Il problema dell istituzione del registro degli esposti ad ... Silvia Bonini 27 05 2016.pdf · La...
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Il problema dell’istituzione del
registro degli esposti ad agenti
cancerogeni nei saldatori
Silvia Bonini
Cancerogeno
• Qualsiasi agente chimico, fisico o biologico in grado di
causare tumori o favorirne l'insorgenza e la propagazione.
• Esistono numerosi enti e organizzazioni scientifiche indipendenti impegnati
a individuare, valutare e classificare gli agenti cancerogeni, tra cui:
- International Agency for Research on Cancer (IARC)
- International Programme on Chemical Safety (IPCS)
- American Conference of Governmental Industrial Hygienist (ACGIH)
- Unione Europea
Le Istituzioni scientifiche, per quanto prestigiose, non possiedono potere di
normazione, e i loro pronunciati vengono dibattuti senza incidere sulle
direttive legislative
La classificazione delle sostanze
cancerogene
La classificazione è basata su valutazioni da parte
dell’organo proponente e riflette la diversa evidenza di
cancerogenicità per l’uomo
Una stessa sostanza cancerogena può rientrare in
differenti categorie qualitative a seconda dell’ente che
ha effettuato la valutazione
La IARC Dal 1969 ha iniziato un programma di valutazione del
rischio cancerogeno indotto dalle sostanze chimiche
con relativa produzione di monografie che esprimono la
potenzialità cancerogena in termini qualitativi
Il programma è stato successivamente ampliato
includendo esposizioni di natura diversa come miscele,
agenti biologici, agenti fisici, alimenti, etc.
La classificazione IARC
Gruppo 1 Cancerogeno per l’uomo Esiste sufficiente evidenza
n = 118
Gruppo 2A Probabile cancerogeno per l’uomo Limitata evidenza per l’uomo, sufficiente
evidenza per l’animale
n = 79
Gruppo 2B
Sospetto cancerogeno per l’uomo Limitata evidenza per l’uomo, assenza di
sufficiente evidenza per l’animale
n = 290
Gruppo 3 Non classificabile per l’uomo Sostanze che non rientrano in nessuna
categoria prevista
n = 501
Gruppo 4 Non cancerogeni per l’uomo Evidenza di non cancerogenicità per l’uomo e
per l’animale
n = 1
L’ACGIH
Organizzazione che dal 1938 si occupa di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro
Dal 1947 pubblica ed aggiorna annualmente l’elenco
dei valori limite di soglia (TLV), tradotti su licenza in
Italia dall’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali
(AIDII)
La classificazione ACGIH
Sono previsti cinque gruppi di sostanze:
A1: cancerogeno riconosciuto per l’uomo
sulla base dei risultati di studi epidemiologici
A2: cancerogeno sospetto per l’uomo
cancerogeno in animali da esperimento con risultati contrastanti, controversi o
insufficienti per confermare un incremento del rischio per l’uomo esposto
A3: cancerogeno per l’animale
cancerogeno in animali da esperimento, ma le conoscenze disponibili suggeriscono
come improbabile che l’agente causi cancro nell’uomo
A4: non classificabile come cancerogeno per l’uomo
attualmente non esistono dati o quelli esistenti sono inadeguati per classificare
l’agente come cancerogeno per l’uomo
A5: non sospetto come cancerogeno per l’uomo
l’agente non è ritenuto essere cancerogeno per l’uomo sulla base di studi
epidemiologici appropriatamente condotti
Il Regolamento CE 1272/2008
Regolamento relativo alla classificazione, etichettatura, e
imballaggio delle sostanze e delle miscele, meglio noto con
l’acronimo CLP (Classification, labelling and packaging)
Classifica le sostanze cancerogene in 2 categorie:
CATEGORIA 1, sostanze cancerogene per l’uomo accertare o
presunte, a sua volta distinta in:
- 1 A, ove siano noti effetti cancerogeni per l’uomo sulla base di
studi direttamente sull’uomo
- 1 B, sostanze per cui si presumono effetti cancerogeni per l’uomo,
prevalentemente su base di studi animali
CATEGORIA 2, sostanze di cui si sospettano effetti cancerogeni per
l’uomo
Fino al 2008 era presente la CATEGORIA 3, ora eliminata, che riguardava sostanze da
considerare con sospetto per i possibili effetti cancerogeni, ora inserite nella
CATEGORIA 2
Il Regolamento CE 1272/2008
La classificazione europea infatti considera in maniera molto precisa le
singole specie di elementi metallici, assumendo che sia il complesso
coinvolto ad influenzare in modo determinante l’attività
biologica/tossicologica
Quale classificazione possiede valore
normativo in Italia?
Il D. Lgs. 81/08, Titolo IX (sostanze pericolose), capo II (protezione
da agenti cancerogeni e mutageni) definisce come cancerogeno
« una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali
categorie cancerogene 1 e 2, stabiliti ai sensi del D. Lgs. 3 febbraio
1997, n. 52, e smi….»
Il D. Lgs. 52/97 è stato modificato/abrogato con l’attuazione delle
Direttive CE, di cui l’ultima del 15 febbraio 2016, n.39
Il problema della saldatura
Il tipo e la quantità di inquinanti che si sviluppano nel corso di
queste attività dipendono da vari fattori quali tipo di saldatura ed
elementi presenti nella lega metallica
La IARC classifica i fumi di saldatura come possibili cancerogeni
per l’uomo (gruppo 2B)
Il National Institute for Occupational Safety and Health
Administration (NIOSH) considera i fumi di saldatura come
potenziali cancerogeni e raccomanda di mantenere l’esposizione
al livello più basso possibile
L’ACGIH propone un TLV-TWA per i fumi di saldatura per particelle
totali non diversamente classificate pari a 5 mg/m3
…e nel nostro Paese?
In Italia i fumi di saldatura non rientrano tra le sostanze
cancerogene di gruppo 1 A e 1 B, secondo la
classificazione Reg. CE 1272/2008
Tra la composizione dei fumi rientrano però elementi
metallici classificati come cancerogeni di gruppo 1 A e
1 B per le quali il D. Lgs. 81/08 prevede, tra gli
obblighi del datore di lavoro, la valutazione del
rischio
La valutazione del rischio
Tale valutazione andrà ad individuare:
i quantitativi prodotti ovvero utilizzati
il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente
esposti
l’esposizione, ove nota e il grado della stessa
Caratteristiche del registro
Si tratta di uno strumento informativo istituito per
finalità di igiene e sicurezza sul lavoro, allo scopo di
documentare agli Enti Pubblici di Prevenzione
l’esposizione professionale e cancerogeni anche dopo
la cessazione dell’esposizione professionale, data la
lunga latenza soprattutto dei tumori solidi
Deve essere istituito ed aggiornato dal datore di
lavoro, per il tramite del medico competente
Per ogni lavoratore iscritto viene riportata
• L’attività svolta
• L’agente cancerogeno utilizzato
• Il valore dell’esposizione a tale agente (ove noto)
Come si compila?
Sul portale INAIL esistono apposite schede informative contenenti
indicazioni relative alla compilazione e alla tenuta, come definito
dal D.M. 12 luglio 2007 n. 155
https://www.inail.it/cs/internet/docs/dml_esposizione_ad_agenti_cancerogeni-p.pdf
Dati anagrafici
Sintesi delle principali
caratteristiche dell’azienda
(attività, agenti utilizzati,
addetti, etc.)
REGISTRO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CANCEROGENI - DATI INDIVIDUALI (Art. 70 - D.Lgs 626/94 come modificato dal D.Lgs 242/96)
Spazio da compilare solo nella fase della comunicazione di variazioni intervenute nei dati del lavoratore DA TA …………..
DITTA - RAGIONE SOCIALE……… ……………………………… COD. FISC ………………………………………….. P.IVA ………………………………………………………. ….
SEDE LEGALE ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..…….
SEDE TERRITORIALE ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………….
LAVORATORE ESPOSTO AD AGENTI CANCEROGENI
Cod. Fisc. Cognome Nome Sesso M [ ] F [ ]
Data di nascita Comune Prov. DOMICILIO: Comune Prov. Cambiato [ ]
Num. Prog.
Cod. Class. Prof.
ISTAT
Mansione ATTIVITA' SVOLTA Breve descrizione
Tipo Agenti cancerogeni
N.CAS ESPOSIZIONE (1 ) Data inizio
Data fine
Valore Metodo Tempo (Giomi/Anno)
(1) - Ove la misurazione non fosse tecnicamente possibile indicare i quantitativi annuali di agenti cancerogeni utilizzati o prodotti durante l'attività svolta.
DATA CESSAZIONE ATTIVITA' LAVORATIVA ………………………………………………………
Timbro e Firma del Datore di Lavoro .............................................................................
ALLEGATO 1 Mod. C 626/2
Relativo alla registrazione delle informazioni di ogni singolo lavoratore
riguardanti dati anagrafici, attività svolta, agente utilizzato, intensità,
frequenza e durata dell’esposizione
Riguarda la comunicazione di
variazioni relative ai dati del
lavoratore intervenute dopo la
prima notifica
Modulo relativo alla richiesta
delle annotazioni individuali in
caso la ditta assuma lavoratori
che abbiano in precedenza
esercitato attività con
esposizione ad agenti
cancerogeni
Chi sono gli esposti?
Unica base di dati disponibile sui motori di ricerca scientifici per
valutare quanto e come sia stato applicato il registro in Italia
La dimensione del problema
1 - LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA DIRIGENZA
2 - PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE
3 - PROFESSIONI TECNICHE
4 - PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO
5 - PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI E NEI SERVIZI
6 - ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI
6.2 - Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori emanutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche
6.2.1 - Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteriametallica e professioni assimilate
6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma
7 - CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI MACCHINARI FISSI E MOBILI E CONDUCENTI DIVEICOLI
8 - PROFESSIONI NON QUALIFICATE
9 - FORZE ARMATE
97% 2%
75.17% 24.83%
I DATI (media 2011-2013)
Numero di occupati nella professione (migliaia): 82
Composizione percentuale per sesso
Saldatori e tagliatori afiamma
Totale occupati 58.8% 41.2%
Maschi Femmine
Composizione percentuale per classi d'età
Saldatori e tagliatori afiamma
43% 56%
Totale occupati 40.22% 59.78%
< 40 anni >= 40 anni
Composizione percentuale per posizione professionale
Saldatori e tagliatori afiamma
96% 3%
Totale occupati
Dipendenti Indipendenti
Istat - Istituto Nazionale di StatisticaVia Cesare Balbo 16 00184
Roma tel. +39 06 46731
RILEVAZIONE CONTINUA SULLE FORZE DI LAVORO
L'unità professionale 6.2.1.2.0 - Saldatori e tagliatori a fiamma è compresa nella categoria : 6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma
1 - LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA DIRIGENZA
2 - PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE
3 - PROFESSIONI TECNICHE
4 - PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO
5 - PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI E NEI SERVIZI
6 - ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI
6.2 - Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori emanutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche
6.2.1 - Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteriametallica e professioni assimilate
6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma
7 - CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI MACCHINARI FISSI E MOBILI E CONDUCENTI DIVEICOLI
8 - PROFESSIONI NON QUALIFICATE
9 - FORZE ARMATE
97% 2%
75.17% 24.83%
I DATI (media 2011-2013)
Numero di occupati nella professione (migliaia): 82
Composizione percentuale per sesso
Saldatori e tagliatori afiamma
Totale occupati 58.8% 41.2%
Maschi Femmine
Composizione percentuale per classi d'età
Saldatori e tagliatori afiamma
43% 56%
Totale occupati 40.22% 59.78%
< 40 anni >= 40 anni
Composizione percentuale per posizione professionale
Saldatori e tagliatori afiamma
96% 3%
Totale occupati
Dipendenti Indipendenti
Istat - Istituto Nazionale di StatisticaVia Cesare Balbo 16 00184
Roma tel. +39 06 46731
RILEVAZIONE CONTINUA SULLE FORZE DI LAVORO
L'unità professionale 6.2.1.2.0 - Saldatori e tagliatori a fiamma è compresa nella categoria : 6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma1 - LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA DIRIGENZA
2 - PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE
3 - PROFESSIONI TECNICHE
4 - PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO
5 - PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI E NEI SERVIZI
6 - ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI
6.2 - Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori emanutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche
6.2.1 - Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteriametallica e professioni assimilate
6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma
7 - CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI MACCHINARI FISSI E MOBILI E CONDUCENTI DIVEICOLI
8 - PROFESSIONI NON QUALIFICATE
9 - FORZE ARMATE
97% 2%
75.17% 24.83%
I DATI (media 2011-2013)
Numero di occupati nella professione (migliaia): 82
Composizione percentuale per sesso
Saldatori e tagliatori afiamma
Totale occupati 58.8% 41.2%
Maschi Femmine
Composizione percentuale per classi d'età
Saldatori e tagliatori afiamma
43% 56%
Totale occupati 40.22% 59.78%
< 40 anni >= 40 anni
Composizione percentuale per posizione professionale
Saldatori e tagliatori afiamma
96% 3%
Totale occupati
Dipendenti Indipendenti
Istat - Istituto Nazionale di StatisticaVia Cesare Balbo 16 00184
Roma tel. +39 06 46731
RILEVAZIONE CONTINUA SULLE FORZE DI LAVORO
L'unità professionale 6.2.1.2.0 - Saldatori e tagliatori a fiamma è compresa nella categoria : 6.2.1.2 - Saldatori e tagliatori a fiamma
La valutazione delle esposizioni
Dal punto di vista teorico dovrebbe basarsi su quanto
proposto nel paradigma del National Research Council
La valutazione delle esposizioni
professionali
BLV
MB > V.R.
NO
Esposizione ambientale
SI Esposizione
professionale
BEI TLV
Dose Risposta
Interpretazione
sul gruppo
Monitoraggio
biologico
Interpretazione
a livello individuale
Monitoraggio
ambientale
Monitoraggio
effetti biologici
Da Prof. A. Mutti
Il problema delle basse esposizioni
In passato la gestione delle esposizioni saltuarie e/o a basse dosi
di agenti cancerogeni veniva approcciato basandosi su quantità
d’uso, numero di occasioni e sul tempo in un periodo definito
Il National Board of Labour Protection finlandese e di riflesso
anche la European Agency for Safety and Health at Work (EU-
OSHA) consideravano come “non esposto un lavoratore che
utilizzasse sostanze cancerogene per non più di 20 giornate
lavorative l’anno, ad eccezione di eventi accidentali in cui potesse
subire un’esposizione rilevante”
Il problema delle basse esposizioni
Provvedimenti simili sono stati adottati in Italia con l’emanazione di
circolari che regolassero l’esposizione ad asbesto (cancerogeno di
gruppo 1 A)
È stato stabilito un valore limite di esposizione professionale
(VLEP) pari a 100 fibre/litro
L’art. 249 del D. Lgs. 81/08 prevede casi di Esposizioni
Sporadiche E di Debole Intensità (ESEDI), ossia al di sotto di 10
fibre/litro, alle quali non si applicano gli obblighi di notifica inizio
attività e di sorveglianza sanitaria
Il problema delle basse esposizioni
L’individuazione di valori limite/valori d’azione, come indicato
anche dalla norma UNI EN 689/97, potrebbe rappresentare una
possibile soluzione
tuttavia
le diverse sostanze cancerogene, in virtù delle differenti proprietà
chimiche e della differente reattività nei confronti delle strutture
cellulari, non possiedono lo stesso meccanismo d’azione
La Comunità Europea fa riferimento ad un gruppo di lavoro, lo
Scientific Committee on Occupational Exposure Limit Values
(SCOEL), che si pone l’obiettivo di stabilire dei limiti di sicurezza
(OELs) per l’utilizzo di prodotti cancerogeni in ambito
professionale sulla base dei loro principali meccanismi d’azione
Periodo di latenza
Iniziazione Promozione Conversione Progressione
t0 30 anni
La cancerogenesi come processo multistadio
Metastasi
Metastasi
espansione
clonale
selettiva
modificazione
genetica
eterogeneità
cellulare
?
Cancerogeni
genotossici
Cancerogeni non
genotossici
Da Prof. A. Mutti
Classificazione patogenetica dei
cancerogeni
Cancerogeni genotossici producono intermedi reattivi elettrofili che danneggiano il DNA formando addotti (legami covalenti)
L’organo bersaglio è tendenzialmente rappresentato dalla via di ingresso
Cancerogeni epigenetici non danneggiano il DNA, ma favoriscono la crescita dei tumori con meccanismi diversi
co-cancerogeni
concentrazione genotossici
riparazione DNA
promotori
proliferazione cellulare
integrità tessuto sano
Immunosoppressione
L’organo bersaglio può essere sia via di ingresso che la sede di trasformazione metabolica
Da Prof. A. Mutti
Agenti chimici cancerogeni
SCOEL, version 7, June 2013
0
100
20
40
60
80
Esposizione/Dose
Ris
poste
, %
Curve dose-risposta dei cancerogeni non
genotossici
Da Prof. A. Mutti
Agenti chimici cancerogeni
SCOEL, version 7, June 2013
Agenti chimici cancerogeni
SCOEL, version 7, June 2013
0
Dose
100
20
40
60
80
Ris
posta
, %
Effetto 1
(genotossici)
Effetto 2
Effetto 3
Il modello Linear No-thershold (LNT) dei
cancerogeni genotossici
Da Prof. A. Mutti
La classificazione SCOEL
Gruppo A: cancerogeni genotossici senza soglia: si applica il
modello LNT
Gruppo B: cancerogeni genotossici per i quali non è attualmente
supportata l’esistenza di una soglia: si può utilizzare il modello
LNT
Gruppo C: cancerogeni genotossici per i quali è possibile definire
un limite pratico
Gruppo D: cancerogeni non genotossici e non-DNA reattivi per i
quali esiste associazione tra limite e NOAEL
Per i gruppi C e D vengono definiti gli OEL
La valutazione delle esposizioni
Nel caso dei cancerogeni per alcuni agenti non esistono limiti nazionali di
esposizione professionale (OEL)
La Commissione Europea nella seduta del 13 maggio 2016, sulla base di
contributi forniti da Enti scientifici, stati membri, etc., ha proposto valori
limite per 13 agenti chimici individuati come prioritari:
- 1,2 – epossipropano
- 1, 3 – butadiene
- 2 – nitropropano
- acrilammide
- bromoetilene
- composti del cromo VI
- ossido di etilene
- polveri di legno duro
- idrazina
- o – toluidina
- silice cristallina respirabile
- fibre ceramiche refrattarie
- cloruro di vinile monomero
0.025 mg/m3
…e quindi cosa facciamo?
Compiliamo il registro per tutti i lavoratori
esposti a cancerogeni di gruppo 1 A / 1B
L’insorgenza di cancro è un fenomeno di natura stocastica
Ammettendo che qualsiasi frazione di agente cancerogeno,
anche solo infinitesimale o presunta, possieda la proprietà di
causare tumore, non sarebbe possibile stabilire un livello di
dose diversa da 0 tale da garantire una protezione
accettabile
Valutiamo caso per caso chi registrare
Dopo aver determinato l’esposizione attraverso
opportuni monitoraggi, pur tenendo presente che
qualsiasi esposizione modifica la probabilità
dell’evento, cerchiamo di individuare soglie di sicurezza
compatibili con livelli di esposizione ridotti al più basso
valore tecnicamente possibile (ALARA).
Acknowlegments
Prof. A. Mutti
Prof. M. Corradi
Prof.ssa R. Andreoli
Dott.ssa M.G. Riccelli
Dott. F. Roscelli
Dott. W. Catellani
Dott. F.S.P. Renzulli