasta e oltre)

� Garantire valutazione professionale e continuità

� Garantire valutazione (con criteri ormai disponibili) del rischio, di urgenza, di emergenza

� Preparare operatori, supportarli, garantire risorse e integrazione (con ospedale, polizia, TM,

ecc.), comunicazione sociale e informazione

� Documentare, verificare, adeguare,.. e via così!

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Infine,….

� il pronto intervento come servizio o come funzione? di pertinenza professionale dell’AS e problemi connessi alla organizzazione dell’area sociale

� Problemi integrazione (istituzionale, gestionale, professionale), rischio di eccessi di delega al P. Int.,

� Ancora bisogni di approfondimento sulle metodologie, sulla supervisione professionale, bisogno di risorse in funzione delle risposte, di sostegni, di formazione continua e congiunta con servizi integrati e strutture di accoglienza e soggetti comunitari della rete,…

� Insomma si dovranno fare sperimentazioni e ricerche -intervento monitorate con la corresponsabilità degli ordini professionali AS, Regione, Protezione civile, ecc., servono modelli esemplari da estendere, come livelli essenziali per tutte le comunità regionali

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GRAZIE!

� Per l’invito a partecipare,

� Per la pazienza ad ascoltare,

� Per la volontà che avrete (VOI!!!) di proseguire in questa ricerca di risposte sociali anche nel pronto intervento!!!!

� E ….. Tanti successi con il Pronto intervento sociale, come LEP!!!!

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Angelo Lippi ottobre 2015 52

Bibliografia minima:

� Di Prinzio A., (2005), “ La ‘Sala Operativa Sociale’ del comune di Roma”, in Studi Zancan, n. 2, Padova

� Di Prinzio A., (2005), “Struttura organizzativa della ‘Sala Operativa Sociale’ del comune di Roma”, in Rassegna di Servizio Sociale, n. 3, Roma

� Innocenti E., (2004), “Coordinate giuridiche per la definizione del pronto intervento sociale”, in Studi Zancan, n. 6, Padova

� Nervo G., 13 novembre 1996, “Il sostegno psicosociale nelle grandi calamità”, Lectio brevistenuta in occasione della laurea ad honorem, Università di Udine, opera inedita

� Lippi A., Canali C., Dal Ben G., Gioga G., (2007), “Il pronto intervento sociale nei livelli essenziali di assistenza: indicazioni da una sperimentazione nell’azienda ULSS di Treviso”, in Studi Zancan n. 2, Padova

� Lippi A., (2004), “Il pronto intervento sociale nei livelli essenziali di assistenza”, in Studi Zancan, n. 6, Padova

� Lippi A. (2013), voci Livelli essenziali di assistenza e Il pronto Intervento sociale in A. M. Campanini (diretto da) in Nuovo dizionario di Servizio Sociale, ed. Carocci Faber, Roma

� Lippi A., Barneschi G. (2005), ( a cura di), “Il pronto intervento sociale nei livelli essenziali”, in Studi Zancan, n. 6, Padova

� Maggian R., “Pronto intervento sociale”, in www.tredueotto.it, Enciclopedia operativa dei servizi sociali, Maggioli, Rimini, 2010

� Piacentino A., Scarcella C., (2001) “Risorse umane ed emergenza di massa. Processi di aiuto e di auto aiuto”, Monografia, ed. CESVOT, Firenze

� Piano socio sanitario integrato regionale (PSSIR) 2012- 2015 Regione Toscana� Rivista La Professione Sociale, (2007), “Servizio sociale ed emergenze di massa: l’intervento

professionale nelle calamità naturali e nei profondi disagi individuali e collettivi”, monografia, n. 33, CLUEB, Bologna – T. di Rosa, Il SS. Nell’emergenza, 2013. Aracne, RM- e altri testi