Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha · 2020. 1. 23. · CARLO FORMICHI IL PENSIERO...

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Carlo Formichi Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha www.liberliber.it Carlo Formichi Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha www.liberliber.it

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Page 1: Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha · 2020. 1. 23. · CARLO FORMICHI IL PENSIERO RELIGIOSO NELL’INDIA PRIMA DEL BUDDHA 6. PREFAZIONE I molti anni spesi ormai nello

Carlo FormichiIl pensiero religioso

nellrsquoIndiaprima del Buddha

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QUESTO E-BOOK

TITOLO Il pensiero religioso nellIndia prima delBuddhaAUTORE Formichi Carlo lt1871-1943gtTRADUTTORE CURATORE NOTE CODICE ISBN E-BOOK n d

DIRITTI DAUTORE no

LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet wwwli-berliberitonlineoperelibrilicenze

COPERTINA n d

TRATTO DA Il pensiero religioso nellIndia primadel Buddha Carlo Formichi - Bologna N Zani-chelli 1925 - VIII 287 p 19 cm - (Storia del-le religioni 5)

CODICE ISBN FONTE n d

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 23 gennaio 2020

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COPERTINA n d

TRATTO DA Il pensiero religioso nellIndia primadel Buddha Carlo Formichi - Bologna N Zani-chelli 1925 - VIII 287 p 19 cm - (Storia del-le religioni 5)

CODICE ISBN FONTE n d

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 23 gennaio 2020

2

INDICE DI AFFIDABILITAgrave 10 affidabilitagrave bassa1 affidabilitagrave standard2 affidabilitagrave buona3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOREL024000 RELIGIONE Orientale

DIGITALIZZAZIONECristina Rosanda cristinarosandagmailcom

REVISIONEGabriella Dodero

IMPAGINAZIONEGabriella Dodero

PUBBLICAZIONECatia Righi catia_righitinit

3

INDICE DI AFFIDABILITAgrave 10 affidabilitagrave bassa1 affidabilitagrave standard2 affidabilitagrave buona3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOREL024000 RELIGIONE Orientale

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REVISIONEGabriella Dodero

IMPAGINAZIONEGabriella Dodero

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4

Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

5

Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

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CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

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PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

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che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

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che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

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che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

119

Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

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Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

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mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

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mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

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domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

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E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

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E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

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vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

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vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

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no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

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no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

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mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

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mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

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lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

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lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

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re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

205 Atharv X 7 25 31

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

205 Atharv X 7 25 31

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

220 IX 4 5221 IV 35 4 5 6

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

220 IX 4 5221 IV 35 4 5 6

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

268 XI 4 25

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

268 XI 4 25

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

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che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

230

onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

240

principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

247

riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

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Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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  • Liber Liber
  • PREFAZIONE
  • Capitolo I - Il Rigveda
  • Capitolo II - LrsquoAtharvaveda
  • Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad
  • CONCLUSIONE
Page 2: Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha · 2020. 1. 23. · CARLO FORMICHI IL PENSIERO RELIGIOSO NELL’INDIA PRIMA DEL BUDDHA 6. PREFAZIONE I molti anni spesi ormai nello

Questo e-book egrave stato realizzato anche grazie al so-stegno di

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QUESTO E-BOOK

TITOLO Il pensiero religioso nellIndia prima delBuddhaAUTORE Formichi Carlo lt1871-1943gtTRADUTTORE CURATORE NOTE CODICE ISBN E-BOOK n d

DIRITTI DAUTORE no

LICENZA questo testo egrave distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet wwwli-berliberitonlineoperelibrilicenze

COPERTINA n d

TRATTO DA Il pensiero religioso nellIndia primadel Buddha Carlo Formichi - Bologna N Zani-chelli 1925 - VIII 287 p 19 cm - (Storia del-le religioni 5)

CODICE ISBN FONTE n d

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 23 gennaio 2020

2

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TRATTO DA Il pensiero religioso nellIndia primadel Buddha Carlo Formichi - Bologna N Zani-chelli 1925 - VIII 287 p 19 cm - (Storia del-le religioni 5)

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1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL 23 gennaio 2020

2

INDICE DI AFFIDABILITAgrave 10 affidabilitagrave bassa1 affidabilitagrave standard2 affidabilitagrave buona3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOREL024000 RELIGIONE Orientale

DIGITALIZZAZIONECristina Rosanda cristinarosandagmailcom

REVISIONEGabriella Dodero

IMPAGINAZIONEGabriella Dodero

PUBBLICAZIONECatia Righi catia_righitinit

3

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4

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4

Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

5

Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

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CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

7

PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

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che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

8

che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

10

che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

119

Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

125

Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

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mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

126

mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

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domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

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E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

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E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

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vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

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vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

138

no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

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no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

139

mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

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mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

140

lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

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lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

141

re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

205 Atharv X 7 25 31

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

220 IX 4 5221 IV 35 4 5 6

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

220 IX 4 5221 IV 35 4 5 6

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

268 XI 4 25

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

268 XI 4 25

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

180

che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

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onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

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principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

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riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

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Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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  • Liber Liber
  • PREFAZIONE
  • Capitolo I - Il Rigveda
  • Capitolo II - LrsquoAtharvaveda
  • Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad
  • CONCLUSIONE
Page 3: Il pensiero religioso nell’India prima del Buddha · 2020. 1. 23. · CARLO FORMICHI IL PENSIERO RELIGIOSO NELL’INDIA PRIMA DEL BUDDHA 6. PREFAZIONE I molti anni spesi ormai nello

INDICE DI AFFIDABILITAgrave 10 affidabilitagrave bassa1 affidabilitagrave standard2 affidabilitagrave buona3 affidabilitagrave ottima

SOGGETTOREL024000 RELIGIONE Orientale

DIGITALIZZAZIONECristina Rosanda cristinarosandagmailcom

REVISIONEGabriella Dodero

IMPAGINAZIONEGabriella Dodero

PUBBLICAZIONECatia Righi catia_righitinit

3

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REVISIONEGabriella Dodero

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Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

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Indice generale

Liber Liber4PREFAZIONE7Capitolo I - Il Rigveda9Capitolo II - LrsquoAtharvaveda118Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad187CONCLUSIONE305

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CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

CARLO FORMICHI

IL PENSIERO RELIGIOSONELLrsquoINDIA

PRIMA DEL BUDDHA

6

PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

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PREFAZIONE

I molti anni spesi ormai nello studio della letteraturareligiosa dellrsquoIndia hanno sempre piugrave maturata in me laconvinzione che perfino i testi piugrave noti editi tradotti ecommentati vanno ancora sempre piugrave meditati erettamente interpretati Non si finisce mai diapprofondire e strappare alla sfinge del pensiero indianoi suoi enimmi Ciograve che ieri sembrava solo un simboloassurdo diventa oggi unrsquoovvia e limpida veritagrave e moltiferri dichiarati vecchi e inutili tornano a prestareservizio drsquoincomparabili strumenti Il venerando OttoBoumlhtlingk al termine della sua gloriosa carrierascriveva ldquopenso che la scienza si avvantaggia dippiugravedal vagliare ed emendare testi giagrave editi ma degni dellanostra attenzione vuoi per il loro contenuto vuoi per lalingua che non dal pubblicare nuovi prodotti letterari didiscutibile valorerdquo (seduta del 7 Novembre 1894 dellaKoumlnigl Saumlchs Gesellschaft der Wissenschaften)

Non credo quindi aver fatto fatica inutilenellrsquoessermi giovato di testi giagrave noti ma secondo medrsquoimpareggiabile valore per tentare una sintesi diquanto di meglio lrsquoIndia produsse nel campo spiritualedai primordi documentati della sua civiltagrave fino allagrande riforma del Buddha

Quel che di nuovo il lettore troveragrave nel mio volume egravela dimostrazione dellrsquoesistenza drsquoun pensiero dinamico

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che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

8

che vietograve alla casta sacerdotale drsquoirrigidire la religionenel formalismo del culto e venne poco per voltaaffermandosi fino alla vittoria finale La storia drsquoognigrande religione presenta in fondo lo stesso fenomenopochi eletti che fanno squillare le trombe sulle massetendenti ad abbandonarsi al torbido sonnodellrsquoignoranza La ricerca della vena drsquooro nella storiareligiosa dellrsquoIndia prima del Buddha mi egrave statadrsquoinfallibile e preziosa guida nello sceverare i materialiordinarli interpretarli da un nuovo punto di vista e nelmettere in valore passi drsquoimportanza suprema che finqui non avevano dato il lume che da essi egrave lecito trarre

La mia indagine abbraccia il periodo che dal Rigvedasi estende fino alle Upanishad ed ha lasciato fuori isistemi filosofici sigrave perchegrave sarebbe occorso un altrointero volume per la loro trattazione sigrave perchegrave mipremeva di segnalare le grandi correnti upanishadicheche direttamente immettono nel Buddhismo

Roma ottobre del 1925

CARLO FORMICHI

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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Capitolo I - Il Rigveda

Il Rigveda e la tradizione indigena La mancanza di sensostorico neglrsquoindiani e la scienza filologica dellrsquoOccidente

Il Rigveda egrave il documento letterario piugrave anticodellrsquoIndia anzi secondo Max Muumlller1 glrsquoinni sacri cheesso contiene non hanno rivale nella letteraturamondiale e la loro conservazione ben puograve chiamarsimiracolosa In altri termini il Rigveda egrave il libro piugravevetusto non soltanto dellrsquoIndia ma del mondo ariano ein un certo senso di tutta quanta lrsquoumanitagrave

La prima legittima domanda che il lettore cirivolgeragrave egrave senza dubbio questa laquoa quale epocarimonta dunque il venerando volumeraquo

Non egrave possibile dare una risposta precisa e categoricaed egrave necessario fare subito unrsquoavvertenza al lettore

Glrsquoindiani non hanno mai dato importanza ai fattistorici si sono quasi sempre rifiutati a registrarelrsquoordine degli eventi e le date e concepiscono lo studioed il sapere in un modo che non egrave il nostro Portati danatura a ricercare quel che dura ed egrave eterno e adisinteressarsi di tutto ciograve che egrave labile e mutevole essihanno avuto di mira le grandi linee che restano le idee

1 Prefazione al vol IV della I edizione della Rig-Veda-SamhitāSecond Edition Vol IV London 1892 pag LXXVIII

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che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

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che il tempo non puograve far sbiadire e si sono volentieridimenticati dellrsquoinconcludente succedersi dei fattiparticolari ed individuali Ciograve che dovrebbe essere storiadiventa nelle mani degli indiani mito poesiaspeculazione Chiedete loro quando egrave che fu composto ilRigveda e candidamente vi rispondono laquonellrsquoanno3102 avanti Cristo allrsquoinizio cioegrave del Kaliyuga dellrsquoevocosmico nel quale ancora ci troviamo e che egravecaratterizzato in confronto delle altre etagrave mondiali dalprevalere dellrsquoempietagrave dellrsquoingiustizia e del vizioraquo Inluogo drsquouna data storica abbiamo una data mitica che cifa sorridere ma che sia pure vagamente ci enuncia lagrande veritagrave che le origini del Rigveda sonoremotissime e quasi si perdono nella notte del passatoNoi perograve non ci appaghiamo non possiamo appagarcidrsquouna veritagrave cosigrave vaga se a ragione se a torto vedremoin seguito

E magari lrsquoincertezza si limitasse alla data dicomposizione del Rigveda

Non uno solo dei 1028 inni dei quali consta laraccolta porta il nome del suo vero autore Vatileggendari quali Viccedilvāmitra Vasistha Atri Agastyavengono menzionati come personaggi storici i quali inetagrave remota avrebbero composto una serie drsquoinni ovveroanche singoli versi Il candore della tradizione egrave talechrsquoessa non si perita di attribuire a due Apsaras ossianinfe celesti lrsquoinno 104 del libro IX

Il nostro senso storico puograve ribellarsi quanto vuole aqueste puerili fantasticherie ma egrave pur costretto a

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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considerare perfettamente logico che il paese il qualenon ha saputo tramandarci i nomi degli autori delleUpanishad e del Mahābhārata e ci costringe a discuteresulla paternitagrave della Mrcchakatikagrave e sullrsquoepoca in cuifiorigrave Kālidāsa dovesse lasciarci completamente al buioriguardo allrsquoetagrave ed agli autori degli antichissimi inni delRigveda LrsquoIndia egrave sempre la stessa incorreggibile edimpenitente sognatrice e non puograve smentire segrave stessaContro questa deficienza di senso storico si egrave elevato nelnostro occidente un coro di proteste Qualche singolarara voce discordante sorge in difesa della caparbiafavoleggiatrice ad esempio quella del Deussen il qualedice

laquoUna vera e propria storiografia come quella cheebbero la Grecia e Roma non esiste nellrsquoIndia e glistorici del comune stampo (i quali non sanno perdonarenemmeno a Platone di non essere diventato unDemostene) scrollano compassionevolmente le spalleper il fatto che un popolo cosigrave ricco di egregie dotiqualrsquoegrave lrsquoindiano non sia stato capace di creare undurevole organismo statale negrave di produrre una scuola dipubblica eloquenza negrave di registrare almeno i fatti dellasua propria storia Ma tutti cotesti storici dovrebberopiuttosto cercar di capire che glrsquoindiani stavano troppoin alto perchegrave potessero a morsquo degli egiziani e di altripopoli compiacersi nel redigere liste di re perchegravepotessero indursi direbbe Platone a numerare ombreche il genio indiano (a suo gran detrimento certo se siconsidera la cosa da un punto di vista esteriore)

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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disdegnograve di prendere troppo sul serio le cose temporali eil loro ordine perchegrave si volse con tutta quanta lrsquoenergiadella sue forze libere drsquoogni comune cura in grazia allamitezza del clima a ricercare lrsquoEterno e ad esprimerloin una lussureggiante Letteratura poetica e filosofica-religiosaraquo2

Se non che tutti cotesti rimpianti ed entusiasmi tuttecoteste accuse e difese sono vane lrsquoIndia resta quellache egrave e la questione verte piuttosto sul modo col qualedobbiamo studiarla e cercar di capirla Dovremo in altritermini per capir lrsquoIndia adattarci alla sua mentalitagrave epiuttosto a questa sostituire la nostra fare noi quello chelrsquoIndia non ha fatto farle dire quello che non ha detto negravevoluto dire La nostra scienza non ha esitato unmomento a prendere partito per la seconda alternativa ea proposito del Rigveda non ha potuto rassegnarsi a nontentare di portar la storia lagrave dove crsquoegrave il mito cifre fisse oalmeno fluttuanti lagrave dove non ci sono cifre affattodeterminazioni lagrave dove campeggiano le incertezze lucedove crsquoegrave ombra Si sono chiamate a raccolta tutte lerisorse scientifiche e metodiche di cui disponiamo lapaziente raccolta dei materiali la scrupolosa esattezzafilologica la comparazione la critica congetturalelrsquoesame e la vagliatura dei minimi dettagli ecc IlRigveda abbiamo detto nelle nostre mani non avragrave piugrave

2 Allgemeine Geschichte der Philosophie I Band ersteAbteilung Zweite Auflage Leipzig F A Brockhaus 1906 pag40

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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segreti lrsquoIndia abbiamo pensato impareragrave da noi ilmetodo storico e critico e verragrave da noi per sapere checosa ha detto la sua Sfinge Altamente interessante egravesenza dubbio questo duello fra lrsquoIndia trasognataestatica contemplante le cose fuori dello spazio e deltempo e il dotto occidente tutto inteso a studiarecatalogare ordinare e disciplinare i fatti della realtagrave

Procuriamo ora di conoscere piugrave da vicino in chemodo la scienza occidentale ha proceduto nel risolvereil problema dellrsquoetagrave del Rigveda e quali sieno stati irisultati ai quali egrave pervenuta

I tre punti fondamentali della questione cronologicaScuole vediche ed insegnamento orale nei primi tempi

La critica occidentale ha innanzi tutto intravvistonella questione cronologica tre problemi distinti

I A quale epoca rimonta il mondo drsquoidee chetroviamo riflesso e documentato nel Rigveda

II A quale epoca rimonta la composizionedeglrsquoinni ovvero quando egrave che vissero gli autori deimedesimi

III A quale epoca rimonta la redazione dellaraccolta ovvero quando egrave che glrsquoinni venneroconsegnati alla scrittura e riuniti in un volumeLa formulazione del primo problema non ha per noi

nulla di nuovo e sorprendente La Divina Commediarimonta al 1300 ma le idee delle quali si fa ecorisalgono ad un medioevo molto anteriore al 1300

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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Invece puograve riuscirci strana la scissione tra ilproblema della composizione e quello della redazionedegli inni avvezzi come siamo a vedere che oggilrsquoautore compone ossia scrive la sua opera e domani lapubblica Ma nellrsquoIndia antica le cose procedevano assaidiversamente Comporre non significava scrivere etanto meno pubblicare La scrittura era ancora ignotaed i vati si limitavano a recitare la propriacomposizione la quale veniva poi imparata a memoria etramandata oralmente di padre in figlio entro lrsquoambito dideterminate famiglie formanti una data scuola vedica Inaltri termini il Rigveda per molti secoli visse con le suemembra sparse coi suoi inni cioegrave formanti non giagrave unpatrimonio comune ma tanti diversi patrimoni di scuolediverse Venne finalmente il giorno in cui i tanti rivoli siunificarono nellrsquounica grande fiumana e questo giornodovette essere quello in cui essendo ormai invalso lrsquousodella scrittura e avendo le varie scuole vedicherinunziato al particolarismo in omaggio alla grandenuova collettivitagrave brahmanica si sentigrave il bisogno diraggruppare in un gran corpo le sparse membra e di darloro forma stabile mediante la scrittura Lacomposizione appartiene dunque allrsquoepoca in cui levarie scuole vediche vivevano separate e indipendentilrsquouna dallrsquoaltra e si giovavano esclusivamentedellrsquoinsegnamento orale mentre la redazione ci riporta atempi posteriori nei quali lo spirito di casta neibrahmani riuscigrave a fondere in una unitagrave tutte le scuole edallrsquoinsegnamento orale che non egrave mai scomparso

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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nellrsquoIndia e dura ancora oggi si aggiunse il sussidiodella scrittura

I tre problemi sono dunque legittimamente impostatie poggiano sulla base incrollabile dei testi Nel Rigvedainfatti manca ogni accenno alla scrittura e si parlainvece dellrsquoinsegnamento orale Il famoso inno VII103 che alcuni considerano come una satira contro ibrahmani ed una parodia della preghiera ed altri comeuno scongiuro magico per sollecitare la caduta dellasospirata pioggia3 paragona nella strofa quinta iranocchi che successivamente gracidando si fanno lrsquoecolrsquouno dellrsquoaltro agli scolari che imparano il Vedaripetendo le parole del maestro E siamo pure in gradodi rappresentarci al vivo cotesto vecchio sistema direcitazione perchegrave nel capitolo 15 del Rk-Prāticcedilākhyaossia drsquoun antico trattato fonetico-grammaticaletroviamo fedelmente descritte le modalitagravedellrsquoinsegnamento orale in una scuola vedica4 Ilmaestro si volge allo scolaro che gli sta a dritta e glienuncia la prima ovvero la prima e la seconda parolacon cui comincia un verso Lo scolaro ripete ed ilmaestro procede ad enunciargli partitamente il resto

3 Tra i piugrave autorevoli sostenitori del senso satirico figurano MaxMuumlller Muir Zimmer Deussen Vedono invece una pratica dimagia Haug Buumlhler Oldenberg Bloomfield Cfr WinternitzGeschichte der indischen Litteratur Erster Band ZweiteAusgabe Leipzig 1909 pag 954 Weber Indische Studien X 129 Cfr Altindisches Leben vonHeinrich Zimmer Berlin 1879 pag 210

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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del verso avendo cura di mettere bene in vista tutte leparole che offrono qualche particolaritagrave fonetica Loscolaro partitamente ripete Quando il maestro egrave giuntocosigrave ad enunciare due o al massimo tre versi lo scolaroegrave tenuto a ripeterglieli non piugrave parte a parte macomplessivamente Questi due o tre versi costituisconoun praccedilna (interrogazione) ed ogni lezione (adhyāya)risulta di 60 praccedilna vale a dire in ogni lezionesrsquoimparano da un minimo di 120 a un massimo di 180versi a seconda che il praccedilna comprende due o treversi

Terminato che ha di recitare un praccedilna lo scolaro chesiede a dritta del maestro tutti gli altri successivamenteda destra a sinistra debbono ripeterlo

Questo sistema drsquoinsegnamento ha dato sempre inIndia risultati presso che miracolosi I giovaniesercitando cosigrave la memoria possono nellrsquoetagrave maturaritenere cifre sbalorditive di versi con una fedeltagrave nonmeno sbalorditiva Fino a che punto possa arrivare latenacia di memoria dei brahmani ancora oggidigrave vieneriferito da Martin Hang nella nota Memoria laquoBrahmaund die Brahmanenraquo5

A noi importa per ora stabilire il fattoincontrovertibile che i testi vedici per un lungo lasso ditempo furono tramandati oralmente e solo in epocarelativamente tarda vennero consegnati alla scrittura e

5 Muumlnchen 1871 pag 21 e 47

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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fissati in forma definitiva6

I criteri scientifici della Filologia moderna per risolvere laquestione cronologica riguardo al Rigveda

I nostri filologi non potendo in nessun modo fissareun termine a quo nella questione cronologica delRigveda hanno scelto come termine ad quem lrsquounicadata sicura che ci offre lrsquoIndia nella sua remotaantichitagrave e che egrave lrsquoanno della morte del Buddha il 480av C7 La formulazione del problema cronologicodiventa quindi quanto retrospettivamente dista dal 480av C il mondo drsquoidee riflesso dal Rigveda lacomposizione deglrsquoinni e la loro redazione Che le datedebbano cercarsi retrospettivamente egrave indubitato perchegraveil Buddhismo presuppone il Veda mentre il Veda nonpresuppone negrave punto negrave poco il Buddhismo Impostatocosigrave il problema i nostri filologi hanno stabilito deicriteri scientifici per risolverlo primo fra tutti quello deltempo necessario perchegrave dallrsquoidioma vedico sigiungesse al Sanscrito classico ed ai dialetti letterari aquesto contemporanei Il vedico in confronto delsanscrito tradisce subito il suo carattere arcaico per ladiremo indisciplinatezza delle forme grammaticali e per

6 Der Rigveda die aumllteste Literatur der Inder von Adolf KaegiZweite Auflage Leipzig 1881 pag 151 nota 64 ndash IndischePalaeographie von G Buumlhler in Grundriss der Indo-ArischenPhilologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag 47 Cfr Winternitz op cit Zweiter Band Zweite Haumllfte Leipzig1920 pag 357 sgg

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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una cotale spontaneitagrave idiomatica che egrave propria dellelingue in formazione vive parlate dal popolo Linguadel tutto popolare non puograve chiamarsi il vedico perchegrave lefigure retoriche le assonanze i bisticci la varietagrave deimetri abbondano nel Rigveda e rivelano che il dialettovedico serviva giagrave da gran tempo ad usi letterari Maquale non egrave tuttavia il divario dal sanscrito inquadratorigidamente nelle quattromila regole del grammaticoPānini ed annunziante nella mirabile geometricitagrave delsuo organismo il punto culminante drsquouna lenta secolareevoluzione linguistica ed elaborazione filologica Ilsanscrito dista dal vedico piugrave che non lrsquoattico daldialetto omerico Quanti secoli dunque sono dovutipassare fra il vedico ed il sanscrito

Un altro criterio che la Filologia occidentale seguequale filo drsquoArianna nel labirinto della cronologiavedica egrave quello di computare il tempo che si presume siadovuto trascorrere tra il mondo drsquoidee rappresentato dalVeda e quello rappresentato dal Buddhismo Vedremoche tra quel che crede e desidera il vate vedico e quelche crede e desidera il monaco buddhista la distanza egravetale da far pensare anche qui ad una evoluzione lenta esecolare

Il criterio comparativo egrave un altro sussidio dellaFilologia moderna Se per passare dal mondo drsquoidee diOmero a quello di Platone son dovuti trascorrereponiamo quattro secoli su per giugrave un analogo periododi tempo bisogneragrave ammettere fra due analoghi punti dipartenza e drsquoarrivo nella storia della civiltagrave indiana

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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Finalmente i nostri dotti dellrsquoOccidente dallrsquoesameminuto e scrupoloso dei testi vedici non si sono lasciatisfuggire nessun accenno che potesse gettar luce sullatenebrosa questione cronologica Cosigrave egrave noto a qualelunga intricata e dotta discussione diede luogo laquestione dei naksatra o stazioni lunari delle quali egraveparola in un calendario astronomico vedico intitolatoJyotisam e che si vuole rimonti al terzo secolo av C Adaltra dotta interminabile discussione diede luogo laquestione del come e del quando fu introdotta nellrsquoIndiala scrittura

Armati di tutti questi mezzi drsquoindagine ignoti ai dottiindiani i nostri filologi si accinsero a risolverelrsquoenigma primo fra essi Max Muumlller al qualecompeteva in certo modo di fissare la data di quelRigveda che aveva splendidamente edito col commentodi Sāyana nei quattro ben noti volumi formanti un veroe proprio monumento di mirabile dottrina filologicaeuropea

Lrsquoepoca alla quale si deve far risalire il Rigveda secondoMax Muumlller

Ed ecco come il Muumlller procede nei suoiragionamenti e nelle sue illazioni

Ben quattro periodi sono da distinguere nettamentenella letteratura vedica Il primo egrave quello dei sūtraprincipiando srsquointende dal basso in alto e procedendo aritroso Lrsquoepoca dei sūtra egrave caratterizzata dallasistemazione drsquouna enorme mole di dottrina anteriore

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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mediante delle brevi concise regole (sūtra) intese aservir di stimolo mnemonico e quasi di appunti e noteallo studioso Alcuni sūtra vedici precedonoindubbiamente il Buddhismo talchegrave per essi si puogravefissare la data del 600 av C I sūtra abbiamo giagrave dettopresuppongono una enorme mole di dottrina anterioreprevalentemente liturgica presuppongono cioegrave queglienormi e diffusi trattati teologico-liturgici che vannosotto il nome di Brāhmana Il periodo per la produzionedi questi trattati puograve continua a dire Max Muumlllercongetturarsi della durata di 200 anni e cosigrave si arrivaallrsquo800 av C Alla loro volta i Brāhmanapresuppongono glrsquoinni del Rigveda dei quali voglionoessere appunto il commento Se non che fra glrsquoinni delRigveda alcuni sono evidentemente composti ad usodella pratica sacrificale ricevono il nome di Mantra esono evidentemente posteriori agli altri inni spontaneafattura dei vati antichi alla quale si suol dare il nome diChandas8 Fra i Brāhmana ed i Mantra saranno passatialtri 200 anni e cosigrave si raggiunge il 1000 av C Del parifra i Mantra ed i Chandas egrave lecito congetturare un altrointervallo di 200 anni talchegrave si ottiene la data del 1200come termine a quo per i piugrave vetusti inni del RigvedaLrsquointervallo di 200 anni rispettivamente fra Sūtra eBrāhmana Brāhmana e Mantra e Mantra e Chandaspuograve anzi deve sembrare troppo breve ma bisognapensare che la mente umana possedeva aglrsquoinizi della

8 Pronunzia ciandas

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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civiltagrave una capacitagrave a progredire assai maggiore chenon in seguito E poi aggiunge pure Max Muumlllermeglio egrave sbagliare per difetto che per eccesso nullaavendo tanto discreditato gli studi orientalistici quantola mania di certi dotti animati da un entusiasmo fuor diluogo di volere eacutepater le burgeois mediante datefavolosamente remote9

Queste argomentazioni e congetture di Max Muumlllerprovocarono sigrave numerose e piugrave o meno acerbe critichema vennero poi sostanzialmente accettate Solo che illimite di 1200 av C fu spostato a 1500 e la massimaparte dei nostri vedisti dice e scrive ormai che ilRigveda nelle sue parti piugrave antiche rimonta a quindicisecoli prima dellrsquoera volgare Una delle massimeautoritagrave nel campo degli studi vedici HermannOldenberg sia qui citato come rappresentante di tutti glialtri vedisti occidentali

laquoGlrsquoIndiani vedici dimoravano nel tempo dal qualeprovengono le fonti piugrave antiche ndash e questo tempo puogravesecondo i computi del tutto incerti che soli possono farsia tal proposito aggirarsi intorno al periodo che dal 1500va fino al 1000 av C ndash sulle rive dellrsquoIndo e nelPenjabraquo10

LrsquoOldenberg confessa che i computi sono del tutto

9 Cfr op cit Preface to the Fourth Volume of the first Editionpag VII-IX XV10 Die Religion des Veda Zweite Auflage Stuttgart und Berlin1917 pag 1

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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incerti ma ad ogni modo loro attribuisce un certovalore tanto egrave vero che di essi fa menzione mentre nonaccenna nemmeno di volo a quella favola indigena cheparla dellrsquoinizio del Kaliyuga ossia del 3102 quale datadi composizione del Rigveda I calcoli della nostrascienza sebbene approssimativi sono sempre dapigliarsi sul serio mentre i miti sono miti e non vannopresi nemmeno in considerazione

Le deboli basi sulle quali poggia la costruzione cronologicadella scienza filologica occidentale

Egrave indubitato che i materiali raccolti ed elaborati dainostri filologi gli sforzi di acume i buoni metodiadoperati costituiscono una tal mole di lavoro pazientee diligente una tale e tanta abnegazione che egrave stretto epreciso dovere lodare ed ammirare Ovunque crsquoegrave lavoroed abnegazione crsquoegrave grandezza Ma drsquoaltra parte egraveimpossibile dissimularsi che manca ogni proporzione fralrsquoimmenso sforzo compiuto ed il magro risultato Dopotante fatiche tanti sottili ragionamenti tante acuteinduzioni e congetture la data del 1500 fissata dallascienza egrave altrettanto incerta quanto quella del 3102 dellaleggenda Anzi la seconda soddisfa un certo sensointuitivo assai piugrave della prima Fin dal 1878 AlfredLudwig scriveva queste auree parole11

laquoEgrave uno sforzo illusorio volere a priori determinare inbase a verisimiglianza o alla stessa analogia il periodo

11 Die Mantralitteratur und das alte Indien Prag 1878 pag 183

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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di tempo necessario a produrre una data massa dimonumenti letterari o che egrave dovuto trascorrere fra certidati limiti nella evoluzione spirituale drsquoun popoloSegnatamente riguardo al Veda non egrave possibileraggiungere nulla che possa avere maggiore valoreintrinseco della sentenza generica da nessunoimpugnata la quale dice che il Veda risale ad unaremota antichitagrave ed ha occupato un lungo spazio ditempo nellrsquoambito del processo evolutivo dello spiritoindianohellip Per il termine a quo ci manca ogni criterioogni punto di partenza afferrabile e direttamentedimostrabileraquo

Questo sigrave egrave discorso sensato degno della nostrascienza il quale fa un curioso contrasto con quellaassurda pretesa di Max Muumlller di fissare a duecento annilrsquointervallo che rispettivamente intercede fra sūtra ebrāhmana brāhmana e mantra mantra e chandas Haquasi piugrave ragione lrsquoindiano di prendere sul serio la datamitica del 3102 che non noi quei duecento anni presceltiarbitrariamente dal Muumlller Vale sempre assai piugrave unaleggenda che non un conato scientifico di voler perforza determinare ciograve che non egrave suscettibile dideterminazione Ed egregiamente il Bartheacutelemy Saint-Hilaire diceva12 con molto garbo al Muumlller a propositodelle date da questrsquoultimo ammannite

laquoIl est bien entendu que ce ne sont lagrave que des agrave peupregraves et malgreacute lrsquoapparente rigueur de ces chiffres il est

12 Journal des Savants Janvier 1861

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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clair qursquoon ne peut arriver en ceci agrave aucunedeacutetermination preacutecise Aussi M Max Muumlller aurait-ilpeut-ecirctre bien fait de ne pas chercher agrave fixer des limitesaussi arrecircteacutees et de ne pas circonscrire si nettement leschoses Comme il y a neacutecessairement toujours beaucoupde vague dans les appreacuteciations de ce genre il est bonque la forme donneacutee agrave des hypothegraveses soit indegravecise elle-mecircme autant que les assertions et comme il nrsquoy a riende moins flexible qursquoun nombre une fois qursquoil esteacutenonceacute il eucirct mieux valu je crois rester dans une demi-obscuriteacuteraquo

A misurare sia pure approssimativamente il numerodi secoli interceduti fra il dialetto vedico ed il sanscritofra le varie tappe del pensiero vedico e fra queste ed ilBuddhismo ci fa difetto qualunque metro Troppi sono ifattori psicologici in gioco e questi si sa sfuggono adogni conato di misurazione Le dotte disquisizioni suinaksatra non hanno apportato luce e la stessaimportantissima questione circa lrsquoepoca in cuipresumibilmente fu introdotta nellrsquoIndia la scrittura nonha trovato una soluzione definitiva ed egrave stata per di piugravegiudicata incapace a risolvere i problemi cronologicidella letteratura vedica

GlrsquoIndi ricevettero dai Semiti pel tramite deimercanti i primi segni alfabetici probabilmentenellrsquoottavo secolo av C ma nulla vieta di credere cheulteriori scoperte epigrafiche ci consentano di risalire

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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fino al mille av C ed anche piugrave indietro13E posto pure che si riesca a fissare la data

dellrsquointroduzione della scrittura in India non citroveremmo forse allo stesso punto

Egrave un grave errore credere che la scrittura abbia perglrsquoIndi quella stessa importanza che ha per noi Occorreanzi non perdere mai di vista la singolare mentalitagravedeglrsquoIndiani a questo riguardo mentalitagrave che non egravepossibile descrivere meglio che con le seguenti paroledel Buumlhler uno dei piugrave profondi conoscitori della psicheindiana

laquoAnche oggidigrave lrsquoIndiano nonostante lrsquouso dellascrittura invalso comrsquoegrave facile dimostrare da lungotempo stima la parola scritta assai meno della parlataaffida alla comunicazione orale tutto quanto il suotraffico scientifico e letterario e segnatamente in operedi scienza menziona assai di rado la scrittura e imanoscritti Salva restando la venerazione che competee tocca ai manoscritti quali bocche di Sarasvatī o deadellrsquoeloquenza tuttavia le sacre Scritture e tutte lescienze esistono per lrsquoIndiano dei giorni nostri soltantonella bocca del maestro al paragon del quale un testoscritto non possiede nessuna autoritagrave e possonoimpararsi rettamente soltanto da un maestro non giagrave damanoscritti Anche oggidigrave i dotti pregianoesclusivamente la scienza che si egrave impressa nellamemoria la cosiddetta mukhasthā vidyā Anche oggidigrave

13 Cfr Buumlhler op cit pag 18 e 19

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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le dotte controversie prendono in considerazionesoltanto la parola viva e gli stessi poeti moderni nondesiderano mica drsquoessere letti ma sperano che le loropoesie abbiano a diventare lrsquoornamento delle gole degliegregi (satām kanthabhūshana) Lo stesso identicostato di cose ritroviamo nel passato fin dove puogravegiungere la nostra osservazioneraquo14

E tornando al punto drsquoonde eravamo partiti egravegiuocoforza rassegnarci allrsquoinevitabile e rispondere a chici domanda a quale epoca rimonti il Rigveda contermini vaghi e pressrsquoa poco come risponderebbe unindiano laquoil mondo drsquoidee riflesso nel Rigveda risale atre millenni av C e quanto alla composizione deglrsquoinnie alla loro redazione le date sono incerte ed hanno assaipoca importanza di fronte al fatto miracoloso dellaperfetta conservazione deglrsquoinni stessi tramandatioralmente di padre in figlio insino ai giorni nostriraquo

Cosigrave lrsquoIndia alla quale volevamo imporre i nostrimetodi e la nostra mentalitagrave ha recalcitrato non ci hapermesso di disciplinarla storicamente egrave riuscita arestare nella penombra e nel mistero e par cheorgogliosamente ci dica laquoper capirmi non cercate diadattare me a voi ma piuttosto adattatevi voi a meraquo

Poichegrave nei Veda trovano ricetto superstizioni popolari einsieme le divinazioni del genio occorre sceverare lrsquooro dalla

scoria

14 Op cit pag 3 e 4

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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A noi che ci proponiamo di esporre nelle loro grandilinee le credenze religiose dellrsquoIndia anteriori alBuddha si presenta subito un grave problema La nostraciviltagrave occidentale ha provveduto egregiamente aseparare la religione dalla filosofia la filosofia dallascienza la scienza dalla letteratura e via dicendo Noipossediamo trattati nei quali egrave contenuta una materia adesclusione delle altre siamo pervenuti alla cosiddettadivisione del lavoro e possediamo il teologo il filosofolo scienziato il letterato Ma se apriamo il Rigveda oun Brāhmana o una Upanishad troviamo alla rinfusareligione filosofia scienza letteratura Lrsquoautore drsquouninno vedico non sappiamo se definirlo un poeta o unteologo o un pensatore o un retore

Inoltre la nostra civiltagrave occidentale egrave riuscita abandire definitivamente dalla sua letteratura religiosafilosofica scientifica e letteraria tutto ciograve che egravesuperstizione grossolana errore volgare ciarlataneriasfacciata NellrsquoIndia invece le grandi raccolte vedichefanno drsquoogni erba fascio talchegrave produzioni squisite dipensiero e di arte restano quasi sperse e soffocate inmezzo a una congerie di puerilitagrave scempiagginifantasticherie e peggio imposture E non soltanto leraccolte vediche ma il Mahābhārata i Purāna i libricanonici del Buddhismo e del Jainismo i trattatifilosofici giuridici medici scientifici presentano piugrave omeno lo stesso fenomeno vene drsquooro purissimo inenormi masse di scoria

Come dunque ci si dovragrave comportare nella

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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esposizione delle credenze religiose indiane dei primitempi Lrsquoenorme materiale di cui disponiamo dovragraveessere integralmente ed ugualmente adoperato In altritermini uno dei tanti indovinelli e rompicapi delRigveda composto da qualche ciurmadore e presentatonella forma drsquoun inno sacro dovragrave forse avere lo stessovalore del nāsadīya-sūkta o del purusasūkta nelrappresentarci le credenze religiose del popolo vedico

Quelle due gemme letterarie dovranno essere messealla pari di tanti e tanti inni sconclusionati bizzarricolmi drsquoimpenetrabile simbolismo rituale ovverobisogneragrave dar loro un posto preponderante e credere chelrsquoeccezione sia la regola e che il poco e il rarorappresenti piugrave fedelmente il pensiero indiano che non ilmolto e il comune

Egrave indubitato che a leggere certi inni del Rigveda eanche piugrave dellrsquoAtharvaveda vien fatto di pensare ad unastretta parentela fra certe puerilitagrave superstizioni egrossolane credenze della gente indiana vedica e lerozze ed informi idee dei primitivi e dei selvaggi Maproprio a farlo apposta ecco dopo quei disgraziati inniseguire uno squarcio di poesia che documenta unamaturitagrave di pensiero ed uno slancio speculativo tali dafare invidia al piugrave grande poeta e pensatore dei giorninostri Bastano quei pochi eletti documenti per redimerelrsquoIndia per denunziare come ingiusto ed oltraggioso iltentativo di ravvicinarla a popoli non ancora partecipidella luce della civiltagrave e per riconoscere giagrave negli alboridella letteratura indiana i germi delle idee destinate ad

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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essere il faro delle coscienze nelle fasi piugrave evolutedellrsquoumanitagrave Anche noi potremmo essere ravvicinati atribugrave primitive e selvagge se tutti i pregiudizi tutte lesuperstizioni tutte le assurde idee e pratiche della nostragente di campagna in materia di religione di medicinadrsquointerpretazione di fenomeni naturali dovessero trovarposto in raccolte enciclopediche del nostro scibile efigurare accanto e alla pari con le produzioni piugrave egregiedel nostro pensiero religioso filosofico e scientifico

La sola differenza fra glrsquoIndiani e noi egrave che noiabbiamo nettamente sceverato lrsquooro dalla scoria mentreglrsquoIndiani hanno lasciato intatto il blocco venato drsquooro

Il blocco dei primitivi e dei selvaggi non ha nessunavena drsquooro ed egrave quindi assurdo cercar di riconnettereglrsquoIndiani dei tempi vedici o qualunque altro popolocivile dellrsquoantichitagrave coi primitivi e coi selvaggi

Il blocco venato drsquooro ha inoltre rispetto allrsquoorobello ed estratto diviso e lavorato dallrsquoorafo una certagrandezza selvaggia Lrsquooro in natura egrave in un certosenso piugrave vero dellrsquooro elaborato dallrsquoarte umana Ilfascino che esercita su noi non solo la letteratura vedicama tutta la letteratura indiana consiste in gran partenella naturalezza ossia nella presentazione integraglobale di ciograve che egrave buono e cattivo bello e bruttodisgustevole e delizioso orrido e sublime LrsquoIndia cipresenta la foresta vergine e abbiamo torto sepretendiamo da lei il giardino Il giardino lrsquoIndia nonpuograve e non vuole darcelo In fondo noi non siamo sinceriquando affermiamo che la nostra letteratura religiosa

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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filosofica scientifica e poetica rappresenti tutto quelloche si crede e si pensa dai nostri popoli Quellaletteratura in realtagrave egrave lrsquoemanazione di pochi elettiingegni e passa sotto silenzio ciograve che le masse credonoe pensano In un nostro trattato di medicina non si tienconto delle balorde dicerie del nostro popolino intornoalla natura e alla causa di certi morbi e agli specifici deisemplicisti

Nella letteratura indiana invece gli errori e lefantasie della plebe vengono accuratamente registrateaccanto alle divinazioni del genio e alle rigorose normedella scienza talchegrave si resta perplessi nel giudizio nonabbiamo ancora finito di condannare che siamo costrettiad assolvere ed il libro che siamo sul punto di chiuderedisgustati e scoraggiati ecco ci carpisce drsquoun tratto lodisuperlative ed ammirazione entusiastica E assai benedice lrsquoOldenberg15 che laquoil voler descrivere lo spiritoindiano nelle sue limitazioni e nella sua ricchezza egravecosa infinitamente arduaraquo

Nella esposizione che ci proponiamo di fare noidunque persuasi come siamo della sentenza delColebrooke vera anche oggidigrave che il contenuto deiVeda non rimunera sempre la fatica del lettore tantomeno quella del traduttore16

15 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte Goumlttingen 1919pag 21916 Essay on the Sacred Writings of the Hindus alla fine delvolume

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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Egrave un dovere dice Federico il Grande imparare adistinguere fra ciograve che egrave importante e ciograve che non lo egrave eMax Muumlller aggiunge meglio spazza chi riesce asollevare meno polvere17 Presenteremo quindi al lettorele credenze religiose dellrsquoIndia anteriori al Buddhismoavendo cura di scartare il troppo e il vano e di sceverarelrsquooro dalla scoria

Assenza nel Rigveda di accenni alle piugrave salienticaratteristiche dellrsquoIndia propriamente detta

Il Rigveda egrave il libro piugrave antico e venerando dellrsquoIndiama il meno rappresentativo di ciograve che generalmentesrsquointende per India Per ben conoscere il posto cheoccupa il Rigveda nella letteratura indiana occorreprima dire che cosa esso non contiene e poi ciograve checontiene

Chi mai puograve immaginare lrsquoIndia senza tigri senzaelefanti e senza scimmie Eppure la tigre non egravemenzionata nemmeno una volta nel Rigveda mentredellrsquoelefante si parla appena due volte e come drsquounararitagrave (I 64 7 e IV 16 14) e si accenna alla scimmiasoltanto nellrsquoinno umoristico X 86

Se crsquoegrave albero del quale glrsquoIndiani sono giustamenteorgogliosi egrave il nyagrodha che come dice lo stesso suonome crescente (rodha) allrsquoingiugrave (nyak) manda daisuoi rami in basso propaggini che si radicano nella terra

17 Op cit Preface to the fourth Volume of the First Edition pagXXXVII

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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e danno origine a nuovi tronchi18 Nel Rigveda il nomedi questo albero non appare negrave punto negrave poco

I loti che nel solo Raghuvamccedila sono adoperati bendodici volte come termini di paragone19 e che figuranocontinuamente e dappertutto nella poesia indianaclassica trovano un posto affatto secondario edinsignificante nel Rigveda

Il riso (vrīhi) cibo fondamentale dellrsquoIndia egravesconosciuto ai vati vedici

Il colmo si ha nel fatto che solo una voltaindirettamente (VI 45 31) si allude al Gange nelRigveda e mai nel Sāmaveda nel Yajurveda enellrsquoAtharvaveda Vien fatto di domandarsi egraveveramente indiano un documento letterario che nonnomina il Gange il sacro Gange il supremo lavacrodrsquoogni peccato il fiume che leggenda e religione hannotrasformato in un simbolo di purificazione e che la liraindiana non si egrave mai stancata di celebrare Di nessunfiume della terra si egrave mai osato cantare lodi cheequivalgano quelle che leggiamo nel capitolo 26 delXIII Parvan del Mahābhārata Piugrave di cento distici sono

18 Lord Bacon allude a questo albero nel suo Essay on Death lagravedove dice laquoNor in my own thoughts can I compare men morefitly to anything than to the Indian fig tree which being ripenedto his full height is said to decline his branches down to theearth whereof she conceives again and they become roots intheir own stockraquo19 Cfr il mio Kālidāsa nella Collezione laquoGlrsquoImmortaliraquo IstitutoEditoriale Italiano Milano Introduzione pag 22

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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dedicati ad esaltare le miracolose virtugrave del Gange delquale per esempio si dice

laquoCome le notti senza luna come gli alberi senza fioricosigrave sono pure i paesi e le regioni senza le fauste acquedel Gangeraquo

laquoCome tutte le caste senza leggi come i (quattro)stadi (della vita brahmanica)20 senza sapienza come iriti sacrificali sena Soma cosigrave pure diventerebbe ilmondo senza Gangeraquo

laquoCome il cielo senza sole la terra senza montagnecosigrave pure sono indubbiamente i paesi e le regioni senzaGangeraquo

laquoSimili a ciechi nati a cadaveri a sciancati sonoquanti quaggiugrave in terra potendo vedere il fausto Gangedalle pure acque non vanno a vederloraquo

laquoChi stimato dagli egregi e domo nei sensitrovandosi con gli spiriti vitali in procinto di passar neldi lagrave rivolga il pensiero al Gange raggiunge la supremametaraquo

laquoIl dolore che si origina dal doversi separare dalGange non egrave comparabile nemmeno con quello di chi hadovuto spiccarsi dalla madre dal padre dai figli dallamoglie o dagli averiraquo

20 I quattro stadi della vita brahmanica comprendono il periododello studio dei Veda ossia il curriculum dello studente gli annidurante i quali si fonda famiglia quelli che si passano a meditarenelle selve e infine quelli della radicale rinunzia al mondo ossiadella vita di monaco mendicante Percorrere i quattro stadi nonera doveroso ma facoltativo

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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laquoSe il vento che ha lambito le onde del Gange toccala pelle drsquoun uomo si porta via immediatamente tutto ilmale che costui ha potuto commettereraquo

laquoPure il cielo si scorda quando si mira il Gangecircondato drsquoinnumeri cigni e delle piugrave svariate speciedrsquouccelli e con le mandre che srsquoaddensano (sulle suesponde)raquo

laquoCome i bambini tormentati dalla fame supplichevolisi fanno attorno alla madre cosigrave pure gli uominiquaggiugrave desiderosi di salvezza supplichevoli si fannoattorno al Gangeraquo21

Se dalla fauna dalla flora e dai dati geografici civolgiamo alle condizioni sociali politiche religiosetroveremo del pari un abisso fra lrsquoIndia del Rigveda equella che siamo soliti figurarci noi

Dire India e pensare al sistema delle caste egrave una cosasola eppure egrave fuori di dubbio che nel periodo di temponel quale glrsquoIndi dimorarono nel Pengiab ossia durantela piugrave antica civiltagrave vedica le caste non esistettero22

Manu il legislatore per eccellenza ci parla del recome di un essere soprannaturale composto di particelledelle massime divinitagrave e non conosce altra forma di

21 Vedi Mahābhārata edizione di Bombay XIII 26 ccedilloki 34 3536 67 70 75 56 59 50 corrispondenti agli ccedilloki 1792 17931794 1825 1828 1833 1814 1817 1808 del XIII Parvan nellaedizione di Calcutta22 Zimmer op cit pag 187 Cfr Winternitz op cit p 59

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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governo fuori della monarchia assoluta ed ereditaria23Nel Rigveda invece se pure non fanno difettogenealogie di monarchi si accenna tuttavia al popoloche elegge il suo re e ad assemblee politichemoderatrici del potere del principe24

Delle idee centrali di tutte le religioni posteriori qualiil karman o azione determinante la nuova nascita ilsamsāra o ciclo infinito di nascite e di morti lrsquoahimsā odivieto drsquoammazzare qualunque vivente non crsquoegrave il piugravelontano accenno nel Rigveda Ci troviamo dunque difronte a un documento letterario sibillino che pare nonabbia nulla a che vedere con lrsquoIndia propriamente dettama rappresenti piuttosto unrsquoantichissima civiltagrave ariana

Importanza del fattore geografico ed economico neldeterminare le credenze del popolo vedico Il Rigveda non

nega ma afferma la vita e non ha traccia di pessimismo

Ed alcuni hanno voluto infatti considerare il Rigvedacome un documento piugrave ario che indiano Ma egrave una tesiinsostenibile non fosse altro che per la lingua in cui egraveredatto e che egrave in tutto e per tutto indiana la madreevidente del Sanscrito e dei dialetti pracritici posterioriLe strane assenze nel Rigveda di tutto ciograve che egrave piugravecaratteristicamente indiano ci dicono puramente e

23 Cfr Mānavadharmaccedilāstra edito da Julius Jolly libro VII24 Rigveda X 124 8 IX 92 6 X 11 8 I 130 1 X 141 4Cfr Les Theacuteories Diplomatiques de lrsquoInde Ancienne par KālidāsNāg Paris J Maisonneuve et Fils 1923 pag 17 e sgg

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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semplicemente che le tribugrave arie immigrate nellrsquoIndiaerano ancora ferme in quella parte settentrionale delpaese che non dal Gange egrave irrigata ma dallrsquoIndo e nonpotevano quindi conoscere negrave la tigre negrave lrsquoelefante negravela scimia Il fattore geografico ed il fattore economicoinoltre hanno un valore immenso nel determinare nonsolo le condizioni sociali e politiche di un popolo maanche le credenze religiose Quegli stessi indiani cheavanzatisi piugrave tardi nella valle gangetica e poi nelDeccan circondati da una natura lussureggiante efavoriti dalla mitezza del clima e dalla facile e pacificaconquista del territorio si potranno permettere il lusso simeditare a lungo sulla sorte dellrsquoanima dopo la mortesullo Spirito Supremo che pervade lrsquouniverso e sullalabilitagrave di questa vita debbono ora nel primo periodovedico in un paese di clima rigido e che imponeunrsquoaspra lotta per lrsquoesistenza a cagione della continuaguerriglia coi Daysu o popoli autoctoni e dellrsquoappenaincipiente arte agricola non giagrave meditare favoleggiare esognare ma condurre al pascolo gli armenti costruirecase desiderare figli maschi per farne soldati tenersempre affilate le armi non solo per difendersi dainemici ma per assalirli ed avanzare nella conquista delpaese Ogni popolo non ha giagrave la religione che vuole mache puograve e deve avere anzi lo stesso popolo che in datecondizioni climatiche professava quella data fede solche si trapianti in clima diverso muteragrave credenze riticostumi LrsquoIndia egrave vero non ha una storiografia vera epropria ma nei suoi tre giganteschi monumenti ossia

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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nel Rigveda nel Mahābhārata e nel Rāmāyanaconserva il ricordo delle tre tappe della espansione ariain India e cioegrave prima nella valle dellrsquoIndo poi in quelladel Gange ed infine nel Deccan25

Il vedico egrave dunque un popolo di pastoriprevalentemente battagliero tutto intento a crearsicondizioni felici di vita materiale Dagrave importanza a tuttociograve che le generazioni successive dimoranti nella vallegangetica disprezzeranno Sentiremo un giorno parlaredi kāmakāntildecanaviraha ossia rinunzia allrsquoamore edallrsquooro invece a nulla tiene tanto lrsquoindiano del Rigvedaquanto ad avere una bella e buona moglie molti figli edabbondanza di oro

In R V III 53 4 6 una moglie bella e gentile egravechiamata patria asilo favorito delizia

Nellrsquoinno nuziale X 85 45 viene implorato il dioIndra affinchegrave largisca dieci figli maschi alla sposa efaccia cosigrave diventare undecimo lo sposo

Negli inni vedici dice Heinrich Zimmercrsquoimbattiamo in una vera a propria sete di oro Tutto ciograveche egrave di straordinario valore e si desidera designarecome eccellente non plus ultra riceve lrsquoappellativo diaureo26

Quanto lontani siamo dalla visione pessimistica dellavita Per il popolo vedico tutti glrsquointeressi siconcentrano nel di qua si assommano nel poter godere

25 Cfr Deussen op cit pag 39 e 40 vol I parte I26 Op cit pag 50 e 51

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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dei beni materiali quanto piugrave a lungo egrave possibile ed egravenaturale che dipendendo tali vantaggi parte dal propriosforzo parte da potenze occulte e misteriose lrsquouomovedico cerchi di essere laborioso alacre prode e dipropiziarsi le forze che egli crede piugrave o meno arbitredelle sue fortune

Quali sono queste forze

Fenomeni naturali formano la base delle primarie divinitagravevediche le quali si distinguono in celesti atmosferiche e

terrestri

Abbiam detto che la pastorizia soprattutto elrsquoincipiente arte agricola costituivano il campodrsquooperositagrave dellrsquoantico popolo vedico Si aggiunga laguerra necessitata dal bisogno di respingere gli abitatoriautoctoni e conquistare nuovo territorio Un popolo dipastori di agricoltori e di guerrieri che non ha unareligione ereditata dagli antenati ma se la va formandospontaneamente e spregiudicatamente vedragrave nellanatura circostante forze amiche e nemiche che cercheragravedi propiziarsi Naturalmente parliamo drsquoun popolo nongiagrave primitivo e selvaggio ma provvisto della divinascintilla dellrsquointelligenza del germe dirograve cosigrave dellascienza il quale spinge lrsquouomo a volersi dare ragione deifenomeni a cercar le cause degli effetti e pronunciarecontinuamente come i nostri bambini la parola perchegraveFin dallrsquoinizio il popolo indiano osserva la gran MadreNatura e la mette in stretta relazione coi propri interessiNegrave il suo sguardo si limita a quel che egrave vicino ma

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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spazia lontano nellrsquoatmosfera nel remoto cielo dellestelle lagrave dove domina sovrana la luce e non puograve essercitraccia di spiriti di trapassati e drsquoaltre meschine potenzeconcepite dalla superstizione popolare La parola Dio invedico suona deva cioegrave lo splendente dalla radice divche significa rilucere

Giagrave nello stesso Rigveda si distinguono gli dei aseconda che risiedono nella volta celeste nellrsquoatmosferao sulla terra27 E si aggiunge conformemente a unavecchia superstizione popolare che vuole sacro ilnumero tre non solo in India ma nellrsquoantica Roma28 chegli dei ammontano a trentatre undici di essi dimorandonel cielo undici nellrsquoatmosfera e undici sulla terra29

La tradizione indigena ha fatto propria questadivisione e fino dal commentatore Yāska gli dei siclassificano in celesti (dyusthāna) atmosferici(antariksasthāna) e terrestri (prithivīsthāna)30

Vano egrave cercare un consenso circa i nomi dei trentatredei Egrave impossibile individuarli nel Rigveda e sefacciamo capo alla letteratura posteriore dei commenticrsquoimbattiamo in asserzioni discordanti Cosigrave loCcedilatapatha-Brāhmana non rispettando piugrave la divisione intre gruppi di undici parla di 12 Aditya o divinitagrave celesti

27 I 139 1128 Der Rigveda von Adolf Kaegi Leipzig 1881 pag 171 nota11729 I 139 11 III 6 9 VIII 35 330 Nirukta VII 5

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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11 Rudra o divinitagrave atmosferiche 8 Vasu o divinitagraveterrestri piugrave o Dyaus e Prithivī o Indra e Prajāpatimentre lrsquoAitareya-Brāhmana accettando laclassificazione in 12 Aditya 11 Rudra e 8 Vasuaggiunge per avere il numero 33 il dio Vasathāra e ildio Prajāpati31

Ad ogni modo la tradizionale classificazione di deidella volta celeste dellrsquoatmosfera e della terra permanesempre la piugrave razionale talchegrave il Macdonellaccingendosi a descrivere il panteon vedico avverte laquoivari fenomeni sono stati raggruppati secondo la triplicedivisione suggerita dal Rigveda stesso ed accettata dalsuo piugrave antico commentatoreraquo32

Facciamo nostra anche noi la classificazionerigvedica ma ci limiteremo a parlare soltanto delledivinitagrave principali perchegrave esula dal nostro intento loscrivere un trattato completo di mitologia vedica Quelche a noi importa egrave conoscere le grandi linee dellareligione rigvedica egrave soprattutto scoprire quel filone dielette ed immortali credenze che spunta nel Rigveda esenza discontinuitagrave percorre lrsquoAtharvaveda e la vastaletteratura dei Brāhmana diventa cospicuo nelleUpanishad e costituisce la vena drsquooro alla quale si

31 Vedic Mythology by A A Macdonell in Grundriss der Indo-Arischen Philologie und Altertumskunde Strassburg 1897 pag1932 Ibidem pag 21 Il piugrave antico commentatore del Rigveda egraveYāska autore del Nirukta che abbiamo piugrave sopra menzionato

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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riallaccia lrsquoaudace pensiero del Buddha novatore

Divinitagrave celesti lrsquoAurora ed il Sole

Fra le divinitagrave del cielo ce nrsquoegrave una chiamata Ushasnome cotesto che deriva dalla radice vas (splendere) esignifica la splendida Foneticamente Ushascorrisponde ad Ἠώς e ad Aurora

Il Rigveda dedica a questa divinitagrave circa venti innima la menziona piugrave di trecento volte33 Che Ushas sia lapersonificazione del fenomeno naturale dellrsquoaurora saltaagli occhi di chiunque legga uno solo deglrsquoinni che daessa srsquointitolano anzi solo poche strofe di un inno

Leggiamo per esempio in I 92 laquoqueste Aurore giagravehanno spiegato il loro stendardo luminoso e srsquoadornanonella plaga orientale dellrsquoetrahellip ecco lrsquoAuroraportando luce ad ogni essere apre la tenebra comevacche la stalla il suo splendore sfolgorante ecco sivede si espande fuga lrsquoatro tenebrore la figlia del cieloha indossato una veste lucente sulla quale spalma coloricome nei giorni festivi il pittore sul palo del sacrificiosiamo cosigrave usciti dalla tenebra e lrsquoAurora rutilante tessela sua tela e sfarzosamente come una bella donnaraggiante sorride e leggiadra desta il mondo ai pensierigiocondi O tu fulgida inspiratrice di buone e belleparole Figlia del cielo i Gotamidi qui ti celebranoVogli o Aurora dispensarci beni fatti di prole di eroidi cavalli e di mandre Tu o Aurora che per gloria

33 Macdonell op cit pag 46

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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rifulgi eroica sospinta dalle nostre dapi sacrificaligenerosissima farsquo chrsquoio ottenga ricchezza illustre dieroici figli di numerosi servi e di cavalli Con lrsquoocchiorivolto a tutti i mondi mirandoli spande la dea chiaroreper lungo e per largo Destando al moto ogni viventeessa ha ascoltato la parola drsquoogni essere Vecchiarinasce sempre di nuovo sempre fregiandosi degli stessicolori e come il giocatore astuto che sottrae alle postela dea logora la vita dei mortali Essa si egrave destadiscoprendo il confine del cielo e scaccia via lontano lasorella Assottigliando le umane famiglie splende qualdonna in presenza del drudo La fulgida felice habrillato spandendo per lungo e per largo i suoi raggisimili a mandre e come il mare spande le sue onde Maiviolando le leggi degli dei cospicua egrave apparsa per iraggi del soleraquo34

Qualunque lettore spregiudicato ammetteragrave che quiabbiamo la descrizione dellrsquoAurora quale meglio unnostro poeta non potrebbe fare Il fenomeno naturalenon resta negrave punto negrave poco celato dal fatto che lo siinvoca come una leggiadra donna ma i raggi dellrsquoaurorache fugano il tenebrore si spandono per lungo e per

34 Strofe 1 4 5-12 Lrsquointerpretazione di queste strofe nonpresenta in complesso grandi difficoltagrave Per la discussione criticariguardo a gāvo na vrajam della strofa 4 allrsquoespressione peccedilahdella strofa 5 ecc rimando il lettore al Rgveda Textkritische undexegetische Noten di Hermann Oldenberg Berlin 1909 pag 91e 92 Non ho creduto opportuno dilungarmi dalle interpretazionipiugrave comunemente accettate dai traduttori

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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largo come le onde del mare destano al moto i viventinessuno egrave che subito non veda e riconosca Anche unbambino capisce che la donna vecchissima eppursempre giovane in quanto rinasce ogni giorno con glistessi colori egrave non puograve essere che lrsquoaurora A rendereanche piugrave evidente il fenomeno che si vuol celebrare siparla al plurale delle aurore che tornano con unaprecisione stupefacente e mai violano le leggi divinema logorano pur troppo la vita degli uomini

Le aurore tornano sempre giovani ma noi mortalisrsquoinvecchia e non torniamo piugrave Non egrave nemmenodifficile scoprire chi egrave la sorella che lrsquoaurora scaccia viaE chi altra puograve essere se non la notte Notte ed aurorasono strettamente insieme legate e qualunque poeta cheparli della seconda accenna necessariamente alla primaCosigrave Dante che nella prime due terzine del Canto IX delPurgatorio canta la concubina di Titone antico chesrsquoimbianca al balzo drsquooriumlente ed ha la fronte lucente digemme subito dopo nella terzina che segue menzionala notte e i passi con che sale

Poche strofe dunque drsquoun solo inno bastano per farcisapere che lrsquoindiano vedico adorava lrsquoaurora il belfenomeno naturale che precede lrsquoapparire del sole e daessa invocava beni consistenti in prole maschiaabbondanza di mandre di cavalli e di servi

Se non che il fenomeno naturale balza fuori piugrave chemai evidente dalle descrizioni dalle immagini e dagliepiteti che incontriamo negli altri diciannove innidedicati allrsquoAurora

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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Ushas si dice desta gli uccelli i quali al suo apparirevolano via dai nidi e piugrave non posano finchegrave essa riluce35rimuove i cattivi sogni e non nega la luce negrave ai piccolinegrave ai grandi36 si fregia della luce solare cosigrave come laNotte di stelle la Notte che con essa si dagrave il cambio ed egravela sua sorella37 arieggia una donna che esce dal bagnoo una ballerina riccamente vestita o una sposa che sidenuda dinanzi allo sposo o una giovinetta senzafratelli che va in cerca di uomini38 si avanza sopra uncarro splendido cui si aggiogano spontaneamente roseevacche o rosei corsieri39 egrave lei che apre il sentiero aSūrya ossia al sole lrsquoocchio degli dei il biancodestriero40 egrave lei che brillograve agli uomini che non sono piugraveche brilla oggi e brilleragrave in un lontano futuro senza maiinvecchiare e senza mai morire41 a lei tien dietro il suosposo Sūrya come ad una pulzella un giovanetto Sūryadai capelli drsquooro che srsquoerge dal grembo di lei mentre lenote giulive del canto dei poeti da ogni parte loproclamano suscitatore delle umane energie e mentre le

35 Rigveda I 48 5 6 I 49 3 I 124 1236 Ibidem VIII 47 18 I 124 637 Ibidem VI 49 3 I 113 338 Ibidem V 80 5 I 92 4 I 124 739 Ibidem I 78 1 I 92 2 VII 75 640 Ibidem I 113 16 VII 77 341 Ibidem I 113 11 13

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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stelle come ladri dileguano42Nel glossario vedico intitolato Naighantuka e

commentato da Yāska vengono enumerati ben sediciepiteti dellrsquoAurora tutti di significato trasparente edefficacissimi a rappresentarla al vivo A tali epiteti ilMacdonell aggiunge quelli di splendida rilucentefulgida candida rosea aurea ecc43

Abbiamo avuto occasione di menzionare Sūrya ilsole lo sposo di Ushas e di conoscere unrsquoaltra divinitagraveadorata daglrsquoindiani ed adombrante anchrsquoessa in modoevidentissimo un fenomeno naturale

Se non che le cose non procedono cosigrave lisce per glialtri dei vedici Che questi nella maggioranza dei casirappresentino un fenomeno di natura egrave certo ma qualespecifico fenomeno di natura egrave incerto In altri terminiil processo di personificazione in Ushas e Sūrya egravetalmente iniziale da consentirci di riconoscere ipso factolrsquoaurora ed il sole ma egrave andato cosigrave avanti in altri dei daingenerare il dubbio e la discussione circa la forza dinatura che rappresentano certo non cosigrave avanti comenelle divinitagrave omeriche antropomorfizzate in modo taleche non egrave piugrave possibile ravvisare in esse se non figureumane idealizzate opranti sotto lrsquoimpulso di umanepassioni sottoposte alle stesse umane vicende Inoltrenegli inni ad Ushas ed a Sūrya quasi non egrave fatto cennodel culto e della pratica sacrificale sicchegrave si sarebbe

42 Ibidem I 115 2 X 37 9 XII 63 3 4 I 50 243 Op cit pag 48

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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indotti a formarsi unrsquoidea erronea della religionerigvedica e a crederla quasi una idillica celebrazionedelle bellezze e delle forze di natura

Glrsquoinni ad Ushas vengono quindi considerati comeuna eccezione quasi come una singolare ed enimmaticaeccelsa produzione nel mare magnum del Rigvedariboccante di simbolismo liturgico e di credenzesuperstiziose

Ad ogni modo tutti i nostri vedisti convengono nelsegnalare e lodare lrsquoeccellenza deglrsquoinni ad Ushas

Cosigrave ad esempio lrsquoOldenberg scrivelaquoCerto non son del tutto mancati dei veri poeti nella

massa dei sacrificatori versajuoli talchegrave fra leinvocazioni e le laudi stereotipe brilla qua e lagrave unagrande e bella immagine lrsquoammirazione dellrsquoanimapoetica per le svariate maraviglie della Natura olrsquoespressione profonda drsquointime profonde esperienzeUn poeta della famiglia sacerdotale dei Bharadvaja44

canta la dea Ushas lrsquoAurorahellipraquo45 Altrove lo stessoOldenberg ribadisce laquoI cantori vedici indirizzavano adUshas unitamente alle altre divinitagrave del mattino cioegraveAgni e gli Accedilvin nei primi albori drsquoun giorno dedicatoal sacrificio del Soma prima che gli uccelli elevassero iloro gorgheggi inni che non erano associati con offerteQuesti carmi penetrati del soffio della poesia dellrsquoalba escevri drsquoogni relazione con le mistiche sottigliezze del

44 Pronunzia Bharadvagia45 Aus Indien und Iran Berlin 1899 pag 20

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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tecnicismo sacrificale esercitano un fascino che certonon hanno glrsquoinni ritualiraquo46

Ushas secondo il Macdonell laquoegrave la creazione piugraveaggraziata della poesia vedica e non esiste figura piugraveattraente nella lirica descrittiva religiosa di qualunquealtra letteratura Lo splendore della sua forma non egravestato offuscato da speculazioni di preti negrave larappresentazione poetica egrave stata di solito mai sciupata dariferimenti alla pratica sacrificaleraquo47

Sul valore degli inni ad Ushas e sul loro significatoavremo agio di tornare mentre urge invece passare inrapida rassegna le altre principali divinitagrave del Panteonvedico

46 Die Religion des Veda Zweite Auflage 1917 pag 242 Nonsappiamo poi come questi due giudizi dellrsquoOldenberg si concilinocon queste altre affermazioni che egli fa seguire ad unaimpeccabile versione tedesca dellrsquoinno ad Ushas VII 77 laquoEccouna poesia graziosa fregiata di delicati colori Certo nonlrsquoeffusione comrsquoegrave stato pur creduto irresistibilmente spontaneadel cuore del poeta inspiratagli dal sacro silenzio dellrsquoalbaschiere di poeti vedici hanno cantato la dea con gli stessi giri difrase in intere serie di inni Anche qui si avvera quanto fuosservato a proposito dellrsquoinno della battaglia di Vritra in questaabbondanza di immagini manca ciograve che alla poesia vedica anziciograve che alla poesia indiana fa difetto la linea ben definita ilsegreto della forma artisticaraquo Die Literatur des Alten IndienStuttgart und Berlin 1903 pag 37 Duole che una cosigrave grave edingiusta condanna dellrsquoarte indiana figuri in un libro inteso arendere popolare fra i tedeschi lrsquoantica civiltagrave dellrsquoIndia47 Op cit pag 46

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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Divinitagrave celesti gli Accedilvin Varuna Mitra e le varie ipostasidel sole

Le divinitagrave lucenti della volta celeste che fugano latenebra notturna sono in una col fuoco suscitato in terradagli uomini sullrsquoara sacrificale Ushas Sūrya e gliAccedilvin Ben conosce queste tre figure divine il nostropubblico come quelle che si trovano menzionatenellrsquoOde allrsquoAurora di Giosuegrave Carducci

laquoPastorella del cielo tu frante alla suora gelosale stalle riadduci le rosse vacche in cieloGuidi le rosse vacche guidi tu il candido armentoe le bionde cavalle care a i fratelli AsvinihellipAffocata le guance ansante dal candido pettocorri al sovran de i mondi al bel fiammante SuriahellipAllora gli Asvini gemelli cavalieri del cielorosea tremante accolgon te nel bel carro drsquoororaquo

Lrsquoalta fantasia del poeta della terza Italia dovevanecessariamente sentire il fascino deglrsquoinni vedici checon magistrale perizia di filologo e drsquoartista MicheleKerbaker il Maestro mai abbastanza compianto ememorato divulgava fra noi fin dal 1879 nel laquoGiornaleNapoletano di Filosofia e Lettereraquo48

Chi sono e che cosa rappresentano gli Accedilvin Larisposta non egrave cosigrave facile come a proposito di Ushas e diSūrya Il fenomeno naturale che gli Accedilvin personificano

48 Nel 1887 il Kerbaker pubblicograve una mirabile versione di uninno vedico Agli Asvini in occasione delle nozze della figliuoladel Prof G B Gandino

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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non trasparisce punto attraverso quello che glrsquoinnirigvedici ci dicono intorno ai due baldi e velocigiovani49 celesti ricchi di miele mostrantisi tra lrsquoalba eil levar del sole magnificati quali medici degli deisoccorritori degli uomini difensori dei debolidispensieri drsquoogni genere di grazie della vista ai ciechidella gioventugrave ai vecchi di un marito alle zitellonedrsquouna barca salvatrice ai naufraghi di un figlio allemogli di evirati e via dicendo

Il mito qui si egrave elaborato in modo da non rendere piugravericonoscibile il fenomeno di natura dal quale ha preso lemosse

Egrave fuori di dubbio che i gemelli Accedilvin sono daravvicinare ai Διὸς κοῦροι della mitologia ellenica e aidue figli del dio germanico che si avanzano sui lorodestrieri per chiedere in isposa la figlia del sole

Che gli Accedilvin personifichino un fenomeno naturalesembra assodato dagli studi piugrave recenti i quali nonhanno fatto buon viso alla ipotesi del Geldner intesa amostrare nei divini gemelli due santi indiani puri esemplici50 ma propendono invece a vedere in essi o lapersonificazione della luce e dellrsquoombra del crepuscolo

49 Accedilvin egrave il possessivo derivato da accedilva (cavallo) e significaquindi possessore di cavalli Che in origine i due Accedilvin abbianorappresentato dei corsieri divini egrave una ipotesi sostenutadallrsquoOldenberg con valide ragioni cfr Die Religion des Vedapag 7150 Vedische Studien 2 31

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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mattutino51 ovvero il simbolo della stella mattutina e diquella serotina invocate insieme allrsquoalba perchegrave la seradice il Rigveda52 lrsquoofferta sacrificale non perviene aglidei e non egrave loro accetta53

Un fenomeno naturale si nasconde pureindubbiamente dietro lrsquoaustera figura del dio Varunainvocato singolarmente in circa dodici inni del Rigvedae in compagnia di Mitra in altri ventiquattro inni Mitraegrave una delle tante ipostasi del sole al pari di Sūrya diSavitar di Pūshan di Visnu e di Vivasvat sui qualidobbiamo sorvolare ma che il lettore puograve senzrsquoaltroaggiungere al numero degli dei personificanti forze ofenomeni di natura

La storia di Varuna fuori dellrsquoIndia ci riguarda solo inquanto ritroviamo il suo nome associato a quello diMitra in documenti babilonesi scoperti nel 1907 aBoghazkoumli nellrsquoAsia Minore Accenneremo pure al dioavestico Ahura Mazda e al suo seguito dei seiAmesaspenta corrispondenti lrsquouno a Varuna che ricevecostantemente lrsquoepiteto di Asura equivalenteallrsquoavestico Ahura e gli altri agli Aditya

Che Varuna sia una divinitagrave semitica importata fraglrsquoIndo-Irani egrave una ipotesi messa innanzidallrsquoOldenberg il quale con grande dottrina ed acume

51 Goldstuumlcker Myriantheus ed Hopkins citati da Macdonell opcit pag 5352 V 77 253 Oldenberg Die Religion des Veda pag 207-215

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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sostiene che nel gruppo Mitra Varuna e gli Adityabisogna ravvisare il sole la luna e i cinque pianeti54Varuna sarebbe quindi la personificazione della luna

Se non che il ravvicinamento della parola Varuna adοὐρανός che fu accusato di non rispettare abbastanza leleggi fonetiche egrave stato riammesso dalla massimaautoritagrave nel campo della Glottologia55 e resta autorizzatodalle principali caratteristiche del dio Varuna quale civiene descritto neglrsquoinni del Rigveda

La radice var significa coprire e Varuna quindisarebbe la personificazione della volta celeste del cieloοὐρανός che tutto ricopre e cinge

Lrsquoocchio di Varuna dice il Rigveda egrave il sole anziegli ha mille occhi ossia le stelle indossa una fulgidaveste risiede piugrave in alto di tutti gli altri dei56 E non egravedunque della volta celeste che srsquointende parlare

Ben egrave vero che lrsquoantropomorfismo del dio finisce pervelare e addirittura obliterare il fenomeno naturale Mabisogna tener conto che nulla tanto quanto il cielo siprestava ad assumere la figura drsquoun monarca assolutofattore di leggi fisse ed incrollabili inesorabile nelloscoprire e castigare i rei

Non dobbiamo quindi stupirci nel vedere che inVaruna lrsquoaspetto morale prevalga su quello fisico e che ivati vedici ci parlino soprattutto di lui quale signore del

54 Die Religion des Veda pag 178-20655 Brugmann Cfr il suo Grundriss 2 15456 I 50 6 VII 34 16 I 25 13 X 14 8

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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rita o ordine cosmico dei suoi vrata o leggi in virtugravedelle quali splendono di notte la luna e le stelle e sialternano le stagioni della sua māyā o taumaturgicapotenza che gli consente di far scorrere i fiumi nei loroletti e sboccare nel mare senza che questo mai si riempie straripi dei suoi spaccedila o spioni che vanno attorno fragli uomini a scoprirne le magagne dei suoi pāccedila o laccicoi quali acchiappa i peccatori

Divinitagrave atmosferiche Indra i Marut Parjanya

Il piugrave popolare degli dei vedici il dio diremo cosigravenazionale egrave certamente Indra Dai numerosi inni che lomagnificano egli appare il largitore dei beni piugrave ambitidellrsquoacqua fecondatrice della luce della vittoria suinemici Armato di folgore inebriato di Soma egliripetutamente sconfigge un maligno drago Vritrasimbolo evidente della siccitagrave Luce sole aurora sono laconquista drsquoIndra e cosigrave pure gli si attribuisce drsquoavereliberato dal nascondiglio certe vacche che i Panidemoni personificanti lrsquoavarizia tenevano prigioniereDella gente aria che lotta contro i Dasyu o aborigenidalla pelle nera dal naso camuso dalla favellaincomprensibile e dallrsquoempio culto Indra egrave lrsquoalleato piugravesaldo e fedele

Certo Indra non egrave ammirabile per altezza moraledona solo a chi gli dona ed egrave un incorreggibile bevitor diSoma in quanto che ne bevve fin dal primo giorno dellasua nascita e se ne empie a volte lrsquoepa in modo da

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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trasformarla in un lago e da dare a segrave stesso lesensazioni dello studente tedesco della ben notacanzonetta laquoGerade aus dem Wirtshaus kommrsquoichheraushellipraquo57

Per quanto antropomorfizzato e imbarbarito Indraresta sempre per eccellenza il dio armato di folgore checostringe un malefico drago a lasciar libera lrsquoacquafecondatrice della terra assetata Si alluda allrsquoacquapiovana o a quella delle fiumane irrigatrici pocoimporta58 Quel che monta egrave che Indra anche luipersonifica una forza di natura

Indra egrave la divinitagrave suprema del temporale sta in altomolto in alto con la sua folgore che squarcia le nubi eapre le cateratte del cielo Ma chiunque ha osservato untemporale e ne ricorda il complesso svolgimento sa chedi esso sono forieri le raffiche del vento veloce edimpetuoso i baleni i rovesci di pioggia o le grandinatelrsquoaddensarsi di atre nuvole il tumulto dellrsquoaria e sullaterra al quale finalmente tien dietro il calmo continuocadenzato cader della piova

Il popolo vedico rapito dalla sua fantasia scorgenella complessa scena del temporale un monarcagigantesco vibrante unrsquoarma gigantesca ma insiemenumerosi altri geni formanti la sua coorte annunzianti ilsuo arrivo gagliardi suoi alleati ed infine un pacatodispensiere di pioggia

57 Rigveda X 42 4 VI 40 2 III 36 8 X 119-1-1358 Oldenberg Die Religion des Veda pag 137-139

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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Indra egrave quel monarca i Marut la sua coorteParjanya59 il dispensiere di pioggia

I Marut sono descritti come giovani baldi guerrieriche impetuosamente si fanno avanti sopra carrilampeggianti e tirati da corsieri dagli aurei zoccoli eveloci come il pensiero Veramente questi corsieri sono iventi che i Marut sono riusciti ad aggiogare ai loro carrie coi quali srsquoavanzano fragorosi nelle loro lucenti esonanti armature sradicano gli alberi sollevano vorticidi polvere spaventano e mettono in fuga uomini efiere60

Tale rappresentazione dei Marut non lascia dubbio suciograve che personificano e lo stesso Oldenberg61 che tantovolentieri batte in breccia sempre che puograve leinterpretazioni naturalistiche degli dei vedici egrave purcostretto a dire laquoil riferimento dei Marut alla tempesta eallrsquouragano segnatamente al Monsone che tutti gli anniadduce le grandi pioggie srsquoimponeraquo

Del pari egrave indubitato che Parjanya il quale rendepraticabili i deserti fa spuntare le erbe depone seminella terra ed egrave invocato con le parole laquodi pioggia nehai versata ora smettiraquo62 rappresenti e non possa

59 Pronuncia Pargiaacutenia60 Leggasi a questo proposito la magistrale Memoria delKerbaker I Demoni dellrsquoaria negli Atti della R Accademia diArcheologia Lettere e Belle Arti di Napoli anno 189061 Die Religion des Veda pag 22562 Rigveda V 83 10

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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rappresentare altro che il fenomeno della pioggia

Divinitagrave terrestri Agni e Soma

La principale divinitagrave terrestre come di leggierisrsquointende egrave il fuoco Nulla vale tanto ad illustrare ildivario fra la trasparenza dei geni mitologici del Veda ela opacitagrave di quelli ellenici quanto il confronto fralrsquoAgni vedico e lrsquoEfesto omerico In questo ultimo sistenta a scoprire la forza di natura che personificatalchegrave vediamo dinanzi a noi niente altro che il buffofabbro degli dei laquolrsquoinclito ambistorpio il fiacco dipiedi quello dalle piante ricurve lrsquoauricomo lrsquoirsutolrsquoaitante il robusto di mani il divoratore ilpiediserpente lrsquoiracondoraquo63 Anche di Agni egrave dettochrsquoegli ha i capelli drsquooro le braccia tenaci i piedifiacchi e che striscia come serpente divora tutto ed egravefacile allrsquoira ma accanto a questa descrizioneantropomorfica il Rigveda ci dagrave anche lrsquoaltra che nonlascia dubbio sulla origine e la vera natura del dio Agnicoi suoi raggi fuga al pari del sole la tenebra tende conle sue fiamme sempre verso lrsquoalto e col suo rosso fumosi aderge al cielo spinto dal vento investe i boschi ecome un barbiere fa la barba alla terra si lascia dietrosempre una traccia nera mangia legna o burroliquefatto egrave la bocca e la lingua con la quale gli dei

63 Michele Kerbaker Il Dio Agnigrave nel Rigveda Atti della RAccademia di Napoli vol XVII Parte I n 4 pag XVI

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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mangiano lrsquoofferta64Egrave possibile avere una rappresentazione piugrave realistica

ed efficace del fuoco Lrsquoultimo accenno cioegrave che Agniegrave la bocca con la quale i celesti mangiano lrsquooffertasacrificale ci richiama alla mente la parte preponderanteche il fuoco aveva nel culto ed il suo carattereeminentemente religioso Unrsquoara vedica senza fuoco egraveinconcepibile anzi una religione vedica senza Agni egraveinconcepibile Gli dei in tanto largiscono grazie edesaudiscono i voti dei mortali in quanto ricevono dacostoro dapi abbondanti e favorite Si tratta negrave piugrave negravemeno di un do ut des drsquoun contratto di compravenditadrsquouno scambio interessato Ma chi se non Agni porteragravead Indra il Soma del quale egrave ghiotto Chi se non Agnirecheragrave ad Ushas a Varuna a Mitra a Sūrya e a tutti glialtri dei le libazioni di burro liquefatto di cui questisono avidi Agni il dio che gli uomini hanno a portatadi mano che suscitano sempre che vogliono dalla selcee piugrave frequentemente dallrsquoattrito di due pezzi di legnofa da messaggiero fra la terra ed il cielo e consumandocon le sue fiamme lrsquoofferta la trasporta in su nel suofumo che si inalza a raggiungere la sede dei celestiEcco perchegrave Agni egrave chiamato il messaggiero ilportatore delle oblazioni il sacerdote ecco perchegrave di luisi dice che appena nato divora i suoi genitori ossia i duepezzi di legno dallrsquoattrito dei quali si egrave sprigionato ecco

64 Rigveda VIII 43 32 VI 15 2 VII 16 3 I 58 4 X 142 4I 141 7 II 4 6 e 7 II 7 6 II 1 13 e 14

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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perchegrave lo si chiama giovane e vecchio ad un tempo ilrinascente ogni mattina per la pratica sacrificale65

Dove non egrave Agni Egli srsquoannida dappertutto sottoforma di calore animale nellrsquouomo e nelle bestie sottoforma di folgore nella nuvola sotto forma di luce nelsole Agni egrave bensigrave un dio terrestre ma ancheatmosferico e celeste e questa sua qualitagrave di prendere lepiugrave diverse forme rimanendo sostanzialmente lo stessosaragrave come vedremo una spinta al pensiero vedico perpassare dalla concezione politeistica a quellapanteistica

Ben egrave vero che la fisionomia naturalistica del fuocorestograve sempre piugrave oscurata dagli elementi liturgici che ingran copia si sovrapposero sulla originaria figura deldio Per essere Agni il centro il fulcro della praticasacrificale era inevitabile che diventasse la divinitagravediremo cosigrave piugrave sacerdotale e rituale Il fuoco osservacon la sua consueta chiaroveggenza RabindranathTagore in un recentissimo inspirato articolo66laquorappresentograve piugrave specialmente il culto brahmanicointorno ad esso vennero raccogliendosi emoltiplicandosi varie forme di sacrificio associate arigide norme di magia e col fuoco il politeismo diventogravesempre piugrave intimamente collegato dappoichegrave il fuocoera stato sempre il veicolo di oblazione a numerose

65 Rigveda I 72 7 X 2 1 VI 16 1 X 79 4 II 4 5 X 4 1 e266 The Lisva-Bharati Quarterly Calcutta pag 8

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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divinitagraveraquoCosigrave i due aspetti di Agni il naturalistico ed il

sacrificale favorirono il primo un progresso dipensiero ossia il transito dal politeismo al panteismo ilsecondo lrsquoirrigidimento di un culto facente capo allamolteplicitagrave degli dei

Agni egrave il messaggiero fra gli uomini e gli dei egrave ilveicolo delle offerte che la pia gente fa pervenire allepotenze divine dalle quali impetra le grazie e come taleegrave un nume sacrificale per eccellenza Soltanto un altrodio rivaleggia con lui nellrsquoessere amico degli uomini aportata della loro mano aiutatore prezioso nelcompimento del rito sacrificale e questo dio egrave SomaDalla asclepias acida una pianta che cresce sui montiglrsquoindiani vedici spremevano un succo che aveva lavirtugrave drsquoeccitare gli spiriti vitali accendere la fantasiasuscitare nel guerriero il coraggio nel vatelrsquoinspirazione e la chiaroveggenza ed in generalenellrsquouomo la sconfinata fiducia in segrave stesso per effettodella esuberanza delle forze Era ben naturale che dicotesta misteriosa pianta e del suo succo si avesse tostola personificazione e che si cercasse drsquoingrazionirsi icelesti offrendo loro libazioni della magica bevandavitale Il Soma piace agli dei e segnatamente comeabbiamo veduto a Indra che se ne abbevera finoallrsquoebrietagrave Ad esclusione di pochi inni quasi tutto ilnono libro del Rigveda egrave dedicato a Soma e fra isacrifici quello del Soma egrave senza dubbio il piugraveimportante Delle divinitagrave residenti sulla terra Agni e

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Soma sono i principi e lrsquoufficio di Agni egrave in gran partedi portare agli dei in cielo il Soma offerto loro dagliuomini qui in terra

La personificazione di Soma al pari di quella diAgni non egrave tale nel Rigveda da oscurare la forzanaturale che simboleggia Egli egrave chiamato spesso untoro mugghiante che affila le corna o un velocecorsiero o un uccello che vola verso il bosco67 Agevoleegrave scoprire sotto queste immagini lrsquoimpeto con cui ilsucco sgorga dai viticci spremuti E cosigrave pure quando siparla di Soma come drsquoun abitatore dei monti68 come diun medico che fa vedere i ciechi e camminare glistorpi69 subito il nostro pensiero corre a ravvisarelrsquoarbusto montano e il suo miracoloso succo che bevutocentuplica nel mortale le forze e gli dagrave lrsquoillusionedrsquoessere diventato immortale70 Il processo diantropomorfismo egrave invece proceduto tanto oltre nelDioniso ellenico che se questrsquoultimo non ricevesseluce dal Soma vedico ci resterebbero mai sempreenimmatici gli epiteti di tauriforme (ταυρόmicroορφος)monticolo (ὀρειοφοίτης) arboreo (δενδρίτης) sanatore(παιώνιος) coi quali si suole designare il figlio diSemele e di Zeus71

67 Rigveda IX 7 3 71 7 9 15 4 6 5 72 568 Ibidem IX 85 10 46 169 Ibidem VIII 79 [68] 2 X 25 1170 Rigveda VIII 48 371 Vedi a questo proposito la magistrale Memoria di Michele

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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Sopra 1027 inni del Rigveda ben 747 sono dedicati adivinitagrave personificanti forze e fenomeni di natura

Conclusioni derivanti da una tale statistica

A volere limitarci alle sole divinitagrave menzionate checome si disse sono le principali otteniamo il seguenterisultato statistico 36 inni a Varuna 35 inni al sole nellesue varie ipostasi 20 inni allrsquoAurora 50 agli Accedilvin 250a Indra 33 ai Marut 3 a Parjanya 200 ad Agni e 120 aSoma Si ha cosigrave un totale di 747 inni sopra 1027 di cuiconsta lrsquointero Rigveda un totale che mette fuori drsquoognidiscussione il carattere naturalistico della religionerigvedica Si tratta cioegrave drsquoun politeismo a base dipersonificazione dei fenomeni e delle forze di naturaricorrenti ed agenti di continuo e sempre in strettarelazione coi bisogni i timori e le speranze drsquoun popolodi pastori ed agricoltori in lotta con gli aborigeniautoctoni e fra loro

La prima e piugrave naturale interpretazione che si egrave tentatidi dare ad una religione cosiffatta egrave quella stessa cheleggiamo negli Heroes di Carlyle a proposito dellareligione degli antichi Scandinavi quale ci egrave stataconservata e tramandata nellrsquoEdda

Il Carlyle cosigrave ragiona72laquoTra le fantasie di Platone voi certo ricordate quella

che favoleggia drsquoun uomo cresciuto in un certo antro

Kerbaker Il Bacco indiano in Atti dellrsquoAccademia napoletanavol XXIV Napoli 1905 pag 12-1472 Heroes Lecture I The Hero as Divinity

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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remoto ed oscuro e portato poi repentinamenteallrsquoaperto a mirare il sorgere del sole Quale nondovrebbe essere il suo stupore il suo rapimento dinanziallo spettacolo al quale noi si assiste con indifferenzaCol libero spontaneo sentimento drsquoun bambino matuttavia con la maturitagrave drsquoun adulto il cuore di luiresterebbe tutto infiammato da quello spettacolo beneegli lo ravviserebbe come divino e la sua animacadrebbe in ginocchio per adorarlo Ebbene proprio unasiffatta grandezza infantile crsquoera nelle nazioni primitiveIl primo pensatore pagano in mezzo ad uomini rozzi ilprimo uomo che cominciograve a pensare fu precisamentequesto bambino adulto di Platone Semplice spontaneocome un bambino e tuttavia con la profonditagrave e la forzadi un uomo la Natura non aveva ancora per lui unnome egli non aveva ancora riunito in un nomelrsquoinfinita varietagrave di spettacoli suoni forme e movimentiche noi ora chiamiamo complessivamente UniversoNatura e via dicendo e della quale cosigrave mediante unnome disinvoltamente ci sbrighiamo Allrsquouomo ancoraforesta vergine provvisto drsquoun cuore profondo ognicosa riusciva nuova non velata da nomi o da formule sipresentava nella sua nuditagrave lampeggiandogli bellaarcana ineffabile Per lui la Natura era ciograve che egrave sempreper il pensatore ed il profeta una cosa soprannaturaleQuesta terra verde fiorita rocciosa gli alberi lemontagne i fiumi i mari dalle molte voci quel vastoprofondo mare di azzurro che si libra sulle nostre teste iventi che in esso scorrazzano lrsquoatra nuvola che

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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srsquoammassa e si foggia da segrave stessa versando ora fuocoora grandine e pioggia che cosa egrave mai tutto cotestoGiagrave che cosa egrave In fondo noi non lo sappiamo ancoranon potremo mai saperlo Non per il nostro superiorediscernimento riusciamo a sfuggire alla difficoltagrave mapiuttosto per la nostra maggiore leggerezza la nostradisattenzione la nostra mancanza di discernimentoSolo perchegrave non pensiamo noi cessiamo dallrsquoammirareIrrigidito intorno a noi schematizzante sempre ogninozione che ci formiamo sta un ciarpame di tradizionidi opinioni per sentito dire di mere parole Chiamiamoelettricitagrave quel fuoco dellrsquoatra nuvola tonanteimpartiamo dotte lezioni intorno ad essa e mediante ilfregamento facciamo balzar fuori del vetro e della setaqualche cosa di simile ad essa ma che cosa egrave essa maiChi la ha creato Drsquoonde viene Dove va La scienza hapur fatto tanto per noi ma egrave una povera scienza quellache volesse nasconderci la grande profonda sacrainfinitagrave dellrsquoInconoscibile in fondo al quale nonpossiamo mai penetrare sul quale ogni scienzagalleggia al pari drsquouna mera superficiale membranaQuesto mondo dopo tutta la scienza e le scienze restapur sempre un miracolo maraviglioso inscrutabilemagico e anche piugrave per chiunque pensaraquo

Alla stregua di questo giudizio quanto amabile edintelligente ne appare lrsquoadoratore di Varuna e di Ushasdi Indra e di Agni In lui ravvisiamo lrsquouomo nel qualelrsquoabitudine scientifica dellrsquoanalizzare catalogare eformulare non ha ammazzato la capacitagrave di sentire ed

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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ammirare il bello non ha ammazzato cioegrave il sensodella poesia E quale pregio non acquista allora ilRigveda che ci conserva le voci dei primi pensatori deiprimi poeti della nostra privilegiata razza aria

Difatti la prima scuola europea dei Vedisti credette ditrovare nel Rigveda un tesoro della piugrave eletta poesiasgorgante dalla spontanea ammirazione della Natura unsacro libro nel quale la Sfinge mitologica tradisce il suoenimma Tuttrsquoal piugrave si trattava di stabilire se allrsquouomovedico facessero piugrave impressione i fenomeni di luce e dicalore ovvero quelli meteorologici E veramente tutte ledivinitagrave vediche si possono raggruppare in due grandicategorie quelle che stanno a rappresentare la luce ed ilcalore ossia Varuna Mitra Ushas Sūrya e le altreipostasi del sole ed Agni e quelle che personificano iventi la pioggia il temporale ossia i Marut VātaVāyu Rudra Parjanya Indra

Secondo Adalberto Kuhn prevale nella religionerigvedica il sentimento di paura e di soggezione ai genidellrsquoatmosfera ma per Max Muumlller invece laquoil temaprincipale dei miti indogermanici trova la suaespressione in due parole Aurora e Sole Alla fantasiapoetica di lui apparivano gli antichi vati e pensatorinellrsquoatto di scorgere quotidianamente lrsquoenimma deglienimmi in ciograve che essi chiamano il levar del soleLrsquoAurora era per loro la terra sconosciuta dalle cuiinscandagliabili lontananze balza fuori sempre nuovavita Essa apre al Sole le sue auree porte e mentrequeste stanno aperte tentano occhi e cuori di mirare

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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oltre i confini di questo mondo finito ed il pensiero diciograve che egrave infinito immortale divino si desta nellospirito dellrsquouomoraquo73

La nuova scuola dei Vedisti e la dottrina del sacrificio

A questi primi entusiasmi seguirono studi piugraveanalitici piugrave pazienti piugrave ampi al lume dei qualisembrograve che la nota prevalente del Rigveda non sia giagravequella della ammirazione ed esaltazione della Naturama piuttosto della esecuzione drsquouna pratica sacrificalecomplessa e assurda in buona parte Gli autori deglrsquoinnipiugrave che i pensatori e poeti intravveduti e magnificati daThomas Carlyle si dimostrarono essere dei pretiversaiuoli pedanteschi e bizzarri pronti sempre aidentificare le cose piugrave disparate e a compiacersi diespressioni enimmatiche e drsquoindovinelli Piugrave drsquoun versooscuro rifiutantesi ostinatamente ad una interpretazionenaturalistica ricevette luce inattesa dalla interpretazioneliturgica e lagrave dove luce calore o tempesta nonchiarivano nulla ed erano anzi drsquoingombro allaintelligenza del testo una norma rituale unaparticolaritagrave del culto una operazione manuale del preteufficiante ricorrenti nei commenti liturgici dettiBrāhmana risolvevano il dubbio e dissipavanolrsquooscuritagrave Dunque si disse per capire il Rigvedaoccorre conoscere la letteratura posteriore deiBrāhmana occorre staccarlo dal preteso idillio primitivo

73 Oldenberg Aus Indien und Iran pag 50

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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ario e ravvicinarlo allrsquoetagrave fosca e caliginosa dellrsquoimperodei preti allrsquoetagrave in cui tutto il popolo dellrsquoIndia ligio aibrahmani si egrave lasciato persuadere che il sacrificio adAgni il sacrificio a Soma il sacrificio alla nascente lunae alla piena il sacrificio del cavallo ed altre centospecie di sacrifici sono la ragion drsquoessere della vitaumana divina cosmica la meta suprema il supremodovere

Altro che sentimento squisito della grandezza delleforze di Natura altro che ammirazione per i levari e itramonti del sole per le aurore nunzie di nuova vita eper le attorte folgori del benefico gigante dellrsquoatmosferaebro di esilarante Soma

Si disinganni subito chi nella prima strofa dellrsquoinnoVI 64 credeva di leggere

laquoecco sorti i raggi dellrsquoAurora biancheggianti comelimpide onde acquose Essa illumina i sentieri rendepraticabili le vie essa la vaga la ricca la vaccadellrsquoabbondanzaraquo

In realtagrave qui non egrave in gioco nessuna vacca malrsquoAurora egrave personificata nel salario dato al prete enotoriamente designato col nome di dakshinā Ha avutotorto chi facendo violenza al senso di questo di questovocabolo gli ha attribuito il significato di vacca Dunqueil prete recitante quella strofa anzi che aver davanti agliocchi il fenomeno dellrsquoAurora e magnificarlomagnificava il rito sacrificale chrsquoegli stava compiendo egli effetti benefici della liberalitagrave di chi pagava lrsquoopera

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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sua74E cosigrave pure nella strofa quinta dellrsquoinno I 123

quando leggiamolaquoO Aurora bella fatti avanti la prima tu che sei

sorella di Bhaga e congiunta di Varuna Chi ordisce uncrimine resti indietro e che possiam debellarlo colcarro della Auroraraquo

affrettiamoci a moderare il nostro entusiasmo qui inrealtagrave non srsquoinvoca la luce dellrsquoAurora perchegrave mettaallo scoperto le macchinazioni del malvagio ma egraveparola unrsquoaltra volta della daksinā del salario e ilcantore dellrsquoinno dice semplicemente

laquoChe il salario del sacrificio quale carro di battagliaci conceda vittoria sul nemicoraquo75

Gli esempi si potrebbero indefinitamente moltiplicaredel nuovo indirizzo preso dalla esegesi vedica per operasegnatamente di Abel Bergaigne in Francia delGeldner del Pischel dello Hillebrandt e dellrsquoOldenbergin Germania e di altri insigni vedisti drsquoInghilterra edrsquoAmerica Da questo nuovo punto di vista egrave evidenteche il valore filosofico ed estetico del Rigveda venga adessere grandemente menomato e che piugrave che cercarvilrsquoespressione dei primi profondi pensieri e spontaneisentimenti di nostra gente allrsquoinizio drsquouna civiltagravepatriarcale colma di preziosi germi poetici e speculativi

74 A Bergaigne La Religion Veacutedique Tom I Paris 1878 pag12875 Ibidem

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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dobbiamo prepararci piuttosto a trovarvi un gergosacerdotale riflettente un mondo drsquoidee che egrave lanegazione della poesia la negazione della scienza lanegazione del buon senso e un edificio invecemostruoso costruito dalla fantasia sbrigliata di pretivolgari superstiziosi ciarlataneschi professanti ancorala magia di unrsquoetagrave anteriore barbara e selvaggia avidi diguadagno estorto alla semplicitagrave ed ignoranza di ricchicredenti

Ma un piugrave fiero colpo doveva essere vibrato allavenerabilitagrave del Rigveda dalla scienza dellrsquoEtnologia

LrsquoEtnologia ed il Rigveda

Indagini diligenti e pazienti hanno accumulato unamassa enorme di materiali comprovanti che fra i popoliselvaggi sparsi nelle piugrave diverse parti del nostro globo eseparati quindi gli uni dagli altri ricorrono credenze eriti religiosi sostanzialmente identici Basti ricordare inomi di Herbert Spencer di Sir John Lubbock delTylor del Lang del Mannhardt del Frazer per avereunrsquoidea del gigantesco lavoro compiuto nellaricostruzione della religione dellrsquouomo primitivo Comeil corpo cosigrave la psiche umana sembra risultare deglistessi elementi delle stesse caratteristiche forme Agliocchi dellrsquouomo primitivo tutto sembra animato da unospirito La pietra che cade la freccia che vola verso ilbersaglio sono animate da uno spirito Chi soffre di maldi ventre soffre perchegrave uno spirito egrave penetrato in lui

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Questi spiriti buoni o cattivi sono le anime deitrapassati Governare rendere docili ed ubbidienti tutticotesti irrequieti spiriti erranti costituisce unrsquoartespeciale Chi possiede questrsquoarte egrave il mago lo stregoneil quale con incantesimi scongiuri formole magicheriesce ad assoggettare alla propria volontagrave la falangedegli spiriti La religione dei primitivi si palesa cosigraveessere un rozzo animismo il loro culto la magia Tuttociograve egrave supremamente interessante e supremamentescientifico I fatti sono incontrovertibili e formano uncapitolo di storia naturale documentata Il guaiocomincia quando da questi fatti si vogliono trarre dellededuzioni o meglio quando sulla base di questi fatti siformulano delle induzioni Si ragiona per esempiocosigrave se nel rituale vedico srsquoincontrano delle cerimonieassurde che corrispondono ad analoghe pratichereligiose dei primitivi non bisogneragrave forse credere cheil Veda conserva degli avanzi drsquouno studio di civiltagraveanteriore Egrave provato che quando si passa da un gradomeno avanzato di civiltagrave ad un altro piugrave avanzato non cisi spoglia in tutto e per tutto delle idee e delle pratichedel passato che ci si lascia dietro E gli avanzi di questopassato costituiscono tutto ciograve che drsquoirrazionaledrsquoillogico e di contraddittorio sussiste con le nuove ideedominanti che hanno appunto determinato il trapassodallo scalino inferiore di civiltagrave a quello superioreQuesti avanzi in altri termini rappresentano nellaevoluzione storica della psiche ciograve che gli organirudimentali sono nella evoluzione fisica dellrsquouomo

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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Dunque egrave concesso allo storico di ficcare lo sguardooltre i confini della storia egrave concesso di ricostruire lapreistoria e gli antecedenti storici del Rigveda siavranno nelle credenze e nei costumi dei selvaggi Cosigravela religione dei primitivi serve di commento aglrsquoinni delRigveda e se si vuole anche alla mitologia e al cultodei poemi omerici

Dei vedisti europei chi soprattutto ragiona cosigrave egraveHermann Oldenberg76 Quando egli osserva il pretevedico indossa una veste nera ed ammazza una bestianera per attirare nella volta celeste le nuvole nere chedovranno largire la desiderata pioggia ovvero quandolo stesso prete getta nellrsquoacqua alquanta erba affin diottenere che la pioggia cada finalmente sulle riarsepiante dei campi in realtagrave compie un atto di magia facioegrave negrave piugrave negrave meno di quel che fa lo stregone ancoraoggidigrave fra le tribugrave selvagge delle quali ci danno notizia inostri esploratori scientifici Quando continualrsquoOldenberg chi doveva praticare il sacrificio del Somaci si apprestava avvolgendosi in una oscura pelledrsquoanimale balbettando parole incomprensibilidigiunando fino a diventar pelle e ossa e a far sparire ilnero degli occhi trattenendosi accanto al fuoco magicofugatore degli spiriti maligni e suscitando in segrave stessoesaltazione ed entusiasmo in realtagrave seguiva unprocedimento che lrsquoodierno selvaggio delle Indieoccidentali o lo Zulugrave capirebbe immediatamente ed

76 Aus Indien und Iran pag 59-75

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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approverebbe come cosa che gli egrave affatto famigliare77Animismo egrave la religione dellrsquouomo primitivo ed

animismo egrave pure la religione dellrsquouomo vedico conquesta sola differenza che mentre il primitivo vede agiregli spiriti soprattutto in vicinanza di segrave stesso lrsquouomovedico salendo un gradino della scala della civiltagrave livede agire lontano nelle misteriose forze della Naturamanifestantisi non solo sulla terra ma nellrsquoetra enellrsquoatmosfera

Ecco caduto il Rigveda da tanta altezza in bassobassissimo loco eccolo allontanato da noi e ravvicinatonientemeno che ai Zulugrave

Le esagerazioni della nuova scuola vedica e la fallacia delleinduzioni etnologiche

La prima scuola dei vedisti rappresentata soprattuttodal Muumlller e dal Kuhn commise indubbiamente lrsquoerroredi trascurare il fattore liturgico e sacrificale e di darsoverchio risalto ai pregi poetici del Rigveda Non sipuograve negare che il centro della religione rigvedica sia ilsacrificio e che gli autori deglrsquoinni nella grandemaggioranza intendono non tanto a magnificare laNatura quanto ad esercitare un culto meccanico hannopresenti non tanto gli enimmi dellrsquoUniverso quantoglrsquointeressi drsquouna classe che cerca di dare e far dareimportanza ad un insieme di riti rigidi e in gran parteassurdi Credere che allo spuntar dellrsquoalba i buoni

77 Ibidem pag 74

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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pastori vedici uscissero allrsquoaperto e cadessero inginocchio per recitare con versi altamente poetici le lodidellrsquoAurora e del Sole sarebbe un errore La veritagrave egraveche quei buoni pastori si facevano intorno allrsquoarasacrificale ed assistevano ad una funzione che nonrisvegliava in loro nessun vivo sentimento di adorazioneper le bellezze e le forze di Natura ma costituiva unacerimonia tradizionale non presenziare alla qualesarebbe stato empietagrave Cosigrave pure quanti fra noi cheodono la messa si danno ragione di tutto quel che falegge e recita il prete allrsquoaltare Quanti sono quelli cheripetendo quotidianamente il paternostro capiscono edapprofondiscono ogni parola ed ogni pensiero di quellaincomparabile preghiera Qualunque religione tende adirrigidirsi in formalitagrave e in riti meccanici in un culto chediventa la professione drsquouna classe animata da spiritoconservatore ed interessata ad avversare la vitalitagrave delpensiero per natura irrequieto e novatore e a favorire ilbeato adagiarsi dello spirito nella immobilitagrave della fedee nella monotona ripetizione delle stesse cerimonie edelle stesse preghiere Egrave merito incontestabile dellanuova scuola dei vedisti lrsquoaver messo in chiara luce ilcarattere formalista rigidamente liturgico dellareligione rigvedica mediante uno studio piugraveapprofondito deglrsquoinni e lrsquoesame drsquouna vasta letteraturadi commenti affatto ignota alla prima scuola dei vedistieppur tanto necessaria alla retta intelligenza deglrsquoinnistessi Se non che la nuova scuola dei vedisti egrave andatatroppo oltre nelle sue affermazioni e dal fatto che nel

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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Rigveda prevale la nota sacrificale ed il carattereliturgico formalista ha dimenticato che in esso vi sonogermi vitali di poesia e di pensiero anzi srsquoegrave industriatadi rinnegare e soffocare tali germi non pensando cheove fossero realmente mancati non sarebbe statapossibile la mirabile evoluzione dal politeismo alpanteismo e alle altre grandiose concezioni religiosespuntate in seguito dal ferace suolo spirituale dellrsquoIndia

Quanto sieno stati corrivi i rappresentanti della nuovascuola vedica a dare risalto a tutto ciograve che nel Rigveda egraverito e simbolismo astruso e ad avversare tutto ciograve che egravepoesia e pensiero appare da queste parole delBergaigne

laquoLes hymnes agrave lrsquoaurore sont presque tous au nombredes plus poeacutetiques que renferme le Rigveda Ce sontmecircme eux qui paraissent avoir le plus contribueacute agravereacutepandre dans le public les ideacutees fausses qursquoon y nourritsur le caractegravere geacuteneacuteral du recueil Nous nrsquoychercherons que des indications preacutecieuses sur lrsquoun destypes principaux de la femelle mythique et ne nouslaisserons pas induire par leur charme deacutecevant agrave neplus chercher dans les formules ordinaires de la penseacuteeveacutedique que de simples description du lever du jourraquo78

Ecco messi in istato drsquoaccusa glrsquoinni allrsquoAuroraeccoli dichiarati colpevoli di seduzione ingannatrice econsiderati come intrusi come una deplorevoleeccezione perturbatrice

78 La Religion Veacutedique Tom I pag 242

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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E lrsquoOldenberg che scrive un libro di 608 pagine sullareligione del Veda e srsquoindugia a descriverci le minuziedel culto e a parlarci diffusamente di demoni follettilemuri ed altre simili creazioni superstiziose dellafantasia popolare dedica poi allrsquoAurora pochi cennifugaci79 dando chiaramente a divedere che ben altrodeve richiamare lrsquoattenzione e la cura dello studioso delRigveda

Dagli eccessi della prima scuola si passa agli eccessidella seconda Se non che ha maggior torto chi cerca disorvolare sui pregi intrinseci sulle sia pure raremanifestazioni di elevatezza religiosa e speculativacontenute nel Rigveda che non chi questemanifestazioni mette in valore trascurando di avvertireche esse sono la eccezione e non la regola A conti fattisi avvera anche qui che la prima impressione egrave semprela piugrave giusta e genuina i primi vedisti giudicarono ilRigveda assai piugrave equamente dei secondi nonostantequesti ultimi lo sottoponessero ad uno studio piugrave ampioe minuzioso In ogni religione dice RabindranathTagore anzi in ogni umana istituzione crsquoegrave un principiostatico ed un principio dinamico Il clero che semprerappresenta il principio statico ha sempre avversato lalibertagrave dellrsquouomo e fomentato discordie I brahmani chesi assunsero lrsquoideale statico della societagrave elaborarono ledifferenti forme di ritualismo ed elevarono barriere

79 Die Religion des Veda pag 241-243

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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settarie fra tribugrave e classi80 La seconda scuola dei Vedisti ha avuto

essenzialmente di mira questo elemento statico dellareligione vedica il quale egrave indubbiamente in prevalenzama non perchegrave egrave in prevalenza egrave il piugrave importanteLrsquoelemento rituale o statico egrave privo di vita e come taletrascurabile Ciograve che importa egrave di scoprire nel Rigvedalrsquoelemento dinamico il germe vitale disseminato fra lamorta scoria Se fra cento inni ne trovo uno solo checontiene vita di sentimento e di pensiero questo innosolo varragrave e dovragrave valere piugrave degli altri novantanoveinzeppati di sterili astruserie e simbolismi liturgici Laprima strofa dellrsquoinno I 185 suona

laquoChi egrave la prima e chi la seconda di queste due(sorelle)81 Come sono nate Chi o saggi lo sa Tuttoche esiste esse portano e girano come con una ruotaraquo

Non vale una siffatta strofa che imposta il problemadelle origini con una cosigrave ammirevole semplicitagrave nonvale essa a riscattare il vaniloquio di centinaia drsquoaltriinni liturgici Non basta forse che fra la folla dei pastorivedici creduli ottusi abbacinati dalla esterioritagrave delsacrificio ad Agni e a Soma e dal ritmo dei versi sonantie vuoti del non inspirato e pedantesco sacerdote nonbasta forse che almeno dieci di essi pastori sieno staticapaci di prestare orecchio alla parola di vita drsquoun veropoeta perchegrave fosse salvo il genio progressivo del popolo

80 The Visva-Bharati Quarterly April 1923 pag 781 Cioegrave della notte e del giorno

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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indianoLrsquoIndia ha avuto il torto di non consegnare alle

fiamme due buoni terzi della sua letteratura religiosama noi europei ai quali incomberebbe il compito di farla selezione che glrsquoindiani non hanno fatta abbiamo iltorto anche maggiore di giudicare a volte la civiltagraveindiana da quei due terzi e comportarci come chivilipendesse il mango per la buccia immangiabile che loriveste

La nuova scuola dei vedisti ha accumulato tantascoria sullrsquooro contenuto nel Rigveda da non renderlopiugrave riconoscibile E non egrave forse precisamente ilcontrario che si deve fare liberare lrsquooro dalla scoria

Ci proponiamo appunto nelle pagine che seguono dimettere in vista lrsquoelemento dinamico della religionerigvedica del quale parla col suo alato ingegnolrsquoincomparabile profeta dellrsquoIndia modernaRabindranath Tagore

Concludendo la religione rigvedica egrave un politeismosgorgato spontaneamente dal cuore dellrsquouomo cheosserva la natura e sente di dipendere da essa Solo cheil culto ha preso il sopravvento sulle manifestazioni delpensiero e del sentimento senza riuscire tuttavia adistruggerle Pochi sono i veri poeti pochi quelli capacidi comprenderli ma bastano questi pochi per gettaresemi fecondi e rappresentare degnamente il genio dellarazza

Quanto alle induzioni fondate sulla Etnologia

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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abbiamo giagrave espresso sufficientemente il nostro parere82talchegrave qui possiamo limitarci ad aggiungere pocheconsiderazioni

Che i Veda ed i poemi omerici offrano delle credenzee dei riti che si ritrovano fra i primitivi non deveconsentire lrsquoillazione che dunque gli antenati del popolovedico e degli eroi omerici fossero dei primitivi Un taleragionamento sarebbe altrettanto falso quantoquestrsquoaltro lrsquouomo ha quasi tutto in comune con lascimia dunque deriva dalla scimia Lrsquoelementocaratteristico che fa dellrsquouomo lrsquouomo e che la scimianon ha mette un baratro fra il primo e la seconda erende arbitrario lrsquoammettere il trapasso dallrsquounaallrsquoaltro Del pari lrsquoelemento caratteristico ossia lascintilla del genio di cui sono largamente provvisti ilpopolo vedico e gli eroi omerici e che i primitivi nonhanno negrave punto negrave poco pone un abisso fra quelli equesti e rende assurda qualunque teoria si sforzi distabilire un rapporto genealogico fra gli uni e gli altri

Il mistero che domina dal punto in cui finisce la storiadel passato egrave altrettanto fitto ed impenetrabile quanto ilmistero che domina dal punto in cui finisce la storia delpresente Il prima della nascita e il dopo la morte siequivalgono e non crsquoegrave scienza che possa dirci che cosasaragrave lrsquoavvenire che cosa fu il passato che si perde nellanotte dei tempi Ricostruire la preistoria egrave affar delprofeta o del metafisico mai dello scienziato sicchegrave

82 Vedi pag 18 sgg[pag 22 di questa edizione digitale Manuzio]

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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devrsquoessere ragione di grande stupore il veder chelrsquoOldenberg educato alla piugrave rigida disciplina di cautelascientifica si lasci prender la mano dallrsquoentusiasmo aproposito delle induzioni etnologiche e sentenzi laquosi egraveriusciti a scoprire uno stadio dei principii il quale egrave allabase di tutte quante le civiltagrave quasi un crepuscolomattutino che da lontano precede il giorno della storiauna scoperta cotesta che per quanto gradatamente edinsensibilmente si venne facendo in realtagrave rappresentaforse per le indagini dellrsquoantichitagrave una conquista che peri profondi suoi risultati avanza perfino le splendidegesta di quel perfetto magistero filologico che aprigravelrsquoadito alle remote civiltagrave dellrsquoEgitto e dellaBabiloniaraquo83

Lo spirito filosofico che pervade il Rigveda

Una religione naturalistica come quella rigvedica egrave dinecessitagrave pervasa di spirito filosofico se per spiritofilosofico intendiamo la libera osservazione deifenomeni cosmici accompagnata dallrsquoassiduo conato direndersi ragione di essi liberamente mediante le ipotesipiugrave varie e i piugrave vari suggerimenti dellrsquointuizione efuori drsquoogni domma drsquoogni sistema prestabilito eimposto dallrsquoautoritagrave tradizionale ecclesiastica o che soio Quante contraddizioni nel Rigveda quantaindisciplina confusione anarchia Pare che i vati nonsanno risolversi a dare la palma a questa o a quella

83 Aus Indien und Iran pag 58

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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divinitagrave e mentre in un inno si magnifica Indra come ilsupremo degli dei ecco che in un altro inno il postodrsquoIndra viene preso da Varuna o da Agni o da Brihaspatio da Soma e via dicendo Enoteismo o Kathenoteismo egravestata definita questa tendenza ad assegnaretemporaneamente il primato alla divinitagrave invocata inquel dato momento e per quella data esigenza salvo poia trasferirlo in un altro momento e per unrsquoaltraesigenza ad altra divinitagrave

Drsquoonde e come egrave provenuto il mondo Varia egrave larisposta nel Rigveda Forse Indra o Visnu o Brihaspatilo costruigrave cosigrave come un carpentiere o un fabbrocostruisce e foggia84 Forse egrave stato generato da un padree da una madre dal Cielo e dalla Terra85 Forse anche egraveil fuoco ovvero lrsquoacqua la matrice di tutte le cose mobilied immobili86 Ma soggiunge un altro vate drsquoonde ilmare sia sgorgato lo sa soltanto il dio Savitar negrave noi conla nostra sapienza umana potremo mai sapere di doveSavitar attinge i beni che largisce87 Chi sapragrave mai chidei due egrave nato prima il cielo o la terra il giorno o lanotte88 Esiste veramente Indra Chi lo ha maiveduto89 Ed oltre a tutti gli dei non saragrave forse prudenteinvocare le opere buone dei buoni ed esortare il ricco

84 Rigveda VI 47 3 4 I 154 1 X 72 285 Ibidem VII 53 2 I 159 2 185 2 4 686 Ibidem I 115 1 I 161 9 VI 50 787 Ibidem X 149 2 V 48 588 Rigveda I 185 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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alla compassione ed alla caritagrave ricordandogli che al paridel povero un giorno egli dovragrave morire Non egrave la famelrsquounica forma di morte anche il sazio muore90

Come il lettore vede qui abbiamo in germe tutte lepossibili tendenze speculative e i vati vedici sisbizzarriscono ad essere ora politeisti ora monoteistiora agnostici ora scettici ora stoici ora pietosi Non crsquoegraveimpresa piugrave ardua di quella di voler ridurre a sistema lareligione rigvedica Egrave un ammasso caotico dei piugravesvariati elementi religiosi dai piugrave umili e primitivi aipiugrave elevati ed evoluti Tuttavia nel mare magnum dellecontraddizioni superstizioni bizzarrie srsquoagita unospirito mirabile di libertagrave di pensiero che egrave arra di vita edi progresso Di tutto si possono accusare i vati vedicifuorchegrave di tendenze dommatiche e teocratiche La lorofantasia anzi si sbriglia a segno da consentire la garadegli altari lrsquoalterna vittoria fra gli dei o una vittoria ditutti gli dei che equivale ad una sconfitta Questocontinuo ondeggiare fra un nume e lrsquoaltro questairrequietezza nella fede e nel culto questa libertagravesconfinata di credere e dubitare egrave genuino spiritofilosofico che necessariamente doveva sboccare inqualche cosa di grande e di vitale E qualche cosa digrande e di vitale sono infatti glrsquoinni filosoficicontenuti salvo poche eccezioni nel decimo libro delRigveda quello cioegrave che per segni non dubbi egrave il piugrave

89 Ibidem II 12 5 VIII 100 390 Ibidem VII 35 4 X 117 1

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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giovane della veneranda raccolta

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoInno I 164

I testi vedici ripetutamente si compiacciono diaffermare che gli dei sono paroksapriyāh91 ossia vaghidi mistero Perchegrave una preghiera sia loro accetta o uninno gradito egrave necessario non dir mai nulla che siachiaro ed aperto ma procedere sempre per allusionioscure simboli enimmatici perifrasi contorte CheglrsquoIndiani dei primi tempi abbiano creduto provvisti dicosigrave cattivo gusto i loro dii egrave stata certamente unagrande sciagura per la posteritagrave Lrsquoambage egrave prescrittanel Veda egrave parte si puograve dire della religione stessaperchegrave gli dei amano ciograve che egrave oscuro ed odiano ciograve cheegrave chiaro92 Egrave una gara quindi fra i poeti a chi si faragravemeno capire e non deve essere ragione di stupore seglrsquointerpreti europei che si sono stillato il cervello sullasfinge vedica non sieno gran che teneri drsquouna simileletteratura e giungano perfino ad affermare che essamerita drsquoessere studiata dal punto di vista stesso con cuilo psichiatra studia il vaniloquio drsquoun mentecatto Taligiudizi veramente sono stati pronunciati sui

91 Aitareya-Brāhmana II 33 VII 30 Taittīya-Brāhmana I 5IX 2 Ccedilatapatha-Brāhmana VI 1 I 2 XIV 6 XI 292 Oldenberg Religion des Veda 1917 pag 4 592 Die Lehreder Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismus 1915 pag63

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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Brāmana93 piugrave che sul Rigveda ma si accenna ad essiora perchegrave in alcuni inni filosofici del Rigveda fannogiagrave capolino il bizzarro simbolismo e la manigraveadrsquoidentificazioni assurde che campeggiano neiBrāhmana Eppure fra tanta e tanta scoria lrsquooro crsquoegrave equesto oro appunto ci apprestiamo a mettere sotto gliocchi del lettore

Prendiamo ad esempio lrsquoinno I 164 Egrave attribuito aDīrghatamas consta di 52 strofe ed egrave dedicato a tutti glidei A volerne dare lrsquointera versione letterale sicorrerebbe il rischio di mettere a troppo dura prova lapazienza di chi legge tanti e tanto impenetrabili sonoglrsquoindovinelli che si susseguono senza legame logicoSe egrave vero che agli dei piacciono le frasi oscure edarcane Dīrghatamas li ha serviti a dovere Per dare unsaggio della bizzarra composizione traduciamo le primetre strofe

laquoIl fratello mediano di questo amabile canuto hotar94

egrave il divoratore Il terzo fratello di lui ha il gropponeimburrato In costui io riconobbi lrsquoantenato che ha settefigliraquo

laquoSono sette quelli che aggiogano il carro avente unasola ruota un cavallo che ha sette nomi lo tira La ruota

93 L v Schroeder Indiens Literatur und Cultur 1887 pag 112 eseg Oldenberg Weltanschauung der Brāhmana-Texte 1919 pag294 Il prete che invita gli dei a scendere dal cielo per partecipare alsacrificio

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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sulla quale poggiano tutti gli esseri ha tre mozzi non silogora mai egrave insuperabileraquo

laquoSette sono saliti sul carro sette cavalli tirano il carrodalle sette ruote sette sorelle lo acclamano come quelloin cui sono deposti i sette nomi delle vaccheraquo

Chi sono i tre fratelli nominati nella prima strofa Ilprimo egrave il vecchio firmamento col sole e con le stelleossia il fuoco celeste il secondo egrave il fuoco atmosfericoossia il lampo il terzo egrave il fuoco sacrificale in cui siversano le libazioni di burro La coordinazione di questitre fenomeni che apparentemente diversi si palesano inultima analisi identici in quanto che sole ed astrilampo fuoco sacrificale sono tutti fuoco suonasecondo il Deussen la nota fondamentale dellrsquointeroinno inteso a ricercare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave deifenomeni lrsquounico Dio nella pluralitagrave degli dei95

Contro questa interpretazione si puograve obiettare maperchegrave mai il lampo egrave chiamato il divoratore Se maitale epiteto spetterebbe al fuoco sacrificale che non sisazia mai di offerte

Difatti un egregio vedista Karl F Geldner proponeuna diversa interpretazione del passo96 Secondo lui neitre fratelli bisogna ravvisare i tre famosi fuochi che ognibrahmano tiene accesi nella propria casa e cioegrave

95 Deussen Allg Gesch I 1 pag 106 10896 K F Geldner Der Rigveda uumlbersetzet und erlaumlutert ErsterTeil Quellen der Religions-Geschichte Goumlttingen und Leipzig1923 pag 205

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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lrsquoāhavanīyāgni il daksināgni e il gārhapatya Ildaksināgni sta sempre in mezzo agli altri due e riceve dipreferenza le offerte perciograve egrave chiamato il fratellomediano e il divoratore

Ma perchegrave poi il primo fuoco sia amabile e canuto esolo il terzo abbia il groppone imburrato mentre egrave ilsecondo che raccoglie la massima parte delle libazioniil Geldner non dice Il lettore resta quindi insoddisfatto edubbioso

E chi sono i sette che aggiogano il carro avente unasola ruota Che cosa simboleggia il cavallo dai settenomi Che sta a rappresentare la ruota dai tre mozzi

Il Deussen97 risponde i sette sono gli hotar celestiche aggiogano il carro del firmamento il cavallosimboleggia il sole che ha sette nomi perchegrave sette sonogli Aditya e la ruota dai tre mozzi egrave daccapo ilfirmamento

Ma il Geldner98 ribatte i sette sono i sette destrieridel sole aggiogantisi spontaneamente il cavallo daisette nomi raffigura i sette Harit o destrieri solari che avolte sono il solo Etaccedila la ruota dai tre mozzi egrave ilsimbolo delle tre stagioni

Le discrepanze fra glrsquointerpreti continuano riguardoalla terza strofa nella quale egrave evidente che il poetascherza sul numero sette I sette saliti sul carro sono isette preti e il carro egrave il sacrificio ma i sette cavalli per

97 Op cit pag 10898 Op cit pag 205 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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il Deussen99 rappresentano le sette fiamme sacrificaliper lrsquoHaug ed il Geldner100 i metri e cosigrave pure i settenomi delle vacche simboleggiano le sette specie dinuvole secondo il Deussen ed invece secondo ilGeldner il ricco parlare metaforico dei vati che possonochiamare la vacca con 3 times 7 nomi

Il lettore certo non ci sarebbe grato se per le altre 49strofe insistessimo nel volergli far conoscere lediscussioni dei filologi sui rimanenti oscuri simboli dicui ribocca lrsquoinno A che pro indugiare su quello che egraveformalismo debolezza aberrazione della mentalitagraveindiana Del resto sono soltanto i teologi indiani acorrer dietro a fantasticherie a voler dare a ognidettaglio del loro culto una interpretazionetrascendentale Ciograve che piuttosto deve maravigliare egrave loscoprire in mezzo a tanta congerie di scempiaggini unpensiero profondo una osservazione acuta una scintilladi genio Saranno queste appunto le vene drsquooro il filoneche ci permetteragrave di seguire nel suo sviluppo il pensierodellrsquoIndia antica e di conoscere che cosa veramente digrande e di durevole essa ha lasciato in retaggioallrsquoumanitagrave

Per quanto studio metta lrsquoautore del nostro innonellrsquoavvolgere in una fitta tenebra il proprio pensieronon puograve tuttavia evitare di parlar chiaro di tanto intanto Cosigrave nella strofa 4 esclama

99 Ibidem pag 109100 Ibidem 206

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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laquoChi ha mai visto Colui che fu primo a nasceredappoichegrave i senza ossa sostengono chi ha le ossa Dovrsquoegravelrsquoalito vitale il sangue e lrsquoio della Terra Si troveragrave undotto per interrogarlo in propositoraquo

Qui il problema della origine della vita egrave impostatocon chiarezza e con grande audacia Dire che i senzaossa sostengono chi ha le ossa significa adoperare unaimmagine forte ed efficacissima per alludere alla originedella materia solida percepibile tastabile da qualchecosa di sottile impercepibile trascendente Il primovivente traendo origine non giagrave da un altro vivente conle ossa ma da un ente soprassensibile non egrave statoveduto dunque da nessuno Il parlare dellrsquoalito delsangue e dellrsquoio della Terra annunzia che giagrave a queitempi era stata scoperta la mirabile corrispondenza fra lagoccia e lrsquooceano lrsquouomo e il mondo il micro- e ilmacrocosmo

Il vate continua101laquoIgnorante interrogo i vati sapienti affin di sapere poi

che io stesso non so Chi egrave lrsquoUno in forma drsquoIncreatoche ha dato il sostegno a questi sei spaziraquo102

In un inno dedicato a tutti gli dei egrave strano davvero chesi accenni ad un unico principio dal quale tutto procedead un solo Dio Gli egrave che il trapasso dal politeismo al

101 Strofa 6102 Il passo del Rigveda VII 87 5 parla di tre cieli (tisrodyāvah) e di tre terre (tisro bhūmīh) che sono appunto i sei spazi(shal imā rajānsi) dei quali qui egrave parola

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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panteismo si egrave giagrave compiuto e che unrsquoera nuova dipensiero si affaccia sullrsquoorizzonte questo Uno il poetalo vede nel Sole nel Padre Cielo che srsquoaccoppia con laMadre Terra103 e pervaso drsquoammirazione parla dellaruota dellrsquoUniverso che gira senza mai logorarsi edellrsquoocchio del Sole che sa trovar la sua via anche nellapiugrave fitta tenebra104 Eppure il Sole ha una madrelrsquoAurora Chi mai saragrave il padre Il Sole non ha padreEcco un altro mistero che annunzia lo spirito di Dio Lestagioni vanno e vengono vanno e vengono i giorni edil perchegrave resta ignoto105 La dolce bacca dellrsquoalberodella sapienza non mangia no chi non conosce ilPadre106 Iddio egrave lrsquoUno egrave il Padre

Da tanta altezza ripiomba il vate in basso loco e pareche farnetichi quando parlando dei vari metri dellastrofa vedica dice che il Creatore col metro jagattrattenne la fiumana nel cielo e scoprigrave il Sole nellamelodia rathantara107

Segue unrsquoallegoria pazzesca riguardo al pravargyaossia ad una cerimonia iniziale del sacrificio delSoma108

103 Strofe 7 e 8104 Strofe 9-16

105 Strofe 17-19106 Strofe 20-22107 Strofe 23-25108 Strofe 26-29

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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Il poeta srsquoinalza daccapo a grandi altezze nelle strofe30-33

laquoAlitante giace la vita eppure va rapida emuoventesi pure sta ferma in mezzo alle fiumaneLrsquoanima del morto va dove vuole Lrsquoimmortale ha lastessa matrice del mortaleraquo

laquoHo pur visto il pastore andar per le sue vie di qua edi lagrave senza stancarsi Coprendosi delle acque checorrono nella stessa e in differente direzione si muovequa e lagrave negli esseriraquo

laquoChi lo ha prodotto non lo conosce chi lo ha vistosubito alla vista di costui si sottrae In grembo allaMadre celato egrave andato in perdizione lasciando moltaproleraquo

laquoIl Cielo egrave il mio padre il mio generatore in lui egrave ilmio ombelico Questa grande Terra egrave mia madre il miocordone ombelicale La mia matrice egrave dentro a questidue ampi gusci Qui il Padre ha deposto il feto dellaFigliaraquo

Questo linguaggio simbolico che pure egrave trasparentedeve esercitare un fascino anche su noi

Siamo soprattutto debitori al Geldner109 se ci egraveriuscito di veder chiaro in queste parole di coloreoscuro

Alitante giace la vita eppure va rapida vale a dire ilcorpo di chi dorme giace sta fermo ma lrsquoanima di luicorre di qua e di lagrave nel sogno Oh lrsquoineffabile mistero

109 Op cit pag 210 211

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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del sogno che rivela lrsquoindipendenza dellrsquoanima dalcorpo dellrsquoanima che lascia il corpo inerte e va dovevuole Il corpo di chi egrave sveglio allrsquoincontro si agita simuove mentre ferma resta lrsquoanima in mezzo al sanguealla linfa agli umori svariati che quali fiumi corronoattraverso il corpo Lrsquoanima del morto ossia deldormente va dove vuole Oh miracolo che lrsquoanimaimmortale sia unita col corpo mortale nascano insiemeabbiano la stessa matrice

Piugrave maraviglioso ancora egrave che il vento il qualepercorre gli spazi fra le acque piovane sia in grande negravepiugrave negrave meno che in piccolo il fiato dellrsquouomo vagantetra gli umori del corpo Il pastore menzionato nellastrofa 31 ha quindi il doppio significato di vento e difiato e lrsquointera strofa sta a segnalare la corrispondenzafra il fenomeno cosmico del vento e quello fisiologicodel fiato dellrsquouomo

Se continua il vate sussiste lrsquoequazione vento =fiato lrsquointero essere dellrsquouomo dovragrave trovarsi riprodottonel cosmo ondrsquoegli proclama suo padre il cielo suamadre la terra Tale egrave il senso della strofa 33 nella qualesi accenna in ultimo allrsquoantico mito dellrsquoincesto delPadre Cielo con la propria figlia110

Vedemmo che nella strofa 4 egrave giagrave menzione delloalito del sangue e dellrsquoio della Terra e che dunque ha

110 Per questo mito cfr Rigveda I 71 5 8 Nella letteraturaposteriore dei Brāhmana si attribuisce a Prajāpati la colpa delloincesto Ccedilatapathabr I 7 4 1 Aitareyabr III 33

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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giagrave fatto molta strada il metodo di ricercare il riflessodel grande Universo nel piccolo essere dellrsquouomo

Ma ecco che di nuovo le ali si stancano ed il veggentesi ricorda drsquoessere prete e drsquoavere un culto da mantenerein vita se vuole assicurare la sussistenza a segrave ed ai suoicompagni Dalla stupenda speculazione dellacorrispondenza perfetta tra macro- e microcosmo sipassa illogicamente e brutalmente ad una stolidaapoteosi della pratica sacrificale lrsquoaltare egrave lrsquoestremoconfine della Terra il sacrificio egrave lrsquoombelico del mondoed altre simili sciocchezze111

Il resto dellrsquoinno magnifica simbolicamente la Vāc oparola e come di consueto fra un cumulo di assurditagravecontiene due inestimabili gemme le strofe 45 e 46

laquoLa favella consta di quattro quarti i quali sono notiai brahmani intelligenti Costoro perograve tre buoni quartiche sono tenuti segreti non li mettono in circolazionesicchegrave gli uomini parlano solo una quarta parte dellafavellaraquo

laquoSi parla di Indra di Mitra di Varuna di Agnimentre Lui egrave solo il divino uccello dalle belle ali Quel

111 Strofe 34 e 35 Bene osserva il Geldner (op cit pag 211) chequeste due strofe interrompono il nesso logico che crsquoegrave tra la strofa33 e la 36 nella quale ultima si torna a parlare del seme del PadreCielo Gli Angiras distribuiscono sotto la guida di Visnu quelseme Nelle strofe 37 e 38 si accenna a quel che di miracoloso egrave ilpensiero che ci consente di vagar lontano non veduti e si ripetela sentenza della strofa 30 laquolrsquoimmortale ha la stessa matrice delmortaleraquo

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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che egrave Uno vien chiamato dai vati con diversi nomiAgni Yama Mātariccedilvanraquo

Sublime egrave lrsquoidea che il linguaggio umano egrave solo unaquarta parte del possibile linguaggio egrave quindi limitatoimperfetto e costretto a scindere nel molteplice lrsquoUnitagraveineffabile del Cosmo Ci occorrerebbero altri tre quartidi linguaggio per poter esprimere con parole lrsquoUno-Tutto Ma questi tre quarti formano la favelladellrsquoimmortalitagrave e sono negati agli uomini Solo iveggenti conoscono il perfetto linguaggio ma lotengono segreto Anche il Purusha il grande Maschiovien diviso come piugrave oltre si vedragrave in quattro parti dicui una sola egrave distribuita agli umani e le altre tre fra lecose eterne Egrave chiaro dunque che nel nostro inno iltramonto del politeismo egrave giagrave un fatto compiuto chelrsquointuizione della unitagrave fondamentale dei fenomenicosmici e della miracolosa corrispondenza fralrsquoUniverso e lrsquouomo egrave giagrave balenata alle menti elette cheinfine questi elevati pensieri si fanno largo a stento frauna folla di astrusi simboli mistici intesi a mantenere invita un culto complicato che assicurava la sussistenza auna intera classe di persone i preti

Ha perfettamente ragione il Deussen112 quandoafferma a proposito della sentenza laquoekam sad viprābahudhā vadantiraquo113 che fino al laquotat tvam asiraquo114 della

112 AllgGesch I 1 pag 106113 Quel che egrave uno i vati chiamano in diverso modo114 Quello sei tu

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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Chāndogya115 Upanishad lrsquoIndia non ha piugravepronunziato parola che come quella abbia fatto epocaE veramente lrsquoinno di Dīrghatamas ad onta del suopesante bagaglio di astruserie non egrave certo roba daprimitivi

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 121 X 190

Kasmai devāya havishā vidhema ecco unrsquoaltra frasememoranda del Rigveda a designare il trionfo definitivodel concetto della unitagrave sulla pluralitagrave degli dei A qualedio esclama il vate dellrsquoinno X 121 vorremo offrire inostri sacrifici se non a quel dio unico e solo che inprincipio creograve tutti gli esseri Veramente da principioegli generograve lrsquoampia luccicante distesa delle acqueracchiudenti tutti i germi116 ed in esse rinacque eglipure qual germe drsquooro117 insieme al sacrificio perdiventare il solo dio degli dei118 anzi il loro spiritovitale119 Immortalitagrave e morte sono il riflesso di lui tuttociograve che respira tutto ciograve che chiude gli occhi riconoscelui quale unico re alle leggi di lui che sono leggi diveritagrave srsquoinchinano tutti anche gli dei egrave lui che hamisurato lo spazio riservato allrsquoatmosfera tra il cielo e la

115 Pronunzia ciandoacuteghya116 Strofa 9117 Strofe 1 7118 Strofa 8119 Strofa 7

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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terra egrave lui che stendendo le braccia ha fissato i poli delmondo egli quindi abbraccia lrsquointero creato e fuori dilui non puograve esserci altro nellrsquoUniverso120 A questounico Signore delle creature ossia a Prajāpati121 e anessun altro si libi ad ottenere vittoria sui nemici edelargizioni di beni e di ricchezze122

Questo inno che in confronto di quello esaminato nelparagrafo precedente si segnala per tanto maggiorechiarezza e semplicitagrave gli egrave tuttavia inferiore dal puntodi vista filosofico Egrave vero che tutti gli dei debbonocedere il posto a questo unico dio Prajāpati signoredelle creature ma la relazione che prima esisteva fra glidei e lrsquouomo resta la stessa fra il nuovo unico dio elrsquouomo la relazione cioegrave del do ut des NellaVājasaneyi-Samhitā123 egrave descritto Indra nellrsquoatto di direal suo adoratore dehi me dadāmi te124 Queste parolepare le dica anche Prajāpati Non un accenno contieneil nostro inno X 121 alla corrispondenza fra il piccolouomo e il grande universo chegrave anzi lrsquoonnipotenza deldio esclude che il misero mortale invocante protezionepossa col dio identificarsi Lrsquoaccenno invece al sacrificioche al par di Prajāpati egrave generato dalle acqueprimordiali dimostra quanto stesse a cuore al vate il

120 Strofe 2 3 9 5 4 10121 Pronunzia Pragiaacutepati122 Strofa 10123 3 50124 Dammi e ti do

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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rispetto alle istituzioni rituali In tutto lrsquoinno predominauna nota religiosa piugrave che filosofica Il nome Prajāpati egravebensigrave unrsquoastrazione ma la figura della divinitagrave che daessa vien fuori ha qualche cosa di nettamente personaleche ricorda gli antichi dei Questo inno a Prajāpatiinsomma si puograve chiamare lrsquoinno monoteistico pereccellenza il quale apre lrsquoadito ad una corrente religiosamonoteistica e viene annoverato fra glrsquoinni filosoficisolo perchegrave contiene la recisa condanna del politeismo esostituisce alle gesta mitiche degli antichi dei nuoviconcetti cosmogonici quello ad esempio che le acqueprimordiali sono figlie di Prajāpati e a loro volta madridi lui

Prajāpati nel periodo posteriore dei Brāhmana saragrave ladivinitagrave preponderante alleata fedele della praticasacrificale e deglrsquointeressi del clero Ma dallrsquoinno X121 non ci riesce veder derivare nessun filone di quelpensiero laico filosofico tracce del quale ci venne fattodi sorprendere nellrsquooscuro inno I 164

Le idee cosmogoniche che abbiamo incontrate in X121 si ripetono leggermente modificate nellrsquoinno X190 La primissima causa della creazione egrave il Tapasossia lrsquoardore dal quale si originano ordine e veritagrave lanotte e il mare dal mare nasce lrsquoanno che compartendo igiorni e le notti dominando tutto che batte palpebracrea sole e luna cielo e terra atmosfera ed etraVedemmo che Prajāpati crea le acque e da queste poirinasce Ma perchegrave crea le acque Prajāpati ci vien dettoora soltanto per un cotale ardore che nel mondo fisico egrave

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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il fuoco (agni sūrya ecc) nel mondo fisiologico egravelrsquoamore (kāma) nel mondo dello spirito egrave lrsquoascesi(tapas) La identificazione dellrsquoanno ossia del tempoche tutto crea con Prajāpati egrave ovvia

Glrsquoinni filosofici del Rigveda glrsquoinni X 72 X 125

La molteplicitagrave degli dei egrave una illusione esiste unsolo Dio creatore e padrone di tutte le cose Questa egrave laconvinzione prevalente nel piugrave giovane periododeglrsquoinni vedici contro la quale vano egrave opporreresistenza Da una fede dunque si passa ad unrsquoaltra edallrsquoantica fede essendo legato un culto particolarequesto pure rischia di restar travolto e sommersonellrsquoirresistibile mutamento delle idee Glrsquointeressimateriali di molti come suole sempre accadere in unariforma restano minacciati e questi molti perciogravecorrono ai ripari Opporsi alla ormai trionfantepersuasione che crsquoegrave un solo Dio non possono mapossono sigrave adattare questa nuova idea alle vecchieforme e salvare sostanzialmente lrsquoantico edificio ritualeIn altri termini si tratta ora di lasciare in piedi integralrsquoistituzione del sacrificio la quale fornisce lasussistenza a tanti e tanti preti Invece di offrirelibazioni a questo e a quel dio si offriranno a un solodio Importa dunque moltissimo che questo unico dioche si sostituisce ai molti sia definito in modo dalasciare intatta la relazione che preesisteva tra i vecchidii e lrsquouomo e rendeva necessaria la pratica sacrificale

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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Importa moltissimo che la ricerca del nuovo unico diosia fatta con la vecchia mentalitagrave mistica e simbolica enon si metta per la strada della osservazionenaturalistica e laica La ricerca del nuovo unico dio puogravecostituire un grave pericolo se lrsquouomo prescindendo dalpatrimonio degli antichi miti e delle vecchie abitudini diculto rompendola definitivamente con ogni tradizionesi metta ad interrogare segrave stesso e al lume dellaintuizione e col sussidio della sola ragione scoprariflesso nellrsquoio individuale lrsquoio cosmico e identifichi segravestesso con la divinitagrave Per questa via per la quale purealcuni minacciano di mettersi si perverrebbe fatalmentealla abolizione dei riti ed alla rovina irreparabiledellrsquointera classe dei preti Un unico dio sigrave ma con ledebite cautele

Prajāpati il signore delle creature egrave appunto comeabbiamo veduto una conciliazione fra le vecchie idee ele nuove in quanto che soddisfa la tendenzamonoteistica ma lascia sussistere la relazione didipendenza dellrsquouomo dalla divinitagrave e per conseguenzatutta la pesante macchina delle cerimonie e dei ritiPrajāpati egrave una creazione clericale che perograve alla provasi dimostrograve poco vitale Questo signore delle creatureche crea le acque e da queste rinasce che srsquoidentificacon lrsquoanno ossia col Tempo egrave unrsquoastrazione tropponaturalistica e filosofica troppo poco legata ai miti ed aisimboli tradizionali Il clero egrave ben piugrave felice nella sceltadi Brihaspati o Brahmanaspati (il signore dellapreghiera) quale rappresentante del nuovo unico dio del

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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quale si va in cerca La preghiera ha un potere magicosugli dei egrave la forza delle forze La preghiera egrave ilnutrimento degli dei i quali per essa non possono fare ameno di largire grazie agli uomini La preghieradunque egrave il fulcro dellrsquouniverso e la personificazionedella preghiera ossia Brahmanaspati saragrave il dio deglidei il creatore e padrone di tutte le cose il nuovo unicodio che la gente avidamente va indagando Concettocotesto quanto altro mai clericale ed irrazionale cheebbe tuttavia grande fortuna in quanto che sboccograve nellaconcezione posteriore del braacutehman neutrale emulodellrsquoātman nel designare il principio delle cose e laforza animatrice dellrsquouniverso

Lrsquoinno che proclama Brahmanaspati il creatore ditutte le cose egrave il X 72 laquoBrahmanaspati fuse insiemecome un fabbro questo mondo dal non essere si originogravelrsquoessere da Aditi nacque Daksha e da Daksha a suavolta Aditi che fu poi madre degli dei125raquo

Egrave interessante vedere che qui abbiamo la stessaconcezione cosmogonica dellrsquoinno X 121 salvo che inomi sono mutati a tutto vantaggio dei miti tradizionaliInvece delle acque primordiali nelle quali il Creatoreche le ha create si fa daccapo germe si menzionano inomi di Aditi e di Daksha pur di non perdere contattocon le figure della preesistente mitologia Aditi egrave lamadre degli Aditya i sette famosi dei che vanno sotto ilnome di Varuna Mitra Aryaman Anccedila Bhaga Daksha

125 Strofe 2-5

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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e Savitar ma qui sta a rappresentare la materiaprimordiale ossia le acque generate dallrsquoIncreato egeneranti in un secondo momento lrsquoIncreato stesso

Ricorre lrsquoidea in cui giagrave crsquoimbattemmo in X 121della figlia che diventa madre del padre Perchegrave tra ifigli di Aditi si sia scelto Daksha a rappresentare ilprincipio di tutte le cose ossia nel caso nostroBrahmanaspati non egrave punto chiaro Daksha pensa ilDeussen126 vuol dire abile operoso ed egrave lrsquoappellativoche piugrave si confagrave al Creatore In mancanza drsquoaltra piugravesoddisfacente spiegazione bisogna pure contentarsi diquesta del Deussen

Questo inno X 72 ha anche minor valore filosoficodellrsquoinno a Prajāpati nonostante la terminologia astrattadella quale vuole fare sfoggio lrsquoautore quando parla diessere e di non essere In questo inno egrave evidente losforzo drsquoincanalare le nuove correnti di pensieroindaganti lrsquoultima causa delle cose nel vecchio eangusto letto del fiume del formalismo rituale elevandola preghiera a forza cosmica sovrana e salvando cosigrave lesorti del sacrificio e dei suoi manipolatori

Accanto allrsquoinno X 72 si suole menzionare lrsquoaltro X125 dedicato alla Vāc127 Egrave unrsquoapoteosi che la Parolapersonificata fa di segrave stessa affermando che egrave lei ilsostegno di tutti gli dei la largitrice delle grazie

126 Allg Gesch pag 145127 Pronunzia il c finale col suono palatale ce non giagrave gutturaleke

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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lrsquoeccitatrice della potenza creativa del primo Padre eccQui Vāc egrave un sinonimo di Brahmanaspati una specie diLogos la cui matrice egrave nelle acque dellrsquooceano128

Non ci allontaniamo come si vede dal simbolismoastruso negrave appare quel filone di pensiero naturalisticorazionale e laico che pur vedemmo balenare tra letenebre dellrsquoinno I 164

Glrsquoinni filosofici del Rigveda X 81 82 X 31

I due inni X 81 e X 82 sono dedicati ad una divinitagravechiamata Viccedilvakarman che vuol dire lrsquoautore di tutte leopere e caso strano il poeta che li ha composti sichiama anche lui Viccedilvakarman

Viccedilvakarman egrave lrsquoUno egrave il Tutto i suoi occhi i suoivolti le sue braccia i suoi piedi sono da ogni banda129 equindi il vate si chiede dovrsquoegrave la selva dove egrave lrsquoalberodal legno del quale si foggiograve e cielo e terra130

Incontriamo questa stessa domanda nellrsquoinno X 31 7intitolato a tutti gli dei kim svid vanam ka u sa vrikshaāsa yato dyāvāprithivī nishtatakshuh Egrave unrsquoaltrasentenza memorabile che deve aggiungersi alpatrimonio delle ricchezze speculative del RigvedaViccedilvakarman essendo lrsquoUno-Tutto non puograve avere avutonessuna materia fuori di segrave nessun sostegno quando hacreato il mondo ma per creare il mondo ha dovuto a

128 Strofa 7129 X 81 strofa 3130 Ibidem strofa 4

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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guisa di sacrificio distribuire segrave stesso negli esseri enelle cose131 Egli dunque pervade il mondo egrave il mondostesso Questo capiscono i vati sapienti sol checoncentrandosi col pensiero indagano il gran mistero132Vada pure lrsquoaltra gente farneticando intorno allrsquoesistenzadi unrsquoaltra divinitagrave quel che egrave solo certo egraveViccedilvakarman il vero signore della parola colui che conle buone opere protegge lrsquouomo133

Nellrsquoinno 82 Viccedilvakarman viene sostituito nel postodi Prajāpati in quanto che egrave lui il primo germedepositato nelle acque primordiali egrave lui lrsquoUno chiuso ingrembo allrsquoIncreato134 Voi non conoscete esclamainfine il poeta Colui che produsse questi mondi fra Luie voi unrsquoaltra cosa srsquoegrave interposta Avvolti nella nebbia icantori deglrsquoinni cianciando vanno intorno per sostentarla vita135

In questi due inni scopriamo finalmente la venadrsquooro il filone che non dovremo mai piugrave perdere divista nella nostra indagine Non si tratta piugrave soltanto deltrionfo dellrsquoidea che crsquoegrave un solo Dio ma questo Dio egraveconcepito panteisticamente egrave il mondo stesso operante aguisa drsquoun immenso uomo con infiniti occhi voltibraccia piedi Per intuirlo bisogna concentrare il

131 Ibidem strofe 5 2 1132 Ibidem strofa 4133 Ibidem strofe 6 e 7134 Strofe 5 e 6135 Strofa 7

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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pensiero cioegrave ripiegarsi sopra segrave stessi Tra questoFattore universale e noi stessi non interponiamo nulla eLo scopriremo riflesso in noi stessi Viccedilvakarman sichiama infatti il dio e Viccedilvakarman si chiama pure ilpoeta che lo magnifica Qui non egrave la preghiera(brahman) che viene personificata non egrave il buon padredella Creature (Prajāpati) che largisce le grazie e deveessere adorato qui a potenza cosmica viene elevato ilKarman lrsquoopera lrsquoenergia Il Karman che nella storiadel pensiero dellrsquoIndia avragrave una parte tanto cospicua einsieme al Brahman ed allrsquoĀtman costituiragrave uno deiperni di tutte le religioni e filosofie dellrsquoIndia spuntaqui per la prima volta ad iniziare la sua carrieramillenaria Il Brahman abbiam visto egrave un concettomistico clericale che si accompagna e si accompagneragravesempre a tutto ciograve che egrave formalismo simbolismo ritocerimonia e superstizione LrsquoĀtman come vedremo egraveun concetto naturalistico laico che spianeragrave la via alrazionalismo

Il Karman egrave un concetto per metagrave clericale per metagravelaico poichegrave serve a designare tanto lrsquoopera sacrificalequanto lrsquoazione in generale La sentenza laquoil karman faconseguire il cieloraquo puograve interpretarsi tanto nel sensoche col sacrificare agli dei si raggiunge il cielo quantonellrsquoaltro che il cielo egrave il premio di chi bene opera Ilkarman nel significato di sacrificio egrave il naturale alleatodellrsquoĀtman Avremo agio di tornare su questo puntofondamentale dellrsquoevoluzione del pensiero religioso efilosofico dellrsquoIndia Ora si tratta solo di determinare il

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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valore che la parola karman ha nel nome Viccedilvakarmane in generale nellrsquoinno X 81 In una etagrave quale quelladel Rigveda egrave naturale che il vocabolo karman servasoprattutto a designare lrsquoopera sacrificale e perconseguenza lrsquoautore dellrsquoinno X 81 vede nellrsquooperadella Creazione un grande sacrificio e nel Creatore unsaggio hotar nellrsquoatto di sacrificare juhvad rishirhotā136 Se non che lo stesso autore concepisce ilsacrificio in un modo affatto nuovo quando affermandoche non esisteva materia fuori del Creatore altra offertanon poteva fare il Creatore che quella di segrave stesso Ciograveammesso egrave logico che nemmeno lrsquouomo potragrave offrire insacrificio alla divinitagrave cosa che non sia lui stessoQuesta illazione lrsquoautore dellrsquoinno non la tira o per lomeno non la riveste di parole ma le successivegenerazioni di pensatori completeranno lrsquoaudacepensiero del vate vedico Non crsquoegrave materia fuori di noi daoffrire alla divinitagrave ossia non ha ragion drsquoesistere ilsolito karman consistente in libazioni di burro somaecc lrsquounico sacrificio possibile egrave il sacrificio di segravestesso egrave lrsquoofferta dellrsquoopera propria (karman) alladivinitagrave

Ma anche se il vate vedico non ha avuto coscienzadellrsquointera portata delle sue audaci idee egrave tuttaviaindubitato che sa di averla rotta con la tradizione edrsquoessere uscito fuori della volgare schiera chi pensadiverso da lui va intorno farneticando ed i soliti cantori

136 Strofa 1

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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deglrsquoinni egli ribadisce son gente che vendechiacchiere per comprare pane da empir lrsquoepa Lacondanna del formalismo vedico egrave stata pronunziataprima che da noi da un vate vedico Non basta questavoce solitaria a far perdonare molti errori a redimereunrsquointera etagrave di vaneggiamenti

Abbiamo detto che al cantore dellrsquoinno la parolakarman serve soprattutto a designare lrsquoopera sacrificalema nel composto sādhukarma con cui si chiude lrsquoultimastrofa esula ogni senso rituale e karman egrave adoperatonella accezione di azione in genere Questa nuovadivinitagrave che con le buone opere deve proteggere gliuomini precorre certamente i tempi e piugrave si meditasullrsquoinno X 81 piugrave esso appare colmo di nuovi germiche aspettano solo di svilupparsi e maturarsi in unrsquoetagraveposteriore

Il chiamare nella stessa ultima strofa Viccedilvakarman ilsignore della parola o della preghiera (vācas patim) ildargli cioegrave lrsquoappellativo proprio di Brahmanaspati paretradisca lrsquointenzione del vate di sgombrare il terrenodalla divinitagrave clericale per eccellenza e sostituire unnuovo dio che il cantore sa benissimo non egrave quello cheva invocando o magnificando la folla dei pretimestieranti

Epilogando crediamo di poter affermare che negliinni X 81 X 82 il pensiero panteistico si affermavittorioso e sovrano che la via alla speculazionerazionale e laica egrave aperta che infine egrave annunziato ilnuovo metodo mediante il quale Dio devrsquoessere intuito

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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Difatti a noi sembra di scoprire una esortazione almetodo della introspezione lagrave dove il vate invita i saggia indagare col pensiero quale sia stato il sostegno sulquale basandosi Viccedilvakarman creograve gli esseri tutti137manīshino manasā prichated u tad yad adhyatishthadbhuvanāni dhārayan

Una eco di questo pensiero si trova indubbiamentenellrsquoinno X 31 laquocontinui pur sempre lrsquouomo adesiderare ricchezze e ad onorare poi gli dei colsacrificio ma infine venga a colloquio col propriospirito e conquisti col pensiero un bene superioreraquo138

Questa sentenza che troverebbe il suo posto naturalein una Upanishad annunzia lrsquoavvento dei nuovi tempi emerita di figurare fra quei detti memorabili cherivendicano sebbene pochi al Rigveda il dirittodrsquoessere annoverato fra i libri piugrave venerandi e preziosidellrsquoantichitagrave

laquoPari cin marto dravinam mamanyādRitasya pathā namasā vivāset |Uta svena kratunā sam vadetaCcedilreyānsam daksam manasā jagrbhyāt ||raquo

Tanto piugrave egrave legittimo considerare questa strofa comeil commento della espressione manasā prichata dellastrofa 4 dellrsquoinno X 81 in quanto che lrsquoinno X 31riproduce nella strofa 7 lrsquointero primo verso della strofa

137 X 81 4138 Strofa 2

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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4 dellrsquoinno X 81 laquoquale fu la selva quale fu lrsquoalberodal legno del quale gli dei foggiarono il cielo e laterraraquo

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 90

Lrsquoinno X 90 egrave chiamato Purushasūkta e costituiscesecondo Haug la magna charta del Brahmanesimo139Purusha significa maschio uomo e sūkta inno Illeggendario autore di questo famoso carme Nārāyanadescrive in sedici strofe lrsquoorigine dellrsquoUniverso nelmodo che segue Un Uomo con mille teste mille occhimille piedi circondando la terra da ogni parte pursovrastava ad essa di dieci pollici QuestrsquoUomo egrave inverolrsquoUniverso quello passato e quello futuro egrave il signoredellrsquoimmortalitagrave che mediante il cibo cresce senzalimite Tale egrave la grandezza di questrsquoUomo eppure Egli egraveanche piugrave grande chegrave solo un quarto di Lui sono tutti gliesseri gli altri tre quarti sono immortalitagrave celeste

Per tre quarti questo Uomo se ne egrave andato lassugrave esolo un quarto egrave rimasto quaggiugrave ed ha quindi pervasoogni cosa ciograve che mangia cibo e ciograve che non mangiacibo Da Lui nacque Virāj e da Virāj daccapo Lui cherinato superograve la terra davanti e da tergo Quando conquestrsquoUomo come oblazione gli dei prepararono unsacrificio la primavera fu lrsquoofferta di cibo lrsquoestate iltizzo lrsquoautunno la libazione Questo Uomo nato inprincipio spruzzarono quale ostia sullo strato sacrificale

139 Kaegi Der Rigveda pag 235

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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e lui sacrificarono gli dei i Sādhya e i Rishi Da questaostia completamente sacrificata fu raccolta la goccianteofferta che servigrave a creare le bestie dellrsquoaria delle forestee dei villaggi140 Da questa ostia completamentesacrificata provennero i versi del Rigveda i canti delSāmaveda glrsquoinni magici dellrsquoAtharvaveda141 e leformule rituali del Yajurveda Da questa ostia trasseroorigine i cavalli e le bestie fornite di doppia file di dentida essa i bovini le capre e le pecore

Quando spartirono questrsquoUomo quante parti nefecero Che diventograve la sua bocca che le sue braccia chele sue cosce come furono chiamati i suoi piedi La suabocca diventograve il brahmano le sue braccia il guerriero lesue cosce il vaiccedilya e dai suoi piedi si originograve lo ccedilūdraDallrsquoorgano del suo pensiero nacque la luna dai suoiocchi il sole dallrsquoorgano della parola Indra ed Agni dalsuo respiro il vento Dalla regione ombelicale siprodusse lrsquoatmosfera dalla testa il cielo dai piedi laterra i punti cardinali dallrsquoorecchio In tal modoformarono i mondi142 Sette furono i pezzi di legnorecingenti lrsquoara tre volte sette i tizzi allorchegrave gli deiapprestando il sacrificio legarono lrsquoUomo a morsquo dibestia sacrificale Col sacrificio gli dei sacrificarono alsacrificio Furon questi i primi usi Ed essi i potenti

140 Strofe 1-8141 Che in chandānsi debbansi riconoscere glrsquoinnidellrsquoAtharvaveda mi pare assai plausibile142 Strofe 9-14

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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tennero dietro lassugrave nel cielo dove i primi dei iSādhya143 dimorano144

Le strofe 15 e 16 cioegrave le due ultime sono moltoprobabilmente unrsquoaggiunta posteriore Lrsquoinno dovrebbefinire con la sentenza tathā lokān akalpayan (cosigravefoggiarono i mondi) Quel venirci a dire che sette furonoi pezzi di legno recingenti lrsquoara e ventuno i tizzi cheservirono al sacrificio interrompe e turba lrsquoordine delleidee ciograve egrave tanto vero che la strofa 15 egrave stata da alcuniintercalata tra la sesta e la settima lagrave dove cioegrave si parladegli dei che si apprestano a sacrificare con laprimavera quale cibo sacrificale con lrsquoestate quale tizzoe con lrsquoautunno quale libazione Allora sigrave egrave a posto laparticolaritagrave rituale del numero dei ceppi recingenti lrsquoarae di quelli da alimentare la fiamma Quanto alla strofa16 essa si ritrova nellrsquoinno I 164 50 e non egrave dubbioche di qui egrave stata trasportata di peso nel nostro inno nongiagrave viceversa il Purushasūkta egrave infatti come vedremouno degli inni entrati ultimi nella raccolta del Rigvedase non addirittura lrsquoultimo Non si puograve negare ad ognimodo una stretta relazione tra i due inni chegrave oltre adavere in comune questa strofa concordano nelle ideefondamentali e nella originalissima affermazione che laVāc (I 164 45) la quale in X 90 3 egrave sostituita dal

143 I Sādhya menzionati giagrave nella strofa 7 insieme con gli dei edi Rishi sono secondo Yāska la prima e piugrave antica schiatta di diiCfr Geldner op cit pag 213 nota 50 d144 Strofe 15 e 16

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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Purusha abbia tre suoi quarti nel cielo e un solo quartotra i mortali

Per la prima volta nel Rigveda si fa menzione dellequattro caste e dei quattro Veda e basterebbe questofatto a provare che il Purushasūkta egrave una interpolazioneposteriore il prodotto drsquouna piugrave giovane speculazione edrsquoun diverso assetto sociale Giustamente il Grassmannosserva che nel suo complesso lrsquoinno ha tutto il caratteredei posteriori inni dellrsquoAtharvaveda145 La lingua puread onta si sforzi di parere arcaica tradisce una strutturache non egrave piugrave lrsquoantica

Eppure bene egrave stato definito lrsquoinno X 90 la magnacharta del Brahmanesimo perchegrave in esso si riassumonotrionfanti le piugrave ardite idee della speculazione rigvedicaDi nuovo nel Purushasūkta crsquoegrave ben poco Che esista unsolo Dio che da questo Dio increato provenga lamateria (virāj) e da questa materia Egli rinasca nellaforma dellrsquoUniverso sensibile che Egli pervada e sia iltutto che non esista nulla fuori di Lui e che quindi non egravepossibile una offerta sacrificale che non sia Dio luistesso son tutte cose che ci hanno detto i due mirabiliinni a Viccedilvakarman Sono questi ultimi il migliorecommento al Purushasūkta perchegrave poco importa seViccedilvakarman sacrifica spontaneamente segrave stesso mentreil Purusha viene sacrificato dagli dei dai Sādhya e daiRishi Lrsquoimportante egrave di affermare che il sacrificio fuoridi segrave stesso egrave impossibile e che il sacrificio di segrave egrave la

145 Rig-Veda uumlbersetzt Zweiter Theil pag 486

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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creazione Le concessioni fatte allrsquoepoca ligia ai preti edalla liturgia e consistenti nel dare il massimo valore allapratica sacrificale le conosce il Purishasūkta non menodei due inni a Viccedilvakarman

Al posto del nome Viccedilvakarman il cui significatolaico e anticlericale cercammo di lumeggiare figura nelnostro inno il Purusha lrsquoUomo che in segrave parimentiinvolge un concetto laico ed anticlericale La novitagrave ilmerito principale dellrsquoinno X 90 consiste forse nellascelta di questo nome Purusha Dopo la geniale idea divedere in Dio il Fattore di tutte le cose lapersonificazione dellrsquoenergia attiva era difficilerappresentarsi Dio piugrave o almeno altrettantoindipendentemente dai simboli clericali di Signore dellecreature Signore della preghiera e via dicendo Ilnome Purusha vale quello di Viccedilvakarman e da un latoannunzia anche meglio quello che egrave la nuova conquistadella ultima speculazione religiosa e filosofica delRigveda quello che egrave una delle piugrave grandi conquiste delpensiero indiano in genere Senza reticenze senzasimbolismi senza perifrasi il nostro inno proclama laperfetta corrispondenza fra Mikrokosmo eMakrokosmo Lrsquouomo questo piccolo essere egrave in realtagravelrsquoUniverso in miniatura Risulta infatti degli stessielementi del Creato non egrave il suo respiro aria il caloreanimale fuoco linfa e sangue acqua ossa carne tendinie nervi terra vibrazioni auditive etere E senza ariaesterna invero srsquoarresta il respiro senza sole e senzafuoco il calore animale egrave impossibile senza ingerire

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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acqua e cibo senza cioegrave la nutrizione lrsquoassimilazione diliquidi e di solidi lrsquoorganismo si disfa senza levibrazioni dellrsquoetere impossibile egrave lrsquoudire Quantopiccolo egrave il seme eppure nel seme crsquoegrave giagrave tutta la piantainvisibile egrave la cellula seminale eppure in essa egrave inpotenza giagrave tutto lrsquoindividuo umano E vorremmomaravigliarci se nel piccolo uomo si riflette lrsquoimmensoUniverso se lrsquouomo egrave la cellula dellrsquoUniverso In unagoccia dellrsquooceano crsquoegrave giagrave tutto lrsquooceano enellrsquoinfinitamente piccolo egrave racchiuso lrsquoinfinitamentegrande Questa innegabile corrispondenza fraMikrokosmo e Makrokosmo che balza agli occhi dichiunque per poco studi con cura lrsquouomo e la Naturarichiamograve lrsquoattenzione di molti filosofi occidentali masolo nellrsquoIndia diventograve la base della scienza profana esacra di tutte le meditazioni laiche e religiose Vedremoche nel Buddhismo si riconosce come autogeno un soloprocesso quello della vita individuale Tutti gli altriprocessi non sono autogeni vale a dire non simantengono da segrave stessi ma dipendono da qualche altracosa La vita invece ovunque e sotto qualunque formasi manifesti passa per virtugrave propria da un attimoallrsquoaltro egrave un continuo miracolo e come tale nonconosce un principio egrave ab aeligterno Prima delBuddhismo il Sānkhya aveva giagrave sancita lrsquoesistenzaeterna delle anime individuali degli innumerevolipurusha Nel Purushasūkta ci sono in germe tuttequeste posteriori elaborazioni speculative se solo la vitaindividuale egrave increata autogena il Dio che non ha

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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principio saragrave un immenso uomo un Purusha del qualeil capo egrave la volta celeste la regione ombelicalelrsquoatmosfera i piedi la terra gli occhi il sole il respiro ilvento gli orecchi i punti cardinali Egrave naturale che nelvoler trovare in questo immenso Purusha che egravelrsquoUniverso lrsquoesatto riscontro di tutte le parti checostituiscono il piccolo purusha che egrave lrsquouomo regnitalvolta lrsquoarbitrio e la fantasia si sbrigli Cosigrave non risultaben chiaro perchegrave proprio la luna debba essere lrsquoorganodel pensiero (manas) dellrsquoUomo cosmico Forsecongettura il Deussen146 perchegrave il calmo chiarore lunare(che secondo lo stesso Goethe emancipa lrsquoanima)appariva quale simbolo della intellettualitagrave Egrave unaspiegazione che poco ci soddisfa e preferiamo credereche la vera ragione del riscontro la quale doveva essereovvia e naturale in quei circoli di poeti e pensatori cisfugga senza rimedio

Che invece Indra ed Agni provengano dalla bocca(mukha) del Purusha risulta evidente sol che si considerila bocca come lrsquoorgano la sede della parola Indrarappresenta il fuoco fulgurale Agni quello terrestre edegrave risaputo che il fuoco quale uno degli elementicostitutivi dellrsquoorganismo umano si manifesta secondoglrsquoIndi non solo nella digestione nel calore animaleecc ma anche nella parola A base di tutti i fenomenivitali ci sono sempre i cinque elementi i qualisostengono vuoi le funzioni animali vuoi quelle

146 Allg Gesch I 1 pag 156

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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psichiche Sottrai allrsquoorganismo umano lrsquoelementofuoco e fra le tante conseguenze derivanti da una talesottrazione si avragrave quella dellrsquoarresto della parola dellamutolezza Egrave un pensiero originalissimo e profondo chesaragrave forse ripigliato ed accettato da noi quando le nostrescienze studieranno lrsquouomo non piugrave parte a parte manella sua interezza La nostra interpretazione ha ilmerito di eliminare la difficoltagrave che srsquoincontra nelvedere la bocca del Purusha considerata una prima voltanella strofa 12 come matrice della casta brahmanicauna seconda volta nella strofa 13 come matrice di Indrae di Agni Gli egrave che nel primo passo la bocca (mukha)sta a designare il capo la parte superiore e piugrave nobiledellrsquoUomo cosmico contrapposta ai piedi dai qualiemana la casta dei servi (ccedilūdra) mentre nel secondopasso la bocca (mukha) del Purusha vuole alludereallrsquoorgano alla sede della parola

Tanto il Deussen147 quanto lrsquoOldenberg148

ravvicinano a questo Uomo cosmico del Rigveda ilgigante Ymir dellrsquoEdda Ma il valore filosofico delPurusha che balza fuori da tutta la speculazioneanteriore e posteriore al nostro inno manca in tutto eper tutto al colosso dellrsquoEdda Il Purusharappresentando per la prima volta con chiarezza lacorrispondenza fra Mikrokosmo e Makrokosmoconclude unrsquoepoca che aveva intravveduto la grande

147 Op cit pag 151148 Religion des Veda zweite Auflage pag 278

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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veritagrave attraverso una congerie di simboli e divaneggiamenti mistici e liturgici ed inizia unrsquoepocanuova nella quale lrsquouomo vedragrave e sentiragrave sempre piugrave insegrave stesso lrsquouniversa Natura avragrave coscienza drsquoessere unatomo una cellula in cui sta racchiuso DioLrsquoidentificazione dellrsquoUniverso e dellrsquouomo procedendorazionalmente sulla base dellrsquoosservazione naturalisticaprodurragrave una grande concezione filosofica e religiosama spaventeragrave i preti i quali si affretteranno adintorbidare le acque procedendo ad identificazionipazzesche vedendo riflesso nella universa Natura nonpiugrave lrsquouomo ma la preghiera la pratica sacrificale imetri dei loro inni lrsquointero barocco edificio del piugravecomplicato ed assurdo dei culti Nasceragrave cosigrave neiBrāhmana quella che lrsquoOldenberg chiama la manigraveacaratteristica dellrsquoidentificar tutto con tutto e che egrave cosaben diversa dallrsquointuizione giudiziosa la qualepresentisce unrsquoarcana uguaglianza sostanziale fra laNatura e lrsquoesistenza umana149

Intanto nel Purushasūkta e come vedremo in altrenumerosissime e cospicue produzioni del pensieroindiano si ammira precisamente questa giudiziosaintuizione di cui parla lrsquoOldenberg Se al mondo crsquoegravepopolo che ha presentito e presentisce lrsquoarcanamedesimezza sostanziale fra Natura ed uomo questo egravelrsquoindiano Tutta lrsquoopera di Rabindranath Tagore ne egravesotto i nostri occhi la prova lampante

149 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 241

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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LrsquoOldenberg pare rimproveri agli inni cosmogonicidel Rigveda segnatamente al Purushasūkta di nonscoprire nella evoluzione cosmica come fa appunto illibro della Genesi la tendenza a scegliere lrsquouomo comefine supremo Lrsquouomo nel Purushasūkta egrave una delletante figure che riempiono il mondo accanto agli equinied ai bovini ai Veda ed ai metri150

Certo il punto di vista antropocentrico non egrave quellodel Purushasūkta Egrave un merito o un demerito trovarsidrsquoaccordo con gli ultimi risultati della scienza moderna

Glrsquoinni filosofici del Rigveda lrsquoinno X 129

Questo famosissimo inno che si attribuisceaddirittura a Prajāpati Parameshthin si suoledenominare il Nāsadāsīyasūkta dal fatto che le primeparole con cui srsquoinizia suonano nāsad āsīn no sad āsīt(non crsquoera il non essere non crsquoera lrsquoessere) Tra glrsquoinnidel Rigveda egrave certamente quello che segna il puntoculminante del pensiero speculativo di quei tempi emerita perciograve di chiudere il nostro esame deglrsquoinnifilosofici della veneranda raccolta Sul pregio formale esostanziale di questo componimento tutti sonodrsquoaccordo a cominciare dal Colebrooke che primo losegnalograve allrsquoattenzione degli studiosi a finireallrsquoOldenberg che lo definisce un mirabile carme nelquale la speculazione filosofica raggiunge il suo

150 Religion des Veda pag 280

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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fastigio151 Risulta di sole sette strofe la quinta egrave comese non ci fosse perchegrave sfuggendoci il significato sicurodi alcune parole152 qualunque interpretazione egravearbitraria e puograve avere soltanto valore di congettura piugrave omeno abile

Dellrsquointero inno ha dato una assai ben riuscitaversione metrica in italiano P E Pavolini153

Il contenuto del breve carme egrave il seguente laquonon crsquoeraallora il non essere non crsquoera lrsquoessere non crsquoeralrsquoatmosfera non al di lagrave di questa lrsquoetra Che cosa maiera in moto e dove e sotto la protezione di chi Crsquoeraforse lrsquoacqua il profondo abisso Non crsquoera la mortenon certo lrsquoimmortalitagrave non crsquoera discriminazione dinotte e giorno Respirava senza fiato di per segravequellrsquoUnitagrave fuori della quale altra cosa non crsquoera Inprincipio tenebra restava nascosta da tenebra unaindistinta massa drsquoacqua era tutto questo Universo divuoto ricoperto era il vuoto154 per forza di calorenacque lrsquoUno E in Lui si destograve in principio lrsquoamore chefu il primo seme dellrsquointelletto Il legame dellrsquoesserescopersero nel non essere i saggi scrutando nel cuore

151 Religion des Veda pag 280152 Cioegrave retodhā svadhā prayatih153 Buddhismo Manuali Hoepli pag 2-3154 La sentenza tuchyenaacutebhv apihitam yad āsīt egrave anchrsquoessa didubbia interpretazione Il Deussen vuole vederci unrsquoallusione allouovo cosmico e traduce quella forza vitale che era racchiusa nelgusciohellip Allg Gesch pag 122-123

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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attentamentehelliphellipChi sa chi puograve dirci qui drsquoonde egrave nato drsquoonde

proviene questo Creato (Non possono dircelo gli deiperchegrave) sono posteriori alla creazione di questo mondosicchegrave chi sa drsquoonde egrave nato il Creato Drsquoonde provengaquesto mondo se sia stato creato o no lo sa o non lo sanemmeno Colui che nellrsquoetra suprema vigila su diessoraquo

Convengo perfettamente collrsquoOldenberg sul senso daattribuire alle prime due strofe lrsquoabisso caoticoprimigenio egrave indefinibile con parole quali essere nonessere atmosfera cielo morte immortalitagrave Le primeorigini del mondo sono inscandagliabili ed ineffabiliNello stesso modo parleranno del Brahman i veggentidelle Upanishad e del Nirvāna i Buddhisti Egrave senzrsquoaltroda escludere che nellrsquoespressione essere e non essere sivoglia alludere al manas (intelletto) che per cosigrave direnegrave egrave negrave non egrave Per essere qui srsquointende una astrazionelrsquoessere cioegrave in segrave e per segrave privo drsquoognideterminazione e che non egrave negrave acqua negrave terra negravespirito ma semplicemente egrave Toccheragrave ad una etagraveposteriore lrsquoattribuire valore di realtagrave soltanto a questoessere indistinto ed indeterminato in confronto allrsquoessereillusorio delle cose labili e transitorie Prima dunque digiungere allrsquoesistenza del mondo quale noi lopercepiamo lrsquoautore dellrsquoinno X 129 sente il bisogno dicongetturare un essere indiscriminato che vadeterminandosi in questa cosa e in quella e solo in fineassume lrsquoinfinita varietagrave delle forme e dei movimenti

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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del cosmo Non contento drsquoimmaginare questo essereindistinto lrsquoautore del nostro inno si domanda lrsquooriginedi questo stesso essere indistinto e la trova nellrsquooscurogrembo del non essere Ma egli va anche piugrave in lagrave edafferma che lrsquouniverso primordiale il caos non era negravelrsquoessere negrave il non essere e quindi qualche cosa chetrascende il pensiero e anche piugrave la parola155

LrsquoUno nacque per virtugrave del calore e sembra quindiche si ammetta il fuoco come prima matrice delle coseSe non che in un verso precedente egrave detto che il mondoera tutto una indistinta massa drsquoacqua Lrsquoacqua dunqueprecedette il fuoco

Lrsquoautore dellrsquoinno ad ogni modo affronta ilproblema delle origini da un punto di vista prettamentenaturalistico e si dimostra dalla prima parola finoallrsquoultima completamente emancipato dallecervellotiche visioni rituali della massa dei vati

La parola adoperata per calore egrave tapas che come sisa designa non solo il calore fisico ma quello psichicoche si manifesta nellrsquoardore ascetico accompagnato dapoteri magici creativi La frase della strofa 3 laquoper laforza dellrsquoardore nacque lrsquoUnoraquo anticipa lrsquoideacomunissima nella letteratura immediatamenteposteriore che le cose si creano per virtugrave di ascesi

Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen il

155 Die Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 52-53 e nota 2a pag 53

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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quale vede nella strofa 4 il punto culminantedellrsquoinno156 Nato per virtugrave di ardore ascetico lrsquoUnoviene soggiogato dallrsquoAmore La parola per amare egraveKāma che il Deussen157 interpreta al lume del grecoἔρως e dello schopenhaueriano Wille zum Leben E a mepar legittimo codesto ravvicinamento perchegrave scrutandonei nostri cuori che cosa se non lrsquoamore si palesa qualelegame ponte di passaggio tra il non essere e lrsquoessereLrsquoamore prepotente incosciente egrave a base della creazionedel mondo cosciente egrave il primo seme secondolrsquoespressione indiana dellrsquointelletto (manas)

Il metodo della introspezione del quale egrave fattamenzione come vedemmo in altri inni resta quiesaltato e magnificato dalla sentenza laquoi saggi scrutandoattentamente nel cuore scopersero nel non essere illegame dellrsquoessereraquo

Dopo tanta sottile ed audace speculazione intornoallrsquoorigine del mondo lrsquoautore egrave assalito dal dubbio machi potragrave mai risolvere lrsquoarduo problema Non certo glidei perchegrave sono frutto essi stessi dellrsquoarcana creazioneNel mistero delle origini forse vedragrave chiaro quel Dio chenella suprema etra vigila sullrsquoUniverso ma forse non civede chiaro nemmeno Lui Lrsquoinno finisce dunque conuna confessione di agnosticismo e non giagrave come vuoleil Deussen1 con una anticipazione della dottrinaupanishadica secondo la quale una conoscenza egrave

156 Allg Gesch pag 123 e 124157 Ibidem pag 126

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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possibile solo lagrave dove esiste una dualitagrave non dove crsquoegravelrsquoUno che egrave il Tutto

Lrsquoautore parlando del Dio che vigila nella supernaetra sullrsquoUniverso non allude mica allrsquoUno-Tutto alquale sarebbe assurdo attribuire la funzione del vigilarema allude a un supremo Dio fra gli dei forse aPrajāpati a Brahmanaspati a Viccedilvakarman pertacciarlo drsquoignoranza Nellrsquoinno X 129 parla insommaun razionalista che precorre i tempi

Riepilogo

Dopo quanto egrave stato esposto non egrave difficile scorgerele grandi linee della religione rigvedica Da unpoliteismo naturalistico si passa a poco a pocoattraverso la piugrave sbrigliata libertagrave al monoteismo Senon che codesto monoteismo in un popolo avvezzo asentirsi parte della gran madre Natura diventograve prestopanteismo In altri termini messosi lrsquoindiano a ricercareil vero unico Dio non riuscigrave a concepirlo come unapotenza a segrave messa fuori dellrsquoUniverso e che creaquestrsquoUniverso dal nulla ma lo concepigrave comelrsquoUniverso stesso in forma drsquoun immenso uomo delquale il respiro egrave il vento gli occhi sono il sole ecc Ilparallelismo fra uomo e Dio non si limita alla partecorporale ma sussiste anche riguardo alla partepsichica Prima di essere corpo lrsquouomo egrave calore egravepensiero egrave tendenza egrave desiderio Del pari Dio primadrsquoessere il mondo sensibile egrave tapas (calore) egrave kāma

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

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(amore) ecc Questi concetti che ritroveremo a basedelle religioni e dei sistemi filosofici piugrave evolutidellrsquoIndia sono in germe giagrave neglrsquoinni cosmogonici delRigveda e sembrano congeniti alla razza indiana Ilfenomeno fisico egrave inconcepibile senza il suo correlatopsichico Il mondo egrave lrsquoestrinsecazione drsquounrsquoanima drsquounpensiero drsquouna volontagrave di qualche cosa insomma dipsichico cosigrave come il corpo di ogni vivente egrave laestrinsecazione della sua psiche Concepire lo spiritocome separato dalla materia o la materia come separatadallo spirito egrave un assurdo dal quale la mentalitagrave indianarifugge

Certo sarebbe errore credere che questi alti pensieriabbiano formato la base della religione rigvedica Lareligione che si accompagna al culto perde sempre divista le grandi idee e diventa necessariamente unaesecuzione meccanica di riti Le grandi idee sono affardi pochi e rari pensatori i riti costituiscono lasussistenza drsquouna intera casta sociale Ma noi ci siamoproposto di parlar delle grandi idee che lrsquoIndia halasciato in retaggio al mondo non giagrave delle modalitagravedrsquoun culto assurdo in ogni sua parte salvo che nellafunzione sociale indiscutibilmente necessaria cheadempie Quale popolo ha mai vissuto solo di grandiidee e sempre razionalmente Ed ha buon giuoco nelravvicinare i popoli anche piugrave civili ai selvaggi ed aibarbari primitivi chi si prenda il gusto di analizzare lereligioni di quelli in ciograve che hanno di formale e dimeccanico

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Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Il valore del Rigveda sta secondo noi nella conquistafinale di queste tre idee

1deg egrave vano parlare di molti dii perchegrave crsquoegrave un soloDio

2deg questo solo Dio egrave il fattore di tutto egrave questoUniverso vivente che al pari dellrsquouomo ha unrsquoanimaed un corpo

3deg si ripieghi lrsquouomo su segrave stesso e col metododella introspezione scopriragrave il vero unico DioQueste tre idee che a stento si fanno largo tra la folla

delle assurde credenze politeistiche tradizionali e deibizzarri simboli rituali sono costrette a far pure delleampie concessioni allo spirito dei tempi Cosigrave abbiamvisto che Viccedilvakarman egrave concepito come un preteufficiante e che il Purusha viene sacrificato come unabestia qualunque Emancipare il karman dallrsquoidea diopera sacrificale contrapporre a Brihaspatipersonificazione della preghiera (brahman) un concettonaturalistico ed indipendente da ogni astrazioneteologica cioegrave pervenire al concetto dellrsquoātman oanima cosmica riflessa nellrsquoanima drsquoogni uomo saragrave ilcompito di tempi piugrave maturi

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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Capitolo II - LrsquoAtharvaveda

Generalitagrave intorno allrsquoAtharvaveda

Famosa egrave nellrsquoIndia la trayī vidyā o semplicementetrayī vale a dire il triplice corpo di dottrinarappresentato dalla raccolta degli inni del Rigveda daquella degli inni del Sāmaveda e dallrsquoinsieme deiprecetti liturgici del Yajurveda158 I Veda sono dunquetre Rigveda Sāmaveda Yajurveda E tre sono pure ipreti indispensabili ad una pratica sacrificale lrsquohotarche recita lrsquoinno rigvedico lrsquoudgātar che lo canta elrsquoadhvaryu che si assume la parte di operatore emanipolatore accompagnando ogni suo atto con larecitazione a bassa voce di sentenze reputate magiche

Rigveda e Sāmaveda sono redatti in versi ilYajurveda invece risulta in prevalenza di prosa Diquesti tre Veda il piugrave venerando ed autorevole egraveindubbiamente il Rigveda Il Sāmaveda non fa cheadattare il canto agli inni rigvedici mentre il Yajurvedavuol essere un commento liturgico di questi ultimi etradisce per non dubbi segni di lingua di stile e drsquoideela propria posteritagrave Il Yajurveda va studiato insieme conquella enorme massa di trattati teologici e rituali che vasotto il nome di Brāhmana e di questi ultimi saragrave parola

158 Pronuncia Yaacutegiur

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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nel capitolo che segueQuesta trayī vidyā egrave lrsquoespressione piugrave genuina del

clero egrave la scienza ieratica per eccellenza Il sacrificioinoltre prediletto dal clero egrave quello del Soma in quantoche non egrave familiare e privato ma pubblico solenne edesige la collaborazione di molti preti

Ma nellrsquoIndia antica non crsquoerano soltanto i preti Chepensava dunque e che faceva il popolo dei guerrieridei pastori degli agricoltori delle donne Questa do-manda occorre farsela spesso quando si studia la storiadella civiltagrave indiana perchegrave il prete nellrsquoIndia egrave sempreil primo a comparire e in modo tale da nascondere chi egravedietro di lui e da far credere chrsquoegli egrave solo

La difficoltagrave incontrata dallrsquoAtharvaveda nel figurarecome ortodosso accanto agli altri tre Veda e soprattuttoil suo contenuto del quale parleremo fra breve dimo-strano che abbiamo da fare con una massa di credenzedrsquousi e di costumi popolari e che siamo fuoridellrsquoambiente strettamente sacerdotale Non egrave giagrave che ilprete esuli dallrsquoAtharvaveda e che questo sia una ema-nazione della societagrave laica In nessuno degli altri Vedaanzi il brahmano esalta piugrave sfacciatamente segrave stesso e sicrede degno dellrsquoepiteto di dio magnifica e predica laliberalitagrave ai brahmani e considera la preghiera il brah-man unrsquoarma magica mediante la quale il prete non in-voca ma strappa le grazie agli dei per segrave e per gli altriBisogna aspettare il Buddha per trovare in India un am-biente affatto emancipato dal brahmano Prima del Bud-dha tutto in India egrave piugrave o meno penetrato di spirito brah-

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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manico e il prete egrave piugrave o meno onnipotenteSe non che il prete che compare nellrsquoAtharvaveda egrave

quello che sta a contatto col popolo e che egrave costretto adadattare la sua teologia o teosofia alle credenze alle su-perstizioni ai bisogni del popolo Dalle grandi conce-zioni teosofiche e dai solenni riti passiamo nellrsquoAthar-vaveda agli scongiuri magici e alle cerimonie privatefamiliari abbandoniamo il campo dellrsquoalta speculazioneper entrare in quello della vita pratica drsquoogni giornoQualunque atto compia lrsquoindiano qualunque cosa glisucceda deve associarsi a una pratica religiosa Questoegrave vero egualmente pel tugurio e per la reggia e il preteatharvanico infatti bazzica lrsquouno e lrsquoaltra pronunciauno scongiuro magico tanto per facilitare lrsquouscita delfeto dal ventre drsquouna donna qualunque quanto per assi-curare la vittoria alle armi del principe Sicchegrave tutti i mi-nimi particolari della vita quotidiana deglrsquoindiani deiricchi e degli umili degli uomini e delle donne si trova-no fedelmente riflessi e conservati nellrsquoAtharvavedache come ben dice lrsquoOldenberg egrave il Veda nel quale ilpopolo dagrave la materia ed il prete la elabora159

Maurice Bloomfield che ha scritto un magnifico volu-me sullrsquoAtharvaveda armonizzando vastissima e pro-fonda dottrina con chiarezza e vivacitagrave di dettato giu-stamente sentenzia

laquoLrsquoIndia antica non ha comrsquoegrave ben risaputo una storianel vero senso della parola una storia secolare In com-

159 Religion des Veda pag 17

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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penso la storia della sua religione e delle sue istituzioninon ha rivale fra i popoli antichi quanto a continuitagrave ead interezzahellip Le credenze popolari non fluirono maisempre in una corrente sotterranea separata dalla sopra-stante religione allrsquoaria aperta da questrsquoultima disprez-zate quale superstizione ma furono presto incorporatenella religioneraquo160

Giagrave a proposito del Rigveda ebbi occasione di accen-nare a questa profonda differenza tra la letteratura india-na e le nostre occidentali Queste ultime sono lrsquoespres-sione delle classi piugrave colte ed evolute della societagrave sonopassate per una specie di staccio naturale e tacciono in-torno alle credenze ed ai costumi barbari e puerili deglistrati sociali ignoranti Non crsquoegrave invece assurditagrave ed enor-mitagrave che lrsquoIndia si periti di rivelarci nella sua letteraturasempre che quelle sieno state pensate credute o dette daun essere umano E quel che piugrave stupisce egrave che ce le ri-vela in un fascio e quasi alla pari con le manifestazionipiugrave alte del genio Nessun paese come lrsquoIndia ha messoin pratica il precetto Homo sum humani nil a me alie-num puto

Segnatamente nellrsquoAtharvaveda ha campo di manife-starsi questa miscela fra quella che da noi egrave superstizio-ne tenuta nellrsquoombra e quella che il Bloomfield con feli-ce espressione chiama religione allrsquoaria aperta

160 The Atharvaveda in Grundriss der Indo-Arishen Philologieund Altertumskunde II Band I Heft B Strassburg 1899 pag 5e 6

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Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

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Non egrave a credere per altro che nonostante questa spic-cata tendenza dellrsquoIndia a rivelare anche quello che danoi egrave bandito dal campo culturale le cose sieno andateliscie e lrsquoAtharvaveda non abbia durato fatica ad affer-marsi come libro ortodosso ed a prendere il suo postodrsquoonore accanto agli altri tre Veda I brahmani gelosicustodi della nobile tradizione ieratica si opposerocome piugrave e meglio poterono alla intrusione del quarto esecondo essi barbaro Veda Continuarono a parlare ditriplice scienza a passar sotto silenzio o ad accennarecon disprezzo ai riti atharvanici e serbare incontaminatoil proprio patrimonio religioso Come e in quanto temporiuscigrave allrsquoAtharvaveda di guadagnar terreno ed infinetrionfare egrave impossibile precisare storicamente Fatto stache dopo una lunga e sorda lotta lrsquoAtharvaveda figuraaccanto agli altri tre Veda diventa il libro del brahmanossia del prete che presiede alla pratica sacrificale ed egravetenuto a correggere ogni errore in cui possa incorrerelrsquohotar recitando il Rigveda lrsquoudgātar cantandolo elrsquoadhvaryu mormorando le formule liturgiche del Yajur-veda e finalmente lrsquoAtharvaveda acquista lrsquoonore difornire ai principi il cappellano di corte (purohita) inquanto che egrave un prete atharvanico che viene scelto aconsigliere politico e maestro spirituale del re E fu ven-tura questo trionfo dellrsquoAtharvaveda perchegrave in tale rac-colta il mondo oggi possiede a dirla con le parole stessedel Bloomfield laquoun documento drsquoinestimabile valoreper la storia delle istituzioni dellrsquoIndia antica non menoche per la storia etnologica dellrsquouman genere un docu-

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mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

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mento tanto prezioso da questo punto di vista quantoprezioso egrave il Rigveda dal punto di vista della mitologia edella religione formale ieraticaraquo161

Abbiamo detto che il sacrificio prediletto dalla castasacerdotale era quello che consisteva in libazioni disoma e che egrave annoverato fra le solenni cerimonie chia-mate ccedilrauta Le cerimonie domestiche private che van-no sotto il nome di grihya consistevano soprattutto inoblazioni al fuoco La piugrave antica religione nelle paretidomestiche della famiglia aria ha avuto come suo centroil fuoco Le cerimonie atharvaniche si riallacciano aquelle domestiche e al pari di queste si praticano li-bando nel fuoco Tanto si desume fra lrsquoaltro dal nomeAtharvan che designa un mitico sacerdote del fuoco ilquale compare anche nellrsquoAvesta con lo stesso nomeleggermente modificato Athravan Inoltre il nome An-giras designa pure un antico sacerdote del fuoco e mol-te volte lrsquoAtharvaveda egrave chiamato Atharvāngirasah os-sia glrsquoinni facenti capo ad Atharvan e ad Angiras Egravequesta ultima una denominazione piugrave esatta che nonquella di Atharvaveda in quanto che gli inni derivantida Atharvan si propongono semplicemente il bene di chili recita mentre glrsquoinni di Angiras sono adoperati perscongiuri e magie intese a nuocere

Etagrave e contenuto dellrsquoAtharvaveda

A quale secolo rimonta lrsquoAtharvaveda A una siffatta

161 Op cit pag 7

126

domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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domanda non egrave possibile rispondere categoricamenteSrsquoegrave giagrave visto a proposito del Rigveda quali e quantedifficoltagrave offra la questione cronologica RispettoallrsquoAtharvaveda possiamo semplificar le cose chieden-doci egrave esso anteriore o posteriore al Rigveda Si puograve ri-spondere categoricamente egrave posteriore sempre chesrsquointenda parlare di posteritagrave di redazione Senza nessundubbio glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda sono stati raccolti inun sol blocco assai dopo quelli del Rigveda Linguametro credenze dati geografici zoologici e sociali con-corrono tutti a dimostrare che lrsquoAtharvaveda egrave notevol-mente piugrave giovane Sono in esso menzionati i fiumi Ya-munā e Varanāvatī ed i paesi degli Anga e dei MagadhaLa tigre sconosciuta al Rigveda egrave invece ben notaallrsquoAtharvaveda La distinzione fra brahmani guerriericeto agricolo e mercantile e servi della quale parla sol-tanto il tardivo purushasūkta non egrave piugrave una novitagrave per ivati atharvanici Soprattutto il vedere nellrsquoAtharvavedariprodotti parecchi inni del Rigveda con varianti quantoaltre mai caratteristiche tutte intese cioegrave a scantonaredifficoltagrave ed oscuritagrave del testo mette fuori drsquoogni dubbiochi egrave primo e chi secondo

Ma se invece di redazione si parla della materia con-tenuta nellrsquoAtharvaveda le cose allora cambiano Ilmondo drsquoidee riflesso nel quarto Veda egrave quasi tuttocome vedremo di scongiuri e di magie e come tale ri-monta ad epoca antichissima perchegrave piugrave ci rifacciamoindietro nella storia e piugrave troviamo che il prete si con-fonde col mago Ciograve non significa ripetiamo che i po-

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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poli civili sieno stati un giorno alla pari coi selvaggi coiquali hanno in comune tante superstizioni perchegrave ac-canto agli scongiuri magici degni di barbari lrsquoAtharva-veda stesso per esempio contiene inni letterari e filoso-fici che i selvaggi non si sognano nemmeno drsquoavere Egraveun fatto perograve che negli albori della storia dei popoli ci-vili la credenza nella magia predomina talchegrave lrsquoAthar-vaveda che di tale credenza egrave materiato riflette unmondo di idee anche piugrave antico di quello del Rigvedaquantunque la redazione di questrsquoultimo preceda comegiagrave srsquoegrave visto la redazione di quello

LrsquoAtharvaveda consta di 731 inni distribuiti in ventilibri I libri XV e XVI sono in prosa mentre tutti gli al-tri prevalentemente sono in versi che in confronto diquelli del Rigveda lasciano a desiderare quanto a corret-tezza e rigore metrico

Il contenuto dellrsquoAtharvaveda egrave cosigrave vario che si ri-bella a lasciarsi descrivere da formule comprensive Lagran massa deglrsquoinni intende a curar malattie scacciaredal corpo i demoni maligni procacciare salute e longe-vitagrave maledire stregoni e nemici allontanare pericoli edisgrazie promuovere la prosperitagrave dei brahmani e delre aiutare le donne nel conseguimento dei loro deside-rii purificare dai peccati ecc Tutti questi intenti si rag-giungono mediante formule magiche scongiuri ed in-cantesimi Accanto a questa materia drsquoorigine popolarecrsquoegrave qualche inno che si eleva a descrizioni aventi pregioletterario indiscusso ovvero a grandi altezze eticheGlrsquoinni cosmogonici e filosofici formano finalmente un

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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notevole gruppo e sono quasi tutti contenuti nei libriVIII-XIX I vecchi dii del Rigveda sono invocati lrsquoundopo lrsquoaltro a cinque a sei a sette a otto ecc senza cheperograve mai il vate atharvanico si soffermi a parlare drsquounodi loro e ad aggiungere una sola nuova caratteristica aquelle giagrave date loro dal Rigveda Le figure degli antichidii sono quindi assai sbiadite Viceversa assume valo-re grandissimo la preghiera (brahman) considerata comeforza magica irresistibile E per uscire dalle generalifacciamo seguire degli esempi concreti

Esempi drsquoinni a base di magia

Quale egrave la malattia che lrsquoAtharvaveda ignora o chenon si senta capace di curare con uno scongiuro Feb-bre tosse idropisia itterizia diarrea stitichezza emi-plegia malattie ereditarie flusso di sangue avvelena-mento per morsi di serpenti pazzia caduta di capelliimpotenza ecc ci passano sotto agli occhi descritte ne-gli inni con semplicitagrave primitiva ma con sufficiente esat-tezza La diagnosi egrave ben fatta ma il metodo curativo egravequel che si puograve immaginare di piugrave assurdo

laquoO febbreraquo esclama un vate laquoche essendo ora freddaora calda producesti tremito con tosse formidabili sonoi tuoi dardi risparmiali a noihellip O febbre col tuo fratelloil mal dellrsquoidropisia con la tua sorella la tosse col tuonipote il prurito della scabbia vanne fra quel popolostranierohellip Agli abitanti di Gandhāri ai Mūjavat agliAnga ai Magadha noi spediamo la febbre cosigrave come si

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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manda a qualcuno un tesororaquo162Un altro vate invece drsquoimplorare la febbre drsquoandarse-

ne fra i nemici la affronta coraggiosamente e dicelaquoquesta che assale un giorno sigrave un giorno no sia assal-tata restando a bocca aperta da questo ranocchioraquo163

La rana viene adoperata come rimedio in graziaesclusivamente alla sua frigiditagrave creduta capace di com-battere con efficacia lrsquoardore della febbre

Buffissimo egrave pure il metodo curativo contro la itteri-zia che il Bloomfield definisce symbolic treatment Ilprete-medico-stregone dice al giallo paziente laquovadanonel sole lrsquoarsura che ti brucia e il tuo giallore ti cingia-mo del colore drsquoun rosso toro Ti cingiamo di rossi colo-ri perchegrave tu possa vivere a lungo perchegrave libero da pati-menti questrsquouomo non sia piugrave giallohellip Nei pappagalligiallicci nei gialli uccelli depositiamo il tuo giallo-reraquo164

A volte si adoperano amuleti tolti segnatamente dalregno vegetale per indurre nel paziente la guarigione

La pazzia si credegrave originata o da empietagrave o da osses-sione165 A scacciare gli spiriti maligni vale a dire rak-sas (demoni) apsaras (ninfe) gandharva (musici celesti)ecc si adopera fra lrsquoaltro una pianta chiamata la cor-

162 Atharvaveda V 22 10 12 14163 Ibidem VII 116 2164 Ibidem I 22 1 2 4165 Ibidem VI 111 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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nuta al pari drsquoun capro166 Il mentecatto dagrave in ismanieperchegrave in lui danza un gandharva crestato al quale per-ciograve il medico deve schiacciare i testicoli e legare ilpene167

A ridare la perduta virilitagrave allrsquouomo si fa uso dellapianta kapitthaka (Feronia elephantum) che ha poteriafrodisiaci mentre il prete invoca laquoAgni Savitar deaSarasvatī e tu Brahmanaspati rendete sodo come unarco il membro di costui Io a te rassodo il pene al paridella corda dellrsquoarco monta come il cervo la cerva sen-za mai stancartiraquo168 Anche un amuleto tratto dallrsquoarka(Calotropis gigantea) egrave un eccellente rimedio controlrsquoimpotenza

laquoCome il nero serpente si snoda a suo talento assu-mendo forme mirabili in grazia alla magia dellrsquoAsuracosigrave pure questo arka renda del tutto corrispondente aquello il tuo pene Cresca il tuo pene quanto quellodellrsquoelefante del somaro del vigoroso stalloneraquo169

Non si puograve non restar sbalorditi a trovar della roba si-mile in una raccolta drsquoinni religiosi Soltanto lrsquoIndia hail coraggio di conservare e tramandare simili stranezze esconcezze e quel che egrave piugrave conservarle e tramandarlein un blocco coi piugrave nobili ardimenti del pensiero

Eppure fra le stesse assurditagrave e puerilitagrave di cui riboc-

166 Ibidem IV 37 1-12167 Strofa 7168 Ibidem IV 4 1 6 7169 Ibidem VI 71 1 3

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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cano glrsquoinni intesi a curar le malattie non di rado cisrsquoimbatte in sentenze che potrebbero servire di motti aqualche medico moderno Il mirabile effetto terapeuticodelle acque resta per esempio scolpito dalla fraselaquoogni bruciore che ho sentito negli occhi nei calcagninella parte anteriore dei piedi lo rimuovano le acquequesti eccelsi medici fra i mediciraquo170

Cosigrave pure frammezzo alle drastiche e volgari espres-sioni di cui abbondano glrsquoinni che si propongono di pre-venire lrsquoaborto171 indurre nel feto il sesso maschile172procurare un parto felice ci srsquoimbatte in qualche imma-gine originale e poetica per esempio lagrave dove egrave dettolaquocome il vento come il pensiero come volano gli uc-celli cosigrave pure possa tu o pargoletto scivolar fuori in-sieme con la placentaraquo173

E se passiamo aglrsquoinni degli incantesimi praticati perassicurarsi lrsquoamore della persona amata trionfare in unarivalitagrave drsquoamore far tornare sotto il tetto maritale lrsquoinfe-dele eppur diletta moglie fuggita difendersi dagli effettidrsquouna maledizione ecc non si puograve non ammirare lavena di poesia spontanea popolare che sgorga dallrsquoani-ma dei vati atharvanici

170 Ibidem VI 24 2171 Ibidem VIII 6 Questo inno dice egregiamente ilBloomfield laquorests upon the lowest bathos of folk-loreraquo op citpag 3172 Ibidem III 23173 Ibidem I 11 6

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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laquoCome lrsquoederaraquo esclama un povero innamorato noncorrisposto laquoabbraccia da ogni banda lrsquoalbero cosigrave purepossa tu abbracciare me ed amarmi e non spiccarti maida mehellip Possa tu desiderare il mio corpo i miei piedigli occhi le cosce Che i tuoi occhi i tuoi capelli bra-mosi di me ardano di amorehellip Che le mucche piene ilcuore drsquoamore pel loro vitello che leccano mi faccianoamare da quella donna ligraveraquo174

laquoPossa turaquo impreca una donna alla rivale laquodiventareodiosa a quellrsquouomo ligrave ricco di virile potenzahellip Possaegli scansarti come il toro una vacca sterilehelliphellip Dalletue visceri dal tuo cuore dallrsquoaspetto della tua faccia iotolgo via ogni splendoreraquo175

Ed il meschino che vuole impedire alla consorte difuggire invoca tutte le cose che stanno ferme laquoil cielo egravestato fermo al suo posto ferma al suo posto egrave stata laterra e il mondo tutto fermi sulle loro basi sono rimasti imonti e ho fatto star fermi i cavalli nella stallaraquo176

Ed ecco lo scongiuro contro chi ci ha maledettolaquoAvendo aggiogato il suo carro ecco egrave qui venuta la

maledizione dai mille occhi per scovar come il lupolrsquoovile colui che mi ha maledetto O maledizione scan-saci cosigrave come il fuoco uno stagno schianta come ilfulmine un albero chi mi ha maledetto Chiunque cimalediragrave non maldicenti e chiunque ci malediragrave maldi-

174 Ibidem VI 8 1 9 1 3175 Ibidem VII 113 1 2 114 1176 Ibidem VI 77 1

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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centi lui atterrato io getto alla morte come un osso alcaneraquo177

Lrsquoinno alla Terra e lrsquoinno a Varuna

Dalle bassezze della superstizione popolare egrave pure le-cito salire gradatamente nello Atharvaveda fino alle vet-te piugrave alte della composizione letteraria del sentimentomorale e della speculazione filosofica Prima di prende-re in esame glrsquoinni filosofici presentiamo come modellodi componimento poetico lrsquoinno alla Terra e come co-spicuo documento di elevatezza etica lrsquoinno a Varuna

Il XII libro si apre con un inno di 63 strofe dedicatoalla Madre Terra del quale riassumiamo i concetti prin-cipali Il Bloomfield lo definisce uno dei componimentipiugrave attraenti dellrsquoAtharvaveda che a volte srsquoinnalza aconcezioni poetiche di non piccolo pregio e libero dallesolite artificiositagrave dei poeti vedici178 LrsquoOldenberg dalcanto suo cita questo inno per dimostrare che in con-fronto col Rigveda lrsquoAtharvaveda egrave pervaso da uno spi-rito assai piugrave razionalistico e dal desiderio di stare piugrave acontatto con la realtagrave col mondo visibile179

laquoLrsquoampia Veritagrave lrsquoOrdine possente la ConsacrazionelrsquoAscesi il Brahman il Sacrificio sostengono la TerraRegina di ciograve che egrave e saragrave ci procacci la Terra largo spa-zio sigrave che possiamo non sentirci pigiati in mezzo agli

177 Ibidem VI 37 1-3178 Op cit pag 90179 Religion des Veda pag 19

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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uomini Essa che ha tante alture avvallamenti e pianiche porta piante dai poteri piugrave svariati si allarghi per noipropizia Essa cinta dallrsquooceano percorsa dai fiumi edalle acque produttrice di cibo e di messi sede di ciograveche respira e si muove ci faccia bere primi non ci fac-cia conoscere difetto di bestiame180

La Terra su cui le prime genti si sparsero su cui glidei debellarono i demoni su cui stanno bovini cavallied uccelli ci largisca fortuna e gloria

Produttrice drsquoogni cosa drsquoogni buona cosa ricettaco-lo base sicura col suo petto di oro accogliendo dacca-po in segrave tutto quello che ha vita e portando in grembo ilfuoco deve la Terra di cui lo sposo taurino egrave Indra far-ci ricchi

La Terra che in principio era acqua in un oceano cao-tico che i saggi cercarono con le loro arti magichequella che ha il cuore immortale avvolto nella veritagrave las-sugrave nel piugrave alto dei cieli quella deve a noi largire splen-dida potenza nella suprema regalitagrave181

Giocondi sieno o Terra i tuoi colli le montagne ne-vose le tue foreste Sulla Terra che egrave bruna nera rossadi tutti i colori sulla Terra salda cui Indra protegge hotrovato senza essere violentato ucciso ferito anchrsquoioun posto

In quel che egrave il tuo centro in quel che egrave il tuo ombeli-co in tutta quanta la prosperitagrave che egrave venuta fuori dal

180 Atharvaveda XII 1 1-4181 Ibidem strofe 5 6 8

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

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tuo corpo in questa tu trasportaci alita intorno a noi laTerra egrave madre io sono figlio della Terra Parjanya egrave pa-dre ci faccia egli prosperare182

Nati da te vanno su te i mortali i bipedi tu sopporti iquadrupedi tue sono o Terra queste cinque razze uma-ne per le quali il sole spande coi suoi raggi la luce unacosa immortale a mortali

La fragranza che da te si sprigionograve che egrave penetratanelle piante e nelle acque e della quale parteciparono iGandharva e le Apsaras di questa fragranza fammi tufragrante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che penetrograve nel loto azzurro chevenne raccolta alle nozze della dea Sūryā e dagli Im-mortali in principio di questa fragranza fammi tu fra-grante nessuno mi deve odiare

La tua fragranza che egrave negli esseri umani quella qua-lunque dote amabilitagrave che si trova nelle donne negliuomini nei cavalli negli eroi negli elefanti lo splendo-re o terra che egrave nella vergine tutto cotesto largiscici tuanche che nessuno ci odicirc

Roccia terra pietra polvere egrave questa Terra ben com-patta ben salda a questa Terra che ha il petto drsquooro hoio reso omaggio

La Terra in cui stanno piantati per sempre gli alberisignori delle foreste la Terra da cui fluisce tutto la bencompatta noi qui invochiamo183

182 Ibidem strofe 11 e 12183 Ibidem strofe 15 23-27

136

E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

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E quando ci alziamo e quando ci sediamo quandostiamo in piedi e quando camminiamo col piede destroe col sinistro deh possiam noi non vacillare mai

Quando giacendo mi volto sul lato destro o sul sini-stro quando con le nostre costole ci posiamo distesi suTe che crsquoinviti non farci allora del male o Terra cheservi di giaciglio a tutto

Ciograve che io scavo dal tuo seno o Terra ricresca subitonon voglio io trafiggere le parti tue vitali il tuo cuore

La Terra su cui cantano e danzano clamorosamente imortali su cui combattono su cui gridando forte parla iltamburo questa Terra scacci via da noi i nemici mi fac-cia essere senza rivali

Ricettando in vari luoghi nascostamente tesori e dovi-zie mi largisca la Terra gemme ed oro datrice di dovi-zie distributrice a noi di belle cose la divina ce le donicon mente benigna

Essa che nutrisce popoli di differente linguaggio didifferenti costumi a seconda della loro sede lasci che ame fluiscano mille torrenti di ricchezze al pari drsquounamucca fiduciosa e docile

Il serpe mordace dal duro dente che giace nascostoin te dallrsquoinverno intirizzito e intorpidito qualunqueverme o Terra che si ridesta nella stagione piovosastrisciando non strisci su noi fanne grazia soltanto diquello che egrave salutare184

Sostegno dello sciocco essa egrave sostegno anche del sa-

184 Ibidem strofe 28 34 35 41 44 45 46

137

vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

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vio tollera la morte cosigrave del buono come del malvagiovive in armonia col maiale e apre le sue porte al cin-ghiale

Come un cavallo la polvere cosigrave la Terra sparse legenti che la abitavano appena fu nata essa la giocondala creatura che precede tutte le creature la custode deglialberi e delle piante

Placida fragrante gioconda con le mammelle pienedi dolce liquido ricca di latte mi benedica la Terra laTerra col suo latteraquo185

Non deve stupire il lettore il fatto che questo inno col-mo di alti pensieri e di poesia genuina sia stato adope-rato come mezzo magico per assicurare soliditagrave a unedificio e come scongiuro contro i terremoti186 Egrave carat-teristica propria dellrsquoAtharvaveda lrsquoadattare i piugrave nobiliprodotti religiosi a fini volgari di pratica utilitagrave

Questo accade perfino nellrsquoinno a Varuna che parladella invisibile onnipresenza divina con espressioni su-blimi di sentimento religioso e di morale Lrsquoinno che egrave ilsedicesimo del Libro IV egrave adoperato in un rito magicocontro un nemico che armato drsquouna maledizione siavanza Consta delle seguenti nove strofe

laquoLrsquoImmenso Custode di questi esseri li vede come davicino Chi pensa di agire di nascosto tutto questo san-

185 Ibidem strofe 48 57 59186 Vedi in laquoThe Harvard Oriental Seriesraquo il vol VIIIAtharvaveda Samhitā translated by Whitney Second Half pag661 Cambridge Mass 1905

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no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

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no gli dei187 Chi sta o va chi di soppiatto fugge chi en-tra in un ricetto e chi da esso esce ciograve che messisi a se-dere due deliberano questo il re Varuna quale terzosa188

Questa terra egrave del re Varuna e anche questo vasto cie-lo dai lontani confini e i due oceani sono i due ventri diVaruna ma Egli egrave pure rimpiattato in questa poca ac-qua189

E chi anche riuscisse a fuggire oltre i confini del cie-lo non certo si sottrarrebbe a Varuna il Signore parten-do dal cielo le sue spie percorrono questo mondo e con

187 Il Kaegi op cit pag 90-91 opportunamente cita dei passibiblici corrispondenti a parecchie strofe di questo mirabile innoatharvanico Cosigrave alla strofa I egrave da ravvicinare Geremia XXIII23 e 24 laquoSono io Dio da presso dice il Signore e non Dio dalungi Potrebbesi nascondere alcuno in tali nascondimenti che ionol vedessiraquo188 Cfr Salmo CXXXXIX 2 3 laquoTu conosci il mio pormi asedere e il mio levarmi Tu aggiri i miei sentieri e il mio ricetto esei usato a tutte le mie vieraquo Matteo XVIII 20 laquoDovunque due otre son raunati nel nome mio quivi son io nel mezzo di lororaquoCfr R Petazzoni in laquoStudi e Materiali di Storia delle ReligioniraquoI 1925 133 sg189 Cfr Deuteronomio X 14 laquoEcco i cieli e i cieli dei cieli sondel Signore e la terra e tutto quello chrsquoegrave in essaraquo I due oceanisono lrsquoorientale e lrsquooccidentale secondo Ludwig lrsquooceanoatmosferico e quello terrestre secondo Kaegi il quale perciogravepensa al riscontro biblico (Genesi I 7) laquoE Iddio fece quelladistesa e separograve le acque che son disotto alla distesa da quelleche son disopra drsquoessaraquo

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mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

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mille occhi scrutano la terra190Tutto il re Varuna discerne quel che egrave fra cielo e terra

e quel che egrave oltre191 Contati da lui sono i battiti degliocchi dei mortali192 Come un giocatore i dadi Egli lan-cia le pene ammonitrici193

I tuoi lacci insidiosi di tre specie194 che stanno a set-te a sette esposti (davanti a te e a portata della tuamano) leghino tutti quanti essi sono chi dice il falsoma chi dice il vero lo lascino andar oltre Con cento

190 Salmo CXXXIX 6 7 8 laquoLa tua conoscenza egrave tantomaravigliosa che io non posso sottrarmenehellip Dove me ne androgravedrsquoinnanzi al tuo Spirito e dove me ne fuggirograve dal tuo cospettoSe io salgo in cielo tu vi sei e se mi metto a giacere nei luoghibassi sotterra eccovitiraquo ecc191 Amos IX 2 laquoCavassero nei luoghi piugrave bassi sotterra la miamano li prenderagrave di lagrave e salissero magari in cielo io li trarrograve giugravedi lagraveraquo192 Matteo X 30 laquoEziandio i capelli del vostro capo son tuttiannoveratiraquo193 Questrsquoultimo verso egrave drsquoincerta e disperata interpretazioneInsostenibile egrave la versione del Ludwig (Die Mantralitteratur unddas alte Indien pag 388) laquowie die wuumlrfel der spiler wirft er diseaugenraquo Piugrave esattamente grammaticale ma inconcludente egravequella del Whitney (op cit pag 177) laquoas a gambler the dice(so) does he fix these thingsraquo Dallo Hillebrandt (Veda-Chrestomathie) e dai numerosi altri interpreti non mrsquoegrave riuscitotrarre luce talchegrave mi sono attenuto al Commentatore indigenolaquoniksipati pāpinām ccediliksākarmāniraquo (Whitney op cit pag 177)194 Delle tre specie di lacci di Varuna sommi medi ed infimi egraveparola in Atharvaveda VII 83 3

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lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

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lacci o Varuna avvincilo non a te sfugga il mentitoreo Tu che gli uomini scruti

Stia ligrave a sedere il birbante facendo pendere il ventre195

simile ad una botte fessa priva dei cerchiO figlio del tal dei tali e della tale delle tali con que-

sti vincoli ti lego tutti questi vincoli un dopo lrsquoaltro tiassegno Varuna per lungo Varuna di traverso Varunadella stessa regione Varuna di regione diversa Varunadegli dei Varuna degli uominiraquo

Da tanta sublimitagrave cadiamo cosigrave in basso loco Si trat-ta come ognun vede drsquouno scongiuro magico

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda lrsquoidea che nellrsquouomo siariflesso lrsquoUniverso

Glrsquoinni dellrsquoAtharvaveda dei quali abbiamo parlatonon si segnalano davvero per un alto spirito filosoficoche li pervada Lrsquointento principale di essi egrave di allonta-nare disgrazie o procacciare lunga vita e buona fortunamediante scongiuri e preghiere magiche Tuttavia inmezzo a questo blocco di superstizioni volgari si mani-festa pure una profonda e forte corrente di corrisponden-za intima e continua fra lrsquouomo e la Natura Non si trattadi superstizioni che facciano disperare del progressospeculativo che tarpino irrimediabilmente lrsquoali al pen-siero ed al ragionamento Anche se vogliamo considera-

195 Cioegrave idropico Si allude alla ben nota pena inflitta da Varunail quale essendo signore delle acque colpisce i malvagicollrsquoinfermitagrave dellrsquoidropisia

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re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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re lrsquoinno alla Terra come una eccezione egrave lecito scopri-re un vivo sentimento della grandezza della Natura edelle arcane corrispondenze fra la Natura e lrsquouomo per-fino negli inni atharvanici drsquoindole meno elevata e piugravepopolare NellrsquoAtharvaveda si vive sigrave in mezzo al po-polo ma in mezzo a un popolo intelligente capace diprodurre poeti e filosofi Non dovragrave dunque indurremaraviglia il trovare accanto ad una congerie di volgaricredenze rivelazioni di veritagrave e lampi di geni accanto acomponimenti che sanno di primitivo inni pieni di auda-cia speculativa e di acume filosofico Il grande e striden-te contrasto fra roba tanto greggia e roba tanto fine haal solito destato in molti il dubbio che questa roba tantofine o egrave un prodotto di tempi piugrave evoluti o non egrave poiroba cosigrave fine come a noi sembra Si egrave tentata in altritermini da alcuni la svalutazione deglrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda

Quanto al primo dubbio che cioegrave glrsquoinni filosofici delquarto Veda sieno unrsquoaggiunta posteriore non crsquoegrave asso-lutamente nessuna ragione che lo legittimi Sarebbedice il Bloomfield196 un errore credere che la specula-zione filosofica stia inorganicamente e come una intrusanellrsquoAtharvaveda Circa il secondo dubbio avremo agiodi mostrare fra poco se glrsquoinni atharvanici drsquoindole filo-sofica sono una accozzaglia di oscure e assurde formolemistiche o non piuttosto una preziosa raccolta di docu-menti letterari i quali costituiscono il ponte di passaggio

196 Op cit pag 86

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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dai primi geniali filosofemi del Rigveda alle audaciedellrsquoidealismo upanishadico

Al Rigveda egrave acquisita la veritagrave che crsquoegrave fra lrsquoUniversoe lrsquouomo una perfetta corrispondenza Non solo nel pu-rushasūkta tale vero egrave proclamato nel modo piugrave elo-quente e piugrave o meno chiaramente espresso in altri innifilosofici ma anche in un passo che con la filosofia nul-la ha a che vedere e si riconnette a un puro e semplicerito funebre il prete cosigrave parla al cadavere laquonel solevada il tuo occhio nel vento il tuo respiro nel cielo enella terra varsquo secondo egrave legge ovvero varsquo nelle acquese quivi egrave il tuo posto Nelle piante dimora con le tuemembraraquo197

Che altro vogliono dire le parole laquoil tuo occhio vadanel sole vada nel vento il tuo respiroraquo se non laquoricon-giungiti con quellrsquooceano universale di cui tu sei unastilla

Il trovare una siffatta idea in un inno funebre ossia dicarattere popolare egrave infinitamente piugrave significativo chenon il trovarla in un inno filosofico e dimostra che essaaveva giagrave fatto tanto cammino era tanto universalmentepenetrata nelle coscienze da essere un assioma ovvio eindiscutibile anche per il volgo per la gente incolta e li-gia alla superstizione La corrispondenza fra macroco-smo e microcosmo faceva insomma parte della religio-ne vera e propria

Cosigrave pure nellrsquoAtharvaveda quando leggiamo a pro-

197 Rigveda X 16 3

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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posito della sorte del corpo umano dopo la mortelaquonellrsquoocchio e nel respiro dellrsquouomo ebbero parte allorail sole e il vento al fuoco offrirono gli dei il restohellipAppena la morte lo coglie si divide egli in tre parti conuna egli va lagrave (nel sole) con una va lagrave (nel vento) conuna rimane quaggiugrave (nel fuoco)raquo198 erreremmo se pen-sassimo di trovarci di fronte alla documentazione piugraveimportante della credenza dellrsquounitagrave sostanzialedellrsquouomo e dellrsquoUniverso I due passi citati infatti ap-partengono al famoso inno filosofico sulla mirabilestruttura del corpo umano e potrebbero costituire unaeccezione aristocratica Ma quando leggiamo in un innopopolare saturo di magia che lo stregone per assicuraresalute e longevitagrave ad un suo cliente esclama fra lrsquoaltrolaquodal vento io ho trovato il tuo respiro dal sole la tua vi-staraquo199 e quando inoltre vediamo confermato e svoltolo stesso concetto in un altro inno tuttrsquoaltro che filosofi-co e inteso ad invocare benigna protezione dagli ele-menti laquoil sole egrave il mio occhio il vento egrave il mio respirolrsquoatmosfera il mio spirito vitale la terra il mio corporaquo200non ci egrave piugrave lecito allora dubitare che il principio di ve-der riflesso nel piccolo individuo umano lrsquoinfinito mon-do era universalmente ammesso dal popolo vedico Cosigravericomparisce nellrsquoAtharvaveda lrsquoimportante filone filo-sofico che sorprendemmo nel Rigveda e che doveva ne-

198 Atharvaveda XI 8 31 33199 Atharvaveda VIII 2 3200 Ibidem V 9 7

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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cessariamente palesarsi vitale e progressivo come quelloche poggia sopra la geniale intuizione inesauribilequanto a risultati speculativi dellrsquoarcana corrispondenzafra macrocosmo e microcosmo

Ma in mezzo a quanta scoria riluce appena questa sot-tile vena drsquooro nello stesso Atharvaveda Nondimenoessa crsquoegrave ed in condizioni piugrave favorevoli che nel Rigve-da perchegrave non bisogna dimenticare che nellrsquoAtharvade-da lrsquoambiente non egrave piugrave esclusivamente teologico e iera-tico bensigrave profano e realistico per la parte che vi hannoil popolo ed i soldati LrsquoAtharvaveda egrave il Veda dei guer-rieri (kshatriya)201 e come avremo agio di mostrare inprosieguo la rivoluzione spirituale contro il formalismoieratico del culto brahmanico si originograve nei circoli deglikshatriya formanti una aristocrazia militare non dissimi-le dalla classe dei nostri cavalieri nel medio evo202

Dei tanti elementi dei quali era formata la religionevedica quello diremo cosigrave naturalistico e consistentenello scoprire un parallelismo fra lrsquoUniverso e lrsquouomodoveva necessariamente venir prescelto dagli spiriti piugraveintelligenti e ragionanti Questi spiriti non saranno uscititutti dalla casta militare molti brahmani anzi sarannostati proclivi piugrave degli stessi kshatriya a farla finita conle astruserie e i simbolismi rituali Alcuni avranno volu-to conciliare i diritti della ragione con quelli della tradi-zione concedendo chi piugrave e chi meno alla prima o alla

201 Bloomfield op cit pag 73202 Deussen Allg Ges pag 165 e 166

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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seconda altri si saranno schierati decisamente controogni tendenza innovatrice altri infine avranno con au-dacia rinnegato come assurda ogni forma di cerimoniaesteriore dando impulso vigoroso al pensiero messosisulla nuova strada Si saragrave insomma verificato quel chesempre e dappertutto suole accadere nella vita religiosadei popoli civili Neglrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvavedacrediamo appunto di trovare documentato questo pernecessitagrave vario atteggiamento degli spiriti di fronte ainuovi bisogni speculativi e religiosi che si vanno facen-do strada in mezzo alle tendenze conservatrici e statichedella casta sacerdotale Lrsquoesistenza di novatori sprezzan-ti le vecchie idee tradizionali ci verragrave attestata da piugrave diun passo dellrsquoAtharvaveda Mi limiterograve per ora a citarela strofa 31 dellrsquoinno settimo del Libro X

laquoCon nomi si affanna (il prete) ad invocare nomi pri-ma che sorga il sole prima che spunti lrsquoaurora malrsquoIncreato venuto appena alla luce assunse il dominiocosmico oltre il quale non esiste piugrave nullaraquo Qui parlacerto uno di quei vati blasfemi contro cui il buon preteortodosso si scaglia con le parole laquoio atterro chi miodia chi insulta gli dei restino rimossi tutti i miei nemi-ci io cuocio la onnipotente zuppa di brahman me cheson pieno di fede ascoltino gli deiraquo203

Glrsquoinni filosofici dellrsquoAtharvaveda la ricerca del Diosupremo

203 Atharvaveda IV 35 7

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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Glrsquoinni filosofici del Rigveda ci mostrarono con evi-denza che ad onta delle proteste dei sacerdoti conserva-tori intesi a perpetuare la fede nei varii iddii ed il loroculto prevalse in fine la tendenza di voler scoprire sottolrsquoapparente diversitagrave di quelli una sola essenza divinaun unico principio informatore dellrsquouniverso Cotestatendenza si manifesta ancora piugrave cospicua nellrsquoAtharva-veda e costituisce secondo a noi pare il ponte di pas-saggio al panteismo idealistico delle Upanishad204

Voci come quelle che ascoltiamo leggendo lrsquoinno IV35 dellrsquoAtharvaveda caratterizzano assai bene il nuovoambiente Un vate tenero della tradizione paladino deivecchi iddii del vecchio culto e delle vecchie supersti-zioni dopo avere magnificato il potere trascendentedrsquouna particolare offerta di riso conclude il suo vaneg-giamento con queste parole laquoio abbatto lrsquoodiatorelrsquoinsultatore degli dei quanti sono miei nemici sienotutti discacciati io cuocio la zuppa di riso onnipossenteme pieno di fede ascoltino gli deiraquo

A questa voce che egrave certo quella della grande mag-gioranza rappresentante della religione statica ribatte

204 Di questo avviso non egrave il Winternitz il quale a pag 131 dellagiagrave citata opera (vol I) scrive laquoi fecondi pensieri degli inni delRigveda veramente filosofici raggiungono il loro ulterioresvolgimento soltanto nelle Upanishad e glrsquoinni filosoficidellrsquoAtharvaveda non possono in verun modo considerarsi comeun gradino di transito dalla piugrave antica speculazione a quella delleUpanishadraquo Il lettore giudicheragrave da segrave circa il valore degli innifilosofici dellrsquoAtharvaveda

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

205 Atharv X 7 25 31

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audacemente una piccola minoranza rappresentante del-la religione dinamica laquograndi sono di nome gli dei chedal non-essere si originarono ma essi non sono che unmembro del Sostegno universalehellip Nome con nome (ilvate) invoca prima del sorgere del sole prima dellrsquoalbama nato che fu appena lrsquoIncreato entrograve nel suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo205

Anche nellrsquoAtharvaveda egrave lecito dunque sorprenderela lotta che si perpetua attraverso tutta la storia millena-ria dellrsquoIndia religiosa fra i molti difensori delle antichesuperstizioni ereditate e i pochi banditori di un nuovoverbo vitale Certo non si puograve in questi molti e in questipochi veder due sole categorie ma in ognuna di esse cisono infinite sfumature crsquoegrave chi rimane piugrave o meno in-dietro chi procede piugrave o meno avanti

Lrsquoambiente atharvavedico egrave anche piugrave vario di quellodel Rigveda e sovente in esso dallo estremo della piugravebassa e grama superstizione si passa allrsquoestremodellrsquoaudacia razionalistica La preghiera egrave avvilita algrado di scongiuro magico e si crede di poter medianteessa curare una malattia sconfiggere un nemico e viadicendo Nella ricerca del Dio unico e supremo si osser-va una sbrigliatezza addirittura stupefacente e la preoc-cupazione di voler portare innovazioni di fronte al Rig-veda le quali in ultima analisi consistono spesso in unmero mutamento di nome Rohita Vena Anadvān Vacasono nomi soltanto che non hanno altro merito se non

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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quello di eliminare le vecchie figure di Prajāpati Brah-manaspati Viccedilvakarman Purusha ecc Ciograve si avvera so-prattutto se la pretesa nuova divinitagrave suprema egrave una del-le tante cervellotiche ed assurde personificazioni di con-cetti o di cose attinenti al rito sacrificale ed alla liturgiaSe la ricerca dellrsquounico Dio si fosse aggirata esclusiva-mente in questo campo simbolico ed astruso ben si po-trebbe dire che di fronte al Rigveda lrsquoAtharvaveda segnaun regresso anzi che un passo avanti Per fortuna il pen-siero atharvanico ha pur tentato nuove vie e glrsquoinni chesi propongono di rivelare la causa ultima delle cose sipossono dividere in due classi la prima delle quali egrave ca-ratterizzata dal fatto che essa causa si cerca fuoridellrsquouomo in qualche potenza della natura come il solela fertilitagrave simboleggiata nella vacca e nel bove in qual-che concetto liturgico come il residuo del sacrificio oinfine in qualche idea astratta e scientifica come il tem-po la seconda invece egrave caratterizzata dal fatto che lacausa ultima delle cose si cerca nellrsquouomo stesso

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo XIII 12 3 IV 11 X 10

Il libro XIII dellrsquoAtharvaveda si apre con tre inni de-dicati al sole il quale riceve il nome di Rohita ovvero ilrosso il corusco Il primo inno risulta di ben sessantastrofe di metro differente susseguentisi spesso senza le-game logico oscurissime Probabilmente si tratta diframmenti eterogenei insieme accozzati per il fine prati-co di magnificare sotto il velo dellrsquoallegoria un re e la

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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sua regina Indubitato egrave ad ogni modo che il vate riven-dica a Rohita al sole il primato su tutti gli dei e lo con-sidera come la causa delle cause laquolassugrave nel firmamentosta Rohita il giovane saggio che genera tutte le for-me206hellip egli egrave il procreatore la bocca del sacrifi-cio207hellip fu lui che allestigrave il sacrificio per Viccedilvakar-man208hellip lrsquoamato re deve fondere il proprio corpo colcorpo di Rohita209hellip su Rohita poggiano e terra e cie-lo210hellip Rohita creograve la terra per strato sacrificale ilcielo per offerta il calore per fuoco del sacrificio edopo aver fatto alzare i monti mediante inni disse allaterra nasca su te quello che egrave stato e che saragrave e questofu il primo sacrificio fu e saragrave questo universo e tuttociograve che quaggiugrave splende fu prodotto da Rohita il veg-genteraquo211

Rohita come egrave chiaro preesisteva a Viccedilvakarmanpoi che fu lui a preparargli il sacrificio212 Viccedilvakarmanresta cosigrave detronizzato e con lui anche Purusha perchegrave

206 Strofa 11207 Strofa 13208 Strofa 14209 Strofa 34210 Strofa 37211 Strofe 52-55212 Da escludersi egrave lrsquointerpretazione del Ludwig il quale inViccedilvakarman non vede e non si sa perchegrave la nota divinitagraverigvedica ma il prete ufficiante

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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il mondo non proviene piugrave dal suo sacrificio ma daquello praticato da Rohita

Nessun nuovo concetto si guadagna dallrsquoinno tutto siriduce a sostituire al posto di un antico supremo fattoreun nuovo Dio con un nuovo nome Le strofe 28-32 in-vocanti lo sterminio dei rivali le maledizioni contenutenelle strofe 56-58 contro chi dagrave un calcio a una muccaovvero urina rivolto verso il sole o srsquointerpone fra il fuo-co e il sole e i pazzeschi accenni ai metri che debbonoascendere con Rohita il trono del re rivelano nellrsquoautoredellrsquoinno uno dei tanto volgari versaiuoli privo drsquoispira-zione colmo di superstiziose credenze eppur petulanteabbastanza per mettersi contro la tradizione e rovesciaredal trono i vecchi iddii Si tratta certo drsquoun brahmanoche bazzica la corte e cerca drsquoingrazionirsi il principe

Nellrsquoinno XIII 2 anchrsquoesso composto di frammenti edi versi del Rigveda si tenta di glorificare Rohita comeil principe di tutti gli dei di rivendicargli gli attributistessi di Viccedilvakarman drsquoidentificarlo col Tempo conPrajāpati col mondo213

Non privo drsquoispirazione poetica egrave il terzo inno dedica-to a Rohita ed in alcune strofe par di sentire il preludiodella grande sinfonia che piugrave tardi ci faragrave udire la Briha-dāranyaka-Upanishad in lode dellrsquoātman Difatti Rohitasi avvolge nelle cose come in un mantello e vi dimoradentro214 al pari dellrsquoātman che stando nella terra

213 Strofe 25 26 39 40214 Strofa 1

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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nellrsquoacqua nel fuoco nellrsquoatmosfera nel vento nel cie-lo nel sole nei punti cardinali nella luna e nelle stellenellrsquoetere nella tenebra nella luce in tutti gli esseri dif-ferisce tuttavia da ognuna di queste cose periture eglilrsquoimperituro215 Rohita fa che i venti spirino tempestiva-mente e che le fiumane scorrino Rohita misura il mesealternando i giorni alle notti per comando di Rohita idestrieri del sole camminano216 del pari per comandodellrsquoātman permangono al loro posto distinti sole e lunacielo e terra minuti ore giorni notti quindicine mesistagioni ed anni e dai monti coronati di neve scorronogiugrave i fiumi verso oriente verso occidente o altro puntocardinale217 Sembra che i concetti appena accennatinellrsquoinno atharvanico restino svolti con slancio ben altri-menti poetico e con ben altra magniloquenza dallrsquoispira-to vate upanishadico Ma lrsquoidea del dio panteistico dellospirito animatore delle cose eppur dalle cose nettamenteseparato e distinto egrave giagrave bellrsquoe formata Lrsquouniverso sen-sibile egrave il mero mantello di Rohita Se non che lrsquoautoredellrsquoinno XIII 3 dellrsquoAtharvaveda non puograve considerarsicome un pioniere non apre nessuna nuova strada per-chegrave ogni sua strofa resta degradata dal ritornellolaquoschiaccia calpesta avvinci in ceppi o Rohita chi mal-tratta il brahmanoraquo Tutto il suo linguaggio alato servecosigrave ad una volgare imprecazione alla difesa della clas-

215 Brihadār 3 7 3 sgg216 Strofe 2 8 17217 Brihadār 3 8 9 sgg

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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se sacerdotale Questa miscela di sublimitagrave e volgaritagrave egravesegno dei tempi per difendere i loro gretti interessi ibrahmani erano pure costretti ad imitare il modo di pen-sare e di parlare dei grandi poeti che sebbene pochi mi-nacciavano drsquoinstaurare un ordine nuovo di idee e fatal-mente difatti lo instaurarono

Che le esigenze del tempo imponessero la credenza inunrsquounica divinitagrave animatrice delle cose ed insieme la ter-minologia filosofica ci viene attestato daglrsquoinni IV 11e X 10 dedicati lrsquouno al bove lrsquoaltro alla vacca grotte-schi oltre ogni dire per il condimento filosofico che sicerca dare a superstizioni plebee Si ha bel dire che iltoro e la vacca assurgono a simboli della produzione edella fertilitagrave noi non si puograve che ridere leggendo che iltoro tutto conquista tutto regge tutto fa218 e che nellavacca sono inclusi lrsquoordine dellrsquouniverso (ritam) la san-titagrave (brahman) e lrsquoascetismo219 Pare che nellrsquoambienteatharvanico ognuno abbia il diritto di vedere riprodottonel cosmo lo strumento piugrave utile del proprio mestiere eche qualche agricoltore riconoscente al bove che gli arai poderi abbia la visione drsquoun bove cosmico da cui di-penda il bene di tutto lrsquouniverso Quanto allrsquoapoteosidella mucca non egrave ad essa estraneo il fatto che unamucca costituiva la mercede al brahmano sacrificatore

Certo egrave che ognuno vede riflessa nel cosmo la cosache gli egrave piugrave cara e si affanna a proclamarla matrice e

218 Atharvav IV 11 5219 Atharvav X 10 33

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

220 IX 4 5221 IV 35 4 5 6

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sostegno dellrsquouniverso Lrsquoonore drsquoessere la causa dellecause viene cosigrave conteso fra i piugrave disparati oggetti I ma-nipolatori del sacrificio giungono per esempio ad asse-rire che i tre cucchiai sacrificali juhū upabhrt e dhruvāsostengono rispettivamente il cielo lrsquoatmosfera e la ter-ra220 o che lrsquoofferta di una zuppa di riso cotta da Prajā-pati per Brahma creograve il tempo la vita lo spaziolrsquoimmortalitagrave e i Veda221

Non crsquoegrave limite a queste assurde apoteosi le quali fan-no dellrsquoAtharvaveda uno dei documenti piugrave strani che lostorico delle religioni possa prendere ad esaminare Chevi debba essere un solo sostegno del mondo e che dauna entitagrave limitata individuale e percepibile si debba in-ferire lrsquoEnte cosmico infinito e trascendente sembra es-sere una veritagrave acquisita ma le applicazioni di essaoscillano da un massimo di ragionevolezza ad un massi-mo di aberrazione La questione egrave di sapere se i ragio-nanti hanno preceduto i deliranti o viceversa La con-temporaneitagrave degli uni e degli altri egrave impossibile perchegraveci dovette pur essere uno a dare il buono o il cattivoesempio Logicamente bisognerebbe presumere che chiragionograve per primo intorno allrsquoessenza unica dellrsquouniver-so disse cose sensate e profonde le quali vennero poitravisate e grossolanamente imitate in buona o in malafede per ignoranza o per tornaconto Certo egrave che nellastoria del pensiero religioso e filosofico dellrsquoIndia dai

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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tempi piugrave antichi insino ai nostri giorni si perpetua il fat-to stupefacente di sentir gracchiare intorno a pochi usi-gnoli canori una vera e propria folla di cornacchie

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo lrsquoinno alresiduo del sacrificio (ucchista)

Un inno singolarissimo che ha dato luogo a molte di-scussioni egrave il settimo del libro undecimo dellrsquoAtharva-veda Quale sostrato del mondo viene celebrato lrsquoavanzodelle vivande sacrificali ossia lrsquoucchista intorno al qua-le i trattati rituali dettano norme molteplici e preciseEra per esempio importante sapere chi dovesse consu-mare i pinda o porzioni di cibo conglobato ed offerto aiMani insieme con acqua Parte degli avanzi del cibo toc-ca ai brahmani ufficianti alla moglie o alle mogli del sa-crificatore parte viene gettata nellrsquoacqua o nel fuocoovvero data ad una mucca Leggiamo pure che il restodellrsquoacqua offerta ai Mani serve a lavare il viso del sa-crificatore quando questi desidera un figlio maschioLrsquoucchista insomma fa parte cospicua del rituale ed egraveuna ben nota ed importante figura del sacrificio Nondeve quindi maravigliarci che nellrsquoambiente in cui se-condo abbiamo giagrave veduto si era capaci di proclamarecreatrice del tempo e dello spazio una zuppa di riso sielevasse a principio supremo di tutte le cose anchelrsquoavanzo delle vivande sacrificali Nello stesso libro XIdellrsquoAtharvaveda lrsquoinno terzo egrave la glorificazione piugrave as-surda drsquouna zuppa di riso alla quale sono dedicate ben56 strofe con la ventunesima che suona precisamente

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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cosigrave laquonellrsquoucchista si foggiarono sei volte ottanta deiraquoEgrave fuori quindi drsquoogni dubbio che lrsquoinno XI 7 dedicatoallrsquoucchista deve annoverarsi fra quelli che cercano lacausa suprema non giagrave nellrsquouomo stesso ma in qualchepotenza esterna nel caso nostro in un simbolo sacrifica-le

Non possiamo quindi condividere lrsquoopinione delDeussen il quale con sforzo mirabile drsquoacume cerca didimostrare che lrsquoucchista egrave ciograve che avanza del mondodopo che da questo abbiamo sottratta ogni fenomenali-tagrave222 egrave in altri termini il Ding an sich

Lrsquoimportanza dellrsquoinno allrsquoUcchista non risiede in unintrinseco valore filosofico chegrave anzi esso egrave uno dei soli-ti mostruosi parti della fantasia sacerdotale delirantesullrsquoonnipotenza del sacrificio ma piuttosto nel rivelarcifino a quale grado era progredita la speculazione fuoridelle solite sfere dei preti ufficianti Egrave prezioso peresempio veder quattro volte affermato223 che la pienez-za della vita (ccedilrīr mayi) della quale il poeta egrave consciociograve che egrave nel fondo della sua personalitagrave (tan mayi)224

222 Allg Gesch I pag 306 223 Strofe 3 5 12 14224 Quel neutro pronominale tat ricorda la formula upanishadicatat tvam asi (quellrsquoessenza divina sei tu stesso) A me pare inoltrescoprire nel tan mayi la parola ātman cervellotticamentescomposta in un elemento pronominale āt e nella base mat delpronome di prima persona Che lrsquoautore dellrsquoinno abbia volutodarci lrsquoetimologia di ātman e suggerirci che esso significa lacosa in me ossia lrsquoessenza divina che egrave in me Non crsquoegrave limite si

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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ha le sue radici nellrsquoUcchista Indubbiamente qui si ac-cenna al concetto dellrsquoātman ma per combatterlo perprovare che anche lrsquoātman non egrave la causa prima ma egravesubordinato allrsquoUcchista che egrave la vera causa delle causeLrsquoinno XI 7 non puograve quindi considerarsi come un pre-cursore della dottrina upanishadica dellrsquoĀtman ma rive-la che di tale dottrina era giagrave impregnato lrsquoambiente eche contro di essa insorgeva il ritualismo brahmanicoGli avversari troppo zelanti ci danno spesso la docu-mentazione di idee che ignoreremmo se essi non si fos-sero dati la briga di combatterle

Del pari nella strofa 17 troviamo menzionato il kar-man tra le cose che sono radicate nellrsquoUcchista e alkarman non sembra attribuito il significato di pratica sa-crificale ma quello di opera azione in generale Lo stol-to glorificatore dellrsquoavanzo del sacrificio ci rende pure ilsegnalato servigio di documentare che ai suoi tempi idue concetti razionalistici dellrsquoātman e del karman era-no giagrave patrimonio della speculazione filosofica

Inni atharvanici che cercano Dio fuori dellrsquouomo i dueinni al Tempo (XIX 53 54)

E che questa fosse progredita ci viene attestato daidue inni al Tempo i quali rappresentano lrsquoindirizzo delpensiero verso la ricerca del sostrato del mondo fuoribensigrave dellrsquouomo ma in qualche cosa di razionale e discientifico

sa nellrsquoaudacia etimologica degli antichi brahmani

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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Avemmo giagrave occasione di leggere nel secondo inno aRohita225 che tra le cose con cui egli srsquoidentifica e cheanzi provengono da lui crsquoegrave Kāla il Tempo Il Tempoera una di quelle entitagrave riconosciute come gareggiantiper il primato su tutte le possibili cause supreme Nullaaccade fuori del tempo creazione e distruzione tuttoche nasce muore e rinasce egrave prodotto del tempo dun-que il tempo egrave la ragione ultima delle cose Ragionarecosigrave potrebbe anche uno di noi e cosigrave appunto si ragio-nava pure da alcuni nellrsquoantica India accanto e questo egravelo stupore a chi proclamava fattore del mondo il sole ilbove la vacca lrsquoavanzo drsquouna vivanda sacrificaleComrsquoegrave naturale i due inni al Tempo si segnalano ancheper chiarezza e sincera inspirazione poetica A partelrsquoinevitabile enumerazione delle divinitagrave che lrsquoautorevuole detronizzare rappresentandole quali creature diquella chrsquoegli si prefigge di sublimare ci sono pure im-magini e pensieri che soprattutto dellrsquoinno IX 53 fannouna gemma letteraria Lrsquoautore non risparmia certo lasuscettibilitagrave dei brahmani perchegrave ciograve che questi hannodi piugrave caro e di piugrave sacro egli si compiace di mostraredipendente dal Tempo mero prodotto del Tempo chetutto crea e tutto distrugge il sole arde nel Tempo226Brahma ha le sue basi nel Tempo Prajāpati egrave figlio delTempo lrsquoardore ascetico creativo proviene dal Tempo il

225 XIII 2 39226 XIX 53 6

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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sacrificio ebbe impulso e vita dal Tempo227 Che Brah-ma Prajāpati e il tapas (ardore ascetico) sieno subordi-nati al Tempo viene ripetuto due volte228 come se unanon bastasse E se consideriamo come egrave probabilelrsquoinno 54 continuazione dellrsquoinno 53 si ripete per la ter-za volta che Brahma e il tapas sono creature del Tem-po229 Non egrave lecito scoprire in questa insistenza una sfi-da ai brahmani ortodossi

Ma il vate novatore non mira soltanto ad abbattere ivecchi idoli diventa veggente e poeta quando affermache lo spazio si origina dal Tempo230 che il Tempo egrave ca-rico di semi egrave padre e figlio delle sue creature egrave la su-prema delizia drsquoogni creatura perchegrave infatti ciascunosuole dire egrave venuto il mio tempo egrave venuta la mia ora231Chiamare il nostro vate atharvanico un precursore diEinstein sarebbe semplicemente ridicolo ma il trovareespressa lrsquoidea che lo spazio (diccedilas) nasce dal tempodeve indurre maraviglia in ogni lettore spregiudicato econvincerlo ancora una volta del fatto piugrave volte segnala-to non essere mai mancata allrsquoIndia fino dai primordidella sua storia la voce del genio solitario redentrice deivaneggiamenti della folla Lrsquoimmagine del Tempo caricadi semi (bhūriretāh) egrave quella stessa balenata alla mente

227 XIX 54 4228 XIX 53 8 9 10229 XIX 54 1230 Ibidem231 XIX 53 1 4 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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di Shakespeare quando fa dire a Jago laquothere are manyevents in the womb of time which will be deliveredraquo232

I due inni al Tempo documentano la presenza giagrave neitempi dellrsquoAtharvaveda di pensatori proclivi a studiareil mondo razionalmente e col metodo scientifico del na-turalista A cotesti pensatori allude indubbiamente laCcedilvetāccedilvatara-Upanishad lagrave dove dice svabhāvam ekekavayo vadanti kālam tathānye parimuhyamānāhraquo233Come risulta evidente i filosofi inneggianti al Temposono accoppiati coi naturalisti che si limitano alla osser-vazione delle forze e dei fatti della Natura e rispondonoagli indagatori del mistero laquovi basti sapere che le coseson fatte cosigrave che la Natura egrave quella che egraveraquo Nulla puograveessere piugrave contrario allo spirito indiano di questa rinun-cia a scrutare lrsquoarcano dellrsquouniverso di questo indirizzodel pensiero il quale indaga fuori di noi stessi nel con-cetto di Tempo o di Natura lrsquoultima causa dellrsquoessereEretica doveva suonare agli orecchi dei piugrave lrsquoafferma-zione che il manas il prāna ossia la psiche e la vitatraggano origine dal Tempo234 I due inni al Tempo do-vettero far scandalo negli ambienti atharvanici e poste-riormente Una eco cospicua di tale scandalo nei tempiposteriori si ha appunto nel passo della Ccedilvetāccedilvatara-

232 laquoCi sono molti eventi nellrsquoutero del tempo i quali debbonoessere partoritiraquo Othello I 3 377-378233 laquoAlcuni saggi parlano di una Natura che egrave quella che egrave altridel Tempo ed erranoraquo VI 1234 Atharv XIX 53 7

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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Upanishad che chiama pazzi (parimuhyamānāh) quanticredono essere il Tempo o la Natura a far girare la ruotadellrsquouniverso Il Tempo la Natura sono meri concettipresuppongono un soggetto pensante nulla che io per-cepisco puograve essere causa di me stesso e la causa dellecause deve quindi necessariamente trovarsi in me Egravevano cercare Dio fuori dellrsquoanima nostra Questo egrave il ra-gionamento destinato a trionfare sempre mai nellrsquoIndiaa conferire alla introspezione una prevalenza decisivasulla osservazione esterna a creare una scienza dellospirito e una ignoranza della materia Nel Rigveda ve-demmo giagrave la speculazione orientarsi verso il concettoche lrsquoio egrave lrsquoessenza autogena si tratta ora di rintracciarelo stesso filone nellrsquoAtharvaveda

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni sullastruttura del corpo umano (X 2 XI 8)

Tutte le cose di questo mondo possono assumere unvalore massimo o minimo secondo il punto di vista dalquale ci facciamo a considerarle La misura del valorepuograve mettersi nella dimensione nella massa nel pesonel moto ovvero in una particolare qualitagrave come sareb-be a dire la lucentezza la fragranza la durata lrsquoutilitagravela vitalitagrave e via dicendo Certi intelletti non riescono maia sottrarsi al fascino che esercita la mole Solo perchegraveuna cosa egrave grossa essa ispira stupore e ammirazioneMolti dimenticano che la corpulenza non fu mai veragrandezza e che le essenze piugrave rare e piugrave preziose posso-no concentrate risiedere in un atomo di materia Ai do-

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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minati dallrsquoossessione ammirativa della mole lrsquouomonecessariamente appare come un inutile granello di pol-vere sperduto ed errante nellrsquoimmensitagrave del creato E sealla piccolezza dellrsquouomo si aggiunge la considerazionedella sua debolezza ed impotenza se si pensa che nonha natura al seme dellrsquouom piugrave stima o cura chrsquoallaformica e che unrsquoonda di mar commosso un fiatodrsquoaura maligna un sotterraneo crollo puograve distruggerepopoli in modo che avanza a gran pena di lor la rimem-branza siamo sforzati a dire insieme con Lear laquociograve chele mosche per i monelli siamo noi per gli dei ci am-mazzano per trastullarsiraquo Allrsquoammirazione per la cor-pulenza si associa cosigrave lrsquoammirazione per la violenza

Ma crsquoegrave pure un altro punto di vista dal quale si puograveconsiderare lrsquouomo Di fronte alla immensa montagnasulla quale egli per caso si trova quanto piugrave nobile dellamassa incosciente della propria altezza e della propriaricchezza egrave lui che la misura ne utilizza la vegetazionene estrae i tesori Togliete il pigmeo consciente ed ala-cre che percependo la montagna le dagrave e nome e formadimensione e colore maestagrave e pregio che resteragrave piugrave delgigante insensibile ed inerte E chi ammazza avragrave per ilmero fatto di ammazzare maggior valore dellrsquoammazza-to La cieca furia devastatrice del terremoto varragrave in na-tura piugrave del piugrave umile pensiero umano La scala dei va-lori egrave ciograve che vrsquoegrave di piugrave importante e delicato a questomondo

Lrsquouomo egrave in realtagrave il piugrave grande miracolo che ci stasottrsquoocchio sia che con spirito filosofico ci facciamo ad

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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analizzarne il mirabile organismo fisico sia che ne stu-diamo lrsquoarcana divina psiche Nei due inni dellrsquoAtharva-veda X 2 XI 8 questa persuasione della grandezzadellrsquouomo egrave espressa nel modo piugrave originale e sincero

Nellrsquoinno X 2 lrsquoautore con artistica avvedutezza ana-tomizza il corpo umano prendendo le mosse dal piedela parte piugrave umile per poi procedere ad ammirare dalbasso in alto le gambe le cosce il tronco le braccia ilcollo la cervice Egrave un vero e proprio crescendo cheglrsquointerpreti si sono lasciati sfuggire quando per esem-pio credono che nella prima strofa si parli della carnedellrsquointero corpo delle abili dita della mano delle brac-cia235 La prima strofa egrave tutta dedicata alla glorificazionedel piede e se pure si resta incerti sul significato diqualche espressione e soprattutto dellrsquoenimmatico voca-bolo ucchlakha allrsquoingrosso il poeta vuol dire

laquoChi mai creograve i calcagni dellrsquouomo e li rivestigrave di car-ne chi i malleoli e i diti che servon di fregio con un in-tervallo fra lrsquouno e lrsquoaltro chi nel mezzo il dorso delpiede chi la piantaraquo

235 laquoVon wem ist sein Fleisch zubereitet von wem diegeschickten Fingerraquo Oldenberg (Die Weltansch d Brah pag6) laquoBy whom was his flesh put together by whom his cunningfingersraquo Whitney (op cit) laquoDie Strecker aus der Mitte(vielleicht die Arme)raquo Deussen (op cit pag 266) Il Ludwig egrave ilsolo che nella prima strofa veda la esclusiva descrizione delpiede salvo che anche lui parla del bildenden Finger ossia delledita della mano perchegrave quelle del piede non hanno mai foggiatonulla

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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Fino alla strofa nona il vate procedendo sempre dalbasso in alto segnala la stupefacente struttura delle altremembra chiedendosi perchegrave mai i malleoli furono mes-si sotto e le giunture del ginocchio sopra perchegrave furonoseparate le gambe e chi ha mai capito lrsquoarticolazione delginocchio chi ha attaccato le gambe ai ginocchi e le co-sce al tronco affinchegrave questo possa reggersi e se vuolepiegarsi quali e quanti dei saldarono il tronco col collodisposero nella loro sede i due capezzoli lrsquoosso del col-lo le spalle e le costole chi appiccicograve allrsquouomo le brac-cia esclamando compia azioni forti chi praticograve i settefori nella testa i due orecchi cioegrave le due narici i dueocchi e la bocca i sette fori vittoriosi conquistatori ingrazia ai quali quadrupedi e bipedi vanno per la loro viachi puograve sapere chi egrave Colui che dopo aver messo nellemascelle dellrsquouomo la mobile lingua e aver dato a que-sta la voce la Grande si aggira rivestito drsquoacquanellrsquointerno degli esseri236 chi egrave quel dio che creograve il cer-vello dellrsquouomo la fronte lrsquooccipite il teschio

Nelle strofe 9-17 il vate procede a considerare conammirazione i processi fisiologici e psichici ed accennaal miracolo della circolazione del sangue e degli umo-ri237 al portento della respirazione238 delle sensazioni di

236 Si allude probabilmente alla circolazione del sangue e degliumori237 Str 11238 Str 13

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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piacere e di dolore239 al mistero del sonno e della mor-te240 allo stupefacente fatto della riproduzione allrsquoarca-no del pensiero e della parola241 e giunge allrsquoapoteosidellrsquouomo quando esclama laquoper mezzo di che cosa di-stese egli le acque fece brillare il giorno accese lrsquoalba eregalograve lrsquoavvento della seraraquo242

Ecco lrsquouomo diventato dio e dio resta quando alladomanda laquoper mezzo di che cosa ha egli occupato laterra ha abbracciato il cielo egrave piugrave grande dei monti tra-scende le opere ha conseguito la scienza divinaraquo243 sirisponde che a tale celsitudine egli egrave giunto perchegrave in luirisiede Brahma244 Il corpo umano egrave la cittagrave di Brah-ma245 e in esso crsquoegrave un vasello aureo che serve di dimoraa un folletto provvisto di anima che conoscere puograve solochi conosce Brahma246

Perchegrave il vate adopera questo linguaggio simbolico eparla di vasello aureo e di folletto provvisto di anima in-vece di dirci apertamente nel cuore dellrsquouomo risiedelrsquoanima che egrave tuttrsquouna con Brahma che egrave il vero Brah-

239 Str 9240 Str 9 14241 Str 17242 Str 16243 Str 18 20244 Str 21-25245 Str 28246 Str 31 32

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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ma Gli egrave che lrsquoaffermazione doveva sonare eretica e laparola ātman si pronunziava a bassa voce come quellache incarnava un concetto razionalista in antitesi a quel-lo di Brahma Il concetto di ātman si fece largo a poco apoco modestamente a furia di concessioni al concettodi Brahma e lo si lasciograve vivere e prosperare solo in gra-zia alla sua arrendevolezza al rassegnarsi che esso fecea venire identificato col Brahma tanto profondamente edessenzialmente diverso da lui

A chi ora ritorni su questo inno X 2 non puograve piugravesfuggire il valore che esso ha La grande ammirazionedel vate per la struttura del corpo umano trova la sua ra-gion drsquoessere soprattutto nella chiusa dellrsquoinno il corpoegrave la sede di quella mirabile essenza che egrave lrsquoanima mira-colo dei miracoli sola ed esclusiva espressione di DioE lrsquoanima egrave ciograve che appunto conferisce dignitagrave e valoreallrsquoorganismo Negata che si saragrave lrsquoesistenza del follettoprovvisto di ātman dimorante nel vasello del cuore ilcorpo umano non desteragrave piugrave ammirazione ma aborri-mento e nausea Lrsquoinno X 2 dellrsquoAtharvaveda costitui-sce quindi un punto di partenza di cui lrsquoultima meta sitrova nelle ben note meditazioni dei buddhisti sul cada-vere quale simbolo della caducitagrave che piugrave deve ispirareorrore e distogliere lrsquouomo dal falso concetto dellrsquoio edallrsquoamore di segrave stesso Abbiamo i due antipodi e latraccia del lungo secolare cammino che dallrsquoAtharvave-da al Buddhismo dovragrave percorrere il pensiero speculati-vo deglrsquoIndi

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Lrsquoinno X 2 col suo maraviglioso crescendo di ammi-razione per lrsquouomo a cominciare dalla struttura del pie-de fino al cuore sede dellrsquoanima immortale sta a docu-mentare una maturitagrave di pensiero quale il Rigveda nonpuograve rappresentare nemmeno col piugrave eletto dei suoi innifilosofici ed io duro fatica a rendermi ragione della titu-banza che si mostra da molti a trovar nellrsquoAtharvavedail ponte di passaggio dal Rigveda alle UpanishadNellrsquoinno X 2 la divinitagrave non egrave forse giagrave trasferitanellrsquouomo e il concetto di ātman non egrave giagrave bello e for-mato Sono giagrave tante le oscuritagrave nellrsquoevoluzione delpensiero dellrsquoIndia che mi par superfluo volerle molti-plicare con esagerate cautele scientifiche

Il grande pregio dellrsquoinno X 2 egrave riconosciutodallrsquoOldenberg con le seguenti parole laquoegrave questo il ri-scontro indiano colmo di fresca stupita meraviglia eammirazione certo inferiore quanto a forma e profondi-tagrave del canto ellenico ci sono molte maraviglie ma nul-la egrave piugrave maraviglioso dellrsquouomoraquo247

Il Winternitz invece pronuncia un giudizio assai se-vero laquomentre in un famoso inno del Rigveda (X 121)un profondo pensatore ed un vero poeta con ardite paro-le accenna alla grandiositagrave del cosmo e dubbioso indagachi puograve esserne il Creatore un versaiuolo in Atharvave-da X 2 enumera successivamente tutte le membradellrsquouomo e domanda chi le ha createraquo248

247 Weltanschauung der Brāhmana-Texte pag 6248 Gesch d Ind Litteratur I pag 135

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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Come dinanzi al corpo umano il vate atharvanico edil monaco buddhista si comportano diversamente tantodiversamente che lrsquoammirazione dellrsquouno si convertenel ribrezzo che sente lrsquoaltro cosigrave pure dinanzi allrsquoinnoche celebra le maraviglie della creatura umana il giudi-zio del Winternitz ed il mio sono diametralmente oppo-sti

Anche piugrave importante come documento di filosofiarazionalista egrave lrsquoinno atharvanico XI 8 Attraverso la vo-luta oscuritagrave e la bizzarria di molte strofe srsquointravvede inesso non solo il trionfo del principio che egrave vano cercareDio fuori dellrsquouomo ma anche il tentativo di sostituire aBrahma simbolo di concetti sacerdotali e liturgici qual-che cosa di piugrave razionale e che logicamente ha maggiordiritto drsquoessere considerata come ultima causa dellecose

Quando Manyu scelse una sposa della famiglia delSankalpa gli altri proci erano Tapas Karman e mag-giore di tutti Brahma

Il Deussen249 ravvisa in Manyu il Wille schopenhaue-riano ed in Sankalpa lrsquoIntelletto Dal matrimonio deidue dovrebbe originarsi lrsquouomo A me pare impossibilepenetrare nel simbolo fantastico del poeta indiano checosa rappresenti Manyu che cosa la donna della fami-glia del Sankalpa resta un enigma Certo ci aggiriamo inun ordine drsquoidee affine a quello che lrsquoinno rigvedico X129 ci fece conoscere in principio questo mondo era

249 Allg Gesch I 1 272

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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una massa drsquoacqua indistinta ed il tapas ed il kāma agi-rono come forze creatrici gli dei tutti seguirono nonprecedettero la creazione Che il connubio di Manyu edi Sankalpa rappresenti nellrsquoinno atharvanico la parte diKāma (amore) Lrsquoimportante egrave di riconoscere che Brah-ma chiamato nella seconda strofa il maggiore dei procifa un fiasco solenne in quanto che nella strofa sesta egravedetto che Manyu250 ed Akūti la donna cioegrave della fami-glia del Sankalpa sposati che si furono non trovaronoda onorare nessun dio origine delle cose allrsquoinfuori delKarman

Due volte egrave detto che Tapas e Karman dimoravanonel profondo del grande oceano251 ossia indubbiamentedellrsquoapraketam salilam di cui egrave parola nellrsquoinno X 129del Rigveda mentre non esistevano ancora negrave Brihaspa-ti negrave Dhātar252 due figure che si identificano con Brah-ma Come qualunque altro dio secondario Brahma fa lasua entrata nel corpo umano in compagnia degli innirigvedici dei canti del Sāmaveda e delle formule del

250 Condivido pienamente lrsquoopinione del Deussen che cioegrave i diecidei della strofa 4 prāna (fiato immesso) apāna (fiato emesso)cakshuh (occhio) ccedilrotram (orecchio) akshiti (forza diconservazione) kshiti (forza di dissoluzione) vyāna (fiato che vadi traverso) udāna (fiato che va in su) vāc (parola) e manas(organo interno che presiede ai sensi) sieno negrave piugrave negrave meno che ilManyu della strofa prima251 Str 2 6252 Str 5 8

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Yajurveda253 Vero egrave che Brahma entra una seconda vol-ta nel corpo dellrsquouomo insieme con le acque gli dei eVirāj per governarlo in qualitagrave di Prajāpati254 Questaidentificazione di Brahma e Prajāpati serve molto pro-babilmente come del resto ha giagrave osservato il Deus-sen255 ad eliminare la figura di Prajāpati ad infliggerecioegrave un altro fiero colpo al panteon tradizionale Negrave mipare che Brahma possa restare lusingato dalla sentenzalaquochi conosce lrsquouomo pensa ecco Brahma perchegravenellrsquouomo stanno tutti gli dei come in una stalla le muc-cheraquo256 Srsquoincontra qui lo stesso principio informatoredellrsquoinno X 2 lrsquounica possibile espressione della divini-tagrave egrave lrsquoindividuo umano nella mirabile sua struttura fisicae psichica talchegrave il vero Brahma egrave in noi nel nostro āt-man Lrsquoinno XI 8 lungi dal costituire un documentostorico della prevalenza dellrsquoidea clericale incarnata inBrahma segna di questa il tramonto a vantaggio dellanuova vitale idea incarnata nellrsquoātman Non so come ilDeussen possa riuscire a giustificare lrsquoaffermazione chenellrsquoinno XI 8 laquooberstes Prinzip ist das Brahmanraquo257In nessun verso tale pretesa superioritagrave di Brahma vienemai affermata mentre risulta con evidenza da tuttolrsquoinno il conato di abbassare gli dei e sublimare lrsquouomo

253 Str 23254 Str 30255 Op cit pag 271256 Str 32257 Loco citato

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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Egrave vano dice infatti il poeta affermare che questo o queldio ha creato il mondo perchegrave dovremmo poi saper direchi ha creato il creatore talchegrave prima drsquoIndra di Agni odi Dhātar o di qualunque altro dio bisognerebbe am-mettere un Indra piugrave antico progenitore drsquoIndra un Agnipiugrave antico progenitore di Agni un Dhātar piugrave anticoprogenitore di Dhātar e cosigrave via Si avrebbe cosigrave un re-gressus in infinitum Saggio sarebbe invero chi potesseaffermare drsquoaver visto in carne e in ossa il primo Crea-tore o la prima forma del Creato258 In questa espressio-ne del poeta non crsquoegrave ombra di millanteria come vorreb-be il Deussen259 ma anzi lrsquoavvertimento che a nessuno egravedato di conoscere i veri primi fattori della creazione ilprimo mondo che dovette preesistere a tutti gli altri Lalegge della causalitagrave impera tirannicamente nel mondoesterno e non consente che ci arrestiamo mai se dagli ef-fetti si tenta di risalire alle cause Non crsquoegrave che una cosasola che sfugga alla legge della causalitagrave e questa egrave ilnostro io lrsquoarcano della coscienza che non puograve averelogicamente negrave un principio negrave una fine Questa veritagravemi sembra resti adombrata nel racconto che il poeta ci fadella creazione dellrsquouomo I dieci dei rappresentati daManyu e cioegrave lrsquoapparato psichico ciograve che un vate rig-vedico ha chiamato il senza-ossa preesistente a quelloche egrave fornito di ossa mise insieme capelli ossa tendinicarne midollo il corpo umano insomma e non trovan-

258 Str 3 7259 Loc cit

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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do altro sostegno fuori del corpo stesso vi entrograve den-tro260 Foggiato che fu il corpo umano tutto che di benee di male crsquoegrave nel mondo penetrograve in esso bontagrave e mali-zia fede ed empietagrave sapienza ed ignoranza schiere giu-live di gioie e voluttagrave e vecchiezza calvizie e canizie261Il sole e il vento furono partecipi rispettivamentedellrsquoocchio e del respiro dellrsquouomo e il Fuoco si ebbe ilresto262 Lrsquouniverso egrave dunque sintetizzato concentratonellrsquouomo A che cercar Brahma fuori dellrsquouomo Brah-ma egrave qui nel corpo umano chegrave tutti gli dei stanno inesso come mucche in una stalla263

Ma lrsquoaffermazione piugrave audace e razionalistica che in-contriamo nellrsquoinno e che addirittura trascende i tempiegrave quella contenuta nella strofa sesta Quanto siamo ve-nuti esponendo fin qui del contenuto dellrsquoinno si riallac-cia a quel filone drsquoidee razionaliste che cercammo discoprire nel Rigveda e che stiamo ritrovando e seguendonellrsquoAtharvaveda tramonto definitivo del politeismoaffermazione della perfetta corrispondenza fra macro- e

260 Str 10-13261 Str 19-24262 Str 31263 Str 32 giagrave sopra citata

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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microcosmo tendenza a cercar nellrsquouomo la divinitagraveossia a sostituire al concetto clericale e liturgico delBrahma il concetto laico e naturalistico dellrsquoātman Manella strofa sesta fa la sua apparizione il Karman lrsquoaltroimportantissimo concetto che conoscemmo nel Rigvedasotto la accezione di opera sacrificale e che vedemmodestinato a rappresentare una delle parti piugrave cospicuenella storia religiosa dellrsquoIndia Orbene il nostro vateatharvanico dice che in principio dimoravano nel pro-fondo della massa delle acque il Tapas ed il Karman mache dei due fu il Tapas a procedere dal Karman talchegrave ilKarman va onorato come la suprema delle cause e di-fatti come tale lo onorarono i dieci dei che poi foggiaro-no il corpo umano Dato il colore razionalista dellrsquointeroinno sarebbe arbitrario attribuire a Karman il significatodi opera sacrificale sicchegrave avremmo qui la documenta-zione piugrave antica del Karman quale egrave concepito nel perio-do upanishadico e anche piugrave nel buddhismo Karmannel nostro inno sarebbe giagrave lrsquoazione in generale quellache foggia il destino dellrsquouomo tutto lrsquouomo quella cheegrave la molla del ciclo inesauribile delle nascite e dellemorti ossia del samsāra senza principio e senza fine

La strofa sesta dellrsquoinno XI 8 dellrsquoAtharvaveda vaad ogni modo segnalata allrsquoattenzione degli studiosi iquali per quanto io sappia hanno sorvolato su di essaSoltanto il Ludwig evidentemente colpito dallrsquoaudace

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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affermazione la stampa in carattere diverso dieses (kar-ma) haben als houmlchstes sie verehrt264

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo glrsquoinni albrahmacārin e al prāna (XI 5 XI 4)

Affermatosi il principio che Dio non puograve cercarsi al-trove che nellrsquouomo nellrsquoindividuo la fantasia indianacome al solito si sbizzarrisce nel proporre il tipo drsquoindi-viduo o lrsquoessenza individuale che meglio si presta ad es-sere la sede della divinitagrave Quando Dio si cercava fuoridellrsquouomo chi Lo vedeva in Rohita chi nella vacca onel bove chi nel residuo del sacrificio e chi nel tempoora che Dio si cerca nellrsquouomo crsquoegrave chi Lo vede in ognicorpo umano e chi invece in un particolare uomo o in unparticolare principio informatore dellrsquouomo come sa-rebbe a dire lo spirito vitale lrsquoanima e cosigrave di seguito

Lrsquoautore dellrsquoinno atharvanico XI 5 sceglie fraglrsquoindividui umani lo studente brahmanico come il piugravedegno drsquoincarnare drsquoessere la divinitagrave suprema Ogni

264 Op cit pag 403

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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indiano appartenente alle prime tre caste era tenuto neglianni dellrsquoadolescenza e della prima gioventugrave a percorre-re un alunnato in casa drsquoun maestro che glrsquoinsegnava lascienza del Brahma Tra i doveri dello scolaro crsquoera so-prattutto quello drsquoesser casto e di esercitare lrsquoascesicioegrave di vivere una vita santa di praticare tradurre in attoil brahma (brahmacārin) Un audace poeta osa quindiesclamare e che altro brahma crsquoegrave allrsquoinfuori di quellopraticato dal giovane studente Il vero il solo Brahma egravedunque lo studente brahmanico e nel principio delmondo sulla distesa delle acque caotiche uno studentebrahmanico creograve le cose tutte esercitandosi nellrsquoasce-si265 Brahma egrave nato dopo lo studente brahmanico anzida questrsquoultimo procede al pari di tutti gli altri dei e del-la loro immortalitagrave266 Lo studente brahmanico creograveBrahma le acque primordiali lo spazio Prajāpati Para-meshthin la materia nascosto in grembo allrsquoeternitagrave fului che sotto le spoglie drsquoIndra sgominograve gli Asura Erbepassato e futuro giorno e notte albero secolare anno estagioni sono tutte creature dello studente brahmani-co267

Egrave possibile parlare un linguaggio piugrave razionalista ne-gare piugrave apertamente lrsquoesistenza concreta degli dei e diBrahma e proclamare con maggiore crudezza che lrsquouni-

265 XI 5 str 26266 Str 5267 Str 7 20

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

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ca realtagrave il metro il principio la fine di tutte le cose egravelrsquouomo

Anche questo inno al brahmacārin fa dunque parte diuna tradizione filosofica tuttrsquoaltro che ortodossatuttrsquoaltro che favorevole al concetto impersonale delBrahma ma tendente anzi a sostituire al Brahmalrsquoātman o almeno a identificarlo con lrsquoātman

Un altro poeta proclama che il principio animatoredellrsquouniverso egrave il Prāna ossia il respiro quale supremaespressione di vita Si puograve vivere senza negrave muoversi negraveparlare negrave sentire ma non si puograve vivere senza respirareIl corpo che giace inerte nel sonno sappiamo che non egravemorto perchegrave lo sentiamo respirare Avviciniamo allabocca dello svenuto uno specchio e se questo si appan-na rassicurati esclamiamo vive vive Lrsquoalito apparevolgarmente come il supremo segno di vita e quindisrsquoidentifica con la vita stessa Compreso di stupore ilvate atharvanico osserva nei dormienti ritto sta Egli inpiedi sempre vigile e giammai si pone a giacere nessu-no ha mai udito chrsquoEgli abbia mai dormito nei dormien-ti268

Il respiro non si arresta mai non dorme mai egrave il mi-racolo della vita il sostegno del microcosmo e quindianche del macrocosmo egrave il Creatore egrave Dio

La corrispondenza fra macrocosmo e microcosmodella quale avemmo occasione di occuparci nel capitolodedicato al Rigveda egrave un assioma anche per lrsquoAtharva-

268 XI 4 25

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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veda Abbiamo segnalato testegrave il passo atharvanico checonguaglia sole ed occhio vento e fiato fuoco e ciograveche detratti occhio e fiato avanza del corpo umano269La strofa 33 dello stesso inno XI 8 ribadisce che appenalrsquouomo muore lrsquoocchio si ricongiunge col sole il fiatocol vento il resto del corpo col fuoco Il convincimentoche nellrsquouomo circolino gli stessi elementi informatoridellrsquouniverso che lo scambio di essi egrave continuo fralrsquoindividuo umano e il mondo che in altri termini esisteuna unitagrave sostanziale fra micro- e macrocosmo non eraconfinato ai circoli dei sapienti ma diffuso tra il popoloIn una invocazione a vari dii contro le malattie cioegrave inun passo che nulla ha a che vedere con lrsquoalta speculazio-ne e si riallaccia a pratiche superstiziose di magigravea tro-viamo daccapo adeguati il sole con lrsquoocchio e il ventocol fiato270 Per assicurare longevitagrave a qualcuno unmago atharvanico cosigrave lo invita laquovieni qua alla luce deivivi ti traggo verso una vita di cento autunni svincolan-doti dalla morte dallrsquoimprecazione ti prolungo la vitaDal vento ho portato via il tuo respiro dal sole la tuaforza visivahellipraquo271

Se a base di tutti i fenomeni vitali crsquoegrave il respiro il Prā-na che vigila nel dormente e gli permetteragrave appena de-sto di vedere udire pensare muoversi e via dicendoche cosa se non un Prāna cosmico si nasconderagrave in fon-

269 XI 8 31270 Atharv V 9 7271 VIII 2 str 2-3

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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do alla vita universale e saragrave il Dio che produce il tuo-no il baleno la pioggia il giorno e la notte lrsquooggi e ildomani LrsquoUniverso intero alita come alita lrsquouomo ilquale egrave un semplice atomo pervaso dallrsquooceano di vitache irrompe in ogni cosa senza un solo attimo di treguaLa morte non egrave che una parvenza sotto la morte si na-sconde la vita come sotto la malattia si nasconde la salu-te non si concepisce arresto argine al perenne trionfan-te fluire della vita del Prāna che accende tutti i giornilrsquoalba e rinverdisce i prati ad ogni primavera Sol chelrsquouomo si senta parte di questa unica universale fiumanadi vita che tutto investe e soggioga egli non potragrave fare ameno di cadere in ginocchio e sciogliere al Prāna il se-guente inno laquosia reso omaggio al Prāna che tutto domi-na che fu il signore di tutte le cose e sul quale tutte lecose poggiano Sia reso omaggio al tuo mugghiare oPrāna al tuo tonare balenare piovere Quando il Prānamugghia nel suo tuono sulle piante queste restan fecon-date ricevono i germi e molteplici nascono Quandovenuto il tempo il Prāna mugghia sulle piante tutto al-lora esulta qualunque cosa egrave sulla terra Quando il Prā-na ha inondato di pioggia la vasta terra gli animali allo-ra giubilano e dicono certo ci saragrave abbondanza per noiE le piante bagnate dalla pioggia cosigrave parlano al Prānatu ci hai prolungato la vita tu ci hai rese tutte fragran-ti272 Il Prāna si stringe fra le braccia le creature come unpadre il figlio diletto il Prāna egrave il signore di tutto di ciograve

272 Atharv XI 4 1-6

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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che respira e di ciograve che non respira Il Prāna egrave la morteil Prāna egrave la malattia il passato ed il futuro273 Non egrave le-cito a Lui che egrave il Cigno tirar fuori un sol piede dai flut-ti perchegrave se ciograve facesse non ci sarebbe piugrave negrave oggi negravedomani negrave notte negrave giorno negrave mai piugrave albeggerebbe OPrāna non volgerti via da me non voler essere un altroda me come lrsquoembrione delle acque io ti avvinco a meo Prāna per vivereraquo274

Nessun popolo ha come lrsquoindiano sentito piugrave ga-gliardamente la pienezza della vita si egrave piugrave inebriato divita egrave meglio riuscito a sopprimere la coscienza indivi-duale e ad identificarsi col gran mare dellrsquoessere Lrsquoio egraveuna prigione angusta nella quale confinato il fenomenodella vita diventa suscettibile di fine diventa la gocciache avulsa dalla gran massa delle acque svapora Tutto egravedunque di sfondare il muro della prigione ricongiungerela goccia allrsquooceano per diventar partecipi drsquoimmortali-tagrave Lrsquoinno atharvanico al Prāna al fiato animatore delcosmo prelude allo ātman upanishadico anticipa glieroici furori di quei vati che sentiranno Dio in segrave stessi esegrave stessi in Dio Una riprova di ciograve che qui si affermanon egrave forse il fatto che nella seconda sezione dellaPraccedilna-Upanishad si trova un inno il quale egrave una evi-dente riduzione dellrsquoinno atharvanico XI 4

Inni atharvanici che cercano Dio nellrsquouomo i due inni alSostegno (X 7 X 8)

273 Ibidem strofe 10 11 15274 Ibidem strofe 21 26

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

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I due inni a Skambha ossia a quello che egrave il sostegnodellrsquouniverso rigurgitano di simbolismo e drsquoindovinellidestinati a restare in parte disperatamente insolubiliConstano ciascuno di 44 strofe nelle quali il vate si do-manda chi o che cosa egrave il vero fulcro del mondo e infi-ne nellrsquoultima strofa dellrsquoinno X 8 conclude laquonon temepiugrave la morte chi conosce lrsquoĀtman saggio mai vecchiosempre giovane esente da brame costante immortaleautogeno sazio di linfa vitale in nulla deficienteraquo Lagran parola egrave stata infine pronunziata ciograve che con reti-cenza si affermava che mediante perifrasi si lasciava in-tendere viene ora chiaramente e solennemente procla-mato il fulcro del mondo egrave lrsquoĀtman laquoDopo tanti effettidi luce scintillanti attraverso le nuvole il sole infine si falargo nella strofa finale con la parola Ātman e si rag-giunge una concezione dello Essere primordiale oltre laquale a differenza di tutte le altre concezioni egrave impossi-bile spingersiraquo275

Lrsquoanalisi che il Deussen ha fatto276 di questi due inniX 7 e X 8 e lrsquointerpretazione che di essi ha dato costi-tuiscono lo studio piugrave accurato profondo e geniale chefin qui possediamo sulle piugrave o meno oscure 88 strofeatharvaniche Non starograve a ripetere quanto il Deussen hascritto in proposito ma segnalerograve qualche nuovo puntodi vista dal quale si possono considerare i due inni se-gnatamente nelle loro relazioni con glrsquoinni atharvanici

275 Deussen Gesch I pag 314276 Ibidem pag 310-324

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che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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che giagrave abbiamo esaminati e sulla interpretazione deiquali discordiamo dal Deussen

Certo egrave la prima volta anzi lrsquounica che nellrsquoAtharva-veda si pronunzi la magica parola Ātman nel senso cheavragrave poi nelle Upanishad Ciograve fa dire allrsquoOldenberg277

che la strofa X 8 44 egrave certamente ben tarda Possiamorallegrarci di non sentire che egrave addirittura una interpola-zione Solo la scoria gode del privilegio drsquoessere credu-ta genuinamente antica Ma secondo il nostro modestoparere piugrave volte espresso la storia del pensierodellrsquoIndia ci mostra fino dai tempi piugrave antichi due cor-renti parallele quella della religione statica e formalistae quella della religione dinamica e progressiva Nonvedo nessuna ragione intrinseca per considerare la strofaX 8 44 come tardiva In essa si fa egrave vero menzionedellrsquoĀtman ma sostanzialmente non si afferma nullache non fosse giagrave entrato nella coscienza di molti se egravevero quanto abbiamo cercato di dimostrare che cioegravenei due inni dedicati alla esaltazione del corpo umanonellrsquoinno allo studente brahmanico e in quello al Prānasi egrave giagrave affermato vittoriosamente il principio che Dio egravenellrsquouomo e che il vero Brahma egrave lrsquoĀtman La strofa X8 44 non egrave una nota discordante nellrsquoAtharvaveda mase mai la nota piugrave alta drsquouna intera scala Essa infattisegue la strofa 43 la quale puograve ben chiamarsi una va-riante della strofa X 2 32 come risulta dal seguenteconfronto

277 Weltansch d Brāhmana-Texte pag 201 nota 2

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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laquoIl fior di loto dalle nove porte avviluppato nei treguna in esso quale folletto dotato di un ātman risiedalo sa soltanto chi conosce il Brahmaraquo (X 8 43)

laquoNel vasello aureo dai tre razzi che ha tre sostegni inesso quale folletto dotato di un ātman risieda lo sannoinvero quelli che conoscono il Brahmaraquo (X 2 32)

Il fior di loto e il vasello aureo vogliono rispettiva-mente designare il cuore dellrsquouomo sede dellrsquoĀtman Iltrovare che la stessa immagine del folletto (Yaksha) ri-corre nei due inni elimina ogni dubbio sulla loro strettaparentela Dunque giagrave nello inno X 2 32 si egrave raggiuntala piattaforma filosofica delle Upanishad e non aveva-mo bisogno della strofa X 8 44 per vedere bellrsquoe for-mata nellrsquoAtharvaveda la nuova dottrina dellrsquoĀtmanLrsquoimmagine del folletto si ritrova nella Kena-Upani-shad278 a dimostrare la superioritagrave del Brahma identifi-cato ormai con lrsquoĀtman su tutti gli altri dei

Del gran folletto ossia dellrsquoĀtman egrave fatta ancoramenzione in X 8 15 e X 7 38 In questa ultima strofaleggiamo

laquoUn gran folletto in mezzo ai mondi esercitandosi nelTapas si librograve sul dosso delle acque in lui sono confittitutti gli dei come nel tronco dellrsquoalbero i rami allrsquointor-noraquo

Skambha cioegrave lo stesso folletto egrave nato secondo lastrofa X 7 36 dalla fatica (ccedilrama) e dalla penitenza (ta-pas)

278 III 15-26

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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O mrsquoinganno o crsquoegrave qui una assonanza coi passi XI 526 XI 8 2 6 nel primo dei quali lo studente brahmani-co si esercita anche lui nel tapas sulla distesa delle ac-que primordiali precisamente come il gran folletto enel secondo passo i dieci dei ossia lrsquoapparato psichicoche formeragrave il corpo dellrsquouomo non trovano da venera-re in principio altro che il tapas ed il karman procedo-no in altri termini dal tapas e dal karman precisamentecome il gran folletto dal tapas e dallo ccedilrama Che in ccedilra-ma (sforzo fatica) si possa vedere una variante per kar-man (azione opera) mi pare senzrsquoaltro lecito

I due inni a Skambha si riallacciano dunque a tuttigli altri inni dellrsquoAtharvaveda nei quali la divinitagrave si cer-ca nellrsquouomo fanno parte drsquouna famiglia di inni rappre-sentano tutto un indirizzo di pensiero e non sono solicome vorrebbe il Deussen a permetterci di scoprirenellrsquoAtharvaveda la dottrina dellrsquoĀtman

A prescindere dai simboli enimmatici che abbondanonei due inni sono parecchie le strofe che si segnalanoper slancio lirico e profonditagrave di pensiero laquoVerso chiaspirandoraquo si chiede fra lrsquoaltro il vate laquosrsquoerge con la suafiamma il fuoco verso chi aspirando soffia il vento dachi vanno le quindicine e i mesi e lrsquoanno verso chi si af-frettano le due vergini di diverso colore la luce del gior-no e la tenebra della notte verso chi corrono anelanti leacqueraquo279

279 Atharv X 7 4-6

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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La risposta a queste domande si ha nel verso 17 tuttoche vive aspira a raggiungere il fulcro del mondo e laquoco-nosce il fulcro del mondo chi sa che Brahma egravenellrsquouomoraquo

Il Deussen avverte280 che qui srsquointende parlaredellrsquouomo cosmico del Purusha che comrsquoegrave detto nellastrofa 15 ha per vene lrsquooceano Ma non egrave forse perfettala corrispondenza fra macro- e microcosmo e dal puntodi vista filosofico non si equivalgono uomo cosmico edindividuo umano ātman universale ed ātman particola-re Lrsquoimportante egrave di vedere che il Brahma al pari ditutti gli altri principii supremi sacerdotali ossia Parame-shthin Prajāpati jyeshtham brāhmanam egrave subordinatoallrsquouomo

laquoUn ramo fittizio che sporge egrave preso dalla gente perla suprema realtagrave Grandi sono invero gli dei nati dalnon-essere eppure essi sono soltanto un mero membrodi Skambha Si affanna lrsquouomo ad invocare nomi connomi prima del levar del sole prima dellrsquoaurora mentrelrsquoIncreato nato che fu penetrograve in questo suo dominiooltre il quale nulla crsquoegrave di piugrave altoraquo281

LrsquoIncreato egrave naturalmente Skambha il Purusha cuifa da sgabello la terra e di cui il cielo egrave la testa lrsquoatmo-sfera il corpo sole e luna gli occhi il fuoco le fauci ilvento il respiro282

280 Allg Gesch I 1 pag 312281 Atharv X 7 31 25 31282 Ibidem str 32-34

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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Le maggiori assonanze con le Upanishad si rintrac-ciano facilmente nellrsquoinno X 8 il quale in alcune strofeparla di Skambha nei termini stessi che si adoprerannoper magnificare lrsquoātman ciograve che si muove e vola e neltempo stesso egrave immobile ciograve che alita e non alita ciograveche egrave piugrave sottile drsquoun capello e piugrave vasto dellrsquouniversociograve da cui sorge il sole e in cui tramonta si chiamaSkambha nelle strofe 11 25 16 dellrsquoinno X 8dellrsquoAtharvaveda si chiama ātman in Iccedilā-Upanishad 5Kāthaka-Up 2 20 21 Chāndogya-Up 3 14 3 Brha-daranyaka-Up 1 5 23 Skambha ed ātman sono dunquedue nomi dati alla stessa entitagrave anzi chi adoperava laparola Skambha pentitosi infine ha dichiarato di dar lapreferenza al vocabolo ātman secondo risulta dalla stro-fa X 8 44 piugrave sopra citata e discussa

Il valore filosofico del concetto di ātman

Quale che sia il vero significato etimologico della pa-rola ātman essa indubbiamente sta a designare il con-cetto dellrsquoio Ātman prima drsquoessere un sostantivo egrave ilpronome riflessivo e lagrave dove noi diciamo laquoconosci testessoraquo glrsquoindiani dicono laquoātmānam ātmanā paccedilyaraquo os-sia laquoscruta te stesso con te stessoraquo

Che la ricerca della divinitagrave sia infine sboccata nelconcetto dellrsquoio che il centro del miracolo il fulcro del-la vita religiosa sia stato intravveduto nellrsquoenimma dellacoscienza individuale giagrave nei remoti tempi dellrsquoAtharva-veda egrave un titolo di gloria imperitura che nessuno potragrave

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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mai contestare al popolo indiano Sbaglierebbe chi neltener dietro alla evoluzione del pensiero religioso vedi-co considerasse come mero oggetto di curiositagrave e soltan-to come dimostrazione della fervida ed irrequieta fanta-sia deglrsquoIndi il succedersi di tanti dii e delle piugrave svariatecredenze Abbiamo visto infatti politeismo kathenotei-smo monoteismo panteismo contendersi la palma esolo con uno sforzo di memoria riusciamo a ricordarcidella folla dei nomi degli dei oggi elevati sullrsquoaltare do-mani rovesciati nella polvere

In realtagrave sotto questa apparente anarchia religiosa ilpensiero fa le sue piugrave varie esperienze e si avvia allaconquista del vero e nulla vi puograve essere di piugrave interes-sante istruttivo e prezioso del veder culminare tantaesperienza religiosa nel concetto dellrsquoio dellrsquoātman

Non sembri paradossale lrsquoaffermazione che al puntodove ci ha condotti la nostra scienza erano giagrave arrivatiglrsquoIndiani ai tempi dellrsquoAtharvaveda

Tutti gli dei vedici sono costretti a fare postoallrsquoātman che egrave lrsquounica realtagrave il vero e solo miracoloche sfugge alla legge della causalitagrave il supremo arcanoche traccia i confini tra scienza e religione il centro si-curo drsquoogni vita spirituale la fonte drsquoogni speranza edrsquoogni nostro conforto

Sono due anni appena che lrsquoillustre fisico tedescoMax Planck pronunziava e consegnava poi alle stampequeste memorabili parole283

283 Kausalgesetz und Willensfreiheit oumlffentlicher Vortrag

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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laquoSe il cieco caso ed il miracolo debbono per ragionedi massima essere esclusi dalla scienza questa ha tutta-via tanto piugrave motivo di occuparsi della credenza nel mi-racolo Che tale credenza dai tempi piugrave antichi abbia intutta quanta lrsquoumanitagrave la piugrave larga diffusione egrave un fattonotorio rinnovantesi sotto infinite forme attraverso tutti isecoli che come tale insistentemente reclama una spie-gazione scientifica cioegrave causale La credenza nel mira-colo rappresenta come si sa nella storia culturaledellrsquoumanitagrave una forza reale drsquoimmensa importanza si egravepalesata profusamente benefica ha acceso eletti animi aipiugrave grandi eroismi ha egrave vero anche segnatamente lagravedove tralignograve in fanatismo prodotto incalcolabili jatturedevastato interi paesi e sacrificato innumerevoli inno-centi

Dovremmo aspettarci che la progressiva conoscenzascientifica e il suo crescente diffondersi fra i popoli civi-li della terra riuscissero ad opporre gradatamente allacredenza del miracolo una diga destinata a sempre piugravecrescere e rinsaldarsi col tempo Ma nulla di simile siavvera anzi proprio ai giorni nostri che tanto si vantanodrsquoessere progrediti la fede nel miracolo sotto le piugrave sva-riate forme come sarebbe a dire lrsquoOccultismo lo Spiri-tismo la Teosofia e comunque si vogliano chiamare tut-te le altre molteplici sfumature afferma lrsquoesser suo nella

gehalten in der Preussischen Akademie der Wissenschaften am 17Februar 1923 von Max Planck Berlin Verlag von JuliusSpringer 1923 pag 43 sgg

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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vasta cerchia dei colti e degli incolti piugrave che mai e a di-spetto dei tentativi di resistenza che da parte degli scien-ziati contro di essa ostinatamente son rivolti mentre perconverso i conati della lega dei monisti chiamata in vitaparecchi anni fa al suono squillante di fanfare i quali sipropongono di far sigrave che una visione delle cose del mon-do fondata sopra una base puramente scientifica vengada tutti abbracciata possono al paragone mostrare unben gramo risultato

Come spiegare questo fatto singolare Che in ultimaanalisi in fondo alla credenza nel miracolo per quantobizzarre e assurde sieno le forme che sovente essa assu-me abbia pure a trovarsi qualche elemento valido Chela scienza non abbia forse a dire lrsquoultima parola in tuttele questioni O per esprimerci piugrave chiaramente che allamentalitagrave puramente causale sia imposta in un certopunto una salda barriera che essa non puograve varcare

Crsquoegrave infatti un punto un punto solo nel vasto smisu-rato mondo della natura e dello spirito che non solopraticamente ma anche logicamente resta e resteragrave persempre inaccessibile ad ogni scienza e conseguentemen-te ad ogni osservazione causale questo punto egrave il pro-prio io Un punto meschino in mezzo al dominio deimondi eppure un mondo intero a sua volta il mondoche abbraccia tutto il nostro sentire volere e pensare ilmondo che accanto al dolore piugrave profondo in segrave nascon-

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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de la piugrave alta beatitudine lrsquounico possesso che nessunaforza di destino ci puograve strappare e che solamente con lanostra vita un giorno noi stessi abbandoniamohellip

hellip La impossibilitagrave di sottoporre il proprio io allalegge di causalitagrave egrave di origine logica della stessa speciedi quella che si contiene nellrsquoassioma una parte nonpuograve mai esser piugrave grande del tuttohellip Appena interve-niamo come soggetto conoscitivo dobbiamo rinunziaread un giudizio puramente causale sul nostro io presenteEgrave qui dunque il punto in cui la libertagrave di volere fa il suoingresso e piglia posto senza lasciarsi piugrave rimuovere dachecchessia

Riguardo al nostro io ci egrave lecito credere in possibilitagraveillimitate nelle piugrave gagliarde e strane forze dormienti inogni miracolo senza mai dover temere di poter un gior-no trovarci in conflitto con la legge di causalitagraveraquo

Cito queste parole appunto perchegrave provengono da uninsigne rappresentante drsquouna delle scienze piugrave esatte ar-bitro supremo e inappellabile circa i confini che si deb-bono tracciare fra scienza e religione Il solo miracoloche esiste egrave il nostro io come quello che sfugge alla leg-ge della causalitagrave ad ogni misurazione esperimento ri-produzione a tutti i metodi drsquoindagine che pel rimanen-te campo della natura la scienza vittoriosamente adope-ra Calcoli osservazioni statistiche macchine e stru-menti di precisione naufragano fatalmente sullo scoglio

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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dellrsquoarcano dellrsquoio Affermar ciograve significa affermare an-cora una veritagrave scientifica la suprema veritagrave che la verascienza onestamente pronuncia per poi cedere subito ilcampo alla religione

A conti fatti non dobbiamo forse ammirati tenderelrsquoorecchio alle antiche voci che dagli inni atharvanici sisprigionano e con forza drsquoirresistibile suggestione favo-leggiano intorno al folletto provvisto dellrsquoio

I vati indiani fecero presto a scoprire il segreto di nonvenire in conflitto con la scienza proclamando principioe fine del loro canto lrsquoātman autogeno sottratto alla vec-chiezza ed alla morte infinitamente piccolo infinita-mente grande il signore del passato del presente e delfuturo la dimora dalla quale esce fuori il sole al mattinoe nella quale torna la sera a riposare E veramente to-gliete via dallrsquouniverso lrsquoio cosciente e non ci saragrave piugravenegrave oggi negrave domani saranno tornate le tenebre del caos

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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Capitolo IIII Brāhmana e le Upanishad

I Brāhmana rappresentano esclusivamente il pensiero eglrsquointeressi della casta sacerdotale

Vanno sotto il nome di Brāhmana i numerosi e pode-rosi trattati di esegesi commento e illustrazione deiquattro Veda Sono evidentemente fattura del clero ilquale traendo la sussistenza dalla quotidiana esecuzionedi riti esterni tende magari inconsciamente a irrigidirela religione nel culto e a sostituire al lavorigraveo del pensie-ro e agli ardori del sentimento la meccanica ripetizionedi cerimonie liturgiche e pratiche sacrificali La genera-litagrave degli uomini non ama pensare e volentieri si adagianella comoda osservanza dei precetti tradizionali Egrave in-credibile tutto quello che di assurdo si puograve far credere epraticare agli uomini Ciograve si avvera soprattutto in mezzoagli indiani Il bisogno religioso in loro egrave gagliardissimoe incanalandosi tra le aride sabbie della consuetudine edel formalismo li trascina alle massime aberrazioni cosigravecome drsquoaltra parte li sospinge verso le piugrave alte vettedella speculazione e dellrsquoetica se riesce a svincolarsidalle pastoie del costume inveterato e della superstizio-ne La storia religiosa dellrsquoIndia ci mostra continuamen-te questi due estremi la piugrave abietta e cieca prosternazio-

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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ne allrsquoidolo il piugrave nobile ed illuminato slancio verso ildivino

Durante il periodo secolare dei Brāhmana lrsquoidolo nonegrave negrave questo negrave quel dio ma la pratica sacrificale tanto ilprete egrave riuscito a far credere nella efficacia straordinariadei versi che recita e di ogni atto che compie dinanziallrsquoara In altri termini durante il periodo dei Brāhmanail culto ammazza la religione difatti gli dei contanopoco o nulla in quanto che la loro potenza egrave subordinataa quella del sacrificio Nei Brāhmana osserva giusta-mente Hermann Jacobi284 laquoil sacrificio si differenzia daquello dei Greci dei Romani dei Germani ecc Non sifa lrsquoofferta a un dio per onorarlo propiziarselo o ringra-ziarlo Il sacrificio supera la potenza degli dei egrave un attotrascendente di magia di forma estremamente complica-ta nel quale tutte le manipolazioni le sentenze e i cantihanno un profondo significato e sono messe in relazionesegnatamente con le potenze cosmiche dellrsquouniversocon le forze spirituali e fisiche dellrsquouomoraquo

A credere ai Brāhmana il meglio della vita deglrsquoInditrascorreva nel compiere i preti il sacrificio e nellrsquoassi-stere ad esso e pagare per esso gli altri Crsquoerano real-mente dei sacrifici della durata di parecchi anni e per iquali si profondevano tesori Figuriamoci se a una talefonte di lucro poteva mai rassegnarsi a rinunziare il cle-ro e con quale e quanta diffidenza doveva guardare gli

284 Die Entwicklung der Gottesidee bei den Indern Bonn undLeipzig 1923 pag 3

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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evangelizzatori drsquoun nuovo verbo inteso a persuaderelrsquouomo che la coscienza individuale egrave la sola e vera sededi Dio e le buone o cattive opere sono lrsquoesclusivo viati-co e durante questa vita e nel viaggio drsquooltretomba apersuaderlo cioegrave che preti e riti sono una cosa super-flua poichegrave ognuno egrave sacerdote a segrave stesso e beneoprando compie il rito piugrave accetto alla divinitagrave

Di un tal nuovo verbo non abbiamo che scarse docu-mentazioni perchegrave quel che ci avanza della letteraturadi quei tempi remoti egrave produzione del clero Tuttavia ibarlumi filosofici che abbiamo sorpreso nel Rigveda enellrsquoAtharvaveda e la necessitagrave di ammettere un periododrsquoincubazione e di evoluzione di tutte le audaci teorieanticlericali che vedremo fiorire nelle Upanishad e neisistemi filosofici del Sānkhya e dello Yoga ci consento-no di ricostruire quel nuovo verbo che il clero piugrave omeno abilmente cerca di combattere e soffocare neiBrāhmana

Ātman e Brahman

Nel Rigveda e anche piugrave nello Atharvaveda egrave cospi-cua la tendenza a vedere nellrsquouomo riflettersi lrsquouniversonon solo fisicamente ma psichicamente Vero egrave che taleragguaglio tra lrsquouniverso e lrsquouomo dovette dal lato fisicopartire dal primo per giungere al secondo dal lato psi-chico invece partire dal secondo per giungere al primoIl processo naturale dellrsquoosservazione egrave in altri terminiil seguente prima si constata che fuori di noi crsquoegrave il fuo-

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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co lrsquoaria lrsquoacqua e la terra e poi si scopre che questiquattro elementi concorrono a formare il nostro organi-smo in quanto anche in noi crsquoegrave il fuoco sotto forma dicalore animale di luce visiva ecc crsquoegrave lrsquoaria sotto formadi respiro flatulenze ecc crsquoegrave lrsquoacqua sotto forma disangue umori ecc crsquoegrave la terra sotto forma di ossa car-ne ecc Ma fuori di noi non percepiamo una volontagrave unpensiero unrsquoanima In tanto possiam dire che anche ilcosmo vuole pensa ed ha una anima come ciascuno dinoi in quanto stabilita la equazione universo = uomodal lato fisico siamo dalla logica irresistibilmente spintia compiere lrsquoequazione invertendola uomo = universodal lato psichico Con la intuizione della medesimezzasostanziale dellrsquoanima individuale con lrsquoanima universa-le il centro della religione fatalmente si sposta i valorisrsquoinvertono e lrsquouomo piglia il posto e dei molti dei edellrsquounico Dio Il concetto dellrsquoātman in altri terminifavorisce al massimo grado le tendenze razionaliste facrollare ogni pantheon dagrave origine tuttrsquoal piugrave ad una di-vinitagrave panteistica che non si lascia effigiare in nessunmarmo e sopra nessuna tela Si puograve mai concepire uncredente inginocchiato ad adorare o pregare un idolodellrsquoātman Lrsquoātman si puograve adorare solo col pensiero egraveil dio del pensatore e del filosofo non egrave accessibile negravead incensi negrave a preghiere negrave a mistici ardori ed aspira-zioni Data una simile divinitagrave egrave naturale che per acce-dere ad essa egrave necessario uno sforzo del pensiero unaparticolare sapienza una visione etica in cui al sacrificiodegli dei o a Dio si sostituisca il retto operare

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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dellrsquouomo vale a dire al karma nellrsquoaccezione di praticaliturgica si sostituisca il karma nel significato di azionein generale

La parola ātman egrave stata pure pronunziata nello Athar-vaveda sebbene timidamente e a bassa voce Anzi lastessa reticenza con cui la si pronunzia egrave una prova cheincarnava unrsquoidea rivoluzionaria pericolosa

Come si comportograve il clero contro questo pericolo Sulsuolo occidentale si sarebbero accesi roghi a sterminaregli eretici sul suolo indiano che egrave stato sempre ignarodi persecuzioni religiose e ferace di tolleranza si seguigraveun metodo altamente politico e scaltro quello cioegravedrsquointorbidare le acque fondere a dispetto della logica ilconcetto laico e razionalista dellrsquoātman col concetto cle-ricale e simbolico del brahman cercando di dar la preva-lenza a questrsquoultimo Un ottimo spediente contro i nemi-ci egrave quello drsquoincorporarseli assimilarseli

Quanto logica perspicua evidente egrave lrsquoideadellrsquoātman altrettanto nebulosa oscura inafferrabile egravequella del brahman Johannes Hertel si egrave industriato re-centemente di dimostrare che sotto il nome di brahmansi nasconda der aus indogermanischer Zeit ererbteFeuerhimmel285 Hermann Jacobi acutamente osservache nello scegliere brahman a rappresentante dellrsquoAsso-

285 Mundaka-Upanishad kritische Ausgabe Leipzig 1924 HHaessel Verlag pag 17 Cfr dello stesso A lo studio su DasBrahman in laquoIndogermanische Forschungenraquo XLI 1923 pag185 sgg

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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luto kannte man den Namen eher als die Sache286 Her-mann Oldenberg afferma che brahman designa la paroladel Veda e insieme la sostanza e la forza magica ineren-te a tale parola e al brahmano che ne ha il monopolio incontrapposizione alla parola profana e allrsquouomo laico287

Indubbiamente brahman designa la scienza sacra tut-to quello in cui il brahmano ossia il prete crede di cui egraveorgoglioso designa la quintessenza clericale

Come mai un tale concetto poteva se non forzata-mente e per ragioni di opportunitagrave coesistere e scambiarle parti con quello dello ātman tanto fondatamente di-verso Per mero gusto non si calpesta mai la logica unmotivo di tornaconto crsquoegrave sempre Egrave quindi interessantevedere come nei Brāhmana si ammette lrsquoātman si ragio-na a fil di logica fino a un certo punto e poi brusca-mente per far luogo al brahman e metterlo sopra adogni cosa si affermano equivalenze assurde si farneti-ca si delira

In Taittirīya-Brāhmana 3 10 8 il prete attenendosialla teoria razionalistica la quale vede riflessi nellrsquoiodellrsquouomo singolo tutti gli elementi e le forze della natu-ra esterna dice laquoil fuoco egrave nella mia parola288 il vento

286 Op cit pag 3287 Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlnge des Buddhismuspag 46288 Giagrave avemmo occasione drsquoillustrare questo profondo concettoche il fuoco oltre a produrre in noi il calore animale egrave lrsquoelementobasico del fenomeno fisiologico-psichico del linguaggio

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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nel mio fiato il sole nel mio occhio la luna nel mio ma-nas i punti cardinali nelle mie orecchie lrsquoacqua nel mioseme la terra nel mio corpo le erbe e gli alberi nei mieipeli e capelli Indra nella mia forza Parjanya nel miocapo Rudra nella mia collera lrsquoātman (cosmico) nelmio ātmanraquo Un pensatore laico come quello atharvani-co che proclama il folletto dotato drsquounrsquoanima la basedellrsquouniverso si sarebbe fermato qui nel processodrsquoidentificazione lrsquoātman (cosmico) egrave nel mio ātmanInvece il prete brahmanico aggiunge laquolrsquoātman egrave nel miocuore il cuore in me io in ciograve che egrave immortale ciograve cheegrave immortale nel Brahmanraquo Ecco come quello che egravechiaro diventa oscuro quello che egrave logico diventa illogi-co come il brahman intrudendosi intorbida le acque e sivanta di avere sullrsquoātman una superioritagrave che razional-mente non gli si puograve riconoscere

Nello Ccedilatapatha-Brāhmana 13 7 1 1 leggiamo laquoilBrahman lrsquoautogeno praticograve lrsquoascesi poi considerogravenellrsquoascesi non crsquoegrave davvero lrsquoinfinito orsugrave voglio sacri-ficare me stesso negli esseri e gli esseri in me stesso Ecosigrave fece e con ciograve ottenne il primato lrsquoassoluto domi-nio la supremazia su tutti gli esseriraquo

In questo passo il brahman ha preso arbitrariamente ilposto di Viccedilvakarman Le due figure classiche che crea-no il mondo mediante il sacrificio di segrave stessi sono Viccedil-vakarman e Purusha Se il lettore ricorda quanto venim-

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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mo esponendo a proposito degli inni rigvedici X 81 82X 90 capiragrave subito perchegrave al prete brahmanico convie-ne eliminare le due figure della speculazione laica e adesse sostituire il brahman la figura della speculazioneclericale

A proposito di Viccedilvakarman il Deussen osserva chesolo sporadicamente fa la sua comparsa nei Brāhmanaed in generale viene fuso con Prajāpati e Brahmanaspa-ti Lrsquoosservazione egrave giusta e preziosa ma la motivazioneche il Deussen dagrave a questo fatto non mi sembra la veralaquola figura di Viccedilvakarman era troppo astratta il concettodi un Fattore universale troppo si adattava ad ogni altroprincipio creatore perchegrave non si fondesse con questoagevolmente e glrsquoinni del Rigveda X 81 82 erano trop-po oscuri ed impopolari per consentire che su di essi sifosse potuto costruire una figura concretaraquo289

Ma erano forse piugrave concreti Prajāpati Brahmanaspatie soprattutto il brahman La vera ragione del relega-mento nellrsquoombra inflitto a Viccedilvakarman si trova nellasua natura di concetto razionale prestantesi a sviluppi dispeculazione anticlericale

Nei Brāhmana a volte le concessioni che si fanno aiconcetti razionalistici incarnati nel Prāna nel Purusha enellrsquoĀtman sono cospicue Anche fra i preti crsquoera chimeno si lasciava preoccupare dagli interessi della castae si abbandonava al fascino della disinteressata indaginedel vero Se non che le dette concessioni o prima o poi

289 Allg Gesch I 1 pag 179

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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restano annullate da qualche inopportuno intervento delbrahman di Prajāpati o di altra personificazione di con-cetti clericali

Mi limiterograve a citare il passo dello Ccedilatapatha-Brāhma-na 10 3 3 6

laquoQuando lrsquouomo dorme la parola rientra nel Prāna(ossia nel fiato concepito come supremo principio vita-le) e occhio manas orecchio rientrano nel Prāna Equando lrsquouomo si desta tornano quelli ad uscir fuori dalPrāna Tanto in riguardo allrsquoio In riguardo ora alla divi-nitagrave (ossia al mondo esterno personificato) quello che egravela parola (in me) egrave il fuoco (fuori di me) quello che egravelrsquoocchio (in me) egrave il sole (fuori di me) quello che egrave ilmanas (in me) egrave la luna (fuori di me) quello che egravelrsquoorecchio (in me) sono i punti cardinali (fuori di me)ma quello che egrave il Prāna (in me) egrave quel vento che purifi-cando spira (fuori di me) Se dunque il fuoco si spegneesso rientra nel vento hellip se il sole tramonta esso rien-tra nel vento e la luna e i punti cardinali analogamenterientrano nel vento e dal vento escono fuori E chi sa-pendo ciograve parte via da questo mondo rientra egli con laparola nel fuoco con lrsquoocchio nel sole col manas nellaluna con gli orecchi nei punti cardinali e col fiato nelvento e divenuto cosigrave della natura di queste cose inqualunque di esse egli desideri in essa immedesimando-si trova paceraquo

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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Questo passo non avrebbe da invidiare nulla allo innoatharvanico al Prāna se non restasse infirmato pocodopo da questo assurdo mito cosmogonico290

laquoDopo aver sacrificato Prajāpati formulograve questo de-siderio possa io diventare lrsquouniverso E diventograve il Prā-na perchegrave il Prāna egrave lrsquouniverso Se non che il Prāna egravecolui che spira ligrave fuori e purifica e costui egrave PrajāpatihellipE tutto ciograve che respira egrave pure Prajāpatihellipraquo

Ecco daccapo che alla logica si sostituisce il vanilo-quio e al concetto razionalista del Prāna uno sbiaditosimbolo mitologico e clericale

Non egrave a credere per altro che in questa costante pre-occupazione del clero di mantenere in vita i simboli teo-logici e liturgici a scapito delle idee della speculazionerazionalista si nasconda sempre la mala fede Egrave incredi-bile quanto lrsquouomo si affeziona agli strumenti del pro-prio mestiere e a persuadere segrave stesso che il suo mestiereegrave il piugrave nobile il piugrave utile il piugrave indispensabile nellrsquoeco-nomia dellrsquointero universo Il campanaro che come hadetto un poeta francese ammazza i vivi per onorare imorti egrave convinto sinceramente che il mondo non an-drebbe piugrave avanti se non ci fosse chi suona le campaneQuelle che a noi sembrano e in realtagrave sono bizzarrefantasie e assurde cerimonie erano per la generalitagrave deibrahmani oggetto di sacra venerazione Fin le parole e imetri deglrsquoinni assumevano un valore trascendente emai tensione di spirito fu maggiore di quella dei preti

290 Ccedilatapatha-Brāhmana 11 1 6 17

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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ufficianti nellrsquoatto di recitar formule senza senso o diversar vanamente burro liquefatto nel fuoco o di cantarda mentecatti osanna al succo dellrsquoasclepias acida sgor-gante di sotto ai frantoi Sono tanto piugrave delle ragionevolile cose irragionevoli che compie e in cui giura lrsquouomo

Certo non fecero difetto i furbi e glrsquoimpostori e furbied impostori sono chiamati difatti i brahmani dai mate-rialisti che abbiam ragione di credere fecero la lorocomparsa assai per tempo sul suolo dellrsquoIndia Malrsquoaccusa generica mossa da questi materialisti contro ilclero egrave ingiusta Il piugrave dei brahmani credeva ciecamentenella santitagrave del brahman e nella efficacia onnipotentedei riti Sebbene irriducibili antagonisti i due concettidellrsquoātman e del brahman apparvero alla mente di moltila stessa e identica cosa Ciograve egrave vero non solo nel periododei Brāhmana ma anche in quello delle Upanishad e adagevolare tale identificazione dovette indubbiamentecontribuire il fatto che tanto lrsquoātman quanto il brahmansono due idee astratte Il brahman al pari dellrsquoātman egravequalche cosa drsquoimpersonale non egrave suscettibile di venirerappresentato egrave una divinitagrave panteistica che sta al verti-ce della piramide della scienza liturgica cosigrave comelrsquoātman egrave una divinitagrave panteistica che sta al vertice dellapiramide della scienza identificatrice del macro- e delmicrocosmo Nemmeno il brahman potegrave mai godere digrande popolaritagrave perchegrave le masse rifuggono dalle ideeastratte e adorano soltanto glrsquoidoli concreti Il brahmanfu il dio della casta sacerdotale che si vantava di posse-

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dere nella pratica del sacrificio il maggiore strumento dipotenza non solo sugli uomini ma sugli stessi dei

Lrsquoagguagliamento di brahman e di ātman ritardograve manon potegrave impedire la loro finale separazione Fondamen-talmente diversi dalle origini artificiosamente associatiper un lungo periodo divorziano infine irremissibilmen-te Era fatale che la speculazione razionalista si disfa-cesse pure dellrsquoātman cosmico come quello che era tra-scendente e non ammettesse che lrsquoātman individualesolo immediatamente percepibile dalla coscienza Il si-stema del Sānkhya ammette infatti le anime singolelrsquoinfinito numero dei purusha ma non conosce un Puru-sha o un ātman universale E ciograve nonostante il Sānkhyanon egrave fuori dellrsquoortodossia tanto longanimi e tollerantifurono i brahmani Bisogna che si arrivi a negare anchelrsquoātman individuale lo si consideri come una serie distati di coscienza transitori si giunga cioegrave al Buddhi-smo perchegrave la infinita condiscendenza brahmanica cessie gridi allrsquoeresia

Ho detto che brahman ed ātman sono fondamental-mente diversi dalle origini e non posso in verun modoaccedere alla opinione del Deussen il quale vuole che ilconcetto di ātman derivi da quello di brahman per unmero acuirsi del momento soggettivo291 Che la storiadellrsquoātman non possa ricostruirsi sulla base dei testi cosigravecome agevolmente si ricostruisce quella del brahman egraveuna prova anzi che un ostacolo ad ammettere la tesi

291 Op cit pag 284

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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dellrsquoOldenberg esserci state due correnti una clericaleche elevograve il brahman lrsquoaltra filosofica che elevograve lrsquoātmana principio supremo Non bisogna dimenticare che laletteratura laica di quei tempi ci sfugge interamente292 ela si deve inferire dai documenti letterari della castabrahmanica gli unici e nemmeno integralmente a noipervenuti Come pretendere di ricostruire sulla base deitesti la storia dellrsquoātman Ma intravvedere essa si puograveanzi si deve se non si vuole ammettere che durante unperiodo secolare tutta lrsquoIndia abbia sragionato

Nei Brāhmana osserva Stanislav Schayer293 si pos-sono distinguere quattro tendenze la ritualistica rappre-sentata dai yajntildeikāh la filosofica rappresentata dagli āt-mavidah la etimologica o dei nairuktāh e la storico-mitologica o degli aitihāsikāh Fra queste la tendenza fi-losofica si basa sulla teoria del prāna e dellrsquoātman

Che al tempo di Yāska continua lo Schayer questetendenze sieno realmente esistite ognuna in segrave e per segravenon occorre contestare ma che giagrave al tempo dei Brāhma-na esse sieno esistite egrave oltremodo inverosimile

Appunto lagrave dove lo Schayer vede la inverosimiglian-za vedo la verosimiglianza perchegrave considero i Brāhma-na come un tentativo del clero di conciliare le varie ten-

292 Johannes Hertel Die Weisheit der Upanischaden zweiteAuflage Muumlnchen 1922 pag 1293 Die Struktur der magischen Weltanschauung nach demAtharva-Veda und den Brāhmana-Texten Oskar Schloss VerlagMuumlnchen-Neubiberg 1925 pag 32 e 33

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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denze in modo da salvare e favorire gli interessi liturgicie formalistici Lrsquoeclettismo non precede ma segue la va-rietagrave delle tendenze e dei sistemi

Le Upanishad che cosa sono come si classificano a qualeepoca rimontano loro carattere esoterico

Ognuno dei quattro Veda ha i suoi Brāhmana o libridi esegesi e di commento ed ogni Brāhmana contieneuna sezione intitolata Aranyaka vale a dire un capitoloteologico da studiarsi o meglio meditarsi nella selva(aranya) Parte integrante di ogni Aranyaka egrave la Upani-shad che puograve essere lunga o anche brevissima e costitui-sce il vero e proprio oggetto della meditazione del romi-to Talchegrave ciascuno dei quattro Veda oltre ad avere i suoiBrāhmana ha anche le sue Upanishad le quali anzi rap-presentano la conclusione dei Veda lrsquoultima loro parolalrsquoestrema rivelazione teosofica con la quale i Veda han-no termine (Vedānta)

Appartengono al Rigveda la Aitareya-Upanishad e laKaushītaki-Upanishad mentre le Upanishad del Sāma-veda vanno sotto il nome di Chāndogya- e di Kena- Frale Upanishad piugrave famose del Yajurveda si annoverano laBrhadāranyaka- la Iccedila- la Taittirīya la Kāthaka- e laCcedilvetaccedilvatara- LrsquoAtharvaveda vanta il piugrave gran numerodi Upanishad fra le quali primeggiano la Mundaka- laPraccedilna- e la Māndūkya- Lrsquoappartenere ad un Veda piugraveche ad un altro non muta sostanzialmente il caratteredella Upanishad la quale egrave sempre una disquisizione fi-losofico-religiosa intorno allrsquoātman Non senza ragione

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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lo Atharvaveda egrave il piugrave ricco di Upanishad non fu essoche primo ebbe il coraggio di parlare del folletto dotatodrsquounrsquoanima e di proclamare lrsquoātman superiore a tutto

Non egrave a credere perograve che le Upanishad dello Athar-vaveda godano drsquouna autoritagrave maggiore Nessuna diesse anzi puograve stare a pari della Brhadāranyaka- che ap-partiene al Yajurveda o della Chāndogya- che appartieneal Sāmaveda Le Upanishad atharvaniche sono in massi-ma parte prodotti seriori e come tali hanno una impor-tanza secondaria

Quali sono le Upanishad piugrave antiche e venerande egraveuna questione ardua e dibattuta Poichegrave esse risultanoquasi tutte di parti piugrave antiche e di parti evidentementeseriori torna malagevole determinarle cronologicamen-te Il Deussen che nonostante gli attacchi mossigli di re-cente resta pur sempre la massima autoritagrave nel campodegli studi upanishadici divide294 le Upanishad in quat-tro gruppi

I quelle in prosa e piugrave antiche ossia la Brhadā-ranyaka- la Chāndogya- la Taittirīya- la Aita-reya- la Kaushītaki- e la Kena- (che per averela prima parte in versi sta al confine)

II quelle in versi (Kāthaka- Iccedilā- Ccedilvetaccedilvatara-Mundaka- Mahānārāyana-)

III quelle piugrave recenti in prosa (Praccedilna- Maitrāya-nīya- Māndūkya)

294 Allg Gesch I 2 pag 23 sgg

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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IV le atharvaniche posteriori

Tale divisione viene convalidata dallrsquoautoritagrave di Her-mann Jacobi295 e non ci pare di doverla ripudiare negrave intutto negrave in parte prima che Johannes Hertel non giunga adimostrare ciograve che ha bensigrave affermato ma non ancoraprovato laquoessere falso che la Chāndogya- e la Brhadā-ranyaka- sieno tutto sommato i testi upanishadici piugraveantichiraquo296

Lrsquoetagrave delle Upanishad non puograve staccarsi molto daquella dei Brāhmana e porre lrsquoottavo secolo av Ccome ultimo termine a quo non significa andare troppolontano dal vero

Il loro nome le Upanishad lo ricevono generalmentedalla scuola vedica (ccedilākhā) alla quale si riconnettonoper es lrsquoAitareya- egrave detta cosigrave percheacute appartiene allascuola degli Aitareyn la Katha- alla scuola dei Katha evia dicendo

Etimologicamente upanishad significa il sedersi chealtri fa ai piedi drsquoun altro in segno di omaggio e perascoltarne con attenzione la parola Lo scolaro segnata-mente egrave colui che upa-ni-shīdati ossia si pone a sedereai piedi del maestro che sta per impartirgli un insegna-mento Tale significato etimologico la parola upanishadnon ha piugrave ma sigrave quello di rivelazione drsquoun segreto in-segnamento esoterico dottrina sic et simpliciter Ognu-

295 Die Entwicklung der Gottesidee pag 6 e 19296 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig Haessel1924 pag 11

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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no perograve vede il nesso fra questi ultimi significati equello etimologico lrsquoatto del sedersi dello scolaro osse-quiosamente egrave passato a designare addirittura uno spe-ciale insegnamento che il maestro impartisce in segretoa uno scolaro prediletto

A documentare il significato corrente del vocaboloupanishad gioveragrave ricordare i seguenti passi in Chāndo-gya- I 13 4 egrave detto che la parola munge il suo latte acolui che conosce lrsquoupanishad dei canti ossia evidente-mente il loro senso mistico riposto in Taittirīya- nelbel principio (terzo anuvāka) si parla della upanishadche crsquoegrave nellrsquounire le lettere fra loro e cioegrave di una forzamisteriosa ed arcana in Brhadāranyaka- II 1 20 la upa-nishad ossia la definizione esoterica dellrsquoātman egravelaquorealtagrave della realtagraveraquo in Ccedilvetāccedilvatara- V 6 si accenna adun mistero upanishadico che egrave la matrice del Brahman

Basterebbero giagrave queste citazioni per dimostrare il ca-rattere esoterico delle Upanishad e far correre il nostropensiero ai microυστήρια dellrsquoEllade come ad utile terminedi confronto Si tratta drsquoinsegnamenti religiosi custoditigelosamente e riputati il fior fiore della sapienza Difattiin Chāndogya- III 5 1 2 4 le Upanishad sono chiamateguhyā ādeccedilāh val quanto dire insegnamenti segreti ra-sānām rasāh essenze delle essenze amrtānām amrtāninettari dei nettari Nella stessa Chāndogya III 11 3-6leggiamo che il sole non sorge e non tramonta piugrave perchi conosce lrsquoUpanishad del Brahman ma il meriggio egraveeterno che questa Upanishad fu rivelata a Prajāpati daBrahma a Manu da Prajāpati alle creature da Manu e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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Uddālaka Aruni quale figlio primogenito dal proprio pa-dre che perciograve essa va rivelata soltanto ad un figlioprimogenito o ad uno scolaro fidato e a nessun altromai chiunque egli sia anche se questi offra la terra contutti i suoi tesori perchegrave quella Upanishad vale di piugravevale certo di piugrave

In Mundaka- I 1 4 5 si contrappone ad una scienzainferiore una scienza superiore e questa egrave la dottrinaupanishadica mediante la quale si raggiunge ciograve che egraveeterno e indefettibile (aksharam)

In Ccedilvetāccedilvatara VI 22 23 si parla di un mistero su-premo che fu proclamato anticamente come ultima pa-rola dei Veda e si aggiunge laquotale supremo mistero nonva dato in dono a chi non ha domato le passioni negrave aduno che non egrave figlio o almeno scolaro Al magnanimoche ha somma devozione a Dio e che come a Dio egrave de-voto al maestro questi sensi arcani rivelati saranno lucesaranno luceraquo

Perchegrave circondare di tanto mistero lrsquoinsegnamentoupanishadico sottrarlo alle masse e limitarlo a pochieletti Perchegrave tanta boria ed avarizia nel possesso di su-periori veritagrave spirituali

LrsquoIndia pare abbia capito assai per tempo che la reli-gione delle anime e degli intelletti drsquoeccezione non puogravee non deve essere quella delle masse A divulgare certeveritagrave si fa un doppio danno le si snaturano e corrompo-no e si scandolezza il prossimo Resta ancora da stabili-re se la vera sapienza si sia avvantaggiata piugrave dai cena-coli chiusi o dalle schiere di apostoli avidi di proseliti e

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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pronti al martirio Sta di fatto che i veggenti upanishadi-ci vollero essere un cenacolo chiuso ed ignorare ognifervore di proselitismo Forse anche caritagrave di patria edellrsquoantico mestiere tolse loro ogni voglia di catechizza-re le turbe dove sarebbero andati a finire i vecchi iddiiil culto e la sussistenza dei preti se tutto il popolo sifosse persuaso della veritagrave dellrsquoātman

Ma ha poi ragione il veggente upanishadico di procla-mare che la dottrina di cui egrave in possesso vale piugrave dellaterra con tutti i suoi tesori Sono realmente le Upani-shad una rivelazione spirituale drsquoordine superiore

Ho giagrave piugrave volte avuto agio drsquoaffermare che nei pro-dotti letterari dellrsquoIndia si trova quasi sempre accomu-nato il sublime col volgare il volo piugrave alto del pensierocol piugrave umile vaneggiamento il lampo del genio con lafitta tenebra della piugrave insanabile superstizione Le Upa-nishad non fanno eccezione alla regola

La Brhadāranyaka- per esempio che per concordegiudizio degli studiosi egrave una gemma letteraria drsquoinesti-mabile valore corre rischio essa stessa drsquoessere scam-biata per una grossolana impostura se ad apertura di li-bro gli occhi del lettore che non la ha ancora tutta per-corsa e meditata si posano per caso su alcuni non raris-simi passi

Uno di questi si trova in VI 4 10 e suggerisce il mez-zo di rendere sterile lrsquoaccoppiamento con la propriadonna Tale mezzo consiste nel tirar prima il fiato dentroe poi emetterlo fuori in precedenza dellrsquoamplesso finalee nel dire alla donna laquocol seme che egrave forza io ti sottrag-

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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go il semeraquo Si puograve cosigrave esser sicuri che il concepimentonon avverragrave Il problema che tanto affaticograve la mente diMalthus trova come si vede una soluzione insperata

Noi abbiamo rinunziato al tentativo drsquoindurre un ses-so piugrave che un altro nel nascituro ma la Brhadāranyaka-ci rivela non solo il modo che si ha a tenere perchegrave na-sca un maschio o una femmina ma assai di piugrave laquochi de-sidera che gli nasca un maschio di colore bianco chestudi un solo Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagravedeve far cuocere una zuppa di riso e latte la manginopoi lui e la moglie non senza averla prima condita conburro chiarificato per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un maschio di colore brunocon occhi scuri che studi due Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocer una zuppa di riso e latteacido condita di burro chiarificato la mangino poi lui ela moglie per diventare atti a tale generazione ndash Chidesidera che gli nasca un maschio di colore nero conocchi rossicci che studi tre Veda e tocchi lrsquoestremo li-mite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa di riso consola acqua condita di burro chiarificato la mangino poilui e la moglie per diventare atti a tale generazione ndashChi desidera che gli nasca una femmina dotta che tocchilrsquoestremo limite dellrsquoetagrave deve far cuocere una zuppa diriso e sesamo condita di burro chiarificato la manginopoi lui e la moglie per diventare atti a tale generazione Chi desidera che gli nasca un figlio dotto celebre fre-quentatore di assemblee ed oratore suasivo che studitutti e quattro i Veda e tocchi lrsquoestremo limite dellrsquoetagrave

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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deve far cuocere una zuppa di riso con carne condita diburro chiarificato la mangino poi lui e la moglie per di-ventare atti a tale generazione Non importa se la carnesia di bove o di tororaquo297

Chi scriveva queste puerilitagrave era in buona o in malafede Quasi quasi si preferirebbe credere alla mala fedee allrsquoimprontitudine del ciarlatano per non disperare delbuon senso indiano

Ebbene nello stesso testo che contiene di siffatte ba-lordaggini si trova espresso298 lrsquoassioma che il soggettodella conoscenza non puograve diventare oggetto di cono-scenza a segrave stesso che la coscienza non puograve aver co-scienza di segrave assioma logico drsquoimportanza capitale cherivela una perfetta maturitagrave filosofica e che consente difissare con sicurezza il punto centrale drsquoogni indaginemetafisica e drsquoogni fede religiosa Torneremo sullrsquoargo-mento e avremo agio di citare numerosi altri passi de-sunti da varie Upanishad e tutti comprovanti quanto fa-migliare fosse giagrave alla mente indiana il detto assioma

E un altro esempio mi piace allegare del come nelleUpanishad sentiamo parlare un idiota che tratto tratto sitrasforma miracolosamente in un oracolo

In Chāndogya- altro venerando testo upanishadicoleggiamo299 che al tempo della lotta per lrsquoegemonia fradei e demoni figli tutti di Prajāpati i primi pensarono di

297 Brhadāranyaka- VI 4 14-18298 II 4 14299 I 2 1-2

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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sconfiggere i secondi valendosi dellrsquoudgītha ossia dellaterza e piugrave importante sezione di un canto (sāman) chia-mato rathantara e venerarono tale udgītha come fiatoche passa nelle narici Se non che i demoni lo trafisserocol male e perciograve si fiutano tanto i buoni quanto i cattiviodori

In questo vaniloquio crsquoegrave unrsquoassurda fusione di mito-logia di liturgia e di filosofia intesa da una parte adesaltare un canto del Sāmaveda (la Chāndogya infatti egraveuna Upanishad del Sāmaveda) dallrsquoaltra a mostrare lasuperioritagrave del prāna su tutti gli altri organi Il prāna os-sia il fondamentale principio vitale non percepisce piugrave ibuoni e i cattivi odori perchegrave egrave al di lagrave del bene e delmale

Ad ogni modo quando si legge che il nostro naso fiu-ta non soltanto i buoni ma anche i cattivi odori perchegraveun giorno i demoni trafissero con lrsquoarma del male uncanto onorato come simbolo del fiato nasale dagli deiche se ne volevano servire contro i demoni stessi si haragione di dire egrave lrsquoidiota che parla Eppure altre voltequesto voler mettere in relazione le funzioni fisiologichedel nostro organismo con fenomeni cosmici il sorpren-dere in altri termini una corrispondenza fra leggi psi-chiche fisiologiche e fisiche costituisce nelle Upani-shad una geniale intuizione

E difatti nella stessa Chāndogya- che ci ha delusocon la bessaggine del perchegrave il naso percepisce tanto i

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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buoni quanto i cattivi odori troviamo un mito cosmogo-nico300 che ci fa dire egrave lrsquooracolo che parla

laquoIn principio crsquoera lrsquoessere ma solo e senza un secon-do Alcuni dicono in principio crsquoera il non essere soloe senza un secondo perciograve dal non essere si egrave originatolrsquoessere Ma come puograve essere possibile che dal non esse-re tragga origine lrsquoessere No in principio crsquoera lrsquoesse-re ma solo e senza un secondo E lrsquoessere pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise fuoco Il fuocopensograve possa io moltiplicarmi aver prole ed emiselrsquoacqua perciograve sempre che lrsquouomo si accalora suda dalcalore infatti si origina lrsquoacqua Lrsquoacqua pensograve possaio moltiplicarmi aver prole ed emise le biade perciogravesempre che piove nascono biade abbondanti dallrsquoacquainfatti si originano le biade e ogni altra cosa mangiati-varaquo

Qui come si vede esula ogni preoccupazione mitolo-gica e liturgica e campeggia la sola osservazione natura-listica che consente al pensatore di toccare il fondo delproblema delle origini Lrsquoeliminare lrsquoipotesi che possadal nulla venir fuori il mondo rivendica subito al veg-gente upanishadico e alla razza cui appartiene lrsquoistintoscientifico e la superioritagrave intellettuale Un principiolrsquoessere non puograve averlo avuto la creazione dal nulla egraveinconcepibile da una mente scientifica e al posto dicreazione bisogna sostituire il concetto di emanazioneResta cosigrave esclusa lrsquoidea di un Dio creatore e viene aper-

300 VI 2 1-4

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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ta la via a quello che saragrave il domma buddhistico lrsquoio in-dividuale senza principio e senza fine Giagrave sotto lrsquoEsse-re di cui parla il veggente upanishadico si nascondelrsquoātman lrsquoio individuale Il fuoco che lrsquoEssere emetteper moltiplicarsi egrave infatti la fiamma drsquoamore che irresi-stibilmente spinge lrsquouomo a riprodursi Che lrsquoacqua siauna emanazione del fuoco trova la sua conferma in trefenomeni fisiologici dellrsquoio individuale oltre che dal fe-nomeno fisico della pioggia che segue gli ardori solariil fuoco amoroso si risolve in sperma il fuoco dellrsquoatti-vitagrave in sudore il fuoco del dolore in lagrime Dallrsquoacquasi origina il cibo chegrave dopo la pioggia spuntano le biadeIl vate upanishadico non trova nessuna corrispondenzafra questo fatto fisico e un fatto della vita fisiologica opsicologica dellrsquouomo Forse ai suoi tempi non era il su-dore della fatica che comprava il nutrimento e perciogravelrsquoimmagine gli egrave rimasta nella penna

Per quanto strani e fantastici possano sembrare a pri-ma vista questi ravvicinamenti essi hanno in ultimaanalisi il valore drsquouna rivelazione per tutti quelli chechiudono gli occhi davanti alla unitagrave sostanziale del co-smo e sono assuefatti a concepire la scienza come divisain tanti compartimenti stagni non comunicanti fra loroSiamo troppo avvezzi in questo nostro occidente a con-siderare la nostra vita individuale come avulsa dal restodel mondo e indipendente dalla vita cosmica Lrsquoindianodimentica il suo io nel Tutto e col Tutto srsquoidentificalrsquouomo moderno occidentale dimentica il Tutto nel pro-prio io e col proprio io srsquoidentifica Avremo occasione

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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di tornare su questo argomento nelle pagine che seguo-no e di chiarire il nostro pensiero con maggiore ampiez-za e precisione

Nelle Upanishad parla dunque a volte un idiota avolte un oracolo Negrave si creda che questo oracolo sia lavoce della sapienza come siamo usi a figurarcela noifrutto vale a dire di grande studio e grande erudizioneContro questa sapienza appresa dai libri le Upanishadnon risparmiano sentenze severe e condanne Il saggioNārada recasi da Sanatkumāra e gli dice laquoconosco ovenerando tutta la scienza sacra e profana ma non co-nosco la dottrina dellrsquoātman ed ho udito dai pari tuoiche chi la conosce si affranca dal dolore Orbene (contutta la mia scienza sacra e profana) io mi sento infelicedeh vogli o venerando farmi valicar lrsquoafflizione E alui Sanatkumāra rispose tutto ciograve che hai studiato egrave sol-tanto nomeraquo301 ndash Vājntildeavalkya nel famoso dialogo colre Janaka anche piugrave crudamente sentenzia laquoil saggiobrahmano che ha conosciuto lrsquoātman prenda le sue riso-luzioni negrave pensi piugrave alle molte parole (dei Veda) cheservono solo a stancare la voceraquo302 ndash In Chāndogya-leggiamo laquodi chi sa molto ma non ha pensiero la gentenon si cura ma sta a sentire chi ha pensiero e magari sapocoraquo303 ndash In Brhadāranyaka si trova perfino il riscon-tro alla massima evangelica che se non si diventa come i

301 Chāndogya- VII 1 3-4302 Brhadāranyaka- IV 4 21303 VII 5 2

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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piccoli fanciulli non si entra punto nel regno dei cieli304laquoil brahmano spogliandosi di tutto ciograve che lo ha resodotto deve diventare un fanciulloraquo305 ndash Quella delleUpanishad non egrave dunque la sapienza che deriva dallostudio ma unrsquoaltra ben diversa che egrave nascosta in noi etratta fuori del suo nascondiglio solo dalla introspezionee dalla intuizione Si tratta come risulta evidente drsquounadottrina mistica drsquouna veritagrave drsquoordine superiore che ren-de ipso facto lrsquouomo che ne egrave in possesso onniscienteChi conosce lrsquoātman ripetono a ufo le Upanishad noncrsquoegrave piugrave cosa che non conosca Come dice Uddālaka alfiglio Ccedilvetaketu conosciuto che si sia un pezzo drsquoargillasi puograve dir di conoscere tutto ciograve che egrave fatto drsquoargilla unsolo bottone di ottone tutto ciograve che egrave fatto drsquoottone unsolo paio di forbici di ferro tutto ciograve che egrave fatto di ferrodel pari conosciuto che si sia lrsquoātman si puograve dir di sape-re quel che non egrave stato ancora appreso di aver pensato aquello a cui non si egrave ancora pensato di aver capito quel-lo che non egrave stato ancora capito306 ndash Ccedilaunaka si accostarispettosamente ad Angiras e gli domanda laquoo veneran-do che egrave mai ciograve che conosciuto che si sia tutto questomondo resta conosciutoraquo307

La sapienza upanishadica oltre a questo vanto dicomprendere in segrave tutto lo scibile e di dar fondo a tutto

304 Matteo XVIII 3305 III 5 1306 Chāndogya- VI 1 2-5307 Mundaka- I 1 3

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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lrsquoUniverso accampa anche lrsquoaltro di poter far raggiun-gere allrsquouomo la cosa che egli sa di farlo diventare que-sta cosa stessa laquocolui che conosce ciograve che vrsquoha di piugravenobile ciograve che vrsquoha di migliore diventa il piugrave nobile ilmiglioreraquo308 e bene fece Anquetil Duperron a metterecome motto sulla sua versione dellrsquoOupnekhat la famo-sa sentenza della Mundaka-309 laquoche invero conosce ilsupremo Brahman diventa egli stesso il Brahmanraquo (yoha vai tat paramam brahma veda brahmaiva bhavati)

Sono queste le caratteristiche principali che deve te-ner presenti chi si accinga alla lettura delle UpanishadSe esse sieno una dottrina puramente mistica o una fu-sione di misticismo e filosofia insieme egrave una questioneche esige ed avragrave un esame piugrave largo e approfonditoGioveragrave se mai dare qui al lettore un altro suggerimen-to di non aspettarsi cioegrave mai di trovare in questi testisingolarissimi un organismo logico un sistema coeren-te Le Upanishad non sono fatte per essere lette tuttedrsquoun fiato nella illusione che ogni pagina che segue siala continuazione lo sviluppo ed il commento di quellache precede Si disinganni subito chi srsquoaspetta tanto e siprepari piuttosto ai piugrave bruschi salti alle piugrave flagranticontraddizioni e allrsquoinopinato alternarsi cui giagrave abbia-mo accennato di pensieri profondi e di puerili vaneg-giamenti Questo stato di cose egrave dovuto come vedremoal fatto che ognuno di questi testi non puograve dirsi opera

308 Brhadāranyaka- VI 1 1 Chāndogya- V 1 1309 III 2 9

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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del tale o tale altro autore ma egrave una raccolta di sentenzetradizionali ripetute in questa e in quella scuola vedica eda questa e quella scuola vedica tramandate oralmentefinchegrave non furono dalla scrittura e dai tardi commentato-ri definitivamente fissate Le Upanishad sono un libro diedificazione che deve aprirsi a caso nellrsquoora del nostroraccoglimento e darci mediante la lettura di una o duedelle sue pagine o magari di una sola sentenza lo spun-to alla meditazione Un giorno per avventura crsquoimbat-teremo in affermazioni come queste laquola forza inverovale piugrave della intelligenza un solo uomo forte fa trema-re magari cento intelligentiraquo310 (balam vāva vijntildeānādbhūyo api ha ccedilatam vijntildeānavatām eko balavān ākampa-yate) - laquolo ātman non si raggiunge da chi egrave privo di for-zaraquo311 (nāyam ātmā balahīnena labhyah) - laquocol combat-tere e lrsquoesser forte Pratardana Divodaside arrivograve allacara dimora del dio Indraraquo312 (Pratardano ha DaivodāsirIndrasya priyam dhāmopajagāma) Saremo ligrave ligrave per cre-dere che le Upanishad fanno lrsquoapoteosi della forzaquando un altro giorno il nostro occhio cadragrave su questasentenza laquonulla crsquoegrave di superiore alla giustizia perciograve ilpiugrave debole ripone in essa come in un re le sue speranzeper difendersi dal piugrave forteraquo313 (dharmāt param nāsti

310 Chāndogya- VII 8 1311 Mundaka- III 2 4312 Kaushītaki- III 1313 Brhadāranyaka- I 4 14

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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atho abalīyān balīyamsam āccedilamsate dharmena yathā rā-jntildeā)

Noi meditando sulle sentenze opposte troveremo lasoluzione che piugrave ci persuaderagrave e riconosceremo che lagrandezza delle Upanishad come di ogni altra egregiaopera letteraria consiste piugrave nello stimolare il pensierodi chi legge che non nellrsquoammannirgli giudizi assolutiChi egrave tenero di dommi non li vada a cercare nelle Upa-nishad

Il testo delle Upanishad e le interpolazioni teoria delloHertel

Le contraddizioni cui abbiamo accennato e che deri-vano dalla diversitagrave del punto di vista e dellrsquoinspirazionedi questo e quel vate sono un pregio e non debbonoconfondersi con quellrsquoaltra specie drsquoincoerenze chesrsquoincontrano nello stesso testo e lasciano il lettore per-plesso sul modo in cui egli deve intendere un complessodi pensieri e di dottrine

Per limitarci alla sola Kāthaka- osserviamo che nellaseconda sezione mentre si parla dellrsquoātman e lo si estol-le enfaticamente come il supremo principio che largiscea chi riesce a scoprirlo nel proprio cuore lrsquoaffrancamen-to da ogni gioia e ogni dolore vale a dire la liberazionedefinitiva dalla prigione dellrsquoesistenza transitoria eccoche tuttrsquoa un tratto nelle strofe 15 16 17 senza ombradi nesso logico viene magnificata la mistica sillaba omcioegrave il Brahman del quale essa egrave il simbolo Il poverolettore non sa piugrave a chi deve dare la preferenza se

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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allrsquoātman o al brahman Credere che sieno la stessa cosaegrave impossibile chegrave non crsquoera proprio bisogno di chiamarlrsquoātman con un altro nome e quelle tre strofe entranomalamente nel contesto e sono una zeppa evidente

Anche piugrave stridente egrave il contrasto fra Kāthaka- II 8 eKāthaka- II 23 Nella prima strofa si afferma che se noncrsquoegrave un altro ad impartire la dottrina dellrsquoātman qualun-que sforzo mentale egrave vano Occorre in altri termini unmaestro ed un maestro che sia un uomo superiore

Tutto ciograve egrave consono a quanto dicono le Upanishad neipiugrave svariati passi laquola dottrina imparata da un maestropromuove il massimo vantaggioraquo314 - laquofaccia capo adun maestro per capire la dottrinaraquo315 ecc Continuamen-te ricorre lrsquoespressione che il tale o tal altro presa inmano della legna (samitpānih) a dimostrare il desideriodi servire il maestro e di alimentargli soprattutto il fuo-co si reca dal tale o tal altro per ottenere la rivelazionedellrsquoātman Ricordo pure i passi Chāndogya- III 11 5 eCcedilvetāccedilvatara- VI 22 giagrave citati nel paragrafo preceden-te nei quali egrave prescritto che la rivelazione dellrsquoātmannon deve farsi al primo venuto Nel concetto e nel nomestesso di Upanishad egrave giagrave implicito che si tratta drsquounadottrina da impartirsi da un maestro privilegiato a unoscolaro privilegiato Ebbene contro il tenore della strofaKāthaka- II 8 anzi contro quello che egrave lo spirito di tut-te le Upanishad veramente autorevoli la strofa Kāthaka-

314 Chāndogya- IV 9 3315 Mundaka- I 2 12

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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II 23 brutalmente sentenzia laquonon si consegue la scien-za dellrsquoātman per mezzo dellrsquoinsegnamento negrave median-te lrsquointelligenza o la molta dottrina quegli cui lrsquoātmanstesso elegge questi appunto lo afferra ed il corpo dicostui lrsquoātman presceglie come suo corporaquo Non si puograveimmaginare nulla che strida di piugrave nel complesso armo-nico della dottrina upanishadica Lrsquoātman che fa la gra-zia come il Dio personale ossia il concetto della prede-stinazione egrave la negazione stessa dello spirito delle Upa-nishad che ignorano il Dio personale e proclamanolrsquouomo artefice del proprio destino

Finalmente nella terza sezione della stessa Kāthaka-salta agli occhi di chiunque la incongruenza drsquoidentifi-care (strofa 2) il fuoco Trināciketa col Brahman O nonera stato detto nella prima sezione (strofa 18) che talefuoco conduce al godimento nei cieli a qualche cosacioegrave di ben diverso dal riassorbimento nel BrahmanCome dunque renderci ragione di tutte queste incoe-renze

In generale un testo si contraddice se in esso studio-samente e tendenziosamente sono state interpolate mol-te poche o una sola sentenza a volte una sola parolaCoteste interpolazioni spesso sono cosigrave grossolane edevidenti che non si dura fatica a segnalarle ed a ristabili-re il testo nella sua primitiva e genuina lezione Le con-traddizioni che abbiamo additate nella Kāthaka- sonoappunto dovute ad aggiunte seriori e vanno senzrsquoaltroeliminate Purgare un testo delle interpolazioni che inesso si sono insinuate e ridurlo alla vera lezione signifi-

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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ca farne la edizione critica I criteri da seguire in un sif-fatto delicato lavoro sono vari tener conto delle dottrineprevalenti in un dato periodo e dei loro rapporti con ledottrine anteriori e posteriori scrutinare scrupolosamen-te la lingua e le forme grammaticali per poter stabilire seun vocabolo una forma o una espressione poteva avercorso in una data epoca analizzare tutti i versi per vederse tornano se ubbidiscono alle stesse norme metrichese quindi sono fattura dello stesso o di diversi autoriSi tratta insomma drsquoun lavoro lungo paziente e diffici-le che egrave vanto della scienza filologica europea segnata-mente tedesca eseguire con bontagrave di metodo e risultaticospicui I dotti indiani ignorano tale specie di lavoro eci hanno tramandato i loro testi senza vagliarli e in unostato che sovente equivale ad un pasticcio Comincianoanchrsquoessi ad aprire gli occhi a riconoscere la necessitagravedi edizioni critiche e a cimentarvisi con felice successoOra possiam dire di possedere una edizione critica delleUpanishad

Boumlhtlingk Cowell M Muumlller e Deussen sono stati iprimi ad elaborare i materiali Segnatamente il Deussenha in questo campo prodotto unrsquoopera monumentale inquanto egrave riuscito a dar la traduzione di ben sessantaUpanishad e ad esporre sistematicamente la dottrina inesse contenuta nella seconda parte del primo volumedella sua Allgemeine Geschichte der PhilosophieLrsquoEuropa puograve dire di conoscere le Upanishad in graziaalla tenacia e allrsquoacume di Paul Deussen Data lrsquoimmen-sa mole del materiale il Maestro non ha sempre potuto

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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spingere la critica del testo a quel grado di scrupolo e diperfezione che si raggiunge quando il materiale egrave limita-to Ma la critica del testo egli lrsquoha fatta sempre che hapotuto Non gli egrave per esempio sfuggito che il secondocapitolo della Kāthaka- comprendente le sezioni 4-6 egraveunrsquoaggiunta posteriore316 che i passi IV 10 e V 3-10della Chāndogya- si contraddicono in quanto nel primoegrave parola di chi scopre il Brahman nel proprio io e per ciogravestesso diventa una cosa sola col Brahman mentre nelsecondo questa fusione col Brahman avviene solo dopola morte317 che interpolazioni vi sono in Chāndogya-VIII 3 4 7-12318 e in Brhadāranyaka- IV 3 15 IV 334319

Sarebbe agevole moltiplicare le citazioni comprovantinel Deussen la coscienza del critico punto disposto adaccettare ad occhi chiusi come genuino tutto quello checrsquoegrave nel testo delle Upanishad

Se non che un altro studioso di recente egrave sorto a for-mulare e in parte ad eseguire un nuovo programma dielaborazione dei testi upanishadici Johannes Hertel

Lo Hertel comincia dal denunziare la soverchia fidu-cia che fin qui i sanscritisti europei hanno riposto neilessicografi grammatici e commentatori indigeni per laintelligenza della letteratura indiana in generale e non si

316 Sechzig Upanishads des Veda pag 264317 Ibidem pag 125318 Ibidem pag 187-189 195319 Ibidem pag 468 nota 2 473 nota 1

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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perita di affermare che laquonei testi editi noi abbiamo nongiagrave le opere di Vālmīki Kālidāsa Bhavabhūti e degli al-tri celebri classici ma soltanto degli svisamenti grosso-lani nei quali ogni parola egrave dubbia Solo sulla base asso-lutamente indispensabile di edizioni critiche puograve lrsquoIndo-logia elevarsi gradatamente a vera e piena dignitagrave filolo-gicaraquo320

Per quel che attiene alle Upanishad lo Hertel senten-zia laquoanche nel dichiarare i testi upanishadici la scienzaeuropea invece di procedere filologicamente ha seguitole vie false indicatele dal commentatore indiano Ccedilanka-ra e i fatti contenuti nei testi vedici piugrave antichi e piugrave re-centi i quali spandono piena luce sullrsquoorigine e lo svi-luppo della dottrina upanishadica semplicemente non liha vedutiraquo321

Ciograve premesso lo Hertel ci porge lrsquoesempio del comesi debba fare la critica del testo e fa oggetto particolaredel suo studio la Mundaka-Upanishad Questa ci egrave statatramandata esclusivamente nel commento di Ccedilankara ilquale torna a citarne parecchi passi nel commento aiBrahmasūtra Mediante una scrupolosa indagine metricail critico tedesco ricostruisce quello che dovette essere iltesto genuino elimina cioegrave tutte le interpolazioni che inmassima parte consistono in glosse e colma le lacuneRiesce quindi a dimostrare che in Mundaka- il principio

320 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe Leipzig H Haessel1924 pag 6 sgg321 Ibidem pag 11

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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supremo non egrave il Brahman bensigrave il Purusha al qualeanzi il Brahman egrave sottoposto e che la fonte della Upa-nishad egrave lrsquoinno a Skambha dello Atharvaveda X 7

Il risultato cui perviene lo Hertel e che era stato intui-to da Alfred Hillebrandt322 ci egrave prezioso come quelloche fa rientrare la Mundaka- nel filone diremo cosigrave an-tibrahmanico e dinamico della religione vedica Tutta lanostra indagine consiste infatti nel non perdere mai divista il detto filone che salvograve il pensiero dellrsquoIndiadallrsquoirrigidirsi nel formalismo rituale e lo condusse gra-datamente alla grandiosa riforma del Buddha

La necessitagrave sulla quale tanto insiste lo Hertel di ela-borare criticamente il testo delle Upanishad non egrave discu-tibile e con vera compiacenza segnaliamo che perfino idotti indiani la riconoscono e cominciano a diffidare delloro commentatore Ccedilankara considerato fin qui da loroquasi come un oracolo Egrave interessante leggere in The Vi-sva-Bharati Quarterly323 lrsquoarticolo laquoThe real meaning ofthe Ishopanishadraquo uscito dalla penna di Srikrisna Sada-shiv Gharpure Il dotto indigeno non esita a chiamaredisonesto il commento di Ccedilankara e ad esortare i suoiconnazionali ad emanciparsene Procede poi ad un esa-me critico del testo e scopre che nella strofa 8 della Iccedilā-il metro non torna perchegrave egrave stata interpolata la glossayathātathyato Il Gharpure crede in perfetta buona fede

322 Aus Brahmanas und Upanishaden Jena Diederichs 1921pag 133323 Fascicolo dellrsquoaprile 1925 pag 57-63

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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drsquoessere stato lui il primo a segnalare la detta interpola-zione ed ignora che giagrave tre anni prima lo Hertel avevacorretto il verso eliminandola e leggendo inoltre vyad-hāt in luogo di vyadadhāt324

Anche nellrsquoIndia dunque i vecchi pregiudizi spari-scono per far posto a sani criteri scientifici

Se non che il metodo inaugurato dallo Hertel ha purei suoi pericoli Sorvolo sullrsquoingiusto e violento attaccocontro il Deussen325 nel quale ha avuto buon gioco peril fatto che chi ha studiato a fondo una sola Upanishaddeve necessariamente averla meglio capita che non chioltre ad essa ha voluto studiarne altre cinquantanoveSi persuada lo Hertel che se oggi possiam parlare delleUpanishad e trovar gente che srsquointeressa vivamente aquanto scriviamo il merito egrave tutto del Deussen che sep-pe mostrare meglio di chiunque la vastitagrave ed importanzadella letteratura upanishadica Il Deussen egrave ad una talealtezza e srsquoegrave reso tanto benemerito degli studi indologicie della patria tedesca che i sanscritisti di tutto il mondoe ogni buon tedesco gli debbono rispetto e gratitudineSe nellrsquoopera del Deussen crsquoegrave qualche manchevolezza egravepoi sicuro lo Hertel di non sbagliare mai egli stesso Ri-conosco come ho giagrave detto i grandi pregi del suo meto-do rigorosamente scientifico ma vedo pure in esso delle

324 Die Weisheit der Upanishaden Muumlnchen 1922 pag 25 e nota1 a pag 30325 Ibidem pag VI e IX del primo e secondo Vorwort e Mundaka-Up pag 11- 16

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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esagerazioni e dellrsquoarbitrio Occorre andar sempre coipiedi di piombo nel sentenziare che questa o quella stro-fa questo o quel complesso di pensieri costituisce neltesto indiano una interpolazione I casi in cui come nel-la strofa 8 della Iccedilā- la interpolazione egrave fuori di ognidubbio sono rari Molte volte le incongruenze ed incoe-renze del testo non bastano per autorizzarci a dichiararsenzrsquoaltro spurio un passo In altri termini non bisognasostituire la nostra logica a quella del testo Glrsquoindianiantichi e anche i moderni sovente non vedono contrad-dizione in ciograve che per noi egrave una contraddizione Orbenelo Hertel egrave troppo corrivo nel fare i suoi tagli chirurgicial testo e gli accade pure qualche volta di asportare unarto sanissimo ed indispensabile alla economia dello in-tero organismo Caratteristica egrave per esempio lrsquoamputa-zione che egli improvvidamente fa in Chāndogya- VI 31 Il lettore ricorda il mito cosmogonico326 nel quale sidice che lrsquoEssere primordiale emanograve calore il calore ac-qua e lrsquoacqua i vegetali ed ogni specie di cibo Dunqueconclude logicamente il testo la nascita degli esseri egravesempre dovuta o al calore o allrsquoacqua o ad un seme evediamo infatti che o lrsquoincubazione ossia lrsquouovo matu-rato col calore o lo sperma ossia lrsquoelemento acquoso oinfine il seme vegetale sono la matrice di tutto ciograve chevive Il nesso logico di questa strofa VI 3 1 col prece-dente mito cosmogonico egrave completamente sfuggito alloHertel il quale di conseguenza sentenzia laquodieser Satz

326 Chāndogya- VI 2 1-4

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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der voumlllig ausser dem Zusammenhang steht ist offenbarein Einschubraquo327

Che nella Mundaka- il Purusha abbia il sopravventosul Brahman egrave indubitato ma il congetturare che il fa-moso motto laquosa yo ha vai tat paramam brahma vedabrahmaiva bhavatiraquo abbia dovuto originariamente suo-nare laquosa yo ha vai tam paramam purusham veda puru-sha eva bhavatiraquo328 egrave davvero un colmo di arbitrio

Impariamo un porsquo tutti a portare il nostro contributoalla scienza con modestia e soprattutto con gratitudineverso quelli che ci hanno preceduto e non dimentichia-mo mai la massima evangelica laquoora che guardi tu il fu-scello chrsquoegrave nellrsquoocchio del tuo fratello e non avvisi latrave chrsquoegrave nellrsquoocchio tuo proprioraquo329

Piugrave grave errore egrave infatti il mutilare e svisare i testiper boria filologica che non il lasciar sussistere in essidelle incoerenze Il primo errore sotto lrsquoegida del passa-porto della infallibilitagrave filologica difficilmente si emen-da il secondo trova sempre chi o prima o poi lo cor-regge

Lrsquoambiente in mezzo al quale sorsero le Upanishad

327 laquoQuesta sentenza che sta completamente fuori del nessologico egrave evidentemente una interpolazioneraquo Vedi Die Weisheitder Upanishaden pag 86 nota 1 328 Mundaka-Upanishad Kritische Ausgabe pag 50 329 Luca VI 41

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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Mito e leggenda nellrsquoIndia srsquointrecciano quasi semprecoi fatti storici Voler quindi ricostruire lrsquoambiente inmezzo al quale sorsero le Upanishad non egrave impresa faci-le Tuttavia lo sfondo storico sovente srsquointravvede nellaleggenda stessa talchegrave non egrave impossibile tracciare alme-no le grandi linee del quadro che deve rappresentarcicon una certa concretezza e fedeltagrave gli uomini e le cosedel periodo upanishadico

E innanzi tutto vien fatta frequentemente menzionedi principi e di gran signori che profondono le loro ric-chezze per fini religiosi e teologici bandiscono dei verie propri tornei dialettici nelle loro corti partecipano essistessi trionfalmente alla gara si conquistano per la lorodottrina gloria sulla terra e ricompense nei cieli

Fra questi famosi principi il posto drsquoonore spetta in-dubbiamente a Janaka re di Videha divenuto proverbia-le per la sua munificenza Alla sua corte erano una voltaconvenuti da tutte le parti i piugrave dotti brahmani e il redesiderando sapere chi di essi riportasse la palma nel sa-pere teologico fece metter da parte mille vacche dallecorna delle quali pendevano a decine dei gruzzoli drsquooroe poi disse laquovenerandi brahmani quegli di voi che egrave ilpiugrave profondo conoscitor del Brahman (brahmishthah) siporti pure via queste mucche Jājntildeavalkya si fa avanti eordina al suo scolare Sāmaccedilravas di portar via quellemucche Se non che tanta arroganza induce otto brah-mani ed una dottissima donna Gārgī figlia di Vacaknua misurarsi con Yājntildeavalkya in un duello teologico Yā-

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

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jntildeavalkya batte successivamente i suoi nove avversari ecosigrave le mille mucche restano sue330

Lo stesso re Janaka di Videha vede unrsquoaltra voltacomparire a corte Yājntildeavalkya e gli chiede laquoper qualfine sei qui venuto per desiderio di bestiame o di inter-rogazioni a cui tu sottilmente rispondaraquo

laquoO gran re per lrsquouna cosa e per lrsquoaltraraquo risponde ilsaggio Segue il dialogo in cui Janaka ad ogni rivelazio-ne che gli viene dalla inspirata parola del veggente ardedi gratitudine e gli promette compensi sempre piugrave lautifinchegrave raggiunta la veritagrave suprema nella quale lrsquoanimasua srsquoacqueta gli cede il regno e segrave stesso331

E crsquoegrave un secondo anche piugrave famoso dialogo fra Jana-ka e Yājntildeavalkya Il re aveva incontrato una volta pervia tre brahmani Ccedilvetaketu Somaccedilushma e Yājntildeaval-kya Interrogatili circa il significato dellrsquoAgnihotra osacrificio da praticarsi mattina e sera resta insoddisfattodelle loro risposte Quella di Yājntildeavalkya gli sembratuttavia la meno errata e perciograve gli regala cento muc-che non senza dichiarargli prima di partire che nemme-no lui ha saputo dirgli il vero e piugrave riposto senso delloAgnihotra La presunzione del re ferisce lrsquoorgoglio diCcedilvetaketu e Somaccedilushma i quali perciograve propongono disfidare il re a un duello dialettico intorno al BrahmanYājntildeavalkya li dissuade facendo loro tener presente chesono dei brahmani e battendo il re nella gara nessun

330 Brhadāranyaka- III 1 sgg331 Ibidem IV 1 1 2 4

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onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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onore trarrebbero dal prevalere in dottrina sopra unokshatriya che viceversa grande disdoro loro verrebbe seil principe restasse lui vincitore Ciograve detto Yājntildeavalkyaraggiunge Janaka e lo implora di volergli rivelare il veroe piugrave riposto senso dello Agnihotra Il re acconsente eYājntildeavalkya gli offre in premio per lrsquoottenuta rivelazio-ne la scelta drsquoun dono laquoConcedimi o Yājntildeavalkya dis-se il re che quandocchessia io ti possa rivolgere lrsquointer-rogazione che mi piaceragraveraquo332

E una volta Yājntildevalkya si recograve da Janaka col fermoproposito di non parlare Ma il re forte della promessache lrsquoaltro gli aveva fatto gli domandograve laquoche cosa servedi luce agli uominiraquo Astretto dallrsquoimpegno preso Yā-jntildeavalkya non potegrave rifiutarsi dal rispondere e sebbenecontro voglia forse anzi appunto perchegrave contro vogliagli escono dalla bocca le rivelazioni massime sul miste-ro della vita e della morte Piugrave Yājntildeavalkya si schermi-sce e piugrave Janaka trova modo di estorcergli mediante pro-messe di lauti doni i segreti della sua scienza trascen-dentale talchegrave a un certo punto il saggio dice a segrave stes-so laquoquesto monarca intelligente egrave riuscito a cacciarmifuori di tutte le mie trinceeraquo333 Il dialogo anche qui siconclude con lrsquoentusiastica esclamazione di Janaka laquoo

332 Tutto questo viene narrato nello Ccedilatapatha-Brāhmana XI 62 e costituisce lrsquoantefatto di quanto poi si racconta nellaBrhadāranyaka- IV 3 sgg secondo opportunamente segnalaJohannes Hertel in Weisheit d Up pag 115333 Brhadāranyaka- IV 3 33

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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venerando io ti cedo in schiavitugrave questo mio popolo diVideha e me stessoraquo334

Altra nobile e caratteristica figura di principe egrave quelladi Ajātaccedilatru di Kāccedilī Il brahmano Bālāki Gārgya cui lagrande dottrina aveva reso superbo gli offre drsquoinsegnar-gli lrsquoarcano del Brahman laquoSempre che mi si fa una talepropostaraquo risponde Ajātaccedilatru laquodono mille vacche e mison fatto la riputazione drsquoun secondo Janaka sicchegravemolti accorrono (qui alla mia corte allettati dal guada-gno e dalla gloria di potermi istruire nei sacrimisteri)raquo335 Se non che alla prova risulta che il tronfiobrahmano capisce delle cose divine meno assai menoche non il principe modesto e generoso tanto che per-suaso egli stesso della propria inferioritagrave prega il re difargli da maestro laquoChe un brahmano vada a scuola dauno kshatriyaraquo dice Ajātaccedilatru laquoper sapere che cosa egraveil Brahman val quanto capovolgere le cose ma pure iote lo dichiarerograveraquo (pratilomam vai tad yad brāhmanahkshatriyam upeyād brahma me vakshyatīti vyeva tvājntildeāpayihsyāmīti)336 Pronunziato questo detto memoria-le il re che doveva parlare del Brahman parla invecedellrsquoātman e conclude che da questo ultimo procede ilTutto e che esso egrave la realtagrave della realtagrave (satyasya sa-tyam)337 Questo invertirsi delle parti per cui il maestro

334 Ibidem IV 4 23335 Ibidem II 1 1 e Kaushītaki- IV 1336 Brhadāranyaka- II 1 15337 Ibidem strofa 20

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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diventa scolaro e lo scolaro maestro vale a dire il guer-riero (kshatriya) si mette al posto del prete teologo(brāhmana) ricorre nelle Upanishad con una frequenzaoltre ogni dire significativa

Il re Pravāhana Jaivali sconfigge in una discussionesullrsquoudgītha i due dotti brahmani Ccedililaka e Caikitāya-na338 Di lui egrave fatta spesso menzione nelle UpanishadUna volta teneva circolo e rivolge a Ccedilvetaketu figliodel famoso brahmano Uddālaka Aruni alcune domandesul destino degli uomini dopo la morte alle quali il gio-vane che pensava drsquoessere stato istruito da suo padrealla perfezione non sa rispondere Confuso ed umiliatoCcedilvetaketu torna dal genitore e gli racconta che unokshatriya qualunque (rājanyabandhuh) gli ha inflitto lamortificazione di dover confessare la propria ignoranzain materia di religione laquoNon avrei saputo risponderenemmeno io a quelle domanderaquo dichiara candidamenteUddālaka Aruni detto anche Gautama sicchegrave padre efiglio tornano alla corte di Pravāhana il quale rende alsapiente brahmano ogni possibile onore e gli offre co-spicui doni Ma Uddālaka li rifiuta e solo chiede al re divolergli rivelare le sue dottrine escatologiche Il re esitada principio acconsente infine e pronuncia queste me-morabili parole laquoegrave proprio cosigrave come tu dici antica-mente e prima di te queste dottrine non sono pervenuteagli orecchi dei brahmani e per ciograve appunto il coman-do egrave stato mai sempre in tutti i mondi nelle mani degli

338 Chāndogya- I 8 1-8 9 1-4

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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kshatriyaraquo (yathā mā tvam avado yatheyam na prāktvattah purā vidyā brahmanān gacchati tasmād sarveshulokeshu kshatrasyaiva praccedilāsanam abhūt)339

Cinque famosi brahmani intenti ad indagare che cosasia il Brahman che cosa sia lrsquoĀtman fermano il propo-sito di far capo a Uddālaka Aruni e a lui vanno a chie-dere ammaestramento Ma Uddālaka loro risponde chenessuno egrave superiore al re Accedilvapati Kaikeya nel dichiararquegli arcani Accedilvapati era un monarca che ben potevadire levandosi di letto la mattina laquonel mio regno noncrsquoegrave un ladro non un avaro negrave un beone negrave un empionegrave un ignorante negrave un dissoluto e ancor meno una dis-solutaraquo340

Nārada il mitico sapiente confessa di non saper chefarsi di tutta la scienza brahmanica appresa e ricorre aSanatkumāra dio della guerra e perciograve simbolo della ca-sta dei guerrieri per avere la rivelazione della scienzadellrsquoātman che sola vale a rendere lrsquouomo superiore alletribolazioni dellrsquoesistenza341

Il lettore ha cosigrave sottrsquoocchio un cospicuo numero diesempi di principi che possono vantare in confronto dei

339 Ibidem V 3 1-7 Cfr Brhadāranyaka- VI 2 1-8 NellaKaushītaki- I 1 egrave ripetuto sostanzialmente lo stesso raccontosalvo che al posto del re Pravāhana Jaivali crsquoegrave il re CitraGārgyāyani o Gāngyāyani340 Chāndogya- V 11 1-5341 Ibidem VII 1 1-3

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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piugrave dotti brahmani un sapere teologico piugrave profondo Ri-torneremo su questo punto che egrave di importanza capitale

Due altre figure caratteristiche di monarchi leggenda-ri sono quelle di Pratardana e di Brhadratha Il primo dicui egrave giagrave stata fatta menzione si acquista per essere ca-duto in battaglia da eroe il cielo drsquoIndra e da Indra vie-ne ammaestrato nei sacri misteri342 Il nome di Pratarda-na ricorre giagrave nel Rigveda e gli si attribuisce lrsquoinno IX96

Il re Brhadratha ceduto il regno al figlio si rifugianella selva a far penitenza Dopo mille giorni di arduaascesi gli si avvicina il saggio Ccedilākāyanya profondo co-noscitore della dottrina dellrsquoātman e gli offre la sceltadrsquoun dono Ma di doni terrestri non sa che farsi il reconvinto ormai della fugacitagrave della vita e della vanitagrave ditutte le cose Nel mondo egli si sente come una rana cherimanga imbottigliata nella fessura drsquoun pozzo ed hasete drsquouna rivelazione di dottrina spirituale che gli sia disicuro conforto Ccedilākāyanya esitante in sulle prime ascoprirgli i misteri della dottrina dellrsquoātman infine glieli squaderna come Yama a Naciketas343

E per passare dalla cerchia dei principi ad altra cate-goria di persone menzionerograve il pio Jānaccedilruti344 il muni-fico e caritatevole signore che faceva costruire da ogniparte ricoveri perchegrave da ogni parte i poveri potessero

342 Kaushītaki- III 1343 Maitrāyana- I 1 2-4344 Chāndogya- IV 1-8

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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trovare un tetto sotto cui ripararsi e cibo di cui sfamarsiAvvenne che una volta cadute le ombre della sera Jā-naccedilruti udigrave il colloquio di due cigni Uno di essi dicevaallrsquoaltro laquola gloria fulgida di questo pio si spande comela luce del giornoraquo laquoTu parli di luiraquo replicograve lrsquoaltrolaquoquasi egli fosse un secondo Rayikva soprannominato ilpadrone del tiro a dueraquo Jānaccedilruti incuriosito manda ilsuo scalco a fare ricerche di questo cosigrave famoso Rayik-va e lo scalco dopo molto vano indagare srsquoimbatte fi-nalmente in un uomo accovacciato sotto un carronellrsquoatto di grattarsi la scabbia Interrogatolo e saputoche era il famoso Rayikva va ad annunziare la sua sco-perta a Jānaccedilruti Questi senza indugio prende con segraveseicento vacche dellrsquooro un cocchio tirato da mule ecorre ad offrire tutto ciograve a Rayikva sperando che in cam-bio il sapiente scabbioso gli avrebbe rivelato quale divi-nitagrave egli adorasse Ma Rayikva gli risponde sdegnosa-mente laquotienti pure o schiavo le tue mucche il tuo oroe il tuo carro e lasciami in paceraquo Senza perdersi di co-raggio Jānaccedilruti torna a casa aggiunge alle seicento al-tre quattrocento vacche e allrsquooro e al carro la propriabellissima figlia che era in etagrave da marito e venuto dac-capo in presenza di Rayikva gli dice laquoeccoti mille vac-che eccoti dellrsquooro eccoti un cocchio tirato da muleeccoti la sposa ed un villaggio in cui dimorare istruisci-mi in cambio o venerandoraquo Allora Rayikva sollevatala testa della giovane donna accettograve i doni e soggiunselaquoquesto bel viso o schiavo sarebbe esso solo bastato a

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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indurmi a parlareraquo E cosigrave Jānaccedilruti seppe quale era ladivinitagrave che Rayikva adorava

Questo scabbioso pieno di sapienza che non possiedein terra altro se non un carro sgangherato un giorno untiro a due ora il riparo mobile del sofo che se lo trascinadietro e sotto il quale si accovaccia per grattarsi il pruri-to della scabbia non egrave forse una figura indiana preziosache fa riscontro al Diogene ellenico con la botte

E un altro quadretto quanto altro mai suggestivo si hanella storia di Satyakāma345 Bramando drsquoessere iniziatoda un maestro nello studio dei Veda e dovendo provaredi essere figlio drsquoun brahmano prima che un maestro loaccolga in casa come alunno Satyakāma chiede allamadre Jabālā laquoquale egrave il mio casatoraquo Gli risponde lamadre laquoda giovane girovagai molto facendo la serva inquesta casa e in quella e non so da chi ti concepii e aquale famiglia tu appartengaraquo Muovesi allora il giovanee sen viene da Hāridrumata un dotto brahmano e loprega di accoglierlo come alunno laquoA quale famiglia ap-partieniraquo egrave la prima domanda che a lui rivolge il mae-stro Candidamente Satyakāma confessa drsquoessere figliodi una meretrice e quel candore rivela ad Hāridrumatala nobile origine di lui laquochi non egrave un brahmano non puograveparlare tanto sinceramenteraquo E cosigrave Satyakāma venneistruito nei Veda e diventograve celebre per la sua dottrina346

345 Chāndogya- IV 4 1-5346 Il nome di Satyakāma ricorre spesso nelle UpanishadBrhadāranyaka- IV 1 6 VI 3 11 Chāndogya- IV 10 1 sgg V

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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I pregiudizi castali srsquoinfransero dinanzi al buon senso ealla larghezza di vedute del saggio Hāridrumata

Quanto alle donne scarse ma preziose sono le notizieche rispetto ad esse ci danno le Upanishad Il postodrsquoonore spetta indubbiamente a Maitreyī consorte diYājntildeavalkya Quando questi si risolve di rinunziare alsecolo e di ritirarsi nella solitudine della selva chiamapresso di segrave Maitreyī per lasciare parte delle sostanze alei e parte a Kātyāyanī lrsquoaltra sua consorte Kātyāyanīera una donna come tutte le donne e non brillava per su-periore intelligenza Maitreyī invece era versata nellescienze teologiche e poteva discutere sul Brahman(brahmavādinī) laquoCon questi beni che tu intendi lasciar-miraquo dice essa al marito laquodiventerograve io immortaleraquo Yā-jntildeavalkya le risponde laquosperanza drsquoimmortalitagrave non crsquoegraveper il tramite della ricchezzaraquo E Maitreyī di rimandolaquoe allora se anche tu mi donassi tutta la terra colma delsuo oro a che mi gioverebbe Donami piuttosto quelloche puograve farmi immortale i segreti della tua sapienzaraquolaquoCara tu mi sei e cose care pronunziraquo conclude il saggioinfervorato ormai a rivelare alla eccelsa donna il misterodellrsquoātman347

E anche piugrave dotta di Maitreyī sebbene non altrettantogentile e squisitamente femminile egrave Gārgī figlia di Va-caknu che abbiamo giagrave menzionata fra i nove avversaridi Yājntildeavalkya alla corte di Janaka Questa donna so-

2 3347 Brhadāranyaka- II 4 1 sgg IV 5 1 sgg

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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stiene per ben due volte un duello dialettico col saviodei savi spinge sigrave il suo indiscreto interrogare fino alpunto che lrsquoavversario la esorta a non sconfinare nelledomande per tema che la testa abbia a scoppiarle348 maha poi il buon senso di essere la prima a riconoscere chenessuno avrebbe mai potuto vincere Yājntildeavalkya nel di-battito teologico e che quanto crsquoera da far di meglio siriduceva a rendergli omaggio349 Vidagdha Ccedilākalya nonvolle dare retta al saggio consiglio di lei e male glie neincolse perchegrave la sua testa scoppiograve e dei masnadieriportaron via il suo carcame scambiandolo per chissagrave checosa di prezioso350

Egrave pure menzione di donne invasate da spiriti che di-ventano chiaroveggenti e dichiarano intricate questionidi teologia Due di queste sibille sono designate come lafiglia e la moglie di un certo Patantildecala Kāpya351

Sorvolo sui personaggi mitici che compaiono di fre-quente nelle Upanishad Indra e Virocana che vanno afare un secolare noviziato presso Prajāpati352 Bhrgu chericeve dal padre Varuna la rivelazione del Brahman353Ccedilaunaka che chiede ad Angiras drsquoinsegnargli quale egrave il

348 Ibidem III 6 1349 Ibidem III 8 12350 Ibidem III 9 25351 Ibidem III 3 1 7 1352 Chāndogya- VIII 7 e sgg353 Taittirīya- III

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principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

240

principio indefettibile di tutte le cose354 i sei brahmaniche interrogano Pippalāda circa lrsquoessenza del Brah-man355 Naciketas che strappa dalla bocca del dio dellamorte Yama il segreto dellrsquooltretomba356 queste ed altrefigure leggendarie possono solo debolmente aiutarci aricostruire lrsquoambiente storico delle Upanishad

Vedemmo che Yājntildeavalkya lasciati i beni in ereditagravealle sue due mogli si ridusse a vivere nei boschi la vitadellrsquoasceta e che Brhadratha ceduto il regno al figliocercograve rifugio nella selva per praticare le piugrave ardue peni-tenze Il quadro che crsquoindustriamo di tracciaredellrsquoambiente upanishadico non sarebbe completo senon mettessimo in vista questrsquoaltro importantissimo ele-mento nella vita sociale e religiosa di quei tempi vale adire lrsquoascetismo laquoNel periodo dei Brāhmanaraquo diceegregiamente Hermann Jacobi laquola figura ideale fu ilbrahmano esperto della pratica sacrificale Ma oltre aipreti sacrificatori ci fu giagrave alla fine del periodo rigvedi-co unrsquoaltra specie di religiosi gli asceti o penitentiQuesti ultimi sono evidentemente gli ccedilramana che nelloCcedilatapatha-brāhmana vengono nominati accanto e forseanche in contrapposizione ai brahmani Alla ascesi (ta-pas) si attribuiva una irresistibile forza anche gli deipraticano lrsquoascesi segnatamente Prajāpati prima chrsquoegli

354 Mundaka- I355 Praccedilna- I356 Kāthaka- I

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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crei E con ciograve giagrave nei Brahmana appare chiara una cer-ta concorrenza fra lrsquoascesi e il sacrificio357

Questo che egrave vero per i Brāhmana egrave anche piugrave veroper le Upanishad In queste ultime frequentissima egrave lacontrapposizione di tapas a yajntildea (sacrificio) e il tentati-vo di esaltare il primo a scapito del secondo Massime leUpanishad che come la Mundaka- sono sorte fuori del-la cerchia brahmanica mostrano evidente la tendenza amagnificare lrsquoascesi e svalutare la pratica sacrificaleFra i numerosissimi passi che stanno ad attestare questaveritagrave mi limiterograve a citarne soltanto alcuni piugrave caratteri-stici

Se crsquoegrave cosa che sta a cuore al brahmano egrave il compen-so chrsquoegli riceve per la sua prestazione di prete uffician-te Ben nota e proverbiale egrave la cupidigia del brahmanoper la cosiddetta dakshinā o mercede Una Upanishadintanto non si perita di affermare che la vera dakshināconsiste in tapas (ascesi) dānam (caritagrave) ārjavam (retti-tudine) ahimsā (rispetto alla vita di tutti gli esseri) sa-tyavacanam (veridicitagrave)358

Quando i brahmani dice unrsquoaltra Upanishad hannoconosciuto che cosa egrave lrsquoātman essi rinunziano al secoloe diventano asceti mendicanti (bhikshācaryam caran-ti)359

357 Die Entwicklung der Gottesidee pag 29358 Chāndogya- III 17 4359 Brhadāranyaka- III 5 1 IV 4 22

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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Una esplicita condanna del sacrificio si ha in questasentenza laquole due offerte illimitate ed immortali consi-stono nel sacrificare il respiro alla parola e la parola alrespiro tutte le altre offerte sono limitate come quelleche risultano di azioni Perciograve i saggi della antichitagravenon offersero mai lrsquoagnihotra (yā anyā āhutayo lsquontava-tyas tāh karmamayyo hi bhavanty etaddha vai pūrvevidvāmso lsquognihotram na juhavām cakruh)360

Chi per poco conosce lrsquoimportanza che i brahmaniannettevano allo agnihotra puograve capire tutta la crudezzae il sapore eretico drsquouna affermazione come questa

Pensando dice unrsquoaltra Upanishad che offerte e ritisieno ciograve che vrsquoha di meglio gli sciocchi non conosconolrsquoaltro bene piugrave grande Goduto che hanno in cielo ilfrutto delle loro buone opere ripiombano in questo mon-do e anche piugrave in basso Ma quelli che praticando nellaselva penitenza e fede sereni e illuminati campanodrsquoelemosina costoro mondi drsquoogni polvere vanno per laporta del sole lagrave dove egrave il Maschio immortale dallrsquoanimaindefettibile361

Altrove362 viene contrapposta la castitagrave del monaco almatrimonio e dichiarata mezzo supremo per raggiungereil mondo del Brahman

Lrsquoasceta egrave dunque una figura profondamente diversadal brahmano dal prete che vive in societagrave fonda una

360 Kaushītaki- II 5361 Mundaka- I 2 10 11362 Praccedilna- I 15

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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famiglia egrave cupido di beni e vede e tende a far vederenelle pratiche esterne del culto lrsquoessenza della religioneLrsquoasceta egrave un rivoluzionario che disprezza famiglia ericchezze inverte i valori sociali e sposta il centro dellareligione dal culto alla ricerca di Dio mediante lo sforzodellrsquointelletto e il mistico fervore dellrsquoanima E qui met-te conto di fermarsi sullrsquoavversione manifesta dello spi-rito upanishadico alle ricchezze Servir Dio e Mammonesembrograve una cosa impossibile anche ai veggenti delleUpanishad e questo mi pare lrsquoelemento principe checonferisce ad esse un carattere schiettamente religiosoIn ogni tentativo di metter drsquoaccordo Dio e Mammoneogni vera religione esula La rinunzia al mondodevrsquoessere sincera e completa prima che ci si voglia sulserio dedicare alle cose divine Nello affaccendamentodella vita sociale la religione diventa per necessitagrave unculto esterno e formale ma la meditazione del divinonella quale consiste la vera religione egrave possibile soltan-to nella solitudine delle selve o nel silenzio dei chiostri

Ricco e assetato di sempre nuove ricchezze sembra ilsapiente Yājntildeavalkya che tanto spesso si presenta allacorte del re Janaka per prendere parte ai tornei dialetticie portarsi via mandre di mucche e gruzzoli drsquooro Mainfine ripudia anche lui la ricchezza si spoglia drsquoogniavere a vantaggio delle sue due consorti e va a vivere lavita dellrsquoanacoreta

Uddālaka Aruni rifiuta dal re Pravāhana ogni dono esolo chiede drsquoessere ammaestrato nei misteri drsquooltre-

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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tomba e Maitreyī dichiara di non sapersi che fare diquelle ricchezze che non danno allrsquouomo lrsquoimmortalitagrave

Sanatkumāra dice a Nārada laquoin questo mondo chia-mano grandezza vacche e cavalli elefanti ed oro schia-vi e mogli campi e poderi ma io non ti parlo no non tiparlo di questa specie di grandezza in cui ogni cosa di-pende dallrsquoaltraraquo363

Il dio della morte per distogliere Naciketas dal carpir-gli il segreto dellrsquooltretomba gli offre364 di vivere quantiautunni vorragrave di diventar ricco di figli e nepoti longevidi vacche ed elefanti di oro cavalli e terre di acquistaregrande gloria nel mondo di sollazzarsi con donne leg-giadrissime semidivine esperte di musica e canti MaNaciketas risponde che anche tutta vissuta grama cosa egravela vita A che canti a che danze Nella ricchezza lrsquouomonon puograve trovare la felicitagrave (na vittena tarpanīyo manu-shyah)365 Basta guardare in faccia la morte una voltasola perchegrave la ricchezza cessi dal farci gola Basta avereintravveduto ciograve che egrave eterno perchegrave perdano per noi

363 Chāndogya- VII 24 2364 Kāthaka- I 23-26365 Errata egrave la traduzione dello Hertel laquokein Gut vermagdesMenschen Gier zu stillenraquo (Weisheit d Up pag 51) Egrave vero chetarp significa anche saziare oltre che rallegrare ma qui non sivuole affatto alludere alla insaziabilitagrave di ricchezze dellrsquoumanacupidigia ma si afferma semplicemente che la ricchezza non puograverendere felice lrsquouomo Bene quindi traduce il Deussen laquodurchReichtum ist der Mensch nicht froh zu machenraquo (Sechzig Uppag 271)

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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ogni fascino feste di colori gioie drsquoamore e tripudidrsquoogni genere366

Yama il dio della morte loda la saggezza di Nacike-tas nellrsquoaver anteposto al piacere (preyas) il sommobene (ccedilreyas) nel non aver dubitato al bivio di sceglie-re il sentiero che conduce alla emancipazione da ognidolore Chi elegge il piacere fallisce nello intento Nellaricchezza gli uomini affondano come in un pantano(majjanti) perchegrave essa induce nellrsquointelletto un ottene-bramento (vittamoha) che gli preclude drsquointuire il miste-ro della morte Chi egrave difatti infatuato dalla ricchezzacrede che esista soltanto il mondo in cui egli gode equesto vano pensamento fa sigrave chrsquoegli ricada ripetuta-mente nel dominio della morte Lrsquoimmortalitagrave egrave di quellisoltanto che sanno svincolarsi dai lacci delle vanitagrave diquesto mondo367

Ripigliando ora le fila del nostro discorso e pur facen-do la debita tara a tutto ciograve che di mitico e di fantasticoci raccontano le Upanishad siamo in grado di trarre daifatti sopra esposti alcune importanti conclusioni sullalegittimitagrave ed esattezza delle quali il lettore puograve giudica-re da segrave Il disprezzo delle ricchezze presuppone nonsoltanto che queste ci sieno ma che parecchie generazio-ni ne abbiano goduto fino al punto di esserne sazie enauseate I popoli che si affacciano alla vita della civiltagravee che hanno tutto ancora da conquistare ignorano la vel-

366 Kāthaka- I 17 sgg367 Ibidem II 1 2 3 6

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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leitagrave della rinunzia al mondo Occorre un grado di civil-tagrave matura perchegrave lrsquouomo metta nella bilancia i beni spi-rituali in un piatto i temporali nellrsquoaltro e proclami che iprimi pesano piugrave dei secondi Lrsquouomo rigvedico mai epoi mai si sarebbe comportato come Naciketas Nel pe-riodo upanishadico i piaceri e le gioie della vita sono co-spicui possessi di ampie terre di abbondante bestiamedi cocchi elefanti e cavalli di vesti e di tappeti di oro edi gemme godimenti sensuali procacciati da mogli econcubine suoni canti e feste di colori ricerca di riputa-zione e di gloria mediante la munificenza lrsquoingegno o ladottrina corti ospitali di veri e propri mecenati Lrsquoepite-to di mahāccedilālāh con cui vengono designati parecchi fa-mosi brahmani ci dice che essi possedevano ampie aule(cālā) nelle quali impartivano a numerosi scolari i tesoridel loro sapere

Ma la prova massima che ci troviamo in un ambientesociale assai progredito ci vien data dalle due figure didonne Maitreyī e Gārgī che disputano di teologia Se egravevero che le donne secondo dice Schopenauer368 sono iPhilister piugrave incurabili il disprezzo della ricchezza tem-porale messo sulle labbra di Maitreyī testimonia drsquounamaturitagrave e pienezza di tempi veramente singolari Il pro-blema religioso affatica ormai tutte le menti le vecchiebarriere che consentivano ai preti di spacciarsi per i solimaestri di religione sono abbattute la casta dei guerrieri

368 Ueber die Weiber laquodie Weiber sind und bleiben im Ganzengenommen die gruumlndlichsten und unheilbarsten Philisterraquo

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riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

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riduce al silenzio quella dei brahmani e vittoriosamenteproclama un nuovo Verbo religioso i pregiudizi castalicedono dinanzi ai sovrani diritti dellrsquoumanitagrave e della ra-gione come nel caso del bastardo Satyakāma cui si con-dona lrsquoesser figlio drsquouna meretrice il ricco srsquoinchina di-nanzi al povero come nel caso di Rayikva lo scabbiosocui un gran signore dagrave in moglie la propria figlia lrsquoere-sia serpeggia tra gli stessi preti parecchi dei quali e i piugraveintelligenti sconfessano lrsquoefficacia della pratica esternadel culto e abbracciano come Yājntildeavalkya la vitadellrsquoasceta mendicante i valori insomma srsquoinvertono ela spiritualitagrave non giagrave quella che viene dallo studio edalla molta dottrina ma anzi quella del semplicedellrsquoinspirato il quale volge le spalle al secolo e si ridu-ce a campar drsquoelemosina diventa il sovrano dei valori

Questo egrave pressrsquoa poco lrsquoambiente storico che ha pro-dotto le Upanishad frutto come si vede drsquouna vera epropria rivoluzione spirituale drsquoun fermento religiosopropagatosi irresistibilmente fuori della cerchia sacerdo-tale fra i guerrieri ed oltre in mezzo ai laici

Il brahman e lrsquoātman nelle Upanishad

Quella sottile vena drsquoacqua che seguimmo attraversoil Rigveda lrsquoAtharvaveda e i Brāhmana e che sta a rap-presentare lrsquoelemento dinamico nel pensiero religiosodellrsquoIndia diventa nelle Upanishad una fiumana mae-stosa e travolgente Il concetto naturalistico e razionaledellrsquoātman non puograve tuttavia dirsi un portato dei nuovi

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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tempi chegrave esso sorse maturograve e fu formulato nellrsquoAthar-vaveda Il concetto dellrsquoātman le Upanishad lo eredita-rono dallrsquoAtharvaveda e solo si limitarono a proclamar-lo senza piugrave nessuna ambage e ad illustrarlo con abbon-danza di prove dialettiche e di grandiose immagini Laidea veramente nuova introdotta dalle Upanishad e distampo anche piugrave nettamente laico che non sia la ideadellrsquoātman egrave come vedremo quella del karman e con-seguentemente della trasmigrazione delle anime Adogni modo lrsquoātman egrave il tema preferito delle Upanishade si afferma vittorioso di fronte al concetto sacerdotaledel Brahman in quanto che a volte gli si contrapponeapertamente a volte lo elimina col silenzio a volte infi-ne lo lascia sussistere come suo sinonimo Deboli e raresono le proteste a favore del Brahman

Un passo in cui con evidenza assoluta lrsquoātman egrave con-trapposto al Brahman egrave la confessione che fa Nārada aSanatkumāra laquoIoraquo dice il saggio brahmano laquoho appre-so tutte le scienzeraquo e fra queste menziona pure la scien-za del Brahman (brahmavidyā) laquosono un conoscitor deiVeda (mantravit) ciograve nonostante mi sento infelice per-chegrave non sono un conoscitor dello ātman (ātmavit)raquo369 Sipuograve parlare piugrave chiaro di cosigrave Lrsquoātmavit egrave superiore almantravit ossia a colui che egrave andato in fondo ai Veda deiquali il Brahman egrave la quintessenza Queste parole percolmo drsquoironia le pronunzia un famosissimo brahmanoal dio della guerra a chi cioegrave sta a rappresentare la casta

369 Chāndogya- VII 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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degli kshatriya La dottrina dellrsquoātman appare qui comeun tesoro di sapienza proprio della casta militare e chesolo vale a sottrarre lrsquouomo al dolore dellrsquoesistenza

Altro passo in cui mi sembra di scorgere il brahmansacerdotale contrapposto allrsquoātman dei guerrieri egrave il dia-logo fra il brahmano Gārgya e il re Ajātaccedilatru370 Nessu-no che io sappia ha ancora notato che mentre Gārgyail quale si egrave offerto di spiegare al re che cosa egrave il brah-man dice di venerar questo ultimo nel sole nella lunanel fulmine ed in altre cose esterne della natura e desi-gna il supremo mistero sempre e solo col nome di brah-man il re invece dopo aver ridotto al silenzio e costret-to il suo interlocutore a dichiararsi suo discepolo parlaesclusivamente dellrsquoātman e conclude che dallo ātmantutto procede che lrsquoātman egrave la realtagrave della realtagrave Dun-que in bocca al prete la causa prima del mondo si chia-ma brahman per mutar subito nome in bocca al guerrie-ro il quale dopo aver detto ironicamente laquoche unbrahmano vada a scuola da uno kshatriya per sapereche cosa egrave il brahman val quanto capovolgere le cosema pure io te lo dichiarerograveraquo di tutto parla fuorchegrave delbrahman e srsquoindugia invece a persuadere Gārgya che ilprincipio supremo delle cose egrave ligrave in quellrsquouomo addor-mentato divenuto cioegrave purissimo ātman

Altrove371 alcuni brahmani si propongono drsquoimparareche cosa egrave lrsquoātman che cosa egrave il brahman (ko nu ātmā

370 Brhadāranyaka- II 1371 Chāndogya- V 11 1 sgg

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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kim brahma) e vanno da re Accedilvapati ma da costui sen-tono parlare soltanto dellrsquoātman

Passi in cui il brahman egrave eliminato col silenzio posso-no citarsi in abbondanza laquotutto lrsquoUniverso egrave questo āt-manraquo372 laquotutto questo mondo era in principio soltantoātman e non esisteva nientrsquoaltro che battesse palpe-braraquo373 laquolrsquouomo che egrave giunto a discernere lrsquoātman edice laquoio son luiraquo che cosa piugrave bramando e per amore diche cercherebbe febbrilmente il corpo Chi in quella ac-cozzaglia che egrave il corpo ha scoperto e capito lrsquoātman egraveil fattore di ogni cosa (viccedilvakrt) perchegrave invero egli creatutto il mondo gli appartiene anzi egli egrave il mondoraquo374

Non senza ragione viene adoperato qui lrsquoepiteto viccedil-vakrt se vera egrave la mia congettura che la divinitagrave rigvedi-ca Viccedilvakarman ha unrsquoorigine laica ed anticlericale

A volte la eliminazione del brahman col silenzio av-viene in una Upanishad tutta intera come nella Iccedilā- Inquesta il nome di brahman non appare nemmeno unavolta sola e si parla esclusivamente dello ātman

Innegabile egrave pure che molte volte il brahman elrsquoātman sono conguagliati ed equiparati Per esempio inBrhadāranyaka- I 4 1 si legge laquoquesto mondo era inprincipio soltanto ātmanraquo e poco dopo in I 4 10 11laquoquesto mondo in principio era invero il brahmanraquo Ilconguaglio dei due concetti risulta evidente da quanto

372 Brhadāranyaka- II 4 6373 Aitareya- I 1374 Brhadāranyaka- IV 4 12 e 13

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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segue laquochi dice laquoio sono il brahmanraquo diventa lrsquouniver-so mondo e nemmeno gli dei possono impedirglieloperchegrave egli diventa il loro ātman Chi venera altra divi-nitagrave dallrsquoātman e crede laquouna cosa egrave lrsquoātman unrsquoaltracosa sono ioraquo non capisce nulla ed egrave come un capo dibestiame degli dei Molti capi di bestiame sono preziosiper lrsquouomo e cosigrave pure ogni uomo egrave prezioso per glidei Se ti portan via un solo capo di bestiame ti affliggie anche piugrave se te ne portano via molti Perciograve gli dei nonhanno piacere che gli uomini conoscano lrsquoātmanraquo

Il trapasso qui da brahman ad ātman egrave cosigrave immediatoche egrave giuocoforza considerarli come sinonimi Vero egraveche una certa prevalenza finisce per averla lrsquoātman per-chegrave la strofa 15 aggiunge laquochi venera soltanto lrsquoātmancome il mondo nulla piugrave perde della propria opera edogni cosa chrsquoegli desidera la ritrae dallrsquoātmanraquo e lastrofa 17 conclude laquoin principio questo mondo era sol-tanto ātmanraquo

Certo questo passo non ha sapore drsquoortodossia braha-manica Si puograve infatti contrapporsi con maggiore cru-dezza alla tradizione avigraveta che chiamando pecore deglidei tutti quelli che negli dei credono e denunziando que-sti ultimi come cupidi di non perdere le loro pecore edavversi perciograve alla dottrina dellrsquoātman che le fa loro per-dere

Egrave ad ogni modo indubitato che la tendenza a conci-liare lo spirito cioegrave di eclettismo egrave fino dagli antichitempi assai piugrave spiccato nellrsquoindiano che non la rigidacoerenza in nome della quale si accetta e magari si pro-

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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muove il conflitto I concetti di brahman ed ātman sonoantitetici ed irreconciliabili eppure lrsquoindiano ha cercatodi conciliarli Qualche Upanishad non contenta di equi-parare il brahman e lrsquoātman equipara a loro volta questidue col Purusha laquoquelli che conoscono il Brahman di-ventano immortaliraquo375 laquochi conosce il Purusha valica lamorteraquo376 laquonon rinasce piugrave chi conosce lrsquoātmanraquo377 Odunque chi egrave di questi tre il supremo

Queste che a noi sembrano e sono realmente con-traddizioni non lo erano e non lo sono per gli indiani eciograve appunto impone la piugrave grande circospezione nel di-chiarar spurio e interpolato un passo Lo Hertel ha di-mostrato fuori drsquoogni dubbio che il Purusha nella Mun-daka- ha una prevalenza sul Brahman ed espunge peravere un tutto logico i passi che parlano del BrahmanMa perchegrave far giustizia sommaria anche di quelli cheparlano dellrsquoātman A pag 49 egli dice che le strofe 45 9 e 10 (III 1) trattano dellrsquoātman che prende il postodel purusha nominato prima Convengo che nella Mun-daka- lo spirito polemico e antagonista alla ortodossiabrahmanica prevale sulla tendenza conciliativa di altreUpanishad e che i passi che parlano del brahman sonointerpolati ma non so vedere incompatibilitagrave di sortanella identificazione del Purusha e dellrsquoātman Nonstanno entrambi a rappresentare lo spirito universale e

375 Ccedilvetāccedilvatara- III 7376 Ibidem III 8377 Ibidem III 21

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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individuale in senso naturalistico ed in contrapposizioneal vago concetto liturgico e clericale del brahman

E finalmente diamo un esempio delle deboli e rareproteste che in favore del brahman lrsquoortodossia brahma-nica riesce ad elevare in mezzo al coro upanishadicoprevalentemente glorificatore dellrsquoātman

Lo Hertel378 giustamente afferma che la Kena- egrave im-portante perchegrave polemizza contro il conguaglio delbrahman con lrsquoanima del mondo

Le strofe I 3 5 sgg II 3 battono in breccia tutti co-loro che pretendono di conoscere il brahman Cosigrave comelrsquoassenza della parola brahman sulle labbra di Ajātaccedila-tru e di Accedilvapati ci ha servito a dimostrare che i dueprincipi mirano ad esaltare un principio antitetico e cioegravequello dellrsquoātman del pari lrsquoassenza della parola ātmannella Kena- significa che lrsquoautore di questa Upanishad egravetutto inteso a magnificare il brahman Una volta sola ecioegrave nella strofa II 4 si fa menzione dellrsquoātman per direche esso conferisce allrsquouomo forza ma che solo la scien-za vale a dire la conoscenza del brahman lo rende im-mortale (ātmanā vindate vīryam vidyayā vindate lsquomr-tam) La rivelazione upanishadica conclude la Kena- egravequella del Brahman ed ha come base lrsquoascesi (tapas) ildominio di segrave stessi (dama) e la pratica sacrificale (kar-man)379

378 Die Weisheit d Up pag 32379 IV 7 8

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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Che cosa egrave lrsquoātman secondo le Upanishad

laquoQuesto mondoraquo dice una Upanishad laquoegrave soltanto ciboe chi mangia ciboraquo380 Unrsquoaltra Upanishad rincalza laquodiessenza di cibo sono fatte le creature dal cibo hannovita e in cibo infine si risolvonoraquo381 Se per vivere si di-pende assolutamente dalla nutrizione egrave evidente che trachi mangia e la cosa mangiata deve esistere una sostan-ziale omogeneitagrave Non crsquoegrave vita senza cibo dunque infondo il cibo egrave vita o per lo meno egrave vita in potenzaNon egrave quindi da maravigliare se nelle Upanishad ilcibo (anna) egrave considerato come qualche cosa di sacro e avolte addirittura adorato come simbolo del brahman382

Uno dei massimi poeti del nostro occidente ha dettolaquonon mi sono mai curato di sapere di quali beccacce efagiani capponi e tacchini ho ingrassato il mio piccoloventreraquo383 Una superba indifferenza verso tutto quelloche ingeriamo nello stomaco e che ci mantiene in vita egraveappunto caratteristica spiccata in noi altri occidentaliche sogliamo designare col nome di materia lrsquoacqua ifrutti della terra i vegetali la carne e ogni altra sostanzache imbandita sul desco serve alla nostra nutrizione Tra

380 Brhadāranyaka- I 4 6381 Taittirīya- II 2382 Ibidem383 Goethe Gedichte Bildung laquoIch habe niemals danach gefragtVon welchen Schnepfen und Fasanen Kapaunen undWelschenhahnen Ich mein Baumluchelchen gemaumlstetraquo

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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materia e spirito crsquoegrave lrsquoabisso tra il nostro pensiero e ilpezzo di pane digerito non crsquoegrave relazione di sorta

Un veggente upanishadico osserva invece laquose persoli dieci giorni non si mangia si continua bensigrave a vive-re ma non si vede negrave si ode negrave si pensa negrave si capiscenegrave si opera negrave si discerne piugrave Ingerendo daccapo cibosi torna a vedere a udire a pensare a capire a operarea discernereraquo384

Dunque non solo le funzioni fisiologiche ma anche lepsichiche sono prodotte dal cibo dunque la materia nonegrave poi quella cosa morta che noi si crede ma tiene in segravenascosti dei germi insospettati di energie squisitissimeIn poche gocce di sperma crsquoegrave un individuo umano in unpiccolo seme egrave contenuto un grandissimo albero di nya-grodha385 Il burro in segrave e per segrave non esiste ma egrave ligrave nellatte Frullate il latte e di questo la parte piugrave fina edeletta verragrave a galla e saragrave burro Del pari il cibo ingeritosi divide nel nostro organismo in tre parti una solidamassiccia infima e viene espulsa sotto forma di fecceuna media e diventa carne una sottile ed egrave il pensieroLrsquoacqua che ingeriamo viene eliminata dal nostro orga-nismo sotto forma di urina nella sua parte cioegrave infimaviene assimilata in sangue nella sua parte mediana di-venta respiro nella sua parte sottile e piugrave squisita Il ca-lore che immettiamo in noi serve nella sua parte infima

384 Chāndogya- VII 9385 Ibidem VI 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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a formare le ossa nella sua parte mediana a formare ilmidollo nella sua parte piugrave fina a dar vita alla parola386

Tutto ciograve si puograve dimostrare con un esperimento Unuomo egrave come un fuoco alimentato da sedici pezzi di car-bone e se si astiene completamente dal cibo per sedicigiorni muore Invece se il digiuno dura non giagrave sedicima quindici giorni e durante questi quindici giornilrsquouomo ingerisce acqua perderagrave la memoria e continue-ragrave soltanto a respirare Egrave il famoso esperimento al qualeUddālaka sottopose il figlio Ccedilvetaketu387 Questi perquindici giorni non mangiograve e si limitograve a bere soltantoacqua Alla fine del quindicesimo giorno il padre lo in-vitograve a recitargli dei ben noti testi vedici ma Ccedilvetaketu liaveva del tutto dimenticati Tornograve a nutrirsi e dopo quin-dici giorni fu in grado di recitarli Lrsquoacqua dunque nonaveva fatto arrestare il respiro ma lrsquoassenza di cibo ave-va distrutto ogni forma di pensiero e di memoria Il fuo-co ridotto a un sol pezzo di carbone alimentato da altriquindici pezzi aveva infine di nuovo divampato normal-mente lrsquouomo cioegrave aveva ripreso tutte le sue funzioni

A prima vista tutto questo sembra puro e schietto ma-terialismo Hermann Jacobi non esita per esempio achiamarlo tale388 Ma qui piugrave che materializzare lo spiri-to si spiritualizza la materia e il divino invece di por-tarsi fuori del mondo lo si vede pervadere tutte le cose

386 Chāndogya- VI 5387 Ibidem VI 7388 Die Entwicklung der Gottesidee pag 12

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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laquoquel Dio che egrave nel fuoco nelle acque dentro a tuttolrsquouniverso nelle erbe e negli alberi a Lui a Lui ci pro-sterniamoraquo389

Glrsquoindiani hanno avuto i loro materialisti nei Cārvākai quali hanno affermato laquoci sono soltanto quattro ele-menti terra acqua fuoco ed aria da questi quattro in-sieme combinati si sprigiona lo spirito cosigrave come dallacombinazione di materie in fermento si sprigiona il po-tere inebrianteraquo390

Qui il potere inebriante che vien fuori dal fermentardi sostanze insieme mescolate egrave qualche cosa di pura-mente casuale che nasce e svanisce e non ha nessunaconsistenza e realtagrave Quanto diverso invece da questopotere inebriante egrave quel pensiero (manas) prodottodallrsquoessenza del cibo quel respiro (prāna) prodottodallrsquoessenza dellrsquoacqua quel Dio insomma che egrave nelfuoco e nelle acque nelle erbe e negli alberi nellrsquouni-verso mondo Qui abbiam da fare non giagrave con un pro-dotto casuale che nasce e muore ma con una realtagrave sem-piterna che non conosce negrave nascita negrave morte che comeun rasoio nellrsquoastuccio come il fuoco nel legno come ilsale disciolto nellrsquoacqua pervade fino alla punta delleunghie tutto ciograve che ha un nome e una forma391 Questarealtagrave sempiterna si manifesta in forme sempre piugrave alte

389 Ccedilvetāccedilvatara- II 17390 Vedi lrsquoesposizione della teoria dei Cārvāka in principio delSarvadarccedilanasangraha di Mādhava-Acārya391 Brhadāranyaka- I 4 7 II 4 12 Chāndogya- VI 13

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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e tocca allrsquouomo adergersi fino alla piugrave alta Umile egrave laforma che assume nel cibo e chi la adora come tale avragraveil cibo chrsquoegli desidera meno umile egrave la forma che assu-me nel respiro e chi la adora come tale vivragrave tutta lavita ma chi la adora nelle sue forme piugrave alte di pensie-ro di discernimento di delizia (ānanda) srsquoimmedesime-ragrave infine con essa392 perchegrave quello che si pensa questosi diventa dopo la morte (yathākratur asmilloke purushobhavati tathā itah pretya bhavati)393

Questa realtagrave principio della vita dalla forma piugraveumile della funzione fisiologica e del respiro a quellapiugrave alta della beatitudine si chiama ātman ed egrave diffici-lissima a concepirsi nella sua interezza perchegrave la vedia-mo costantemente frazionata nel mondo empirico Inquanto lrsquoātman respira lo chiamiamo fiato in quantoparla lo chiamiamo parola occhio in quanto vede orec-chio in quanto ode intelletto in quanto capisce ma que-sti sono soltanto nomi per le sue funzioni Chi venerauna di queste non egrave saggio perchegrave solo parzialmentelrsquoātman risiede in ciascuna di esse Perciograve venerare biso-gna solo ed unicamente lrsquoātman giacchegrave in questo siunificano tutte le funzioni Lrsquoātman egrave lrsquoorma del mondomediante infatti lrsquoātman si conosce lrsquouniverso comemediante lrsquoorma si rintraccia il capo di bestiame smarri-to cosigrave pure a mezzo dellrsquoātman lrsquouniverso394

392 Taittirīya- II 2 sgg393 Chāndogya- III 14 1394 Brhadāranyaka- I 4 7

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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Lrsquoesistenza dellrsquoātman in noi cioegrave di un quid nel qua-le tutte le funzioni trovano la loro base e sono per cosigravedire confitte come nel mozzo della ruota le razze395viene dimostrata mediante il famoso apologo della con-tesa degli organi396

Una volta gli organi messisi a litigar fra loro per lasupremazia sen vennero dal Brahman e gli chiesero chidi loro fosse il principale E il Brahman rispose cheprincipale avrebbe potuto chiamarsi quello che lascian-do il corpo riuscisse a ridurlo nel peggior stato Ciograve udi-to la parola partigrave e dopo un anno che era stata fuoritornograve e chiese laquocome avete potuto vivere senza di meraquoLe fu risposto laquocome i muti che non parlano ma cherespirano vedono odono capiscono e si riproduconoraquoE la parola allora rientrograve nel corpo

Viene la volta successivamente dellrsquoocchio dellrsquoorec-chio dellrsquointelletto del seme di partire tornare dopo unanno e sentirsi rispondere rispettivamente laquoabbiamovissuto come i ciechi i sordi i mentecatti gli eviratima tutte le altre funzioni le abbiamo pure compiuteraquo

Quando perograve il respiro fece le mosse di volere usci-re si tirograve dietro come un cavallo focoso il piuolo a cuista legato per le zampe tutti gli altri organi sicchegrave que-sti lo implorarono di rimanere confessarono che senzadi lui non potevano vivere e gli assegnarono come cibo

395 Chāndogya- VII 15 1 Praccedilna- VI 6396 Brhadāranyaka- VI 1 7-14 Chāndogya- V 1 6-15 2 1Praccedilna- II 1-4 Kaushītaki- II 14

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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tutto ciograve che vive compresi cani i vermi glrsquoinsetti chestrisciano e che volano397

Qui evidentemente il respiro sta a simboleggiarelrsquoātman Vero egrave che questo secondo la dottrina esoteri-ca egrave qualche cosa di assai piugrave recondito e a differenzadel respiro sfugge alla percezione dei sensi laquonon colfiato che si emette (prāna) negrave con quello che srsquoimmette

397 La interpretazione del Deussen del passo analogo(Chāndogya- V 2 1) laquoAlles was hier vorhanden ist bis herab zu(dem was) den Hunden und den Voumlgeln (als Nahrung dient)raquo egraveinaccettabile Il testo dice proprio che i cani e gli uccelli debbonoservir di cibo al prāna Lrsquoespressione vuole essere studiatamentedrastica per designare la voracitagrave della vita il suo quasiidentificarsi col cibo Vedemmo che ad un veggente upanishadicotutto il mondo apparve come composto di due cose sole di chimangia e di chi egrave mangiato Che il prāna egrave il divoratore pereccellenza e a lui tocca nutrire gli altri organi egrave detto inChāndogya- I 2 9 ed anche piugrave esplicitamente inBrhadāranyaka- I 3 17 18

Ho riferito in succinto la contesa degli organi attenendomi altesto della Brhadāranyaka- Le varianti nelle altre Upanishadsono pressrsquoa poco queste in Chāndogya- gli organi invece diricorrere al Brahman ricorrono a Prajāpati e fra i litiganti manca ilseme in Praccedilna- il saggio Pippalāda racconta in breve la contesae invece di valersi della immagine del cavallo focoso adoperalrsquoaltra delle api che tengono dietro alla loro regina (secondo iltesto al loro re madhukararājānam)

Lrsquoapologo della contesa degli organi riappare nel King luuml yiSiang una compilazione cinese basata su fonti buddhistiche insanscrito e risalente al 516 dellrsquoecircra nostra e in Tito Livio II 328 secondo segnala lo Hertel in Weisheit d Up pag 70 e 71

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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(apāna) lrsquouomo vive ma le creature vivono in base aduna terza cosa sulla quale quei due poggianoraquo398 Chelrsquoātman sia una entitagrave distinta dal respiro e soprassensi-bile si puograve anche inferire dal graduale ritrarsi che fa insegrave stessa la vita nel corpo drsquoun morente prima a venirmeno egrave la facoltagrave di parlare mentre perdura ancora la co-scienza poi si perde anche questa ma si continua a re-spirare srsquoarresta infine il respiro ma il calore del corpopermane e solo quando il calore del corpo sparisceanchrsquoesso subentra lrsquoātman il supremo DioquellrsquoImponderabile da cui emana e si riassorbe il Tut-to399

Ma exotericamente parlando il respiro ossia il prā-na sta a rappresentare lrsquoātman

Altra prova dellrsquoesistenza dellrsquoātman egrave che non cono-sce stanchezza si stanca la parola si stanca lrsquoocchio sistanca lrsquoorecchio solo sul Prāna fondamentale non hanessuna presa la stanchezza400 sul Prāna che vigila neldormente401 perchegrave non puograve conoscere sonno come nonpuograve conoscere morte Tutto ciograve che ha bisogno di sonnomuore ma chi ha mai visto dormire lrsquoātman Chi puogravemai concepire la morte dellrsquoātman dellrsquoanima Sesrsquoincide un albero nella radice esso gocciola di linfa per-chegrave vive e appunto perchegrave saturo di ātman vivente ri-

398 Kāthaka- V 5399 Chāndogya- VI 8 6-7400 Brhadāranyaka- I 5 21401 Kāthaka- V 8 Brhadāranyaka- 3 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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goglioso e giocondo si aderge col tronco e coi rami Mase la vita lrsquoātman abbandona un ramo questo si dissec-ca se abbandona un secondo e un terzo ramo questi sidisseccano se abbandona lrsquointero albero lrsquointero alberosi dissecca Cosigrave pure egrave certo che questo corpo nuorequando la vita lrsquoabbandona ma non egrave giagrave che muore lavita402 La vita che muore egrave una contraddizione in termi-ni una impossibilitagrave logica un assurdo

Le energie vitali si fondono in una unitagrave perchegrave nes-suno puograve contemporaneamente aver coscienza drsquounnome mediante la parola drsquouna forma mediantelrsquoocchio drsquoun suono mediante lrsquoorecchio drsquoun pensieromediante lrsquointelletto ma le energie vitali invece fon-dendosi in una unitagrave consentono che si abbia coscienzasuccessivamente di tutte quelle cose sicchegrave quando siparla tutte le energie vitali parlano quando si vede tuttele energie vitali vedono e cosigrave di seguito Se non cheuna gerarchia crsquoegrave pure fra queste energie vitali perchegraveanche senza parola si vive e difatti ci sono i muti anchesenza udito si vive e difatti ci sono i sordi anche senzaintelletto si vive e difatti ci sono i dementi anche senzabraccia o senza gambe si vive e difatti ci sono i mutilatima senza il Prāna non si vive ed il Prāna egrave dunque ciograveche tiene in piedi e fa funzionare questo corpo il Prānaegrave la coscienza Quando lrsquouomo srsquoaddormenta allora eglisi unifica col Prāna e nel Prāna srsquoimmergono la parolacoi nomi lrsquoocchio con le forme lrsquoorecchio coi suoni

402 Chāndogya- VI 11

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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lrsquointelletto coi pensieri e quando lrsquouomo si desta dalPrāna parimenti balzano fuori tutte le energie vitaliQuando lrsquouomo per malattia o in procinto di moriresviene e perde la coscienza talchegrave la gente dice che ilsuo spirito ha preso il volo e che egli non ode non vedenon parla e non capisce piugrave allora egli si egrave unificato colPrāna e nel Prāna si sono immerse le energie vitali econ queste il Prāna esce fuori del corpo quando dal cor-po esce fuori

Il Prāna dunque egrave la coscienza e mediante questapresente nellrsquoorgano della parola si egrave consci di tutti inomi mediante la coscienza presente rispettivamentenel naso nellrsquoocchio nellrsquoorecchio nella lingua nellemani nel corpo nel membro virile nei piedi enellrsquointelletto si percepiscono rispettivamente tutti gliodori tutte le forme tutti i suoni tutti i sapori si com-piono tutte le opere si prova piacere o dolore si sente lavoluttagrave si va si pensano tutti i pensieri Perchegrave se la co-scienza egrave assente la parola non egrave piugrave conscia di nessunnome e si dice laquoil mio pensiero era altrove e perciogravenon sono stato conscio di quel nomeraquo il naso non per-cepisce piugrave nessun odore e si dice laquoil mio pensiero eraaltrove e perciograve non ho percepito quellrsquoodoreraquo lrsquoocchionon ravvisa piugrave nessuna forma e si dice laquoil mio pensie-ro era altrove e perciograve non ho ravvisato quella formaraquo ecosigrave di seguito Dunque non egrave la lingua che realmenteparla ma dietro alla lingua si nasconde un quid che egrave ilvero soggetto del parlare non egrave il naso lrsquoocchio lrsquoorec-chio ecc che rispettivamente fiuta vede ascolta ecc ma

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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dietro al naso allrsquoocchio allrsquoorecchio ecc si nascondeun quid che egrave il vero soggetto del fiutare vedere odora-re ecc Questo quid egrave appunto lrsquoātman immortale403

Il mondo egrave dunque una emanazione dellrsquoātmancome il ragno emette e in segrave ritira la tela come dalla ter-ra spuntano le erbe come dal corpo di un uomo vivovengono fuori i peli e i capelli come da un fuoco di-vampante a migliaia scintille di fuoco schizzano e nelfuoco ritornano cosigrave pure dallrsquoātman indefettibile glisvariati esseri escono e nellrsquoātman indefettibile rientra-no404 Quando si dorme profondamente allora lrsquoātmanriassorbe in segrave tutto quello che emana mentre si egrave destiLa prova principe dellrsquoesistenza dellrsquoātman e del suoespandersi e raccogliersi si ha appunto nel passaggiodallo stato di veglia a quello di sogno e dallo stato di so-gno a quello di sonno profondo Egrave questo uno dei temipreferiti delle Upanishad Ci limiteremo a dar notiziadei passi piugrave importanti

Quando lrsquouomo dorme allora egli si ricongiunge conlrsquoessere rientra nel suo vero segrave stesso Come un uccellolegato con un filo vola da questa parte e da quella e nontrovando un punto drsquoappoggio torna al luogo dove egrave le-gato del pari la nostra mente vaga di qua e di lagrave e non

403 Kaushītaki- III 2 sgg404 Mundaka- I 1 7 II 1 1 Kaushītaki- III 2Brhadāranyaka- II 1 20

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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trovando un punto sul quale posare torna nel principiovitale (prāna) al quale egrave legata405

Mortale egrave questo corpo ma serve di dimora allrsquoātmanimmortale Tutto ciograve che ha un corpo non puograve sottrarsialle sensazioni del dolore e del piacere ma negrave dolore negravepiacere tangono mai lrsquoincorporeo Incorporeo egrave il ventoincorporei sono la nuvola il lampo il tuono Cosigrave comequesti balzando fuori dalla atmosfera e raggiungendo lapiugrave alta luce si manifestano nella forma che loro egrave pro-pria del pari lrsquoanima rasserenata balzando fuori del cor-po durante il sonno e raggiungendo la piugrave alta luce simanifesta nella forma che le egrave propria E divenuta Spiri-to supremo essa allora va attorno ridendo scherzandoe sollazzandosi o con donne o con carri o con parenti eperde ogni ricordo di questo soprappiugrave che egrave il corpoCome una bestia da tiro egrave aggiogata al carro cosigrave lrsquoani-ma egrave aggiogata a questo corpo406

A Gārgya che srsquoera illuso drsquoinsegnare ad Ajātaccedilatruche cosa fosse il brahman il re mostra un uomo immer-so nel sonno e dice laquoquando si dorme cosigrave lo spiritofatto di conoscenza ritoglie agli organi la facoltagrave cheaveva loro imprestata di conoscere e va ad annidarsi nelcuoreraquo Durante il sogno esso vaga di qua e di lagrave per ipropri dominii al pari di un possente monarca o drsquoungrande brahmano e si tira dietro gli spiriti vitali cometanti dipendenti Ma durante il sonno profondo lo spiri-

405 Chāndogya- VI 8 1-2406 Ibidem VIII 12 1-3

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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to penetrando per le settantaduemila vene che dal cuoresi estendono al pericardio in questo va a riposare e vigode un eccesso di delizia quale puograve essere nota a chipiugrave nella vita egrave capace di godere un giovane principeun possente monarca un gran brahmano407

Il re Janaka chiede a Yājntildeavalkya laquolrsquouomo di qualeluce disponeraquo laquoDella luce del soleraquo risponde il saviolaquoperchegrave alla luce del sole sta va fa quel che ha da faree torna a casaraquo

laquoMa quando il sole egrave tramontato di quale luce dispo-ne lrsquouomoraquo

laquoDella luce della luna difatti alla luce della luna eglista va compie fuori i suoi affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati che luce halrsquouomoraquo

laquoIl fuoco alla luce del fuoco infatti egli sta vacompie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati e spento egrave ilfuoco che cosa fa luce allrsquouomoraquo

laquoLa parola difatti al lume della parola egli sta vacompie gli affari e torna a casa Ed invero o gran re lagravedove altri non distingue la propria mano (perchegrave egrave buio)ma si eleva una voce verso il luogo donde questa parteci si dirige pureraquo

laquoMa quando sole e luna son tramontati spento srsquoegrave ilfuoco e il suon della parola svanisce che cosa fa daluce allrsquouomoraquo

407 Brhadāranyaka- II 1 15-19

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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laquoIl suo io diventa la sua luce difatti al lume del suoio egli sta va compie gli affari e torna a casaraquo

laquoMa quale ioraquo408laquoLa luce che egrave nel cuore e che fra le energie vitali egrave

fatta di conoscenza lo spirito insomma Rimanendo lostesso percorre i due mondi (il terreno e lrsquoultraterreno)e par che pensi e si muova e prendendo la forma del so-gno si aderge al di sopra di questo mondo al di sopradelle forme della morte409 Due son le dimore dello spi-rito questo mondo e quello di lagrave Una terza intermedia egraveil sogno e in essa trovandosi egli vede entrambe le duedimore la terrena e lrsquoultraterrena410

Prendendo il materiale da questo mondo provvistodrsquoogni cosa lo spirito durante il sonno si mette a taglia-re a costruire al lume del suo proprio splendore dellasua propria luce Quando si dorme egli dunque egrave luce asegrave stesso Non ci sono quivi negrave cocchi negrave tiri a due negravestrade ma i cocchi i tiri a due e le strade li crea lui nonci sono quivi delizie gioie e tripudi ma le delizie legioie e i tripudi li crea lui non ci sono quivi cisterne la-ghetti e ruscelli ma le cisterne i laghetti e i ruscelli licrea lui perchegrave egli egrave il creatore Durante il sonno egli

408 Hertel (Weisheit d Up pag 119 nota 1) non si lasciasfuggire che katama significa quale di molti ed avverte che lrsquoioera concepito diversamente corporeo incorporeo ecc Cfr ancheJacobi op cit pag 16 e 17409 Brhadāranyaka- IV 3 2-7410 Ibidem strofa 9

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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rimuove da segrave tutto che egrave corporeo e vigile contempla idormienti prendendo la propria face torna egli lo spiri-to aureo in patria come il cigno migratore egli lrsquoimpa-reggiabile cigno411

Come un grosso pesce va lungo le due sponde (drsquouncanale) quella di qua e quella di lagrave del pari lo spiritocosteggia i due confini quello del sonno e quello dellaveglia E come un falco o unrsquoaquila dopo aver volatoper lrsquoatmosfera stanco raccoglie le ali e si dispone a tor-nare al nido cosigrave pure lo spirito si affretta verso quelconfine dove il dormente non desidera piugrave nessun desi-derio non vede piugrave nessun sogno E si ha allora quellaforma dellrsquoEssere la quale egrave di lagrave drsquoogni brama esenteda ogni male da ogni timore Allora lo spirito comelrsquouomo abbracciato dalla donna amata non ha piugrave co-scienza negrave del mondo esterno negrave dellrsquointerno allora siha quella forma dellrsquoEssere nella quale si raggiungonotutti i desideri nella quale i desideri diventano lrsquoĀtmanossia non ci sono piugrave desideri non ci sono piugrave doloriAllora il padre non egrave piugrave padre la madre non egrave piugrave ma-dre cessano drsquoessere mondi i mondi dei gli dei Veda iVeda allora il ladro non egrave piugrave ladro lrsquoinfanticida nonpiugrave infanticida il cāndāla 412 non piugrave cāndāla il paulka-sa413 non piugrave paulkasa il monaco non piugrave monaco

411 Ibidem strofe 9-11412 Un uomo di casta abietta413 Il rampollo drsquouna donna di casta kshatriya e drsquoun selvaggioche vive di caccia e di pesca

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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lrsquoasceta non piugrave asceta allora non crsquoegrave piugrave nulla affettoda bene piugrave nulla affetto da male perchegrave lo spirito hasuperato tutti gli affanni del cuore E se allora non sivede piugrave nulla non si vede piugrave nulla conservando perogravela facoltagrave di vedere perchegrave nel soggetto del vedere nonpuograve esservi interruzione della facoltagrave di vedere non po-tendo quello mai perire ma dove crsquoegrave piugrave una secondacosa una cosa distinta dal soggetto del vedere che que-sti possa vedere E se allora non si fiuta piugrave nulla nonsi fiuta piugrave nulla conservando perograve la facoltagrave di fiutareperchegrave nel soggetto del fiutare non puograve esservi interru-zione della facoltagrave di fiutare non potendo quello maiperire ma dove crsquoegrave piugrave una seconda cosa una cosa di-stinta dal soggetto del fiutare che questi possa fiutare

Lo stesso dicasi del gustare del parlare dellrsquoudiredel pensare del percepire col tatto del conoscere Sem-pre che crsquoegrave appena una seconda cosa allora lo spirito lavede la fiuta la gusta le parla lrsquoode la pensa la perce-pisce col tatto la discerne Ma una seconda cosa non crsquoegravepiugrave lo Spirito egrave solo ligrave che guarda diventato come unaunica distesa di acque e dimora in Brahma Questa egrave lasua suprema delizia e drsquouna particella soltanto di taledelizia campano le altre creatureraquo414

La vita dunque dalle sue manifestazioni nellrsquouomoquale puro prodotto del cibo possiamo seguirla gradata-

414 Ibidem strofe 18 19 21-32 Sullrsquoorigine della caratteristicadi delizia (ānanda) attribuita al Brahman cfr Jacobi op cit pag16

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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mente nella sua manifestazione di respiro in quella dipensiero in quella di conoscenza e infine in quella didelizia Ci sono in altri termini cinque specie di ātmanlrsquoannarasamaya (quello che risulta di succo di cibo) ilprānamaya (quello che risulta di respiro) il manomaya(quello che risulta di pensiero e volontagrave) il vijntildeānamaya(quello che risulta di conoscenza) lrsquoānandamaya (quelloche risulta di delizia) Quale delizia maggiore del rien-trare che fa lrsquoanima in segrave stessa durante il sonno profon-do Egrave quella la piugrave alta forma di vita perchegrave allora lospirito egrave in presenza di segrave stesso di lagrave del male e delbene in una estasi indefinibile Quello che si desideraquello che si pensa questo si diventa e chi aspiraallrsquoātman nella sua forma piugrave alta di delizia che si co-nosce e pregusta nel sonno profondo raggiunge tale de-lizia dopo la morte La perdita della coscienza egrave unbene non egrave un male perchegrave fino a tanto che dura la co-scienza crsquoegrave un soggetto conoscitore e un oggetto cono-sciuto vale a dire lo spirito resta turbato da qualchecosa che non egrave lui sussiste una dualitagrave ed egrave impossibilela perfetta delizia che si avvera nella unificazione disoggetto e oggetto conoscitivo nello spirito stesso Ildire quindi che dopo la morte non crsquoegrave coscienza non si-gnifica affermare che non crsquoegrave unrsquoanima ma anzi chedopo la morte si raggiunga la unificazione dellrsquoanimalrsquoaffrancamento di essa da ogni vincolo materiale che lacostringe a distinguere qualche cosa di diverso da leiche egrave immortale e cioegrave questo labile mondo drsquoillusoripiaceri e drsquoillusori dolori Concepire la vita fuori della

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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solita coscienza volgare del mio e del tuo dellrsquooggi edel domani del piacere e del dolore riesce impossibileai piugrave nonostante che questi piugrave riconoscanonellrsquoamplesso amoroso e nel sonno profondo che elimi-nano ogni coscienza del mondo esterno e dellrsquointernouno stato di perfetta e ineffabile delizia Ma il saggioconcepisce la piugrave alta forma di vita nella perdita appun-to della solita coscienza e sa che la vera realtagrave il veroessere non puograve negrave deve serbare nulla in comune conlrsquoeffimera apparenza col mutevole divenire

Quando Yājntildeavalkya dice crudamente alla consorteMaitreyī laquodopo la morte non crsquoegrave coscienza (na pretyasantildejntildeāsti)raquo415 egli sa di pronunciare una sentenza che alvolgo avvezzo a voler dopo la morte una continuazionedi questa vita deve incutere terrore Infatti Maitreyī siaffretta a replicare laquocon queste parole laquodopo la mortenon crsquoegrave coscienzaraquo voi mi avete sgomentataraquo Qui Mai-treyī rappresenta il volgo incapace di concepire la piugravealta forma di vita come unificazione dello spirito e pro-clive invece a voler perpetuare dopo la morte lrsquoanimacon tutte le aspirazioni e le brame che ha in questa vita

Non posso quindi convenire con Hermann Jacobicirca la tesi chrsquoegli sostiene non trovarsi concettual-mente ben distinti spirito e materia nelle Upanishad piugraveantiche ed esser loro estranea lrsquoidea drsquounrsquoanima indivi-

415 Brhadāranyaka- II 4 12 IV 5 13

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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duale nel senso di un quid indefettibile ed immateria-le416

Come spiega allora Jacobi lo sgomento di MaitreyīElla dagrave a Yājntildeavalkya la risposta che qualunque nostradonna ci darebbe se le dicessimo laquodopo la morte noncrsquoegrave coscienzaraquo

Non si tratta davvero di mancanza di distinzione traanima e materia ma anzi di una stupefacente maturitagrave dipensiero la quale permetteva di intuire lo spiritonellrsquoatto di pervadere la materia in forme sempre piugravealte fino ad emanciparsene completamente e di segrave stessobearsi

Lrsquoātman dunque secondo le Upanishad egrave la forza vi-tale presente nellrsquoUniverso e manifestatesi in vari gradie sotto varia forma Come tale egrave una veritagrave scientificache lrsquoosservazione e lrsquoesperimento strappano di tra i mi-steri della natura Ricordiamoci che Ccedilvetaketu digiunograveper quindici giorni nel solo intento di provare che il pen-siero egrave sostenuto dal cibo e il respiro dallrsquoacqua ingeritaLe differenti manifestazioni della vita durante la vegliail sogno e il sonno profondo le graduali tappe a ritrosoche percorre lrsquoātman in un morente per le quali lo vedia-mo abbandonare successivamente la parola la coscien-za il respiro il calore animale e infine uscire dal corpoe rientrare in segrave stesso questi ed altri consimili dati difatto che srsquoincontrano di frequente nelle Upanishad sonofrutto di esatte osservazioni fisiologiche e psicologiche

416 Op cit pag 8 9 10 14 15

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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Lrsquoassioma che il soggetto della conoscenza puograve cono-scere tutto eccetto segrave stesso sta a provare che della logi-ca facevano il piugrave largo uso i pensatori upanishadiciOra tutto questo egrave scienza egrave schietta filosofia e non hail piugrave lontano sapore di misticismo e di religione Nessu-na veritagrave scientifica puograve o potragrave mai avere il valore diconforto religioso Tagore molto acutamente mi dicevaun giorno laquochi mai pensando alla legge della gravita-zione potragrave acquetare lrsquoanima tribolataraquo Un Dio perso-nale che oda i nostri gemiti e le nostre preghiere che ciassista consoli e conforti ecco il solo e vero rifugio deinostri cuori esulcerati Qualunque legge oggettiva perfatale e grandiosa chrsquoessa sia ci lascia indifferenti puogravecontentare la nostra ragione giammai il nostro cuoreEssa non ha occhi per vedere le nostre lagrime non haorecchi per udire le nostre invocazioni non ha un cuoreper commuoversi del nostro strazio non ha un cervelloper capire i nostri pensieri Se non crsquoegrave una personalitagravevano egrave di parlar drsquoamare e drsquoessere amato Quale leggeastratta fredda fatale puograve mai prendere il posto di DioPadre Lrsquoātman egrave una veritagrave scientifica una legge esembra a prima vista chrsquoesso non possa dar luogo aduna religione

Torniamo ai testilaquoQuando fuori di segrave stesso non si vede negrave si ode negrave

si conosce altro si ha allora ciograve che non conosce limita-zione sempre che invece si vede si ode si conosce al-tro da segrave si ha ciograve che egrave limitato Ciograve che non ha limiteegrave immortale mortale egrave tutto quello che egrave limitato Del

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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pari la felicitagrave egrave soltanto assenza di limite ogni felicitagraveesula da ciograve che egrave poco o piccolo Orbene lrsquoātman egrave so-pra ed egrave sotto nellrsquoovest e nellrsquoest nel sud e nel nord egravelrsquouniverso mondo Chi vede pensa e conosce cosigrave egioisce dellrsquoātman scherza con lui si accoppia con lui edi lui si bea conquista lrsquoautonomia e percorre a suo libi-to i mondi coloro invece che la pensano diversamentesono comandati dagli altri transitorio egrave il loro gaudio enon possono percorrere i mondi a loro piacimentoraquo417

laquoIl miglior precetto che si puograve suggerire riguardo allospirito egrave che si dica laquono noraquo (neti neti) ad ogni tentati-vo di definirlo Il suo nome egrave questo realtagrave della realtagrave(satyasya satyam)raquo418

laquoCiograve che si trova al disopra del cielo e al disotto dellaterra e ciograve che si trova fra cielo e terra e ciograve che chia-mano passato presente e futuro tutto questo egrave intessutoe contessuto nello spazio E lo spazio egrave intessuto e con-tessuto in quel che suole chiamarsi lrsquoIndefettibile il qua-le non egrave negrave massiccio negrave sottile negrave lungo negrave corto negraverosso (come il fuoco) negrave aderente (come lrsquoacqua) negraveoscuro negrave lucente negrave gassoso negrave etereo non egrave attacca-ticcio non ha negrave sapore negrave odore negrave vista negrave udito negravefavella negrave intelletto negrave calore negrave respiro negrave bocca negravedimensione negrave un dentro negrave un fuori nulla mangia enessuno Lo mangia Al cenno di questo Indefettibile re-stan distinti sole e luna cielo e terra minuti ed ore gior-

417 Chāndogya- VII 23-25418 Brhadāranyaka- II 3 6

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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ni e notti quindicine e mesi stagioni ed anni al cennodi questo Indefettibile scorrono dai monti candidi le fiu-mane alcune verso il levante altre verso il ponente oquella qualunque altra direzione che seguono al cennodi questo Indefettibile gli uomini lodano i largitori glidei dipendono dallrsquooblatore e i Mani dallrsquoofferta funera-ria E chi ignorando questo Indefettibile liba sacrifica efa penitenza magari per molte migliaia drsquoanni tutto ciograveha un limite nellrsquoapportargli compenso Chi ignorandoquesto Indefettibile parte da questo mondo egrave un misera-bile ma chi conoscendo questo Indefettibile parte daquesto mondo egrave un vero brahmano Questo Indefettibileegrave lo spettatore non veduto lrsquouditore non udito il pensa-tore non pensato il conoscitore non conosciuto fuori diLui non crsquoegrave altro spettatore uditore pensatore conosci-tore in questo Indefettibile lo spazio egrave intessuto e con-tessutoraquo419

laquoLrsquoātman si definisce con no no egrave inafferrabile indi-struttibile nulla aderisce a Lui nulla puograve legarlo farlovacillare nuocergliraquo420

Di nessuna forza di nessuna legge della natura si egravemai parlato in termini cosigrave vibranti di venerazione Quiil linguaggio del filosofo cede il passo al linguaggio delmistico e la scienza diventa religione Noi che tra scien-za e religione tra materia e spirito siamo avvezzi a ve-dere un eterno dissidio un irreconciliabile divorzio ci

419 Ibidem III 8 7-11420 Ibidem III 9 26

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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chiediamo Le Upanishad sono una filosofia o una reli-gione

Carattere profondamente religioso della dottrinadellrsquoātman

Si perviene come abbiam visto a conoscere lrsquoātmanmediante lrsquoosservazione lrsquoesperimento la logica Ilmondo intero egrave animato da una forza sostanzialmenteidentica che crea il baleno nellrsquoatmosfera e il pensieronel cervello umano Ogni cosa di questo gran mondo egravequindi pervasa da Dio egrave sacra degna di rispetto edrsquoamore Ovunque crsquoegrave mistero perchegrave ovunque crsquoegrave Diolrsquoātman il famoso folletto che si cela nelle cose come ilfuoco nel legno Tutto questo perograve significa avere unaconoscenza soltanto superficiale dellrsquoātman e non puogravecostituire nessun conforto religioso La vera profondaintima conoscenza dellrsquoātman non egrave frutto negrave di osserva-zione negrave di ragionamento ma egrave un lampo di chiaroveg-genza una intuizione soprassensibile una ebbrezza in-tellettuale e spirituale In altri termini le comuni energiementali non bastano a scoprire lrsquoātman nella sua essen-za occorre a tanto una particolare concentrazione dellospirito una specie di meditazione che ubbidisce a regolefisse e presuppone un lungo e difficile tirocinio Il letto-re avragrave giagrave capito che alludo alle pratiche meditative chevanno sotto il nome di yoga

laquoChiamano suprema meta quella in cui con lrsquoorganodella psiche i cinque sensi si fermano e immobile per-mane lrsquointelletto Questo contenere che si fa i sensi sta-

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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bilmente vien designato col nome di yoga e mentredura egrave necessaria una continua tensione chegrave il yoga egravecreazione (drsquoun mondo nuovo) e distruzione (di questomondo)

Non con la parola negrave col pensiero negrave con lrsquoocchio sipuograve afferrare lrsquoātman Egli appartiene a colui che (in unattimo di chiaroveggenza) esclama egraveraquo421

La conoscenza dellrsquoātman egrave soprassensibile e ciograve ap-punto le conferisce un carattere religioso Noi dellrsquoocci-dente che non siamo iniziati ai misteri del yoga oscillia-mo fra il creder lrsquoātman un principio filosofico e il cre-derlo una fede mistica Non egrave negrave una cosa negrave lrsquoaltraLrsquoestasi mistica dei nostri santi parte da elementi affetti-vi e da un fervore di sentimento che sono del tutto ignotial yoga pratica meditativa essenzialmente indiana mapur diffusasi nel resto dellrsquoOriente Bisogna che ci per-suadiamo che non sappiamo e forse mai sapremo medi-tare come gli orientali Quello che noi crediamo racco-glimento egrave per gli orientali il primo e piugrave il corto deicento passi che occorre fare per raccogliersi sul serio Enon potrei meglio illustrare questo punto che traducendoalcuni squarci drsquoun magnifico opuscolo422 di Otto KarlJulius Rosenberg troppo immaturamente e crudelmente

421 Kāthaka- VI 10-12422 Die Weltanshauung des modernen Buddhismus im fernenOsten aus dem Russischen uumlbersetzt von Dr Ph Schaeffer inMaterialen zur Kunde des Buddhismus herausgegeben von Dr MWalleser 6 Heft Heidelberg 1924

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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rapito alla scienza della quale egli era un sacerdote im-pareggiabile Il Rosenberg dandoci contezza della settabuddhistica Sen (corruzione del vocabolo sanscrito dhyā-na ossia meditazione) tuttora fiorente nel Giapponescrive laquoi chiostri centrali della setta Sen come del restoquelli di molte altre sette sono situati in regioni apparta-te fra montagne pittoresche e nel cuore delle foresteCome singolaritagrave del chiostro dei meditanti egrave notevole ilsalone della meditazione Di solito egrave una fabbrica ampiae lunga in cui domina una semioscuritagrave lungo le paretici sono dei cuscini rotondi bassi e duri sovente anchedelle poltrone alte con cuscini Durante la meditazionesi sta seduti con la faccia rivolta alla parete e con legambe incrociatehellip Spesso il piugrave vecchio dei maestriguida lrsquoassemblea legge e commenta uno squarcio diqualche mistico scritto per disporre gli spiriti alla medi-tazione Immediatamente dopo si fa silenzio I convenu-ti si sprofondano nella meditazione e meditano su ciograveche non puograve afferrarsi coi pensieri negrave descriversi con leparolehelliphellip (Egrave necessario cercare il Divino in segrave stessiBisogna concentrarsi nellrsquoIrrappresentabile nellrsquoIneffa-bile che crsquoegrave nellrsquouomo dimenticare tutti i sentimentitutti i pensieri e questo Ineffabile viverlo sensibilmen-te)423helliphellip Si sta seduti a meditare unrsquoora due tre avolte anche piugrave Srsquoodono i rintocchi drsquouna campana imeditanti poco per volta si ridestano srsquoalzano fanno in

423 Queste sole parole chiuse fra parentesi si trovano a pag 35 ilresto a pagg 36 e 37

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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silenzio un pasto frugale danno spaccio alle faccendequotidiane del chiostro e tornano a riunirsi per meditare

Quel che si prova durante la meditazione egrave indescrivi-bile egrave da escludersi assolutamente qualunque specie diallucinazione di apparizione drsquouno o altro Buddha disogno ipnotico e via dicendo Si ha soltanto una singola-re sensazione di leggerezza e di calma spirituale Se poial termine della meditazione si raggiunge lrsquoesperienzareligiosa ossia lrsquoInafferrabile dipende dalla personalitagravedel meditante Moltissimi non raggiungono la meta Maad ogni modo la calma che da tutti si ottiene agiscecosigrave favorevolmente sullo stato drsquoanimo dellrsquouomo chemolti fanno un viaggio apposta per recarsi nei chiostridei meditanti e seguire un corso di meditazione nel solointento di acquetar lrsquoanima ed attingere cosigrave nuove ener-gie per le lotte della vita E perciograve giagrave nei tempi passatii guerrieri giapponesi furon soliti temprar lrsquoanimo neichiostrihellip Nei chiostri della setta Sen ebbe origine esviluppo gran parte di ciograve che forma il patrimonio delcostume giapponese la peculiare poesia colma drsquoamoreper la natura circostante con la quale il meditante si fon-de le cerimonie di the eccraquo

Cosigrave meditano ancora oggidigrave gli orientali e cosigrave me-ditavano i veggenti delle Upanishad che ci parlano dellatrascendente beatitudine di scoprire lrsquoātman nel propriocuore e di sentirsi una cosa sola con esso Quello chelrsquoindiano vede o meglio sente mediante la introspezio-ne resta a noi un mistero Certo egrave che i libri sacridellrsquoIndia non fanno che vantare i tesori contenuti

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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nellrsquoanima nostra sol che in questrsquoanima noi addentria-mo lo sguardo con lrsquoocchio dellrsquoanima (ātmānam ātma-nā paccedilya guarda lrsquoanima con lrsquoanima) Nessuno inOriente contesta a noi dellrsquoOccidente drsquoavere acquistatoun potere visivo gigantesco mercegrave il telescopio e il mi-croscopio ma siamo poi tutti in Occidente disposti a ri-conoscere che lrsquoOriente ci supera nella facoltagrave visivadiremo cosigrave spirituale E se ciograve non venga riconosciutoegrave inevitabile che i voli lirici del vate upanishadico ri-guardo allrsquoātman e alla delizia di identificarsi con essodebbano apparire un vaniloquio e un delirio O si am-mette che si possa capire e sentire piugrave di noi e allora sista ad ascoltare con ammirazione anche quello che nonsi capisce e non si sente o si nega che si possa capire esentire piugrave di noi e allora resta a scegliere fra la condan-na da infliggere se cioegrave si tratta di esaltati o di ciarlata-ni

Altro ostacolo a capire il profondo significato delladottrina dellrsquoātman egrave il nostro modo di considerare lecose che ci circondano vale a dire il nostro atteggia-mento di fronte alla Natura Operato il taglio netto fra lamateria da una parte e lo spirito dallrsquoaltra noi non solonei gas nella terra nellrsquoacqua nel fuoco non vediamonulla di spirituale ma neghiamo unrsquoanima perfinoallrsquoerba alle piante alle bestie Nei loro laboratori il fi-sico il chimico il geologo ecc studiano il loro materia-le da un punto di vista puramente meccanico Non sipuograve immaginare nulla di piugrave materialista della nostrascienza che non sospetta mai possa nascondersi alcun-

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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chegrave di divino nella cosa che misura pesa fraziona os-serva sperimenta descrive negrave mai tenta avventurarsinel labirinto delle infinite arcane trasformazioni dellamateria Sentiamo parlare di persistenza della forzasentiamo dire laquonulla si perde in naturaraquo ma nel casoconcreto lrsquoenergia che teneva in vita la fiamma e cheviene a cessare collrsquoesaurirsi del combustibile il cada-vere ridotto in cenere dal fuoco o ischeletrito in seguitoalla inumazione sono e lrsquouna e lrsquoaltro equivalenti al nul-la e chi si peritasse di chiedere laquodove egrave andata la fiam-maraquo ovvero laquocome e in che cosa si sono trasformativanno ancora trasformandosi e si trasformeranno gli ele-menti del cadavereraquo farebbe ridere e darebbe provadella sua scarsa preparazione scientifica in quanto chela scienza ha un metodo che le impone di non varcarecerti limiti di non occuparsi di certi problemi e sono ipiugrave interessanti ai quali essa non puograve dare una soluzio-ne a base di calcolo di osservazione e di esperienzaQuesta netta distinzione fra materia e spirito fa sigrave chenoi non si ami non si possa amare le cose della NaturaLa montagna egrave per noi una massa di roccia e di argilla enulla piugrave il fiume un corso piugrave o meno ricco di acquepiugrave o meno utile ai nostri interessi commerciali e nullapiugrave Ci sono egrave vero i poeti i quali si esaltano del montee del mare delle aurore e dei tramonti del verde deiprati e delle nevi eterne Qualche poeta dellrsquooccidentearriva per esempio il Byron a parlare come parlerebbeun veggente upanishadico

laquoI miei altari sono le montagne e lrsquooceano

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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La terra lrsquoatmosfera gli astri ndash ogni cosa che zampil-la dal gran Tutto

Il quale ha prodotto e in segrave riassorbiragrave lrsquoanima no-straraquo424

Ma tutto ciograve per quanto alto e sublime egrave fantasia dipoeti non egrave scienza e tanto meno religione La Naturaresta per noi un campo da dominare e sfruttare e chideve dominarla e sfruttarla egrave lo spirito ossia lrsquounica in-carnazione dello spirito lrsquouomo Se non che piugrave si apreil baratro fra la Natura e noi piugrave ci sentiamo profonda-mente differenti dalla terra dallrsquoacqua dal fuocodallrsquoaria e piugrave cresce in noi la paura il terrore dellamorte perchegrave volere o non volere di elementi materialiegrave formato il nostro organismo e in polvere o cenere cirisolviamo dopo la morte Col terrore della morte scon-tiamo il nostro peccato di non amare quella terra in cuici disfaremo o quel fuoco che dovragrave ridurci in cenere

Dato questo nostro atteggiamento verso le cose mate-riali del mondo ci resta senzrsquoaltro preclusa la possibilitagravedi capire la beatitudine del vate upanishadico nellrsquounifi-carsi col cosmo Anche oggi nellrsquoIndia accade soventedi sentirsi ripetere le lodi dellrsquoUnitagrave Solo quando unacosa egrave una puograve dirsi perfetta e Dio egrave per eccellenza ilTutto lrsquoUno La fede monistica egrave quasi una necessitagravementale una categoria la forma mentis della pluralitagravedeglrsquoindiani Magari si attribuisca a Dio anche il maleche crsquoegrave nel mondo ma lo si proclami Uno anche il male

424 Don Juan III 104

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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diventeragrave allora il bene Dato che Tutto egrave Dio non crsquoegravecosa nellrsquoUniverso che non sia sacra che non debbaamarsi Si parla dellrsquoamore degli indiani per le bestie eper le piante ma esso va assai piugrave oltre Abbiamo giagravevisto di quale venerazione fosse circondato il cibo chediventa polpa della nostra carne e pensiero Chi di noiha mai sentito rispetto e tenerezza pel boccone che avvi-cina alle labbra Abbiamo visto come faccia gola a unveggente upanishadico la incorporeitagrave del vento dellanuvola del lampo del tuono Chi di noi ha mai sospira-to di diventar come il vento la nuvola il lampo il tuo-no

Quelle che da noi sono soltanto fantasie di poeti espesso esercitazioni retoriche erano e sono i piugrave profon-di sentimenti religiosi dellrsquoindiano Lrsquoindiano ama real-mente la natura crede fermamente chrsquoessa sia vivacome lui e pensi e mediti soprattutto nessuna cosa del-la Natura gli desta orrore e ribrezzo anzi immedesimar-si col gran Tutto egrave per lui la meta suprema il divino ri-fugio

E perchegrave le mie parole restino suffragate dalla autori-tagrave dei testi citerograve qui tradotti i seguenti caratteristicipassi

laquoQuesto mondo era in principio il nonessere il qualeera lrsquoessere Nacque questrsquoultimo e diventograve un uovo chegiacque per lo spazio di un anno e poi si aprigrave I due mez-zi gusci erano uno drsquoargento lrsquoaltro drsquooro Lrsquoargenteo fula terra lrsquoaureo il cielo la pellicola esterna le montagnela pellicola interna le nuvole e la nebbia le vene i fiumi

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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la parte acquosa lrsquooceano Chi nacque fu il sole e versolui che nasceva si levarono grida di stupore urli di gio-ia gli esseri tutti e tutti i desideri perciograve al sorgere delsole ad ogni suo ritorno si levano grida di stupore urlidi gioia gli esseri tutti e tutti i desideriraquo425

laquoLa terra par che mediti lrsquoatmosfera par che meditiil cielo par che mediti le acque i monti gli dei e gli uo-mini par che meditino perciograve coloro che qui fra gli uo-mini diventano grandi hanno in sorte come loro parte ildono del meditare Ma gli uomini piccoli sono litigiosiperfidi maldicenti Gli uomini superiori ricevono quasiin retaggio il dono del meditare Venera dunque la me-ditazioneraquo426

laquoQuando le api fanno il miele trasformano i succhidelle piugrave svariate piante in un unico succo che tutti liraccoglie Come questi succhi (unificati) non sanno piugravediscernere se provengano da questa o da quella piantacosigrave pure tutte queste creature raggiunto che hannolrsquoEssere non sanno di entrar nello Essere (e perdono lacoscienza)hellip Questa egrave la sottile essenza di cui lrsquouniver-so mondo risulta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanimaquesto sei tu stesso (tat tvam asi)raquo427

laquoQueste fiumane di fronte scorrono verso lrsquooriente equeste da tergo verso lrsquooccaso dal mare partono e nelmare pure sboccano e soltanto mare diventano Cosigrave

425 Chāndogya- III 19 1-3426 Ibidem VII 6 1427 Ibidem VI 9 1 2 4

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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come quando sono mare non sanno piugrave di essere state iltale o tale altro fiume del pari tutte queste creature arri-vando dallrsquoEssere non sanno di arrivare dallrsquoEsserehellipQuesta egrave la sottile essenza di cui lrsquouniverso mondo risul-ta questa egrave la realtagrave questa egrave lrsquoanima questo sei tu stes-so (tat tvam asi)raquo428

laquoQuelli che intuiscono nella loro anima lrsquounico Si-gnore intima vita degli esseri molteplice nellrsquouno que-sti sigrave sono saggi e di loro non giagrave degli altri dura eter-na la beatitudine

laquoQuesto egrave quello (etad vai tat ovvero tad etat)raquo taleesclamazione viene reputata ineffabile suprema deliziaPotrei mai infatti discernerLo Immediatamente o diriflesso

No quivi non splende il sole non la luna negrave le stellenon splendono i lampi dellrsquoatmosfera e tanto meno fuo-co terrestre Tutto il mondo splende dietro a Lui che

428 Ibidem strofa 10 1-3 La mia interpretazione differisce daquella del Deussen laquovon Ozean zu Ozean stroumlmen sie (sichvereinigend) sie werden lauter Ozeanraquo Lrsquoimmagine qui egrave che ilfiume venendo fuori dal mare non si ricorda piugrave drsquoessere stato iltal fiume che un giorno sboccograve nel mare Se fra due esistenze crsquoegraveun intervallo di permanenza nellrsquoEssere la seconda esistenzaperde il ricordo della prima Evidentemente lrsquoautore del testoimmagina che i fiumi non solo sbocchino nel ma abbiano originedal mare Il paragone tra i fiumi e gli esseri egrave frequentissimo nelleUpanidigraveshad Brhadāranyaka- II 4 11 Mundaka- III 2 8Praccedilna- VI 5

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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solo splende tutto il mondo risplende del suo splendo-reraquo429

Negrave si creda che questo sentimento di venerazione perla Natura e questrsquoebrezza di ricongiungersi con lrsquoanimadel mondo sieno frutto soltanto della istruzione ed esu-lino di tra il popolo e le classi incolte Jacobi430 da quelprofondo conoscitore che egrave della letteratura indiana av-verte laquoagli indiani antichi apparivano quali Iddii anchetutte quelle forma di Natura che lor sembravano gran-diose come ad esempio le alte montagne e i grossi fiu-mi lrsquoHimālaya non egrave soltanto un sacro monte ma comedice ancora Kālidāsa una divinitagrave e in simil guisa unadivinitagrave egrave il Gange Cosigrave pure la totalitagrave dellrsquoEssere e itre elementi primordiali del mondo dovevano loro appa-rire quali Iddii

laquoNellrsquoIndiaraquo scrive C F Andrews431 riferendosiallrsquoIndia dei giorni nostri laquocrsquoegrave un non so che di equiva-lente ad un amore religioso per il suolo esso stesso unsenso del Genius Loci in misura trascendente una devo-zione che rende sacro ogni monte ed ogni fiume e rendepartecipi di questo carattere sacro perfino le bestie for-manti col genere umano una unitagrave integrale Questoamore religioso egrave intimamente connesso col pensieroche Dio egrave immanente nellrsquoUniverso e nellrsquouomo E que-

429 Kāthaka- V 12 14 15430 Op cit pag 12431 The Visva-Bharati Quarterly January 1925 pag 322 Si leggalrsquointero magnifico saggio intitolato The Body of Humanity

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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sto pensiero non egrave negrave punto negrave poco un prodotto discuole ma una cosa intimamente naturale e piugrave che maisentita fortemente da coloro che vivono in prossimitagravedella Natura gli abitanti dei villaggi e i contadini Que-sto senso di unitagrave questo spirito religioso il quale trovalrsquoimmanenza di Dio dappertutto ha gradatamente pro-dotto unrsquoatmosfera sua propria e fatto dellrsquoIndia un pae-se che non somiglia a nessun altro Razze straniere han-no invaso lrsquoIndia per restar poi soggiogate dal magicoambiente Religioni straniere son penetrate in essa persentirsi poi impercettibilmente mutate LrsquoIndia egrave statasempre e sempre mai devrsquoessere la patria della religio-ne perchegrave la religione alita nellrsquoaria stessa dellrsquoIndiaraquo

Premesse queste considerazioni si potragrave se non sen-tire religiosamente lrsquoātman come lo sentivano i veggentidelle Upanishad intravvederne almeno lo sfondo misti-camente grandioso riconoscere che abbiam da fare condisposizioni di mente e drsquoanima a noi ignote e soprat-tutto rispettare ammirare e cercar di capire sempre me-glio

Lrsquoātman egrave immanente ma intuito e sentito nella suaunitagrave e totalitagrave egrave trascendente e come tale acquista gliattributi di un Dio personale Come il Dio personalelrsquoātman egrave ineffabile e si definisce negativamente netineti Come il Dio personale lrsquoātman riempie di tantadolcezza che si egrave ratti fuori di segrave medesimi si giacecome morti e non si sente piugrave niente di questo mondoLe due formule laquotat tvam asiraquo e laquoetad vai tatraquo si pro-nunziano in uno stato di rapimento e di estasi come in

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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uno stato di rapimento e di estasi si esclama laquoahamevedam sarvorsquosmiraquo432 o laquoaham Brahmāsmiraquo433 (il mon-do sono io io sono il Brahman) Lrsquoātman egrave sigrave in tutte lecose ma soprattutto in noi stessi nel nostro cuorelaquoquanto grande egrave lo spazio cosmico altrettanto grande egravelo spazio qui dentro al nostro cuore in esso son conte-nuti cielo e terra fuoco e vento sole e luna lampi estelle e ciograve che si possiede e ciograve che non si possiedehellipe non vi ha luogo vecchiezza e non vi ha luogo morte enon vi han luogo ambascie fame o sete e retto egrave ognidesiderio retta egrave ogni risoluzioneraquo434 laquotutti i propricari vivi e morti tutte le nostre aspirazioni insoddisfattesi trovano qui nel nostro cuorehellip invece al pari di chiignorando il posto dovrsquoegrave nascosto un tesoro non lo tro-va ad onta torni sempre a passar per quel posto cosigravepure queste creature non trovano il mondo del Brahmansebbene ogni giorno vi entrino (durante il sonno profon-do)hellip questo ātman sigrave egrave nel cuore435 questo ātmanponte valicato il quale i ciechi vedono i feriti risananoglrsquoinfermi guariscono436 e il cuore egrave in noi non puograve es-sere che dentro di noi altrimenti i cani lo divorerebberoo lo ingoierebbero gli uccelliraquo437

432 Brhadāranyaka- IV 3 20433 Ibidem I 4 10434 Chāndogya- VIII 1 3 5435 Ibidem VIII 3 2-3436 Ibidem VIII 4 1-2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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Scoprire lrsquoātman significa scoprire Dio in noi scopri-re Dio in noi significa diventare Dio laquolrsquoātman nel miocuore egrave piugrave piccolo drsquoun granello di riso o di orzo o disenape o di miglio o drsquoun granello di granello di migliolrsquoātman nel mio cuore egrave piugrave grande della terradellrsquoatmosfera del cielo di tutti i mondi lrsquoātman nelmio cuore compie tutte le azioni prova tutti i desiderifiuta tutti gli odori gusta tutti i sapori abbraccia tuttosilenzioso indifferente egrave il Brahman e in Lui mrsquoimme-desimerograve dopo la morteraquo438

Questo passo egrave secondo il Deussen uno dei piugrave anti-chi documenti del domma fondamentale del Vedāntadellrsquoidentitagrave cioegrave di Dio e dellrsquoanima laquoLrsquoanima laquale alla osservazione empirica (essoterica) apparesolo come una goccia dellrsquooceano come una favilla delgrande fuoco cosmico in realtagrave non egrave soltanto ciograve essanon egrave una parte una emanazione dellrsquoEssere divino malrsquoEssere divino stesso in tutto e per tutto il quale appareinfinitamente piccolo in noi ed infinitamente grandefuori di noi ma egrave tuttavia sempre lo stessoraquo439

437 Brhadāranyaka- III 9 25 Lrsquoimmagine degli uccelli chemangerebbero il cuore se fosse allo scoperto ci richiama allamente le parole di Jago laquohellipI will wear my heart upon my sleeveFor daws to peck atraquo (Othello I 1 vv 64-65)438 Chāndogya- III 14 3-4439 Sechzig Up pag 109 A commento e conferma della grandeveritagrave metafisica il Deussen cita il passo di Plotino V 1 2

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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La dottrina dellrsquoātman conduce lrsquouomo a riconoscersiDio Una meta piugrave fausta non si saprebbe immaginareQuanto angusto deve apparire il mondo al pulcino fin-chegrave permane nel piccolo guscio ovale e non lrsquoinfrangecol becco E quando lo ha infranto col becco che inso-spettato immenso mondo gli si rivela Noi siamo comeil pulcino nel guscio ovale ancora intatto e non intrav-vediamo la grandezza che egrave nel di lagrave Ci par drsquoesseretanti atomi dispersi nellrsquoinfinitagrave dello spazio mentre sia-mo Dio La dottrina dellrsquoātman egrave il colpo di becco cheriesce a fare appena appena un forellino o un foro piugrave omeno ampio o addirittura uno squarcio equivalente auna completa emancipazione dal guscio a seconda delgrado della nostra penetrazione nel mistero dellrsquoEssere

Data una meta cosigrave fausta egrave naturale che lrsquouomo sisenta come ossessionato dalla brama di raggiungerla eche unrsquoaltra delle caratteristiche proprie della religionevenga ad aggiungersi alla dottrina dellrsquoātman la rinun-zia al secolo Noi sogliamo dire laquoper quellrsquouomo la pa-tria la famiglia o la scienza egrave una religioneraquo Si vuolecon ciograve significare che quellrsquouomo egrave pronto a sacrificartutto per una di quelle sue tre passioni Orbene perquellrsquoātman che egrave il Tutto lrsquoUno la suprema delizia ilricettacolo dei nostri cari vivi e morti la nostra propriavera epifania di che cosa non si saragrave pronti a fare getto

laquoLrsquoātman egrave piugrave caro drsquoun figlio piugrave caro della ric-chezza piugrave caro di qualunque cosahellip Se a chi dica diamare una persona indipendentemente dallrsquoātman altriprenunzi laquotu questa persona cara la perderairaquo si puograve

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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star sicuri che saragrave appunto cosigrave Ogni cosa cara quindila si veneri (non indipendentemente dallrsquoātman) ma solocome ātman e allora ogni cosa cara non saragrave piugrave labi-leraquo440

laquoInvero appena i brahmani sanno che cosa egrave lrsquoātmansvincolandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciano la vita del monaco questuante per-chegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amor diricchezza vuol dire amor di mondoraquo441

laquoChi ha conosciuto lrsquoātman diventa un asceta e versolrsquoātman vanno in pellegrinaggio i pellegrini in cerca del-la patria Perciograve gli antichi savi non desiderarono prolein quanto che a segrave stessi dicevano laquoe che bisogno ab-biamo noi di prole per cui il mondo egrave lrsquoātmanraquo e svin-colandosi da ogni desiderio di figli di ricchezza e dimondo abbracciarono la vita del monaco questuanteperchegrave amor di figli vuol dire amor di ricchezza e amordi ricchezza vuol dire amor di mondoraquo442

Questi tre passi servono opportunamente di sicuro edesauriente commento al famoso dialogo fra Yājntildeavalkyae Maitreyī che per comune consenso suole considerarsicome una delle vette piugrave alte della speculazione upani-shadica443

440 Brhadāranyaka- I 4 8441 Ibidem III 5 1442 Ibidem IV 4 22443 Cfr Oldenberg Die Lehre der Upanishaden und die Anfaumlngedes Buddhismus Goumlttingen 1915 pag 91

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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Yājntildeavalkya conosciuto che ha lrsquoātman desidera ri-nunziare al mondo e viver drsquoelemosina La moglie Mai-treyī ricusa la ricchezza materiale che egli le offre evuole esser partecipe dei tesori spirituali che egli ancorale nasconde e il savio allora esclama laquocara tu mi sei ecose care favelliraquo ma appunto perchegrave mi sei cara ed ionon voglio perderti rinunzio a questo mondo di labili il-lusioni e vado a possedere stabilmente te ed ogni cosache mi egrave cara nella contemplazione dellrsquoātman che egrave larealtagrave della realtagrave e il ricettacolo dei nostri cari vivi emorti laquonon perchegrave srsquoami il marito il marito egrave caro maperchegrave srsquoami lrsquoātman il marito egrave caro non perchegrave srsquoamila sposa la sposa egrave cara ma perchegrave srsquoami lrsquoātman la spo-sa egrave cara non perchegrave srsquoamino i figli i figli son cari maperchegrave srsquoami lrsquoātman i figli son cari non perchegrave srsquoami-no le ricchezze il proprio grado di brahmano o di ksha-triya i mondi celesti gli dei le creature e ogni altracosa son care le ricchezze il proprio grado di brahmanoo di kshatriya i mondi celesti gli dei le creature e ognialtra cosa ma perchegrave srsquoami lrsquoātmanhellip Chi srsquoimmaginache questi affetti sieno qualche cosa di diversodallrsquoātman che cioegrave sia lecito possederli fuori e indi-pendentemente dallrsquoātman li perde perchegrave tutto il mon-do egrave lrsquoātmanraquo444

Non ci puograve esser dubbio sul significato che assumequi la parola ātman essa sta a rappresentare la quintes-

444 Brhadāranyaka- II 4 5-6 Con poche insignificanti aggiuntee varianti il passo ricorre in IV 5 6-7

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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senza dellrsquoUniverso il divino e non conserva la piugravelontana ombra dellrsquoidea meschina dellrsquoio del segrave stessoĀtman designa come abbiam visto lrsquoio il segrave stesso maqui lrsquoio il segrave stesso non ha piugrave nulla di terreno egrave unacosa stessa col Dio che pervade il fuoco lrsquoacqua leerbe le piante lrsquoUniverso Ora per questo io per que-sto segrave stesso puograve davvero esser lecito allrsquouomo di fargetto drsquoogni cosa tanto piugrave in quanto egli sa di ritrovarecosigrave e stabilmente per lrsquoeternitagrave tutto ciograve che di piugravecaro egli sacrifica Lrsquoamore terreno si transustanzia inamore divino al divenire sottentra lrsquoessere allrsquoillusionela realtagrave allrsquoavvicendarsi di gioia e dolore una sempiter-na pace ineffabile

Ha quindi ragione il Deussen quando scrive laquoqui nonabbiamo la proclamazione del punto di vista di un estre-mo egoismoraquo ma ha torto quando aggiunge laquoqui siproclama che noi le cose del mondo in tanto le possiamoconoscere possedere ed amare in quanto le portiamocome rappresentazione della nostra coscienzaraquo445

Ha mille ragioni lrsquoOldenberg di opporre al Deussenlaquodi processo conoscitivo di realtagrave del mondo del rap-porto di questa realtagrave con quel processo non si parla negravepunto negrave poco nel discorso di Yājntildeavalkyaraquo ma ha tortoquando aggiunge laquonon srsquoindaga giagrave in base a che cosa ein che misura i mondi e gli dei sono ma per amor di checosa essi ci sono cari In veritagrave dice Yājntildeavalkya noiamiamo soltanto noi stessi ogni altro amore scaturisce

445 Sechzig Up pag 415

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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da questo amore e gli ministra sebbene poi questa con-fessione abbastanza chiaramente espressa di amor di segravestessi debba intendersi in un senso approfondito mercegrave ilpensiero insieme squillante che il proprio io egrave lrsquoio Tut-toraquo446

Questrsquoultimo temperamento resta distrutto da questealtre considerazioni laquoegrave notevole che le espressioni deci-sive del passo di cui qui si discorre concordino quasi pa-rola per parola con quelle di un Dialogo buddhistico nelquale il re chiede alla regina la regina al re laquocrsquoegrave qual-cun altro che ti sia piugrave caro di te stessoraquo Tutte e due levolte la risposta egrave negativa Samyutta Nikāya vol I75raquo447

Non crsquoegrave dubbio veruno lrsquoOldenberg nellrsquoātman nonriesce a vedere che la religione dellrsquoegoismo e noi nonpossiamo in verun modo andar drsquoaccordo con lui per leragioni che abbiamo ampiamente esposte Tra il dialogobuddhistico e il discorso di Yājntildeavalkya non crsquoegrave la piugravelontana consonanza di idee In quello lrsquoātman designalrsquoio individuale ed empirico in questo lrsquoio universale etrascendente

Il carattere eminentemente religioso dellrsquoātman restadunque fuori drsquoogni discussione Si partigrave dalla scienza edalla filosofia e si giunge alla religione e al piugrave schiettomisticismo Lrsquoātman ha le sue radici nella scienza e sieleva gradatamente nelle regioni del soprassensibile e

446 Op cit pag 197447 Ibidem pag 351 nota 124

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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del divino Ciograve costituisce il fascino che esercita su noiusi a dimenticar la scienza quando raccogliamo lrsquoanimoa pensieri religiosi e a dimenticar la religione quandostudiamo le nostre scienze Se soltanto con le nostreprogredite e sicure conoscenze nel campo delle scienzeesatte potessimo impennar lrsquoali stesse dei veggenti upa-nishadici e slanciarci a volo verso la conquista del mi-stero E non egrave questo lrsquoavvenire della nostra scienzaChi non vorragrave auspicare la fausta fusione dello spiritodrsquoOriente con lo spirito drsquoOccidente Perchegrave il poeta haveramente ragione

Gottes ist des OrientGottes ist der Occident448

LrsquoOriente egrave di Dio lrsquoOccidente egrave di Dio e i due sonfatti per intendersi ed integrarsi

E tornando allrsquoātman mal si appongono tanto quelliche come il Deussen vogliono in esso veder riflessi iprincipii della filosofia kantiana e schopenhauerianaquanto gli altri che come lo Heiler non sanno scorgervise non lo stesso e identico misticismo a noi ben notoproducente lrsquoestasi del santo

Che il Deussen secondo ha dimostrato lrsquoOlden-berg449 faccia entrare il Ding an sich e il Wille anche lagravedove non crsquoegrave posto per loro egrave indubitato Ma questo non

448 Goethe West-oumlsiticher Diwan I Morganni Nameh 4Talismane449 Op cit Cfr per es pag 196 sgg 350 351 80 nota 2 156nota 2 ecc

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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toglie chrsquoegli ha avuto il merito drsquointuire una larga basescientifica e filosofica nella dottrina dellrsquoātman la qualesi cerca invano nel misticismo drsquooccidente

Il Prof Dr Friedrich Heiler ha pubblicato450 recente-mente uno studio sulle Upanishad che egrave un modello dichiarezza e si legge con un interesse sempre crescente econ vero godimento spirituale Se non che lo Heiler nonmi pare colga nel segno quando cerca di far rientrare leUpanishad nellrsquoorbita del misticismo occidentale Tiran-nide di spazio mi vieta drsquoaddentrarmi in una discussioneminuta col dotto professore e mi propongo in altra sededi sottoporgli tutti i miei dubbi Qui mi limiterograve soltantoa segnalare un passo fondamentale che egrave la chiave divolta del suo opuscolo e del quale non riesco a restarpersuaso

Lo Heiler riferendosi al passo II 23 della Kāthaka-nel quale egrave detto che lrsquoātman si lascia intuire solo dachi Egli elegge scrive451 laquoquesta sentenza cui egrave stataappena prestata attenzione e sulla quale ha per primoposto il dito Soumlderblom egrave lrsquoaforisma piugrave profondo delVeda La scoperta la contemplazione il possesso di Dioe lrsquoindiarsi non sono opera dellrsquouomo non sono un pro-dotto dellrsquoarte e della capacitagrave dellrsquouomo non un suo

450 In laquoUntersuchungen zur Geschichte des Buddhismuslundverwandter Gebieteraquo XIV Die Mystik in den UpanishadenOskar Schloss Verlag Muumlnchen-Neubiberg 1925451 Pag 30

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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orgoglio e una sua gloria ma sono opera di Dio rivela-zione di Dio grazia di Dio (dhātuh prasāda)raquo

La teoria della grazia della predestinazione checome abbiam visto egrave decisamente contraria allo spiritodelle Upanishad viene qui elevata a quanto di piugrave altospiritualmente pronunzi il Veda

Osservo anzitutto che lo Heiler si basa su testi poste-riori Kāthaka- Ccedilvetāccedilvatara- Mahā-Nārāyana- tutteUpanishad che come vedemmo non rappresentano latradizione della piugrave antica dottrina Lo Heiler si egrave lascia-to sfuggire il solo passo importante che potrebbe semai dar sostegno alla sua tesi cioegrave Kaushītaki- III 8laquoegrave Lui che la buon opera fa compiere a chi Egli vuole ti-rar su in alto fuori di questi mondi egrave Lui che la cattivaazione fa compiere a chi Egli vuol tirar giugrave in basso(esha hy evainam sādhu karma kārayati tam yam ebhyolokebhya unninīshata esha u evainam asādhu karma kā-rayati tam yam adho ninīshate) La Kaushītaki- egrave fra leUpanishad piugrave antiche ed autorevoli

Ma chi non scorge qui un linguaggio metaforico Siparla dellrsquoātman come drsquoun Dio personale ad onta chelrsquoātman sia tutto fuorchegrave un Dio personale Non si dicepure di lui metaforicamente come vedemmo che al suocenno stanno separati sole e luna Non si parla forsedella paura che egli incute452

Gli egrave che noi non sappiamo concepire religione senzaun Dio personale e perciograve vogliamo vedere il Dio per-

452 Kāthaka- VI 2 3

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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sonale anche nelle religioni che come le Upanishad e ilBuddhismo non lo hanno

Vero egrave che a furia di parlare dellrsquoātman come drsquounDio personale sia pure in senso traslato si favorigrave la pre-potente tendenza di personificarlo LrsquoIndia compigrave il mi-racolo di adorare delle astrazioni nellrsquoātman upanishadi-co e nel nirvāna buddhistico ma non per sempre Piugrave omeno lentamente il Dio personale spuntograve di sottoallrsquoastrazione ad appagare gli spiriti anelanti ad un Pa-dre misericordioso e colmi di devozione (bhakti) perLui Lrsquoebrezza intellettuale cedette il passo a quella sen-timentale Per lrsquoātman tale passaggio veniva facilitatoanche dalla logica se tutto quello che egrave in me egrave fuori dime e ciograve che ha piugrave valore in me egrave la mia personalitagrave operchegrave dunque non dovragrave esserci fuori di me una corri-spondente personalitagrave e cioegrave Dio

Eppure giunto anche lrsquoindiano allrsquoadorazione del Diopersonale non puograve dimenticare lrsquoimmanenza di Dio Equesto egrave il punto che renderagrave sempre vano qualunqueravvicinamento fra la dottrina indiana della salvazione ela nostra Agli studenti del Tsing Hua College Rabindra-nath Tagore disse esplicitamente

laquoNoi concepiamo Dio in modo differente dai Cristia-ni Dio per noi egrave al tempo stesso immanente e trascen-denteraquo453

No nemmeno fugacemente si avvicinano come cercadi dimostrare lo Heiler le Upanishad al Nuovo Testa-

453 The Visva-Bharati Quarterly October 1924 pag 295

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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mento454 La dottrina della grazia non esiste nelle Upa-nishad degne di questo nome Il famoso passo della stes-sa Kāthaka- egrave spurio e lo Hertel ha tutte le ragioni diespungerlo455 e sempre che ricorre lrsquoespressione dhātuhprasāda ci si trova comrsquoegrave noto del resto anche allo Hei-ler di fronte a una lezione dubbia e controvertibile inquanto che alcuni testi leggono dhātuprasāda il sensocioegrave invece drsquoessere grazia di Dio diventa equilibriodegli elementi

E allora Puograve esser lecito di costruire una teoria qual-siasi sopra cosigrave deboli basi

Il karma e la trasmigrazione delle anime

Lrsquoātman nelle Upanishad non egrave un seme che aspetti dimaturare ma una pianta rigogliosa venuta fuori da unasemenza rigvedica e anche piugrave atharvanica una piantaanzi non lontana direbbero glrsquoInglesi from the yellowleaf (dalla foglia gialla) Lrsquoātman in altre parole non egraveuna novitagrave una scoperta propria delle Upanishad questelo ereditarono dalla generazione dei precedenti pensatorie solo gli fornirono il terreno adatto per giganteggiaretrionfalmente La novitagrave la scoperta il seme propriodelle Upanishad gravido drsquoenergie e che matureragravenellrsquoavvenire egrave lrsquoidea della trasmigrazione delle animelrsquoidea del karman

454 Op cit pag 30 e 31455 Die Weisheit d Up pag 56

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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A tale idea bisognava logicamente arrivare Lrsquoātman egravela sostanza eterna cosmica e non egrave suscettibile negrave di di-minuzione negrave di aumento ma solo di trasformazioneNel trasformarsi anzi non ha limite e puograve girare indi-sturbato dallrsquoetra agli abissi e dagli abissi allrsquoetra Ilvivo mangia i morti ma morto serve poi a sua volta dicibo ai vivi finchegrave rivive e torna lui a mangiare i mortie cosigrave in eterno Egrave una perenne vicenda insomma uneterno alternarsi di nascite e di morti sotto al quale quelfolletto dellrsquoātman non muta mai Tutto che nasce muo-re Stolto chi si contenta di questo mezzo assioma e nonaggiunge tutto che muore rinasce Non si vede morir laprimavera e poi tornare non tornano forse le erbe i fioried i frutti che vedemmo morire E se non egrave concepibilelrsquoaggiunta drsquoun solo granello alla materia esistente chealtro saranno mai quelle novelle erbe se non le vecchiescomparse quei novelli fiori e frutti se non i vecchiscomparsi E questo riaffacciarsi alla vita di tutto ciograveche muore dovrebbe essere negato soltanto allrsquouomo

Lrsquouomo dovrebbe costituire lrsquounica eccezione allalegge universale della rinascita dalla morte

laquoMira quelli che ti precedono e volgiti a mirar quelliche ti seguono maturano i mortali come le messi e alpari delle messi rinasconoraquo456

Anche qui si tratta drsquouna intuizione Il ragionamentoscientifico ti fa da guida inizialmente e quando non ti

456 Kāthaka- I 6

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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soccorre piugrave lrsquoassioma intuitivo balena e la fantasia halibero campo in cui spaziare

Cercai di dimostrare che di fronte al concetto sacer-dotale del brahman andograve sempre piugrave affermandosi peropera soprattutto di pensatori appartenenti alla castaguerriera il concetto naturalistico e razionalisticodellrsquoātman Se tale dimostrazione non fu agevole e sibasograve necessariamente sopra inferenze e congetture orainvece sono i testi stessi che ci autorizzano ad affermarelrsquoorigine nettamente kshatriya della teoria della metem-psicosi

Il lettore non ha certo dimenticato le parole che il rePravāhana rivolge ad Uddālaka laquoegrave proprio cosigrave come tudici anticamente e prima di te queste dottrine457 nonsono pervenute agli orecchi dei brahmani e per ciograve ap-punto il comando egrave stato mai sempre in tutti i mondinelle mani degli kshatriyaraquo458

Il passo egrave cosigrave importante che mette conto di citarloanche nella diversa lezione della Brhadāranyaka-459

laquocosigrave possa tu e i tuoi padri non offendermi maicomrsquoegrave vero che questa dottrina dai tempi antichi infinoad oggi non abitograve mai in nessun brahmano ma io te laesporrograve chi vorrebbe infatti opporre un diniego a teche cosigrave parliraquo

457 Cioegrave la trasmigrazione delle anime458 Chāndogya- V 3 7459 VI 2 8

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Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

302

Ci troviamo dunque fuori dellrsquoortodossia brahmani-ca e di faccia a speculazioni nuove che urtano contro latradizione

Quando Ccedilvetaketu sicuro drsquoaver toccato il fondo del-lo scibile filosofico e teologico si presenta alla corte delre Pravāhana questi confonde il giovane sapiente rivol-gendogli cinque domande che sembrano cinque enigmiallrsquoignaro del mistero della metempsicosi

I Dopo morte dove vanno le creature

II Come tornano su questa terra

III Quali sono le volte delle due vie quella deglidei e quella dei Mani

IV Comrsquoegrave che il mondo di lagrave non si riempie

V Comrsquoegrave che alla quinta offerta le acque assumo-no voce umana

La dottrina della rinascita poggia come giagrave srsquoegrave dettosul principio della indistruttibilitagrave della materia e pre-suppone lrsquoassenza drsquoogni limite nelle possibilitagrave dellesue trasformazioni e peregrinazioni attraverso lo spazioAtmosfera luna sole astri sono al pari della terra ilcampo dellrsquoattivitagrave della materia Distanze dunque nonci sono e la fantasia puograve permettersi di seguire quelqualunque sottil germe di vita che avanza del morto inun viaggio attraverso il Creato addirittura Anche qui sicostruisce un edificio fantastico che per altro ha le sueradici in un vero scientifico

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Egrave da escludere ci sia un cielo ed un inferno che ricettii morti perchegrave i morti sono tanti e poi tanti che aquestrsquoora lrsquoinfinito spazio sarebbe colmato e non po-trebbe piugrave contenerli Gente nuova dunque al mondonon ne viene non ne puograve venire ma i nati di oggi sono imorti drsquoieri Il mondo non si riempie negrave di morti negrave divivi perchegrave i morti e i vivi non sono due cose differentima due aspetti dello stesso essere

Su queste basi razionali la fantasia alata degli indianiinalza la seguente costruzione quel che avanzadellrsquouomo dopo la morte egrave la sua fede questa gli deidan come offerta a quel fuoco sacrificale che ha percombustibile il sole e dallrsquoofferta nasce il dio Somaquesto gli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificaleche ha per combustibile il vento e dallrsquoofferta nasce lapioggia questa gli dei dan come offerta a quel fuoco sa-crificale che egrave la terra e dallrsquoofferta nasce il cibo questogli dei dan come offerta a quel fuoco sacrificale che egravelrsquouomo e dallrsquoofferta nasce lo sperma questo gli dei dancome offerta al fuoco sacrificale che egrave la donna edallrsquoofferta nasce il feto E cosigrave avviene che dopo laquinta offerta lrsquoacqua parla

Di sotto al velame del simbolismo liturgico non egrave dif-ficile seguire il viaggio dellrsquoanima dai mondi celesti egravediscesa nellrsquoatmosfera egrave diventata pioggia cibo sper-ma e finalmente feto Quel che un giorno era pioggiaera sperma ossia acqua oggi parla In queste bizzarrefantasie quanto profondo senso dei misteri della naturae soprattutto quale e quanta vastitagrave di orizzonte

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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Tale dottrina si chiama dei cinque fuochi ed egrave associa-ta allrsquoaltra che va sotto il nome delle due vie

Nato che egrave lrsquouomo muore dopo aver vissuto parte otutta intera la vita ed egrave trasportato sul rogo torna cioegrave aquel fuoco dal quale egrave venuto dal quale egrave nato Lrsquoanimadi quelli che hanno avuto fede nellrsquoātman va nella fiam-ma della pira dalla fiamma nel giorno dal giorno nellaquindicina luminosa da questa nella metagrave dellrsquoanno nel-la quale il sole va verso il nord da questa metagravenellrsquoanno dallrsquoanno nel sole dal sole nella luna dallaluna nel lampo e qui uno spirito che non ha forma diuomo la conduce a Brahman Questa via si chiama de-gli dei Invece lrsquoanima di quelli che hanno praticato sol-tanto il culto degli dei senza assurgere alla conoscenzadellrsquoātman va nel fumo della pira da questo nella nottedalla notte nella quindicina oscura da questa nella metagravedellrsquoanno nella quale il sole va verso il sud da questametagrave nel mondo dei Mani dal mondo dei Mani nellrsquoete-re dallrsquoetere nella lunahellip Qui lrsquoanima dimora finchegravecrsquoegrave un resto di frutto drsquoopere ancora da raccogliere epoi per la stessa via torna indietro va cioegrave nellrsquoeteredallrsquoetere nel vento da questo nel fumo dal fumo nellanebbia dalla nebbia nella nuvola dalla nuvola cade informa di pioggia e diventa riso orzo erba pianta sesa-mo fagiolo Da questa condizione egrave piugrave difficile uscirfuori perchegrave solo quando altri mangi lrsquoanima divenutacibo e la spanda sotto forma di sperma essa puograve rina-scere Questa via si chiama dei Mani Chi puograve vantare

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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azioni buone rinasce in una nobile matrice ma chi sicondusse malamente srsquoincarna in un utero vile

Negrave sulla via degli dei negrave su quella dei Mani srsquoincon-trano quegli abietti per i quali la condanna egrave di nascere emorire ininterrottamente sulla terra

Il lettore ha cosigrave dinanzi a segrave la teoria della trasmigra-zione delle anime nella sua forma piugrave fantastica ed ela-borata460 La si trova semplificata e modificata comeper esempio in Kaushītaki-461 secondo la quale tutte leanime indistintamente vanno nella luna la quale fa lorouna specie drsquoesame respinge quelle che non sanno ri-spondere e apre la porta del Brahman a quelle che supe-rano la prova Le anime respinte tornano sulla terra perrinascervi a seconda delle loro azioni e degli abiti men-tali e sentimentali contratti verme o mosca pesce o uc-cello leone o verro tigre o uomo

Ma i passi che a noi piugrave interessano sono due Dice il primo quando lrsquouomo si spegne lrsquoapice del

cuore folgora e lrsquoanima esce per lrsquoocchio o il cranio oaltra parte del corpo Allora la prendono per mano leopere che compigrave in vita e gli abiti mentali e sentimentaliche ha contratto Come il bruco giunto sullrsquoorlo drsquounafoglia si aggrappa allrsquoorlo drsquounrsquoaltra foglia e su questasi trasferisce cosigrave pure lrsquoanima abbandona il vecchiocorpo e in un corpo nuovo trasmigra Come uno scultoreprende da una statua di bronzo la materia e con questa

460 Chāndogya- V 3-10 Brhadāranyaka- VI 2 1-16461 I 2

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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foggia una nuova e piugrave bella statua cosigrave pure lrsquoanima sifoggia un corpo nuovo e piugrave bello e diventa magari unodei Mani un Gandharva un Dio Prajāpati Brahma Chiha operato il bene rinasce buono chi ha operato il malerinasce cattivo Quale la brama tale egrave pure il propositoquale il proposito tale egrave pure lrsquoazione quale lrsquoazionetale egrave pure il destino Ma chi sgombra ha lrsquoanima daogni brama non rinasce piugrave si spegne nellrsquoEssere ed ilsuo corpo resta ligrave a giacere come sopra un formicaio lapelle drsquoun serpente morto e scojato462

Dei lunghi viaggi dellrsquoanima attraverso la fiamma o ilfumo la luce del giorno o la tenebra della notte il ven-to lrsquoetere la luna ecc non egrave piugrave parola Tutto si compiequi sulla terra lrsquoanima trasmigra dal vecchio corpo nelnuovo guidata anzi sospinta fatalmente nella scelta diquesto nuovo corpo dalle azioni che compigrave in vita da-gli abiti mentali e sentimentali contratti ossia dal kar-man Quanta sobrietagrave drsquoidee e drsquoespressioni e qualecompleta emancipazione dal simbolismo tradizionaleLa parola karman non designa piugrave lrsquoopera sacrificale maegrave adoperata nel suo significato di azione morale Il kar-man egrave il destino la forza che determina la nuova incar-nazione la nuova rinascita Solo chi ha sradicato il desi-derio dal cuore si emancipa dal karman e srsquoimmedesi-ma col Brahman

Il secondo passo uno cioegrave dei famosi duelli dialetticidi Yājntildeavalkya e precisamente quello con Arthabhāga

462 Brhadāranyaka- IV 4 2-7

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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dice laquoo Yājntildeavalkya quando lrsquouomo muore e la sua pa-rola rientra nel fuoco il suo respiro nel vento lrsquoocchionel sole lrsquointelletto e la volontagrave nella luna lrsquoorecchionei punti cardinali il corpo nella terra la personalitagrave (āt-man) nello spazio i peli nelle erbe i capelli negli alberiil sangue e il seme nellrsquoacqua che cosa avanza alloradellrsquouomoraquo

O Arthabhāga mio caro dammi la mano noi due solidobbiamo intenderci su ciograve non giagrave qui in questa as-semblea E i due uscendo si consultarono e ciograve di cuiparlarono fu il karman e ciograve cha magnificarono fu ilkarman e veramente puro si rinasce per opere pure tri-sto per opere tristeraquo

In questo passo la speculazione upanishadica pronun-cia la sua piugrave audace sentenza ma a bassa voce e con-scia di trascendere i tempi e varcar la frontieradellrsquoavvenire Dopo la morte anche lrsquoātman lrsquoio la per-sonalitagrave rientra nello spazio infinito e dellrsquouomo non re-stano se non gli effetti delle sue buone o cattive azioni lequali debbono determinare la sua nuova nascitaLrsquoātman tramonta e sorge sullrsquoorizzonte il karman463Ma del karman di questo nuovo concetto laico introdot-to dagli kshatriya di questa eresia non egrave lecito parlarfra la gente ma in disparte La ccedilraddhā ossia la fedefigura come il nocciolo vitale che ancora sussiste dopola morte dellrsquouomo se vogliam credere alla Chāndogya-

463 Sullrsquoorigine del karma e sulla sua trasformazione da concettoliturgico in concetto etico cfr Jacobi op cit p 18

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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e alle parole di Pravāhana464 Ma questo punto di vistaquesto omaggio ancora reso dagli kshatriya a concetti edespressioni della tradizione ortodossa e liturgica egrave or-mai superato e al posto della ccedilraddhā sottentra il kar-man E chi pronunzia il nuovo verbo egrave Yājntildeavalkya unbrahmano Nessuno piugrave di lui conosce il contenutodrsquoeresia di quella parola e per non far scandalo va amagnificarla a quattrrsquoocchi con Arthabhāga Yājntildeaval-kya nel fondo dellrsquoanima egrave un eretico il nuovo vero loha conquiso ma egli sa il suo dovere di brahmano e inpubblico dissimula le proprie convinzioni

Vedemmo lrsquoAtharvaveda conchiudere con la parolaātman pronunciata con circospezione e a bassa voce

Vediamo ora le Upanishad conchiudere con la parolakarman pronunciata con circospezione e a bassa voceQuel che Yājntildeavalkya e Arthabhāga si dissero fra loroin lode del karman possiamo agevolmente inferirlo pre-correndo i tempi parlarono come due buddhisti

464 V 4 2

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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CONCLUSIONE

Il lettore puograve ormai da segrave giudicare se vera egrave la miatesi della persistenza drsquouna forza che chiamo dinamica elaica nella evoluzione del pensiero religioso dellrsquoIndiadal Rigveda alla riforma di Ccedilākyamuni Tale forza sicontrappose tenacemente alla tendenza sacerdotaledrsquoirrigidire la religione in forme esterne di culto e in unosterile simbolismo e salvograve e salva ancora lrsquoIndia dallamorte spirituale

Col nuovo principio della trasmigrazione delle animee del karman possono sorgere i sistemi del Sānkhya edel Yoga ai quali il buddhismo piugrave immediatamente siriallaccia ma le conquiste principali del pensiero sonogiagrave un fatto compiuto Giagrave nelle Upanishad non crsquoegrave piugraveposto per gli dei o per un Dio personale trascendente eil divino si cerca in noi stessi nellrsquounico e supremo mi-racolo dellrsquoUniverso il nostro io che sussiste da segrave eche per conseguenza non puograve avere un principio negraveuna fine Il Buddha concepisce lrsquoio come un eterno di-venire e se a differenza delle Upanishad gli nega il ca-rattere di sostanza e drsquoessere lo considera al pari delleUpanishad come il centro della religione Giagrave nelleUpanishad il destino egrave determinato dalle nostre azioni ilsacrificio e lrsquoofferta son dichiarati vani lrsquoemancipazionedalla brama conduce alla suprema beatitudine Il Budd-ha non fa che accrescere il valore dellrsquoazione sgombra-

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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re il terreno da ogni idea di permanenza dellrsquoio ma ilsuo nirvāna si raggiunge con gli stessi metodi e con lostesso genere di meditazioni che consentono al veggenteupanishadico drsquounificarsi con lrsquoātman Giagrave nelle Upani-shad viene predicata la rinunzia al secolo la labilitagrave etransitorietagrave drsquoogni cosa il fondo doloroso dellrsquoesisten-za Il Buddha metteragrave solo in prima linea questa veritagravedel dolore e la necessitagrave di emanciparsi da esso Giagrave nel-le Upanishad si affermano vittoriosamente come pensa-tori gli kshatriya depositari di dottrine laiche e dinami-che Il Buddha egrave un principe uno kshatriya e la sua ri-forma egrave essenzialmente dinamica e laica Giagrave nelle Upa-nishad il pensatore srsquoavvezza a una mirabile ampiezzadi vedute che non si puograve per altro dir maggiore di quel-la delle Upanishad

E quanti altri non sono i filoni upanishadici che im-mettono nel Buddhismo Il lettore potragrave da solo ravvi-sarli e segnalarli

Come di solito i discepoli il Buddha non riconobbetutti i tesori di ammaestramento che gli vennero dai suoimaestri invasato comrsquoera dalle nuove rivelazioni dafare allrsquoumanitagrave Egli non pensograve che queste non gli sa-rebbero mai balenate alla mente se egli non fosse natosul suolo dellrsquoIndia e in quel dato ambiente Egli fecemolti passi avanti ma sulla stessa via cancellograve il nomedi ātman e vi sostituigrave quello di karman fece tacere ilverboso discuter dei filosofi sui problemi metafisici epredicograve le otto tappe della perfetta condotta al postodellrsquoineffabile Brahman insediograve lrsquoineffabile Nirvāna e

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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soprattutto liberograve la propria dottrina da ogni caratteredrsquoinsegnamento misterioso e privilegiato I veggentiupanishadici si asserragliarono in una setta vollero es-sere pochi eletti e disdegnarono ogni forma di propagan-da Il Buddha disse laquochi ha orecchi per udire odaraquo

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  • Liber Liber
  • PREFAZIONE
  • Capitolo I - Il Rigveda
  • Capitolo II - LrsquoAtharvaveda
  • Capitolo III I Brāhmana e le Upanishad
  • CONCLUSIONE
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