il pericolo Facebook

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Reparto Psicologia Milano Con la nascita e la diffusione di Facebook nel 2008, l'Italia si è posizionata al primo posto della classifica mondiale dei paesi con una maggiore percentuale di incremento utenti. Facebook, come ormai tutti sanno, è un aggregatore di persone che cercano e vogliono mantenere contatti con vecchi e nuovi amici, condividendo foto, video e contenuti della propria vita. Purtroppo però, accanto alle caratteristiche positive di visibilità, congregazione, condivisione, recupero di vecchie conoscenze ed amicizie e nascita di nuove e di giochi spensierati, sempre più vanno creandosi problemi legati all’uso e all’abuso, che spesso terminano in vere proprie situazioni di dipendenza. Stiamo parlando di quella che è stata definita "Social Network addiction" o "Friendship addiction" e ancor peggio la “SGM (social game mania)” Nel primo caso è una sorta di dipendenza legata ad un bisogno di connettersi, aggiornare il proprio profilo e controllare la propria pagina web e da amicizia (detta anche amicodipendenza), o meglio la ricerca di nuove amicizie virtuali da poter registrare sul proprio profilo. Nel secondo caso si tratta di una dipendenza causata dall’impulso irrefrenabile di

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rischi e pericoli nell'uso frequente dei Social Networks

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Reparto Psicologia Milano

Con la nascita e la diffusione di Facebook nel 2008, l'Italia si è posizionata al primo

posto della classifica mondiale dei paesi con una maggiore percentuale di

incremento utenti.

Facebook, come ormai tutti sanno, è un aggregatore di persone che cercano e

vogliono mantenere contatti con vecchi e nuovi amici, condividendo foto, video e

contenuti della propria vita.

Purtroppo però, accanto alle caratteristiche positive di visibilità, congregazione,

condivisione, recupero di vecchie conoscenze ed amicizie e nascita di nuove e di

giochi spensierati, sempre più vanno creandosi problemi legati all’uso e all’abuso,

che spesso terminano in vere proprie situazioni di dipendenza.

Stiamo parlando di quella che è stata definita "Social Network addiction" o

"Friendship addiction" e ancor peggio la “SGM (social game mania)”

Nel primo caso è una sorta di dipendenza legata ad un bisogno di connettersi,

aggiornare il proprio profilo e controllare la propria pagina web e da amicizia

(detta anche amicodipendenza), o meglio la ricerca di nuove amicizie virtuali da

poter registrare sul proprio profilo.

Nel secondo caso si tratta di una dipendenza causata dall’impulso irrefrenabile di

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progredire nei giochi esattamente come avviene per i videogames.

A causa dei molteplici casi registrati nel 2011, pensiamo di mettere in evidenza

la reale pericolosità dell'assidua frequentazione dei Social Networks

elencandovi una serie di casi riscontrati su persone che sono in cura presso

strutture psichiatriche per "disintossicarsi" dalla rete.

Ci sono stati casi di giovani che hanno perso ogni cognizione della realtà e di adulti

(principalmente di sesso femminile) che hanno addirittura modificato il proprio

tenore di vita fino ad arrivare allo sfascio totale del rapporto coniugale e

famigliare.

Come in tutti i casi di dipendenza, anche in questa sono presenti:

- sintomi di tolleranza (assuefazione), connessa alla necessità di stare collegati e/o

aggiornare i contenuti personali della propria pagina sempre di più ad ogni nuova

connessione per raggiungere la medesima sensazione di appagamento;

- sintomi di astinenza, ovvero sensazioni di intenso disagio psico-fisico che si

presenta quando non ci si collega per un certo periodo di tempo;

- sintomi di craving, ovvero l’aumentare di pensieri fissi e di forti impulsi a come e

quando connettersi e nel ricercare contatti nuovi per lo scambio di informazioni

e aiuti sui games .

La dipendenza dai Social Networks sembra essere dovuta al forte senso di

sicurezza, di personalità e di socialità che Facebook apparentemente offre in

maniera facile e immediata. In una società sempre meno connotata da contatti

sociali reali e autentici e al contempo sempre più caratterizzata dal prevalere

dell’immagine, facebook si presenta come potenziale luogo all’interno del quale

accogliere e, attraverso un meccanismo di capovolgimento, trasformare le

insicurezze delle persone in certezze, i difetti in pregi, il brutto in bello (tasto mi

piace nelle foto, video, e contenuti in generale; condivisione di link con frasi fatte,

dettate dal senso comune, bizzarrie bizzarre; inviti a far parte di gruppi, etc).

E’ a partire da queste premesse che l’utilizzo smodato di facebook sembrerebbe

portare dei vantaggi nella vita della persona, ma che ad un’analisi approfondita si

rivelano apparenti, tra gli pseudo-vantaggi è possibile individuare:

- mascheramento delle personali ansie, preoccupazioni, sbalzi d'umore e il proprio

senso di disistima e di solitudine.

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- riempimento, conferma e/o rafforzamento del proprio ego, attraverso le

richieste di nuove amicizie

- meccanismi psicologici e neurologici di piacere, soddisfazione, affettività ed

autostima.

Se da un lato gli pseudo-vantaggi portano il soggetto a sperimentare una

sensazione immediata di piacere e soddisfazione, dall’altro a lungo termine,

subentrano gli effetti collaterali:

- isolamento sociale

- menomazione delle principali sfere vitali come quelle lavorativa, familiare,

sociale, affettiva;

- distorsione del senso dell’amicalità, dei rapporti affettivi e sociali causata dalla

competizione tra gli utenti nel cercare di raggiungere il numero più alto di “amici”,

connessi al proprio profilo;

- dipendenza da amicizia (“Friendship addiction”) cioè la tendenza ad aumentare il

numero di amici aggregati alla propria pagina, al fine di ottenere riconoscimento e

visibilità.

- amicizie virtuali, che forse non si conosceranno mai

- tolleranza, astinenza e craving

- sintomi psicologici come ansia, pensieri fissi, depressione, attacchi di panico,

paura (ad esempio di non avere più informazioni o collegamenti e di stare o

rimanere da soli), problemi di sonno, insicurezza, suscettibilità;

- problemi sociali, familiari, affettivi e lavorativi quali ritardi o assenze a scuola o a

lavoro (con la sua possibile perdita), graduale isolamento, distorsione dei rapporti

affettivi e sociali, disgregazione dal gruppo familiare ed amicale.

- emicrania, stress oculare, iper sudorazione, tachicardia, tensioni, crampi e/o

dolori muscolari (a causa delle numerose ore passate davanti al computer), forte

stanchezza.

In conclusione, di rischi e pericoli ce ne sono a iosa e anche se non si vuole affatto

demonizzare i Social Networks credo che non sia giusto nascondere le realtà

che si presentano puntualmente presso i nostri istituti e che stanno creando non

poche preoccupazioni.

Dr. Rodolfo Vignarola