Il Nostro posillipo Anno 2° numero 9 Ottobre ’08

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Anno 2° numero 9 Ottobre ’08 Mensile di informazione sociale. Distribuzione gratuita. Spedizione in abbonamento postale n. 002255 SPECIALE ELEZIONI Eletti i nuovi organi sociali CANOTTAGGIO Una stagione da incorniciare CLUB MAGAZINE TRIATHLON Oltre le previsioni CANOA POLO Una accoppiata tricolore

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Club megazine

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Anno 2 n. 9Ottobre 2008Registrazione Tribunale di Napolin° 17 del 28/02/2007Mensile Sociale di InformazioneSped. in Abb. Postale 70%DCB-CNS/S/07Distribuzione Gratuita

Direzione, Redazione ed AmministrazioneCircolo Nautico PosillipoVia Posillipo, 5 - 80123 Napolitel. 081.5751282 fax 081.5757832www.cnposillipo.orge-mail: [email protected]

Direttore Editoriale:Bruno Caiazzo

Direttore Responsabile:Giovanni (Nino) d’Agresti

Segreteria di Redazione:Pietro Negri

RedazioneAldo Genua, Dario Geremicca

Progetto grafico:SGS s.r.l.comunicazione creativaVia Aniello Falcone, 12680127 Napolie-mail: [email protected]

FotografieGianni Lamberti, Mimmo Perna, Roberto Polverino

Hanno collaborato a questo numero:Mario Bifani, Luciano Calabrese, Antonio Capasso, Francesco d’Agresti, Ugo De Curtis, Marco Demarco, Claudia De Simini, Mimmo Di Martino, Roberto Fiore, Giuseppe Farace, Alessandra Gargiulo, Mario Giannattasio, Anna Chiara Gravagnuolo, Silvana Lautieri, Andrea Longobardo, Massimo Lo Iacono, Neil Mac Leod, Dino Meglio, Nando Morra, Rosaria Morra, Luigi Orlandi, Massimo Pierro, Massimo Rosi, Angelo Rossi, Pippo Russo, Fabiano Salemme, Pasquale Vittorio Santoro, Nerea Soditra

Stampa:Cangiano Grafica S.r.l.Via A. Soglianostrada priv. Improta, 880141 Napoli

Il contenuto degli articoli rispecchia l’opinione dei singoli autori

Forse sbaglio, ma per ragioni professionali ho sem-pre ritenuto giusto che il direttore di un giornale lo-

cale non dovesse essere iscritto ad alcun circolo cittadino.La ragione è intuibile: evitare che il richiamo dell’appartenenza possa allontanare dal dovere della informazione. E poiché nei circoli passa tanta parte della città, ecco che la prudenza mi ha sempre spinto a non cedere alla tentazione.Tranne una volta, quando sollecitato dalla possibilità di ricevere amici e conoscenti su una delle più belle terrazze del lungomare, ho preso carta e penna e chiesto l’iscrizione. Ho anche pagato la retta, ma poi il vecchio dubbio è tornato in superficie.E così, dopo neanche qualche mese, e senza mai accedere a quella terrazza, ho presentato, con molto imbarazzo e mille scuse, le mie dimissioni.Ciò detto, accetto sempre volentieri tutti gli inviti che mi vengono dai circoli cittadini, specialmente quando sono in programma iniziative che mi danno la possibilità di confron-tarmi sui temi più vari con interlocutori intelligenti e stimo-lanti. Frequentatore non iscritto, insomma.È questa la mia condizione. Ma perché tale apparente con-traddizione? Anche qui la ragione è molto semplice. Consi-dero infatti la vita dei circoli uno dei momenti in cui si articola la democrazia in una città. So di non dire nulla di originale, ma mi preme ribadirlo. Per Jürgen Habermas non ci sarebbe stata democrazia mo-derna senza i caffè letterari, senza quei luoghi, cioè, dove riproducendo in pubblico l’atmosfera dei salotti privati, la discussione usciva dalla dimensione limitata delle quattro mura domestiche e diventava pubblica.È nei caffè, diceva Habermas, che nasceva l’opinione pub-blica, quell’opinione indispensabile a condizionare l’eser-cizio del potere da parte delle autorità e delle istituzioni. Walter Benjamin attribuiva la stessa funzione democratica ai «passages», alle gallerie parigine dove era appunto pos-sibile incontrarsi evitando l’isolamento nel privato.Prima ancora, Giacomo Leopardi sosteneva concetti analo-ghi pensando alle passeggiate piene di incontri che il sole di Napoli in qualche modo incoraggiava.Finché esisteranno circoli come il Posillipo dove il sole leo-pardiano, i caffè di Habermas e le architetture di Benjamin si fondono in un tutt’uno, Napoli sarà al sicuro. La piacevo-lezza dell’incontro sarà garanzia di una corretta vita demo-cratica.

Direttore del Corriere del Mezzogiorno*

Dicono di Noidi Marco Demarco*

Il doveredell’informazione

Stella d’Oroal

Merito Sportivo

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som

mari

oMentre ci prepariamo ad andare in macchina per la

stampa di questo numero di ottobre della nostra rivista, ci giungono i risultati delle votazioni per l’elezione dei nuovi organi sociali che vedono l’affermazione, con larghissimo margine rispetto al “quorum” richiesto, dell’ing. Bruno Caiaz-zo nuovo presidente del nostro glorioso sodalizio, al quale si affiancano l’avv. Giuseppe Gambardella come vicepresidente amministrativo ed il dott. Massimo Falco come vicepresidente sportivo.Tenuto conto della rilevanza che assume l’evento per il futuro prossimo del nostro Circolo, abbiamo ritenuto utile pubblicare all’interno un inserto “Speciale Elezioni” che riporta, oltre ad un’intervista al neo-presidente ed al suo programma, anche al-cuni articoli inviati alla redazione da soci di “lungo corso” che intendono, in tal modo, porre la loro esperienza al servizio della nuova dirigenza esponendo proposte, suggerimenti e conside-razioni di varia natura.D’altro canto, da un’attenta lettura degli eventi di quest’ultimo periodo, emergono alcuni dati molto significativi che ritengo utile evidenziare: primo, la vastissima partecipazione dei soci – circa seicento – alle votazioni ha dimostrato, ammesso che ce ne fosse bisogno, come questa volta, più che in altre occasioni, era particolarmente sentito il diritto/dovere di partecipare re-sponsabilmente al rinnovamento delle cariche sociali; secondo, la conferma –nonostante il consistente numero di candidature- della stragrande maggioranza dei consiglieri uscenti con il solo innesto di qualche neofita, consente di costruire un Consiglio Direttivo formato da un “mix” tra esperienza ed innovazione.Infine, resta la considerazione forse più importante: dopo un mese di ampio, vivace e civile dibattito interno, tutto quanto fin qui accaduto è la chiara dimostrazione dl una ritrovata e spe-riamo duratura “pax sociale”.È evidente, tuttavia, che occorrerà rimboccarsi le maniche a partire da subito, in quanto, l’esperienza insegna che, l’apertu-ra di credito concessa ai neoeletti, come in ogni evento elettivo democratico, sia esso politico amministrativo o sociale, dura al massimo i primi cento giorni.Intanto, è ripresa la stagione agonistica della pallanuoto che ha visto il Posillipo targato……..Posillipo (almeno per il momento), debuttare in Campionato con una facile vittoria in casa contro la Lazio, ma uscire subito dall’Eurolega 2008/2009 (cosa che non accadeva da tantissimi anni) essendo arrivato solo quarto nel raggruppamento di Duisburg in Germania che purtroppo per noi, ci vedeva partecipare in un girone di ferro con i vicecam-pioni d’Europa dello Jug Dubrovnik, i montenegrini del Budva, i russi del Kazan, i padroni di casa del Duisburg ed i francesi del Nizza; ciò nonostante, essere giunti quarti ci permetterà di par-tecipare comunque ad una competizione internazionale come la Coppa Len che consentirà ai tanti giovani del vivaio innestati quest’anno in prima squadra di crescere e maturare esperienze che speriamo ci consentano, in un futuro non troppo lontano, di rivivere i fasti di un recentissimo passato.Le ristrettezze economiche nelle quali si dibattono tante squa-dre di pallanuoto nelle diverse serie, la mancanza sempre più marcata di sponsor, è la chiara dimostrazione, come sostenuto da più parti, che il futuro di questo sport non può che esse-re, quasi esclusivamente, nei vivai. Ebbene, l’unica certezza che emerge in quest’inizio di stagione in chiaro-scuro è che la società rossoverde che ha sempre vantato un vivaio di ottimo livello, ha forse capito prima di altri questa esigenza, per cui credo si possa essere ottimisti per il futuro.

Editorialedi Nino d’Agresti

Dicono di Noi Il dovere dell’informazione di Marco Demarco

Editoriale Un nuovo ciclo di Nino d’Agresti

Copertina Canoa Polo di Alessandra Gargiulo

Sport Canottaggio di Rosaria Morra Casa Fiore di Roberto Fiore Scherma di Nerea Soditra Triathlon di Neil Mac Leod Coastal Rowing di Massimo Pierro Nuoto Salvamento di Andrea Longobardo Pallanuoto di Angelo Rossi Bridge di Dino Meglio Vela di Fabianno Salemme Tennis di Luigi Orlandi

Attualità L’intervista di Anna Chiara Gravagnuolo Sport & Diritto di Mimmo Di Martino Navigare di Giuseppe Farace Medicina di Pasquale Vittorio Santoro Ambiente di Francesco d’Agresti

Cultura Le Ville di Posillipo di Mario Giannattasio Storia di Massimo Rosi Le Porte di Napoli di Aldo Genua Teatro di Massimo Lo Iacono

Eventi sociali Contattologia medica di Mario Bifani Centro Studi Erich Fromm di Silvana Lautieri

SPECIALE ELEZIONI L’INTERVISTA AL PRESIDENTE di Claudia De Simini L’INTERVISTA AL DOTT. PELLECCHIA IL PUNTO SULLO STATUTO di Antonio Capasso L’OPINIONE di Nando Morra UN NUOVO PROGRAMMA di Luciano Calabrese

Vediamoci al Posillipo di Rosaria Morra

Rubriche Bacheca Avvenimenti Lettere alla Redazione L’angolo dell’esperto di Ugo De Curtis Amarcord La Vignetta by Pippo

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Il Posillipo fa “6”, anzi “12”. Un “ambo” vincente, em-blema del vessillo tricolore che ancora una volta sven-

tola gonfio d´orgoglio alle spalle degli atleti di canoa polo del Circolo di Mergellina di ritorno da Lerici, sede dei play off di massima serie del Campionato Italiano 2008. Il bottino confezionato è stato completo: 6° scudetto per la squadra maschile, altrettanto per quella femminile nell´ambito di una disciplina in cui il Club napoletano, nella sua storia agonisti-ca, si è sempre mostrato protagonista. Questa volta, a portare alto il nome della Napoli rossover-de ai vertici del panorama italiano è toccato, da un lato, al capitano Diego Pagano con Rodolfo Vastola, Fabio Pertusi, Alessandro Vaino, Paolo Di Martino, Alan Vassey, Raffaele Di Manna e Riccardo Palumbo, dall´altro alle valenti France-sca Ciancio (capitano), Fulvia Molea, Ada Prestipino, Vittoria Bocchetti, Rosaria Orlando e Melanie Biemount: due squa-dre in cui l´amalgama tra vecchia guardia ed il nuovo che avanza ha miscelato una “chimica” vincente sin dall´inizio della stagione, con entrambi i campionati letteralmente do-minati fin´anche all´ultima pagaiata, al colpo finale che si è insaccato nella rete avversaria.Da campioni in carica, gli uomini rossoverdi hanno confer-

mato, anche nella finale a 4 di Lerici, l´ottimo campio-nato disputato, affrontando all´ultimo giro di boa tricolo-re il “nemico pubblico” dei play off, ovvero il Chiavari, insieme al Ghisamestieri Palermo e al San Nicola. Ma come lo scorso anno, i posillipini non hanno dato tregua ai rivali: un enplein di vittorie (2 su 2), con l´ultimo match di finalissima per il titolo proprio contro l´ostico Chiavari che, per la secon-da stagione consecutiva, è stato costretto ad ingoia-re il boccone amaro della sconfitta ad un passo dal successo. Due match a senso unico, chiusi rispettivamente dal Posillipo con lo score di 4-1 e 3-0. E poi il gran boato di gioia, accompagnato dal fragoroso applauso della platea che ha reso omaggio

alla squadra rossoverde salita sul primo gradino del podio per la 4ª volta consecutiva negli ultimi anni (dal 2005 ad oggi è un filotto tricolore). Insomma, un vero monopolio, quanto quello del team “rosa” che, sempre nelle finali di Lerici, non è stato da meno. Anzi, l´ultimo atto del campionato femminile ha visto le rossoverdi spuntarla con punteggi ancora più perentori: 6-3 in semifi-nale, poi il trionfo sul Katana addirittura per 7-1. Anche per loro un centro da “6” trionfale, quanti sono i Tricolori portati sulle sponde di Mergellina dal 2002. E il tutto nonostante la rifondazione dello storico gruppo, con diversi innesti di giovani canoiste che in breve si sono dovute inserire negli schemi di squadra. Ma “la classe... Non è acqua” ed il Po-sillipo ne è stato l´esempio, grazie all´estremo impegno e sacrificio di tecnici ed atleti. E dopo tanto lavoro, finalmente è tempo di onori e ricono-scimenti, anche da parte delle Istituzioni cittadine. Nella Sala Cirillo della Provincia di Napoli, infatti, l´assessore allo Sport, Maria Falbo, ha reso omaggio a questa trionfale doppietta di titoli italiani che, per la 4ª volta (come nel 2002 e poi nel 2005 e 2006), si ripropone nella storia agonistica del Club. Parole d´orgoglio quelle dell´Assessore provinciale: «Due compagini che continuano a sacrificarsi per raggiun-gere simili traguardi promuovendo nel contempo uno sport come la canoa polo troppo spesso considerato minore».Dedizione ed attaccamento, i cardini dell´impresa, «con cui

Una accoppiata tricoloreper i polisti rossoverdiPer la quarta volta nella breve storia di questo sport la squadra maschile e quella femminile del Posillipo vincono lo scudetto nella stessa stagionedi Alessandra Gargiulo

copertina

canoa polo

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il Posillipo si prodiga, senza differenze, in tutte le sue otto discipline praticate - sottolinea il vice presidente sportivo Bruno Caiazzo, accompagnato nell´occasione dal dott. Massimo Falco -. E le soddisfazioni ci confermiamo ancora fiore all´occhiello dello sport italiano».Ma il raggiungimento di simili risultati, non può prescindere dal destino prossimo della sede stessa del Club, a rischio vendita da parte del Comune a privati. «Siamo noi del Posillipo i conduttori in essere - prosegue Ca-iazzo - e per questo lanciamo un forte appello all´istituzione comunale. Senza dubbio avvalorato ancor più dalla con-quista di questi altri due titoli italiani spettacolari e, non me ne voglia la squadra femminile, li definirei anche “virili”. Nel senso più ampio del significato, ovvero di forza, propria solo di una grande tenacia, mista al duro lavoro e ad immensa passione».Insomma, una fame di vittorie che non accenna ad appa-garsi nel tempo, sebbene i molteplici trionfi conquistati an-che in campo internazionale: dall´ultimo bronzo mondiale di quest´estate con la Nazionale italiana, alle due scorse Cop-pe Campioni di Club (2002 e 2006). «Sì è vero: la “fame” ed il costante sacrificio sono le nostre armi vincenti» conferma Rodolfo Vastola, tecnico della canoa polo rossoverde, non-ché tra gli atleti di punta della stessa, oltre a rivestire i panni di ct della Nazionale italiana femminile insieme al premiato Gabriele Fabris, responsabile dell´Under 21 azzurra.Proprio a Vastola, ecco la consegna da parte dell´assessore Falbo di una targa: “In riconoscimento del lavoro fatto e in ricordo di questa sesta edizione di Campioni d´Italia”. Pre-mio che conclude «una bella stagione agonistica, ma anche molto lunga e difficile - come lo stesso Vastola la defini-sce -. Per gli impegni della Nazionale, quest´anno i play off scudetto si sono disputati a settembre anziché a luglio, e ritrovare forza ed energia non è stato facile. Inutile poi na-scondere che di canoa non si “campa” e quindi siamo tutti atleti impegnati quotidianamente nei rispettivi impegni la-vorativi; inoltre quest´anno abbiamo dovuto fare i conti con gravi problematiche relative agli spazi d´acqua dove allenar-

ci, tanto che alla fine siamo stati costretti a prepararci addi-rittura nel piccolo porticciolo nel Circolo». Anche per questo resta un piccolo rammarico. «La Coppa Campioni, sfuggitaci quest´anno subito dopo la vittoria dello scudetto». Si cerca, dunque, una soluzione come ad esempio «una concessione di spazio d´acqua da parte dell´Autorità Portuale». Ma se, nonostante le grandi difficoltà incontrate, il Posillipo ha continuato ad occupare il gradino più alto del podio tricolore, la soddisfazione rie-sce ora a ricompensare in gran parte quanto dato da questi uomini e donne allo sport italiano tutto, nel suo aspetto più sano e più vero.Al termine della cerimonia, medaglie per tutti e foto ricordo, emblema conclusivo di un anno agonistico ancora trionfa-le, come puntualizza il consigliere rossoverde alla canoa, Sergio Avallone. «Anche questa volta il nostro bilancio sta-gionale è più che positivo, dalla canoa polo, ormai punto di riferimento nazionale ed internazionale, alla canoa olimpica con le sue punte di diamante in atleti del calibro di Raffaele Cicala e soprattutto di Albino Battelli» (quest´anno vicecam-pione italiano, ma soprattutto argento europeo Under 23). E proprio per il giovane Albino «abbiamo già stilato un pro-gramma quadriennale insieme alla Federazione Italiana che in pratica lo considera atleta di riferimento a livello nazionale verso quelli che saranno i Giochi di Londra 2012» afferma ancora Avallone.Il futuro, si sa, fonda le proprie radici nel presente in cui cominciare ad allevare giovani speranze: una filosofia che proprio il Posillipo già da tempo ha fatto propria aprendo annuali iscrizioni ai corsi di canoa per una leva che, in ambo le specialità (polo ed olimpica) possa un domani offrire un valido cambio generazionale. Da settembre le porte del Cir-colo sono infatti aperte per quanti vorranno iniziare a ci-mentarsi in vigosose pagaiate, come quelle che cinque ra-gazzi dell´under 21 rossoverde hanno impresso nelle difficili acque della Coppa Italia 2008, trofeo conclusivo della sta-gione di canoa polo disputato a metà ottobre, in cui hanno rimpinguato il bottino posillipo con uno splendido argento.

canoa polo

Le squadre maschile e femminile festeggiano il doppio tricolore

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sport

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Bilancio assolutamente positivo per il remo posil-lipino.

La fiorente sezione sportiva del sodalizio di Mergellina chiu-de la stagione agonistica con numeri da capogiro: centot-tantatrè gli atleti impegnati, trentaquattro allievi, venti ca-detti, venticinque ragazzi, quindici junior, ventuno under 23, venti pesi leggeri e senior A, e quarantotto master, per un totale di centottantarè atleti, tredici dei quali hanno vestito la maglia azzurra. Tanti i trofei vinti, la “Coppa Montù”, la “Pattison”, la “Pepe”, la “Correra”, la “Di Tommasi”, la “Mer-lino”, la “Mario Bovo”, il “Trofeo Gigi Bonatti”, otto i titoli ita-liani conquistati, e ben dieci quelli regionali vinti durante le regate dei campionati campani svoltisi al Lago Patria. Inoltre, una fiorente attività giovanile guidata da valenti e qualificati istruttori, sotto la guida del direttore tecnico co-

Una stagione da incorniciareBilancio particolarmente positivo per il remo rossoverde che conclude la stagione con una messe di successi

di Rosaria Morra

stituisce da anni una fucina dove si plasmano i canottieri del domani. Un team collaudato quello remiero, consigliere il professor Guglielmo Cannone, allenatore capo il professor Mimmo Perna, allenatori di settore Raffaele Pulzella, Pa-squale Marigliano, Antonio Coppola ed Ettore di Taranto. A sottolineare il valore tecnico ed atletico del remo rosso-verde i risultati dei recenti “Campionati italiani in tipo rego-lamentare” disputatisi a Trieste, nelle acque del lungomare della Barcola. I successi arrivano in tutte le categorie fede-rali, dai senior ai ragazzi, fino ad arrivare ai master. Il bottino questa volta è costituito da due titoli tricolori conquistati nelle specialità del quattro jole, dei plurimediagliati Aldo Tramontano, Valerio Massimo, Rosario Agrillo e Francesco Gabriele timonati da Leonardo Bellucci (che tagliano il tra-guardo con oltre cinque secondi di vantaggio sui padroni di casa del Saturni medaglia d’argento), e dell’otto jole senior, a bordo della quale oltre ai già citati Aldo Tramontano, Vale-rio Massimo e Rosario Agrillo c’erano Federico Migliaccio, Matteo Gragnaniello, Luca De Maria, Fabio Infimo e Dome-nico De Cristifano guidati sempre da Leonardo Bellucci, un argento conquistato dal quattro gig ragazzi ed un bronzo dal quattro jole senior. Nella categoria ragazzi il quattro gig posillipino con a bordo Marco Di Costanzo, Salvatore Noia, Salvatore Marigliano e Marco Citarella con a timone Fabio Minichini conquista l’ar-gento dietro ai concittadini del CRV Italia e davanti ancora una volta ai padroni di casa del Saturnia. Tra gli junior invece arriva una medaglia di bronzo ad opera del quattro jole di Igor Squadra, Simone Falanga, Alessan-dro Addabbo e Cristian Santandrea guidati da Fabio Mini-chini che giungono terzi al traguardo dietro al Saturnia cam-pione d’Italia e alla Giudecca medaglia d’argento.

L’otto junior secondo nella scia del Saturnia

Fabio Infimo, Federico Migliaccio

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canottaggio

Grandi soddisfazioni arrivano anche nelle regate riservate ai master dove si laurea campione d’Italia, nella categoria F il quattro jole composto da Luigi De Martino, Gegè Astone, Antonio Tomacelli e Guido Morelli guidati al timone dal miti-co Francesco Frullone. Notevole è stata anche la prestazio-ne del canoino master categoria D di Franco Manetta che conquista la medaglia d’argento. Con i Campionati Italiani di Tipo regolamentare si conclude l’attività agonistica dell’anno 2008. Il prossimo appunta-mento importante saranno le elezioni federali di dicembre dove si deciderà l’assetto futuro della federazione e si sta-biliranno i programmi tecnici in vista del quadriennio che dovrà proiettare gli atleti rossoverdi verso le Olimpiadi di Londra 2012. «A parte il vento che ha disturbato in particolare il sabato, per il resto è un bilancio molto positivo, un record di parte-cipanti che ha portato a Trieste, assieme agli oltre 700 atleti, tra tecnici, accompagnatori e spettatori, alcune migliaia di persone. Un campionato che torna dopo cinque anni nel-

la nostra città, fortemente voluto dalla Federazione, con il contributo delle Istituzioni tutte ed il conforto delle più alte Cariche dello Stato, tanto che non è un caso la targa d’ar-gento massiccio donata dal Presidente della Repubblica. L’assegnazione di gare di questo genere è - dichiara Dario Crozzoli, vicepresidente federale - attestazione di simpatia, stima e fiducia. Mio è il compiacimento perché il buon esi-to della manifestazione è il frutto del lavoro di un comitato

Agrillo, Migliaccio, Massimo, Infimo, Bellucci

il Posillipo a Varese

composto da tutte le società di canottaggio, che ha saputo cogliere l’indirizzo della Federazione che voleva assieme le realtà regionali a cooperare. Un esperimento riuscito, da ri-proporre anche in altre parti della nostra penisola. I risultati dei club che a Trieste hanno primeggiato non sono casuali, ma il frutto di un ottimo lavoro svolto dalle società che segna la netta ripresa dello sport del canottaggio anche nelle im-barcazioni di tipo regolamentare». Questi favolosi successi sono la giusta ricompensa per i tanti sacrifici cui i giovani atleti del Posillipo si sottopongono: gli allenamenti, i ritiri, le gare, un calendario scandito da “onerose ricorrenze”, la consapevolezza che i frutti si coglieranno solo dopo molto tempo. «L’orgoglio che provo non è dato solo dai successi, dallo scintillio delle coppe, dal prestigio delle targhe, alle ba-cheche sempre più piene di trofei, ma anche dalla certezza che i nostri campioni, sono persone dall’evidente spessore umano; il vivaio, che così attentamente facciamo crescere, è - dichiara Cannone - una culla, e lo preserviamo da inutili incombenze; la gioia di fare qualcosa di buono ripaga noi addetti ai lavori dei tanti sacrifici fatti, e dell’impegno così naturalmente profuso».

Il due con e Mimmo Perna

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sport

casa Fiore

Scrivo queste righe all’indomani di due sconfitte: Be-nefica e Genova ed in attesa di una necessaria vitto-

ria sulla Juventus che può realizzarsi particolarmente in questo momento.Ho notato che l’espressione visiva, per fortuna solo di una par-te di tifosi, è cambiata. Il bel sorriso sui loro volti è scomparso, non sono più certi di avere una squadra da primi posti in classi-fica e molti appassionati, particolarmente i nostri soci, vogliono conoscere il mio pensiero.Io sono convinto che le due sconfitte erano quasi prevedibili perché: il Benefica non solo è una buonissima squadra che di-spone di cinque o sei elementi di valore, ma è anche una squa-dra di grandi tradizioni che da sessant’anni abituata a giocare a livello europeo per cui negli incontri internazionali, specie contro squadre come il Napoli, che da anni gioca solo in Italia, senza mai varcarne i confini, ha fatto prevalere l’esperienza e la capacità di affrontare incontri europei, con la calma del più esperto. Il Benefica ha costruito il suo passaggio in UEFA, gio-cando a Napoli una partita accorta nell’intento di pareggiare o perdere con il minimo scarto e nonostante i tre goal degli azzurri, con l’aiuto di un po’ di fortuna ha realizzato due reti de-terminanti che nel ritorno di Lisbona, come era prevedibile, le ha consentito, grazie alla vittoria per 2 a 0, di superare il turno. Sono convinto che tra qualche anno ritorneremo a Lisbona e otterremo un diverso risultato.Per quanto riguarda, invece, la partita di Genova, la diagnosi è un po’ diversa. Abbiamo giocato fuori dalle nostre mura contro

Un campionato di conferma

di Roberto Fiore

Denis e Santacroce festeggiano dopo la rete al Bologna

L’esperienza e la maturità proietteranno il Napoli verso traguardi importanti

una squadra da considerarsi quasi al nostro livello e purtroppo, come già accaduto nello scorso campionato, le difficoltà mag-giori non le troveremo forse contro i cosiddetti squadroni, ma sempre contro squadre della nostra stessa levatura che sono poi le stesse difficoltà che esse incontreranno venendo al S. Paolo per cui sono certo che, nel prosieguo del campionato, batteremo squadre certamente più forti del Genova. Ricordia-mo che l’anno scorso, contro le sei squadre considerate le più forti del torneo, abbiamo raccolto ben diciotto punti ed avrem-mo firmato volentieri, prima delle partite, per un solo punto in ogni incontro.I tifosi sono liberi di entusiasmarsi appena il Napoli vince, vi-vere contenti fa di sicuro bene alla salute, ma non devono sof-frire più del necessario nel caso di qualche sconfitta perché la sofferenza fa male al fegato e questo è un organo vitale, non bisogna metterlo a dura prova.Oggi contiamo su una buona squadra, forse, anche forte, dob-biamo avere fiducia e sperare. Mi auguro, che prima dell’uscita del ns. mensile, il Napoli abbia sconfitto la Juve, fra l’altro man-cante di molti titolari tra i quali Sissoko, tipo di giocatore che servirebbe al Napoli come il pane.Vorrei ricordare a Marino che perfino il Napoli di Maradona per imporsi dovette ricorrere ad un certo Romano prelevandolo dalla Triestina, per cui consiglio al DG di rintracciare, a qua-lunque costo, un secondo Romano per poter vedere così in campo il miglior Lavezzi ed ottenere risultati importanti per la soddisfazione dei tifosi napoletani.Mi rivolgo direttamente a voi tifosi napoletani, oggetto in que-sti ultimi tempi di punizioni severe; anche se pochissimi di voi sono i colpevoli di quanto accade, le istituzioni sportive e go-vernative colpiscono, con i loro provvedimenti tutti inesorabil-mente.Io credo fermamente che deve finire l’epoca di punire le tifose-rie nella loro totalità e credo che sia giunto il momento di farsi ascoltare, di fare la voce grossa.Per essere ascoltati, per avere giustizia, per non ricevere puni-zioni sbagliate, bisogna essere uniti e ben rappresentati, ecco perché ho creato un movimento sportivo apolitico, avente la scopo di aiutare tutte le società, le squadre, gli atleti di tutti gli sport.Nel mese di novembre terrò una conferenza stampa nella qua-le spiegherò dettagliatamente le finalità delle azioni che ho in mente e se, come sono certo, amate il Napoli come l’amo io, sarete convinti della validità del mio programma aderite all’ini-ziativa e consigliate ai vostri amici di fare altrettanto.

Per Napoli

Ho avuto l’onore di presie-dere il nostro Circolo dall’83 all’87; durante tale periodo ottenemmo molti successi sportivi, finanche il 1° scu-detto nella pallanuoto.Il merito fu soprattutto degli atleti con il concorso setti-manale di ben settemila ti-fosi ed il successo di questa impresa fu il risultato di una collaborazione fra tutti noi soci.Ora chiamo a raccolta tutti; dobbiamo, insieme, com-piere un’altra impresa.DOBBIAMO CAMBIARE NAPOLI!Vi attendo nella nostra sede, lunedì 10 novembre prossimo alle ore 18,00, quando in una conferenza stampa illustrerò questa mia iniziativa; ritengo e mi auguro che il merito del successo di quanto andiamo ad iniziare possa essere attri-buito soprattutto ai soci del posillipo

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Molto spesso abbiamo parlato dei grandi scher-midori che si allenano nella sala d’armi del Cir-

colo, dei campioni del presente e del passato che hanno dato lustro alla fiorente tradizione della scherma Posillipina, vincendo, sulle pedane di tutto il mondo, allori mondiali ed olimpici. Eppure tale florida tradizione schermistica è nata anche con il prezioso apporto di altri atleti, sicuramente meno blasonati, che hanno, tuttavia, saputo dare il loro contributo sia personale che agonistico alla sala.Questi schermidori, fondamentali per una buona sala d’ar-mi, si allenano ogni giorno con grandissimo impegno e al meglio delle loro possibilità, si presentano agli appun-tamenti importanti al massimo della forma, raggiungendo spesso risultati di prestigio e, all’interno della squadra, san-no sostenere e consigliare i ragazzi più giovani. Sono, in effetti, dei veri e propri professionisti dello sport, che sanno, però, dividere il loro tempo tra lo studio o il lavoro e l’attività agonistica.Nella squadra di sciabola rosso-verde, ad esempio, per

Una fiorente tradizioneLa prestigiosa storia della scherma rossoverde nasce anche grazie ai tanti atleti meno blasonati che si impegnano giornalmente per dare il loro prezioso contributodi Nerea Soditra

scherma

da sx Francesco Malena, Giovanni De Gregorio e Leonardo Caserta

le loro notevoli caratteristiche personali, rivestono un ruo-lo fondamentale, atleti come il diciannovenne Giovanni de Gregorio, e le ventenni Marta Puglia ed Annachiara Nurra. Tutti e tre, nella loro carriera, hanno ottenuto risultati di rilie-vo (comprese varie convocazioni nella nazionale under-20) ma, soprattutto, hanno saputo dare al resto della squadra una parte di loro stessi, contribuendo a creare e a rinforzare quello speciale spirito che anima il gruppo della scherma del Posillipo. Giovanni de Gregorio, studente di economia al primo anno, quest’anno affronterà la sua ultima stagione da junior: sarà per lui un anno delicato, non privo di importanti opportu-

La notizia

Anche se non brillantissimo, è stato comunque buono l’esordio dei ragazzi nelle prime gare di calendario. Pur essendo mancato l’acuto sono stati numerosi i “piaz-zamenti” nella Prima Prova Nazionale Cadetti; in par-ticolare, molto buona è stata la prestazione di Eleono-ra Abate classificatasi ottava nella specialità sciabola. Inoltre Daria Marrucco, Giorgio Iodice, Luca Curatoli, Francesca Adamo e Francesco Malena sono riusciti ad ottenere la qualificazione per la gara della categoria su-periore.In questi giorni, sotto la guida del maestro responsabile Leonardo Caserta, si è svolto anche il primo incontro del Centro Federale di sciabola della Scandone. All’al-lenamento hanno partecipato alcuni tra i migliori scher-midori della Campania e della Calabria, comprese atle-te di interesse nazionale.

A sx Marta Puglia sul podio dei Campionati Italiani Play off

nità che egli vorrà assolutamente cogliere. Inserito nella rosa degli azzurrini punterà a dare il meglio dei sé nelle gare nazionali under-20 ma, soprattutto, in quelle internazionali di categoria. Per i ragazzi più giovani rappresenta un rife-rimento mentre, per i maestri, è una persona su cui poter contare quando c’è bisogno.Marta Puglia, pilastro della squadra assoluta di sciabola, studia con eccellente profitto alla facoltà di medicina: è un grande esempio di volitività visto che riesce a gestire, con successo, entrambe le impegnative attività. E’ la tipica “donna squadra” che, proprio nelle competizioni per team, quando bisogna sapersi mettere al servizio del gruppo, rie-sce ad esprimere il meglio di sé.Annachiara Nurra ha ripreso l’attività quest’anno dopo un lungo stop dovuto ad un pesante infortunio. Consapevole di doversi impegnare al massimo per recuperare il suo stato fisico migliore si sta allenando con grande umiltà e dedizio-ne. Contemporaneamente ha iniziato una nuova esperien-za: si occupa dei bambini più piccoli della sala ai quali, due volte alla settimana, insegna la scherma.

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10 il nostro posillipo

sport

triathlon

I risultati del finale di stagione per il triathlon posillipi-no hanno, anche questa volta, oltrepassato le aspet-

tative. Due sono state infatti le gare che hanno assegnato titoli italiani, la due giorni di Lido delle Nazioni dove si sono disputati i campionati “age-group” per la distanza olimpi-ca e l’”Ironman” dell’Isola d’Elba valido come campionato italiano lunga distanza. Al Lido delle Nazioni hanno tagliato il traguardo la bellezza di quattordici atleti rossoverdi, alcu-ni dei quali provenienti dalla Sicilia o dalla Lombardia, un numero a testimonianza dell’impegno e dell’attaccamento ai colori del Circolo che ha accolto con affetto e grande curiosità gli amanti di questo giovane sport. Oltre ai risultati agonistici di grande rilievo con un 7° posto della mamma volante Claudia Casola e un 9° del “solito” Troise e tutti gli altri nei 30 delle rispettive categorie. Non si può non menzionare l’esordio di Rino Fiorillo, socio con provenienza dalla pallanuoto, che si è lasciato ammalia-re dal fascino della multidisciplina ed ha deciso di preparar-si per affrontare una gara alla portata quasi di tutti, ma che richiede comunque un grande impegno ed una preparazio-ne specifica. Un buon risultato per Rino, tanta gioia per aver centrato l’obiettivo e per noi l’auspicio che la sua prestazio-ne faccia da apripista a sempre nuove adesioni, soprattutto da parte dei consoci che già praticano diversi sport, ma non si sono mai cimentati in una gara di triathlon.La già nota vocazione per la lunga distanza di molti dei no-stri triathleti ha fatto sì che in quel dell’Isola d’Elba venis-sero raggiunti e riconfermati i risultati migliori. La selezione

composta da Stefano Troise e dai fratelli Panarella ha arricchito la bacheca del Circolo con ben tre medaglie tricolori. Il campio-ne uscente Francesco Panarella, che agli Europei di Francoforte di luglio era stato il primo italiano a tagliare il traguardo, si è dovuto arrendere solo all’eccezionale stato di forma di Stefano Troise reduce da una serie di risultati significativi nella gare più corte. Più che una lotta fratricida tra compagni di squadra è stato un incitamento ed un supporto vi-cendevole nel mezzo di una gara durissima con una frazione di bici con salite da oltre 3000 m di sviluppo ascensionale ed il grup-petto degli atleti professionisti sbalorditi dalla coppia che in sa-lita faceva il vuoto. Campione d’Italia per il 2008 si è laureato, quindi, Stefano Troise che aveva un conto in sospeso con questa gara. L’anno scorso,

Oltre le previsioniLa già nota vocazione per la lunga distanza di moltidei nostri triathleti ha fatto sì che in quel dell’Isola d’Elbavenissero raggiunti e riconfermati i risultati miglioridi Neil Mac Leod

il Posillipo si è aggiudicatoil 3° posto nel CampionatoItaliano a squadre

infatti, un attacco febbrile la sera prima della gara ne aveva minato la condizione fisica. Stefano veniva dalla superba prestazione all’Ironman di Francoforte dove aveva fermato il cronometro di gara alle 9 ore e 16 minuti, uno dei migliori tempi italiani dell’anno nonché nuovo record campano, per-tanto aveva il titolo italiano di categoria alla sua piena porta-ta. Il nuoto era passato via tranquillo, ma problemi respira-tori avevano trasformato la frazione in bici in un calvario. In cima all’ultima salita prima della frazione di corsa, Stefano vedendomi fermo con l’auto ammiraglia presso un ristoro dove lo stavo aspettando per accertarmi sulle sue condizio-ni di salute, scendeva dalla bici chiedendomi di poter salire in macchina perché si sentiva troppo male. Io quasi d’istinto gli risponevo che doveva arrivare al traguardo comunque e che se voleva fermarsi sarebbe dovuto rientrare in zona cambio perché io non lo avrei preso a bordo. Stefano, no-nostante i problemi fisici, (forte il mio senso di colpa nel ripensare alla scena) ripresosi leggermente tagliava il tra-guardo e, anche se non è riuscito a vincere il Campionato Italiano di categoria, è comunque salito sul podio, sebbene sul gradino più basso, a testimoniaza delle qualità fisiche e mentali del nostro atleta ed allenatore.

Stefano Troise

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sport

triathlon

Storia diversa per Francesco Panarella, lui l’anno scorso, benchè fosse alla prima esperienza sulla lunga distanza, ha dominato nella sua categoria, quest’anno invece, dopo le grandi emozioni di Francoforte, ha dovuto diminuire i carichi di allenamento, soprattutto nella corsa, per poter recupera-re al meglio la condizione fisica. Nonostante lo stop forzato Francesco ha dimostrato comunque i suoi miglioramenti soprattutto nella frazione ciclistica. Lui e Stefano hanno pe-dalato insieme a ridosso del gruppetto dei professionisti per quasi tutta la gara, poi, all’ultimo giro del circuito di 60 km, in salita, Francesco ha incrementato per poter raggiungere e superare quello che è l’atleta italiano più rappresentativo di sempre, Alessandro Alessandri, due volte campione del mondo di duathlon. Francesco nel superarlo lo ha incitato a non mollare ed Alessandri il giorno dopo, durante le premia-zioni, si è complimentato per la sua impressionante frazione ciclistica; stranezze della vita, il campione che sembrava irraggiungibile, ora ti stringe la mano e ti fa i complimenti, un cambio di prospettiva e tutto ciò che ti sta intorno non è più lo stesso. Alla fine della gara Francesco ha ceduto solo ad una incredibile maratona di Stefano arrivandogli al traguardo poco dietro, per lui tanta gioia per un altro podio

in carriera e la voglia di affermarsi anche in campo inter-nazionale. Il terzo posillipino al traguardo è stato Stefano Panarella, fratello di Francesco ed alla prima esperienza sull’Ironman. Nonostante abbia pagato il prezzo dell’ine-sperienza con una inaspettata crisi sul finale della corsa, è grazie a lui che il Posillipo si è aggiudicato il terzo posto nel Campionato Italiano a squadre assegnato sulla somma dei tempi di tre atleti. Questo è il miglior risultato di sempre per una squadra campana, considerato poi che le prime due classificate sono formazioni professionistiche. Il risultato in parte era pronosticabile tenuto conto del quinto posto otte-nuto al mezzo Ironman di Candia in maggio, ma, mai come in questo sport, tra il dire ed il fare c’è in mezzo una gara di dieci ore, dove davvero può succedere di tutto. Ci si potrebbe rammaricare che il secondo posto, su una somma dei tempi superiore alle 30 ore, sia sfumato solo per una cinquantina di secondi, ma la realtà è che la Sezione Triathlon del Circolo Nautico Posillipo è lì, sul tetto d’Italia, a scontrarsi ad armi pari con le migliori squadre professio-nistiche, per cui secondo o terzo posto non fa differenza quando nell’obiettivo per il prossimo anno c’è la vittoria del titolo italiano.

Una suggestiva immagine della frazione di nuoto

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sport

Due equipaggi femminili e due equipaggi maschili del Circolo Posillipo hanno partecipato ai Campionati Ita-

liani di coastal rowing che si sono svolti a Sanremo il 12 ottobre e grande interesse ha suscitato la partecipazione dei due equipaggi femminili master alle regate.Le dieci donne che componevano i due equipaggi rosso-verdi non provengono dal mondo del canottaggio, ma sono donne dai 27 ai 58 anni di età che hanno praticato altri sport in età giovanile e che attualmente continuano a tenersi in al-lenamento chi sciando, chi nuotando, chi andando in canoa e in bicicletta, chi facendo trekking, chi giocando a pallavo-lo ed a calcetto e tanto altro.Questa attività sportiva si integra con il lavoro e la famiglia e così, come per noi uomini, anche per loro gli orari per gli allenamenti sono da ritagliare con cura e attenzione, difatti nel gruppo ci sono professoresse universitarie e ricercatrici, libere professioniste e impiegate nonché una bravissima re-gista cinematografica vincitrice di diversi concorsi per pro-duzione di “corti” ed attualmente impegnata nello staff che ha curato la regia dell’ultimo film di Pappi Corsicato.Dato che in Italia il mondo del canottaggio master è es-

Campionati ItalianiPrimo in Italia nasceil movimento femminilemaster rossoverdedi Massimo Pierro

coastal rowing

Equipaggio femminile A Rossi, Vajana, Pfischer, Castaldi, timoniere Del Gaudio

senzialmente maschile mentre all’estero, principalmente in Francia nel settore del coastal rowing, è considerevole la presenza di atlete donne inserite in equipaggi maschili op-pure di interi equipaggi femminili, è sorto naturale il deside-rio di coinvolgere queste nostre amiche sportive per verifi-care la loro disponibilità a salire su una barca di canottaggio e cercare di creare così un movimento femminile master a modello di quello che avviene all’estero.La risposta all’iniziativa è stata a dir poco entusiasmante e Carla Perrone Capano, in virtù della sua esperienza di veli-sta, ha partecipato a Civitavecchia come timoniera ad una gara di coastal rowing (dove il Posillipo ha vinto) ed a set-tembre ha fatto parte del gruppo di canottieri liguri, siciliani e napoletani nel raid delle isole Eolie su barche di coastal rowing come riportato nell’articolo del numero precedente del magazine.Pertanto, a fine settembre tredici atlete sono state tesserate per il Circolo e così è stato possibile iscrivere i due equipag-gi femminili che hanno partecipato ai suddetti Campionati Italiani di Sanremo; una bella scommessa considerato che, tranne Carla che alle Eolie aveva provato un po’ a vogare, nessuna di loro era mai salita su una barca di canottaggio ed il tempo a disposizione era veramente poco: solo quin-dici giorni!Grazie all’amicizia e alla disponibilità del nostro socio Fran-

il mondo del canottaggiomaster è essenzialmente maschile mentre all’esteroè considerevole la presenzadi atlete donne

NUOTODal primo settembre sono ripresi gli allenamenti che, in questo periodo, privilegiano la preparazione atletica curata sempre con dedizione professionalità ed impegno dal prof. Leonardo Vaira. Quest’anno la sezione nuoto del Circolo vedrà premiato il lavoro fin qui svolto grazie al passaggio tra gli esordienti “A” di ben sette giovanissimi atleti di cui cinque femmine e due maschi ed al primo gruppo si aggiungeranno anche due nuotatori provenienti da altre società; In particolare, si tratta di Michela Franceschini del ’93 (stile libero) e di Silverio Gagliardi ’94 (delfino e stile libero), due validi elementi che vanno ad aggregarsi al bel gruppo consolidato della stagione precedente costituito da tanti giovanissimi maschi e femmine tra i quali spiccano i soliti Carmine Nunziante, Felice Lauri e Renata Fasano, gruppo che fa ben sperare per il futuro del nuoto rossoverde.Per questa nuova stagione, l’augurio che possiamo formulare per la giovane squadra agonistica del Posillipo è quello di poter avere a disposizione nuovi spazi acqua e tempo sufficiente per allenarsi con continuità in modo che anche nel nuoto il nostro sodalizio possa ambire a raggiungere traguardi di prestigio sia nazionali che internazionali analogamente alle altre discipline sportive ,così come avvenuto, d’altra parte nel recente passato quando, Mattia Aversa, più volte sul podio dei campionati italiani giovanili, si classificò secondo al campionato europeo juniores del 2004.Nel contempo, si dovranno anche programmare ed incentivare quelle occasioni di incontro con gli atleti che fanno sentire la presenza del corpo sociale al loro fianco e sviluppano il senso di appartenenza tanto importante per il raggiungimento dei risultati. Un’ultima notazione riguarda Massimiliano Rosolino che, dopo un periodo di riposo seguito agli impegni mondiali ed olimpici, ha ripreso, con immutato impegno, gli allenamenti (tra Verona e Napoli) in vista della nuova stagione agonistica. N.d’A.

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sport

coastal rowing

co Liguori, abbiamo messo le barche sulla spiaggia del Lido Le Sirene, vicino Palazzo Donn’Anna, e per quindici giorni anche a sera inoltrata, vogando con la luce della luna e delle stelle, le ragazze si sono allenate seguendo le indicazioni tecniche di Giuseppe Del Gaudio che ha sposato in pieno il folle obiettivo di partecipare ai Campionati Italiani ed ogni giorno, in qualunque condizione di tempo, è sceso al timo-ne prima con un equipaggio e poi con l’altro.Abbiamo avuto momenti difficili, ma anche tante belle emo-zioni; indimenticabile, tra l’altro, l’incontro con alcuni delfini al calar del sole di un bel pomeriggio di ottobre e tutte le atlete hanno affrontato con impegno e con piacere gli al-lenamenti e qualche volta il gruppo si è potuto allenare in vasca e al remo ergometro del nostro Sodalizio.Finalmente è arrivato il gran giorno e con alcune auto e un pulmino guidato dall’amico/capo/allenatore Del Gaudio, il gruppone è partito verso Sanremo pieno di speranze, ma anche timoroso per la gara visto che, tanto per dirne una, solo il giorno prima di partire gli equipaggi avevano provato a fare il percorso di sei chilometri con un tempo cronome-trato accettabile di trentatre minuti. Arrivati in Liguria si è purtroppo scoperto che la regata master femminile era stata annullata per mancanza di altri equipaggi iscritti e quindi le nostre atlete hanno dovuto par-tecipare alla gara senior assoluti femminili con un percorso,

tra l’altro, mai sperimentato di ben otto chilometri!Va bene così! Il giorno della gara diversi contrattempi tecnici e un po’ di inesperienza facevano arrivare gli equipaggi del Posillipo con circa un minuto di ritardo sulla linea di partenza, quan-do difatti tutti gli altri equipaggi erano già partiti, insomma una bella beffa; quindi, invece di avere un minimo handicap a favore (stante le differenze di età) gli equipaggi rossoverdi erano costretti a inseguirei i sei già partiti.I nostri team, ovviamente non riuscivano a guadagnare po-sizioni ma, a onor del vero, il distacco tra gli ultimi due del gruppo di testa e il più giovane e il più forte dei due equi-paggi del Posillipo rimaneva invariato nonostante le ragazze avessero come timoniere Peppe Del Gaudio con i suoi 76 chilogrammi.All’arrivo in settima ed ottava posizione, due equipaggi ve-nivano penalizzati per infrazioni commesse durante la gara e le nostre atlete si piazzavano così al quinto ed al sesto

Equipaggio B - De Luca, Perrone Capano, Menzione, Lupi timoniere Gentile

posto con grande gioia ed entusiasmo da parte delle atlete stesse e dei numerosi supporters al seguito.A questo punto è d’obbligo citare i nomi uno per uno delle coraggiose:- equipaggio A: Antonella Rossi, Jana Pfitscher, Daniela Va-jana, Enrica Castaldi;- equipaggio B: Fiorella De Luca, Annamaria Menzione, Carla Perrone Capano, Leonella Lupi;- Riserve (ma da premiare comunque per l’impegno profu-so): Alessandra Fasanaro, Cristiana Cusani, Vera Camardel-la, Silvia Renna, Beatrice Faggiano.E gli equipaggi maschili? Grande onore a Giuseppe Del Gaudio, Francesco Gentile, Luca Torrente e Carlo Errico per aver partecipato alla gara senior e non master, con l’obiettivo di portare al Circolo punti validi per la “Coppa Montù” e per l’assegnazione di nuove imbarcazioni.In particolare, l’equipaggio di Del Gaudio si piazzava quinto su quindici concorrenti e col tempo ottenuto in gara avreb-be dominato nella categoria master, nonostante un remo rotto in partenza.L’altro equipaggio posillipino, iscritto alla gara master e composto da Francesco Rizzo, Franco Paganelli dell’Elpis Genova, Massimo Pierro e Guido Morelli terminava al nono posto assoluto e quarto di categoria “over 43” e, nonostan-te avesse una media/età superiore ai 55 anni, lasciava die-tro gli equipaggi di Sanremo, dell’Elpis, della Cerea, di Pa-lermo e dell’Ilva al termine di otto chilometri nella splendida cornice del Golfo di Sanremo.

Equipaggio master maschile Rizzo, Paganelli, Pierro, Morelli, timoniere Frullone

Premiazione gara master

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14 il nostro posillipo

sport

Come l’anno scorso, la stagione si conclude nel migliore dei modi.

L’ultimo appuntamento stagionale per il Salvamento posillipino, e non solo, è il Trofeo Oceanico per il Cen-tro-Sud, che si disputa nelle splendide acque ischitane di Lacco Ameno. Il programma del Trofeo prevede la disputa di tre gare individuali, rispettivamente la Gara con la Tavola (percorso di 600 m a mare su una tavola di salvataggio), la Gara con la Canoa (percorso di 800 m a mare su una canoa) e Bandierine sulla Spiaggia (gara che testa la capacità di reazione ad un’eventuale emergenza dei concorrenti, che, partendo da posizione prona, devono alzarsi, correre per 20 m e prendere una “bandierina” prima degli avversari).Il Circolo Nautico Posillipo era reduce dalla vittoria della scorsa edizione, e dunque si presentava ad Ischia come la squadra da battere. Imbattibilità mantenuta; infatti, sebbene la squadra del Circolo sia giunta seconda nella graduatoria che si ottiene sommando i punti delle due

salvamento

di Andrea Longobardo

L’isola porta beneIl team rossoverde si aggiudica per il secondo anno consecutivo il “Trofeo Oceanico” di Ischia

categorie previste al Trofeo (Ragazzi ed Assoluti), resta al comando se si esclude la categoria Ragazzi (dove non vi erano rappresentanti rossoverdi), che non prendeva punti utili ai fini della classifica di società e ciò nonostan-te l’assenza della punta di diamante della squadra nelle gare in acque libere, Annamaria Costagliola, che non ha potuto concorrere ad Ischia a causa di un infortunio. Ma il team di Gianpaolo Longobardo presenta molti altri

atleti validi, che hanno fatto tesoro della propria com-petitività, della propria esperienza e anche del proprio entusiasmo (si pensi a Vincenzo Di Meo, tornato a ga-reggiare dopo 2 anni), per arrivare a quegli ottimi risultati che hanno permesso alla squadra posillipina di sbara-gliare le avversarie.Il risultato più eclatante è stato nella gara di Bandierine sulla Spiaggia maschile, dove nelle prime quattro posi-zioni troviamo tutti atleti del Circolo: primo e secondo posto per Paolo Parascandola (20 anni) e Nando Salem-me (20 anni), già oro ed argento della specialità ai Cam-pionati Italiani Cadetti, terza piazza per Ciro Tiano (20 anni), ritornato sul podio in questa prova dopo un’incet-ta di “legni”, e quarto il favorito della vigilia Alessandro Costigliola (24 anni), che ha capitolato proprio di fronte ai suoi compagni di squadra. Nella stessa gara, anno-veriamo anche il bronzo della giovane Carmen Capuano (15 anni) che, così come il già citato Salemme, è salita sul podio per il secondo anno consecutivo.Terzo podio consecutivo (su tre edizioni del trofeo) nella Gara con la Tavola, invece, per Enrico Costagliola (26 anni), anche se resta l’amaro in bocca per il colore della medaglia, l’argento: Enrico infatti è stato superato da un ottimo Daniele Checchi (Roma ’70), reduce dai trionfi dei Campionati Europei Juniores. Enrico è inoltre giunto terzo nella Gara con la Canoa, davanti al fratello minore Salvatore Costagliola (15 anni).La stagione può dunque finalmente dirsi conclusa, ma la squadra rossoverde guarda avanti e già ha iniziato la preparazione per l’anno agonistico 2009/2010. Per quanto riguarda la stagione lasciata alle spalle, inve-ce, manca solo l’ufficializzazione della classifica annua-le di società, che dovrebbe vedere i posillipini ottavi in graduatoria (su 150 posizioni). Se questo piazzamento fosse ufficializzato, sarebbe un grande passo avanti ri-spetto alla tredicesima piazza conseguita nella stagione 2007/2008.

Paolo Parascandola e Nando Salemme

Ischia - Bandierine sulla spiaggia

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sport

Fuori dall’Eurolega, in coppa Len. Questo ha sancito l’ottobre europeo del Posillipo, impegnato nel diffici-

lissimo concentramento di Duisburg. I giovani rossoverdi hanno fatto la loro parte ma non è bastato per vincere una concorren-za estremamente competitiva. Il cammino europeo, dunque, proseguirà ma sotto un’altra direzione: si svolta in coppa Len, manifestazione alla quale il Posillipo accede per la prima volta. Primo appuntamento a Napoli a inizio novembre contro Gala-tasary, Split Mornar e Kharkov.JUG TROPPO FORTE - A Duisburg si comincia con una pre-vista sconfitta: troppo forti i vicecampioni d’Europa dello Jug Dubrovnik per il Posillipo che lotta e resta in partita per due tempi, ma poi deve arrendersi di fronte alla classe e all’espe-rienza dei croati. Non tragga in inganno il risultato finale che punisce eccessiva-mente la squadra rossoverde che ha saputo tener testa agli av-versari per oltre metà gara. Avvio sprint dello Jug ma il Posillipo resta a ruota grazie a Zlokovic, autore di una grande partita, e al mancino Gallo. I croati prendono il largo alla fine del secondo parziale, complice l’infelice serata di tutta la difesa. A inizio terzo tempo, coach Silipo mette tra i pali Antonino, ma i napoletani non riescono a contenere il potentissimo attacco dello Jug, che schiera gente come Azevedo, Smodlaka e Bo-skovic.PRIMO PARI CON IL KAZAN - Una partita che si poteva vin-cere e che alla fine si è rischiato di perdere. Tra i russi del Ka-zan e il Posillipo viene fuori un pareggio buono per muovere la classifica ma che rimanda il discorso qualificazione all’ultima giornata.I napoletani si portano sul 2-0 e sembrano in grado di gestire il match. Il Kazan è squadra fisica e imposta la sfida proprio sul contatto: l’arbitraggio è sfavorevole al Posillipo quanto basta per riportare la gara sui binari dell’equilibrio. Gallo e Janovic sono in serata di grazia e spingono avanti i compagni nel pun-teggio: a metà partita perfetta parità sul 7-7.Nel terzo e quarto parziale, meglio il Kazan che si porta sul 13-12 fino a un minuto dalla fine. Pareggio con Varga in superiorità e grande difesa nei trenta secondi finali, giocati dai russi con l’uomo in più senza però riuscire a concretizzare l’azione.KO DECISIVO CON IL BUDVA - Costa cara la sconfitta con i montenegrini del Budva in quello che era una sorta di spareg-gio per accedere alla seconda piazza. L’inizio aveva fatto ben sperare: avvio lanciato dei napoletani che chiudono in testa il primo parziale. Bene Zlokovic, straordinario Gallo che alla fine metterà a segno ben cinque reti. A metà gara è 8-7 per i mon-

tenegrini, dunque partita apertissima, ma il terzo round fa la differenza con un parziale di 5-2 per i giocatori di Djuho che sfruttano tutti gli errori commessi dal Posillipo in difesa. A nulla vale riprendersi parzialmente nel quarto tempo perché ormai il Budva aveva messo da tempo il risultato in cassaforte realiz-zando i gol con tutti i suoi giocatori.IL SECONDO PAREGGIO - Dopo il Budva, nella seconda par-tita della giornata giocata contro i padroni di casa, prestazione opaca dei giovani posillipini che ottengono un altro pareggio. Bene l’avvio ma molto male la parte finale: trascinato da Zlo-kovic, il Posillipo è avanti di tre reti a fine terzo round (12-9) ma nel quarto si scatenano i tedeschi che vanno in gol ben cinque volte sfruttando la parziale deconcentrazione dei napoletani e i soliti errori difensivi.Finisce 14 pari e per sapere se la squadra di Silipo verrà ripe-scata in coppa Len, bisogna aspettare le sfide tra partenopei e Nizza e tra Duisburg e Budva.IN COPPA LEN - Il Posillipo chiude il girone di Duisburg con uno scontato successo contro il fanalino di coda Nizza. Partita senza storia con i napoletani sempre avanti nel punteggio e con Janovic mattatore della giornata, alla fine per lui si contano ben sei reti. Giornata particolare per l’attaccante montenegrino, che contro i francesi taglia il traguardo delle 100 partite e dei 200 gol con la calottina rossoverde. L’esito del raggruppamen-to tedesco è: Jug e Budva proseguono il cammino in Eurolega, Kazan e Posillipo accedono alla coppa Len, grazie alla vittoria del Budva nell’ultima sfida contro i tedeschi padroni di casa.Coach Silipo, comunque, traccia un bilancio tutto sommato soddisfacente: «Questa nostra spedizione potrebbe sembrare un fallimento ma non è così. Abbiamo giocato benissimo per tre tempi contro i fortissimi croati dello Jug, con il Budva siamo stati avanti per metà partita. Quello che non ci sta è il pareg-gio con il Duisburg, perché eravamo in vantaggio di tre reti a quattro minuti dalla fine. Ho visto buonissime cose in attacco, in difesa invece bisogna lavorare molto per migliorarsi. Avevo immaginato questo tipo di difficoltà: sono inevitabili quando la squadra è giovane e inesperta. Ripeto quello che vado dicendo da tempo: ci vuole tempo per crescere e maturare. Ma i margini ci sono e io resto fiducioso».

Eurolega amaraIl grande impegno della giovane compagine rossoverde non è bastato per accedere al turno successivo del torneo continentale, ma ha consentito l’accesso alla Coppa Lendi Angelo Rossi

pallanuoto

Piscina Scandone - la squadra di pallanuoto del Posillipo alla prima di campionato contro la Lazio

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16 il nostro posillipo

sport

Il linguaggio del bridge evolve, come ogni linguaggio che si rispetti.

Dagli anni ’30, ovvero da quando Ely Culbertson formalizzò il primo vero grande sistema di massa, molti sono stati gli inventori di nuovi metodi, dall’Albarran copyrighter del corto-lungo al nostro Chiaradia, che partendo da un’idea del “Fiori Vienna”, elaborò lo strepitoso “Fiori Napoletano”, poi a sua volta evolutosi nel “Blue Team” (e in una sua strutturazione ridotta che ha avuto grande diffusione). Dalla contrazione tra naturale e napoletano si sono successivamente sviluppati i sistemi a base Fiori Forte con quinta nobile, dal “Precision” di Wei fino alle più recenti elaborazioni che si sono viste in pista nel corso degli ultimi Word Mind Games.A parte alcune variazioni sul tema, che sono rimaste incollate ad un periodo storico (i “Quadri Forte”, da noi principalmente sviluppati nella versione “Livorno” e “Italia”, o i dirompenti sistemi fondati sul “Passo Forte”, prontamente banditi dai regolamentatori a causa dell’eccessiva convenzionalità che li rendeva praticamente incontrastabili da un giocatore medio) il linguaggio dichiarativo può essere partito in due grandi correnti, regolate o meno dalla barriera del “Fiori Forte”: il “corto-lungo” (un tempo molto giocato al Sud e Centro Italia) e il lungo-corto. Il primo modo, fondato sul modello albarraniano, è praticamente caduto in disuso, tranne che sotto la protezione del “Fiori Forte” (in questa forma è ancora attualmente il sistema più giocato a Napoli). Il secondo, sia in senso naturale che nella variazione fiorifortesca, ha dilagato fino a divenire un vero e proprio standard, precipuamente nella versione a base quinta nobile.I motivi sono svariati e del tutto opinabili; ci interessa qui notare che una grossa spinta in questa direzione è stata fornita dall’affermarsi del bridge-computer, in particolare da quel potentissimo tramite che è diventato Bridge Base Online (BBO nell’acronimo), net su cui giocano contemporaneamente

bridge

di Dino Meglio

Un linguaggio in evoluzioneL’affermarsi del bridge-computer ha coagulato lentamente una grande massa di giocatori intorno ad un sistema comunemente intelligibile

e ad ogni ora del giorno circa diecimila persone, di ogni paese e valentia. La necessità di favorire partnership occasionali ha coagulato lentamente quest’enorme massa di giocatori intorno ad un sistema comunemente intelligibile e, vuoi per motivi di leadership culturale (la quinta nobile è giocatissima in America) vuoi per una migliore e più immediata faciltà di impiego, questo sistema anzi questo modo generico di licitazione si è solidamente fondato sui principi del lungo-corto.Dunque, chi vuole giocare al computer, oggi come oggi, deve conoscere quantomeno i fondamentali di questo metodo. La “longue d’abord” possiede una sua logica specifica, per molti versi antitetica rispetto a quella che sorregge il “Fiori Forte” a base corto-lungo, che per molti di noi resta ancora l’unica maniera di comunicare bridge. Cercheremo nei prossimi numeri di colmare questa lacuna, indicando le linee fondamentali del metodo naturale, così come è concepito nella sua accezione più larga e condivisa; se poi la cosa non v’interessa perché non avete un Personal Computer, rivolgetevi al Direttore di questa rivista, che essendo il primo responsabile di questo spazio provvederà senz’altro a regalarvene uno nuovo di zecca.

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sport

Archiviata la stagione estiva e le vacanze sono riprese le attività della sezione velica del Circolo Nautico Po-

sillipo. Gli allenatori Ciro Luongo e Luigi Rago sotto la direzione del consigliere alla vela Luciano Cosentino sono così impegnati nella preparazioni dei nostri giovani velisti per i prossimi ap-puntamenti agonistici in programma per la stagione 2008-2009 e nella formazione delle nuove leve neoiscritte alla disciplina sportiva. La sezione vela annovera oltre ai giovani e prometten-

ti piccoli atleti anche numerosi soci che praticano la vela in forma amatoriale e professio-nale. Tra i professionisti impegnati nella disciplina sportiva anno-veriamo Cecchi Aversano che dopo aver raggiunto significa-tivi traguardi agonistici è da tempo in forza nella squadra dell’armatore partenopeo di Coppa America, Vincenzo Onorato del team Mascalzone

Latino che è impegnato in molte classi veliche con successo. L’elenco continua con Alberto Grippo che a bordo dell’Irascibi-le di Alberto Signorini si è aggiudicato nel ruolo di tailer il Cam-pionato del mondo della classe X35 svoltosi a fine settembre a Cala Galera nel grossetano. Continua poi la serie di successi per Armando Cardola nel ruolo anche lui di tailer ed in forza al team velico Hiroshi che di recente ha conquistato un significa-

di Fabiano Salemme

vela

In preparazione per i prossimiappuntamentiLa sezione annovera oltre ai giovani e promettenti piccoli atleti anche numerosi soci che praticano la vela in forma amatoriale e professionale

tivo secondo posto al Campionato Italiano IMS svoltosi Punta Ala in chiusura di stagione. Tra questi va ricordato anche il nostro giovane e promettente istruttore della classe d’iniziazione alla disciplina Optimist, Luigi Rago, di recente vincitore del Campionato zonale match race su imbarcazioni della classe Meteor. Numerosi anche i soci-ve-listi non professionisti che praticano la vela d’altura con profitto partecipando ai Campionati Invernali che ogni anno registrano numeri crescenti di iscritti. Numeri davvero importanti quelli dei Campionati Invernali in Italia, degni di nazioni considerate veli-sticamente avanzate come l’Inghilterra e la confinante Francia dove però possono contare su maggiori marina e posti barca, costi di gestione nettamente inferiori e soprattutto una cultura marinara più diffusa. Un vero e proprio piccolo esercito agguer-rito composto da semplici appassionati, professionisti della vela e spesso da neofiti i quali, grazie all’attività delle diverse scuole di vela, muovono i primi passi nel mondo della vela sportiva. Per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla vela e provare l’emozione delle regate, gli “invernali” rappresentano l’occa-sione giusta, il momento in cui l’agonismo non è spinto all’ec-cesso e magari con l’assistenza di un istruttore qualificato è possibile gettarsi nella mischia entrare nel magico mondo delle regate. L’impegno in fondo è assolutamente gestibile. Le rega-te si svolgono a domeniche alterne ed è anticipato al sabato per coloro che vogliono migliorarsi e dunque si allenano. Nel nostro golfo la prima regata è in programma il 19 ottobre e l’ulti-ma il 15 marzo per un totale di ben 10 prove. Una voglia di vela d’inverno che porta altri velisti napoletani a bordo di Obelix, il Baltic 38 piedi di Gianpiero Martuscelli (miglior team italiano nella burrascosa edizione 2007) ad affrontare regate lunghe e dure come la Rolex Middle Sea Race in programma ad ottobre e che li vedrà navigare con più grandi e perforanti imbarcazio-ni su un percorso che prevede la partenza da Malta, il periplo della Sicilia, isole minori comprese per tagliare il traguardo nuo-vamente a Malta. Infine, è notizia di questi giorni che in questa stagione appe-na conclusa sono calati gli incidenti in mare e si registra una maggiore cultura del mare e delle regole della navigazione. Un trend finalmente positivo che va di pari passo con la crescita costante della cantieristica italiana e del comparto diportistico in generale, un chiaro evidente chiaro segnale che gli appas-sionati della navigazione, acquistata la barca, incominciano ad aver una corretta considerazione e soprattutto il giusto rispetto per le regole base dell’andare per mare in sicurezza.

Percorso Middle SeaRace

L'irascibile

Hiroshi

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18 il nostro posillipo

sport

Ci eravamo lasciati in giugno, più precisamente il giorno 21, narrando le imprese dei CATS, vincito-

ri dell´ultimo torneo sociale a squadre. È passata un´estate, è arrivato l´autunno e con esso si apre una nuova stagione ricca di eventi. Insomma, cari soci tennisti è per voi giunta l´ora di tornare a calcare il campo da gioco. Il tennis, si sa, rappre-senta da qualche tempo, per il sodalizio rossoverde, non più un neonato movimento in cerca di proseliti e consensi ovvero un occasionale passatempo, bensì una felice realtà agonistica in costante espansione, che registra e annovera ogni giorno avvincenti rivalità, sorprendenti sfide, nuovi protagonisti. Ed a parlare, signori cari, sono i numeri. Prova inequivocabile di quanto detto è infatti la straordinaria (anche se forse non dovrebbe più sorprenderci) adesione alla nuova iniziativa promossa dal sempre generoso e solerte de-legato al tennis Giovanni Di Girolamo.

Il mese di ottobre ha visto, infatti, l´inizio di due competizioni parallele che faranno sicuramente selezione, forse proprio per la loro contemporaneità.Gli ormai sessanta (sic!) giocatori, di cui ben sei alla prima par-tecipazione alle iniziative sociali, saranno chiamati a destreg-giarsi dal 4 ottobre in poi in questo “tour de force” costituito da un Torneo di Doppio a coppie fisse lungo tutta la durata dello stesso (novità assoluta, questa), e dall´ormai classico Torneo di Singolo. La domanda ora è questa: riusciranno i soci tenni-sti a districarsi entro questa fitta rete di appuntamenti senza dubbio dispendiosi dal punto di vista fisico ed energetico? Il regolamento, infatti, non dà scampo.Una volta effettuato il relativo sorteggio, ogni incontro dovrà infatti essere disputato entro 10 giorni. Quale sarà dunque la loro tattica, per quale delle due competizioni si prodigheranno maggiormente? Puntare alla vittoria di entrambe appare assai improbabile, soprattutto se si considera che tutti, sin dai nastri

Una stagione ricca di appuntamentiIn costante crescita il numero di appassionatiche si cimentano in estenuanti torneidi Luigi Orlandi

tennis

una nuova e felice realtà agonistica rossoverde in grande espansione

di partenza, daranno il via alle rispettive trafile con un unico pensiero in mente: scalarela classifica e guadagnare quante più posizioni è possibile nel ranking sociale. Se poi dovesse arrivare nella consueta spen-sierata serata di gala (con cena annessa, n.d.r.) la premiazione sul gradino più alto del podio, tanto meglio. Ma sarà il campo, giudice equanime e inappuntabile, a deci-dere e scandire le sorti dei soci tennisti, i veri protagonisti del vivere e divertirsi insieme all´insegna di fosforescenti palline e sibilanti racchette.

(Nel momento in cui questa rivista sarà in distribuzione, i risul-tati dei Tornei saranno già noti, per cui ci riserviamo di darne ampio risalto nel prossimo numero n.d.r.)

Tommaso Ricozzi vincitore del singolare 2007 con il delegato al tennis Giovanni Di Girolamo

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n.9 ottobre>200819

attualità

intervista

Andrea BachrachIl nuovo Presidente del gruppo giovani imprenditori della provincia di Napolidi Anna Chiara Gravagnuolo

Andrea Bachrach cognome e famiglia di origine austriaca, 33 anni, imprenditore è il responsabile

amministrativo della Società STI (Società Telecomunicazio-ni Integrate s.r.l.) con sede a Pozzuoli.L’azienda, che vanta oltre 85 anni di storia, fu fondata da suo nonno Eduardo, è cresciuta con suo padre Riccardo e adesso, Andrea assieme ai due fratelli Marco e Alessandro, la porta avanti con grande dedizione.Da qualche mese, esattamente da luglio, è diventato Pre-sidente del gruppo giovani imprenditori della provincia di Napoli e resterà in carica fino al 2011. Oltre alla professione ed all’incarico confindustriale, Andrea si dedica attivamente anche allo sport; infatti, ha giocato a livello agonistico come capitano della squadra del Pontano ed ora è nella serie D con la squadra di Piscinola.Quali sono i suoi primi obiettivi come Presidente del gruppo giovani imprenditori?“Rilanciare il territorio in questo momento così difficile cer-cando di migliorare l’aspetto economico della nostra Re-gione che allo stato attuale è a crescita zero, risultando una delle ultime regioni italiane, a causa anche del problema ri-fiuti. Siamo in uno stato di emergenza per quanto riguarda la sanità, lo sviluppo e la legalità”;Quali sono le prospettive possibili in questo scenario?“Coltivare i giovani che rappresentano la classe dirigente del futuro; se non si cerca di dare spazio ai giovani, vuol dire che non ci sarà un domani migliore. Esistono qui delle realtà imprenditoriali importanti, ma devono essere spinte e soste-nute dalle istituzioni. Occorre che la politica, per la quale a mio avviso ci sarebbe bisogno di un ricambio, prenda atto di questo”;Ad inizio del mese di ottobre c’è stato il consueto ap-puntamento a Capri, lei ha partecipato?“Sì certamente, ritengo che Capri per noi sia un appunta-mento fondamentale sia come momento di confronto che come incontro in sè. Quest’anno si è affrontato il tema dell’energia collegata all’ambiente. Tutto il sistema impren-ditoriale deve essere coinvolto con l’obiettivo di ridurre l’in-quinamento, anche rispetto al cambiamento climatico che stiamo avvertendo”;In questo momento ci sono, due donne per la prima vol-ta a capo delle organizzazioni imprenditoriali, la Marce-gaglia e la Guidi, lei condivide il fatto che possano esse-re delle donne a ricoprire incarichi così importanti?“Sono favorevole all’affidamento di incarichi di responsa-bilità alle donne, anch’io ho inserito nel mio direttivo due donne: Mariella Bottiglieri e Susanna Moccia”Cosa pensa del fatto che ancora oggi molti circoli spor-tivi come il Posillipo non consentono alle donne l’am-missione come socie?“Trovo che sia assurdo, non ha più senso, è una discrimina-zione ormai superata e credo che i circoli dovrebbero ade-guarsi”;Suo nonno venne al Sud nel dopoguerra ad investire;

adesso, secondo lei, lo rifarebbe?“Mio nonno venne qui investendo in impiantistica telefonica e fu un precursore in questo campo, oltre ad essere in con-trotendenza rispetto a tutti coloro che investivano al Nord o all’estero. Il fatto più rilevante però è che noi che siamo alla terza generazione restiamo ancora qui, segno questo che si può fare impresa al Sud”;Quali sono problemi per chi decide di investire al Sud?“Sicuramente, ci sono tanti aspetti difficili, ma due su tut-ti sono i più penalizzanti: la mancanza di infrastrutture e la criminalità organizzata; tuttavia, ritengo che non si debba mollare per il bene di questa bella Regione, anche se il co-sto dell’investimento risulta essere più alto che al Nord con il sistema bancario che non si interessa a fondo del Sud e le fonti energetiche sono più costose. Per non parlare dei fon-di europei che restano spesso inutilizzati. Tutto questo deve cambiare, ma prima deve cambiare lo scenario politico”;E per lo sport cosa proporrebbe per Napoli?“Purtroppo anche in questo settore ci sono molti aspetti do-lenti. Gli sportivi sono tanti, ma mancano strutture sportive adeguate. Per esempio, con lo stadio Collana abbandonato dal 2004, il Basket Vomero, da alcuni ai vertici nazionali, è stato costret-to ad “emigrare” a Fuorigrotta perdendo così la sua sede istituzionale. Analogamente, senza alcun sostegno, si è esaurito il feno-meno Basket Napoli che dopo un periodo di splendore è fi-nito nel nulla. Nessuno interviene concretamente, manca la progettualità e così lo sport che potrebbe essere importante per i giovani viene trascurato o abbandonato.Io credo di essere ancora uno dei pochi giovani che riesce a conciliare lavoro e sport, ma mi creda è una fatica altro che hobby”.

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20 il nostro posillipo

attualità

di Mimmo di Martino

sport & diritto

È l’ora di una svoltaLa prosecuzione ad alto livello delle molteplici discipline sportive impone l’assunzione di provvedimenti innovativi

Quando verrà pubblicato il presente articolo, l’as-semblea dei soci effettivi del Circolo Nautico

Posillipo, indetta per la data del 19.10.2008, avrà già plebi-scitariamente eletto il nuovo Presidente, succeduto al dimis-sionario Antonio Mazzone, essendosi concentrata nella per-sona dell’ing. Bruno Caiazzo l’unica candidatura alla carica.A fronte di un abituale clima di dissenso verso la Dirigen-za, che nelle precedenti gestioni ha sempre caratterizzato i rapporti all’interno della compagine sociale, ho apprezza-to – in occasione di una riunione, indetta da Bruno Caiazzo e Giuseppe Gambardella - in luogo dei loro programmi, le dichiarazioni di intenti che, da relatori, hanno rispettivamen-te esposto, a testimonianza di un attaccamento al Circolo, peraltro ben noto ai soci presenti; ma mi è apparsa lacuno-sa l’esposizione di entrambi sotto il profilo programmatico, intendendosi quest’ultimo quale strumento di rimedio di una condizione del Circolo di evidente difficoltà, sia sotto il profi-lo della gestione, sia sotto il profilo dei risultati, quanto meno con riferimento alle gloriose tradizioni, maturate negli ultimi decenni.Alla luce di tale considerazione, mi vedo costretto a chiedere venia ai lettori se – pur nel rispetto della finalità di preservare ed incrementare i valori dello sport, che costituiscono l’es-senza della presenta rubrica – dedico questo pezzo all’aspet-to programmatico della gestione in genere, che rappresenta il presupposto indispensabile per garantire l’espletamento delle attività sportive al consueto, altissimo, livello.Dunque, non si può nascondere come nel recente passa-to l’antagonismo degli aspiranti alla presidenza sia stato espressione di una spaccatura, creatasi all’interno della as-semblea dei soci; la quale abbia determinato una successi-va conflittualità che non ha giovato al Circolo, sia con riferi-mento alla gestione, che all’immagine verso l’esterno.Ritengo, pertanto, che sia giunta l’ora di una svolta, e cioè di una profonda modificazione della struttura sociale, allo sco-po di consentire agli organi gestori una serena possibilità di amministrazione, ed ai soci la consapevolezza della presen-za di un sistema di garanzie, che, vuoi in tema di legittimità degli atti, vuoi in tema di responsabilità individuali, consenta la partecipazione di tutti, senza l’angoscia di un possibile “crack” finanziario.E’ innegabile, infatti, che l’incremento degli oneri economici, occorrenti per la prosecuzione ad alto livello delle discipline sportive, renda indispensabile la ricerca, sempre più affan-nosa, di risorse che, a vario titolo, consentano l’assolvimen-to degli obblighi senza esporre l’associazione, e per essa gli associati, a responsabilità individuali non previste; ovvero prevedibili, e tuttavia non escluse.La esigenza di non venir meno allo “standard” dei risultati in tutte le attività sportive, che hanno conferito al Circolo Nautico Posillipo le più alte onoreficenze, ed il contestuale e corrispondente obbligo di affrontare oneri finanziari sem-pre più gravosi - resi tali anche da una concorrenza, che ha determinato la sostanziale trasformazione di talune di-scipline da dilettantistiche in professionistiche – impongono

l’assunzione di provvedimenti innovativi che, senza alterare le finalità dei soci, determinino per loro una sorta di garanzia, sia in tema di regolarità di gestione che di controllo degli atti, in relazione alle possibili responsabilità cui il Circolo va incontro verso enti pubblici e privati.Se mi fossi candidato alla presidenza, avrei esposto un pro-gramma infarcito di provvedimenti certamente impopolari, che mi avrebbero probabilmente precluso il successo, ma che si sarebbero presentati agli occhi dell’assemblea dei soci come una sorta di terapia, dolorosa ma necessaria per una gloriosa sopravvivenza del Circolo.La divergenza programmatica, espressa dai candidati del-la prima ora in occasione della presentazione dei rispettivi programmi – se mantenere il livello agonistico della palla-nuoto ai massimi vertici ovvero ridimensionarne la portata, alimentando l’attività delle squadre giovanili, in modo da non sostenere i rilevantissimi costi imposti dallo strapotere finan-ziario della Pro Recco – si traduce in una manifesta difficoltà amministrativa della associazione, e nella tendenza a recu-perare, in qualsiasi modo, i ricavi nonché a sopprimere, per quanto possibile, i costi, con il conseguente rischio di incor-rere in operazioni amministrative di discutibile legittimità.A ciò aggiungasi l’incombenza della dismissione patrimo-niale, da tempo annunciata dal Comune di Napoli, ma re-centemente divenuta di imminente esecuzione, con l’aggra-vante della già avvenuta assunzione, da parte del Circolo, di risorse finanziarie mediante la trasformazione statutaria della categoria dei soci, con il ricavo di importi di iscrizione non destinati di fatto alla programmata finalità dell’acquisto della sede sociale, per la dichiarata necessità del Direttivo di assolvere ad altre obbligazioni, più impellenti e comunque connesse al conseguimento di fini sociali.Di qui la contrastante affermazione, della esigenza di con-seguire introiti, anche mediante sponsorizzazioni da aziende di alta rinomanza, e della necessità di ridurre il livello delle attività agonistiche di maggiore interesse e popolarità, per insufficienza della solvibilità sociale.

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n.9 ottobre>200821

attualità

sport & diritto

Di qui la divergenza tra la finalità di acquisire la sede sociale, e la realtà della mancanza della liquidità, occorrente per una gestione annuale priva di perdite.Personalmente ho partecipato, per quasi tre anni, ai lavori incessanti (e talvolta tumultuosi) di una commissione, istitui-ta per la riforma dello Statuto, in occasione dei quali ho con vigore affermato il mio convincimento circa la necessità della trasformazione, resa possibile dalla legge, della associazio-ne non riconosciuta (che costituisce l’attuale forma giuridica del Circolo) in società di capitali senza scopo di lucro.La trasformazione mi si presentò come necessaria – co-munque con la conferma di tutti gli scopi perseguiti dalla associazione – per eliminare un duplice motivo di legittimo dissenso: quello relativo alla necessità di amministrare il Cir-colo, eliminando la concentrazione di tutti i poteri nelle mani presidenziali e con una distribuzione di deleghe e compiti tra Presidente e Consiglieri; quello relativo alla possibilità di verifica degli atti di gestione da parte di un organo, tenuto a rispondere “ex lege”, nella propria veste di controllore, della legittimità delle operazioni societarie effettuate.Aggiungendo, quindi, a tali esigenze quelle della possibilità di contenere la responsabilità patrimoniale di ciascun socio alla sola quota di partecipazione al capitale sociale (in luogo della responsabilità illimitata, che caratterizza l’ipotesi della società di persone, alla quale è assimilabile la associazione non riconosciuta) e di non disperdere, in qualunque caso di cessazione della qualità di socio (morte, dimissioni, trasfe-rimento della residenza etc.) il valore patrimoniale costituito dalla quota di capitale sottoscritta e versata, mi era sembra-ta inevitabile la conversione della associazione in società di capitali senza scopo di lucro, segnatamente con la irreversi-bile previsione dell’inserimento nello statuto di una clausola, secondo cui sarebbe stato impossibile (per evitare scalate societarie) sottoscrivere, direttamente od indirettamente (pena la esclusione dalla compagine) da parte di un socio più di una quota del capitale.La partecipazione dell’ing. Caiazzo ai lavori della Commis-sione, e la sua costante posizione di divergenza, rispetto alla ipotesi di trasformazione proposta e deliberata dalla stragrande maggioranza dei componenti, mi inducono a prevedere che tutti i provvedimenti impopolari, che sareb-bero connessi alla adozione di tale soluzione, non verranno adottati; analogamente a quanto è già avvenuto in occasio-ne della presentazione in assemblea (degli ex soci fondatori) del parere favorevole della Commissione, ancorché adottato con una schiacciante maggioranza di voti.In definitiva, mutuando un termine in voga nell’ambiente po-litico, una “presidenza-ombra” orientata sulle linee direttive sopra indicate, dovrebbe prospettare (e suggerisce) ai soci:- la modifica dello statuto, per la trasformazione dell’asso-ciazione non riconosciuta in società di capitali ”non profit”, avente ad oggetto la identica finalità dell’attuale associazio-ne;- la limitazione della partecipazione di ciascun socio (e del-la sua responsabilità patrimoniale) ad una sola quota di capi-tale, da sottoscrivere e versare all’atto della trasformazione;- la devoluzione obbligatoria di parte della sottoscrizione del nuovo capitale sociale, corrisposto all’atto della trasfor-mazione, all’acquisto della sede sociale; con versamento del relativo importo, contraddistinto da tale destinazione, in un conto bancario vincolato;- la previsione della elezione di un consiglio di amministra-zione composto da soli soci, con potere di nomina del pre-sidente e con facoltà distribuite tra gli organi eletti;- la nomina dei componenti il Collegio sindacale, da sce-gliersi a cura dell’assemblea, tra professionisti qualificati, ed

estranei alla compagine sociale;- la previsione di una programmazione delle attività ago-nistiche in conformità a quanto consentito dalla porzione di risorse finanziarie a ciò preventivamente destinata;- l’esercizio di attività lucrative (portuale, turistica, ristora-zione ed altri esercizi) mediante ricorso a partecipazioni (cui la società sarebbe abilitata) con terzi, operatori professionali in tali attività, e direttamente responsabili dei risultati delle rispettive gestioni;- la conferma di tutte le finalità istituzionali esercitate dal C. N. Posillipo, e la previsione della istituzione di nuovi organi-smi, le cui attività dovrebbero essere riservate ai soli soci.In definitiva, si dovrebbe in tal modo:- limitare la responsabilità patrimoniale di ciascun socio alla sola quota di capitale; - istituire un sistema di gestione e di controllo, che sia ca-ratterizzato dalla distribuzione dei poteri tra Presidenza e Consiglio di Amministrazione, nonché dalla attività di assi-duo controllo esercitata da professionisti, estranei al Circolo, responsabili del loro operato verso la società, i soci e le isti-tuzioni, secondo la previsione normativa vigente in materia.In tal modo si costituirebbe un soggetto giuridico in grado di rappresentare, con la caratteristica della più assoluta tra-sparenza, il proprio programma finanziario; circostanza che, da una parte, costituirebbe una forma di garanzia per la so-cietà “non profit” e per i soci, e dall’altra indurrebbe i terzi, interessati ad eventuali sponsorizzazioni, ad investire i propri capitali con maggiore serenità nella attività, sicura ed affida-bile, dell’agonismo sportivo.Per altro verso, la patrimonializzazione rappresentata dall’ac-quisto della sede, pur gravando i soci di un onere finanziario - che nel sistema societario si tradurrebbe tuttavia in un in-vestimento individuale, trasmissibile anche “mortis causa”, da sopportare in unica od in molteplici soluzioni (mutuo) di pagamento - determinerebbe una consistenza della società, verso il ceto bancario e verso gli enti pubblici territoriali, da non sottovalutare, sopratutto in previsione di un consolida-mento dell’organico agonistico, non solo al fine di non di-sperdere i risultati già raggiunti, ma anche per l’incremento delle attività e per la eventuale realizzazione e gestione di nuovi impianti.Per finire, la costituzione di una società di capitali, nella for-ma “non profit”, e le caratteristiche di maggiore affidabilità finanziaria che ad esse vanno riconosciute, consentirebbero al C.N. Posillipo di dare anche impulso ad una serie di attivi-tà di servizi, delle quali i soci potrebbero usufruire, mediante un collegamento della persona giuridica ad operatori di vari settori (edilizio, turistico, bancario, cantieristica, ristorazio-ne e simili) i cui proventi, non rappresentando una entrata diretta della associazione, non si tradurrebbero, come at-tualmente avviene, in un equivoco della gestione, destinato a creare rischi imponderabili di carattere tributario, che, allo stato, si estendono ad una ipotesi di responsabilità solidale dei singoli soci.Per supportare le ambizioni di carattere sportivo ed agonisti-co, che si sono tradotte in una forma di supporto economico per il nostro sodalizio – ma che sono destinate a costitui-re un patetico ricordo, senza l’adeguamento della struttura societaria alla mutata realtà dei tempi – bisogna prendere atto del cambiamento verificatosi nella società, anche spor-tiva, nel tempo trascorso dalla costituzione del Circolo alla data odierna; e bisogna trovare il coraggio di evidenziare tali modificazioni a coloro che, trincerandosi dietro nostalgiche affermazioni e reticenti atteggiamenti, non gradiscono l’as-sunzione di programmi nuovi, tanto onerosi ed impopolari, quanto generosi per il futuro del Circolo Nautico Posillipo.

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22 il nostro posillipo

attualità

L’evento nautico “Navigare”, giunto alla sua 18.ma edizione, è ormai diventato un appuntamento

abituale per tutti i diportisti. Dopo la creazione dell’edizione autunnale, che ha affiancato già da un paio di anni quella ormai classica che si svolge in primavera, l’Associazione Nautica Regionale Campana (ANRC) ha deciso di avviare un’ulteriore fase di crescita della manifestazione. L’edizione autunnale 2008 sarà infatti articolata in due parti distinte. La prima, dal 25 ottobre al 2 novembre, sarà riservata esclusivamente ai gommoni; la seconda, dall’8 al 16 novembre, sarà invece dedicata alle imbarcazioni (open e cabinati) fino a 18 metri di lunghezza. Questa scelta è do-vuta al bisogno di ampliare il panorama espositivo, pur re-stando nella suggestiva e prestigiosa sede del Circolo Nau-tico Posillipo di Napoli. Le dimensioni ridotte della darsena del club partenopeo non avrebbero consentito di esporre contemporaneamente tutte le imbarcazioni previste; è stato quindi necessario suddividere l’evento in due tempi, con un intervallo di pochi giorni per i necessari interventi di rialle-stimento. Questa nuova edizione autunnale di “Navigare” coprirà quindi complessivamente il periodo che va dal 25 ottobre

mostra nautica

18.ma edizione di “Navigare”

Questa nuova edizione autunnale della manifestazione organizzata dall’ANRC si svolgerà nella darsenadel Circolo Posillipo dal 25 ottobre al 16 novembre

di Giuseppe Farace

Navigare 2007

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n.9 ottobre>200823

attualità

al 16 novembre, con una breve pausa dal 3 al 7 novembre. Questa operazione consentirà di raddoppiare il panorama espostivo e di suddividere in maniera decisa le fasce di mercato. Il pubblico potrà quindi scegliere il settore nautico preferito ed effettuare una visita più mirata e costruttiva. “Navigare” è il logico proseguimento del Salone nautico internazionale di Genova. Nella darsena del Circolo Posillipo sarà infatti possibile provare in mare le novità già presen-tate (in esposizione statica) a Genova da cantieri nautici ita-liani e stranieri. Una possibilità di fondamentale importanza per tutti i potenziali acquirenti che desiderano verificare le reali caratteristiche di un’imbarcazione per effettuare una scelta ben ponderata. L’impegno dell’ANRC per la promozione della nautica da diporto non si basa unicamente sull’organizzazione di “Na-vigare”. L’associazione di categoria, di cui fanno oggi parte un centinaio di aziende del settore nautico della Campania (cantieri, concessionari, importatori, società di servizi), sta infatti promuovendo una serie di iniziative che spaziano dal-la portualità turistica al dialogo costruttivo con le Istituzioni, dalla formazione professionale alla stipula di vantaggiose convenzioni per i propri associati. L’appuntamento a Napoli è quindi fissato per il 25 otto-bre. Questa nuova doppia edizione di “Navigare” costituirà sicuramente un’importante svolta; l’Associazione Nautica Regionale Campana ritiene che questo evento sia un fon-damentale mezzo per il rilancio del settore e offra una posi-tiva possibilità di confronto tra i diportisti, le Istituzioni e le aziende nautiche. Nell’ambito di “Navigare” sono previsti, tra l’altro, incontri pubblici su temi legati al mare e alla na-vigazione.

mostra nautica

ANRCL’Associazione Nautica Regionale Campana (ANRC), senza scopo di lucro, è nata nel 1993. Riunisce attualmente circa 100 operatori del settore nautico, tra cantieri, concessionari, commercianti, società di servizi. L’ANRC costituisce quindi il punto di unione tra le principali realtà produttive e commerciali locali legate al diporto nautico, che riescono così ad assumere un ruolo ancor più decisivo nel panorama economico e sociale della Campania. Lo scopo principale dell’ANRC è quello di fornire un supporto alle aziende associate e a tutti gli appassionati di mare e navigazione in generale, promuovendo in tal modo lo sviluppo del diporto nautico in Campania. Tra le attività dell’ANRC spicca l’organizzazione della manifestazione Navigare, giunta quest’anno alla sua 18.ma edizione. Questa esposizione di imbarcazioni si svolge abitualmente presso la darsena del Circolo nautico Posillipo a Napoli. La caratteristica principale di questa rassegna nautica consiste nella possibilità offerta ai visitatori di effettuare prove in mare di tutte le imbarcazioni esposte. La panoramica dei modelli presentati è molto ampia e spazia dai piccoli open e gommoni ai lussuosi cabinati.IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ANRCNAUTICA REGIONALE CAMPANA (ANRC)ELETTO IL 26 OTTOBRE 2007- MARCO BARRA - presidente- LUCIANO TROISE - vicepresidente- ANTONIO SCHIANO - consigliere- VINCENZO CASTAGNOLA - consigliere- FILIPPO PALLONETTO - consigliere- DOMENICO VECCI - tesoriere- ANTONIO MAIELLO - segretario generale

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24 il nostro posillipo

cineBolli

Il consigliere alla canoa Sergio Avallone

Il rag. Bianco aggiorna i dati dei soci sotto l’attento

sguardo del presidente Mazzone

I soci Luigi Massimo Esposito e

Domenico Monsurrò

da sx Antonio Guarino, Guido Postiglione e Lino Giugno in attesa di votare

Il prof Mario Bifano (a dx) con Nino d’Agresti direttore de “il nostro Posillipo”

da sx Benedetto Migliore e

Gianni Balzano presidente e vice

dell’Assemblea dei soci

Elezioni dei nuovi organi sociali - vasta

partecipazione dei soci in fila per votare

Il presidente Bruno Caiazzo con alla sua destra

il vicepresidente amministrativo Giuseppe

Gambardella ed alla sua sinistra il vicepresidente

sportivo Massimo Falco

Il consigliere alla scherma Bruno Curatoli con il consocio Lucio Fiorentino

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n.9 ottobre>200825

I nostri collaboratori Gaetano e Felice

Un “summit” di elettori

Uno spot per la pallanuoto - la piccola Sara nipote

del nostro consocio Sasà Di Laurenzio

da sx Giorgio Ceriani, Gianni Brescia,

Lello Zambardino e Roberto Vitagliano

Stendardo

I nostri consoci Eugenio De Bellis (a sx) e Sergio Minutillo

Sen. Pasquale Viespoli Sottosegretario di stato al Welfare

Il presidente Bruno Caiazzo con alla sua destra

il vicepresidente amministrativo Giuseppe

Gambardella ed alla sua sinistra il vicepresidente

sportivo Massimo Falco

I nostri consoci da sx Nino Pedrizzi, Egon Jechel e

Corrado Bernardis

La premiazione alla Provincia di Napoli delle squadre di canoapolo che hanno vinto lo scudetto

Sasà Carmelo con il presidente Mazzone

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26 il nostro posillipo

Da migliaia di anni il pane è il cibo universale dell’umanità ed è anche il miglior simbolo di soste-

gno spirituale per i popoli del mondo. Per il suo sapore, colo-re, profumo ed aroma ha stimolato anche la fantasia di poeti e profeti. Non disponiamo di storia e neanche di leggende per poter stabilire con certezza la sua origine. La mitologia greca attribuisce a Demetra, Cerere per i Romani, dea delle messi (era venerata anche a Paestum zona a forte produ-zione granaria) di aver fatto dono all’uomo dei cereali ed in particolare del frumento da cui ricavare la farina per panifi-care. Incerta è, comunque, l’epoca di nascita del frumento; verosimilmente i primi tentativi rudimentali di coltivazione del grano e di altri cereali vengono datati a nove-diecimila anni a. C. La pianta di frumento pare abbia avuto origine nel bacino del Mediterraneo orientale; è stato proprio in Medio-Oriente che sono stati portati alla luce i resti di un villaggio che risale a oltre 10 mila anni a. C. dove ci sono testimonianze di col-tivazione della pianta a scopo alimentare. Anche le tracce di grano trovate nella caverna di Merkenstein in Austria lo fanno risalire al periodo paleolitico. Questa conquista dell’uomo primitivo, unitamente all’alle-vamento degli animali lattiferi per ottenerne il latte a scopo alimentare, coincide più o meno ragionevolmente con l’inizio della civiltà e con la prima organizzazione societaria dell’uo-mo e coincide altresì con la fine della caccia e della pesca quali unici mezzi di sostentamento. Inizialmente, secondo i reperti archeologici trovati nelle caverne, i chicchi di cereali, frantumati fra due pietre, dette rispettivamente “levigatoio” e “macinello” poi mescolati con acqua fornivano una pappa molto nutriente che veniva mangiata cruda.I primi panificatori dell’antichità furono gli Egizi i quali sco-prirono la lievitazione naturale ed intuirono l’importanza della cottura nel forno che costruirono con volta a cupola. Erodoto ci ha descritto l’uso degli Egiziani d’impastare il pane con i piedi e che il pane veniva usato come moneta per pagare il salario. I Greci, che per l’improduttività della loro terra do-vevano acquistare il grano dall’Egitto e dalla Sicilia, perfe-zionarono la panificazione, realizzarono ben settantadue tipi diversi di pane ed istituirono i primi forni pubblici.I Romani impararono a panificare da alcuni prigionieri mace-doni, che si trovavano a Roma per la sconfitta di Perseo. In seguito i Romani soppiantarono la farinata di farro e la panifi-cazione divenne un servizio pubblico (168 a.C.). All’epoca di Augusto la sola capitale contava oltre trecentocinquanta for-ni e molti mulini che erano tecnologicamente molto avanzati: Vitruvio inventò il mulino mosso ad acqua e non più azionato a braccia o dal tiro di animali. Le farine diventarono più pure e più bianche. Plinio, infatti, fa delle distinzioni di bontà tra il pane scuro di Cipro ed il pane bianco di Alessandria ed inol-tre riferisce che non gradiva il pane impastato con l’acqua di mare, pratica andata in uso per mantenere alto il prezzo del sale. Nella cultura cristiana il pane assume una grande importanza simbolica legata alla metafora del corpo di Cristo e con l’identificazione “ostia-corpo di Cristo” si compie un processo di sublimazione del pane cha da alimento si tra-sforma in un mezzo di trasmissione di profondi messaggi di spiritualità. Nel Rinascimento furono usate farine molto raffi-nate e venne introdotto per la prima volta il lievito di birra ed avvenne alla corte di Maria dei Medici.

L’uomo primitivo si cibava saltuariamente di cereali e soltanto quando li trovava. Pare che la più antica graminacea sia stato l’orzo e con l’orzo si fece il primo pane; successivamente si panificò con il miglio che ancora oggi in Africa e nelle regioni caldo-umide dell’Asia meridionale viene usato per uno spe-ciale tortino locale.All’eta’del bronzo si usava l’avena o la segale che ha buone qualità panificatorie.Oggi il più diffuso e duraturo cereale per la panificazione e per la nutrizione umana è il frumento o grano. E’ una pianta erbacea che viene coltivata in tutti i paesi del mondo ed il cui chicco è una cariosside. Il genere botanico è il “triticum” che si presenta in numerose specie di cui le più importan-ti sono: Triticum Durum detto grano duro, che cresce bene nelle regioni caldo-secche, costituito da cariossidi rotonde e farinose e dalla loro macinazione deriva la semola adatta a tutti i prodotti da forno. Triticum Aestivum detto grano tenero, che cresce bene nelle regioni caldo-temperate, le sue carios-sidi allungate danno farina adatta prevalentemente al pane, alla pizza, ai dolci ecc., Triticum Dicoccus ,detto Farro (donde farina) con cui gli antichi Romani facevano la “farinata”, loro fondamentale alimento.La cariosside è composta da tre parti essenziali: la parte tegu-mentale (pericarpo e perisperma) che contiene la crusca (2-5%) fatta di cellulosa e sali minerali, l’albume o endosperma ( 83-85%) che è la parte farinosa ed è la più importante per la nutrizione umana, il germe (2-3%) ricco di grassi e vitamina E che gli consentono il nutrimento durante la germinazione.La Composizione chimica della cariosside è molto importan-te non soltanto ai fini nutrizionali, ma anche per l’induzione di una diffusa malattia che è il “Morbo Celiaco”.Il chicco di frumento è costituito da acqua, amido, cellulosa, destrina, grassi, sali minerali, vitamine e proteine: le proteine sono rappresentate dal Glutine che è una lipoproteina che si origina, in presenza di acqua, dalle Gladine e dalle Glutenine. Il glutine è indispensabile alla panificazione per il processo di idroassobimento e conferisce agli impasti viscosità, co-esione ed elasticità. Pertanto la quantità e qualità di gluti-ne presente in una farina è un importante indice per valutare la qualità e l’attitudine alla panificazione .In una farina 00 la quantità di glutine non può essere inferiore al 7% ;general-

medicina

Pane glutine e celiachiaDa alimento terapeutico a causa di malattiadi Pasquale Vittorio Santoro

attualità

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attualità

Pane glutine e celiachia

mente maggiore è la quantità di glutine migliore è la qualita’ del prodotto. Però va anche e subito detto che il Glutine è l’unico e diretto responsabile del “Morbo Celiaco”. Proprio per la sua composizione il pane è un alimento “te-rapeutico” rimineralizzante ed antianemico; è utile nella ma-grezza, nella eccessiva stanchezza primaria, è di aiuto nella stitichezza e nella colite; il suo consumo in forma integrale contribuisce alla prevenzione delle malattie cardio-vascolari. Oltre che per la preparazione di tanti alimenti, l‘olio ricava-to dal germe del frumento è usato sia allo stato puro che in composti per la preparazione di una vasta gamma di cosme-tici per la pelle. Delle tante gustose e concrete virtù nutrizionali e terapeu-tiche del pane vengono però private le persone affette da Celiachia.La Celiachia o Morbo Celiaco o Sprue Celiaca è una condi-zione digestiva di intolleranza permanente al glutine che è presente in tutti i cereali. La sostanza più direttamente re-sponsabile è la gliadina componente del glutine che, al solo contatto con l’intestino, genera una reazione di enteropatia autoimmune rendendo altamente tossici, nei soggetti predi-sposti, tutti gli alimenti derivati dai cereali o anche sempli-cemente contenenti glutine per contaminazione. Non è una malattia con trasmissione genetica mendeliana ma, comun-que, nelle famiglie dei celiaci è presente una certa predispo-sizione.La genesi di questa complessa malattia consiste nel fatto che il glutine viene endocitato dalle cellule dell’intestino (En-terociti) e viene frammentato in peptidi che sono cellule più piccole; i peptidi normalmente vengono controllati e protet-ti dai “Linfociti T” che sono naturalmente destinati a libera-re l’organismo da cellule non compatibili. Ma nel caso del Morbo Celiaco i Linfociti T sbagliano bersaglio riconoscendo come “non self” i peptidi innocui e determinano la morte delle cellule intestinali.In italia la Celiachia è abbastanza diffusa e colpisce l’1-1,5% della popolazione per un numero complessivo di cir-ca 400.000 malati ed ogni anno nascono 2800 nuovi casi. La sintomatologia ha una doppia origine intestinale (diarrea cronica con feci voluminose, untuose, maleodoranti, addome globoso, arresto della crescita, dimagrimento e mal di pancia) ed extraintestinali legati essenzialmente al mancato assorbi-mento di Ferro e di Calcio e di conseguenza anemia, mialgie, fragilità dei capelli, osteoporosi, alterazioni dello smalto dei denti ed a volte compare pure una dermatite erpetica. Non esiste un trattamento per la cura. Si può, tuttavia, sufficien-temente controllare la malattia con una dieta assolutamente

medicinapriva di glutine. La diagnosi è abbastanza facile se il medico ci pensa.Il pane è presente nella Pittura di tutti i tempi, dalle pareti delle tombe egiziane, agli affreschi, all’iconografia religiosa come simbolo, di volta in volta, di raffinatezza, di bontà o di carità ai nostri tempi di cui ricordiamo “la Leggenda Dorata” di R.Magritte ed anche “il Pane Dipinto” di Man Ray esposto al museo di Sidney. Anche in letteratura compare il pane;lo troviamo,infatti,sia nelle favole (Cappuccetto rosso,Peter Pan ecc) sia nei grandi romanzi come i “Promessi Sposi.E per finire, due curiosità storiche. Nel 1300 furono realiz-zati dei panini bianchi detti “panini da bocca” che venivano utilizzati al posto dei tovaglioli. Per legge, in tale periodo, fu imposto ai fornai di fare una qualità scadente di pane detta “pane del boia” che veniva consegnato capovolto al condan-nato in segno di disprezzo. Ancora oggi non si gradisce il pane capovolto avendo assunto, nella credenza popolare, il significato negativo di porta-sfortuna. Ed è questo concetto che ha dato poi luogo all’attuale regola di galateo.

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Un tramonto estivo con il sole che, nascosto solo in parte dalle nuvole di passaggio, lentamente si ba-

gna nelle acque del mare, un lontano veliero, dall’apparenza immobile, solca silenziosamente le onde mentre le pale di un mulino a vento girano pigramente sospinte da una tenue bava di vento. È questo un paesaggio da cartolina di altri tempi che nell’immaginario collettivo si colloca agli antipodi del frenetico mondo moderno, tuttavia lo stesso vento che permetteva di trasportare le merci per mare, produrre la fa-rina o azionare le prime semplici macchine, costituisce oggi una fonte di energia inesauribile e dal bassissimo impatto ambientale.Nonostante la lunga storia, risalente già all’epoca degli antichi egizi, che ha legato l’uomo allo sfruttamento della risorsa vento, si osserva che questa fonte di energia ha ini-ziato la sua evoluzione tecnologica, nel significato moderno del termine, solo da alcune decine di anni. È stato infatti la disponibilità di combustibili fossili in grandi quantità ed a costi contenuti che ha collocato in passato questa forma di energia in un ambito poco più che sperimentale se non addirittura amatoriale.Solo oggi, con la consapevolezza che le fonti di energia tra-dizionali tendono ad esaurirsi e che contemporaneamente lo stile di vita mondiale debba necessariamente evolversi in una forma maggiormente rispettosa delle risorse naturali, l’energia eolica ha perso il suo primitivo ruolo di ideologico cavallo di battaglia del sentimento ambientalista per tra-sformarsi in una concreta alternativa energetica necessaria a soddisfare le moderne esigenze della collettività.Il ritrovato impulso trasmesso alla tecnologia eolica ha con-sentito, nel corso degli ultimi decenni, una profonda evo-luzione che ha permesso di aumentare il rendimento dei macchinare (oggi mediamente nell’ordine del 60%) e con-temporaneamente incrementare l’energia prodotta per ogni singola pala che attualmente può variare da pochi kilowatt, adatti alle esigenze medie di una famiglia, fino a alcuni Me-gawatt, cioè sufficienti a soddisfare il fabbisogno di un pic-colo centro abitato.Il raggiungimento di tali obiettivi è stato possibile grazie all’introduzione di sistemi intelligenti che consentono un adattamento dei dispositivi alle condizioni di vento che si presentano durante la vita dell’impianto tra cui la possibilità di variare l’incidenza delle pale, di modificare l’orientamento della navicella (parte della struttura su cui sono collocate le pale eoliche) ed una più evoluto studio aerodinamico delle forme.

Un posto al solePregi e difetti del fotovoltaico

attualità

ambiente

di Francesco d’Agresti

Ma come funziona un generatore eolico?Il vento imprime una rotazione alle pale eoliche che trasmet-tono questo movimento ad un moltiplicatore, l’equivalente del cambio dell’automobile, che aumentando il numero di giri ad un livello sufficiente consente la produzione di ener-gia elettrica. È un poco come la vecchia dinamo della bi-cicletta che, grazie alla rotazione impressa dal movimento delle ruote, permetteva di produrre abbastanza elettricità da far funzionare una piccola lampada per l’illuminazione notturna della strada.Tuttavia i dispositivi eolici mostrano alcuni limiti caratteri-stici che non consentono di sfruttare la totalità del vento disponibile e presenta un limite inferiore ed uno superiore della velocità del vento per i quali il dispositivo non è in gra-do di produrre elettricità. Il primo limite (detto di “cut in”) è la velocità minima del vento, in genere nell’ordine dei 3 m/s, al di sotto della quale il vento è troppo debole per mettere in rotazione le pale a causa della loro inerzia.Il limite superiore (detto di “cut out”) non è, al contrario del precedente, un limite tecnico ma imposto ai fini di una mag-giore sicurezza di esercizio degli impianti. Infatti, tale neces-sità si manifesta nel caso di vento forte, in genere superiore ai 25 m/s, in presenza del quale si manifesta una eccessiva sollecitazione delle strutture e conseguentemente entra in azione un dispositivo il cui scopo è quello di frenare o arre-stare la rotazione delle pale.Nonostante la grande evoluzione tecnologica, alcuni dei li-miti degli impianti continuano a sussistere e spesso danno luogo alle seppur limitate problematiche ambientali connes-se con l’impiego degli impianti di produzione dell’energia eolica.

Il ritrovato impulso trasmesso alla tecnologia eolica ha consentito, nel corso degli ultimi decenni, una profonda evoluzione

Venosta Aerogeneratore Leitner

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attualità

ambiente

L’elemento principale è costituito dall’altezza delle torri che, essendo per gli impianti di grandi dimensioni comprese tra i 40 ed i 50 metri, determinano un elevato impatto visivo che mal si accosta al contesto naturale. L’imponenza degli impianti, tuttavia, è fondamentale per consentire una ade-guata produzione elettrica raggiungibile solo in presenza di flussi d’aria non disturbati dall’ambiente circostante. Infatti, la conformazione del terreno e la presenza di ostacoli quali alberi o costruzioni, disturbano il flusso del vento rendendo necessario catturare le correnti più stabili che si ritrovano ad elevata distanza dal suolo.Lo svettare delle torri eoliche, in evidente contrapposizio-

ne con un ambiente circo-stante poco antropizzato, è esaltato dalla necessità di distanziare le pale eoli-che l’una dall’altra al fine di evitare l’interferenza re-ciproca dando luogo, nel caso delle “wind farm” di maggiori dimensioni, an-che all’occupazione di ampie porzione di territorio che ne esaltano l’impat-to visivo. Tuttavia, poiché solo il 2-3% del territorio interessato è material-mente occupato dalle pale eoliche, si osserva soven-temente una coesistenza pacifica con le attività agri-cole senza dar luogo ad interferenze reciproche.

Inoltre, altre possono essere le problematiche ambientali indotte dalla presenza di pale eoliche tra cui, le principali, sono il disturbo alle telecomunicazioni e il rumore prodot-to.Il primo è facilmente giustificabile con la presenza di dispo-sitivi elettrici ad elevate quote che producono un campo elettromagnetico in grado di disturbare le frequenze nor-malmente impiegate per le telecomunicazioni. Diverso è il caso del rumore, infatti difficilmente si comprende, a primo impatto, quali possano essere le fonti delle emissioni acu-stiche per un impianto che non presenta un motore ma è azionato dal vento.La prima sorgente acustica è costituita dalle stesse pale eo-liche che, a causa del rumore aerodinamico, producono un suono basso ed intermittente. La seconda sorgente è da in-dividuarsi nel moltiplicatore dianzi descritto che, al contra-rio del precedente, produce un ronzio persistente. Entrambi questi rumori risultano essere particolarmente fastidiosi per l’orecchio umano, tuttavia al crescere della distanza l’effet-to disturbante tende rapidamente ad attenuarsi.Per risolvere tali problematiche una delle soluzioni possibile consiste nella realizzazione di centrali definite “off shore” cioè posizionate in mare ad una sufficiente distanza dalla costa dove non siano presenti elementi che possano distur-bare il vento e contemporaneamente le emissioni delle pale eoliche, siano essere acustiche o elettromagnetiche, non arrechino disturbo alle persone.Gli aspetti negativi della tecnologia eolica risultano con-tenuti anche rispetto ad altre fonti energetiche rinnovabili ed inoltre, sulla base della rapida evoluzione manifestata in questi decenni in tale ambito, è ragionevole ritenere l’elimi-nazione o almeno una ulteriore consistente attenuazione di queste problematiche nel medio o breve periodo.

Forse il problema principale risiede nella individuazione di aree ove collocare gli impianti, cioè tali da garantire un flus-so costante di vento e quindi permettere una costante pro-duzione di energia. Come già affermato precedentemente nell’ambito di altri articoli, il problema principale delle così dette fonti rinnovabili risiede nella loro intrinseca natura di essere indipendenti al volere o necessità energetiche della collettività.Nonostante le problematiche descritte, la tecnologia eolica è una risorsa energetica la cui disponibilità è in costante e rapida crescita dando luogo ad un graduale quanto costan-te incremento delle prestazioni, riduzione dei costi e possi-bilità d’inserimento nella realtà quotidiana con l’ideazione di nuovi e più evoluti sistemi che permettano la collocazione, anche di piccoli dispositivi asserviti a specifiche finalità, nel-lo stesso contesto urbano.Il principio è semplice, gli investimenti in crescita e non do-vranno passare troppi anni per vedere lo sfruttamento su vasta scala di questa rinata risorsa, permettendo di tra-sformare il vento da elemento romantico, che scompiglia i capelli della propria amata, o poetico, consentendo di per-cepire lo “stormir tra queste piante” del Leopardi, in solida realtà quotidiana.

Un campo di aereogeneratori in mare

Aerogeneratori

Pale eoliche

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cultura

Villa Carnap

di Mario Giannattasio

All’estremità occidentale di Rocca Matilde, del vasto podere della marchesa di Salza, su di un promontorio

che ne segna il confine e lo divide dalla famosa rada del Ceni-to, si eleva sull’ampia caverna della grotta di San Giovanni villa Carnap, oggi villa Ricciardi.Come villa Riario Sforza, villa Carnap sorge su terreni che face-vano parte delle proprietà della marchesa e che furono da que-sta, nel 1863, alcuni anni prima della sua scomparsa, venduti al marchese de Gibot, un ricco ereditiero francese, possessore di un castello e di migliaia di ettari di terreno nella valle della Loira.Su quegli stessi terreni, dove ormai c’era soltanto un ammasso di rovine, esisteva nel settecento, in riva al mare, un fabbricato che la mappa del duca di Noja identifica nel podere del principe di Teora, appartenuto un secolo prima, invece, econdo le indi-cazioni topografiche del Baratta, ad Andrea Torre e secondo il Bulifon ad Andreas Torno.Adiacente a villa Rae, l’ex villa Craven costruita dalla margra-via di Ansbach, villa Carnap è nata dall’iniziativa del marchese de Gibot il quale, dopo l’acquisto, dette subito avvio ai lavori di fabbricazione ma, ciò nonostante, ancora di recente risulta

nota come villa Carnap perchè fu il barone Filippo Costantino von Carnap, terzo marito di una gentildonna francese che negli anni venti del novecento aveva acquistato l’immobile, ad averlo abitato e ad averne goduto più a lungo degli stessi proprietari. (Cfr.”I tempi di Posillipo” di D. Viggiani-Electa, Napoli, 1989)Soleggiato, in un clima mite, esposto alle brezze marine, con la sua sagoma rivolta verso Capri, il luogo sembrò al de Gibot il più adatto alle sue esigenze.Trentacinquenne, follemente innamorato e coniugato con una irlandese di sedici anni minata dal “mal sottile”, Margareth Mac Allister, il marchese fece di tutto per assisterla e curarla. Dopo una serie di viaggi intrapresi nei paesi del mediterraneo alla ri-cerca di un soggiorno ideale, utile al risanamento della sposa, i coniugi approdarono a Posillipo, eleggendo su questo versante della costa, molto più salubre rispetto ai posti altrove visitati, la loro residenza.Nonostante gli sforzi operati dal marchese per salvaguardare la salute della moglie, la donna morì nel 1867, appena quattro anni dopo l’acquisto dei terreni quando la villa, completata, forse era stata appena utilizzata.Il marchese aveva elevato un fabbricato di forma quadrango-

le ville di Posillipo

Costruita da un ricco ereditiero francese a ridosso della rada del Cenito, la villa è ancora ricordata con il nome del suo usufruttuario, il gaudente barone von Carnap, che vi ha vissuto e ne ha beneficiato più degli stessi proprietari

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cultura

le ville di Posillipo

lare, piuttosto tozzo, costituito da un pianterreno e da un piano nobile e, al di sopra del cornicione, da un secondo piano cui successivamente è stato aggiunto un terzo. Lo aveva dotato di finestre rettangolari, sostituite poi da balconi, ed aveva posto le premesse perchè intorno alla dimora crescesse quella fitta vegetazione che oggi la circonda e l’arricchisce. Aveva, inoltre, provveduto a creare il lungo viale carrozzabile che collega la villa alla strada e viceversa.Rispetto al disegno architettonico originario, quello attuale ap-pare più agile, reso tale da un tetto a spioventi che snellisce l’aspetto dell’opera del de Gibot.Alla morte della moglie, il de Gibot sposò la sorella Mary Jane con la quale convisse sei anni, fino al 1873, anno in cui il mar-chese si estinse.Divenuta erede del suo patrimonio, Mary Jane si trovò ad am-ministrare una somma di beni comprensivi della villa di Posillipo e dei lasciti della famiglia del marito nella valle della Loira ma anche molti debiti.Per far fronte a tali debiti e meglio tutelare i cespiti francesi dall’assalto dei creditori, la marchesa provvide a disfarsi di altri suoi beni e tra questi della villa di Posillipo la quale, posta in vendita ad un prezzo esoso, per oltre quaranta anni non trovò nessuno disposto a comprarla. Tra i potenziali acquirenti si dice si sia proposto anche Anton Dhorn, fondatore della stazione zo-ologica di Napoli, alla ricerca di una abitazione sul mare.Fu venduta solo nel 1919 quando l’immobile, per la trascura-tezza, era in condizioni di presentabilità disastrose. Vi alloggiava solo la famiglia del custode il quale, traendo profitto dalla sua prestazione, non aveva alcun interesse ad incoraggiarne la ven-dita.Ciò nonostante, ad acquistarla fu un napoletano, Felice Maglio-ne, al quale si devono i lavori di ristrutturazione e di ammoder-

namento tra cui la suddetta aggiunta del terzo piano ed il tetto a spioventi.A sua volta, dopo appena cinque anni, il Maglione vendette la proprietà alla baronessa francese Marthe Frezet de Longprè che aveva sposato in terze nozze il citato barone von Carnap, il quale alla morte della moglie (nel 1928), da cui era separato, ne divenne usufruttuario e come tale si godette il cadeau per oltre trent’anni nel corso dei quali pose in essere, ma invano, tutta una serie di azioni tendenti ad impossessarsi completamente della villa e del terreno circostante.Dalla baronessa il Carnap non aveva avuto figli. Si dice che fos-se un personaggio sui generis, con il noto “vizietto”; un gauden-te, amante della vita e dei suoi piaceri. Nella villa riceveva ed ospitava la migliore società napoletana ed internazionale che intratteneva ed irretiva con le meraviglie ed i profumi della sua raffinata cucina. Andava in giro con una limousine, guidata da un inappuntabile chauffeur, ed in mare, lungo la costa, con un gozzo accompagnato da musici e compiacenti, giovani, amici-zie.Interessato più ai vantaggi dell’usufrutto che a migliorare la pro-prietà, il barone lasciò l’immobile nella massima incuria ed in questo stato la villa fu venduta nel 1963 dai nuovi proprietari -gli eredi di sua moglie- i quali, erano riusciti a venire in pos-sesso del bene dopo una estenuante ed improduttiva vertenza giudiziaria.Se oggi la villa appare nel suo massimo splendore si deve ai nuovi lavori di restauro e di abbellimento posti in essere dai suoi ultimi acquirenti.Alla famiglia del vecchio custode è subentrata quella del nuovo il quale è assistito da un doberman, apparentemente senescen-te e mansueto ma sempre insidioso, che fa da sentinella subito dopo il cancello d’ingresso di via Posillipo.

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cultura

storia

di Massimo Rosi

Carlo di Borbone, dopo breve e brillante campagna contro gli Austriaci, divenuto nel 1734 re di Na-

poli a soli diciotto anni, provvide alla costruzione di regge, ma anche di grandi opere pubbliche. Sorse l’idea di edi-ficare, anche per la pressione esercitata dall’instancabile padre Rocco, un enorme edificio (quello presente è privo, rispetto al progetto originale, di due cortili alle estremità) che attualmente misura 354 metri di fronte e che, se fosse stato completato, ne avrebbe misurato ben 600! Si iniziò la costruzione della reggia di Caserta e nello stesso 1751 si pensò di dotare la capitale di un edificio capace di contene-re tutti i poveri del regno.Il commento dell’architetto neoclassico meridionale Fran-cesco Milizia nel 1780 fu questo: “Con minore spesa ed in più breve tempo, si sarebbe tolta per sempre ogni povertà dall’abbondantissimo regno di Napoli”. Il giudizio del Mili-zia, che ha avuto nel tempo notevole risonanza, non teneva però gran conto del fatto, che la enorme struttura era stata prevista per ospitare in modo separato i quattro ceti, uomi-ni, donne, ragazzi, ragazze senza comunicazione tra loro e con l’intento del recupero sociale. Infatti, grandi spazi erano previsti per laboratori, refettori, cortili, portici, officine e abi-tazioni di servizio e personale addetto.

Le grandi opere pubblicheL’Albergo dei Poveri ed i Granili

Mentre le persone anziane e malandate in sa-lute erano accolte in ospizio, i giovani veniva-no educati ed avviati al lavoro ed a tale scopo erano previsti numerosi laboratori artigiani. In un primo tempo l’edificio doveva sorgere in un’area fuori porta Nolana e Ferdinando Fuga, incaricato del progetto, propose uno schema simile alla reggia di Caserta, articola-to a croce intorno a quattro cortili. A causa del terreno paludoso tale ubicazione fu scartata e si individuò un’area ai piedi della collina di Poggioreale, lungo la strada di collegamento tra via Foria e via del Campo (Salita di Capo-dichino).Nacque un nuovo progetto che prevedeva un grande rettangolo articolato su cinque cortili in linea, di cui il centrale avrebbe contenuto una vasta chiesa pubblica a cui accedevano indi-pendentemente i quattro ceti summenzionati. Come abbiamo detto i due cortili estremi furo-no aboliti e per la costruzione furono previsti 900.000 ducati. Si sarebbe provveduto con un contributo reale e fondi di comunità religiose, privati cittadini ed enti di assistenza.I lavori furono iniziati il 27 marzo 1751 e nel 1764 vi cominciarono a trovare posto i primi poveri; in seguito si realizzarono anche alcune officine artigiane. Ma la fabbrica gigantesca ancora nei primi anni dell’800 era in costru-zione e i lavori cessarono nel 1819. La desti-nazione d’uso era molto condizionata dalla

nacque l’idea di dotare la capitale di un edificio capace di contenere tutti i poveri del regno

Real Albergo dei Poveri

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cultura

storia

1779. Era una grossa fabbrica collocata nei pressi del mare, nella zona orientale, passato il ponte della Maddalena, lun-go la via di Portici, e dove si avevano le prime costruzioni di industrie: avevano infatti la propria sede in questa zona le fonderie Henry e Pattison. Nell’edificio avrebbero trovato posto granai pubblici, arsenali di artiglieria e fabbriche di cordami per la flotta. Come l’Albergo dei Poveri comparve nella mappa del duca di Noja del 1775, così i Granili appar-vero nella pianta del Rizzi-Zannoni del 1790.In questi due grandi edifici non è più esaltato l’aspetto fron-tale come nella tradizione tardo barocca, con l’asse centra-le, come nella reggia di Caserta, bensì essi con le proprie dimensioni urbanistiche esaltano le viste prospettiche in fuga, tangenziali, urbane, modi già neoclassici-razionalisti. Molti conservano ancora memoria di questo sterminato manufatto che, gravemente danneggiato nella guerra 1940-45, fu infine demolito.

mentalità assistenziale del tempo, era definito il Reclusorio, e negli anni successivi subì varie modifiche fino a che, con i gravi danni del terremoto del 1980, la grande fabbrica fu abbandonata per essere successivamente e gradualmen-te restaurata. Per il carattere dell’edificio, costituito da un corpo centrale di cinque piani e da due lunghe ali di tre piani, ci sembra che la sua futura destinazione d’uso po-trebbe proficuamente essere quella della nuova sede del Museo archeologico. La vecchia sede, ex palazzo degli stu-di, museo archeologico nazionale da intestare ai Borbone, in quanto il lascito farnesiano era bene di famiglia, è oggi sovrasatura di reperti e moltissimo materiale non è possibile esporre per insufficienza di spazio. L’Albergo dei Poveri, per la posizione di vicinanza al Centro direzionale e la grande piazza antistante dove si potrebbe avere una fermata del-la Metropolitana FS e un grande parcheggio, per le grandi dimensioni e altezza dei piani, potrebbe ospitare nelle ali le zone espositive, nel corpo centrale uffici, studi e laboratori per gli archeologi, mentre si potrebbe utilizzare l’area della chiesa –non realizzata- per una grande sala polifunzionale. Dispone inoltre a piano terra di grandi spazi, percorribili an-che da camion.Si ebbe altrettanto anche con il successore: Ferdinando IV concepì nell’ambito dell’illuminismo la colonia di S.Leucio, vicino Caserta, articolato e grandioso edificio dovuto al Col-lecini, allievo del Vanvitelli, dove vi erano numerose attività, tra cui predominante quella della seta, ed un codice dovuto al re stesso e al Pianell dove erano previste provvidenze di ogni genere per gli abitanti della colonia. Altra grandiosa costruzione sorse sotto Ferdinando IV, i Gra-nili, enorme complesso dovuto sempre al Fuga, iniziato nel Real Albergo dei Poveri (facciata posteriore)

I Granili

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cultura

I napoletani tradizionalisti la chiamano ancora oggi “Porta Sciuscella”, vocabolo che nel vernacolo napoletano signi-

fica “carruba”.Tale denominazione proviene da un vicino convento di monache benedettine, poi domenicane di S. Sebastiano, contornato da fer-tili orti e giardini, nei quali venivano coltivate anche le carrube o “sciuscelle” come venivano chiamate in napoletano. Quando fu sbancato e disboscato il terreno di una parte di quegli orti per far posto, prima alla strada e poi alla porta, una pianta di carrube fu lasciata presso il giardino delle suore; fu così che il luogo fu chiamato “Porta della Sciuscella”, così come fu detto della Pignasecca, delle Pigne, dell’Olmo, del Fico, del Pero, del Melofiocco, del Gelso e così via.Anticamente la zona non aveva strade comode ed i poderi delle monache arrivavano fino al Museo Nazionale ed era molto diffi-cile arrivare in città se non per vie contorte attraverso il Borgo di Gesù e Maria, presso lo sbocco di S. Pietro a Maiella per scende-re dietro alle Fosse del grano, mentre invece, sfondando un muro claustrale a S. Pietro a Maiella, si sarebbe arrivati più facilmente. Fu così che si pensò di costruire Port’Alba.Questa Porta sorge a sinistra dell’emiciclo dell’attuale Piazza Dante, bella e spaziosa, anticamente detta “Mercatello”, per di-stinguerla da quella più vasta del “Mercato”, che è nei pressi della basilica della Madonna del Carmine.Con le nuove mura fatte costruire da don Pietro da Toledo, il “Lar-go del Mercatello” fu lasciato fuori dalla cinta della città. In esso, ogni mercoledì, si teneva la vendita al popolo di granaglie, cereali, ortaggi, frutta, uova, pollami ed altri generi, da cui il nome di Mer-catello dove in un grande affollamento eterogeneo ci si pigiava, ci si azzuffava, si rubava, si vociava, si imbrogliava tanto che era una vera Torre di Babele.Nelle cavallerizze del Mercatello si domavano e si addestravano i puledri ed i familiari dei grandi signori vi portavano a passeggiare nobili destrieri, fra i più belli e pregiati d’Europa.L’uso del largo era goduto pacificamente per sei giorni alla set-timana dai cavallerizzi, ad eccezione di qualche giorno che lo spiazzo doveva servire per innalzare le forche per le esecuzioni capitali, occasione che comunque si verificava molto raramente, perché il patibolo di norma veniva innalzato nella Piazza del Mer-cato, tra S. Eligio ed il Carmine.Il Mercatello rimane famoso anche per essere stato nel seicento, ai tempi della terribile epidemia di peste, il lazzaretto di Napoli che venne splendidamente e crudelmente immortalato in un famoso quadro da Domenico Gargiuolo, detto Micco Spadaro. In esso si vede subito a sinistra Port’Alba e addossate ad essa pertiche con uncini che forse servivano ai monatti per afferrare e trascinare i cadaveri degli appestati. Segue nei pressi Porta Reale, facilmente riconoscibile dall’aquila bicipite di Carlo V° che vi è sovrapposta. Con le parole del Nicolini descriviamo tutta la scena: “I zozzissimi monatti sono gli unici esseri viventi; c’è chi brucia in un angolo ca-daveri d’appestati, chi li spinge con le pertiche, chi li trascina con le corde; uno ha un morto attaccato ad una gamba ed in tal modo lo trascina; un altro ne trasporta un secondo legato alla coda del cavallo, e così via”.Tutti quei poveri morti venivano gettati alla rinfusa in una delle fosse scavate perché i cimiteri erano pieni.

le porte di Napoli

Port’AlbaLa Porta sorge a sinistra dell’emiciclo dell’attuale Piazza Dante anticamente detta “Largo Mercatello”di Aldo Genua

Finita la pestilenza, il Largo riprese la sua funzione consueta, i venditori a rincarare i prezzi, le popolane a litigare con essi per risparmiare ed i nobili cavalieri a galoppare.La Porta fu costruita perché il popolo, per fare meno strada, co-minciò a scavare alla base di un torrione un buco sufficiente a far passare una sola persona, buco che in breve divenne un grande “pertuso”, sicché il Tribunale di Fortificazione si vide costretto a farlo turare. Ma i napoletani di lì a poco ricominciarono a scavare fin quando nel 1624 il Duca d’Alba, don Antonio Alvarez di Toledo, sollecitato dal principe di Sansevero, don Paolo di Sangro, che era a capo del Tribunale di Fortificazione, acconsentì che si aprisse, a spese degli abitanti dell’Avvocata, su disegno di Pompeo Lauria, un’an-gusta porta nel vecchio torrione angioino, così piccola da con-sentire appena il transito delle carrozze. L’apertura fu chiamata Port’Alba e come la vicina Porta Reale, anch’essa venne decorata con tre stemmi, di Filippo III°, della città e del Viceré.Port’Alba è rimasta famosa anche per gli affreschi che nel 1656 vi disegnò Mattia Preti. Nel 1781, sei anni dopo la demolizione di Porta Reale, fu trasportata e collocata su Port’Alba la statua di San Gaetano Tiene. Nel 1797 il Tribunale di Fortificazione acquistò il terreno adiacen-te, dove sorgeva il palazzo bruciato del Barone Sterlch ed allargò di parecchio la storica porta rendendola quale oggi la vediamo.Successivamente, nel monastero soppresso, furono costruite di-ciassette botteghe ed un carcere detto “Carcere della Sciuscella”, dove venivano rinchiusi i giovanotti di buona famiglia rei di qual-che scappatella giovanile.Oggi alle spalle di Port’Alba c’è una strada nella quale, a destra e sinistra, sono attivate le più importanti librerie, pasticcerie e fa-mose pizzerie.

Port’Alba

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n.9 ottobre>200835

cultura

La stagione 2008-2009 è tutta già da ora proietta-ta nel grande festeggiamento. Dal concerto con la

“Rappresentazione di Anima et di Corpo” di de’Cavalieri, tenutasi all’epoca nella chiesa di San Paolo Maggiore alla nuova esecuzione del medesimo suggestivo oratorio, che si terrà nella medesima chiesa nel prossimo aprile, si può ben dire che soli il San Carlo ed il Conservatorio di San Pietro a Maiella sono sopravvissuti al tempestoso volgere degli anni che ha fatto tacere istituzioni solide da credersi al riparo da ogni turbativa, quali l’orchestra “Scarlatti” della Rai, l’”Ac-cademia musicale napoletana” fondata da Casella, uno dei grandi della musica italiana del ‘900 etc.. Novant’anni ben portati a giudicare dalla costante presenza in cartellone dei grandi della bacchetta, della tastiera, dell’archetto, compre-so il mitico Arturo Toscanini, a Napoli per il sodalizio di Piaz-za de’Martiri, piuttosto che per il San Carlo, per esempio, ed artisti quali Murray Perhaia ora Gergev, in collaborazione con il teatro però, che in città mai altrimenti sono arrivati. Senza rivalità, offrendo un cartellone soprattutto da camera, per appassionati, e senza mai scadere nella chiusura della “nicchia” la “Scarlatti”, che ha pure dato il nome all’orche-stra tanto stimata ed oggi dissolta, ha puntato sempre di più e meglio su pubblico giovane, allargando con sapienza la sua platea, che è indispensabile arricchire, variare anche in vista del futuro. Riferimento questo indispensabile. Ecco allora la presenza in cartellone di gruppi esotici, “Ondako-za” ad esempio, “Madredeus” al debutto, di artisti ai limiti del classico come Ute Lemper negli anni Novanta, dopo le coraggiose aperture alla modernità di moda o duratura già dagli anni Settanta, con Stokhausen e tanti artisti italiani e stranieri, quali applauditi, quali oggetto di qualche fischio opportuno segno di vivace reazione del vasto ed articolato uditorio. In novant’anni jeans e pullover hanno sostituito per fortuna giacche e cravatte, abito scuro, mises fulgenti con cappelli policromi e leggendari, delle signore che (con discrezione e poetico abbandono, credevano!) portavano il tempo con memorabile oscillare del capo, ed esiti ovviamente risibili. In novant’anni si sono stabilizzate nel programma le serate di musica moderna, ma senza ghetti o recinti appositi quando possibile, serate di musica barocca ed antica, ripartendo soprattutto negli anni Settanta, sotto la guida di Gianni Emi-nente, segretario artistico indimenticabile, dal repertorio ba-rocco delle origini, riproponendo di tanto in tanto, soprattut-to per i compleanni importanti il testo di de’Cavalieri. Per gli ottant’anni l’ha diretto Antonio Florio, con il suo complesso barocco napoletano dei “Turchini” tra i massimi vanti musi-cali napoletani di oggi, festeggiato da mondiale successo per fortuna; oggi lo propone Flavio Colusso. Nel nome della musica antica era nato il sodalizio con coro diretto da Emilia Gubitosi. Ma il ritorno pieno all’antico, si diceva, è di trent’anni fa e coincide con l’irruzione del mo-derno anche ad oltranza, che oggi è rappresentato in città da “Dissonanzen”, altra eccellenza artistica di risonanza in-ternazionale. Senza l’ostacolo di fatto di complessi stabili propri da promuovere, che comunque ha avuto negli Anni

teatro

Una moderna novantenneL’associazione “Alessandro Scarlatti”il prossimo anno compirà novant’annidi Massimo Lo Iacono

Cinquanta (l’orchestra ed il coro, poi scomparsi con vicen-de proprie) la “Scarlatti” si realizza benissimo sia come articolatissima vetrina di ospiti nazionali ed internazionali importantissimi, sia come spazio aperto ad artisti spesso napoletani che propongono progetti culturalmente qualifi-cati con musiche rare, saldamente organizzati i cicli, che si tengono al mattino ora a Villa Pignatelli, fino a qualche anno fa all’Archivio storico del Banco di Napoli, palazzo Ricca. Vi hanno partecipato in passato anche strumentisti del Conservatorio “Cimarosa” di Avellino. Villa Pignatelli, con i concerti della “Settimana di musica d’insieme”, a partire dal 1973 (terza edizione dopo il debutto dell’iniziativa al teatro “Sannazaro”, 1971 ed una edizione alla sala “Scarlatti” del Conservatorio, 1972) è diventata un luogo simbolo della vita dell’associazione, quello che sembra destinato a rappre-sentare, ancora oggi, il luogo del ricambio generazionale. Delle “Settimane” dilatatesi a gran festival, forse esagerato e regolato con poca saggezza negli anni Ottanta, è stato punto di riferimento Salvatore Accardo, ed oggi lo è Alain Meunier. Nel volgere dei decenni è ormai consolidato il pro-grammare i concerti per cicli e progetti, con piglio didattico che entusiasma il pubblico con più intensa voglia di appren-dere di quanto si possa credere: tra i progetti di singolare rilievo è quello che valorizza gli organi storici della Campa-nia. Per ascoltarli suonare si fa più ampio il pellegrinaggio involontario di soci ed abbonati, che dall’incendio della sala del Conservatorio, tra chiese affascinanti, teatri, etc. hanno sperimentato tante sedi, taluna amata ed altra meno, in-trecciandosi la musica in città con i problemi del traffico, la sicurezza etc. tutta la nostra complessa realtà, cioè.

Alessandro Scarlatti

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36 il nostro posillipo

eventi sociali

Il corso di aggiornamento dal titolo Contattologia Medica è stato organizzato con il patrocinio della Seconda Università di Napoli e supportato dalla casa farmaceutica

Bausch&Lomb.Hanno partecipato come relatori:- il Prof. Mario Bifani, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia e primario del Servizio Trapianti di Cornea del Dipartimento di Oftalmologia della Seconda Università di Napoli. Studioso ed esperto di Chirurgia della cornea;- Il dott. Luigi Mele, Dottore di Ricerca presso il Servizio Trapianti di Cornea del Dipartimento di Oftalmologia della Seconda Università di Napoli ed Unità Specialistica Operativa presso il Ministero della Salute s.a.s.n., Studioso ed esperto della diagnosi e terapie parachirurgiche delle malattie corneali;- Il Prof. Antonio del Prete, oculista presso l’Università Federico Secondo di Napoli. Studioso ed esperto nelle malattie della superficie oculare;- La dott.ssa Emanuela Bonci, oculista presso l’Università la Sapienza di Roma studiosa ed esperta di contattologia medica.Al corso hanno partecipato circa 80 persone tra oculisti ed ottici.I relatori hanno messo a disposizione di tutti i partecipanti le loro conoscenze ed esperienze sulle ultime frontiere mediche e chirurgiche relative alla diagnosi ed al trattamento delle malattie corneali ed alle attuali promettenti nuove possibilità di correggere questi pazienti con lenti a contatto di ultima generazione.Il cheratocono è una ectasia non infiammatoria caratterizzata da un progressivo, ed inesorabile, sfiancamento della cornea che causa un astigmatismo irregolare con conseguente calo progressivo del visus. Quando si arriva ad uno stadio intermedio della malattia la correzione con i semplici occhiali non riesce più a garantire una buona acuità visiva e per tale motivo si deve ricorrere all’uso delle lenti a contatto rigide, le quali hanno

Contattologia Medica

aggiornamento professionale

Nei saloni del Posillipo un corso di aggiornamento sui recenti progressi dell’oculisticadi Mario Bifani

da sx il prof. Antonio Del Prete, il prof. Mario Bifani, la dott.ssa Emanuela Bonci ed il dott. Luigi Mele

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eventi sociali

aggiornamento professionale

la capacità di regolarizzare il profilo corneale. Lo sforzo del Prof. Bifani, del Prof. Del Prete e del Dott. Mele è quello di studiare ed applicare nuovi materiali contattologici testandone sia l’efficacia correttiva, attraverso l’analisi delle diverse geometrie, sia la biocompatibilità con la superficie oculare, attraverso lo studio di svariati materiali.Quando la malattia raggiunge uno stadio avanzato, purtroppo neanche le lenti a contatto riescono a correggere il difetto visivo costringendo al ricorso della chirurgia.Fino a qualche anno fa l’unica terapia chirurgica era costituita dal trapianto di cornea nelle sue varie metodiche. Da circa un anno il Prof. Bifani ed il dott. Mele stanno studiando ed effettuando un trattamento parachirurgico messo a punto dal Prof. A. Caporossi dell’Università di Siena, il “cross linking”, il quale è probabilmente in grado di bloccare la progressione del cheratocono. Tale metodica, studiata “in primis” a Dresda, prevede l’assorbimento, da parte del tessuto corneale di un complesso proteico-vitaminico a base di Riboflavina che sottoposta all’azione di raggi UV provoca un “indurimento” del tessuto con conseguente blocco della progressione del cheratocono stesso. Oltre a ciò il Prof. Bifani ed il dott. Mele stanno testando delle lenti a contatto “ a geometria inversa con effetto “ortocheratologico” da applicare subito dopo il trattamento al fine di far “indurire” la cornea con un profilo quanto più regolare e vicino alla normalità.Queste lenti, di ultimissima generazione, hanno la capacità di plasmare (“effetto ortocheratologico”) il tessuto corneale sfruttando diversi principi fisici e biochimici.Appare chiaro quindi che sia i trattamenti parachirurgici del cross linking, sia le lenti ortochratologiche devono essere effettuati e costruite “su misura” per ogni singolo paziente attraverso scrupolosi controlli medici e contattologici.

Tali controlli mirano a valutare le caratteristiche e lo stadio del cheratocono, le caratteristiche della superficie oculare, la sussistenza dei parametri per l’effettuazione del trattamento cross linking, la biocompatibilità delle geometrie e dei materiali delle lenti ortocheratologiche nonché una serie di visite di controllo periodiche che valutino i parametri specifici post-trattamento.Durante il corso di aggiornamento i relatori hanno messo a disposizione dei partecipanti le loro conoscenze ed esperienze relative alle problematiche in oggetto e vi è stata una proficua e vivace partecipazione da parte dei qualificati convenuti con numerose domande ai relatori nonché apporto di esperienze personali. Sono così state poste valide basi per l’organizzazione di un successivo incontro sul tema.

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eventi sociali

Fa riferimento a “Solatia”, il disco pubblicato a gennaio e presentato in febbraio all’ Università

di Parigi, la manifestazione organizzata dal Centro Studi Erich Fromm il 29 settembre u.s., in collaborazione con il Circolo Nautico Posillipo e che ha visto, ancora una vol-ta, a distanza di un decennio, per i soci del Centro Studi, Patricia Lopez protagonista di un concerto speciale che testimonia l’amore della cantautrice californiana per una città “bella e martoriata” che non smetterà, forse, mai di essere comunque al centro della melodie più struggenti di chi, amando la musica, ne celebra gli aspetti intramon-

tabili.Da Feelin’ Groovy a Fene-sta Vascia, tutto un reper-torio che, grazie a raffinati arrangiamenti da lei stessa curati, (“mi sono seduta a tavolino ed ho scritto tutte le parti per chitarra e voce” dichiara), fonde mirabilmente la cultura di appartenenza con quella partenopea.Dietro ogni canzone un ri-cordo, una storia, un’epoca come quella, ad esempio, del country - rock, il suono del cuore rurale dell’Ame-

rica, con le radici tanto nel folk tradizionale, quanto nella musica popolare (“hillibilly” del Mississipi dell’Alabama e del sud della Pennsylvania).I temi, veri e propri topos narrativi: dalla perdita al tra-dimento, ai cuori infranti... che sviluppatisi nel cosiddet-to “Honky tonk’”, grazie ad Hank Williams, arriva ai no-stri giorni per mano di star come Garth Brooks, Shania

centro studi erich fromm

Le coste dell’Ovestnel concerto della LopezUn concerto speciale che testimonia l’amore della cantautrice californiana per la città di Napolidi Silvana Lautieri

Twain.Si comprende, dunque, il perchè dei classici partenopei in versione country, un repertorio subito notato dalla R.A.I. che l’ha inserito nell’Archivio Sonoro della Canzone Napo-letana e presentato in un programma radiofonico.“Non sospettavo che avrei amato appassionatamente questa città e che sarei rimasta qui per sempre” ha det-to ancora la Lopez rivelando una sensibilità tutta “West Coast”, quella stessa che ha titolato la bella serata che, introdotta da Massimo Falco, Consigliere alle Relazioni Esterne ed alla Cultura del Posillipo, e guidata da Silvana Lautieri Andreucci, Presidente del Fromm, è stata entu-siasticamente seguita da un folto ed interessato pubblico presente in sala.

La cantautrice californiana Patricia Lopez

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eventi sociali

speciale elezioni

circolo nautico posillipo

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speciale elezioni

Il PresidenteL’intervistaBruno Caiazzodi Claudia De Simini

Laureato in Ingegneria Meccanica, libero professio-nista ed imprenditore nel settore immobiliare e del-

le costruzioni, come atleta è stato elemento di punta nella serie A di nuoto e pallanuoto alla Rari Nantes, aggiudican-dosi il titolo “juniores” nel ’66. Poi, la passione per lo sport è diventata una missione; Di-rigente fin dal 1972 come consigliere sportivo di nuoto e pallanuoto, sempre per la Rari Nantes Napoli, a partire dalla seconda metà degli anni ’70, l’Ingegner Bruno Caiazzo ha ricoperto ruoli di spicco nella dirigenza sportiva - come la presidenza del Comitato Campano della Federazione Italia-na Nuoto e della Consociazione Natatoria Napoletana.Dal novembre 1996 presta la sua opera come dirigente per il nostro sodalizio con la nomina di Vice Presidente Sportivo con il Presidente Antonio Capasso, confermato successi-vamente, nell’incarico svolto brillantemente fino allo scorso anno con i Presidenti Cerciello, Ritondale e Mazzone. Oggi, la lunga esperienza maturata nel settore e il fiero at-taccamento ai valori della Casa Sociale, lo hanno portato alla candidatura per la presidenza del Circolo Posillipo, in seguito alle dimissioni dell’On. Mazzone.Dal 2007 al 2008 è stato vicepresidente della Lega Nazio-nale Pallanuoto, svolgendo, nel contempo, anche il ruolo di commissario nella 1^ e 2^ commissione per le linee pro-grammatiche di bilancio del Circolo Nautico Posillipo.

Cosa spinge un professionista come lei, ancora nel pie-no della sua attività, a candidarsi ad un ruolo sì presti-gioso, ma anche particolarmente oneroso?«Ho accolto l’invito alla candidatura, che molti consoci mi hanno rivolto, perché ritengo che il Circolo stia vivendo una fase molto delicata, di trasformazione: per me è un onore e una sfida, garantire il collante tra tradizione e spinta al cam-biamento. La mia professione di imprenditore è impegnativa, ma mi occupo anche di sport da molti anni, riuscendo sempre a conciliare le due attività. Auspico, comunque, la collabora-zione di tutta la Casa Sociale per superare il momento di crisi che stiamo vivendo».

I tempi richiedono un processo irreversibile di rinnova-mento, come lei ha sottolineato: come intende innerva-re i valori della tradizione nel nuovo assetto sociale che si profila oggi?«Siamo una grande famiglia, e la gloriosa tradizione del no-stro sodalizio può andare avanti solo unendo le forze: mi adopererò per la formazione di “gruppi di lavoro” per set-tori di competenza, che svolgeranno una preziosa attività di consulenza ed operatività affiancando il Consiglio Direttivo. In questo senso, credo sia fondamentale anche migliorare l’attività di informazione e comunicazione nella compagine sociale».

Come prevede di poter completare tale processo di rin-novamento?«Il rinnovamento avverrà nel solco dell’opera illuminata dei presidenti che hanno reso grande il nostro Circolo. Il mio im-

pegno è quello di proseguire una tradizione vincente, ope-rando le modifiche necessarie per stare al passo coi tempi: innanzitutto, investimenti mirati ed una politica di conteni-mento delle spese volta ad ottimizzare le risorse disponibili, in particolare nel settore sportivo. Lo sport è per noi una missione sociale, prima che un inve-stimento economico: per questo il Circolo è il fiore all’oc-chiello di questa città, oasi felice in una realtà così dura».Nel suo programma, parla di allestire una squadra di pallanuoto all’altezza delle tradizioni del Circolo, ma economicamente meno impegnativa. Come pensa di conciliare le due cose, che sembrerebbero antitetiche?«L’immagine fiorente del Circolo è anche frutto dell’investi-mento nella pratica sportiva ad alti livelli. I risultati raggiunti nella pallanuoto hanno fatto da risonanza per gli altri sport promossi dal Circolo, ed è per questo che intendo puntare su questo settore: acquisendo nuovi impianti e investen-do sui nostri giovani talenti, ma cercando anche nelle altre società gli elementi migliori per i ruoli in cui siamo carenti. Quest’opera sarà affiancata dall’acquisizione di risorse fi-nanziarie supplementari, con la ricerca di nuovi sponsor e politiche di merchandising mirate. Come la registrazione del marchio del Circolo, che abbiamo di recente attuato».

La rivista “ Il nostro Posillipo” rappresenta una tappa importante del rinnovamento: per il successo riscosso sia tra i soci che all’esterno, e in quanto potentissimo mezzo di comunicazione. Lei ritiene sarà possibile farla crescere ulteriormente ed incrementarne la diffusione?«La rivista favorisce la comunicazione all’interno della Casa Sociale, che ritengo fondamentale, e ne diffonde all’esterno l’immagine e i valori. Il mio impegno sarà, dunque, certa-mente rivolto in direzione di una crescita progressiva della rivista, operando per un maggiore coinvolgimento dei soci nei suoi aspetti gestionali e amministrativi».

eventi sociali

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Sono stato sollecitato da numerosi consoci ad avanzare la mia candidatura alle prossime elezioni

alla carica di Presidente del nostro glorioso sodalizio.Ho accolto l’invito perché ritengo che la fase delicata di trasformazione che il Circolo sta vivendo per le modifiche statutarie, che insieme ad altri ho voluto, richiede la dispo-nibilità di tutti coloro che lo amano.Vengo dal mondo dello sport, come atleta prima e dirigente poi. Porto con me tutto l’orgoglio di appartenere a questo glorioso sodalizio. Lo hanno fatto grande i Presidenti che si sono succeduti negli oltre ottantatre anni della sua vita, por-tandolo ai vertici dello sport nazionale e mondiale. Perso-nalmente ho avuto l’onore di essere stato il VicePresidente Sportivo di tutti gli illuminati Presidenti della sua storia re-cente, da Capasso all’indimenticato e compianto Cerciello, a Ritondale e, infine, a Mazzone.Tutto ciò mi spinge, al di là di ogni ragionamento e di co-mode scelte di tranquillità personale, a scendere in campo candidandomi.Il mio impegno sarà di mantenere il Circolo su questa “stri-scia” vincente e, con il consenso ed il sostegno della gran-de famiglia sociale, di affrontare tutti insieme le sfide che ci attendono, anche con l’operare, se necessario, scelte diffi-cili ed obbligate - purché sempre condivise - per il raggiun-gimento dei fini sociali.È innegabile l’importanza dello sport praticato ad alti livelli - nel nuoto come nella pallanuoto, nel canottaggio come nella scherma, nella canoa come nella vela e in tutti gli altri sport che il Circolo promuove - perché è l’immagine stupendain ambito cittadino, nazionale ed internazionale, è il prodot-to del lavoro, dell’entusiasmo e della passione di dirigenti e soci che hanno partecipato alla vita del sodalizio in questi ottantatre anni.E, cosa più importante, è stato un investimento che oggi, grazie ai risultati di punta conseguiti in tutte le discipline, ci consente la partecipazione a gare per l’acquisizione della gestione di impianti sportivi - com’è avvenuto per la piscina

Poerio - con l’elevato standing di cui godiamo presso enti ed istituzioni.Per completezza di informazione va detto che stiamo man-tenendo alti livelli senza inseguire società economicamente più forti di noi, se è vero com’è vero che non solo sono stati lasciati andare allenatori ed atleti in cerca di collocazioni più convenienti, ma è stato anche ceduto un giocatore allo stesso Recco, realizzando una considerevole plusvalenza non preventivata.In questo contesto stiamo andando avanti, seppure nel pieno rispetto degli impegni preesistenti, lavorando nel contempo per allestire una squadra di pallanuoto che sia all’altezza delle nostre tradizioni ma economicamente meno impegnativa. Abbiamo avviato pertanto un ciclo imposta-to sui giovani, in primis, del nostro vivaio, cercando tra gli elementi più promettenti di altre società solo nei ruoli dove siamo carenti Il mio programma, che da ingegnere potrei riassumere in poche parole:a “organizzazione ottimale delle risorse”, si basa su sette punti che ritengo fondamentali, qui di seguito esposti.1°) - Impegno primario per lo sviluppo della pratica sporti-va:Per ottantatre anni è stata la “mission” del Circolo, ne rap-presenta l’eccellenza e tale dovrà essere ancora negli anni a venire.Il mantenimento ed il miglioramento dei livelli in tutte le at-tività sportive, anche per confermare l’immagine del Circo-lo come simbolo di una Napoli vincente, saranno ricercati sempre con occhio attento al conto economico - cosa pe-raltro che già avviene con una previsione di riduzione del 20% della spesa per rimborsi e borse di studio che sarà ulteriormente perseguita - perché i risultati si raggiungono unitamente sul campo e con l’equilibrio di bilancio.2°) - Ulteriore sviluppo dell’attività di avviamento dei giovani allo sport:soprattutto verso coloro che provengono da ambienti, fami-liari e sociali, modesti, difficili e degradati, proseguendo le

speciale elezioni

eventi sociali

Il programmadi Bruno Caiazzo

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eventi sociali

speciale elezioni

iniziative di solidarietà, da tempo avviate, che hanno fatto guadagnare al Circolo ampi consensi e riconoscimenti.3°) - Adeguamento programmato modulato e progressivo: finalizzato ad una gestione economica compatibile con le normative, secondo un processo già in atto.Le decisioni di spesa saranno adeguate agli obiettivi assun-ti e, comunque, dovranno rientrare nell’ambito di parame-tri coerenti con le politiche di bilancio adottate, approvate dall’Assemblea dei soci. In tal senso potrebbe risultare utile tenere un’Assemblea per la rappresentazione del consunti-vo 2008 con proiezione al 31 dicembre e l’individuazione di eventuali interventi.Trasparenza e pubblicità della politica di bilancio e della gestione amministrativa nel suo complesso saranno per-seguite attraverso la rivisitazione delle metodiche di con-tabilità e nel rispetto anche del nuovo assetto sociale che ha registrato un cambiamento epocale nella composizione dell’organo deliberante con il passaggio da duecento soci fondatori a novecento soci effettivi.Una cura ed un impegno particolari saranno riposti nell’ac-quisizione di risorse finanziarie aggiuntive, sia con l’ulteriore sviluppo dell’attività di ricerca di sponsor grandi e piccoli basata su metodi professionali, sia con politiche di mer-chandising attraverso la gestione commerciale del presti-gioso marchio del Circolo, recentemente registrato.4°) - Miglioramento dei servizi e della casa sociale:- valutando la possibilità economica di dar vita alla figura del “Maestro di Casa”, funzionale anche all’effettiva appli-cazione del Regolamento;- prestando ancor più attenzione alle procedure di ammis-sione dei nuovi soci, cercando di privilegiare e agevolare l’ingresso dei figli di soci;- attuando, compatibilmente con le risorse finanziarie, una graduale ristrutturazione della casa sociale che preveda an-che l’allestimento di un settore di palestra riservato ai soci.5°) Recupero della coesione della compagine sociale: attraverso azioni volte al superamento delle divisioni e delle contrapposizioni che da tempo lacerano il tessuto sociale condizionando negativamente le relazioni personali e, diconseguenza, la partecipazione attiva e corale alle manife-stazioni sociali.È mio fermo proponimento “risvegliare” nei soci di vecchia data e suscitare nei più giovani il senso di appartenenza e di orgoglio che ritroviamo forte e deciso nei nostri atleti e nello staff tecnico, coinvolgendoli e rendendoli partecipi ed “attori” di ogni decisione e del cambiamento che vogliamo introdurre nel Circolo come fatto stesso di “cultura”, nella speranza che i diversi punti di vista sui problemi, che inne-gabilmente comporta un’organizzazione complessa come la nostra, possano e sappiano trasformarsi in energia posi-tiva per la crescita del nostrosodalizio.La nostra grande famiglia è ricca di intelligenze e risorse che chiedono solo che si riaffermi lo spirito di socialità per esprimersi e contribuire - al di là degli incarichi dirigenziali - allo sviluppo dell’attività del nostro Sodalizio.Non avendo la presunzione né la possibilità di occuparmi direttamente e di risolvere personalmente tutte le quotidiane problematiche che presenta l’“azienda Posillipo”, considero a maggior ragione essenziale e fondamentale la collabora-zione di persone esperte e competenti in specifici settori.A tal fine, auspico che, come riusciamo a far bene in campo sportivo, anche nel comparto sociale ed amministrativo si

Il programma

RISULTATI ELETTORALI

possa dar vita ad una squadra, coesa e determinata, per raggiungere tutti insieme importanti traguardi che consen-tano di soddisfare le esigenze dei soci conciliandole con quelle dello sport - come, ad esempio, l’attività dei master e degli ex sportivi praticanti - al fine di migliorare ed elevare nel complesso il livello della nostra vita sociale.Prevedo, quindi, di dar vita a “gruppi di lavoro” per settori di competenza i quali affiancheranno il Consiglio Direttivo con una funzione di consulenza ed operatività, coinvolgen-do quanti possono e vogliono fornire un contributo ad ogni livello per un supporto fattivo - e non di mero presenziali-smo - all’attività quotidiana.Quindi mi propongo di individuare:- un gruppo settori acquisti;- un gruppo settore legale e contratti;- un gruppo settore amministrativo che dovrà perfezionare le regole per la preparazione dei bilanci ed analizzare i dati per suggerire proposte atte a minimizzare i costi e massi-mizzare i ricavi;- un gruppo settore organizzazione casa sociale;- un gruppo settore rapporti con il personale;- un gruppo settore tecnico;- un gruppo settore relazioni con enti ed istituzioni pubbli-che;- un gruppo settore applicazione del Regolamento sociale;- un gruppo settore acquisizione sponsor.Il fine è di rendere il Circolo una “casa di vetro” e quindi una struttura non “chiusa”, ma “aperta” al corpo sociale.6°) Forte impulso alla comunicazione interna ed esterna: utilizzando sempre più e meglio strumenti disponibili ormai collaudati, magazine e portale web, e avendo massima at-tenzione e particolare cura nei rapporti con la stampa, se-gnatamente quella sportiva locale.7°) Incremento delle relazioni con altri Circoli, attraverso ge-mellaggi, con Società sportive, Federazioni, Istituzioni locali a tutti i livelli, realtà produttive cittadine e regionali.Ritengo che su queste basi programmatiche sia possibile definire e conseguire obiettivi di medio e lungo periodo che consentano di superare le difficoltà, di consolidare il ruolo del Circolo sul piano locale, nazionale ed europeo, in ambi-to sportivo e sociale.Per il raggiungimento dei traguardi prefissati c’è bisogno di un’ampia convergenza, onde affrontare e superare insieme le sfide che ci attendono.

Presidente: Bruno CaiazzoVicepresidente Amministrativo: Giuseppe Gambardella

Vicepresidente Sportivo: Massimo Falco

Consiglio Direttivo

1) Avallone Sergio2) Curatoli Bruno3) Smaldone Filippo4) Cannone Guglielmo5) Saggiomo Luigi6) Recano Antonio7) Russo Pippo8) Viggiano Enrico

9) Strazzullo Mauro10) Palazzi Luigi11) Genua Aldo12) Adamo Maurizio13) Iovine Renato

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eventi sociali

speciale elezioni

Come mai, a suo tempo, Lei, persona impegnata si è la-

sciata coinvolgere in questa avventu-ra?“Quando il Presidente Antonio Mazzo-ne mi chiese di entrare a far parte del Consiglio Direttivo del nostro glorioso C.N.Posillipo ne fui lusingato anche se, consapevole del mio carattere e all’entu-siasmo che normalmente anima ogni mia iniziativa, mi resi immediatamente conto che avrei dovuto sottrarre molto tempo alle mie attività imprenditoriali oltre che ai miei impegni per incarichi istituzionali da me ricoperti quali, per citarne qualcu-no, componente del Consiglio di Ammi-nistrazione del Gruppo Cis spa (sin dalla sua fondazione) nonché della Camera di Commercio di Napoli - nonché Presiden-te della 3° commissione - Vice Presidente Confidi PMI Campania.Nonostante ciò, l’occasione era molto sti-molante in quanto mi dava la possibilità di migliorare ulteriormente quelle cose all’in-terno del Circolo che da tempo, come so-cio vedevo in un ottica diversa.Ovviamente era una sfida con me stes-so!”Entrando nello specifico, a quali cose fa riferimento?“Quelle che oggi sono sotto gli occhi di tutti.Posso infatti affermare, non con poca soddisfazione, che oggi l’intera nostra bella “Casa”, grazie agli interventi rea-lizzati, dalla portineria (reception) alla scogliera, passando per i saloni, la Libreria/Biblioteca, il Ristorante, i Terrazzi, la zona estiva Bar-Gazebo ed infine la scogliera, che ha visto finalmente organizzato il periodo balneare con un servizio valido, è stata resa più accogliente, più luminosa, più calda “insomma più familiare ed organizzata” dando il senso com-pleto della buona Vivibilità.Tutto questo grazie a coloro che hanno collaborato a questo processo di cambiamento e di modernizzazione, nel rispetto della tradizione del nostro Sodalizio”.È riuscito a conciliare il doppio ruolo di Vice Presidente Amministrativo e quello di Responsabile alla Casa?“Devo dire di aver svolto il ruolo di deputato alla Casa realiz-zando il programma nei tempi che avevo previsto.Certamente devo molto ai due Consiglieri Tesorieri succe-

dutesi nel corso dei mesi, che mi hanno consentito con la loro collaborazione ad organizzare una contabilità lineare che potrà essere foriera di una corretta amministrazione anche per il futuro”.Libero da ogni incarico come vede il suo futuro all’inter-no del nostro sodalizio ?Non do importanza alle cariche quindi, come per il passato, sono sempre e comunque a totale disposizione dei soci e del rinnovato Consiglio Direttivo per fornire, ove richiesto, il mio affettuoso contributo a tutti.Desidero infine rinnovare al Presidente, ai Vice Presidenti, a tutti i Consiglieri e Delegati, il mio personale e sincero au-gurio di buon lavoro, sicuro che verrà espletato con compe-tenza e abnegazione, al fine di continuare a rendere il nostro Sodalizio, nel rispetto dei Soci, come merita.

N.d’A.

Intervista al dott. Antonio Pellecchia

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44 il nostro posillipo

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speciale elezioni

Il vivace - e talvolta aspro - dibattito che si è acce-so nel nostro circolo dopo la entrata in vigore del-

la legge 21 maggio 2004 n.128 - che ha esteso il diritto al voto a tutti i soci delle associazioni non riconosciute (quale è la nostra) - e dopo la decisione del Comune di Napoli di procedere alla vendita dell’immobile a noi loca-to, ha portato alla approvazione di uno statuto compatibi-le con le nuove norme, diffondendo, nello stesso tempo, la consapevolezza che il Circolo ha raggiunto dimensioni tali che impongono, ponendo termine ad una conduzione paternalistica, la applicazione alla gestione amministra-tiva delle norme richieste dalla tecnica e il contestuale rispetto di quelle imposte dalla legislazione fiscale.Compito primario del Consiglio chiamato alla guida del Circolo dovrà essere, allora, da un lato, a) accertare se la applicazione dello statuto in questo anno e mezzo di vita abbia messo in evidenza la necessità di modifiche che rendano più agevole la vita della associazione;d all’altro, b) applicare al prossimo bilancio preventivo (da presen-tarsi al più presto possibile - mese di gennaio -), le norme tutte richieste per una corretta, trasparente ed efficace gestione del Circolo con la eliminazione delle eventuali spese superflue ed il rafforzamento, se necessario, della gestione ordinaria con l’aumento delle quote mensili, fer-me da oltre un decennio.Rilevata, preliminarmente, l’importanza di due afferma-zioni presenti nel nuovo statuto: la prima nell’art.1 là dove ribadisce che il Circolo Nautico Posillipo è una associa-zione sportiva dilettantistica; e la seconda nell’art.60, let-tera d) che certifica che l’assemblea ha dato mandato al Presidente di richiedere agli organi competenti il formale riconoscimento della associazione - ponendo termine, in tal modo, ad ogni discussione su una eventuale, e possi-bile, trasformazione della nostra associazione in una so-cietà per azioni senza fine di lucro - è indispensabile fare alcuni rilievi su alcune norme del vigente statuto:a) che l’avere lasciato (art.34), per le assemblee con-vocate per deliberare sulla richiesta di modifiche del-lo statuto, o sulla nomina di commissari straordinari, o sullo scioglimento della associazione, lo stesso quorum dei precedenti statuti, previsto per una assemblea allora composta da meno di duecento soci fondatori, è stato un grave errore poiché rende difficile giungere, oggi, ad una valida deliberazione - e la cosa si è già verificata - dato che l’attuale assemblea è composta da circa novecento soci e che il quorum è richiesto oltre che per la votazione anche per la presenza;b) che avere imposto (art.48) che la candidatura del presidente e dei vice presidenti sia supportata da un mi-nimo del 15% ed un massimo del 20% dei soci effettivi aventi diritto al voto, sembra una deminutio capitis per i tre candidati, costretti, oltre a contare, per la elezione, sulla stima derivante dalle loro qualità personali, anche a richiedere, o direttamente o per interposta persona, ai soci un supporto aggiuntivo alla loro intenzione; che il supporto sembra, inoltre, una anticipazione del voto con la violazione della segretezza richiesta dalla legge; ed in-fine, che esso può dar luogo a delle contestazioni ove, come è accaduto in questi giorni, venga ritirata la candi-datura in favore della quale il socio si è già espresso con la sottoscrizione;c) che le somme versate a qualsiasi titolo dai Soste-

nitori (art.8) e dai frequentatori temporanei (art.11), non essendo essi soci, sono soggette a tassazione, come ha dimostrato lo studio a suo tempo fatto dalla Commissio-ne nominata dal dimissionario Consiglio Direttivo. Occor-re, quindi, accertare se vi è o meno convenienza per il Circolo di tenere in vita tali categorie; d) che, infine, il Comitato dei garanti (artt.30 lettera d e 44) va ripensato e nella sua composizione e nelle sue funzioni:1) nella sua composizione perché va eliminata, o quan-to meno ridotta, la partecipazione di diritto dei soci che hanno ricoperto alcune delle cariche sociali; perché va eliminato il diritto del Consiglio direttivo di nominare membri aggiuntivi fino ad un massimo di quindici membri essendo del tutto pacifico che l’organo controllato non può procedere alla nomina di anche solo di alcuni mem-bri dell’organo di controllo, politico o amministrativo che sia tale controllo;2) nelle sue funzioni: attribuendo al Comitato anche l’ap-provazione dei bilanci, preventivo e consuntivo, e ciò e sulla base della esperienza, certamente non del tutto po-sitiva, maturata questo anno e perché a tale attribuzione non osta la legge n.128 del 2004, la quale esplicitamente attribuisce l’approvazione dei bilanci, non all’assemblea, ma agli organi a ciò delegati lasciando, in tal modo, libere le associazioni di fare la scelta più conveniente.Sul modello della Costituzione italiana, in tal modo, il Co-mitato svolgerebbe le funzioni delle Camere, l’assemblea generale quelle dell’intero corpo elettorale.Il Posillipo ha raggiunto, per le varie e numerose sue at-tività in campo sia sportivo che sociale, dimensioni tali che rendono possibile, considerati gli ingenti movimenti di denaro richiesti per tali attività, la sua comparazione con una impresa di media grandezza.È del tutto ovvio, allora, che il Posillipo,ferme ed intangi-bili le finalità per cui è sorto nel 1925, riconfermate in tutti gli statuti che si sono succeduti in questi anni, ha biso-gno di adeguare il suo operato ai principi di una corretta amministrazione con la applicazione delle norme imposte dalla tecnica e dal Fisco, consentendo, nello stesso tem-po, ai soci, o direttamente nei limiti di quanto consentito dalle leggi o attraverso gli organi a ciò delegati, il control-lo sull’operato del Consiglio direttivo, controllo che non può ritenersi attuato con la semplice lettura, in assem-blea, dei dati dei bilanci senza che essa sia preceduta da un esame preventivo da parte dei soci di tali dati e dei documenti a supporto.La relazione presentata dalla Commissione di cui innanzi ha dettagliatamente indicato le strade che una corretta amministrazione deve percorrere precisando anche le re-sponsabilità penali e finanziarie per il Circolo e per gli amministratori conseguenti ad un mancato rispetto delle varie norme.Nulla vi è da aggiungere alle conclusioni cui la Commissio-ne è giunta se non che una sua lettura sarebbe altamente istruttiva per tutti noi; e che ancor più istruttivo sarebbe per tutti noi comprendere che è opinione errata adagiarsi nella convinzione che gli sports da noi promossi, - che le nostre Federazioni continuano a qualificare dilettantistici senza far nulla per evitare che il professionismo dilaghi sempre più tra gli atleti - facciano parte di un orticello nel quale lo Stato, con il suo Fisco, non entrerà mai.

Il punto sullo statutodi Antonio Capasso

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Il prossimo rinnovo degli organi dirigenziali rendono opportuno riproporre alla riflessione collettiva alcune

considerazioni. Non ho scritto prima per tre motivi. Primo. Era ancora in corso il campionato e l’Eurolega. Secondo. Lo stop sofferto ed amaro per tutti noi di Francesco Posti-glione. Terzo. Le dimissioni di alcuni autorevoli componenti del C.D. Non ho inteso aprire varchi per nessuno. Sia per di-storcenti alibi sia per eventuali strumentalizzazioni. La impo-stazione del “bilancio preventivo 2008” ed anche le recenti dichiarazioni di Carlo Silipo sulla “esigenza improrogabile di programmare il futuro della pallanuoto”, rendono quanto mai stringente esprimere alcune idee.Infatti, Bilancio e pallanuoto costituiscono, ormai, per il no-stro Circolo un binomio inscindibile dal quale dipendono la “politica sportiva”; la politica “finanziaria e di bilancio”; lo scenario futuro e le prospettive stesse del CNP. Intendo pro-porre orientamenti, ritengo meditati, con l’intento di espri-mere un contributo sul quale invitare alla riflessione noi tutti, dalla Presidenza prossima futura ai Soci. Discutere oltre che opportuno, è necessario. Il CNP è ad un bivio rispetto anche al recente passato. E’ l’ora delle scelte: sul bilancio; sulla po-litica sportiva; sulla trasparenza; sul governo del sodalizio. E “programmare” è l’antitesi della politica delle improvvisazio-ni, del “giorno per giorno”. Significa tracciare le linee-guida di una strategia di medio-lungo periodo. Impostare un “ci-clo” almeno triennale, definendo obiettivi organici e coerenti con la strategia “sportiva” e “sociale” del nostro sodalizio.Premessa. Mi ritrovo e condivido pienamente il “grido d’al-larme” del “Corriere della Sera”: salviamo la pallanuoto. La domanda che vale per tutti e vale ancora di più per il CNP, è: come? Se in Italia si gioca un campionato “carbonaro”, come scrive Perrone, con ingaggi elevatissimi, con i prota-gonisti migliori del mondo, con una vera e propria “legione straniera” in ogni squadra e pochi ragazzi “nostrani” che tro-vano spazi limitati per affermarsi, con “vivai” ridotti all’osso, è evidente che la “corsa verso il declino” è a senso unico. Nello sport non sempre si vince e può succedere tutto. Ma la sofferta e rischiosa qualificazione e poi il risultato delle Olimpiadi sono un ulteriore significativo e preoccupante “segnale”.Nel nostro caso, certo, il “vivaio” del CNP c’è ed è bene curato. Consegue anno dopo anno, risultati di eccellenza, come confermano i ripetuti “Trofei del giocatore”. Ma an-che noi non siamo estranei alla “internazionalizzazione” massiccia della pallanuoto. Uno sport che dovrebbe vivere così com’è nato, cioè con i “vivai” e atleti che “crescono in casa”. Di sicuro, nessuno può assicurare che “vivai” e cure producano automaticamente campioni e campionissimi e, dunque, squadre da “cicli scudetto” o Coppa Campioni.Napoli ha avuto il “settebello” della Rari; poi la Canottieri; poi ancora il CN Posillipo. Cicli, appunto, di grandi team, di campioni “fatti in casa” che hanno inizio e fine. Una fine sulla quale di sicuro, per altri sodalizi, ha inciso anche una politica sportiva miope, incapace di saldare tempestivamente espe-rienze e nuova linfa. A mio avviso, l’alternativa per esprimere e consolidare un ruolo di primo livello nella pallanuoto nazio-nale ed europea, non può essere la rincorsa a tutti i costi ai “fuoriclasse” italiani o d’oltre confine. Si può avere qualche integrazione di “qualità”, ma non “tra-pianti forzati” a tutti i costi. D’altronde, come la storia dello sport, dal calcio alla pallanuoto dimostra, non basta “com-prare” assi e superassi per vincere. L’Inter, nel calcio, è stato

l’esempio più eclatante. Solo ora, dopo lustri e fiumi di risor-se, incomincia a girare … Ma l’Inter ha alle spalle i miliardi delle TV ed un Moratti che, per il suo personalissimo gio-cattolo, fa pazzie … Come dimostra lo scandaloso balletto da 75 ml di euro Mancini-Mourinho. Ma Moratti va a barili di petrolio, è il padre-padrone assoluto e deve dare conto solo a … Moratti, al quale importa nulla se in campo non c’è nemmeno un italiano …Anche il Recco ha – così dicono - uno straricco signore che vuole essere l’Abramovic della Pallanuoto. Bene. Se ci sono Circoli, Recco e altri appunto, guidati da personaggi che per strategie di “vetrina sociale” e di potere personale e locale, stravolgono il “mercato”, come nel calcio, vanno “isolati” e contestati. Non imitati. Per questioni di politica sportiva e sociale. Per questioni di risorse. Per questioni serissime, di trasparenza dei bilanci economico-finanziario e di corretti rapporti tra bilanci e gestione concreta. Di fronte a socie-tà che acquistano a qualsiasi prezzo ed ingaggiano atleti con cifre blu e benefit milionari, ritenendo di investire bene risorse ingentissime, c’è solo da stigmatizzare e prendere atto con rammarico delle distorsioni accentuate di carattere economico e finanziario e di professionismo esasperato in-trodotte anche nel mondo della pallanuoto.Uno sport nato “povero”, di mare, prima che di “piscina”, gonfiato artificiosamente dalle distorsioni tipiche e imitative che il calcio produce e sostiene con il sistema stramiliardario delle TV ma del tutto improprie, insostenibili e non correlate alle realtà economico – sociale – territoriale della pallanuo-to. Sul piano nazionale e delle singole società. Se sono da condannare le “devianze” del calcio miliardario, comunque finanziato e sostenuto da rilevanti interessi sociali, aziendali e in molti casi personali, dove l’arcaico e “buonista” presi-dente-mecenate è stato soppiantato da veri e propri “im-prenditori” e da “speculatori” dello sport, che fanno fortune comprando e vendendo società e giocatori, le riflessioni sul-la pallanuoto diventano ancora più pregnanti.Non credo sbagliare nel sostenere che si tratta di una attività sportiva non supportata dai miliardi e nemmeno dai milioni delle TV; dove le “entrate proprie” scaturenti dalla vendita dei biglietti sono pressoché inesistenti; dove poche partite, di particolare valenza sportiva, richiamano amici, appassio-nati, familiari e sostenitori; dove è impresa difficile e com-plessa suscitare l’interesse di sponsor di qualità disposti ad investire risorse adeguate. Uno sport, dunque, dove il livello di autofinanziamento è prossimo allo zero.Se questo è il quadro corretto e reale della situazione, è diffi-cile capire e giustificare il ricorso delle varie società (e, quin-di, anche del CN Posillipo) alle sfrenate campagne acquisti che su scala ridotta imitano il cosiddetto calcio-mercato, condotte a colpi di alti ingaggi e benefit vari. Se è vero, come purtroppo è vero, che “senza soldi non si cantano messe” e che anche nella pallanuoto “le messe” vengono cantate dai protagonisti, cioè giocatori e tecnici, bisogna pur chiedersi per chi e con quali finalità si debba continuare a “canta-re messa” con coro multilingue. In una direzione, tra l’altro, che mette in discussione la identità del nostro settebello, del CNP, la “qualità” del risultato sportivo, il bilancio sociale, le stesse corrette modalità di gestione e di amministrazione delle risorse societarie. Tra l’altro, nel migliore dei casi, per i media, il nome dello sponsor prevale sulla radice primaria: la società o il Circolo sportivo. È giusto, ad esempio, che se si vince, vince lo sponsor (che ringrazio anch’io vivamente

L’opinionedi Nando Morra

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per il sostegno; ma è altro discorso…) se si perde, perde il Posillipo. Vale la pena?Non sono un falso moralista che fa crociate in nome di un dilettantismo nello sport confinato ormai nelle riserve degli sport “poveri”. Ma ritengo che ci debba essere un equilibrio, un limite. Siamo, forse preoccupati che senza ingaggiare “campioni” nazionali o stranieri si va in corto-circuito o me-glio, fuori dai circuiti sportivi che contano? Forse potrebbe accadere. Ma non è dimostrato che “comprando” si vince comunque. Ed allora l’alternativa c’è. E’ la programmazio-ne. E’ potenziare ulteriormente il “vivaio”, la scuola o meglio l’Università del CN Posillipo, Facoltà Pallanuoto. Una scuola che con i “campioni fatti in casa” ha dato nel tempo, risultati straordinari: eccezionali capiscuola a bordo vasca, da Mino Cacace a Paolo De Crescenzo e con “dinastie” in acqua che hanno fatto epoca, dando onore e gloria sportiva e sociale al CN Posillipo, alla Città ed all’Italia nel mondo. E si chiamava solo “il Posillipo …”.Le “genie” ed i talenti immensi dei Postiglione, dei Fiorillo, dei Fiorentino, di Franco e Pino Porzio e da ultimo, con Carlo Silipo e altri, con il ruolo straordinario, dentro e fuori vasca, di Francesco Postiglione, hanno scritto pagine straordinarie per Napoli, per il Posillipo e per l’Italia. Certo, sono schietto quando dico che sono felice ed esulto per i successi di ieri l’altro, di ieri e di oggi del “settebello” targato CNP. Come sono parimenti orgoglioso di potere affermare ovunque che il CNP è la società sportiva “privata” che vanta il primato di inviare più atleti alle Olimpiadi, dalla pallanuoto, alla scher-ma, al canottaggio, alla canoa e, speriamo presto, anche per la vela ed il nuoto (che andrebbe, a mio parere, sostenuto di più) cogliendo fino in fondo l’opportunità di una “bandiera” di forte valenza come il campionissimo Rosolino, che può e deve dare molto di più al Circolo ed ai giovani napoletani.Per il tennis, non ho l’età e nemmeno gli altri sono buoni! Battute a parte, la mia non è una visione autarchica e roman-ticistica dello sport in generale e della pallanuoto in partico-lare. Sono anch’io determinato nel sostenere che a “tutto” il nostro sport, lo sport del CNP che ha il grande merito anche per l’elevato spessore e valore professionale, civile e morale dei responsabili tecnici, di formare, al tempo stesso, donne, uomini veri, sportivi e campioni, debba essere assicurato il più significativo sostegno possibile. In termini di risorse, at-trezzature, condizioni di sport e di vita, sostegno morale.Penso alle tante ragazze ed ai tanti ragazzi che dal “matti-no – alba” alla “serata chiusa”, dedicano energie, entusia-smo e intelligenza allo sport ma anche allo studio, alla vita, all’apprendimento professionale, al lavoro portando solo per “amore dello sport” in giro per l’Italia e per l’Europa ed an-che nel mondo, i colori ed il vessillo del nostro CNP. È un mondo di valori autentici spesso sottovalutato che, in-vece, va supportato, valorizzato, anche con adeguate poli-tiche di comunicazione. Sport minori e atleti “figli di un dio minore dello sport” che hanno lieve voce e scarso “peso politico” sui media.Sono il nostro orgoglio, tutti; dalla pallanuoto alla scherma alla canoa. Il CNP, per capacità dei dirigenti e valore de-gli atleti, non ha, dunque, un solo “fiore all’occhiello”. Ne abbiamo tanti, che anno dopo anno, crescono, vincono, si rinnovano, vanno più in alto. Ma ora è giusto misurarsi con i “cicli” che si chiudono ed interrogarsi sul “come” riaprirli. Sono opportuni e necessari, dunque, momenti di analisi e di riflessioni. I “cicli” non possono rianimarsi artificiosamente e riproporsi né automaticamente né rincorrendo “campioni” ovunque. Sappiamo che è e sarà impossibile come afferma con eccessiva dose di enfasi retorica De Laurentis, “mettere in campo un Napoli di soli calciatori napoletani…”. Non è

quanto penso e sollecito nemmeno per il CNP. Tra l’altro, il Circolo è tuttora impegnato ad onorare contratti pluriennali stipulati in anni precedenti assunti con decisioni di stampo monocratico e autarchico ma con effetti proiet-tati nel tempo e, dunque, sul Circolo, senza che né i “soci fondatori” ieri, né i “garanti” oggi, abbiano mai avuto la pos-sibilità di discutere nel merito delle strategie sportive. A de-cidere pochi; a prendere atto, tutti. In ogni caso, è questa la mia opinione, quel che è possibile e vale per il pianeta del calcio-spettacolo, anche se non con-divido, non può valere per la pallanuoto. In specie per noi del CNP. Il bilancio sociale, infatti, è zavorrato strutturalmen-te e irreversibilmente dai costi di ieri e di oggi sostenuti per la pallanuoto con parametri crescenti ed ingaggi di alto livel-lo professionistico. Inoltre, non va oscurata la contraddizio-ne con la nostra ragione sociale e sportiva: “dilettantistica”. Così siamo affiliati al CONI ed alle Federazioni. O sbaglio? E’ un altro nodo sul quale riflettere.Senza equivoci. Non si “cancella” nulla ma si ripensa e si programma. Sono convinto sia necessario e possibile aprire un “nuovo ciclo” potendo contare su valori unici, di straor-dinaria caratura tecnica, umana, culturale, dentro e fuori va-sca, su “super” come Carlo Silipo e Francesco Postiglione, continuando così ad assicurare a Napoli, alla Italia sportiva ed al nostro Circolo, risultati e prestigio di assoluto rilievo. Nemmeno con acquisti milionari ed ingaggi a cifre blu si vin-ce il “tricolore” o la Coppa Campioni. Si può essere prota-gonisti assoluti, di primo piano,come il CNP deve, anche senza dissanguarsi e con razionali politiche specifiche. Di un “nuovo ciclo” abbiamo bisogno assoluto. Ne ha bisogno anche la pallanuoto a livello nazionale, alla quale, con un nostro modello, è possibile dare un ulterio-re positivo contributo. Inoltre, significa, anche chiudere con pratiche e metodi non ulteriormente rinnovabili ed aprire una “nuova fase” di politica finanziaria-amministrativa. D’altra parte, non scopro nulla. Nel nostro “Posillipo”, infatti è da tutti riconosciuto che la pallanuoto è lo snodo per impostare un “processo amministrativo”, fondamentale per la corret-ta e sana gestione che Presidenza, Consiglio Direttivo ed organismi decisionali, sono in grado di portare avanti. Un processo che non chiede nuovi aggravi ai soci e non co-stringe il governo del Circolo alla continua affannosa ricerca di nuove risorse.Assumere questa “filosofia” e questa linea è nello interesse di tutti e, in particolare, della nuova Presidenza, del C.D. e dei Soci tutti. Urge, infatti, pervenire al rientro, in tempi defi-niti, da scenari e procedure che esigono, invece, linearità ed equilibrio di gestione anche tra i diversi comparti sportivi del nostro Circolo. Né “cancellazione” né ridimensionamento della pallanuoto, dunque, ma misura, razionalità, innovazio-ne strategica, politica sportiva e finanziaria-amministrativa del futuro.Questa linea di fondo si connette da subito ad un altro deci-sivo punto-obiettivo della politica societaria. Bisogna essere pronti, infatti, per sollecitare e concludere positivamente la nostra priorità strategica: la acquisizione della sede sociale. Certo, non mi sfugge che possono esserci soci che ricor-rendo ai vetusti armamentari della retorica sociale non sa-ranno d’accordo con questa impostazione. Ma sono altresì fermamente convinto, che un “Referendum” tra tutti i Soci, convaliderebbe largamente l’orientamento espresso.Il mio è un contributo schietto, espresso, come sempre con nettezza e con “spirito di servizio”, avendo in testa e nel cuore il futuro del CNP fatto di tanti nuovi successi e l’amore grande per lo sport. Soprattutto dello sport che non diventa “professione” ma modello di vita.

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eventi sociali

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L’elezione dell’Ing. Bruno Caiazzo, al quale vanno i miei auguri per la Presidenza ottenuta, è stata

favorita dalle proposte da lui presentate come candidato.Questo articolo, infatti, intende approfondire alcuni indirizzi tematici evidenziati come obiettivi del suo programma elet-torale. Riprendo, tra l’altro, le sollecitazioni espresse da più parti e già indicate da me, nell’ultimo numero di Luglio, nella rubrica dei soci, sulla necessità di dotare il nostro Circolo, di un più moderno sistema di controllo amministrativo-finanziario.Punto 3° Adeguamento programmato... ad una gestione economica compatibile con le normative....Sub capitolo 3 - Trasparenza e pubblicità della politica di bilancio e della gestione amministrativa... rivisitazione delle metodiche di contabilità... rispetto... del nuovo assetto so-ciale... a novecento soci effettivi. Il nuovo presidente con questo punto 3°, fa suo nel pro-gramma, l’obbligo dello Statuto di rendere i risultati consun-tivi all’Assemblea Sovrana, in modo esaustivo e comprensi-bile, al dotto ed al volgo.Per raggiungere questo risultato è auspicabile che il nostro sistema amministrativo-finanziario si adegui e si modifichi al fine di rendere accettabili, a tutti i soci, i nostri bilanci in linea con le normative dettate dalla legislazione vigente per il nostro tipo di attività associativa. È noto a tutti che le passate gestioni ci hanno posto di fron-te ad alcune voci contabili complesse. Esse vanno rimesse in ordine, pur considerando che è comunque necessario un percorso temporale adeguato al fine di allinearle alle azioni proposte dal punto 3°, su citato.L’adozione di un efficace programma amministrativo richie-de un nuovo progetto di controllo e gestione amministrativo. La Dirigenza potrà quindi agire senza più polemiche e dubbi e, seguendo queste linee di guida condivise, dedicarsi con libertà al progetto industriale tracciato dall’intero program-ma; limite unico, quello dettato dal pareggio di bilancio.Per rendere efficace una tale riforma è consigliabile che questo progetto amministrativo, adotti alcune tecniche contabili, qui suggerite e da tempo in uso nelle aziende più attrezzate: La prima, proiezione dei debiti e degli impegni contrattua-li a dodici e ventiquattro mesi, per valutare le esigenze di cassa.La seconda è una tecnica utilizzata dalle aziende per porre sotto controllo il budget di previsione annuale, con aggior-namenti continui presentando all’Assemblea dei forecast (bilanci di previsione) aggiornati su base trimestrale. Questi, supportati da un cash-flow (flusso di cassa) mensi-le, forniranno un termometro continuo ed attualizzato delle realtà contabili, consentendo all’Amministratore di apporre i necessari correttivi laddove richiesti.La terza, è la creazione di Centri di Costo autonomi, questa si rende necessaria quando più soggetti concorrono ai ca-pitoli di bilancio. Ad ogni attività del Circolo Posillipo, sia essa sportiva o so-ciale, deve essere assegnata una gestione autonoma (mini-bilancio). I responsabili incaricati di dirigere le varie sezioni devono tendere al pareggio delle loro casse, adottando la

gestione del buon padre di famiglia, in modo da consentire sin dai prossimi bilanci di valutare le effettive esigenze di ogni attività sportiva o sociale. Ciò evidenzierebbe la corretta gestione di ogni settore e gli eventuali aiuti finanziari e/o di cassa che la Dirigenza dovrà travasare per sostenerli.Penso, in particolare, a quelle discipline che da sempre han-no dato prestigio sportivo e sociale al nostro C.N. Posillipo, in tanti anni di tornei super premiati, e che non riescono a raggiungere l’equilibrio economico da sole.L’impegno di tali interventi di integrazione finanziaria, ovve-ro di soldi, dovranno essere estesi in modo più efficace agli sponsor. Essi dovranno essere attratti da programmi studiati ad hoc per promuovere in modo efficace la loro immagine e per soddisfare le loro esigenze commerciali.La quarta azione deve riguardare il recupero dei crediti, è vox-populi che alcuni soci siano in forte ritardo nel paga-mento delle quote e dei servizi dovuti al Circolo Posillipo. Tra defunti e dimissionari de-facto, una volta ripulite le liste, sarebbe utile invitare i ritardatari a corrispondere il dovu-to, pena il sollecito giudiziario del debito e la cancellazione dall’albo dei soci.La quinta azione possibile è la proposta di effettuare i paga-menti delle quote con delle rimesse bancarie mensili. La gestione del montante ottenuto dalla banca, ci permet-terebbe di negoziare con la stessa beneficiaria un ulteriore finanziamento, ottenibile a costo contenuto; ciò ridurrebbe l’esposizione sui conti correnti, con evidente vantaggio sul totale dei costi finanziari del Circolo.In conclusione, per poter raggiungere una gestione a disa-vanzo zero è bene quindi:- adeguare i programmi sociali e sportivi alla nostra realtà economica, - eliminare scoperti, sprechi e quelle disattenzioni che creano danni alle nostre casse.Tutto quello qui descritto non può prescindere dal già citato programma dell’Ing. Caiazzo, che riporta al Punto 3°, sub-capitolo 2: “...potrebbe risultare utile un’Assemblea per la rappresenta-zione del consuntivo 2008 con proiezione al 31 Dicembre e l’individuazione di eventuali interventi.”

Una nuova amministrazioneper una nuova presidenzadi Luciano Calabrese

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Si lascia l’estate alle spalle il Posillipo, e lo fa con una serie di convegni molto importanti. Come quello sui

temi della immigrazione e della integrazione tra legalità e di-verse culture e religioni che ha inaugurato le l’attività dell’as-sociazione dei Liberali Mediterranei, una realtà fortemen-te voluta da Alfonso Papa, (del quale abbiamo pubblicato un’intervista nel nostro numero di giugno u.s.) già magistrato di punta della Procura di Napoli, Vice Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Magistrati e poi Capo di Gabi-netto e Direttore Generale del Ministero della Giustizia ed oggi deputato del PdL, e Maria Elena Valanzano, Presidente del Movimento Praticanti Avvocati presso l’ANF (Associazio-ne Nazionale Forense), nonché Presidente Commissione sul monitoraggio concorsi, tirocinanti e praticantati del Consiglio Nazionale Direttivo Forza Italia Giovani - PdL, che, unitamen-te a Vincenzo Lino, Responsabile Direttivo Regionale Forza Italia Giovani - Campania - Dipartimento etica, dialogo inter-religioso e legalità , ne sono i fondatori. Nata con una specifica attenzione all’universo dei giovani, nell’ottica di un radicale mutamento dei modi di fare politica, l’associazione si pone l’obiettivo di rilanciare la cultura e la

politica del Mezzogiorno italiano in una ottica liberale e medi-terranea, capace di ridefinire il ruolo della città di Napoli quale capitale culturale e storica dell’intero bacino, nonché croce-via delle culture e dei popoli che su di esso si affacciano. Nel Convegno sull’immigrazione, i temi hanno spaziato dalla rinuncia in ordine alla scarsa capacità dello Stato di imporre regole comportamentali ai propri residenti, alla necessità di costruire una vera integrazione al fine di sottrarre gli extraco-munitari al coinvolgimento nel crimine. L’Associazione si pre-senta con un calendario fitto di impegni, a cominciare dallo scorso 15 ottobre 2008 quando, a Roma, presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, si è dibattuto sul tema “l’accesso alla professione forense: analisi e prospettive”. Altro appuntamento prestigioso, è stato quello de “L’attività sportiva tra normativa nazionale ed europea”, il convegno or-ganizzato dall’Associazione SPORTFORM dell’Avv. Tomma-so Mandato, patrocinato dalla FIGC, dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, dal Consiglio dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Napoli e Provincia e dagli Assessorati allo Sport del Comune e della Provincia di Napoli, svoltosi a Na-poli il 3 e 4 ottobre. Particolarmente apprezzati, dai numero-sissimi presenti in sala, i discorsi introduttivi del dottor Italo Ormanni, Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia, e del professor avvocato Lucio De Giovanni, Ordinario di Storia del Diritto Romano presso l’Uni-versità Federico II di Napoli nonché Preside della Facoltà di Giurisprudenza dal prossimo primo novembre. Nella prima sessione dei lavori, sagacemente moderata dal Prof. Lucio Giacomardo, hanno suscitato vivo interesse gli interventi del dottor Stefano Palazzi e del professor avvocato Jacopo Tognon: inoltre il Procuratore Federale ha illustrato le principali questioni scaturite dall’introduzione del nuovo Codice di Giustizia Sportiva, alla luce della recente giurispru-denza federale; mentre Tognon, componente del TAS, ha esaminato una lunga serie di casi giurisprudenziali propri del TAS e di altri organi di Giustizia Internazionale. Di notevole interesse, inoltre, nell’ambito della seconda sessione, è stato l’intervento del professor avvocato Giuseppe Liotta, Presi-de della Facoltà di Scienze Motorie di Palermo, il quale ha analizzato il delicato tema della responsabilità civile e penale nell’ambito dell’attività sportiva. Nel pomeriggio, in un’aula gremita, per la terza sessione, egregiamente moderata dal dottor Roberto Ormanni, si è discusso sulle problematiche relative ai diritti radiotelevisivi. Dopo un’eccellente esposi-zione del professor Astolfo Di Amato, sulla tutela dei diritti

eventi sociali

vediamoci al Posillipo

Una serie di convegnimolto importantisegnano la ripresadelle attività socialidopo il periodo estivo

Un calendario fitto di impegni

da sx: On. Pietro Diodato, Dott. Alfonso Ruffo, Prof. Guido Trombetti, Prof. Mariano D’Antonio

di Rosaria Morra

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n.9 ottobre>200849

eventi sociali

vediamoci al Posillipo

radiotelevisivi, la relazione del professor Giovanni M. Riccio, che ha illustrato la normativa europea vigente in tema di dirit-ti radiotelevisivi per gli avvenimenti sportivi. Particolarmente apprezzata anche la relazione del professor Ignacio Arroto che, docente dell’Università di Barcellona, ha trattato della particolare regolamentazione spagnola in materia di sport e di diritti radiotelevisivi. Nella quarta sessione dei lavori, moderata brillantemente dal professor Silvestro Canonico, si è discusso di doping sotto il duplice profilo medico e giuridico. Di vivo interesse è risultata anche la relazione del professor Pino Capua, Presidente del-la Commissione Antidoping della FiIGC, che si è soffermato sulle modalità e sull’efficacia dei controlli antidoping nell’at-tività calcistica. L’ultimo tema sulla tutela della salute è stato discusso nell’am-bito della cena di gala svoltasi proprio presso il Posillipo dove, alla presenza dei relatori e delle autorità intervenute nei due giorni di lavori, è stato presentato anche il nuovo progetto “SPORTLABOR” sulla formazione ed i mestieri dello sport, che vedrà impegnati, oltre all’Associazione Sportform, anche l’Assessorato alla Formazione, al Lavoro e all’Istruzione del-la Regione Campania, ed il Dipartimento di Sociologia e di Scienza della Politica dell’Università di Salerno, presieduta dal Prof. Vittorio Dini. E tra una convention Lions, il premio Masaniello, ed il con-certo dell’Erich Fromm, si ritorna in ambito scientifico con corso di aggiornamento “Contattologia Medica”, organizzato con il patrocinio della Seconda Università di Napoli e sup-portato dalla casa farmaceutica Baush&Lomb (v. pagg. 36 e 37). Relatori il professor Mario Bifani, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia e primario del Servizio Tra-pianti di Cornea del Dipartimento di Oftalmologia della Se-conda Università di Napoli. Studioso ed esperto di Chirurgia della cornea; il dottor Luigi Mele, Dottore di Ricerca presso il Servizio Trapianti di Cornea del dipartimento di Oftalmolo-gia della Seconda Università di Napoli ed Unità Specialistica Operativa presso il Ministero della Salute s.a.s.n. Studioso ed esperto della diagnosi e terapie parachirurgiche delle ma-lattie corneali; il professor Antonio del Prete, oculista presso l’Università Federico Secondo di Napoli. Studioso ed esperto nelle malattie della superficie oculare; e la dottoressa Em-nuela Bonci, oculista presso l’Università la Sapienza di Roma studiosa ed esperta di contattologia medica. I relatori hanno quindi messo a disposizione di tutta la vasta platea di partecipanti, tra oculisti ed ottici, le loro conoscen-

ze ed esperienze sulle ultime frontiere mediche e chirurgiche relative alla diagnosi ed al trattamento delle malattie corne-ali con relativo interesse alla problematica contattologia nel cheratocono. Lo sforzo di Bifani, Del Prete e Mele è proprio quello di studiare ed applicare nuovi materiali contattologici testandone sia l’efficacia correttiva, attraverso l’analisi del-le diverse geometrie, sia la biocompatibilità con la superfi-cie oculare, attraverso lo studio di svariati materiali, come il “cross linking”, un trattamento parachirurgico che, da circa un anno, il Prof. Bifani ed il dott. Mele stanno studiando ed effettuando, o lenti a contatto “ a geometria inversa con effet-to “ortocheratologico” da applicare subito dopo il trattamen-to al fine di far “indurire” la corna con un profilo quanto più regolare e vicino alla normalità. Trattamenti “su misura” che avvicinino la scienza al paziente.Infine da citare un convegno sul federalismo fiscale dal tito-lo “Equità o nuova questione meridionale?” organizzato da “Area Blu” e presieduto dall’on. Pietro Diodato Consigliere Reginale della Campania, che ha visto partecipazione del prof. Mariano D’Antonio assessore al bilancio della Regione, il prof. Guodo Trombetti Magnifico Rettore dell’Università Fe-derico II e del sen. Pasquale Viespoli sottosegretario di stato al Welfare; moderatore il dott. Alfonso Ruffo direttore de “il Denaro”.

L’On. Alfonso Papa (al centro) al convegno dell’Associazione “Liberali Mediterranei”

Un momento della cena di chiusura del convegno“L’attività sportiva tra normativa nazionale ed europea”

organizzato dall’avv, Tommy Mandato presidente dello Sportform

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50 il nostro posillipo

• Lunedì 03/11 ore 21,00 - Torneo di Bridge coppie fisse;• Lunedì 10/11 ore 18,00 - Conferenza stampadi presentazione dell’Associazione “Per Napoli”del presidente Roberto Fiore• Martedì 11/11 ore 16,00 - Burraco di beneficenza a cura ANMMI (Associazione Mogli Medici Italiani);• Giovedì 13/11 ore 18,00 - Centro Studi Erich Fromm -

Serata musicale con Scateni e Corsi;• Mercoledì 19/11 ore 17 - Burraco di beneficenza a cura Fondazione ANT ITALIA;• Martedì 25/11 ore 16,00 - Burraco di beneficenza;• Appuntamenti con il Bridge: 02/11, 05/11, 08/11, 10/11, 16/11, 17/11, 23/11, 24/11, 26/11, 30/11.

appuntamenti sociali

rubriche

bacheca

PALLANUOTO• 01/11 - Napoli - Piscina Scandone Posillipo vs Latina;• 08/11 - Brescia - Brescia vs Posillipo;• 15/11 - Savona - Savona vs Posillipo;• 22/11 - Napoli - Piscina Scandone Posillipo vs Bogliasco;• 29/11 – Catania - Catania vs Posillipo.

ATTIVITÀSono ripresi i corsi di tutte le altre sezioni sportive del Circolo

appuntamenti sportivi

Avvenimenti

Venerdì 19 settembre 2008, a Mila-no, in occasione della 58° Giornata dell’Agente di Commercio, il nostro consocio Nicola Genua è stato insi-gnito, dalla Federazione Nazionale Associati Agenti e Rappresentanti di Commercio, della Medaglia d’Oro e del Diploma di benemerenza quale attestazione di una intera esistenza dedicata con probità e rettitudine al proprio dovere professionale ed alla partecipazione sindacale.Nicola Genua, già industriale nell’am-biente della Moda, ha continuato la propria attività nel settore quale Agente di Commercio specializza-to nell’abbigliamento femminile, non tralasciando, nel contempo, la sua passione per l’aviazione, conseguen-do il brevetto di pilota civile e colla-borando fattivamente con l’industria aeronautica “Partenavia”, (l’azienda costruttrice del “P48 B Astore” primo aereo civile italiano del dopoguerra) di cui fu fondatore nel 1948, unitamente

ai Fratelli Gino e Ninò Pascale;.Attualmente ricopre la carica d Pro-boviro presso il Gruppo Moda, Asso-ciazione dei Rappresentanti Moda e presso l’Assarco.Al consocio Nicola le felicitazioni de “il nostro Posillipo” e di tutto il corpo sociale.

L’avv. Pasquale Mazio con orgoglio di padre, ci segnala che il figlio Andrea nostro consocio ha partecipato con successo alla sua prima maratona “Flora London Marathon” disputata a Londra il 13 aprile u.s. Dopo questa prima e positiva esperienza, Andrea ha manifestato l’intenzione di parte-cipare a future maratone con i colori del nostro Circolo.

“Il nostro Posillipo” nel congratularsi con l’avv. Andrea per il prestigioso successo si augura che egli possa ri-petersi con i colori sociali aggiungen-do così un ulteriore tassello al presti-gio sportivo del nostro sodalizio.

In una intima e felice atmosfera fami-liare è stato festeggiato, il 27 ottobre u.s. dai suoi genitori e dai parenti, il primo compleanno della piccola Ma-ria Francesca Anatriello. Maria Francesca, che da poco ha in-cominciato a muovere i primi passi, è la secondogenita dell’avv. Tiziana d’Agresti e dell’ing, Giovanni.Alla piccola Maria Francesca, alla sua mamma ed al suo papà- rispettiva-mente figlia e genero del nostro di-rettore e della sua gentile consorte i migliori e più affettuosi auguri per an-cora tantissimi altri, felici, compleanni da parte di tutta la redazione de “il nostro Posillipo”.

Nicola Genua (a sx) premiato dal presidente FNAARC dott. Adalberto Corsi

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Il beato Filippo Smaldone nacque

a Napoli nel 1848. Nel suo apostolato si dedicò con impegno all’assistenza degli audiolesi e dei ciechi e provvide alla loro forma-zione umana e cristiana, fondando a Lecce la “Con-gregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori”. Oggi la sua opera di carità cristiana è portata avanti con il medesimo impegno dal nipote, che ne condi-vide il nome e lo spirito di solidarietà: Filippo Smal-done, socio del Circolo Posillipo sin dagli anni ‘70. «Avere una parentela così importante ha segnato profondamente la mia vita - raccon-ta - Sono molto devoto al culto di San Filippo Smaldone e cerco di portare il mio contributo all’opera caritatevole da lui intrapresa, che oggi si estende in tutto il mondo». Molte, infatti, le fondazioni a suo nome attive a livello internazio-nale, ma il pensiero di Smaldone va in particolare all’Africa: «Troppo spesso le persone donano con le mani, non con il cuore. Si tende ad aiutare chi ci è più vicino, dimenticando le persone più sfortunate che vivono in paesi lontani, per-sone che hanno invece molto bisogno di noi. Anzi, colgo l’occasione per fare un appello a tutti coloro che leggeranno questo giornale, sperando che vogliano aiutarci a portare avanti questa missione di solidarietà». Filippo Smaldone si destreggia, così, tra l’opera caritatevole - che ha spesso portato anche nella Casa Sociale, impegnandosi attivamen-te negli eventi di beneficenza del Circolo - e l’impegnativa professione di agente di commercio nel settore della moda. E poi, non ultima, viene naturalmente la famiglia: «Mio figlio Paolo è avvocato e il più piccolo, Michele, frequenta l’ulti-mo anno di Medicina. Non hanno seguito le orme paterne, purtroppo - ironizza - Ma di certo hanno ereditato la mia passione per il mare, e il forte legame con il Circolo. Spesso mi accompagnano nelle mie escursioni per mare, quando viaggio con la mia barca». Un legame, quello con il Circolo posillipino, che nasce negli anni ’60, quando Smaldone era una giovane leva del canottaggio e non disdegnava anche la pratica della pallanuoto. Da allora, il vincolo che lo unisce alla Casa Sociale è rimasto inalterato nel tempo, subendo solo un breve momento di pausa: «Quando cominciai a farmi una famiglia, tra il lavoro e i figli, non ebbi più molto tempo per lo sport. Così, per un certo periodo, mi allon-tanai a malincuore dal Circolo, dedicandomi ai miei cari e al lavoro. È stata una parentesi per fortuna breve, che si è interrotta negli anni ‘80 quando sono ritornato a rivestire i colori rossoverdi non più come atleta, ma come socio». Lo sport resta comunque una grande passione e ancora oggi Smaldone ama tornare sulla sua canoa, appena ha un po’di tempo libero, costeggiando la baia posillipina e godendosi lo splendido panorama del golfo di Napoli.

Claudia De Simini

Questo mese parliamo di...Filippo Smaldone

rubriche

bacheca

Prendete quat-tro scaloppe

di vitello, infarinatele e passatele nell’uovo sbattuto con un pizzi-co di sale ed un paio di cucchiai di formaggio parmigiano, poi pigiatele in un misto di pane e for-maggio pecorino grattugiati.Ungete di burro una teglia e disponete dentro le co-tolette, infornatele a 200 gradi per 5/6 minuti. Rigira-tele e appoggiate sopra ad ogni cotoletta una fetta di mozzarella, un cucchiaio di pezzetti di pomodori pelati, un pizzico di sale, una foglia di basilico ed un filo d’olio. Infornate di nuovo per 8/10 minuti, fino a cottura completa.La mozzarella si deve sciogliere e gratinare come sul-la pizza.

Servite e buon appetito.

LA ricettA di AnnA GenuAcotolette alla napoletana

LA ricettA di virGiniA SAntorofiletti di pesce bandiera

Ingredienti: 950 gr “di Pesce bandie-ra” sfilettato rica-vato da un pesce quanto meno di Kg 1,600 + tre lingue di grano calabrese + 1Kg di cozze +1kg di vongole + capperi, olive e prezzemolo. Aprire separatamente (a fuoco lento) le cozze e le vongole, sgusciarle e nella loro acqua im-mergere le tre lingue di grano.

In una padella non aderente soffriggere in olio in quantità adeguata uno spicchio di aglio

schiacciato. Aggiungere le freselle scolate + una de-cina di olive snocciolate e qualche cappero e rosolare bene. Aggiungere, a fuoco spento, una parte dei frutti di mare e prezzemolo sminuzzato, amalgamare il tut-to con delicatezza.Dividere il composto secondo il numero dei filetti (12) ed adagiare il tutto su ogni fettina di pesce, arroto-larla strettamente chiudendola con qualche stuzzi-cadente; adagiarle tutte in una teglia con olio q.b. e cuocerle per 5 minuti a fuoco medio coperte e per altri 5 minuti scoperte. A cottura ultimata aggiungere le cozze e le vongole tenute da parte.Servire molto calde con una spremuta di limone

Buon appetito

(per 8-10 persone)

(per 4 persone)

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52 il nostro posillipo

rubriche

Gentile redazione,in riferimento alla lettera del socio Ing. Luciano Calabrese, pubblicata nel numero di luglio della rivista, esprimo la mia totale condivisione delle sue considerazioni. Anch’io ho scelto di aderire alla proposta di diventare socio effettivo per le stesse motivazioni di Calabrese.Colgo l’occasione per suggerire al Presidente ed agli Orga-nismi sociali di riflettere sulla gestione complessiva del por-ticciolo ed in particolare su quella degli ormeggi. Nell’ultima stagione estiva ho rinunciato alla richiesta di ormeggio per poca trasparenza in tutto l’iter per l’assegnazione.Ovviamente qualche rilievo critico non fa dimenticare gli enormi meriti dell’attuale gestione, tra i quali mi piace ricor-dare la pubblicazione della rivista che informa sulla vita del Circolo e consente a tutti i soci di esprimere e diffondere le loro considerazioni.Cordiali saluti

Pasquale De Stefano Caro De Stefano,nel registrare la tua adesione ai contenuti della lettera dell’ing. Calabrese circa la sua volontà di divenire socio ef-fettivo, permettimi, a nome mio e della redazione, di ringra-ziarti per l’importanza che, nella articolazione organizzativa del nostro sodalizio, attribuisci al ruolo della rivista quale strumento che consente a tutti i soci di “esprimere e diffon-dere le loro considerazioni”.Come vedi, sulla falsariga di gran parte delle motivazioni espresse dal consocio Calabrese, ”il nostro Posillipo” non ha alcuna difficoltà ad accogliere e rilanciare i rilievi che esprimi sulla gestione degli ormeggi e sull’iter per la loro assegnazione. Tuttavia, con lo stesso desiderio di trasparenza e spirito co-struttivo che tu richiami ed ai quali costantemente “il nostro Posillipo” si ispira, siamo certi che i nostri consoci cui è affidata la responsabilità operativa ed amministrativa del-la suddetta gestione, sapranno adeguatamente replicare ai tuoi “suggerimenti”, opporre ai rilievi da te avanzati le loro ragioni ed ovviare, se del caso, ad eventuali manchevolez-ze.

Caro direttore, poche parole per esprimere le mie personali e piacevoli sensazioni che sistematicamente provo nel leggere il nostro periodico mensile.L’interessante varietà degli argomenti che vengono trattati e la perfetta esposizione grafica e figurativa, completano un lavoro per il quale, l’equipe che lo realizza merita apprezza-menti e complimenti.Solo per fare qualche citazione, esprimo le mie congratula-zioni ed I miei complimenti ai consoci Mimmo Di Martino e Mario Giannattasio, il primo per le profonde disquisizioni in

materia di diritto sia positivo che naturale ed I cui riferimen-ti al nostro assetto societario condivido pienamente ed al secondo per gli interessanti cenni storici ed illustrativi delle antiche e prestigione costruzioni munumentali e panorami-che della nostra città, le quail costituiscono testimonianza di un passato che, non a caso, spesso rimpiangiamo.Complimenti direttore! Sempre così

Gianni Brescia

Caro Gianni, Anche se con un certo imbarazzo, non posso non ammet-tere che i complimenti fanno sempre piacere e sono un ul-teriore stimolo a far bene; ti ringrazio a nome mio personale e di tutti coloro che con profondo “spirito di servizio” col-laborano fattivamente e con impegno alla realizzazione del nostro magazine.

N. d’A

Egregio Direttore, abbiamo lasciato i lettori al momento che l’ammiraglio Cun-ningham (e non Cinningham come erroneamente riportato nella lettera del mese scorso n.d.r.) scelse per firmare il do-cumento di restituzione del Circolo ai soci. Ma la cosa non finì qui.Alla fine dell’incontro, fu portato vicino al seggiolone dell’ar-bitro un tavolino con champagne e bicchieri. L’ammiraglio, con un cenno, mi chiamò ed una volta allontanati, mi disse: “tu non sei d’Italia, sei di Napoli”.Poi ci condussero a Caserta, al Palazzo Reale e salimmo la scala fino al primo piano con la jeep! Nella Sala dell Udienze era imbandita una grande tavola; eravamo una trentina tra inglesi e soci ed alle spalle di ogni commensale c’era una coppia di prigionieri tedeschi, l’uno per servire le vivande, l’altro per l’acqua ed il vino.Per noi non fu un pranzo allegro, ma il giorno dopo eravamo ben felici di esserci riappropriati del nostro Circolo, anche se dopo una sconfitta sul campo ed una mortificazione mo-rale!Per tornare all’argomento tennis, ho sentito rimostranze per aver menzionato Guido, Franz, Giorgio e nessun altro. Ma per me questi sono i tre moschettieri del doppio giocato e “parlato”; agli altri spetta l’opportunità di trovare un quarto che faccia da D’ARTAGNAN!

Carlo Pane

Ringraziamo ancora una volta l’amico Carlo per l’opportu-nità che ci offre con i suoi ricordi di rivivere “cammei” della nostra storia.Per quanto attiene invece all’attualità, restiamo in attesa di significative segnalazioni e/o candidature per il ruolo di D’Artagnan del tennis sociale.

N. d’A.

lettere alla redazione

Le comunicazioni potranno essere consegnate in portineriao trasmesse tramite e-mail a:[email protected] Le segnalazioni ci aiuterannoa mantenere un dialogosempre più stretto con tutti voi

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rubriche

l’angolo dell’esperto

Le prime medicine che l’uomo ha adoperato negli svariati millenni in cui ha vissuto a livelli bradi, naturali, sicura-

mente sono state di origine vegetale.Immaginiamo l’uomo che, con la febbre alta, si ripara sotto ad un salice e, al contatto con questa robusta pianta dal fusto argenteo, si sente istintivamente attirato da essa e comincia a rosicchiare e succhiare la corteccia mentre trema e batte i denti. Si addormenta e l’indomani si sveglia senza la febbre, ma col ricordo di aver suc-chiato qualcosa da quella corteccia. Ebbene questi uomini non sapevano, migliaia di anni fa, di essere i precursori della immensa fortuna che ha fatto la Bayer con la sua Aspirina che altro non è che l’acido acetilsalicilico contenuto nella corteccia del Salice.Il nostro amico di passeggiate in montagna, il Sig. Salice, per l’ap-punto, dalla corteccia argentea, ricchissima di questa sostanza, quando andiamo a visitarlo nel suo habitat, ci accorgiamo che quasi sempre ingloba qualche grosso masso tra le sue radici per ricavarne i minerali e, se può, fonde ben volentieri il suo fusto con quello di altri giovani salici per formare, da adulti, un fusto unico dove tutte le radici ed i singoli tronchi ed i vari rami e le innumere-voli foglie contribuiranno ad essere un’unica pianta e lavoreranno con questo intento, per tutta la vita. Altro che esempio per noi e per i nostri politici che non riusciamo quasi mai a concorrere, con azioni sinergiche, per il conseguimento di un fine comune!Se siamo d’accordo che tra uomo e mondo vegetale esistono forti, atavici legami e che le piante possono anche insegnarci tan-to sulla nostra condotta di vita, mi piacerebbe accennare ad una pianta meravigliosa, affascinante: l’Aloe, che spesso viene confu-sa con la famiglia dei cactus, ma in realtà appartiene a quella dei gigli, anche se da poco tempo è stata classificata in una propria famiglia, quella delle “aloeacee”; È una pianta molto resistente a condizioni climatiche di aridità e calore esasperate; vive tranquillamente vicino al mare, dimostran-do così di non temere la salsedine. Possiede foglie lanceolate, dalla base abbastanza larga e dai bordi spinati. Le foglie stes-se hanno una spessa cuticola esterna che permette alla pianta di isolarsi bene dall’ambiente esterno e quindi sopravvivere alle condizioni molto spinte in cui spesso vivono da sole (compresi i terrazzi delle nostre case alla data del 31 agosto). Esistono circa trecento specie di Aloe, ma la Barbadensis Miller, cosiddetta Aloe Vera è quella che possiede le maggiori proprie-tà salutari; sono stati scoperti papiri egiziani del 1500 a.C. che rappresentavano alcune sorprendenti cure di malattie con questa pianta. Diversi testi classici confermano l’uso dell’aloe a scopo terapeutico da parte degli antichi Greci e Romani.Il gel contenuto nei tessuti delle foglie possiede la maggior parte dei principi attivi, dai minerali alle vitamine, agli aminoacidi, agli enzimi. Questo gel ha un marcato sapore amaro. Se provate a sezionare una foglia in senso trasversale, ricavandone una fetti-na larga qualche millimetro e guardate attraverso il taglio, contro luce, vi renderete conto che una simile tessitura non può essere opera dell’uomo. Vi commuoverete!L’aloe è una pianta che si fa amare, bisognerebbe averne una su ogni finestra o balcone o terrazzo; se si viene punti da un insetto, basta tagliare una punta di foglia ed applicare il gel sulla puntura per non avere assolutamente il fastidioso prurito; altrettanto dicasi per le scottature da fuoco in cucina e solari.Per elencare le proprietà benefiche dell’aloe, non basterebbe lo spazio riservatoci per questo articolo, ma per renderci conto della maniera in cui essa agisce sul nostro organismo, ne citeremo solo alcune; l’aloe è indicata per soggetti sofferenti di ipertensione, ma anche per quelli che soffrono di ipotensione; va benissimo per la

L’Aloedi Ugo De Curtis

stipsi, ma anche per la diarrea; insomma ha la capacità di riequi-librare le funzioni dell’organismo, è riequilibrante del pH e della flora batterica gastro-intestinale. Senza pensare all’azione depu-ratrice che ha sul nostro organismo e che andrebbe fatta più volte nell’anno, specialmente nei cambi di stagione; inoltre stimola il sistema immunitario. È interessante notare che il largo uso che si fa oggi del gel dell’aloe, è rimasto pressappoco invariato rispetto a qualche migliaio di anni fa, se rapportato alla popolazione, ma gli studi moderni, molto più approfonditi, che hanno in larghissima parte confermato le antiche teorie su questa meravigliosa pianta, hanno fatto si che il gel di aloe venisse utilizzato nelle più svariate forme: dal liquido al 99.7 %, alle capsule, dalle pomate alle cre-me antirughe, agli stick per le labbra, ai dentifrici. La pianta deve avere almeno cinque anni, non deve mai aver subito trattamenti antiparassitari e si scelgono le foglie intermedie, escludendo sia quelle troppo alla base, che quelle troppo in cima.Come si vede dagli accenni appena fatti, dell’aloe si potrebbe parlare tanto, ma, se mi posso permettere di dare un consiglio, se veramente volete conoscerla, provate a comprarne o meglio a farvene regalare una da un amico che sicuramente avrà il terrazzo o il giardino infestato da aloe, e scoprirete di avere una “vera” amica a casa vostra.

Un commosso salutoIl giorno 30 settembre scorso, dopo una ultraquinquennale battaglia, è stata sopraffatta dal noto “male incurabile” la carissi-ma Valeria Carità, nota ai soci del Circolo Posillipo ed ai lettori del nostro giornale, per avere, con la solidarietà ed affettuosa dispo-nibilità di Antonio Mazzone, e di Nino d’Agresti, utilizzato la sede sociale per iniziative, coincidenti

con i suoi ultimi compleanni, i cui ricavati sono stati utilmen-te devoluti a sostegno dell’associazione che lotta contro i tumori, ed adeguatamente pubblicizzati dal nostro periodi-co. Con lo slogan “voglio e posso vivere” Valeria Carità è riuscita a mobilitare tutti i suoi amici, facendo leva sul carat-tere, a volte anche poco conciliante, ma sempre proteso a conseguire risultati nell’interesse, non personale, ma delle persone affette dal cancro. La sconfitta, rappresentata dalla sua scomparsa come es-sere vivente, non deve indurre i suoi sostenitori – ai quali Va-leria ha lasciato una commovente testimonianza, resa nota in occasione della cerimonia funebre – ad abbandonare i suoi stimoli ed i suoi principi, che la renderanno presente ogni volta in cui sarà fornita una espressione di solidarietà alla associazione, alla quale ella ha dato il suo validissimo contributo. Il commosso saluto che le va rivolto deve costi-tuire un impegno a non recedere dalle iniziative, intraprese da ciascun “angelo presente nella sua vita” talvolta sotto una incalzante pressione. Addio Valeria, non sarai dimenticata, e la tua forza non sarà risultata vana. Mimmo Di Martino

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54 il nostro posillipo

rubriche

amarcord

Marzo 1935 - Il negozio Primicerio fondato dal nonno del nostro consocio Antonio all’inizio dell’attività

Il campo da tennis del Posillipo alla fine degli anni quaranta - sulla scala, con il cappotto scuro Ciro Luongo nonno del nostro allenatore di vela omonimo

(Ripubblichiamo la foto in oggetto, che per un refuso di stampa, nel numero scorso, presentava una didascalia errata n.d.r.).

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rubriche

amarcord

Un manifesto pubblicitario di Primicerio negli anni ‘30

Roberto Fiore presidente del Calcio Napoli con l’allenatore Bruno Pesaola al San Paolo

Riconoscete il pugile vincitore in questo incontro dei campionati italiani dilettanti pesi piuma?

(*per la risposta capovolgi la rivista).

* È il nostro consocio Gianni Brescia che batte per KO Fabbri ai campionati del 1951

La squadra di tennis juniores del Posillipoda sx: Piscitelli, Pane, il maestro Salemme ed il compianto Agostino Liotti

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56 il nostro posillipo

La Vignetta by Pippo

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SPECIALE ELEZIONIEletti i nuovi organi sociali

CANOTTAGGIOUna stagione da incorniciare

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2008

CLUB MAGAZINE

TRIATHLONOltre le previsioni

CANOA POLOUna accoppiata tricolore