Diabete e complicanze macrovascolari: “dall’EBM ai profili di cura” Lo stroke nel diabetico
IL PAZIENTE DIABETICO E LE COMPLICANZE VASCOLARI Relatore dott. Giuseppe Lo Greco.
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IL PAZIENTE DIABETICO
E
LE COMPLICANZE VASCOLARI
Relatore
dott. Giuseppe Lo Greco
L’OMS definisce il diabete mellito tipo 2 come una
serie di disordini metabolici a diversa patogenesi
caratterizzati da iperglicemia cronica associata ad
alterazioni del metabolismo glucidico, lipidico,
proteico, e secondaria a difetti della secrezione
insulinica, dell’azione insulinica o di entrambe.
OMS nel 2000 il 2.8% della popolazione mondiale ( 171 milioni ) di diabetici nel 2030 366 milioni il 4.4% della popolazione.
Una crescente serie di evidenze indica che il fattore
causale primario per lo sviluppo delle complicanze
diabetiche sia la prolungata esposizione
all’iperglicemia.
La reazione non-enzimatica del glucosio con le proteine e
la formazione spontanea di prodotti intermedi ed avanzati,
altamente reattivi, chiamati collettivamente prodotti di
glicosilazione avanzata (advanced glycation and products
AGEs), rappresenta l’ anormalità biochimica
probabilmente più importante dell’iperglicemia.
La lesione vascolare che colpisce l’apparato circolatorio si
presenta con caratteristiche e significati diversi a seconda
che si manifesti nelle arteriole (microangiopatia) o nelle
grandi arterie (macroangiopatia)
La vasculopatia macro e microangiopatica
nel diabete mellito costituisce oggi la più
rilevante complicanza di questa malattia.
Oltre all’iperglicemia anche l’insulinoresistenza svolge
un importante ruolo nella induzione delle anomalie
microvascolari e delle patologie cardiovascolari
aterosclerotiche.
Per Insulino - Resistenza si intende una alterata risposta biologica all’insulina
(alterata capacità di abbassare i livelli circolanti di glucosio)
EFFETTO BIOLOGICO DELL’INSULINA
INFERIORE A QUELLO ATTESO.
SINDROME METABOLICA
(insulino resistenza
iperinsulinismo)
IPERTENSIONE
DISLIPIDEMIA VLDL Apolipoproteina B Trigliceridi HDL
DISFUNZIONE ENDOTELIALE
MICROALBUMINURIA
IPERGLICEMIA
DIABETE TIPO 2
IPOFIBRINOLISI PAI-1
NEOPLASIE
Seno I.Crasso
INFIAMMAZIONE
CRONICA SISTEMICA
PCR ATEROSCLEROSI
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
( Ictus - Infarto )
OBESITA’
CENTRALE O
VISCERALE
Prostata
Ipertensione
Iperinsulinemia
Insulinoresistenza
Iperglicemia
Dislipidemia
LDL piccole e dense
HDL
Trigliceridi
Anomalie della coagulazione
Fumo
Obesità
Ischemia silente Cardiomiopatia Infarto miocardico Angina
ANOMALIE VASCOLARI
Risposta insulinica inadeguata Iperinsulinemia compensatoria
Diabete di tipo 2Sindrome da insulino -
resistenza
Retinopatia
Nefropatia
Neuropatia
Ipertensione
Ictus
Policitosi ovarica
Epatite steatosica non -alcolica
(dislipidemia)
PRINCIPALI SEDI METABOLICHE PRINCIPALI SEDI METABOLICHE DI INSULINO-RESISTENZADI INSULINO-RESISTENZA
Aumento dellaproduzione epatica
di glucosio
Aumento dellaproduzione epatica
di glucosio
Ridotta utilizzazionedi glucosio
Ridotta utilizzazionedi glucosio
Ridotta inibizionedella lipolisi
Ridotta inibizionedella lipolisi
Insulina
FFA--
--
EFFETTI PRO – ATEROGENI
A LIVELLO ENDOTELIALE
INSULINO RESISTENZA
IPERINSULINISMO
PAI- 1
Effetti ANG II PDGF
ENDOTELINA 1
STRESS OSSIDATIVO
L’IR si associa a
Elevati livelli di Inibitore dell’ Attivatore del Plasminogeno ( PAI – 1)
Incremento di Fibrinogeno
Disfunzione endoteliale
L’Insulina stimola la sintesi epatica ed endoteliale del PAI – 1 per aumentata espressione del gene specifico.
L’IR a livello della via della Fosfatidil – Inositolo – 3 Chinasi (PI 3K) nella parete vasale determina una minore produzione di OSSIDO NITRICO.
Lo STRESS OSSIDATIVO a livello dell’endotelio, indotto dall’iperglicemia, inibisce la produzione e la biodisponibilità di Ossido Nitrico.
Ad incrementare lo Stress Ossidativo contribuiscono
L’aumentato rilascio di FFA dal tessuto adiposo
Iperlipidemia post - prandiale
Lo Stress Ossidativo e la Disfunzione Endoteliale determinano la riduzione di NO e aumento di sostanze vasocostrittrici quali
ENDOTELINA -1
PROSTANOIDI
ANGIOTENSINA II
Circa il 50% degli ipertesi presenta Insulino Resistenza.
1) Aumento di attività del sistema nervoso simpatico che sembra avvenire per un effetto diretto dell’insulina su
aree insulino sensibili del sistema nervoso centrale
Attivando, sia attraverso meccanismi centrali che periferici, il sistema adrenergico
Potenziando la sintesi e la liberazione in circolo di catecolamine (potenziamento della scarica nervosa simpatica)
MECCANISMI ATTRAVERSO CUI “IR / IPERINSULINISMO” PUO’ AUMENTARE
L’ IPERTENSIONE ARTERIOSA
L’ Insulino Resistenza e l’ Obesità sono fortemente
correlate con l’ aumento dei Markers della
infiammazione e della attivazione endoteliale. Flogosi,
attivazione endoteliale e monocitaria provocano,
prima, la formazione della placca e, poi, la sua rottura.
Nei pazienti diabetici il rischio di malattie
cardiovascolari è da 2 a 5 volte superiore
a quello degli individui non diabetici.
Il diabete mellito di tipo 2 aumenta il tasso di
mortalità cardiovascolare 2 volte negli uomini e
4 volte nelle donne rispetto alla popolazione generale
non diabetica.
Il peso economico e sociale è per la maggior
parte imputabile alle malattie cardiovascolari
su base aterosclerotica che complicano il
diabete.
L’infarto miocardico acuto risulta essere 3 – 5 volte più frequente e l’assenza di dolore toracico (ischemia silente) è comune.
L’incidenza dello scompenso cardiaco congestizio risulta aumentata.
La cardiopatia diabetica è determinata da diversi fattori tra cui:
- Ischemia miocardica da aterosclerosi
- Ipertensione
- Disfunzioni dei miociti cardiaci secondarie all’iperglicemia cronica
A causa del rischio macroangiopatico estremamente
elevato nel diabete il National Cholesterol Education
Program ha recentemente designato questa malattia come
un equivalente del rischio di cardiopatia coronarica.
( stesse probabilità di fare un infarto di un paziente che ha già avuto un infarto miocardico)
Salvo controindicazioni tutti i pazienti eleggibili
dovrebbero assumere 1 aspirina ogni giorno .
Va sempre sottolineata l’importanza delle modificazioni
dello stile di vita riguardo alla dieta e all’attività fisica.
Ne consegue che nei pazienti diabetici l’obiettivo dovrebbe essere:
una colesterolemia – LDL < 100 mg/dl
una colesterolemia – HDL > 40 mg/dl nell’uomo
50 mg/dl nella donna
una trigliceridemia < 150 mg/dl
Anche la malattia cerebrale è aumentata negli
individui con diabete mellito ( un incremento di
3 volte degli ictus! ) .
La retinopatia diabetica è un disturbo oculare cronico
ben caratterizzato e che si sviluppa in quasi tutti i
pazienti con diabete mellito.
Il miglioramento del controllo glicemico è associato a
una comparsa ritardata ed a una progressione
rallentata di questa complicanza.
Fumo Dislipidemia Iperglicemia Ipertensione Stato Protrombotico
Diagnosi precoce e valutazione
Modificazione radicale dello stile di vita per tutta la vita:dieta e attività fisica
Cessazione del fumo
Aspirina ogni giorno
Obiettivo:LDL <100mg/dl; Trigliceridi<150mg/dl; HDL>40mg/dl (uomini) >50mg/dl (donne) Attenzione:l’acido nicotinico può peggiorare il controllo glicemico. Le resine sequestranti gli acidi biliari possono aumentare i livelli dei trigliceridi
Obiettivo:PA≤130/80mmHg. Prudenza nella neuropatia autonomica
Obiettivo:HbAlc≤7% FPG:80-120mg/dl PPG:100-140mg/dl
Monoterapia orale: Insulina-secretagoghi, metformina, acarbose, miglitol, glitazioni
Combinazione terapia orale ± insulina
Quasi normoglicemia
Prevenzione / regressione / ritardo della macrovasculopatia