Il Cuore Del Buddha II° Parte

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    IL CUORE DEL BUDDHA

    Chogyam Trungpa Rinpoche

    Parte II

    Trad. Alberto Mengoni

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    PARTE SECONDA GLISTADI DEL SENTIERO5) PRENDERE RIFUGIOBrani scelti da cerimonie del Voto di Rifugio, 1973-78Diventare un rifugiato il riconoscimento che siamo senza casa e senza

    terreno e significa che in realt non c bisogno di una casa, o di un terreno.Prendere rifugio espressione di libert, poich come rifugiati non siamo pispinti dal bisogno di sicurezza. Siamo sospesi in una terra di nessuno, in cui lasola cosa da fare di metterci in contatto con gli insegnamenti e con noistessi.Diventare un rifugiatoNella tradizione buddhista, lo scopo del prendere rifugio di risvegliarci dallaconfusione ed essere disponibili allo stare svegli. Prendere rifugio un motivodi impegno ed accettazione e, al tempo stesso, di apertura e libert. Prendendo

    il voto del rifugio ci affidiamo alla libert.Vi una generale tendenza ad essere catturati da ogni sorta di attrazioni edelusioni, e nulla mette mai saldamente radice nel nostro essere fondamentale. Tutto nella nostra esperienza di vita, che sia la spiritualit o qualsiasi altracosa, solo un modo per fare acquisti. La nostra vita fatta di sofferenza, difelicit, di punti di vista - problemi su ogni tipo di scelte rendono la nostraesistenza complicata. Prendiamo per partito preso questo o quello. Vi sonomilioni di scelte che riguardano la nostra vita, soprattutto rispetto al nostrosenso di disciplina, alla nostra moralit ed al nostro sentiero spirituale. Lepersone sono davvero molto confuse in questo mondo caotico, su ci che

    realmente giusto fare. Vi sono tanti tipi di ragionamenti logici, presi da ognitipo di tradizioni e filosofie. Potremmo cercare di combinarli tutti insieme;talvolta essi sono in conflitto, talvolta collaborano armoniosamente. Ma noisiamo costantemente in cerca di qualcosa e questo , in realt, il problemafondamentale.Non tanto il fatto che vi sia qualcosa di sbagliato nelle tradizioni che cicircondano; la difficolt sta pi nel nostro conflitto personale che nasce dalvoler prendere il meglio, essere i migliori. Quando prendiamo rifugio, noiabbandoniamo quel modo di vederci come bravi cittadini o come i protagonistidi una storia di successo. Potremmo dover abbandonare il nostro passato;

    potremmo dover abbandonare il nostro potenziale futuro. Prendendo questoparticolare voto, smettiamo di fare la spesa nel supermercato spirituale.Decidiamo di portare un particolare marchio per il resto della nostra vita.Scegliamo di inserire un particolare ingrediente nella dieta e di trarne frutto.Quando prendiamo rifugio ci affidiamo al sentiero buddhista. Questo unapproccio non solo semplice, ma anche assai conveniente. Dora in avantisaremo su quel particolare sentiero che fu ideato, disegnato e ben ponderatoventicinque secoli fa dal Buddha stesso e dai seguaci del suo insegnamento. Vi gi un modello ed una tradizione; vi gi una disciplina. Non dobbiamo picorrere dietro a questo o a quello. Non dobbiamo pi paragonare il nostro stiledi vita con quello di qualcunaltro. Una volta che abbiamo fatto questo passo,non abbiamo pi alternativ; non c pi il gioco di cullarsi nella cosiddettalibert. Prendiamo un voto definitivo per entrare in una disciplina priva di

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    alternative - che ci far economizzare molto denaro, molta energia e cirisparmier molti pensieri superflui.Pu darsi che questo approccio possa sembrare repressivo ma, in realt, esso basato su un atteggiamento di simpatia per la nostra situazione. Lavorare sunoi stessi possibile realmente solo quando non vi sono strade secondarie, n

    uscite. Di solito noi cerchiamo soluzioni in qualsiasi cosa nuova, che sia fuori dinoi: un cambiamento della societ o in politica, una nuova dieta, una nuovateoria. Oppure andiamo alla ricerca di cose sempre nuove a cui dare la colpadei nostri problemi: le relazioni sociali, la societ, quel che abbiamo. Lavoraresu se stessi, senza queste strade secondarie o uscite, il sentiero delbuddhista. Cominciamo con lapproccio hinayana - lo stretto sentiero disemplicit e noia.Prendendo rifugio, in un certo senso, diventiamo rifugiati senza casa. Prendererifugio non significa dire che siamo indifesi e quindi dobbiamo delegare tutti inostri problemi a qualcunaltro. Non ci saranno razioni da rifugiati e nemmeno

    forze di sicurezza, n aiuti. Il punto nel diventare rifugiati sta nellabbandonareil nostro attaccamento alla sicurezza fondamentale. Dobbiamo abbandonare ilnostro senso di terreno domestico, che comunque illusorio. Abbiamo unsenso di terreno domestico su cui siamo nati e per come vediamo il mondo, main realt, fondamentalmente parlando, non abbiamo nessuna casa. In verit,non vi una base solida di sicurezza nella nostra vita. E poich non abbiamonessun terreno domestico, siamo anime perse, per cos dire.Fondamentalmente siamo completamente persi e confusi e, in un certo senso,patetici.Questi sono i problemi particolari che forniscono il punto di riferimento su cui

    costruiamo il nostro voler diventare buddhisti. Quando ci mettiamo in rapportoallessere persi e confusi, noi siamo pi aperti. Cominciamo a vedere che nelcercare sicurezza non possiamo aggrapparci a nulla; tutto continuamentesfugge via e diventa incerto, costantemente, sempre. E questo quel chechiamiamo la vita.Quindi, diventare un rifugiato riconoscere che siamo senza casa e senzaterreno. Prendere rifugio espressione di libert, perch non saremo pi spintidal bisogno di sicurezza. Siamo sospesi in una terra di nessuno in cui la solacosa da fare di metterci in contatto con gli insegnamenti e con coi stessi.La cerimonia del rifugio rappresenta una decisione definitiva. Si prende rifugio

    nel Buddha come un esempio, nel dharma come il sentiero, e nel sangha comecompagnia, riconoscendo che la sola vera base per lavorare siamo noi stessi eche non ci sono altre strade. Perci, un impegno totale con noi stessi. Lacerimonia taglia la corda che unisce la nave allancora; essa segna linizio diuna odissea di solitudine. Include anche lispirazione del istruttore - in questocaso io stesso - e del suo lignaggio. La partecipazione dellistruttore unaspecie di garanzia del fatto che non verrai ributtato indietro nella ricerca di unasicurezza in quanto tale, che continuerai a riconoscere la tua solitudine e alavorare su te stesso senza appoggiarti a nessun altro. Alla fine sarai unapersona vera, che sta sui suoi propri piedi. A quel punto, ogni cosa partir date.Questo particolare viaggio come quello dei primi colonizzatori. Siamo arrivatialla terra di nessuno e non abbiamo altro equipaggiamento. Siamo qui e

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    dobbiamo fare tutto con le nostre nude mani. Siamo, a modo nostro, deipionieri: ciascuno di noi una persona eroica sul suo cammino. C unacondizione solitaria da pionieri quando si costruisce il terreno spirituale. Tuttodeve essere fatto e prodotto da noi. Nessuno ci getter dei cioccolatini o ciconsoler con dei dolcetti. Cos, dobbiamo imparare da soli come mungere le

    vacche. In effetti, dobbiamo prima trovare le vacche - che potrebbero essereselvatiche, dovremo addomesticarle, poi metterle dentro un recinto, mungerlee nutrire i loro piccoli. Dobbiamo imparare come forgiare una spada:imparando a fondere le rocce ed estrarne il ferro. Dobbiamo imparare a faretutto. Siamo arrivati qui a piedi scalzi e nudi e dobbiamo anche farci dei vestiti- scarpe e copricapo, tutto ci di cui abbiamo bisogno. Questo il punto dipartenza, proprio qui e ora. E necessario compiere questo primo passo.Se adottiamo una religione prefabbricata che ci dica esattamente qual ilmiglior modo di fare, come se questa religione ci fornisse una casa completacon perfino le stoffe alle pareti. Saremo completamente viziati. Non dovremo

    metterci nessuno sforzo o energia, perci la nostra dedizione e la nostradevozione non avranno fibra. Finiremmo per lamentarci per non avere la cartaigienica di lusso a cui siamo abituati. Perci, a questo punto, cominciamo dallivello primitivo, piuttosto che camminare dentro un albergo grazioso e benarredato o dentro una lussuosa casa. Dobbiamo pensare a come costruire lanostra citt e come rapportarci con i nostri compagni che stanno facendo lastessa cosa.Dobbiamo lavorare con un senso di sacralit e ricchezza e col senso magicodella nostra esperienza. E ci deve essere fatto al livello della nostraesperienza di tutti i giorni, a livello personale, estremamente personale. Non vi

    sono capri espiatori. Quando prendete rifugio, diventate responsabili di voistessi come seguaci del dharma. Vi state isolando dal resto del vostro mondo,nel senso che il mondo non potr pi esservi daiuto: non pi consideratocome una fonte di salvezza. E solo un miraggio, maya. Potrebbe farsi beffe divoi, suonare musica per voi ed anche danzare per voi, ma nondimeno ilcammino e lispirazione del cammino spettano a voi. Dovete farlo. Ed ilsignificato del prendere rifugio che voi lo state facendo. Vi stateimpegnando con voi stessi come un rifugiato, non pensando pi che qualcheprincipio divino, insito nella sacra legge o nelle sacre scritture, possa venire asalvarvi. E un fatto molto personale. Voi sperimentate un senso di solitudine,

    di isolamento: un senso in cui non c un salvatore, n un aiuto. Ma al tempostesso vi un senso di appartenenza: appartenete ad una tradizione disolitudine in cui tutti per lavorano insieme.Potreste dire: Sono stato cos per lungo tempo: perch deve esservi unacerimonia ? La cerimonia importante, perch vi sar un momento particolaree una data a partire dalla quale prendere limpegno. Ci sar una particolarefrazione di secondo in cui vi sarete impegnati con voi e lo apprenderete inmodo molto preciso e chiaro. E come quando si celebra il Nuovo Anno: quandolorologio segna le ventiquattro, diciamo: Felice Anno Nuovo !. C quelparticolare momento. Cos siete sicuri che non vi saranno punti indistinti nelvostro ricordo della promessa. Voi siete come pesci guizzanti e avrete unaqualche rete. La rete la situazione in cui siete caduti, la presa di rifugio; ed ilpescatore, la persona che vi pesca fuori dallacqua, listruttore. A quel punto

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    il pesce non ha pi scelta se non quella di arrendersi al pescatore. Senza lacerimonia, in certo modo non funziona; lintera cosa lasciata troppo allavostra immaginazione ed al vostro sfuggevole processo soggettivo.Quando sarete diventati rifugiati, seguaci dellinsegnamento del Buddha,entrerete in un treno che senza freni e senza retromarcia. Il treno avanza e

    si arrester solo ad una certa stazione e ad un certo momento. Montate sultreno, poi suoner il fischio e partirete.Quindi, la cerimonia di rifugio un punto di confine per diventare unbuddhista, un non-teista. Non dovrete pi fare sacrifici in nome di qualcunaltro, cercando di essere salvati o di meritare una redenzione. Non dovrete pispingervi fuoribordo per vedere sorridere quel tipo che vi osserva, il vecchiocon la barba. Per i buddhisti, il cielo blu e lerba verde - naturalmente, inestate. Per i buddhisti, gli esseri umani sono molto importanti e non sarannomai condannati, se non dalla loro propria confusione, che comprensibile. Senessuno vi mostra il sentiero, un qualsiasi tipo di sentiero, sarete confusi. Non

    colpa vostra. Ma ora a voi stato mostrato il sentiero e state cominciando alavorare con un maestro preciso. E a questo punto nessuno pi confuso. Voisiete ci che siete, gli insegnamenti sono quel che sono, ed io sono ci chesono: un istruttore che vi d lordinazione vi render persone buddhiste.Questa una situazione davvero gioiosa per quel che mi riguarda: lavoreremoinsieme dal principio alla fine.Prendere rifugio nel Buddha come un esempio, prendere rifugio nel dharmacome il sentiero e prendere rifugio nel sangha come compagnia bendelineato, molto definito, molto preciso e molto chiaro. Gli uomini lhanno fattonei duemilacinquecento anni passati della tradizione buddhista. Prendendo

    rifugio riceverete quella particolare eredit nel vostro sistema, unirete questaparticolare saggezza che esistita per duemilacinquecento anni senzainterruzioni e senza corruzioni. E tutto molto diretto e semplice.

    Prendere rifugio nel BuddhaPrendete rifugio nel Buddha, non come un salvatore - non col sentimento diaver trovato qualcosa che vi renda sicuri - ma come un esempio, comequalcuno da poter emulare. Egli un esempio di un essere umano ordinarioche riusc a superare gli inganni della vita, sia a livello ordinario che spirituale.Il Buddha scopr lo stato risvegliato della mente rapportandosi con le situazioni

    che esistevano intorno a lui: la confusione, il caos e linsanit. Fu capace diosservare queste situazioni in modo molto chiaro e preciso. Sidisciplin lavorando sulla propria mente, la fonte di tutto il caos e dellaconfusione. Anzich diventare un anarchico e dare la colpa alla societ, eglilavor su se stesso e raggiunse ci che conosciuto come bodhi,lilluminazione. Giunse cos allultimo e finale traguardo e fu capace diinsegnare e lavorare con gli esseri senzienti senza nessuna inibizione.Lesempio della vita del Buddha praticabile dato che part dallo stesso tipo divita che viviamo noi, con lidentica confusione. Egli, per, rinunci a quella vitaper trovare la verit. Pass per una serie di tragitti spirituali. Tent dilavorare col mondo teistico dellinduismo di quei tempi e cap che vi erano unsacco di problemi. Allora, anzich cercare una soluzione dallesterno, eglicominci a lavorare su se stesso. Cominci a rimboccarsi le maniche, per cos

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    dire, e divenne un buddha. Fino a che non fece questo, fu solo uno stupidoturista spirituale. Perci, prendere rifugio nel Buddha come esempio, vuol direrealizzare che la nostra storia , di fatto, paragonabile alla sua e decidere diseguire il suo esempio e fare ci che lui fece.Prendendo rifugio, cominciate a realizzare che potete veramente competere col

    Buddha. Potete farlo. Venticinque secoli fa una persona, anchessa alle presecon la situazione di tutti i giorni, riusc a risvegliarsi e a rendersi conto dellasofferenza della vita. Fu capace di venirne a capo e di lavorare insieme conessa, raggiungendo finalmente la buddhit, lilluminazione. Questa persona sichiamava Gautama, il capo della trib Shakya. Egli era un principe cheaveva lussi e sicurezze, ma si sentiva alienato dal suo stato di sanit di base.Perci decise di mettere in discussione lintera storia. Scapp dal suo regno epratic la meditazione nelle foreste e nella giungla. I soli amici e insegnantispirituali che pot trovare erano tutti materialisti spirituali: usavano lameditazione per fortificare lego. Prov ogni genere di ginnastiche fisiche:

    trattenere il respiro, mettersi a testa in gi, sedersi in mezzo ad un cerchio difuoco, ma le trov tutte inutili. Allora cominci a destarsi, a produrre da solola propria liberazione. Cos conquist lilluminazione senza alcun aiuto. Egli fucos abile da trionfare sul materialismo psicologico, che cerca di puntellare legoper mezzo delle idee e cos pure sul materialismo spirituale. Fu capace diconquistare la vittoria su entrambi i tipi di materialismo. Ecco perch furinomato come il Buddha, il Risvegliato.Noi dobbiamo fare altrettanto. Migliaia di persone nella tradizione del Buddhalo hanno fatto. Nelle nostre vite c linsorgere continuo dei materialismi siapsicologico che spirituale, per cui abbiamo lo stesso materiale su cui lavorare.

    Non c dubbio che siamo pieni dello stesso tipo di cibo per le nostre menti.Uno dei passi pi importanti nella evoluzione del Buddha fu la suacomprensione che non vi era alcuna ragione per credere o aspettarci qualcosadi pi grande della ispirazione di base che gi esiste in noi. Questa unatradizione non-teistica: il Buddha smise di affidarsi a qualsiasi tipo di principiodivino che fosse disceso su di lui per risolvere i suoi problemi. Perci, prendererifugio nel Buddha non significa in nessun modo doverlo considerare come undio. Fu semplicemente una persona che pratic, lavor, studi e sperimentpersonalmente le cose. Con tale riferimento in mente, prendere rifugio nelBuddha fa crescere la rinuncia a false concezioni circa unesistenza divina.

    Poich tutti noi possediamo ci che conosciuto come natura-di-buddha,lintelligenza illuminata, non dobbiamo prendere a prestito la gloria dinessunaltro. Non siamo tutti cos impotenti. Abbiamo gi le nostre risorse. Unagerarchia di principi divini non ha senso.E troppo lontana da noi. La nostra individualit ha prodotto il nostro mondo.Lintera situazione assai personale.

    Prendere Rifugio nel DharmaQuindi prendiamo rifugio negli insegnamenti del Buddha, nel dharma.Prendiamo rifugio nel dharma come sentiero. In questo modo possiamo vedereche ogni cosa nella nostra situazione esistenziale un continuo processo diapprendimento e scoperta. Non consideriamo pi alcune cose come profane edaltre come sacre, ma tutte vengono considerate come verit: questa la vera

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    definizione di dharma. Il dharma anche distacco, che in questo casosignifica non attaccamento, non mantenimento o non cercare di possederequalcosa; significa non aggressivit.Di solito, il filo conduttore principale che percorre la nostra esperienza ilnostro desiderio diretto verso un mero scopo: tutto ci che proviamo fatto in

    funzione della nostra ambizione, la nostra competitivit e la nostra supremazia.Questo ci che normalmente ci spinge a diventare i pi grandi professori, ipi grandi meccanici, i pi grandi carpentieri, i pi grandi poeti, ecc. Il dharma- cio il distacco spassionato - spezza questa meschina visione finalizzata,cosicch ogni cosa diventa un semplice processo di apprendimento. Questo ciconsente di rapportarci con la nostra vita propriamente e pienamente. Quindi,prendendo rifugio nel dharma come sentiero, sviluppiamo un senso diapprezzamento nellessere su questa terra. Nessuna cosa viene consideratacome una perdita di tempo; nulla visto come una punizione, un motivo dirisentimento o una lamentela.

    Questo aspetto del prendere rifugio ha particolarmente senso qui in America,dove abbastanza di moda dare la colpa agli altri di ogni cosa, o pensare chetutti gli elementi nelle relazioni con le persone o con lambiente siano malati ocontaminati. Reagiamo col risentimento. Per, una volta che abbiamocominciato a farlo, non c pi scampo. Il mondo diventa diviso in due parti: ilsacro ed il profano, oppure ci che buono e giusto e ci che negativo o unmale necessario. Prendere rifugio nel dharma, assumere un approcciodistaccato, significa che tutto nella vita viene considerato come una situazionefertile e una occasione di conoscenza, sempre. Qualunque cosa succeda, doloreo piacere, bene o male, giustizia o ingiustizia - tutto parte del processo di

    apprendimento. Cos, non c niente da condannare; tutto sentiero, tutto dharma.Questa imperturbabilit del dharma una espressione di nirvana - libert, oapertura. E una volta che abbiamo questo atteggiamento, ogni praticaspirituale che facciamo diventa parte della situazione conoscitiva, anzich unfatto puramente ritualistico o spirituale, o materia di obblighi religiosi. Tutto ilprocesso diventa integro e naturale.Abbiamo sempre cercato di dare un senso alla incoerenza ed allainsoddisfazione della vita, tentando di fare cose rassicuranti e tentando dicongelare le qualit evanescenti in un qualcosa di definito. Ora per non

    possiamo pi farne granch. Le cose cambiano continuamente, si muovonocostantemente, si trasformano in qualcosaltro. Ora cominciamo a lavorare conla fondamentale premessa che quel flusso, o fluttuazione in su e in gi, nellanostra vita pu essere visto come il riflesso di uno specchio, o come ondenelloceano. Le cose si avvicinano e noi possiamo quasi tenerle in mano, masubito dopo svaniscono. Sembra quasi che esse stiano per avere un senso: poiimprovvisamente vi unimmensa confusione e quello che stava per avere unsenso sembra lontano mille miglia. Stiamo costantemente tentando diaggrapparci a qualcosa, ma la perdiamo quando proprio pensavamo di averlasulla punta delle dita. Questa la sorgente della frustrazione, sofferenza - oduhkha, come il Buddha lha chiamata. Duhkha la Prima Nobile Verit.Riconoscendola, noi cominciamo a dare senso al nulla, per cos dire.Limpermanenza comincia ad avere pi significato, invece di congelare la verit

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    in una massa solida. Questa realizzazione, comprendere come la fluttuazionenon si fermi e sapercisi confrontare, il vero significato del prendere rifugio neldharma.Questo approccio evoca una senso di franchezza e onest o, si potrebbe anchedire, di non conformismo. Significa che noi affrontiamo i fatti della vita

    direttamente, personalmente. Non abbiamo da coprire nulla con il formalismo ocon una scadente normalit, ma sperimentiamo direttamente la vita. Ed vita veramente ordinaria: il dolore dolore ed il piacere piacere. Non siamocostretti ad usare una qualche altra parola o allusione. Dolore, piacere econfusione - tutto avviene in modo molto palese. Siamo semplicementenormali. Ma levidenza e lassenza di conformismo non significanonecessariamente essere incivili. Siamo nudi proprio nel fare a meno dellecoperte che di solito ci procuriamo. Con i nostri amici, coi nostri parenti, intutte le occasioni, possiamo permetterci di essere molto semplici, diretti epersonali.

    In questo modo, tutte le cose che accadono nella vita - economica, domesticae spirituale - non appartengono pi a comparti separati, tutto si combina inuna unica situazione. Questo quel che significa seguire il sentiero deldharma. Non sono valutati come straordinariamente buoni ostraordinariamente negativi n i caldi, intensi momenti di completaclaustrofobia, e n i gelidi momenti di noncuranza. Sono soltanto modi diessere in cui siamo coinvolti. E un naturale processo che avvienecostantemente. Prendere rifugio nel dharma significa mettersi in rapporto atutto ci che accade, dalla scheggia nel tuo dito mignolo fino al suicidiocommesso da vostro nonno per voi, dalla cosa pi insignificante a quella pi

    grande, come parte di questo processo naturale. Vi sono tanti tipi di viaggi checontinuamente avvengono. E ognuno di essi proprio solo un inganno; sonosolo interessanti sfaccettature della vita.Ma voi tuttavia non potete dire Ma lasciamola stare! Facciamo in modo daosservare tutto per diventare poi grandi poeti ! Oh no! Voi non potete soloscriverci sopra delle poesie, o metterla in musica, oppure danzare con essa.Dovete entrare dentro tutte queste sfaccettature della vita, completamente.Entrarci dentro lo scopo del sentiero, esse diventano il sentiero. Tutto ci accompagnato dalla pratica della meditazione, che di fatto rende lintera cosamolto chiara e precisa. Pi la nostra mente diventa chiara, e pi reali e vivide

    diventano tutte le piccole cose che sembrano promettenti o minacciose:speranze e paure, le pene ed i piaceri.Tradizionalmente, il dharma diviso in due aspetti. Il primo quello che stato detto, cio le sacre scritture, i libri degli insegnamenti che furono scrittidai tempi del Buddha fino a oggi. Questi libri sacri, che sono stati tramandati digenerazione in generazione, contengono la verit di ci che statosperimentato, che il secondo aspetto del dharma. Attraverso il lignaggiobuddhista, gli individui hanno sperimentato la realt e la verit contenute negliinsegnamenti, e questo anche voi lo potete sperimentare. E una scopertaallinterno della vostra propria vita che accade sia con il vostro insegnante chetramite voi stessi. Accade principalmente attraverso la vostra esperienza dimeditazione, sia nella pratica formale seduta che nella meditazione-in-azione.

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    Prendere rifugio nel dharma significa che le esperienze che scorrono nellavostra vita, dolori e gioie, sono esse stesse insegnamenti sacri. Gliinsegnamenti non sono sacri perch furono scoperti nello spazio o perchcaddero dal cielo mandati da qualche principio divino. Gli insegnamenti furonoscoperti nel cuore, nei cuori umani - nella natura-di-buddha. Per esempio, il

    Canone Buddhista, il Tripitaka, basato sullesperienza di un qualcuno. Einteramente il discorso di un qualcuno. I centootto volumi dei sutra sonoparole dette - comunicazioni da una essere umano ad un altro. Il Buddha, chefu un completo risvegliato, stava comunicando con altri esseri umani nonrisvegliati, o a met risvegliati, o che erano in uno stato di quasi risveglio. Laverit non mai arrivata dal cielo; essa sempre giunta dalla condizioneumana. Le Quattro Nobili Verit del Buddha descrivono lesperienza umana didolore, origine del dolore, possibilit di salvezza e le possibilit del sentiero.Queste sono verit letterali; esse sono verit dirette, e non invece qualcosache stata confezionata al piano di sopra.

    Perci, nel prendere rifugio nel dharma, i libri di insegnamento non sonoconsiderati come scritture mistiche create dallincontro tra le nuvole ed il soleche le scrissero su delle tavole. Questi libri furono scritti con penna edinchiostro su dei fogli di carta. Le memorie dei seminari, discorsi econversazioni che tenne il Signore Buddha furono registrate solo come unadescrizione di ci che un uomo risvegliato disse, del modo in cui una personarisvegliata, in una situazione vissuta, si comport. Dunque, prendere rifugio neldharma non ha niente a che vedere con una influenza non terrena; non haniente a che fare con dei marziani e neppure ha niente a che fare con Jehova -ma in definitiva ha qualcosa a che fare con la sanit. Prendere rifugio nel

    dharma significa che lesperienza dellessere umano pu nobilitarsi tanto che,straordinariamente, possiamo realmente risvegliarci allinterno di noi stessi.Ancora una volta, qualunque cosa accada nella nostra mente una situazionedi apprendimento: le relazioni di odio e amore che sorgono intorno a noi, ilsenso di sventura, il senso di essere fortunati, il senso di sconfitta, il senso diarroganza e egoismo, il senso di patriottismo, il senso di destrezza, il senso disentirsi speciali ed il senso di confusione - tutti sono inclusi nella nostraparticolare situazione di base. Quello il sentiero. E la sola strada; la solacosa su cui possiamo lavorare. Non possiamo attingere sempre al latte dellamucca del guru, ogni volta che siamo affamati o assetati. Per possiamo fare

    esperienza del nostro stile di vita ed del nostro processo evolutivo in armoniacon il dharma che ci stato tramandato. Allora, nel medesimo tempo, citroveremo in sintonia col dharma che stato sperimentato, cos come hannofatto i seguaci del dharma del passato - e sar una cosa molto potente e moltosignificativa per tutti noi.

    Prendere rifugio nel sanghaDopo aver preso rifugio nel Buddha come un esempio e nel dharma comesentiero, prendiamo rifugio ora nel sangha come comunit. Questo significache abbiamo molti amici, compagni rifugiati, anchessi confusi, che stannolavorando secondo stesse direttrici. Ciascuno ha a che fare con lasua disciplina. Come membri del sangha esprimono un senso di dignit, e ilsignificato personale di aver preso rifugio nel Buddha, dharma e sangha

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    comincia ad maturare; sono validi per funzionare da ricordo e a fornire stimolilun per laltro. I vostri amici del sangha forniscono un continuo punto diriferimento che crea un continuo processo di apprendimento. Essi agisconocome riflessi di uno specchio per rammentarvi o mettervi in guardia nellesituazioni della vita. Questo il tipo di comunit che chiamato sangha.

    Siamo tutti nella stessa barca; condividiamo un senso di fiducia ed un senso diamicizia organico e pi ampio.Al tempo stesso, dovete stare in piedi da soli. C contemporaneamente unsenso di individualit e un senso di comunanza. State lavorando insieme e viaiutate lun laltro, per non tanto da avere bisogno dellaiuto degli altri. Se voicontate su qualcuno in un momento di debolezza della vostra vita, la personasu cui contate pu sembrarvi forte, per essa comincer anche ad afferrarsialla vostra debolezza. Se egli cadr, anche voi cadrete. Se il principio fossesolo quello di poter poggiarsi uno sullaltro, avremmo migliaia e migliaia dipersone tutte che si appoggiano una sullaltra, se poi anche uno solo cade gi,

    tutte quante cadrebbero. Tutta lintera cosa collasserebbe come un vecchiopalazzo malandato e vi sarebbe un gran caos. Sarebbe una sorta di suicidiocollettivo, con tutte le migliaia di persone che collassano nel medesimomomento, la qual cosa sarebbe davvero caotica, molto polverosa.Quindi, prendere rifugio nel sangha significa essere disponibili a lavorare congli altri studenti - vostri fratelli e sorelle nel dharma - restando nel contempoindipendenti. Questo un punto molto importante nel prendere il voto dirifugio. Nessuno impone la sua propria pesante opinione al resto del sangha.Se una particolare persona cercasse di agire come catalizzatore o portavoce ditutto il sangha, costui sarebbe considerato un superficiale. Se qualcuno fosse

    estremamente timido, credulone e condizionato, anche questi sarebbeconsiderato come frivolo. Al contrario, ciascun membro del sangha unindividuo che sta sul sentiero in maniera differente da tutti gli altri. E perquesta ragione che avrete continui stimoli di ogni tipo: negativi o positivi,incoraggianti o scoraggianti. Queste ricche risorse diventano disponibili per voiquando prendete rifugio nel sangha, la comunit degli studenti. E come se dellievito fosse messo dentro uninfornata di centinaia di chicchi dorzo. Ciascunchicco comincia a riempirsi di lievito, finch, alla fine, vi una enorme,bellissima, gigantesca tinozza piena di birra. Tutto lievitato completamente;ciascun chicco diventato individualmente vigoroso - cos tutta la

    faccenda diventa un mondo reale.Il sangha la comunit di persone che hanno il perfetto diritto di correggere ivostri errori e di nutrirvi con la loro saggezza, come pure il perfetto diritto dimostrare la loro nevrosi ed essere aiutati da voi a superarla. La comunanza cheriunisce il sangha un tipo di amicizia pulita - senza aspettative, senzarichieste ma, al tempo stesso, appagante.I sangha sono una fonte di apprendimento tanto quanto lamico spirituale oinsegnante. Quindi necessaria una certa fiducia nel sangha. Ma qui dobbiamofare una chiara precisazione: stiamo parlando del sangha organizzato, cio ilsangha di praticanti che siedono realmente insieme, praticano insieme e chelavorano su loro stessi. Senza un tale sangha, non abbiamo un punto diriferimento; veniamo riscagliati nel grande brodo samsarico e non abbiamoidea di chi o cosa siamo. Siamo perduti.

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    Perci non ci considereremo pi come dei lupi solitari, con una simile fortunaalla loro portata che non devono rapportarsi con nessuno, n conlorganizzazione, n con la pratica seduta, n con il sangha in generale. Altempo stesso, per, non dobbiamo accompagnarci ad una folla. Ciascunestremo troppo rassicurante. Lidea quella di una costante apertura,

    donandosi completamente. C una enorme necessit di abbandonarsi.E un fatto veramente eroico unirsi a quel particolare club di persone solitarieche si fanno chiamare sangha. Normalmente, non ti unisci a qualcuno se tuttoil terreno non sicuro. Di solito, si paga una certa somma di denaro perassociarsi ad un particolare club che pu darvi un certo tipo di servizio per farvistare bene e sentire sicuri. Ma ora parliamo di un atteggiamento veramenteimpersonale; e stranamente, anche molto personale. Voi siete disposti alavorare con la vostra situazione solitaria in un gruppo. Il sangha compostoda migliaia di persone che sono insieme sole, e insieme lavorano alla loropropria solitudine. Tutti insieme essi compongono unorchestra; voi siete in

    grado di danzare con la loro musica, e questa davvero una esperienza moltopersonale. Cominciate ad unirvi a quella particolare energia, che riconoscelindividualit e la spontaneit, come pure la non aggressivit.Il senso di fiducia e di franchezza nel sangha intimorisce molte persone;nondimeno ha luogo una genuina comunicazione. Anzi, il livello di complessitdel sangha ne risulta naturalmente pi elevato. Non possiamo considerare ilsangha come una situazione di gruppo, come una scadente bettola familiare dimangiatori di riso scuro. A questo livello, il sangha una casa incontaminata,con relazioni incontaminate, in cui le esperienze reciproche sono personali. Ilvero sangha composto di persone devote che stanno lavorando su se stesse

    in modo reale. Esse non hanno affatto sviluppato qualche tecnica fantastica ouna magica e straordinaria filosofia o qualche cosa di simile. Da questo puntodi vista, la comunit potrebbe sembrare anche quasi noiosa, troppo ordinaria.Ciononostante veramente reale. Pu anche darsi che voi, occasionalmente,potreste andare in cerca di amici e risultati straordinari ma, in un certo modo,questi risultati tornano ad essere puramente finti, parte di un mondo di sogni,cosicch ritornereste al sangha reale, le persone vere che realmente siprendono cura di se stesse, di voi come un amico e si relazionano con linterasituazione in modo completo, senza nessunarea protetta da un accordo direciproca debolezza. Dopo aver preso il voto di rifugio avvengono tre tipi di

    cambiamento che hanno luogo: cambiamento di attitudine, cambiamento diimpronta e cambiamento di nome.

    Cambiamento di attitudineIl cambiamento di attitudine comporta lo sviluppo di un senso di simpatia versose stessi e, quindi, verso il mondo. La propria attitudine cambia in non-aggressivit e distacco. Per aggressivit si intende un generale senso diipertensione e inimicizia, considerare il mondo come un oggetto con cuicombattere. Con le passioni si cerca di dominare qualche cosa, continuamenteprotesi verso la nostra supremazia. In entrambi i casi ci si sottopone ad unacostante battaglia con il mondo, cio in definitiva con se stessi.Quando cambiate la vostra attitudine, svilupperete una consapevolezza che vipermetter di essere amici con voi stessi e quindi con gli altri esseri senzienti.

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    Vi un certo senso di gentilezza. Ci connesso con limpegno nella praticadella meditazione, la quale crea una apertura nei vostri stati di alto e basso eduna disponibilit a continuare a osservare e lavorare su di essi. Sviluppereteuna tale relazione con gli insegnamenti che diventeranno parte di voi. I TreGioielli - il Buddha, il dharma ed il sangha - diventeranno parte della vostra

    esistenza e vi nutriranno, voi lavorerete con essi, vivrete per essi. Non tantoche diventerete una persona pi religiosa, ma sarete pi gentili, pi delicati,molto amorevoli e malleabili. Non creerete sempre meccanismi difensivi.In quanto buddhisti, sarete meno avidi. Se la vostra colazione non cucinatacome vi aggrada, cederete e mangerete la colazione che non vi piace. Vi sarcome un senso di cedere sempre un po di pi nelle vostre aspettative, solo unpo di pi, una frazione di secondo. Quindi, cercare di arrendersi, cio cambiarela propria attitudine, molto importante. Solitamente, noi non vogliamocedere. Io voglio avere la mia propria strada. Voglio avere ospitalit completaal 100%, e se non la ottengo, combatter per i miei diritti... e cos via. Questo

    atteggiamento crea dei problemi ed , in un certo senso, anti-buddhista.Un altro aspetto del cambiamento di attitudine che quando sarete diventatibuddhisti maturi sentirete che la vostra vita gestibile in qualsiasi situazione.Non vi sentirete alienati dai vostri problemi e non cercherete di immettervi inqualche speciale orbita spirituale. Potrete essere molto gentili e amichevoliverso voi stessi e le altre persone e rapportarvi col mondo, che il puntofondamentale degli insegnamenti buddhisti. Per, non che dobbiate avere unsorriso superficiale e radioso, un atteggiamento melenso tipoamore e luce.Questa una esperienza genuina: state entrando nella tradizione dello statodella mente non-aggressivo e sarete capaci di comportarvi in quel dato modo

    senza artifici.La non-aggressivit, in questo contesto, significa anche astenersi dal togliere lavita; eviterete di uccidere personalmente animali, nemici, esseri umani, oquantaltro. Talvolta le persone si divertono a uccidere le mosche; in una simileminima situazione, si fanno prendere da una sorta di mentalit barbara. E unmodo di comportarsi molto selvaggio. Diventando seguaci del dharma sidiventa molto pi complessi in un certo senso fondamentale. Comincerete aprestare attenzione ai dettagli della vostra vita quotidiana, la quale diventa piimportante e, di fatto, sacra.Una tale attitudine non pu essere costruita. Deriva soltanto da molta pratica

    di meditazione; questo sembra essere la sola strada. La pratica di meditazioneseduta produce in modo naturale gentilezza e compassione.

    Cambiamento di improntaIl cambiamento di impronta strettamente correlato al cambiamento diattitudine.Una volta che avete cominciato a comportarvi senza aggressivit, cominceretea mostrare quei segni di sanit che gi in voi. In realt, non dovete affattodar prova di qualcosa ai vostri parenti, ai vostri genitori, ai vostri amici. Leparole non contano; le persone che vi circondano potranno apprezzaresemplicemente e realmente la maturazione della gentilezza e della saggezzache avviene in voi. Non che dovete cercare di essere educati e comprensivi inmodo gratuito, ma cercherete di essere educati e comprensivi al di l del

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    vostro proprio benessere personale. Perci si fa spazio un certo senso digentilezza e simpatia e questa limpronta dellessere buddhisti. Cominciate atrasformarvi in una differente razza di uomo. Siete diventati una personagentile, premurosa, che , al tempo stesso, aperta e coraggiosa.Ovviamente non siete diventati persone improvvisamente brillanti, felici, calme

    e illuminate. Ma lidea che possibile diventarlo, se si fa la pratica seduta e siusa la disciplina; che la propria personalit cambi dalla condizione di sofferenzae di profondo e serio livello di nevrosi in qualcosa di aperto, penetrante, gioiosoe profondo. Questa non una promessa da piazzista - questo cambiamento avvenuto agli studenti attraverso tutta lesperienza che abbiamo fatto in questopaese.

    Cambiamento di nomeTradizionalmente, in Tibet e negli altri paesi buddhisti, i genitori potevano dareai loro figli un soprannome che veniva usato durante la giovinezza. Poi, quando

    il ragazzo prendeva il voto di rifugio, gli davano un nome buddhista. Ilsoprannome veniva lasciato, o forse era usato solo occasionalmente nel propriocircolo ristretto, o tra i parenti, poi veniva adottato il nome buddhista. Inquesto contesto, quella situazione potrebbe essere in un certo senso un pocomplicata, perci vorrei lasciare a ciascuno la decisione di voler o no usare ilnome di rifugio. Il punto che allorch verrete chiamati col vostro nomebuddhista, dovreste assumere quella particolare attitudine di gentilezza. Ilvostro nome dovrebbe agire da ricordo, piuttosto che come qualcosa chefornisca una ulteriore identificazione al vostro ego o come un titolo.Il significato sottinteso legato a una certa ispirazione che dovreste

    sviluppare. Non necessariamente deve essere un nome adulatorio, naccondiscendente - ma una specie di messaggio. Il vostro nome buddhistarappresenta un incoraggiamento per un certo tipo di sviluppo nella vostrapersonalit che connesso con la pratica di meditazione - un certo vostro stileindividuale nellapproccio con il dharma.

    La cerimonia del voto di rifugioLa parte principale della cerimonia del voto di rifugio riguarda lofferta di treprostrazioni dopo la ripetizione per tre volte della formula del rifugio : Prendorifugio nel Buddha, prendo rifugio nel dharma, prendo rifugio nel sangha.

    Vorrei spiegare lo scopo delle prostrazioni. Vi sono molti tipi di percorsispirituali auto-guidati che potremmo prendere, ma ci che importante enecessario abbandonare le nostre fantasie personali, gli inganni del nostroego. Tale abbandono ci rende molto pi autonomi e molto pi strettamente epersonalmente in contatto con la realt. Perci lo scopo delle prostrazioni diabbandonare tutti i vostri personali attaccamenti di ogni tipo, cosicch possiatecominciare a sintonizzarvi con questo particolare sentiero.Quando vi prostrate, tenete successivamente le vostra palme unite insiemeallaltezza della vostra fronte, poi della gola e sul vostro cuore, che stanno asignificare la sottomissione dei vostri corpo, parola e mente al Buddha, dharmae sangha, senza aspettarvi nulla in cambio. Prostrarsi sul terreno moltosignificativo; significa sottomissione definitiva. Voi state prendendo un impegnoreale; vi state rendendo disponibili ad arrendervi completamente alla sanit

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    senza scampo della terra e a diventare un rifugiato nella terra di nessuno. Ipossessori del lignaggio del passato, presente e futuro sono rappresentati daquesta terra. Potete essere arrabbiati con questa terra; potete sentirvi a vostroagio su questa terra; potete sentirvi indifferenti a questa terra - ma tuttaviaquesta terra resta qui, e rimane solida. Inchinarsi su questa terra arrendersi

    a questa sanit di base.Fate le tre prostrazioni allaltare, che rappresenta la nostra eredit. Piesplicitamente, esso rappresenta il lignaggio di coloro che trasmisero la menterisvegliata, sempre esistente nel passato, presente e futuro. Vi state ancheprostrando allistruttore, che lerede di questo lignaggio. Il metodo usato nelpassato non un mito, ma tuttora reale e vivente. Voi avete un buddhistavivente davanti a voi.Inginocchiarsi e ripetere la formula del rifugio per tre volte leffettiva presa-di-rifugio. Essa ha tre aspetti: riconoscere se stessi, riconoscere il propriobisogno di protezione e riconoscere laltro. Quando dite Io prendo rifugio, voi

    state chiedendo di essere accettati come rifugiati. Quando dite, nel Buddha,nel Dharma e nel Sangha, state riconoscendo laltro, cio lesempio, il sentieroe il senso della comunit...In questa situazione dovete essere molto decisi,esattamente consapevoli di tutto il processo che state attraversando.Ripetete la formula del rifugio per tre volte. La prima volta per preparare ilterreno; la seconda volta state andando pi avanti; e la terza volta sieteveramente andati completamente oltre.La disciplina della presa di rifugio qualcosa di pi che una cosa dottrinale orituale: state proprio per essere fisicamente contagiati dallimpegno con ilbuddhadharma; il buddhismo viene trasmesso nel vostro organismo. Qualcosa

    del lignaggio, qualcosa veramente fisico, quasi al livello chimico, penetra nelvostro cuore allorch ha luogo il vostro impegno allapertura. La terza volta chepronunciate Prendo rifugio nel sangha, listruttore fa schioccare le sue dita.Questo il momento della reale trasmissione. In quel momento lo sperma, percos dire, entra nel vostro organismo e voi fate parte del lignaggio. Da quelmomento in avanti, voi siete dei praticanti dei Kagyu, seguaci del lignaggio. Aquel particolare punto, lenergia, il potere e la benedizione della sanitfondamentale che esistita nel lignaggio per venticinque secoli, in unaininterrotta tradizione di disciplina fin dai tempi del Buddha, penetrano nelvostro sistema e, finalmente, voi diventate un perfetto seguace del

    buddhadharma. A quel punto voi siete un futuro buddha vivente.

    6) IL VOTO DEL BODHISATTVA

    Brani scelti da cerimonie del Voto di Bodhisattva, 1973-1978Prendere il voto di bodhisattva ha un enorme potere proprio per il semplicemotivo che non qualcosa che facciamo solo per il piacere dellego. E al di ldi noi stessi. Prendere il voto come piantare il seme di un albero che crescevelocemente, mentre qualcosa fatta per il conforto dellego come seminareun granello di sabbia. Piantare un tale seme come il voto di bodhisattva scalzalego e porta ad un grande ampliamento della visione. Un tale eroismo, ograndezza della mente, riempie tutto lo spazio, in modo totale e assoluto.

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    Il voto di Bodhisattva limpegno a mettere gli altri davanti a se stessi. E unadichiarazione di disponibilit a tralasciare il proprio benessere, perfino lapropria illuminazione, per la salvezza degli altri. Un bodhisattva una personache vive semplicemente nello spirito di questo voto, perfezionando le qualit

    note come le sei paramita - generosit, disciplina, pazienza, sforzoapplicativo, meditazione e saggezza trascendente - nel suo tentativo di liberaregli esseri.Prendere il voto di bodhisattva implica lessere aperti al mondo in cui si vive,anzich mantenersi nel proprio territorio individuale e difenderlo con le unghiee i denti. Significa essere disponibili a prendersi una responsabilit pi grande,una responsabilit immensa. Di fatto, significa cogliere una grande occasione.Ma cogliere una siffatta occasione non un falso eroismo o una eccentricitpersonale. E una occasione che, nel passato, stata colta da milioni dibodhisattva, dagli illuminati e da grandi maestri. Cos una tradizione di

    responsabilit ed apertura stata tramandata di generazione in generazione;ed ora anche noi stiamo partecipando alla sanit e dignit di questa tradizione.Vi un ininterrotto lignaggio di bodhisattva proveniente dai grandi bodhisattvaAvalokiteshvara, Vajrapani e Manjushri. E ininterrotto perch nessuno in talelignaggio, attraverso le generazioni ed i secoli, si cullato nellautoconservazione. Al contrario, questi bodhisattva hannocostantemente cercato di lavorare per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.Questa eredit di spirito amichevole continuata intatta fino ai giorni nostri,non come un mito, ma come una ispirazione vivente.La sanit di questa tradizione assai potente. Ci che stiamo facendo nellatto

    di prendere il voto di bodhisattva magnifico e glorioso. E una tradizione cosintegra e ricca che coloro che non lhanno avvicinata dovrebbero sentirsi un poignobili e miseri, al paragone. Dovrebbero essere invidiosi di tale ricchezza. Macollegarsi a questa tradizione pone anche delle enormi richieste su di noi. Nonpotremo pi essere intenti a creare piacevolezze per noi stessi; lavoreremo congli altri. Questo implica lavorare con il nostro altro come pure con laltroaltro. Il nostro altro sono le nostre proiezioni ed il nostro senso di intimit nelcercare in tutti i modi di rendere le cose piacevoli per noi. Laltro altro ilmondo fenomenico esterno, che pieno di bambini urlanti, piatti sporchi,praticanti spirituali confusi ed i pi diversi esseri senzienti.

    Quindi, prendere il voto di bodhisattva un vero impegno basato sulriconoscimento della sofferenza e della confusione nostra e degli altri.Diventare responsabili noi stessi il solo modo per interrompere la reazione acatena della confusione e del dolore, lavorarando in una direzione che conducafuori, verso lo stato risvegliato della mente . Se non ci occupiamo di questasituazione di confusione, se non facciamo qualcosa da noi stessi, nonsucceder mai niente. Non possiamo contare che altri lo facciano per noi. Euna nostra responsabilit;e noi abbiamo lenorme potere di poter cambiare il corso del karma del mondo.Dunque, prendendo il voto del bodhisattva, stiamo riconoscendo di non doverdiventare fomentatori di ulteriore caos e miseria nel mondo, ma stiamodiventando liberatori, bodhisattva, motivati a lavorare su noi stessi e con lealtre persone.

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    Vi una fortissima ispirazione nella decisione di voler lavorare con gli altri. Nonpossiamo pi continuare a costruire la nostra grandiosit. Semplicementecerchiamo di diventare esseri umani capaci di aiutare genuinamente gli atri;cio, sviluppiamo precisamente quella qualit di altruismo che nel nostromondo generalmente carente. Diventiamo finalmente utili alla societ

    seguendo lesempio di Gautama Buddha, che abbandon il suo regno perdedicare il suo tempo a lavorare con gli esseri senzienti.Ciascuno di noi potrebbe aver scoperto una certa piccola verit (come la veritsulla poesia o la verit sullarte della fotografia o la verit sulle amebe) che puessere di aiuto agli altri. Ma noi tendiamo ad usare tale verit semplicementeper rafforzare le nostre proprie credenziali. Lavorare con le nostre piccoleverit, poco alla volta, un approccio da codardi. Al contrario, il lavoro di unbodhisattva privo di credenziali. Potremmo essere percossi, presi a calci, oanche soltanto non apprezzati, ma restiamo gentili e disponibili a lavorare congli altri. E una situazione totalmente priva di credenziali. E veramente genuina

    e molto potente.Imboccare questa via mahayana alla benevolenza significa rinunciare allapropria privacy e sviluppare un senso di pi ampia visione. Piuttosto difocalizzarci sui nostri piccoli progetti, espandiamo immensamente la nostravisione per abbracciare il lavoro con il resto del mondo, il resto delle galassie, ilresto degli universi.Mettere in pratica una tale ampia visione esige il nostro rapportarci allesituazioni in modo assai chiaro e perfetto. E necessario sviluppare un senso dicompassione per respingere la nostra tendenza egocentrica, che limita lanostra vista e appanna le nostre azioni. Tradizionalmente ci fatto

    sviluppando prima compassione verso se stessi, poi verso qualcuno moltovicino a noi e, infine, verso tutti indistintamente gli esseri senzienti, compresi inostri nemici. Alla fine, consideriamo tutti gli esseri senzienti con un aumentatocoinvolgimento emotivo, come se fossero tutti nostre madri. Non chedobbiamo esigere un simile approccio tradizionale in questo momento, perpossiamo sviluppare un senso di crescente apertura e gentilezza. Il punto chequalcuno cominci a fare la prima mossa.Di solito, noi siamo in una situazione di stallo col nostro mondo: Sar primalui a chiedermi scusa o devo cominciare a scusarmi prima io ?. Per, coldiventare un bodhisattva, spezziamo questa barriera: non aspettiamo che sia

    laltra persona a fare la prima mossa, ci decidiamo a farla noi. Le personehanno molti problemi e, ovviamente, soffrono molto. Abbiamo solo mezzogranello di sabbia di consapevolezza della sofferenza che esiste nel solo nostropaese, figuriamoci quella che c nel resto del mondo. Milioni di persone stannosoffrendo a causa della loro mancanza di generosit, disciplina, pazienza,sforzo applicativo, meditazione e conoscenza trascendente. Lo scopo del fare laprima mossa prendendo il voto di bodhisattva non di convertirenecessariamente le persone alla nostra visione particolare; lidea chedovremmo contribuire a fare qualcosa per il mondo semplicemente con ilnostro modo di rapportarci, con la nostra gentilezza.Prendendo il voto di bodhisattva, prendiamo atto che il mondo intorno a noi coltivabile. Dal punto di vista di un bodhisattva, esso non un mondo duro oirriducibile. Pu essere coltivato insieme allispirazione del buddhadharma,

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    seguendo lesempio del Signore Buddha e dei grandi bodhisattva. Possiamopartecipare alla loro campagna di lavoro con gli esseri senzientiappropriatamente in modo totale e completo - senza attaccamento, senzaconfusione e senza aggressivit. Una siffatta campagna il naturale sviluppodella pratica di meditazione, dato che la meditazione procura un crescente

    senso di mancanza di ego.Col prendere il voto di bodhisattva, noi ci apriamo a molteplici richieste. Se civiene richiesto aiuto, non dovremmo rifiutare; se siamo invitati ad essere ospitidi qualcuno, non dovremmo rifiutare; se siamo chiamati a diventare genitori,non dovremmo rifiutare. In altre parole, dobbiamo avere un certo interesse aprenderci cura delle persone, un certo apprezzamento del mondo fenomenico edei suoi occupanti. Non un compito facile. Esso richiede di non essere maistanchi e di non scoraggiarci di fronte alla dispotica nevrosi, alla ego-sporcizia,allego-vomito e allego-diarrea delle persone; anzi, dovremmo essere in gradodi apprezzarle e essere disposti a ripulirle. E come un senso di tenerezza con

    la quale permettiamo che le situazioni accadano malgrado i piccoliinconvenienti; permettiamo che le situazioni possano importunarci, possanocircondarci affollandosi intorno a noi.Prendere il voto di bodhisattva significa che noi siamo motivati a mettere gliinsegnamenti del buddhismo in pratica nella nostra vita quotidiana. Facendo cisiamo abbastanza maturi da non respingere nessuna cosa. Le nostrepotenzialit non vengono rifiutate ma vengono utilizzate come parte delprocesso di apprendimento, parte della pratica. Un bodhisattva pu insegnare ildharma sotto forma di comprensione intellettuale, comprensione artistica oanche comprensione commerciale. Quindi, nel nostro impegno nel sentiero del

    bodhisattva, stiamo riassumendo le nostre capacit in una maniera illuminata,non pi minacciati o confusi da esse. Precedentemente, il nostro talento potevaessere uno stratagemma, parte della struttura della nostra confusione, ma oralo stiamo portando nella nostra vita. Ora esso pu sbocciare sotto la spintadellinsegnamento, dellinsegnante e della nostra pratica. Ci non significa cheperfezioniamo ogni nostra situazione allistante. Ci sar ancora posto per laconfusione, certo! Per, al tempo stesso, vi sar anche uno squarcio diapertura, e illimitata potenzialit.A questo punto necessario spiccare un salto, in termini di fiducia in noi stessi.Possiamo realmente correggere qualsiasi tipo di aggressivit o mancanza di

    compassione - qualsiasi cosa anti-bodhisattvica - non appena accade;possiamo riconoscere la nostra nevrosi e lavorarci su, anzich cercare dicoprirla o buttarla via. In questo modo, il proprio schema di pensiero nevrotico,o fantasia, si dissolver piano piano. Ogniqualvolta si lavorer con la nostranevrosi in un tale modo diretto, essa diventer azione compassionevole.Listinto umano abituale quello di soddisfare prima di tutto noi stessi e diprovare amicizia per gli altri solo se possono soddisfarci. Lo possiamochiamare istinto-scimmia. Ma, nel caso del voto del bodhisattva, parliamo diun tipo di istinto sovrumano, che pi profondo e pi ricco. Ispirati da questoistinto, siamo disponibili a sentirci vuoti, depressi e confusi, Per, da questadisponibilit a sentirci in questo stato, nasce qualcosa: possiamo nel medesimomomento aiutare qualcun altro. Perci ben vengano la nostra confusione, ilcaos e legocentrismo: essi sono punti di partenza. Perfino le irritazioni che

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    avvengono nella pratica del sentiero del bodhisattva diventano un modo perriaffermare il nostro impegno.Prendendo il voto di bodhisattva, ci offriamo realmente come propriet degliesseri senzienti; a seconda della situazione, accettiamo di essereunautostrada, una barca, un pavimento o una casa. Permettiamo agli altri

    esseri senzienti di usarci in qualsiasi modo essi scelgano. Cos come la terrasostiene latmosfera e lo spazio esterno fa posto alle stelle, alle galassie ed alresto, cos noi siamo disponibili a trasportare i fardelli del mondo. Siamoispirati dallesempio fisico delluniverso. Offriamo noi stessi come vento, fuoco,aria, terra ed acqua - tutti gli elementi.E necessario, per, ed anche molto importante evitare la compassioneidiota. Se si adopera il fuoco distrattamente, ci si pu bruciare; se si cavalcamaldestramente un cavallo, si pu cadere. Vi un senso di realt terrena.Lavorare con il mondo richiede un certo tipo di intelligenza pratica. Nonpossiamo solamente essere bodhisattva amore-e-luce . Se non operiamo

    intelligentemente con gli esseri senzienti, quasi certo che il nostro aiutoprovochi dipendenza anzich beneficio. Le persone si abituano al nostro aiutonello stesso modo in cui si abituano alle pillole per dormire. Cercando di averesempre pi aiuto, esse diventano sempre pi deboli. Perci, per il beneficiostesso degli esseri senzienti, necessario che ci apriamo con una attitudine diimpavidit. Per la naturale tendenza delle persone a indugiare, talvolta meglio essere diretti e taglienti. Lispirazione del bodhisattva di aiutare glialtri ad aiutarsi da se stessi. E lo stesso con gli elementi: lacqua, la terra,laria ed il fuoco ci respingono sempre quando cerchiamo di usarli in modo nongiusto, ma al tempo stesso, si offrono generosamente quando li adoperiamo e

    li usiamo in modo appropriato.Un ostacolo alla disciplina del bodhisattva la mancanza di umorismo;rischiamo di prendere lintera cosa troppo seriamente. Non molto opportunoavvicinarsi in modo forzato allamorevolezza di un bodhisattva. I principianti,spesso, sono eccessivamente preoccupati della loro propria pratica ed del lorosviluppo e si accostano al mahayana con uno stile molto hinayana. Ma laseriosa militanza alquanto diversa dalla leggerezza di cuore e dalla gioia delsentiero del bodhisattva. Allinizio potreste anche far finta di essere aperti egioiosi. Ma poi dovreste almeno tentare di essere aperti, allegri e, nelcontempo, ardimentosi. Vi si chiede continuamente di spiccare una specie di

    salto. Potreste saltare come una pulce, una cavalletta, una rana oppure,finalmente, come un uccello; un certo modo di saltare deve sempre esserci nelsentiero del bodhisattva.Vi un enorme senso di celebrazione e di gioia quando finalmente saremocapaci di unirci alla famiglia dei buddha. Alla fine abbiamo deciso di proclamarela nostra eredit spirituale, che lilluminazione. Da una prospettiva basata suldubbio, qualunque qualit illuminata esistente in noi pu sembrare modesta.Ma dal punto di vista delle condizioni reali, gi esiste in noi un esserepienamente illuminato e sviluppato. Lilluminazione non pi un mito: essaesiste, coltivabile e noi siamo totalmente e pienamente collegati ad essa.Quindi non avremo dubbi se siamo o no sul sentiero. E certo che abbiamopreso un impegno e che andiamo a sviluppare questo ambizioso progetto didiventare un buddha.

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    Prendere il voto di bodhisattva affermare il desiderio di fermarci e metterci anostro agio in questo mondo. Non ci importa che qualcuno ci attacchi o cidistrugga. Siamo costantemente esposti per il beneficio degli esseri senzienti.Infatti, possiamo perfino abbandonare la nostra ambizione di raggiungerelilluminazione, pur di alleviare la sofferenza e le difficolt delle persone. Ci

    nonostante, senza aiuto, otteniamo in ogni caso lilluminazione. I bodhisattvaed i grandi Tathagata nel passato hanno percorso questa strada, ed anche noipossiamo fare cos. Spetta semplicemente a noi se accettare questa ricchezzaoppure rifiutarla, ponendoci nel mondo con una disposizione misera eindigente.

    Trapiantare bodhicittaIl voto di bodhisattva un balzo per cominciare a lasciar andare il nostroatteggiamento egocentrico nello sviluppo spirituale. In senso assoluto, il votodi bodhisattva il completo trapianto di bodhicitta, la mente risvegliata, nei

    nostri cuori - un vincolo completo con la gentilezza e la compassione del nostroinnato stato risvegliato. Per noi non diventiamo completi bodhisattva di colpo;semplicemente ci proponiamo come candidati allo stato di bodhisattva. E perquesto che parliamo di bodhicitta relativa e assoluta. La bodhicitta relativa come avere lintenzione di fare un viaggio e acquistare un biglietto; labodhicitta assoluta come essere realmente un viaggiatore. Allo stesso modo,prima compriamo il biglietto e poi dopo voliamo.La cerimonia del prendere il voto di bodhisattva anche un riconoscimento delnostro potenziale per lilluminazione. Ci ispira a riconoscere di avere gi in noila bodhicitta. Perci, nel prendere il voto di bodhisattva noi stiamo espandendo

    la nostra visione allinfinito, ben oltre questo nostro piccolo mondo squadrato.In un certo senso, come un trapianto di cuore. Stiamo rimpiazzando il nostrovecchio cuore, che orientato verso lego e lautoingrandimento, con un nuovocuore caratterizzato da compassione e da una visione pi vasta.La qualit che rende possibile questo trapianto la nostra stessa gentilezza.Cos, in un certo senso, questo cuore nuovo stato da sempre presente. Vienesolo riscoperto allinterno del vecchio cuore, come togliere la buccia ad unacipolla. Questa scoperta della bodhicitta estremamente potente. Dato cheallinterno di noi stessi abbiamo queste generosit e compassionefondamentali, non abbiamo da prenderle a prestito da nessun altro. Sulla base

    di questa inerente qualit di stato risvegliato, noi possiamo agire in mododiretto, immediatamente.Assai spesso, il nostro senso di vulnerabilit, il sentimento di aver bisogno diproteggerci, agisce come un ostacolo verso qualsiasi sentimento di caloreumano. Ma sul sentiero del bodhisattva abbiamo delle possibilit in pi,espandendoci senza riserve per il bene degli altri. Ed la scoperta del nostroproprio stato risvegliato, o bodhicitta, che crea la fiducia che ci permette diavere queste possibilit in pi. Un tale stato risvegliato, una volta riconosciuto,si sviluppa costantemente e non pu essere distrutto. Quando crescono in noiquesto calore e questa simpatia, siamo come cibo per le mosche; leopportunit per esprimere il nostro calore ci arrivano come sciami di mosche.E come se attirassimo magneticamente tali situazioni. Questa la nostrapossibilit di non rifiutarle, ma di lavorarci insieme .

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    Quando cominciamo ad abbandonare il territorio personale, sorgeautomaticamente nel nostro cuore come un senso di vigilanza, una breccianella concettualizzazione. Cominciamo a sviluppare amichevolezza per ilmondo. A questo punto, non ce la prendiamo pi con la societ o con il tempoo con le zanzare, per nessun motivo. Dobbiamo prenderci una responsabilit

    personale, non incolpando pi il mondo bens noi stessi, a torto o a ragione. Enostro dovere fare ci. Non ha senso creare uninfinita corte cosmica di casi dichi nel giusto e di chi sbaglia. Nessuno vince e tali casi intensificheranno solobattaglie cosmiche, una terza guerra mondiale. Perci qualcuno deve purcominciare da qualche parte: la persona che prende il voto di bodhisattva devefare la prima mossa. Altrimenti non vi sar inizio di generosit, n fine del caose dellaggressione.Di fatto, sul sentiero del bodhisattva, proprio questa non-aggressivit diventala propria totale visione del mondo.

    Abbandonare la privacyUna volta che ci siamo mossi sul sentiero del bodhisattva non potremo piavere un tornaconto personale. Non possiamo pi riservare nemmeno unapiccola area tutta per noi. Di solito trattenere qualcosa per noi moltoimportante. Ma, in questo caso, non vi piacere o privilegio personale.Naturalmente ci piacerebbe ancora conservare un piccolo angolo per noi; cipiacerebbe chiudere la porta dietro di noi ed ascoltare un po di musica oleggere un buon libro o il giornale o, forse, studiare il buddhismo. Ma questigiorni sono passati. Dal momento che abbiamo preso il voto di bodhisattva nonc pi privacy. Di fatto, a questo punto, inutile qualsiasi punto di riferimento

    personale. Ci siamo completamente offerti, dati in merce agli esseri senzienti.Essi possono passare laratro su di noi, concimarci e metterci dei semi dentro -usandoci proprio come terra. Ed davvero irritante e molto rischioso non averepi nessun tipo di privacy.E interessante notare come potremo essere persone pubbliche sempre,ventiquattrore al giorno. Perfino quando dormiamo, staremo ancora facendoqualcosa: siamo dediti totalmente. Con un tale impegno, non chiederemo piun riposo. Se ricercassimo una vacanza, o una pausa da questo mondopubblico, sarebbe un po ambiguo: staremmo ancora cercando di conservare ilpiccolo angolo da controllare personalmente, il che uno dei nostri pi grandi

    problemi. Nel prendere il voto di bodhisattva, stiamo completamenteabbandonando la nostra privacy in senso stretto, e stiamo ancheabbandonando la privacy allinterno di noi stessi. Di solito, le nostre menti sonoalquanto schizofreniche: a una parte piacerebbe mantenersi nascosta dallealtre. Ma noi stiamo abbandonando anche questo. Quindi, qualunque cosa unbodhisattva faccia, non vi pi privacy, nessuna segretezza. In altre parole,non conduciamo pi una doppia vita; stiamo conducendo una sola vita deditaalla pratica, come pure allaiuto degli altri esseri. Ci non significa diventareguru in miniatura o maestri che controllano altri esseri. Invece di essere comegrandi correnti oceaniche, siamo solo piccole gocce. Se diventiamo troppoambiziosi, diventeremmo troppo egoisti. Dunque dobbiamo osservarci. Sederein meditazione ci procura immenso aiuto in questo caso. Ci mostra chepossiamo semplicemente essere del tutto aperti e svegli, realizzando che il

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    mondo in cui viviamo non il nostro mondo personale ma un mondo condivisocon altri.

    Rifugiati e bodhisattvaEntrare nel sentiero del bodhisattva assai esigente - molto pi esigente che

    essere rifugiato. Quando prendiamo il voto di rifugio, abbiamo preso unimpegno verso il sentiero. Siamo stati ispirati dal buddhadharma e sapevamoche non sarebbe stata una passeggiata. Poich abbiamo sviluppato una certacomprensione della nostra natura di base, siamo diventati persone forti edisciplinate, senza pi provocare fastidi al resto della societ. Per, al tempostesso, il sentiero di salvezza individuale, o di impegno personale, non statoabbastanza soddisfacente. E stato tralasciato qualche cosa: non abbiamoancora lavorato con altre persone, altri esseri senzienti. Avendo preso il voto dirifugio, ci sono arrivati forti messaggi che il nostro impegno verso gli esserisenzienti non era stato ancora adempiuto. Lintero nostro approccio sembrato

    diventare come ununghia incarnita: abbiamo finito col mangiare noi stessianzich espanderci e lavorare con gli altri.Avendo preparato il terreno col voto di rifugio, avendo abbandonato ogni cosa,abbiamo cominciato ad essere ispirati a rapportarci col mondo. Abbiamo messoin ordine la nostra situazione. Se non avessimo gi sviluppato un po dicompassione ed apertura verso noi stessi, non avremmo potuto fare alcunprogresso. Ma, avendolo fatto, non siamo per ancora completamente liberi.Per svilupparla ulteriormente, necessario rinforzarci: bisogna in qualchemodo fare un ulteriore balzo, il voto di bodhisattva. Questo per non significaessere gi diventati dei bodhisattva. Infatti, noi siamo a mala pena pronti per

    prendere il voto. Ma poich abbiamo delle responsabilit verso il mondo, nonpossiamo solo stare seduti scontenti delle nostre negativit e dei nostrisconvolgimenti. Nel momento stesso che queste cose stanno accadendo a noi,dobbiamo uscire fuori e lavorare con gli altri. Possiamo avere un piede ferito,ma possiamo ancora sostenere qualcun altro. Questo lo stile del sentiero delbodhisattva: ogni nostro inconveniente non considerato cos importante. Allivello del bodhisattva, non solo siamo viaggiatori sul sentiero ma ancheportavoce dellattitudine illuminata, il che significa che dobbiamo abbandonarecompletamente lauto-indulgenza.

    Lattivit del bodhisattvaIl modo di rapportarsi agli altri del bodhisattva espresso nella frase invitaretutti gli esseri senzienti come propri ospiti. Nel trattare qualcuno come ospite,possiamo vedere quanto importante sia la nostra relazione con lui. Ai nostriospiti offriamo cibi speciali cucinati con una ospitalit speciale. Vi pure unacerta sensazione che la nostra relazione col nostro ospite sia impermanente;prima o poi ci lascer. Perci vi un costante apprezzamento ed unasensazione che questo sia un momento molto fertile. Perci la vita di unbodhisattva quella di vedere ognuno come proprio ospite, costantemente. E ilconcetto di invitare tutti gli esseri senzienti ad essere nostri ospiti il punto dipartenza della compassione.La compassione il cuore della pratica di meditazione-in-azione, o attivit delbodhisattva. Arriva come un lampo improvviso: immediata consapevolezza e

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    calore. Esaminandola attentamente, un triplice processo: un senso di calorein se stessi, un senso di saper vedere oltre la confusione ed un senso diapertura. Ma questo intero processo avviene molto bruscamente. Non ctempo per analizzarlo. Non c tempo per farsi un giro o trattenerlo. Non cneanche tempo per trascriverlo, o annotare che Sto facendo questo.

    Lattivit di un bodhisattva sia energica che gentile. Abbiamo abbastanzaforza per far uso delle nostre energia, ma al tempo stesso c la gentilezza dicambiare le nostre decisioni conformemente alla situazione. Questa gentile edenergica attivit basata sulla conoscenza: noi siamo consapevoli dellasituazione che ci circonda, ma siamo anche consapevoli del nostro modo divedere la situazione ,di ci che vogliamo fare. Ciascun aspetto visto moltochiaramente.Avendo preso il voto di bodhisattva, possiamo provare qualche esitazione adagire secondo la nostra ispirazione. Viste superficialmente, le situazioni in cui citroviamo sembrano illogiche e confuse. Per, una volta che osserviamo la

    nostra vita di tutti i giorni nel modo definito della pratica, le nostre azionipossono diventare molto pi definite: quando vi una spinta verso legopossiamo troncare quella tendenza; quando vi una indecisione sullandaroltre la nostra prospettiva egoistica, possiamo lasciare andare.La nostra esitazione pu dipendere dalla paura di non saper prendere la giustadecisione, dal nostro non saper che fare. Ma noi possiamo spingerci nellasituazione al punto che la direzione giusta venga fuori in modo naturale.Possiamo essere un po impauriti per le conseguenze della nostra azione, unpo incerti nel nostro approccio. Ma al tempo stesso vi fiducia, lintuizione distar trattando con le cose nel modo appropriato. Questa mentalit combinata

    di fiducia e sperimentazione chiamata azione abile.In un certo senso, prendere il voto di bodhisattva una enorme finzione. Nonsiamo sicuri di saper camminare sul sentiero del bodhisattva, per decidiamodi farlo lo stesso. Questo balzo necessario per sviluppare la fiducia di base.Le situazioni che incontriamo nella nostra vita quotidiana sono sia solide cheplasmabili. Non dobbiamo indietreggiare di fronte ad esse, e neppuredobbiamo ingigantirle cercando di avanzare come un carro armato. Lavoriamocon ogni situazione in modo semplice e diretto, cos come si presenta.Questo tipo di attivit del bodhisattva descritta tradizionalmente in termini dile sei paramita, virt trascendentali: generosit, disciplina, pazienza, sforzo

    applicativo, meditazione e conoscenza trascendente.La paramita della generosit connessa in modo particolare con il concetto dicondividere la conoscenza, o insegnamento. Infatti, chiunque prenda il voto dibodhisattva considerato come un potenziale insegnante. Se per paranoia,confusione o per un senso di volersi impadronire della nostra conoscenza, noirifiutiamo di insegnare, abbandoniamo gli esseri senzienti. Anche se sentiamodi non essere allaltezza di diventare maestri, dovremmo comunque esserepreparati per diventare apprendisti insegnanti. Dovremmo essere disposti acondividere con gli altri ci che noi conosciamo. Nel contempo, dovremmocontrollare noi stessi per non condividere qualcosa che noi non conosciamo.Nella cerimonia del bodhisattva, esprimiamo la nostra generosit facendounofferta ai Tre Gioielli: il Buddha, il dharma ed il sangha. Fondamentalmente,stiamo offrendo il nostro ego: stiamo offrendo il nostro senso di sanit al

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    Buddha, la nostra acuta percezione della natura del sentiero al dharma e ilnostro sentimento di cameratismo al sangha.Un modo tradizionale per sviluppare la generosit di offrire il nostro cibo aqualcun altro. Anche se siamo affamati, prendiamo il piatto del cibo in mano ementalmente lo doniamo prima di mangiare. Nel preciso momento in cui

    stiamo dando via qualcosa, stiamo realmente cominciando a praticare leparamita. Nel dare via qualcosa di personale e significativo nella nostra vita,stiamo aiutando i nostri attaccamenti a venire alla luce e a superare il modelloabituale del materialismo spirituale. E di fatto, a quel punto, stiamo ancheabbandonando il raggiungimento dellilluminazione.La paramita della disciplina, o moralit, basata su un senso di fiducia in sestessi. Per contrasto, la moralit tradizionale basata spesso su una mancanzadi fiducia e su una paura dei propri impulsi aggressivi. Quando abbiamo cospoca fiducia nella nostra intelligenza e nel nostro stato risvegliato, le cosiddettepersone immorali rappresentano una tremenda minaccia per noi. Per esempio,

    quando evitiamo un assassino come una persona immorale, potrebbe darsi chesia a causa della nostra paura di poter noi stessi uccidere qualcuno. Oppurepotremmo essere intimoriti di tenere in mano una pistola, che rappresenta lamorte e luccisione, perch pensiamo che potremmo spararci l per l. In altreparole, non abbiamo fiducia in noi stessi o nella nostra generosit. Questaossessione nei riguardi della nostra inadeguatezza uno degli ostacoli pigrandi nel sentiero del bodhisattva. Se sentiamo di essere bodhisattvainadeguati, non potremo affatto essere buoni bodhisattva. Infatti, questaossessione che deriva da un approccio moralistico e oppresso dal senso dicolpa un modo di essere intrappolati nella prospettiva hinayana. E un

    tentativo di conferma del proprio ego. Il sentimento di fiducia in se stessipermette al bodhisattva di lavorare abilmente con qualsiasi cosa accada, alpunto di commettere anche azioni immorali motivate da compassione per gliesseri senzienti. Certo, tutto ci materia abbastanza delicata, mafondamentalmente parliamo di lavorare con le persone in maniera intelligente.La disciplina del bodhisattva sorge da un senso di fiducia in se stessi, mariguarda anche il far nascere la fiducia negli altri. Vi un senso di eroismo, disventolare la bandiera della sanit e proclamare una strada aperta. Se siamotroppo timidi o impacciati, non sappiamo chi siamo o con chi stiamocomunicando. C ancora un sentimento di territorialit, di rapportare le cose a

    noi. Finch continuiamo a basare la nostra fiducia su una certa sensazione diessere speciali, abbiamo timore di far nascere la fiducia di coloro che cicircondano. Non vogliamo distruggere la nostra insignificante base di potere. Alcontrario, il sentiero bodhisattva espansivo: una grande visione di apertura incui vi un immenso spazio per lavorare con le persone senza superiorit oimpazienza. Poich la nostra visione non dipende dal mantenimento dellego,non ci sentiamo minacciati. Non abbiamo niente da perdere, perci possiamorealmente dare qualcosa nelle nostre relazioni con le persone.La paramita della pazienza la disponibilit a lavorare con le nostre emozioniattraverso la pratica della meditazione. Questa a sua volta ci permette dicominciare a lavorare serenamente con gli altri. Normalmente non vogliamolavorare con le persone aggressive perch sentiamo che esse non ci facilitano ilcompito. Esse sono una minaccia per la nostra mentalit non da bodhisattva, di

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    ricevere gratificazione e sicurezza. E quando incontriamo qualcuno che cimaltratta, mostriamo un forte risentimento e ci rifiutiamo di perdonarlo. Lanostra tendenza sempre di vedere tali persone aggressive come problema,piuttosto che vedere la nostra attitudine a rifiutarle. Ma la paramita dellapazienza esige di fermare il nostro approccio egocentrico sempre proteso ad

    incolpare gli altri. Pi semplicemente, la pratica di pazienza significa nonricambiare minacce, rabbia, attacchi o insulti. Ci per non significa puramenterestare passivi. Anzi, usiamo lenergia dellaltra persona, come nello judo. Datoche ci siamo messi in contatto con la nostra propria aggressivit attraverso lapratica della meditazione, non siamo assolutamente minacciati dallaggressivitdellaltra persona; e neppure ci sentiamo in obbligo di rispondereimpulsivamente o aggressivamente. La nostra risposta auto difensiva, nelsenso che non restituiamo la minaccia a tale persona; ma,contemporaneamente, preveniamo una ulteriore aggressione facendo in modoche lenergia dellaltra persona si esaurisca da sola.

    La paramita dello sforzo applicativo riguarda lessere disposti a lavoraresodo per la salvezza degli altri. Superando le complicazioni emotive e lefrivolezze concettuali della nostra mente nasce una enorme energia; poichesse normalmente producono scuse per evitare lattivit bodhisattvica. Non ciattardiamo pi nella nostra pigrizia e nellegocentrismo dimorando nel mondofamiliare e confortevole delle nostre complicazioni emotive. Il bodhisattva ispirato a superare tale pigrizia sviluppando la semplicit. Questa semplicitsorge da un senso di spaziosit in cui noi non abbiamo bisogno di manipolarele nostre emozioni in nessun modo, e neppure averne ragione sbarazzandoci diesse; anzi, possiamo trattarle direttamente non appena sorgono. In questo

    modo le emozioni non saranno pi ostacoli ma una fonte di ulteriore energia.Oltre alle nostre emozioni, anche la nostra mente ha una qualitconcettualizzante, che sembra essere una combinazione di panico eragionamento logico. Siamo costantemente insicuri e, quindi, continuamente incerca di rassicurare noi stessi. La nostra mente ha la capacit di produrrecentinaia di risposte, centinaia di motivi per garantirci che ci che stiamofacendo giusto e quando insegnamo, imponiamo questo chiacchierioconcettuale agli altri. In tale situazione parliamo molto pergiustificarci, cercando di persuadere i nostri studenti. Il bodhisattva capace divedere questa struttura assai complicata che produce un chiacchierio crescente

    e rassicurante. Avendo superato lindolente indulgenza emozionale con lasemplicit, il bodhisattva anche capace di vedere attraverso la sovrastrutturaconcettuale che sorge dalle emozioni. Per il bodhisattva, n le emozioni n lamente concettuale vista come un ostacolo. Di fatto, nessuna cosa considerata un ostacolo e niente visto come malvagio o cattivo. Ogni cosa un semplice elemento di uno scenario nel viaggio del bodhisattva. Perci il/labodhisattva vede la propria vita come una continua avventura - la scopertaperpetua di nuova comprensione. E poich la sua nozione del sentiero non inalcun modo ristretta, vi un enorme sviluppo di energia ed una disponibilit alavorare in modo assai duro. Quindi la paramita dello sforzo applicativo non una proiezione; la naturale e spontanea espressione della vastit dellavisione del bodhisattva.

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    Nel praticare la paramita della meditazione, ci poniamo con la meditazionecome davanti a un processo naturale: non n un ostacolo n una virtparticolare. Se diventiamo impazienti nella nostra pratica meditativa a causadel chiacchierio del pensiero, pu accadere di evitare la meditazione. Ciaspettavamo una situazione confortevole e un premio, e non vogliamo

    lavorare con le irritazioni che costantemente sorgono: non possiamo essereimportunati. Daltra parte, ci potremmo attaccare alla presunzione di esserebravi meditanti. Ogni piacevole esperienza la considereremo come una sorta digrazia divina, a riprova che ci che stiamo facendo ha un senso. Sentiamo dipoter meditare pi e meglio di qualsiasi altra persona. In questo caso vediamola nostra pratica di meditazione come una gara di campionato. Ma sia nelcercare di evitare la pratica seduta che rimanendoci attaccati come a una sortadi auto-convalida, stiamo di fatto evitando la paramita della meditazione, che una disponibilit a lavorare incessantemente con la nostra nevrosi e la nostraansia.

    La paramita della conoscenza trascendente un senso di interesse negliinsegnamenti non dogmatico e non basato su un ulteriore sviluppo dellego .Secondo la conoscenza trascendente, ogni atto basato o sullo sviluppo dellegoo sul prendere una via comoda, eretico. Una tale eresia non una questionedi teismo o ateismo, ma di predicare il linguaggio dellego, anche se fatto innome del buddhadharma. Anche se pratichiamo il mahayana, possiamo ancoraessere in cerca di un s come nostro essere basilare: C ancora qualchesperanza, posso sviluppare forti muscoli. Posso sviluppare grandi polmoni.Posso farti vedere che controllo la mia mente anche se credo nella tradizione

    mahayana! Ma questo approccio a due facce estremamente stupido eirragionevole.E possibile per noi diventare cos attaccati alla prospettiva mahayana, cherinunciamo e disprezziamo lhinayana. Per, senza la disciplina dellhinayananon c base per lo sviluppo del mahayana. Daltra parte, potremmo diventaretroppo dogmatici e attaccati solamente allhinayana. E una espressione dellanostra codardia: non essere disposti a fare un passo avanti nello spazioso eaperto sentiero del mahayana. In contrasto a questi dogmatismi estremi, laparamita della saggezza trascendente possiede una vivace qualit di interessenella logica intellettuale dei tre yana: hinayana, mahayana e vajrayana. Questo

    interesse e curiosit non puramente intellettuale ma basato sulla praticadella meditazione.In fondo, lidea della attivit del bodhisattva di avere buone maniere.Malgrado la nostra irritazione dovremmo essere capaci di allargare la nostradisponibilit verso gli altri. Cosa assai diversa dalla disponibilit ipocrita. Alcontrario, una espressione di illuminazione; uno stato operativo dellamente in cui estendiamo la disponibilit al di l delle nostre irritazioni.Nel lavorare con gli altri, forse pi importante non sviluppare lacompassione idiota, cio cercare di essere sempre gentili. Dato che questotipo di gentilezza superficiale priva di coraggio e intelligenza, essa fa pimale che bene. E come se un dottore, per una apparente gentilezza, rifiutassedi curare un suo paziente perch il trattamento potrebbe essere doloroso, ocome se una madre non potesse sopportare lo sconforto di dover disciplinare

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    suo figlio. Al contrario della compassione idiota, la vera compassione non basata su una ingenua volont di evitare il dolore. La vera compassione inflessibile nella sua fedelt alla sanit fondamentale. Le persone che travisanoil sentiero, le persone cio che lavorano contro lo sviluppo della sanit dibase, dovrebbero essere stroncate subito, se fosse necessario. Ci

    estremamente importante. Non vi spazio per la compassione idiota.Dovremmo cercare di stroncare quanto prima lautoinganno, al fine diinsegnarlo agli altri, come pure a noi stessi. Perci il blocco finale di unbodhisattva avviene quando, avendo gi raggiunto ogni altra cosa, egli incapace di andar oltre la compassione idiota.Prendere il voto di bodhisattva ha un tremendo potere, proprio per il semplicemotivo che non qualcosa che facciamo per il piacere dellego. E al di l di noistessi.Prendere il voto come piantare il seme di un albero che cresce velocemente,mentre qualcosa fatta per il conforto dellego come seminare un granello di

    sabbia. Piantare un tale seme, come il voto di bodhisattva, scalza lego e portaad una enorme espansione della prospettiva. Un tale eroismo, o grandezzadella mente, riempie completamente tutto lo spazio in modo totale e assoluto.Allinterno di una simile ampia prospettiva, niente claustrofobico e niente intimidatorio. Vi solo la vasta idea di aiutare incessantemente tutti gli esserisenzienti, illimitati quanto lo spazio, lungo il sentiero che portaallilluminazione.

    La cerimonia del voto di bodhisattvaPrendere il voto di bodhisattva una pubblica dichiarazione della vostra

    intenzione di impegnarvi nel sentiero del bodhisattva. Il semplicericonoscimento di questa intenzione non sufficiente. Dovete essereabbastanza coraggiosi da dichiararlo di fronte agli altri. Cos facendo, stateavendo una grande opportunit, e vi impegnate a procedere senza esitare.Allinizio della cerimonia, dovete chiedere allinsegnante di darvi il voto dibodhisattva e di accogliervi nella famiglia dei Buddha, dicendo : Possalinsegnante essere benigno con me. Come i tatahagata del passato, gli arhant,i samyaksambuddha, i nobili elevati e i bodhisattva viventi al livello dei pi altibhumi svilupparono una attitudine diretta verso linsuperabile, perfetta grandeilluminazione, cos anchio faccio richiesta allinsegnante di aiutarmi a

    sviluppare una tale attitudine. Linsegnante risponder istruendovi, come suoidiscepoli , a rinunciare al samsara e a sviluppare la compassione per gli esserisenzienti, a coltivare il desidero dellilluminazione , la devozione per i treGioielli, e il rispetto per linsegnante. Egli vi ricorder di approfondire ilsentimento della compassione e di piantarlo saldamente nel vostro cuore,poich gli esseri senzienti sono illimitati come lo spazio celeste e finch visaranno esseri senzienti essi saranno colpiti da emozioni conflittuali, che licostringeranno a fare il male, per cui a loro volta soffriranno.Questa cerimonia magica: vi assistono e vi osservano tutti i bodhisattva delpassato, presente e futuro. A questo punto, voi vi prostrerete tre volte a tuttequeste persone, come pure alla vostra stessa coscienza.... Facendo queste treprostrazioni, vi unite alla terra e riconoscete di nuovo il vostro statofondamentale di senza casa.

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    Poi farete il voto reale, dicendo: Dora in avanti, finch non sar diventato lavera quintessenza dellilluminazione, svilupper una attitudine diretta versolinsuperabile, perfetta grande illuminazione cosicch gli esseri che nonlabbiano ancora incontrata possano farlo, quelli che non si siano ancora liberatipossano esserlo, quelli che non abbiano ancora trovato sollievo possano

    trovarlo e quelli che non siano ancora entrati nel nirvana possano farlo.A questo punto, la forma nella cerimonia consiste nellidentificarsi con glielementi che nutrono tutti gli esseri senzienti. State diventando la madre terra;e quindi dovrete accogliere ogni sorta di perforazioni, di stimoli e di mucchi diimmondizia - ma, siete contenti di tutto ci. A questo punto, leggerete unpassaggio dal Bodhicharyavatara di Shantideva, che esprime questoprocesso in modo meraviglioso: Come la terra e gli altri elementi, unitamenteallo spazio, provvedono eternamente al sostentamento in diversi modi per gliinnumerevoli esseri senzienti, cos possa io diventare sostegno e nutrimento inqualsiasi modo per gli esseri senzienti che riempiono lo spazio, finch tutti

    abbiano ottenuto il nirvana.Ora che vi siete consegnati agli altri, cercate di non farvi prendere dalrisentimento. A volte succede che dopo aver ospitato qualcuno, voi possiateavere un senso di rammarico e pentirvi di averlo invitato. Oppure vi potrestericordare che da ragazzi talvolta ritenevate lospitalit dei vostri genitori assaiclaustrofobica e noiosa. Vorrei che pap non invitasse pi quegli estranei.Voglio la mia privacy. Ma dal punto di vista di un bodhisattva, lesempio deivostri genitori fantastico. Voi vi state impegnando in questo tipo di ospitalite siete disponibili ad accogliere le persone nel vostro spazio. Cos facendo,state seguendo lesempio dei bodhisattva precedenti che si impegnarono nella

    generosit, lintelligenza e lilluminazione fondamentali. Perci, con tuttoquesto nella mente, ripetete: Come gli antichi sugata dettero origine allabodhicitta e progressivamente si stabilizzarono nella disciplina del bodhisattva,cos anchio, per il beneficio degli esseri, possa dare origine alla bodhicitta eaddestrarmi progressivamente in questa disciplina.Indi, farete unofferta come espressione di generosit e di ulteriore impegno.Fosse anche il dono di un cadavere, presentate qualunque cosa che avete comeun gesto reale di impegno nella bodhicitta. Donando qualcosa a cui voi tenetemolto, anzi troppo - qualsiasi cosa possa essere - voi state offrendo il vostrosenso di attaccamento, la vostra attitudine di base ad aggrapparvi.

    La presentazione di un dono equivalente al momento in cui nel voto dirifugio listruttore schiocca le dita. Ma, in questo caso, il motivo per cui nonricevete le energie astratte del lignaggio oppure il buddhismo di base che entranel vostro organismo perch il voto di bodhisattva si trova ad un livello piemozionale. Prendere rifugio connesso con il livello ordinario, moralistico: ilvostro impegno di essere fedeli. Il voto di bodhisattva molto pi sottile:non vi realmente un momento specifico in cui la bodhicitta penetra in voi.Ma, in un modo o nellaltro, quando offrite il vostro dono e siete ispirati alasciar andare il vostro attaccamento e legocentrismo, in quel momentodiventate realmente un figlio del Buddha, un bodhisattva. A quel punto, che vipiaccia o no, vi state assumendo una grande responsabilit che per fortuna felicemente inevitabile. Non potete non farlo. Nel caso dellhinayana, poteteabbandonare il vostro voto, ma non potrete mai abbandonare il vostro voto di

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    bodhisattva, anche dopo