Il nostro Paese 319

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IL NOSTRO PAESE Anno LXVI - 319 Gennaio - Marzo 2014 STAN SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA

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Editoriale Riccardo Bergossi 1 Venduta Villa Gerosa

Temi STAN Nini Eckert-Moretti 2 Lavinia Fontana: una "pittora" melidese? Paolo Camillo Minotti 3 Auguri, avvocato Papa! Attività STAN Paolo Camillo Minotti 4 Carrellata sull'attività STAN degli ultimi mesi STAN 10 Lettera al Consiglio di Stato del Cantone Ticino Ricorso contro il Parco eolico sul San Gottardo STAN 16 Lettera al Municipio di Melide Opposizione contro la variante del progetto sull'area "La Romantica" - Villa Galli

Il nostro Paese in restauro Maria Piceni 20 Una casa una storia: i Vanelli di Grancia

Temi STAN Marco Gianini 24 Bonifacio da Modena, l'inventore di piazza della Riforma

Heimatschutz Jürgen Tietz 35 La Carta di Venezia festeggia cinquant’anni: il monumento storico sotto la lente Lorette Coen 38 L’Expo 64 e il teatro di Vidy: l’architettura e il teatro fanno la città Gerold Kunz 41 Il ponte dell’Acheregg, il viadotto di Lopper e James Bond: LU 6789 Comunicati stampa Heimatschutz 43 Premio Wakker 2014 ad Aarau (AG) Heimatschutz 46 Il Premio Schulthess per i giardini 2014 alla Città di Uster

Natura Graziano Papa 48 Val Bavona: quella falangetta dell’indice Gianni Marcolli 51 Notizie ornitologiche: il sito Web www.ornitho.ch

In memoria 55 Roberto Manetti 56 Romano Broggini

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In copertina:Villa Beatrice (Antognini), Bellinzona(Foto: Nathalie Danzi-Paces).

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Venduta Villa Gerosa

Riccardo Bergossi

(Foto: Simone Mengani)

Poco più di un anno fa era stata presentata una domanda di costruzione che prevedeva la distru-zione della villa di Rancate progettata nel 1965 dall’architetto Tita Carloni per l’ingegner Dante Gerosa. L’edificio, a forma di croce, in mattoni a faccia vista e legno con tetti a falde poco incli-nate e molto sporgenti, è ispirato all’americano Frank Lloyd Wright, la cui opera Carloni aveva conosciuto bene grazie a una esposizione tenuta al Kunsthaus di Zurigo nel 1952. Secondo il pro-getto dello scorso anno, la villa avrebbe dovuto lasciare spazio a un complesso residenziale con palazzine per 48 appartamenti. Questa rivista ne aveva riferito nel numero 315, auspicando una maggiore attenzione per le opere di Carloni, uo-mo e architetto di primo piano nel Ticino del No-vecento. Cavaliere senza macchia e senza paura, Tita aveva affrontato innumerevoli battaglie per la salvaguardia del territorio e dei beni culturali ticinesi. Con solidi argomenti e energia inesauri-bile, aveva dedicato a questa crociata moltissimo del suo tempo. Ancora dall’ospedale in cui era ri-coverato per un infortunio, aveva preso contatto con la STAN per accettare l’invito a partecipare all’azione per il salvataggio delle ville di Bellinzo-na fattogli dalla nostra associazione. Purtroppo il destino non gliene ha lasciato il tempo, è morto improvvisamente il 24 novembre 2012.

Nell’ultima apparizione televisiva, registrata po-che settimane prima della sua scomparsa e tra-smessa quattro giorni dopo nell’ambito della “Serata sul territorio” della RSI – Ruben Rossello si era lasciato guidare dall’architetto in una visita di alcuni luoghi importanti del Cantone, come il Monte Generoso, sulle pendici del quale, a Rovio, Tita era nato il 24 giugno del 1931. Alle telecamere della RSI egli aveva lanciato un’idea forte: la creazione di un Parco del Ticino che comprendesse tutto il corso svizzero del fiume in proseguimento dell’analogo ente già attivo lungo quello italiano. Una proposta che, dopo la sua scomparsa, diventava un lascito, un’eredità che rischia però di non trovare chi sia pronto ad

accettarla. La morte gli ha anche impedito di as-sistere alla distruzione di Villa Galli a Melide, alla manomissione di uno dei suoi edifici dell’OTAF di Sorengo, reso irriconoscibile negli ultimi me-si, e alla bufera su Villa Gerosa. Dopo qualche mese di calma, seguito al ritiro del progetto dei 48 appartamenti, la residenza di Rancate è tor-nata oggetto di attenzione dei media. L’immobi-le è stato messo all’asta dall’Ufficio esecuzione e fallimenti ed è stato acquistato da una banca – sembra la principale creditrice – per oltre 12 milioni di franchi. A quanto si è letto, il valore di mercato della proprietà – circa 1400 metri qua-dri abitabili e soprattutto un terreno di 35’000 metri quadri di cui un terzo a parco e il resto a bosco – è stato stimato addirittura a 18 milioni. Naturalmente ciò che determina il valore mo-netario è soprattutto il fatto che una cospicua parte del sedime sia edificabile; per il progetto di insediamento con i 48 appartamenti non era stata sollevata alcuna incompatibilità con il Pia-no regolatore comunale.

Villa Gerosa negli anni Sessanta ha sostituito un edificio ottocentesco, una residenza della fami-glia Botta, casato di costruttori e artisti che ave-vano svolto la loro attività in Russia. L’ingegner Gerosa era invece un collezionista d’arte e una parte della casa progettata per lui da Tita Car-loni era destinata alla sua raccolta, si spiega co-sì la grande superficie della villa. In ogni caso, a un immobile unifamiliare se n’è sostituito allora un altro sempre destinato a una sola famiglia. Colpisce che oggi sia invece possibile insediare un numero tanto elevato di unità abitative dove ne è presente una soltanto. Non si può fare a meno di pensare che, a prescindere dalle tute-le che possono essere istituite nell’ambito della protezione dei beni culturali, la pianificazione urbanistica dovrebbe riconoscere le situazioni edificate che, come in questo caso, contribui-scono a conferire carattere al territorio e pre-scriverne la conservazione mediante il taglio degli indici edificatori.

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Sezione Ticino di Heimatschutz Via Borghese 42 telefono 091 751 16 25 Casella postale 1146 telefax 091 751 68 79 6601 Locarno [email protected] c.c.p. 69-862-3 www.stan-ticino.ch

Locarno, 20 marzo 2014 RACCOMANDATA

Al lodevole Consiglio di Stato 6500 BELLINZONA (per il tramite del Municipio di Airolo)

RICORSO

che presenta la Società Ticinese per l’Arte e la Natura (STAN), in Locarno, anche a nome e per conto dello Schweizer Heimatschutz, in Zurigo, di cui è Sezione cantonale nonché per delega anche a nome e per con-to della Stiftung Landschaftsschutz Schweiz (SL)-Fondation suisse pour la protection et l’aménagement du paysage (FP) - Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FP), in Berna,

avverso

alla variante di Piano Regolatore del Comune di Airolo denominata Piano Particolareggiato del San Got-tardo (PPSG), adottata dal Consiglio comunale il 16 dicembre 2013, e messa in pubblicazione dal 4 febbraio 2014 al 5 marzo 2014.

IN ORDINEla legittimazione della STAN a stare in lite non è stata contestata dal Tribunale cantonale Amministrativo nella prece-dente analoga fase di pianificazione, tant’è che l’argomento addotto della mancanza di un adeguato esame d’im-patto sull’ambiente è stato ritenuto tanto valido da costringere il Comune a riprendere la pianificazione della variante e a pubblicarla munita di tale studio. Per di più la STAN agisce per conto dell’ Heimatschutz, che peraltro è anche membro della Fondazione Pro San Gottardo la quale persegue obiettivi ideali d’importanza nazionale ed è pure pro-prietaria di diversi fondi sul Passo del San Gottardo ed ha la propria sede in Airolo.Non v’è dubbio, d’altronde, che nel caso della costruzione di un parco eolico ci si trovi in presenza dell’assolvimento di un “compito della Confederazione”, come ben si può leggere in DTD I-2013, Lorenzo Anastasi / Davide Socchi, La protezione del patrimonio costruito, con particolare riferimento all’inventario ISOS, pag. 331 ss.La STAN si ritiene non solo legittimata, bensì anche moralmente obbligata a manifestare la sua opposizione già nella fase di pianificazione per evitare ai promotori - in buona parte anche enti pubblici e parapubblici -, onerose spese di progettazione, nella denegata ipotesi che la qui contestata variante di PR venisse approvata in ultima istanza.

Il ricorso è tempestivo poiché il termine per inoltrare ricorso, tenor Art 30 Lst, scade il 20 marzo 2014.

NEI FATTILa teoria della GestaltLa variante di PR qui parzialmente impugnata è stata voluta per permettere la costruzione di un grande campo di aerogeneratori, detto Parco eolico, composto da quattro torri disposte ad arco lungo il versante occidentale della valle che dal Passo scende verso Uri e di una quinta disposta sul lato di fronte, ossia su uno spuntone topografico del lato orientale della valle.Il progetto sommario sul quale poggia la variante di PR prevede, inoltre, vistose opere stradali per l’accesso ad ogni torre, ampie piazze di montaggio e opere per la gestione della produzione elettrica e infine interventi di compensazio-ne per il riordino di talune preesistenze sul Passo, oggi giudicate poco decorose.

Ciò che preoccupa la STAN è, come si vedrà nel seguito, l’impatto diretto e indiretto del Parco eolico, segnatamente in relazione ai valori storico-culturali e simbolici del sito del Passo del San Gottardo e più precisamente sul paesaggio tutelato dall’ISOS e sui beni culturali immobili presenti.

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Per quel che concerne l’impatto diretto va subito ricordato che le torri che reggono le pale eoliche si ergerebbero, a seconda dei documenti prodotti, tra 85 m (cfr parere della CFNP) e 98 m (cfr. Concetto di paesaggio e Rapporto di pianificazione), altezze alle quali si aggiunge quella delle pale, ossia 46 m, essendo le stesse di un diametro di 92 m. In totale si tratta dunque d’impianti alti tra i 127 e i 140 m, a seconda delle versioni. Rileviamo che una differenza di ben 13 m (un edificio di 4 piani!) nell’indicazione dell’altezza delle torri non è una questione di poco conto, ma di sostanza. Chi ha una certa pratica nella valutazione delle dimensioni si avvede subito che si tratta di impianti con un’altezza equivalente a quella di un edificio di 42, rispettivamente di 46 piani: senza dubbio gli edifici di gran lunga più alti del Ticino. Le torri qui in questione sono alte il doppio dei tralicci delle linee ad alta tensione presenti, purtrop-po, sul passo del San Gottardo.Giustamente il rapporto specialistico sul paesaggio (cfr. Concetto di paesaggio, Arch. F. Kamber-Maggini) riconosce che si tratta di un impatto forte e per giustificarne la realizzazione invita addirittura ad aumentarne la visibilità propo-nendo il colore bianco per le torri che seppur slanciate hanno comunque una sezione di 6-8 m al piede.Per il Comune che ha fatto di questo rapporto la base tecnica per le sue deliberazioni pianificatorie in materia paesag-gistica, il Parco eolico sarebbe addirittura un arricchimento per il paesaggio naturale e in parte antropizzato del San Gottardo, dominante a tal punto da riscattare il disordine costituito dalle vie di traffico dell’era moderna e le linee ad alta tensione. Ma se così fosse, mal si capisce perché, a quanto sembra, il Comune dovrebbe ricevere, al di là della partecipazione agli utili di un’azienda di cui è proprietario di minoranza (5%), anche una sostanziosa indennità pecu-niaria fissa annuale.(Cfr Allegato 1)

Da queste prime osservazioni viene spontaneo rilevare la manifesta contraddizione tra il parere dell’architetto paesag-gista consulente del Comune maturato dopo attenta lettura e valutazione del contesto paesaggistico designato ad accogliere il Parco eolico e il preavviso della CFNP (cfr testo del 15 marzo 2013, pag. 2) che parla di “impatto minimo” di una delle cinque torri inclusa nel perimetro protetto ISOS!

Purtroppo, quest’autorevole Commissione si attiene rigidamente ai limiti del perimetro ISOS evitando prudentemente di tenere conto delle altre quattro torri poste al limite esterno del medesimo, sul fianco ovest della valle1.Orbene, come si legge in C’era una volta il paradosso, del filosofo e matematico Piergiorgio Odifreddi, l’occhio uma-no è così fatto che esso tende a completare le immagini tronche che gli si presentino per costruire l’immagine che più somiglia a quella registrata nella sua memoria. Se ne deduce che proprio a causa della disposizione scelta per i 5 aero-generatori (un arco ed un punto), ogni spettatore riunirà idealmente le quattro torri a formare un campo: d’altronde il nome stesso dell’opera evoca una superficie (parco eolico) e non già singole torri. Per questa ragione il perimetro ISOS, già toccato in modo vistoso e non minimo (vien da chiedersi: quanto alta e grossa dev’essere un’opera per co-stituire un impatto importante agli occhi della CFNP?) viene pure toccato in modo assai importante dal campo virtuale costituito dalle 5 torri, riunite idealmente e dallo spettatore-turista.

Questa tesi è suffragata d’altronde anche da Rudolph Arnheim nell’autorevole trattato Arte e percezione visiva2 che costituisce la base teorica di insegnamento negli istituti di arti visive. Riassumendo, si nota come secondo teorie (per es. la teoria della Gestalt ed il principio di semplificazione) consolidate empiricamente, singoli elementi nello spazio (cfr pagg. 62-64 “vedere la configurazione”) vengano istintivamente visti e letti come un insieme, tanto più facilmen-te se uguali e disposti ordinatamente.(Cfr. Allegati 2 e 3)Che l’insieme delle torri costituenti il parco eolico descrivano un perimetro e concorrano, virtualmente, a racchiudere uno spazio e quindi a qualificarlo come un tutto, appare in modo evidente non solo nello schizzo contenuto nel rap-

1 «Numerose infrastrutture caratterizzano oggi il passo del San Gottardo. Oltre all’Ospizio e alle vie storiche d’importanza nazionale, sono presenti svariate strade, linee d’alta tensione, la diga del Lucendro e diverse istallazioni militari. Il parco eolico porterà con i suoi cinque aerogeneratori un nuovo elemento nel paesaggio. Gli aerogeneratori numero 1, 3, 5 e 6 sono situati a ovest della strada del passo e, visti dall’Ospizio, formano una catena. Tutti e quattro sono situati al di fuori dei perimetri ISOS e non toccano direttamente vie storiche IVS. L’aerogeneratore numero 4 si situa invece nel prolungamento dell’intorno orientato 1 (carta ISOS) a circa 600 m dall’Ospizio. Contraria-mente agli altri quattro, l’aerogeneratore numero 4 marcherà maggiormente la vista e i dintorni diretti dell’Ospizio. La commissione ne valuta l’impatto sul sito ISOS quale leggero».

2 R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Ed. G. Feltrinelli, Milano 1962, 23 esima edizione 2006

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porto sul paesaggio ma anche nel fotomontaggio pubblicato ne “La Regione” dell’11 marzo 2014 a pag. 11 e che riportiamo qui sotto.

Giova ricordare che finora abbiamo parlato solo della fruizione della vista sul Parco eolico da un punto fisso ossia, ad esempio, dalla zona dei laghetti. Il discorso diventa più complesso e preoccupante se si tien conto dei diversi tipi di fruitori e del loro comportamento. In particolare se si considera il punto di vista dei frequentatori in movimento com’è il caso per la maggior parte dei passanti. La velocità, infatti, tende a schiacciare le prospettiva, ragione per cui la cate-na delle torri del Parco eolico che a un visitatore statico può sembrare spaziata, ad un automobilista sembrerà molto più densa, creando a dipendenza della prospettiva quasi l’effetto spaziale di una parete.

La STAN, l’Heimatschutz e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio ritengono che l’impatto sul paesaggio del Passo del San Gottardo e su quello della valle che scende verso nord sia eccessivo e vada evitato.

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IN DIRITTONelle Raccomandazioni concernenti la presa in considerazione degli inventari federali secondo l’articolo 5 LPN nei piani direttori e nei piani di utilizzazione pubblicate insieme da ben 4 uffici federali3 il 15 novembre 2012, pag. 5, si legge:

«3.1 Presa in considerazione degli inventari federali nell’ambito dei compiti della ConfederazionePer l’adempimento di compiti della Confederazione da parte dei Cantoni (o della stessa Confederazione), la ponde-razione tra gli interessi di protezione definiti dalla legge e gli interessi di utilizzazione assume la massima importanza per gli oggetti degli inventari federali. Anche se la realizzazione di un progetto (p. es. di un progetto di costruzione) è considerato un intervento minimo in quanto non comporta che un danno lieve per un obiettivo di protezione, il progetto è ammissibile solo se gli interessi dell’intervento sono a loro volta importanti e prevalgono sugli interessi di protezione secondo gli inventari federali.L’articolo 6 capoverso 2 LPN rafforza ulteriormente il diritto a una protezione chiaramente accresciuta degli oggetti inventariati secondo il capoverso 1. In linea di principio, i progetti che ‹comportano un danno considerevole, ovvero che, tra l’altro, pregiudicano un obiettivo di protezione in modo esteso e irrevocabile, determinando una deroga alla conservazione integrale ai sensi dell’inventario, sono inammissibili nell’adempimento di compiti della Confederazione (...). Secondo la regolamentazione giuridica, una deroga è possibile solo se l’interesse dell’intervento è riconducibile a un interesse d’importanza nazionale equivalente o maggiore (...). In altre parole, se l’interesse addotto per giustificare una deroga alla conservazione integrale non è d’importanza nazionale, l’intervento è sempre inammissibile e non è più possibile una ponderazione degli interessi da parte dell’autorità cui spetta la decisione, dal momento che in questi casi il legislatore ha già deciso a favore della conservazione integrale (...)›.La conservazione di un oggetto mira a garantirne sia la protezione integrale che la protezione contro eventuali future minacce. Devono essere conservati integralmente i valori che rendono unico un oggetto e che ne giustificano l’iscri-zione nell’inventario federale. La valutazione della conservazione integrale di un oggetto deve avvenire sulla base della descrizione del livello di protezione. I danni eventuali devono essere valutati in rapporto ai diversi obiettivi di protezione illustrati nelle descrizioni pubblicate a parte delle zone inventariate».

Segue poi uno schema che rappresenta il necessario processo di “soppesamento degli interessi”: nel caso specifico, soprattutto, l’interesse a salvaguardare possibilmente intatto il paesaggio del Passo del San Gottar-do, da una parte, e quelli di incrementare la produzione di energia rinnovabile e di raggiungere determinati obiettivi economici, dall’altra.

Dal rapporto della CFNP (due paginette compresi l’indirizzo e i saluti) non traspare per nulla il lavoro che la Commis-sione avrebbe svolto per assolvere con impegno questo difficile compito, il cui risultato è cruciale e decisivo per sapere come si sia giunti a far prevalere il secondo gruppo d’interessi, quelli economico- energetici, sui primi, eminentemen-te di natura scientifica, culturale e, in definitiva, etici.

A mente della STAN e delle associazioni liticonsorti, la trattazione di questa questione di principio avrebbe meritato, e merita tuttora, una disamina approfondita, corretta e trasparente. Non solo per questo caso concreto bensì anche per altri analoghi che non mancheranno di presentarsi in futuro.

È assodato che il Parco eolico è menzionato espressamente nella scheda di coordinamento V3 del Piano direttore cantonale, ove figura come “dato acquisito”. È però altrettanto assodato che tutti gli oggetti ISOS, nonché gli inse-diamenti d’importanza regionale e locale designati nell’ambito dell’elaborazione dell’ISOS stesso, fanno parte dell’al-legato della Scheda di coordinamento P10 del medesimo PD.

A mente delle ricorrenti, siccome il Piano direttore è il principale strumento per il coordinamento nell’am-bito delle gestione del territorio e considerati i notevoli conflitti ancora aperti, ci si deve legittimamente chiedere se l’attribuzione del grado di “dato acquisito” all’oggetto Parco eolico del San Gottardo sia tecni-

3 Dipartimento federale dell’ambiente dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC: Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE; Ufficio federale dell’ambiente UFAM, Ufficio federale delle strade USTRA; Dipartimento federale dell’interno DFI: Ufficio federale della cultura UFC.

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camente, e quindi anche giuridicamente, corretta

Possiamo quindi passare all’esame del modo in cui la materia è trattata a livello di Piano regolatore.Per far questo prendiamo le mosse dalla dottrina del già citato scritto di Anastasi e Socchi4 :

«6.4. I piani d’utilizzazione

I piani d’utilizzazione costituiscono lo strumento principe per l’attuazione dell’inventario ISOS; come visto (supra, 6.1), proprio su di essi il piano direttore pone l’accento per concretizzare, con effetto vincolante anche per i priva-ti, le misure di protezione previste dall’ISOS.In tal senso è centrale lo strumento del piano regolatore comunale (artt. 18 segg. Lst), mediante il quale possono essere adottate soluzioni molteplici e articolate a seconda della situazione e della necessità di protezione dello specifico insediamento».

Orbene il PR non dimostra nulla al riguardo della ripresa e della concretizzazione del perimetro di protezione ISOS.Se già il Rapporto di pianificazione dedica ampio spazio alla ponderazione degli interessi (cfr cap. 4.3.6 e ss Pondera-zione degli interessi) è anche vero che dopo aver enfatizzato gli obiettivi in ambito ambientale e di politica energetica, sull’altro versante si citano solamente le misure di compensazione – invero molto puntuali e piccole se confrontate con le dimensioni del Parco eolico – e non i valori etici, storici, identitari e formali che il territorio del Passo del San Gottardo contiene ed esprime.

Per questa ragione dobbiamo ribadire e stigmatizzare la grave mancanza di una vera ponderazione degli interessi da parte della CFNP, unico attore super partes e teoricamente in grado di ragionare in termini ideali.

Essendo la STAN e le liticonsorti contrarie di principio alla costruzione di un Parco eolico nel paesaggio protetto ISOS del San Gottardo, possiamo per ora esimerci da una disquisizione sul principio dell’inseri-mento ordinato e armonioso delle costruzioni nel paesaggio.

CONCLUSIONIIn base alle argomentazioni sopra indicate la STAN e le liticonsorti giungono alla sola conclusione possibile, ovverossia che per l’allestimento di un Parco eolico d’alta montagna, come si può dedurre facilmente dalla carta “Aree con velo-cità medie dei venti a 100 m dal suolo” (cfr pag 27 Rapporto di pianificazione) il Passo del san Gottardo non è di certo l’unica ubicazione idonea, ma probabilmente una delle più favorevoli per la sua comoda accessibilità.Questo fatto, che si configura essenzialmente in un vantaggio economico, vien fatto prevalere su ogni altro valore presente, a scapito pertanto dei valori storico-culturali e anche paesaggistici del Passo del San Gottardo!

Per questi motivi la STAN, la sua associazione mantello nazionale Schweizer Heimatschutz e la Fondazione svizzera per la tutela dal paesaggio, richiamate la Convenzione europea del paesaggio, la Legge federale sulla protezione del-la natura e del paesaggio e la legge cantonale sullo sviluppo territoriale, chiedono piaccia giudicare:Il ricorso è accolto ed è negata la pubblica utilità della variante di PR di Airolo concernente il Parco eolico.

Con ossequioPer la SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA (STAN)

(a nome pure di Schweizer Heimatschutz e della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio)

Arch. Antonio Pisoni, presidente Paolo Camillo Minotti, segretario

4 Cfr. Rivista ticinese di diritto, pag 41

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ALLEGATO 1Il Concetto di paesaggio secondo la variante di Piano regolatore

ALLEGATO 2Il funzionamento della teoria della Gestalt

ALLEGATO 3La percezione visiva del Parco eolico