Il numero di aprile

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Il periodico mensile "S. Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Transcript of Il numero di aprile

  • 3Santa Teresa Aprile 2015

    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Santa Teresa di Ges,scrittrice, maestra, dottore,per opera dello Spirito Santo;abside della basilicaS. Teresa di G. B., Verona-Tombetta

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    rioStudi TeresianiAbbandonarsi a Dio nella preghiera 3-8

    Radici dellattualitAbbiamo ragioni forti 9-13

    Dai nostri archiviAnno 1929: linaugurazione in Cina 14-15

    Notizie carmelitanePadre Natale Rizzato di s. Antonio 16-19

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 49-52

    Una rosa di santa TeresaTestimonianza di fede 20-21

    Teresa 1515-2015Lanti-preghiera di Emil Cioran 22-24

    Notizie carmelitaneSim Lev! (mettici il cuore!) 25-29

    Nella pace del Signore 30

    Affidati a santa Teresa 31

    ABBANDONARSIA DIO NELLA PREGHIERA

    da Jacques Gauthier, - La grandezza della piccolezza, La spiritualit di Teresa di Lisieux, Paoline 2014

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    Teresa di Lisieux una carmelitana, e quindi una donna consacrata alla preghiera, alla contempla-

    zione, allattenzione amorosa a Dio, fa le sue due ore di preghie-ra quotidiana, che molto spes-so si svolgono nellaridit. Prego dovunque, soprattutto nel coro, dove celebra leucaristia e recita lufficio divino con le consorelle. Il Carmelo, simbolo del deserto, le fornisce il quadro necessario per ascoltare la parola di Dio nel silen-zio e contemplare il volto del suo Cristo, Lei si abbandona a Dio e su questo percorso della preghie-ra contemplativa che conduce alla gioia interiore, alla conversio-ne evangelica, alla trasfigurazione di tutto lessere, In questi tempi di ricerca spirituale, con una grande sete di meditazione e di interiori-t, Teresa pu guidarci sui sentieri della preghiera, questo cuore a cuor che duri notte e giorno (Po-esia 17,63)

    Una vita di preghieraPi che un rito da compiere o un esercito da fare, la preghiera unesperienza di fede da vivere dallinterno, un cammino damo-re da percorrere nel pi profondo del cuore. Sia essa vocale o silen-ziosa, collegata alla nostra vita e prende la forma della domande e della lode, della supplice e del

    rendimento di grazie, delladora-zione e dellintercessione. Teresa d questa bella definizione della preghiera: Per me la preghiera uno slancio del cuore, un sem-plice sguardo rivolto al Cielo, un grido di riconoscenza e damore durante la prova come in seno alla gioia, insomma qualcosa di grande, di soprannaturale che mi dilata lanima e mi unisce a Ges (Ms C 25r).Questo slancio, questo sguardo, questo grido sembrano sgorgare spontaneamente dal suo cuore,. La sua preghiera vita, e la sua vita preghiera. Teresa libera, semplice e profonda, come la sua vita. profondamente convinta che il Signore esaudisca sempre le preghiere rivoltegli, ma con i suoi tempi e a suo modo, Crede nellefficacia della preghiera. Sa che la preghiera dona forza, co-raggio e consolazione per sop-

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    Incoraggiato da Maritain e dal cattolico Louri, che nel 1934 musicher brani della Summa Theologiae scelti da Rassa, Stravinsky entrer nella fase neoclassica, salvo poi, negli ultimi anni riscoprire perfino la dodecafonia del criticatissimo (da lui e da Maritain) Schunberg. Di fatto, egli tuttora ricordato soprattutto per le opere davan-guardia del primo Novecento. Stravinsky morir a 89 anni nel 1971, a New York. Suo figlio Thodore, cattolico, ricor-da che presso il suo letto, con le icone russe, cerano una foto di Santa Teresa di Lisieux e unaltra molto grande di Padre Pio.

    da Jacques e Igor, amici nellarte di Cesare Cavalleri in Avvenire del 4 marzo 2015

    STRAVINSKY E TERESA

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

    www.radiosantateresa.it

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  • 3Santa Teresa Aprile 2015

    A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

    Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Ges Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dellArtigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

    Santa Teresa di Ges,scrittrice, maestra, dottore,per opera dello Spirito Santo;abside della basilicaS. Teresa di G. B., Verona-Tombetta

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    Studi TeresianiAbbandonarsi a Dio nella preghiera 3-8

    Radici dellattualitAbbiamo ragioni forti 9-13

    Dai nostri archiviAnno 1929: linaugurazione in Cina 14-15

    Notizie carmelitanePadre Natale Rizzato di s. Antonio 16-19

    Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 49-52

    Una rosa di santa TeresaTestimonianza di fede 20-21

    Teresa 1515-2015Lanti-preghiera di Emil Cioran 22-24

    Notizie carmelitaneSim Lev! (mettici il cuore!) 25-29

    Nella pace del Signore 30

    Affidati a santa Teresa 31

    ABBANDONARSIA DIO NELLA PREGHIERA

    da Jacques Gauthier, - La grandezza della piccolezza, La spiritualit di Teresa di Lisieux, Paoline 2014

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    Teresa di Lisieux una carmelitana, e quindi una donna consacrata alla preghiera, alla contempla-

    zione, allattenzione amorosa a Dio, fa le sue due ore di preghie-ra quotidiana, che molto spes-so si svolgono nellaridit. Prego dovunque, soprattutto nel coro, dove celebra leucaristia e recita lufficio divino con le consorelle. Il Carmelo, simbolo del deserto, le fornisce il quadro necessario per ascoltare la parola di Dio nel silen-zio e contemplare il volto del suo Cristo, Lei si abbandona a Dio e su questo percorso della preghie-ra contemplativa che conduce alla gioia interiore, alla conversio-ne evangelica, alla trasfigurazione di tutto lessere, In questi tempi di ricerca spirituale, con una grande sete di meditazione e di interiori-t, Teresa pu guidarci sui sentieri della preghiera, questo cuore a cuor che duri notte e giorno (Po-esia 17,63)

    Una vita di preghieraPi che un rito da compiere o un esercito da fare, la preghiera unesperienza di fede da vivere dallinterno, un cammino damo-re da percorrere nel pi profondo del cuore. Sia essa vocale o silen-ziosa, collegata alla nostra vita e prende la forma della domande e della lode, della supplice e del

    rendimento di grazie, delladora-zione e dellintercessione. Teresa d questa bella definizione della preghiera: Per me la preghiera uno slancio del cuore, un sem-plice sguardo rivolto al Cielo, un grido di riconoscenza e damore durante la prova come in seno alla gioia, insomma qualcosa di grande, di soprannaturale che mi dilata lanima e mi unisce a Ges (Ms C 25r).Questo slancio, questo sguardo, questo grido sembrano sgorgare spontaneamente dal suo cuore,. La sua preghiera vita, e la sua vita preghiera. Teresa libera, semplice e profonda, come la sua vita. profondamente convinta che il Signore esaudisca sempre le preghiere rivoltegli, ma con i suoi tempi e a suo modo, Crede nellefficacia della preghiera. Sa che la preghiera dona forza, co-raggio e consolazione per sop-

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    Incoraggiato da Maritain e dal cattolico Louri, che nel 1934 musicher brani della Summa Theologiae scelti da Rassa, Stravinsky entrer nella fase neoclassica, salvo poi, negli ultimi anni riscoprire perfino la dodecafonia del criticatissimo (da lui e da Maritain) Schunberg. Di fatto, egli tuttora ricordato soprattutto per le opere davan-guardia del primo Novecento. Stravinsky morir a 89 anni nel 1971, a New York. Suo figlio Thodore, cattolico, ricor-da che presso il suo letto, con le icone russe, cerano una foto di Santa Teresa di Lisieux e unaltra molto grande di Padre Pio.

    da Jacques e Igor, amici nellarte di Cesare Cavalleri in Avvenire del 4 marzo 2015

    STRAVINSKY E TERESA

    Ricordiamo che tutti i primi gioved del mesela santa messa sar offertaper tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

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    Radio SantaTeresa

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    4 Santa Teresa Aprile 2015Santa Teresa Aprile 2015

    portare le sofferenze della vita: Quanto grande la potenza della preghiera! (Ms C 25r). Sa anche che ogni preghiera ha la sua gra-zia, e al momento opportuno Dio dona sempre la preghiera di cui si ha bisogno. E cos non si rompe la testa a cercare nei libri di pre-ghiera gi pronti, ma parla sempli-cemente al Buon Dio come a un amico comprensivo.

    Per essere esauditi non affat-to necessario leggere in un libro una bella formula composta per la circostanza; se cos fosse... ahim! come sarei da compati-re!... A parte lUfficio Divino che sono molto indegna di recitare, non ho il coraggio di mettermi a cercare nei libri belle preghie-re, mi viene il mal di testa, ce ne sono tante!... e poi sono tut-te una pi bella dellaltra... Non riuscirei a recitarle tutte e non sapendo quale scegliere, faccio come i bambini che non sanno leggere, dico molto semplice-

    mente al Buon Dio ci che voglio dirgli, senza fare belle frasi, e mi capisce sempre. (Ms C, 25r)

    Tuttavia, Teresa comporr pre-ghiere anche a partire dalla vita, perch non sono le occasioni che mancano n le ispirazioni del-lo Spirito Santo Ma sa pure che le preghiere e i bei pensieri sono nulla senza le opere e lumilt del pubblicano, che si percuote il pet-to in fondo al tempo,. Ma il Signo-re pu anche servirsi della pre-ghiere e degli insegnamenti di uno dei suoi figli per nutrire le anime, come ha fatto Teresa, soprattutto per i suoi due fratelli sacerdoti e le sue novizie.

    Non disprezzo i pensieri profondi che nutrono lanima e lunisco-no a Dio, ma da molto tempo ho capito che non bisogna appog-giarsi ad essi e far consistere la perfezione nel ricevere tante luci. I pi bei pensieri non sono niente senza le opere: vero che le al-tre possono ricavarne molto pro-fitto se si umiliano e mostrano al buon Dio la loro riconoscenza per il fatto che Egli permette loro di prendere parte al banchetto di unanima che Egli vuole arricchi-re di grazie, ma se questanima si compiace nei suoi bei pensie-ri e fa la preghiera del fariseo, diventa simile ad una persona che muore di fame davanti ad una tavola riccamente imbandi-ta, mentre tutti i suoi invitati vi attingono un cibo abbondante e talvolta gettano una sguardo di invidia sul possessore di tanti beni. Ah! come solo il Buon Dio che conosce unanima pi illumi-nata delle altre, subito ne dedu-

    cono che Ges le ama meno di quellanima e che loro non pos-sono essere chiamate alla stessa perfezione. - Da quando il Signo-re non ha pi il diritto di servir-si di una delle sue creature per dispensare alle anime che ama il cibo che loro necessario? (Ms C 19v-20r)

    La famiglia Martin pregava molto, soprattutto la sera. Teresa sta-ta iniziata molto presto alla pre-ghiera dalla madre, dalle sorelle e dallamato padre. A padre Bellire scriveva che i genitori erano pi degni del Cielo che della terra (Lt 261). Ed in quanto coppia che saranno beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008 ( e canonizzati nel prossimo ottobre, a Roma, al termine del Sinodo sulla famiglia, ndr). Allinizio della sua Storia di unanima Teresa ricorda diversi esempi della vita di preghiera in famiglia. E racconta anche come pregava quando andava a pesca con il padre.

    Mi piaceva tanto la campagna, i fiori e gli uccelli! Qualche vol-ta cercavo di pescare con la mia piccola lenza, ma preferivo an-dare a sedermi da sola sullerba fiorita, allora i miei pensieri si fa-cevano molto profondi e senza sapere che cosera meditare, la mia anima si immergeva in una vera e propria orazione... Ascol-tavo i rumori lontani... Il mormo-rio del vento e perfino la musica vaga dei soldati il cui suono arri-vava fino a me mi riempivano il cuore di dolce malinconia... La terra mi sembrava un luogo de-silio e io sognavo il Cielo. (Ms A 14v)

    Al Carmelo, ama esprimere la propria preghiera sotto forma di poesie. Ad esempio, tutto il sim-bolismo dei fiori e degli uccelli che utilizza abbondantemente ri-vela una mistica dellamore che rappresenta la vita che si dona, al di l di ogni estetismo. Le sue poesie sono espressione della sua relazione stretta con Ges, la ra-gione dessere della sua esisten-za e il segreto della sua azione,. Non aveva forse preso questa de-cisione , quando verso i sei anni vedeva il mare per la prima volta a Trouville? Accanto a Paolina, presi la decisione di non allonta-nare mai la mia anima dallo sguar-do di Ges, affinch navighi in pace verso la patria dei Cieli! (Ms A 22r) Questo semplice sguardo rivolto verso il Cielo, che per lei la preghiera, viene vissuto sotto lo sguardo di Ges. Lo scambio di questi due sguardi al cuore della sua vita missionaria.

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    portare le sofferenze della vita: Quanto grande la potenza della preghiera! (Ms C 25r). Sa anche che ogni preghiera ha la sua gra-zia, e al momento opportuno Dio dona sempre la preghiera di cui si ha bisogno. E cos non si rompe la testa a cercare nei libri di pre-ghiera gi pronti, ma parla sempli-cemente al Buon Dio come a un amico comprensivo.

    Per essere esauditi non affat-to necessario leggere in un libro una bella formula composta per la circostanza; se cos fosse... ahim! come sarei da compati-re!... A parte lUfficio Divino che sono molto indegna di recitare, non ho il coraggio di mettermi a cercare nei libri belle preghie-re, mi viene il mal di testa, ce ne sono tante!... e poi sono tut-te una pi bella dellaltra... Non riuscirei a recitarle tutte e non sapendo quale scegliere, faccio come i bambini che non sanno leggere, dico molto semplice-

    mente al Buon Dio ci che voglio dirgli, senza fare belle frasi, e mi capisce sempre. (Ms C, 25r)

    Tuttavia, Teresa comporr pre-ghiere anche a partire dalla vita, perch non sono le occasioni che mancano n le ispirazioni del-lo Spirito Santo Ma sa pure che le preghiere e i bei pensieri sono nulla senza le opere e lumilt del pubblicano, che si percuote il pet-to in fondo al tempo,. Ma il Signo-re pu anche servirsi della pre-ghiere e degli insegnamenti di uno dei suoi figli per nutrire le anime, come ha fatto Teresa, soprattutto per i suoi due fratelli sacerdoti e le sue novizie.

    Non disprezzo i pensieri profondi che nutrono lanima e lunisco-no a Dio, ma da molto tempo ho capito che non bisogna appog-giarsi ad essi e far consistere la perfezione nel ricevere tante luci. I pi bei pensieri non sono niente senza le opere: vero che le al-tre possono ricavarne molto pro-fitto se si umiliano e mostrano al buon Dio la loro riconoscenza per il fatto che Egli permette loro di prendere parte al banchetto di unanima che Egli vuole arricchi-re di grazie, ma se questanima si compiace nei suoi bei pensie-ri e fa la preghiera del fariseo, diventa simile ad una persona che muore di fame davanti ad una tavola riccamente imbandi-ta, mentre tutti i suoi invitati vi attingono un cibo abbondante e talvolta gettano una sguardo di invidia sul possessore di tanti beni. Ah! come solo il Buon Dio che conosce unanima pi illumi-nata delle altre, subito ne dedu-

    cono che Ges le ama meno di quellanima e che loro non pos-sono essere chiamate alla stessa perfezione. - Da quando il Signo-re non ha pi il diritto di servir-si di una delle sue creature per dispensare alle anime che ama il cibo che loro necessario? (Ms C 19v-20r)

    La famiglia Martin pregava molto, soprattutto la sera. Teresa sta-ta iniziata molto presto alla pre-ghiera dalla madre, dalle sorelle e dallamato padre. A padre Bellire scriveva che i genitori erano pi degni del Cielo che della terra (Lt 261). Ed in quanto coppia che saranno beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008 ( e canonizzati nel prossimo ottobre, a Roma, al termine del Sinodo sulla famiglia, ndr). Allinizio della sua Storia di unanima Teresa ricorda diversi esempi della vita di preghiera in famiglia. E racconta anche come pregava quando andava a pesca con il padre.

    Mi piaceva tanto la campagna, i fiori e gli uccelli! Qualche vol-ta cercavo di pescare con la mia piccola lenza, ma preferivo an-dare a sedermi da sola sullerba fiorita, allora i miei pensieri si fa-cevano molto profondi e senza sapere che cosera meditare, la mia anima si immergeva in una vera e propria orazione... Ascol-tavo i rumori lontani... Il mormo-rio del vento e perfino la musica vaga dei soldati il cui suono arri-vava fino a me mi riempivano il cuore di dolce malinconia... La terra mi sembrava un luogo de-silio e io sognavo il Cielo. (Ms A 14v)

    Al Carmelo, ama esprimere la propria preghiera sotto forma di poesie. Ad esempio, tutto il sim-bolismo dei fiori e degli uccelli che utilizza abbondantemente ri-vela una mistica dellamore che rappresenta la vita che si dona, al di l di ogni estetismo. Le sue poesie sono espressione della sua relazione stretta con Ges, la ra-gione dessere della sua esisten-za e il segreto della sua azione,. Non aveva forse preso questa de-cisione , quando verso i sei anni vedeva il mare per la prima volta a Trouville? Accanto a Paolina, presi la decisione di non allonta-nare mai la mia anima dallo sguar-do di Ges, affinch navighi in pace verso la patria dei Cieli! (Ms A 22r) Questo semplice sguardo rivolto verso il Cielo, che per lei la preghiera, viene vissuto sotto lo sguardo di Ges. Lo scambio di questi due sguardi al cuore della sua vita missionaria.

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    6 Santa Teresa Aprile 2015Santa Teresa Aprile 2015

    Una preghiera missionariaTeresa esercita la sua funzione sa-cerdotale di battezzata pregando per il mondo, specialmente per i sacerdoti e i peccatori, soprattut-to per questo entrata al Carme-lo, Missionaria nellanima, inter-cede per coloro (uomini o donne) che le sono affidati,seguendo il grande intercessore che Cristo A ogni eucaristia, sorgente e ver-tice della preghiera cristiana, Cri-sto ci coinvolge nella sua offerta la Padre e nella sua intercessio-ne per il mondo. Teresa desidera unirsi sempre pi a Ges, esse-re bruciata dalle fiamme del suo amore per attirarvi altre anime. la sua richiesta profonda.

    Ecco la mia preghiera, chiedo a Ges di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi cos strettamente a Lui, in modo che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto pi il fuoco della-more infiammer il mio cuore, quanto pi dir: Attirami, tanto

    pi le anime che si avvicineran-no a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino), correran-no rapidamente alleffluvio dei profumi del loro Amato, perch unanima infiammata di amore non pu restare inattiva, certo come Santa Maddalena resta ai piedi di Ges, ascolta la sua pa-rola dolce ed infuocata. (Ms C 36r)

    Il 15 agosto 1892, Teresa scri-ve alla sorella Celina e le confida quello che pu fare per salvare le anime. Questa parola del Vangelo la illumina fortemente: Chiedere al padrone della messe che mandi operai (Lt 135) Ma perch Ges ha bisogno di noi? Si chiede. Il fatto che Ges ha per noi un amore cos incomprensibile da vo-lere che noi prendiamo parte con lui alla salvezza delle anime. Egli non vuole fare nulla senza di noi. Il creatore delluniverso aspetta la preghiera di una povera piccola anima per salvare altre anime ri-scattate come lei al prezzo di tutto il suo sangue (Lt 135) Teresa pren-de allora coscienza della gran-dezza della propria vocazione, come Mos che prega sul monte. Fa parlare Ges che non aspetta che una preghiera, un sospiro del vostro cuore. Scopre allora una dimensione importante della pro-pria vocazione: lapostolato della preghiera.

    Lapostolato della preghiera non , per cos dire, pi sublime di quello della parola? La nostra missione come Carmelitane di formare operai evangelici che salveranno milioni di anime, di

    cui saremo le madri!... Celina, se queste non fossero le paro-le stesse di Ges, chi oserebbe crederci? Trovo che la nostra parte assai bella! Cosa abbia-mo da invidiare ai sacerdoti? (Lt 135)

    Teresa porta il mondo nella pro-pria preghiera missionaria. Que-sto non riservato alle carmelita-ne. San Vincenzo de Paoli diceva. Datemi un uomo di preghiera e sar capace di tutto. Un cristiano che prega nel silenzio del propri cuore porta il mondo in una tene-rezza compassionevole. Tutta la Chiesa presente in questa pre-ghiera di un cuore in accordo con la misericordia divina, sia essa vissuta in casa o in un monastero, per strada o in un chiostro. E Dio non far giustizia ai suoi eletti che gridano a lui giorno e notte? (Lc 18,7)Molti nostri contemporanei ge-mono nei deserti della violenza e nelle notti del dolore, vivono come se Dio non esistesse. Teresa li ha portati nella sua preghiera e nella sua notte del nulla, come vedre-mo nellultimo capitolo. Ha prova-to con le proprie sofferenze che laridit nella preghiera, quando sia unita a Cristo in croce, diven-ta feconda per i fratelli e le sorelle alla ricerca di un senso. La nostra preghiera offerta con Maria li ge-nera a Cristo, che ha preso su di s le nostre seti e le nostre ricer-che nella sua dolorosa passione.In questo grande mistero del-la comunione dei santi, Teresa un amico che sta accanto a noi e intercede in nostro favore presso Dio. Cos scriveva: Per una car-melitana, pensare a una persona

    che si ama significa pregare per lei (Lt 225).Teresa ci conduce sempre a Cri-sto e ci guida nella nostra vita di preghiera. Certo, con san Paolo, sa che noi non sappiamo prega-re come bisogna, e per questo lo Spirito Santo viene in soccorso della nostra debolezza. Lo Spi-rito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (Rom 8,26).

    Noi non sappiamo chiedere nul-la come conviene, ma lo Spirito che chiede in noi con ge-miti che non si pos-sono esprimere (Rm 8,26). Dunque non dobbiamo far altro che consegnare la nostra anima, ab-bandonarla al nostro grande Dio. Che im-porta allora che sia senza doni che brilla-no allesterno, se poi allinterno il Re dei re

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    6 Santa Teresa Aprile 2015Santa Teresa Aprile 2015

    Una preghiera missionariaTeresa esercita la sua funzione sa-cerdotale di battezzata pregando per il mondo, specialmente per i sacerdoti e i peccatori, soprattut-to per questo entrata al Carme-lo, Missionaria nellanima, inter-cede per coloro (uomini o donne) che le sono affidati,seguendo il grande intercessore che Cristo A ogni eucaristia, sorgente e ver-tice della preghiera cristiana, Cri-sto ci coinvolge nella sua offerta la Padre e nella sua intercessio-ne per il mondo. Teresa desidera unirsi sempre pi a Ges, esse-re bruciata dalle fiamme del suo amore per attirarvi altre anime. la sua richiesta profonda.

    Ecco la mia preghiera, chiedo a Ges di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi cos strettamente a Lui, in modo che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto pi il fuoco della-more infiammer il mio cuore, quanto pi dir: Attirami, tanto

    pi le anime che si avvicineran-no a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino), correran-no rapidamente alleffluvio dei profumi del loro Amato, perch unanima infiammata di amore non pu restare inattiva, certo come Santa Maddalena resta ai piedi di Ges, ascolta la sua pa-rola dolce ed infuocata. (Ms C 36r)

    Il 15 agosto 1892, Teresa scri-ve alla sorella Celina e le confida quello che pu fare per salvare le anime. Questa parola del Vangelo la illumina fortemente: Chiedere al padrone della messe che mandi operai (Lt 135) Ma perch Ges ha bisogno di noi? Si chiede. Il fatto che Ges ha per noi un amore cos incomprensibile da vo-lere che noi prendiamo parte con lui alla salvezza delle anime. Egli non vuole fare nulla senza di noi. Il creatore delluniverso aspetta la preghiera di una povera piccola anima per salvare altre anime ri-scattate come lei al prezzo di tutto il suo sangue (Lt 135) Teresa pren-de allora coscienza della gran-dezza della propria vocazione, come Mos che prega sul monte. Fa parlare Ges che non aspetta che una preghiera, un sospiro del vostro cuore. Scopre allora una dimensione importante della pro-pria vocazione: lapostolato della preghiera.

    Lapostolato della preghiera non , per cos dire, pi sublime di quello della parola? La nostra missione come Carmelitane di formare operai evangelici che salveranno milioni di anime, di

    cui saremo le madri!... Celina, se queste non fossero le paro-le stesse di Ges, chi oserebbe crederci? Trovo che la nostra parte assai bella! Cosa abbia-mo da invidiare ai sacerdoti? (Lt 135)

    Teresa porta il mondo nella pro-pria preghiera missionaria. Que-sto non riservato alle carmelita-ne. San Vincenzo de Paoli diceva. Datemi un uomo di preghiera e sar capace di tutto. Un cristiano che prega nel silenzio del propri cuore porta il mondo in una tene-rezza compassionevole. Tutta la Chiesa presente in questa pre-ghiera di un cuore in accordo con la misericordia divina, sia essa vissuta in casa o in un monastero, per strada o in un chiostro. E Dio non far giustizia ai suoi eletti che gridano a lui giorno e notte? (Lc 18,7)Molti nostri contemporanei ge-mono nei deserti della violenza e nelle notti del dolore, vivono come se Dio non esistesse. Teresa li ha portati nella sua preghiera e nella sua notte del nulla, come vedre-mo nellultimo capitolo. Ha prova-to con le proprie sofferenze che laridit nella preghiera, quando sia unita a Cristo in croce, diven-ta feconda per i fratelli e le sorelle alla ricerca di un senso. La nostra preghiera offerta con Maria li ge-nera a Cristo, che ha preso su di s le nostre seti e le nostre ricer-che nella sua dolorosa passione.In questo grande mistero del-la comunione dei santi, Teresa un amico che sta accanto a noi e intercede in nostro favore presso Dio. Cos scriveva: Per una car-melitana, pensare a una persona

    che si ama significa pregare per lei (Lt 225).Teresa ci conduce sempre a Cri-sto e ci guida nella nostra vita di preghiera. Certo, con san Paolo, sa che noi non sappiamo prega-re come bisogna, e per questo lo Spirito Santo viene in soccorso della nostra debolezza. Lo Spi-rito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (Rom 8,26).

    Noi non sappiamo chiedere nul-la come conviene, ma lo Spirito che chiede in noi con ge-miti che non si pos-sono esprimere (Rm 8,26). Dunque non dobbiamo far altro che consegnare la nostra anima, ab-bandonarla al nostro grande Dio. Che im-porta allora che sia senza doni che brilla-no allesterno, se poi allinterno il Re dei re

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  • 9Santa Teresa Aprile 2015

    8 Santa Teresa Aprile 2015

    La sottomissione dei jihadi-sti di Parigi allislamismo non solo una reazione al vuoto culturale e spirituale

    della Rpublique. una continuit con quel vuoto. Cari Jihadisti, il titolo di una lettera aperta pubbli-cata da Philippe Muray uno dei pi grandi polemisti francesi poco dopo gli attentati dell11 settembre 2001. La lettera si conclude con una serie di avverti-menti ai terroristi islamici, ma a esser presi di mira, di riflesso e ironicamente, sono in verit gli occiden-tali fanatici del comfort e del supermercato. Cito un passaggio da cui si pu facilmente cogliere lo scherno pungente e sarcastico: [Cari Jihadisti], temete la collera del consumatore, del turista, del vacanziere che smon-ta dal suo camper! Voi ci immaginate rotolati nei piaceri e nei passatempi che ci hanno rammolli-ti? Ebbene noi lotteremo come leoni per proteggere il nostro rammollimento. Ci batteremo per ogni cosa, per le parole che non hanno pi senso e per la vita che queste si porta-no appresso. E oggi possiamo aggiungere: ci batteremo special-mente per Charlie Hebdo, giorna-le ieri moribondo e privo di qualsi-asi spirito critico perch criticare discernere, e Charlie metteva

    nello stesso calderone jihadisti, rabbini, poliziotti, cattolici e fran-cesi medi ma proprio per questo ne faremo il simbolo della confu-sione e del nulla che ci animano! Ecco pressappoco lo stato dello Stato francese. Invece di lasciar-si interrogare dagli avvenimenti,

    parla e parla, ne approfitta per lavarsi la coscienza,

    risalire nei sondaggi, di-sporsi accanto alle vitti-me innocenti, alla libert schernita, alla moralit

    oltraggiata, purch non si ammetta il vuoto umano

    della politica condotta da parecchi decenni, n lerrore

    di un certo modello eurocentrico secondo il quale il mondo evolve-rebbe verso la secolarizzazione, mentre altrove, quasi ovunque e

    almeno dal 1979, si assiste ad un ritorno della religio-ne nella sfera politica. Ma ecco: questa troppo buona coscienza e que-sto accecamento ideo-

    logico stanno preparando per molto presto, se non

    la guerra civile, perlomeno il suicidio dellEuropa. La prima cosa che bisogna constatare che i terroristi dei recenti attentati di Parigi sono francesi, che sono cresciuti in Francia e non sono incidenti di percorso e neppure mostri, ma prodotti dellintegra-zione alla francese, veri figli della Repubblica attuale, con tutta la

    ABBIAMO RAGIONI FORTI

    di Fabrice HadjadjTrad. di Ugo Moschella - Rev. di Rodolfo Casadei

    da www.tempi.it

    affinch S. Pietro non conosca la stessa sorte di S. Sofia?

    rad

    ici d

    ella

    ttu

    alit

    8

    risplende con tutta la sua gloria! Com necessario che unanima sia grande per contenere un Dio! (Lt 165)

    La Chiesa ha bisogno oggi di ani-me di preghiera e di adorazione che si prendano gratuitamente del tempo per Dio perch nasca in loro. Questa forma di preghiera interiore, fatta di silenzio e di so-litudine, vissuta in unattenzione amorosa a Dio, nonostante le di-strazioni, comunione con le sof-ferenze nel mondo. Essa sostiene misteriosamente i cristiani e le cri-stiane che sono perseguitati e tal-volta torturati a causa della fede. Lunione a Ges nella preghiera trova realizzazione non solo nei chiostri, ma al cuore del mon-do, come ha ben dimostrato san Francesco di Sales. La preghiera diventa allora la leva che solleva il mondo.

    Uno Scienziato ha detto: Datemi una leva, un punto dappoggio, e

    sollever il mondo. Quello che Archimede non ha potuto otte-nere perch la sua richiesta non era rivolta a Dio ed era espressa solo dal punto di vista materiale, i Santi lanno ottenuto in tutta la sua pienezza. LOnnipotente ha dato loro come punto dappog-gio: Se stesso, e S Solo. Come leva: Lorazione, che infiamma di un fuoco damore, ed cos che essi hanno sollevato il mondo, cos che i Santi ancora militanti lo sollevano e i Santi futuri lo sol-leveranno fino alla fine del mon-do. (Ms C 36r)

    n. a San Giovanni Lupatoto (VR) il 30 luglio 1953

    m. a Verona, il 9 marzo 2015

    Questo il fine dellorazione: produrre opere e opere

    Dal Castello Interiore di s. Teresa dAvila

    (settime mansioni, cap. 4.6)

    Padre Renato della CroceAldegheri

    Carmelitano Scalzomissionario in Repubblica Centrafricana

  • 9Santa Teresa Aprile 2015

    8 Santa Teresa Aprile 2015

    La sottomissione dei jihadi-sti di Parigi allislamismo non solo una reazione al vuoto culturale e spirituale

    della Rpublique. una continuit con quel vuoto. Cari Jihadisti, il titolo di una lettera aperta pubbli-cata da Philippe Muray uno dei pi grandi polemisti francesi poco dopo gli attentati dell11 settembre 2001. La lettera si conclude con una serie di avverti-menti ai terroristi islamici, ma a esser presi di mira, di riflesso e ironicamente, sono in verit gli occiden-tali fanatici del comfort e del supermercato. Cito un passaggio da cui si pu facilmente cogliere lo scherno pungente e sarcastico: [Cari Jihadisti], temete la collera del consumatore, del turista, del vacanziere che smon-ta dal suo camper! Voi ci immaginate rotolati nei piaceri e nei passatempi che ci hanno rammolli-ti? Ebbene noi lotteremo come leoni per proteggere il nostro rammollimento. Ci batteremo per ogni cosa, per le parole che non hanno pi senso e per la vita che queste si porta-no appresso. E oggi possiamo aggiungere: ci batteremo special-mente per Charlie Hebdo, giorna-le ieri moribondo e privo di qualsi-asi spirito critico perch criticare discernere, e Charlie metteva

    nello stesso calderone jihadisti, rabbini, poliziotti, cattolici e fran-cesi medi ma proprio per questo ne faremo il simbolo della confu-sione e del nulla che ci animano! Ecco pressappoco lo stato dello Stato francese. Invece di lasciar-si interrogare dagli avvenimenti,

    parla e parla, ne approfitta per lavarsi la coscienza,

    risalire nei sondaggi, di-sporsi accanto alle vitti-me innocenti, alla libert schernita, alla moralit

    oltraggiata, purch non si ammetta il vuoto umano

    della politica condotta da parecchi decenni, n lerrore

    di un certo modello eurocentrico secondo il quale il mondo evolve-rebbe verso la secolarizzazione, mentre altrove, quasi ovunque e

    almeno dal 1979, si assiste ad un ritorno della religio-ne nella sfera politica. Ma ecco: questa troppo buona coscienza e que-sto accecamento ideo-

    logico stanno preparando per molto presto, se non

    la guerra civile, perlomeno il suicidio dellEuropa. La prima cosa che bisogna constatare che i terroristi dei recenti attentati di Parigi sono francesi, che sono cresciuti in Francia e non sono incidenti di percorso e neppure mostri, ma prodotti dellintegra-zione alla francese, veri figli della Repubblica attuale, con tutta la

    ABBIAMO RAGIONI FORTI

    di Fabrice HadjadjTrad. di Ugo Moschella - Rev. di Rodolfo Casadei

    da www.tempi.it

    affinch S. Pietro non conosca la stessa sorte di S. Sofia?

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    risplende con tutta la sua gloria! Com necessario che unanima sia grande per contenere un Dio! (Lt 165)

    La Chiesa ha bisogno oggi di ani-me di preghiera e di adorazione che si prendano gratuitamente del tempo per Dio perch nasca in loro. Questa forma di preghiera interiore, fatta di silenzio e di so-litudine, vissuta in unattenzione amorosa a Dio, nonostante le di-strazioni, comunione con le sof-ferenze nel mondo. Essa sostiene misteriosamente i cristiani e le cri-stiane che sono perseguitati e tal-volta torturati a causa della fede. Lunione a Ges nella preghiera trova realizzazione non solo nei chiostri, ma al cuore del mon-do, come ha ben dimostrato san Francesco di Sales. La preghiera diventa allora la leva che solleva il mondo.

    Uno Scienziato ha detto: Datemi una leva, un punto dappoggio, e

    sollever il mondo. Quello che Archimede non ha potuto otte-nere perch la sua richiesta non era rivolta a Dio ed era espressa solo dal punto di vista materiale, i Santi lanno ottenuto in tutta la sua pienezza. LOnnipotente ha dato loro come punto dappog-gio: Se stesso, e S Solo. Come leva: Lorazione, che infiamma di un fuoco damore, ed cos che essi hanno sollevato il mondo, cos che i Santi ancora militanti lo sollevano e i Santi futuri lo sol-leveranno fino alla fine del mon-do. (Ms C 36r)

    n. a San Giovanni Lupatoto (VR) il 30 luglio 1953

    m. a Verona, il 9 marzo 2015

    Questo il fine dellorazione: produrre opere e opere

    Dal Castello Interiore di s. Teresa dAvila

    (settime mansioni, cap. 4.6)

    Padre Renato della CroceAldegheri

    Carmelitano Scalzomissionario in Repubblica Centrafricana

  • 11Santa Teresa Aprile 2015

    10 Santa Teresa Aprile 2015

    era non soltanto la reazione a tale vuoto, ma era anche in continuit con quel vuoto, con la sua logisti-ca di sradicamento mondiale, di perdita della tradizione familiare, di miglioramento tecnico dei cor-pi per farne dei super-strumenti connessi a un dispositivo senza-nima. Un giovane non cerca soltanto ragioni per vivere, ma anche e soprattutto giacch non possiamo vivere per sempre ra-gioni per dare la propria vita. Ora, ci sono ancora in Europa ragioni per dare la propria vita? La libert di espressione? Va bene! Ma cosa abbiamo di cos importante da esprimere? Quale Buona No-vella abbiamo da annunciare al mondo? Sapere se lEuropa sia ancora capace di portare una tra-scendenza che dia un senso alle nostre azioni dico che questa la questione pi spirituale e per ci stesso anche la pi carnale. Non si tratta solo di dare la propria vita; si tratta anche di dare la vita. Curiosamente, o provvidenzial-mente, nelludienza del 7 gennaio, il giorno stesso dei primi attentati,

    papa Francesco indicava, citan-do unomelia di Oscar Romero, il legame tra martirio e maternit, tra lessere pronti a dare la pro-pria vita e lessere pronti a dare la vita. unevidenza innegabile: la nostra debolezza spirituale si ri-percuote sulla demografia; che lo si voglia oppure no la fecondit

    biologica sempre segno di una speranza vissuta (an-che quando tale speranza disordinata, come nel natalismo nazionalista o

    imperialista).

    Linsegnamento di De GaulleSe si adotta un punto di vista

    totalmente darwinista, bisogna allora ammettere che il darwini-smo non un vantaggio selettivo. Credere che luomo sia il risulta-to mortale del casuale bricolage dellevoluzione non incoraggia granch a fare figli. Meglio un gat-to o un cagnolino. O forse uno o due piccoli sapiens sapiens, per inerzia, per convenzione sociale, alla fine non tanto come figli ma come giocattoli adatti a eserci-tare il proprio dispotismo e per distrarsi dallangoscia (prima di

    rivolta che tale discendenza pu indurre. Nel 2009, Amedy Cou-libaly, lautore degli attentati di Montrouge e del supermercato kosher di Saint-Mand, era stato ricevuto allEliseo da Nicolas Sarkozy con altri nove gio-vani scelti dai loro datori di lavoro per manifestare i benefici del percorso stu-dio-lavoro: a quel tempo lavorava con un contratto di formazione nella fabbrica della Coca-Cola della sua citt natale di Grigny. I fratelli Kouachi, orfani, figli di immigrati, era-no stati accolti dal 1994 fino al 2000 in un centro educativo della Corrze, centro che appartiene alla fondazione Claude-Pompidou. Allindomani della sparatoria alla sede di Charlie Hebdo, il direttore del centro educativo si diceva stu-pefatto: Siamo tutti sciocca-ti da questa storia perch conosciamo quei giova-ni. Si fa fatica a imma-ginare che quei ragazzi, che erano perfettamente integrati (giocavano a cal-cio nei club locali), abbiano potuto uccidere delibera-tamente in quel modo. Si fa fatica a crederci. Durante il loro percorso da noi non hanno mai dato luogo a problemi di compor-tamento. Sad Kouachi () era completamente pronto per la vita socio-professionale. Queste af-fermazioni rimandano a quelle del sindaco di Lunel piccola cittadi-na del sud della Francia che si stupiva del fatto che dieci giova-ni del suo comune fossero partiti per unirsi al jihad in Siria, proprio

    adesso che la municipalit aveva risistemato una magnifica pista da skateboard nel loro quartiere.Il legame tra martirio e maternit

    Che ingratitudine! Come possibile che questi gio-

    vani non abbiano ve-duto le loro aspirazioni pi profonde realizzate lavorando per Coca-

    Cola, facendo dello ska-teboard o giocando nella

    squadra di calcio locale? Come mai il loro desiderio di

    eroicit, di contemplazione e di li-bert non si sentito soddi-

    sfatto dallofferta cos ge-nerosa di poter scegliere tra due piatti surgelati, guardare una serie tv americana o astenersi

    alle elezioni? E perch le loro speranze di pensiero

    e di amore non si sono rea-lizzate vedendo tutti i progressi in

    corso, e cio la crisi econo-mica, il matrimonio gay e

    la legalizzazione delleu-tanasia? Perch era precisamente questo il dibattito che interessava

    il governo francese fino al giorno prima degli atten-

    tati: la Rpublique era tutta tesa verso unaltra grande

    conquista umana, lultima senza dubbio, e cio il diritto di essere assistiti nel suicidio o essere fi-niti da un boia la cui delicatezza sia attestata da un titolo di studio in medicina. Mi spiego: i fratelli Kouachi e Coulibaly erano per-fettamente integrati, ma integra-ti al nulla, alla negazione di ogni slancio storico e spirituale, ed per questo che alla fine si sono sottomessi a un islamismo che

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  • 11Santa Teresa Aprile 2015

    10 Santa Teresa Aprile 2015

    era non soltanto la reazione a tale vuoto, ma era anche in continuit con quel vuoto, con la sua logisti-ca di sradicamento mondiale, di perdita della tradizione familiare, di miglioramento tecnico dei cor-pi per farne dei super-strumenti connessi a un dispositivo senza-nima. Un giovane non cerca soltanto ragioni per vivere, ma anche e soprattutto giacch non possiamo vivere per sempre ra-gioni per dare la propria vita. Ora, ci sono ancora in Europa ragioni per dare la propria vita? La libert di espressione? Va bene! Ma cosa abbiamo di cos importante da esprimere? Quale Buona No-vella abbiamo da annunciare al mondo? Sapere se lEuropa sia ancora capace di portare una tra-scendenza che dia un senso alle nostre azioni dico che questa la questione pi spirituale e per ci stesso anche la pi carnale. Non si tratta solo di dare la propria vita; si tratta anche di dare la vita. Curiosamente, o provvidenzial-mente, nelludienza del 7 gennaio, il giorno stesso dei primi attentati,

    papa Francesco indicava, citan-do unomelia di Oscar Romero, il legame tra martirio e maternit, tra lessere pronti a dare la pro-pria vita e lessere pronti a dare la vita. unevidenza innegabile: la nostra debolezza spirituale si ri-percuote sulla demografia; che lo si voglia oppure no la fecondit

    biologica sempre segno di una speranza vissuta (an-che quando tale speranza disordinata, come nel natalismo nazionalista o

    imperialista).

    Linsegnamento di De GaulleSe si adotta un punto di vista

    totalmente darwinista, bisogna allora ammettere che il darwini-smo non un vantaggio selettivo. Credere che luomo sia il risulta-to mortale del casuale bricolage dellevoluzione non incoraggia granch a fare figli. Meglio un gat-to o un cagnolino. O forse uno o due piccoli sapiens sapiens, per inerzia, per convenzione sociale, alla fine non tanto come figli ma come giocattoli adatti a eserci-tare il proprio dispotismo e per distrarsi dallangoscia (prima di

    rivolta che tale discendenza pu indurre. Nel 2009, Amedy Cou-libaly, lautore degli attentati di Montrouge e del supermercato kosher di Saint-Mand, era stato ricevuto allEliseo da Nicolas Sarkozy con altri nove gio-vani scelti dai loro datori di lavoro per manifestare i benefici del percorso stu-dio-lavoro: a quel tempo lavorava con un contratto di formazione nella fabbrica della Coca-Cola della sua citt natale di Grigny. I fratelli Kouachi, orfani, figli di immigrati, era-no stati accolti dal 1994 fino al 2000 in un centro educativo della Corrze, centro che appartiene alla fondazione Claude-Pompidou. Allindomani della sparatoria alla sede di Charlie Hebdo, il direttore del centro educativo si diceva stu-pefatto: Siamo tutti sciocca-ti da questa storia perch conosciamo quei giova-ni. Si fa fatica a imma-ginare che quei ragazzi, che erano perfettamente integrati (giocavano a cal-cio nei club locali), abbiano potuto uccidere delibera-tamente in quel modo. Si fa fatica a crederci. Durante il loro percorso da noi non hanno mai dato luogo a problemi di compor-tamento. Sad Kouachi () era completamente pronto per la vita socio-professionale. Queste af-fermazioni rimandano a quelle del sindaco di Lunel piccola cittadi-na del sud della Francia che si stupiva del fatto che dieci giova-ni del suo comune fossero partiti per unirsi al jihad in Siria, proprio

    adesso che la municipalit aveva risistemato una magnifica pista da skateboard nel loro quartiere.Il legame tra martirio e maternit

    Che ingratitudine! Come possibile che questi gio-

    vani non abbiano ve-duto le loro aspirazioni pi profonde realizzate lavorando per Coca-

    Cola, facendo dello ska-teboard o giocando nella

    squadra di calcio locale? Come mai il loro desiderio di

    eroicit, di contemplazione e di li-bert non si sentito soddi-

    sfatto dallofferta cos ge-nerosa di poter scegliere tra due piatti surgelati, guardare una serie tv americana o astenersi

    alle elezioni? E perch le loro speranze di pensiero

    e di amore non si sono rea-lizzate vedendo tutti i progressi in

    corso, e cio la crisi econo-mica, il matrimonio gay e

    la legalizzazione delleu-tanasia? Perch era precisamente questo il dibattito che interessava

    il governo francese fino al giorno prima degli atten-

    tati: la Rpublique era tutta tesa verso unaltra grande

    conquista umana, lultima senza dubbio, e cio il diritto di essere assistiti nel suicidio o essere fi-niti da un boia la cui delicatezza sia attestata da un titolo di studio in medicina. Mi spiego: i fratelli Kouachi e Coulibaly erano per-fettamente integrati, ma integra-ti al nulla, alla negazione di ogni slancio storico e spirituale, ed per questo che alla fine si sono sottomessi a un islamismo che

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  • 13Santa Teresa Aprile 2015

    12 Santa Teresa Aprile 2015

    barbare!. Quelle usanze barbare unite a unimmigrazione che com-pensa la denatalit europea ca-povolgeranno la nostra civilt del futuro cio, di un futuro senza posterit. In fondo, i jihadisti com-mettono un grave errore strategi-co: provocando reazioni indignate finiscono col rallentare lislamiz-zazione dolce dellEuropa, quella che Michel Houellebecq presenta nel suo ultimo romanzo e che si realizza a causa della nostra doppia astenia religiosa e sessuale. A meno che la nostra insistenza nel dire che non si devono fare associazioni indebite, nel ripetere che lislam non centra niente con lislami-smo (mentre sia il presiden-te egiziano Al Sisi sia i Fratelli Musulmani ci dicono il contrario) e a colpevolizzarci del nostro pas-sato coloniale a meno che tutta questa confusione non ci conse-gni con ancor pi grande quanto vana ossequiosit al processo in atto. C in ogni caso una vanit che dobbiamo smettere di avere ed di credere che i movimenti islamisti siano movimenti pre-illuministi, barbari come dicevo prima, e che diverranno moderati non appena scopriranno gli splen-dori del consumismo. In verit sono movimenti post-illuministi. Essi sanno che le utopie umaniste che si erano sostituite alla fede religiosa sono crollate. E dunque ci si pu chiedere con ragione se lislam non sia il termine dialettico di unEuropa tecno-liberale che ha rifiutato le sue radici greco-la-tine e le sue ali giudaico-cristiane: e siccome questa Europa non pu vivere troppo a lungo senza Dio e

    senza madri, ma come un bambi-no viziato non riesce a tornare da sua madre la Chiesa, essa accon-sente finalmente a darsi a un mo-noteismo facile, dove il rapporto con la ricchezza sdrammatizza-to, dove la morale sessuale pi rilassata, dove la postmodernit hi-tech costruisce citt radiose come quelle del Qatar. Dio e il capitalismo, le huri dellharem e i mouse dei computer, perch non

    potrebbe essere questo lulti-mo compromesso, la vera

    fine della storia? Una cosa mi sembra certa: ci che c di buono nel secolo dei Lumi ormai

    non pu pi sussistere senza il Lume dei seco-

    li. Ma riconosceremo che quella Luce quella del Ver-

    bo fatto carne, del Dio fatto uomo, e cio di una Divinit che non schiaccia lumano, ma che lo ac-coglie nella sua libert e nella sua debolezza? Questa la domanda che pongo a voi alla fine: siete romani, ma avete ragioni forti af-finch San Pietro non conosca la stessa sorte di Santa Sofia? Siete italiani, ma siete capaci di batter-vi per la Divina Commedia, o ne avrete vergogna, visto che Dante, nel XXVIII canto dellInferno, osa mettere Maometto nella nona bol-gia dellottavo girone?Infine, siamo europei, ma siamo fieri della nostra bandiera con le sue dodici stelle? Ci ricordiamo ancora del senso di quelle dodici stelle, che rimandano allApoca-lisse di san Giovanni e alla fede di Schuman e De Gasperi? Bisogna rispondere, o siamo morti: per quale Europa siamo pronti a dare la vita?

    aggravarla radicalmente). Il suc-cesso teorico del darwinismo conduce inevitabilmente al suc-cesso pratico dei fondamendalisti che negano tale teoria ma che, loro, fanno tanti figli. Unamica islamologa, Annie Laurent, mi ha citato a questo proposito una frase illuminante: Il parto il jihad delle donne. Ci che a suo tempo spinse il generale De Gaulle a concedere lindipendenza allAl-geria fu precisamente la questione demografi-ca. Mantenere lAlgeria fran-cese con giustizia avrebbe voluto dire accordare la cittadinan-za a tutti, ma essendo la democrazia francese sottoposta alla legge della maggioranza e dunque a quella della demografia, essa avreb-be finito con il sottomet-tersi alla legge coranica. Il 5 marzo 1959 De Gaulle confidava ad Alain Peyrefitte: Lei crede che il corpo francese possa assorbire dieci milioni di musul-

    mani che domani saranno venti milioni e dopodomani quaranta? Se facessimo lintegrazione, se tutti gli arabi e i berberi di Alge-ria fossero considerati francesi, come impedirgli di venire a stabi-lirsi in Francia metropolitana dove

    il tenore di vita pi elevato? Il mio paesino non si chia-

    merebbe pi Colombey-les-Deux-glises, ma Colombey-les-Deux-Mosques!. Certo, c una liberazione della donna di cui possiamo

    essere fieri, ma quando tale liberazione si risolve nella mi-

    litanza contraccettiva e abortiva, e la maternit e la paternit

    sono concepite come pesi insopportabili per indivi-dui che hanno dimentica-to di essere prima di tutto figli e figlie, tale liberazio-

    ne non pu che fare posto, dopo qualche generazione,

    al dominio numerico delle donne col burqa, perch le

    donne con la minigonna si ripro-ducono molto di meno. facile protestare: Il burqa, che usanze

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    12 Santa Teresa Aprile 2015

    barbare!. Quelle usanze barbare unite a unimmigrazione che com-pensa la denatalit europea ca-povolgeranno la nostra civilt del futuro cio, di un futuro senza posterit. In fondo, i jihadisti com-mettono un grave errore strategi-co: provocando reazioni indignate finiscono col rallentare lislamiz-zazione dolce dellEuropa, quella che Michel Houellebecq presenta nel suo ultimo romanzo e che si realizza a causa della nostra doppia astenia religiosa e sessuale. A meno che la nostra insistenza nel dire che non si devono fare associazioni indebite, nel ripetere che lislam non centra niente con lislami-smo (mentre sia il presiden-te egiziano Al Sisi sia i Fratelli Musulmani ci dicono il contrario) e a colpevolizzarci del nostro pas-sato coloniale a meno che tutta questa confusione non ci conse-gni con ancor pi grande quanto vana ossequiosit al processo in atto. C in ogni caso una vanit che dobbiamo smettere di avere ed di credere che i movimenti islamisti siano movimenti pre-illuministi, barbari come dicevo prima, e che diverranno moderati non appena scopriranno gli splen-dori del consumismo. In verit sono movimenti post-illuministi. Essi sanno che le utopie umaniste che si erano sostituite alla fede religiosa sono crollate. E dunque ci si pu chiedere con ragione se lislam non sia il termine dialettico di unEuropa tecno-liberale che ha rifiutato le sue radici greco-la-tine e le sue ali giudaico-cristiane: e siccome questa Europa non pu vivere troppo a lungo senza Dio e

    senza madri, ma come un bambi-no viziato non riesce a tornare da sua madre la Chiesa, essa accon-sente finalmente a darsi a un mo-noteismo facile, dove il rapporto con la ricchezza sdrammatizza-to, dove la morale sessuale pi rilassata, dove la postmodernit hi-tech costruisce citt radiose come quelle del Qatar. Dio e il capitalismo, le huri dellharem e i mouse dei computer, perch non

    potrebbe essere questo lulti-mo compromesso, la vera

    fine della storia? Una cosa mi sembra certa: ci che c di buono nel secolo dei Lumi ormai

    non pu pi sussistere senza il Lume dei seco-

    li. Ma riconosceremo che quella Luce quella del Ver-

    bo fatto carne, del Dio fatto uomo, e cio di una Divinit che non schiaccia lumano, ma che lo ac-coglie nella sua libert e nella sua debolezza? Questa la domanda che pongo a voi alla fine: siete romani, ma avete ragioni forti af-finch San Pietro non conosca la stessa sorte di Santa Sofia? Siete italiani, ma siete capaci di batter-vi per la Divina Commedia, o ne avrete vergogna, visto che Dante, nel XXVIII canto dellInferno, osa mettere Maometto nella nona bol-gia dellottavo girone?Infine, siamo europei, ma siamo fieri della nostra bandiera con le sue dodici stelle? Ci ricordiamo ancora del senso di quelle dodici stelle, che rimandano allApoca-lisse di san Giovanni e alla fede di Schuman e De Gasperi? Bisogna rispondere, o siamo morti: per quale Europa siamo pronti a dare la vita?

    aggravarla radicalmente). Il suc-cesso teorico del darwinismo conduce inevitabilmente al suc-cesso pratico dei fondamendalisti che negano tale teoria ma che, loro, fanno tanti figli. Unamica islamologa, Annie Laurent, mi ha citato a questo proposito una frase illuminante: Il parto il jihad delle donne. Ci che a suo tempo spinse il generale De Gaulle a concedere lindipendenza allAl-geria fu precisamente la questione demografi-ca. Mantenere lAlgeria fran-cese con giustizia avrebbe voluto dire accordare la cittadinan-za a tutti, ma essendo la democrazia francese sottoposta alla legge della maggioranza e dunque a quella della demografia, essa avreb-be finito con il sottomet-tersi alla legge coranica. Il 5 marzo 1959 De Gaulle confidava ad Alain Peyrefitte: Lei crede che il corpo francese possa assorbire dieci milioni di musul-

    mani che domani saranno venti milioni e dopodomani quaranta? Se facessimo lintegrazione, se tutti gli arabi e i berberi di Alge-ria fossero considerati francesi, come impedirgli di venire a stabi-lirsi in Francia metropolitana dove

    il tenore di vita pi elevato? Il mio paesino non si chia-

    merebbe pi Colombey-les-Deux-glises, ma Colombey-les-Deux-Mosques!. Certo, c una liberazione della donna di cui possiamo

    essere fieri, ma quando tale liberazione si risolve nella mi-

    litanza contraccettiva e abortiva, e la maternit e la paternit

    sono concepite come pesi insopportabili per indivi-dui che hanno dimentica-to di essere prima di tutto figli e figlie, tale liberazio-

    ne non pu che fare posto, dopo qualche generazione,

    al dominio numerico delle donne col burqa, perch le

    donne con la minigonna si ripro-ducono molto di meno. facile protestare: Il burqa, che usanze

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  • 15Santa Teresa Aprile 2015

    14 Santa Teresa Aprile 2015

    Togliamo dallAvvenire dItalia del 3 luglio 1929: Ciungking, luglio. Tutti ri-cordano ancora gli avveni-

    menti del 1927 e lo scatenamento di odio che li accompagnarono. La situazione era cos critica, che tutti gli stranieri avevano ricevu-to dai loro governi linvito e qua-si lordine di partire. I Missionari di Giungking, come tutti gli altri,

    non seppero rassegnarsi ad ab-bandonare il loro gregge e pre-ferirono abbandonarsi nelle mani della Provvidenza raccomandan-dosi alla Patrona delle Missioni. Su proposta del Vicariato Aposto-lico, mons. Jant-zen i Missionari presenti a Cinungking, in nome proprio e dei loro confratelli del Vicariato, fecero il voto di erigere una chiesa in onore di santa Te-resa del Bambino Ges, Patrona delle Missioni se le Missioni e le opere annesse fossero salvate.Le apprensioni ed i timori furono molti e gravi; tuttavia luragano pass e mentre tante altre missioni in Cina ebbero a subire distruzio-ni e disastri di ogni genere, quella di Ciungking fu tra quelle privile-giate e si pu dire che usc inco-lume dalla tormenta. Tornata una relativa tranquillit, mons. Jantzen si vede un dovere di adempiere il voto fatto, esprimendo il deside-rio che tutti i cristiani del Vicariato concorressero secondo le proprie forze a questa opera di doverosa riconoscenza. Lappello fu accol-to con perfetta unanimit e con un commovente entusiasmo, tanto che le offerte oltrepassarono tutte le previsioni. Della costruzione fu incaricato il padre Caron, un vero artista, che seppe superare se stesso crean-do il suo miglior capolavoro. La nuova chiesa che venne eretta a Kiang Pee la riproduzione per-fetta, fin nei minimi particolari, delle antiche basiliche romane: la

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    hiv

    iANNO 1929:LINAUGURAZIONE IN CINAdi un santuario in onore di s. Teresa del B. G.

    bellezza della costruzione risulta specialmente dalla semplicit e dallarmonia delle linee dello sti-le dorico, felicemente adattato. Al disopra dellaltare maggiore, un grande tabernacolo, in pietra magnificamente scolpito, eleva la sua cupola che si distacca sullo sfondo pi chiaro dellabside.Alla solenne benedizione della nuova chiesa-santuario, impar-tita da mons. Jatzen, intervenne una trentina di missionari ed una gran folla di cristiani dei dintorni. Il canto gregoriano fu eseguito dagli alunni del Gran Seminario, collin-tervento di don Hildebrand, un benedettino di Solesmes, che si trovava di passaggio a Ciungking. Il discorso di circostanza fu tenuto dal padre Tournier, che seppe en-tusiasmare il numeroso uditorio. (Ag. Fides)

    In questa chiesa-santuario venne conservato la copia, recentemen-

    te ritrovata, del biglietto che Tere-sa diede a p. Roulland in parten-za per la Cina, insieme alla lettera 193. La chiesa fu probabilmente distrutta durante la rivoluzione culturale in Cina.

    Foto della chiesa-santuario di Kiang Pee a Chung-King (Cina)

    Facsimile del bigliet-to LT193bis

    Venite,benedetti del Padre mio,ricevete in eredit il regnopreparato per voi fin dallafondazione del mondo. (Mt 25,34) Sopravviva la sua immaginenella memoria di quantilebbero caro

    Padre Bonifacio RossiCarmelitano Scalzo

    15 Novembre 1929 - 28 Dicembre 2014

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  • 15Santa Teresa Aprile 2015

    14 Santa Teresa Aprile 2015

    Togliamo dallAvvenire dItalia del 3 luglio 1929: Ciungking, luglio. Tutti ri-cordano ancora gli avveni-

    menti del 1927 e lo scatenamento di odio che li accompagnarono. La situazione era cos critica, che tutti gli stranieri avevano ricevu-to dai loro governi linvito e qua-si lordine di partire. I Missionari di Giungking, come tutti gli altri,

    non seppero rassegnarsi ad ab-bandonare il loro gregge e pre-ferirono abbandonarsi nelle mani della Provvidenza raccomandan-dosi alla Patrona delle Missioni. Su proposta del Vicariato Aposto-lico, mons. Jant-zen i Missionari presenti a Cinungking, in nome proprio e dei loro confratelli del Vicariato, fecero il voto di erigere una chiesa in onore di santa Te-resa del Bambino Ges, Patrona delle Missioni se le Missioni e le opere annesse fossero salvate.Le apprensioni ed i timori furono molti e gravi; tuttavia luragano pass e mentre tante altre missioni in Cina ebbero a subire distruzio-ni e disastri di ogni genere, quella di Ciungking fu tra quelle privile-giate e si pu dire che usc inco-lume dalla tormenta. Tornata una relativa tranquillit, mons. Jantzen si vede un dovere di adempiere il voto fatto, esprimendo il deside-rio che tutti i cristiani del Vicariato concorressero secondo le proprie forze a questa opera di doverosa riconoscenza. Lappello fu accol-to con perfetta unanimit e con un commovente entusiasmo, tanto che le offerte oltrepassarono tutte le previsioni. Della costruzione fu incaricato il padre Caron, un vero artista, che seppe superare se stesso crean-do il suo miglior capolavoro. La nuova chiesa che venne eretta a Kiang Pee la riproduzione per-fetta, fin nei minimi particolari, delle antiche basiliche romane: la

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    ANNO 1929:LINAUGURAZIONE IN CINAdi un santuario in onore di s. Teresa del B. G.

    bellezza della costruzione risulta specialmente dalla semplicit e dallarmonia delle linee dello sti-le dorico, felicemente adattato. Al disopra dellaltare maggiore, un grande tabernacolo, in pietra magnificamente scolpito, eleva la sua cupola che si distacca sullo sfondo pi chiaro dellabside.Alla solenne benedizione della nuova chiesa-santuario, impar-tita da mons. Jatzen, intervenne una trentina di missionari ed una gran folla di cristiani dei dintorni. Il canto gregoriano fu eseguito dagli alunni del Gran Seminario, collin-tervento di don Hildebrand, un benedettino di Solesmes, che si trovava di passaggio a Ciungking. Il discorso di circostanza fu tenuto dal padre Tournier, che seppe en-tusiasmare il numeroso uditorio. (Ag. Fides)

    In questa chiesa-santuario venne conservato la copia, recentemen-

    te ritrovata, del biglietto che Tere-sa diede a p. Roulland in parten-za per la Cina, insieme alla lettera 193. La chiesa fu probabilmente distrutta durante la rivoluzione culturale in Cina.

    Foto della chiesa-santuario di Kiang Pee a Chung-King (Cina)

    Facsimile del bigliet-to LT193bis

    Venite,benedetti del Padre mio,ricevete in eredit il regnopreparato per voi fin dallafondazione del mondo. (Mt 25,34) Sopravviva la sua immaginenella memoria di quantilebbero caro

    Padre Bonifacio RossiCarmelitano Scalzo

    15 Novembre 1929 - 28 Dicembre 2014

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    ini I 4

    7

    Morto a Treviso do-menica 22 febbraio 2015, lui per primo si sarebbe probabilmen-

    te meravigliato che mercoled 25 febbraio ai suoi funerali ci fosse-ro numerosi confratelli e fedeli a rendergli un ultimo saluto. A no-vantuno anni abbondanti e ridot-to a stare tra letto e carrozzella, soffriva molto, ma sembra- v a resistere ancora, lui di tempera-mento atti-vo e spiccio, pieno di voglia di fare e ve-dere e sapere. Ma fin dal 2010 era bloccato cos che il Provinciale p. Angelo Ragazzi laveva trasferito da Verona-Scalzi al con-vento di Treviso per farlo seguire meglio. Nato a Fara Vicentino (provincia di Vicenza, diocesi di Padova) il 2 agosto 1923 da Francesco e Reato Anna, quinto di dieci figli, viene bat-tezzato il 12.8 1923 con il nome di Damiano e viene cresimato il 15.9.1932 (sono date che ricor-der sempre bene). Frequenta in paese le scuole elementari e poi si presta ad aiutare la famiglia contadina, acquisendo cos il gu-sto della terra e della natura che conserver sempre. A tredici anni compiuti, il 13 ot-tobre 1936 entra ad Adro, trovan-

    do compagni di classe un po pi giovani con cui lega bene, pur in-clinato a fare un po la vita a s. Intelligente e vispo, generoso e anche molto sensibile ed emoti-vo, si esprime soprattutto nei la-vori concreti e anche in qualche avventura sbarazzina. Nellestate 1942 entra in Novizia-to a Brescia e riceve il nome di fra Natale di S. Antonio di Padova, avendo per maestro il p. Giustino Dalla Costa. Il 27 luglio 1943 (nel

    tragico mese del-la caduta del

    fascismo e dello sbarco degli allea-ti in Sicilia),

    scrive al Pro-vinciale p. Gre-

    gorio Frassetto e chiede di anticipa-

    re di 15 giorni la prima professione per non essere

    chiamato alle armi in una pos-sibile mobilitazione generale. Cos suggerisce a lui e agli altri novizi la stessa Curia vescovile. Ha gi an-che seguito con i suoi compagni un breve corso di infermieristica, sperando semmai di finire in qual-che realt sanitaria militare e non in Russia. La richiesta di anticipo viene presentata alla S. Sede, che il 3 agosto concede la grazia che poi per non viene usata. Emessa la professione semplice il 26 agosto 1943, inizia il liceo-filo-sofia, trovando come professore di lettere il giovanissimo p. Eliseo Barbisan, non ancora laureato

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    ne

    P. NATALE RIZZATO DI S. ANTONIO(1923 2015)

    di p. Rodolfo Girardello ocd

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    Morto a Treviso do-menica 22 febbraio 2015, lui per primo si sarebbe probabilmen-

    te meravigliato che mercoled 25 febbraio ai suoi funerali ci fosse-ro numerosi confratelli e fedeli a rendergli un ultimo saluto. A no-vantuno anni abbondanti e ridot-to a stare tra letto e carrozzella, soffriva molto, ma sembra- v a resistere ancora, lui di tempera-mento atti-vo e spiccio, pieno di voglia di fare e ve-dere e sapere. Ma fin dal 2010 era bloccato cos che il Provinciale p. Angelo Ragazzi laveva trasferito da Verona-Scalzi al con-vento di Treviso per farlo seguire meglio. Nato a Fara Vicentino (provincia di Vicenza, diocesi di Padova) il 2 agosto 1923 da Francesco e Reato Anna, quinto di dieci figli, viene bat-tezzato il 12.8 1923 con il nome di Damiano e viene cresimato il 15.9.1932 (sono date che ricor-der sempre bene). Frequenta in paese le scuole elementari e poi si presta ad aiutare la famiglia contadina, acquisendo cos il gu-sto della terra e della natura che conserver sempre. A tredici anni compiuti, il 13 ot-tobre 1936 entra ad Adro, trovan-

    do compagni di classe un po pi giovani con cui lega bene, pur in-clinato a fare un po la vita a s. Intelligente e vispo, generoso e anche molto sensibile ed emoti-vo, si esprime soprattutto nei la-vori concreti e anche in qualche avventura sbarazzina. Nellestate 1942 entra in Novizia-to a Brescia e riceve il nome di fra Natale di S. Antonio di Padova, avendo per maestro il p. Giustino Dalla Costa. Il 27 luglio 1943 (nel

    tragico mese del-la caduta del

    fascismo e dello sbarco degli allea-ti in Sicilia),

    scrive al Pro-vinciale p. Gre-

    gorio Frassetto e chiede di anticipa-

    re di 15 giorni la prima professione per non essere

    chiamato alle armi in una pos-sibile mobilitazione generale. Cos suggerisce a lui e agli altri novizi la stessa Curia vescovile. Ha gi an-che seguito con i suoi compagni un breve corso di infermieristica, sperando semmai di finire in qual-che realt sanitaria militare e non in Russia. La richiesta di anticipo viene presentata alla S. Sede, che il 3 agosto concede la grazia che poi per non viene usata. Emessa la professione semplice il 26 agosto 1943, inizia il liceo-filo-sofia, trovando come professore di lettere il giovanissimo p. Eliseo Barbisan, non ancora laureato

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    P. NATALE RIZZATO DI S. ANTONIO(1923 2015)

    di p. Rodolfo Girardello ocd

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  • ma piuttosto esigente. La guerra intanto induce il Provinciale a ri-unire ad Adro nel 1944 quasi tutti i giovani studenti della Provincia: oltre ai 30 ragazzi del collegio si trovano insieme circa 70 frati. E un momento di emergenza e an-che di convivenza straordinaria per tutti. Finita la guerra e terminato il li-ceo, arriva per la teolo-gia a Venezia, dove Provinciale il burbe-ro ma benefico p. Tarcisio Benedetti, che non risparmia i suoi rabbuffi a quegli studenti piuttosto vi-vaci del dopo-guerra. Loro maestro il p. Na-zareno. Il nostro Fra Na-tale, fatta la professione solenne con qualche ritar-do il 26.2.1948, ordinato sacerdote nella basilica della Sa-lute il 25 giugno 1950. La prima messa solenne la celebra a Viglia-no Biellese (Vercelli), dove gi nel

    1938 sono emigrati i suoi parenti. Nel luglio 1951 viene destinato dal Provinciale p. Albino Marchet-ti al convento di Mantova, a fare il secondo noviziato. Gli pesa un poco fare la mezzanotte con il Mattutino, ma gli piace andare nelle parrocchie a predicare e poi in casa dedicarsi a tanti lavori che il suo occhio pratico vede oppor-tuni. Dal priore p. Giovanni Can-

    diani riceve la fiducia di cui avr sempre

    bisogno e lavora in coppia con p. Cornelio Casta-gnaro con cui si intende bene.

    Il 16 luglio 1952 in-via al Provinciale una

    lettera in cui si dichiara non ancora poco pronto ad

    andare in missione, pur avendo-ne espresso lui stesso il desiderio: Quello che mi dispiace per il mo-mento non poter assicurare V.R. della mia adesione di cui forse sente il bisogno. Accetta invece,

    17Santa Teresa Aprile 2015

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    ORIZZONTALI: 1) Fanciullo, accompagn Teresa Martin al monastero di S. Maria Maddalena de Pazzi. 7) Teresa vi scopr un aspetto importante della sua vocazione 8) Grazie a queste linee si avvera oggi un sogno di Teresa. 9) Figlie di Ges. 10) Il Carlo che scrisse in morte di un grande filosofo, amico di Teresa: Tutto gli era servito soltanto a confermare i limiti della nostra coscienza e l onnipotenza del Dio soltanto raggiungibile dalla preghiera di una santa come Teresa di Lisieux. 11) Pseudonimo della Rouget, notturna compagna di santa Teresa 13) Ebbe un amico in comune con Teresa, un domenicano franceseVERTICALI: 1) Fanciulla, preg sulla tomba di Teresa per la guarigione degli occhi. 2) I piccoli, per i quali Teresa accett di sedere alla mensa dei peccatori. 3) Nel golf, numero di colpi previsto per terminare una buca 4) Citt del Mozambico 5) Romanzo di Miguel de Unamuno 6) Iowa 12) Ingan-na Mowgli ne La corsa di primavera. 13) Primogenito di Giuda

    A tutti i lettori che entro il 31 maggio 2015 ci faranno avere la soluzione di questo cruciverba (per telefono, fax, e-mail, lettera o personal-mente), verr inviato il rosario con

    scatoletta che vedete nella foto.

    CRUCIVERBA DEGLI AMICI

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    11 12 13

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    ORIZZONTALI

    1. Fanciullo, accompagn Teresa Martin al monastero di S. Maria Maddalena de' Pazzi. 7. Teresa vi scopr un aspetto importante della sua vocazione8. Grazie a queste linee si avvera oggi un sogno di Teresa.9. Figlie di Ges.10. Il Carlo che scrisse in morte di un grande filosofo, amico di Teresa: Tutto gli era servito soltanto aconfermare i limiti della nostra coscienza e l' onnipotenza del Dio soltanto raggiungibile dalla preghiera di unasanta come Teresa di Lisieux.11. Pseudonimo della Rouget, notturna compagna di santa Teresa13. Ebbe un amico in comune con Teresa, un domenicano francese.

    VERTICALI

    1. Fanciulla, preg sulla tomba di Teresa per la guarigione degli occhi.2. I piccoli, per i quali Teresa accett di sedere alla mensa dei peccatori.3. Nel golf, numero di colpi previsto per terminare una buca4. Citt del Mozambico5. Romanzo di Miguel de Unamuno6. Iowa12. Inganna Mowgli ne La corsa di primavera.13. Primogenito di Giuda

    A tutti i lettori che entro il 31 maggio 2015 ci faranno avere la soluzione di questo cruciverba

    (per telefono, fax, e-mail, lettera o personalmente), verr inviato il rosario con scatoletta che

    vedete nella foto.

  • ma piuttosto esigente. La guerra intanto induce il Provinciale a ri-unire ad Adro nel 1944 quasi tutti i giovani studenti della Provincia: oltre ai 30 ragazzi del collegio si trovano insieme circa 70 frati. E un momento di emergenza e an-che di convivenza straordinaria per tutti. Finita la guerra e terminato il li-ceo, arriva per la teolo-gia a Venezia, dove Provinciale il burbe-ro ma benefico p. Tarcisio Benedetti, che non risparmia i suoi rabbuffi a quegli studenti piuttosto vi-vaci del dopo-guerra. Loro maestro il p. Na-zareno. Il nostro Fra Na-tale, fatta la professione solenne con qualche ritar-do il 26.2.1948, ordinato sacerdote nella basilica della Sa-lute il 25 giugno 1950. La prima messa solenne la celebra a Viglia-no Biellese (Vercelli), dove gi nel

    1938 sono emigrati i suoi parenti. Nel luglio 1951 viene destinato dal Provinciale p. Albino Marchet-ti al convento di Mantova, a fare il secondo noviziato. Gli pesa un poco fare la mezzanotte con il Mattutino, ma gli piace andare nelle parrocchie a predicare e poi in casa dedicarsi a tanti lavori che il suo occhio pratico vede oppor-tuni. Dal priore p. Giovanni Can-

    diani riceve la fiducia di cui avr sempre

    bisogno e lavora in coppia con p. Cornelio Casta-gnaro con cui si intende bene.

    Il 16 luglio 1952 in-via al Provinciale una

    lettera in cui si dichiara non ancora poco pronto ad

    andare in missione, pur avendo-ne espresso lui stesso il desiderio: Quello che mi dispiace per il mo-mento non poter assicurare V.R. della mia adesione di cui forse sente il bisogno. Accetta invece,

    17Santa Teresa Aprile 2015

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    ORIZZONTALI: 1) Fanciullo, accompagn Teresa Martin al monastero di S. Maria Maddalena de Pazzi. 7) Teresa vi scopr un aspetto importante della sua vocazione 8) Grazie a queste linee si avvera oggi un sogno di Teresa. 9) Figlie di Ges. 10) Il Carlo che scrisse in morte di un grande filosofo, amico di Teresa: Tutto gli era servito soltanto a confermare i limiti della nostra coscienza e l onnipotenza del Dio soltanto raggiungibile dalla preghiera di una santa come Teresa di Lisieux. 11) Pseudonimo della Rouget, notturna compagna di santa Teresa 13) Ebbe un amico in comune con Teresa, un domenicano franceseVERTICALI: 1) Fanciulla, preg sulla tomba di Teresa per la guarigione degli occhi. 2) I piccoli, per i quali Teresa accett di sedere alla mensa dei peccatori. 3) Nel golf, numero di colpi previsto per terminare una buca 4) Citt del Mozambico 5) Romanzo di Miguel de Unamuno 6) Iowa 12) Ingan-na Mowgli ne La corsa di primavera. 13) Primogenito di Giuda

    A tutti i lettori che entro il 31 maggio 2015 ci faranno avere la soluzione di questo cruciverba (per telefono, fax, e-mail, lettera o personal-mente), verr inviato il rosario con

    scatoletta che vedete nella foto.

    CRUCIVERBA DEGLI AMICI

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    ORIZZONTALI

    1. Fanciullo, accompagn Teresa Martin al monastero di S. Maria Maddalena de' Pazzi. 7. Teresa vi scopr un aspetto importante della sua vocazione8. Grazie a queste linee si avvera oggi un sogno di Teresa.9. Figlie di Ges.10. Il Carlo che scrisse in morte di un grande filosofo, amico di Teresa: Tutto gli era servito soltanto aconfermare i limiti della nostra coscienza e l' onnipotenza del Dio soltanto raggiungibile dalla preghiera di unasanta come Teresa di Lisieux.11. Pseudonimo della Rouget, notturna compagna di santa Teresa13. Ebbe un amico in comune con Teresa, un domenicano francese.

    VERTICALI

    1. Fanciulla, preg sulla tomba di Teresa per la guarigione degli occhi.2. I piccoli, per i quali Teresa accett di sedere alla mensa dei peccatori.3. Nel golf, numero di colpi previsto per terminare una buca4. Citt del Mozambico5. Romanzo di Miguel de Unamuno6. Iowa12. Inganna Mowgli ne La corsa di primavera.13. Primogenito di Giuda

    A tutti i lettori che entro il 31 maggio 2015 ci faranno avere la soluzione di questo cruciverba

    (per telefono, fax, e-mail, lettera o personalmente), verr inviato il rosario con scatoletta che

    vedete nella foto.

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    nedopo un paio danni mantovani, di andare in Sicilia, cominciando da

    Carlentini per continuare con Pa-lermo-Rimedi e Palermo-Kalsa, dove per un triennio anche superiore. E unesperienza che lo impegna mol-to, ma che dopo il 1970 chiede di sospendere. Si porta allora a Pieve di Cadore, poi torna a Mantova per qualche anno, quindi rivede Pie-ve e infine si fissa a Ve-rona-Scalzi, la casa dove resta pi a lungo e da cui parte per l apostolato nelle varie direzioni. Sono gli anni in cui la Pro-vincia sta vivendo un passaggio difficile. Sulla rivista Pre-senza, permessa dai superiori dopo la Visita Genera-lizia del 1970-71, si dibattono molte questioni e anche lui prova il bisogno di intervenire con un cer-to piglio, schierandosi dalla parte dei frati pi adulti e respingendo le posizioni dei giovani. Comincia ad avere i bei capelli bianchi, ma non vecchio. Cer-cando di essere conciso e, se possibile, inoffensivo, confessa che, a proposito di contestazioni, in questa materia non sono mai stato lultimo. Sente vivamente i problemi e, secondo la sua indo-le, non sa tacere: Quello che ho scritto mi ha fatto male al cuore, ma non potevo lasciarlo nel ca-lamaio. E conclude: Vi dispen-

    so dal rispondermi, perch voglio che questo fuoco, con il quale tutti ci scottiamo, si spenga una volta per sempre e arda invece quello per la gloria di Dio e il bene delle

    anime.A volte usa delle

    espressioni un po ruvide, ma un uomo onesto e immediato che sa trovare le parole

    di consolazione per tanti, in particolare pro-

    prio per i giovani che, se-condo quanto confida quasi

    con imbarazzo, gli danno vita e allegria, specialmente quando si porta al suo paese di adozione in Piemonte. Sebbene qualche volta sembri far fatica a comunicare, ha dei bei momenti di cordialit con

    battute allegre, intelligenti e fulminanti, espres-

    se con linvincibile accento veneto. Riesce soprattut-to con la gente pi semplice, con la

    quale fa volentieri i pellegrinaggi ad Oropa.

    Nel 50 di sacerdozio lo attorniano moltissimi pa-

    renti ed amici e non pu trattene-re la commozione, come non la tratterr quando un po pi avan-ti lo visiteranno da ammalato. Di salute non stato mai in grosse difficolt, ma in qualche periodo ha dovuto rallentare il passo per il cuore o per altro. E negli ultimi anni ha sofferto davvero, fisica-mente e psicologicamente. Ormai il suo giorno era giunto a sera. E cos s spento nel Signore allo-spedale di Treviso ed stato se-polto a Vigliano Biellese.

    Un Padre spirituale, la cui paterni-t, affonda le sue radici nel cuore. Il cuore di un padre cui premeva non tanto porre laccento sulla gravit delle colpe quanto rac-cogliere lanimo ferito, stanco, deluso, di un figlio che, tal-volta, tornava da un paese lontano.Lincontro in confessionale era un abbraccio, un tor-nare a casa, un ritro-varsi per cantare le lodi della Misericordia.Un Maestro che non sciorinava trattati di Te-ologia morale, ma tra-smetteva quella Saggezza, quella Sapienza biblica che affronta les-senziale, che banalizza il super-fluo, che traccia un cammino di

    conversione lineare tra i mille per-corsi tortuosi dello spirito umano.Un Mistico, padre Natale, che ti faceva percepire lOltre, il Miste-ro di una Misericordia senza li-

    miti, un trasbordare dAmore che colma gli abissi della debolezza e dellumana fragilit. Un Mistico che, forse, non sentiva neppu-re laccusa dei peccati,

    proiettato a trasmette-re lincommensurabile amore di un Dio Croci-fisso Liberatore.Oggi siamo qui a con-segnarLo a quel Dio

    che tanto ci ha testimoniato, sicuri di non averLo perso ma di averLo come amico e protettore in que-sta valle di lacrime.

    TESTIMONIANZA DI UN SALESIANOUn grande Padre Confessore, un Maestro e un Mistico.

    I distintivi di secondo grado del

    programma per ragazze Piccolo

    Fiore (www.beholdpublications.

    com/LFGC_home.htm). Ogni distintivo richiama una virt in cui ci si esercitati

    e si ha fatto dei pro-gressi, sulle orme

    del Piccolo Fiore di Ges, santa Teresa

    di Lisieux.

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    nedopo un paio danni mantovani, di andare in Sicilia, cominciando da

    Carlentini per continuare con Pa-lermo-Rimedi e Palermo-Kalsa, dove per un triennio anche superiore. E unesperienza che lo impegna mol-to, ma che dopo il 1970 chiede di sospendere. Si porta allora a Pieve di Cadore, poi torna a Mantova per qualche anno, quindi rivede Pie-ve e infine si fissa a Ve-rona-Scalzi, la casa dove resta pi a lungo e da cui parte per l apostolato nelle varie direzioni. Sono gli anni in cui la Pro-vincia sta vivendo un passaggio difficile. Sulla rivista Pre-senza, permessa dai superiori dopo la Visita Genera-lizia del 1970-71, si dibattono molte questioni e anche lui prova il bisogno di intervenire con un cer-to piglio, schierandosi dalla parte dei frati pi adulti e respingendo le posizioni dei giovani. Comincia ad avere i bei capelli bianchi, ma non vecchio. Cer-cando di essere conciso e, se possibile, inoffensivo, confessa che, a proposito di contestazioni, in questa materia non sono mai stato lultimo. Sente vivamente i problemi e, secondo la sua indo-le, non sa tacere: Quello che ho scritto mi ha fatto male al cuore, ma non potevo lasciarlo nel ca-lamaio. E conclude: Vi dispen-

    so dal rispondermi, perch voglio che questo fuoco, con il quale tutti ci scottiamo, si spenga una volta per sempre e arda invece quello per la gloria di Dio e il bene delle

    anime.A volte usa delle

    espressioni un po ruvide, ma un uomo onesto e immediato che sa trovare le parole

    di consolazione per tanti, in particolare pro-

    prio per i giovani che, se-condo quanto confida quasi

    con imbarazzo, gli danno vita e allegria, specialmente quando si porta al suo paese di adozione in Piemonte. Sebbene qualche volta sembri far fatica a comunicare, ha dei bei momenti di cordialit con

    battute allegre, intelligenti e fulminanti, espres-

    se con linvincibile accento veneto. Riesce soprattut-to con la gente pi semplice, con la

    quale fa volentieri i pellegrinaggi ad Oropa.

    Nel 50 di sacerdozio lo attorniano moltissimi pa-

    renti ed amici e non pu trattene-re la commozione, come non la tratterr quando un po pi avan-ti lo visiteranno da ammalato. Di salute non stato mai in grosse difficolt, ma in qualche periodo ha dovuto rallentare il passo per il cuore o per altro. E negli ultimi anni ha sofferto davvero, fisica-mente e psicologicamente. Ormai il suo giorno era giunto a sera. E cos s spento nel Signore allo-spedale di Treviso ed stato se-polto a Vigliano Biellese.

    Un Padre spirituale, la cui paterni-t, affonda le sue radici nel cuore. Il cuore di un padre cui premeva non tanto porre laccento sulla gravit delle colpe quanto rac-cogliere lanimo ferito, stanco, deluso, di un figlio che, tal-volta, tornava da un paese lontano.Lincontro in confessionale era un abbraccio, un tor-nare a casa, un ritro-varsi per cantare le lodi della Misericordia.Un Maestro che non sciorinava trattati di Te-ologia morale, ma tra-smetteva quella Saggezza, quella Sapienza biblica che affronta les-senziale, che banalizza il super-fluo, che traccia un cammino di

    conversione lineare tra i mille per-corsi tortuosi dello spirito umano.Un Mistico, padre Natale, che ti faceva percepire lOltre, il Miste-ro di una Misericordia senza li-

    miti, un trasbordare dAmore che colma gli abissi della debolezza e dellumana fragilit. Un Mistico che, forse, non sentiva neppu-re laccusa dei peccati,

    proiettato a trasmette-re lincommensurabile amore di un Dio Croci-fisso Liberatore.Oggi siamo qui a con-segnarLo a quel Dio

    che tanto ci ha testimoniato, sicuri di non averLo perso ma di averLo come amico e protettore in que-sta valle di lacrime.

    TESTIMONIANZA DI UN SALESIANOUn grande Padre Confessore, un Maestro e un Mistico.

    I distintivi di secondo grado del

    programma per ragazze Piccolo

    Fiore (www.beholdpublications.

    com/LFGC_home.htm). Ogni distintivo richiama una virt in cui ci si esercitati

    e si ha fatto dei pro-gressi, sulle orme

    del Piccolo Fiore di Ges, santa Teresa

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    sa Provengo da una fami-glia religiosa ma poco o niente praticante, tranne mia madre. Da bambino

    avevo con la fede un rapporto a dir poco strano. Bestemmiavo molto spesso per abitudine, sen-za nessun motivo ammesso che ve ne possa essere qualcuno. In me, in quel periodo, si verificava-no fenomeni strani come spesso durante le notti mi sentivo sof-focare senza alcun moti- v o apparente, quando dormivo in luoghi, da solo, sentivo rumori strani ma al mat-tino trovavo tutto al pro-prio posto. Quindi la solitudine mi ango-sciava, mi rendeva tri-ste. Nei casi di necessit mi rivolgevo sempre a Dio ma non capivo se la mia fosse fede o paura, timore. Non lo so! Le tentazioni del diavo-lo erano e sono sempre in aggua-to ma con la preghiera ho supera-to tutto ci che mi capitava.

    Tali situazioni mi hanno portato a cercare di dimenticare il passato e di avvicinarmi sempre pi alla chiesa nel senso di accostarmi ai sacramenti e di rivolgermi sempre al buon Dio, nostro Padre, che non ci abbandona mai.

    Nei giorni che mi sono sentito pi solo, abbandonato, amareggiato, scoraggiato, durante la notte ho sempre sognato qualcuno che in forma anonima veniva ad incorag-giarmi. Nel corso della mia vita ho attraversato tanti periodi difficili e molto, ma molto negativi. In uno di questi, quando sembrava che tutto fosse finito per me in quan-to era andato tutto perduto ed era finito nel peggiore dei modi, una

    notte, sogno che alla fine del-le scale di casa, cio vicino

    alla porta dingesso, trovo una don-na vestita tutta di nero che mi

    guarda senza dire una sola parola, molto spaventato

    di questo so-gno lo racconto ad un parente che dopo aver

    ascoltato il sogno mi dice che quella don-

    na rappresentava la Ma-donna.

    Da quel momento le mie preghie-re sono state un continuo cre-scendo e la mia fede aumentata sempre pi, acquistando sempre pi fiducia e speranza. Dopo alcu-ni giorni di preghiere affinch mi venisse concessa la grazia della guarigione per una persona a me molto cara e che stava rischiando la vita, una notte sogno un uomo la quale rivolgo con insistenza la preghiera perch quella persona

    venisse guarita ed i suoi cenni col capo erano sempre negativi fin-ch alla fine delle mie insistenze mi guarda e mi fa cenno, sempre col capo, di s; cos stato, quel-la figura di uomo penso sia stata quella del nostro Signore che mi ha concesso la g