Il movimento 15m e l'autocomunicazione di massa

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L'elaborato tratta della fase embrionale del movimento 15m - ai più noto come Indignados - in Spagna. Dopo una breve analisi strutturale della spagna degli ultimi 15 anni, la tesi si concentra sulla descrizione delle dinamiche comunicative e mediatiche che hanno portato all'incontro di differenti soggetti nel movimento 15m. Si analizzano i social network come strumento di autorganizzazione del movimento stesso e il contributo - assonante o dissonante - dei media mainstream nel periodo febbraio - maggio 2011.

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI MILANOFACOLT DI SCIENZE POLITICHECORSO DI LAUREA IN COMUNICAZIONE E SOCIET

IL MOVIMENTO 15M E L'AUTOCOMUNICAZIONE DI MASSA

Elaborato finale di: Francesco Colombo Relatore: Prof. Federico Boni Anno Accademico 2010/2011

A Luis, Pepn, Isa, Sandra, Segundo, Pablo e Ceci, Edu y Jess, Carmen, Fabio, Irene, Jos, Merche e tutti gli altri, per aver reso il mio anno madrileno un erasmus+ e per l'aiuto fondamentale in questo lavoro. Al Web 2.0, Wikipedia, alla cultura convertita in 2.0 o semplicemente digitalizzata, per la natura stessa di questo testo e della sua creazione. A La Kinki Beat Do You like it?.mp3, per il suo sostegno nei momenti difficili.

IndiceIntroduzione 1. La resaca strutturale1.1 Lo spanish dream 1.2 La socialdemocrazia in piena Crisi1.2.1 Il lavoro e i giovani 1.2.2 Le banche o le case 1.2.3 Opinioni ed elecciones

I 11 713 16 18

1.3 Le reti della societ1.3.1 La rete mediatica mainstream

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1.3.2 L'autocomunicazione di massa e la resistenza reticolare 25

2. Verso il 15m: il movimento genera movimento2.1 Yes they could: Maghreb e Islanda2.1.1 Nord Africa, la rivoluzione possibile 2.1.2 Islanda, la rivoluzione taciuta

293030

3232 3436

2.2 Siete sudditi! Indignatevi e reagite! 2.3 Preparando il terreno: il panorama madrileno2.3.1 V di vuoto

2.4 Giovent senza futuro2.4.1 Senza paura 2.4.2 Verso il 7 aprile tra media e Facebook 2.4.3 Il 7 aprile: la prova generale 2.4.4 La risonanza mediatica della mobilitazione 2.4.5 Verso il 15 maggio

3839 41 43 44 47

2.5 #nonlivotare2.5.1 Dagli attacchi diffusi... 2.5.2 ...alla rete di reti organizzate

5151 55

2.6 Stato di malessere

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2.7 Democrazia reale subito!2.7.1 I primi, fallimentari, intenti 2.7.2 Pro-mobilitazione cittadina: il lungo nome azzeccato 2.7.3 Scendi in strada! Il lavoro dalla rete 2.7.3.1 La propaganda audiovisiva 2.0 2.7.4 I nodi territoriali 2.7.5 I media mainstream verso il 15m

6264 66 69 75 82 83

2.8 Il 15 maggio

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3. Twitter: La Radio Alice 2.03.1 @acampadasol: la prospettiva qualitativa 3.2 Le interazioni in Twitter: la prospettiva quantitativa3.2.1 La crescita del movimento 3.2.2 La connettivit tra utenti 3.2.3 Le comunit 3.2.4 Gli hashtag 3.2.5 L'organizzazione autonoma 3.2.6 Qualcosa di grande, approfondendo la comunit

9191 9595 97 99 99 106 107

Conclusioni Bibliografia

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IntroduzioneLa scelta del movimento 15m e delle relative dinamiche comunicative come oggetto di indagine del presente lavoro dovuta ad una necessit e ad una curiosit. La necessit risiede nella volont di fornire una narrazione alternativa del movimento 15m rispetto alle interessate ricostruzioni mediatiche. Quelle, tanto per intenderci, che non hanno esitato nemmeno a cambiarne il nome, facendo passare, ormai quasi alla storia, il 15m come gli Indignati spagnoli, gli Indignati originari, padri dell'indignazione globale, il neonato movimento #occupy. La necessit insomma intima e dovuta verso il movimento stesso, perch avendone fatto parte riuscito a ridarmi quella speranza, in parte sbiadita, che la via dell'azione collettiva abbia ancora un senso e meriti di essere per lo meno praticata, senza comunque garanzie di successo. E da qui che nasce la curiosit, militante e accademica, di comprendere e svelare empiricamente l'importanza e le funzioni dei social network nel creare il 15m, in particolare prima della sua esplosione come movimento delle acampadas. Durante lo sviluppo del progetto di ricerca, l'evidenza del ruolo avuto dai media mainstream mi ha portato a considerarli in azione combinata, armoniosa o dissonante, con gli strumenti dell'autocomunicazione di massa. Ne risulta un'ampia analisi che attinge strumenti e spunti da differenti filoni teorici delle scienze della comunicazione e della sociologia. La prospettiva sociologica portante quella che Manuel Castells ha definito Societ in rete, sistematizzata e approfondita in Comunicazione e potere (2009), da cui traggo l'approccio di ricerca multidisciplinare per questo lavoro. Per quanto riguarda l'analisi delle dinamiche sociali in seno al 15m, di grande aiuto stato I nuovi movimenti sociali come forma rituale (2005) a cura di Marino Livolsi, la cui introduzione rappresenta un ottimo quadro teorico, utile per descrivere un oggetto per natura sfuggente come un movimento sociale. Inutile dire che la prospettiva dominante quella dell'osservatore partecipante. Alcuni dettagli sottili ma qualificanti di determinate situazioni si percepiscono solo scendendo in campo, dalla parte giusta. Ci che non ho potuto toccare con mano l'ho ricostruito con gli strumenti dell'etnografia, grazie ai contatti raccolti a Madrid durante l'anno, disponibili a farsi intervistare. I

I libri usciti nei primissimi mesi successivi alla mobilitazione sono stati poi utili per raccogliere altre voci di piazza, e opinioni di tecnici del movimento tra cui Carlos Taibo, Antoni Domnech, Iigo Errejn, e gli stessi attivisti universitari che lanciarono il 15m. Quel archivio semi-strutturato dal nome di Internet stato infine il mio bacino di ricerca complementare per verificare eventi interni ed esterni al movimento. Il web 2.0 spagnolo diventa invece oggetto d'indagine, ed eventuale fonte di informazione alternativa. Per analizzare tutto il materiale a disposizione una mole davvero ingente in varie occasioni gli strumenti della semiotica in particolare l'approccio narrativo hanno aiutato a sistematizzare o approfondire un dato processo comunicativo. Si tratta quindi di un lavoro originale, che studia un movimento che a inizio dicembre conta nemmeno sette mesi di intensa vita contagiosa, sul quale non molte penne si sono ancora spese. L'analisi si apre necessariamente con uno sguardo sulle condizioni socioeconomiche della Spagna attuale, dallo Spanish dream, alla crisi-incubo. La socialdemocrazia di Zapatero prona agli interessi sovranazionali che si sfalda lascia un panorama di sfratti e disoccupazione alle stelle, la linfa del movimento futuro. Il terreno del 15m invece costituito dalla miriade di movimenti sociali precedenti, in termini di eredit militante, e paralleli, in termini di attivisti o potenziali tali, reti di individui recettivi e proattivi. Infine, i movimenti sociali direttamente coinvolti nel lancio del 15m rappresentano le radici della mobilitazione. Per crescere dovranno giocare essenzialmente sui due terreni della comunicazione odierna: le reti sociali, strumento di auto-organizzazione e propaganda, e le reti mediatiche mainstream, tese tra le comuni logiche commerciali e le peculiarit di ogni singola testata. Il movimento 15m in s verr analizzato dalla prospettiva di Twitter, che, grazie alle possibilit offerte dalla raccolta dati in tempo reale, stato oggetto di numerosi studi, accademici e indipendenti, che hanno analizzato la social netowork parallela alla rete sociale degli accampamenti. Ci ci permetter di trarre alcune conclusioni parziali sull'oggetto in analisi, indubbiamente da ampliare in successivi studi. II

1. La resaca1 strutturale2A causa della crisi finanziaria le banche smisero di prestare denaro e gli investitori smisero de comprare debito. Visto che nessuno comprava denaro, si produsse un effetto domino: il consumo si abbass, si contrasse l'economia, le imprese cominciarono licenziamenti collettivi e le famiglie senza lavoro furono espulse dalla propria casa per insoluto.3

Un movimento sociale di massa come il 15m nasce necessariamente in un contesto sociale compromesso. In questo primo capitolo, dopo un breve ripasso del miracolo economico spagnolo d'inizio millennio, ne descriveremo il declino nei primi anni della crisi finanziaria, che in Spagna si fortemente ripercossa sull'economia reale e sulle condizioni di vita dei cittadini. Il peggioramento delle condizioni economiche sempre stato una delle condizioni sine qua non per lo sviluppo di rivolte sociali. Per questo ci soffermeremo, oltre che sulla crisi politica di una socialdemocrazia prona agli interessi economici sovranazionali, sulle critiche condizioni economiche, in particolare sui temi lavorativo e abitativo, e la loro influenza sulle elezioni autonomiche4 del 22 maggio. Ci addentreremo infine nella struttura delle reti che compongono la societ: quella mediatica che rende manifesto o occulto il malessere sociale, e i social network, in combinazione con l'universo del web 2.0, campo d'azione principale del 15m.

1.1 Lo spanish dream5Quando, in contrasto con la situazione economica attuale, si parla degli anni di prosperit bisogna immediatamente ricordare che questi anni in cui si registrarono tassi di crescita del Pil superiori alla media europea si basarono in buona misura sulla stupefacente crescita della bolla immobiliare e sulla non meno stupefacente crescita dell'indebitamento privato (di famiglie e imprese).1 Resaca si traduce con riflusso o postumi 2 I dati senza fonte di questo capitolo sono tratti dall'Instituto Nacional de Estadstica ine.es, da El Pas, Pblico e 20minutos 3 Espaistn - youtube.com/watch?v=N7P2ExRF3GQ 4 Regionali 5 I dati e le analisi di questo paragrafo sono in gran parte basati sulla clip Espaistn, mentre il racconto delle elezioni 2004 su Castells, 2009:444-460

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Tutto ci provoc le seguenti conseguenze. 1) I salari reali non aumentarono dal 2000 ad oggi: d'altra parte, la domanda reale fu alimentata dall'indebitamento delle famiglie spagnole attraverso il credito facile, offerto dalla banche spagnole che a loro volta si indebitavano con le banche straniere (in particolare con quelle tedesche). 2) Non solo i salari reali non aumentarono, ma la partecipazione della massa salariale alla ricchezza nazionale non ha fatto altro che retrocedere nelle ultime decadi, mentre aumentava la partecipazione dei profitti imprenditoriali e, soprattutto, dei profitti da rendita e speculativi (immobiliari, finanziari, assicurativi e oligopolistici). 3) Mentre l'illusione di ricchezza generata dall'inflazione di attivi (soprattutto derivanti dalla casa) stimolava artificialmente la domanda effettiva e rompeva la lotta sindacale (perch intraprendere battaglie salariali, se si poteva ottenere credito facile per finanziare attivi come la casa, che avrebbero continuato a crescere di valore, offrendo cos nuove opportunit per ulteriori crediti?) indeboliva la competitivit internazionale dell'economia produttiva spagnola aumentando il costo base della vita per la popolazione lavorativa, a causa dell'incredibile prezzo raggiunto dalle casa in Spagna. Il massiccio indebitamento privato degli ultimi lustri permise di mantenere i conti pubblici risanati, condizione sulla quale basare politiche pubbliche pi o meno sociali. 6

L'origine di questi anni di prosperit risale al 1998, secondo anno del primo mandato del governo conservatore di Jos Mara Aznar, quando fu approvata una riforma della legge sull'urbanizzazione. Il provvedimento prevedeva l'aumento del territorio urbanizzabile e la privatizzazione del mercato dei terreni, i quali avrebbero moltiplicato gli investimenti e portato alla costruzione di nuove case. L'aumento dell'offerta avrebbe quindi abbassato il prezzo della casa, con un beneficio per l'intera popolazione e la legge fu copiata da molte comunit autonome di differente colore politico. Gli effetti del provvedimento furono riscontrabili nelle notevoli cifre che fece registrare il Pil7: dal gi sostenuto +1,7% del primo trimestre 1996, la crescita si fece costante fino a stabilizzarsi, nei trimestri a cavallo tra il 1999 e il 2000, in un sorprendente +5%. Nel 2002, con il settore edile in forte crescita, lo stesso governo del Partito Popolare approv El decretazo, una riforma lavorativa che riducendo i diritti dei lavoratori mirava ad alzarne l'attrattiva. Le imprese avrebbero quindi investito maggiormente in risorse umane e la disoccupazione si sarebbe ridotta. La domanda di manodopera and effettivamente alle stelle, molti giovani lasciarono gli studi per lavorare nell'edilizia e nonostante si apr il rubinetto dei6 Domnech, 2011: 34 7 Ogni variazione percentuale degli indicatori macroeconomici utilizzati s'intende su base annua

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flussi migratori la disoccupazione scese, dal 22,9% del 1995 al 13,9% del 2000 fino al 9,2% del 2005. Comprar case divent la moda del nutrito ceto medio spagnolo. Banche e casse di risparmio abbassarono i requisiti per accedere al credito, arrivando a proporre mutui da 40 anni. La domanda di case crebbe, facendo alzare il prezzo al m 2. Ci fece aumentare il prezzo del terreno - tassato in funzione dei profitti potenziali - che produsse un ulteriore crescita del prezzo della casa. Secondo i dati della Sociedad de tasacin il prezzo medio al m2, che nel 1994 era di 954 euro, sal nel 2002 a 1.667 euro per arrivare a 2.516 euro nel 2005, quando la Spagna costruiva pi case che Francia, Italia e Germania assieme. Investire nel mattone risultava in ogni caso un buon affare, anche se non se ne avesse avuto la sufficiente liquidit, data la certezza di poter rivendere l'immobile a un prezzo maggiore. Anche il credito facile si conquist una certa popolarit e gli istituti combinarono i propri prestiti in pacchetti subprime, esimendosi da qualunque rischio di insolvenza del debito. Le pratiche finanziarie divennero tanto disinvolte da permettere al Robin Hood de la banca, un trentenne barcellonese attivo nei movimenti sociali, di ottenere da differenti istituti bancari un totale di 492 mila euro, che destin ai movimenti sociali barcellonesi e a stampare 300 mila copie di una fanzine 8 in cui spiegava dettagliatamente la truffa. Tutto ci senza intenzione di restituire il prestito e lanciando un j'accuse alle banche coinvolte9. Le attitudini speculative, il credito facile e il boom delle costruzioni furono all'origine di quel lungo balzo del Pil battezzato spanish dream: fino al 2004 il Pil non scese mai sotto il 2,5%. Il miracolo economico nascondeva per una forte contrazione del potere d'acquisto: tra il 1998 e il 2005 la casa raddoppi in termini reali il suo prezzo, mentre i salari rimasero invariati. Nel 2005, al picco della prosperit, il reddito medio si situava attorno ai 20 mila euro.

8 17-s.info/sites/default/files/publicacion/crisi.pdf 9 elpais.com/articulo/economia/Robin/banca/convierte/juicio/impago/alegato/entidades/elp epuespcat/20111118elpepueco_4/Tes

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Le prosperose condizioni economiche e una politica di ferro sul terrorismo basco - davano il Partito Popolare vincente per la terza volta nelle elezioni del marzo 2004, ma le bombe di Al-Qaeda e la goffa gestione politica dell'attentato ne ribaltarono in risultato. Aznar era uno dei componenti del Trio delle Azzorre e aveva partecipato all'invasione dell'Iraq, nonostante avesse molta Spagna contro di s 10. Nonostante la campagna elettorale fosse stata dominata dal dibattito sulla partecipazione alla guerra, il Pp conservava un +4% sui socialdemocratici, almeno nei sondaggi d'intenzione, almeno fino al 11 marzo. Alle 7.40 di quel giorno un commando della rete di Al-Qaeda fece esplodere simultaneamente diverse bombe su quattro treni della rete suburbana di Madrid. L'attacco caus 191 morti e circa mille feriti, e gi poche ore dopo l'attentato il governo ne assicurava la paternit basca. Mancavano solo 3 giorni alle elezioni. I media si allinearono, il paese entr in lutto e il 12 marzo oltre undici milioni di persone sfilarono per le strade spagnole contro ogni terrorismo, con tutti i partiti politici uniti nella manifestazione, in una rara esibizione di unit nazionale11. Quello stesso 12 marzo i media Cadena Ser e La Vanguardia cominciarono a porre dubbi alla narrazione governativa: la montatura basca mostrava le sue prime debolezze. La mattina del 13 marzo, giornata di riflessione12, un trentenne madrileno invi un sms a un gruppo di amici, La chiamano giornata di riflessione e Urdazi 13 sta lavorando? Oggi 13-m. Alle 18. Sede del Pp in calle Genova 13. Senza partiti. Silenzio per la verit! Fallo girare!. Alle 19 erano in 5 mila sotto le finestre dei conservatori, merito di sms, blog, mail e Nodo50.org14. Alle 20.20, il re costrinse il ministro dell'interno ad annunciare in tv la cattura della cellula jihadista, avvenuta gi nel pomeriggio. Il giorno seguente Jos Rodriguez Zapatero fu eletto primo ministro. Il premier pi social d'Europa mantenne la promessa elettorale e richiam le truppe10 11 12 13 14 Il movimento contro la guerra in Iraq fu tanto massivo come effimero Castells, 2009:449 Giorno precedente alle elezioni in cui imposto il silenzio elettorale Allora direttore dell'informazione di Tve Server e progetto autonomo di controinformazione orientato ai movimenti sociali per i paesi ispanofoni

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dall'Iraq, mentre aument l'impegno militare nella missione Nato in Afghanistan. Un altro dei primi atti politici dal forte valore simbolico fu la creazione del Ministero dell'abitazione, che nelle intenzioni avrebbe dovuto garantire l'articolo 47 della costituzione che sancisce il diritto a una casa degna e adeguata. Il governo Zapatero si rese protagonista di molte riforme del diritti civili che segnarono la storia spagnola di inizio millennio, mentre a livello economico continu sostanzialmente con le stesse ricette neo-liberali dei conservatori, approfittando della bonaccia che trainava il sistema produttivo per ridistribuire gli avanzi del banchetto speculativo. Un esempio su tutti fu proprio nel Piano statale abitativo 2005-2008 in cui si svilupparono le linee guida della politica immobiliare: favorire l'affitto tramite un'ulteriore cessione di terreni da dedicare a case a canone sociale. Peccato che sullo sfondo c'era un paese di 44 milioni di abitanti con oltre tre milioni di case vuote. Nel maggio 2006 l'esecutivo approv con l'accordo delle parti sociali non succedeva dal 1997 - una nuova riforma lavorativa. L'accordo prevedeva la diminuzione del numero massimo di contratti a termine consecutivi in una stessa impresa e l'introduzione di incentivi, tra gli 800 e i 1.200 euro per tre anni, agli imprenditori che trasformassero in fisso un contratto a termine. La carota per i datori di lavoro fu il nuovo Contratto di sviluppo per l'impiego indeterminato con costi pi bassi per il licenziamento, orientato all'assunzione di categorie di lavoratori poco attrattive. Il Pil torn a salire, toccando a fine 2006 il picco di +4% e la disoccupazione, parallelamente, scese al suo minimo storico, il 7,95%, nel primo trimestre 2007. Il 2007 vide l'approvazione di alcuni provvedimenti redistributivi, tra cui ricordiamo il cheque beb, un assegno di 2.500 euro per ogni bambino nato o adottato, in vigore dal 1 luglio 2007 e gli aiuti per le famiglie a basso reddito con figli fino a 18 anni e per tutte le famiglie con un figlio disabile almeno al 33%. L'estate 2007 sar per ricordata per l'inizio della crisi dei subprime spagnoli. In autunno le notizie del settore immobiliare cominciano a descrivere i sintomi della crisi imminente: discesa di vendite, prevendite e accensione di mutui.

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Ma la speculazione non si fermava e il 2007 si chiuse con il prezzo al metro quadro a quota 2.905 euro. Nel dicembre 2007 entr peraltro in vigore il canon digital, un'imposta di equo compenso che gravava sull'acquisto di masterizzatori, hard disk, lettori multimediali, supporti ottici e flash, fotocopiatrici, stampanti e scanner. Il provvedimento sar dichiarato parzialmente illegale dal tribunale europeo nell'ottobre 2010. L'arrivo del 2008 port invece con se la soppressione della tassa sul patrimonio e dell'obbligo di dichiarazione dello stesso. A contrappeso, i giovani tra i 22 e i 30 anni a basso reddito ricevettero un contributo di 210 euro al mese per l'affitto. Una simile manovra fu adottata per le famiglie, sotto forma di sgravi fiscali. Le elezioni si avvicinavano. La nona legislatura sar la meno conflittuale, socialmente parlando, della giovane democrazia spagnola: si registrer il minor numero di ore di sciopero dal 1977. La disoccupazione si attest, infatti, a 8,6% a fine 2007. Le elezioni del 9 marzo 2008 confermarono l'esecutivo, ma non consentirono al Psoe di raggiungere la maggioranza assoluta nel Congreso15. Socialdemocratici e popolari aumentarono il numero di seggi a scapito della sinistra e dei partiti nazionalisti, consolidando un bipartitismo quasi perfetto: 323 deputati su 350 provenivano dai due partiti principali. Registrato il successo della tornata elettorale, Zapatero afferm che la sua priorit sarebbe stata la lotta contro la decelerazione economica. Nel primo consiglio dei ministri il governo decise fu la restituzione ad ogni contribuente di 400 euro l'anno. Secondo una stima, questo regalo cost, per ognuno dei due anni in cui venne applicato, circa 6 miliardi di euro all'erario. Altri 4 miliardi di euro vennero investiti dal governo in fideiussioni alla banche per facilitare il finanziamento alle piccole e medie imprese e per l'acquisto di case popolari.

15 Camera bassa del parlamento spagnolo

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1.2 La socialdemocrazia in piena CrisiL'abdicazione della democrazia pu prendere due forme: o ricorrendo ad una dittatura interna, sommettendo tutti i poteri all'uomo della provvidenza, o delegando i suoi poteri ad un'autorit esterna che, in nome della tecnica, eserciter, di fatto, il potere politico, perch in nome di un'economia sana si arriva molto facilmente a dettare la politica monetaria, finanziaria e sociale, cio la politica nel senso pi ampio del termine.16

Lo scoppio della crisi finanziaria, nel settembre 2008, coincise con la formale entrata in recessione dell'economia spagnola: tra il terzo e il quarto trimestre 2008 il Pil scese da +0,3 a -1,4%. A livello finanziario, invece, lo scoppio della bolla immobiliare fece emergere chiaramente l'enorme volume d'indebitamento privato spagnolo e gli stabilizzatori automatici operarono sull'indebitamento pubblico, garante della stabilit finanziaria, il quale cominci a crescere. Nonostante ci, la prima reazione governativa fu quella di negare l'esistenza di una crisi e dimostrarlo nei fatti: due giorni prima di Natale 2008 l'esecutivo approv un aumento medio delle pensioni minime del 6%, oltre all'incremento del 2,4% per il recupero dellinflazione, e un aumento del 4% del salario minimo interprofessionale, da 600 a 624 euro mensili. Il regalo a pensionati e lavoratori fu notevole, data l'allarmante situazione economica contingente. Il credito delle banche ai consumatori nel terzo trimestre del 2008 cadde di ben il 95%. Il turismo, principale settore economico, registr a novembre un preoccupante -11,6%, mentre la produzione industriale ad ottobre perse il 13%. La disoccupazione aument del 66,4% - 1.280.300 licenziamenti - nel 2008, portando il numero totale di disoccupati a 3.207.900. Il tasso di disoccupazione si fiss al 13,9%, mai cos alto da 9 anni, e il Pil crebbe solo dello 0,9%. Nota di colore, ma utile per comprendere l'entit della crisi: gli spagnoli risparmiarono il 3% nella popolarissima Lotteria di Natale 2008. Le attese non tradirono e nel primo trimestre 2009, complici la stagione poco favorevole e le prime ripercussioni della crisi sul settore produttivo, scomparvero altri 766 mila posti di lavoro, portando la disoccupazione al 17,4%.

16 Discorso di Pierre Mends France, partigiano socialista, all'asemble nationale - xn-lecanardrpublicain-jwb.net/spip.php?article163

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Il governo continu a negare l'esistenza la crisi e nelle dichiarazioni di Zapatero troviamo ancora tra febbraio e marzo 2009 belle intenzioni come non renderemo pi economico per le imprese il licenziamento e i lavoratori non pagheranno la crisi. In data 11 maggio 2009 il governo present un piano per riattivare l'economia, che si sostanziava nel taglio di 5 punti per tre anni all'Ires delle piccole e medie imprese e all'Irpef agli autonomi. Cinque giorni dopo, il 16 maggio, Zapatero ribadiva in una dichiarazione pubblica finch ci sar una maggioranza socialista nel parlamento spagnolo ed europeo non approveremo tagli alla spesa sociale e ai diritti dei lavoratori, in nessun modo. Ma la crisi mostrava i denti, il surplus pubblico diminuiva e nel secondo trimestre 2009 il Pil registr il suo peggiore storico, a -4,4%. L'esecutivo decise quindi di aprire una stagione di aumenti delle imposte dirette. A giugno aument di 2,9 centesimi al litro l'accisa sui carburanti e del 12% quella sul tabacco, inoltre "con l'obiettivo di frenare l'importante incremento di consumo trinciato come prodotto sostitutivo alle sigarette17 il governo introdusse un'ulteriore addizionale. Durante il Dibattito sullo stato della nazione svoltosi in quello stesso mese, Zapatero annunci l'eliminazione delle deduzioni sull'acquisto della casa salvo per i ceti a reddito pi basso (fino a 24 mila euro), i quali erano ormai esclusi dal mercato immobiliare. Il rientro delle vacanze estive fu segnato dalla decisione del governo di aumentare l'Iva. Il provvedimento fu effettivo solo dal 1 di luglio 2010, alzando di un punto l'aliquota ridotta (dal 7 al 8%) e di due l'ordinaria (da 18 a 20%). A fine 2009 il governo present un piano per l'aumento dell'et pensionabile. La proposta si scontr con l'opposizione delle parti sociali, degli altri partiti e di alcune correnti interne al Psoe, che dovette nel febbraio 2010 ritirare la proposta. Il 2009 si chiuse con quasi 4,4 milioni di persone senza lavoro, dei quali 1,4 non ricevevano sussidi di disoccupazione. Il mercato del lavoro perse complessivamente 800 mila lavoratori, portando la disoccupazione al 18,8%, lo stesso livello del 1996, primo anno del mandato di Aznar. La caduta del Pil fu del 3,7%, la pi alta mai registrata, frutto di 6 trimestri consecutivi con segno negativo.17 publico.es/231967/el-gobierno-penaliza-a-los-fumadores-de-tabaco-de-liar

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Tutto ci non bast all'Unione Europea, che il 9 maggio 2010 richiese al governo spagnolo di ridurre di 15 miliardi di euro la spesa sociale per rispettare il patto di stabilit. L'ingerenza segn il punto d'inflessione delle politiche sociali del governo, che aveva ormai accettato e fatto proprie le ricette delle stesse istituzioni, Fmi e Commissione Europea, che avevano elogiato il modello speculativo. Il 12 maggio, infatti, l'esecutivo annunci varie misure per frenare il debito pubblico: taglio medio del 5% ai salari dei dipendenti pubblici e congelamento degli stessi dal 1 gennaio 2011, eliminazione del Cheque-beb sempre dal 1 gennaio e sospensione delle gabbie salariali per le pensioni, escludendo le non contributive e le minime. Allo stesso tempo, il governo tagli un totale di 6 miliardi in investimenti pubblici e 600 milioni in aiuti allo sviluppo. Solo un mese pi tardi, il governo approv una nuova riforma del mercato del lavoro senza l'accordo delle parti sociali, dato il fallimento dei due precedenti anni di trattative. La riforma facilitava il licenziamento per giustificato motivo oggettivo visto che le imprese dovranno solo provare che si deduce la ragionevolezza del licenziamento dalla propria situazione economica negativa, senza neanche dover dimostrare l'esistenza di effettive perdite economiche. Il secondo pilastro della riforma fu la generalizzazione del Contratto di sviluppo per l'impiego indeterminato, che permetteva all'impresa di licenziare il lavoratore senza alcuna ragione e pagando solo 25 giorni per anno lavorato. Ci suppose l'abolizione de facto del contratto a tempo indeterminato ordinario. La riforma concesse inoltre maggiori poteri agli imprenditori per modificare unilateralmente le condizioni dei contratti di lavoro. Per esempio, permise che la distribuzione della giornata lavorativa potesse essere modificata dall'impresa scavalcando il contratto collettivo, mantenendo sempre il numero massimo di ore annuali. Dulcis in fundo, la riforma permise la realizzazione di tanti stage quanti titoli avesse conseguito un giovane precario, modificando la norma che fissava un massimo di uno stage per ramo di studio. La riforma venne qualificata come lesiva per i lavoratori, dai sindacati maggioritari che minacciarono uno sciopero generale. Il governo tir dritto e una ventina di giorni dopo l'approvazione della riforma in Parlamento, la minaccia s comp. 9

Era il 29 settembre 2010 - non si convocava uno sciopero generale dal 20 giugno 2002 - la partecipazione fu moderata e principalmente nei settori storicamente mobilitati. Non ottenne, quindi, altri risultati oltre a lasciare tutti con un gran amaro in bocca. Nel frattempo, l'estate segnava il ritorno del Pil spagnolo allo zero, raggiunto nel secondo trimestre del 2010, e al riaprirsi della stagione politica, il primo settembre 2010, Zapatero spieg le sue priorit rispetto alla crisi: "Stiamo affrontando le riforme che pi preoccupano gli investitori internazionali". E sembra effettivamente indirizzato verso questa preoccupazione il pacchetto che il governo approv tre mesi dopo, ad inizio dicembre: soppressione del sussidio di 426 euro per i disoccupati senza ulteriori aiuti, privatizzazione del 30% delle Lotterie statali, del 49% di Anea (ente pubblico del traffico aereo civile) e del 100% dei due aeroporti internazionali spagnoli, Barajas di Madrid ed El Pra di Barcellona. Nel 2010 il mercato del lavoro perse solo altre 370 mila unit, portando la cifra totale dei disoccupati a sfiorare i 4,7 milioni e il tasso di disoccupazione al 20,33%. La produzione industriale, parallelamente, cal del 2% nel 2010 e il Pil si ferm a -0,1%. Il 2011 si apr con un nuovo aumento del tabacco: in media aumentarono di 25 centesimi le sigarette e di 65 centesimi i trinciati. Ma il mese chiave del 2011 spagnolo come avremo modo di dimostrare anche nel secondo capitolo fu febbraio, quando si portarono a compimento due manovre particolarmente antisociali, discusse per lungo tempo. La prima fu la riforma delle pensioni. L'accordo tra governo, sindacati maggioritari e Patronal18 fu raggiunto il 2 febbraio dopo mesi di dialoghi sordi. La transizione al nuovo regime pensionistico comincer nel 2013 per concludersi nel 2027, quando per andare in pensione con il 100% a 65 anni occorreranno 38 anni e mezzo di contributi, contro i 35 precedenti. Il resto dei lavoratori dovr andare in pensione a 67 anni - contro i 65 precedenti -, e ricever il 100% solo con 37 anni di contributi - contro 35. E per concludere gli anni di contributi in base ai quali si calcolava la pensione passarono dagli ultimi 15 agli ultimi 20 lavorati.18 Termine utilizzato per riferirsi all'associazione degli industriali

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Un nuovo sciopero generale, minacciato dai sindacati nei momenti tesi della concertazione, non venne questa volta concretizzato da CcOo e Ugt. L'altra manovra era rappresentata dalla seconda disposizione finale della Ley de Economia Sostenible, un progetto di rilancio dell'economia spagnola presentato a fine 2009 che non produsse gli effetti sperati. Il provvedimento nascondeva tra le pieghe delle disposizioni finali una norma che pretendeva regolare il download di contenuto sotto copyright, punendo con la chiusura le pagine che ospitassero hyperlink a materiale protetto. Come se non bastasse il governo aveva scelto la via amministrativa, pi rapida che quella giudiziale: sarebbe stata la Commissione amministrativa di propriet intellettuale, di nomina ministeriale, a valutare e comminare le sentenze di censura. La rinominata Ley Sinde (dal nome della ministro della cultura ngeles Gonzlez-Sinde) non trov per i necessari consensi parlamentari per essere approvata in questa forma. Cos, a fine gennaio 2010 Psoe, Pp e Ciu 19 raggiunsero l'accordo su un emendamento che inseriva un tramite giudiziale nell'esecuzione amministrativa. Concretamente, la Commissione necessitava ora un autorizzazione giudiziaria per poter requisire i dati dei pirati dai server. L'intesa si formalizz il 15 febbraio, con l'ultimo voto al Congreso. I successivi mesi fino al 15 maggio furono tempi di business as usual per i socialdemocratici spagnoli. Il 23 marzo il ministro dell'industria Miguel Sebastin si vantava in un viaggio negli Stati Uniti del fatto che La Spagna ha i costi lavorativi pi competitivi d'Europa. I due giorni seguenti, 24 e 25 marzo, a Bruxelles and in scena un Consiglio Europeo dove i capi di stato e di governo strinsero il cosiddetto Patto per l'euro plus, che prevedeva ulteriori misure di austerity. Al vertice, Zapatero espose la proposta di agganciare i salari alla produttivit. Il giorno seguente, il 26 marzo, il premier comunicava questa ed altre politiche di tagli alla spesa sociale ai rappresentanti di 44 grandi imprese e banche spagnole, in un incontro che il giornalista Ignacio Escolar compar satiricamente alla Camera dei Lord20.

19 Partito nazionalista catalano liberaldemocratico 20 Inteso come terza camera parlamentare de facto - escolar.net/MT/archives/2011/03/lacamara-de-los-lores.html

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Telefnica, una delle imprese invitate, impieg meno di una settimana a mettere in pratica la ricetta di Zapatero annunciando la pretesa che i salari di tutto il suo organico smettessero di aumentare coi prezzi. Il 17 aprile addirittura il ministro dell'economia Elena Salgado arriv ad ammettere quello che ormai era un sentore comune: la crisi la stanno pagando coloro che non ne sono responsabili. Ma come fu possibile quest'operazione che Domenech definisce esplicita e radicale sottomissione del governo Zapatero ai mercati finanziari21?Il congiunto di controriforme adottato dal governo del Psoe a partire dalla met della seconda legislatura di Jos Rodriguez Zapatero per far fronte alla crisi economica punta chiaramente a una socializzazione dei costi della crisi tra le classi subalterne, che meno approfittarono degli anni di prosperit economica. In questo senso suppone un programma di redistribuzione regressiva del reddito e una ridefinizione del patto sociale a beneficio dei pi ricchi. D'altra parte, l'invocazione delle necessit dei mercati come causa oggettiva che giustifichi i governanti dell'Unione Europea a incompiere le promesse elettorali punta a una ridefinizione del contratto politico. Oltre ad essere espressione dell'erosione della sovranit popolare, modifica la natura stessa della rappresentazione democratica, screditandola e preparando le condizioni per la sua crisi. Sebbene questa posizione degli stati non costituisce una novit, lo che si normalizzi l'invocazione dei mercati nel dibattito pubblico per evitare la resa dei conti dei governanti e, eventualmente, sospendere la possibilit di discuterne le politiche. Nello stato spagnolo le controriforme sono state fino ad ora blindate dal consenso tra i due principali partiti politici, l'acquiescenza pi o meno forzata dei sindacati maggioritari e la convergenza della maggior parte di esperti, analisti e accademici. Questa operazione, che Slavoj Zizek descriverebbe come post politica, ha naturalizzato la gestione e l'essenza stessa della gestione politica della crisi, precisamente depoliticizzandola. Cos, i motivi, le classi sociali e gli interessi favoriti dai tagli rimanevano fuori dalla discussione politica, che si riduceva a chi e quando recitasse quello che, a grandi linee, era lo stesso copione. Tutto il rumore attorno al come ha contribuito a sospendere il cosa e il perch dalla discussione pubblica, sottraendoli cos alla volont popolare. In questo modo si ottiene un consenso passivo che accetta le manovre come decisioni tecniche senza alternative percorribili, in un clima di cinismo individuale e di frammentazione e erosione delle identit collettive subalterne. Siamo di fronte al cuore dell'egemonia neo-liberale. L'accordo Pp-Psoe e il patto firmato dalla Patronal, dal governo e dalle principali centrali sindacali costituiscono i pilastri di una manovra politica che allinea il campo politico generando una gran maggioranza di ordine e forzando i settori sociali pi colpiti dalle controriforme alla rassegnazione o all'isolamento. Il blocco dominante stato capace, cos, in un contesto di erosione dei diritti acquisiti e lasciando un numero crescente di necessit sociali insoddisfatte, di mantenere il consenso aumentando appena il livello di coercizione.22

21 Domnech, 2011:41 22 Errejn, 2011:69

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1.2.1 Il lavoro e i giovani23Continuano a crescere la precariet lavorativa e la disoccupazione, con sempre meno garanzie pubbliche. In particolare, la disoccupazione giovanile: si noti come la tanto pavoneggiata generazione di spagnoli meglio preparata della storia comincia a cercar fortuna in Germania, come dovettero fare i loro rassegnati nonni sotto il franchismo. 24

Tenendo conto che la Spagna la quinta economia europea, rappresentandone circa il 13% del Pil, e che stime indicano che l'economia sommersa vale circa un quinto del Pil statale, 205 miliardi concentrati tra edilizia, lavoratori autonomi, commercio, immobiliare e turismo, cerchiamo di descrivere la condizione lavorativa nei primi mesi del 2011 in Spagna. Le rilevazioni sul primo trimestre 2011 hanno contato in Spagna 4.978.300 persone senza lavoro, e fissato il tasso di disoccupazione al 21,52%, il pi alto non solo d'Europa, ma anche dell'insieme dei paesi industrializzati. La crisi ha bruciato in meno di 3 anni 2,37 milioni di posti di lavoro e, di questi, oltre la met nel settore edile. La disoccupazione per i lavoratori che hanno ricevuto solo la formazione primaria si situa al 30,7%, pi del doppio rispetto a quelli che hanno un titolo superiore (12,5%) e dieci volte rispetto ai laureati. La Spagna inoltre uno dei paesi con maggiore disuguaglianza salariale dell'Unione Europea. La differenza tra i lavoratori che guadagnano di pi e quelli che guadagnano di meno di 6,0. In Svezia di solo 3,7, in Danimarca 4,6 volte e in Finlandia 3,7 volte. In Portogallo di 6,0 e in Romania di 6,70 volte. Le 150mila persone con lo stipendio pi alto dello stato guadagnano complessivamente lo stesso dei 3 milioni di lavoratori meno pagati di Spagna. Il 40% dei lavoratori spagnoli guadagna meno di 850 euro al mese, il 55% non arriva a 1100 euro. Il tasso di temporalit lavorativa sfiora il 25%. L'insieme dei disoccupati e degli occupati a tempo determinato stimato in 11 milioni di persone, su 23 milioni di

23 I dati e le analisi qui riportati sono rielaborati da Juventud Sin futuro, Hablan los indignados, La rebellion de los indignados, Eurostat e El Pas 24 Domenech, 2011:36

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popolazione attiva. Si calcola inoltre che il 93,4% dei contratti di lavoro stipulati dopo la riforma lavorativa del 2010 fu a tempo determinato. facile quindi affermare che la precariet la caratteristica che meglio definisce il mercato del lavoro spagnolo. E non solo. la vita a rendersi precaria: la spesa per mantenere una famiglia media nel 2002 era di 15.970 euro l'anno e nel 2009 era salita a 30.411 euro, mentre i salari avevano perso il 10% del loro potere d'acquisto tra il 1995 e il 2010, quando un terzo delle famiglie spagnole dichiarava di non poter arrivare alla fine del mese, circa 1 milione 400 mila nuclei familiari avevano tutti i membri disoccupati e oltre due milioni di persone cercavano lavoro da oltre un anno. I giovani fino a 34 anni, che compongono la met dei quasi 5 milioni di disoccupati, sono la fascia sociale pi colpita dalla resaca economica: la disoccupazione per questa fascia d'et s'attesta al 43,5% a febbraio, per gli under 25 del 45% e del 20% per i laureati tra i 25 e i 29 anni. Altri record della zona euro. Il tasso temporalit lavorativa si attesta attorno al 70% per gli under 35, anche se nel 2004 superava gi il 50%. Sei giovani su dieci vivono con i propri genitori e il 55% dipende da loro per sopravvivere. L'et media d'uscita dal nucleo familiare di 32 anni, contro i 25 della media Europa. Secondo un'inchiesta del 200525 otto giovani su dieci preferirebbero emanciparsi, per non possono sopportare il peso di un mutuo o di un affitto. Non si sbagliava forse l'allora direttore del Fmi Dominique Strauss-Kahn, quando a inizio maggio 2011 definiva i giovani spagnoli generazione persa. Generazione che guarda all'estero, alle opportunit, facendo registrare oltre 100 mila emigrazioni nel 2010, contro le 36 mila del 2008. L'Ine stima 580 mila emigrazioni per il 2011. Tra quelli che rimangono nella penisola ci sono invece 645.800 giovani tra i 16 e i 29 anni che n studiano n lavorano. Rappresentano il 7,4% della popolazione di quell'et e sono diminuiti da quando, nel 2005, sfiorarono il milione. L'esigua rappresentativit sociale non ha impedito ai media mainstream iberici di renderli esempio dell'intera giovent spagnola: dal 2008 una plurale campagna25 Juventud y Vivienda. Sondeo de opinin y situacin de la gente joven

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mediatica ha etichettato i giovani spagnoli come la generazione nini (n-n, n studia n lavora, nda), capace solo di far fiesta a suon di bottellon. Dal canto loro, i due sindacati maggioritari, Comisiones obreras [CcOo] e Union general de los trabajadores [Ugt], hanno perso molta credibilit sociale. Vennero additati di poca reattivit quando convocarono uno sciopero generale solo tre mesi dopo la presentazione della riforma lavorativa. La riuscita a met della mobilitazione mise in luce poi un'altra debolezza, ben riassunta dalle parole di due attivisti madrileni: l'incapacit di dirigersi e mobilitare il settore postfordista della produzione, noi, le lavoratrici precarie. I sindacati tradizionali proteggono e rappresentano gli interessi dei lavoratori che hanno un posto di lavoro a cui difficilmente accederemo26. A febbraio si consum quindi lo strappo definitivo, con la firma della riforma delle pensioni, che approfond ulteriormente il discredito delle dirigenze sindacali. La strategia del salvare il salvabile non fu facilmente digerita da chi era rimasto a stomaco vuoto, cos come la dichiarazione delle due centrali sindacali datata 12 maggio 2011: siamo disposti a discutere il modello salariale con tutte le conseguenze. Dall'altra parte della barricata troviamo le 35 principali imprese spagnole, raccolte nell'Ibex35, indice unico della borsa iberica. Queste chiusero il bilancio 2010 con circa 50 miliardi di attivo, un 25% in pi che nel 2009, mentre mantenevano tutte interessi in qualche sorta di paradiso fiscale. Gli alti dirigenti e i Cda di queste imprese, 540 persone, hanno un salario pari a 615 milioni di euro l'anno, lo stesso di circa 40mila lavoratori di salario medio. Un caso emblematico esplose nel aprile 2011, quando Telefonica 27 annunci un piano di ristrutturazione che prevedeva il licenziamento di 6 mila lavoratori il 20% del suo organico mentre distribuiva 450 milioni di euro in benefit per i dirigenti e 6.900 milioni in dividendi. Tutto ci con un attivo di oltre 10 miliardi di euro.

26 Gimenz e Padilla, 2011:40 27 Societ di telecomunicazioni statale, liberalizzata ma sotto il controllo governativo.

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1.2.2 Le banche o le case L'intervento del governo Zapatero nel sistema finanziario comincia nel marzo 2009 con il salvataggio della cassa di risparmio Caja Castilla-La Mancha, in cui invest 7.100 milioni di euro. Nel luglio 2009 l'esecutivo passa alla fase due con la creazione del Frob, il Fondo di ristrutturazione bancaria ordinata, che aveva come obiettivo garantire la stabilit del sistema finanziario iberico favorendo la fusione delle numerose casse di risparmio spagnole. Le principali banche, infatti, avevano retto l'impatto della crisi finanziaria globale, mentre le casse di risparmio, fortemente esposte nell'edilizia, si trovavano, a quasi un anno dall'esplosione della crisi dei subprime, in pessime condizioni di solvenza Il Frob fu dotato inizialmente di 9 miliardi di euro, il 75% dei quali prelevati dal bilancio pubblico e il restante a carico dei Fondi di garanzia dei depositi creati ad hoc dalla entit finanziarie solventi. Il governo lasci ad ogni modo chiaro fin dal principio che lo sforzo del Frob avrebbe potuto richiedere fino a 90 miliardi di investimento, e si dichiar disponibile a questa eventuale iniezione di liquidit. Le prime operazioni messe in atto dal Frob consistettero in prestiti al sistema finanziario sotto forma d'acquisto di azioni preferenziali senza diritto di voto per favorire le fusioni di distinte casse di risparmio. In totale vennero iniettati 9.674 milioni.Entit Banco Financiero y de Ahorros Catalunya Banc NCG Banco Banca Cvica Banco Mare Nostrum Caja Espaa-Duero Unnim Importo 4.465 milioni 1.250 milioni 1.162 milioni 977 milioni 915 milioni 525 milioni 380 milioni Data 28 dicembre 2010 28 luglio 2010 30 dicembre 2010 11 febbraio 2011 31 dicembre 2010 29 novembre 2010 28 luglio 2010

Il risultato di queste operazioni fu la fusione di molte delle casse, che passarono dalle 45 del 2009 alle 14 di inizio 2011. Nello stesso anno le cinque principali banche spagnole guadagnavano 15 milioni di euro, tra cui spiccano gli 8,181 milioni di utili del Banco Santander e i 4,606 del Bbva. 16

Ma questo solo un lato della medaglia. L'altro, opportunamente taciuto dai media mainstream, riguarda gli insolventi: dal 2007 al primo semestre 2011 si sono prodotte in Spagna 350 mila esecuzioni ipotecarie e 125 mila sgomberi. Tutto ci mentre rimangono vuoti 3,5 milioni di alloggi, la met dei quali posseduti da casse di risparmio, banche e palazzinari. Non a caso il 7 marzo il quotidiano economico Expansin pubblic una lettera del presidente dell'Associazione bancaria spagnola che chiedeva alla ministro dell'economia Elena Salgado che il governo non approvasse la dazione in pagamento, ovvero la restituzione dell'immobile come forma di estinzione del mutuo di un creditore insolvente. Il governo si dimostr ancora una volta prono agli interessi finanziari e il 22 febbraio il congresso rifiuto con i voti di Pp e Psoe un provvedimento sulla dazione in pagamento proposto da Erc28 e Iu-Icv29. Nel frattempo il Banco de Espaa30 aveva stimato in dicembre un'esposizione totale delle casse di risparmio nel settore immobiliare di 217 milioni di euro, dei quali il 46% era potenzialmente problematico. Il 10 marzo 2011 lo stesso Banco de Espaa rese nota la necessit di capitale delle casse di risparmio spagnole: ulteriori 15,152 milioni di euro. Quello stesso giorno il Congreso approv un secondo piano di ricapitalizzazione delle entit finanziarie, con il quale impose l'obbligo di risolvere i problemi di solvenza entro il 30 settembre 2010 tramite l'entrata in borsa, la chiusura di alcune filiali o la riduzione dell'organico. Nel caso il risanamento non dovesse compiersi entro fine settembre, le casse di risparmio insolventi saranno commissionate dal Frob e dovranno automaticamente convertirsi in banche. Contemporaneamente, nel primo trimestre 2011, vennero sfrattate 15.491 famiglie, il 36,9% in pi dell'anno precedente, a conferma delle parole di Emilio Botn, presidente della maggiore banca spagnola che il 1 di aprile dichiarava, a proposito del suo Banco Santander, Siamo i vincitori della crisi economica e finanziaria globale.

28 Partito nazionalista catalano socialista 29 Izquierda Unida Iniciativa per Catalunya Verds raggruppa il Partito comunista e gli ecologisti catalani. 30 Banca centrale spagnola

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1.2.3 Opinioni ed elecciones31La gente comune, come mostrano le inchieste, si rende conto perfettamente che la democrazia stata sequestrata da un'aristocrazia finanziaria globale capace di imporre, senza troppi ricatti, le proprie politiche a governi democraticamente eletti, di qualunque colore siano. La chiamata "classe politica" si adeguata per varie regioni a questa situazione, e soffre di un discredito popolare che non si ricordava in Europa dagli anni '20 o '30 del secolo scorso.32

A dare concretezza alle parole di Domenech sopra riportate giungono i dati del Cis (Centro de investigaciones sociolgicas, principale istituto di ricerca sociale spagnolo) che raccoglie nel suo Barometro d'opinione le tendenze cognitive degli spagnoli. Nell'aprile 2011, il 66% degli spagnoli considerava la situazione politica mala o muy mala, e pi della met credeva che non sarebbe migliorata n a breve n a lungo termine. Nello stesso mese il 21,5% degli intervistati riteneva che il principale problema del paese era la classe politica e i partiti, solo dietro la disoccupazione e i problemi di indole economica. Fino al maggio 2009 la percentuale di spagnoli con quest'opinione oscillava tra il 7 e il 10%. Lo stesso succede con la percezione della corruzione, che nel marzo 2008 era rilevata come principale problema nel 0,2% degli intervistati, mentre nel maggio 2011 si riscontrava esponenzialmente nel 6,2% delle risposte. Un'altra inchiesta rivela inoltre che la met degli elettori pensa che i partiti rappresentino solo i propri interessi e il 70% afferma di non sentirsi rappresentato da nessun partito. Il 73% pensa addirittura che la loro struttura allontani le persone pi preparate e competenti dalla gestione della cosa pubblica. I massimi dirigenti dei due partiti maggioritari, Zapatero (Psoe) e Rajoy (Pp), battono infine tutti i record di impopolarit: attorno al 75% della popolazione dichiara di non provare fiducia nei loro confronti. Il confronto tra i numeri rivelati nell'aprile 2008 e nell'aprile 2011 illustra statisticamente la perdita di fiducia nel sistema politico bipolare.

31 Elecciones si traduce elezioni ma anche scelte 32 Domnech, 2011:38

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Aprile 2008 Valutazione sull'operato del governo Molto positiva Positiva Regolare Negativa Molto negativa Valutazione sull'operato del primo partito d'opposizione Molto positiva Positiva Regolare Negativa Molto negativa Fiducia nel sistema governo-opposizione 0,6% 13,8% 39,3% 28,3% 13,0% 46,3% 2,6% 32,1% 40,5% 16,0% 4,9%

Aprile 2011 0,4% 7,3% 32,4% 32,3% 25,7%

0,5% 10,6% 30,7% 31,6% 22,8% 31,8%

Per quanto riguarda la questione giovanile, uno spagnolo su tre e il 70% di chi ha pi di 55 anni ritiene che la situazione giovanile in Spagna non sia mai stata cos grave. Le opinioni degli interessati sono invece raccolte nel sondaggio d'opinione di Injuve del 2009: i giovani tra i 15 e i 29 anni giudicano i partiti meritevoli di un 3 su 10, il Congreso di un 3,6 e i sindacati maggioritari di un 4. Il problema maggiormente avvertito dai giovani la disoccupazione, prima preoccupazione per il 60%. E il 40% degli under 24 che un lavoro ce l'ha vede probabile o molto probabile perdere il proprio posto nei prossimi mesi. La consolidata dinamica bipartitica prevede il voto di castigo per il partito che si ritenga responsabile di un fallimento governativo o peggio ancora di una crisi sociale come quella qui descritta. nelle Ed effettivamente questa le era la predisposizione dell'elettorato settimane precedenti elezioni

autonomiche del 22 maggio 2011.

Intenzioni di voto Pp Psoe Iu

Aprile 2008 20,9% 36,9% 3,7%

Aprile 2011 27,1% 20,5% 4,1%

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I partiti nazionalisti avrebbero infine mantenuto le proprie percentuali, con l'incognita della sinistra indipendentista basca, legalizzata poche settimane prima del 22 maggio. Il Partito popolare si sarebbe quindi accaparrato le ultime comunit autonome rimaste rosse, consolidando un impero decentrato a cui si sottraggono solo Andalusia, Asturie, Canarie, Catalogna, Navarra e Paesi Baschi, 6 su 17 - da cui dipende, secondo l'ordinamento spagnolo, l'erogazione della maggior parte dei servizi pubblici. Il Psoe sarebbe invece affondato, perdendo i propri feudi tradizionali e il comune di Barcellona, rimasto ininterrottamente a giuda socialdemocratica dalla morte di Franco, nel 1975. Tutto ci nonostante entrambi i partiti maggioritari avessero incluso nelle proprie liste elettorali personaggi condannati o imputati in casi giudiziari di corruzione. El Pas contava33 circa un centinaio di candidati con queste credenziali, distribuiti principalmente tra Pp, la met, e Psoe, il 35%.

33 elpais.com/articulo/espana/corrupcion/presenta/elecciones/elpepiesp/20110410elpepinac_ 1/Tes

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1.3 Le reti della societ34Le reti costituiscono il modello fondamentale della vita, di ogni genere di vita. Come scrive Fritjof Capra "la rete un modello che comune a tutta la vita. Dovunque vediamo vita vediamo reti"35

Il termine Societ in rete si riferisce alla struttura sociale risultante dall' interazione tra organizzazione sociale, cambiamento sociale e il paradigma tecnologico costruito attorno alle tecnologie digitali della informazione e della comunicazione. La Societ in rete conta con una struttura sociale composta da reti potenziate dalle tecnologie della informazione e della comunicazione basate sulla microelettronica. In questo contesto, il potere ridefinito ma non scompare, perch la dominazione e la resistenza cambiano di carattere a seconda della struttura sociale specifica nella quale si praticano. Nella societ in rete le forme di potere seguono la logica del potere di creazione delle reti ed esercitano il controllo attraverso due meccanismi fondamentali: la possibilit di programmare-riprogrammare le reti secondo degli obiettivi che vengano loro assegnati e l'abilit di connettere differenti reti per assicurare la cooperazione condividendo obiettivi comuni e incrementando le risorse complessive. Inquadrandola in una prospettiva storica, la Societ in rete si sviluppa nell'et postindustriale a cavallo dell'anno 2000 e sostituisce le precedenti sistematizzazioni teoriche di Societ dell'informazione o della conoscenza.

1.3.1 La rete mediatica mainstream36Tutte le reti hanno un tratto comune: idee, visioni, progetti e frame generano i programmi, che sono materiali culturali. Nella societ in rete la cultura in gran parte incorporata nel processo di comunicazione, in particolare nell'ipertesto elettronico, il cui nucleo costituito dalle reti di business multimediali globali. Cos, le idee possono essere generate da una variet di origini, e connesse a specifici interessi e subculture, ma sono elaborate nella societ in base al modo in cui vengono rappresentate nel regno della comunicazione. E in ultima analisi queste idee raggiungono le popolazioni di ciascuna rete in relazione al livello di esposizione di queste popolazioni ai processi di comunicazione. Cos, il controllo delle reti di comunicazione, o l'influenza su di esse, e la capacit di creare un efficace processo di comunicazione e di persuasione lungo le linee che assecondano i progetti degli aspiranti programmatori, sono le risorse chiave nella capacit di programmare ciascuna rete.3734 L'ossatura teorica tratta da Manuel Castells Comunicazione e Potere (2009). 35 Castells, 2009:15 36 L'analisi strutturale basata su Pasqual Serrano Traficantes de informacin (2010). 37 Castells, 2009:47

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La rete mediatica mainstream spagnola composta da 7 hub fondamentali, corrispondenti ai 7 gruppi imprenditoriali principali: Prisa , Vocento, Unidad Editorial, Planeta, Gdo, Zeta e Mediapro. Il maggior gruppo di comunicazione Prisa, una multinazionale presente in 22 paesi tra America e Europa. controllato dal fondo d'investimento statunitense Liberty (57,7%), partecipato, tra gli altri, da UBS (4,57%), Deutsche Bank (3,39%), HSBC (3,21%), BNP Paribas (3,1%), Bank of America (3,04%) e in minor misura da Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citygroup e Credit Suisse. Il Grupo Prisa possiede El Pas, primo quotidiano, simile per linea editoriale a La Repubblica e il secondo economico Cinco Dias; nel radiofonico controlla la capillare Cadena Ser, pi antica e pi ascoltata. Detiene inoltre il 17,3% di Mediaset Espaa, maggior gruppo audiovisivo spagnolo che emette Telecinco e Cuatro, secondo e quarto canale generalista, oltre alla piattaforma satellitare Digital+ e l'agenzia stampa audiovisiva ATLAS. Nel campo della carta stampata, la leadership ad ogni modo mantenuta dal Grupo Vocento, posseduto da un centinaio di imprese spagnole, tra le quali spiccano l'immobiliare Mezouna, la finanziaria Valjarafe, la vinicola Cnve, la finanziaria Bycomel, il fondo d'investimento Energay, e la banca Bbva. Al gruppo Vocento appartengono ABC, il pi longevo quotidiano, referente della destra spagnola, cattolico, conservatore e monarchico e il secondo free-press Qu!, oltre a dodici quotidiani regionali. Dalle frequenze di sua propriet trasmettono i canali televisivi Intereconomia, referente audiovisivo della destra spagnola, Disney Channel e Mtv Espaa. A Unidad Editorial - controllata al 96,31% da Rcs - appartengono quotidiani di grande tiratura come El Mundo, secondo generalista che prova a scalzare il posto di referente ad ABC e il primo economico Expansin. Il Grupo Planeta conta con il terzo quotidiano conservatore La Razn, il terzo freepress ADN e una grande partecipazione (45%) con Rtl group - Bertellsman (20%) e Banco Sabadell (6%) nel Grupo Antena3, il quale emette il terzo canale generalista Antena3 e la seconda catena radiofonica generalista Onda Cero. Il Grupo Gdo, di propriet della famiglia God storica famiglia dell'alta borghesia catalana con interessi ne La Caixa, prima cassa di risparmio europea e terza entit finanziaria spagnola - la pi vecchia societ editoriale tuttora attiva ed editore del quotidiano La Vanguardia, referente in Catalogna. 22

Il Grupo Zeta un macrogruppo della carta stampata che conta con nove quotidiani regionali e diciassette periodici, tra le sue pubblicazioni annovera il quotidiano El peridico de Catalua, secondo della regione, e le riviste Intervi e Tiempo. Partecipa al 20% nel Gruppo Schibsted, un conglomerato multimedia norvegese che pubblica il medium cartaceo pi letto in Spagna: il freepress 20minutos, che dal 2000 esce nelle 15 principali citt spagnole. Sia l'edizione cartacea che quella online sono pubblicate sotto licenza creative commons, la linea editoriale progressista e la redazione fa ampio uso di articoli propri. Ha inoltre una forte vocazione per le reti sociali, dimostrata dalla propria pagina web, progettata in pieno stile 2.0. Infine troviamo Mediapro, un gruppo nato nel 1994 di propriet degli imprenditori audiovisivi Tatxo Benet e Jaume Roures, vicini a Zapatero. Edita il quinto quotidiano nazionale Pblico, format giovanile e linea editoriale di poco a sinistra rispetto ad El Pas e produce, assieme al macrogruppo mediatico messicano Televisa e la cassa di risparmio Bilbao Bizkaia Kutxa, il quinto canale generalista La Sexta, a target giovanile. Le emittenti pubbliche statali sono invece raggruppate nella Corporacin Radio Televisin Espaola, l'impresa pubblica che produce il primo canale televisivo generalista La 1, il culturale La 2, il canale allnews 24h e la catena radiofonica RNE. Lo stato anche proprietario di Efe, prima agenzia stampa del paese, prima ispanofona nel mondo e quarta a livello mondiale. Sua diretta concorrente Europapress, di propriet di Luis Martin Cabiedes, un imprenditore nel campo delle nuove tecnologie. Ogni regione ha infine i propri canali televisivi autonomici pubblici e svariati quotidiani locali, i quali hanno sempre avuto una forte dipendenza informativa e finanziaria dai poteri locali essendo in molti casi posseduti dai referenti finanziari, imprenditoriali e politici della regione. Entrando nel merito del sistema mediatico mainstream spagnolo, il rapporto Medios de Comunicacin Tendencias06 rileva che la polarizzazione politica dei media spagnoli tanto marcata, che il contenuto delle agende e l'abituale editorializzazione dell'attualit puntano, in molti casi, non tanto ad informare, ma a trasmettere o accentuare la polarizzazione. Polarizzazione attribuibile alla forza della preagenda esercitata sui media mainstream.

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La preagenda uno spazio definito in buona misura dall'emittente che fissa, espressamente o tacitamente, gli spazi e le linee d'interesse preferenti e i territori proibiti. Si avverte sempre pi l'incorporazione e il protagonismo nel sistema mediatico di emittenti i quali interessi non si esauriscono nello specifico ambito mediatico, ma che sono l'espressione di ampie concentrazioni di interessi che configurano i nuclei duri dell'economia o delle corporazioni di riferimento di un paese. Interessi e contesti che possono convertirsi in fonti interessati e induttori potenziali del discorso mediatico, fino a stabilire modelli di costruzione della realt, azione che si traduce, a livello del pubblico, in meccanismi di formazione dell'opinione. In Spagna i media pubblici, sia statali che autonomici, risaltano per l'elevato livello di preagenda governativa nei propri spazi informativi, che supera le quote convenzionali del giornalismo istituzionale par approssimarsi a versioni viziate e parziali della realt che collidono con il diritto pubblico all'informazione.38

Da parte loro, i teleascoltatori rilevano svariate criticit del sistema informativo. Oltre alla tendenza - comune ai media dei paesi postindustriali verso l'informazione-spettacolo, le caratteristiche negative che influiscono sulla mancanza di fiducia verso i professionisti dei media sono: l'eccessivo trattamento del gossip, la mancanza di oggettivit e la politicizzazione dell'informazione. Quasi un teleascoltatore su due considera che le notizie sono molto condizionate dagli interessi dei politici e, conseguentemente, la fascia sociale pi critica verso la tv quella dei giovani tra i 14 e i 24 anni, che rappresentano solo il 6,6% dei televidenti. In ogni caso, la gente si affida in larga misura ai mass media per ottenere gran parte delle informazioni politicamente rilevanti e, nonostante la crescente importanza di internet, la televisione e la radio restano le fonti ritenute pi affidabili per le notizie politiche. Ci comporta l'accettazione dei frame proposti dai media mainstream come modelli di interpretazione della realt.Il framing il processo con cui si selezionano e sottolineano alcuni aspetti di eventi o temi e si stabiliscono tra loro connessioni in modo tale da promuovere una particolare interpretazione, valutazione e/o soluzione. Il framing un meccanismo fondamentale nell'attivazione della mente perch lega direttamente la struttura di una narrazione veicolata dai media alle reti neurali cerebrali. Il framing, come azione da parte del mittente del messaggio, a volte deliberato, a volte accidentale e a volte istintivo. Ma fornisce sempre una connessione diretta tra il messaggio, il cervello ricevente e l'azione che segue. I frame non sono solo parole, anche se le parole o le immagini sono indispensabili per costruire il frame e per comunicarlo. Il punto fondamentale che i frame non sono esterni alla mente. Solo quei frame che sono in grado di connettersi al messaggio di frame preesistenti diventano attivatori di condotta. 39

38 Diaz Nosty, 2000:2 39 Castells, 2009:196

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Il frame dominante proposto dai media mainstream riguardo la crisi riassumibile in una frase, molto diffusa fino al 15 maggio, Questa situazione si risolve solo con l'aiuto di tutti 40. evidente che il complemento di modo con l'aiuto di tutti nasconde dietro l'apparenza collaborativa il tentativo di naturalizzare e fare quindi accettare la socializzazione delle perdite derivanti dalla crisi. Non a caso, nel febbraio 2010, l'Unione della Camere di Commercio in combutta con le principali grandi imprese e banche spagnole us lo slogan come messaggio trainante di una campagna di comunicazione sociale41. 1.3.2 L'autocomunicazione di massa e la resistenza reticolareParadossalmente, il cedimento dello stato agli interessi del capitale porta alla nascita di una nuova forma di comunicazione che potrebbe accrescere il potere dei cittadini sia sul capitale sia sullo stato.42

Nell'ambito della Societ in rete emerge una nuova peculiare forma di comunicazione, che ibrida la tradizionale dicotomia tra quella di massa e quella interpersonale, e prende il nome di autocomunicazione di massa.Con la diffusione di internet emersa una nuova forma di comunicazione interattiva caratterizzata dalla possibilit di inviare massaggi many to many in tempo reale o in un momento stabilito e con la possibilit di usare la comunicazione point to point, il narrowcasting o broadcasting a seconda dello scopo e della caratteristiche della pratica comunicativa prescelta. Chiamo autocomunicazione di massa questa forma storicamente nuova di comunicazione. comunicazione di massa perch ha la potenzialit di raggiungere un pubblico globale, ma contemporaneamente autocomunicazione perch la produzione del messaggio autogenerata, la definizione dei potenziali destinatari autodiretta e il reperimento di specifici messaggi o contenuti da internet e dalle reti di comunicazione elettronica autoselezionato. 43

L'attore sociale che pratica questa nuova forma di comunicazione quel mittente-ricevente, spesso denominato con il termine aziendalista prosumer.Le reti orizzontali di comunicazione basate su internet sono attivate da soggetti comunicativi che determinano sia il contenuto che la destinazione del messaggio, e sono contemporaneamente mittenti e riceventi di flussi multidirezionali di messaggi. Seguendo la terminologia di Eco i mittenti sono anche destinatari, cos un nuovo soggetto della comunicazione, il mittente-ricevente, emerge come figura centrale dalla galassia internet.4440 Gimnez e Padilla, 2011:41 41 youtube.com/watch?v=pLrph1OkrUc 42 Castells, 2009:141 43 Castells, 2009:60 44 Castells, 2009:158

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L'emergere della Societ in rete presupposto fondamentale per la costruzione di nuove reti comunicative e sociali autonome, al margine quando non in diretta contrapposizione - di quelle ereditate dal ventesimo secolo.La disponibilit di una tecnologia adeguata condizione necessaria ma non sufficiente per la trasformazione della struttura sociale. Fu solo entro le condizioni di una societ industriale matura che poterono emergere progetti autonomi di networking organizzato. Quando ci avvenne, tali progetti poterono sfruttare il potenziale delle tecnologie di comunicazione digitale basate sulla microelettronica.45

Reti contraddistinte dall'ubiquit, grazie all'apporto della tecnologia wireless.La logica evolutiva della tecnologia dell'informazione e della comunicazione nel corso della storia pu essere vista come un processo di espansione e accrescimento del corpo umano e della mente umana: un processo che, all'inizio del ventunesimo secolo caratterizzato dall'esplosione dei dispositivi portatili che offrono in ogni luogo capacit di comunicazione ed elaborazione wireless. Ci permette a unit sociali (individui o organizzazioni) di interagire ovunque, in qualsiasi momento, basandosi su un'infrastruttura di supporto che gestisce risorse materiali in una griglia di potere informazionale distribuito.46

Insomma, la rete delle reti il campo proprio dei nuovi movimenti sociali, che devono accettarne alcune caratteristiche strutturali ed assumerle come direttrici d'azione.Differenti contesti sociali generano forme differenti di azione collettiva. Se la fabbrica fu l'infrastruttura che risult in una forma organizzativa concreta, la base dei movimenti operai contemporanei, Internet lo per le forme di contropotere nella societ in rete. Attualmente le lotte sociali si ingaggiano in rete, cos sia le dinamiche di dominazione che quelle di resistenza sono basate sulla programmazione di reti e sulla capacit di commutazione tra esse.47

Diamo quindi un'occhiata al rapporto tra gli spagnoli e la Rete. La banda larga ha raggiunto in Spagna nel 2011 una penetrazione del quasi 100% sia rispetto al territorio che alla popolazione. Non esistono restrizioni governative sull'uso della rete e si stima che il 67% della popolazione sia internauta, vale a dire circa 31 milioni sui 47 totali. I giovani tra i 25 e i 34 anni compongono il 27% degli utenti totali, e ne rappresentano la principale fascia sociale. In assoluto, il 92% dei giovani spagnoli internauta, 12 punti in pi della media europea.45 Castells, 2009:17 46 Castells, 2009:18 47 Haro Barba, 2011:26

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Attorno al 85% degli internauti ha un account in almeno una rete sociale, e la media di social network per utente si attesta a quota due. Si stima peraltro che una decina di milioni di spagnoli navighi in internet con il proprio cellulare e il 73% di essi consulti le reti sociali attraverso una connessione wireless, mentre la penetrazione della tecnologia cellulare supera il 100% della popolazione. La rete sociale pi diffusa tra gli spagnoli sicuramente Facebook, che nei primi mesi del 2011 conta tra i 12 e i 13 milioni di profili in terra iberica. Facebook la rete sociale che presenta un maggior accesso da dispositivi mobili e le frange d'et pi rappresentate sono la 19-24 (2 milioni 360 mila), la 25-34 (4 milioni 410 mila) e la 35-44 (2 milioni 890 mila). Il numero di utenti Twitter stimati in Spagna nei primi mesi del 2011 oscilla tra i 2 e i 3 milioni, a fronte di una popolazione globale del social network anch'essa stimata tra i 200 e i 300 milioni. Parliamo, quindi, del'1% degli utenti mondiali, dei quali, secondo altre indagini, solo il 14% fa un uso quotidiano e regolare del social network. In ogni caso, Twitter la rete sociale del momento in Spagna, dove viaggia a una crescita del 151% annuo, passando da una penetrazione sul totale di utenti delle reti sociali - del 9% nel 2009 al 14% nel 2010. Infine, sono due i tratti caratteristici di questo social network: mobilit e giovinezza. Si stima infatti che circa il 40% degli utenti acceda a Twitter attraverso un dispositivo mobile e che il grosso di essi appartenga nella fascia generazionale 18-44, con un picco tra i venti e trentenni. Tra il 2009 e il 2011, infine, internet ha vissuto un vistoso aumento di preferenze come media per informarsi: cresciuto di 12 punti rispetto al 2009 attestandosi a 37% delle preferenze. Il 9,4% della popolazione "si fida di pi" di internet rispetto ad altri media e i lettori di media digitali rappresentano la met di quelli della carta stampata. Come sintetizzato da Castells:Internet una fonte chiave di informazione per i segmenti pi giovani della popolazione, e poich i giovani rappresentano la base principale dei progetti politici innovativi e proattivi, il ruolo della comunicazione di internet nel sostenere il cambiamento politico diventa decisivo. Tuttavia le fonti principali di notizie politiche in internet sono i siti web dei mass media mainstream.48

48 Castells, 2009:292

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2. Verso il 15m: il movimento genera movimentoAl contrario di quello che molte volte pu sembrare, i movimenti non sorgono dal nulla: i contatti e le routine che rendono possibile che l'indignazione si converta in un'assemblea si tessono e maturano grazie a pratiche sedimentate.1

In questo capitolo si analizzeranno i differenti movimenti sociali che prepararono il terreno alla mobilitazione del 15 maggio e indirettamente al movimento 15m. L'analisi si concentrer sulla realt madrilena, punto d'osservazione privilegiato in cui si svilupparono le principali dinamiche. Juventud sin futuro, sulla base dell'esperienza dei collettivi universitari, riusc nell'impresa di creare un'identit generazionale combattiva, che deve scendere in strada per rivendicare il proprio futuro. Lo consegu sfruttando al meglio le potenzialit di Facebook e grazie ad un'ottima conoscenza delle logiche mediatiche mainstream. Infilandosi nelle fessure concesse da giornali e radio progressisti abbatt il muro dell'agenda, lanciando le proprie rivendicazioni e la mobilitazione del 15 di maggio. L'altro grande attore fu il Coordinamento dei gruppi pro-mobilitazione cittadina, che nacque sul Facebook come una rete che riuniva nodi di attivismo cittadino e opinion leader 2.0, che nella vita reale stavano soffrendo le conseguenze della crisi e delle manovre antisociali. Questo ambiente virtuale, rinominatosi poi Democracia real ya!, sar la culla del profondo, azzeccato e demolitore 2 slogan Non siamo merce nelle mani di politici e banchieri! che etichetter le manifestazioni del 15 maggio. La capacit di mobilitare un gran numero di persone con un manifesto riformista ma deciso sar una delle chiavi di lettura per comprendere il successo della manifestazione del 15 maggio e degli accampamenti. Dedicheremo spazio anche agli altri movimenti che diedero il proprio contributo alla mobilitazione del 15 maggio o che adottarono pratiche ereditate poi dalle accampate. Faremo quindi una panoramica sulle realt di movimento madrilene e sul clima culturale in cui si svilupp il 15m. Anzi, partiamo proprio da l.1 Raboso e Merino 2011:22 2 Domenech, 2011:43

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2.1 Yes they could: Maghreb e IslandaStiamo assistendo a un risorgere delle risposte alla crisi economica e delle resistenze sociali a scala euro-mediterranea che ha avuto nella giovent un attore fondamentale. Una giovent che non si rassegnata a perdere il suo futuro e che lo ha fatto ribellandosi alle le politiche neoliberali di aggiustamento strutturale, che hanno utilizzato la crisi come pretesto.3

2.1.1 Nord Africa, la rivoluzione possibile Non evidentemente possibile paragonare le situazioni dei paesi interessati dalla Primavera araba con quella spagnola, differenti per condizioni economiche, politiche, sociali e culturali. C', per, un fil rouge che attraversa Tunisi e Il Cairo per giungere a Madrid. E quali sono i tratti che condividono zone del mondo con caratteristiche generali tanto differenti?Il primo, e pi evidente, rappresentato dalle politiche economiche neo liberali, imposte anche in Tunisia ed Egitto dal Fmi e dai mercati finanziari. Politiche economiche che aggiungevano alla mancanza di diritti politici causata da una dittatura, l'erosione di diritti sociali basici. Prova ne sia l'altissimo tasso di disoccupazione giovanile e l'importante livello di precariet, combinati con la discesa dei salari e l'aumento dei prezzi degli alimenti. Il ruolo della giovent in questi processi il secondo fattore che fa da nesso tra le lotte arabe e quelle europee. Furono i giovani, soprattutto in Tunisia ed Egitto, che diedero fuoco alla miccia, per quanto poi si sia estesa ad altri gruppi sociali. Il terzo fattore comune la mancanza di fiducia verso istituzioni non rappresentative. Se nei paesi arabi c'erano sistemi politici dittatoriali apertamente appoggiati sopratutto economicamente e militarmente dai governi europei, il panorama politico in Europa non molto pi democratico. Dittatura-bipartitismo. Dittatura dei mercati. 4

Possiamo rintracciare un ulteriore denominatore comune nel recupero degli spazi fisici urbani da parte degli attivisti. L'occupazione dello spazio cittadino ha un valore altamente simbolico: riprendersi l'agor, un luogo dove creare relazioni dirette tra attivisti e testimoniare l'unione per una causa comune.

3 Alba, Serra e Menendez 2011:13 4 Alba, Serra e Menendez 2011:19

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Per primo il popolo tunisino, e poi quello egiziano, stanchi del fatto che le loro voci non fossero ascoltare e pieni di sfiducia verso governi dittatoriali, decisero, in un atto di dimostrazione di sovranit popolare, di scendere in strada e accampare nelle piazze. Tahir, l'altra Tahir in Yemen, Piazza della Perla in Bahrein, la Casbah a Tunisi furono e continuano ad essere esempi di recupero della politica da parte del popolo e per il popolo.5

Alla lucida analisi occorre aggiungere una postilla sul ruolo delle reti sociali 6, in particolare Facebook e Twitter, le quali assunsero nel corso delle mobilitazioni tre principali ruoli. Dapprima divennero megafono del malessere presente nelle societ, che non trovava adeguata risonanza mediatica a causa del forte controllo politico ed imprenditoriale sulla comunicazione di massa. Dopodich furono un importante strumento di organizzazione e pubblicizzazione delle prime manifestazioni di piazza. Infine assunsero il ruolo fondamentale di narratore delle proteste secondo la logica del web 2.0, con tweet, foto e video che raccontavano le mobilitazioni e le violenze dei regimi. Si noti come l'analisi appena conclusa sia peraltro applicabile indifferentemente al caso nordafricano e iberico, come avremo modo di dimostrare in queste pagine. Non bisogna infine dimenticare il ruolo dei media mainstream, i quali, veicolando le narrazioni riguardo la Primavera araba, ne composero il frame interpretativo nelle menti del grande pubblico:[i media mainstream spagnoli] sottolinearono come la mobilitazione popolare avesse potuto abbattere dittature che erano apparentemente puntellate solidamente. Il racconto mediatico che ci fu offerto venne ad accrescere l'influenza simbolica dell'accaduto.7

Fu quindi la narrazione mediatica dominante la principale responsabile del processo cognitivo che port la rivolta del Meghreb a diventareuna fonte di ispirazione e un referente soggettivo senza il quale sarebbe molto complicato comprendere le mobilitazioni che si sono verificate nel congiunto dello stato spagnolo.8

5 6 7 8

Alba, Serra e Menendez 2011:20 Come ben raccontato in Giovanna Locatelli - Twitter e le rivoluzioni (2011). Taibo, 2011:26 Alba, Serra e Menendez 2011:13

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2.1.2 Islanda, la rivoluzione taciuta.Gli effetti della crisi finanziaria lasciano un panorama terrificante in Islanda: uno stato in bancarotta, con un debito pubblico che supera varie volte il suo Pil. La dinamica politica non cambia in prima istanza: un cambio di governo anticipato, un salvataggio del Fmi e la sospensione dell'attivit della borsa. Per tutto questo non sufficiente per salvare il paese da una situazione cos grave. L'Islanda, fortemente indebitata con i governi invasori di Gran Bretagna e Olanda, approva un referendum contro il risanamento del debito. Di fronte a tutto ci, il Fmi congela gli aiuti e la popolazione esige responsabilit giuridiche ai colpevoli della crisi. Dopo aver incarcerato banchieri e alti dirigenti, si elegge un'assemblea costituente per redigere una nuova costituzione che raccolga le lezioni imparate e sancisca la vittoria. 9

La piccola ma significativa rivoluzione islandese fu taciuta da tutti i media mainstream spagnoli fino all'esplodere del movimento 15m. I movimenti sociali coinvolti nella mobilitazione del 15m si fecero portavoce dell'esempio nordeuropeo, come il nodo spagnolo di Anonymous che diffuse gi nei mesi precedenti al 15 maggio un videocomunicato10 raccontando dettagliatamente il caso islandese.L'Islanda si converte, davanti alla paura e alla censura dei grandi media, in esempio per altre resistenze ad altre latitudini [...] I media di comunicazione tacciono per paura che prendiamo esempio reale del fatto che s, si pu fare11.

2.2 Siete sudditi! Indignatevi e Reagite!Dictadura de los mercados! era il contundente slogan scandito nelle piazze occupate e nei cortei del 15m. La forte presa di coscienza che un nuovo regime avesse sostituito la democrazia reale ha radici lontane. La sua prima apparizione nel campo mediatico datata 18 giugno 2010, quando Iaki Gabilondo, referente tra i giornalisti progressisti spagnoli, concludeva la stagione del suo approfondimento giornalistico notturno con un videoeditoriale a bruciapelo. La sua diffusione fu evidentemente diluita nei mesi successivi e cominci a porre i semi del discorso anticapitalista di cui il 15m raccolse i frutti.9 Alba, Serra e Menendez 2011:18 10 youtube.com/watch?v=C2HWHzyXR9o 11 Alba, Serra e Menendez 2011:18

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L'ultima stagione non stata come le altre, perch ci che successo dopo l'ecatombe finanziaria segna un punto di svolta. La naturalezza con la quale la dottrina che ci spinse vero l'abisso ha imposto la sua legge ha fatto in modo che tutti ci accorgessimo di una grande verit: siamo sudditi dei mercati. Cio il regime nel quale viviamo una dittatura, travestita con i panni della democrazia, pero sempre una dittatura. Gli orgogliosi stati, i rappresentanti politici, la maggioranza dei cittadini fanno finta di niente, per non possiamo pi ignorare che le strade sono gi tracciate e non c' salvezza fuori da esse, e che la nostra libert si esercita nel piccolo margine di elasticit che ci viene autorizzato. Non ovviamente una questione di tremendismo. Negli ultimi mesi abbiamo potuto verificare che si decretato un modello obbligatorio di governance. La socialdemocrazia, per esempio, stata proibita de facto, le si permette di continuare a governare finch rinunci ai suoi punti di vista. Quindi dato che l'evidenza esplosa clamorosamente, si tratta di capire che fare. Se accettare senza riserbo questa dittatura o se ci che successo scatena una riflessione di fondo sulla democrazia e il suo futuro. Una riflessione che per la sinistra, si converte in decisiva: o scopre il suo ruolo in questa nuova realt o condannata ad appassire e scomparire. 12

Vennero alcuni mesi pi tardi due nonagenari ad urlare al grande pubblico il fatidico che fare: i due libri-pamphlet Indignaos! partigiano socialista Stephane Hessel e (Indignatevi!, nda) del (Reagisci, nda) Reacciona

dell'intellettuale altermondista Jose Luis Sampedro et al. uscirono nel marzo 2011, incitando alla mobilitazione contro la dittatura finanziaria e l'austerity fiscale. I due libri ottennero grande eco in Spagna grazie alla diffusione data da media mainstream progressisti come Pblico13 ef El Pas14. L'ampiezza del dibattito attorno a questi libri fu tale che le piattaforme coinvolte nella mobilitazione del 15m usarono i due titoli come parole d'ordine della mobilitazione. Dal libro di Hessel venne tratto quell'indignati, usato dalla quasi totalit dalla stampa spagnola e internazionale per etichettare il movimento 15m e il successivo movimento #occupy.Al testo di Hessel non si pu negare un certo rilievo simbolico. Hessel ci sprona a recuperare i valori di giustizia e solidariet per i quali lott la resistenza francese, ed a mobilitarci per conseguirli. Lo fa, tra l'altro, con un linguaggio e una prospettiva che permette la sintonia tra l'anziano nonagenario e i giovani odierni [..] Non frequente, e ci da riconoscere, che i nostri tuttologi mediatici che non hanno tempo, ovviamente, per leggere gli abbiano prestato attenzione.1512 Traduzione sintetizzata, l'originale youtube.com/watch?v=xFwHny96ERM 13 publico.es/culturas/362596/pequeno-manual-para-jovenes-rebeldes publico.es/culturas/368134/de-la-indignacion-a-la-accion 14 politica.elpais.com/politica/2011/05/14/opinion/1305404950_218819.html elpais.com/articulo/cultura/heroe/escribio/best/seller/elpepicul/20110116elpepicul_1/Tes elpais.com/articulo/cultura/Alegato/indiferencia/elpepicul/20110328elpepucul_13/Tes 15 Taibo, 2011:44

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2.3 Preparando il terreno: il panorama madrilenoMadrid la maggiore citt spagnola, oltre che la capitale dello Stato. Conta 3 milioni 270 mila abitanti e conforma con la sua periferia una rete metropolitana fortemente accentrata popolata da 6 milioni e 250 mila persone un ottavo dei 47 milioni di spagnoli. La densit media di popolazione nella comunidad autonoma di oltre 800 ab/km2, mentre in citt supera i 5.400 ab/km 2. L'@acampadasol si sviluppa in una Madrid ribollente di movimenti sociali, seppur molto differenti e spesso poco comunicanti tra di loro. Ecco i principali e pi influenti rispetto al 15m. Hay que pararles los pies (bisogna fermarli, nda) una piattaforma composta principalmente dai sindacati di base Cgt, Cnt, Cobas, Sat e Solidaridad obrera. Oltre ad alcune minoritarie formazioni comuniste, integrano la piattaforma anche alcune minoranza mobilitate dei settori non rappresentati dai sindacati: studenti, disoccupati, precari e migranti. Fu questa piattaforma a convocare una manifestazione contro la riforma delle pensioni il 27 gennaio 2011, che radun a Madrid 20 mila di persone e fin in scontri con la polizia nell'intento di raggiungere il Parlamento. I centri sociali occupati esistono in Spagna dall'inizio degli anni '90, per sperimentarono nella maggior parte dei casi - una grande apertura a un pubblico pi ampio solo negli anni '00. Per quanto riguarda il panorama madrileno bisogna sottolineare, tra le molte, due esperienze. Il Patio Maravillas un progetto di occupazione iniziato nel 2007 nel centrale quartiere di Malasaa. Attraverso quattro anni di occupazione in due sedi, questo centro sociale riuscito ad ottenere un grosso appoggio sociale, in particolare tra il vicinato e i migranti. Ospita le pi varie attivit culturali, ascrivibili all'area della controcultura, senza abbandonare un profilo politico militante tradizionale. Non a caso i nodi madrileni di Democracia real ya! e di Juventud sin futuro tengono in questo edificio le proprie riunioni. Il centro sociale La Tabacalera invece uno spazio autorganizzato ceduto dal governo spagnolo ai collettivi di quartiere di Lavapis, zona multietnica a

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ridosso di Puerta del Sol. L'edificio apre le porte nell'estate 2010 e raggruppa da subito centinaia di persone secondo un'organizzazione a rete: data l'abbondanza di spazi di uno stabile di 8.000 m2, la struttura viene organizzata in aree tematiche affidate a differenti gruppi, ognuno incaricato di gestire il proprio spazio e di riunirsi con gli altri nelle assemblee di gestione. Il centro sociale manterr un profilo principalmente controculturale, che gli permetter di aprirsi a un pubblico ben pi eterogeneo dei normali frequentatori delle okupa. Il primo accampamento di protesta, ad onor del vero, s'install gi il 30 aprile 2011 nella celebre Cuesta de Moyano, tra la stazione di Atocha e il parco del Retiro. Era abitato da una ventina di Cooperativisti danneggiati del sudest, i quali avevano visto andare in fumo il proprio investimento immobiliare. Nel febbraio 2009 nacque invece a Barcellona la Plataforma afectados por la hipoteca [Pah] (Piattaforma danneggiati dai mutui, nda), un gruppo apartitico che riunisce chi non riesce a pagare il proprio mutuo e chi si trova sotto sfratto, espandendosi alla stessa velocit della crisi immobiliare per tutta Spagna nei due anni seguenti. Negli anni di governo del Partito popolare (dal 2003 al Comune con Alberto Ruiz-Gallardn e alla Comunidad con Esperanza Aguirre) si sono peraltro creati i coordinamenti contro la privatizzazione della sanit, dell'educazione e del sistema idrico. Nel campo dei media alternativi dobbiamo ricordare i portali Rebelion16, Kaos en la Red17 e La Haine18 che lavorano a stretto contatto con i movimenti sociali. Oltre a Tele K19, emittente comunitaria del quartiere popolare di Vallecas, con programmazione a carattere politico e sociale. Occorre poi citare Diagonal20, un progetto editoriale centrato sulla produzione di un quindicinale di attualit critica, nasce dai movimenti sociali madrileni nel 2003 e conta nel 2011 altre 6 redazioni in importanti citt spagnole. Da marzo 2010 infine online Periodismohumano21, una testata indipendente senza scopo di lucro centrata sui diritti umani, diretta dal pulitzer Javier Bauluz.16 rebellion.org 17 kaosenlared.net 18 lahaine.org 19 vallecas.org 20 diagonalperiodico.net 21 periodismohumano.com

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2.3.1 V per vuoto22Tutto cominci una domenica pomeriggio con un sit-in che si trasform in una manifestazione. Un nutrito gruppo di persone percorse le strade di Madrid fino a che si facesse buio e la polizia caric a Vistillas. Cos cominci una serie di manifestazioni domenicali caratterizzate da cariche, detenuti e timide risposte da parte degli attivisti. Alcuni, come me, vedevano le cariche per la prima volta con i propri occhi, si prendevano le prime manganellate e, cosa peggiore, vivevano la loro prima sconfitta. 23

Il Movimento por una vivienda digna o V de Vivienda [Vdv] (V per casa, gioco di parole con V per vendetta, nda) nacque nel 2003 con la creazione della Plataforma por una Vivienda Digna, in cui confluirono collettivi, sindacati (CcOo, Ugt e Cgt), partiti (Pce e Iu) ed ecologisti (Ecologistias en accin). La piattaforma lavor sulla questione abitativa e immobiliare, criticando il modello speculativo, l'impatto ambientale del boom edilizio e la conseguente corruzione, portando in piazza 10 mila persone il 20 giugno 2004, nel sostanziale silenzio mediatico. A inizio maggio 2006 per cominci a circolare un messaggio anonimo tra le mail e i cellulari spagnoli: si convocava un sit-in senza sigle n bandiere nelle piazze di 19 citt dello Stato il 14 maggio per reclamare una casa degna. A Madrid, in Puerta del Sol, la mobilitazione riun 5 mila persone che decisero di muoversi in corteo non autorizzato verso il parlamento ad oltre, fino alle cariche dalla polizia nel parco di Vistillas. Le tre domeniche successive furono animate da altri sit-in e cortei non autorizzati. Dal 21 maggio, nelle citt il cui numero di partecipanti lo permettesse, si crearono assemblee aperte per auto-organizzare il movimento nascente. Il 28 maggio e il 4 di giugno i cortei non autorizzati partiti dai concentramenti madrileni vennero brutalmente repressi dalla polizia, che realizz 17 detenzioni. Il movimento far quindi il suo salto di qualit, almeno i sui nodi madrileno e barcellonese. Nella capitale si costitu l'Asamblea contra la precariedad y la vivienda digna, organizzata in sei commissioni di lavoro che si riunivano settimanalmente in un plenario.

22 Questo sottoparagrafo si basa su Carmen Haro Barba - Activismo poltico en la Sociedad Red: el caso del Movimiento por la Vivienda Digna en Espaa (2011). 23 Madrid.indymedia.org/node/17325

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Le differenti assemblee erano invece connesse da una mailing list, un portale comune24 con gli hiperlink ai nodi locali, e un forum di discussione e coordinazione. Al rientro dalle vacanze, Vdv mostr i denti, convocando due cortei, il 30 settembre a Barcellona e il 28 ottobre a Madrid, che contarono rispettivamente 15 e 18 mila partecipanti. Quest'ultimo raggiunse la portata de El Pas. Il movimento nel frattempo aveva formalizzato le proprie ri