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Guatemala: ChichicastenangoUn paese dove tutti i sensi vengono sollecitati

Una bella strada panoramica, costruita a prezzo di sforzi considerevoli, attraversa il pittoresco altopiano del Quiché .. il paesaggio è vario e muta continuamente dando vita a pittoreschi scorci, ma quando ad un certo punto si entra nelle strette vallate incassate fra alte montagne dai fianchi scavati dall’erosione, i famosi Barrancos come vengono chiamati questi burroni.. si resta con il fiato sospeso per la bellezza, perché queste rocce spiccano nel verde dei rari pini, come ferite inferte con il coltello.


In questa regione sorge il paese di Chichicastenango, unico e rimasto intatto con le sue abitudini, i suoi mercati, le sue superstizioni..

Qui, a parte il 21 Dicembre, giorno unico ed indimenticabile che festeggia con una grande mega-festa, il patrono della comunità Quiché, San Tommaso, ogni giorno è da vivere intensamente perché c’è sempre mercato, colore ed animazione.


Di fronte alla chiesa di Santo Tomas, nel fumo dei mortaretti e del copal, l’incenso americano, gli Indios di radunano per praticare riti in cui il paganesimo e il cristianesimo sono inestricabilmente combinati.


Infatti essi, in modo pittoresco,

uniscono la devozione verso i santi

cattolici portati dai missionari,

soprattutto gesuiti, ma non

dimenticano gli dei del loro

pantheon tradizionale e li onorano

insieme agli altri.. per non far

torto a nessuno!


Inoltre ai piedi della scalinata che porta a “El Calvario”, una piccola suggestiva cappella costruita sui resti di una piramide pre-ispanica, abbondano in una composizione veramente suggestiva, tutti i prodotti dell’artigianato del Quiché: venditori di legno e di ceramiche, di tessuti colorati che spiccano sul grigio delle pietre.


Nei viali adiacenti poi si possono ammirare non solo numerosi banchi di vestiti tradizionali coloratissimi, tovaglie di ogni tipo che sventolano al vento...


... oggetti di cuoio e gioielli etnici, ma anche venditori di sale e formaggio.. mentre frutta e verdura occupano un angolo della sempre affollata piazza con al centro la bella fontana..


Camminando in questo pulsare di aromi, di colore, di grida, ci si sente incantati e frastornati nello stesso tempo, per cui bisogna ogni tanto fermarsi per assaporare interamente questo mondo che veramente risveglia, in modo deciso, tutti i nostri sensi.


Il nostro sguardo allora si posa su tutto ciò che ci circonda su alcune donne sedute sui gradini che bruciano l’incenso borbottando strane litanie, su altre dai larghi fianchi, che ancheggiano nei loro abiti variopinti, si avvicinano ai banchi di alimentari, guardano, soppesano la frutta, contrattano e poi acquistano estraendo il denaro da colorati sacchetti che sembrano grandi fazzoletti annodati, dove tengono le monete.


La vita pullula intensa: l’orecchio avverte questo vociare diverso e costante, quasi melodioso.. l’olfatto riceve poi, tutti insieme, gli effluvi speziati delle cucine dei ristoranti che si affacciano sulla piazza, il profumo dei frutti maturi, delle erbe aromatiche esposte sulle bancarelle, delle ghirlande di fiori, l’acre intenso dell’incenso che brucia sui gradini delle chiese.

In occasione poi di qualche festa religiosa si aggiunge anche la bellezza di una processione con le varie statue di Cristo e della Madonna che avanzano ondeggiando, portate a braccia dagli uomini in costume delle varie confraternite religiose.


Ma a Chichicastenengo non c’è solo il mercato nella piazza centrale c’è anche un paese con le stette viuzze caratteristiche dove donne e bambini se ne stanno seduti sulla porta e invitano ad entrare in casa per vendere i loro prodotti artigianali.. tessuti fatti a mano, camicie ricamate, cinture..


Questa è una buona occasione anche per visitare gli interni delle case degli indios, nel centro delle quali troneggia sempre l’altare domestico, coperto di offerte propiziatorie... le pareti poi sono spesso coperte di pannocchie di mais, mentre casse e cesti sono disordinatamente posati per terra, su un pavimento di terra battuta ben spazzato.

La gente è cordiale, anche se non si compra e si rimane con loro a guardare in una dolce penombra che contrasta con il sole cocente dell’esterno.


Ma il piacere in questa regione e soprattutto in questo paese ci viene dai colorati e originali costumi degli indios, dalle tradizionali camicette a ricami colorati chiamate huipul e dal copricapo dai colori vivaci e dall’effetto particolarmente decorativo.


Anche gli uomini, pur nella maggiore sobrietà, non sono da meno e sfoggiano spesso caratteristici copricapi e cinture ricamate a losanghe multicolori.


Chichicastenango è il cuore del Quiché e quando ci si allontana per proseguire il viaggio verso il maestoso e stupendo lago Atitlan pur nell’abbaglio dell’azzurro delle sue acque restano ancora nei nostri occhi le immagini sgargianti e colorate che abbiamo avuto modo di assimilare e di godere..

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